sisma: da los angeles ad amatrice, il boato che distrugge e uccide

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sisma: da los angeles ad amatrice, il boato che distrugge e uccide
N.7-9
Luglio
Settembre
2016
Esce dal 1949
Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale DL 353/2003 (Conv. In L. 27/02/04) Art. 1 Comma 1 - MP-NO / MENSILE - GENOVA ANNO LXVII- N. 7-9 2016
tti
ollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
SISMA: DA LOS ANGELES
AD AMATRICE, IL BOATO
CHE DISTRUGGE E UCCIDE
L’esperta Domniki Asimaki ci racconta
le misure adottate in California, dove la terra
trema ogni giorno. «L’unico rimedio? Prevenire»
Università
Formazione
Blue Print
Energia
Le chances
delle matricole
nella Scuola
Politecnica
CFP annui
non tutto
è perduto.
Come recuperare
Le competenze
degli Ingegneri
per la valutazione
dei progetti
Dalle rinnovabili
alle “cattive” letture
delle norme sulla
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Mensile della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
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DOPO
Stefano Rolli
LE ULTIME PAROLE FAMOSE – Ci sono frasi che rimangono nella
storia. Per originalità e acutezza politica, come il famoso ossimoro
delle “convergenze parallele” inventato da Aldo Moro per definire la
politica delle alleanze della Dc con le sinistre (come i binari ferroviari,
andare nella stessa direzione ma senza confluire l’uno nell’altro). O per la
miopia di chi le pronuncia. Come Erasmus Wilson, professore di Oxford, che
affermò con sicurezza:«Quando l’Esposizione di Parigi del 1878 chiuderà, la luce
elettrica sparirà con essa e nessuno ne sentirà mai più parlare».
Dalle fini intuizioni alle clamorose cantonate il passo è breve, insomma. Ma quando
si parla di sicurezza, il valore delle parole passa in un’altra dimensione, e più che
nei dizionari delle citazioni può entrare nelle aule dei tribunali.
Metti che a qualcuno venga in mente di sostenere che in caso di pioggia un
torrente non strariperà sicuramente perché, effettuata la manutenzione ordinaria
e straordinaria, l’acqua scorrerà tranquilla verso la foce. Ma se la zona venisse
investita da un furioso uragano e da tante ore di pioggia come nessuno poteva mai
pensare di poterne vedere in tutta la sua vita, chi ripagherà quelle persone che
fidandosi della frase “non strariperà sicuramente” sono uscite di casa in pieno
allarme rosso e sono state travolte dal fiume straripato perdendo la vita?
Così è per gli edifici durante i terremoti, per il caldo in estate, la neve in inverno
e per tutte le situazioni in cui c’è in ballo la nostra sicurezza: nessuno può fare
previsioni certe, eppure spesso non mancano esperti, e soprattutto politici, che
usano con leggerezza termini rassicuranti magari per far sapere che “è tutto sotto
controllo”. Senza pensare alla devastante potenza che possono avere.
G.San.
IL RULLO DI... ROLLI
Stefano Rolli, vignettista
satirico, pubblica ogni giorno
isuoi lavori sulla prima pagina
del Secolo XIX commentando
i fatti della politica e del costume locale, nazionale e internazionale. Inoltre collabora
con alcune tra le maggiori
testate ilaliane ed estere.
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
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POST-RULLO
LE PAROLE HANNO UN PESO, USIAMOLE CON CAUTELA
“MESSA IN SICUREZZA” E “messa A NORMA”?
OK, PURCHÈ NON SIA “MESSA FUNEBRE”
MAURIZIO MICHELINI
S
embra una beffa, ma sul sito del giornale di informazione on line “Rietinvetrina.
it” c’è ancora in bella mostra l’articolo del 12 settembre 2012 dal titolo “Amatrice: scuola pronta in tre mesi”, che testualmente dice: «Abituati come siamo
ai ritmi della Pubblica Amministrazione, sembrava impossibile che i lavori di ristrutturazione e di intervento per l’adeguamento alle norme anti-sismiche del plesso scolastico Romolo Capranica di Amatrice (Scuola Infanzia, Elementare e Media) fossero
completati nei tempi previsti”. E ancora: “È stato soprattutto curato l’aspetto strutturale teso al rafforzamento ed all’adeguamento alle nuove norme anti sismiche».
http://rietinvetrina.it/amatrice-scuola-pronta-in-tre-mesi/
Il 24 agosto del 2016 la scuola è crollata, alla faccia dell’adeguamento normativo
e della “messa in sicurezza”! Poi le indagini, e il titolare dell’impresa appaltatrice,
Gianfranco Truffarelli, subito respinge qualunque accusa o ipotesi di reato:
“Nessuno mi ha chiesto l’adeguamento sismico, il sindaco sa quello che è stato fatto …
Gli appalti erano divisi. Uno riguardava la riqualificazione della struttura: riscaldamento,
impianto antincendio, pavimentazione, servizi. L’altro il miglioramento antisismico
Attenzione: miglioramento, non adeguamento… E comunque, quei soldi sono stati spesi
bene… Sui lavori fatti da noi, ci sono tutte le carte... Abbiamo eseguito alla lettera quello
che era previsto dall’appalto».
http://www.repubblica.it/cronaca/2016/08/29/news/titolo_non_esportato_da_hermes_-_id_articolo_4388618-146799369/?ref=fbpr
Così si scopre che “miglioramento” non vuol dire “adeguamento”; che essere “a
norma antisismica” non vuol dire aver realizzato opere in base alle quali l’edificio
resisterà ad un sisma; che la riqualificazione dell’impianto di riscaldamento,
della pavimentazione e dei servizi viene messo allo stesso piano di importanza
dell’antincendio e dell’anti sismica.
Le parole hanno un peso, usiamole con cautela...
Sarà la magistratura, nel caso specifico, a stabilire chi ha ragione, ma spetta alla
politica e a noi professionisti usare in generale maggior cautela e appropriatezza
Dal clamoroso
caso della scuola
di Amatrice, i cui
lavori vengono
incredibilmente ancora
“lodati” in un vecchio
pezzo rimasto in
un giornale web, ai
cittadini rassicurati
dagli amministratori
che parlano di fiumi
“sicuri”, una raccolta
di assurdità da non
copiare mai
Ma quello non è quasi un Fascicolo del fabbricato?
Da un lato c’è chi dice che si tratta della solita inutile
check list, che finisce in un cassetto, giusto per portare
soldi nelle tasche dei professionisti, con l’ulteriore rischio
di svalorizzare gli immobili mettendo in evidenza le
loro criticità. Dall’altro chi afferma che, come accade in
medicina, senza una diagnosi accurata non si può trovare
una cura appropriata.
Spetta alla Politica trovare un punto di sintesi che tuteli
gli interessi collettivi. Nel frattempo, cosa si può già fare a
normativa invariata? L’art. 17 del D. Lgs. 81/2008 pone come
obbligo indelegabile del datore di lavoro “la valutazione di
tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento
previsto dall’articolo 28”. Tra i rischi di un lavoratore in un
immobile in zona sismica, non c’è forse quello di morire
bruciato o sotto le macerie, per aver caricato troppo un
solaio o per un terremoto? Ecco che, magicamente, si
scopre che in tutti i luoghi di lavoro è obbligatorio conoscere
le prestazioni dell’immobile, in modo da verificare se siano
2/
compatibili con l’attività svolta, a tutela dei lavoratori.
Ma non è già questo il famigerato “fascicolo del fabbricato”
o, comunque, qualcosa di molto simile? Avrà il diritto, questo
lavoratore, di conoscere tutti i rischi del luogo di lavoro in cui
opera e, se del caso, di licenziarsi e sceglierne uno più sicuro?
E non sto parlando di edifici fuori norma, ma di immobili
che, pur agibili e legittimati ad essere utilizzati, presentano
prestazioni di sicurezza diverse tra loro.
Non sarebbe bello dare un voto a queste prestazioni,
mediante una classificazione simile a quella già
obbligatoria per la prestazione energetica? Ciò indurrebbe i
proprietari a valorizzare il proprio immobile per renderlo più
appetibile sul mercato, ingenerando un percorso virtuoso di
riqualificazione volontaria che non avrebbe alcun bisogno di
altri obblighi.
Analoga norma esiste anche per le parti comuni del
condominio, introdotta dall’art. 10 della Legge 220/2012, che
ha riscritto l’art. 1130 del c.c.; al punto 6 del comma 1, tra
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nell’uso delle parole; oltre che agire con maggior efficacia D.M. 246/1987; peccato che, per gli edifici
in termini di costi-prestazione, privilegiando le opere più preesistenti di questo tipo, privi di comunicazioni tra vano scala e locali cantinati, il decreto
importanti, prime tra tutte quelle che salvano la vita.
Veder crollare un edificio dove i soldi sono stati spesi per non prescriva nulla, neppure un estintore; quindi i
rifare le tinteggiature e gli impianti termici, come si legge professionisti e l’autorità di controllo non possono che
sui giornali, e non per realizzare l’adeguamento antisismi- limitarsi a constatare che l’edificio rispetta la norma anco, ma solo un parziale miglioramento: poi si legge che tincendio non perché possiede determinati requisiti, ma
solo perché è stato realizzato prima della norma.
l’immobile è stato “messo in sicurezza”.
Insomma, negli edifici pre-esistenti è legale morire bruciati,
Le parole hanno un peso, usiamole con cautela...
Se ad un cittadino che abita in riva ad un torrente si dice che ma in quelli nuovi no.
sono state eseguite opere di “riduzione del rischio idrauli- Stesso discorso per il “certificato di agibilità”, tanto richieco”, questo starà più tranquillo per i propri beni, ma conti- sto nelle trattative immobiliari, quanto inutile per capire
nuerà a porre attenzione al
se un immobile sia o meno
pericolo di morire sott’acsicuro; si pensi ad un edifiqua, perché ha capito bene
cio costruito negli anni ’60,
la situazione. Se, invece, le
prima dell’entrata in vigoopere vengono denominare della legge antisismica
te di “messa in sicurezza”,
64/1974: è a norma, è agibilo stesso cittadino si sente
le, ma se viene una scossa di
legittimato a dormire sonni
terremoto crolla, e nessuna
tranquilli e a non mettere
legge impone di adeguarlo.
più in atto le precauzioni di
Oppure, quando si parla di
resilienza che, fino a quel
abbattere le barriere armomento, gli hanno salvato
chitettoniche e garantire
la vita. Semplicemente perl’accessibilità, tutti si adoché “si sente al sicuro”.
perano per far entrare i diLe parole hanno un peso,
sabili negli edifici, ma a farli
usiamole con cautela...
uscire in caso di emergenPer non parlare, poi, della
za in pochi ci pensano; im“truffa lessicale” della “mesmaginarsi una carrozzina
sa a norma”, frase priva di
sul servo scala mentre è in
rilevanza in termini di ridu- Il pezzo pubblicato dal sito “rietinvetrina”, ancora online
corso l’evacuazione per un
zione del rischio e di sicuincendio!
rezza vera.
In verità, un conto è essere legittimati amministrativamenMi spiego meglio, facendo un esempio che riguarda la pre- te perché si rispettano le norme e si hanno le carte a posto,
venzione incendi.
altra cosa è vivere sicuri perché si conoscono i rischi e si
Un edificio di altezza antincendio pari a 30 metri, privo del adottano le misure utili per ridurli ad un livello di accettacertificato di prevenzione incendi (CPI, ora sostituito dal- bilità, così che la “messa a norma” non si trasformi in una
la SCIA, ex art. 4, D.P.R. 151/2011), viene sottoposto alla “Messa funebre”.
cosiddetta “messa a norma”, intesa come adeguamento al Le parole hanno un peso, usiamole con cautela... Amen.
le attribuzioni dell’amministratore è stata introdotta quella
di “curare la tenuta del registro di anagrafe condominiale
contenente (...) ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza.”.
Infine, l’art. 56 del DPR 1142/1949, nel disciplinare la scheda
di dichiarazione catastale, richiede una serie di dati edilizi
e impiantistici che, se fossero opportunamente espansi e
approfonditi, descriverebbero l’immobile anche per quanto
attiene alle caratteristiche prestazionali che interessano la
sicurezza degli occupanti.
Da qui la proposta dall’Associazione Master in Diritto
Tributario di Genova e della Rete delle Professioni Tecniche,
nelle due audizioni in Senato del 6.5.2014 e dell’1.7.2014, di
attuare la delega per la riforma fiscale istituendo il “Cassetto
fiscale dell’immobile”, ossia, l’implementazione dei dati
catastali con quelli prestazionali finalizzati alla salvaguardia
di interessi pubblici, come i requisiti energetici, antisismici,
antincendio, ecc. (V. A&B 4-2014, pag. 12).
Purtroppo la delega contenuta nella Legge 23/2014 è
scaduta, ma sarà riproposta, si spera, mantenendo inalterato
il contenuto dell’art. 2, comma 3; il quale disponeva che,
nell’ambito della riforma del catasto, venisse previsto un
regime fiscale agevolato che incentivasse la realizzazione
di opere di adeguamento degli immobili alla normativa
in materia di sicurezza e di riqualificazione energetica e
architettonica. Un bel volano per l’economia di settore e
per l’interesse pubblico avere davvero, non solo sulla carta,
edifici ad elevate prestazioni.
L’idea che intendiamo lanciare in questa rivista è invitare
tutti i proprietari di immobili e datori di lavoro, pubblici e
privati, a commissionare ad uno o più professionisti il rilievo
dei dati prestazionali degli edifici soggetti alle norme già
citate, che, si ribadisce, sono in vigore e non si comprende
perché quasi nessuno le applichi.
Non sarà il fascicolo del fabbricato dunque, ma, comunque,
qualcosa di molto simile e tremendamente utile!
(Sullo stesso argomento V. articolo a pag. 15)
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EDITORIALE
PURTROPPO NELLE CRONACHE DEL TERREMOTO IN CENTRO ITALIA
I TECNICI HANNO PARLATO POCO E PER ULTIMI
SISMA, UN’INFORMAZIONE CORRETTA
SIA ALLA BASE DELLA PREVENZIONE RISCHI
A
Giudizi sommari, affidati a “esperti” non proprio tali, hanno
fuorviato la popolazione. Tutti i tecnici sanno che non esistono
soluzioni univoche per rendere gli edifici resistenti a scosse di
elevata intensità, ma si procede caso per caso
vevamo già affrontato l’argomento dei rischi
industriali – caso Iplom (vedi A&B Web Edition
n. 0/2016) - evidenziando la necessità di una
corretta informazione e diffusione tra la popolazione
della consapevolezza dei rischi con i quali ogni
giorno dobbiamo convivere.
Con la tragica vicenda del sisma che ha colpito
Amatrice ed Accumoli è riemerso con forza l’aspetto
della comunicazione, da intendersi non solo come
diffusione di notizie più o meno sensazionali, ma
anche come corretta informazione.
Per diversi giorni abbiamo ascoltato e letto notizie
spesso fuorvianti, ma soprattutto, forse nell’intento
di dare spiegazione a fatti gravissimi come la perdita
di vite umane, abbiamo sentito giudizi tecnici
sommari quanto privi di qualsiasi base scientifica.
Sono stati trattati i concetti di rafforzamento
locale, miglioramento e adeguamento sismico
alla stregua delle versioni base e full-optional
nella scelta di un’autovettura, senza affrontare nel
contesto la problematica della condizione e quindi
della vulnerabilità dell’edificio sul quale si va ad
intervenire.
Spesso conduttori televisivi e cronisti di vario
genere hanno risolto la materia complessa della
prevenzione e della tecnica delle costruzioni
resistenti al sisma suggerendo la semplice
realizzazione di non meglio precisate “catene”,
quale panacea universale. Con buona pace degli
impegnativi e articolati percorsi di studio che ogni
Tecnico deve affrontare prima di cimentarsi nella
progettazione degli edifici.
Ogni Progettista infatti sa che non esiste una
soluzione univoca e che ogni edificio, prima di essere
riqualificato, deve essere conosciuto e caratterizzato
in ogni sua parte, con opportuni mezzi di indagine
anche strumentale.
Per fortuna, dopo alcuni giorni, hanno preso
la parola anche cattedratici preparati, facendo
chiarezza sulle peculiarità dell’evento sismico
occorso, come il prof. Cosenza e il prof. Braga, per
4/
PAOLO CARUANA
Presidente Ordine
Ingegneri della Spezia
e Federazione Ordini
Ingegneri Liguria
fare solo due nomi, i quali hanno convenuto sulla
necessità di intervenire urgentemente sul rischio
sismico, riducendo la vulnerabilità degli edifici, unica
soluzione alternativa alla delocalizzazione degli
abitanti.
Così si è risvegliata la consapevolezza che in caso di
eventi sismici di elevata intensità con caratteristiche
di frequenza critiche in relazione alle tipologie degli
edifici interessati, il rischio di crollo e distruzione, con
conseguenti perdite di vite umane, si può mitigare
solo investendo ingenti risorse nella riqualificazione
del nostro immenso patrimonio edilizio.
È si è risvegliato anche l’interesse verso il cosiddetto
“fascicolo del fabbricato”, di cui gli Ingegneri
parlano da anni (dal lontano 2000 in cui per primi
lo proposero, vedi A&B Web Edition n. 1/2016),
strumento appositamente concepito per conoscere le
caratteristiche strutturali, e non solo, degli edifici.
Vediamo se anche questa volta si tratterà del solito
“fuoco di paglia” o se ai proclami seguiranno anche
i fatti, con disposizioni di legge immediatamente
attuabili. E se si modificherà la cultura che porta
a far parlare di ristrutturazione di immobili prima
interior designer, sociologi e filosofi, e per ultimo
l’ingegnere, che nell’accezione comune, “è quello dei
calcoli”. La sicurezza di un edificio va pensata dal suo
primo concepimento e deve essere l’ossatura ed il
tessuto connettivo intorno al quale si può “costruire
un vestito su misura”.
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EDITORIALE
LE AZIENDE TENDONO A LASCIARE IL TERRITORIO
MASSIMILIANO
MARGARONE
Vice Presidente
Comitato
Italiano Ingegneria
dell’Informazione
N
UNIAMOCI PER LANCIARE LA LIGURIA
COME TERRA IDEALE PER L’HI-TECH
Potrebbero esserci anche qui le “Google” o le “Amazon”, ma
manca un modello di attrattività, fatto di cosmesi e di marketing
territoriale, di valorizzazione dei talenti, di vetrine internazionali e
trasparenza: cosa possiamo fare noi ingegneri
oi ingegneri e addetti nell’hi-tech ligure stiamo
seguendo più o meno da vicino, più o meno
da spettatori, le difficoltà che alcune grandi
aziende nel nostro settore stanno attraversando. Sta
di fatto che tra slittamenti, rinvii e riduzioni di personale, riportati negli articoli apparsi negli ultimi mesi,
l’hi-tech non sta mostrando tutto il suo potenziale:
Erzelli non decolla, la presenza sul territorio di alcuni
grandi brand è in forse, la preoccupazione di non
riuscire a invertire un trend negativo e accelerare è
forte tra gli addetti del settore. In ogni caso nessun
elemento lascia intendere che ci si sta muovendo
verso una fase positiva disruptive. Molti di coloro che
sono direttamente coinvolti non hanno dubbi: alcune
aziende spariranno dallo scenario ligure.
La Liguria non è mai stato un territorio ideale per gli
insediamenti produttivi, a causa della sua posizione
angusta, costretta tra mare e monti, dove mancano
gli spazi ma abbondano i dislivelli, dalla difficoltà di
scalare la rete dei trasporti, una terra di attracco e
passaggio: topologia non certo favorevole, eppure il
fascino che respira chi vive e lavora nella regione si
ritrova in poche parti al mondo. L’industria hi-tech, ed
in particolare quella ICT non richiede grandi spazi o
necessità di trasporto particolari, è fatta soprattutto
di persone e di talenti. Se idealmente collegassimo le
aree produttive, otterremmo una linea di spostamento
mono-dimensionale favorevole allo scambio e alla
contaminazione culturale. Un territorio come quello
ligure, che richiede sicuramente un miglioramento
delle connessioni con il resto del mondo, ha
comunque una capacità di ispirare l’innovazione in
modo impareggiabile.
Ma allora cosa manca, perché non abbiamo “le
Google” e “le Amazon”, perché molte aree exindustriali non sono occupate o vengono convertite
in attività commerciali? Perché le aziende di hi-tech
portano altrove il know-how sviluppato in un contesto
di forte de-industrializzazione, ma comunque di
altissimo profilo dal punto di vista della qualità e
della competitività a livello internazionale? Manca un
modello di attrattività, fatto di cosmesi e di marketing
del territorio, di valorizzazione dei talenti, di vetrine
internazionali e trasparenza.
Quale può essere il ruolo degli ingegneri? Gli
ingegneri, che rappresentano un’importante fetta
delle attività industriali, devono essere presenti a tutti
i livelli, gestionale, politico, produttivo; devono essere
attori e influenzare le amministrazioni nel realizzare
tale modello di attrattività. Per i nostri colleghi che
vorrebbero, ma che si scontrano ogni giorno con i
“soliti” problemi, che si rassegnano al pensiero che
la discesa non si possa fermare, il messaggio è:
uniamoci e mostriamo che la nostra forza è la forza
della nostra regione, richiediamo la partecipazione
alle Commissioni, ai tavoli decisionali.
Le capacità e la conoscenza hanno un potere
immenso, soprattutto in un mondo sempre più
dipendente dalla tecnologia che trova gli ingegneri
protagonisti. Dobbiamo metterci in gioco come singoli
e in rete perché le nostre conoscenze diventino
la base un modello di attrattività virtuoso, prima
che economicamente conveniente, che riporti gli
investimenti e valorizzi i talenti nella nostra regione.
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
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Qui Federazione
SEMINARIO NELLO SPAZIO DELL’ORDINE DI GENOVA AL SALONE NAUTICO
CONTABILIZZAZIONE E RINNOVABILI:
L’ENERGIA CHE BRUCIA LA MALAFEDE
U
n seminario di tre ore, nello spazio dell’Ordine degli Ingegneri di Genova al Salone Nautico
Block Notes
2016, con una vetrata affacciata sul mare su barche a vela, yacth e gommoni all’ormeggio
lungo la banchina che fiancheggia il Padiglione B.
Il tradizionale appuntamento nella Fiera di Genova è stato denso di appuntamenti. Sicuramente
il più complesso era proprio questo “L’Ingegneria liberi l’energia”, tenuto il 24 settembre e
seguito da professionisti provenienti da tutta la Liguria e dalle regioni vicine, perché ha messo sul
tavolo, in maniera decisa e concreta, un argomento – come l’obbligo di installazione dei sistemi
L’ingegneria
di termoregolazione e contabilizzazione nei condomini - su cui da tempo circolano interpretazioni
Liberi L’e nergia
eri
diverse e spiazzanti. C’è il rischio di disorientare professionisti e cittadini su una materia regolata
Ordine degli ingegnnov
a
della Provincia di ge
da norme giuridiche (D. Lgs. 102/2014, aggiornato dal D.Lgs. 141/2016, in vigore dal 26.7.2016)
mbre 2016
Salone nautico, 24 Sette
Fiera internazionale,
e tecniche (UNI 10200, in fase di revisione) che qualcuno ha impropriamente interpretato come
“obbligo di adeguamento impiantistico a tutti i costi”, facendo venir meno l’importanza dell’analisi
preliminare di efficienza in termini di costi-benefici, essenziale per sapere se l’adeguamento
impiantistico entro il 31.12.2016 è obbligatorio o facoltativo.
Non è questo lo spirito che il legislatore europeo ha voluto imprimere, ossia, la trasparenza
nelle misure da parte degli erogatori dei servizi energetici e l’incentivazione degli interventi di
adeguamento che si ripagano in virtù dei conseguenti risparmi energetici, attribuendo un ruolo
9
centrale ai professionisti dell’area tecnica.
Si pensi che, statisticamente, circa il 50% delle unità immobiliari italiane soggette al decreto sono
potenzialmente in regola per rimandare (o evitare) l’installazione dei dispositivi senza rischiare sanzioni, in forza di una relazione
di non efficienza in termini di costi firmata da un tecnico abilitato (D.Lgs. 102/2014, all’art. 16, commi 6,7); sono quelle ubicate
nelle zone climatiche più calde (A,B,C,D), che, ad esempio, comprendono i capoluoghi liguri (Imperia zona C; Genova, Spezia e
Savona zona D).
Purtroppo, a parte questo giornale e pochi altri, la disposizione di cui sopra non ha avuto un’informazione e promozione adeguate;
così, a ridosso della scadenza e con gli impianti già accesi, pare che in molti casi non sarà possibile completare il lavoro, ponendo a
rischio di sanzione anche quegli immobili che, con una relazione tecnica, avrebbero potuto evitare l’adeguamento. In questi casi, il
consiglio è chiedere al professionista incaricato di redigere la relazione, se ne ricorrono i presupposti, eventualmente rivolgendosi
agli Ordini e Collegi professionali per informazioni più dettagliate in merito alle competenze.
Il seminario è stato introdotto dal Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova Ing. Roberto Orvieto, che ha sviluppato un
intervento sulle energie rinnovabili.
È intervenuto anche il Prof. Ing. Franco Michelini, quale memoria storica dei metodi di progettazione degli impianti termici in uso
negli anni ‘50-’60, quando si operava in assenza di norme di riferimento e senza obblighi prestazionali per l’involucro edilizio.
Sotto pubblichiamo, con la tecnica domanda-risposta, alcuni concetti richiamati nel seminario. Un resoconto più dettagliato
è riportato nel “Block Notes” n. 9, supplemento a questo numero, che può essere scaricato dal sito della Federazione,
http://www.federazioneingegneri.liguria.it.
Regionale
Federazione
Ingegneri
degli Ordini degli
della Liguria
n.8
Block Notes
Condomìni: così dice la legge, il resto è fantasia
MAURIZIO MICHELINI - PAOLO CAVALLETTI
1 - A cosa servono i sistemi di termoregolazione e
contabilizzazione nei condomini secondo lo spirito della
legge?
A pagare, principalmente, secondo i consumi effettivi di ogni
unità immobiliare, i prelievi di energia per riscaldamento
e/o raffrescamento e/o acqua calda sanitaria, se prodotta
da impianti comuni, consentendo ai singoli utilizzatori di
agire sulle regolazioni della temperatura e del periodo di
fruizione, come si farebbe con un impianto autonomo.
2 – Questo fa risparmiare?
Normalmente sì, ma solo se gli utilizzatori assumono
comportamenti energeticamente virtuosi, come tenere
6/
a 18-20°C la temperatura ambiente e chiudere le valvole
quando non si è in casa; altrimenti si spende di più, come
sovente accade quando si diventa autonomi. Le statistiche
evidenziano un risparmio mediamente compreso tra il 10%
e il 16%.
www.enea.it/it/ricerca_sviluppo/documenti/ricerca-disistema-elettrico/edifici-pa/2014/rds-par2014-081.pdf (pag.
64)
3 - È davvero obbligatorio installare i dispositivi entro il 31
dicembre 2016?
Sì, tranne nei casi di esclusione, se un professionista
abilitato firma una relazione in cui attesta che non
c’è efficienza in termini di costi; ossia, che i risparmi
energetici potenziali stimati non coprono le spese di
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
/1
Qui Federazione
L’ing. Franco Michelini durante il suo intervento al tavolo dei
relatori, con gli ingegneri Roberto Orvieto e Maurizio Michelini
adeguamento e gestione. Tale situazione è riscontrabile
nelle zone climatiche più calde (es. A,B,C,D), negli immobili
caratterizzati da consumi già bassi o quando le opere di
adeguamento sono invasive e costose (ad es.
esempio impianti a pavimento, aeraulici, misti, ecc.).
Anche nei casi in cui non sussista l’obbligo giuridico di
adeguamento, l’installazione dei dispositivi è sempre da
consigliare, perchè la stima di efficienza viene fatta con
dati statistici e senza considerare gli incentivi, mentre, nei
casi concreti, se l’utilizzatore è correttamente informato,
i risparmi reali sono molto superiori e quasi sempre
convenienti.
www.normattiva.it (atto n. 102, anno 2014 - art. 9, comma 5,
lettere b,c,d)
4 - Ci sarà una proroga al termine del 31 dicembre 2016?
La data è fissata in una direttiva comunitaria, quindi gli
Stati membri non possono disporre diversamente. Tuttavia,
l’impianto normativo presenta profili di incostituzionalità.
www.normattiva.it (atto n. 96, anno 2013 - art. 4, comma 1 la delega riguarda solo le tariffe elettriche)
5 - Se l’assemblea condominiale non deliberasse o lo
facesse tardi e non si riuscisse a provvedere nel termine
fissato, i singoli proprietari rischierebbero la sanzione?
Sì, perchè la norma non si rivolge al condominio, ma ad
ogni proprietario di unità immobiliare, con sanzione da 500
a 2.500 euro, tranne per chi esibisce la relazione tecnica di
legittima esclusione.
www.normattiva.it (atto n. 102, anno 2014 - art. 16, commi 6,7)
6 - Il proprietario di un’unità immobiliare può decidere di
installarli per conto suo?
Giuridicamente sì, ma, tecnicamente è di difficile attuazione,
perchè i dispositivi di contabilizzazione devono coordinarsi
per la lettura centralizzata (devono essere tutti uguali
secondo quanto disposto dalle norme tecniche) ai fini della
ripartizione delle spese comuni. Per questo, di prassi, si
incarica una ditta unica per l’intero condominio e se ne
occupa l’amministratore, se esiste. Se, invece, l’assemblea
non decide per tempo, allora il condomino deve procedere
per conto proprio, per evitare sanzioni.
7 - Il condomino che si trova in disaccordo con la
decisione assembleare di installare i dispositivi, può
incaricare un proprio professionista e, se ne ricorressero i
presupposti, evitare l’adeguamento nella propria unità?
Se l’assemblea delibera ai sensi del D.Lgs. 102/2014, questa
ipotesi non è vietata, anche se è tecnicamente inopportuna
ed economicamente sconveniente per l’utente, che, nella
migliore delle ipotesi, si vedrà attribuito il massimo dei
consumi desumibili dalla potenza termica installata, mentre,
nella peggiore, gli verrà ordinato dal Giudice di acconsentire
all’installazione.
Il condomino è obbligato a rispettare le delibere
assembleari assunte ai sensi dell’art. 26, comma 5
della legge 10/1991, che consente, a maggioranza, di
approvare le innovazioni relative all’adozione di sistemi di
termoregolazione e di contabilizzazione del calore e per il
conseguente riparto degli oneri di riscaldamento in base
al consumo effettivamente registrato, senza necessitare
di alcuna relazione tecnica che dimostri un risparmio
energetico.
www.normattiva.it (atto n. 10, anno 1991 - art. 26, comma 5) sentenza Tribunale Roma n.9477/2010 - sentenza Corte Appello
Trento 134/2016)
8 - È legittimo staccarsi dall’impianto condominiale e
rifiutare di installare i dispositivi?
Il codice civile lo consente, a certe condizioni, ma è
tecnicamente inopportuno, e neppure economicamente
conveniente, perchè, con la contabilizzazione, si ottengono
benefici analoghi a costi minori. Occorre, inoltre, prestare
attenzione a leggi e regolamenti locali, in quanto, in virtù
della clausola di cedevolezza del D. Lgs. 192/05, le Regioni
posso legiferare sostituendosi allo Stato, introducendo
limitazioni e/o impedimenti a tale trasformazione.
www.normattiva.it (atto n. 262, anno 1942 - art. 1118, comma 4)
9 - E per chi si è già distaccato?
Non si applica il decreto, fatto salvo quanto deciso in merito
al pagamento delle spese di conservazione e adeguamento
dell’impianto comune.
10 - Una volta installati i dispositivi, occorre
obbligatoriamente cambiare le tabelle millesimali per
dividere le spese secondo i consumi effettivi?
Sì, ma è possibile continuare ad applicare i vecchi millesimi
(di proprietà) per il primo esercizio successivo a quello
di installazione dei dispositivi; salvo proroghe, perchè, in
questo caso, la direttiva europea non pone scadenze a carico
degli Stati membri. In caso di omissione, la sanzione è a
carico del condominio, da 500 a 2.500 euro.
www.normattiva.it (atto n. 102, anno 2014 – art. 9, comma 5,
lettera d - art. 16, comma 8, penultimo periodo)
11 - Come si dividono le spese secondo i consumi effettivi?
Nel caso di contabilizzazione indiretta, si calcola l’importo
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
/7
Qui Federazione
Analisi statistica dell’efficienza in termini di costi per zona climatica,
riferita all’unità immobiliare italiana tipo, mediante aggregazione di dati campione
- Superficie media: 76,8 mq
(dati ISTAT, censimento 2011)
- Numero medio radiatori: 4,45
- Spesa media annua riscaldamento: 1’111 Euro (IVA compresa)
- Costi installazione e gestione dispositivi su 10 anni; 1’125 Euro (IVA compresa)
- Zona climatica prevalente di riferimento: E
Non c‘è efficienza se SP>10 anni
La tabella indica i casi in cui, statisticamente, c’è la probabilità di
non avere efficienza in termini di costi e, quindi, di non incorrere
nella sanzione se non si installano i dispositivi entro il 31.12.2016.
Ai fini dell’esenzione, nella verifica di non efficienza non si tengono
in considerazione gli incentivi.
dei consumi involontari, connessi principalmente alle
dispersioni delle tubazioni e alle regolazioni impiantistiche,
ossia, quelli che permangono anche se gli utilizzatori non
prelevano energia chiudendo i radiatori (tipicamente non
superiore al 30%). Questo importo si divide tra le unità
immobiliari secondo millesimi fissi, legati, ad esempio, alla
potenza termica installata o ai fabbisogni energetici di ogni
singola unità immobiliare. Il resto rappresenta i consumi
volontari, ossia quelli che l’utilizzatore può ridurre agendo
sulle regolazioni individuali, i cui oneri vengono suddivisi
secondo le letture dei dispositivi di contabilizzazione. Il
tutto, applicando la norma tecnica UNI 10200, che fornisce
un metodo di calcolo oggettivo, basato su elementi
analitici e tabellari. La norma UNI 10200 può non essere
applicata se l’immobile presenta caratteristiche da essa
non previste o se un professionista abilitato assevera che
sussistono differenze di fabbisogno termico per metro
quadro tra le unità immobiliari superiori al 50% (accade,
tipicamente, negli edifici non coibentati, tra ultimo piano e
piano intermedio). In questi casi, l’assemblea può applicare
il metodo semplificato, attribuendo una quota di almeno
il 70% agli effettivi prelievi volontari di energia termica
(quelli misurati dai sistemi di contabilizzazione) e, il resto,
a scelta dell’assemblea, secondo criteri di ragionevolezza
ed equità (ad esempio, applicando i vecchi millesimi del
riscaldamento).
www.normattiva.it (atto n. 102, anno 2014 – art. 9, comma 5,
lettera d - art. 16, comma 8)
12 - Quando si divideranno le spese secondo i consumi
effettivi, a condizioni d’uso invariate, gli ultimi piani o i
piani terra pagheranno di più?
Sì, se i vecchi millesimi erano attribuiti in misura inferiore
rispetto all’effettiva potenza termica installata, oppure se
erano previsti coefficienti correttivi compensativi, finalizzati
a socializzare il maggior calore dovuto alle dispersioni della
copertura o del pavimento su terra o su locali non riscaldati.
La norma UNI 10200, nell’attuale versione, non consente di
mantenere o introdurre coefficienti correttivi. Tuttavia, se il
professionista abilitato assevera a favore dell’applicabilità
del metodo di ripartizione semplificato, tolto il 70% delle
spese da dividere secondo le misure dei contabilizzatori, il
restante 30% può essere attribuito a scelta dell’assemblea
e, quindi, secondo una ripartizione fissa che può tenere
conto anche di questi fattori, attribuendo una quota minore
alle unità meno favorite.
13 - E per chi fosse in difficoltà con la scadenza del 31
dicembre 2016?
Tenuto conto della situazione di emergenza, i consigli che si
ppossono dare, in linea generale, sono ii seguenti:
- Chi ha già incaricato l’installatore per adeguare l’impianto
entro il 31.12.2016, proceda in tal senso, pretendendo
assicurazioni in merito al rispetto della scadenza.
- L’installatore che teme di non riuscire ad onorare gli
impegni assunti può incaricare un tecnico abilitato per
verificare l’efficienza in termini di costi, così da dare la
priorità agli interventi dove tale efficienza sussiste, e
rimandare all’anno prossimo gli altri, in quanto esenti dalla
sanzione.
- Se il condominio non ha deliberato nulla, occorre
incaricare tempestivamente un professionista che verifichi
l’efficienza in termini di costi, anche da parte dei singolo
proprietario; se c’è efficienza, i dispositivi devono essere
installati entro il 31.12.2016, altrimenti l’argomento potrà
essere meglio approfondito in seguito con il professionista.
Orvieto: “Rinnovabili”, risorsa del futuro
Le risorse energetiche del futuro si rigenerano alla stessa
velocità con cui vengono consumate. Sono le energie
rinnovabili (sole, vento, risorse idriche e geotermiche, maree,
moto ondoso e trasformazione in energia elettrica dei prodotti
vegetali o dei rifiuti organici e inorganici) su cui l’ing. Roberto
Orvieto ha tenuto un seminario ricco di dati e anche di
suggestioni, nell’ambito della mattinata di studio del 24
settembre al Salone Nautico.
Il presidente dell’Ordine di Genova ha esaminato lo stato
dell’arte nel mondo, in Italia e in Liguria, facendo un’analisi
8/
approfondita del settore e analizzando la situazione alla
luce di investimenti, capacità di produzione delle singole
fonti, tecnologie impiegate e così via. In Liguria, ha detto
che, fra l’altro, secondo uno studio commissionato dal
WWF all’Enea, nel 2014 la produzione totale lorda di
energia elettrica (tenendo conto anche di termoelettrico,
idro, eolico e fotovoltaico) è stata pari a 7,3 TWh di cui 6,7
di termoelettrica tradizionale. Un resoconto approfondito
del suo intervento è nel “Block Notes” n. 9, supplemento a
questo numero.
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Qui Federazione
FEDERAZIONE ORDINI INGEGNERI DELLA LIGURIA
Codice fiscale 95045940103
PIAZZA DELLA VITTORIA 11/10 - 16123 - GENOVA (GE )
BILANCIO AL 31/12/2015
SITUAZIONE PATRIMONIALE
AL 31/12/2015
DAL 01/01/2015 AL 31/12/2015
Descrizione conto
A T T I V I T A`
CRED IMPOSTA INT ATTIVI
CREDITI TRIBUTARI
CREDITI DIVERSI
CREDITI VARI
ALTRI CREDITI
BANCA C/C
DEPOSITI BANCARI E POSTALI
DISPONIBILITA’ LIQUIDE
TOTALE ATTIVITA`
P A S S I V I T A`
AVANZO UTILI
UTILI (PERDITE) PORTATI A NUOVO
PATRIMONIO NETTO
TOTALE PASSIVITA`
PERDITA DI ESERCIZIO
TOTALE A PAREGGIO
SITUAZIONE ECONOMICA AL
31/12/2015
DAL 01/01/2015 AL 31/12/2015
Descrizione conto
COSTI, SPESE E PERDITE
CANCELLERIA
ALTRI ACQUISTI
COSTI P/MAT.PRI,SUSS.,CON.E MER.
COSTO TIPOGRAFICO
PASTI/SOGGIORNI-SPESE DI RAPPRES
ONERI BANCARI
ALTRI COSTI PER SERVIZI
COSTI PER SERVIZI
COSTI PER SERVIZI
IMPOSTA DI BOLLO
IMPOSTE E TASSE
RIMBORSI SPESE
ALTRI ONERI DIVERSI DI GESTIONE
ONERI DIVERSI DI GESTIONE
TOTALE COSTI
RICAVI E PROFITTI
QUOTE ORDINE SPEZIA
QUOTE ORDINE GENOVA
QUOTE ORDINE IMPERIA
QUOTE ORDINE SAVONA
RICAVI DELLE VENDITE
RICAVI
INT.ATT.SU DEPOSITI BANCARI
PROV. DIVERSI DAI PRECEDENTI
ALTRI PROVENTI FINANZIARI
TOTALE RICAVI
PERDITA DI ESERCIZIO
TOTALE A PAREGGIO
Saldo dare
Saldo avere
0,58
0,58
3.727,98
3.727,98
3.728,56
1.968,54
1.968,54
1.968,54
5.697,10
20.224,16
20.224,16
20.224,16
20.224,16
14.527,06
20.224,16
20.224,16
Saldo dare
Saldo avere
25,00
25,00
25,00
37.500,08
1.490,26
22,53
12,19
39.025,06
39.025,06
100,00
100,00
156,00
156,00
256,00
39.306,06
39.306,06
3.656,69
15.622,88
1.661,09
3.836,09
24.776,75
24.776,75
2,25
2,25
2,25
24.779,00
14.527,06
39.306,06
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
/9
Qui Federazione
FORMAZIONE / 2- IN DICEMBRE SCADE IL PRIMO TRIENNIO DALLA RIFORMA
CFP ANNUI: NON TUTTO È PERDUTO
ROBERTO ORVIETO
Presidente Ordine Ingegneri Genova
1. Autocertificare i 15 CFP per lavoro professionale: attenzione alla data del
termine comunicato per l’auto-certificazione dei 15 CFP per l’aggiornamento informale svolto dal dichiarante nell’ambito della propria attività lavorativa.
2. Tenersi aggiornati sugli eventi formativi, erogati in modalità frontale, videoconferenza o in streaming dal proprio Ordine – o nel caso da quello genovese consultando sito istituzionale, newsletter, comunicazioni e-mail e la piattaforma
mying del CNI (eventi organizzati in uno spazio fisico che prevedono la presenza
del discente, con relativo controllo della stessa). Tenere presente che l’aggiornamento professionale può essere effettuato in ogni Ordine del territorio italiano.
3. Nel caso di difficoltà a frequentare eventi che prevedono la presenza fisica
(eventi frontali), cercare sulla piattaforma mying corsi accreditati, erogati in
modalità “formazione a distanza” (FAD), che possono essere offerti da Ordini
territoriali o Soggetti terzi autorizzati dal CNI (ad esempio i corsi FAD offerti
dall’Ordine genovese ai propri iscritti sono normalmente gratuiti).
4. Cert’ing: la certificazione volontaria delle competenze (art. 5 del Regolamento) permette all’iscritto di ottenere attualmente 15 CFP per ogni anno
(tre anni dalla prima certificazione), oltre ai 15 CFP autocertificati per l’aggiornamento informale svolto durante l’attività professionale (V. punto 1)
5. Aggiornamento professionale all’estero: in base alla Circ. 376 CNI del 23-052014, i crediti acquisibili all’estero non possono superare i 15 CFP/anno; è necessario inoltrare la documentazione relativa all’evento (programma, contenuti, ecc.) e, successivamente, quella attestante la frequenza all’evento, al CNI o
all’Ordine Territoriale, in modo che possa valutare il riconoscimento dei relativi
crediti.
6. Valutare il numero di ingegneri presenti nella propria azienda: con apposito
accordo con l’Ordine territoriale è possibile realizzare co-organizzazioni di eventi
formativi con la propria azienda, in modo che la formazione aziendale possa diventare valida ai fini dell’apprendimento non formale (alcune co-organizzazioni
sono già state attivate in Liguria).
7. Verificare se si ha diritto ad esoneri: gli iscritti possono essere esonerati
dall’obbligo di aggiornamento della competenza professionale quando sussistano alcune particolari fattispecie, secondo quanto previsto dall’art. 11 del Regolamento per l’aggiornamento della competenza professionale (B.U. Ministero
Giustizia n.13 del 15/07/2013
(La prima parte del servizio sulla formazione e i crediti non conseguiti è stata pubblicata su A&B n. 6 - giugno 2006, pagg. 15-18)
10/
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Impegnandosi è ancora
possibile recuperare
per raggiungere i 30 crediti
necessari per non incorrere
in sanzioni disciplinari.
Alcuni suggerimenti
Cover
DOPO IL SISMA IN CENTRO ITALIA – L’ESPERIENZA AMERICANA
«CONTRO IL TERREMOTO L’UNICO
RIMEDIO SI CHIAMA PREVENZIONE»
ANDREA CARUGATI
Los Angeles - Esiste un sistema di prevenzione e che permetta di
minimizzare i danni di un sisma? Con una scossa di magnitudo 6,0
come quella che si è verificata la notte del 24 agosto 2006 nel Centro
Italia, e che ha colpito pesantemente Accumoli, Amatrice (Rieti),
Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) e Comuni limitrofi causando circa 300
vittime e centinaia di feriti, cosa sarebbe accaduto in una città come Los
Angeles, dove le scosse hanno cadenza quotidiana?
Quanto e come investe la California, notoriamente tormentata dai
terremoti provocati dalla San Andreas Fault, la famigerata Faglia
di Sant’Andrea (che attraversa lo Stato per 1.300 chilometri, la cui
parte settentrionale inizia da Hollister e attraversa la penisola di San
Francisco proprio accanto alla città) per limitare i danni? E quali sono le
poltiche attuate dal governo e dagli enti locali?
Sono alcune delle domande che abbiamo posto a Domniki Asimaki,
docente di ingegneria civile e meccanica al prestigioso CalTech, l’istituto
di tecnologia della California, parte attiva dell’Usgs (US Geological
Survey) che da anni è impegnata negli studi dei fenomeni tellurici in
relazione allo sviluppo delle costruzioni di nuova concezione, della
messa in sicurezza di quelle già esistenti e della prevenzione.
«I danni che avrebbe un terremoto di magnitudo 6 sulla scala Richter
nella città di Los Angeles? Dipende da molte variabili - risponde - tra cui
la distanza dall’epicentro, la direzione in cui si propaga, la profondità in
cui si origina, la topografia della zona e la consistenza del terreno. Una
scossa come quella che ha colpito Amatrice communqe, provocherebbe
danni esclusivamente nei palazzi costruiti prima degli anni ‘70, quelli in
calcestruzzo non duttili con primi piani ‘’morbidi’’. Lo Stato della California
sta erogando finanziamenti e incentivi fiscali porprio per favorire
l’ammodernamento di queste strutture da parte dei loro proprietari».
Che tipo di investimenti e programmi prevede la California in termini
di informazione, prevenzione e adeguamento delle strutture?
«Sono molteplici e vanno da un sistema
di sensibilizzazione dell’opinione
pubblica a un piano di investimenti per
adeguare le stutture più a rischio. Da un
programma di mappatura a quello che
indica le vulnerabilià delle diverse aree
e delle infrastrutture. Un terremoto
infatti genera una reazione a catena
che può rendere le sue conseguenze
via via più drammatiche; basti pensare
alle tubature, alle centrali che generano
energia, agli acquedotti.
Grazie alla Mayoral Seismic Safety
Task Force, ai suoi studi e alle sue
raccomandazioni, siamo arrivati
Intervista a Domniki Asimaki,
docente di ingegneria civile
e meccanica al prestigioso
CalTech, l’istituto di tecnologia
della California, parte attiva
dell’Usgs, impegnata nella
ricerca e in funzioni operative
a Los Angeles. «Ho seguito
il disastro di Amatrice. Il
Giappone? Tecnologicamente
è più avanti degli Usa»
Un tratto della faglia di Sant’Andrea,
in California
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
/1 1
Cover
a soluzioni strategiche in grado di proteggere le vite di coloro che
abitano a Los Angeles, migliorando la capacità della città e della sua
popolazione di rispondere all’emergenza e riducendo considerevolmente
le strutture giudicate a rischio, di salvaguardare le infrastrutture e le
vie di comunicazione e preparare la città a una rapida ripresa, limitando
interruzioni e disagi, quindi evitando i danni all’economia della zona colpita
da un terremoto.
Esistono poi ricchi programmi di finanziamento e di sgravi fiscali e di
riduzione notevole dei costi dell’assicurazione per le strutture che vengono
adeguate ai parametri di sicurezza e quegli interventi di bullonatura delle
fondamenta e atti a rinforzare il perimetro dell’abitazione.
Un problema molto serio che è stato affrontato è quello dei “soft buildings”,
ovvero quei palazzi il cui primo piano è cavo o colonnato e sede di posteggi,
o negozi e vetrine. Per queste strutture, che sono le più suscettibili alle
scosse telluriche, è stato avviato un piano su base volontaria, finanziato in
parte dallo Stato, ma è stato reso obbligatorio in quelle aree molto a rischio,
come nella baia di San Francisco, ad esempio.
Esiste un protocollo di aiuti e assistenza post terremoto?
«Esiste sia “pre! che “post” sisma. Ovviamente è molto più semplice aiutare
la popolazione ad essere pronta, ad abitare in strutture antisismiche,
a prepararsi a un evento tellurico, anche con esercitazioni in scenari
drammatici. Per il post terremoto esiste un piano statale “in caso di
emergenza” approntato dal ministero della Salute e delle Emergenze
federali».
Quali sono i passi principali necessari per ridurre il rischio sismico in
un territorio?
«Al momento siamo riusciti a stabile un piano per aumentare la resilienza
delle strutture, che include non solo gli ammodernamenti e le messe in
sicurezza, ma anche la valutazione dei rischi, e soprattutto la preparazione
alle emergenze, l’educazione e l’addestramento della popolazione, piani di
evacuazione che prevedono l’utlizzo di scenari di disastro realistici, e piani
di riparazione che assicurino la minore interruzione possibile della vita
consueta e dell’economia locale. La salute pubbica e la sicurezza sono le
nostre priorità».
Per quanto riguarda il post terremoto sono stati fatti passi avanti
significativi negli ultimi anni?
«Gran parte delle strutture e delle abitazioni private californiane sono
assicurate in caso di terremoto, grazie a una normativa che praticamente
rende le polizze obbligatorie. E le assicurazioni applicano un forte sconto
quando le strutture sono state messe a norma, quindi la ricostruzione
delle abitazioni spesso non riguarda lo Stato. Noi al momento ci siamo
concentrati sugli effetti a cascata di un disastro causato da un terremoto,
effetti che dobbiamo ancora comprendere al meglio per poterli prevedere
Per saperne di più
DOMNIKI ASIMAKI
Entrata a far parte della Scuola di
Ingegneria Civile e Ambientale, presso
il Georgia Institute of Technology nel
2005 come assistente, Domniki Asimaki
-laureata in Ingegneria Civile presso
l’Università tecnica nazionale di Atene,
specializzata presso il MIT di Cambridgedopo una formazione europea della ricerca
Network SAFERR in GDS a Parigi, ha
lavorato come ricercatore post-dottorato
presso l’Istituto per gli studi crostali
all’Università della California, Santa
Barbara. Quindi è diventata docente
di ingegneria civile e meccanica al
prestigioso CalTech, l’istituto di tecnologia
della California.
È membro dell’American Society of Civil
Engineers, dell’Istituto per la ricerca
Ingegneristica dei Terremoti, dell’American
Geophysical Union, della Società
sismologica americana, dell’Associazione
internazionale per i metodi informatici e
dei progressi della geomeccanica e del
Centro Sismico della California del Sud.
Le sue ricerche riguardano in particolare
i metodi numerici in ingegneria sismica
e geofisica e comprendono simulazioni a
termine di risposta dinamica del suolo non
lineare, l’interazione terreno-struttura e
fenomeni di scattering in mezzi eterogenei,
così come problemi inversi.
Piani di prevenzione e adeguamento delle strutture in California
-http://www2.earthquakeauthority.com/earthquakerisk/Pages/Retrofit-Discounts-and-Incentives.aspx
-http://resilience.abag.ca.gov/projects/soft_story_2016/
-http://www.caloes.ca.gov/For-Schools-Educators/Plan-Prepare/Earthquake-Preparedness
-http://www2.earthquakeauthority.com/earthquakerisk/Pages/Retrofit-Discounts-and-Incentives.aspx
Piani di emergenza in caso di terremoto
-http://www.bepreparedcalifornia.ca.gov/Pages/Home.aspx
-http://www.fema.gov/hazard-mitigation-planning
12/
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Cover
e quindi mitigare. Per esempio, un terremoto potrebbe
cerchiamo insieme di aumentare il livello di prevenzione.
danneggiare le condotte del gas, dare vita a un incendio
Ora con loro stiamo lavorando per cercare di capire
e allo stesso tempo causare i sistemi di distribuzione
come il rilievo topografico regionale dell’area epicentrale
idrica, rendendo impossibile ai pompieri spegnere
ha contribuito ai modelli del danno».
le fiamme. Le città di oggi sono sistemi nei sistemi
Esiste un “modo sicuro” per costruire un’abitazione
nei sistemi, e capire quali rischi corrono, anche in
in modo che resista ai terremoti?
«No, purtroppo non esiste un modo più sicuro in
comparazione l’uno all’altro è un area che il governo
assoluto, ma dipende dalla regione in cui si trova la
federale ci incoraggia a studiare, finanziando apposite
struttura e dalle sue vulnerabilità. L’adeguamento dei
ricerche».
sistemi di sicurezza è costante e l’unico evento per
Ci sono “tempi standard” per rendere nuovamente
cui possiamo essere sicuri è
agibili le zone colpite da
quello che è già accaduto. Su
un sisma secondo la sua
U.S. Geological Survey
quello successivo non si può
intensità?
Fondata in seguito a un atto del Congresso del
mai essere sicuri. Noi, anche
«Purtroppo no, ovviamente
1879, la USGS (https://www.usgs.gov/) - unica
grazie al governo federale, a
ogni caso è a sé. Dipende da
agenzia scientifica a lavorare per il Dipartimento
quelli regionali e agli istituti di
centinaia di variabili e non
degli Interni degli Stati Uniti - viene consultata
ricerca, possiamo puntare a
è possibile avere standard.
anche da partner e clienti per le sue competenze
minimizzare i rischi modificando
Quello che è certo è che la
nelle scienze naturali e per l’enorme quantità di
e adeguando i codici di design
prevenzione riduce il rischio
dati sulla biologia e sulla Terra in suo possesso.
e generare incentivi per portare
di crolli e quindi la necessità
L’agenzia – leader mondiale nelle Scienze
le strutture più vecchie al passo
di ricostruire interi quartieri o
naturali - fornisce informazioni scientifiche
e monitorare i punti deboli nella
città. Abbiamo un programma
per descrivere e comprendere il pianeta,
precedente versione del codice».
denominato Shakeout (http://
minimizzare le perdite vitali e le proprietà in
È dunque possibile
www.shakeout.org, lanciato
seguito a disastri naturali, gestire l’acqua, le
minimizzare i rischi anche in
nel 2008, aiuta le persone
energie e le risorse minerali e migliorare e
costruzioni più vecchie?
nelle scuole, le famiglie, le
proteggere la qualità della vita.
«Certo. La buona notiza è
organizzazioni, a proteggersi
Circa 10 mila scienziati e membri dello staff
che ora ci sono tecnologie
durante un sisma; il 20 ottobre
dell’USGS lavorano in più di 400 location in tutti
che permettono di mettere
è prevista, come gli anni scorsi,
gli Stati Uniti.
relativamente in sicurezza
anche un’esercitazione che
anche gli edifici più antichi. Il problema vero è educare
coinvolge diverse milioni di persone in tutto il mondo,
i residenti ad adottare azioni per proteggere le loro
Italia compresa; basta iscriversi sul sito, scaricare
abitazioni; ridurre la corruzione nella fase di riparazione
il material e seguire le indicazioni; il tutto è anche
e ristrutturazione degli edifici pubbblici, e convincere
in lingua italiana - ndr) per preparare la popolazione
istituti privati, come le assicurazioni, ad applicare
ai terremoti e a ogni evenienza possibile, grazie alla
incentivi e sconti».
collaborazione di decine di istituti e organizzazioni
Esiste un modo per sapere quando avverrà un
pubbliche che a seconda dei pericoli specifici in ogni
terremoto in una determinata area?
singola area modellano esercitazioni e prevenzione per
«Non siamo ancora arrivati a questo, anche se
reagire a vari tipi di scenari drammatici».
abbiamo diversi sistemi per monitorare e tenere sotto
Anche il Giappone ha una lunga storia di terremoti.
controllo la situazione e ottenere indicazioni utili a
Sotto il punto di vista tecnologico, ci sono molte
prevedere in linea di massima l’attività sismica. Cosa
differenze con la California?
possiamo fare però è mitigare le conseguenze di un
«Il Giappone è in generale molto meglio organizzato
terremoto. Se i palazzi non sono costruiti secondo
di noi. Un esempio? Il sistema di allerta integrato. Il
gli standard, li farà crollare il loro stato non il fatto
loro è molto più capillare e automatizzato. In caso di
terremoto si fermano automaticamente i treni, le valvole, che non conosciamo il momento in cui arriverà
il sisma. Il fattore umano, assieme agli sviluppi
gli ascensori, i ponti, e ogni altro sistema che può in
caso di malfunzionamento generare distruzione e morte. della tecnologia, è l’aspetto più importante. Piani di
emergenza, ristrutturazioni, adeguamenti, costruzione
Hanno automatizzato e previsto protocolli di reazione
di nuove case secondo i nuovi standard e codici e
per cercare di massimizzare la sicurezza e minimizzare
le loro evoluzioni; educazione della popolazione e
i rischi».
assistenza del governo e altri incentive - come sgravi
È informata sul sisma che ha colpito il centro Italia?
fiscali, finanziamenti mirati e tagli dei premi delle
«Sì, conosco gli aspetti tecnici, il tipo di sisma, la sua
assicurazioni - sono gli unici modi per prevenire che
intensità e il percorso, ma non so come è stato gestito.
un terremoto si trasformi in tragedia».
Sono in contatto con diverse università italiane e
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Cover
DOPO IL SISMA IN CENTRO ITALIA – PARLA L’INGEGNERE STRUTTURISTA
DALLA SCOSSA DI TERREMOTO
AL PROGETTO PER “RESISTERE”
ALDO SIGNORELLI
L
a scossa sismica esprime un’oscillazione repentina del suolo e del sottosuolo, caratterizzata da una significativa accelerazione del piano sul quale
si insediano gli edifici i quali tendono a mantenere “per inerzia” la loro
iniziale configurazione e quindi subiscono stati di spostamento differenziati alle
diverse altezze e sollecitazioni conseguenti (più accentuate ai livelli altimetrici
inferiori).
L’azione sismica è calcolabile - in base alle Norme NTC 2008 di cui al D.M.
233 del 14/01/2018 (che si rifanno agli Eurocodici) - seguendo una procedura
che porta all’identificazione dell’accelerazione orizzontale sismica massima in
funzione di uno studio identificativo della sensibilità o della predisposizione al
sisma del territorio.
Il valore dell’accelerazione sismica orizzontale massima ag è stabilito zona
per zona dalla vigente Norma Tecnica ed è localmente amplificato dai fattori
topografici e di sottosuolo dello specifico sito in base alle caratteristiche intrinseche dei fabbricati oggetto di progettazione (morfologia e materiali usati per
le strutture che il progettista decide): la norma propone dei parametri riduttivi
dell’azione sismica in ragione della relazione tra l’azione e la “risposta” stessa
sismica fornita dal fabbricato.
Non potendo il Progettista intervenire sui valori dell’accelerazione orizzontale
massima (desunti sulla base di analisi geognostiche e di studi statistici), questi
può comunque operare - nell’ambito della progettazione strutturale - individuando le caratteristiche costruttive meno vulnerabili all’azione tellurica. Si tratta quindi di valutare come bilanciare opportunamente duttilità e resistenza degli
elementi che compongono la struttura del fabbricato.
Il Progettista attribuisce all’intelaiatura strutturale un comportamento che deve
essere dissipativo e dimensiona gli elementi principali (pilastri) con resistenza
tale da garantire il mantenimento dell’integrità degli elementi portanti. Nel caso
di un evento sismico importante e pericoloso, il criterio di sacrificare anticipatamente taluni elementi (travi) consentono che si plasticizzino (senza rompersi)
così da contenere e limitare i danni alla struttura e salvaguardare le persone.
La duttilità dell’apparato strutturale consente un comportamento del fabbricato
in cui l’energia del sisma viene dissipata attraverso deformazioni cicliche che,
nell’ottica di privilegiare la salvaguardia della vita umana, in certa misura sacrificano l’apparato edilizio e in parte anche quello strutturale.
Ne consegue che gli effetti dell’accelerazione sismica massima (stabilita dal
D.M. 14/01/’08) per ogni località del territorio nazionale, possono essere ridotti
a seconda delle caratteristiche costruttive del fabbricato fin’anche nell’ordine
dell’80%.
Tale constatazione dimostra che un’impostazione e poi uno sviluppo accorto del
progetto strutturale possono significativamente aumentare il grado di affidabilità dell’opera. Un dimensionamento fondato sulle caratteristiche prestazionali
che l’immobile vuole assicurare per il proprio arco di vita, può garantire dunque
un’assai aumentata sicurezza a parità di magnitudo tellurica. La definizione
della capacità del fabbricato a far fronte alle azioni sismiche è nelle possibilità
del progettista che ha gli strumenti per bilanciare la tutela della vita umana con
il mantenimento delle funzioni in relazione alla vita dell’opera e al “periodo di
ritorno del sisma”.
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Che cosa succede durante
un movimento tellurico,
come si mitiga l’azione
sismica sugli edifici esistenti
e si aumentano le garanzie
per quelli di nuova
costruzione. Tra imposizioni
legislative e caratteristiche
prestazionali, il ruolo centrale
del progettista
L’ing. Aldo Signorelli
Cover
DOPO IL SISMA IN CENTRO ITALIA – L’ATTIVITÀ ORGANIZZATA DAL CNI
NOI, INGEGNERI VOLONTARI AD AMATRICE
Come altre emergenze, anche il sisma che in agosto ha colpito con particolare violenza
Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo ha visto in prima linea –nelle operazioni di solidarietà– gli
ingegneri liguri, che coordinati dalla Protezione civile sono andati ad eseguire i sopralluoghi
di agibilità post sismica. Ogni Ordine ha raccolto le disponibilità –La Spezia attraverso l’IPE–
e i professionisti volontari stanno continuando a partire a scaglioni, secondo i bisogni e
anche i giorni che riescono a strappare a ferie e permessi. L’ingegnere civile strutturista
Sara Frumento, iscritta a Savona, ha partecipato ai sopralluoghi e come suoi colleghi,
previa frequentazione di un corso abilitante seguito poi da un esame finale, fa parte dei
tecnici agibilitatori del Nucleo Tecnico Nazionale.
I
SARA FRUMENTO
sidenti, altri che invece avevano le seconda casa e voleval terremoto in Italia Centrale è un evento che ha portato no metterla a disposizione degli abitanti sfollati (l’iniziativa
nuovamente alla luce le criticità del costruito italiano ed in “Amatrice solidale”).
particolare ha posto l’attenzione su come gli interventi di Il sopralluogo consiste in un’analisi visiva e fotografica
riparazione/ristrutturazione debbano essere opportunamen- dell’edificio, con una corrispondente valutazione del danno
te progettati e contestualizzati.
patito sia dagli elementi portanti che non. L’insieme delle
So che queste appaiono, ahimè, parole di circostanza all’in- informazioni raccolte, attraverso la scheda Aedes, consendomani dell’ennesima tragedia. Ma vogliono sottolineare te di esprimere un giudizio sintetico (valido per la durata
una grave mancanza: la cultura della prevenzione sismica, dell’emergenza): A: edificio agibile; B: temporaneamente
la possibilità contemplata che gli edifici civili ordinari (come inagibile (tutto o parte) ma agibile con provvedimenti di pronle abitazioni) possano subire danni salvaguardando la vita dei to intervento; C: parzialmente agibile; D: temporaneamente
loro occupanti.
inagibile da rivedere con approfondimento;
Come altri miei colleghi, liguri e non, ho
E: inagibile; F: inagibile per rischio esterno.
partecipato ai rilievi per stabilire l’agibilità
In sostanza, con questo giudizio, esteso al
post-sismica appunto degli edifici ordinari,
solo periodo di emergenza, il tecnico dichiaquelli per i quali i proprietari hanno fatto opra se la costruzione è in grado o meno di
portuna istanza di sopralluogo.
sopportare una scossa di uguale intensità a
Per noi, tutto inizia con la compilazione del
quella già patita.
modulo reso disponibile on-line dal ConsiCi sono frazioni in cui il sisma ha colpito in
glio Nazionale degli Ingegneri (CNI), in cui
modo grave le costruzioni, in particolare in
si indica fra l’altro l’abilitazione ad effettuaalcuni contesti abitativi sono messi a nudo
re l’attività richiesta, che si ottiene dopo un
interventi postumi alla costruzione dell’edicorso di almeno 60 ore, e un esame scritto
ficio che hanno aggravato lo stato di danno:
e orale.
coperture pesanti, cordoli in calcestruzzo
La mia esperienza si svolge dal 20 al 27 setarmato non adeguatamente collegati alla
tembre 2016: arrivo a Rieti, destinazione la
struttura sottostante, murature di scarsa
scuola vicina alla Dicomac, dove avviene la
qualità non efficacemente ammorsate sia
formazione delle squadre, e l’assegnazione
nel proprio spessore sia nell’intersezione
Perimetrazione ad Amatrice
del centro di coordinamento di riferimento,
con altri paramenti murari. A questo si agda cui partono le attività di sopralluogo. La mia squadra viene giunge il racconto dell’inquilino o del proprietario: chi aveva
destinata al Centro Operativo Comunale di Amatrice.
scelto quel paese perché tranquillo ed ignaro che si trovava
Alla prima riunione operativa veniamo avvisati che i km da in zona sismica, chi uscendo di casa si era diretto, anziché
percorrere saranno molti: il Comune di Amatrice ha infatti nella piazza del paese, verso la via di fuga più vicina e questa
moltissime frazioni, c’è chi dice 96. Si arriva alla tenda o al decisione presa nell’arco di pochi secondi gli aveva salvato la
container in cui opera il centro operativo (COC), superando vita, altri ancora che avevano prestato soccorso ai vicini per
diversi posti blocco e abbandonando il navigatore per segui- essere poi vittime degli sciacalli.
re le deviazioni provvisorie causate da interruzioni e frane. Tutte storie che ti fanno osservare la costruzione non come
Il COC è in prossimità della scuola di Amatrice e della zona un insieme di muri, ma come contenitore di vita e di ricordi,
rossa opportunamente perimetrate, e il confronto con i tecni- difficili da ricostruire.
ci che ci sono già da qualche giorno rende tutto più realistico. La settimana corre velocemente e non c’è giorno in cui non
Ogni sopralluogo è uno spaccato di vita, un racconto: l’infor- sia contenta di aver partecipato a quel corso, aver conosciuto
mazione che ricorre più spesso è quanto sia durata la scossa queste realtà e colleghi che come me hanno messo a disposismica, 140 secondi, un’eternità! Abbiamo incontrato re- sizione le propria professione.
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DOPO IL SISMA IN CENTRO ITALIA – SUPERARE GLI OSTACOLI CON LA PREMIALITÀ
DETRAZIONI FISCALI PER FAVORIRE
LA “PREVENZIONE DEL RISCHIO”
DOMENICO PINO
Presidente Ordine Ingegneri Imperia
N
ell’ambito del Progetto “Casa Italia”, la Rete delle Professioni Tecniche
ha recentemente presentato una proposta per la prevenzione del
rischio sismico con l’introduzione del “Fascicolo del fabbricato” e
della “Certificazione sismica obbligatoria”. Il primo prevede un monitoraggio
degli edifici pubblici e privati consentendo di definire gli interventi finalizzati
alla mitigazione del rischio. Il secondo, strettamente legato al primo,
prevede la certificazione sismica degli immobili da attuarsi inizialmente nelle
compravendite e negli affitti a corredo delle nuove costruzioni, con estensione
successiva a tutti gli immobili; ovvero ad ogni edificio potrebbe essere
assegnata una lettera (dalla A alla F) che ne riassuma, in modo similare
alla Certificazione Energetica, le sue caratteristiche in termini di sicurezza
strutturale.
Purtroppo questo è il motivo per cui finora il fascicolo del fabbricato,
nonostante se ne parli da anni, ha sempre incontrato grandi ostacoli. Forse
non si è sufficientemente approfondito il riflesso che questo strumento, come
la documentazione relativa alla sismica, possono avere sul deprezzamento
degli immobili nel caso siano riscontrate carenze o criticità strutturali. Le
strutture, come è noto, non hanno mai particolarmente condizionato il valore
di un immobile, sul quale ha sempre inciso di più il suo aspetto estetico/
architettonico. Tant’è vero che i proprietari si preoccupano generalmente
di qualificare i propri immobili con opere di finitura e/o impiantistiche,
intervenendo sulle strutture solo in caso di gravi criticità statiche.
In sostanza oggi, in assenza di una vera cultura della prevenzione (sensibilità
manifestata solo in occasione di eventi tragici) il valore commerciale degli
immobili sembra essere prioritario rispetto a quello della prevenzione dei
rischi.
In considerazione di questo aspetto, certo non secondario, è necessario
che le nostre proposte siano “fattibili” non solo sotto l’aspetto tecnico, ma
anche sotto quello della sostenibilità economica. È necessario incentivare/
sostenere i proprietari con meccanismi efficaci di premialità e sgravi fiscali,
in attesa che le migliori qualità strutturali diventino anche un maggior valore
dell’edificio.
Le detrazioni fiscali del 50% e del 65% applicate in edilizia, hanno già riscosso
un grande interesse da parte dei cittadini, ma per gli interventi finalizzati
all’adeguamento e miglioramento antisismico delle strutture degli edifici,
sono necessarie detrazioni fiscali eccezionali che, per un periodo di almeno
2 anni, prevedano “bonus” ben più elevati degli attuali.
Perciò ritengo debba essere riconsiderata la nostra proposta di circa 2 anni
fa che prevedeva una detrazione fiscale del 100% per l’adeguamento sismico
delle strutture, riducendola eventualmente al 90% per il miglioramento ed
all’80% per i consolidamenti locali, stimolando così l’iniziativa dei proprietari
e perseguendo contestualmente l’interesse dello Stato sotto il profilo
economico (maggiori introiti dall’attività edilizia con impulso all’occupazione)
e sociale mediante la piena applicazione della cultura e della strategia della
prevenzione per l’incolumità di migliaia di vite umane e il risparmio di miliardi
di euro.
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Il Fascicolo del fabbricato
e la Certificazione sismica,
proposti dalla Rete delle
Professioni tecniche, possono
rappresentare una grande
opportunità se viene stimolata
l’iniziativa dei proprietari degli
immobil
Professione
UNIVERSITÀ – VIAGGIO NELLA SCUOLA POLITECNICA / 2
LA MATRICOLA DI OGGI?
GUARDA AL DOMANI
GIANFRANCO SANSALONE
«O
ggi investire in ingegneria o economia è più conveniente che farlo in Btp. È più a
lungo termine e dà un risultato più ampio». Nel suo studio in Villa Giustiniani
Cambiaso, sede della Presidenza della Scuola Politecnica, 1.300 matricole,
7.000 studenti e un migliaio di laureati l’anno, esordisce con una considerazione letta
sul Sole 24 Ore il prof. Aristide Fausto Massardo
Il tema, per chiudere questo primo viaggio iniziato nel numero di giugno di “A&B”
per fare un punto della situazione, tra la chiusura delle medie superiori e l’inizio del
nuovo anno accademico, delle chances che offre oggi Ingegneria e come sono legate al
territorio, porta inevitabilmente al discorso dell’occupazione. E proprio il giorno in cui
ci incontriamo, sui giornali campeggiano i dati della Fondazione Migrantes sulla fuga
degli italiani all’estero scoraggiati dalla carenza di lavoro e dal precariato: 107 mila in
un anno, di cui il 36,7% giovani dai 18 al 34 anni.
«Che stiamo attraversando un momento di crisi non c’è dubbio – dice Massardo
guardando i titoli che gli mettiamo sotto gli occhi – ma le dico una cosa. Mi sono laureato
in Ingegneria Meccanica nel 1978 e già allora in Italia non era semplice la situazione. Io
trovo che nel nostro caso il problema non sia il Paese che forma ingegneri che poi vanno
all’estero, ma che queste persone poi fanno fatica a rientrare, perché all’estero crescono,
acquisiscono nuove competenze che non riportano in patria. E questo il loro Paese non lo
capisce, anche se il Governo dice di voler agire su questo aspetto, ma i risultati al momento
sono davvero carenti.
I ragazzi (e le loro famiglie), poi, scelgono cosa studiare secondo “mode” del momento,
sono influenzati da vari fattori, e non sempre solo dall’andamento del mercato del lavoro e
dalle opportunità reali. Da noi ci sono corsi che mantengono una certa stabilità e costanza
come Ingegneria Elettrica e Chimica, su numeri piccoli, e le corazzate Meccanica e
Navale su numeri grandi e che sono da anni in continua leggera crescita. Piace sempre
molto ai giovani e anche alle donne l’area civile ambientale, che però ha subito una
leggera flessione, suppongo legata alla crisi contingente del mercato dell’edilizia e delle
infrastrutture. L’ingegneria informatica continua anch’essa nelle sue ottime performance,
in particolare poi la robotica, la biongegneria. Tutto ciò dimostra che questa “fuga” verso
l’estero dei giovani laureati è spesso contingente. Peraltro chi sa che cosa succederà fra
5 o 10 anni? Quali saranno e specializzazioni più richieste? Ora si parla di industria 4.0,
la cantieristica è in un momento d’oro, e così per altri settori, ma tra cinque anni di cosa
avremo realmente bisogno? È davvero difficile stabilirlo adesso.
Altro aspetto è quello della professione: è un campo che molti dei nostri studenti
non prendono da subito in considerazione, ma che in seguito diventa estremamente
interessante».
Non si può negare però che se i giovani se ne vanno il problema esiste adesso.
«Certo, e semmai, come dicevo, quello che c’è da fare è come compensarlo per farli
tornare. Vede, il problema dell’orientamento iniziale è molto importante per fare la scelta
migliore, e su questo noi investiamo tanto».
Come, prof. Massardo?
«Incontrando gli studenti delle quarte e quinte superiori. E poi continuando a seguire
le matricole, perché il primo anno può rivelarsi difficile per molti (chi di noi lo ha
dimenticato?) che rischiano di spaventarsi e incrementare il fenomeno dell’abbandono
che è un problema serio che però non va confuso con il livello di preparazione, che deve
essere eccellente. Bisogna anche concentrarsi sul fatto che le donne sono perfette per
l’ingegneria ed è importante attrarle verso questa professione: infatti sono già il 20% degli
gli iscritti. Il che è un buon segno, perché in passato non era così, erano pochissime».
Qual è la difficoltà più grande che incontrano le matricole?
«In generale non hanno problemi con le materie ingegneristiche, che anzi piacciono e sono
seguite bene, quanto con quelle dell’area matematica e fisica, di cui spesso si portano
dietro carenze di formazione generale. Posso dire - perché lo ricordo ancora da quando
ero studente e perché da Preside lo vivo nel quotidiano – che i professori di matematica e
fisica sono esigenti, ma anche molto disponibili con gli studenti. Inoltre, è stato attivato per
Il Preside Aristide Fausto
Massardo: «Pure per gli
ingegneri l’occupazione
dipende dal mercato, anche
se questa è una professione
con specializzazioni che hanno
un’alta richiesta di laureati.
Ci sono imprese che
subiscono la crisi sotto casa
ma in compenso lavorano in
tutto il mondo».
Il segretario dell’Ordine
Zanardi: l’impegno per
l’orientamento nelle scuole
medie e secondarie e
l’evoluzione della professione
Da sinistra, il segretario dell’Ordine
ing. Zanardi e il Preside della Scuola
Politecnica ing. Massardo nello storico
salone dell’Istituto
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Professione
Quattro Dipartimenti, 2 Poli decentrati, 30 corsi di laurea
La Scuola Politecnica di Ingegneria
dell’Università di Genova (http://www.
ingegneria.unige.it), diretta dal preside
prof. Aristide Fausto Massardo, ha sede
centrale e presidenza nella Villa Giustiniani
Cambiaso (1548) in via Montallegro 1 ad
Albaro, e due Poli didattici decentrati in
Liguria a Savona (www.cens.unige.it) e
a La Spezia (www.unige.it/poli/laspezia.
shtml)
L’area di Ingegneria (Architettura si basa
su un solo Dipartimento il DSA) ha quattro
dipartimenti, 11 corsi di laurea triennale e
19 magistrale.
il primo anno un “programma d’ateneo” per
chi fa un po’ fatica; che si mette in parallelo a
tutte le iniziative dei nostri Corsi di Studio».
Di che cosa si tratta?
«Di un tutoraggio concordato con i docenti,
spesso affidato a studenti degli ultimi anni,
affinché le matricole possano capire se sono
davvero tagliate per questo tipo di studi.
Piuttosto che perdere quattro anni, è meglio
scegliere subito un’altra facoltà. L’abbandono
è negativo per tutti, e va gestito perché
si riduca. In tal modo anche noi potremo
concentrare meglio le nostre risorse docenti
e non.
D’altro canto, anche una volta laureati
bisogna saper utilizzare abilità trasversali.
Per questo, ad esempio, teniamo un corso
di “soft skills” durante il dottorato di
ricerca, mirato appunto ad affinare capacità
per redigere il proprio curriculum, come
comportarsi sul luogo di lavoro, come
lavorare in gruppo e così via… Spesso infatti
abbiamo degli ottimi ricercatori, bravissimi
a chiudersi in una stanza, ma poi hanno
difficoltà a presentarsi, a parlare in pubblico,
non riescono a rapportarsi al meglio con un
mondo che è molto complesso e che devono
convincere a finanziare le loro ricerche e non
solo».
E così torniamo al problema
dell’occupazione. Preside, ci sono corsi,
oltre a quelli già citati, in cui c’è una
sproporzione fra la forte richiesta del
mercato e la mancanza di laureati?
«Detto che ingegneria risente come tutte
le altre professioni degli andamenti del
mercato, e citati Elettrica e Chimica che
hanno una forte richiesta sul territorio e le
matricole potrebbero essere più numerose;
detto che Meccanica e Navale (dove la
situazione nel Polo di Spezia, dovuta alla
carenza di docenti è migliorata e speriamo si
risolva del tutto) “tirano” come da tradizione,
aggiungo ancora qualcosa. Cioè che non
necessariamente un’impresa – e noi abbiamo
ottimi rapporti con quelle che operano sul
territorio – se non assume in Liguria vuol
dire che è in crisi. Tanto è vero che in un
18/
DIPARTIMENTI
DIBRIS – Dipartimento di informatica,
bioinegneria, robotica e ingegneria dei
sistemi. DICCA – Dipartimento di ingegneria
civile, chimica e ambientale. DIME –
Dipartimento di Ingegneria meccanica,
energetica, gestionale e dei trasporti. DITEN
– Dipartimento di ingegneria, elettrica,
elettronica e delle telecomunicazioni.
CORSI
Laurea triennale – Ingegneria Biomedica,
Chimica e di processo, Civile e ambientale,
Elettrica, Elettronica e tecnologie
dell’informazione, Industriale e gestionale,
Informatica, Meccanica, Nautica, Navale,
Scienze dell’Architettura.
Laurea Magistrale (2 anni) – Bioingegneria,
Design navale e nautico, Digital Humanities/
Comunicazione e nuovi media, Energy
engineering, Chimica e di processo, Civile e
ambientale; Safety Engineering for Transport,
Logistic and Production; Edile-architettura,
Elettrica, Elettronica, Gestionale, Informatica,
Meccanica/Energia aeronautica, Meccanica/
Produzione e progettazione, Navale, Internet
and multimedia engineering, Robotic
engineering, Scienza e ingegneria dei
materiali, Yacht design.
Elettrica: dalle aziende 12 Borse
di studio alle migliori matricole
Un riconoscimento che la dice lunga, e per esplicita ammissione. Senza tanti giri di
parole: “noi abbiamo bisogno di ingegneri elettrici, laureati con questa specializzazione
se ne trovano pochi, continuate a studiare bene perché appena laureati potrete considerare di avere un posto di lavoro assicurato. Intanto ecco 12 borse di studio da 1.000
l’una euro alle prime 12 matricole dell’anno classificate secondo la media Iris, che
tiene conto dei voti e dei crediti ottenuti sugli insegnamenti di base Analisi matematica
1, Geometria e Fisica Generale”.
Foto di gruppo con docenti, tutor, matricole premiate, rappresentanti delle aziende e
dell’Ordine degli Ingegneri di Genova
Succede in un’aula del Diten, a Sturla, la mattina del 7 settembre. Sui banchi, i premiati e i loro compagni; in cattedra il coordinatore del corso di Ingegneria elettrica prof.
Stefano Savio e poi, uno dietro l’altro, i rappresentanti delle aziende, fino al segretario
dell’Ordine degli ingegneri che fa da “ponte” fra il mondo degli studi e quello della
professione e del lavoro.
Savio, che specifica come l’indicatore interno Iris abbia diverse finalità, sottolinea come
rispetto agli anni precedenti lo scarto di punteggio fra i primi 12 che ricevono la borsa
di studio e le matricole che seguono in classifica quest’anno si sia talmente assottigliato da dimostrare come la “qualità” si sia spostata decisamente verso l’alto.
I rappresentanti delle aziende – non per caso tutti ingegneri elettrici usciti dall’università di Genova, che fra l’altro raccontano la loro esperienza di tecnici e manager in carriera – illustrano ai ragazzi, con slides e video, le caratteristiche delle loro imprese, la
produzione, i progetti, il posizionamento sul mercato e quali molteplici ruoli ricoprono
attualmente, in Italia e all’estero, gli “elettrici” in organico.
Ecco quindi in rapida rassegna passato presente e futuro di nomi storici dell’industria
genovese e internazionale come Ansaldo Energia (c’è Mauro Priano), Ansaldo Nucleare (Andrea Bagnasco, dell’unità ingegneria elettrica ed automazione), Nidec Asi (il responsabile dell’Ingegneria elettrica Giorgio Grenno), RGM Spa e Fhase Motion Control
(i rispettivi direttori tecnici Aldo Brondolo e Davide Tenti).
Il segretario dell’Ordine Roberto Zanardi, laureato a suo tempo all’Istituto di elettrotecnica, ha sottolineato come sia necessario «quando capita che la domanda sia maggiore dell’offerta, anche un profondo momento di riflessione da parte del corpo docente».
(segue a pag. 19)
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Professione
(segue dalla pagina precedente)
L’ing. Mauro Priano premia le matricole Antonio Arcelloni, Alessandro Armellin e Federico Gusberti
L’ing. Andrea Bagnasco premia Giulio Birga e Michael Perfumo
L’ing. Davide Tenti premia Roberto Caviglia e Matteo Carratino
L’ing. Giorgio Grenno premia Luca Perotto e Silvia Tangari
Ling. Aldo Brondolo premia Davide Gnudi, Nicolò Messuri e Francesco Spinelli
incontro sulla geomatica delle gallerie che
si è svolto nei giorni scorsi, proprio alcune
aziende sottolineavano che seppure siano
impegnate in cantieri in Liguria con limitata
richiesta di giovani ingegneri, nello stesso
tempo hanno molte consulenze e lavori in
giro per il mondo, ad esempio in Australia
dove cercano nuovi tecnici. D’altro canto, se si
leggono le dichiarazioni di Bono, il Presidente
di Fincantieri, si vede che l’Azienda ha lavoro
ad oggi fino al 2025. Allora il problema non
è laurearsi e trovare lavoro sotto casa, ma
avere la consapevolezza che l’azienda sotto
casa può offrirti lavoro anche in giro per il
mondo».
L’Ordine degli Ingegneri di Genova segue
da tempo questi processi da vicino, e tiene
i contatti non solo con la Scuola Politecnica
e, ovviamente le imprese del territorio, ma
anche con le scuole superiori che possono
formare i futuri studenti in ingegneria.
«In effetti – conferma il segretario
Roberto Zanardi - abbiamo partecipato
alle manifestazioni organizzate dalla
Scuola Politecnica per affrontare il tema
dell’orientamento, e saremo presenti al
prossimo Salone dell’Orientamento in
novembre, organizzato dalla Camera di
Commercio.
Ci siamo resi conto che il collegamento
con l’Università deve essere migliorato e
come Ordine continueremo a dare la nostra
massima disponibilità. Questo rientra nei
nostri compiti di difesa della professione:
il nostro intento è poter indirizzare lo
studente verso un corso di studio che ad
oggi e nell’immediato futuro possa dare le
migliori garanzie. Comunque sia il nostro
messaggio in questo senso abbiamo cercato
di lasciarlo».
Poi il discorso si sposta sui cambiamenti
della professione: «Negli ultimi 10 anni –
dice il segretario – il concetto si è ampliato.
Dalla libera professione esercitata in uno
studio di proprietà o associato, si va sempre
più verso la grande azienda, laddove il
direttore tecnico ed i suoi collaboratori
firmano tutti i progetti, svolgendo di fatto
l’esercizio della professione.
Riguardo le “tendenze” nella scelta dei corsi
di studio, ci sono oggi, come ieri, alcune
“preferenze-tipo” che non rispondono alle
necessità reali.
In passato nei Civili dell’area ambientale
c’è stata una notevole richiesta, mentre lo
strutturista è una figura poliedrica da sempre
molto ricercata.
I meccanici, infine, siano “caldi” o “freddi” se si occupano di energia o di trasmissioni
- sono ingegneri che non hanno problemi di
mercato».
(La prima puntata del servizio sui corsi
di Ingegneria, è uscita nel numero di 6 di
giugno di A&B, nelle pagg. 19-20)
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Professione
IL BICENTENARIO DELL’ISTRUZIONE NAUTICA STATALE
MA DOVE VANNO I MARINAI?
A GENOVA, DA DUECENTO ANNI
Giulia Danieli
C
’è un legame speciale che unisce i diplomati all’Istituto Nautico
“San Giorgio” di Genova. E c’è chi giura che rimane per tutta
la vita. Come Guido Barbazza, presidente di Wärtsilä Italia,
conosciuto anche come ”il genovese volante” titolare dell’omonima
rubrica sul quotidiano Il Secolo XIX, in cui racconta le sue singolari
esperienze in giro per il mondo: «Il mare è la mia passione fin da ragazzo
e il Nautico ha influito moltissimo nella mia vita professionale. Era una
scuola, quasi un’Accademia, che dava stimoli particolari. Facevamo
esercitazioni come i marinai, nei corridoi c’erano le foto degli ex diplomati,
si sentiva molto lo spirito “di corpo”, l’orgoglio di appartenenza». Ebbene,
l’Istituto Tecnico dei Trasporti e Logistica “Nautico San Giorgio”, con
l’associazione dei suoi ex allievi e il Collegio Nazionale Capitani Lungo
Corso e Macchina, dal 15 ottobre fino a dicembre sarà parte attiva delle
celebrazioni del Bicentenario dell’Istruzione Nautica Statale della
Marina Mercantile.
Anima della manifestazione - presentata ufficialmente alla Fiera del
Mare durante il Nautico il 24 settembre nello “Spazio Ingegneria” - è
Francesco Boero, presidente dell’associazione “Ex allievi dell’Istituto
Nautico San Giorgio” e past president dell’Ordine degli Ingegneri di
Genova, che patrocina il bicentenario della marineria genovese, la più
antica d’Italia.
Un’occasione significativa, al punto che alla presentazione è intervenuto
anche il vice presidente vicario del Cni, Fabio Bonfà, annunciando che
per l’occasione il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in collaborazione
con l’Università di Genova, organizzerà in tutt’Italia un corso gratuito
di formazione con crediti sugli aspetti dell’evoluzione dell’ingegneria
navale, su quella marineria insomma che vede Genova protagonista
nella storia e con un’esperienza universitaria di ben 145 anni.
«Chi si diploma al Nautico – spiega Massimo Figari, docente di
Costruzioni e Impianti navali e coordinatore dei corsi di Ingegneria
Navale alla Scuola Politecnica di Genova - è generalmente orientato a non
iscriversi all’Università. Sulle nostre 120 matricole all’anno, purtroppo solo
una decina proviene dal Nautico. Comprendo che per laurearsi è necessario
studiare molto e avere tanta determinazione e tenacia, ma io consiglio
sempre di fare un passo in più e di impegnarsi per conseguire la laurea
in Ingegneria Navale, perché oltre a ottenere un accrescimento culturale
importante, offre molti sbocchi lavorativi».
La preside Angela Pastorino, laureata in Fisica e prima donna a
dirigere lo storico “San Giorgio”, fornisce il quadro della situazione: «Il
nostro Istituto è molto amato dalla città. Chi è stato studente del Nautico
lo rimane per tutta la vita e il Bicentenario sarà un’occasione di incontro
molto importante tra gli ex allievi e la città. Le due sedi, Genova e Camogli,
contano 1.650 alunni e 180 docenti. Soprattutto gli studenti che hanno
frequentato l’indirizzo di costruzione navale, poi all’Università in genere si
iscrivono a Ingegneria».
L’apertura delle celebrazioni, il 15 ottobre presso Palazzo San Giorgio:
20/
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Un programma di iniziative
celebra - con il patrocinio
dell’Ordine degli Ingegneri la più antica tradizione
di insegnamento
della navigazione
in Italia. In primo piano
lo storico Istituto Nautico
“San Giorgio”.
Per l’occasione corso con
crediti gratuito del Cni
in tutt’Italia sull’evoluzione
dell’ingegneria navale
L’ing. Francesco Boero
Professione
nell’occasione sarà
consegnato il premio San
Giorgio e verrà presentato il
programma degli eventi che
termineranno a dicembre.
I titoli degli eventi previsti:
“Duecento anni ma
non li dimostra - Storia
dell’Istruzione Nautica Statale
della Marina Mercantile a
Genova” (20 ottobre ore 16,
Nautico “San Giorgio”, Calata Il Prof. Massimo Figari
Darsena 1); “Il naufragio
della S/S London Valour – professionalità ed eroismi”
(10 novembre ore 16, “San Giorgio”, Calata Darsena
1); “Quale formazione per il futuro diplomato?” (16
novembre ore 10,30, Sala Centro Congressi Porto
Antico); “Cerimonia di chiusura delle manifestazioni” (4
dicembre ore 20).
L’ing. Francesco Boero ci ha raccontato com’è
nata l’idea della celebrazione: «Alcuni anni fa, dopo
aver pubblicato il secondo volume sulla Storia del “S.
Giorgio”, il comandante Virgilio Bozzo e il professor
Armando Fioravanti, autori del libro, si misero
alla ricerca della data dell’effettivo inizio a Genova
dell’istruzione nautica. Ora, si può ragionevolmente
ritenere che l’avvio di corsi di studi di nautica per la
Marina Mercantile nel capoluogo ligure, finanziati e
gestiti dallo Stato, non sia avvenuto prima del 9 marzo
1816, quando il re Vittorio Emanuele I dispose, con
apposito editto, che Genova, Nizza e Cagliari fossero
dotate di scuole di nautica per l’istruzione di ufficiali di
Marina Mercantile. Il re diede l’incarico di provvedere
all’ammiraglio De Geneys. tenendo quale riferimento
proprio il 1816, ritenuto l’anno d’importanza storica,
in virtù della decisione del monarca per formare i
futuri capitani, ovvero i futuri comandanti del naviglio
mercantile del Regno, a quel tempo, di Sardegna e poi,
com’è noto, d’Italia.
Alcuni giorni prima Vittorio Emanuele I aveva istituito
a Genova la Regia Scuola di Marina Militare, oggi
Accademia Navale di stanza a Livorno».
Perché si è fatto riferimento all’anno 1816 e non
prima o dopo?
«Perché prima non risulta, per lo meno dalla
documentazione consultata, che esistessero a Genova
scuole di nautica per la Marina Mercantile a carico
dello Stato (Repubblica di Genova); quelle poche
esistenti erano private. Dopo quella data si è pensato
alla proclamazione del Regno d’Italia, il riferimento è
parso riduttivo, in quanto a Genova non risulta esserci
stata alcuna soluzione di continuità. La Regia Scuola
di Nautica è rimasta, all’incirca, quella istituita nel
1816, pur con tutte le variazioni che il tempo ha reso
necessarie».
Presidente, l’associazione degli ex allievi che lei
presiede conta 209 iscritti e
molti di loro si sono distinti
per le loro imprese. Oltre
all’ammiraglio Luigi Durand
de la Penne, eroe della
Seconda Guerra mondiale,
medaglia d’oro al valor
militare, chi altro ricorda?
«Nel corso degli ultimi 200
anni molti allievi hanno
studiato nella Scuola di
L’ing. Guido Barbazza
Nautica, dopo il diploma
hanno percorso tutti i
mari del globo coprendosi di onore e dimostrando
elevata professionalità. Uno di questi è ad esempio il
comandante Teresio Mario Monti. È stato uno dei primi
piloti - primo italiano - assunti dalla Compagnia Egiziana
del Canale di Suez nei giorni immediatamente successivi
alla nazionalizzazione del Canale stesso, decisa dal
Presidente egiziano Gabel Abdel Nasser. Aveva preso
una decisione molto coraggiosa perché la situazione
politica del momento era molto difficile. Il capitano pilota
Monti si trovò al centro dell’improvvisa invasione da
parte delle truppe israeliane della zona egiziana della
penisola del Sinai. Il 15 settembre 1956 era sulla prima
nave a “pilotaggio nazionalizzato”, la petroliera danese
“Irlan” che faceva parte di un convoglio con altre undici
navi. Quel giorno si fece onore in mezzo ai piloti accorsi
da altri Paesi, tutti volontari ed esperti nella navigazione
tra i ghiacci, negli estuari e lungo i fiumi del nord Europa
o della Cina, aggiungendo altro lustro a quello già
notevole accreditato alla marineria italiana».
La targa storica del “San Giorgio” a Genova/
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
/2 1
Qui Ordine
CONFRONTO TRA PRIMO CITTADINO DI GENOVA E PROFESSIONI TECNICHE IN FIERA
GARA “BLUE PRINT”, DORIA APRE
ALLA COMPETENZA DEGLI INGEGNERI
LUCA MEREU
L
o aveva detto Renzo Piano, firmando l’atto di donazione alle istituzioni
cittadine: il Blue Print dovrà essere una grande occasione per i talentuosi progettisti in cerca d’autore. Lo ha sostanzialmente ribadito il
sindaco di Genova Marco Doria, durante l’incontro con ingegneri e architetti
che si è tenuto nel pomeriggio del 24 settembre – non a caso – nel cuore
del complesso fieristico e del Salone Nautico: «In questo processo di trasformazione della città - i progettisti dovranno essere assoluti protagonisti», in un
contesto di regia pubblica e investimenti privati.
Che l’ingegneria genovese non intenda convivere passivamente col progetto
che ridisegnerà l’affaccio a mare della città è un messaggio – recapitato in
più occasioni a chiare lettere dai rappresentanti dell’Ordine – che a Palazzo
Tursi è stato recepito. Doria ha accolto con soddisfazione l’atteggiamento
propositivo degli ingegneri genovesi, dichiarandosi pronto ad accettare la
collaborazione e la competenza che i professionisti si sono detti pronti a
mettere a disposizione nella valutazione dei progetti concorrenti.
Non solo: l’amministrazione comunale ha riconosciuto negli Ordini degli
Ingegneri e degli Architetti anche potentI leve su cui è augurato di poter
contare anche per cercare di attrarre, attraverso le rispettive (ed ampie) reti
di contatti, potenziali investitori nazionali e internazionali, considerato che
il Blue Print, per vedere aperti i cantieri, non potrà prescindere dal capitale
privato.
Il dibattito – che a fianco del sindaco ha visto come relatori Roberto Orvieto
e Paolo Raffetto (presidenti rispettivamente degli Ordini genovesi di ingegneri e architetti); Fabio Bonfà (vice presidente vicario dell’Ordine nazionale degli ingegneri); Diego Zoppi (consigliere nazionale degli architetti) e
Carla Demaria (presidente di Ucina Confindustria nautica) – ha messo a
nudo alcune criticità ma anche le grandissime potenzialità del complessivo
riassetto del waterfront da Punta Vagno al Porto Antico. «Questa trasformazione - ha spiegato Doria - deve vedere i progettisti in prima fila, partendo
dalle tavole di Piano. Nel bando del concorso
internazionale (lanciato lo scorso luglio da
Comune e Spim, c’è tempo fino a dicembre
per presentare proposte - ndr) abbiamo inserito un parametro di valutazione che riguarda
la sostenibilità economica, proprio perché
l’amministrazione pubblica non ha la capacità
di investire in un progetto di questa portata.
Basti pensare che nel ’92, per la riqualificazione
dell’area Expo, arrivarono 750 miliardi di lire
di contributi statali; oggi, dopo un dialogo col
governo Renzi, arriveranno 15 milioni di euro.
Ovviamente ho ringraziato, ma il finanziamento
è limitato e l’intervento privato diventa perciò
imprescindibile».
Così, tutti gli stakeholders e le parti interessate, saranno chiamati ad un’operazione divulgativa e promozionale. «Il nome di Renzo Piano
crea interesse – ha ricordato Doria – ma da
solo non basta. Al momento, con la Blue Print
22/
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Il sindaco pronto ad accettare
la collaborazione dell’Ordine,
che si è messo a disposizione
anche per la valutazione
dei progetti che arriveranno
dai candidati a realizzare il
disegno di Renzo Piano per il
waterfront genovese
l’ing. Roberto Orvieto, il sindaco Marco
Doria e gli architetti Paolo Raffetto
e Diego Zoppi (foto Aba News)
Qui Ordine
Competition in corso, non ho la volontà di interloquire con
soggetti che potrebbero partecipare alla gara. Posso solo
dire che il 60% dei contatti registrati sul sito sono italiani e il
40% stranieri, provenienti soprattutto da Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. È fondamentale che all’estero si parli bene
di Genova, come in effetti oggi accade, ed il Blue Print ci
permetterà di lavorare ulteriormente su questa percezione
positiva della città. Organizzeremo in Kazakistan, in Russia, in Cina e probabilmente anche a Parigi convegni come
questo, per presentare il progetto e il concorso. Per attrarre
investitori dovremo dare certezze, in termini di trasparenza
delle procedure, e proporre una visione sul futuro della città
a chi avrà voglia di progettare e investire».
Dopo aver ripercorso la storia recente dell’area fieristica
– dalla proposta di Riccardo Garrone di realizzare il nuovo stadio della Sampdoria all’accordo con Renzo Piano
di ripensare soltanto le volumetrie esistenti, passando
per la levata di scudi del Coni per salvare il PalaSport –
Doria ha ricordato come il confronto tra tecnica e politica
sia destinato a riguardare anche altri nodi “urbanistici”
irrisolti, quali le aree di Ilva ed Erzelli, ed altri tessuti da riqualificare come la Lanterna, San Benigno e la
Stazione Marittima, dove si interverrà per rimuovere gli
ostacoli che impediscono la vista a mare.
Roberto Orvieto ha accolto con favore le parole del
Sindaco e ha delineato la doppia funzione a cui l’Ordine
genovese si candida. «Il Blue Print – ha detto – rappresenta una sfida e una scommessa che Genova non può
permettersi di perdere; va realizzato assolutamente perché
aumenta vertiginosamente la qualità urbana. Noi ingegneri
ci crediamo. Si tratta di un progetto ambizioso, di sviluppo
e di qualità. Non dimentichiamo che le competenze urbanistiche stanno nel dna dell’ingegneria e anche per questo
ci teniamo a dare un contributo diretto, collaborando sulle
scelte: abbiamo spiegato al Sindaco che vogliamo far parte
dei tavoli decisionali e che l’amministrazione deve tenerci
in considerazione in tutte le fasi, con un parere continuo e
bidirezionale. Doria si è detto contento che siamo partiti in
questa direzione e noi siamo particolarmente contenti che
L’ing. Carlo Bonfà, vice presidente vicario del CNI, e la presidente
Ucina Carla Demaria (foto Aba News)
lui abbia scelto questo incontro per ricordare gli altri tessuti
cittadini che andranno riqualificati».
Come Ordine abbiamo una rete nazionale capillare,
siamo 260 mila, molti sono anche imprenditori e hanno
collegamenti con reti internazionali, ha ribadito Orvieto.
«Inoltre – ha aggiunto - abbiamo un Dipartimento Esteri
collegato con tutte le associazioni internazionali della categoria. Possiamo portare al Blue Print nuovi progetti, nuovi
pareri, nuovi interessamenti... Lo stesso Salone Nautico ne
uscirà potenziato. Sarà integrato alla città, al suo centro
storico. Per l’ingegneria nautica rappresenta una mole di
lavoro e di indotto che non vogliamo perdere».
Infine, il presidente dell’Ordine provinciale ha sottolineato il filo diretto che dovrà legare capitale “esterno” e
know-how genovese. «Al momento – ha detto – il progetto
del nuovo waterfront presenta aspetti delicati da mettere in
ordine, come la cantieristica portuale e la ricollocazione dei
circoli nautici. Sono problemi superabili, che chi concorre
potrebbe sviluppare e risolvere. La grande opera di ingegneria dovrà tenere conto del taglia e cuci, del rammendo,
quindi chi farà il progetto dovrà conoscere molto bene Genova, sotto tutti i punti di vista. Sarebbe difficile operare per
chi arriva da fuori. Quello tra investitore privato e competenza genovese è un connubio che
per forza deve nascere e che chi
amministra deve promuovere.
Col Sindaco ci siamo lasciati con
l’impegno di proseguire questa
sinergia. A Genova noi ingegneri
siamo 5 mila, buona parte del
tessuto tecnico della città: ribadiamo che siamo a completa
disposizione del Pubblico, come
già abbiamo fatto durante i momenti drammatici per la nostra
città e la nostra regione, come
le alluvioni, quando siamo stati
gratuitamente a fianco delle
Istituzioni e dei cittadini».
L’arch. Renzo Piano illustra
il suo progetto Blue Print
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
/2 3
Qui Ordine
SAVONA – UNO STUDIO SU INCARICHI, PROCEDURE, FORMAZIONE E COMPENSI
UN SONDAGGIO DELL’ORDINE
RIVELA IL “MONDO” DEi CTU
FULVIO RICCI
Presidente Ordine Ingegneri Savona
L
a professione di Ingegnere, come si sa, è svolta sotto una grande
varietà di ruoli, tutti di estrema importanza, in quanto il professionista svolge spesso il ruolo di Pubblico Ufficiale: quando assevera una
dichiarazione, firma un progetto, redige una consulenza per il Tribunale...
E questo indipendentemente dalla specializzazione, o dal fatto che la professione sia libera o subordinata, privata o pubblica.
Dopo numerose sollecitazioni giunte da colleghi, l’Ordine di Savona ha
deciso di affrontare il tema dei Consulenti Tecnici d’Ufficio, in gergo CTU,
ovvero, nel nostro caso, degli ingegneri chiamati a svolgere il ruolo di Consulenti del Giudice nell’ambito di vicende giudiziarie.
L’attività del CTU è quella che si svolge abitualmente nella propria vita
lavorativa, ma con alcune particolarità. Innanzitutto la prestazione professionale non viene effettuata con lo spirito di professionisti che lavorano
per vivere, ma nell’interesse esclusivo dell’alto interesse della giustizia, e
questo di per sé dovrebbe essere più un onore che un onere. Quindi il CTU
è tenuto a seguire una particolare procedura - di concerto con altri Consulenti di Parte - che molto spesso complica la consulenza stessa. Sostan-
24/
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Per i Consulenti Tecnici
dei
Giudici emerge fra l’altro
uno
squilibrio fra il
numero
di specialisti iscritti e le
consulenze assegnate:
il 63% non ha mai
avuto
incarichi, il
6% più di 10.
«È solo un rilevamento,
ma forse il settore pubblico
dovrebbe ricorrere di più ai
supporti informatici».
La richiesta di formazione
Qui Ordine
zialmente la sua attività però non differisce da qualunque altra, perché i concetti, le conoscenze, le capacità
non sono diverse. Solo che alla fine del percorso non
c’è un cliente, ma il Giudice al quale far conoscere
la verità!
Nell’ottica di garantire un servizio per la collettività chiaro, efficiente e trasparente, l’Ordine ha voluto
approfondire il tema effettuando un sondaggio tra i
propri iscritti all’albo dei CTU.
In base all’elenco fornitoci dal Tribunale, sono stati tutti
contattati telefonicamente, e oltre il 60% ha risposto
alle domande di un questionario, entrando nel dettaglio
dell’attività del Consulente
del Tribunale: scopo del
sondaggio era fra l’altro
capire come lavora, quali
necessità ha per essere aggiornato sulla formazione professionale, se i
compensi siano adeguati
alle prestazioni svolte.
Lavoro e formazione:
le maggiori difficoltà
riscontrate sono legate
alle procedure da seguire
e ai compiti specifici del
consulente. Questo aspetto è facilmente intuibile
proprio per le caratteristiche intrinseche del lavoro
dell’Ingegnere; infatti la preparazione culturale e le
attività della professione sono indirizzate principalmente all’affrontare temi tecnici utilizzando il metodo
scientifico.
Molto spesso le “procedure” sono invece una complicazione del lavoro, quando si cerca la soluzione tecnica
del problema che, a volte, non guarda alla parte amministrativa.
Un Ingegnere è più vicino al mondo di un buon tecnico piuttosto che a quello di un buon avvocato: questo potrebbe essere un commento a caldo.
In sintesi ciò significa che la consulenza tecnica d’ufficio
è più facile nella parte tecnica e quindi più ingegneristica, che nella parte amministrativa e di procedura.
Compensi: il soddisfacimento non è certamente totale, ma molto allineato con la media generale dell’attività
professionale in genere.
Incarichi. Il sondaggio ha fornito un quadro anche
degli incarichi assegnati, e qui la situazione è alquanto
variegata. Il 10% circa del campione non ne ha mai ricevuti da quando è iscritto; questo valore ovviamente ha poco
significato per chi lo è da un anno, ma è molto significativo gli iscritti ad esempio da 10. Nella distribuzione degli incarichi dell’ultimo anno, si riscontrano le seguenti
percentuali: circa il 63% non ha avuto incarichi, l’8% ne
ha avuto 1, il 23% ne ha avuti meno di 10 ed il 6% più di
10. Questo mette in luce una scarsa rotazione dei CTU. Il problema forse è dovuto alla poca attitudine del mondo pubblico a gestire i processi con supporto informatico: una procedura di questo tipo sarebbe infatti molto
semplice da gestire. Forse un altro motivo è legato
all’inerzia con cui gli apparati pubblici, oberati dalla
burocrazia, riescono a volte a compiere gli atti più semplici. Certo è che la tanto auspicata rotazione, peraltro
prevista dalla normativa in vigore, non è rispecchiata. Questi dati sono ovviamente forniti da un semplice sondaggio e quindi non sono
certificati, però i risultati sono comunque chiari ed
inequivocabili.
Ma come si diventa Consulenti Tecnici d’ufficio?
Chi è interessato a svolgere questa particolare
attività, si iscrive all’Albo
dei CTU con una semplice
domanda, ed attende la
decisione dell’apposita
Commissione che delibera
l’iscrizione. Ovviamente
il candidato deve avere
competenze e caratteristiche di specchiata moralità. Il conferimento degli
incarichi avviene da parte del Giudice con un sistema a
rotazione tra i vari iscritti all’Albo e la legge prevede anche un limite agli incarichi che si possono conferire a
un singolo iscritto. Proprio per far funzionare il criterio
della rotazione.
Dal punto di vista morale, svolgere la propria attività
professionale in qualità di Consulente del Giudice significa prestare la propria opera per il supremo valore della Giustizia, e quindi con il massimo sforzo possibile
in riferimento soprattutto a quanto previsto dal Codice
deontologico.
Infatti la nostra norma etica recita: «L’ingegnere deve
adempiere agli impegni assunti con diligenza, perizia e
prudenza e deve informare la propria attività professionale ai principi di integrità, lealtà, chiarezza, correttezza e
qualità della prestazione».
Quando un ingegnere è chiamato a svolgere un compito
di questa importanza, ha il dovere deontologico verso
la professione, e morale verso la Giustizia, di tenere un
comportamento irreprensibile. Questo è il motivo per
cui la norma che regola l’ingresso nell’Albo dei CTU
richiede alti livelli di moralità e correttezza, che assieme alla professionalità, garantiscono il giudice che ne
effettua la nomina.
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
/2 5
Qui Ordine
SAVONA – DECOLLA IL PROGETTO REALIZZATO CON L’UNIVERSITÀ
IL GRUPPO “ENERGIA GIOVANE”
SVILUPPA LAVORO E RISPARMIO
GABRIELE CALZAVARA
I
l progetto “Energia Giovane” è sviluppato dall’Ordine degli Ingegneri in collaborazione con l’Università degli Studi di Genova – Polo di Savona. L’idea nasce per
rivalutare la figura professionale dell’ingegnere. L’iniziativa sottolinea l’intento di
evidenziare come chi svolge questa professione possa trovare nuova energia e spinta verso il mercato del lavoro, conferisce maggiore importanza e spazio soprattutto
ai giovani ed è aperto anche ai professionisti più esperti che desiderino ampliare
le loro conoscenze e competenze. Pertanto, in quest’ottica, rappresenta una vera
e propria opportunità di crescita e di forte sinergia tra i vari settori dell’ingegneria.
In questa prospettiva si istituisce insomma una nuova categoria di specializzazione
professionale, non legata a un singolo professionista (esperto in impianti, in strutture, in sicurezza, in….) ma a tema di integrazione tra tutte le ingegnerie, costituito
da un gruppo di ingegneri.
I professionisti che vorranno aderire al gruppo di lavoro dovranno seguire un breve
corso di specializzazione e sostenere un esame finale certificato dall’Università.
L’obiettivo è offrirsi ai clienti e al pubblico con la massima trasparenza ed un’omogeneità delle conoscenze nei vari ambiti dell’ingegneria.
Tra le principalità attività di lavoro “Energia Giovane”, maggiore attenzione andrà ai
temi dell’energia e del risparmio energetico. Altri possibili settori: turismo (alberghi
e settori ricettivi, ecc.), condomini, attività commerciali, abitazioni civili, Pubblica
Amministrazione (scuole, asili, ecc.).
Inoltre sono già stati studiati e predisposti progetti da proporre anche riguardo:
analisi dei consumi energetici dell’attività e valutazione su come ottenere un risparmio solo modificando i comportamenti o modificando la gestione degli impianti;
valutazione e risparmio sui costi di acquisto di energia elettrica e gas definendo
possibili strategie economiche; diagnosi energetiche che permettano di effettuare
una fotografia impiantistica dell’attività e formulare proposte di miglioramento in
dettaglio; progettazione di Impianti solari termici, di fotovoltaici, a pompa di calore
di riscaldamento tradizionale; illuminazione a LED; domotica.
Uno strumento fondamentale su cui si basa la progettazione svolta da “Energia
Giovane” è l’utilizzo degli strumenti finanziari oggi presenti sul mercato (credito
bancario, finanziamenti regionali a fondo perso/tasso agevolato, nuovo conto termico nazionale) per avvicinare il cliente alle nuove tecnologie grazie a finanziamenti
in grado di velocizzare il tempo di rientro dell’investimento.
Per far conoscere alle istituzione ed ai clienti finali il nuovo gruppo di lavoro, sono
stati definiti seminari e incontri tecnici, con visite ad un impianto fotovoltaico, uno
eolico e uno idroelettrico.
Dalla volontà di rivalutare
la figura dell’ingegnere a
un articolato programma
per l’abbattimento dei costi
energetici ma anche per
incentivare l’utilizzo degli
strumenti finanziari disponibili
sul mercato e indurre
investimenti finalizzati all’uso
delle tecnologie
Il Campus di Savona
26/
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Qui Ordine
GENOVA
LA SINTESI DEL BILANCIO 2015-2016
GIANLUIGI CALZETTA
Tesoriere Ordine Ingegneri Genova
Entrate - Il consuntivo della gestione economico finanziaria
stimato sulla base di 4.690 Iscritti a ruolo al 1° gennaio 2016
dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Genova per
e sulla previsione di nuove iscrizioni nel corso dell’anno di
l’anno 2015 presenta al capitolo Entrate di competenza
68 nuovi Colleghi a quota ridotta e 34 a quota intera, nonché
proventi per un importo complessivo di E. 581.082,56, a
sulla previsione di 60 Colleghi al secondo anno di iscrizione
fronte della stima del Bilancio di E. 650.000,00. La differenza con quota ridotta pari a E. 52,00. Il Consiglio ha deciso di
di circa 70.000,00 E. è imputabile al mancato introito di
mantenere invariata sia la quota associativa intera di 135,00
quota parte del contributo relativo all’anno 2015 dovuto.
E., sia quella ridotta di 52,00 a favore dei giovani ingegneri,
In particolare a fronte di MAV emessi per un importo di E.
nonché di mantenere tale facilitazione al secondo anno di
612.900,00 relativi alla quota intera (E. 135,00) risultano
iscrizione, stanti le difficoltà lavorative e professionali già
incassati E. 537.435,00, mentre risulta completamente
evidenziate. È confermato anche l’esonero per i 92 Senatori
incassato il contributo relativo alla quota ridotta (E. 52,00)
dell’Ordine non esercitanti. Il Consiglio di Disciplina verrà
per un importo di E. 3.484,00. Occorre sottolineare la
maggiormente coinvolto per i provvedimenti disciplinari
tendenza in aumento dei mancati pagamenti, dovuti nella
conseguenti al mancato pagamento del contributo annuale.
maggioranza dei casi alle difficoltà economiche che sono
Uscite - Il capitolo delle Uscite per l’anno 2016 presenta
evidenti nella vita sociale quotidiana. Peraltro occorre
un ammontare complessivo di 685.000 E. a fronte di un
recuperare tali quote, e sarà compito della Segreteria, su
importo stimato al capitolo Entrate di 685.000 E. Il pareggio
indicazioni del Consiglio.
di Esercizio dell’Ordine, istituzionalmente Ente Pubblico
Uscite - Il consuntivo della gestione economico-finanziaria
non economico, è quindi obbiettivamente raggiunto in sede
dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Genova per
previsionale.
l’anno 2015 presenta al capitolo
Uscite di competenza l’importo
Tabella Bilancio Consuntivo al 31 dicembre 2015 e Preventivo 2016
complessivo di E. 620.763,61, a
fronte della stima del Bilancio
Preventivo
Consuntivo
Preventivo
01/01/2015
31/12/2015
01/01/2016
di E. 652.000,00. Da sottolineare
ENTRATE
al riguardo degli oneri di
E.1.01) Quote di partecipazione degli iscritti
636.531,00
563.423,00
665.052,00
contribuzione al CNI che l’entità
E.2.01) Entrate per iniz. culturali ed aggior.ti profess.li
0,00
8.265,00
10.248,00
complessiva è commisurata al
E.2.02) Entrate derivanti da prestazioni amministrative
5.800,00
2.897,00
2.700,00
E.2.03) Rendite e proventi finanziari
5.000,00
5.045,56
5.000,00
numero degli Iscritti risultanti
E.2.04) Poste correttive e compensative
1.200,00
1.452,00
1.500,00
all’ultima riunione di Consiglio
E.2.05) Entrate non classificabili in altre voci
1.469,00
0,00
500,00
del 2015.
TOTALE ENTRATE finali
650.000,00
581.082,56
685.000,00
Risultato di gestione - In
E.5.01) Partite di giro
0,00
0,00
0,00
definitiva, il Consuntivo della
TOTALE ENTRATE 650.000,00
581.082,56
gestione economico finanziaria
685.000,00
dell’Ordine per l’Esercizio
USCITE
2015 chiude, al netto degli
U.1.01) Attività dell’Ordine
177.000,00
171.653,05
180.000,00
U.1.02) Spese per il personale
113.400,00
126.820,71
112.000,00
accantonamenti di legge e
U.1.03) Spese postali, telefoniche e canoni diversi
9.000,00
11.844,01
12.000,00
di quelli prudenzialmente
U.1.04) Spese per acquisto di beni e servizi
101.000,00
101.786,73
138.000,00
disposti per sussistenti ed
U.1.05) Spese conduzione ufficio Sede Ordine
73.825,00
62.531,54
73.000,00
eventualmente emergenti
U.1.06) Spese per assicurazioni
3.750,00
3.696,50
3.700,00
impegni d’Istituto, nonché di
U.1.07) Oneri diversi
26.000,00
19.909,07
20.975,00
U.1.08) Contributi associativi
118.325,00
118.325,00
117.250,00
eventuali imprevisti a futuri
U.1.09) Poste correttive e compensative 5.000,00
0,00
5.000,00
Esercizi, con il risultato positivo
U.1.10) Fondo di riserva per spese impreviste
5.000,00
0,00
5.000,00
di 2.337,00 E.
U.2.01) Acquisto beni patrimoniali
10.000,00
4.197,00
10.075,00
BILANCIO DI PREVISIONE 2016
U.2.03) Indennità di anzianità
7.700,00
243,00
8.000,00
Entrate - Il Bilancio ordinario
TOTALE USCITE finali
650.000,00
620.763,61
685.000,00
di previsione per l’anno 2016
U.4.01) Partite di giro
0,00
0,00
0,00
TOTALE USCITE
650.000,00
620.763,61
685.000,00
presenta al capitolo Entrate,
NOTE
competenze complessive
La disponibilità liquida al 31 dicembre 2015 risulta così ripartita:
stimate pari a 685.000 E. I
Accantonamenti vincolati
194.422,00
contributi associativi annuali
Liquidità libera
314.261,00
degli Iscritti che costituiscono
Totale disponibilità liquida
508.683,00
la risorsa economica
L’indennità di anzianità risulta per la parte corrispondente all’imposta su T.F.R.
fondamentale dell’Ordine,
L’accantonamento T.F.R, da inserire a preventivo, non comporta un’uscita di cassa.
intervengono per 665.052,00
L’accantonamento risulta effettuato per Euro 6.707,00 Vedi Stato Patrimoniale Passivo – T.F.R.
Imposta sostitutiva 11% su TFR
Euro 243,00 Vedi Stato Patrimoniale Passivo – Debiti tributari
E., pari al 97,1% dei proventi
Totale
Euro 6.950,00 Vedi Conto Economico - Oneri di Struttura
totali attesi. L’importo è stato
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
/2 7
Qui Ordine
BILANCIO
IMPERIA: LE PRINCIPALI CIFRE IN SINTESI
ENRICO IGENITO
Tesoriere Ordine Ingegneri Imperia
L’esame del Bilancio consuntivo 2015 attraverso il suo
quadro riassuntivo, evidenzia un continuo incremento
sul capitolo della formazione. Detto incremento risulta
in valore assoluto sia sulle entrate che sulle uscite
del suddetto caitolo. Questo risponde alla crescente
attivita dell’Ordine per ampliare l’offerta formativa
e contestualmente per dotarsi di tutti gli strumenti
necessari a a garantire un buon livello qualitativo. La
necessità di adeguare la tenuta contabile, in relazione
anche ai nuovi adempimenti fiscali relativi alla
partita IVA, ha richiesto l’adozione di nuovi strumenti
informatici volti a semplificare il crescente carico
di lavoro del nostro Ordine. Per quanto concerne il
bilancio di Previsione, si è guardato con particolare
attenzione al contenimento delle spese correnti, anche
in relazione ad un prevedibile calo delle entrate sul
capitolo dei contributi a carico degli iscritti. Questo in
ragione di un potenziale calo del numero degli iscritti.
Conforta osservare che anche nell’esercizio corrente
vi è un incremento nelle entrate sul capitolo della
formazione in linea con le previsioni dell’esercizio.
LA SPEZIA
Prospetto
Preventivo / Consuntivo 2015 - Preventivo 2016
CLAUDIA BEDINI
Tesoriere Ordine Ingegneri La Spezia
28/
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
Qui Ordine
BILANCIO
SAVONA, LA RELAZIONE
DEL TESORIERE PER 2015-2016
DIEGO PASTORINO
Tesoriere Ordine Ingegneri Savona
Conto Consuntivo 2015
Il Consuntivo 2015 si chiude con entrate pari a 175.021
EUR ed uscite pari a 166.447 EUR, ovvero con una
sopravvenienza attiva pari a 8.574 EUR.
I risultati sono inferiori all’anno precedente (+16.591,35)
per effetto di quanto segue.
Le ENTRATE rimangono costanti e derivanti in
larghissima parte dalle quote di iscrizione. Questo
deriva anche dalla precisa scelta di ridurre al minimo i
costi per gli iscritti ai corsi di formazione che rimangono
a quasi esclusivo onere dell’Ordine (di seguito anche
OISV).
Risulta tuttavia un effetto positivo sulle entrate dovuto al
recupero di una buona parte dei morosi. Le USCITE non direttamente relazionabili a servizi per
gli iscritti sono state ulteriormente ridotte con azioni
mirate a spese varie di rappresentanza e utenze. Gli
effetti di tali azioni sarà evidente anche negli anni
successivi.
È stata anche effettuata una razionalizzazione degli
abbonamenti alle riviste ed adesione onerosa ad enti ed
associazioni. - Sono aumentate le spese per l’erogazione diretta
di servizi agli iscritti ed in particolar modo ai corsi di
formazione, non solo per quanto riguarda le spese
vive (affitto locali, pagamento docenze) ma anche per
le attività di marketing che l’Ordine ha posto in essere
per aumentare la conoscenza dell’OISV da parte degli
stakeholders presenti e potenziali. - Continuano gli investimenti sulla piattaforma di
gestione di tutte le attività (totalmente o parzialmente)
automatizzabili al buon fine di concentrare le attività
dell’OISV e della Segreteria al supporto diretto degli
iscritti riducendo il più possibile costi e tempi delle
attività routinarie (ad esempio gestione delle iscrizioni
corsi, stampe certificati, ecc.). Si prevede la conclusione
del processo nell’esercizio 2016. Previsionale 2016 La previsione 2016 è in linea con il conto consuntivo
2015 salvo una previsione ulteriore delle spese dirette
alla formazione ed all’azione di divulgazione dei
valori (tecnici e deontologici) dell’Ingegnere presso le
istituzioni ma anche verso la cittadinanza con lo scopo
ultimo di “svecchiare” l’immagine dell’Ingegnere, aprire
nuove opportunità di lavoro.
I temi chiave del 2016 saranno la multidisciplinarità
(ovvero la necessità di un approccio integrato ai
problemi che abbracci tutti e tre i settori dell’ingegneria)
e il supporto ai giovani ingegneri. n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
/2 9
Qui Ordine
FEDERAZIONE REGIONALE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI DELLA LIGURIA
Piazza della Vittoria, 11/10 – 16121 Genova - C.F. 95045940103
www.federazioneingegneri.liguria.it -PEC [email protected]
Presidente Paolo Caruana (SP); Segretario Claudia Bedini (SP); Consiglieri Domenico Pino
(IM), Giuseppe Anselmo (IM), Nicola Berlen (SV), Maurizio Michelini (GE), Domenico Muccio
Palma (GE), Roberto Orvieto (GE), Fulvio Ricci (SV), Roberto Zanardi (GE).
ISCRITTI COMPLESSIVI ALBI PROFESSIONALI INGEGNERI LIGURIA
Sezione A 6.828 - Sezione B 238 – TOTALE 7.066 (di cui 6.093 uomini e 973 donne)
GENOVA
IMPERIA
Piazza della Vittoria, 11/10
16121 Genova
Tel. 010.593840 - 010.593978
Fax 010.5536129 - C.F. 80039470101
www.ordineingegneri.genova.it
PEC [email protected]
[email protected]
[email protected]
Via della Repubblica, 11
18038 Sanremo (Imperia)
Tel e Fax 0184.530799 - C.F. 81001410083
www.ordineingegneriimperia.it
PEC [email protected]
[email protected]
[email protected]
Presidente Roberto Orvieto
Vice Presidenti Domenico Muccio Palma, Marco Sartini
Segretario Roberto Zanardi
Tesoriere Gianluigi Calzetta
Consiglieri Arturo Antonelli, Laura De Biasio,
Andrea Del Grosso, Claudio Firpo, Diego Fonsa,
Riccardo Franchini, Maurizio Michelini,
Mauro Nalin, Silvio Rossi, Aldo Signorelli. Presidente Domenico Pino
Segretario Mauro Ausonio
Tesoriere Enrico Ingenito
Consiglieri Giuseppe Anselmo, Fiorenzo Borro,
Simone Di Marcoberardino, Lorenzo Falciola,
Gianluigi Pancotti, Riccardo Restani, Fabio Sappia,
Gian Paolo Trucchi.
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
Sezione A 4.599 - Sezione B 117
TOTALE 4.716
(di cui 4.075 uomini e 641 donne)
al 31 agosto 2016
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
Sezione A 468 - Sezione B 19
TOTALE 487
(di cui 421 uomini e 66 donne)
al 31 agosto 2016
LA SPEZIA
SAVONA
Via Vittorio Veneto, 99/2 - 19124 La Spezia
Tel. e Fax 0187.732768 - C.F. 80017220114
www.ordineingegnerilaspezia.it
PEC [email protected]
[email protected]
Corso Italia, 8/11 - 17100 Savona
Tel. 019.822678 e Fax 019.822696
C.F. 80003460096
www.ordineingegnerisavona.it
PEC [email protected]
[email protected]
Presidente Paolo Caruana
Vice Presidente Daniele Guerrieri
Tesoriere Claudia Bedini
Segretario Marco Fanton
Consiglieri Michele Codeglia, Stefano Fusi,
Riccardo Marangoni, Stefano Pasquali, Simone Tesconi,
Marco Vescovi, Gianfranco Zucconi.
Presidente Fulvio Ricci
Vice Presidente Nicola Berlen
Tesoriere Diego Pastorino
Segretario Maria Alessandra Binaghi
Consiglieri Diego Bergero, Franca Briano,
Daniele Cabrini, Gabriele Calzavara,
Claudio Gagliolo, Marcello Macciò, Danilo Muraglia.
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
Sezione A 699 - Sezione B 28
TOTALE 727
(di cui 640 uomini e 87 donne)
al 31 agosto 2016
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
Sezione A 1.062 - Sezione B 74
TOTALE 1.136
(di cui 957 uomini e 179 donne)
al 31 agosto 2016
30/
- n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
m ail box
L’Iplom ci scrive: «Il rispetto delle norme, l’intervento immediato dell’azienda,
la superficialità dei media: sono necessarie innovazioni che vedano l’Ordine in prima linea»
L’ORDINE: «I VERI PROBLEMI SONO
SOSTENIBILITÀ E RESPONSABILITÀ»
Ing Gianfranco PEIRETTI, RSPP-HSE Manager IPLOM
SPA, Coordinatore Regionale AIAS Liguria - A distanza di oltre 5 mesi dall’evento della rottura dell’oleodotto, Iplom ha finalmente ripreso le sue attività produttive. Sono stati mesi di intenso lavoro nei quali l’azienda
ha investito oltre 3 milioni di euro per interventi di miglioramento dell’affidabilità e nell’automazione. Molti
di più quelli spesi per le attività di messa in sicurezza
del territorio (circa 9 milioni), operazione complessa,
condotta con tempestività e professionalità attivando
procedure di emergenza con l’intervento dei supporti
esterni operanti in regime di reperibilità, e il coordinamento affidato a una ditta specializzata. L’approccio
è stato completato con l’intervento lato mare di mezzi
nautici. I 581 mc sversati sono stati rimossi dall’ambiente asportando oltre 5.600 t di emulsioni oleosi dai
corsi d’acqua e 5.900 t di terreno dagli alvei dei torrenti. L’escalation mediatica ha fatto sì che non sempre le
comunicazioni riprese dai media siano risultate approfondite dovendo rincorrere l’audience. Così il mondo
della logistica petrolifera è apparso come una sorta di
“far west” al di fuori di ogni controllo. Niente di più
falso.
Infatti gli oleodotti sono soggetti ai controlli di prevenzione incendi, delle Commissioni ex art. 48 CdN, al rilascio delle abilitazioni edilizie, concessioni demaniali, permessi di accesso in alveo, ecc. Per operare, in
assenza di legislazioni specifiche come per i gasdotti,
il gestore applica standard internazionali consolidati,
per la cui validazione si affida ad Enti quali ad esempio l’Istituto Italiano della Saldatura, che assicurano la
necessaria autorevolezza e indipendenza. L’esperienza
vissuta conferma come il dotarsi di strumenti di “business continuità”/“recovery plan” ed adottare un approccio integrato basato sulla valutazione del rischio
in accordo con le nuove norme ISO, sia indispensabile
per uno sviluppo sostenibile. Le istituzione dovranno
emanare regole chiare ed applicate, ed il nostro ordine professionale dovrà svolgere un ruolo di primo piano dell’intero processo di innovazione.
Risponde l’Ing. Maurizio Michelini, direttore editoriale di A&B - Grazie al collega per il contributo, confidando che questi strumenti di valutazione del rischio
possano evitare, per il futuro, nuovi disastri ambientali.
Per il passato, la giustizia farà il suo corso.
A quanto pare, esistono regole nazionali ed europee che
impongono il diametro minimo delle vongole o la data
di scadenza delle mozzarelle, ma per la sicurezza degli
oleodotti poco o nulla... In assenza di regole, non può
che valere il buon senso e la diligenza del buon padre
di famiglia, oltre al più prezioso elemento che consente
di trovare le migliori soluzioni ai problemi non codificati: l’ingegno, da cui il termine Ingegnere. Lo sviluppo
sostenibile è tale se vengono contemperati tre requisiti fondamentali: sostenibilità economica, ambientale e
sociale.
I giudici verificano le responsabilita e i tecnici operano secondo norma o buona prassi, ma è la politica che
deve scegliere se accettare o meno uno stabilimento in
un determinato contesto abitativo o naturale, secondo i
principi dello sviluppo sostenibile.
Di fronte a queste scelte si può essere o meno d’accordo,
ma “tanto di cappello” a chi le compie, e a chi si espone dicendo ciò che pensa, in questo momento storico
di apatia generale che Dante avrebbe forse considerato
come ignavia. Evitiamo, però, quell’ipocrisia perbenista
che porta ad essere “ecologisti a casa nostra”, spostando altrove le attività “sporche”; magari in territori economicamente più disagiati dove gli abitanti, loro malgrado,
sono costretti a scegliere se vivere nell’inquinamento o
morire di fame nella natura incontaminata.
Dal punto di vista tecnico, non c’è dubbio che il sistema
ordinistico debba avere un ruolo di primo piano nell’intero processo di innovazione. E lo ha, a partire dall’essere
azionista UNI e dal partecipare ai tavoli di studio delle
norme. Ma questo incide solo per l’aspetto della metodologia tecnico-gestionale per la riduzione del rischio.
La vera domanda, però, è di natura politica, e poco riguarda il nostro Ordine: qual è il livello di rischio ambientale che può essere accettato per evitare di chiudere
un’azienda (conseguenze economiche) e creare centinaia o migliaia di disoccupati (conseguenze sociali)? Questo è il punto, perché la sicurezza al 100% non esiste. E
che la politica non scarichi la responsabilita di tali scelte
sui cittadini: chi mai voterà per avere una discarica o
una raffineria a casa... Poi, il popolo non sempre è garanzia di buone decisioni: ricordiamoci chi ha vinto un
noto referendum indetto da Pilato circa 2000 anni fa...
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016 -
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Sommario
SOMMARIO
1 Il Rullo... di Rolli
Vignetta a cura di S. Rolli
2 Post-Rullo
“Messa in sicurezza” e “messa a norma”?
OK, purchè non sia “messa funebre”
Maurizio Michelini
4 Editoriale
Sisma, un’informazione corretta sia alla base della prevenzione rischi - Paolo Caruana
5 Uniamoci per lanciare la Liguria come terra ideale
per l’hi-tech - Massimiliano Margarone
6 Qui Federazione
Contabilizzazione e rinnovabili: l’energia che brucia la malafede
6 Condomìni: così dice la legge, il resto è fantasia
Maurizio Michelini
9 Il bilancio della Federazione
10 CFP annui: non tutto è perduto - R. Orvieto
11 Cover
«Contro il terremoto l’unico rimedio si chiama
prevenzione» - Andrea Carugati
14 Dalla scossa di terremoto al progetto per
“resistere” - Aldo Signorelli
15 Noi, ingegneri volontari ad Amatrice
Sara Frumento
16 Detrazioni fiscali per favorire la “prevenzione
del rischio” - Domenico Pino
17 Professione
17 La matricola di oggi? guarda al domani
G. Sansalone
20 Ma dove vanno i marinai? A Genova,
da duecento anni - Giulia Danieli
22 Qui Ordine
22 Gara “Blue Print”, Doria apre alla competenza
degli ingegneri - Luca Mereu
24 Un sondaggio dell’ordine rivela il “mondo” dei CTU
Fulvio Ricci
26 Il gruppo “Energia Giovane” sviluppa
lavoro e risparmio - Gabriele Calzavara
27 I bilanci degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
30 La Federazione e gli Ordini provinciali della Liguria
31 Mailbox - Lettera dall’IPLOM
L’Ordine: «I veri problemi sono sostenibilità
e responsabilità»
32/
n. 7-9 - Luglio-Settembre 2016
A&B - Atti e Bollettino di Informazione degli Ordini
degli Ingegneri della Liguria
Mensile della Federazione Regionale degli Ordini
degli Ingegneri della Liguria - Codice Fiscale 95045940103
PEC: [email protected]
www.federazioneingegneri.liguria.it
Presidente: Paolo Caruana (Sp)
Segretario: Claudia Bedini (Sp)
Consiglieri: Giuseppe Anselmo (Im), Nicola Berlen (Sv),
Maurizio Michelini (Ge), Domenico Muccio Palma (Ge),
Roberto Orvieto (Ge), Domenico Pino (Im), Fulvio Ricci (Sv),
Roberto Zanardi (Ge)
Direttore Editoriale: Maurizio Michelini
Reg. Tribunale Genova n. 64 del 25 marzo 1949
Anno LXVII
N. 7-9 Luglio-Settembre 2016
Chiuso in redazione il 24 Settembre 2016
Direzione e Redazione:
Piazza della Vittoria, 11/10 - 16121 Genova
[email protected]
Editore, impaginazione, stampa: Nuova Grafica LP
Via Pastorino, 200-202 r - 16162 Genova
E-mail: [email protected]
www.promogenova.it/grafica-lp/
Direttore Responsabile: Gianfranco Sansalone
Hanno collaborato: Claudia Bedini, Gabriele Calzavara,
Gianluigi Calzetta, Paolo Caruana, Andrea Carugati, Marina
Chiarlone, Giulia Dianieli, Sara Frumento, Enrico Ingenito,
Luca Lottero, Luca Mereu, Maurizio Michelini, Roberto
Orvieto, Diego Pastorino, Domenico Pino, Fulvio Ricci,
Stefano Rolli, Aldo Signorelli
Grazie per la collaborazione alle segreterie degli Ordini
degli Ingegneri di Genova, Imperia, La Spezia e Savona
In copertina: Amatrice dopo il sisma (foto Sara Frumento);
Domniki Asimaki, docente di Ingegneria civile e Meccanica a
Los Angeles (foto CalTech/YouTube)
Progetto editoriale: Agenzia Aba News
[email protected]
www.abacomunicazione.it
Progetto grafico: Movie & Fashion Group Srl
Di questo numero, scaricabile in pdf dal sito della Federazione,
vengono spedite 10.500 copie cartacee a tutti gli iscritti agli
Albi degli Ingegneri della Liguria, alle pubbliche istituzioni, ai
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