Notiziario Insieme anno III numero 4 (novembre)

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Notiziario Insieme anno III numero 4 (novembre)
Diario della Comunità
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Diario della Comunità
Serate in allegria
Dal 1 al 10 agosto a Selino Alto
S
e passate nel mese di luglio dalle parti del
campo sportivo di Selino Alto, troverete diverse forze umane indiffarate a correre a
destra e a sinistra... Sono i volontari delle Serate in
allegria, che da tanti anni allietano l’estate nella nostra piccola comunità. Possiamo dirlo con grande
orgoglio: siamo piccoli... ma ci piace fare le cose in
grande! E crediamo che nessuno si offenda se ci
permettiamo di dire che a Selino Alto si viene alla
festa d’estate perché si mangia bene e ci si diverte!
D’altra parte questi dieci giorni rappresentano
un momento veramente forte nell’esperienza della
nostra comunità, visto che vengono coinvolte diverse decine di persone, dai bambini, ai ragazzi, ai
giovani e agli adulti, che si distinguono per il loro
impegno e la loro fedeltà. La festa è un’esperienza
sempre molto faticosa, ma ricca di grandi soddisfazioni, non solo dal punto di vista economico (siamo orgogliosi di aver messo da parte circa 19.000
euro, equamente divisi a metà tra la Polisportiva
e l’oratorio...). Ma credo di poter dire che forse la
cosa più bella di questi giorni è quella di poter respirare veramente un clima familiare, dove tutti si
sentono a proprio agio, a casa propria, e sono felici
di stare insieme.
Dobbiamo dire un grazie speciale a quanti ogni
anno ci credono in maniera particolare e diversi
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mesi prima cominciano a caricarsi sulle spalle la
grande fatica dell’organizzazione: se non ci fossero
queste persone la nostra festa non partirebbe mai,
e correremmo il rischio di perderci per strada.
Mi piace sottolineare uno dei momenti veramente speciali della festa: la messa celebrata al
campo sportivo l’ultima domenica, quando vengono invitate in maniera speciale le persone anziane
della comunità. Con questa iniziativa che ripetiamo ogni anno vogliamo dire la nostra riconoscenza simbolica a quanti hanno fatto la storia del nostro piccolo paese. Se siamo qui oggi a fare festa è
anche grazie a loro, che prima di noi hanno messo
grande impegno e grandi energie nella loro vita.
Un’altra cosa, di cui andiamo particolarmente
fieri, è il fatto che nella nostra festa ci sono tanti
ragazzi e tanti giovani a lavorare. A loro è giustamente affidata soprattutto la parte della gestione
del bar, della pizzeria e dell’intrattenimento serale
(senza che lo sappiano... diciamo grazie agli amici di
Corna che certe sere vedono la loro pazienza messa
un po’ alla prova!). I ragazzi e i giovani sono il futuro della comunità: noi crediamo in loro e li invitiamo a darsi sempre da fare, per un paese che sia
sempre più bello!
Diamo appuntamento all’edizione 2015: per vivere altre Serate in allegria!
GLD
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Memorial Daniele Valceschini
Appuntamento fisso del luglio berbennese, il torneo Memorial Daniele Valceschini anche quest’anno ha dato vita a una bella giornata di sport, amicizia e divertimento coinvolgendo persone di tutte le
età e nazionalità. Al timone della manifestazione,
giunta alla sedicesima edizione, è il Gruppo amici Valceschini che, oltre a curare l’organizzazione
dell’evento sportivo, si è occupato della pulizia del
vecchio campetto comunale andato in disuso, rendendolo così praticabile anche per tutti i ragazzi
del paese.
Il torneo a 10 squadre, svoltosi in data 27 luglio,
ha visto fronteggiarsi varie formazioni di valli Imagna e Brembana e si è concluso nel tardo pomeriggio con la premiazione dei Culanda (primi classificati), seguiti a ruota dai Simone Team e dai Gna u en
gaiofa, entrambe berbennesi doc.
Il premio miglior giocatore è stato vinto da Simone Locatelli, mentre lo zibret de ghisa è andato
a Paolo Salvi.
Per l’occasione, il gruppo Amici Valceschini ha
allestito un’area ristoro dove sia giocatori sia spettatori hanno potuto rifocillarsi con primi piatti, cotechini alla piastra e un buon calice di vino, mentre
per i più piccoli erano disponibili scivoli e altalene
del parco adiacente il campetto.
Grazie all’assistenza del meteo, il torneo si è potuto svolgere regolarmente, favorendo la partecipazione del pubblico berbennese.
Il gruppo Amici Valceschini ringrazia calorosamente tutti coloro che, intervenendo, hanno contribuito a mantenere vivo il ricordo di Daniele.
Paolo Pesenti
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Ferragosto in compagnia
La festa della comunità a Blello
Quest’anno non abbiamo avuto un’estate particolarmente calda e soleggiata, ma questo non ha
impedito la buona riuscita di una festa sempre apprezzata e partecipata come quella di Blello. Organizzata dal 9 agosto fino a Ferragosto, ogni giorno
ha offerto buon cibo casalingo, tombolate con ricchi premi, musica, momenti di preghiera e piacevoli incontri.
Sono stati invitati per rallegrare le serate in
compagnia alcuni gruppi come Ester, gli Svalutation (che si esibiscono in diversi paesi della Valle
Imagna) e i Samadur, un piccolo gruppo folkloristico che con strumenti tradizionali bergamaschi
come baghèt (piccola cornamusa), siglòt (flauto in
legno) e tarlèk (nacchere bergamasche) eseguono
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ballate tipiche della nostra provincia riscoprendo
anche antichi brani locali.
Lunedì 11 è stata organizzata la cena con il
gruppo di preti amici di Blello, cioè i parroci che
son rimasti legati al paese e alla chiesetta dedicata all’Annunciazione di Maria. In particolare, erano
presenti don Roberto Belotti, don Mario Amigoni,
don Alessandro Angioletti, don Massimo Epis e
don Luca Gattoni.
Il giorno di Ferragosto don Roberto Belotti ha
avuto il piacere di celebrare la Santa Messa e poi
c’è stata la processione con la statua della Madonna portata in spalla dai volontari.
Maura Locatelli
Diario della Comunità
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Durante i giorni del Ferragosto si è svolta anche la Festa della Polisportiva presso la tensostruttura comunale.
In anteprima esclusiva abbiamo le foto (segrete) di due addetti specializzati...
oltre alla foto di gruppo delle tante persone che hanno dato una mano per la festa. Grazie a tutti!
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Sole, mare... pioggia e vento!
I campiscuola a Torrette di Fano
Quest’anno noi adolescenti abbiamo trascorso
insieme una settimana di vacanza che ha avuto come meta Torrette di Fano, comune delle Marche in
provincia di Pesaro.
Arrivati alla casa dove abbiamo alloggiato, il
brutto tempo sembrava non darci molte speranze,
ma fortunatamente nei giorni successivi c’è stato
un bel sole e ha fatto caldo.
La nostra struttura era situata a due passi dalla
spiaggia; potevamo usufruire di un campo da calcio, uno di pallavolo e uno di bocce. Al mattino
la sveglia suonava verso le 8/8.30: ci preparavamo
per la colazione e dopo aver mangiato ognuno aveva il proprio lavoro da svolgere. Infatti quest’anno,
a differenza dello scorso, la casa era completamente a nostra disposizione e perciò ci siamo organizzati per pulire i servizi, le stanze, la cucina, apparecchiare e sparecchiare. Perciò eravamo divisi
in squadre, ciascuna delle quali si occupava di un
compito. Non solo ci siamo divertiti, ma abbiamo
anche imparato a lavorare insieme, constatando
come non sia sempre facile; tuttavia è stato subito
evidente a tutti che dando ognuno il proprio contributo non solo si fa tutto più velocemente, ma si
riesce a vivere in un clima tranquillo e di serenità.
Ovviamente non sono mancati i momenti di
gioco che hanno riempito gran parte delle nostre
giornate. Con l’aiuto di Diego e Patrizia abbiamo
organizzato diversi tornei, come quello di ballo oppure di ping-pong; ad ogni vincitore venivano dati
un certo numero di punti chiamati frago che, alla
fine della vacanza, hanno decretato il vincitore (Federico Mazzoleni, di Selino Alto, naturalmente!). Molte ragazze si sono anche immedesimate nel ruolo
di frago-sitter, da loro così definito, ovvero si sono
divertite a far giocare la piccola Elisa.
Per chi invece non voleva partecipare ai tornei
c’era comunque l’opzione della spiaggia: il mare
era molto limpido e pulito e, forse anche per questo motivo, numerose meduse si sono divertite a
darci la caccia!
Alla sera, dopo cena, una volta sistemata la cucina, si andava tutti insieme a fare una passeggiata e
gustare un gelato. Anche in queste occasioni ci siamo buttati in diverse attrazioni: siamo andati con i
risciò, con i go-kart (abbiamo scoperto nuovi talenti pronti per la formula 1!) e nella sala giochi del
paese. Insomma, non c’è stato un solo momento di
questa vacanza trascorso con le mani in mano: eravamo sempre intenti a fare qualcosa e forse è stato
proprio questo che ha reso questa nostra vacanza
così divertente e coinvolgente!
Ci sono stati momenti di riflessione in cui si sono affrontati vari argomenti. Lo spunto dal quale
siamo partiti è stato il film Quasi Amici che ci ha
portati a pensare a diverse questioni, quali l’aiuto
verso il prossimo e l’importanza dell’amicizia; sono state organizzate anche attività dalle quali sono
emerse tematiche come la vita in famiglia.
È stata una vacanza ricca di esperienze, e ci ha
dato molto, non solo in termini di svago, ma anche
dal punto di vista della convivenza e della gestione
di uno spazio comune.
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Diario della Comunità
In uno dei due giorni in cui ha piovuto siamo
andati a visitare le Grotte di Frasassi.
I ragazzi del Campo Scuola
E il tempo vola...
Ringraziamo don Luca che si è prodigato per
farci vivere una vacanza così piena di emozioni e
divertimento. Un grazie particolare a Diego e Patrizia che hanno condiviso con noi qualche giorno di mare, rendendo ancora più speciale il nostro
tempo con loro presenza. Infine un ringraziamento
anche alle nostre cuoche che con la loro ottima cucina ci hanno viziato per bene!
Laura
Vacanze bagnate… vacanze fortunate?!
Quest’anno, noi ragazzi di V elementare, I e II
media siamo andati in vacanza con il Don a fine
agosto.
Don Luca ha scelto proprio bene il posto: una
grande casa sul mare con il campo da beach volley,
di bocce e tanto spazio per giocare a calcio.
Il tema conduttore del campo scuola è stato I
viaggi di Gulliver: per questo un pomeriggio abbiamo visto questo film.
Le vacanze con il Don sono sempre divertenti,
gli animatori ci fanno fare delle attività divertenti e,
anche quelle meno divertenti, fatte con loro sono
sempre belle.
Purtroppo abbiamo avuto una grande sfortuna:
ha piovuto gli ultimi due giorni! Non un piccolo
temporale ma una tempesta forza 7 che ci ha impedito di uscire all’esterno per fare attività… menomale che c’erano le cuoche Maria, Egidia e Gianna
ad allietarci con dei pranzetti proprio buoni e con il
dolce sempre presente.
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Sono carica come un mulo quando esco di casa e mi dirigo verso la piazza di Berbenno.
Anche se sembra che nemmeno un raggio di
sole ci voglia degnare della sua presenza, niente
può rovinare il mio buonumore. È la mia prima
volta come animatrice e sono talmente entusiasta
che potrei benissimo improvvisare un balletto nel
mezzo della strada. Una volta trovati i miei compagni di avventura, Lucrezia, Nicola e Simone, e dopo
aver rassicurato i genitori dei trentatré ragazzi che
vanno dalla quinta elementare alla seconda media,
con cui passeremo sei giorni a Torrette di Fano, la
nostra epica impresa può avere inizio.
Sei ore. Sei ore ci separano dal tanto agognato
mare, ma tra giochi, selfies, cartoni della Disney
e accampamenti abusivi negli autogrill, riusciamo
a raggiungere sani e salvi Torrette di Fano, dove
ci aspettano Don Luca, le cuoche e gli adolescenti
pronti a ritornare alla nostra cara madrepatria.
Don Luca ci accoglie alla casa Arcobaleno e, una
volta spiegate le regole della permanenza e sistemati i bagagli nelle nostre future camere, siamo
liberi di tuffarci in acqua.
E il tempo vola. Vola tra nuotate, tornei di bocce,
ping pong e beach volley. Passa tra scherzi, risate e
mille sorrisi. E la vita è bella e spensierata, perché
non importa se fuori dalla tua finestra puoi trovare
un granchio morto, né se ti tocca inseguire in giro
per casa qualche lavativo che non ha voglia di lavare i piatti, né importa delle previsioni del tempo
che annunciano pioggia per i prossimi giorni. Le
uniche cose che contano davvero sono gli occhi vivi e allegri dei ragazzi che pian piano impariamo
a conoscere, sono le risate che l’imitazione di una
lumaca a dir poco particolare possono suscitare,
sono i divertenti sketch in cui i ragazzi si destreggiano con entusiasmo.
Ma il campo non è solo gioco, oltre ai momenti
di preghiera ben articolati attorno al tema de I viaggi di Gulliver, affrontato anche nel CRE di luglio, nel
corso di ogni giornata proponiamo ai ragazzi diverse attività di riflessione e confronto. Ci concentria-
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mo sul valore del tempo, l’importanza della pace e
della vera intelligenza. Rimaniamo piacevolmente
sorpresi della capacità dei ragazzi di dire la loro
opinione esprimendo spesso delle considerazioni
profonde e ben meditate.
E i primi giorni passano svelti portando via con
sé tutto quel luminoso sole che ci aveva accolto,
sguinzagliando invece una tempesta dopo l’altra
che ci impediscono di portare avanti la classica vacanza al mare. Noi animatori, assieme a don Luca,
però, decisi a non farci guastare le feste da uno
stupido temporale, non ci perdiamo d’animo, ma
organizziamo delle attività che possano rimpiazzare le giornate sulla spiaggia, ancora più motivati di
prima. È così che il lunedì, dopo uno degli ottimi e
appetitosi pranzi cucinato dalle nostre meraviglio-
se cuoche Egidia, Maria e Giovanna, partiamo in
direzione di Frasassi con l’obiettivo di visitare le
omonime grotte, famose in tutta Europa per la loro
grandezza.
Quando, una volta entrati, ci ritroviamo d fronte
alla maestosa Sala del Duomo, anche i più scettici
nei confronti della visita, non possono fare altro
che spalancare la bocca di fronte allo spettacolo
che ci si prospetta. Dopo un tour guidato, ritorniamo alla Casa Arcobaleno e proseguiamo la serata
tra diversi giochi che vanno avanti anche il giorno
seguente.
La serata di martedì, l’ultima del camposcuola,
la dedichiamo, invece, alla messa durante la quale
ognuno di noi ringrazia il Signore per tutto quello
che questa vacanza ci ha regalato di buono e per
i legami che abbiamo saputo instaurare in questi
giorni. Dopo esserci scatenati a passo di danza ed
esserci concessi un ultimo sfizio alla gelateria del
paese, andiamo a letto con un pizzico di malinconia per la vacanza che sta per concludersi, ma con
la voglia di godere della reciproca compagnia l’indomani.
Mercoledì mattina ci diamo a delle pazze pulizie
di commiato e ci dirigiamo al pullman che ci riporta a Berbenno.
Quando, dopo esserci salutati e augurati una
buona fine estate, arrivo a casa, ho la consapevolezza di aver imparato tanto dai ragazzi: sanno
trasmettere una voglia di vivere contagiosa e, nonostante tutti i loro difetti e i loro comportamenti
scalmanati, hanno saputo ricordarci anche nei momenti difficili perché facciamo gli animatori. Sono
loro che ci spingono a dare il meglio di noi stessi.
Potrei parlare ancora per ore dei sei giorni passati a Torrette di Fano, potrei parlarvi a lungo di
ogni singolo ragazzo, potrei parlarvi di cacce al
tesoro, di sfide a bocce all’ultimo sangue… Potrei
raccontarvi di rocce a forma di cammello e di bacon, di squali appostati nei supermercati, di piantagioni di zucchine e di tiramisù...
Ma questa, amici, è un’altra storia.
Benedetta
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Mezzoldo 2014: corso formazione educatori
Non mi fu imposto di completare l’opera, ma io non potevo sottrarmene
D
al 27 agosto al 2 settembre, a Mezzoldo, in località Madonna delle Nevi si è
tenuto, un corso di formazione per educatori. Questo corso è una proposta dei membri
dell’UPEE (Ufficio per la Pastorale dell’Età Evolutiva), che ogni anno invitano i giovani di tutti gli oratori di Bergamo a prendere parte a un’esperienza
indimenticabile. Si tratta di una settimana ricca di
scoperte, amicizia e spiritualità. Lo scopo di questo
corso è quello di formare animatori, anzi educatori, che possano prestare servizio al meglio nei propri oratori e non solo.
La giornata si articolava in momenti di riflessione in gruppi, momenti di spiritualità e infine dei
momenti più tecnici dove venivano fornite delle
dritte teoriche di tipo pedagogico. Non sono poi
assolutamente mancate le occasioni per fare nuove
conoscenze e amicizie con gli altri settanta ragazzi
che, come noi, hanno nel cuore il desiderio di poter fare qualcosa di più per gli altri. Gli animatori
dell’UPEE sono stati per noi un grandissimo esempio, un modello concreto e vicino a cui aspirare:
Ama, educa, anima, prenditi cura di chi ti sta
accanto.
la proposta di Mezzoldo solo a causa di idee sbagliate o pregiudizi, come si prega troppo o mi toglie
una settimana d’estate… Peccato. Rifiutare è stato
l’errore più grande che potessero fare. Ritrovarmi circondata da una settantina di ragazzi pieni di dubbi, di
pensieri, di passioni e di sogni mi ha entusiasmata.
Forse all’inizio l’agitazione e il non sapere prevalevano sulla gioia e lo stupore, ma, giorno per giorno, tutti insieme, abbiamo superato ogni paura diventando
un tutt’uno. Ogni istante di libertà si traformava in
canto, in partite a pallavolo, in chiacchierate e condi-
Federica: «Sorprendente ed emozionante sono
gli aggettivi con cui descriverei Mezzoldo 2014. Le
giornate trascorse insieme agli animatori degli altri
oratori sono un continuo di sensazioni positive che
fanno vivere una settimana davvero speciale. Attività
per migliorare la nostra capacità di animare e riflettere su noi stessi, spiritualità per creare un dialogo
con Dio, giochi e balli per divertirsi insieme a nuovi
amici, momenti di serietà e riflessione che ci hanno
aiutato a fare un passo avanti per l’animazione dei
nostri oratori».
Michela: «Sette giorni. Sono stati solo sette giorni, eppure quello che mi sono portata a casa vale
per la vita. Chissà quanti ragazzi avranno rifiutato
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visione, in sorrisi e risate. Ogni momento di silenzio
diventava occasione per cercare delle risposte. Cercare delle risposte, sì, perché ogni ragazzo aveva e
ha mille domande a cui rispondere, mille perché. Non
posso dire di aver trovato tutte le risposte, non posso
dire ad altri: «Vai che capisci tutto della vita!». No,
non posso proprio dirlo. Ma sono sicura che questa esperienza un po’ mi ha cambiata. Non solo per
quanto riguarda la mia preparazione come educatrice
o animatrice, ma anche come ragazza, studentessa
e adolescente. Mi ha aiutata a crescere mano nella
mano con Dio».
Insomma, speriamo che queste nostre testimonianze possano essere uno stimolo per tanti ragazzi. Possiamo garantirvi che sarà un’esperienza irripetibile, da non perdere. Un vero e proprio abbraccio di grandi persone che dà affetto, accoglienza e
crescita. Nulla è un obbligo, ma vuole essere un’occasione per imparare ad aprirsi spontaneamente e
gratuitamente al prossimo.
«Non mi fu imposto di completare l’opera, ma io
non potevo sottrarmene».
Giulia Colombo
Gli Ori d’Imagna
Sei ragazzi di Selino Alto premiati per il loro impegno scolastico
M
ercoledì 3 settembre presso l’Istituto
comprensivo Giacomo Quarenghi di
Sant’Omobono Terme si è svolta una
celebrazione particolare: gli studenti di terza media che hanno raggiunto una valutazione di 9/10 e
10/10 all’esame di Stato sono stati invitati per una
premiazione ufficiale.
Alla premiazione erano presenti l’ex preside
Maurizio Prezzati, il nuovo preside nominato per
il prossimo anno scolastico Giancarlo D’Onghia e
tutti i docenti delle varie sezioni, oltre che ovvia-
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mente i ragazzi con genitori e parenti. Nel discorso
di apertura alla cerimonia, il professor Prezzati ha
sottolineato la relazione che lega i docenti ai propri
studenti, relazione che va al di là del semplice rapporto scolastico, ma che è fatta di stima, di fiducia
e di affetto da ambo le parti; inoltre ha evidenziato
che, nonostante spesso le apparenze possano ingannare, l’obiettivo principale dei docenti è quello
di veder realizzare le ambizioni dei propri studenti,
di vederli appagati del percorso che stanno sostenendo. Ha invitato i ragazzi a confrontarsi solo con
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se stessi durante il percorso che li attenderà dal
prossimo anno, perché ognuno di loro percorrerà
una via diversa dagli altri e le scelte che dovranno
fare saranno differenti per ognuno di essi.
L’eccellenza non è solo un numero posto su un
foglio di carta: dietro quel numero ci sono l’impegno e la costanza dei ragazzi e il supporto costante
dei loro genitori, principale modello e guida per i
ragazzi di quest’età. Nonostante l’immensa gioia
per aver ottenuto questo grande risultato, questo
non deve essere considerato come un punto d’arrivo, bensì come il trampolino di lancio per la nuova
avventura che li aspetta, ricordandosi di avere lo
stesso impegno e la stessa costanza che li ha portati a concludere una parte del loro percorso. L’invito
che più volte è stato ripetuto ai ragazzi è quello di
ripartire da 0 con la stessa grinta e la stessa energia
che li ha accompagnati fino a oggi.
È comunque con grande soddisfazione che i docenti hanno dato ai ragazzi l’appellativo di Ori d’Imagna, sottolineando come il loro impegno sia un
orgoglio e un vanto per la nostra valle, al pari di atleti che, dopo numerose fatiche e rinunce, riescono
a portare il colore della propria patria sul gradino
più alto del podio.
Complimenti ai ragazzi di Selino Alto che hanno conquistato questo titolo: Samantha, Chiara,
Gloria, Sara, Rudy e Giacomo; ragazzi che hanno
saputo conciliare l’impegno scolastico anche con
gli impegni della comunità. Li si può incontrare a
Messa e vederli partecipare attivamente in veste di
chierichetti e lettori, o li si può vedere in oratorio
il venerdì sera insieme a tutti gli altri coetanei. Infatti il catechismo era l’unica occasione che avevano per rincontrarsi e per confrontarsi con i vecchi
compagni delle elementari, dato che alle medie
erano stati divisi nelle diverse sezioni; portavano
le loro esperienze e le mettevano a confronto per
inserire il loro percorso di crescita scolastica all’interno del loro percorso di crescita cristiana. E ora
che prenderanno strade così diverse, frequentando
i licei e le scuole della bergamasca, incontrando
persone che hanno seguito percorsi differenti e a
volte contrari a quello che è stato insegnato loro
dai genitori e dalla comunità, compito di tutti noi
è quello di continuare a creare uno spazio adatto a
loro e che possa farli crescere al meglio.
Valentina Baitelli
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Il gruppo Amici degli anziani si racconta...
L
e giornate vissute insieme in occasione
della Festa (domenica 15 giugno) e della
Gita dell’Anziano (sabato 5 luglio) sono decisamente trascorse all’insegna dello stare bene
insieme e della giusta dose di allegria e armonia.
Sono stati due momenti importanti per il nostro
vivere quotidiano perché c’è stata l’opportunità di
evadere magari dalla monotonia, di stare in compagnia e di vedere anche cose belle e panorami
diversi.
Ne è stato l’esempio la passeggiata in quel di
Campione d’Italia: uno scorcio di territorio italiano all’interno della Svizzera, dove un’ottima accoglienza e ospitalità hanno reso decisamente bella
la nostra permanenza. Un’opportunità per scoprire
e ammirare anche un Santuario mariano dal nome
curioso: Madonna dei Ghirli, che in dialetto locale
significa rondini, che con il loro migrare hanno da
sempre simboleggiato i vari e continui spostamenti dei campionesi che dal ‘700 popolano quell’area
sulle rive del lago di Lugano.
La gita è stata quindi sia un pellegrinaggio, seppur limitato, sia un’occasione di scoprire un angolo
d’Italia mai da noi visitato.
La festa, anche se poco partecipata dai giovani anziani, ha ulteriormente sottolineato la voglia
di trascorrere insieme qualche ora di serenità e di
allegria; la santa Messa, il buon pranzo (cucina impeccabile) e ritmi musicali hanno animato la giornata. Una lode particolare va agli anziani fedelissimi che da anni apprezzano questo appuntamento
e un fervido invito va invece a tutti quei giovani
anziani che, timorosi di fare brutta figura, non vogliono inserirsi nel gruppo, un gruppo che grazie ai
nuovi ingressi diventerebbe certamente più animato, più numeroso e più motivato nell’intraprendere
iniziative utili a tutta la nostra comunità. Quindi
che questo sia uno stimolo per tutti quanti a raccogliere l’invito che il gruppo Amici degli anziani
rivolge sempre con tanto amore e affetto.
Un cordiale saluto e a presto!
Gruppo Amici degli anziani di Berbenno
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Il fascino delle Dolomiti
Gita sociale AVIS/AIDO - 19 e 20 luglio 2014
Le Dolomiti hanno un richiamo e un fascino
particolare per gli amici e associati dei gruppi AVIS/
AIDO di Berbenno. Questa è la spiegazione per cui
un folto numero di partecipanti ha condiviso la gita annuale sociale, che viene appunto organizzata
per vivere un fine settimana all’insegna della buona compagnia e della bella montagna con tutte le
sue attrazioni e bellezze naturali.
Effettivamente è stato così anche quest’anno:
un successo, soprattutto per aver visto cose nuove
e paesaggi indimenticabili. Un misto di camminate,
passeggiate e buona cucina sono al centro dell’eccellente riuscita di questa sempre ambita avventura
estiva. Quest’anno, poi, con il timore continuo del
tempo incerto, l’aver potuto comunque ammirare
panorami in quota delle Dolomiti del gruppo Sella
(alta Val Badia), così come l’aver vissuto un’incantevole atmosfera idilliaca del lago di Braies (vicino
a Brunico) e aver gustato nel rientro la brezza calda
e turistica del lago di Garda a Bardolino (Vr), ha
reso felici l’organizzazione e i partecipanti a questo
appuntamento annuale.
Si auspica che tutto ciò possa ripetersi, grazie
alla sempre buona compagnia e all’armonia che
all’interno di essa è costantemente animata da
questo interesse al mondo associativo delle nostre
sezioni AVIS/AIDO, che utilizzano anche queste opportunità per promuovere e rendere concreto il loro impegno all’interno della nostra comunità.
Cordiali saluti e promuovete i valori della cultura
del dono!
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Memorial Daina Giovanni Mario (1944/2009)
I
l memorial Daina Giovanni Mario, la gara annuale di bocce organizzata dagli Amici Bocce Berbenno, è giunto alla sesta edizione.
Quest’anno i promotori hanno lavorato sodo nel
ripristinare il terreno di gioco. Inoltre il presidente
onorario Giovanni Guerini da anni si sta battendo
per avere la struttura del campo coperta, visto che
quest’anno ci sono state molte giornate piovose e
questo ha scoraggiato gli appassionati di bocce nel
frequentare il terreno di gioco. Tuttavia gli organizzatori non hanno mollato e hanno voluto dare spazio anche ai ragazzi delle scuole elementari e medie inferiori berbennesi, organizzando un torneo di
bocce a eliminazione diretta per la categoria Junior
(con sedici coppie iscritte).
Il pubblico è stato quello delle grandi occasioni,
capace di incitamenti e applausi! Alla fine ha avuto la meglio, conquistando il prestigioso trofeo, la
coppia formata da Filippo Salvi e Youssef Benyoucef. Altrettanto meritato è stato il secondo posto
conquistato dalla coppia Raffaello Salvi e Thomas
Gritti. Le rimanenti coppie sono state premiate con
medaglie ricordo.
Alla sesta edizione si sono iscritti ventiquattro
bocciofili. Il torneo è proseguito con colpi di bocce,
battendosi sino all’ultimo respiro, punto su punto,
fino all’arrivo in finale di tre giocatori. Alla fine ha
prevalso con merito il veterano e il pluricampione berbennese Oscar Locatelli di Seriola, che ha
vinto il trofeo offerto dalla Pro Loco Berbenno co-
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me Campione Berbennese 2014. È bene ricordare
che su sei edizioni Oscar ne ha vinte ben cinque
(lasciandone una a Tarcisio Locatelli di Seriola lo
scorso anno).
Il secondo posto è stato conquistato dall’inossidabile Giuseppe Borella di Selino Alto e il terzo
posto dal coriaceo Giacinto Calandrelli di Seriola.
Alle premiazioni è intervenuto il presidente
onorario Giovanni Guerini ricordando il nostro
amico Daina, classe 1944 che ci lasciò improvvisamente nel 2009 quando era andato in Sud Africa
a trovare sua sorella. Il destino volle così e noi lo
ricordiamo nella sua semplicità, con il suo sorriso
e sempre pronto a dare una mano a chi ne aveva
bisogno. Nel sociale e negli enti sportivi berbennesi si prodigava per il bene del paese. Era stato
eletto presidente del Gruppo Alpini di Berbenno
negli anni ’80. Era un appassionato di ciclismo ed
era soprannominato il Pantani di Berbenno e sfidò
se stesso nella mitica stracittadina Cà Passero-Cat!
Con caparbietà e volontà Giovanni Mario riuscì
nell’impresa, immortalato nei mitici e storici video
dei registi di Teleportosai. Oltretutto era un valido
giocatore di scopone scientifico con ottimi risultati.
Ma la ciliegina sulla torta era il gioco delle bocce:
il suo sport preferito! Aveva giocato in serie A, vincendo anche un prestigioso titolo nazionale e per
questo si continuerà a organizzare il torneo di bocce in sua memoria.
Con piacere alle premiazioni è intervenuta la
vedova, la signora Marisa, che ha ringraziato gli
organizzatori e soprattutto parlato dell’importanza
del ricordo per tenere viva la fiamma di una tradizione da mantenere nel tempo. A Michele e Loredana con la nipote di Giovanni Mario, Eliana, è
stato consegnato una targa ricordo per poi premiare uno a uno i vincitori. Gli Amici Bocce Berbenno
ringraziano Silvia Salvi, presidente della Pro Loco
Berbenno, per aver elargito i premi in medaglie,
coppe e trofei.
Gian Maria Salvi
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Berbén Hollywood
Sö e Zó de Berbèn: Edizione 2014
Stendete i tappeti rossi di velluto, gente di Berbenno!
Al Sö e Zó de Berbèn, la camminata per le principali contrade del paese che da alcuni anni è organizzata dalla Commissione Biblioteca, quest’anno
si è respirata un’aria carica di... celebrità!
Eh, sì, perché il Sö e Zó de Berbèn di quest’anno
è stato all’insegna del cinema e di film celebri, tutti
interpretati e rivisitati dai membri delle contrade
che domenica 14 settembre di questo 2014 pazzerello si sono messe in gioco.
E quindi gente: zaino in spalla, scarpe comode
e... ciak! Si marcia sulla Walk of Fame di Berbenno!
Oggi per voi il racconto di chi ha vissuto molto da vicino alcuni dei momenti salienti di questa
giornata.
Contrada Muschì – Totò, Peppino
e la Malafemmina
Avventure napoletane a Berbenno!
cosa ne dice?», lui con ironia mi ha risposto: «Eh…
speriamo che le torte siano buone!».
Nei giorni seguenti c’è stato un gran lavorio e,
grazie alla generosa collaborazione di tutti, siamo
riusciti, con nostro stesso stupore, a imbastire qualcosa di indubbiamente artigianale e senza pretese
ma piacevole.
Sì, si può dire: c’è stato il miracolo!
Ma la cosa più bella che tutti ci portiamo a casa, è il clima divertente in cui ci siamo incontrati
tra un bicchiere di vino e una risata, ospitati nelle
case de La Barca e di Muschì, conoscendo meglio
aspetti e talenti reconditi di quei vicini di contrada
che sempre salutiamo e che in realtà, a volte, poco
conosciamo. Dopo le fatiche di questi dieci giorni
di fuoco, Il tutto si è concluso domenica sera con
una ricca tavolata dall’Agnese, a base di abbondanti
risate e tutto quel ben di Dio che, quei tre napoletani, si sono portati nella valigia di cartone fino a
Milano.
Chiara Fumagalli
La sera del 3 settembre mi presento alla riunione per preparare la rappresentazione: eravamo in
quattro e di chiaro c’erano solo la scelta del film,
un omaggio al cinema italiano, e il dove, a casa
della signora Agnese. Dei bergamaschi che fanno
Toto’… quantomeno strano!
Cominciamo a definire un copione e la scelta di
recitare dal vivo, scelta ambiziosa per chi non è attore né di mestiere né per diletto. Serpeggia un po’
di preoccupazione… Mancano solo dieci giorni! Ma
sì che ce la faremo. I giorni successivi il gruppo si
è rimpolpato e via a provare e riprovare, cercare i
costumi, i materiali, le scenografia, le musiche, gli
effetti sonori e gli effetti speciali. E infine, ma non
meno importante, serve anche chi pensa a deliziare i palati! Quando, al termine delle prime disastrose prove con microfoni e musiche, ho chiesto
al nostro illustre narratore: «Allora, signor Giorgio,
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Diario della Comunità
Contrada Ca’ Baffeno
Cà Baffeno torna a giocare agli indiani
Contrada Piazzasco
La Città del Vaticano presenta: Sister Act
Quando si prepara una manifestazione c’è sempre un po’ di preoccupazione sia per l’organizzazione che per la buona riuscita dello spettacolo.
Fortunatamente, visto anche come era stato negli anni precedenti, sapevo che a Piazzasco la gente partecipa volentieri, ma mai avrei detto che un
entusiasmo simile ci avrebbe unito così.
Ho avuto aiutanti fantastici e disponibili che
hanno collaborato in ogni modo: chi a montare e
smontare palchi, chi a cucire quantità industriali di
vestiti, chi a colorare la scenografia e chi a curare
tutto l’aspetto tecnico… insomma, devo ammetterlo: siamo una grande squadra!
Visto la gran quantità di gente ho cercato di riproporre le scene di un film, Sister Act, a cui avrei
potuto far partecipare tutti: piccoli, giovani e anziani. E proprio quest’ultimi hanno maggiormente
espresso il loro entusiasmo… senza vergogna tutti
hanno dato il meglio di sé!
È stata un’esperienza divertente e, indipendentemente dal risultato finale, è stata bellissima tutta
la fase della preparazione. Ritrovarsi la sera tutti insieme a provare e riprovare (e ancora e ancora…)
è stato magari faticoso ed impegnativo ma, ve lo
assicuro è stato anche un modo speciale per stare
insieme e fare tante risate!
E la soddisfazione più grande è stata sentirsi dire alla fine dello spettacolo: «Nooo, è finito tutto…
Che peccato… Mi divertivo così tanto… Dai, Elena,
l’anno prossimo cosa facciamo?».
E quindi, arrivederci all’anno prossimo!
Elena Todeschini
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Mentre tutte le contrade si sono impegnate per
riprodurre qualche celebre scena di film, Cà Baffeno va controcorrente e decide di tornare a giocare
agli indiani, coinvolgendo dai bambini più piccoli
di 3 anni (Lucia e Nicolò) ai più grandi (fino agli 83
anni, con il nostro Toro Seduto, Cesare).
Prima di cominciare a giocare i bambini più
intraprendenti, Italo, Norberto, Germano, Cesare,
Emiliano e Luca (mi scuso se ho omesso qualcuno), hanno rispolverato tutte quelle pratiche che
utilizzavano da bambini per riuscire a costruire,
con materiale improvvisato o rubato dalla legnaia del nonno o del papà, archi, frecce, lance, una
carovana... Ma hanno fatto del loro meglio con le
tende: finché si è trattato di costruirle con materiale di recupero tutto è andato bene, ma quando si
sono imbattuti in una tenda già prefabbricata, sono stati guai! Hanno passato una mattinata intera
a girare, montare, smontare, hanno chiesto a ogni
passante di dire la sua, ma la tenda non stava in
piedi. Alla fine il saggio Norberto, stava leggendo
casualmente un libro sulla storia degli indiani, una
raffigurazione svelò l’arcano!
Dario, che è la mente, si era impegnato a stendere una sceneggiatura intitolata La Tortura, in cui
il villaggio rappresentato era un accampamento della tribù Sioux del grande capo Toro Seduto,
dove da poco era terminata una cerimonia rituale
con il calumet della pace. Improvvisamente notavano una carovana di passaggio varcare il confine
dell’accampamento, gli indiani impauriti dai movimenti forestieri, li attaccavano e catturano Billy
the Kid e due donne bianche. Il povero cowboy era
condannato al totem della tortura, ma, a seguito
di una serie di eventi, riusciva a mettersi in salvo.
Quindi facendo il punto della situazione, avevamo: un villaggio, una sceneggiatura, degli attori.
Ma la voglia di giocare e divertirsi prevaleva e le
prove si trasformavano o in una gara di tiro a segno
con archi e frecce (con tanto di discussione finale
tra Norberto, Italo e Germano su chi avesse colpito o meno il centro), oppure in qualche fantastica
battaglia.
Insomma, ci siamo ridotti ad un paio di prove
la domenica mattina prima dell’arrivo degli spettatori! Magari potevamo preparaci meglio per l’occasione ma sicuramente abbiamo avuto tempo da
condividere con i nostri vicini e vivere la nostra
contrada; molti potrebbero pensare che è stato
Diario della Comunità
tempo sprecato, ma in realtà noi abbiamo, riso,
giocato, costruito... insomma, ci siamo divertiti
con altre persone.
Spesso i bambini giocano a essere adulti, per
una volta i matti di Cà Baffeno hanno giocato a fare
i bambini; non sappiamo se il nostro spettacolo è
piaciuto (anche se pare di sì), ma sicuramente noi
ci siamo divertiti un mondo. E pronti a giocare ancora, vi aspettiamo l’anno prossimo.
Massimo Rocchetti
Contrada Cà Previtali – Titanic
Per non andare a fondo!
«Quest’anno facciamo uno spettacolo sul film Titanic, vieni a darci una mano?».
Con una frase del genere è cominciata la mia
avventura con il Sö e Zó de Berbèn 2014!
L’anno prima era stato faticoso organizzare tutto
per lo spettacolo e si trattava di qualcosa di molto
più semplice... ma come rimettere in piedi uno dei
colossal più colossali della storia del cinema? Non
ero presente quando hanno scelto il film da replicare e probabilmente non l’avrei mai scelto (troppo
melenso, troppo lungo, troppa acqua... insomma,
troppo!), ma ho preso atto della cosa e l’ho raccolta
come una sfida e come una buona occasione per
trasformare in qualcosa di divertente e un po’ folle
un classico del cinema troppo romantico! Ahah!
Ci siamo messi al lavoro mesi e mesi prima
(pensando inizialmente di andare in scena a giugno), ma il tempo è stato tutto necessario!
Abbiamo cominciato con la stesura del copione e l’assegnazione delle parti (che ha visto cambi
continui fino a pochi giorni prima dello spettacolo,
con mia somma dose di esaurimento nervoso, lo
ammetto), per poi iniziare le prove. Fino a poco
tempo prima dello spettacolo (complici anche le
assenze dovute alle vacanze di tanti dei partecipanti e a impegni di lavoro) le prove continuavano a
essere preoccupanti, viste dal mio punto di vista...
ma, proprio quando cominciavo a rassegnarmi al
fatto che non stavo lavorando con una compagnia
di attori ma con gente che cercava di fare del suo
meglio, ecco che hanno saputo sorprendermi proprio il giorno dello spettacolo! No, non sono stati
perfetti, ma sono stati bravi! Hanno fatto divertire
e si sono divertiti: questo è il più grande successo
che potessi aspettarmi da questa sgangherata compagnia.
Vorrei ringraziarli uno per uno, ma nel timore
di dimenticare qualcuno sarò più generica. Voglio
ringraziare chi ha scritto con me il copione, chi si
è prestato a recitare (consapevole che sono una regista piuttosto puntigliosa ed esigente), chi si è occupato di montare il palco e preparare le scenografie, chi ha prestato assistenza alla distribuzione dei
pasti, chi ha fornito attrezzature audio e costumi...
insomma, tutti, assolutamente tutti. Lo so che ogni
tanto mi hanno fatta disperare e spesso mi sono
lamentata con loro, però sono una bella squadra e,
anche solo per avermi sopportata, si meritano un
grande applauso.
Lo spettacolo che abbiamo messo in scena ha
saputo essere (almeno spero!) una divertente e ironica parodia di Titanic con finale decisamente a
sorpresa!
Romina Tamerici
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Diario della Comunità
Contrada Piazza – Full Monty
Squattrinati Berbennesi... organizzati!
«Ghé la crisi dà ché!». Eh già, neanche qui a Berbenno, che trent’anni prima era il fiorente centro
delle tornerie di legno della Valle Imagna, riusciamo a sfuggire da questa situazione... O meglio:
maledizione. E come si può fare, con il mutuo da
pagare, i soldi da dare alla ex moglie, l’officina che
chiude e un bebè in arrivo se il lavoro non c’è?
La contrada della Piazza ha deciso di rispondere a questi quesiti con un film degli anni Novanta,
vincitore di un Premio Oscar: Full Monty. Alcuni di
voi lo ricorderanno per le avventure di sei uomini
inglesi disoccupati che decidono di fare soldi e risolvere i loro problemi preparandosi ad uno spettacolo di streap tease con tanto di servizio completo
(cioè slip vietati). Ma se non l’avete mai visto, ecco che il gruppo della Piazza si è cimentato in 40
minuti di spettacolo su modello del celebre lungometraggio. Sei uomini (Paolo, Gianmario, Vincenzo, Emanuele, Sandro e Ruggero), prima lavoratori
di tornerie e negozi di Berbenno e ora, stanchi a
causa dell’assenza di lavoro che sta schiacciando il
portafoglio e con un futuro sempre più incerto, per
rimediare alle loro lacune finanziarie si mettono
in gioco organizzando uno spogliarello, tra risate,
difficoltà, corna pesantissime (e, a quanto sembra,
carissime) e impiegate maliziose... Il risultato? Un
successo sbalorditivo!
Dietro le quinte di tutto questo ambaradan, tra
risate, sudate, corse per cambiare gli abiti tra una
scena e l’altra e balli che sono riusciti a trasformare dei pezzi di legno in delle star del burlesque
versione macho man (paragone molto azzardato:
spero i protagonisti non me ne vogliano male!), so-
no stati due mesi di preparazione intensi ma belli
e divertenti: penso proprio che non riusciremo a
dimenticare questa esperienza tanto facilmente,
specialmente gli ultimi giorni con la tensione che è
salita a dismisura! E l’ultimo giorno, quello dell’esibizione dal vivo? È stata una vera soddisfazione
vedere il pubblico ridere e applaudire, ma tanti di
noi non si sono ancora resi conto che quei 40 minuti di spettacolo, per noi, tra attori, comparse e
aiutanti, sono volati!
Il nostro intento è stato far ridere il pubblico per
una volta soltanto e questo obiettivo è riuscito in
pieno... In questi tempi difficili, farsi una risata è
importante!
E così siamo di nuovo carichi per preparare lo
spettacolo dell’anno prossimo, specialmente dopo
questo successo, che alla fine ci ha unito un po’
tutti quasi come se fossimo una grande e pazza
famiglia!
Chissà cosa avrà in mente il nostro buon regista
Sergio per il Sö e Zó de Berbèn del 2015! Boh,
mistero!
Luana Nava
Dalla parte dello spettatore...
Domenica 14 settembre 2014 per le vie del paese di Berbenno si è svolta la terza edizione del Sö
e Zó de Berbèn, una lunga camminata non competitiva per mulattiere, scorciatoie, strade poco conosciute che uniscono le varie contrade del paese.
La particolarità di questa manifestazione è che in
ogni tappa raggiunta dai partecipanti gli abitanti di
quella zona mettono in scena una rappresentazione inerente al tema della camminata. Quest’anno
l’argomento è stato Hollywood.
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Diario della Comunità
Il sole già dal mattino ha dato la sveglia alle 200
persone partecipanti che, partendo dalla Piazza, si
sono recate nella suggestiva Barca che ha messo in
scena Toto e la Malafemmena: una bella reinterpretazione con tanto di ciak, carretto trainato a mano,
nebbia, galline e la bella Milano. Piacevole per lo
spettatore e lodevole il lavoro per mettere in scena
un grande classico della cinematografia italiana.
Con la seconda tappa, salendo dalla Barca si è
arrivati a Piazzasco entrando direttamente nel cinema Vaticano che presentava Sister act: tre palcoscenici per uno spettacolo esilarante, perfetto
nei più piccoli dettagli e con una partecipazione
numerosissima di attori…un’invasione davvero da
Vaticano e un musical degno di Hollywood.
I sentieri successivi ci hanno portato fino a Ca’
Bafeno. Ad attenderci un’atmosfera ricca di suspence: tende, totem, donne indiane affaccendate,
bimbi indiani impegnati nei giochi e uomini pronti
all’attacco! Un carro di bianchi viene preso d’assalto, donne bianche prigioniere, un solo uomo legato
al palo per essere giustiziato, ma i festeggiamenti e
il vino annebbiano l’attenzione degli uomini indiani permettendo così ai bianchi di arrivare a cavallo
all’accampamento e liberare tutti i compagni…
E, poi, via verso il pranzo, giù fino al Roccolo!
Ca’ Previtali ci attendeva con una suggestiva, incalzante, comica e rivoluzionaria re-interpretazione del Titanic: una libera rivisitazione del colossal
americano con un finale a sorpresa, in cui la morte
di entrambi i protagonisti rende merito a una eccezionale regista. Durante lo svolgimento del film
qualche intrusione come Via col vento e la Sirenetta
(e che Sirenetta!) ha reso ancora più surreale questa versione del Titanic ormai così poco aderente
alla realtà.
L’ultima tappa, dopo l’impegnativa salita, aspettava tutti in piazza. Un Full Monthy tutto italiano
dove i problemi dei sei protagonisti uomini sono
quelli che viviamo tutti i giorni sulle nostre spalle: la mancanza di lavoro, la famiglia da portare
avanti, una separazione che rende tutti poveri... e
l’idea geniale, che ci riporta al film originale, di sei
uomini piacenti che si esibiscono in uno pseudo
spogliarello per far soldi…
Lo spettatore può solo essere grato per tutto ciò
che ha visto nelle tappe della passeggiata.
Complimenti a tutti!
Stefania Pozzi
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Diario della Comunità
Sei artisti berbennesi
in mostra a Sant’Omobono Terme
La Valle Imagna si è unita in una mostra collettiva di artisti locali a Sant’Omobono Terme, dove
l’ex negozio d’abbigliamento Silvia si è trasformato
in un crocevia culturale per turisti e residenti.
L’I.S.O.T. (Imprenditori Sant’Omobono Terme)
e il Centro Studi Valle Imagna hanno allestito una
mostra d’arte che è stata visitata da un folto pubblico a partire dall’ inaugurazione ufficiale il 12 luglio
sino alla chiusura del 14 settembre 2014, dando
spazio a ben ventidue artisti fra pittori, scultori del
legno, del ferro, del vetro, della ceramica e pecapride di origini valdimagnina o forestieri che attualmente vivono in valle.
Afferma in merito Diego Rodeschini, presidente
I.S.O.T.: «Non pensavamo che in Valle Imagna ci fossero così tanti artisti e, su suggerimento dell’amico
Pietro Invernizzi, abbiamo provato a creare questo
spazio. È la quarta mostra organizzata dal nostro ente, ma è la prima in assoluto ad avere una dimensione
collettiva. L’arte è l’espressione estetica dell’interiorità umana, rispecchia le opinioni dell’artista in ambito sociale, morale e culturale. Il nostro obbiettivo consiste nel portare a conoscenza della realtà territoriale
la presenza di numerosi artisti».
Importante è stato il contributo del Centro Studi
Valle Imagna. «Dalle opere esposte» dichiara Mirella
Roncelli del Centro Studi «traspaiono i diversi influssi culturali dei nostri artisti, paesaggi, materiali e
ritratti ci aiutano a definire l’ambito territoriale della
valle. Questa mostra serva a valorizzare la ricchezza
artistica della nostra valle».
È intervenuto all’inaugurazione della mostra anche il sindaco di Sant’Omobono Terme, Paolo Dolci, che ha visto nella rassegna artistica un nuovo
spunto di unione vallare, affermando: «L’idea di una
Valle Imagna unita sta diventando più concreta».
Non da meno, il Direttore del Centro Studi, Antonio Carminati, commenta così l’evento: «È solo
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l’inizio di un percorso che ci auguriamo possa nei
prossimi anni e nelle edizioni che seguiranno interpretare in maniera sempre più consistente il ricco
tesoro di esperienze creative che l’economia e l’artigianato della valle hanno espresso nei secoli e sanno
ancora oggi manifestare e proporre con rinnovato interesse».
Il critico d’arte Veronica Masnada ha così relazionato gli artisti presenti in mostra: ,«È un’arte
silenziosa quella che abita la Valle Imagna, un’arte
mite, leggera, discreta, quasi come se ci fosse la consapevolezza che è troppo intima e nascosta e che con
essa è difficile relazionarsi. Quando però l’arte riesce
ad avere una forma comunicativa, un dialogo emozionale tra autore e osservatore, è quello il momento
di massima energia, in cui riesce meglio a esprimere
la sua natura sociale».
Arte Cultura Territorio a cura di Mirella Roncelli
e Antonio Carminati (Edizioni Imagna) è il catalogo che accompagna e presenta i 22 artisti, dedicando a ciascuno due pagine. In quella di destra
è pubblicata l’opera principale esposta in mostra,
mentre la pagina di sinistra presenta una sequenza di immagini più piccole, relative alla produzione
dello stesso autore, a fianco delle quali ci sono due
parti di testo: quella superiore contiene una breve descrizione dell’artista (di cui vengono forniti il
recapito telefonico e l’indirizzo di posta elettronica); quella inferiore, invece, offre alcuni dati tecnici
dell’opera principale, esposta e riprodotta nella pagina accanto. Tutte le immagini sono state fornite
dagli espositori, mentre i testi sono stati compilati
dai curatori del volume (la Direzione editoriale, il
Comitato scientifico e il Comitato editoriale) sulla
scorta delle schede di documentazione predisposte dal Centro Studi Valle Imagna e compilate dai
singoli artisti.
Diario della Comunità
Un sentito ringraziamento è rivolto agli artisti
che hanno accettato di pubblicare le loro opere e
un particolare atteggiamento di gratitudine è va
all’impresa Invernizzi fratelli di Pietro e Giosuè Snc
di Corna Imagna per aver contribuito a realizzare
l’iniziativa.
Dei ventidue artisti presenti in mostra a Sant’Omobono Terme sei sono residenti a Berbenno e,
con piacere, ve li presentiamo per farveli conoscere meglio.
La prima artista è Patrizia Bassanelli (pittrice)
nata a Bergamo nel 1966. Ha sviluppato l’arte della
pittura da autodidatta e, nel suo percorso artistico,
ha approfondito con pittori locali la tecnica dell’affresco con strappo e trompe l’oeil. Ha esposto mostre personali in varie città italiane, tra le quali, nel
2007, Bergamo nella sala Manzù. In mostra Bassanelli ha presentato opere materiche, quasi tridimensionali, mettendo in risalto la cromia quasi
scenografica, che varia e segue la luce del giorno.
L’onda è tutto ciò che di dinamico, vivace ed essenziale caratterizza l’esistenza. Nell’esecuzione dei
suoi quadri, si ispira alla natura nelle manifestazioni più romantiche e quasi irraggiungibili, come
tramonti e riflessi lunari che vengono interpretati
però con qualcosa di soprannaturale. La natura è
bella comunque e ovunque, da qualsiasi prospettiva la si osservi.
La seconda artista è Romina Bettinelli (pittrice), nata a Ponte San Pietro nel 1985. Diplomatasi
presso il Liceo Artistico di Bergamo, ha frequentato
l’Accademia delle Belle Arti di Santa Giulia a Brescia.
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Diario della Comunità
Attualmente opera nel restauro di beni mobili e si
è specializzata nella pittura murale e nella decorazione di superfici interne ed esterne. I suoi soggetti
fanno riferimento soprattutto a motivi fantastici e
ai cartoni animati. In mostra Bettinelli ha presentato Il laboratorio di Dexter, con dettagli che lo caratterizzano e lo rendono divertente e allegro. Le sue
immagini sembrano evocare uno sguardo fiabesco
e, a livello di emozione comunicativa, ci trasmettono allegria. Con la stessa modalità vengono narrate
le storie d’ogni personaggio in cui ciascuno di noi
si può identificare.
Il terzo artista è Emanuele Francesco Locatelli
(pittore), nato a Bergamo nel 1966. Ha frequentato il Gruppo Artistico Valbrembo sotto la direzione
del maestro Cesare Benaglia, partecipando a corsi
di disegno e pittura en plain air. L’artista è stato
segnalato in diversi concorsi, ottenendo il primo
premio a Bedulita, Breno e a Prestello nel 1995
e il secondo premio ad Alserio nel 2008, nonché
importanti affermazioni e riconoscimenti a livello
nazionale. In mostra, Locatelli ha presentato paesaggi e luoghi dell’abitare con le sue forme che
si confondono, diventando anch’esse macchie di
colori di diverse tonalità di grigio: un colore che,
nella mistica, rappresenta il raggiungimento della
sapienza. L’arte diventa quindi un linguaggio, una
straordinaria modalità di essere e di esprimersi nei
confronti della realtà.
La quarta artista è Simona Salice (pittrice), nata a Bergamo nel 1978. Ha acquisito la maturità
d’arte applicata presso la Scuola d’Arte Andrea Fantoni di Bergamo e in seguito si è laureata in architettura presso il Politecnico di Milano. La passione
per l’arte è nata sin da piccola, viaggiando e osservando le opere d’arte nelle principali città d’Italia.
In mostra, Salice ha presentato un ritratto di Cristo con lo sguardo rivolto in direzione delle spine
che sembrano lame. L’opera è realizzata a matita
in bianco e nero con forti contrasti chiaroscurali.
L’artista ha riversato nel disegno le difficoltà di un
periodo della sua vita e l’arte manifesta gli affetti
primari della famiglia, la poesia della quotidianità,
il lento scorrere delle stagioni che danno il sapore
della tenerezza.
Il quinto artista è Gian Maria Salvi (pittore),
nato a Mouthe in Francia nel 1950. Ha esposto in
mostre personali e collettive in Italia e all’estero,
ottenendo giudizi positivi dalla critica. È cresciuto
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nello studio del pittore Mario Cornali (1915/2011),
con il quale, nel 2000, ha eseguito l’affresco nella
sala Pro Loco di Berbenno. Nel 2010, ha realizzato
nel cimitero di Berbenno, con la tecnica del graffito ad affresco, il Cristo in croce. In mostra Salvi ha
presentato opere con tecniche di collage di carte
serigrafate rappresentanti la Mitologia Greco-Romana, che indica l’insieme dei miti di un popolo, ma
anche lo studio scientifico dei miti di diversi paesi.
L’autore ha deciso di realizzare quest’opera dopo
essere rimasto affascinato dalla storia passata e
dall’idea di ritornare alle origini per far rinascere
gli antenati.
E, infine, il sesto artista è Giovanmario Offredi
(scultore), nato a Berbenno nel 1949. Ciò che lo
relaziona alle attività lavorative che si sono sviluppate in valle è la sua esperienza come tornitore.
L’interesse per i manufatti del legno e del ferro e la
capacità creativa nel realizzare opere con dimensioni originali (come biciclette con telai in legno)
o miniature di automobili, trenini, camioncini,
castelli, chiese e motociclette. In mostra, Offredi
ha presentato la cosa che più desiderava sin da
bambino ricevere la notte di Santa Lucia, cioè il camioncino, realizzato da lui con tanta passione. La
perfezione di un’opera e l’elemento estetico sono
risposti nell’uso sapiente di una tecnica sul piano
professionale e nell’esperienza concreta. L’arte può
dunque coincidere con un mestiere quando questo viene esercitato artigianalmente ed è in grado
di trasformare oggetti in manufatti unici nel loro
genere.
Il paese di Berbenno è orgoglioso e fiero dei suoi
sei artisti e ne parla qui con l’augurio che questa
esposizione collettiva diventi prima di tutto luogo
d’incontro di dialogo, consentendo a questi artisti
di farsi conoscere a Berbenno, in Valle Imagna e
oltre! La speranza è che riescano a ritagliarsi uno
spazio di comunicazione ed emozione, nella consapevolezza che (parafrasando le parole già citate
del critico d’arte Veronica Masnada) l’arte è il riflesso dell’anima, di una dimensione troppo intima e
nascosta con la quale a volte è difficile relazionarsi.
Gian Maria Salvi
Santi sconosciuti
Santa Fina da San Gimignano
Grazie alla collaborazione con il gruppo missionario di Berbenno, inauguriamo da questo numero una
nuova rubrica: Santi sconosciuti.
Proporremo sulle pagine del nostro notiziario la
vita di alcuni santi poco noti, ma il cui esempio ci
sembra molto bello da imitare.
Fina de’ Ciardi nasce a San Gimignano, antico
borgo medievale, adagiato sulle dolci colline tra Firenze e Siena, nel 1238. Alcuni cenni bibliografici,
scritti intorno alle 1300, ci vengono dati da un suo
conterraneo, Frate Giovanni del Coppo, che la descrive: «Bella di faccia e di animo splendente». Appartiene a una famiglia della piccola nobiltà, molto
devota, dedita alla cura dei più deboli e bisognosi,
che conduce una vita semplice e ritirata. I genitori considerano la
nascita della bimba come un dono
fine e prezioso
più dell’oro e per
questo
motivo
la piccola viene
chiamata Fina.
Già in tenera
età segue la madre nelle opere di
assistenza ai più
sfortunati e si rivela ricca di sensibilità, di umiltà
e docilità. Manifesta precocemente una devozione
particolare per le
sofferenze di Cristo sulla Croce e
per la Beata Vergine. La sua giornata è scandita da
preghiere, digiuni,
umili servizi: tralascia i giochi e la spensieratezza
della sua età per dedicarsi alla contemplazione e
alla meditazione. Santa Cecilia diventa l’esempio
da seguire. I digiuni prolungati, i lavori pesanti, le
continue privazioni, minano irrimediabilmente la
sua salute. Verso i dieci anni è colpita da paralisi,
che la costringe alla completa immobilità. Rifiuta la comodità di un letto, chiede di essere stesa
su un duro asse di quercia, dove rimane fino alla
morte, conservando la gioia delle fede nonostante
il brutale degrado fisico. Quando muoiono accidentalmente gli amati genitori, Fina accetta con rassegnazione anche questo dolore: la preghiera è la sua
forza, Cristo è vicino a chi soffre.
Con lei sono rimaste la fedele e affezionata
nutrice Beldia, malferma in salute, e l’amica Bonaventura che cercano, come possono, di alleviarle i patimenti. Dal suo giaciglio, trasforma la sua
estrema fragilità in forza inesauribile e, così, arriva
gente dai borghi e dalle contrade per incontrarla,
per sentire quel fluido benefico che la sua anima
emana. È abile a mettere pace là dove gli animi
sono arroventati dalla passione politica.
È un’epoca di lotte feroci tra guelfi e ghibellini e
la voce della piccola Santa, ha il potere e l’autorità di placare gli spiriti.Fina possiede un privilegio:
conosce il giorno della sua morte. È San Gregorio
Magno che, in una visione, le annuncia il giorno
del trapasso. E lei è piena di gioia: finalmente potrà
correre incontro al Suo Gesù! Si spegne il 12 marzo
1253.
La leggenda narra che in quel mattino tiepido di prima primavera, mentre le campane della
collegiata e quelle delle piccole pievi sparse nella
campagna suonano a distesa, mosse da mani di
angeli, le antiche mura e le torri di San Gimignano si ricoprono di viole color ocra: sono le viole
di Santa Fina. La piccola quindicenne viene acclamata e venerata subito dal suo popolo che tanto
l’ha amata. La devozione verso di lei si espande e
si radica profondamente nel territorio circostante:
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Santi sconosciuti
numerose sono le guarigioni improvvise di malati
nel corpo e nell’anima.
La santità di Fina si svolge tra le mura domestiche, non raggiunge la statura di Santa Caterina
e di San Bernardino, frutti preziosi delle terra senese: la breve vita non le permette di raggiungere
vette così alte, ma ci propone, comunque, valori di
grande spessore che attraversano il tempo, come
la preghiera, la pazienza, il silenzio. Ci incoraggia
ad affrontare sofferenze e dolori con forza, ricordandoci che Cristo non ci abbandona. Ci invita a
percorrere sentieri di solidarietà e pace.
Il suo popolo non la vuole dimenticare, diversi
sono gli artisti che dalla metà del 1400 che lavorano per rendere pregiata la sua immagine e tramandarla nel tempo. La sua tomba e la cappella che
la contiene sono edificate da Giuliano da Maiano
e i suoi miracoli sono magistralmente descritti da
Domenico Ghirlandaio, che è chiamato a San Gimignano nel 1475 dal capitolo della collegiata per
affrescare la cappella a lei dedicata. Per il giovane
Ghirlandaio questa commissione è il primo lavoro
importante e quello che lo renderà famoso. Due
sono gli affreschi che si sviluppano nella cappella:
l’annuncio della morte e le esequie. Nel primo è
rappresentata l’apparizione di San Gregorio Ma-
gno, in una aureola di cherubini, con la piccola
Santa distesa sull’asse di quercia circondata dalla
nutrice Beldia e da Bonaventura che sono testimoni dell’annuncio della morte. Sulla parete opposta sono rappresentate le esequie: santa Fina è
sdraiata su un ricco catafalco, all’interno di una
chiesa, davanti all’altare, al di là dell’abside spuntano le torri di San Gimignano, una folla di religiosi
e notabili assistono al rito funebre; ci sono i chierichetti, i funzionari del Comune. In quel momento
solenne vengono descritti i miracoli, le campane
che suonano toccate dagli angeli, la nutrice Beldia
che guarisce a contatto delle mani incrociate della
Santa, il chierichetto cieco che recupera la vista
baciandole il piede.
Un altro bellissimo affresco, eseguito da Benozzo Gozzoli, si può ammirare nella Chiesa di Sant’Agostino: qui appare la giovinetta con il mantello
che copre parte del corpo e un grazioso mazzetto
di fiori tra le mani, proprio a ricordarci la semplicità e la purezza della Santa. A suo nome viene fondato lo Spedale che ha funzione di lazzaretto per
gli ammalati, di ricovero per gli ultimi, di ostello
per i numerosi pellegrini che, scendendo da nord,
affollano la via Francigena per giungere a Roma.
Questo luogo di cura è stato un ospedale fino a
qualche decennio fa e, lì, è ancora conservato l’asse di quercia sul quale la Santa
ha consumato la sua esistenza.
Santa Fina è la patrona di
San Gimignano, angolo di Toscana, dove la mano di Dio Creatore sembra si sia soffermata
a lungo dipingendo un paesaggio di struggente bellezza. La
festa in suo onore si celebra
il 12 marzo con una processione ricca di simboli e costumi
medioevali, che si snoda tra le
viuzze del borgo. In quel giorno, le finestre e i portali delle
antiche case si adornano di
arazzi ricamati con fili d’oro e
d’argento che ricordano stemmi di casate gentilizie circondati dalle viole di Santa Fina.
62
Calendario Pastorale
Calendario novembre 2014
LITURGIA
10
11
Lun
Mar
San Leone Magno
12
Mer
San Giosafat
13
Gio
Sant’Omobono
14
Ven
15
Sab
16
Dom
XXXIII del T.O.
17
Lun
Sant’Elisabetta d’Ungheria
18
Mar
19
Mer
20
Gio
21
Ven
Presentazione della B.V.M.
22
Sab
Santa Cecilia
23
Dom
Cristo Re dell’Universo
San Martino
IMPEGNI PARROCCHIALI
20.45
20.45
15.00
17.00
20.30
10.30
16.30
20.30
17.00
10.30
14.30
15.00
20.45
15.00
20.45
15.00
20.30
14.30
20.45
20.45
20.45
17.00
19.45
9.00
10.30
15.00
24
Lun
25
26
27
28
29
Mar
Mer
Gio
Ven
Sab
30
Dom
Sant’Andrea Dung-Lac
e compagni
I di Avvento
Corso vicariale dei fidanzati (Cepino)
Incontro genitori di III media (Selino Alto)
Incontro gruppo chierichetti (Berbenno)
Incontro gruppo chierichetti (Selino Alto)
Secondo incontro Scuola della fede (Cepino)
Santa Messa con i bambini e ragazzi del Comune di
Sant’Omobono Terme a Mazzoleni
Confessioni ragazzi elementari e medie (Selino Alto)
Incontro genitori IV e V elementare (Berbenno)
Santa Messa a Ca’ Previtali
Messa e festa con i diciottenni (Berbenno)
Laboratori di don Bosco
Incontro vicariale dei genitori dei cresimandi (Cepino)
Corso vicariale dei fidanzati (Cepino)
Confessioni ragazzi scuole medie (Berbenno)
Incontro dei catechisti (Berbenno)
Confessioni ragazzi scuole elementari (Berbenno)
Terzo incontro Scuola della fede (Cepino)
Ritiro V elementare (Berbenno)
Consiglio Pastorale Vicariale (Selino basso)
Incontro con i responsabili dei gruppi biblici (Berbenno)
Consiglio pastorale parrocchiale (Selino Alto)
Santa Messa a Ca’ Passero
Serata pattinaggio con gli adolescenti del vicariato
Santa messa in suffragio di don Romeo (Blello)
Santa messa in suffragio di don Romeo e celebrazione del
Battesimo (Berbenno)
Pomeriggio con genitori e bambini I elementare
20.45 Corso vicariale dei fidanzati (Cepino)
20.45
20.30
17.00
10.00
14.30
Consiglio Pastorale Parrocchiale (Berbenno)
Ritiro spirituale vicariale di inizio Avvento (Cepino)
Santa messa a Ceresola
Santa messa in suffragio di don Romeo (Selino Alto)
Laboratori di don Bosco (Berbenno)
63
Calendario Pastorale
Calendario dicembre 2014
LITURGIA
1
Lun
2
Mar
3
Mer
4
Gio
5
6
Ven
Sab
7
Dom II di Avvento
8
Lun
9
Mar
10
Mer
11
Gio
12
13
Ven
Sab
14
Dom III di Avvento
15
Lun
16
Mar
17
Mer
18
Gio
19
Ven
20
21
Sab
Dom IV di Avvento
64
San Francesco Saverio
San Nicola
Immacolata Concezione
Santa Lucia
IMPEGNI PARROCCHIALI
14.30
14.30
20.30
20.45
20.45
15.00
17.00
20.30
14.30
20.45
20.45
17.00
10.00
10.30
14.30
20.45
20.30
14.30
20.45
20.30
17.00
18.00
20.00
14.30
20.30
15.00
15.00
20.30
20.30
16.30
20.30
17.00
14.30
Ritiro I Media (Selino Alto)
Ritiro III media (Selino Alto)
Incontro gruppo Missionario
Incontro gruppo catechisti (Selino Alto)
Corso vicariale dei fidanzati (Cepino)
Incontro gruppo chierichetti (Berbenno)
Incontro gruppo chierichetti (Selino Alto)
Gruppi biblici di Avvento
Ritiro III elementare (Berbenno)
Incontro con i genitori di II elementare (Berbenno)
Presentazione del libro Preti tra i migranti (Berbenno)
Santa Messa a Ca’ Previtali
Giornata del Seminario Diocesano
Presentazione dei bambini e ragazzi che riceveranno
i sacramenti (Selino Alto)
Presentazione dei bambini e ragazzi che riceveranno
i sacramenti (Berbenno)
Ritiro IV elementare (Berbenno)
Corso vicariale dei fidanzati (Cepino)
Gruppi biblici di Avvento
Ritiro II elementare (Selino Alto)
Incontro del gruppo liturgico (Berbenno)
Incontro Caritas vicariale (Cepino)
Santa Messa a Ca’ Passero
Messa e cena conclusiva percorso fidanzati (Locatello)
Gruppo giovani
Ritiro II media (Selino Alto)
Confessioni vicariali per gli adolescenti (Selino basso)
Confessioni ragazzi scuole medie (Berbenno)
Confessioni ragazzi scuole elementari (Berbenno)
Gruppi biblici di Avvento
Incontro con i genitori di III elementare (Selino Alto)
Confessioni ragazzi scuole elementari e medie (Selino Alto)
Celebrazione penitenziale Selino Alto
Santa Messa a Ceresola
Laboratori di don Bosco (Berbenno)
Anagrafe
da luglio a ottobre
Battezzati in Cristo
Vanoli Diletta di Renato e Locatelli Gloria
Masnada Daria di Philippe e Masnada Valeria
Todeschini Thomas di Alex e Locatelli Corinne
Todeschini Jordan di Cristian e Locatelli Moira
domenica 13 luglio a Selino Alto
domenica 20 luglio a Selino Alto
domenica 21 settembre a Berbenno
domenica 21 settembre a Berbenno
Sposati in Cristo
Ferrari Luca e Offredi Michela
Facheris Matteo e Locatelli Paola
sabato 2 agosto a Berbenno
sabato 25 ottobre a Berbenno
Defunti
Ci hanno preceduti nel segno della fede e dormono il sonno della pace:
Borella Felicita Antonia
di anni 93
Salvi Giovanni Battista
di anni 87
Manzoni Pietro Angelo Giuseppe di anni70
Salvi Aurelio
di anni 78 Locatelli Lucia
di anni 81
Baretti Stefano
di anni 48
Todeschini Pierina
di anni 86
Salvi Cesare Luigi
di anni 84
Salvi Maria Vittoria
di anni 85
Salvi Giuseppe
di anni84
Filippi Giulia
di anni 99
Vanotti Maria
di anni 79 Vanotti Bartolomeo Giacomo
di anni 66
Mazzoleni Giacinto
di anni 88
Salvi Luigi
di anni 83 morta il 9 luglio 2014
morto il 21 luglio 2014
morto il 24 luglio 2014
morto il 03 agosto 2014
morta il 08 agosto 2014
morto il 17 agosto 2014
morta il 25 agosto 2014
morta il 12 settembre 2014
morta il 16 settembre 2014
morto il 17 settembre 2014
morta il 28 settembre 2014
morta il 29 settembre 2014
morto il 6 ottobre 2014
morto il 6 ottobre 2014
morto il 18 ottobre 2014
65
Anagrafe
da luglio a ottobre
Defunti
Locatelli Cesira
Locatelli Lucia
Salvi Caterina
di anni 77
morta il 3 giugno 2014
a Alevier (Francia)
di anni 81
morta il 08 agosto 2014
a Berbenno
di anni 88
morta il 11 agosto 2014
Todeschini Pierina
Salvi Giulia
Salvi Luigi
di anni 86
morta il 25 agosto 2014
a Laxolo
di anni 99
morta il 28 settembre 2014
a Bergamo
di anni 83
morto il 18 ottobre 2014
a Berbenno
66
Lo spazio di un sorriso
Il Signore ha chiamato Andrea mentre stava facendo
quello che a lui piaceva fare.
I prati, i boschi, le montagne, le case e la chiesa del
nostro piccolo paesino di Blello sono diventati la seconda casa di Andrea, quella dove lui trascorreva le sue
vacanze, in compagnia di Sara e della nonna Rosa.
Con la forza e l’entusiasmo dei suoi 15 anni, Andrea
metteva passione e impegno nel lavoro che faceva. A
Blello si è creato degli amici forti e sinceri, con i quali
è cresciuto, condividendo le piccole cose della vita semplice che si vive nelle nostre poche case. Era un ragazzo
buono e volenteroso, stimato e amato da tutti, anche
perché era impossibile non volergli bene.
Ci siamo incontrati per l’ultima volta il 15 di agosto, l’ultimo giorno della festa a Blello. Nel pomeriggio
il cielo azzurro e il sole avevano preso il posto delle
nuvole nere cariche di pioggia. Andrea era sereno e felice, perché aveva portato con umiltà e
fierezza la statua della Madonna durante la processione dell’Assunta. Come i suoi genitori e
la nonna, teneva tanto alla chiesina di Blello e questo gesto di sostenere con le sue spalle la
Madonna l’aveva riempito di grande gioia. Alle braccia di Maria, nostra madre, vogliamo ora
affidarlo: sono braccia tenere e sicure, come le braccia di ogni mamma. Come quelle della sua
mamma.
A Blello si ammirano e si gustano con gli occhi e con il cuore spazi sconfinati di cielo,
orizzonti ampi di serenità e di pace. In questo momento di smarrimento e dolore vorremmo
chiedere al Signore che doni questa serenità e pace ai genitori di Andrea, a Sara, ai nonni, ai
parenti tutti.
Ma anche alla nostra piccola comunità di Blello, ancora sconvolta per questa tragica perdita. Chiediamo questo dono in particolare per gli amici di Andrea e per chi è smarrito in mille
domande, nei rimorsi, nei sensi di colpa, nei rimpianti…
Andrea, ora stai camminando negli immensi spazi dove Dio ti ha accolto. Il Signore è forte
e cammina accanto a te. Accompagna e proteggi il cammino dei tuoi cari e di tutte le persone
che ti hanno voluto bene.
don Luca
67
NOTIZIE UTILI
Don Luca Gattoni parroco
Casa parrocchiale via Roma, 8 tel. 035 861007
[email protected]
[email protected]
Don Donato Baronchelli Via S. Giovanni Bosco, 9 vicario parrocchiale
cell. 3336793073
Figlie della Carità
Madri Canossiane tel. 035 861087
Scuola d’Infanzia - Selino Alto tel 342.849.73.28
Sito web dell’oratorio
www.oratorioberbenno.altervista.org
ORARIO SANTE MESSE
Giorni festivi
Ore 17.00 Ore 18.00 Ore 7.30 Ore 9.00 Ore 10.00
Ore 10.30 Ore 18.00 Ceresola – Ca’ Previtali – Ca’ Passero
(a rotazione ogni tre settimane)
Selino Alto
Berbenno
Blello
Selino Alto
Berbenno
Berbenno
Giorni feriali a Berbenno
Lunedì, mercoledì e giovedì ore 7.15 Lodi e S. Messa.
Martedì e venerdì ore 19.45 Vespri e Santa Messa.
68
Giorni feriali a Selino Alto
Lunedì, mercoledì e giovedì alle ore 16.30.
Martedì e venerdì ore 8.00
Mercoledì ore 20.00 a Blello (nella casa comunale)
Eventuali cambiamenti di orario o sospensioni per motivi
particolari saranno comunicate per tempo.