Morire sugli sci a vent`anni
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Morire sugli sci a vent`anni
Trento l'Adige L’incidente mortale è accaduto ieri mattina sulla «Nube d’oro», una nuova «nera» che scende dallo Spinale. La vittima è un turista germanico in vacanza con lo sci club in val di Sole lunedì 9 marzo 2015 TRAGEDIA 15 Il ragazzo avrebbe centrato un 17enne lituano che, dopo essere caduto, era nascosto da un dosso di neve. Impatto violentissimo: inutili i tentativi di rianimazione da parte di carabinieri e sanitari Morire sugli sci a vent’anni Campiglio, fatale lo scontro in pista contro uno snowboarder SERGIO DAMIANI Morire sulla neve a neppure 20 anni. È accaduto ieri a Madonna di Campiglio dove un giovane sciatore ha perso la vita nell’impatto, violentissimo, contro uno snowboarder. La vittima è un ragazzo originario della Baviera, Florian Andreas Reisberger, che avrebbe compito i 20 anni tra appena due settimane. Invece la sua breve vita è finita lungo la «Nube d’oro», una new entry tra le piste nere di Madonna di Campiglio. Entrambi gli sciatori indossavano il casco, ma quan- Entrambi i giovani indossavano il casco, ma quando la velocità è elevata neppure i presidi di sicurezza ti salvano la vita Lo scontro tra sciatore e snowboarder è avvenuto lungo la pista Nube d’oro. Nelle foto sopra e a sinistra, inviate da uno sciatore, si vedono i soccorritori all’opera. Qui sotto, i carabinieri in servizio sulle piste do la velocità è eccessiva neppure i presidi di sicurezza sono sufficienti a salvarti la vita L’incidente è avvenuto alle 11 di ieri mattina. Le condizioni meteo e della neve erano perfette. La «Nube d’oro» si presentava dunque al meglio. Si tratta di un nuovo tracciato (l’inaugurazione è del 2010) che scende dallo Spinale, ma sul versante opposto rispetto alla classica «direttissima». È una pista impegnativa che ha riscosso grande successo: 1.270 metri di lunghezza con una pendenza media del 27%, ma con “muri” che arrivano al 60%, omologata per gare di speciale, gigante e super G. Con le sue pendenze ieri mattina si sono voluti confrontare anche i due giovani sciatori che, per pura casualità, entrambi - il tedesco con uno sci club, il lituano con un gruppo di amici - alloggiavano in val di Sole. Secondo una prima ricostruzione fatta dai carabinieri della stazione di Campiglio, che come sempre per tutta la stagione invernale garantiscono un prezioso servizio di soccorso sulle piste, sarebbe stato il turista germanico sugli sci a centrare a tutta velocità lo snowboarder che era fermo in seguito ad una caduta, coperto da un dosso di neve e dunque poco visibile per chi veniva da monte. L’impatto, come dimostrano le conseguenze, deve essere stato violentissimo. La peggio l’ha avuta lo sciatore che è caduto rovinosamente sulla pista innevata battendo la testa. Il tedesco non si è più rialzato. Sono stati altri sciatori a chiamare la centrale operativa di Trentino Emergenza che ha avviato la macchina dei soccorsi. Tra i primi ad arrivare sul posto oltre ad un medico che passava nei pressi sono stati i carabinieri che, addestrati anche per le manovre di primo soccorso, hanno tentato una disperata rianimazione cardiopolmonare. Intanto da Trento si levava in volo l’elicottero con il medico rianimatore a bordo. Nel giro di una manciata di minuti il personale sanitario è stato calato a bordo pista, ma purtroppo per il 20enne germanico non c’era più nulla da fare. La caduta di testa, pur con al protezione del casco, è risultata fatale perché ha provocato la frattura della base del cranio. Nel frattempo veniva soccorso anche lo snowboarder lituano (K.D., 17 anni) che per fortuna appariva in condizioni migliori ed era cosciente. Il giovane è stato caricato sull’elicottero e trasferito al pronto soccorso dell’ospedale del Santa Chiara dove ieri pomeriggio è stato sottoposto a tutti gli accertamenti. La salma del 20enne bavarese, invece, è stata trasferita presso la camera mortuaria di Campiglio a disposizione dell’autorità giudiziaria. La vicenda, almeno da un punto di vista penale, non dovrebbe avere conseguenze visto che a morire è stato l’investitore. In ogni caso i carabinieri ieri hanno eseguito minuzioni rilievi per riscostruire la dinamica dell’incidente raccogliendo anche la testimonianza di due sciatori italiani che hanno assistito all’incidente. Sin d’ora comunque una parte di responsabilità la si può addossere all’eccessiva velocità: «È una pista impegnativa - sottolineano a Campiglio - anche gli sciatori esperti dovrebbero moderare la velocità, specie dove un dosso può nascondere la presenza di un altro sciatore». La denuncia | I maestri di sci hanno perso il patentino di pubblici ufficiali e hanno perso l’autorevolezza per intervenire in pista «Non c’è più alcun controllo sugli sciatori indisciplinati» DENISE ROCCA «Troppi sciatori vogliono solo accumulare chilometri scendendo diritti e velocissimi» Allarme sicurezza sulle piste da sci. L’incidente mortale sullo Spinale apre un vaso di Pandora su un argomento delicato quanto spinoso. «Non c’è nessun tipo di controllo di fatto – commenta schietto Piero Bertolini, esperto maestro di sci, innamorato del suo mestiere da quarant’anni - e nessuno, nella maniera più assoluta, che esercita un qualsiasi tipo di azione per limitare o controllare gli sciatori indisciplinati». Le forze dell’ordine sono infatti adibite al soccorso piste, mentre i maestri di sci una volta avevano il patentino di pubblica sicurezza, il che li rendeva pubblici ufficiali a tutti gli effetti con la possibilità e l’autorevolezza di intervenire con gli utenti. Oggi non è più così, nemmeno i mae- stri hanno titolo per intervenire a disciplinare comportamenti potenzialmente pericolosi. «Non possiamo fare nulla» lamentano. Quindi fra le forze dell’ordine addette esclusivamente al soccorso e i maestri relegati al solo insegnamento, al capitolo sicurezza permane una voragine incustodita nella quale la responsabilità del proprio comportamento è in capo unicamente allo sciatore o allo snowboardista. «Le regole fondamentali – spiega Albert Ballardini (nella foto), maestro di sci ed esperto di sicurezza impianti – sono di buon senso: mai fermarsi in mezzo alla pista, mai sostare dietro le curve o ai piedi di dossi e muri, sono tutte cose che io dico sempre alla prima lezione ai ragazzini ai quali insegno e seguire almeno queste eviterebbe molti pericoli inutili. Fondamentale è anche un’altra norma: lo sciatore a monte deve considerare e regolare la propria discesa a seconda della difficoltà della pista». Buon senso del singolo, ma anche di accesso alle piste che è regolato negli impianti dalla capienza delle piste: gli impianti per legge non possono portare più sciatori di quanti le piste disponibili per dimensioni e caratteristiche sono in grado di reggere. Ma il sistema non è perfetto: «In giornate come questa – prosegue Bertolini – ci sono dei veri e propri esodi da Folgarida, Marileva e Pinzolo e in pista arrivano gruppi di 30 o 40 sciatori che scendono in gruppo e in maniera disordinata, evitarli è impossibile, ritrovarsi in mezzo è allucinante, e l’unica è spostarsi a bordo pista anche quando si sta lavorando con un cliente, ma sono chiaramente pericolosi». E ad incidere sulla questione sicurezza è anche la cultura sciistica di chi sfreccia sulle piste da sci: «Una volta erano sciatori più selezionati in un certo senso e un’osservazione veniva accolta la maggior parte delle volte – ricorda Albert Ballardini - adesso ti mandano a quel paese anche se porti la divisa di maestro. Il problema più grosso per me sono quei turisti che vanno in giro con l’idea non di sciare e divertirsi scendendo a curve, provando tecnica e abilità, ma per girare tante piste, accumulare chilometri su chilometri scendendo dritti e velocissimi». Sicurezza vuol dire salute, la propria e quella altrui, ma anche responsabilità civile verso terzi in caso di incidente: con il giornaliero è possibile acquistare con un sovrapprezzo di 2,50 euro la polizza snowcare, cioè una forma di assicurazione, seppur base, in caso di collisione.