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1 marzo 2016 CIVILTÀ DEL BERE.com http://www.civiltadelbere.com/simply-the-best-mille-volte-grazie/ Simply the Best. Mille volte grazie! Stavolta possiamo dirlo: mille volte grazie. Sì, perché ieri sera a Simply the Best eravamo proprio un migliaio! Tutti accorsi al richiamo di un parterre d’eccezione: 94 vini fra i più premiati dalla critica (59 rossi, 17 bianchi, 10 spumanti, 4 dolci, 3 rossi spumanti e 1 rosato, per la precisione). Presentati da 32 Cantine di indiscusso prestigio: Allegrini, Marchesi Antinori, Argiolas, Badia a Coltibuono, Baglio di Pianetto, Barone Pizzini, Bertani Domains, Cleto Chiarli, Michele Chiarlo, Donnafugata, Fantini by Farnese, Cantine Ferrari, Feudi di San Gregorio, Gianfranco Fino, Fontodi, Masciarelli, Masi Agricola, Mastroberardino, Nino Negri, Planeta, Cantina San Michele Appiano, Cantina di Santadi, Sella&Mosca, Tasca d’Almerita, Tenuta di Trinoro – Passopisciaro, Tenuta San Guido, Tenuta San Leonardo, Cantina Tramin, Umani Ronchi, Velenosi, Villa Sandi e Zonin1821. RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 CIVILTÀ DEL BERE.com http://www.civiltadelbere.com Siamo sinceri: non ci aspettavamo un successo di questa portata! Non possiamo che ringraziarvi, uno ad uno. Nonostante la grande affluenza, avete come sempre partecipato con entusiasmo e interesse. Promesso: prenderemo le giuste misure. Ma una cosa è certa: le Cinque Giornate di Milano sono davvero cominciate col botto! Prossimo appuntamento? Il 21 marzo, con la mappa degli autoctoni. Nell’attesa, ecco qualche foto della serata. Enjoy! RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GAMBEROROSSO.it http://www.gamberorosso.it/it/vini/1024047-addio-a-giacomo-tachis-l-uomo-della-svolta-del-vino-italiano-parlano-i-produttori Addio a Giacomo Tachis, l'uomo della svolta del vino italiano. Parlano i produttori Dall'arrivo in casa Antinori alla nascita dei Supertuscan, dalle incursioni sul versante adriatico ai progetti sulle Isole. Ecco come il re degli enologi ha saputo interpretare tempi e territorio e con le sue “miscele” ha scritto il Rinascimento del vino italiano Amava definirsi un “semplice mescolatore di vini” e di fatto non sapremmo trovare definizione migliore per chi di vini ne ha “mescolati” davvero tanti. Ma il segreto e la differenza stavano tutti in quella miscela: dosata, perfetta, interprete dei tempi e del territorio. Ora a base di autoctoni, ora con taglio bordolese, ora con entrambi. Ogni tocco di questo Re Mida dell'enologia ha trasformato il vino in oro: dalla Toscana alle Marche, senza dimenticare le isole maggiori, Sardegna e Sicilia. Ogni “ricetta”, un vino destinato a passare alla storia e a cavalcare i mercati: nella lista ci sono nomi di peso come Sassicaia, Solaia, Tignanello, Turriga. Ma anche progetti legati alla rivalutazione di vitigni come il Nero d'Avola e il Carignano del Sulcis. A poche settimane dalla sua scomparsa, abbiamo voluto rendere omaggio al padre degli enologi contemporanei, facendo parlare proprio i suoi vini. Non tutti, non abbastanza. Ma giusto quel poco che basta per capire chi è stato, e cos'è ancora, Giacomo Tachis per l'enologia italiana. Dal 1970 agli anni '90: Tignanello, Solaia, Guado al Tasso Anni '60, Toscana. In quella che sarebbe diventata la sua patria adottiva, Tachis entrò dalla porta principale: le Tenute Antinori. “Ai tempi mio padre cercava un nuovo enologo” racconta il Marchese Piero Antinori “e questo giovane glielo consigliò il professore Garoglio. Tachis lavorava in Romagna, in una piccola azienda che faceva vini da tavola su richiesta. Decidemmo di fidarci. E oggi posso dire che, se per lui fu l'occasione della vita, per noi fu un vero colpo di fortuna. Allora la nostra produzione era legata al Chianti Classico Villa Antinori e al Santa Cristina, ma la viticoltura toscana - e italiana - stava attraversando un momento particolare: si era passati dalla mezzadria a un nuovo ciclo dell'economia, erano stati impiantati nuovi vigneti in tutta la Regione, con non pochi errori, la qualità era bassa, così come i prezzi, di conseguenza l'immagine del vino toscano ne soffriva. Bisognava trovare soluzioni. Ecco, Giacomo Tachis fu l'uomo del cambiamento. Insieme iniziammo a frequentare Bordeaux e l'enologo Emile Peynaud”. RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GAMBEROROSSO.it http://www.gamberorosso.it Da quelle “lezioni” francesi, Tachis portò in Italia un nuovo modo di fare vino, introducendo, tra le altre cose, la fermentazione malolattica e l'invecchiamento in barrique. Fu così che nel 1970 nacque il Tignanello (nella sua versione definitiva sangiovese, cabernet sauvingon e cabernet franc. Il primo rosso toscano senza utilizzo di uve bianche). “Fu un misto tra intuito e sperimentazione. Senz'altro il vino della svolta” continua il Marchese“ma anche un vino controverso perché era da poco stato introdotto in Italia il sistema delle denominazioni ed era difficile spiegare perché un vino classificato come vino da tavola (in seguitoIgt, per poi diventare uno dei Supertuscan per eccellenza; nrd) costasse molto di più - allora circa 2 mila lire - e non fosse inserito all'interno di un disciplinare. La prima produzione fu di 60 mila bottiglie, ma, dico la verità, all'inizio noi stessi non eravamo sicuri del suo successo e quindi aspettammo un po' per smaltirlo e qualche anno per una seconda produzione. Poi arrivò il premio Vinarius e le cose cambiarono. Capimmo che i mercati, in primis quello locale, erano pronti per il salto di qualità”. Sull'onda di questo successo, nel '78 fu la volta del Solaia: “Ricordo la sua nascita quasi come un gioco” ci racconta Piero Antinori “quell'anno c'era stato un'abbondanza di cabernet di ottima qualità e Tachis pensò di approfittarne per provare un nuovo vino. Era nata la nostra punta di diamante. L'annata '97 segnò la svolta con il premio come miglior vino dell'anno della prestigiosa classifica di Wine Spectator: la prima volta per un italiano. Mi piace pensare a quel premio come un riconoscimento internazionale al nostro vino, ma soprattutto a Giacomo Tachis. Oggi abbiamo la soddisfazione di ritrovarlo anche nel catalogo dei négociant francesi dove difficilmente entrano altri vini che non siano Bordeaux. E la cosa che ci dà più soddisfazione è che non siamo stati noi a proporci, ma loro a cercarci”. Infine - e siamo già negli anni '90 - arrivò anche la terza creatura Tachis, il Guado al Tasso che lui mise a punto nella Tenuta di Bolgheri. Un tris senza precedenti. Ma cosa sarebbe oggi l'azienda Antinori senza questi vini? “Sicuramente saremmo stati qualcosa di diverso” risponde il Marchese “Abbiamo un grosso debito di gratitudine verso questi prodotti e soprattutto verso Giacomo Tachis. E non solo noi, ma tutta la viticoltura: i vini italiani erano prima considerati come dei prodotti di basso prezzo e solo a partire da queste sperimentazioni si capì che eravamo capaci di intercettare anche altri tipi di domande. Il grande merito di Giacomo è stato cambiare, oltre al vino, anche la figura dell'enologo: non più un chimico pronto a intervenire sul vino in caso di urgenze, ma colui che segue il vino dalla vigna alla bottiglia e che sa renderlo da buono a perfetto, cogliendo quelle sfumature che fanno la differenza. Il suo era un vero tocco d'artista”. RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GAMBEROROSSO.it http://www.gamberorosso.it Sassicaia: il miglior vino del secolo Altro vino, altra “miscela”. “Tachis arrivò da noi, a Bolgheri, ai primi degli anni '70” racconta il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta “collaborava già con i nostri cugini Antinori che ci avevano consigliato di rivolgerci a lui poiché era un momento cruciale: dopo anni di produzione familiare, si trattava di fare il salto sul mercato. Mio padre già da trent'anni aveva iniziato a sperimentare i vitigni internazionali nello stesso blend che conosciamo oggi. Man mano, però, la produzione aumentò e si decise ad imbottigliare. La prima annata sul mercato fu la 1968, uscita qualche anno dopo: 3 mila bottiglie per un prezzo di 5-6 mila lire”. E qui entrò in scena Tachis “che ebbe il merito di riuscire a non snaturare la filosofia di questo vino, pur dovendolo ripensare in ottica di mercato” spiega il Marchese “tra le novità che, all'inizio, furono motivo di scontro con mio padre, ci fu l'introduzione dei tini di acciaio per la fermentazione. Ma ovviamente era un modo per non rischiare sulle grandi quantità. Una delle caratteristiche di Tachis, infatti, era di non voler imporre le sue idee, ma ascoltare e decidere insieme”. Da quelle prime 3 mila bottiglie si arrivò fino a 360 mila. Oggi se ne fanno circa 240 mila. Ma quale fu l'accoglienza sul mercato 40 anni fa, quando soprattutto l'Italia era abituata a vini di altro tenore?“In Italia Veronelli lo elogiò da subito” continua il marchese Incisa della Rocchetta “Ma l'accoglienza migliore si ebbe come sempre in Inghilterra. La svolta è datata 1977. A una degustazione di grandi vini a Londra, il Sassicaia risultò il migliore, sorprendendo tutti: gli italiani non avevano mai superato i francesi. Successivamente Robert Parker diede 100 punti all'annata '85 definì il Sassicaia il migliore vino del secolo”. Fu la consacrazione Oltreoceano, ancora oggi il miglior mercato di sbocco. Sebbene sia la Svizzera quello che, comparato al numero di abitanti, registra le migliori performance. “Oggi circa l'80% della produzione va all'estero, dove cerchiamo di coprire tutti i Paesi, anche quelli meno probabili: dall'Iran all'Azerbaigian” spiega il direttore Carlo Paoli “Il nostro segreto è non inflazionare il mercato: essere dappertutto, ma sempre con quantità ridotte, di solito al di sotto del 60% rispetto alla domanda”. Inutile chiedere cosa sarebbe la Tenuta San Guido senza questo vino: “Il Sassicaia rappresenta il 70% del fatturato aziendale” risponde il Marchese “probabilmente senza questo vino non ci sarebbe la Tenuta, non come la conosciamo. Inizialmente la nostra attività principale, oltre alla coltivazione di bulbi da fiore, era l'allevamento di cavalli. Attività che nel tempo, senza essere abbandonata, ha cominciato ad essere affiancata dalla produzione vitivinicola. Ecco: probabilmente, senza il Sassicaia, quella sarebbe rimasto il nostro core business”. RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GAMBEROROSSO.it http://www.gamberorosso.it E, invece, il Sassicaia è stato il vino che ha fatto nascere e decollare i Supertuscan, il primo e unico ad avere una doc proprietaria (dopo essere stato vino da tavola, Igt e poi una sottozona della Doc Bolgheri, nel 2012 ha potuto fregiarsi della Doc Bolgheri Sassicaia), uno dei pochissimi – ci sono anche i vini Antinori, Frescobaldi e Gaja - ad entrare nel Live-ex Fine Wines 100 (l'indice composto per lo più da vini Bordeaux) e uno dei vini italiani più ambiti nelle grandi aste, sebbene la filosofia aziendale è quella di portarlo sulle tavole, piuttosto che vederlo trasformato in un semplice oggetto di culto. Pelago: il rosso delle Marche Ma la Toscana non fu l'unica patria adottiva di Tachis. Ci fu un momento in cui l'attenzione si spostò sull'altro versante, nelle Marche. E qui l'enologo di origini piemontesi vinse la sfida di creare un grande rosso internazionale in una terra di grandi bianchi. Nacque il Pelago della cantina Umani Ronchi. “Tachis rimase qui da noi come consulente dal 1992 al 2001” ci racconta Michele Bernetti, titolare dell'azienda “Il Pelago nacque nel 1994. Allora facevamo Verdicchio e Montepulciano d'Abruzzo. L'idea era di creare un vino che avesse uvaggio bordolese, ma non avevamo mai pensato a un blend con un autoctono. Ci pensò Tachis. Ricordo ancora che eravamo in laboratorio e lui ci fece assaggiare questa pozione: cabernet, merlot e montepulciano, il risultato era già eccezionale. Poi procedemmo con la barrique”. Nel '97 quel vino entrò in commercio e, come si dice, buona la prima. La svolta fu la vittoria all'International Wine Challenge di Londra: “Un successo pazzesco” ricorda Bernetti “Mai un vino italiano aveva vinto quel concorso, figurarsi un rosso marchigiano. Da lì, si aprirono nuovi mercati o meglio, si ampliarono. Ricordo che per anni avevamo mandato i nostri rossi all'importatore australiano e mai erano stati presi in considerazione. Dopo quel successo ci disse, quasi sorpreso, che non sapeva ne producessimo”. Da allora tantissime altre aziende introdussero un loro blend e le Marche si ritagliarono una posizione di prestigio in questo mercato. Oggi Umani Ronchi produce circa 20 mila bottiglie di Pelago: una nicchia rispetto ai 3 milioni di bottiglie aziendali. “Si era partiti con 10 mila e ci furono anche anni in cui ne producemmo 30 mila, ma si sa” spiega Bernetti“il mercato è in continua evoluzione e oggi probabilmente è il momento dei monovitigni. Ciononostante rimane la grande intuizione di Tachis che meglio di chiunque altro seppe interpretare i tempi. Sebbene - e questo voglio sottolinearlo - non fosse suo obiettivo inseguire le mode, ma semplicemente fare vini buoni e importanti”. RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GAMBEROROSSO.it http://www.gamberorosso.it Turriga e Terre Brune: i grandi vini della Sardegna Cambiando ancora regione e lasciando la terraferma, non cambiano gli attestati di stima nei confronti dell'enologo scomparso. Tachis amò tantissimo – ricambiato - la Sardegna. E una delle maggiori realtà vitivinicole dell'isola deve la sua fama proprio a lui. “Tachis ci ha praticamente preso per mano e guidato verso la grande qualità e i mercati mondiali” ci racconta Francesco Argiolas “prima di lui facevamo vino sfuso. Quando arrivò ci mise in guardia: 'se facciamo questo salto, dovete tenere la valigia sempre pronta'. E così fu”. La svolta si chiama Turriga, un blend di vitigni autoctoni: cannonau, bovale, carignano, malvasia nera. Lavoro opposto, quindi, rispetto a quello fatto in Toscana e nelle Marche. Era il 1986 e di quel vino vennero messe sul mercato solo 15 mila bottiglie (al prezzo di 12 mila lire; oggi costa circa 50 euro in enoteca). Ma quale fu l'episodio che ne decretò il successo? “Vinitaly 1992” risponde Argiolas “il vino vinse la Gran medaglia d'oro. Tutti si chiesero chi fosse quell'azienda sconosciuta sarda e vennero a farci i complimenti. Alcuni operatori londinesi chiesero anche di comprare l'intera produzione”. Proposta rifiutata, e nonostante ciò l'Inghilterra rimase sempre il primo mercato di riferimento, tanto che il lussuoso ristorante San Lorenzo cominciò a proporlo nella sua carta dei vini e il Turriga finì nei bicchieri di politici, come l'ex Presidente della Repubblica Cossiga, e star internazionali della portata di Madonna, Clint Eastwood e Sean Connery. Quest'ultimo restituì la bottiglia firmata alla cantina. Vip a parte, in Sardegna, fianco a fianco a Tachis, lavorò l'enologo Mariano Murru che ne ricorda soprattutto “l'approccio scientifico rigoroso e la sua umiltà nel non imporre niente. Diceva sempre: 'Io proverei così'. E grazie a questo suo spirito di ricerca” continua Murru “abbiamo realizzato, proprio dagli Argiolas, un laboratorio di ricerca all'avanguardia. E poi abbiamo lavorato a diversi progetti regionali, Vinex e Convisar, con l'obiettivo di rivalutare tutta la viticoltura sarda e il Carignano del Sulcuis in particolare”. Un esempio concreto in tal senso è il lavoro fatto alla cantina cooperativa Santadi, quella con cui Tachis continuò a lavorare fino a tempi recentissimi, praticamente fin quando le forze glielo hanno permesso. “Quando lo chiamai qui in Sardegna, lui era dagli Antinori” ricorda il presidente Antonello Pilloni “e da persona assolutamente corretta quale era, mi disse di chiedere al Marchese che, a sua volta, si dimostrò molto disponibile, con il patto che Tachis venisse da noi nel fine settimana”. RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GAMBEROROSSO.it http://www.gamberorosso.it Così, negli anni '80, iniziò anche quell'avventura che portò non solo alla “creazione” di uno dei vini più rappresentati dell'isola – il Terre Brune (carignano 95%, bovaleddu 5%) – ma anche alla rivoluzione della viticoltura sarda legata ai suoi autoctoni. “Il Terre Brune fu il primo vino sardo barricato” continua Pilloni “e dalla critica ai mercati, il riconoscimento fu immediato. Il vino venne subito inserito, con i Tre Bicchieri, nella guida del Gambero Rosso che stava muovendo in quegli anni i primi passi. E poi si aprirono le porte dell'export. Sul nostro esempio, anche altre cantine sarde continuarono su questa strada. Non solo gli Argiolas dove Tachis fu consulente, ma anche quelle che ne beneficiarono in modo indiretto. E oggi noi, anche senza di lui, continuiamo seguendo il modello-Tachis e gli insegnamenti che ha lasciato in eredità al nostro attuale enologo Umberto Trombelli. Come Cantina Santadi gli dobbiamo molto, ma credo che tutta la viticoltura sarda gli sia debitrice per aver sostituito il concetto di viticoltura di quantità con quella di qualità”. Come si legge sull'home page del sito della Cantina “Caro dott. Tachis, grazie, semplicemente grazie”. Nasce il vino A Giacomo: l'omaggio della figlia Ilaria La figlia di Tachis, Ilaria, continua a portare avanti l'azienda di famiglia nel territorio del Chianti Classico, Podere La Villa. E, grazie, alla collaborazione con l'enologo ed allievo del padre, Markus Von Der Planitz, ha dato vita al vino A Giacomo prodotto in quantità limitata. Il debutto qualche giorno fa. I vini di Tachis a Vinitaly Anche Vinitaly – e non poteva essere diversamente – dedica a Giacomo Tachis una storica degustazione dei suoi vini. La più importante della sua 50esima edizione. “Il racconto di ciò che ha creato lo faranno quei produttori che hanno avuto l’intuizione, il privilegio e l’onore di lavorare al suo fianco” ha commentato il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani “Giacomo Tachis ha rappresentato il Rinascimento dei vini italiani e resterà per sempre nella Storia dell'enologia italiana e nei cuori di quanti lo hanno conosciuto”. a cura di Loredana Sottile RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GAMBEROROSSO Pagina Foglio 01-2016 61/72 3 / 11 100323 Data Codice abbonamento: Mensile RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GAMBEROROSSO Data Pagina 100323 Foglio 01-2016 61/72 4 / 11 Codice abbonamento: Mensile RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GENTLEMAN Pagina Foglio 03-2016 45/47 1 / 3 100323 Data Codice abbonamento: Mensile RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 GENTLEMAN Pagina Foglio 03-2016 45/47 2 / 3 100323 Data Codice abbonamento: Mensile RASSEGNA STAMPA 2016 1 marzo 2016 CIVILTÀ DELLA TAVOLA Data Foglio 03-2016 48/67 17 / 20 100323 Pagina Codice abbonamento: Mensile RASSEGNA STAMPA 2016 2 marzo 2016 NEWSFOOD.com http://www.newsfood.com/tre-bicchieri-vini-ditalia-di-gambero-rosso-alluniversita-iulm/ Tre bicchieri, “Vini d’Italia” di Gambero Rosso all’Università IULM 421 tre bicchieri premiati per emegere dalle mille pagine del voluminoso libro che raccoglie le storie di 2.400 produttori e segnala 22.000 buoni vini Dei 421 tre bicchieri assegnati dalla guida 2016 dei “Vini d’Italia” di Gambero Rosso, alla grande degustazione organizzata presso lo Iulm, libera università di lingue e comunicazione, a Milano, ne erano disponibili 85 e, comunque, è stato un bell’impegno per quanti hanno affollato i saloni dell’ateneo meneghino, poterne degustare almeno una parte di tanto “liquido” prezioso disponibile. Selezione fatta dagli uomini di Gambero Rosso che, probabilmente, hanno dovuto ingurgitare molto “liquido” che avrebbero preferito non bere se non fosse per l’impegno di selezionare i vini degni di apparire nelle circa mille pagine del voluminoso libro che raccoglie le storie di 2.400 produttori e segnala 22.000 buoni vini. RASSEGNA STAMPA 2016 2 marzo 2016 NEWSFOOD.com http://www.newsfood.com Nelle 85 presenze milanesi spiccavano anche 10 vini, su 80 meritevoli dei tre bicchieri, prodotti con particolare attenzione al rispetto dell’ambiente, delle tecniche vitivinicole tradizionali e della vitienologia ecosostenibile. Ma, anche, 26 su 111 vini da tre bicchieri che in enoteca non superano i 15 euro di costo. Il Veneto è stata la regione meglio rappresentata (7 su 11 vini presenti alla degustazione milanese) in questa fascia di vini dal prezzo veramente accessibile alla stragrande maggioranza dei consumatori. A chi fa piacere leggere qualche aneddoto, diciamo che alla degustazione milanese dei tre bicchieri di Gambero Rosso, erano disponibili il vino del “padre” dei migliori vigneti d’Italia, Attilio Scienza, il Bolgheri rosso superiore Atis 2012 dell’azienda Guado al Melo in proprietà con il figlio Michele; e quello del “papà” di grandi vini italiani, Riccardo Cotarella, Montiano 2013 che produce insieme al fratello Renzo nell’Azienda Falesco, a Montecchio, in Umbria. Il primo è un grande rosso ottenuto da un uvaggio di Cabernet sauvignon (80%), Cabernet franc e Merlot entrambi con il 10%, che danno un vino elegante, riccamente fruttato, tannini equilibrati e con particolare evidenza di una eleganza non comune. Il secondo vino è ottenuto da uve Merlot e dopo la maturazione in barrique nuove, si presenta con un profilo olfattivo alquanto complesso tra frutta e spezie mentre in bocca è elegante e giovanile e mostra una capacità di invecchiamento che può superare moltissimi anni. La grande degustazione organizzata da Gambero Rosso è sicuramente indirizzata agli operatori della ristorazione, ai sommelier e agli enotecari però permette anche a molti appassionati di avere sottomano la migliore espressione dell’enologia italiana e, contestualmente, di poter degustare anche vini che per il loro costo non sono certamente prodotti da consumo giornaliere. In questa bella panoramica di super eccellenze italiane, abbiamo proceduto con una personale degustazione di una decina di vini che, in sintesi, proviamo a descrivere. Oltre a quelli di Scienza e di Cotarella, la nostra attenzione è stata indirizzata sui Colli di Luni Vermentino etichetta nera 2014 delle Cantine Lunae Bosoni di Ortonovo che è frutto di una viticoltura eroica visto la particolare formazione del territorio ligure che permettere di avere solo vigneti terrazzati, con la fatica che questo stato di cose richiede. Il Vermentino della famiglia Bosoni ripaga ampiamente queste fatiche perché è un esempio di grande vino dall’impatto olfattivo piacevolmente floreale e dalla pienezza gustativa che avvolge il palato. Un vino che ha permesso ai Bosoni di collocarsi ai vertici produttivi liguri per la loro personale corsa verso la qualità. RASSEGNA STAMPA 2016 2 marzo 2016 NEWSFOOD.com http://www.newsfood.com Una bella scoperta è stato il Lugana Molin ’14 di Cà Maiol, azienda di Desenzano del Garda, che colpisce per l’impatto fruttato e floreale che avvolge al naso e che si ripetono anche un po’ più accentuate anche al gusto. Mentre in Abruzzo è una garanzia uno dei tanti ottimi vini di Masciarelli di San Martino sulla Marruccina, ed in particolare il Montepulciano d’Abruzzo Marina Cvetic 2013 dai grandi profumi di confettura di amarena ma, anche, la morbidezza che avvolge il palato a mano a mano che si sviluppano i tannini. Come sicuro è l’approdo sul Montepulciano d’Abruzzo San Clemente riserva 2012 prodotto da Zaccagnini di Bolognano, un vino ricco dei profumi di piccoli frutti rossi ma anche note di chiodi di garofano, noce moscato e pepe nero con un tannino vivo che non pregiudica la godibilità del vino. E che dire del Costa d’Amalfi Furore bianco Fiorduva 2014 di Marisa Cuomo, di Furore appunto, che all’olfatto sprigiona tutto quello che di buono produce questo pezzo della Penisola Sorrentina e in bocca sprigiona l’energia del sole di cui probabilmente sono ricche le uve autoctone coltivate dalla “regina” delle vigne campane. E che dire del Braide Alte 2013 che qualche giorno fa, proprio a Milano, Livon ha proposto in una grande verticale di dieci vendemmie a partire dal 1996. Il vino da tre bicchieri è ricco di sentori tra fruttati, floreali e speziati che in bocca diventano eleganti e vellutati su una base di grande freschezza. Insomma, questo Braide Alte è veramente uno dei grandi vini bianchi italiani. Passando dal Piemonte non si può non degustare una suadente Barbera come quella d’Asti superiore Genio 2012 di Gianni Doglia di Castagnole Lanze, dal sapore gustoso e avvolgente che è veramente l’espressione della denominazione che porta in etichetta. Come non si può trascurare uno dei primi vini concepiti in Sardegna dal grande Giacomo Tachis, Turriga 2011 di Argiolas di Serdiana: un rosso che si presenta con un ventaglio aromatico ampio ed elegante che al gusto si trasforma in vino di gran classe per il suo sorso davvero aristocratico. E concludiamo con un tre bicchieri selezionato tra i 111 di quelli biologici, il Soave classico Cà Visco 2014 di Coffele di Soave: un vino intrigante, fresco e ricco di sentori floreali e fruttati e dalla raffinata persistenza di note agrumate. RASSEGNA STAMPA 2016 4 marzo 2016 LA NUOVA SARDEGNA Data Pagina 100323 Foglio 04-03-2016 33 1 / 2 Codice abbonamento: Quotidiano RASSEGNA STAMPA 2016 4 marzo 2016 LA NUOVA SARDEGNA Pagina Foglio 04-03-2016 33 2 / 2 100323 Data Codice abbonamento: Quotidiano RASSEGNA STAMPA 2016 4 marzo 2016 WINE ENTHUSIAST Wine Enthusiast ARGIOLAS Angialis Isola dei Nuraghi 2012 - 90 points “Made with 90% Nasco and 10% Malvasia, this full-bodied dessert wine opens with intense aromas of tangerine zest, dried fruit and a whiff of baking spice. The rich palate delivers mature apricot, roasted hazelnut and orange-blossom honey. A vanilla note closed the lingering finish.” ARGIOLAS Antonio 100 2011 - 89 points “Made with 80% Cannonau, 10% Carignano and 10% Bovale, this rich dessert wine opens with subdued aromas of raspberry jam, mocha and Mediterranean brush. The sweet, full-bodied palate offers fig, candied date, clove and hazelnut.” RASSEGNA STAMPA 2016 marzo 2016 WINE ALIGN.it http://www.winealign.com/articles/2016/03/08/20-under-20-in-bc-march-2016/ 20 Under $20 in BC : March 2016 Spring is Springing With the cherry blossoms out, it sure feels like spring in the west. During this transition month from the wets of winter to the sun of spring, we’ve a mix of wines suitable for all moods, and climates. Charming, authentic reds and fresh, herbal whites seem to rule our selections this month, with picks stretching all around the globe. While providing great value, all are food-friendly and ready for drinking now, ideal for stocking up on for your Easter celebrations. Anthony Gismondi Though Italy has been top of mind and tongue this past month, I’ve also been busy tasting wines from around the globe that typify great value, even on our market. Delas 2013 Côtes-du-Ventoux is a spicy resin-laced 80/20 grenache/syrah blend of black cherry, licorice and light charcuterie notes. The juicy fruit finishes with smoky, savoury, tobacco flavours in the finish. Try this with barbecue ribs. Spain and value go hand in hand on this market, and where else can you find a decade plus old well made red selling for $18? Monasterio de las Vinas Gran Reserva 2005 is a mature mix of garnacha, tempranillo and cariñena that delivers with soft, round, complex savoury flavours of tobacco, spice, old barrels and a bit of spicy fruit cake. Another great Spanish red – this one five years younger and a few dollars less expensive – is the Castillo de Almansa Reserva 2011. A 60/20/20, monastrell, tempranillo and garnacha tintorera blend from Alamansa, this is matured in American oak casks for about a year. The attack is supple, the textures smooth with medium rich, juicy, smoky, spicy, plummy fruit flavours. RASSEGNA STAMPA 2016 marzo 2016 WINE ALIGN.it http://www.winealign.com From here at home, Backyard Vineyards Cabernet Franc 2013 gives you a taste of BC’s highly promising cabernet franc grape, here highlightin the savoury red and black fruit, cedar and spice. Youthful and robust, this would suit a grilled piece of lamb (perhaps for your homegrown Easter). Judging the Argentina Wine Awards last month reminded me about the fresh, bright, smartly-priced wines we do see on our market, like Dominio del Plata Ben Marco Malbec 2013. Ripe red fruits with a dash of blueberry and that typical but not overwhelming savoury undercoat, softly textured with spice, licorice and chocolate. A wine in transition (somewhere in the middle) from the old style to the fresher more mineral, red fruit, modern style. This was a gold medal winner at the 2016 Argentine Wine Awards. Rhys Pender MW I have been inspired by the recent Vancouver International Wine Festival for this months picks and particularly by many of the indigenous (or autochthonous as was the fancy word of the festival) grapes that are starting to emerge from the shadows to plunge wine students into further despair while giving wine drinkers an ever expanding world of interesting wine to enjoy. Italy was the theme of the festival and that is where the first four picks come from. As you should always start things with bubbly, we will kick things off with a lovely Lambrusco. After a recent visit to Italy and through an obsessive desire to eat fantastic charcuterie, I have fallen in love with Lambrusco. And we are not talking the sweet, simple, red plonk you may have stereotyped anything with the name Lambrusco as, but rather the more serious side of this large family of grapes. The Medici Ermete 2014 Lambrusco Reggiano Frizzante is made from the Lambrusco Salamino variety and is juicy, savoury, slightly fizzy and beautifully dry. Just add Salami or Coppa and happy times are ahead. RASSEGNA STAMPA 2016 marzo 2016 WINE ALIGN.it http://www.winealign.com The north-east of Italy is a bit of a hotbed of experimentation and another area falling in love with its native grapes. One of these varieties is Ribolla Gialla which can have a lovely floral and citrus, lemon scent. The Attems 2014 Ribolla Gialla at just $17 is crisp and citrusy and has some nice weight to make this stand up to some serious seafood dishes. Another even richer white comes from the toasty warm shores of Sardinia. The Argiolas 2014 Costamolino is made from the increasingly trendy Vermentino grape. It is rich, ripe and honeyed while remaining dry. Great with heavy, rich white fish. Still in the south but from the Island of Sicily comes a lovely Nero D’Avola from Feudo Maccari. The 2014 has ripe, sun-warmed berry fruits but finishes dry and savoury with some complex graphite minerality. Sticking with the theme of indigenous grapes, I recently re-tasted the Bulgarian Lovico Gamza 2011 that I had written up more than a year ago. Still in the BC LDB stores and a great price of $9.99 it was delicious on a chilly night around a fire pit. Savoury, good fruit and just a great Monday/Tuesday wine. DJ Kearney Variety is arguably the most appealing aspect of wine. That grapes can transform into so many flavours and textures is an insane delight. These five bargain wines are made from eight different varieties, and each is an honest, workaday wine, made to give pleasure, relaxation and keep tasty food company. Just what you’d hope for vino that’s under twenty bucks. We all need more chenin blanc in our lives, and South Africa has some of the oldest preserves of this noble Loire grape. Painted Wolf The Den Chenin Blanc 2014 combines weighty fruit and lick-smacking acidity for bring-home sushi or melon and shrimp cocktail. And perhaps we all need interesting Spanish whites in our lives too, like the snappy, lime flavoured Cal Y Canto Blanco made from verdejo, just made for take-out sushi or a salad of crunchy greens, avocado and cucumber. Built for richer food is Lopez de Haro Blanco 2014, an all vuira (macabeo) white with a kiss of oak, and the kind of sneaky creamy weight that will prop up roast chicken or an oozing, crusty grilled cheese sandwich. RASSEGNA STAMPA 2016 marzo 2016 WINE ALIGN.it http://www.winealign.com Think of Bardolino as a region that makes reds that are lighter, juicier and even more refreshing than next-door Valpolicella. Masi Bardolino Classico Frescaripa 2014 is so well named – fresh and lively and ready for spag bol or just classic pizza. And finally, one of my favourite red wine deals is Cave Saint Desirat Syrah 2013, a confidently rustic wine from the Ardeche. It balances lean fruit with a rust/stone character for shepherd’s pie or merguez sausages and cous cous. Treve Ring You know when you find one of those value gems that blows you away and you’re nearly hesitant to tell people because you’re tempted to stuck up and drink it all yourself? Well – Domaine de la Pépière Muscadet Sèvre et Maine sur Lie 2014 is one of those wines for me. From one of the region’s leading sustainable vignerons, this is organic, wild ferment Muscadet, aged sur lie in earthen vessels, buried in the ground to keep cool and rest (obviously no racking) until the following spring. Light pear, subtle earthy lees, river stone, white florals and a fine vein of saline-laced lemon. Stunner. Save me some. I feel similarly about the 2014 vintage of Bartier Bros. Semillon. Intense and striking though lean and narrow, with lively, almost prickly acidity, the concentrated, oily semillon lends a textured generosity to the palate which is highly alluring. Tempting to drink now, but you will be rewarded over a decade in your cellar. From further north Okanagan in east Kelowna is the 2014 CedarCreek Pinot Gris. Fresh and vibrant, pear, orange zest, almond, white peach and brisk acidity is bathed in savoury dried herbs and buoyed by a pillow of fine, creamy lees. This would make a great match for Easter ham. Shooting down the coast – a long way – are the vines for Errazuriz Max Reserva Sauvignon Blanc 2015. The Manzanar Vineyard, less than 13 kilometres from the Pacific, is home to this snappy, brisk fruit, while three months on the lees increases creamy, voluminous texture. A hop over to Colchagua Valley, is the unbeatable king of value on our market. The latest vintage of Cono Sur Bicicleta Viognier, 2015, highlights the grape’s cold cream, guava, bright pear, lime oil and apricot, with a nuzzle of peach fuzz on the medium bodied, creamy palate. Pour with Chinese-styled seafood hot pot or pad Thai. RASSEGNA STAMPA 2016 Data 17 marzo 2016 CORRIERE DELLA SERA.it 18-03-2 Pagina Foglio 1 / 4 � LOGIN SEZIONI EDIZIONI LOCALI CORRIERE ARCHIVIO SERVIZI CERCA � e servizi in linea con le tue preferenze. S Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione propri e di terze parti per le sue funzionalità e per inviarti pubblicità � più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acc cookie. / BLOG http://divini.corriere.it/2016/03/17/bevi-cannonau-e-campi-centanni/ DiVini cerca nel blog Cerca di Luciano Ferraro Bevi Cannonau, e campi cent'anni Notizie, dettagli, percorsi, successi e (soprattutto italiano) e di chi lo produ Bevi Cannonau, e campi cent’anni 17 MARZO 2016 | di Luciano Ferraro | @Corrieredivini FRANCESCA ARGIOLAS (+7) DIVINI Luciano Ferraro redattore del Corr Veronelli negli ann che dietro a ogni storia da raccontar guide alle enoteche d'Italia, ai esistevano i wine bar. DIVINI / CATEGORIE Giulio Podda, uno degli 11 protagonisti del libro Senes. Foto di Daniela Zedda Quando Adolfino, 102e anni e quattro pecore ogni giorno portaalalpascolo, pascolo, ha Quando Adolfino, 102 anni quattro pecore cheche ogni giorno porta ha visto arrivare la fotografa Daniela invitata al baral ebarhae ha iniziato visto arrivare la fotografaZedda, Danielal’ha Zedda, l’ha invitata iniziatoaa corteggiarla. Adolfino corteggiarla. Puddu è uno degli 11 ultracentenari sardi che animano libro Senes, parola Adolfino Puddu è uno degli 11 ultracentenari sardiilche animano il libro palindroma (dal latino senex, anziano). Senes è anche il nome di un nuovo vino, un Senes, parola palindroma (dal latino senex, anziano). Senes è anche il nome di un Cannonau Riserva della famiglia Argiolas. Le foto del libro diventeranno una mostra, nuovoalvino, un Cannonau Riservadello della famiglia Argiolas. Le del libro dal 24 marzo, circolo Marras (quello stilista Antonio, in foto via Cola di Rienzo 8) di diventeranno una mostra, dal 24 marzo, al circolo Marras (quello dello stilista Milano. Assieme alle immagini si svelerà il vino. Antonio, in via Cola di Rienzo 8) di Milano. Assieme alle immagini si svelerà il vino. Bere forte Cantine Critici e guide expo Gli eventi Gli inganni Il vino e la politica L'export La birra Le leggi e il vino Non solo vino Senza categoria sommelier I PIÙ LETTI 1 I 50 vini migliori d'Italia, vince il Brune 2 I cento migliori italiani (secondo Wine 3 I 50 migliori vini d'Italia, vince un Baro RASSEGNA STAMPA 2016 17 marzo 2016 CORRIERE DELLA SERA.it http://divini.corriere.it Ci sono voluti tre anni di lavoro per questo viaggio nelle radici e nell’umanità della Sardegna. Tutto è iniziato con gli studi dell’Università di Sassari e con la volontà degli Argiolas di rendere omaggio al patriarca Antonio, fondatore della cantina, morto a 102 anni. Perché la Sardegna ha la più alta densità al mondo di longevi? Nel progetto «AKeA» (acronimo di «A cent’anni», il saluto sardo per i brindisi), sono stati censiti 373 centenari, 22 ogni centomila abitanti. Tre vivono a Serdiana, paese degli Argiolas, 2.700 abitanti. RASSEGNA STAMPA 2016 17 marzo 2016 CORRIERE DELLA SERA.it http://divini.corriere.it I ricercatori, dall’inizio dello studio, hanno intervistato più di tremila super longevi e hanno scoperto che la maggioranza era abituata a bere con moderazione vino, spesso il Cannonau, un rosso carico di polifenoli, antiossidanti naturali. «Nonno Antonio — racconta la nipote Valentina — beveva un bicchiere di Cannonau a giorno, assieme alla minestra vegetale. Si arrabbiava se qualcuno lo chiamava vecchio. Rispondeva: sto solo diventando grande». Alla sua morte, gli Argiolas, una famiglia solida e unita che ha portato il vino sardo d’eccellenza nel mondo (grazie anche all’enologo Giacomo Tachis che ideò il celebre Turriga), ha pensato di realizzare il sogno di Antonio: formare con altri centenari sardi una squadra, 11 come nel calcio, con lui stesso idealmente alla guida, il capitano. Così è nato il progetto Senes. Daniela Zedda ha ritratto uomini e donne, la giornalista Manuela Arca e lo scrittore Marcello Fois li hanno raccontati. «Ognuno nel luogo d’elezione — racconta Valentina — in un bosco o tra le reti da pesca». Ecco Filomena Marongiu, 111 anni, un filo di perle sull’abito blu, concentrata nella lettura di un libro. Ecco Giulio Podda in sella a una Graziella, con cui, a 102 anni, pedala per 7 chilometri al giorno. E Giacobba Lepori, di Villagrande Strisaili, matriarca del paese con il primato della longevità maschile: 103 anni trascorsi con una dieta a base di verdure e di latte di capra. Nel labirinto delle 11 vite Fois ha cercato la formula della lunga vita. E l’ha decifrata con una parola per ogni volto, spesso un sentimento o un’attitudine: inventiva, movimento, unione, ottimismo, serenità. E poi la natura, il mare e il vino. RASSEGNA STAMPA 2016 17 marzo 2016 CORRIERE DELLA SERA.it http://divini.corriere.it Esplora il significato del termine: Il progetto Senes ha infine preso la forma di 12 mila bottiglie (costo 20 euro), grazie ai vigneti di Siurgus Donigala, nelle Tenute di Sisini, a una trentina di chilometri da Cagliari. Il progetto Senes ha infine preso la forma di 12 mila bottiglie (costo 20 euro), grazie ai vigneti di Siurgus Donigala, nelle Tenute di Sisini, a una trentina di chilometri da Cagliari. RASSEGNA STAMPA 2016 18 marzo 2016 CORRIERE DELLA SERA Data Pagina 100323 Foglio 18-03-2016 34 1 Codice abbonamento: Quotidiano RASSEGNA STAMPA 2016 18 marzo 2016 WINE NEWS.it http://www.winenews.it/edicola/page/4/ CORRIERE DELLA SERA Bevi Cannonau, e campi cent’anni … Ci sono voluti tre anni di lavoro per questo viaggio nelle radici e nell’umanità della Sardegna. Tutto è iniziato con gli studi dell’Università di Sassari e con la volontà degli Argiolas di rendere omaggio al patriarca Antonio, fondatore della cantina, morto a 102 anni. Perché la Sardegna ha la più alta densità al mondo di longevi? Nel progetto “AKeA” (acronimo di “A cent’anni”, il saluto sardo per i brindisi), sono stati censiti 373 centenari, 22 ogni centomila abitanti. Tre vivono a Serdiana, paese degli Argiolas, 2.700 abitanti. I ricercatori, dall’inizio dello studio, hanno intervistato più di tremila super longevi e hanno scoperto che la maggioranza era abituata a bere con moderazione vino, spesso il Cannonau, un rosso carico di polifenoli, antiossidanti naturali. “Nonno Antonio - racconta la nipote Valentina - beveva un bicchiere di Cannonau a giorno, assieme alla minestra vegetale. Si arrabbiava se qualcuno lo chiamava vecchio. Rispondeva: sto solo diventando grande”. Alla sua morte, gli Argiolas, una famiglia solida e unita che ha portato il vino sardo d’eccellenza nel mondo (grazie anche all’enologo Giacomo Tachis che ideò il celebre Turriga), ha pensato di realizzare il sogno di Antonio: formare con altri centenari sardi una squadra, 11 come nel calcio, con lui stesso idealmente alla guida, il capitano. Così è nato il progetto Senes. Il progetto Senes ha infine preso la forma di 12 mila bottiglie (costo 20 euro), grazie ai vigneti di Siurgus Donigala, nelle Tenute di Sisini, a una trentina di chilometri da Cagliari.Il progetto Senes ha infine preso la forma di 12 mila bottiglie (costo 20 euro), grazie ai vigneti di Siurgus Donigala, nelle Tenute di Sisini, a una trentina di chilometri da Cagliari. Autore: Luciano Ferraro RASSEGNA STAMPA 2016 21 marzo 2016 L'ENNESIMOBLOGDICUCINA.com http://www.lennesimoblogdicucina.com/2016/03/spiedini-di-branzino-e-pasta-di-riso-al-limone-e-alga-nori.html SPIEDINI DI BRANZINO Un primo piatto dai sapori mediterranei si trasforma in un aperitivo di ispirazione orientale. sono spiedini di branzino e pasta di riso, un omaggio agli yakitori giapponesi. P er il secondo appuntamento con la mia rubrica Food&Wine ho scelto questi spiedini di branzino, un piatto che gioca con le contaminazioni tra cucina mediterranea e giapponese, per fondere profumi, tecniche e sapori in un aperitivo decisamente raffinato. Perfetto in abbinamento ad un Vermentino di Sardegna. RASSEGNA STAMPA 2016 21 marzo 2016 L'ENNESIMOBLOGDICUCINA.com http://www.lennesimoblogdicucina.com Di recente ho partecipato ad una Masterclass con lo chef stellato Yoji Tokuyoshi del ristorante Tokuyoshi di Milano. La sua non è una cucina fusion, definizione trita e abusata, ma una cucina contaminata. Non un mix di ingredienti provenienti da tutto il mondo mescolati insieme, spesso forzatamente, ma un melange di tecniche e approcci differenti che danno vita ad una cucina che nasce da ingredienti italiani, riletti in chiave del tutto nuova. Partendo da questa esperienza ho voluto trasformare una deliziosa pasta al pesce in piccoli yakitori, spiedini giapponesi famosi nella loro versione di pollo, ma tradizionalmente serviti in tantissime varianti, come aperitivo nelle “taverne” in attesa della cena. Possono essere fritti (hushiage), alla griglia e al vapore, ed essere realizzati con pollo, manzo, maiale,verdure, frutti di mare, crostacei… E pesce, come in questo caso. Questi yakitori alternano pasta di riso (per ritrovare il gusto della cucina giapponese) e bocconcini di branzino, marinati al limone e salsa di soia, cotti pochissimi minuti, e serviti con alga nori polverizzata ed erba cipollina fresca. Contaminazioni nel gusto e nella presentazione, per ridisegnare un piatto di ispirazione mediterranea preparato con un approccio orientale. E per sottolineare il suo legame con i nostri mari, ho abbinato questi spiedini di branzino ad un Merì Argiolas, un Vermentino realizzato da uve refrigerate in vigna, con un bouquet ricco di note floreali e fruttate. ingredienti per 10/12 spiedini di branzino RASSEGNA STAMPA 2016 21 marzo 2016 L'ENNESIMOBLOGDICUCINA.com http://www.lennesimoblogdicucina.com COSA 100g di caserecce di riso 2 filetti di branzino 2 cucchiai di salsa di soia 1 limone bio 1 spicchio d’aglio 1cm di zenzero fresco 1 cucchiaio di olio evo una striscia di alga nori un mazzetto di erba cipollina pepe qb COME Per prima cosa ho marinato il filetti di branzino, li ho inseriti in un sacchetto per alimenti con l’olio, il succo di mezzo limone, la sua scorza tagliata a bastoncini, lo spicchio d’aglio, lo zenzero tritato, il pepe e la salsa di soia. Ho fatto marinare tutta la notte (ma sono sufficienti un paio di ore). Poi ho lessato la pasta, l’ho raffreddata sotto l’acqua corrente, l’ho distesa su un piatto per evitare che le caserecce di riso, tendenzialmente collose, si appiccichino tra di loro. Nel frattempo ho cotto il branzino, 2 minuti per parte, irrorandolo con la sua marinatura, su una piastra in pietra. Ho tolto il pesce dalla padella (non dovrà essere eccessivamente cotto) e ho fatto addensare leggermente la marinatura per ottenere una salsina di accompagnamento. Ho formato i miei spiedini di branzino alternando qualche casereccia a dei bocconcini di pesce. Ho servito spolverando l’erba cipollina tritata, l’alga nori sminuzzata e qualche goccia di salsa di cottura. Click. RASSEGNA STAMPA 2016 21 marzo 2016 L'ENNESIMOBLOGDICUCINA.com http://www.lennesimoblogdicucina.com MERI – ARGIOLAS Cantina Argiolas – Serdiana (CA). TIPOLOGIA Vermentino di Sardegna a Denominazione di Origine Controllata. VITIGNO Vermentino. VENDEMMIA Effettuata tramite refrigerazione immediata al momento della raccolta. CARATTERISTICHE Colore paglierino scarico a inflessioni verdognole. Intenso aroma primario con predominanza di note agrumate e di frutta fresca. Gusto vivace, molto fresco e sapido, equilibrato, delicato, fine. ABBINAMENTO Ottimo come aperitivo con frutti di mare e crostacei, per accompagnare sushi, sashimi e antipasti, piatti leggeri a base di carni bianche e pesce. RASSEGNA STAMPA 2016 22 marzo 2016 L'UNIONE SARDA Pagina Foglio 22-03-2016 41 1 100323 Data . Codice abbonamento: Quotidiano RASSEGNA STAMPA 2016 22 marzo 2016 CLICKBLOG.it http://www.clickblog.it/post/199471/senes-fotografia-e-vino-per-celebrare-la-longevita Senes: fotografia e vino per celebrare la longevità Ritratti fotografici di centenari sardi, un libro, una mostra e vino per celebrare il primato di longevità della Sardegna Con il volto segnato dalle rughe della vita ed il carattere, lo sguardo vispo e il ghigno, animati dalla forza di averla fatta in barba al tempo, Igino Porcu brinda alla salute di chi arriva ai suoi venerandi 102 anni. Sicuramente al coetaneo Giulio Podda che in sella alla Graziella pedala per 7 chilometri al giorno a San Sperate (Ca), mentre Adolfino Puddu porta al pascolo le sue quattro pecore a Cuglieri e non ha mancato di fare la corte alla fotografa Daniela Zedda, decisa ad includerlo nella sua serie di ritratti centenari. Ritratti della celebre longevità sarda, avvalorata dal progetto «AKeA» (acronimo di «A Kent’Annos - A cent’anni», formula bonaugurale sarda per i brindisi) dell'Università di Sassari che ha censito 373 centenari, 22 ogni centomila abitanti e, a quanto pare, intervistando più di tremila super longevi, ha riscontrato una maggioranza abituata a bere con moderazione vino, spesso di Cannonau, il vino di provate origini autoctone ed eccellenti antiossidanti naturali, più antico del Bacino del Mediterraneo. RASSEGNA STAMPA 2016 22 marzo 2016 CLICKBLOG.it http://www.clickblog.it Una longevità palesata in modo inequivocabile dai ritratti della fotografa cagliaritana, arricchiti da Giacobba Lepori con i suoi 103 anni e l'aspetto saldo come gli alberi secolari del bosco di Villagrande Strisaili, Giovanna Pistidda all'ombra del chiostro e dei suoi 108 anni, fino ai 111 anni di Filomena Marongiu, 'indossati' con solennità e un filo di perle sull’abito blu, mentre legge un libro. Un inno alla vita e alla maturità vissuta con pienezza, in un secolo a caccia di eterna giovinezza che ha come ospite d'onore Antonio Argiolas, patriarca e anima della famiglia e della cantina Argiolas, vissuto fino all’età di 102 bevendo un ben bicchiere al giorno di Cannonau, come racconta la nipote Valentina. «Nonno Antonio beveva un bicchiere di Cannonau a giorno, assieme alla minestra vegetale. Si arrabbiava se qualcuno lo chiamava vecchio. Rispondeva: sto solo diventando grande». Sono 11 ultracentenari sardi ad animare Senes, parola palindroma (dal latino senex, anziano) usata per arricchire le pagine del libro che racconta storie di longevità centenaria, con i ritratti fotografici di Daniela Zedda, i testi della giornalista Manuela Arca e dello scrittore Marcello Fois, confluiti in mostra fotografica. Dall’introduzione: "Nell’Isola, luogo di silenzi, antiche ed enigmatiche architetture di pietra, ci dev’essere un ritmo del tempo più congeniale alla natura dell’uomo, una magica essenza nell’aria, una forza straordinaria nei frutti della campagna e, insieme, un invulnerabile e tenace codice genetico. Qui la suprema stagione della maturità è infatti più lunga e mite, meno caduca e meno maledetta che altrove." A portare lo stesso nome ed arricchire il progetto editoriale (con un cofanetto Senes in vendita a 55 euro: libro+bottiglia) insieme a quello espositivo, sono anche le 12 mila bottiglie (al costo di 20 euro) del nuovo vino Cannonau Riserva Senes della famiglia Argiolas con la rappresentazione del genoma umano sull'etichetta, omaggio a nonno Antonio e lo stile di vita che caratterizza una terra di centenari come la Sardegna. Sarà lo spazio espositivo Nonostante Marras di Milano ad ospitare la mostra “Senes” di Daniela Zedda, a cura di Francesca Alfano Miglietti, all’interno del programma espositivo dedicato al tema L’aldilà e l’aldiquà … espressioni diverse di uno stesso irriducibile stupore, pronto ad abbracciare la presentazione del vino. “Senes” resterà in mostra a Milano dal 24 marzo al 28 aprile, prima di tornare nel cagliaritano in occasione di Cantine Aperte, in mostra nella Cantina Argiolas di Serdiana, dal 29 maggio e per tutta l’estate, all'orizzonte dei vigneti di Cannonau arrampicati sulle colline di Siurgus Donigala, nelle Tenute di Sisini, in piena Trexenta, trenta chilometri a Nord di Cagliari. RASSEGNA STAMPA 2016 22 marzo 2016 EXHIBART.com http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=49046&IDCategoria=204 IL SEGRETO DI UNA LUNGA VITA? È IN SARDEGNA. GLI SCATTI DI DANIELA ZEDDA PORTANO A MILANO LE STORIE DI UNDICI CENTENARI Chi non vorrebbe sapere il segreto per una vita serena e longeva? Qualche indizio si può trovare in Sardegna, che con i suoi 373 centenari vanta non pochi primati di longevità umana. Che il leggendario elisir di lunga vita, in grado si donare l’immortalità a chiunque lo beva, sia il vino simbolo del territorio, il Cannonau? Vero o no, secondo alcuni studi il vitigno autoctono della regione è molto ricco di polifenoli, degli antiossidanti naturali che potrebbero essere il segreto della lunga vita dei sardi. La cantina Argiolas, un’eccellenza nella produzione enologica del territorio, ha deciso di celebrare la regione e la sua longevità attraverso le storie di undici centenari raccolte in un libro fotografico. Senes, questo il nome del progetto, si avvale dell’obiettivo dell’artista cagliaritana Daniela Zedda e della prosa dello scrittore Marcello Fois e della giornalista Manuela Arca. Dall’isola gli scatti di grande formato di Zedda sono arrivati a Milano, in una mostra a cura di Francesca Alfano Miglietti, che ha inaugurato proprio oggi presso lo spazio espositivo Nonostante Marras. Tra gli undici centenari ritratti dalla fotografa sarda, c’è anche Antonio Argiolas, il fondatore della famosa azienda vinicola. L’esposizione si inserisce in Ritorni al futuro, il palinsesto tematico della primavera del 2016 proposto dal Comune di Milano, che vedrà centinaia di iniziative, tra mostre, concerti, spettacoli, proiezioni e incontri. RASSEGNA STAMPA 2016 23 marzo 2016 L'UNIONE SARDA Pagina Foglio 23-03-2016 56 1 100323 Data Codice abbonamento: Quotidiano RASSEGNA STAMPA 2016 23 marzo 2016 LA NUOVA SARDEGNA Data Pagina 100323 Foglio 23-03-2016 42/43 1 / 2 Codice abbonamento: Quotidiano RASSEGNA STAMPA 2016 23 marzo 2016 LA NUOVA SARDEGNA Pagina Foglio 23-03-2016 42/43 2 / 2 100323 Data Codice abbonamento: Quotidiano RASSEGNA STAMPA 2016 24 marzo 2016 AMICA.it http://www.amica.it/dailytips/senes/ < Senes, Cannonau di lunga vita > Tra vino e arte un progetto di casa Argiolas Senes dice tutto. È un nome che viene da lontano, che sa di terra e di sole, quello trovato da casa Argiolas, punto di riferimento per gli amanti del bere bene in Sardegna, per battezzare come elisir di lunga vita questo Cannonau, il vino che più esprime la terra isolana. Un progetto, ovviamente a lungo termine, fortemente voluto da Valentina, Antonio e Francesca Argiolas (la terza generazione della famiglia alla guida della cantina). La bottiglia si presenta in un cofanetto eslcusivo (edizione limitata) con un libro, dal titolo omonimo, che raccoglie i ritratti di undici ultracentenari realizzati dalla fotografa Daniela Zedda. La regione, infatti, ha un record di longevità notevole con una media di 22 centenario ogni 100mila abitanti (e una media di 373 su 377 comuni). Guardateli bene, qui sopra ne proponiamo tre, esprimono una vitalità potente, proprio come il rosso sulla cui etichetta è disegnato il genoma (il patrimonio cromosimo dell’umanità). Una bevuta piena di aromi, sfumature, ma anche carattere: le caratteristiche incise anche nei visi che scorrono nella gallery. Tutto ora è in mostra a cura di Francesca Alfano Miglietti sino al 28 aprile a Milano, nell’allestimento firmato da Paolo Bazzani, al Circolo Marras, dove passa sempre il meglio della Sardegna. E poi dal 29 maggio a fine estate nella Cantina Argiolas a Serdiana (Cagliari). RASSEGNA STAMPA 2016 24 marzo 2016 WINE NEWS.it http://www.winenews.it LA SARDEGNA VANTA UN PRIMATO INVIDIABILE: IN NESSUN ALTRO LUOGO AL MONDO VIVONO COSÌ TANTI CENTENARI. COME ANTONIO ARGIOLAS, PATRIARCA DELLA GRIFFE DEL VINO SARDA, CUI È DEDICATA LA PRIMA RISERVA DELLA CANTINA, “SENES”, OMAGGIO ALLA “MATURITÀ” Che sia per merito del clima, del vino, dello stile di vita o di chissà cos’altro, la Sardegna vanta un primato a dir poco invidiabile. In nessun’altra Regione d’Italia, ed in pochissimi angoli di mondo, ci sono così tanti centenari, specie tra gli uomini: addirittura il triplo, in proporzione, dei danesi, tra i popoli più longevi, con un’incidenza che si ritrova solo sull’Isola di Okinawa, in Giappone. Un “club” quello dei centenari, cui è appartenuto anche il protagonista del rinascimento della viticoltura sarda, Antonio Argiolas, classe 1906, “il patriarca” come era definito in famiglia, il fondatore e guida spirituale, di Cantine Argiolas (fondate nel 1938), scomparso nel giugno 2009, alla veneranda età di 102 anni e mezzo. È a storie come questa, e come le altre che rendono unica la Sardegna, che Franco Argiolas, seconda generazione della famiglia, ha brindato, “a kent’ annos”, ossia “a cent’anni”, presentando l’ultima produzione della storica cantina, nella “casa” milanese dello stilista sardo Antonio Marras, il Circolo Marras: “Senes”, adattamento sardo del termine latino Senex (maturità), ed è un Cannonau Riserva, la prima in assoluto per Argiolas. “Il brindisi che ha fatto mio padre - racconta a WineNews Valentina Argiolas, figlia di Franco e terza generazione della famiglia - è lo stesso che avrebbe fatto mio nonno, morto nel 2009 all’età di 102 anni e mezzo, perché quando si ha quell’età si contano anche i mesi, come i bambini”. Il vino, in effetti, è soprattutto un omaggio ad Antonio Argiolas, patriarca, fondatore e anima di Argiolas, ma anche ai sardi, a quei sardi che hanno più di cento anni e con la loro longevità dimostrano, forse, che bere Cannonau allunga la vita. Senes celebra il primato di longevità della Sardegna. Ma non lo fa da solo. “Come ogni nuova nostra produzione, la nascita di un vino è legata a un progetto più ampio - spiega Valentina Argiolas - ossia un libro fotografico che ritrae undici centenari sardi e raccoglie le loro storie. Le fotografie sono di Daniela Zedda, i testi di Marcello Fois e Manuela Arca. Il primo ritratto è quello di Antonio Argiolas, che a 102 anni con l’immancabile cappello in testa si aggira per la cantina a controllare le botti”. RASSEGNA STAMPA 2016 24 marzo 2016 WINE NEWS.it http://www.winenews.it La scelta di una Riserva, che ha bisogno di più tempo per la produzione, è voluta anche per esprimere il concetto di longevità. “La nostra azienda non aveva ancora prodotto una Riserva - continua Valentina Argiolas - ma il progetto era nell’aria da tempo, ma era come se non volesse nascere, non riuscivamo a trovare una data. Bisognava aspettare il momento giusto, che è arrivato quando mio nonno è venuto a mancare. In quel momento si è parlato tanto di longevità. Il nome lo abbiamo trovato subito, la maturità della senilità, ma non riuscivamo a trovare un’immagine, rischiava di essere qualcosa di triste. Alla fine il nostro grafico Alessandro Cortes ha avuto un’idea geniale: rielaborare il genoma, il patrimonio cromosomico dell’essere umano, nei colori dell’oro e dell’argento, i colori più belli dell’età matura e così è nata l’etichetta”. Senes nasce dai vigneti di Cannonau arrampicati sulle colline di Siurgus Donigala, nelle Tenute di Sisini, in piena Trexenta, trenta chilometri a Nord di Cagliari. “Il vino è anche un atto d’amore nei confronti di questo grande vitigno che racchiude il carattere dei sardi più di ogni altro prodotto - racconta l’enologo di Argiolas, Mariano Murru nasce in una delle vigne più vocate, dove terreni ricchi di marne calcaree, esposti a venti di maestrale che proteggono le uve dal troppo calore, soggetti a sbalzi termici tra giorno e notte, danno un frutto elegante, fine, con una significativa espressività di aromi. Le condizioni del terreno e la maturità delle viti fanno sì che la produzione per pianta sia fortemente limitata. Senes matura in vasche di cemento, si affina in piccoli fusti di legno di rovere per 12 mesi e ha un successivo affinamento in bottiglia, e la prima annata è la 2012”. Era dal 2010, con l’Iselis bianco e rosso, che la griffe sarda non lanciava un nuovo prodotto, e per Valentina Argiolas c’è persino in po’ di “ansia da prestazione, perché non sai mai come andrà. Per noi era un prodotto completamente nuovo, dovevamo creare un vino moderno, longevo che racconti un territorio e al passo con i tempi. Adesso siamo molto soddisfatti”. La nuova bottiglia è già in commercio, mentre i ritratti di Daniela Zedda rimarranno esposti a Milano, fino al 28 aprile, al Circolo Marras, per trasferirsi poi in Sardegna, alle Cantine Argiolas di Serdiana, dal 29 maggio, giornata di Cantine Aperte, e per tutta l’estate. RASSEGNA STAMPA 2016 24 marzo 2016 WINE NEWS.it http://www.winenews.tv/index.php?wnv=6998 “Il filo conduttore del progetto è l’invecchiare bene, cosa che riesce molto bene in Sardegna. Ed il Cannonau è il simbolo per eccellenza della longevità sarda”. Così Valentina e Franco Argiolas presentano a Milano Senes, l’ultimo vino dell’azienda. “Raccontiamo la longevità non solo con il Cannonau, ma anche con le foto di ultracentenari sardi, ritratti dall’obiettivo di Daniela Zedda, raccontati dalla prosa di Marcello Fois e Manuela Arca. Il progetto è anche un tributo ad Antonio Argiolas” RASSEGNA STAMPA 2016 24 marzo 2016 L'UNIONE SARDA Pagina Foglio 24-03-2016 49 1 100323 Data . Codice abbonamento: Quotidiano RASSEGNA STAMPA 2016 25 marzo 2016 L'UNIONE SARDA.it http://www.unionesarda.it/articolo/cultura/2016/03/24/senes_un_libro_e_una_mostra_per_brindare_ai_centenari_il_progetto-8-481690.html Senes, un libro e una mostra per brindare ai centenari: il progetto inaugurato a Milano Un brindisi alla longevità, uno alla commistione tra arti e uno per guardare al futuro. È terminata con l’immancabile augurio ai cento e più anni la prima presentazione del progetto Senes a Milano, nello spazio Nonostante Marras. Ideato e voluto dalla famiglia Argiolas in tributo al patriarca e fondatore dell’azienda di Serdiana, Antonio Argiolas, Senes è un superbo cannonau riserva, un libro e una mostra fotografica. 11 centenari, magistralmente ritratti da Daniela Zedda raccontano la vecchiaia come età della pienezza e della vitalità. C’è chi va in bicicletta, chi ricama il macramè e chi legge testi di filosofia. chi si prepara a sistemare le reti da pesca, va in campagna, magari con le sue pecore o programma un viaggio. Ogni custode del segreto di lunga vita è sintetizzato, nel volume fotografico curato da Alessandro Cortes con una parola simbolo racchiusa poi nella prosa poetica di Marcello Fois. Manuela Arca, accompagnando Daniela Zedda alla scoperta di queste vite straordinarie, ha realizzato le biografie e la prefazione del volume. RASSEGNA STAMPA 2016 25 marzo 2016 L'UNIONE SARDA.it http://www.unionesarda.it Due gli appuntamenti dedicati a Senes nello spazio di Antonio Marras: il primo martedì 22 marzo con l’inaugurazione della mostra fotografica curata da Francesca Alfano Miglietti con le suggestive letture di Marcello Fois. Mercoledì 23 la famiglia Argiolas al completo ha presentato l’intero progetto e il libro fotografico, in un evento all’insegna del gusto firmato dagli speciali sapori dello chef Sergio Mei che ha visto la partecipazione di importanti personalità della cultura e dello spettacolo. Le voci e le impressioni di Valentina Argiolas (Cantine Argiolas), di Marcello Fois, autore dei testi di "Senes", di Francesca Alfano Miglietti, curatrice della mostra, di Valerio Staffelli di "Striscia la notizia" e della scrittrice sassarese Bianca Pitzorno. di Mariella Cortes RASSEGNA STAMPA 2016 25 marzo 2016 CIVILTÀ DEL BERE.com http://www.civiltadelbere.com/senes-argiolas-un-inno-alla-longeva-vitalita-sarda/ Senes Argiolas: un inno alla longeva vitalità sarda Le Cantine più lungimiranti e luminose, che possiamo considerare ambasciatrici della migliore Italia nel mondo, sono quelle, a mio modesto avviso, che uniscono alla qualità dei vini, maniacalmente ricercata, progetti di ampio respiro culturale. Wine is more. Come questo Senes prima Riserva di Cannonau della famiglia Argiolas, presentata al Circolo Marras, un “secret garden” di Milano. Senes debutta accompagnandosi a una raccolta fotografica di Daniela Zedda, alla prosa profonda di Marcello Fois e alla penna della giornalista Manuela Arca. Il vino, è nella bottiglia. Il resto in un volume prezioso, che ritrae undici sardi ultracentenari (tra i 100 e i 111) in pose vive, che consegnano il senso di forza e di una vitalità, ben lontane dagli accenti decadenti sui quali avrebbe potuto indugiare un’opera del genere. Consiglio di visitare il Circolo Marras, in via Cola di Rienzo 8: fino al 28 aprile si potranno ammirare queste toccanti fotografie in grande formato. Un omaggio al fondatore Antonio Argiolas E poi, il vino. È importante per la famiglia Argiolas: perché il progetto non casualmente è fiorito sull’isola che conta quasi 400 centenari, ma si tratta di un omaggio ad Antonio Argiolas, patriarca fondatore e anima dell’azienda per tutto il Novecento campato “kent’annos”, precisamente fino ai 102. Non si sarebbe potuto fargli il torto di legare il suo ricordo a un vino qualsiasi. Così lo descrive l’enologo Mariano Murru: «Il Cannonau è senza dubbio il vino sardo per eccellenza, forse quello che meglio identifica la storia, le tradizioni e il carattere dei sardi. Colore rubino brillante, sa essere intenso e speziato come la macchia mediterranea. Caldo ed accogliente come l’ospitalità dei suoi abitanti, forte e fiero, ma anche riservato ed austero come il carattere dei sardi stessi. Lungo e persistente come il ricordo che si prova quando si lascia quest’isola incantata, che non assomiglia a nessun altro posto al mondo». RASSEGNA STAMPA 2016 25 marzo 2016 CIVILTÀ DEL BERE.com http://www.civiltadelbere.com Senes Argiolas. Saggezza e complessità Senes nasce dai vigneti di Cannonau sulle colline di Siurgus Donigala, nelle tenute di Sisini, in piena Trexenta, trenta chilometri a Nord di Cagliari. Qui terreni ricchi di marne calcaree, esposti a venti di maestrale che proteggono le uve dal troppo calore, soggetti a sbalzi termici tra giorno e notte, donano un frutto elegante, fine, che si esprime con aromi brillanti. Le condizioni del terreno e la maturità delle viti fanno sì che la produzione per pianta sia fortemente limitata, condizione che porta l’uva ad esprimere al meglio i caratteri del vitigno e ad offrire un prodotto di altissima qualità. Senes fermenta in tini di acciaio, per mantenere la precisione del frutto, e successivamente matura, svolgendo la malolattica, in vasche di cemento, dove trova il suo equilibrio, infine si affina in piccoli fusti di legno per raggiungere la saggezza e la complessità, propria di un grande Senes. RASSEGNA STAMPA 2016 26 marzo 2016 STYLEMAGAZINE.it http://style.corriere.it/top-class/argiolas-cannonau-chi-beve-vino-campa-centanni/ ARGIOLAS CANNONAU: CHI BEVE VINO CAMPA CENT’ANNI Cantina con oltre un secolo di vita, Argiolas celebra il primato di longevità della sua regione e il contributo del vino simbolo della produzione autoctona sarda DI ALBERTO BRIGIDINI Giovanna classe 1908, Giacobba 1912, Giulio 1913: oltre all’età ultra centenaria questi arzilli vecchietti hanno in comune un altro importante fattore. Tutti hanno l’abitudine a consumare, con moderazione, il vino che è simbolo della produzione autoctona sarda: il Cannonau. Si spiega così il segreto della loro longevità. Il Cannonau è infatti un vitigno che contiene la maggiore concentrazione di polifenoli, antiossidanti naturali, che contribuiscono alla vitalità cellulare e al benessere delle arterie. Un primato di longevità che è stato celebrato da Argiolas, cantina con oltre un secolo di vita, simbolo di eccellenza nella produzione vinicola della Sardegna, con la presentazione di un libro fotografico che racconta le storie di 11 centenari attraverso le immagini di Daniela Zedda e le parole di Marcello Fois e Manuela Arca. Ad accompagnare il volume, un cofanetto in limited edition con una bottiglia di Senes il nuovo Cannonau Riserva di Argiolas. I ritratti di Daniela Zedda sono esposti a Milano, dal 24 marzo al 28 aprile presso il Circolo Marras, in via Cola di Rienzo 8. La mostra si trasferirà poi in Sardegna presso la Cantina Argiolas di Serdiana (Cagliari), dal 29 maggio, in occasione di Cantine Aperte e per tutta l’estate. RASSEGNA STAMPA 2016 28 marzo 2016 BLOGOSFERE.it http://blogosfere.it Argiolas Circolo Marras: il nuovo Cannonau Riserva Senes e la mostra, il party con Lella Costa, Bianca Atzei, Valerio Staffelli Argiolas ha presentato il suo nuovo Cannonau Riserva Senes presso il Circolo Marras a Milano. Un aperitivo sardo, con menu curato dallo chef Sergio Mei nella cornice dell’esposizione delle foto di centenari sardi di Daniela Zedda, allestita presso il Circolo Marras fino al 28 aprile. Le immagini del party sono su Style & Fashion RASSEGNA STAMPA 2016 28 marzo 2016 BLOGOSFERE.it http://blogosfere.it Argiolas ha presentato il suo nuovo Cannonau Riserva Senes presso il Circolo Marras a Milano. Un aperitivo sardo, con menu curato dallo chef Sergio Mei nella cornice dell’esposizione delle foto di centenari sardi di Daniela Zedda, allestita presso il Circolo Marras fino al 28 aprile. La famiglia Argiolas ha accolto insieme ai padroni di casa Antonio e Patrizia Marras: Lella Costa, Bianca Atzei, Valerio Staffelli con la moglie Matilde e la figlia Rebecca, la scrittrice Bianca Pitzorno, il pubblicitario Gavino Sanna. Presenti lo scrittore Marcello Fois e la giornalista Manuela Arca, autori dei testi del libro Senes, e Francesca Alfano Miglietti, curatrice della mostra fotografica. Argiolas celebra il primato di longevità della sua regione e il contributo essenziale del suo vino simbolo, il Cannonau, nelle pagine di un libro fotografico che raccoglie le storie di 11 centenari, ritratti dall’obiettivo di Daniela Zedda, raccontati dalla prosa di Marcello Fois e Manuela Arca. Ad accompagnare il libro in un cofanetto esclusivo in edizione limitata, il nuovo Cannonau riserva di Argiolas, che ha nel suo stesso nome un tributo alla longevità: Senes. Il progetto Senes (libro fotografico e vino) è soprattutto un omaggio ad Antonio Argiolas, patriarca fondatore e anima di Argiolas. I ritratti di Daniela Zedda saranno esposti a Milano fino al 28 aprile presso il Circolo Marras in via Cola di Rienzo 8. La mostra si trasferirà poi in Sardegna presso la Cantina Argiolas di Serdiana (Cagliari), dal 29 maggio in occasione di Cantine Aperte e per tutta l’estate. RASSEGNA STAMPA 2016 28 marzo 2016 FASHIONIDENTITY.BLOGOSFERE.it http://blogosfere.it Argiolas Circolo Marras: il nuovo Cannonau Riserva Senes e la mostra, il party con Lella Costa, Bianca Atzei, Valerio Staffelli Argiolas ha presentato il suo nuovo Cannonau Riserva Senes presso il Circolo Marras a Milano. Un aperitivo sardo, con menu curato dallo chef Sergio Mei nella cornice dell’esposizione delle foto di centenari sardi di Daniela Zedda, allestita presso il Circolo Marras fino al 28 aprile. Le immagini del party sono su Style & Fashion RASSEGNA STAMPA 2016 28 marzo 2016 FASHIONIDENTITY.BLOGOSFERE.it http://blogosfere.it La famiglia Argiolas ha accolto insieme ai padroni di casa Antonio e Patrizia Marras: Lella Costa, Bianca Atzei, Valerio Staffelli con la moglie Matilde e la figlia Rebecca, la scrittrice Bianca Pitzorno, il pubblicitario Gavino Sanna. Presenti lo scrittore Marcello Fois e la giornalista Manuela Arca, autori dei testi del libro Senes, e Francesca Alfano Miglietti, curatrice della mostra fotografica. Argiolas celebra il primato di longevità della sua regione e il contributo essenziale del suo vino simbolo, il Cannonau, nelle pagine di un libro fotografico che raccoglie le storie di 11 centenari, ritratti dall’obiettivo di Daniela Zedda, raccontati dalla prosa di Marcello Fois e Manuela Arca. Ad accompagnare il libro in un cofanetto esclusivo in edizione limitata, il nuovo Cannonau riserva di Argiolas, che ha nel suo stesso nome un tributo alla longevità: Senes. Il progetto Senes (libro fotografico e vino) è soprattutto un omaggio ad Antonio Argiolas, patriarca fondatore e anima di Argiolas. I ritratti di Daniela Zedda saranno esposti a Milano fino al 28 aprile presso il Circolo Marras in via Cola di Rienzo 8. La mostra si trasferirà poi in Sardegna presso la Cantina Argiolas di Serdiana (Cagliari), dal 29 maggio in occasione di Cantine Aperte e per tutta l’estate. RASSEGNA STAMPA 2016 29 marzo 2016 STYLEANDFASHION.BLOGOSFERE.it http://blogosfere.it Argiolas Circolo Marras: il nuovo Cannonau Riserva Senes e la mostra, il party con Lella Costa, Bianca Atzei, Valerio Staffelli, le foto RASSEGNA STAMPA 2016 30 marzo 2016 PANORAMA Data Foglio 30-03-2016 119 1 100323 Pagina Codice abbonamento: Settimanale RASSEGNA STAMPA 2016 30 marzo 2016 CRONACHE DI GUSTO.it http://www.cronachedigusto.it Chi beve Cannonau campa 100 anni: Argiolas presenta Senes, il vino dedicato ai centenari Il vino sardo per eccellenza? Il Cannonau, è ovvio. Che, oltretutto “è quello che meglio identifica la storia,le tradizioni e il carattere dei sardi – dice Mariano Murru, enologo dell’azienda Argiolas. Colore rubino brillante, sa essere intenso e speziato come la macchia mediterranea. Caldo ed accogliente come l’ospitalità dei suoi abitanti, forte e fiero, ma anche riservato ed austero come il carattere dei sardi stessi. Lungo e persistente come il ricordo che si prova quando si lascia quest’isola incantata, che non assomiglia a nessun altro posto al mondo”. C’è di più: il Cannonau è anche un elisir di lunga vita. Intanto perché lo stesso fondatore di queste storiche cantine, Antonio Argiolas, ha vissuto sino a 102 anni. E, poi, è stato accertato che nei 377 comuni della Sardegna vivono mediamente 373 centenari: 22 ogni 100.000 abitanti, ha censito l’‘archivio di longevità’ del progetto AKeA (acronimo di A Kent Annos, a Cent’anni) dell’Università di Sassari. Un progetto di ricerca che negli ultimi anni ha studiato più di 3.000 centenari dell’Isola, tra cui anche il fondatore della cantine di Serdiana, Antonio Argiolas, per cercare di individuare i fattori di longevità. Scoprendo che fattore comune tra gli intervistati era proprio l’abitudine di bere, con moderazione, il vino che è la bandiera della produzione autoctona sarda: il Cannonau. E, dicono gli Argiolas, seconda a terza generazione, “bere Cannonau quotidianamente contribuisce, insieme ad altri fattori, a vivere più a lungo. Questo perché il Cannonau è il vitigno che contiene la maggiore concentrazione di polifenoli, antiossidanti naturali, che contribuiscono alla vitalità cellulare e al benessere delle arterie”. RASSEGNA STAMPA 2016 30 marzo 2016 CRONACHE DI GUSTO.it http://www.cronachedigusto.it E, così, per omaggiare intanto il fondatore dell’azienda e poi quei sardi che superano il secolo di vita, la cantina portabandiera dell’enologia sarda di qualità, ha deciso di dedicargli un vino, Senes, un Cannonau di Sardegna doc riserva 2012 ottenuto da uve raccolte nelle vigne arrampicate sulle colline di Siurgus Donigala, in piena Trexenta, a trenta chilometri a Nord di Cagliari, e piantate in terreni calcareo-argilloso con ciottoli di piccola e media dimensione, a 220 metri sul livello del mare, con una piccola aggiunta di Carignano e Bovale. Poi per celebrare il primato di longevità della Sardegna e il contributo essenziale del vino simbolo, il Cannonau, la seconda e terza generazione degli Argiolas ha dato vita al progetto “Senes” con un libro fotografico che raccoglie le storie di 11 centenari, ritratti dall’obiettivo di Daniela Zedda, raccontati da Marcello Fois e Manuela Arca. Ad accompagnare il libro in un cofanetto esclusivo in edizione limitata, del nuovo Cannonau riserva di Argiolas, che ha nel suo stesso nome un tributo alla longevità. L’iniziativa è stata presentata a Milano, nell’atelier dello stilista Antonio Marras (via Cola di Rienzo 8), dove è stata allestita anche la mostra dei ritratti di Daniela Zedda che si può visitare sino al 28 aprile. Poi bisognerà andare nelle cantine Argiolas di Serdiana per vedere la mostra che sarà inaugurata in occasione di cantine aperte, il 29 maggio e sarà visitabile per tutta l’estate. RASSEGNA STAMPA 2016 30 marzo 2016 CRONACHE DI GUSTO.it http://www.cronachedigusto.it A Milano, intanto, il Senes, ma anche altri vini di Argiolas, sono stati degustati con un cocktail in stile sardo preparato da Sergio Mei con piatti descritti in dialetto e in lingua italiana. E, cioè, pàne, alluermànu e obla (pane, olio e olive) e pàne e tamàta (pane e pomodoro), apiu, casu friscu e buttariga (sedano, formaggio fresco e bottarga) e finugu, tunnu e cibuda (finocchio, tonno e cipolla), ripassadu de arveghe cun sapore de sas tancas e fae frisca cun casu (rifatto di pecora alle spezie della macchia mediterranea e favette fresche al pecorino) e porcheddu isossadu, assadu a sa murta (maialino disossato croccante al mirto) e sa fregula cun caltzòfa e casu de craba (fregola con carciofi e formaggio di capra), pardulas de casu tìmu e limoni (formaggelle di formaggio, timo e limone), amarètus de mendula (amaretti di mandorle) e mustaciòlus de Aristanis (mostaccioli di Oristano). A questo punto, per gli invitati, c’è stato solo l’imbarazzo della scelta dei vini da abbinare alle proposte di Mei. Ognuno ha potuto sbizzarrirsi come ha voluto, ma guardando i ritratti dei centenari, un po’ tutti si sono buttati sulla medicina, ovviamente preferibile a quelle che si vendono in farmacia, messo a disposizione dalla famiglia Argiolas, il Cannonau riserva 2012 che oltretutto è un elegante vino che richiama i profumi dei frutti rossi, delle spezie e delle erbe mediterranee; in bocca, è caldo, rotondo di buona struttura e ottimo equilibrio. Insomma, una medicina gradevolissima e che si consuma senza prescrizione medica. E, poi, nella serata milanese ci ha pensato il bravissimo Mei a rendere ancora più facile l’assunzione della medicina-Cannonau. Sotto gli occhi puntanti degli 11 centenari fotografati da Zedda e che sembrava che “volessero lasciare” la foto per buttarsi sul buffet e degustare l’ennesimo bicchiere dell’elisir prodotto dalla famiglia Argiolas. “La volontà della mia famiglia è stata quella di rendere omaggio al fondatore della cantina attraverso un progetto in cui rappresenta l’ideale capitano di una squadra di centenari. Ognuno è portavoce di quei valori che caratterizzano da secoli la nostra isola e la gente di Sardegna. Tra questi l'inventiva di mio nonno, ma anche il movimento, emblema di uno stile di vita sano, la natura, dunque il rispetto per l'ambiente che ci circonda, l'unione, che racconta del valore della famiglia e degli affetti, l'ottimismo, la serenità e, infine, il vino, le cui caratteristiche e il cui consumo consapevole aiutano a vivere più a lungo. Pensando ad un vino che potesse incarnare gli stessi valori è nato il Cannonau riserva Senes.”, afferma Valentina Argiolas. Che, aggiunge: Con questo progetto tutto sardo, attraverso l’obiettivo di Daniela Zedda e la prosa di Marcello Fois e Manuela Arca, è stata data la possibilità a 11 centenari sardi, tra i 100 e i 111 anni, di raccontare la loro storia e quello che ancora oggi sentono come l’essenza della loro longevità. Ma, anche, un esempio e un auspicio di vivere la vecchiaia come tempo di pienezza”. RASSEGNA STAMPA 2016 31 marzo 2016 MARIE CLAIRE.it http://www.marieclaire.it/Cucina/food-news/vino-cannonau-senes-cantina-argiolas#3 Senes, la mostra bellissima sul vino a Milano La cantina Argiolas celebra il vitigno di bandiera con una nuova etichetta e una mostra a Milano. Un bicchiere di Cannonau al giorno allunga la vita? Se lo chiedi ai sardi loro ti risponderanno di sì! E la bella notizia è che hanno ragione: il Cannonau è il vitigno che contiene la maggior concentrazione di polifenoli, gli antiossidanti naturali che contribuiscono al ricambio cellulare e al benessere delle arterie. Inoltre i risultati del progetto di ricerca AKeA dell’Università di Sassari hanno confermato che il minimo comune determinatore, tra gli oltre 3000 centenari intervistati, era proprio il bere, con moderazione, il vino di bandiera della Sardegna. Tra i centenari interpellati dai ricercatori anche Antonio Argiolas, patriarca, fondatore e anima della cantina Argiolas fino alla veneranda età di 102 anni. Episodio che ha fatto scattare alla nipote Valentina Argiolas, ora alle redini dell'azienda, l'idea per una nuova etichetta. Si chiama Senes, adattamento sardo del termine latino Senex maturità, è un Cannonau riserva di colore rubino brillante, caldo ed accogliente, intenso e speziato. Nasce sulle colline di Siurgus Dongala, a trenta chilometri a nord di Cagliari, e racchiude nei suoi aromi tutto il carattere e la forza dell’isola e dei suoi abitanti. RASSEGNA STAMPA 2016 31 marzo 2016 MARIE CLAIRE.it http://www.marieclaire.it Il progetto della nuova etichetta, voluto personalmente da Valentina, non è solo un omaggio a suo nonno ma anche un tributo alla longevità della Sardegna, dai numeri davvero sorprendenti: nei 377 comuni dell’isola vivono mediamente 373 centenari, 22 ogni 100.000 abitanti. Così, per celebrarne il lancio e diffondere l’incredibile primato anche oltremare, Valentina Argiolas ha voluto coinvolgere altre personalità della sua terra: ha chiamato una fotografa sarda Daniela Zedda e ne è nato un libro che raccoglie le storie di 11 centenari e i loro ritratti. E poi l’imprenditrice e la fotografa hanno chiamato uno stilista sardo Antonio Marras e ne ha nata una mostra: fino al 28 aprile i ritratti di Daniela Zedda saranno esposti nello spazio milanese del designer il Circolo Marras in via Cola di Rienzo 8.La mostra si trasferirà poi in Sardegna presso la Cantina Argiolas di Serdiana, dal 29 maggio in occasione di Cantine Aperte e per tutta l’estate. In anteprima i ritratti e la storia di: Giovanna Pastidda, 108 anni (Sassari, 23 gennaio 1908) Sin da bambina ha fatto la raccoglitrice di olive, per due volte è risorta da condizioni di povertà estrema, è andata in pensione da fioraia. Il nipote che l’accudisce una volta alla settimana le prepara la pizza. Giovanna ha il cellulare e ama guardare la tv. RASSEGNA STAMPA 2016 31 marzo 2016 MARIE CLAIRE.it http://www.marieclaire.it Giulio Podda, 102 anni (San Sperate, 27 settembre 1913) Se le energie glielo consentono monta sul sellino alla bersagliera, Tziu Giuliu è sempre con la sua Graziella, inizia a pedalare all’alba di ogni giorno e percorre circa sette chilometri al dì. Ha sempre fatto il pastore e l’agricoltore. RASSEGNA STAMPA 2016