Papa, Cuba e Fidel Castro: il documentario

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Papa, Cuba e Fidel Castro: il documentario
GIOVEDI 8 SETTEMBRE 2016 • CORRIERE CANADESE
8
SPETTACOLO
GIANNI MINÀ
Papa, Cuba e Fidel Castro: il documentario
L'OPERA
Johnny L. Bertolio
TORONTO - Nel settembre del
2015 papa Francesco è stato protagonista di una visita storica a Cuba. Il ponteice argentino ha avuto
un ruolo di primo piano nell’avvio
di contatti diplomatici uiciali e
risolutivi tra l’isola e gli Stati Uniti, come apertamente riconosciuto da Raúl Castro e Barack Obama
in occasione della ine dell’embargo.
Alla vicenda è dedicato il documentario Pope Francis, Cuba and
Fidel di Gianni Minà, che sarà proiettato giovedì 8 settembre con il
sostegno congiunto di AMBI Pictures e Italian Contemporary
Film Festival, alla presenza del regista (che risponderà alle domande del pubblico) e di alte personalità istituzionali dei Paesi coinvolti.
Come racconta Minà, scopo
della pellicola è stato quello di documentare “i cambiamenti nella
società cubana, le vite della gente comune e di una nuova generazione nata in un Paese iero e pieno di cultura, nonostante le poche
risorse a disposizione e gli errori perpetrati durante la rivoluzione”. Il documentario si soferma
sul ruolo dei fratelli Castro prima
e dopo la sospensione dell’embargo e sulle motivazioni che hanno
spinto inalmente Obama ad affrontare con lucidità e realismo
il dossier Cuba: qualche tentativo
era stato fatto ai tempi di Jimmy
Carter, ma poi l’avvento di Ronald
“Fuocoammare”
Lampedusa
e i migranti
Papa Francesco con Fidel Castro. Sotto, ilr egistra Matteo Gentiloni
Reagan aveva impedito che si proseguisse sulla strada del dialogo.
Accanto ai protagonisti della
politica, Minà ha potuto mettere in rilievo anche la testimonianza di uomini di Chiesa: monsignor
Angelo Becciu, nunzio apostolico
a Cuba dal 2009 al 2011 e il cardinal Jaime Ortega, arcivescovo
dell’Havana, che in gioventù si era fortemente opposto alla rivoluzione castrista. A loro si aggiungono le storie di frati e pastori
che, dopo le diicoltà materiali e
talvolta la prigionia, oggi salutano
con speranza quella che sembra
una nuova era per i fedeli cubani di tutte le confessioni religiose.
Accompagnano le interviste e i ilmati esclusivi le musiche di Pablo
Milanés e Silvio Rodriguez, che aiutano a comprendere con ancora
maggiore profondità le dinamiche
della vita a Cuba.
(Cineplex Odeon Varsity Cinema, 55 Bloor Street West, Toronto
– 8 settembre, 7.30 PM)
LA KERMESSE
Tra docufilm e cortometraggi, gli italiali al Tiff
Francesca Facchi
TORONTO – È da ormai quarant’anni che, a inizio settembre,
i riflettori di tutto il mondo sono puntati su Toronto. La città ospita infatti uno dei più importanti e prestigiosi festival del cinema internazionale, il Toronto International Film Festival (TIFF),
attirando sotto l’ombra della CN
Tower attori, registi, giornalisti e,
ovviamente, spettatori, che possono gustare première presentate
dagli stessi protagonisti.
Quest’anno, durante gli undici giorni della rassegna (8-18 settembre), potremo vedere anche
diverse pellicole italiane, in anteprima mondiale o nordamericana.
Oltre a Fuocoammare di Gianfranco Rosi, presentato qui a lato, troviamo in programma Acqua e zucchero: Carlo Di Palma, i colori del-
la vita, diretto da Fariborz Kamkari. Si tratta di un documentario che
omaggia il talento dello sceneggiatore, direttore della fotografia e regista Carlo Di Palma, la cui opera
è ricostruita intrecciando spezzoni
di film e interviste agli altri grandi con cui ha collaborato nel corso della sua carriera, da Ken Loach e Wim Wenders a Ettore Scola e Bernando Bertolucci. Il docu-
mentario romanzato Mister Universo di Tizza Covi e Rainer Frimmel segue invece il viaggio picaresco di un domatore di leoni sulle
tracce di Mister Universo, pretesto
per descrivere il mondo del circo
italiano.
Anche nella sezione cortometraggi troviamo un nome italiano,
il giovane regista Matteo Gentiloni con Semiliberi, ambientato in
un carcere femminile, mentre tra
i lungometraggi spiccano i film
drammatici Indivisibili e Fai bei sogni, diretti rispettivamente da Edoardo de Angelis e Marco Bellocchio. Entrambi sul tema della separazione, il primo lo esplora attraverso gli occhi di due gemelle siamesi adolescenti che si confrontano sulla possibilità, prospettata
da un medico, di poter essere divise; il secondo, tratto dal best seller biografico di Massimo Gramellini, è incentrato sulla difficoltà del
giornalista di affrontarne la perdita della madre, avvenuta quando
era ancora bambino. È infine degna di nota la presentazione al Festival della versione restaurata de
La battaglia di Algieri, il film anticolonialista del 1965 di Gillo Pontecorvo, censurato in Francia fino
al 1971 e ancora capace di farci riflettere.
ENGLISH VERSION
Italian Movies at the Toronto International Film Festival
Francesca Facchi
TORONTO – It has already
been 40 years since, at the start
of every September, Toronto
comes under the world’s spotlight. The city hosts one of the
most important and prestigious
film festivals in the world, the
Toronto International Film Festival (TIFF), gathering under
the shadow of the CN Tower actors, directors, journalists and,
obviously, spectators, who can
enjoy the premieres introduced
by the protagonists themselves.
This year, during the eleven days
of the festival (8-18 September),
we will see several Italian films,
which are also international or
North American premieres.
Besides Fuocoammare (Fire
at Sea), directed by Gianfranco Rosi, the festival features Acqua e zucchero: Carlo Di Palma, i
colori della vita (Water and Sugar: Carlo Di Palma, the Colours
of Life) directed by Fariborz
Kamkari.
It is a tribute-documentary
by the director, cinematographer, screenwriter Carlo Di Palma, whose talent is celebrated
through outstanding excerpts
from his films and interviews of
luminaries he collaborates with
in his career, from Ken Loach
and Wim Wenders to Ettore Scola and Bernardo Bertolucci.
The docufiction Mister Universo
directed by Tizza Covi and Rainer Frimmel follows the picaresque journey of a lion tamer
in search of “Mister Universo”,
and it represents a chance for
the directors to describe Italy’s
circus world.
There are Italians even in the
short film section, Marco Gentiloni, a young director who
comes to the festival with Semiliberi, set in a female prison, while amongst full lengthfilms the two dramas Indivisibili (Indivisible) and Fai bei sogni (Sweet Dreams), respectively
directed by Edoardo de Angelis
and Marco Bellocchio, stand
out.
Both dealing with the topic of
separation, the former explores
it through the eyes of two teenage Siamese twins confronting the possibility, claimed by a
doctor, to be separated. The latter is based on the biographical best-seller by Massimo Gramellini.
It deals with the difficulties
experienced by a man who tries
to face the loss of his mother,
who died when he was a child.
Finally, it is worth noticing the
presentation to the festival of
the restored version of La battaglia di Algieri, the anticolonialist movie by Gillo Pontecorvo (1965), banished in France till
1971 and still able to offer much
food for thought.
TIRONTO – Lampedusa (o, come la si chiamava un tempo, Lipadusa) ha una storia antichissima: nell’Orlando furioso essa
è teatro di un feroce scontro tra
cristiani e saraceni. Ariosto la
descrive come un’isola “sì fiera,
/ montuosa e inegual” che non ci
si può camminare in piano: i soldati del poema – precisa l’autore – avevano combattuto sull’unico spiazzo che un terremoto avrebbe in seguito compromesso.
All’esistenza di tale pianoro dovette credere un noto politico italiano ancora nel 2011, quando,
per rilanciare il turismo, propose di realizzare un campo da
golf.
Oggi come ieri Lampedusa è
la porta d’Europa: qui il Nord
incontra il Sud del mondo, l’Oriente saluta l’Occidente; qui,
dopo una fortunosa e dispendiosa traversata, approdano migliaia di migranti. A questa vocazione dell’isola e dei suoi abitanti, che con risorse spesso insufficienti affrontano come possono un’emergenza ormai cronica, è dedicato il documentario
di Gianfranco Rosi Fuocoammare, presentato al TIFF nella sezione “Masters”. Già vincitore
dell’Orso d’oro al Festival di Berlino, il film è stato girato nel corso del 2015 a stretto contatto con
la guardia costiera, i (pochissimi) medici e i pescatori, che ogni giorno assistono all’arrivo di
nuovi migranti su imbarcazioni
di fortuna, quando non a naufragi e annegamenti.
Contrariamente a quanto ci si
potrebbe aspettare, Fuocoammare non si presenta come un reportage giornalistico: Rosi ha
scelto di raccontare gli eventi
con un atteggiamento quasi contemplativo, senza pretendere di
risalire alle cause remote, senza giudicare direttamente, senza
offrire soluzioni chiare, che è la
politica, anzi l’Unione Europea,
a dover trovare.
Nato in Eritrea e formatosi tra
Italia e Stati Uniti, Rosi torna a
Toronto dove aveva già presentato il suo primo documentario, Boatman (1993), ambientato in India. Dalle acque sacre del
Gange a quelle ecumeniche del
Mediterraneo, il regista consegna al pubblico nordamericano
una pellicola che aiuterà a capire, dalla prospettiva dei Lampedusani, quello che sull’isola accade da più di vent’anni. Se non
da prima, come il grande Ariosto
sapeva bene.
Johnny L. Bertolio
(TIFF Bell Lightbox: 9 settembre, 4.15 PM; 10 settembre, 12 PM)