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L’abbraccio
del panda
ASIA . CINA
Sono una fan dei panda sin da quando ho lavorato a un documentario per la televisione su questo anima-
cosa che possono invece fare a Wolong, beninteso dietro
pagamento di una congrua cifra – porterà ingenti profitti
allo zoo e alla Cina.
Presumo che il problema sarà come spendere il denaro. Finora, i considerevoli sforzi della Cina per impedire
l’estinzione della specie si sono concentrati su un programma di riproduzione che ha dato ottimi risultati, soprattutto grazie all’inseminazione artificiale. Alla fine del
2010 in tutto il Paese si registravano 312 panda in cattività. Ad oggi solo un panda nato in cattività è stato rilasciato in natura. Si chiama Xiangxiang, che in cinese vuol
dire ‘Fortunato’.
Credo di essere una delle poche persone al mondo ad
averlo visto allo stato brado prima della sua sfortunata fine. Nell’aprile 2006 Xiangxiang comparve sulle prime pagine dei giornali quando fu messo in libertà in un’area
le a rischio di estinzione che è anche il nostro tesoro nazionale. E ho seguito l’ultimo fiasco che l’ha
visto coinvolto.
testo e foto di Lijia Zhang
iantian (‘Dolcezza’) e il suo compagno Yangguan
(‘Raggio di sole’) sono approdati allo zoo di Edimburgo, a migliaia di chilometri di distanza dal centro di riproduzione dei panda di Wolong, nella provincia di Sichuan, Cina centrale. La coppia in età riproduttiva, nata
a Wolong nel 2003, rimarrà nella capitale della Scozia per
dieci anni, con finalità di ricerca e studio. I visitatori affluiranno in massa all’eccellente zoo per dare un’occhiata a questo raro tipo d’orso dal manto bianco e nero che si
nutre di bambù. E non v’è dubbio che i due non avranno
problemi ad ammaliare il loro pubblico: a differenza dei
loro cugini che vivono allo stato naturale, non sono restii
a giocare davanti alla gente.
Il suo fascino unico – dovuto all’aspetto tenero e alla
sua rarità – ha fatto guadagnare al panda la devozione di
tutto il mondo, un destino abilmente sfruttato dal governo cinese. Nel 1972, dopo la storica visita del presidente
Nixon, la Cina regalò all’America una coppia di panda;
nel 1974 un’altra coppia fu regalata all’Inghilterra in seguito all’amichevole visita del premier sir Edward Heath.
Nel 2005, durante i colloqui con Lien Chan, presidente
del Kuomintang, all’epoca in contrasto, la Cina regalò due
panda a Taiwan.
Ora però, data l’attuale economia di mercato, sono finiti gli omaggi. Oggi la norma è offrire prestiti decennali
con canoni di noleggio che si aggirano attorno al milione
di dollari l’anno.
L’afflusso di coloro che potranno abbracciare i panda –
per quanto non sia del tutto certa se ai visitatori dello zoo
di Edimburgo sarà permesso di abbracciare gli animali,
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protetta sui monti nei pressi di Wolong. Era stato sottoposto a un impegnativo programma di addestramento,
durato tre anni, per acquisire le capacità di sopravvivere
in natura: come fuggire dai nemici, come trovare un luogo sicuro per dormire, come procurarsi il cibo e stabilire
il proprio territorio. Due mesi più tardi lavorai come produttore locale per un’equipe televisiva della Abc, venuta dall’Australia per riprendere questa straordinaria avventura. Guidati da Lu Bing, ex addestratore di Xiangxiang, attraversammo impenetrabili foreste di bambù ed
esaminammo escrementi freschi di panda, alla ricerca di
indizi sul luogo in cui si trovava. Quasi per miracolo riuscimmo a metterci sulle tracce dell’animale, munito di
radiocollare. Quando Xiangxiang vide il suo addestratore, si entusiasmò tanto da gettarglisi addosso stringendo-
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lo in un abbraccio da orso. Dibattendosi nella presa dell’animale da ottanta chili, Lu, a quel punto preso dal panico, gridò alla squadra di allontanarsi: «Via, via! È un orso, è pericoloso!» Ricordo Mark Horstman, presentatore
di Catalyst, un programma della Abc, che esprimeva i
propri dubbi sulle possibilità di sopravvivenza di Xiangxiang, visto quanto ancora bramava il contatto umano.
Il suo gesto lasciava infatti presumere la perdita, almeno
parziale, dell’istinto animale e della diffidenza.
ome c’era da aspettarsi, nel febbraio 2007, Xiangxiang fu trovato morto, probabilmente in seguito alla lotta per il possesso del territorio o per una femmina.
La notizia era talmente delicata che le autorità mantennero il silenzio per più di tre mesi.
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Nello zoo di Edimburgo
un gruppo di studiosi concentrerà le proprie ricerche su un unico aspetto:
come reintrodurre in natura i panda nati in cattività,
un’idea che non tutti gli esperti salutano con entusiasmo.
La professoressa Lu Zhi, esperta di panda a livello mondiale e che lavora all’università di Pechino, ha definito il
costoso tentativo «inutile come togliersi le mutande solamente per fare un peto» e ha esortato a spendere denaro direttamente per la conservazione di questi animali.
La professoressa Lu non si dice comunque contraria
agli accordi commerciali. «Tiantian e Yangguan sono paragonabili a due emigrati, lavoratori che hanno lasciato
il loro villaggio per andare in città», ha dichiarato in
un’intervista telefonica. «Se i panda sapessero far di conto, si dichiarerebbero d’accordo a guadagnare il denaro
che contribuirà a preservare la loro specie».
La studiosa teme però che i profitti andranno direttamente a finanziare i programmi di riproduzione, che faranno nascere altri panda “non autentici”, animali a volte trattati come cani da compagnia. La differenza principale sta nella pulsione sessuale, notevolmente ridotta
nel panda in cattività. In natura, per un periodo superio-
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re ai due milioni di anni della storia umana, il panda è
riuscito a riprodursi senza bisogno di assistenza da parte dell’uomo, o video porno o giochi quali lo scambio di
coppia.
La soluzione a lungo termine è garantire ai panda il loro habitat naturale. Non metto in dubbio la determinazione del nostro governo a voler proteggere la specie, tuttavia vedo ferrovie o autostrade che vengono costruite troppo vicino alle aree protette, o che addirittura le attraversano. La crescita del panda allo stato selvatico è stata decisamente scarsa: attualmente la stima degli esemplari
selvatici si aggira attorno alle 2mila unità.
Il successo del dato numerico – in cattività – darà alla
Cina libertà d’azione nelle sue manovre commerciali, ma
non muterà la posizione del panda quale animale a rischio di estinzione.
Senza una vigorosa politica di conservazione il panda
continuerà a essere soltanto un esotico strumento diplo(S.G.)
matico o una macchina per far soldi.
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