4 8 • rassegna n. 20 inverno 2005-2006
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4 8 • rassegna n. 20 inverno 2005-2006
48 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 LE OLIMPIADI INVERNALI 2006 TORINO CAPITALE MONDIALE DELLO SPORT, UN RILANCIO PER LIMONE PIEMONTE DI GIANFRANCO BIANCO 49 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 Alcuni giorni fa ad Atene chiesi a Manos, il braccio destro del ministro dell'Interno greco nei giorni delle olimpiadi estive del 2004, quale sentimento prevalesse in lui e nei suoi concittadini ad oltre un anno dai giochi, dall'attenzione del mondo, dall'invasione dei turisti, dall'ubriacatura di sport e reminiscenze classiche, trasporti sincronizzati e taverne affollate. E Manos, grattandosi appena un poco il naso che domina il suo inconfondibile profilo greco non esitò un attimo nella risposta: “il vuoto”, disse. E aggiunse “Dopo mesi e mesi in cui si era abituati a lavorare quattordici - venti ore al giorno; improvvisamente ti trovi senza aver più niente da fare. È come spegnere la luce. Il buio. Tutto finito”. Sono andato da Manos per sapere cosa sarà di noi, di Torino 2006, della città olimpica, delle opere e dei progetti, sapendo che quello che è successo ad Atene, sia pure ridotto alle dimensioni più contenute della olimpiade invernale toccherà anche a noi. Mi piace scriverlo subito. È molto piemontese. Ci mette al riparo dal montarci la testa e mi ricorda un amico fossanese che non si esaltava mai troppo il sabato sapendo che comunque sarebbe arrivato il lunedì; né si eccitava fuori misura alla partenza delle ferie, dal momento che già presagiva l'angustia del ritorno al lavoro. Previdente. O bogianen. Le Olimpiadi hanno segnato profondamente la mia avventura professionale ed anche quella personale ed umana. Guardando agli otto anni che mi stanno alle spalle ho persino timore di scriverne con troppe maiuscole che possono apparire esagerate a chi in fondo vi ha assistito da spettatore di periferia. Torino sarà la capitale mondiale dello sport: vi affluiranno, dal 10 al 26 febbraio, un milione di spettatori, 2500 atleti, 10.000 giornalisti. Nel Cuneese, in occasione delle Olimpiadi invernali, sono stati ammodernati gli impianti sciistici di Limone Piemonte. A Seul il 19 giugno del 1999 quando inaspettatamente Torino riuscì a prevalere sulla località svizzera di Sion, i propositi di chi aveva avanzato la candidatura erano tutti riassumibili nel “sogno Barcellona”. Voleva dire che Torino avrebbe potuto afferrare al volo l’occasione per a) strappare finanziamenti consistenti al governo centrale b) portare alla soluzione i grandi progetti nel cassetto: la metropolitana, il passante ferroviario, la tangenziale, l'alta velocità verso Lione e verso Milano c) affrettare la transizione dalla fine della capitale industriale verso una nuova città di servizi congressuali, centro di ricerca scientifica di sperimentazione tecnologica e di turismo. Ed è a questo che dobbiamo guardare quando a Capodanno mancheranno appena quaranta giorni all'inizio della fiaba, quella che dallo al 26 febbraio voracemente consumerà sogni e stelle lasciando lo stesso senso di vuoto di Atene per quanto riguarda le passioni ma anche la consolante certezza di aver incassato una opportunità storica per far migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per fare le olimpiadi lo Stato italiano, vuoI dire tutti noi che paghiamo le tasse, ha stanziato con una legge apposita 1179 milioni di euro ed altri 507 milioni sono arrivati da enti pubblici e privati, ad esempio l'Anas o la Sitaf, la società del traforo del Fréjus. Vuol dire oltre 1600 milioni per realizzare 65 opere, previste dal “dossier olimpico”, il libro maestro dei giochi e così suddiviso: cinquecento milioni di euro per gli impianti sportivi; quattrocento per i villaggi degli atleti o dei giornalisti; settecentottanta per le opere stradali. Cifre da capogiro che lasciano una eredità innegabile. Tra gli impianti sportivi, e solo per restare a Torino, le olimpiadi hanno consentito di restaurare il Palavela di corso Unità d'Italia e il Palazzo di Torino Esposizioni, con la bella volta di Pierluigi Nervi, per anni sede del salone dell'auto; innalzare lo splendido Palasport progettato dal giapponese Arata Isozaki per dodici mila posti, cresciuto al lato del vecchio Stadio Comunale, ribattezzato stadio olimpico, anche questo a sua volta restaurato con la nuova copertura e e sedili per ventottomila spettatori. E poi il gioiello dei palazzi del ghiaccio, parliamo dell’edificio per il pattinaggio di velocità, ribattezzato Pala-Ovai, nella spianata del Lingotto dove sorgeva la Fiat Avio: diecimila metri quadri di tensostruttura che si regge sulle grandi travi costruite dall'impresa Cimolai di Pordenone e che dopo le olimpiadi sarà un grande padiglione annesso al centro fieristico del Lingotto. Tutto questo (non dimentichiamo quello che sarà l'unico impianto di pattinaggio sempre aperto a Torino, il Pala-tazzoli, di corso Tazzoli nel quartiere Mirafiori), ha fatto di Torino una vera capitale del ghiaccio. Il resto è andato ai grandi impianti in montagna come l'area del bob-slittinoskeleton a Sansicario e il trampolino a Pragelato o gli stadi del freestyle a Sauze d'Oulx, dello snowboard a Bardonecchia, del Biathlon a Cesana. Il servizio fotografico presenta i nuovi impianti sciistici di Limone Piemonte 50 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 51 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 Pioggia di miliardi di vecchie lire sull’alta valle Susa e Chisone che hanno cambiato il volto delle stazioni di sci con nuovi impianti, basti pensare alla telecabina da Sestriere al Fraiteve che consente il collegamento con Sansicario; o l'altra che da Cesana porta a Sansicario. Ma un dato serve su tutti gli altri: gli invasi artificiali hanno creato una tale struttura di innevamento artificiale da quadruplicare il domaine skiable dell’alta valle Susa da Sestriere a Claviere a Cesana a Sauze e Bardonecchia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la val Susa oltre alla pioggia di miliardi per i suoi impianti ha ottenuto con i fondi dell'agenzia olimpica o dei privati -e dunque con i soldi di tutti noi- nuove strade: si pensi alla nuova veste della statale del Monginevro; alla quarta corsia dell'Autofrejus; alla circonvallazione di Avigliana con la possibilità per il traffico in arrivo dalla pedemontana Cuneo-SaluzzoPinerolo di immettersi senza intoppi sulla Autofrejus. E infine: il nuovo svincolo di Bruere tra tangenziale di Torino e Autofrejus. Una pioggia che non è inferiore ai 700 miliardi. Opere e investimenti che fanno impallidire le attese delle popolazioni di altre vallate del Piemonte. Si pensi ai tempi biblici in atto da noi per il raddoppio del tunnel del Tenda, per la Cuneo-Asti, per non dire del traforo del Mercantour. Ma potremmo citare anche il collegamento di Biella con le autostrade o la Asti-Casale, ridotta ad un moncone. C'è sempre un aggiornamento, c'è sempre una finanziaria di emergenza che cancella all'ultimo momento lo stanziamento. Eppure a dispetto di questo sfondo di figli e figliastri il Piemonte si rallegra per questo traguardo olimpico, perchè la regione è fatta di persone che lavorano, guardano al progresso, alle conquiste, ai successi altrui, alla pioggia di miliardi, senza invidie o gelosie. L’applauso è di tutti anche se ammessi alla festa saranno solo Torino e due posti: la val Chisone e la Valsusa. I conti si faranno dopo: compreso il destino di soldi pubblici arrivati a società di gestione impianti che sono private, tema questo che proporrà difficili scelte giuridiche dopo i giochi. Che ne sarà? In ogni caso per offrire benefici ed opportunità anche alle vallate Piemontesi fuori dai riflettori è nato il progetto delle opere di accompagnamento, finanziate dalla regione, dagli enti locali comprese le province e in parte dai privati che hanno consentito di ridare smalto a stazioni dal monregalese fino alla lontana val Formazza. 52 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 53 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 54 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 Totale degli interventi in Piemonte centosettanta milioni di euro, di cui cinquanta nella provincia di Cuneo. Valga un esempio che ci porta a Limone Piemonte dove grazie a 45 milioni di euro di fondi pubblici e della società Lift che gestisce la riserva bianca si è risuciti a mettere mano ad un ammodemamento che almeno in parte consente di superare il gap che ci divide dalle stazioni della più prossima Francia. L'estate è passata in alta val Vermenagna con gli uomini della Leitner di Vipiteno impegnati a montare tre impianti: necessari ma sempre rimandati per la consistenza dell’investimento. Eccoci allora a inaugurare la stagione sciistica con gli sci penzoloni dalla nuova seggiovia quadriposto che sale il vallone della Cabanaira dalle biglietterie di “quota 1400” fino alla cresta di confine. Per 1750 metri. Sostituisce la vecchia seggiovia biposto per sciatori semicongelati che non vedevano l’ora di approdare a “baita 2000”. 2400 persone l’ora anziché 720. Dimezzati i tempi di percorrenza da 12 minuti a sei. Ed è quadriposto anche la seggiovia che dalla Panice sale agli impianti del sole. Impiegheremo sette minuti nel collegamento chiave della riserva bianca quello tra il sole e quota 1400: gli sciatori cuneesi conoscono bene l’intasamento del vallone della Panice, le code, le interminabili attese al gelo. L’ultimo tassello riguarda la seggiovia quadriposto da 2400 persone, sette minuti di percorrenza: sostituisce tre skilift dell'anfiteatro Pian del Leone-Pancani. Ma negli interventi di accompagnamento la regione ha incluso per Limone anche i parcheggi: a Limonetto, a Panice Soprana, e due nel capoluogo. Lo spettacolo durerà 17 giorni e comincerà la sera del 10 febbraio nello stadio che fu già “Mussolini”; quindi Comunale per le imprese di Boniperti, Sivori e Charles, ora Olimpico per l’occasione e domani “Stadio Grande Torino”. Ci saranno 35 mila fortunati, alcuni dei quali pagheranno fino a mille euro lo spettacolo da una comoda poltrona; un altro miliardo ben che vada seguirà la cerimonia davanti alla tivù. Su un palcoscenico di 4 mila metri quadri verrà inscenato il meglio del made in Italy; quindi sfileranno le ottantatrè squadre 55 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 presenti e per l'Italia la bandiera sventolerà nelle mani di Carolina Kostner, altoatesina, che studia e si allena in Germania, star nascente del pattinaggio di figura. Duemilacinquecento atleti si contenderanno 84 medaglie in 15 discipline: da quelle che sulle nostre Alpi sono poco o nulla praticate (il bob, lo skeleton, lo slittino, lo stesso biathlon o il curling ) a quelle che sfiorano la definizione di “sport di massa”(lo sci alpino e lo sci nordico). Ci sono gli sport spettacolo, come il freestyle e quelli che si affacciano alle Olimpiadi con la protervia di un mercoledì da leoni, vedasi lo snowboard e il mondo border line che lo sostiene e ne è ampiamente foraggiato. Poi c’è il ghiaccio su cui Torino imporrà il suo dominio assoluto. Sono andati a ruba in poche settimane i biglietti del pattinaggio. Ma anche lo short 56 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006 treck e lo speed skating hanno fatto il pieno per non dire dell'Hockey, l’unica disciplina che dominerà tutti i 15 giorni di gara, assegnerà l’ultimo oro domenica 26 febbraio con la finalissima e farà calare nelle piazze subalpine una pittoresca folla di tifosi da Russia e Canada, Repubblica Ceka e Stati Uniti. I giorni saranno di fatica e cronometro. Le notti saranno magiche mentre già sono richiestissimi i pass ospitalità per le varie case: dal Canada che aprirà le porte di palazzo Cavour, a Vancouver 2010 che ha costruito una baita stile British Columbia. La Germania e gli Stati Uniti hanno requisito le società di remi sul Po, la Francia avrà Palazzo Barolo, l’Italia il cortile del castello del Valentino sede della facoltà di architettura. Le olimpiadi porteranno un milione di spettatori, ma anche duemilacinquecento atleti ed altrettanti tecnici e allenatori; duemilatrecento rappresentanti della famiglia olimpica e dei comitati olimpici nazionali; seicentocinquanta giudici e arbitri; diecimila giornalisti, fotografi, telecronisti, operatori e ventimila volontari. La NBC, la potente catena televisiva che ha l’esclusiva per Canada e Stati Uniti, calerà con una task force di millecinquecento persone. C'è da giurare che già nelle settimane precedenti, questa folla sciamerà verso il resto del Piemonte dove si alleneranno protette da discrezione e silenzio, le varie squadre. Poi. Poi il 26 sarà tutto finito. Ci sarà una coda dal 10 al 19 marzo per le Paralimpiadi. Si comincerà a tracciare conti e bilanci. Si leccheranno le ferite e forse sentiremo quella sensazione di vuoto di cui parlava Manos da Atene. “Si spegne la luce”. Basta. È finito tutto. 57 • R A S S E G N A N. 2 0 INVERNO 2005-2006