Untitled - Vigili del Fuoco Polizia Penitenziaria Corpo Forestale
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DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE DIREZIONE CENTRALE PER L’EMERGENZA E IL SOCCORSO TECNICO Qualificazione, composizione e dotazioni del Servizio di Elisoccorso 1. GLI ELISOCCORRITORI VV.F. 1.a. Compiti Il personale SAF 2B viene di seguito definito “elisoccorritore”. L’elisoccorritore del C.N.VV.F. appartiene al ruolo operativo e costituisce la componente dell’equipaggio di volo deputata a svolgere le operazioni di seguito indicate: − nella fase di attivazione dell’intervento partecipa alle valutazioni coordinandosi con il capo equipaggio dell’elicottero, − relativamente alle azioni esterne al mezzo aereo: definisce la tattica di intervento anche attraverso la gestione dello scenario, svolge operazioni di soccorso, assiste il personale sanitario che concorre al soccorso, attua ogni altra attività necessaria all’azione operativa. Ad ogni effetto, si considerano elisoccorritori ed istruttori di tecniche di elisoccorso del CNVVF tutti gli operatori attualmente qualificati nelle rispettive funzioni. Sono fatte salve le procedure organizzative, gestionali ed operative che afferiscono alla componente sommozzatori del CNVVF relativamente alla interoperabilità con la componente aerea per le operazioni di specifica competenza. 1.b. Inquadramento amministrativo, funzionale e gestionale Il servizio di elisoccorso fa capo alla Direzione Centrale per l’Emergenza ed il Soccorso Tecnico, che effettua la propria attività di pianificazione, indirizzo e controllo attraverso l’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati. Gli elisoccorritori dipendono organizzativamente e funzionalmente dal Direttore Regionale. Gli adempimenti amministrativi e contabili relativi al suddetto personale sono svolti dal Comando di appartenenza. 1.c. Dotazione organica di reparto e turni di servizio La dotazione organica di elisoccorritori in forza presso ogni reparto di volo del Corpo è costituita da 14 unità che svolgono la propria prestazione lavorativa in turno diurno. Per ogni reparto volo il Direttore Regionale attribuisce gli incarichi di: − Responsabile Operativo, che assolve anche alla funzione di responsabile per la sicurezza; − Sostituto del Responsabile Operativo, che assolve anche alla funzione di Responsabile delle attrezzature per il soccorso. Gli elisoccorritori sono inseriti in due turni di servizio con articolazione dell’orario di lavoro ordinario del tipo “12-12/12-60”. Il servizio di soccorso deve essere garantito, per ogni turno, da almeno due operatori in condizione di pronto impiego. Le unità rimanenti, escluse quelle in congedo, missione e malattia, sono impegnate, sulla base di specifiche programmazioni definite dal Responsabile Operativo in: - attività addestrativa, - attività di soccorso ordinario presso il comando di appartenenza, - attività logistiche o di supporto funzionali al servizio di elisoccorso stesso. Il numero degli elisoccorritori in servizio presso ogni reparto volo potrà essere aumentato, su motivata proposta del Direttore Regionale, in funzione del numero di aeromobili in servizio o di particolari esigenze operative. La proposta di incremento del numero dei tecnici di elisoccorso, formulata dal direttore regionale è valutata dalla DCEST – Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati, ed è autorizzata dal Direttore Centrale per l’Emergenza. 1.d Responsabile Operativo dell’Elisoccorso (R.O.E.) La funzione persegue obiettivi di integrazione con la componente aerea e assicura la regolare gestione del personale e delle attività di elisoccorso. L’incarico di “R.O.E.” è conferito dal Direttore Regionale ad un elisoccorritore (anche non operativo per sopravvenuti problemi sanitari) avendo riguardo alla qualifica, alla esperienza gestionale di settore ed alle capacità professionali e relazionali. A detta figura sono demandati i seguenti compiti: − pianificazione dei servizi; − verifica del mantenimento operativo degli elisoccorritori, raccordandosi con il Responsabile Operativo Regionale SAF, qualora le due figure non siano coincidenti; − programmazione, sentito il Responsabile Operativo del Reparto Volo, degli addestramenti necessari; − adempimenti relativi al reintegro operativo; − proposta di innovazioni o di modifiche alle tecniche in uso, anche di concerto con il Responsabile Operativo del Reparto Volo; − organizzazione di esercitazioni con altri enti ed amministrazioni; − coordinamento della attività di settore nell’ambito delle grandi emergenze che dovessero verificarsi nel territorio di competenza; − verifica e controllo del rispetto delle procedure di sicurezza nell’attività di elisoccorso; − comunicazione a tutti i tecnici di elisoccorso delle note relative agli inconvenienti di volo ed agli inconvenienti tecnici, e promozione, anche di concerto con il Responsabile Operativo del Reparto Volo, di briefing dedicati ad accadimenti di particolare interesse o criticità; − monitoraggio della corretta applicazione delle procedure operative. 1.e Sostituto del Responsabile Operativo e Responsabile delle attrezzature di soccorso L’incarico è conferito dal Direttore Regionale ad un elisoccorritore (anche non operativo per sopravvenuti problemi sanitari) avendo riguardo alla qualifica ed alle capacità professionali e relazionali. A detta figura sono demandati i seguenti compiti: − sostituzione del R.O.E. in caso di assenza o impedimento; − organizzazione e gestione delle verifiche programmate e della manutenzione delle attrezzature e dei materiali in dotazione; − valutazione dei materiali e delle attrezzature mettendo in evidenza eventuali inconvenienti e proponendo soluzioni; − monitoraggio delle scorte e del magazzino di materiali e attrezzature; − pianificazione e programmazione degli approvvigionamenti di materiali ed attrezzature. 2. FUNZIONI DELLE STRUTTURE CENTRALI 2.a. Ufficio per il Coordinamento e la Gestione delle Emergenze – Colonne Mobili e Servizi Specializzati L’Ufficio, tramite la Sezione SAF ed Elisoccorso, fornisce gli indirizzi strategici del servizio promuovendone lo sviluppo in funzione delle necessità attuali ed emergenti. Il Dirigente dell’Ufficio, per l’espletamento delle funzioni tecniche e di consulenza si avvale della collaborazione: − della “Sezione SAF ed Elisoccorso” dell’Ufficio Gestione e Coordinamento dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati. − del “Gruppo di Esperti in Tecniche di Elisoccorso” costituito da n. 6 membri designati dal Capo del Corpo su proposta del Direttore Centrale per l’Emergenza. − Nella fase di avviamento della nuova organizzazione i componenti del Gruppo di Esperti sono individuati fra i componenti della CUN SAF. − La designazione dei componenti del Gruppo di Esperti è annuale ed è tacitamente rinnovabile. − Il Gruppo di Esperti in Tecniche di Elisoccorso potrà essere integrata da: un dirigente dell’Ufficio per il Soccorso Aereo o suo delegato; il consulente aeronautico dell’A.M. dell’Ufficio per il Soccorso Aereo; il dirigente del Servizio Sanitario o suo delegato. un dirigente designato dal Direttore Centrale per la Formazione. n° 3 Responsabili Operativi, rappresentativi delle diverse aree geografiche L’Ufficio provvede a: − divulgare; tramite le Direzioni Regionali, gli aggiornamenti relativi alle tecniche di intervento; − definire, in modo condiviso con l’Ufficio per il Soccorso Aereo, gli standard addestrativi necessari al mantenimento delle abilità acquisite; − elaborare, in modo condiviso con l’Ufficio per il Soccorso Aereo, il sistema delle procedure operative relative ai diversi tipi di elicotteri in dotazione al CNVVF; − definire, in modo condiviso con l’Ufficio per il Soccorso Aereo, le esigenze e gli standard relativi alla logistica del servizio; − analizzare, in modo congiunto con l’Ufficio per il Soccorso Aereo, eventuali malfunzionamenti, “near accident” e incidenti che dovessero verificarsi durante attività formative, addestrative ed operative al fine di individuare e rimuovere le cause che hanno determinato l’accadimento di tali eventi; − ricercare, sperimentare e acquisire, tramite la propria struttura tecnica, nuove attrezzature, materiali ed equipaggiamenti; − collaborare, unitamente all’Ufficio per il Soccorso Aereo, con il competente Ufficio della Direzione Centrale per la Formazione, alla elaborazione dei pacchetti didattici per la formazione degli elisoccorritori; − collaborare, unitamente all’Ufficio per il Soccorso Aereo, con il competente ufficio delle Direzione Centrale per la Formazione per definire gli standard addestrativi necessari al mantenimento delle abilità acquisite; − monitorare l’organico degli elisoccorritori al fine di definire bisogni formativi e quant’altro necessario ad assicurare il mantenimento degli standard operativi prefissati; − formare ed aggiornare l’albo nazionale degli elisoccorritori e degli Istruttori di tecniche di elisoccorso; − rilasciare, nella fase transitoria di prima applicazione, la attestazione di abilitazione al personale inserito negli albi degli elisoccorritori e di Istruttore di tecniche di Elisoccorso. 2.b. Ufficio per il Soccorso Aereo della DCEST L’Ufficio per il Soccorso Aereo della DCEST, relativamente al servizio di elisoccorso, contribuisce a: − sostenere e facilitare l’integrazione della componente aerea con tutte le altre componenti partecipanti all’attività di soccorso, ed in particolare con gli elisoccorritori; − aggiornare, con il concorso dell’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati, i manuali tecnico-operativi relativi alla interoperabilità fra la componente specialistica aerea e quella di elisoccorso; − collaborare con il competente ufficio delle Direzione Centrale per la Formazione alla elaborazione dei pacchetti didattici per la formazione degli elisoccorritori ed alla definizione degli standard addestrativi necessari al mantenimento delle abilità acquisite; − elaborare, in modo condiviso con l’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati, il sistema delle procedure operative relative ai diversi tipi di elicotteri in dotazione al CNVVF; − analizzare, in modo congiunto all’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati, eventuali malfunzionamenti, “near accident” e incidenti che dovessero verificarsi durante attività formative, addestrative ed operative al fine di individuare e rimuovere le cause che hanno determinato l’accadimento di tali eventi; − definire, in modo condiviso con l’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati, le esigenze e gli standard relativi alla logistica del servizio. 2.c. Direzione Centrale per la Formazione Relativamente al servizio di elisoccorso, la Direzione Centrale per la Formazione, provvede a: − progettare, con il concorso dell’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza e dell’Ufficio Soccorso Aereo della DCEST, i percorsi didattici per la formazione degli elisoccorritori; − istituire ed amministrare i corsi di formazione per elisoccorritori; − rilasciare, al superamento del previsto corso di formazione, la certificazione di abilitazione alle attività di elisoccorso. 3. ACCESSO AL SERVIZIO DI ELISOCCORSO E SELEZIONE DEGLI ISTRUTTORI 3.a. Istituzione dei corsi di formazione per l’accesso al servizio di elisoccorso Sulla base delle esigenze territoriali, l’Ufficio Coordinamento e Gestione delle Emergenze della DCEST segnala alla DCF il numero di elisoccorritori da formare per ciascun reparto volo e propone la sede didattica del corso. La DCF emette quindi il bando di selezione per l’ammissione al corso nazionale indicando le sedi disponibili e prevedendo i seguenti requisiti per l’ammissione alla selezione: − età massima: 35 anni; − appartenenza al ruolo operativo del CNVVF da almeno 5 anni; − completamento dell’iter formativo SAF per il livello “2 fase A” (SAF “avanzato”) e soddisfacimento degli standard addestrativi previsti per il mantenimento delle abilità acquisite; − spiccata attitudine all’espletamento dell’attività SAF evidenziata dal candidato durante le fasi formative, addestrative ed operative, ed asseverata dal direttore regionale sulla base delle valutazioni espresse dalla struttura SAF regionale; − appartenenza al Comando ove ha sede il reparto volo per il quale si concorre ovvero contestuale richiesta di trasferimento a quel Comando; − idoneità certificata sulla base di accertamenti volti a verificare il libretto sanitario implementato con esami legati al rischio specifico armonizzati con i parametri e standard psicofisici indicati nel D.M. Difesa del 16 settembre 2003, tenuto conto dell’esperienza di settore maturata Saranno considerati preferenziali per l’accesso i seguenti titoli: − attestati di corsi di qualificazione, anche esterni all’Amministrazione, inerenti le materie oggetto del corso di formazione per elisoccorritore: − minore età anagrafica Saranno considerarti motivi di esclusione dalla selezione: − dimissione o allontanamento da precedenti corsi 2B; − l’ammissione o la frequenza di corsi specialistici o il possesso di brevetto o di abilitazione relative ad altre specialità del Corpo (pilota o specialista di elicottero, specialista navale, sommozzatore, operatore TLC). La DCF, in collaborazione con l’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati, designa il direttore del corso, i docenti, gli istruttori e lo staff didattico. La Commissione esaminatrice è composta da: − Direttore della DCF o suo delegato, − Direttore della DCEST o suo delegato, − un funzionario del competente Ufficio della DCF, − un funzionario dell’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza della DCEST; − un funzionario dell’Ufficio Soccorso Aereo della DCEST, La Commissione esaminatrice si potrà avvalere altresì del parere del consulente aeronautico per la Sicurezza del Volo, in servizio presso l’Ufficio per il Soccorso Aereo Le funzioni di segreteria sono svolte da un dipendente della Direzione Centrale per la Formazione. Nei tempi tecnici strettamente necessari, e comunque entro 180 giorni dall’emanazione della presente disposizione, la DCF e la DCEST concorderanno la definizione di eventuali aggiornamenti al programma del corso di formazione per elisoccorritori. Il personale elisoccorritore inserito nell’Albo nazionale, che non abbia partecipato a uno o più moduli eventualmente previsti nel nuovo programma seguirà corsi di aggiornamento, la cui realizzazione costituirà uno dei prioritari obiettivi formativi. 3.b. Organico e selezione degli istruttori L’organico degli istruttori nazionali di tecniche di elisoccorso è fissato in 12 unità opportunamente distribuite sul territorio nazionale. Gli attuali componenti della Commissione Unica Nazionale SAF (CUN SAF) sono considerati istruttori in sovrannumero Sulla base delle necessità emergenti, la DCF indice una selezione aperta agli elisoccorritori. Le istanze dei candidati saranno inoltrate per il tramite del Direttore Regionale competente. Costituirà titolo di preferenza il possesso della abilitazione di Istruttore di Tecniche SAF (ITS), e Istruttore SAF 1B e/o Istruttore Fluviale. La DCF, sulla base di criteri preventivamente concertati con la DCEST ed indicati nel regolamento della selezione, individua i candidati ammessi al percorso formativo per istruttori nazionali di tecniche di elisoccorso. Gli aspiranti istruttori risultati vincitori della selezione vengono quindi avviati al corso di metodologie didattiche (salvo il caso che il corso non sia già stato frequentato in precedente circostanza) e, in occasione dei primi corsi utili per elisoccorritori, sono ammessi allo svolgimento dei percorsi formativi in affiancamento ad istruttori titolati. Gli istruttori titolati, al termine del percorso in affiancamento, esprimono la valutazione tecnica sulle abilità formative dell’aspirante istruttore di tecniche di elisoccorso. Ultimato positivamente il percorso di cui sopra, i candidati acquisiscono la qualifica di istruttori di elisoccorso. 4. SORVEGLIANZA SANITARIA 4.a. Idoneità psicofisica Fermi i requisiti di idoneità psicofisica applicati al personale operativo del CNVVF, previsti dal DM 5 febbraio 2002 come modificato dal DM 3 novembre 2003, gli aspiranti elisoccorritori VV.F., prima dell’avvio al percorso formativo, sono sottoposti all’accertamento sanitario dell’idoneità psicofisica e attitudinale alla specifica mansione. Gli esami medici e gli accertamenti strumentali e di laboratorio preventivi sono finalizzati a verificare il possesso dei requisiti psicofisici previsti dalla normativa vigente in materia nonché ad escludere imperfezioni e infermità che sono causa di inidoneità al servizio di tecnico di elisoccorso del Corpo. Gli elisoccorritori sono inoltre sottoposti periodicamente a controlli sanitari per la verifica del mantenimento dei requisiti psicofisici e dell’idoneità alla prosecuzione del servizio di elisoccorritore del Corpo. Con provvedimento da adottare entro 3 mesi dalla emanazione del presente regolamento sono definiti i requisiti psicofisici e l’elenco delle imperfezioni e infermità che sono causa di non idoneità al servizio di elisoccorso del Corpo in conformità ai parametri e agli standard indicati nell’art. 586 del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 90 in materia di accertamento dell’idoneità ai servizi di navigazione aerea. Nello stesso provvedimento sono inoltre stabiliti sia gli esami medici e gli accertamenti strumentali e di laboratorio che modificano e integrano il protocollo sanitario già previsto per il libretto individuale sanitario e di rischio applicato al personale operativo, sia la periodicità con la quale gli elisoccorritori VV.F. sono sottoposti a visita medica. 4.b. Perdita dell’idoneità psico-fisica L’elisoccorritore che perda temporaneamente l’idoneità psico-fisica alla specifica attività, continua a prestare servizio presso i reparti volo con mansioni logistiche, di supporto tecnico SAF e/o formative, ovvero, a seguito di specifica richiesta dell’interessato, è provvisoriamente assegnato al Comando ovvero alla Direzione Regionale, anche se in temporaneo soprannumero. Nel caso di perdita in via definitiva dei requisiti di idoneità al volo, l’operatore è riassegnato al Comando ovvero rimane in organico al reparto volo per lo svolgimento della funzione di R.O.E. o di Sostituto del R.O.E. Tale personale potrà inoltre rimanere in organico al reparto volo per lo svolgimento di altre mansioni logistiche, di supporto tecnico SAF e/o formative ritenute necessarie dal Direttore Regionale. 4.c. Cancellazione dall’albo nazionale La DCEST dispone la cancellazione dall’albo nazionale degli elisoccorritori e/o da quello degli istruttori del personale: - giudicato permanentemente inidoneo allo specifico servizio e che non abbia trovato collocazione nelle posizioni di supporto previste dal presente ordinamento; - ritenuto, con motivata valutazione del Direttore Regionale e su conforme parere del Direttore del Reparto Volo, non più affidabile e non altrimenti recuperabile nell’ambito del servizio di elisoccorso a seguito di ripetuti episodi comportamentali o relazionali, segnalati dal R.O.E., che abbiano prodotto impatti negativi sulla sicurezza o regolarità del servizio. 5. REGIME TRANSITORIO Agli attuali operatori SAF-2B in regola con le visite mediche periodiche e con gli addestramenti è riconosciuta la qualificazione di elisoccorritore. Gli istruttori SAF-2B attualmente in servizio sono riconosciuti istruttori di tecniche di elisoccorso. Detto personale sarà iscritto all’albo nazionale degli elisoccorritori e degli istruttori di tecniche di elisoccorso. Il personale non interessato all’inquadramento operativo definito dal presente regolamento dovrà inoltrare formale istanza alla direzione regionale competente entro 60 giorni, formalizzando in modo esplicito la rinuncia allo svolgimento della attività di elisoccorritore e di istruttore di elisoccorso. Le Direzioni Regionali trasmettono i nominativi degli elisoccorritori abilitati e degli istruttori di tecniche di elisoccorso che non hanno prodotto formale rinuncia all’Ufficio Coordinamento e Gestione dell’Emergenza – Colonne Mobili e Servizi Specializzati ai fini della iscrizione nei relativi albi. Il personale non in regola con gli addestramenti minimi obbligatori sarà sottoposto al percorso di reintegro che dovrà concludersi entro un anno dall’entrata in vigore del presente regolamento. Nel caso di impossibilità di accesso al percorso di reintegro per fatti indipendenti dalla volontà del tecnico di elisoccorso, la procedura di reintegro verrà avviata non appena possibile. Il personale precedentemente sospeso dal servizio di elisoccorso in modo temporaneo per motivi di carattere sanitario potrà rientrare in servizio operativo presso il reparto volo di assegnazione al completamento della procedura di reintegro. Le Direzioni Regionali che hanno un esubero di elisoccorritori rispetto agli standard precedentemente definiti, sono autorizzate, nel transitorio, a mantenere l’organico attuale fino al completo riassorbimento degli operatori in soprannumero. DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE DIREZIONE CENTRALE PER L’EMERGENZA E IL SOCCORSO TECNICO Qualificazione, composizione e dotazioni del Servizio Cinofilo VVF 1. 1.1. CARATTERISTICHE GENERALI DEL SERVIZIO Il sistema di accreditamento e la certificazione delle unità cinofile Le unità cinofile del Corpo accreditate sono certificate secondo i protocolli previsti nell’apposito “Regolamento inerente i percorsi formativi, abilitativi e di mantenimento” emanato dalla Direzione Centrale per la Formazione (DCF) con Circolare n 1 del 18-2-2011 e s.m.i. Ogni unità cinofila deve essere simultaneamente certificata per la ricerca dispersi in superficie e sotto macerie; eventuali situazioni difformi saranno avviate a soluzione nei tempi tecnici strettamente necessari. La Direzione Centrale per l’Emergenza e il Soccorso Tecnico, valutata la forbice esistente fra dotazioni organiche e unità cinofile effettivamente disponibili, indica annualmente alle Direzioni Regionali, da cui dipendono organizzativamente e funzionalmente i Servizi Cinofili Regionali, ed alla DCF esigenze e priorità del servizio, nonché i tempi entro cui occorre concludere i processi formativi avviati. Al termine dei percorsi formativi la DCEST aggiorna gli elenchi delle unità cinofile certificate ed attiva la copertura assicurativa che, previa sottoscrizione del “comodato d’ uso gratuito” fra padrone del cane e Corpo Nazionale, determina la possibilità di impiego operativo delle unità cinofile. Il conduttore di una unità cinofila operativa può far richiesta al Direttore Regionale per l’inserimento in formazione di un secondo cane, al fine di sostituire, nei tempi tecnici necessari, il primo cane già certificato. Il Direttore Regionale, nel caso l’istanza risulti coerente con le politiche di gestione del servizio cinofilo e non sussistano motivi di opportunità che ne sconsiglino l’accettazione, valuta l’ammissibilità della richiesta ed attiva le procedure per l’avvio del percorso di formazione del secondo cane. Non è posta, a priori, alcuna limitazione al numero di cani che possono essere avviati al percorso di formazione, fatta salva la sostenibilità organizzativa, gestionale ed economica di tali percorsi e fermo restando che il numero massimo di secondi cani certificati e operativi, destinati a sostituire il primo cane, non può essere superiore ad 1/5 dell’organico delle unità cinofile previsto per ciascuna regione. Tale valore è frutto di una mediazione fra diverse esigenze, a volte difficilmente conciliabili, e valutazioni empiriche quali: età a cui il cane può essere avviato al percorso formativo; tempi medi di sviluppo del percorso di formazione; età media ragionevolmente prevedibile di collocamento a riposo dei cani; possibilità di assicurare una ridondanza operativa in ambito territoriale in caso di indisponibilità temporanea di cani facenti parte della dotazione organica regionale; Il processo di sostituzione del primo cane con il secondo cane certificato è gestito dal Direttore Regionale, tenendo conto anche delle esigenze complessive del servizio cinofilo regionale 1.2. Il contratto di comodato per l’uso del cane Le unità cinofile di cui il Corpo può servirsi per le attività istituzionali sono quelle che hanno ottenuto la certificazione in seguito al superamento dello specifico percorso formativo ed i cui padroni/conduttori hanno sottoscritto un contratto per il “comodato d’uso” del cane (di cui alla nota prot EM 6431/5001/29 del 15/12/2010 e s.m.i.), che costituisce titolo abilitante ad operare su scenari emergenziali. Le unità cinofile certificate sono dedicate alle attività istituzionali e la loro eventuale partecipazione a manifestazioni ed eventi, ovvero ad attività diverse da quelle operative, deve essere esplicitamente autorizzata dal Capo del Corpo, in conformità alle procedure previste dalle disposizioni vigenti. Il comodato d’uso può essere rescisso unilateralmente; in caso di iniziativa da parte del conduttore l’efficacia della rescissione del contratto si ha dopo la formale accettazione della DCEST che deve avvenire nei 30 giorni successivi alla comunicazione, tempo necessario alla Direzione Regionale interessata per procedere alla rimodulazione del dispositivo di soccorso cinofilo. La rescissione del comodato d’uso comporta la perdita di ogni beneficio e la riconsegna dei beni affidati alla unità cinofila (vestiario, equipaggiamento ecc ) 1.3. Il coordinamento della componente permanente e di quella volontaria I conduttori delle unità cinofile appartengono sia alla componente permanente che a quella volontaria del Corpo ed i relativi rapporti gerarchici sono attualmente disciplinati dalle indicazioni del D.Lgs 217/2005 “Ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a norma dell'articolo 2 della legge 30 settembre 2004, n. 252”, del DPR n.64/2012 “Regolamento di servizio del CNVVF, ai sensi dell’art. 140 del D.Lgs. 217/2005” nonché del D.P.R. 76/2004, “Regolamento concernente disciplina delle procedure per il reclutamento, l'avanzamento e l'impiego del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco” Le Direzioni Regionali, pianificano il servizio regionale prevedendo servizi di supporto cinofili costituiti da almeno due unità cinofile, di norma inserite nel dispositivo di soccorso ordinario e, possibilmente, in servizio nel medesimo Comando. La copertura del servizio può essere effettuata prevedendo servizi di supporto cinofili costituiti da personale permanente, ovvero volontario, ovvero misto (permanenti e volontari) Il responsabile di ciascun servizio di supporto cinofilo è indicato dalla Direzione Regionale all’atto della pianificazione del servizio ovvero al momento della mobilitazione; in assenza di indicazioni la funzione è svolta dal conduttore con qualifica più elevata e, a parità di qualifica, da quello con maggiore anzianità nel ruolo. L’impiego di unità cinofile appartenenti ai ruoli del personale volontario può essere pianificato dalle varie Direzioni Regionali con modalità improntate alla più ampia flessibilità, quali ad esempio: a) conduttore della unità cinofila richiamato in servizio temporaneo per le esigenze del Servizio Cinofilo Regionale ed inserito in servizio turnista ovvero ad orario differenziato (esempio 12/36 diurno) presso una sede operativa individuata dalla Direzione Regionale; b) conduttore della unità cinofila in servizio di attesa svolto in modo conforme al quanto previsto per i distaccamenti volontari “a campana” con mobilitazione disposta dalla Direzione Regionale in caso di intervento per la ricerca di dispersi; c) Sistema “misto” che, per le parti dell’anno statisticamente caratterizzate da un maggior carico di lavoro per ricerca dispersi, prevede la copertura del servizio utilizzando il criterio indicato alla lettera a) e per le restanti frazioni il criterio indicato alla lettera b). In scenari operativi complessi, caratterizzati dalla contemporanea presenza di un numero rilevante di unità cinofile, il responsabile VVF delle operazioni (Direttore Tecnico dei Soccorsi – DTS - se si tratta di intervento “multi agenzia”, ovvero ROS se il soccorso configura un intervento ordinario “monoagenzia”), può avvalersi del supporto di un referente cinofilo incaricato di assisterlo nel coordinamento dell’attività delle unità cinofile presenti. 2. IL SISTEMA DI RISPOSTA TERRITORIALE 2.1. Politiche di dislocazione territoriale Le unità cinofile sono strutturate in Nuclei Cinofili Regionali (NCR), oggi presenti in tutte le Direzioni Regionali, in quanto a ciascuna di esse fanno riferimento almeno 4 unità cinofile certificate per la ricerca dispersi in superficie e/o sotto macerie. Tale dotazione consente di pianificare il servizio cinofilo in modo da poter assicurare, di norma, la copertura del servizio su 2 turni (unità cinofile che effettuano prestazioni lavorative con orario turnista standard -12/24/12/48- ovvero differenziato -12/36). L’esperienza maturata ed esigenze di semplicità organizzativa nonché di speditezza gestionale, unite alla necessità di ottimizzare le spese di esercizio, suggeriscono di sviluppare la distribuzione sul territorio del Nucleo Cinofilo Regionale in un numero di Comandi non superiore a due. Eventuali situazioni difformi attualmente esistenti saranno progressivamente avviate a soluzione. 2.2. Dotazioni organiche Le piante organiche dei Nuclei Cinofili Regionali sono così definite: Regione Organico Cinofilo Regionale Piemonte Liguria Lombardia Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia Toscana Umbria Marche Abruzzo Lazio Molise Basilicata Puglia Campania Calabria Sicilia Sardegna TOTALE 16 6 16 12 12 6 16 6 6 6 16 6 6 8 12 8 16 12 186 Nmax secondi cani certificabili 3 1 3 2 2 1 3 1 1 1 3 1 1 2 2 2 3 2 34 La dotazione organica complessiva delle unità cinofile del Corpo è pertanto pari a 186 unità, a cui a possono aggiungersi un numero massimo di secondi cani, certificati ed operativi, pari a 34 che costituiranno un polmone per la fisiologica sostituzione dei primi cani. I Direttori Regionali possono proporre alla DCEST giustificate modifiche e variazioni alla predetta pianificazione degli organici cinofili regionali in base ad analisi e valutazioni dei profili di rischio esistenti in ambito regionale. Le attuali difformità rispetto agli standard indicati in tabella saranno progressivamente ricondotte alla predetta pianificazione generale degli OCR. 2.3. Pianificazione e continuità di servizi di soccorso La pianificazione del servizio cinofilo regionale è compito delle Direzioni Regionali che entro la fine di ogni mese trasmettono al Centro Operativo Nazionale (CON) la programmazione del servizio operativo del mese successivo. In base alla analisi storica degli interventi sono individuabili su base statistica i periodi dell’anno in cui è atteso un maggior impegno operativo ed i Direttori Regionali valutano la sostenibilità di ricorrere, in detto periodo, alla attuazione da parte delle unità cinofile di un orario di lavoro differenziato, considerato anche che l’analisi speditiva dei dati disponibili evidenzia un rapporto fra interventi per la ricerca dispersi sotto macerie e interventi per la ricerca dispersi in superficie non superiore ad 1 a 10. In ogni caso per ottimizzare la risposta delle risorse disponibili potrà essere fatto riferimento a una organizzazione interregionale dei servizi cinofili realizzata attraverso la pianificazione schematizzata nella seguente tabella: AREA ORGANICO REGIONE INTERREGIONALE C1 C2 C3 C4 C5 C6 C7 C8 C9 Regionale Piemonte Liguria Lombardia Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Campania Molise Calabria Basilicata Puglia Sicilia Sardegna TOTALE 16 6 16 12 12 6 16 6 6 16 6 12 6 8 6 8 16 12 186 Interregionale 22 28 18 28 22 18 22 16 12 186 Gli accordi definiti fra le Direzioni Regionali per l’attuazione della organizzazione di livello distrettuale saranno portati a conoscenza della DCEST. 2.4. I Nuclei Cinofili Regionali I Direttori Regionali istituiscono la struttura organizzativa e gestionale dei Nuclei Cinofili Regionali, fondata sulle funzioni previste dalla circolare EM 4513/5001/29 del 30/05/2005, attraverso la quale: − stipulano i contratti per il comodato d’uso dei cani certificati per interventi su scenari emergenziali con i conduttori, proprietari dei cani; − aggiornano, in caso di sostituzione del cane, i contratti per il comodato d’uso stipulati con il conduttore, proprietario dell’animale; − comunicano alla DCEST gli estremi identificativi delle unità cinofile certificate ed operative al fine dell’attivazione della assicurazione sanitaria e dell’aggiornamento degli appositi elenchi; − sottoscrivono (secondo le indicazioni fornite dalla DCEST con note EM 6431/5001/29 del 15/12/2010 e EM 3008/5001/29 del 13/07/2011) una convenzione con una struttura veterinaria i cui benefici sono estesi ad ogni cane certificato ed operativo. Tale convenzione, rinnovata con frequenza annuale, prevede: le vaccinazioni contro le principali malattie infettive; il controllo delle parassitosi gastro-intestinali; la prevenzione dei parassiti esterni e delle malattie trasmesse da vettore; la prevenzione della filariosi cardio-polmonare e della leishmaniosi; altre eventuali prescrizioni e certificazioni veterinarie necessarie; − chiedono al competente Ufficio della DCEST l’attivazione delle seguenti coperture assicurative: responsabilità civile per danni a terzi provocati dal cane, estesa sia ai cani in formazione che a quelli certificati per l’attività di soccorso; assicurazione sanitaria per spese veterinarie straordinarie, prevista per i soli cani certificati ed operativi; − programmano mensilmente l’attività di mantenimento delle unità cinofile; − programmano mensilmente il servizio operativo cinofilo di soccorso; − verificano l’attuazione dell’attività di mantenimento e di quella di soccorso effettuata, riscontrandone la registrazione nei modi e nelle forme previste; − sospendono temporaneamente dal servizio operativo le unità cinofile che non sono in regola con i mantenimenti operativi e/o il cui comportamento ha determinato contestazioni e/o impatti negativi sull’immagine del Corpo Nazionale e sovrintendono all’eventuale percorso di reintegrazione operativa delle unità cinofile stesse; − attivano ed attuano le attività formative necessarie a soddisfare le esigenze e priorità indicate dalla DCEST; − svolgono indagini conoscitive per l’individuazione delle aspiranti unità cinofile ed effettuano la loro selezione; − richiedono l’attuazione di corsi di formazione per unità cinofile; − comunicano le generalità identificative delle aspiranti unità cinofile per l’attivazione della copertura assicurativa per responsabilità civile; − vigilano che l’erogazione delle risorse per la copertura delle spese necessarie a soddisfare gli impegni assunti con il contratto di comodato avvenga secondo quanto pianificato; − promuovono, avvalendosi di risorse disponibili in ambito locale, la realizzazione di campi macerie per attività cinofile necessarie alle attività propedeutiche al servizio di soccorso tecnico; − ricercano sinergie con Enti ed Associazioni operanti nel settore cinofilo al fine di utilizzare eventuali infrastrutture (campi macerie) esistenti sul territorio regionale; − attuano, avvalendosi di risorse operative e strumentali nonché di infrastrutture disponibili in ambito locale, le attività propedeutiche al servizio di soccorso tecnico in una logica di contenimento e razionalizzazione delle spese. 2.5. Le Sezioni Cinofile Provinciali Come precedentemente indicato, l’esperienza maturata unita a esigenze di semplicità organizzativa nonché di economicità e speditezza gestionale suggeriscono di sviluppare la distribuzione sul territorio regionale in non più di due Comandi per regione; eventuali situazioni difformi attualmente esistenti saranno progressivamente avviate a soluzione. I Comandanti Provinciali ove prestano servizio unità cinofile istituiscono la struttura organizzativa e gestionale delle Sezioni Cinofile Provinciali, attraverso la quale: − collaborano con le Direzioni Regionali; − partecipano, secondo il turno di servizio del conduttore, alla attività di soccorso in conformità alla pianificazione mensile del servizio cinofilo regionale prevedendo l’inserimento delle unità cinofile nel dispositivo ordinario di soccorso e tenendo contestualmente conto della esigenza di una tempestiva mobilitazione in caso di necessità; − provvedono, qualora l’intervento di ricerca si verifichi sul territorio provinciale ove sono in servizio operativo le unità cinofile, direttamente all’invio sullo scenario delle risorse cinofile presenti in turno e ne danno contestuale comunicazione alla Direzione Regionale richiedendo, ove necessario, l’eventuale intervento di ulteriori risorse del nucleo regionale effettivamente disponibili in turno; − facilitano la partecipazione delle unità cinofile certificate alla attività di mantenimento programmata mensilmente dalle Direzioni Regionali; − vigilano sull’effettivo aggiornamento dei libretti di formazione e di quelli di registrazione dell’attività di mantenimento e di soccorso effettuata. − comunicano alla Direzione Regionale le generalità delle unità cinofile che non sono in regola con i mantenimenti operativi e/o il cui comportamento ha determinato contestazioni e/o impatti negativi sull’immagine del Corpo Nazionale e sovrintendono all’eventuale percorso di reintegrazione operativa delle unità cinofile stesse; − provvedono all’acquisto di mangime per il sostentamento dei cani certificati ed operativi e gestiscono la relativa distribuzione; − provvedono alle altre spese necessarie a soddisfare gli impegni assunti con il contratto di comodato a favore delle unità cinofile aventi diritto. 2.5.1. Dotazioni logistiche Nelle sedi ove prestano servizio unità cinofile sono realizzati box per i cani ove è ammessa la loro presenza durante il turno di servizio del conduttore ovvero nelle pause delle eventuali attività di training programmate. I box per il ricovero dei cani, preferibilmente di tipo modulare e prefabbricato, devono rispettare la normativa veterinaria di riferimento in materia igienico-sanitaria. Il servizio di pulizia dei box è curato dai conduttori dei cani secondo una pianificazione predisposta dal Responsabile Tecnico Cinofilo Provinciale, funzione di riferimento gestionale prevista dal Decreto del Capo Dipartimento n. 2/2005. 2.5.2. Dotazioni strumentali Le sezioni cinofile provinciali sono dotate di mezzi operativi (AF, CA pick-up e simili) allestiti per il trasporto dei cani in modo da assicurare, durante il trasporto, condizioni tese a perseguire il benessere dell’animale. I mezzi sono equipaggiati con cassetta di pronto soccorso veterinario ed, ovviamente, sono dotati di apparati radio veicolari. 2.5.3. Equipaggiamenti individuali Ciascun conduttore, in caso di intervento, avrà a disposizione un apparato per le comunicazioni radio ed un GPS portatile. Il trasporto dei cani può essere effettuato anche con box trasportabili (Kennel) di dimensioni adeguate alla taglia dell’animale. Ogni unità cinofila è dotata del seguente equipaggiamento standardizzato: − cane collare guinzaglio ciotola set pronto soccorso veterinario pettorina identificativa “Unità cinofila VV.F.” imbrago cordino o fettuccia con moschettoni (per eventuale trasporto su elicottero) GPS – tracker box per trasporto − conduttore pettorina identificativa “Conduttore unità cinofila VVF” caschetto modello SAF scarpe trekking fumogeno zaino borraccia guanti da lavoro GPS 2.6. Mobilitazione per interventi in ambito regionale I Comandi Provinciali, valutata l’esigenza di intervento delle unità cinofile richiedono alla Direzione Regionale l’intervento del nucleo cinofilo regionale. La Direzione Regionale riscontra la richiesta e mobilita le unità cinofile indicate nella programmazione mensile regionale del servizio operativo cinofilo. 2.7. Mobilitazione per interventi extraregionali e di Colonna Mobile Qualora una Direzione Regionale abbia necessità di intervento di unità cinofile di altra regione, ne chiede l’intervento al Centro Operativo Nazionale. Il Centro Operativo Nazionale autorizza la mobilitazione dei SCR delle regioni “concorrenti” e contigue a quella nel cui territorio si sta verificando la necessità di intervento per ricerca dispersi. Nelle more della attuazione delle pianificazioni interregionali, il Centro Operativo Nazionale verifica la effettiva disponibilità di unità cinofile presso le regioni contigue e in caso detto riscontro sia positivo dispone la mobilitazione del nucleo cinofilo della Direzione Regionale che garantisce la maggiore rapidità di intervento sullo scenario operativo. In caso di riscontro negativo, il Centro Operativo Nazionale valuta la sostenibilità della mobilitazione di nuclei cinofili di altre Direzioni Regionali disponendo l’invio delle unità cinofile. La mobilitazione delle unità cinofile nell’ambito del sistema delle Colonne Mobili Regionali ha luogo con le modalità indicate nella Circolare n. EM 1/2011 “Riorganizzazione delle Colonne Mobili Regionali e del dispositivo di mobilitazione per grande calamità” e s.m.i. 2.8. Pianificazione ed attuazione della attività di training L’attività di training è funzionale al mantenimento delle abilità acquisite durante i percorsi formativi ed anche nel settore cinofilo riveste una importanza fondamentale; tale attività è al momento disciplinata da apposito regolamento emanato dalla DCF con Circolare 1/2011. L’effettuazione della attività training, pianificata dalle Direzioni Regionali e realizzabile anche contestualmente a quella delle unità cinofili ancora da abilitare, è registrata e documentata attraverso i sistemi di rilevamento e modalità di report di uso corrente presso le strutture territoriali. 3. METODICHE OPERATIVE Sono riportate di seguito le metodiche operative di riferimento per la: − ricerca dispersi in superficie e sotto macerie; − interoperabilità fra unità cinofile e servizi TAS; − interoperabilità fra unità cinofile e moduli USAR; − interoperabilità con altre organizzazioni. 3.1 Metodiche operative per la ricerca dispersi in superficie e sotto macerie I servizi di supporto cinofili, costituiti almeno da due unità cinofile, sono risorse operative che integrano e completano le squadre di soccorso presenti sullo scenario al fine di ottimizzare le operazioni di ricerca dispersi in superficie o sotto macerie. Sia negli interventi per la ricerca in superficie che in quelli per la ricerca sotto le macerie le unità cinofile, mobilitate dalla Direzione Regionale su richiesta del Comando territorialmente competente, si mettono a disposizione del responsabile delle operazioni (DTS-ROS). Nella ricerca dispersi in superficie, le unità cinofile svolgono le operazioni nell’area assegnata utilizzando anche le risorse strumentali in dotazione e quelle temporaneamente affidate loro dalla struttura del DTS-ROS attivata presso il Posto di Comando (Gps cartografico, planimetrie, etc) istituito sul teatro operativo. In presenza di crolli con vittime disperse entro le macerie, l’impiego delle unità cinofile non ha i limiti operativi che caratterizzano le attrezzature tecnologiche e soprattutto ha una “rapidità di ricerca” decisamente superiore a qualsiasi altro strumento/risorsa oggi disponibile. Tali caratteristiche, unite anche al fatto che i cani possono operare a distanza dai propri conduttori, contribuiscono ad abbattere significativamente l’esposizione al rischio per i soccorritori in quanto la presenza sulle macerie di operatori, che sostanzia una condizione ad elevata pericolosità per la fisiologica instabilità dello scenario può, e deve, essere limitata ai tempi ed al numero di soccorritori tecnici strettamente necessari. La delimitazione dell’area operativa e pericolosa (zona rossa) e la limitazione del numero di soccorritori al suo interno tende a favorire anche l’azione delle unità cinofile in quanto contribuisce ad eliminare alcuni fattori di disturbo che potrebbero ridurre l’efficacia della azione di ricerca dei cani. In ogni caso appare utile ricordare ancora una volta che le unità cinofile non sono gli unici artefici della ricerca, ma fanno parte dell’insieme di risorse a disposizione del DTS-ROS e pertanto devono essere in grado di operare in modo integrato e coordinato con le altre componenti del sistema dei soccorsi. Il sistema di gestione dei servizi di soccorso effettuati dalle unità cinofile prevede metodiche operative distinte per le operazioni di ricerca dispersi in superficie ovvero sotto macerie. In particolare la ricerca dispersi sotto macerie prevede che il DTS-ROS, dopo aver disposto sia una valutazione speditiva dello scenario volta ad escludere la presenza di situazioni di rischio incompatibili con la presenza dei soccorritori (sia sotto il profilo della instabilità strutturale che della eventuale presenza di sostanze e/o impianti pericolosi), che una verifica preliminare, a vista ed a chiamata (“call out”), per l’eventuale individuazione di vittime vive e coscienti, pianifichi l’intervento di 2 unità cinofile secondo la seguente metodica: − prima dell’intervento delle unità cinofile il DTS-ROS dispone l’allontanamento dal cantiere operativo di tutti i soccorritori non strettamente necessari alla fase di ricerca; − il responsabile del servizio di supporto cinofilo, acquisite preliminarmente informazioni utili relative alla possibile localizzazione delle vittime, definisce le attività, i tempi di lavoro e l’alternanza delle operazioni svolte da ciascuna UC; − il DTS-ROS autorizza la prima UC ad entrare in area operativa ed a svolgere la ricerca; − il conduttore, in caso di segnalazione da parte del cane, si porta in prossimità del punto ove è stata effettuata la segnalazione stessa ed attua il sistema di marking standardizzato; − il responsabile del servizio di supporto cinofilo, nel caso il cane non effettui alcuna segnalazione, dispone l’avvicendamento delle unità cinofile; − la seconda UC inizia la propria attività di ricerca per confermare la valutazione effettuata dalla prima UC; se entrambe le valutazioni delle unità cinofile sono coerenti e positive, il DTS-ROS dispone il proseguimento delle operazioni per la localizzazione delle vittime con apparecchiature tecnologiche ovvero con altre risorse disponibili; − nel caso in cui le valutazioni di entrambe le unità cinofile siano conformi e negative, ovvero nel caso in cui le valutazioni delle unità cinofile non siano coerenti fra loro (una positiva ed una negativa), il DTS-ROS analizza congiuntamente al responsabile del servizio di supporto cinofilo gli esiti della ricerca ed assume, in scienza e coscienza nonché in base anche alle altre informazioni disponibili ed alla severità dello scenario (es. presenza di ulteriori edifici collassati con altre vittime sotto macerie), le determinazioni relative al proseguo delle operazioni. Anche per la ricerca dispersi in superficie, il servizio di supporto cinofilo si mette a disposizione del DTS-ROS che assegna a ciascuna UC un proprio settore di ricerca previe: − l’analisi delle caratteristiche dello scenario, − la valutazione delle risorse disponibili, − la condivisione della strategia di azione con le altre strutture operative eventualmente presenti e concorrenti alla ricerca, − la pianificazione operativa (“piano di azione”), − la consegna agli addetti alla ricerca di eventuali ulteriori risorse strumentali (Gps cartografico, planimetrie, etc). 3.2. Metodiche operative volte a facilitare l’interoperabilità con il servizio TAS. Quando nella ricerca in superficie è presente anche personale esperto in tecniche di topografia applicata al soccorso (TAS), il DTS-ROS curerà integrazione ed interoperabilità dei due settori prevedendo: − l’istituzione di un Posto di Comando dell’incidente e condivisione delle linee strategiche di azione anche con le altre strutture operative presenti; − l’adozione di una scheda unificata relativa alla acquisizione ed alla registrazione dei dati del/i disperso/i; − l’adozione di una pianificazione operativa condivisa con il referente TAS, il responsabile del servizio di supporto cinofilo ed eventuali responsabili di altri settori specialistici e/o specializzati del Corpo (es SAF); − l’individuazione dei dati identificativi ed assegnazione delle aree di ricerca alle squadre operative (VVF e non, miste, ….) ed ai servizi di supporto, ivi comprese le unità cinofile del Corpo, che concorrono alle attività; − l’eventuale consegna alle squadre ed ai servizi di supporto , cinofili e non, di apparecchiature tecnologiche (GPS) e/o di supporti cartografici per la ricerca; − l’effettuazione delle ricerca nelle aree assegnate; − la consegna, al rientro dalle aree di ricerca, delle tracce GPS e/o di altro report ove risulti documentata e registrata l’attività svolta; − la definizione delle modalità per l’eventuale avvicendamento del personale e delle unità cinofile partecipanti alle operazioni. 3.3. Metodiche operative volte a facilitare l’interoperabilità con moduli USAR Poiché nelle operazioni di ricerca dispersi sotto macerie la tempestività dell’intervento è fondamentale per il conseguimento degli obiettivi di salvataggio, è indispensabile che l’attivazione e l’intervento dei servizi di supporto cinofili avvenga con grande rapidità. Stante la attuale dotazione e distribuzione territoriale, è ragionevole ipotizzare che i servizi di supporto cinofili possano intervenire su scenari di crollo prima dei moduli USAR. In tali circostanze il DTS darà corso alle indicazioni operative precedentemente illustrate. All’arrivo dei moduli USAR verrà effettuato un briefing fra i responsabili delle varie unità operative al cui esito potrà essere rimodulata la catena di comando e controllo; in ogni caso il responsabile del servizio di supporto cinofilo continua a rapportarsi con la “funzione” DTS. 3.3. Metodiche operative per facilitare l’interoperabilità con altre organizzazioni Il principio della cooperazione interistituzionale in emergenza è uno dei cardini fondanti del Sistema Nazionale di Protezione Civile. In tal senso debbono esser perseguiti obiettivi di integrazione ed interoperabilità con le risorse messe a disposizione da parte di altre strutture operative del sistema di PC, sia nell’ambito della ricerca dispersi in superficie che sotto macerie. Ove la direzione ed il coordinamento delle operazioni di ricerca sia attribuita al CNVVF, il DTS impiega le risorse disponibili, fatto comunque salvo il principio che l’accreditamento di unità cinofile appartenenti ad altre organizzazioni/associazioni avviene attraverso il sistema di protezione civile. Ciascun responsabile delle unità cinofile di altre organizzazioni/associazioni risponde della operatività del personale del servizio di supporto cinofilo che dirige.