dossier - FederFARMACO

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dossier - FederFARMACO
Claudio Buono
Laura Camanzi
Enrico Maria Corno
DOSSIER
Testi a cura di
Sergio Meda
Federico Poli
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DOSSIER
A COLLOQUIO CON
MARCO ZAMPARELLI
NEL SEGNO
DEI TEMPI
La prevenzione, a livello sessuale, si traduce
in educazione dei giovani, in particolare degli
adolescenti, ai quali si chiede di acculturarsi
in merito, per affrontare consapevolmente la
vita di relazione e la loro sessualità. Ciascuno
dovrebbe essere messo al corrente dei cambiamenti fisiologici legati alla pubertà, per
governarne gli inevitabili turbamenti. Spesso
ci si chiede a chi tocchi operare: se debbono
badarci i genitori, per un loro doveroso impegno formativo, se vi deve provvedere la scuola,
oppure se vale la vecchia regola dello scambio
di esperienze (spesso riferite) legate al fratello, all’amico, al coetaneo. Tutte domande alle
quali cerchiamo di dare risposte con l’aiuto del
dottor Marco Zamparelli, sessuologo, neuropsichiatra del milanese ospedale di Niguarda
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A chi affidare il compito più delicato?
È indubbio che le risposte principali le deve
offrire la famiglia, che deve presiedere alla
crescita di un figlio; altre risposte debbono
venire dagli educatori della scuola, cui tocca
un ruolo, anche se pochi insegnanti si fanno
carico per intero di un compito pedagogico
così importante. Se ne sottraggono per ritrosia, per pudore, per non invadere la sfera
privata dell’adolescente. Per terzo interviene
l’empirismo, il fai da te, legato ai consigli/
suggerimenti, spesso non documentati, dei
compagni di scuola o di gioco, dei pari età. I
ragazzi si fidano dei coetanei, li preferiscono
agli adulti con i quali è difficile condividere
ansie, timori, inadeguatezze...
Lei ha figli, come si è regolato con loro?
Ho un figlio di 17 anni e mezzo, a tempo debito è stato messo a conoscenza delle situazioni. Dove non chiedeva autonomamente gli abbiamo dato informazioni semplici, essenziali,
al maschile e al femminile. Può essere che il
mio mestiere abbia agevolato i rapporti, anche nei confronti di suoi amici o coetanei che
spesso si sono rivolti a me in quanto adulto
un po’ speciale, competente. Mio figlio vive
il suo tempo, fatto di preservativi e di pillole
del giorno dopo. L’igiene e le cautele contro
le malattie a trasmissione sessuale sono frutto di una buona educazione collettiva. Per le
ragazze è più semplice: hanno il vantaggio di
un confronto agevole con la madre che i maschi non hanno, in rapporto al padre.
Perché questa differenza?
I ragazzi tendono maggiormente a chiudersi.
Il mondo degli adulti ha ridotte capacità pedagogiche. Talvolta ironizza, talvolta irride.
La complicità i maschi la trovano più facilmente nel gruppo di coetanei. Raro il caso di
un adolescente che chiede aiuto agli adulti.
Diciamo che si fida poco. Il sesso, in ogni
caso, è un fatto privato, riservato, personale.
Ha a che fare con l’intimità, con la privacy.
DOSSIER
E di uno come lei si fidano?
La figura del sessuologo è entrata in gioco
da non più di vent’anni: si sa chi è, cosa
fa, può essere un punto di riferimento. Le
ragazze, almeno sino ai 16-17 anni, hanno
confidenza con la madre. Dopodiché nascono le conflittualità ma si aprono ai coetanei.
Oggi con le giovani coppie si può ragionare di una finta mestruazione, mettendole a
parte dei rischi di una gravidanza che può
proporsi quando non c’è più rimedio. Stanno ad ascoltare, maschi e femmine, singoli
o in piccoli gruppi.
A volte il gruppo, però, crea non pochi
danni. Parliamo di bullismo, di machismo,
di violenze morali se non addirittura fisiche, sotto forma di coercizioni.
Il più delle volte, lontani da comportamenti devianti di gruppo, da episodi di violenza carnale collettiva, il bullismo produce
scherno, prese in giro, esposizione al ridicolo di soggetti apparentemente indifesi. Li
trovo numericamente fenomeni marginali,
riscontro maggiore tolleranza rispetto al
passato nei confronti degli omosessuali o
di chi è reputato un diverso.
Come valuta le coppie fortemente sbilanciate per età, donne mature con compagni più giovani di 10 e più anni?
Mi paiono un segno dei tempi e del mutato ruolo della donna, che si è emancipata
e decide per se stessa, per il meglio, senza
nemmeno porsi più il tabù di un uomo più
giovane. Una donna di 45 anni con un uomo
di 30 è oggi nella norma. Lei regge il gioco,
è diventata propositiva, sceglie situazioni
che prima le erano negate. La donna oggi
caccia, coglie la sua preda, l’uomo è spaesato, fuori ruolo, timoroso. Oggi è più forte la
donna, a maggior ragione matura, di fronte
ad un maschio che ha problemi d’identità,
di futuro. La precarietà mette in discussione l’identità al maschile.
L’Italia in questo è omogenea o presenta
larghe differenze, tra nord e sud, metropoli e piccoli centri, differenti livelli socioculturali?
Nessuna omogeneità, le differenze sono
sensibili, nulla vale dappertutto.
Veniamo alle devianze, in rapporto alla
pedofilia. È giusto che se ne parli, serve
a qualcosa?
Serve a mettere in allarme chi può subirla,
ma il problema per la stragrande maggioranza dei casi avviene in famiglia, e quando
si manifesta quasi nessuna donna denuncia
il convivente, pur avendone orrore.
Le perversioni, in questo ambito, sono
largamente al maschile. Si parla di un 98%
contro un 2% al femminile. L’uomo ha in
sé alcune animalità che la donna non ha?
Attenzione a non equivocare. Anche le donne conoscono le perversioni e le esplicitano
nel rapporto con i figli.
Anziché tradurle in ambito sessuale le inseriscono più frequentemente nella relazione
madre-figlio. (S.M.)
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DOSSIER
ITALIANI A RAGGI X
UOMINI
E CONTRACCEZIONE
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Da un’indagine realizzata nel novembre 2008
da Eurisko su un campione di uomini tra i 18 e
i 54 anni, rappresentativo della popolazione per
distribuzione geografica, fasce d’età, istruzione
e professione, sono emersi dati significativi sulla
conoscenza che gli uomini italiani hanno della
contraccezione. E i risultati, è bene dirlo subito,
non sono dei più felici.
Un dato positivo c’è comunque, ed è molto
rassicurante: i giovanissimi sono molto informati
sui metodi anticoncezionali. Ma tutti gli altri no.
Ed è questo il dato allarmante.
Non solo gli uomini non parlano di
contraccezione (lo fanno solo raramente e più
che con la partner, i genitori o un medico, lo
fanno con gli amici), ma spesso non ne fanno
neanche uso.
Solo un terzo degli intervistati dichiara di
utilizzare metodi anticoncezionali. Per fortuna
questa percentuale si alza in maniera consistente
man mano che l’età scende: il 71% dei ragazzi
tra i 18 e i 24 anni e l’83% degli studenti usa
anticoncezionali. Il profilattico è il metodo più
utilizzato (dal 63% dei giovanissimi e dal 22%
del totale degli uomini intervistati), seguito
subito dopo dalla pillola (14%).
I problemi però non sono solo a livello pratico,
ma si rivelano anche a livello di conoscenza: solo
la metà degli intervistati sa come funzionano i
contraccettivi ormonali, e ancora una volta sono
i più giovani ad ottenere la piena sufficienza.
Solo il 41% sa che esiste il cerotto contraccettivo
(ma questa conoscenza si abbassa fino ad un
misero 17% nel sud Italia) e in ogni caso l’unica
cosa che gli uomini sanno di questo metodo
anticoncezionale è che la sua efficacia è pari
a quella della pillola. Che abbia una copertura
di 48 ore in caso di dimenticanza del cambio,
che sia efficace anche in caso di vomito e
diarrea o che sia indicato anche in chi soffre di
intolleranza al glutine e al lattosio poco importa.
L’unica cosa che sembra importante per gli
uomini è la sicurezza, tutto il resto è un di più
che si ritengono dispensati dal dover conoscere.
Ma ciò che stupisce maggiormente in questo
panorama di diffusa ignoranza riguardo alla
contraccezione è che il 91% degli intervistati
dichiara di conoscere l’esistenza della “pillola
del giorno dopo”, cioè del farmaco che previene
la gravidanza in caso di rapporto sessuale non
protetto, a sottolineare che, sebbene non si
sappia molto sui modi per evitare di cadere,
in caso di errore tutti sappiano quale sia il
paracadute a cui fare immediatamente ricorso.
Un ritratto non molto lusinghiero quello che
viene fuori da questa indagine: spetta ancora,
e in gran parte, alle donne affrontare - in piena
consapevolezza - il tema della contraccezione.
(E.C.)
DOSSIER
SPECIALE PREVENZIONE
SESSUALE
PAROLA AGLI ESPERTI
COMUNI E
TRASMISSIBILI
La migliore prevenzione, anche dal punto di vista sessuale,
risiede nell’educazione, e dipende da chi la impartisce.
Se la famiglia, la scuola, oppure il gruppo dei pari. O le
tre agenzie educative - così ancora si chiamano - nel loro
interagire. La conoscenza aiuta in ogni ambito, a maggior
ragione in una sfera, quella sessuale, in cui è necessario
che si formi, con gradualità, una piena identità, basata sul
rispetto di sé e degli altri, indipendentemente dal genere
preso in esame. La sessualità dev’essere regolata da norme
igieniche non episodiche, cautelative rispetto
a malattie sessualmente trasmissibili quando non addirittura
a rischio di vita, vedi il virus dell’Aids. Quanto appariva
in un tempo non lontano un groviglio di tabù insopprimibili,
pare oggi dimenticato, incanalato opportunamente
da una società tollerante, in cui le nuove abitudini sessuali
(la precoce età del primo rapporto completo) non fanno
scalpore. Ma attenzione, sino a quando? Il sesso uniforma
le sue regole alle aperture e alle chiusure della società,
in un gioco da sempre altalenante. Come a dire che un
nuovo puritanesimo potrebbe essere alle porte
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DOSSIER
a cura di Claudio Buono
in collaborazione con Francesco Ciociola - Specialista in Endocrinologia Ospedale San Paolo di Milano
BALANITE
È l’infiammazione del glande, cioè l’estremità del pene; a volte è di origine batterica, ma
spesso è dovuta anche a miceti (funghi). Non
di rado si estende al prepuzio (balanoposite).
Oltre ad essere dovuta ad alcune malattie
a trasmissione sessuale, è favorita dalla
presenza di una fimosi (restringimento del
prepuzio), da scarsa igiene intima o da terapie antibiotiche condotte per altri motivi; in
particolare, sono molto comuni le recidive
in corso di malattie come il diabete mellito.
Paradossalmente può succedere che anche
un’igiene continua e l’uso di un sapone aggressivo provochino l’infiammazione.
I sintomi
Quelli principali sono arrossamento del glande con
secrezioni purulente bianco-giallastre, dolore e bruciore accentuato dalla minzione.
Come si cura
Con prodotti antimicrobici per uso topico, mirati secondo il microrganismo isolato. Nei casi dovuti ad eccessiva igiene, è sufficiente servirsi di un sapone ad
azione più dolce oppure lavarsi semplicemente con
abbondante acqua.
TRICOMONIASI
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È una malattia infettiva della vagina o dell’uretra (ma anche delle vie seminali degli uomini),
causata da parassiti del genere Trichomonas.
Spesso è associata alla presenza di gonorrea
(vedi scheda). È una delle più frequenti infezioni sessualmente trasmesse, ma il contagio
può essere favorito da condizioni di promiscuità (ad esempio nelle palestre o in piscina).
Le donne in gravidanza possono trasmettere il
protozoo ai loro figli, mentre l’incidenza della
malattia si riduce durante la menopausa.
I sintomi
Oltre al prurito, l’infezione si manifesta con perdite sierose maleodoranti, a volte viscose e dal colore bianco-verdastro, difficoltà o bruciore quando si
urina (disuria), dolore pelvico o vaginale durante un
rapporto sessuale (dispareunia) e infiammazione dell’uretra (uretrite).
Come si cura
Il farmaco più indicato è il metrodinazolo. Durante la
gravidanza, per via del possibile pericolo, è necessario applicare terapie topiche, seguendo le indicazioni
dello specialista.
GONORREA
Detta anche “blenorragia” o più comunemente “scolo”, è un’infezione del tratto genitourinario causata dal batterio gram-negativo Neisseria gonorrhoeae.
Si contrae attraverso rapporti sessuali non
protetti con soggetti malati che presentano o
meno sintomi della malattia; molto raramente per contatto con secrezioni infette, data
la scarsa resistenza del germe all’ambiente.
Si trasmette anche da madre a figlio durante
l’attraversamento del canale del parto.
TRA TRASGRESSIONE
E INIBIZIONE
Il XXV Congresso Nazionale della Società di
Andrologia, tenutosi a Roma nel settembre 2008,
ha tracciato un affresco della sessualità degli
adolescenti di oggi. Il ritratto che ne è venuto fuori
è quello di ragazzi che consumano il loro primo
rapporto in giovanissima età, ma che spesso lo
fanno senza alcun valore; adolescenti ansiosi e
insicuri che trasferiscono questi disagi anche sulla
sfera sessuale, tanto che sono in aumento i casi
di disfunzione erettile e di eiaculazione precoce
in giovane età. Il 19% delle ragazze ha il primo
rapporto sessuale già a 14 anni, i ragazzi, un po’
meno precoci, verso i 18. Entrambi, purtroppo,
si dimostrano poco attenti alla prevenzione delle
infezioni sessuali: molte sono le ragazze convinte
di non poter usare contemporaneamente pillola
e preservativo e molti anche i ragazzi che spesso
decidono, irresponsabilmente, di rinunciare a
quest’ultimo. Diversa invece la sfera emotiva: per le
giovani donne il sesso è nel 78% dei casi associato
all’amore (percentuale che tende a scendere però
con l’età), mentre per i maschi solo nel 34%. Per
i ragazzi le fantasie sono spesso legate alle icone
femminili proposte dai media, tanto che il 70%
dei quattordicenni intervistati preferirebbe passare
una notte con Pamela Anderson piuttosto che
con la propria fidanzata (la percentuale tende a
scendere con l’età, fino al 46% per i diciottenni).
Illusioni e disillusioni non di poco conto queste, che
dovrebbero indurci a riflettere. E anche ad agire.
Per permettere alle nuove generazioni di imparare a
vivere la propria sessualità in maniera più profonda e
consapevole di quanto oggi non accada.
I sintomi
Sono molto più evidenti nei soggetti maschili, che
presentano un’emissione mucopurulenta a livello dell’uretra (il dotto che porta l’urina dalla vescica all’esterno del corpo) con bruciore e frequente stimolo alla
minzione, che però risulta difficoltosa oppure lenta e
dolorosa, nonché senso di peso o fastidio dietro l’ano
(sospetta prostatite). Nelle donne, invece, oltre all’uretra, l’infezione può interessare la vulva, la vagina e la
cervice uterina. In più della metà dei casi, il morbo
SPECIALE PREVENZIONE
SESSUALE
non dà segni particolari, o si sviluppa con sintomi quali
bruciore, gonfiore e arrossamento delle parti genitali,
perdite vaginali giallastre, minzioni frequenti.
DOSSIER
ADOLESCENTI E SESSO
Come si cura
Con antibiotici, penicillina in primis, ma anche tetracicline ed eritromicina.
CLAMIDIA
Si tratta di un’infezione dovuta ad un batterio, la Chlamydia trachomatis. Può essere confusa facilmente con la gonorrea (vedi
scheda) perché i primi sintomi sono analoghi
e spesso si trasmettono insieme. La trasmissione avviene per contagio interumano diretto, sia per via sessuale sia durante il parto.
I sintomi
Nel 75% dei casi l’infezione è addirittura asintomatica Il primo segnale è un certo bruciore quando
si urina. Se trascurata, la malattia è responsabile di
complicanze che nelle femmine si manifestano con
infezioni del collo dell’utero (cerviciti), infiammazione
delle tube di Fallopio (salpingite) e malattia pelvica
infiammatoria, Nei maschi, invece, provoca uretriti
e epididimiti (infiammazione dell’epididimo - il dotto
posteriore del testicolo da cui passano gli spermatozoi). In entrambi i casi, le conseguenze possono
essere anche gravi e portare all’infertilità.
Come si cura
La terapia più comune è quella antibiotica con azitromicina e ofloxacina. In alternativa, possono essere
utilizzati altri antibiotici come doxiciclina, tetraciclina
ed eritromicina.
LINFOGRANULOMA VENEREO
È una malattia a trasmissione sessuale causata da alcuni sierotipi di un agente batterico
(Chlamydia trachomatis). Ci si infetta mediante rapporti sessuali con persone contagiate dal batterio, soprattutto in presenza di
altri fattori di rischio, come ulcere genitali o
infiammazione del retto (proctite).
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DOSSIER
PAROLA AL FARMACISTA
I GIOVANI? TIMIDI MA INFORMATI
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La scelta di Paola Cimetti, trentenne farmacista a
Milano, non è stata casuale, siamo convinti che una
giovane professionista sia più adatta (e forse anche
interessante) per discorrere di giovani e prevenzione
sessuale, vuoi per mentalità - più aperta - o vicinanza
generazionale con gli interessati. «I presidi classici
ormai non creano più forti imbarazzi e anche l’acquisto
della pillola - un tempo più complicato - in compagnia
della mamma si è trasformato in una passeggiata»,
ci racconta Paola. «I giovani sono informati: fin
dall’adolescenza sono estremamente aperti e - almeno
nella realtà di una grande città - sono convinta che il
ricorso a fai da te pericolosi sia solo un ricordo».
Trattiamo subito l’argomento della pillola del giorno
dopo. Qual è l’età media degli acquirenti?
Quattordici, quindici anni. Inutile nasconderselo,
sono giovanissimi ma - ripeto - molto bene informati.
E aggiungo, anche buoni ascoltatori.
Cercano un confronto o un conforto?
Entrambi, si rendono conto di aver fatto un errore
e non trasudano arroganza. Sono timidi, ogni tanto
arrivano in coppia, da “fidanzatini”.
Mettendo da parte la tenerezza, come vi comportate
in proposito?
Inquadriamo la situazione, spieghiamo che senza
ricetta non è possibile somministrarla, parliamo
dei consultori. Diamo consigli di massima, più
approfonditi - ovvio - se abbiamo a che fare con gli
stranieri: alcuni arrivano da realtà burocratiche
differenti e meritano maggiore attenzione.
Su altri presidi, tipo pillola anticoncezionale, cerotti,
preservativi?
Molte hanno già - grazie a mamme illuminate
- esperienze dal ginecologo, quindi le domande si
concentrano sul cattivo utilizzo (frequenza sbagliata,
dimenticanze, conservazione non adeguata del
I sintomi
Il primo sintomo abitualmente è l’ingrossamento unilaterale e dolente al tatto dei linfonodi inguinali, soprattutto in presenza di lesioni delle mucose genitali
o rettali (tipo ulcere o vescicole erpetiche).
Nelle donne, all’inizio si riscontrano lesioni sul collo
uterino o nella porzione più alta della vagina.
SIFILIDE
Come si cura
Il trattamento prevede la somministrazione di farmaci
quali doxiciclina, eritromicina, tetracicline o, in alternativa, una dose combinata di due principi attivi: trimetoprim e sulfametoxazolo.
I sintomi
Nello stadio iniziale che segue il contagio, compare
un’ulcera non dolorosa nella vagina, nel pene, dentro
l’ano, in bocca o in gola, che può scomparire spontaneamente nell’arco di pochi giorni o settimane (ma
la malattia, che proprio in questa fase è contagiosa,
Conosciuta anche come lue (e con numerosi altri nomi) è una malattia infettiva causata dal
batterio Treponema pallidum. Il contagio, oltre
che per via sessuale, nella donna gravida può
estendersi al feto attraverso la placenta.
continua il suo corso senza dare segni visibili, raggiungendo il sistema nervoso e cardiovascolare). Si verifica,
inoltre, un ingrossamento delle ghiandole linfatiche
vicine alle lesione iniziale, per esempio all’inguine.
Come si cura
Il farmaco di elezione per la terapia è la penicillina G
benzatina. Solo nei pazienti allergici a questo farmaco si ricorre ad altri antibiotici a largo spettro (come
tetracicline e macrolidi) e all’eritromicina.
PAPILLOMA VIRUS
È un’infezione molto frequente, che la mag-
gior parte delle donne prende almeno una
volta nella vita ed è imputabile al virus Hpv.
Il contagio avviene tramite contatto diretto
(sessuale, orale e cutaneo) anche se il virus non è presente in liquidi biologici quali
sangue o sperma.
DOSSIER
prodotto). Ci limitiamo a carpire i margini
di rischio (per malattie o gravidanze
indesiderate) per indirizzarle dal dottore o
dal ginecologo.
Quali le malattie più frequenti tra i ragazzi
italiani?
L’unica malattia riconosciuta dai clienti
è la candidosi, e non è neanche una Malattia
trasmissibile sessualmente...
C’è molta ignoranza, per fortuna dai sintomi
capiamo subito se si tratta d’altro. Nel
caso suggeriamo una visita dallo specialista
proponendo dei semplici lavaggi disinfettanti
o degli antimicotici per uso locale.
Al resto ci penserà poi il ginecologo.
Certo. Anche perché l’ignoranza in materia
è vistosa, anche tra noi colleghi. In generale
la preparazione sulle malattie sessualmente
trasmissibili di noi italiani è piuttosto
scarsa.
Un’ultima domanda: è giusto che la pillola
del giorno dopo sia dispensata solo con la
ricetta o pensa che dovrebbe diventare un
farmaco da banco, come in altri Paesi?
Ogni tanto penso che persone non più giovani,
come le trentenni e le quarantenni, potrebbero
anche farne a meno. Per i giovani, invece, è
fondamentale il filtro di uno specialista. In
caso contrario si inizierebbe a notarlo nelle
borsette, alla pari del preservativo. Troppo
pericoloso, a mio avviso.
SPECIALE PREVENZIONE
SESSUALE
I sintomi
L’infezione da Hpv è asintomatica nella maggior parte
dei casi. Talvolta si può invece manifestare con condilomi (specie di verruche) in sede genitale (pene, vulva),
anale e sul perineo (zona tra la vagina e l’ano).
Come si cura
Diverse sono le terapie mediche (podofillotossina,
cheratolitici, inibiltori del Dna) e chirurgiche (crioterapia, diatermocaogulazione) disponibili per curare questa infezione. In particolare, si è visto che non servono
gli antibiotici, gli ovuli o le lavande vaginali. Tuttavia, è
utile ricordare che una parte delle infezioni da Hpv regredisce spontaneamente (vedi anche pagina 30-31).
EPATITE C
È una forma di epatite (infiammazione del
fegato) causata da uno specifico virus (Hcv Hepatitis C Virus). Le modalità di trasmissione dell’infezione sono varie. Il contagio per
via sessuale avviene solo se durante l’atto vi
è scambio di sangue con il soggetto malato.
Gli altri liquidi biologici come lo sperma, la
saliva e le secrezioni vaginali possono trasmettere l’infezione se contaminate anche
da piccole tracce di sangue contenente virus. Altre fonti di infezione sono: punture
con aghi o strumenti infetti, microlesioni
difficilmente visibili della cute o delle mucose (spazzolini da denti, lesioni da malattie cutanee eccetera).
I sintomi
Una volta penetrato nel fegato, il virus causa un’epatite
acuta che però, nella maggior parte dei casi, è asintomatica. Ciò fa sì che la malattia possa divenire cronica senza
che il paziente se ne accorga, con possibile evoluzione
in cirrosi epatica. Talvolta, però, si possono riscontare affaticamento, perdita di appetito, nausea, debolezza, lievi
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DOSSIER
NOTE DOLENTI
TURISMO SESSUALE
dolori addominali.
Come si cura
La terapia ad oggi universalmente riconosciuta come la
più efficace è costituita dall’associazione di interferone
alfa peghilato con ribavirina.
AIDS (HIV)
L’Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita) è lo stadio finale di un’infezione causata
dal virus Hiv (Human Immunodeficiency Virus). La maggior parte delle infezioni avvengono attraverso rapporti sessuali non protetti.
La trasmissione sessuale può insorgere quando c’è contatto fra le secrezioni sessuali di un
partner infetto, con le mucose genitali, della
bocca o del retto dell’altro. Altra via di contagio è il sangue e suoi derivati (siringhe infette, trasfusioni, tatuaggi e piercing). Il passaggio del virus da madre a figlio può verificarsi
nell’utero durante le ultime settimane di gestazione e alla nascita. Anche l’allattamento
al seno presenta un rischi di infezione.
I sintomi
Al primo contatto del corpo con il virus possono ricordare quelli di un’influenza transitoria (e a volte nemmeno presente) associata ad ingrossamento dei linfonodi
periferici, del fegato e della milza. I primi segnali della
malattia conclamata sono infezioni causate da batteri,
virus, funghi, parassiti e altri organismi. E anche febbre, sudorazione (specie notturna), ingrossamento
ghiandolare, tremore, debolezza e perdita di peso.
cepisce. Più raramente l’infezione può essere
trasmessa tramite lo scambio di fluidi organici o attraverso l’utilizzo comune di oggetti
come asciugamani, lenzuola eccetera.
HERPES GENITALIS
I sintomi
L’herpes si manifesta con la presenza di vescicole a contenuto limpido sulla pelle e sulle mucose dell’area genitale, dolorose al tatto e accompagnate da un senso di
prurito. Le fastidiose bollicine possono svilupparsi anche
all’interno della vagina, sulla cervice uterina e nell’uretra, sia maschile sia femminile, e si accompagnano spesso all’ingrossamento dei linfonodi inguinali e rossore
generalizzato della parte interessata. Comunemente,
le vescicole possono rompersi ulcerandosi, con grande
dolore e fastidio locale.
È una malattia infettiva e contagiosa scatenata dalla presenza del virus herpes simplex che
colpisce la zona dei genitali. È una delle più
comuni patologie a trasmissione sessuale. Il
contagio avviene facilmente per contatto diretto tra la vescicola ed una mucosa che la re-
Come si cura
Purtroppo non esiste una terapia definitiva, perché
sono descritte frequenti recidive locali. Il trattamento
prevede la somministrazione di un antivirale per via
orale, già ai primi bruciori o prurito locale, al fine di
abbreviare la durata e l’intensità dei sintomi. Un anti-
Come si cura
Attualmente, l’infezione da Hiv viene trattata con
la cosiddetta Highly Active Antiretroviral Therapy
(HAART), nella quale si utilizzano opportune combinazioni di farmaci antiretrovirali.
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L’Organizzazione mondiale del turismo, unica istituzione
intergovernativa (www.world-tourism.org) del settore che
unisce quasi 150 Paesi del mondo, definisce il turismo
sessuale come la pratica di “viaggi organizzati (…)
con l’intento primario di far intraprendere al turista
una relazione sessuale a sfondo commerciale con i
residenti del luogo di destinazione”. Detto che sono
numerosissimi i Paesi in cui la prostituzione è legale
(dalla Germania al Costa Rica), questo tipo di turismo ha
ovvie conseguenze sociali e culturali soprattutto nei Paesi
di destinazione dove - per giungere allo scopo - vengono
sfruttate le diseguaglianze di sesso, età, condizione
sociale ed economica. La faccenda diventa ancora più
odiosa e indegna quando scade nella pedofilia, come
troppo spesso accade soprattutto nel sud-est asiatico.
Il fenomeno è presente a livello planetario e oggi vale
anche per la donna che da anni ormai comincia ad avere
alcune pessime abitudini maschili. I Paesi di riferimento
sono tristemente noti: Brasile, Cuba e la Giamaica in
America Latina, Ucraina e Bielorussia nell’Est Europeo,
Africa centrale, oltre ai maggiori distretti a luci rosse
di Amsterdam, Praga, Bangkok, Phuket (entrambi in
Thailandia) o Angeles nelle Filippine.
DOSSIER
SPECIALE PREVENZIONE
SESSUALE
www.asexuality.org/it
DIFFERENTI (E INDIFFERENTI)
Mai come oggi la sessualità ha mille
sfaccettature diverse. Eppure pochi sanno
che esiste anche chi nega con decisione ogni
tipo di inclinazione: gli “asessuali” - uomini
e donne che non hanno il minimo stimolo
carnale e non se ne pongono il problema - si
presentano sempre più numerosi come una
nuova alternativa anche in Italia. Una scelta
forse non così naturale ma che all’apparenza
regala molta serenità. Del resto, la prima
”controindicazione” dei tranquillanti è proprio
quella di togliere il desiderio. Alcuni asessuali
affermano di esserci nati, altri l’hanno scoperto
strada facendo. Molti hanno provato ad avere
relazioni sessuali e sanno cosa significa eppure
non ne sentono il bisogno, non hanno voglia e
sono consapevoli di poter vivere tranquillamente
senza. Secondo l’ortodosso fondatore della
comunità asex, l’americano David Jay che
otto anni fa aprì la prima community on-line
sull’argomento (Aven - Asexual Visibility and
Education Network) riscuotendo immediato
successo di adesioni, non desiderare il sesso è
una condizione assolutamente naturale e non
dipende da malfunzioni ormonali o fisiche né da
una scelta più o meno consapevole.
A conforto delle loro tesi (peraltro nettamente
confutate da tutta la comunità scientifica),
gli asessuali riportano invece uno studio della
canadese Brock University che, su un campione
di 18mila persone in piena salute e in età
fertile, misurò una minoranza quantificabile
tra l’1% e il 3% che dichiarava di non aver
mai sentito alcun desiderio sessuale. La rivista
“New Scientist” invece riportò nello stesso
anno i risultati di studi che dimostravano la
presenza tra gli ovini e i roditori di animali
(rispettivamente misurati nel 3% e nel 12%
del totale) per niente interessati al sesso.
Oggi più che altro il problema degli asessuali è
quello di veder riconosciuta la propria posizione
all’interno della società, rivendicando il loro
diritto a non fare sesso e a non venire giudicati
attraverso questo metro.
www.asexuality.org/it
www.theofficialasexualsociety.com
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DOSSIER
A COLLOQUIO CON
IL MEDICO DI FAMIGLIA
DOMANDE
E RISPOSTE
«Sa dottore ho fastidio a urinare e bruciori e/
o prurito dopo che ho avuto un rapporto sessuale non protetto…». Non è infrequente che
dal medico di famiglia giunga un paziente a
riferire quanto sopra. Ovviamente occorre
indagare che cosa è realmente successo per
poi stabilire il comportamento più rapido e
discreto al fine di giungere a una diagnosi e
alla terapia
L
30
e Malattie a trasmissione sessuale (Mts) più conosciute dal pubblico
sono sifilide, gonorrea e Aids. Meno
conosciute ma altrettanto diffuse sono le
infezioni da Papilloma virus (Hpv), Herpes
genitale e le epatiti virali, specie B e C. Si
conta che in Europa le Mts siano le infezioni più frequenti dopo quelle respiratorie, e
che in Italia ci siano circa 500mila casi segnalati di Mts.
La peculiarità di queste malattie è che posso-
no essere assolutamente silenti e un soggetto
senza sintomi può trasmettere al partner l’infezione: un rapporto sessuale non protetto,
infatti, può essere causa di trasmissione della Mts. In altri casi il paziente (uomo o donna)
può presentare quali sintomi delle infezioni
ulcere o perdite mucose. Non è detto che le
Mts siano proprie dei giovani: si sono viste
diverse forme anche nei soggetti over 60! In
ogni caso il profilattico è la prima barriera ed
è bene utilizzarlo prima di un rapporto sessuale con il partner, specie se occasionale. In
breve, se la percezione per l’Aids nella popolazione generale, e specie in quella giovanile,
è diminuita, come riportano alcune statistiche, non si può abbassare la guardia sulle
altre Mts che sono molto più rilevanti da un
punto di vista numerico e hanno tutte un denominatore comune: la trasmissione per via
sessuale (un tempo più frequentemente omosessuale, attualmente eterosessuale).
Il profilattico è sicuro al 100%?
NO, in una minima percentuale può non essere totalmente protettivo per le Mts, anche
se ne è vivamente consigliato l’utilizzo. Il sesso orale è più sicuro?
NO, le Mts si possono trasmettere anche per
via orale, come per via anale, in quanto potrebbero essere presenti microlesioni delle
DIAMO I NUMERI
Circa il 50-80% dei soggetti sessualmente
attivi si infetta durante la vita con uno dei
40 tipi di virus Hpv. Alcuni di questi virus
fanno sviluppare i condilomi genitali, altri,
ad alto rischio, i tumori della cervice. L’80%
delle infezioni regrediscono, ma nelle donne
con un’età inferiore ai 25 anni è più alta
l’incidenza di tumore del collo uterino. Il
vaccino anti Hpv svolge un’azione preventiva,
specie nei soggetti più giovani ovvero le
adolescenti. E ci si aspetta che nel giro di
alcuni anni si possa limitare la frequenza
del tumore della cervice uterina. Questo non
significa che un esame di screening come il
Pap test debba essere dimenticato, perché
è fondamentale per l’individuazione delle
lesioni precancerose in generale. Il medico
di famiglia e il pediatra di base svolgono
un ruolo di counselling nei confronti della
popolazione giovanile. Ma un alto numero
di giovani pazienti “saltano” il passaggio
del medico di fiducia perché si rivolgono
direttamente allo specialista ginecologo,
portate spesso dalle madri per vari motivi
(prima mestruazione, ritardo nel ciclo,
ciclo mestruale doloroso, contraccezione,
sintomatologia varia). Occorrerebbe quindi
una maggiore presenza da parte del medico
di famiglia, magari con l’istituzione di
ambulatori dedicati alla prevenzione o
addirittura all’informazione sessuale. Il
consiglio di vaccinare le adolescenti contro
l’Hpv non mette per nulla in difficoltà il
Medico di medicina generale, che possiede
già una cultura preventiva in termini di
vaccinazioni (basti pensare alle campagne
annuali dei vaccini antinfluenzali).
mucose che possono veicolare i fattori patogeni.
La pillola e l’uso dei farmaci per la disfunzione erettile (sildenafil e altri) proteggono
dalle Mts?
SPECIALE PREVENZIONE
SESSUALE
DOSSIER
PAPILLOMA VIRUS
NO (per entrambi); la prima ha solo una funzione contraccettiva, mentre i farmaci per la
disfunzione erettile possono far abbassare la
guardia, per cui è fondamentale utilizzare anche il profilattico.
I condilomi, una volta guariti, non danno
più alcun problema?
I condilomi sono una manifestazione dell’Hpv. È vero che ci sono ottime cure che
portano alla loro eliminazione, ma occorre
essere comunque attenti a sintomi genitali,
sia nell’uomo che nella donna, che possono
essere spia di tumori: ricordiamo che esistono forme del virus Hpv abbinate.
Ho una banale infezione da Clamydia: ho
assunto un antibiotico e sono guarita.
Vero: ma occorre sapere che la Clamydia è
una delle più frequenti cause di sterilità sia
femminile che maschile.
L’epatite non si trasmette solo con il
cibo?
NO: l’epatite A è una malattia virale che si
trasmette prevalentemente con il cibo, ma
sono descritti casi di trasmissione anche
per via sessuale del virus dell’epatite A. Nel
caso di epatite B e C la trasmissione avviene
per via ematica e mucosa. Mentre per l’epatite B esiste un vaccino, e la vaccinazione
è obbligatoria nella popolazione scolastica
italiana, per l’epatite C non esiste ad oggi
prevenzione vaccinale ma solo comportamentale.
La sifilide e la gonorrea sono sparite?
No: sono ancora presenti. Fortunatamente,
se si può dire così, esiste per sifilide e gonorrea una terapia a base di antibiotici che
dà ottimi risultati. Esistono però soggetti infetti che presentano più patologie infettanti,
e a questo bisogna fare attenzione. In conclusione, da ricordare sempre che la diagnosi precoce è importante per evitare possibili
complicanze e la diffusione del contagio.
(Fonte: Ministero della Salute)
31
DOSSIER
CONSULTORI PUBBLICI
SESSUALITÀ, TRA REALTÀ
E DISINFORMAZIONE
I
consultori familiari pubblici, nati negli
anni ruggenti del movimento femminista, tra la riforma del diritto di famiglia, il
referendum sul divorzio, la legge sull’aborto,
la rivoluzione della pillola, erano “contenitori sperimentali” dove si poteva parlare dei
problemi legati alle diverse fasi della sessualità femminile (contraccezione, gravidanza,
menopausa) in un collettivo fatto di ginecologhe, psicologhe e pazienti. Ma oggi, a quarant’anni dalla loro nascita, che cosa sono?
Ne abbiamo parlato con Elena Antonucci, ginecologa presso un consultorio di Milano.
Domanda banale, ma non così scontata:
cosa sono i consultori e a chi si rivolgono?
I consultori sono servizi socio-sanitari territoriali che offrono consulenza e assistenza,
sia sanitaria sia psicologica, riguardo alle
grandi tematiche della coppia e della sessualità. Non c’è bisogno di richiesta del medico
di base né per un colloquio né per una visita e
la privacy è sempre garantita. Le visite per la
contraccezione sono gratuite sotto i 22 anni.
Sono rivolti soprattutto alle donne e agli adolescenti, ma sono aperti anche agli uomini
ovviamente. Ci sono consultori, anche se non
sono la maggioranza, che offrono la possibilità di fare visite con andrologi e urologi, ma
visto che le ore di disponibilità sono inferiori
rispetto a quelle del ginecologo le attese per
le visite sono un po’ più lunghe.
32
Che cosa chiedono le ragazze che vengono
in un consultorio?
A volte le adolescenti hanno solo bisogno di
rassicurazioni o di risposte a domande che
non avrebbero il coraggio di fare al medico di
famiglia o ai propri genitori, per imbarazzo o
per situazioni difficili che si vivono in casa.
I ragazzi possono rivolgersi in qualsiasi momento al consultorio per ottenere informazioni sulla contraccezione, sulla prevenzione
e per eventuali dubbi sulle malattie sessualmente
trasmissibili. Un colloquio
individuale e approfondito con la ginecologa o con
l’assistente sanitaria può
aiutare a chiarire idee molto confuse, anche se il più
delle volte quando si rivolgono a noi è per affrontare
concretamente i problemi.
Vi consultano quando già
sono nei guai?
C’è chi coscientemente viene da noi perché ha deciso
di avere rapporti sessuali e
vuole essere maggiormente informato sui metodi di
contraccezione e di protezione; c’è chi desidera sottoporsi ad una visita ginecologica e scegliere il contraccettivo
più appropriato; c’è, anche, chi ha il dubbio di
aver preso una malattia in seguito a rapporti
non protetti e chi si rivolge a noi per chiedere
la pillola del giorno dopo o per una interruzione di gravidanza.
Perché rivolgersi a un consultorio sempre
all’ultimo momento?
Le risposte a questa domanda sono tante e
tutte sbagliate. Purtroppo i ragazzi usano
ancora troppo poco i metodi contraccettivi e
sembrano non considerare l’esistenza delle
malattie sessualmente trasmissibili. Fanno,
a volte, l’amore con incoscienza, soprattutto
i più giovani, e questo è sbagliato, oltre che
pericoloso. Nel momento in cui si rivolgono
al consultorio perché hanno avuto un rapporto non protetto, oltre a fornire assistenza
medica (pillola del giorno dopo), cogliamo
l’occasione per spiegare loro l’utilità della
contraccezione e della prevenzione. “Ok, oggi
DOSSIER
ZOOM
E LA PILLOLA
DEL GIORNO DOPO?
«La pillola del giorno dopo», aggiunge la
dottoressa Antonucci, «non è un metodo
abortivo, ma un metodo di intercezione
post-coitale (ossia contraccezione di
emergenza) che viene somministrato dopo
un rapporto non protetto. La sua efficacia è
più alta se viene somministrata entro le 48
ore dal rapporto, ma viene comunque data
fino alle 72 ore. Per esempio, se il rapporto
non protetto è avvenuto il sabato si fa in
tempo ad andare il lunedì al consultorio per
farsi prescrivere la pillola».
ti è successo questo e noi siamo qui per aiutarti, ma renditi conto di quali sono i rischi
in cui incorri se non usi nessuna protezione”,
questo di solito è il discorso che facciamo ai
ragazzi. In questo senso il consultorio è, nel
pieno rispetto delle sue caratteristiche principali, un servizio di prevenzione.
Oppure molte ragazze non prendono la pillola
perché hanno paura che i loro genitori le scoprano e ne traggano le ovvie conseguenze. In
quei casi cerchiamo di spiegare loro che forse
è meglio farsi scoprire con una pillola in borsa
piuttosto che rischiare di dovere poi ammettere l’esistenza di una propria vita sessuale
quando ci si trova davanti all’urgenza e al
trauma di interrompere una gravidanza. L’Italia purtroppo è uno dei Paesi in coda in Europa
per l’uso della contraccezione ormonale.
I consultori sono nati con l’intento di unire
assistenza sanitaria e psicologica. Questo
vale ancora?
33
DOSSIER
Ginecologi, assistenti sociali e psicologi lavorano gomito a gomito nei consultori. Offriamo sempre un supporto psicologico alle
nostre pazienti. Se, per esempio, durante una
visita ginecologica ci accorgiamo parlando
che ci sono problemi di depressione, che sia
una depressione post-partum o una depressione legata alla menopausa, chiediamo alla
nostra paziente di fare una chiacchierata con
lo psicologo. Cerchiamo sempre di mettere
insieme un percorso che unisca salute fisica e
salute mentale. Ancora più sentito è il nostro
appoggio in occasione delle interruzioni di
gravidanza. Ci offriamo di seguire le donne
anche dopo un intervento così destabilizzante dal punto di vista emotivo e psicologico,
ma spesso sono proprio le più giovani a rifiutare questo aiuto, preferendo chiudere gli
occhi piuttosto che mettersi in discussione.
Come mai rinuncia proprio chi ne avrebbe
forse più bisogno?
Le ragazzine di oggi sono molto precoci, ma
nello stesso tempo molto indifese. Alle volte ti spiazzano con domande inattese per
un’adolescente, salvo poi farti ricredere di
fronte alla fragilità e alla paura che leggi nei
loro occhi. Cerchiamo sempre di instaurare
con loro un rapporto di fiducia, e molto spesso questo funziona. Chi viene da noi per un
problema e si sente aiutato e ascoltato il più
delle volte torna, stabilendo così non solo un
rapporto duraturo con i medici del consultorio, ma anche con la prevenzione stessa.
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Pillola anticoncezionale, pillola del giorno
dopo: la preoccupazione primaria sembra
essere quella nei confronti di una gravidanza indesiderata, ma negli adolescenti che
si rivolgono ai consultori c’è la consapevolezza dell’esistenza delle malattie sessualmente trasmissibili?
Poco purtroppo. O meglio, gli adolescenti
sono teoricamente molto informati, ma appena si entra un minimo nel merito ci si accorge di lacune spaventose. Non perdiamo
mai occasione durante le visite o le chiacchierate informative di far notare che tutti i
metodi contraccettivi, dalla pillola all’anello,
dal cerotto alla spirale, sono compatibili con
l’utilizzo del preservativo, che è e rimane
l’unica protezione efficace contro le malattie
sessualmente trasmissibili. Un uso costante
(fin dall’inizio della penetrazione) e corretto
del preservativo è l’unica garanzia per una
prevenzione dalle Mts. Questo non è mai sottolineato abbastanza. Quando si ha il dubbio
di aver contratto una malattia sessualmente
trasmissibile ci si può recare in un centro per
le Mts, dove viene sempre garantita la privacy
e dove si possono fare colloqui, visite e analisi del sangue. I consultori lavorano a stretto contatto con questi centri e spesso siamo
proprio noi che durante le visite, se abbiamo
qualche dubbio, vi indirizziamo il paziente.
Resta il fatto che per le patologie più comuni
basta l’intervento dei medici del consultorio.
In questi ultimi tempi si è molto parlato di
papilloma virus e del vaccino ad esso connesso, lei cosa ne pensa?
Sono favorevole al vaccino contro l’Hpv, soprattutto per le adolescenti che non hanno
ancora avuto rapporti sessuali. Dopo i primi
rapporti consiglio di farsi vaccinare in centri
specializzati che solitamente verificano se si
IL FUTURO?
PUNTARE
SUL BENESSERE
sia contratto o meno il virus. Quello che bisogna sottolineare è che questo vaccino non
copre tutta la famiglia degli Hpv, ma solo i
virus più coinvolti nella formazione dei condilomi e dei tumori del collo dell’utero.
Negli ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti nelle richieste o negli accessi al consultorio?
C’è stato un aumento delle migranti e, di
conseguenza, anche un cambiamento nel
nostro modo di affrontare il discorso della
prevenzione. La sensibilizzazione rispetto
alla contraccezione è molto diversa tra adolescenti stranieri e adolescenti italiani. Nelle ragazze latino americane, per esempio, il
peso dato alla gravidanza è relativamente
di poco conto, abituate in un contesto in cui
fare figli molto presto è la norma. Ma quando questo accade qui, magari a 14 anni o
quando si è ancora a scuola, la percezione
che se ne ha è differente. Oltre a dar loro
informazioni sulla contraccezione (che
spesso non hanno avuto) seguiamo anche
le gravidanze delle migranti e, in caso di
necessità, le indirizziamo per eventuali interventi e/o interruzioni, garantendo sempre la privacy.
I Consultori sono, per citare Roberto Calia Responsabile per l’area milanese - «dei centri
multiprofessionali integrati. Non ci limitiamo a
curare le persone, diamo sostegni psicologici e di
sviluppo importantissimi, soprattutto per la natura
multietnica della società italiana contemporanea».
Chi accogliete, in maggioranza, nei vostri Centri?
Storicamente i Consultori sono frequentati dalle
donne che, ancora oggi, rappresentano più del 90%
delle nostre visite. L’utenza maschile è intorno al
2-3% (il resto sono famiglie ndr), limitata a consulti
andrologici e di tipo legale per i divorzi.
E le richieste delle donne di che natura sono?
Circa la metà riguardano problemi ginecologici come
gravidanze inaspettate, interruzioni di gravidanza
o contraccezione. Il 20% richiede consulenze legate
alla vita di coppia e alla famiglia e il rimanente 30 è
rappresentato dal sostegno psicologico, a 360°.
Perché nascono i consultori?
In passato sono serviti a monitorare la crescita
demografica, al tempo significativa e poco
calcolabile. Era un “presidio” statale utile per
monitorare i costumi sessuali della popolazione.
Il vostro mestiere, ci pare di capire, è molto
cambiato.
Apparentemente. Quello che si spiegava e divulgava
trenta anni fa agli italiani, sta tornando utile per gli
stranieri: spesso i migranti vengono da Paesi davvero
sottosviluppati che affrontano la vita matrimoniale e
sessuale in modo opposto alle nostre abitudini.
Dottor Calia, quanto è importante la prevenzione?
Adesso molto, in futuro meno. Le spiego: i nostri
nonni hanno imparato a curarsi, noi a prevenire,
i nostri figli dovranno perseguire il benessere, che
viene ancor prima della prevenzione. Andremo oltre,
guadagnandoci.
Un cambiamento epocale, non trova?
Esatto, sono le nuove direttive dell’Organizzazione
mondiale della sanità: le nuove generazioni, in parole
povere, devono “imparare a star bene”, affinché non
si ammalino più.
DOSSIER
ZOOM
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