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Torino
Teatro Vittoria
Francesco Romano liuto
Lunedì 14.IX.09
ore 18 e ore 22
Weiss
Muffat
J.S. Bach
Biber
Pachelbel
Progetto Grafico Studio Cerri & Associati
Viva fui in silvis
La voce del liuto
ore 18
ore 22
Sylvius Leopold Weiss
(1686-1750)
Johann Sebastian Bach
Prélude pour la luth BWV 999
Partita n. 6 in la minore
Fantasia
Allemande
Courante
Gavotte
Sarabande
Menuet
Gigue
Franz Ignaz von Biber
(1644-1704)
Passacaglia
Johann Pachelbel
(1653-1706)
Georg Muffat
(1653-1704)
Suite in fa diesis minore
Allemande L’Amant malcontent
Courante L’Amant soulage
Sarabande L’Amant soupirant
Raillerie des Amants, Gigue
Passacaglia
Johann Sebastian Bach
(1685-1750)
Partita BWV 1006a
Prélude
Loure
Gavotte en Rondeau
Menuet I & II
Bourrée
Gigue
Sylvius Leopold Weiss
Tombeau pour la mort
de Monsieur Comte de Logy
Sonata n 12 in la maggiore
Prélude
Allemande
Courante
Menuet
Sarabande
Ciacona
Francesco Romano, liuto barocco a 13 cori
Videoimpaginazione e stampa • la fotocomposizione - Torino
a musica per liuto costituiva nel diciottesimo secolo un importante e premiL
nente aspetto della vita musicale tedesca. La sua diffusione era dovuta anche al
gran numero di dilettanti amatori di questo strumento, quasi sempre membri di
famiglie aristocratiche che, secondo una tradizione risalente al sedicesimo secolo,
compilavano ad uso personale raccolte manoscritte contenenti composizioni originali di autori italiani, francesi, inglesi e tedeschi, nonché trascrizioni di lavori concepiti originariamente per altri strumenti o per differenti organici strumentali,
come nel caso della Passacaglia di Muffat, trascritta da un anonimo liutista da un
originale per archi, e la Passacaglia di Biber da un originale per violino e continuo.
Sylvius Leopold Weiss, nato nel 1686 a Breslau (oggi Wroclaw, in Polonia) fu certamente l’ultimo e più grande rappresentante dell’arte liutistica del suo tempo. Egli ricevette le prime lezioni di musica dal padre e fu ben presto assunto come liutista al servizio del Principe-Vescovo della sua città. Dopo un breve soggiorno a Düsserldorf e a
Mannheim si recò a Roma, dove visse dal 1708 al 1714 entrando in contatto e collaborando con i maggiori musicisti di quel tempo, tra cui Arcangelo Corelli, allora all’apice della sua fama, gli Scarlatti (Alessandro e suo figlio Domenico) e Bernardo Pasquini. Al suo ritorno in Germania fu in servizio presso la splendida corte di Dresda, dove
visse fino alla morte come uno dei musicisti più ammirati del tempo in un ambiente
musicale straordinariamente fertile, nel quale erano attive figure come Hasse e Quantz,
oltre ai violinisti Pisendel e Veracini.
L’enorme produzione per liuto di Weiss, circa 850 pezzi, ci è giunta principalmente attraverso le raccolte di manoscritti custoditi a Dresda, Londra e Mosca. Tutta la
sua musica per liuto evidenzia con chiarezza la qualità principale che lo rese famoso in vita. In un libro sul liuto pubblicato nel 1727 Ernest Gottlieb Baron, anch’egli
liutista, riferisce sulla straordinaria cantabilità del suono di Weiss, sulla ricchezza
della sua dinamica e sul suo eccezionale talento di improvvisatore, tanto sul liuto
quanto sulla tiorba.
La Partita in la minore e la Sonata in la maggiore presenti nel programma sono
tratte dal manoscritto di Dresda. Ambedue sono introdotte da un breve preludio di
carattere improvvisativo cui fanno seguito i consueti tempi di Allemande, Courante, Menuet, Sarabande e Gigue. La Sonata in la maggiore è invece completata da
una Ciaccona che sottopone un basso di otto battute ad altrettante variazioni.
Il Tombeau pour la mort de Monsieur Comte de Logy, nobile cultore dello strumento,
è un’opera di grandi dimensioni (circa 10 minuti), scritta nella inusuale tonalità di si
bemolle minore, e costituisce con la sua tavolozza armonica e la gamma dei suoi
“affetti”, uno degli esempi più maturi della sua arte compositiva, presentando aspetti che già rivelano quello “stile sensibile” (Empfindsamkeit) che da lì a poco si affermerà in tutta la Germania nella seconda parte del XVIII secolo.
Sebbene la presenza del liuto in Germania fosse in quegli anni solidamente radicata, nonostante Bach avesse conosciuto e avuto modo di ascoltare in concerto molti
liutisti (sappiamo della sua presenza alla rappresentazione della Cleofide di Hasse,
nella quale Weiss era impegnato come liutista) egli dedicò a questo strumento un
esiguo numero di opere, di cui alcune furono trascrizioni di suoi precedenti lavori
destinati ad altri strumenti. Le ipotesi sull’autografo della Partita BWV 1006 sono
ancora aperte, poiché non viene indicata chiaramente una destinazione strumentale: Weiss trascrisse (tralasciando, come si è detto, un’indicazione strumentale precisa) una precedente versione autografa per violino solo (la BWV 1006a), mantenendo inalterato l’impianto tonale, ma traslando l’intera Partita un’ottava sotto,
fatto questo che renderebbe la sua esecuzione su uno strumento a tastiera certamente poco efficace e che invece ne legittimerebbe l’esecuzione sul liuto barocco.
È invece autografo il manoscritto del breve Preludio per liuto, pervenutoci anche in
una versione per clavicembalo.
Le composizioni per liuto di Johann Pachelbel fanno parte di una piccola raccolta
di sei brani in intavolatura francese, di cui quattro compongono una breve “suite”
di danze recanti, al pari di numerose altre opere coeve per liuto o per cembalo, un
titolo che ne descrive il contenuto emotivo.
Lo strumento utilizzato in questo concerto è una copia di Michael Lowe di un liuto
barocco di Sebastian Schelle, liutaio attivo a Norimberga intorno alla metà del
1700. Esso è munito di tredici cori, cioè di tredici corde che, con l’esclusione delle
due più acute, sono raddoppiate all’unisono sulla tastiera e all’ottava sul cavigliere.
Francesco Romano
Francesco Romano, successivamente al diploma di chitarra ottenuto con il massimo dei voti e la lode, si è rivolto allo studio del repertorio rinascimentale e barocco sugli strumenti appartenenti alla famiglia del liuto. Da molti anni svolge un’intensa attività concertistica come solista e come membro di formazioni da camera
per le principali istituzioni musicali e festival in Europa, America e Giappone (Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, Teatro Regio di Torino, Teatro della Pergola di Firenze, Festival di Stresa, Maggio Musicale Fiorentino, Musikverein di Vienna, Festival di Innsbruck, Festival di Musica Antica di Stoccolma, Festival di San
Pietroburgo, Tage für Alte Musik Berlino, Händel Festspiele Halle, Festival di Utrecht, Festival di Ambronnay, Festival di Lione, Postdamer Festspiele, Festival Bach
di Lipsia, Staatsoper Stuttgart, Staatsoper Hamburg, Festival di Montreux, Théâtre
de la Monnaie di Bruxelles, Théâtre de Champs-Elysées di Parigi, Festival di Musica Antica di Vancouver).
Ha collaborato, tra gli altri, con Christoph Coin, Enrico Onofri, Andrew Lawrence
King, Amandine Beyer, Academia Montis Regalis, Astrée. Ha effettuato registrazioni per le principali emittenti radiotelevisive europee e ha inciso per Opus 111, Naive,
Symphonia, RCA, Nuova Era, Capriccio, Edel Classic, Hyperion, ZigZag.
Il concerto del Torino Vocalensemble a Bose, previsto alle ore 16 di domenica 20
settembre, è stato posticipato alle ore 17
In sostituzione dell’annunciato concerto con la Yellow Magic Orchestra
Torino - lunedì 2 novembre 2009, ore 21 - Teatro Regio
Ryuichi Sakamoto: Playing the Piano, Europe 2009
Posto unico numerato 20 euro
Se desiderate commentare questo concerto, potete farlo sul sito
www.sistemamusica.it o su blog.mitosettembremusica.it