dossier - FederFARMACO
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Claudio Buono Laura Camanzi Enrico Maria Corno DOSSIER Testi a cura di Sergio Meda Federico Poli 19 DOSSIER A COLLOQUIO CON MARCO ZAMPARELLI NEL SEGNO DEI TEMPI La prevenzione, a livello sessuale, si traduce in educazione dei giovani, in particolare degli adolescenti, ai quali si chiede di acculturarsi in merito, per affrontare consapevolmente la vita di relazione e la loro sessualità. Ciascuno dovrebbe essere messo al corrente dei cambiamenti fisiologici legati alla pubertà, per governarne gli inevitabili turbamenti. Spesso ci si chiede a chi tocchi operare: se debbono badarci i genitori, per un loro doveroso impegno formativo, se vi deve provvedere la scuola, oppure se vale la vecchia regola dello scambio di esperienze (spesso riferite) legate al fratello, all’amico, al coetaneo. Tutte domande alle quali cerchiamo di dare risposte con l’aiuto del dottor Marco Zamparelli, sessuologo, neuropsichiatra del milanese ospedale di Niguarda 20 A chi affidare il compito più delicato? È indubbio che le risposte principali le deve offrire la famiglia, che deve presiedere alla crescita di un figlio; altre risposte debbono venire dagli educatori della scuola, cui tocca un ruolo, anche se pochi insegnanti si fanno carico per intero di un compito pedagogico così importante. Se ne sottraggono per ritrosia, per pudore, per non invadere la sfera privata dell’adolescente. Per terzo interviene l’empirismo, il fai da te, legato ai consigli/ suggerimenti, spesso non documentati, dei compagni di scuola o di gioco, dei pari età. I ragazzi si fidano dei coetanei, li preferiscono agli adulti con i quali è difficile condividere ansie, timori, inadeguatezze... Lei ha figli, come si è regolato con loro? Ho un figlio di 17 anni e mezzo, a tempo debito è stato messo a conoscenza delle situazioni. Dove non chiedeva autonomamente gli abbiamo dato informazioni semplici, essenziali, al maschile e al femminile. Può essere che il mio mestiere abbia agevolato i rapporti, anche nei confronti di suoi amici o coetanei che spesso si sono rivolti a me in quanto adulto un po’ speciale, competente. Mio figlio vive il suo tempo, fatto di preservativi e di pillole del giorno dopo. L’igiene e le cautele contro le malattie a trasmissione sessuale sono frutto di una buona educazione collettiva. Per le ragazze è più semplice: hanno il vantaggio di un confronto agevole con la madre che i maschi non hanno, in rapporto al padre. Perché questa differenza? I ragazzi tendono maggiormente a chiudersi. Il mondo degli adulti ha ridotte capacità pedagogiche. Talvolta ironizza, talvolta irride. La complicità i maschi la trovano più facilmente nel gruppo di coetanei. Raro il caso di un adolescente che chiede aiuto agli adulti. Diciamo che si fida poco. Il sesso, in ogni caso, è un fatto privato, riservato, personale. Ha a che fare con l’intimità, con la privacy. DOSSIER E di uno come lei si fidano? La figura del sessuologo è entrata in gioco da non più di vent’anni: si sa chi è, cosa fa, può essere un punto di riferimento. Le ragazze, almeno sino ai 16-17 anni, hanno confidenza con la madre. Dopodiché nascono le conflittualità ma si aprono ai coetanei. Oggi con le giovani coppie si può ragionare di una finta mestruazione, mettendole a parte dei rischi di una gravidanza che può proporsi quando non c’è più rimedio. Stanno ad ascoltare, maschi e femmine, singoli o in piccoli gruppi. A volte il gruppo, però, crea non pochi danni. Parliamo di bullismo, di machismo, di violenze morali se non addirittura fisiche, sotto forma di coercizioni. Il più delle volte, lontani da comportamenti devianti di gruppo, da episodi di violenza carnale collettiva, il bullismo produce scherno, prese in giro, esposizione al ridicolo di soggetti apparentemente indifesi. Li trovo numericamente fenomeni marginali, riscontro maggiore tolleranza rispetto al passato nei confronti degli omosessuali o di chi è reputato un diverso. Come valuta le coppie fortemente sbilanciate per età, donne mature con compagni più giovani di 10 e più anni? Mi paiono un segno dei tempi e del mutato ruolo della donna, che si è emancipata e decide per se stessa, per il meglio, senza nemmeno porsi più il tabù di un uomo più giovane. Una donna di 45 anni con un uomo di 30 è oggi nella norma. Lei regge il gioco, è diventata propositiva, sceglie situazioni che prima le erano negate. La donna oggi caccia, coglie la sua preda, l’uomo è spaesato, fuori ruolo, timoroso. Oggi è più forte la donna, a maggior ragione matura, di fronte ad un maschio che ha problemi d’identità, di futuro. La precarietà mette in discussione l’identità al maschile. L’Italia in questo è omogenea o presenta larghe differenze, tra nord e sud, metropoli e piccoli centri, differenti livelli socioculturali? Nessuna omogeneità, le differenze sono sensibili, nulla vale dappertutto. Veniamo alle devianze, in rapporto alla pedofilia. È giusto che se ne parli, serve a qualcosa? Serve a mettere in allarme chi può subirla, ma il problema per la stragrande maggioranza dei casi avviene in famiglia, e quando si manifesta quasi nessuna donna denuncia il convivente, pur avendone orrore. Le perversioni, in questo ambito, sono largamente al maschile. Si parla di un 98% contro un 2% al femminile. L’uomo ha in sé alcune animalità che la donna non ha? Attenzione a non equivocare. Anche le donne conoscono le perversioni e le esplicitano nel rapporto con i figli. Anziché tradurle in ambito sessuale le inseriscono più frequentemente nella relazione madre-figlio. (S.M.) 21 DOSSIER ITALIANI A RAGGI X UOMINI E CONTRACCEZIONE 22 Da un’indagine realizzata nel novembre 2008 da Eurisko su un campione di uomini tra i 18 e i 54 anni, rappresentativo della popolazione per distribuzione geografica, fasce d’età, istruzione e professione, sono emersi dati significativi sulla conoscenza che gli uomini italiani hanno della contraccezione. E i risultati, è bene dirlo subito, non sono dei più felici. Un dato positivo c’è comunque, ed è molto rassicurante: i giovanissimi sono molto informati sui metodi anticoncezionali. Ma tutti gli altri no. Ed è questo il dato allarmante. Non solo gli uomini non parlano di contraccezione (lo fanno solo raramente e più che con la partner, i genitori o un medico, lo fanno con gli amici), ma spesso non ne fanno neanche uso. Solo un terzo degli intervistati dichiara di utilizzare metodi anticoncezionali. Per fortuna questa percentuale si alza in maniera consistente man mano che l’età scende: il 71% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni e l’83% degli studenti usa anticoncezionali. Il profilattico è il metodo più utilizzato (dal 63% dei giovanissimi e dal 22% del totale degli uomini intervistati), seguito subito dopo dalla pillola (14%). I problemi però non sono solo a livello pratico, ma si rivelano anche a livello di conoscenza: solo la metà degli intervistati sa come funzionano i contraccettivi ormonali, e ancora una volta sono i più giovani ad ottenere la piena sufficienza. Solo il 41% sa che esiste il cerotto contraccettivo (ma questa conoscenza si abbassa fino ad un misero 17% nel sud Italia) e in ogni caso l’unica cosa che gli uomini sanno di questo metodo anticoncezionale è che la sua efficacia è pari a quella della pillola. Che abbia una copertura di 48 ore in caso di dimenticanza del cambio, che sia efficace anche in caso di vomito e diarrea o che sia indicato anche in chi soffre di intolleranza al glutine e al lattosio poco importa. L’unica cosa che sembra importante per gli uomini è la sicurezza, tutto il resto è un di più che si ritengono dispensati dal dover conoscere. Ma ciò che stupisce maggiormente in questo panorama di diffusa ignoranza riguardo alla contraccezione è che il 91% degli intervistati dichiara di conoscere l’esistenza della “pillola del giorno dopo”, cioè del farmaco che previene la gravidanza in caso di rapporto sessuale non protetto, a sottolineare che, sebbene non si sappia molto sui modi per evitare di cadere, in caso di errore tutti sappiano quale sia il paracadute a cui fare immediatamente ricorso. Un ritratto non molto lusinghiero quello che viene fuori da questa indagine: spetta ancora, e in gran parte, alle donne affrontare - in piena consapevolezza - il tema della contraccezione. (E.C.) DOSSIER SPECIALE PREVENZIONE SESSUALE PAROLA AGLI ESPERTI COMUNI E TRASMISSIBILI La migliore prevenzione, anche dal punto di vista sessuale, risiede nell’educazione, e dipende da chi la impartisce. Se la famiglia, la scuola, oppure il gruppo dei pari. O le tre agenzie educative - così ancora si chiamano - nel loro interagire. La conoscenza aiuta in ogni ambito, a maggior ragione in una sfera, quella sessuale, in cui è necessario che si formi, con gradualità, una piena identità, basata sul rispetto di sé e degli altri, indipendentemente dal genere preso in esame. La sessualità dev’essere regolata da norme igieniche non episodiche, cautelative rispetto a malattie sessualmente trasmissibili quando non addirittura a rischio di vita, vedi il virus dell’Aids. Quanto appariva in un tempo non lontano un groviglio di tabù insopprimibili, pare oggi dimenticato, incanalato opportunamente da una società tollerante, in cui le nuove abitudini sessuali (la precoce età del primo rapporto completo) non fanno scalpore. Ma attenzione, sino a quando? Il sesso uniforma le sue regole alle aperture e alle chiusure della società, in un gioco da sempre altalenante. Come a dire che un nuovo puritanesimo potrebbe essere alle porte 23 DOSSIER a cura di Claudio Buono in collaborazione con Francesco Ciociola - Specialista in Endocrinologia Ospedale San Paolo di Milano BALANITE È l’infiammazione del glande, cioè l’estremità del pene; a volte è di origine batterica, ma spesso è dovuta anche a miceti (funghi). Non di rado si estende al prepuzio (balanoposite). Oltre ad essere dovuta ad alcune malattie a trasmissione sessuale, è favorita dalla presenza di una fimosi (restringimento del prepuzio), da scarsa igiene intima o da terapie antibiotiche condotte per altri motivi; in particolare, sono molto comuni le recidive in corso di malattie come il diabete mellito. Paradossalmente può succedere che anche un’igiene continua e l’uso di un sapone aggressivo provochino l’infiammazione. I sintomi Quelli principali sono arrossamento del glande con secrezioni purulente bianco-giallastre, dolore e bruciore accentuato dalla minzione. Come si cura Con prodotti antimicrobici per uso topico, mirati secondo il microrganismo isolato. Nei casi dovuti ad eccessiva igiene, è sufficiente servirsi di un sapone ad azione più dolce oppure lavarsi semplicemente con abbondante acqua. TRICOMONIASI 24 È una malattia infettiva della vagina o dell’uretra (ma anche delle vie seminali degli uomini), causata da parassiti del genere Trichomonas. Spesso è associata alla presenza di gonorrea (vedi scheda). È una delle più frequenti infezioni sessualmente trasmesse, ma il contagio può essere favorito da condizioni di promiscuità (ad esempio nelle palestre o in piscina). Le donne in gravidanza possono trasmettere il protozoo ai loro figli, mentre l’incidenza della malattia si riduce durante la menopausa. I sintomi Oltre al prurito, l’infezione si manifesta con perdite sierose maleodoranti, a volte viscose e dal colore bianco-verdastro, difficoltà o bruciore quando si urina (disuria), dolore pelvico o vaginale durante un rapporto sessuale (dispareunia) e infiammazione dell’uretra (uretrite). Come si cura Il farmaco più indicato è il metrodinazolo. Durante la gravidanza, per via del possibile pericolo, è necessario applicare terapie topiche, seguendo le indicazioni dello specialista. GONORREA Detta anche “blenorragia” o più comunemente “scolo”, è un’infezione del tratto genitourinario causata dal batterio gram-negativo Neisseria gonorrhoeae. Si contrae attraverso rapporti sessuali non protetti con soggetti malati che presentano o meno sintomi della malattia; molto raramente per contatto con secrezioni infette, data la scarsa resistenza del germe all’ambiente. Si trasmette anche da madre a figlio durante l’attraversamento del canale del parto. TRA TRASGRESSIONE E INIBIZIONE Il XXV Congresso Nazionale della Società di Andrologia, tenutosi a Roma nel settembre 2008, ha tracciato un affresco della sessualità degli adolescenti di oggi. Il ritratto che ne è venuto fuori è quello di ragazzi che consumano il loro primo rapporto in giovanissima età, ma che spesso lo fanno senza alcun valore; adolescenti ansiosi e insicuri che trasferiscono questi disagi anche sulla sfera sessuale, tanto che sono in aumento i casi di disfunzione erettile e di eiaculazione precoce in giovane età. Il 19% delle ragazze ha il primo rapporto sessuale già a 14 anni, i ragazzi, un po’ meno precoci, verso i 18. Entrambi, purtroppo, si dimostrano poco attenti alla prevenzione delle infezioni sessuali: molte sono le ragazze convinte di non poter usare contemporaneamente pillola e preservativo e molti anche i ragazzi che spesso decidono, irresponsabilmente, di rinunciare a quest’ultimo. Diversa invece la sfera emotiva: per le giovani donne il sesso è nel 78% dei casi associato all’amore (percentuale che tende a scendere però con l’età), mentre per i maschi solo nel 34%. Per i ragazzi le fantasie sono spesso legate alle icone femminili proposte dai media, tanto che il 70% dei quattordicenni intervistati preferirebbe passare una notte con Pamela Anderson piuttosto che con la propria fidanzata (la percentuale tende a scendere con l’età, fino al 46% per i diciottenni). Illusioni e disillusioni non di poco conto queste, che dovrebbero indurci a riflettere. E anche ad agire. Per permettere alle nuove generazioni di imparare a vivere la propria sessualità in maniera più profonda e consapevole di quanto oggi non accada. I sintomi Sono molto più evidenti nei soggetti maschili, che presentano un’emissione mucopurulenta a livello dell’uretra (il dotto che porta l’urina dalla vescica all’esterno del corpo) con bruciore e frequente stimolo alla minzione, che però risulta difficoltosa oppure lenta e dolorosa, nonché senso di peso o fastidio dietro l’ano (sospetta prostatite). Nelle donne, invece, oltre all’uretra, l’infezione può interessare la vulva, la vagina e la cervice uterina. In più della metà dei casi, il morbo SPECIALE PREVENZIONE SESSUALE non dà segni particolari, o si sviluppa con sintomi quali bruciore, gonfiore e arrossamento delle parti genitali, perdite vaginali giallastre, minzioni frequenti. DOSSIER ADOLESCENTI E SESSO Come si cura Con antibiotici, penicillina in primis, ma anche tetracicline ed eritromicina. CLAMIDIA Si tratta di un’infezione dovuta ad un batterio, la Chlamydia trachomatis. Può essere confusa facilmente con la gonorrea (vedi scheda) perché i primi sintomi sono analoghi e spesso si trasmettono insieme. La trasmissione avviene per contagio interumano diretto, sia per via sessuale sia durante il parto. I sintomi Nel 75% dei casi l’infezione è addirittura asintomatica Il primo segnale è un certo bruciore quando si urina. Se trascurata, la malattia è responsabile di complicanze che nelle femmine si manifestano con infezioni del collo dell’utero (cerviciti), infiammazione delle tube di Fallopio (salpingite) e malattia pelvica infiammatoria, Nei maschi, invece, provoca uretriti e epididimiti (infiammazione dell’epididimo - il dotto posteriore del testicolo da cui passano gli spermatozoi). In entrambi i casi, le conseguenze possono essere anche gravi e portare all’infertilità. Come si cura La terapia più comune è quella antibiotica con azitromicina e ofloxacina. In alternativa, possono essere utilizzati altri antibiotici come doxiciclina, tetraciclina ed eritromicina. LINFOGRANULOMA VENEREO È una malattia a trasmissione sessuale causata da alcuni sierotipi di un agente batterico (Chlamydia trachomatis). Ci si infetta mediante rapporti sessuali con persone contagiate dal batterio, soprattutto in presenza di altri fattori di rischio, come ulcere genitali o infiammazione del retto (proctite). 25 DOSSIER PAROLA AL FARMACISTA I GIOVANI? TIMIDI MA INFORMATI 26 La scelta di Paola Cimetti, trentenne farmacista a Milano, non è stata casuale, siamo convinti che una giovane professionista sia più adatta (e forse anche interessante) per discorrere di giovani e prevenzione sessuale, vuoi per mentalità - più aperta - o vicinanza generazionale con gli interessati. «I presidi classici ormai non creano più forti imbarazzi e anche l’acquisto della pillola - un tempo più complicato - in compagnia della mamma si è trasformato in una passeggiata», ci racconta Paola. «I giovani sono informati: fin dall’adolescenza sono estremamente aperti e - almeno nella realtà di una grande città - sono convinta che il ricorso a fai da te pericolosi sia solo un ricordo». Trattiamo subito l’argomento della pillola del giorno dopo. Qual è l’età media degli acquirenti? Quattordici, quindici anni. Inutile nasconderselo, sono giovanissimi ma - ripeto - molto bene informati. E aggiungo, anche buoni ascoltatori. Cercano un confronto o un conforto? Entrambi, si rendono conto di aver fatto un errore e non trasudano arroganza. Sono timidi, ogni tanto arrivano in coppia, da “fidanzatini”. Mettendo da parte la tenerezza, come vi comportate in proposito? Inquadriamo la situazione, spieghiamo che senza ricetta non è possibile somministrarla, parliamo dei consultori. Diamo consigli di massima, più approfonditi - ovvio - se abbiamo a che fare con gli stranieri: alcuni arrivano da realtà burocratiche differenti e meritano maggiore attenzione. Su altri presidi, tipo pillola anticoncezionale, cerotti, preservativi? Molte hanno già - grazie a mamme illuminate - esperienze dal ginecologo, quindi le domande si concentrano sul cattivo utilizzo (frequenza sbagliata, dimenticanze, conservazione non adeguata del I sintomi Il primo sintomo abitualmente è l’ingrossamento unilaterale e dolente al tatto dei linfonodi inguinali, soprattutto in presenza di lesioni delle mucose genitali o rettali (tipo ulcere o vescicole erpetiche). Nelle donne, all’inizio si riscontrano lesioni sul collo uterino o nella porzione più alta della vagina. SIFILIDE Come si cura Il trattamento prevede la somministrazione di farmaci quali doxiciclina, eritromicina, tetracicline o, in alternativa, una dose combinata di due principi attivi: trimetoprim e sulfametoxazolo. I sintomi Nello stadio iniziale che segue il contagio, compare un’ulcera non dolorosa nella vagina, nel pene, dentro l’ano, in bocca o in gola, che può scomparire spontaneamente nell’arco di pochi giorni o settimane (ma la malattia, che proprio in questa fase è contagiosa, Conosciuta anche come lue (e con numerosi altri nomi) è una malattia infettiva causata dal batterio Treponema pallidum. Il contagio, oltre che per via sessuale, nella donna gravida può estendersi al feto attraverso la placenta. continua il suo corso senza dare segni visibili, raggiungendo il sistema nervoso e cardiovascolare). Si verifica, inoltre, un ingrossamento delle ghiandole linfatiche vicine alle lesione iniziale, per esempio all’inguine. Come si cura Il farmaco di elezione per la terapia è la penicillina G benzatina. Solo nei pazienti allergici a questo farmaco si ricorre ad altri antibiotici a largo spettro (come tetracicline e macrolidi) e all’eritromicina. PAPILLOMA VIRUS È un’infezione molto frequente, che la mag- gior parte delle donne prende almeno una volta nella vita ed è imputabile al virus Hpv. Il contagio avviene tramite contatto diretto (sessuale, orale e cutaneo) anche se il virus non è presente in liquidi biologici quali sangue o sperma. DOSSIER prodotto). Ci limitiamo a carpire i margini di rischio (per malattie o gravidanze indesiderate) per indirizzarle dal dottore o dal ginecologo. Quali le malattie più frequenti tra i ragazzi italiani? L’unica malattia riconosciuta dai clienti è la candidosi, e non è neanche una Malattia trasmissibile sessualmente... C’è molta ignoranza, per fortuna dai sintomi capiamo subito se si tratta d’altro. Nel caso suggeriamo una visita dallo specialista proponendo dei semplici lavaggi disinfettanti o degli antimicotici per uso locale. Al resto ci penserà poi il ginecologo. Certo. Anche perché l’ignoranza in materia è vistosa, anche tra noi colleghi. In generale la preparazione sulle malattie sessualmente trasmissibili di noi italiani è piuttosto scarsa. Un’ultima domanda: è giusto che la pillola del giorno dopo sia dispensata solo con la ricetta o pensa che dovrebbe diventare un farmaco da banco, come in altri Paesi? Ogni tanto penso che persone non più giovani, come le trentenni e le quarantenni, potrebbero anche farne a meno. Per i giovani, invece, è fondamentale il filtro di uno specialista. In caso contrario si inizierebbe a notarlo nelle borsette, alla pari del preservativo. Troppo pericoloso, a mio avviso. SPECIALE PREVENZIONE SESSUALE I sintomi L’infezione da Hpv è asintomatica nella maggior parte dei casi. Talvolta si può invece manifestare con condilomi (specie di verruche) in sede genitale (pene, vulva), anale e sul perineo (zona tra la vagina e l’ano). Come si cura Diverse sono le terapie mediche (podofillotossina, cheratolitici, inibiltori del Dna) e chirurgiche (crioterapia, diatermocaogulazione) disponibili per curare questa infezione. In particolare, si è visto che non servono gli antibiotici, gli ovuli o le lavande vaginali. Tuttavia, è utile ricordare che una parte delle infezioni da Hpv regredisce spontaneamente (vedi anche pagina 30-31). EPATITE C È una forma di epatite (infiammazione del fegato) causata da uno specifico virus (Hcv Hepatitis C Virus). Le modalità di trasmissione dell’infezione sono varie. Il contagio per via sessuale avviene solo se durante l’atto vi è scambio di sangue con il soggetto malato. Gli altri liquidi biologici come lo sperma, la saliva e le secrezioni vaginali possono trasmettere l’infezione se contaminate anche da piccole tracce di sangue contenente virus. Altre fonti di infezione sono: punture con aghi o strumenti infetti, microlesioni difficilmente visibili della cute o delle mucose (spazzolini da denti, lesioni da malattie cutanee eccetera). I sintomi Una volta penetrato nel fegato, il virus causa un’epatite acuta che però, nella maggior parte dei casi, è asintomatica. Ciò fa sì che la malattia possa divenire cronica senza che il paziente se ne accorga, con possibile evoluzione in cirrosi epatica. Talvolta, però, si possono riscontare affaticamento, perdita di appetito, nausea, debolezza, lievi 27 DOSSIER NOTE DOLENTI TURISMO SESSUALE dolori addominali. Come si cura La terapia ad oggi universalmente riconosciuta come la più efficace è costituita dall’associazione di interferone alfa peghilato con ribavirina. AIDS (HIV) L’Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita) è lo stadio finale di un’infezione causata dal virus Hiv (Human Immunodeficiency Virus). La maggior parte delle infezioni avvengono attraverso rapporti sessuali non protetti. La trasmissione sessuale può insorgere quando c’è contatto fra le secrezioni sessuali di un partner infetto, con le mucose genitali, della bocca o del retto dell’altro. Altra via di contagio è il sangue e suoi derivati (siringhe infette, trasfusioni, tatuaggi e piercing). Il passaggio del virus da madre a figlio può verificarsi nell’utero durante le ultime settimane di gestazione e alla nascita. Anche l’allattamento al seno presenta un rischi di infezione. I sintomi Al primo contatto del corpo con il virus possono ricordare quelli di un’influenza transitoria (e a volte nemmeno presente) associata ad ingrossamento dei linfonodi periferici, del fegato e della milza. I primi segnali della malattia conclamata sono infezioni causate da batteri, virus, funghi, parassiti e altri organismi. E anche febbre, sudorazione (specie notturna), ingrossamento ghiandolare, tremore, debolezza e perdita di peso. cepisce. Più raramente l’infezione può essere trasmessa tramite lo scambio di fluidi organici o attraverso l’utilizzo comune di oggetti come asciugamani, lenzuola eccetera. HERPES GENITALIS I sintomi L’herpes si manifesta con la presenza di vescicole a contenuto limpido sulla pelle e sulle mucose dell’area genitale, dolorose al tatto e accompagnate da un senso di prurito. Le fastidiose bollicine possono svilupparsi anche all’interno della vagina, sulla cervice uterina e nell’uretra, sia maschile sia femminile, e si accompagnano spesso all’ingrossamento dei linfonodi inguinali e rossore generalizzato della parte interessata. Comunemente, le vescicole possono rompersi ulcerandosi, con grande dolore e fastidio locale. È una malattia infettiva e contagiosa scatenata dalla presenza del virus herpes simplex che colpisce la zona dei genitali. È una delle più comuni patologie a trasmissione sessuale. Il contagio avviene facilmente per contatto diretto tra la vescicola ed una mucosa che la re- Come si cura Purtroppo non esiste una terapia definitiva, perché sono descritte frequenti recidive locali. Il trattamento prevede la somministrazione di un antivirale per via orale, già ai primi bruciori o prurito locale, al fine di abbreviare la durata e l’intensità dei sintomi. Un anti- Come si cura Attualmente, l’infezione da Hiv viene trattata con la cosiddetta Highly Active Antiretroviral Therapy (HAART), nella quale si utilizzano opportune combinazioni di farmaci antiretrovirali. 28 L’Organizzazione mondiale del turismo, unica istituzione intergovernativa (www.world-tourism.org) del settore che unisce quasi 150 Paesi del mondo, definisce il turismo sessuale come la pratica di “viaggi organizzati (…) con l’intento primario di far intraprendere al turista una relazione sessuale a sfondo commerciale con i residenti del luogo di destinazione”. Detto che sono numerosissimi i Paesi in cui la prostituzione è legale (dalla Germania al Costa Rica), questo tipo di turismo ha ovvie conseguenze sociali e culturali soprattutto nei Paesi di destinazione dove - per giungere allo scopo - vengono sfruttate le diseguaglianze di sesso, età, condizione sociale ed economica. La faccenda diventa ancora più odiosa e indegna quando scade nella pedofilia, come troppo spesso accade soprattutto nel sud-est asiatico. Il fenomeno è presente a livello planetario e oggi vale anche per la donna che da anni ormai comincia ad avere alcune pessime abitudini maschili. I Paesi di riferimento sono tristemente noti: Brasile, Cuba e la Giamaica in America Latina, Ucraina e Bielorussia nell’Est Europeo, Africa centrale, oltre ai maggiori distretti a luci rosse di Amsterdam, Praga, Bangkok, Phuket (entrambi in Thailandia) o Angeles nelle Filippine. DOSSIER SPECIALE PREVENZIONE SESSUALE www.asexuality.org/it DIFFERENTI (E INDIFFERENTI) Mai come oggi la sessualità ha mille sfaccettature diverse. Eppure pochi sanno che esiste anche chi nega con decisione ogni tipo di inclinazione: gli “asessuali” - uomini e donne che non hanno il minimo stimolo carnale e non se ne pongono il problema - si presentano sempre più numerosi come una nuova alternativa anche in Italia. Una scelta forse non così naturale ma che all’apparenza regala molta serenità. Del resto, la prima ”controindicazione” dei tranquillanti è proprio quella di togliere il desiderio. Alcuni asessuali affermano di esserci nati, altri l’hanno scoperto strada facendo. Molti hanno provato ad avere relazioni sessuali e sanno cosa significa eppure non ne sentono il bisogno, non hanno voglia e sono consapevoli di poter vivere tranquillamente senza. Secondo l’ortodosso fondatore della comunità asex, l’americano David Jay che otto anni fa aprì la prima community on-line sull’argomento (Aven - Asexual Visibility and Education Network) riscuotendo immediato successo di adesioni, non desiderare il sesso è una condizione assolutamente naturale e non dipende da malfunzioni ormonali o fisiche né da una scelta più o meno consapevole. A conforto delle loro tesi (peraltro nettamente confutate da tutta la comunità scientifica), gli asessuali riportano invece uno studio della canadese Brock University che, su un campione di 18mila persone in piena salute e in età fertile, misurò una minoranza quantificabile tra l’1% e il 3% che dichiarava di non aver mai sentito alcun desiderio sessuale. La rivista “New Scientist” invece riportò nello stesso anno i risultati di studi che dimostravano la presenza tra gli ovini e i roditori di animali (rispettivamente misurati nel 3% e nel 12% del totale) per niente interessati al sesso. Oggi più che altro il problema degli asessuali è quello di veder riconosciuta la propria posizione all’interno della società, rivendicando il loro diritto a non fare sesso e a non venire giudicati attraverso questo metro. www.asexuality.org/it www.theofficialasexualsociety.com 29 DOSSIER A COLLOQUIO CON IL MEDICO DI FAMIGLIA DOMANDE E RISPOSTE «Sa dottore ho fastidio a urinare e bruciori e/ o prurito dopo che ho avuto un rapporto sessuale non protetto…». Non è infrequente che dal medico di famiglia giunga un paziente a riferire quanto sopra. Ovviamente occorre indagare che cosa è realmente successo per poi stabilire il comportamento più rapido e discreto al fine di giungere a una diagnosi e alla terapia L 30 e Malattie a trasmissione sessuale (Mts) più conosciute dal pubblico sono sifilide, gonorrea e Aids. Meno conosciute ma altrettanto diffuse sono le infezioni da Papilloma virus (Hpv), Herpes genitale e le epatiti virali, specie B e C. Si conta che in Europa le Mts siano le infezioni più frequenti dopo quelle respiratorie, e che in Italia ci siano circa 500mila casi segnalati di Mts. La peculiarità di queste malattie è che posso- no essere assolutamente silenti e un soggetto senza sintomi può trasmettere al partner l’infezione: un rapporto sessuale non protetto, infatti, può essere causa di trasmissione della Mts. In altri casi il paziente (uomo o donna) può presentare quali sintomi delle infezioni ulcere o perdite mucose. Non è detto che le Mts siano proprie dei giovani: si sono viste diverse forme anche nei soggetti over 60! In ogni caso il profilattico è la prima barriera ed è bene utilizzarlo prima di un rapporto sessuale con il partner, specie se occasionale. In breve, se la percezione per l’Aids nella popolazione generale, e specie in quella giovanile, è diminuita, come riportano alcune statistiche, non si può abbassare la guardia sulle altre Mts che sono molto più rilevanti da un punto di vista numerico e hanno tutte un denominatore comune: la trasmissione per via sessuale (un tempo più frequentemente omosessuale, attualmente eterosessuale). Il profilattico è sicuro al 100%? NO, in una minima percentuale può non essere totalmente protettivo per le Mts, anche se ne è vivamente consigliato l’utilizzo. Il sesso orale è più sicuro? NO, le Mts si possono trasmettere anche per via orale, come per via anale, in quanto potrebbero essere presenti microlesioni delle DIAMO I NUMERI Circa il 50-80% dei soggetti sessualmente attivi si infetta durante la vita con uno dei 40 tipi di virus Hpv. Alcuni di questi virus fanno sviluppare i condilomi genitali, altri, ad alto rischio, i tumori della cervice. L’80% delle infezioni regrediscono, ma nelle donne con un’età inferiore ai 25 anni è più alta l’incidenza di tumore del collo uterino. Il vaccino anti Hpv svolge un’azione preventiva, specie nei soggetti più giovani ovvero le adolescenti. E ci si aspetta che nel giro di alcuni anni si possa limitare la frequenza del tumore della cervice uterina. Questo non significa che un esame di screening come il Pap test debba essere dimenticato, perché è fondamentale per l’individuazione delle lesioni precancerose in generale. Il medico di famiglia e il pediatra di base svolgono un ruolo di counselling nei confronti della popolazione giovanile. Ma un alto numero di giovani pazienti “saltano” il passaggio del medico di fiducia perché si rivolgono direttamente allo specialista ginecologo, portate spesso dalle madri per vari motivi (prima mestruazione, ritardo nel ciclo, ciclo mestruale doloroso, contraccezione, sintomatologia varia). Occorrerebbe quindi una maggiore presenza da parte del medico di famiglia, magari con l’istituzione di ambulatori dedicati alla prevenzione o addirittura all’informazione sessuale. Il consiglio di vaccinare le adolescenti contro l’Hpv non mette per nulla in difficoltà il Medico di medicina generale, che possiede già una cultura preventiva in termini di vaccinazioni (basti pensare alle campagne annuali dei vaccini antinfluenzali). mucose che possono veicolare i fattori patogeni. La pillola e l’uso dei farmaci per la disfunzione erettile (sildenafil e altri) proteggono dalle Mts? SPECIALE PREVENZIONE SESSUALE DOSSIER PAPILLOMA VIRUS NO (per entrambi); la prima ha solo una funzione contraccettiva, mentre i farmaci per la disfunzione erettile possono far abbassare la guardia, per cui è fondamentale utilizzare anche il profilattico. I condilomi, una volta guariti, non danno più alcun problema? I condilomi sono una manifestazione dell’Hpv. È vero che ci sono ottime cure che portano alla loro eliminazione, ma occorre essere comunque attenti a sintomi genitali, sia nell’uomo che nella donna, che possono essere spia di tumori: ricordiamo che esistono forme del virus Hpv abbinate. Ho una banale infezione da Clamydia: ho assunto un antibiotico e sono guarita. Vero: ma occorre sapere che la Clamydia è una delle più frequenti cause di sterilità sia femminile che maschile. L’epatite non si trasmette solo con il cibo? NO: l’epatite A è una malattia virale che si trasmette prevalentemente con il cibo, ma sono descritti casi di trasmissione anche per via sessuale del virus dell’epatite A. Nel caso di epatite B e C la trasmissione avviene per via ematica e mucosa. Mentre per l’epatite B esiste un vaccino, e la vaccinazione è obbligatoria nella popolazione scolastica italiana, per l’epatite C non esiste ad oggi prevenzione vaccinale ma solo comportamentale. La sifilide e la gonorrea sono sparite? No: sono ancora presenti. Fortunatamente, se si può dire così, esiste per sifilide e gonorrea una terapia a base di antibiotici che dà ottimi risultati. Esistono però soggetti infetti che presentano più patologie infettanti, e a questo bisogna fare attenzione. In conclusione, da ricordare sempre che la diagnosi precoce è importante per evitare possibili complicanze e la diffusione del contagio. (Fonte: Ministero della Salute) 31 DOSSIER CONSULTORI PUBBLICI SESSUALITÀ, TRA REALTÀ E DISINFORMAZIONE I consultori familiari pubblici, nati negli anni ruggenti del movimento femminista, tra la riforma del diritto di famiglia, il referendum sul divorzio, la legge sull’aborto, la rivoluzione della pillola, erano “contenitori sperimentali” dove si poteva parlare dei problemi legati alle diverse fasi della sessualità femminile (contraccezione, gravidanza, menopausa) in un collettivo fatto di ginecologhe, psicologhe e pazienti. Ma oggi, a quarant’anni dalla loro nascita, che cosa sono? Ne abbiamo parlato con Elena Antonucci, ginecologa presso un consultorio di Milano. Domanda banale, ma non così scontata: cosa sono i consultori e a chi si rivolgono? I consultori sono servizi socio-sanitari territoriali che offrono consulenza e assistenza, sia sanitaria sia psicologica, riguardo alle grandi tematiche della coppia e della sessualità. Non c’è bisogno di richiesta del medico di base né per un colloquio né per una visita e la privacy è sempre garantita. Le visite per la contraccezione sono gratuite sotto i 22 anni. Sono rivolti soprattutto alle donne e agli adolescenti, ma sono aperti anche agli uomini ovviamente. Ci sono consultori, anche se non sono la maggioranza, che offrono la possibilità di fare visite con andrologi e urologi, ma visto che le ore di disponibilità sono inferiori rispetto a quelle del ginecologo le attese per le visite sono un po’ più lunghe. 32 Che cosa chiedono le ragazze che vengono in un consultorio? A volte le adolescenti hanno solo bisogno di rassicurazioni o di risposte a domande che non avrebbero il coraggio di fare al medico di famiglia o ai propri genitori, per imbarazzo o per situazioni difficili che si vivono in casa. I ragazzi possono rivolgersi in qualsiasi momento al consultorio per ottenere informazioni sulla contraccezione, sulla prevenzione e per eventuali dubbi sulle malattie sessualmente trasmissibili. Un colloquio individuale e approfondito con la ginecologa o con l’assistente sanitaria può aiutare a chiarire idee molto confuse, anche se il più delle volte quando si rivolgono a noi è per affrontare concretamente i problemi. Vi consultano quando già sono nei guai? C’è chi coscientemente viene da noi perché ha deciso di avere rapporti sessuali e vuole essere maggiormente informato sui metodi di contraccezione e di protezione; c’è chi desidera sottoporsi ad una visita ginecologica e scegliere il contraccettivo più appropriato; c’è, anche, chi ha il dubbio di aver preso una malattia in seguito a rapporti non protetti e chi si rivolge a noi per chiedere la pillola del giorno dopo o per una interruzione di gravidanza. Perché rivolgersi a un consultorio sempre all’ultimo momento? Le risposte a questa domanda sono tante e tutte sbagliate. Purtroppo i ragazzi usano ancora troppo poco i metodi contraccettivi e sembrano non considerare l’esistenza delle malattie sessualmente trasmissibili. Fanno, a volte, l’amore con incoscienza, soprattutto i più giovani, e questo è sbagliato, oltre che pericoloso. Nel momento in cui si rivolgono al consultorio perché hanno avuto un rapporto non protetto, oltre a fornire assistenza medica (pillola del giorno dopo), cogliamo l’occasione per spiegare loro l’utilità della contraccezione e della prevenzione. “Ok, oggi DOSSIER ZOOM E LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO? «La pillola del giorno dopo», aggiunge la dottoressa Antonucci, «non è un metodo abortivo, ma un metodo di intercezione post-coitale (ossia contraccezione di emergenza) che viene somministrato dopo un rapporto non protetto. La sua efficacia è più alta se viene somministrata entro le 48 ore dal rapporto, ma viene comunque data fino alle 72 ore. Per esempio, se il rapporto non protetto è avvenuto il sabato si fa in tempo ad andare il lunedì al consultorio per farsi prescrivere la pillola». ti è successo questo e noi siamo qui per aiutarti, ma renditi conto di quali sono i rischi in cui incorri se non usi nessuna protezione”, questo di solito è il discorso che facciamo ai ragazzi. In questo senso il consultorio è, nel pieno rispetto delle sue caratteristiche principali, un servizio di prevenzione. Oppure molte ragazze non prendono la pillola perché hanno paura che i loro genitori le scoprano e ne traggano le ovvie conseguenze. In quei casi cerchiamo di spiegare loro che forse è meglio farsi scoprire con una pillola in borsa piuttosto che rischiare di dovere poi ammettere l’esistenza di una propria vita sessuale quando ci si trova davanti all’urgenza e al trauma di interrompere una gravidanza. L’Italia purtroppo è uno dei Paesi in coda in Europa per l’uso della contraccezione ormonale. I consultori sono nati con l’intento di unire assistenza sanitaria e psicologica. Questo vale ancora? 33 DOSSIER Ginecologi, assistenti sociali e psicologi lavorano gomito a gomito nei consultori. Offriamo sempre un supporto psicologico alle nostre pazienti. Se, per esempio, durante una visita ginecologica ci accorgiamo parlando che ci sono problemi di depressione, che sia una depressione post-partum o una depressione legata alla menopausa, chiediamo alla nostra paziente di fare una chiacchierata con lo psicologo. Cerchiamo sempre di mettere insieme un percorso che unisca salute fisica e salute mentale. Ancora più sentito è il nostro appoggio in occasione delle interruzioni di gravidanza. Ci offriamo di seguire le donne anche dopo un intervento così destabilizzante dal punto di vista emotivo e psicologico, ma spesso sono proprio le più giovani a rifiutare questo aiuto, preferendo chiudere gli occhi piuttosto che mettersi in discussione. Come mai rinuncia proprio chi ne avrebbe forse più bisogno? Le ragazzine di oggi sono molto precoci, ma nello stesso tempo molto indifese. Alle volte ti spiazzano con domande inattese per un’adolescente, salvo poi farti ricredere di fronte alla fragilità e alla paura che leggi nei loro occhi. Cerchiamo sempre di instaurare con loro un rapporto di fiducia, e molto spesso questo funziona. Chi viene da noi per un problema e si sente aiutato e ascoltato il più delle volte torna, stabilendo così non solo un rapporto duraturo con i medici del consultorio, ma anche con la prevenzione stessa. 34 Pillola anticoncezionale, pillola del giorno dopo: la preoccupazione primaria sembra essere quella nei confronti di una gravidanza indesiderata, ma negli adolescenti che si rivolgono ai consultori c’è la consapevolezza dell’esistenza delle malattie sessualmente trasmissibili? Poco purtroppo. O meglio, gli adolescenti sono teoricamente molto informati, ma appena si entra un minimo nel merito ci si accorge di lacune spaventose. Non perdiamo mai occasione durante le visite o le chiacchierate informative di far notare che tutti i metodi contraccettivi, dalla pillola all’anello, dal cerotto alla spirale, sono compatibili con l’utilizzo del preservativo, che è e rimane l’unica protezione efficace contro le malattie sessualmente trasmissibili. Un uso costante (fin dall’inizio della penetrazione) e corretto del preservativo è l’unica garanzia per una prevenzione dalle Mts. Questo non è mai sottolineato abbastanza. Quando si ha il dubbio di aver contratto una malattia sessualmente trasmissibile ci si può recare in un centro per le Mts, dove viene sempre garantita la privacy e dove si possono fare colloqui, visite e analisi del sangue. I consultori lavorano a stretto contatto con questi centri e spesso siamo proprio noi che durante le visite, se abbiamo qualche dubbio, vi indirizziamo il paziente. Resta il fatto che per le patologie più comuni basta l’intervento dei medici del consultorio. In questi ultimi tempi si è molto parlato di papilloma virus e del vaccino ad esso connesso, lei cosa ne pensa? Sono favorevole al vaccino contro l’Hpv, soprattutto per le adolescenti che non hanno ancora avuto rapporti sessuali. Dopo i primi rapporti consiglio di farsi vaccinare in centri specializzati che solitamente verificano se si IL FUTURO? PUNTARE SUL BENESSERE sia contratto o meno il virus. Quello che bisogna sottolineare è che questo vaccino non copre tutta la famiglia degli Hpv, ma solo i virus più coinvolti nella formazione dei condilomi e dei tumori del collo dell’utero. Negli ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti nelle richieste o negli accessi al consultorio? C’è stato un aumento delle migranti e, di conseguenza, anche un cambiamento nel nostro modo di affrontare il discorso della prevenzione. La sensibilizzazione rispetto alla contraccezione è molto diversa tra adolescenti stranieri e adolescenti italiani. Nelle ragazze latino americane, per esempio, il peso dato alla gravidanza è relativamente di poco conto, abituate in un contesto in cui fare figli molto presto è la norma. Ma quando questo accade qui, magari a 14 anni o quando si è ancora a scuola, la percezione che se ne ha è differente. Oltre a dar loro informazioni sulla contraccezione (che spesso non hanno avuto) seguiamo anche le gravidanze delle migranti e, in caso di necessità, le indirizziamo per eventuali interventi e/o interruzioni, garantendo sempre la privacy. I Consultori sono, per citare Roberto Calia Responsabile per l’area milanese - «dei centri multiprofessionali integrati. Non ci limitiamo a curare le persone, diamo sostegni psicologici e di sviluppo importantissimi, soprattutto per la natura multietnica della società italiana contemporanea». Chi accogliete, in maggioranza, nei vostri Centri? Storicamente i Consultori sono frequentati dalle donne che, ancora oggi, rappresentano più del 90% delle nostre visite. L’utenza maschile è intorno al 2-3% (il resto sono famiglie ndr), limitata a consulti andrologici e di tipo legale per i divorzi. E le richieste delle donne di che natura sono? Circa la metà riguardano problemi ginecologici come gravidanze inaspettate, interruzioni di gravidanza o contraccezione. Il 20% richiede consulenze legate alla vita di coppia e alla famiglia e il rimanente 30 è rappresentato dal sostegno psicologico, a 360°. Perché nascono i consultori? In passato sono serviti a monitorare la crescita demografica, al tempo significativa e poco calcolabile. Era un “presidio” statale utile per monitorare i costumi sessuali della popolazione. Il vostro mestiere, ci pare di capire, è molto cambiato. Apparentemente. Quello che si spiegava e divulgava trenta anni fa agli italiani, sta tornando utile per gli stranieri: spesso i migranti vengono da Paesi davvero sottosviluppati che affrontano la vita matrimoniale e sessuale in modo opposto alle nostre abitudini. Dottor Calia, quanto è importante la prevenzione? Adesso molto, in futuro meno. Le spiego: i nostri nonni hanno imparato a curarsi, noi a prevenire, i nostri figli dovranno perseguire il benessere, che viene ancor prima della prevenzione. Andremo oltre, guadagnandoci. Un cambiamento epocale, non trova? Esatto, sono le nuove direttive dell’Organizzazione mondiale della sanità: le nuove generazioni, in parole povere, devono “imparare a star bene”, affinché non si ammalino più. DOSSIER ZOOM 35