Quadro 1 PROGRAMMATICO

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Quadro 1 PROGRAMMATICO
Studio Impatto
Ambientale
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SEDE LEGALE E AMMINISTRATIVA:
STRADA CANTARELLI N° 26 – CERESOLE D’ALBA (CN)
TEL 0172 574181
PRATICA VIA
Procedura di Valutazione della compatibilità ambientale
ex art. 6 del Dlgs 152/06 e s.s.m. ed ex art.4 L.R.40/98
IMPIANTO DI TRATTAMENTO DI CARCASSE ANIMALI
Categoria 1 - Codice IPPC 6.5
Coordinate impianto E 408405 N 4964580
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
Il presente studio è costituito da 3 sezioni contenenti:
Sez.1 - QUADRO PROGRAMMATICO,
Sez.2 -QUADRO PROGETTUALE,
Sez.3 - QUADRO AMBIENTALE
Dott.ssa Clelia Sanna
20/03/2012
Relazione a cura della Dott.ssa Clelia Sanna
Approvazione del committente: Luca Riva
Consulente ecologia, Igienista industriale, Auditor Sistemi di
Gestione Ambiente, Sicurezza e Qualità, Esperto di acustica
Ambientale
P.IVA 02334480049 SNNCLL 65 E 59 D 205 I
Viale degli Angeli 87 12100 Cuneo
[email protected]
cell. 3473561134 Tel. 0171 348122 fax 0171 1890251
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INDICE
1.0 – QUADRO PROGRAMMATICO ........................................................................ 5
1.1.-PRESENTAZIONE DELL’AZIENDA ............................................................................................... 5
1.2.- DATI GENERALI DELL’IMPRESA............................................................................................... 10
1.3.- ORGANIGRAMMA E FUNZIONI AZIENDALI .............................................................................. 10
1.4.- ELENCO DEI MEZZI OPERATIVI AZIENDALI ............................................................................ 11
1.5. - STORIA E SVILUPPI DEL SITO ................................................................................................. 12
1.6.– STATO DEGLI STRUMENTI URBANISTICI ................................................................................ 14
1.7. – VINCOLI ....................................................................................................................................... 15
1.8. - AUTORIZZAZIONI IN POSSESSO ............................................................................................. 19
1.9.- ILLUSTRAZIONE DELLO STATO ATTUALE ............................................................................. 20
2.0 – QUADRO PROGETTUALE ............................................................................. 30
2.1. - ILLUSTRAZIONE DEL PROGETTO .......................................................................................... 30
2.2.- SCOPO DEL PROGETTO ............................................................................................................ 35
2.3. – INTERVENTI DI MITIGAZIONE DA REALIZZARSI ................................................................. 36
2.4. - DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ LEGATE AL PROGETTO ................................................... 38
2.5.- CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE E DIMENSIONALI DEGLI IMPIANTI........................... 40
3.0 – QUADRO AMBIENTALE ................................................................................ 41
3.1.- INQUADRAMENTO TERRITORIALE – PAESISTICO-AMBIENTALE, FLORA E FAUNA ........ 41
3.2.- INQUADRAMENTO GEOLOGICO ............................................................................................... 45
3.3- INQUADRAMENTO CLIMATICO .................................................................................................. 48
3.4 PRESENZA DI CORSI D’ACQUA, ACQUIFERI ............................................................................ 49
3.5.- IMPATTO ACUSTICO................................................................................................................... 53
3.6- EMISSIONI DI POLVERI E SOSTANZE IN ARIA ......................................................................... 54
3.7.- IMPATTO VEICOLARE ................................................................................................................. 59
3.8.- IMPATTO SOSTANZE PERICOLOSE.......................................................................................... 61
3.9.- CONSUMI ENERGETICI ............................................................................................................... 62
3.10.- CONSUMI IDRICI ....................................................................................................................... 63
3.11- ALTRI IMPATTI ............................................................................................................................ 64
3.12- EMERGENZE AMBIENTALI ...................................................................................................... 646
4.0 – CONCLUSIONI ................................................................................................ 67
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Documentazione di riferimento
Relazione AIA Modifica e Rinnovo
- Schede AIA
- Schede Sira
- PMC (Piano di Monitoraggio e Controllo)
Relazione tecnica relativa al progetto
Relazione Previsionale impatto acustico
Piano di gestione delle acque meteoriche e di dilavamento
Comunicazione di inizio attività (parere progetto VVF)
Valutazione Atex
TAV. 1 Inquadramento territoriale : Localizzazione dell’impianto su IGM (scala 1:25.000) e CTR
(scala 1: 10.000) con costruzioni limitrofe, Mappa catastale (scala 1:2.000) con indicazione delle
proprietà
TAV. 2 Inquadramento Urbanistico: estratto PRGC vigente, PRGC adottato, Carta dei vincoli
TAV. 3 Layout dell’impianto attuale con emissioni in atmosfera, scarichi, rifiuti e depositi materie
(scala 1: 200) come autorizzato attualmente
TAV. 4 – Ciclo dell’acqua e scarichi idrici
TAV. 5 - Progetto preliminare
TAV. 06 VIA -Progetto Definitivo dell’impianto (scala 1: 200)
ulteriori documenti citati nella relazione:
1.
Verbale deliberazione del consiglio comunale N° 23 (27/07/11) adozione del progetto preliminare
2.
PRGC e NTA vigente e adottato (variante strutturale 3)
3.
Relazione Geologico tecnica realizzazione piezometri e analisi ambientale
4.
Analisi idrologica e verifica idraulica (geologo Ing. Anselmo)
5.
Relazione di verifica della consistenza del pozzo e progetto di ricondizionamento
6.
Denuncia Inizio attività VVF e richiesta sopralluogo
7.
Licenza di esercizio produzione energia elettrica, stoccaggio grasso.
8.
Relazione della Qualità dell’acqua del Rio Venesime (Dott.ssa Lepori)
9.
Iscrizione All’albo trasportatori
10.
Studio previsionale di impatto delle emissioni, tramite simulazione della dispersione atmosferica
11.
Monitoraggio olfattometrico
12.
Autorizzazioni sanitarie (trasformazione e utilizzo del grasso), riconoscimenti
13.
Manuale HACCP
14.
Manuale SGA
15.
Autorizzazione Tampieri Energia (Faenza)
16.
Quesito inviato all’ASL su impurità e applicazione del nuovo Reg. CE
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PREMESSA
Scopo del presente documento di Studio di Impatto Ambientale è fornire la situazione
ambientale attuale dopo le attuazioni delle prescrizioni dell’AIA e la possibile modificazione a
riguardo del sito di Ceresole nella sostituzione dell’impianto di trattamento delle carcasse
animali che lavora da 7 anni ed è prossimo al suo fine vita, con rinnovo contestuale dell’AIA
N° 160/07 come modificata e aggiornata dalla 22/08 e dalla 566/10 in scadenza il
16/10/2012.
L’impianto denominato “cuocitore” verrà sostituito con una macchina della stessa
casa produttrice, leader mondiale del settore rendering, ma di nuova generazione
con maggiore efficienza energetica. Il nuovo cuocitore pur avendo una taglia
leggermente maggiore di quello esistente, avrà una capacità di evaporazione di 10
t/h di materia prima a 20° C, pari cioè all’attuale capacità autorizzata.
L’azienda opera come impianto strategico della Regione Piemonte nello smaltimento delle
carcasse animali ed è riconosciuta tra gli impianti italiani di trasformazione secondo la
normativa sanitaria dal Ministero secondo reg. CE 1069/09.
Il progetto rientra nell’All. B2 della L.R. 40/98 e s.m.i. nella categoria progettuale n° 18,
“Macelli aventi una capacità di produzione di carcasse superiore a 50 t/gg e impianti per
l’eliminazione o il recupero di carcasse e di residui animali con una capacità di trattamento di
oltre 10 t /gg e nella categoria progettuale n. 32 ter “Impianti di recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui
all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152”. L’impianto infatti utilizza il grasso risultante come sottoprodotto di origine animale,
come combustibile per il trattamento delle fumane provenienti dal processo e per generare
sia l’energia termica necessaria a sostentamento del processo, sia energia elettrica. Nella
normativa attuale il grasso è considerato rifiuto e il suo utilizzo si configura come un recupero
energetico (R1, come definito dall’All. D del Dlgs 152/06 e s.s.m.).
Il grasso è biodegradabile 100%, e pertanto è riconosciuto come biomassa al fine del
rilascio dei certificati verdi secondo la definizione data dal Dlgs 387/03 art. 2
Il progetto era stato precedentemente sottoposto a procedura di Verifica conclusasi con esito
negativo n.prot. 0042280 del 05/05/11 rif. Progr. Int. 08.11.VER prevedendo l’obbligo di
assoggettare il progetto a procedura di Valutazione.
La presente relazione vuole in primo luogo valutare gli impatti del sistema
presente e futuro, in modo da chiarire i dimensionamenti dell’impianto in relazione
anche alla scadenza imminente dell’AIA e delle modifiche che nel corso della
applicazione sono risultate necessarie.
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1.0– QUADRO PROGRAMMATICO
1.1 - PRESENTAZIONE DELL’AZIENDA
La ditta IN.PRO.MA. srl, sita in area isolata collinare del comune di Ceresole d’Alba (CN), è
un’impresa dedita da oltre 30 anni ad attività di produzione di farine animali , prima utilizzate come
mangimi, svolgendo l’essenziale compito di eliminazione degli scarti dei macelli e delle morti negli
allevamenti. IN.PRO.MA. si occupa anche della raccolta e del trasporto e nel sito del trattamento
delle carcasse animali e degli altri rifiuti di origine animale. Le farine derivanti da tali lavorazioni,
sono destinate all’incenerimento con recupero energetico presso stabilimenti autorizzati al fine di
evitare contaminazioni del ciclo alimentare dopo il caso BSE.
Negli Anni 70 quando nasce, l’obiettivo dell’IN.PRO.MA. (Industria Produzione Mangimi) era la
raccolta scarti di macellazione per destinarli al settore zootecnico (recupero) .
Negli anni 80 l’azienda, per prima in Italia, comincia la raccolta delle mortalità d’allevamento.
Per questa occasione vengono progettate delle attrezzature che in seguito sono state adottate
da tutte le aziende del settore.
Negli Anni 90 a causa della BSE (mucca pazza) l’IN.PRO.MA. diventa lo stabilimento di riferimento
per la Regione Piemonte nello smaltimento delle carcasse bovine, perché possiede una
tecnologia sicura. Da questo momento gli scarti non saranno più utilizzati nell’alimentazione
animale e l’azienda ha il compito importante di occuparsi della chiusura del ciclo, la distruzione dei
sottoprodotti. Affinchè il ciclo sia compatibile e si sostenti da solo , l’INPROMA ha “inventato” il
recupero energetico, trasformando i suoi impianti al fine di recuperare dalla materia l’energia
necessaria alla sua stessa distruzione in piena sicurezza. Oltre alle farine dalla “cottura” delle
carcasse animali si produce grasso animale. Al fine di chiudere i cerchio anche il grasso viene
utilizzato come combustibile avendo esso un potere calorifico come i comuni carburanti.
L’attività si svolge su di un’area globale di 48.153 mq di cui oltre 6.000 mq coperti e oltre 15.000
mq adibiti ad aree di movimentazione mezzi per il carico e lo scarico, suddivisi in due aree distinte
denominate “zona sporca” e “zona pulita”, determinate dalla presenza o meno di materiale da
sterilizzare proveniente dall’esterno e materiale processato e quindi sterilizzato.
L’attività si articola normalmente su 6 giorni alla settimana con il seguente orario lavorativo:
uffici
dal lunedì al
8:00 – 18:00
sabato
impianto
dal martedì al
sabato
3 turni continui
6:00 – 14,00; 14,00 – 22.00; 22.00 – 6.00
In caso di emergenze o se in presenza ancora di materiale la lavorazione può continuare la
domenica e il lunedì.
Il Decreto della Regione Piemonte in cui si attribuisce il n° di riconoscimento all’impianto 43/TRAS1
è stato rilasciato il 28/05/04 prot 8243/27. Ai sensi del Reg. CE 1069/09 è stato convertito in un
numero di riconoscimento comunitario dato dal Ministero della sanità :
ABP 43PROCP1
Dove:
ABP
43
= Animal By Products
= numero unico di riconoscimento che identifica uno stabilimento indipendentemente dalla tipologia
e quantità di attività svolte
PROCP = sigla identificativa dell’attività svolta, impianti di trasformazione
1
= è la categoria di rischio ( 1, 2, 3)
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L’IN.PRO.MA possiede un alto grado di organizzazione a livello amministrativo e logistico,
fornendo i seguenti servizi :
1. prelievo degli animali morti presso gli allevamenti bovini (cat. 1) e altri (cat. 2),
2. prelievo degli scarti a rischio BSE (cat.1) e quelli di Cat. 2 e 3 presso i macelli,
3. comodato d’uso dei cassoni refrigerati e non per lo stoccaggio del materiale
4. trasporto all’impianto di trasformazione.
L’IN.PRO.MA. è all’avanguardia sia per il sistema di deodorizzazione delle fumane che si
producono durante la trasformazione, sia per l’efficienza energetica.
E’ Autorizzato dalla Provincia
di Cuneo nell’ambito AIA, che è in fase di rinnovo
contestualmente a codesta pratica e di cui si allega la documentazione.
Il grasso animale è un ottimo combustibile, è un’energia rinnovabile ed è completamente
biodegradabile. L’energia termica necessaria al processo di trasformazione è fornita dal sistema
stesso di deodorizzazione, che utilizzando il grasso prodotto deve produrre anche il 90% del
fabbisogno energetico di tipo elettrico mediante una turbina.
L’IN.PRO.MA. lavora la materia prima , ripartita per una serie di tipologie di prodotto
estremamente variabile : animali da compagnia , animali selvatici , avicoli , bovini , MRS
(materiale Specifico a rischio) , viscere suine-bovine-altre , ovicaprini , suini , setole , scarti di
macellazione vari , penne e piume ecc.
La materia prima proviene per oltre il 50% da allevamenti e intorno al 40% da macelli del
mercato Piemontese, è infatti l’unico impianto della regione Piemonte di categoria 1. La sua
attività si è attestata negli ultimi anni intorno alle 42.000 t annue
In Italia si rileva un quantitativo annuo di oltre 1.700.000 t solo di macellazione, di cui circa
167.600 t in Piemonte, per cui lo scarto di macellazione costituisce un mercato ampio e stabile;
gli scarti della macellazione sono costituiti oltre 72 % di carne rossa come si può vedere dai
dati riportati in tab.1. La maggior parte del materiale ritirato dai macelli è il materiale specifico
a rischio BSE indicato con la sigla MRS. Il MRS proviene dal macello bovino e anche ovino ed è
rappresentato dallo scarto della macellazione a seconda delle diverse età degli animali
(intestini, midollo spinale, testa, colonna vertebrale, ecc).
carne bianca
carne rossa (bovini)
carne rossa (suini)
altro
TOTALE
476000
856600
379900
1000
1.713.500
t
t
t
t
t
Tab. 1 Dati di macellazione in Italia
Dalla Relazione di Attività della Direzione Sanità Pubblica della Regione Piemonte , alla quale il
Co.Sm.An Piemonte fa riferimento si estrapolano i dati della mortalità in allevamento riportati
in Tab.2.
tipologia animale
presenze
morti/anno
% mortalità
bovini
835.437
20.012
2.4 %
ovicaprini
163.554
1.487
0.9 %
26.746
606
2.3 %
1.267.437
144.278
11.4 %
985.268
219.633
22.3 %
10.929.275
1.398.095
12.8 %
equini
suini
cunicoli
avicoli
kg cad
Tab. 2 Dati sulla mortalità in allevamento in Piemonte
480
15
440
146
1,5
2,5
t tot
9605,76
22,305
266,64
21064,588
329,4495
3495,2375
34.783,98
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L’evoluzione normativa a livello comunitario e nazionale in tale ambito, derivante innanzitutto
dall’esigenza di prevenire e contenere la diffusione di malattie come la BSE – Encefalopatia
Spongiforme Bovina – e delle altre encefalopatie trasmissibili, ha fortemente circoscritto le opzioni
tecnologiche ammesse per il trattamento di rifiuti di origine animale. Nello specifico, il regolamento
comunitario ha classificato i sottoprodotti di origine animale in tre categorie, in base alla relativa
pericolosità, individuando per ciascuna di esse le tipologie di impiego e trattamento consentite
(vedere Tabella 3). Per tutte è previsto il recupero energetico come metodo sicuro di eliminazione
del rischio sanitario e compatibilità ambientale.
I sottoprodotti dell’industria di produzione di alimenti di origine animale vengono da sempre
considerati una parte fondamentale della catena alimentare mondiale, poiché da questi si possono
ottenere nuove fonti alimentari, aumentando la resa in prodotto trasformato, eventualmente
producendo energia e, contemporaneamente, riducendo l’inquinamento ambientale.
A causa delle crisi in questo settore dovute ai problemi relativi alla BSE, alle diossine nelle farine
animali, all’influenza aviaria, l’industria che trasforma i sottoprodotti animali si è adattata a nuovi e
più stringenti tecnologie e regolamenti.
Tabella 3 – Opzioni di recupero e smaltimento dei sottoprodotti di origine animale consentite dalla normativa europea
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Questi sottoprodotti devono essere trasformati solo in presenza di innovativi e più sicuri processi
tecnologici e biotecnologici che permettano un riutilizzo delle sostanze grasse e delle proteine di
origine animale, per i materiali di cat. 1 , per i quali è necessaria la distruzione, le alternative sono:
il recupero energetico o la discarica.
Ovviamente anche la legislazione ha tenuto conto dei nuovi processi e prodotti e, quindi, per
aumentare la sicurezza e la tutela dei consumatori, sono state sostenute altre strade di recupero,
diverse dall’impiego nell’alimentazione umana e animale.
Per i materiali di cat. 2 è possibile la produzione di fertilizzanti organici e/o di energia, in modo da
ampliare la gamma delle possibili soluzioni di recupero di tali flussi.
I sottoprodotti di origine animale compresi i prodotti trasformati sono esclusi dal campo di
applicazione del DLg 152/06 parte IV ai sensi dell’art. 185 del Dlgs 152/06 come modificato da Dlgs
205/10, in quanto regolati da altre disposizioni normative , cioè impianti soggetti a Reg. 1069/09
ex 1774/2002, eccetto quelli destinati all’incenerimento, allo smaltimento in discarica o all’utilizzo in
un impianto di produzione di biogas o di compostaggio.
Il materiale è accompagnato da documento veterinario e di trasporto e viene registrato sul
registro di carico obbligatorio ai sensi della normativa sanitaria vigente.
L’impianto è in linea con le migliori tecniche disponibili (MTD del DM 9/01/07 pubblicate il 16/06/07
in cui si definisce l’impianto nel punto H1 e H2 come RENDERING, termine adottato per definire
una serie di possibili processi industriali di trasformazione di sottoprodotti di origine animale
derivanti dall'industria delle carni. In Europa la maggior parte degli impianti utilizzano lo stesso
metodo (metodo IV dell’ex reg. CE 1774/02 ora ripreso tal quale da reg. 1069/09) definito nelle
MTD “Processo a secco in continuo”.
Il ciclo di lavorazione (vedi fig.1) comprende 2 fasi di riduzione di volume della materia prima,
con separazione dei metalli ed un trattamento termico, con successiva fase di pressatura e di
separazione dei grassi dalle farine.
I prodotti ottenuti dalla trasformazione della materia prima sono: grasso con potere calorifico
inferiore medio di 9.450 Kcal/kg , farina con potere calorifico inferiore medio di 4.600 Kcal/kg e
acqua mista a incondensabili come vapore acqueo, che deve essere depurata ed eliminata.
La produzione di grasso è dipendente dalla tipologia di materia prima che si lavora , variando
da un minimo del 6% (se si ha prevalenza di setole, corna e ossa) fino ad un massimo del 16%,
(se si ha prevalenza di interiora di bovini).
Le farine sono destinate alla Buzzi Unicem stabilimento di Robilante (autorizzato per ricevere
fino a 15.000 t/anno AIA 1108/07) e in alternativa, in caso di chiusura temporanea per
manutenzione di questo, allo stabilimento Buzzi Unicem di Vernasca (Piacenza, autorizzato a
ricevere 1000 t/anno AIA 2169/07). Ultimamente si è ottenuto l’accesso anche all’impianto di
Tampieri Energie srl di Faenza (n° riconoscimento rilasciato dalla Provincia 375 COAC), senza
alcun limite quantitativo.
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RACCOLTA E TRASPORTO
CARCASSE ANIMALI
StoccaggioTemporaneo
max 24 h
Frantumazione
Separazione metalli
Macinazione
GRASSI
ANIMALI
Cottura /STERILIZZAZIONE
FARINE
ANIMALI
Drenaggio
Centrifugazione
Pressatura
Eventuale separazione
gravimetrica farina
Stoccaggio serbatoi esterni
Stoccaggio silos
Serbatoi interrati
alimentazione caldaia
Deo INc 33000
Produzione
di energia
Co-incenerimento esterno
(Produzione di energia presso
terzi)
Fig.1 Operazioni effettuate dall’IN.PRO.MA per la trasformazione delle carcasse (ciclo)
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1.2 - DATI GENERALI DELL’IMPRESA
ANNO DI COSTITUZIONE: 1979
PARTITA IVA:
00623480043
AMMINISTRATORI
REA:
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CN0112727
CODICE FISCALE
00623480043
INDIRIZZO E-MAIL
Luca e Mario Riva
38.21.09 TRATTAMENTO RIFIUTI NON PERICOLOSI (PRINCIPALE)
49.41 PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA
35.11 AUTOTRASPORTI CONTO TERZI
0172 574350
FAX
0172 574095
3 LINEE
[email protected]
SITO WEB www.inpromasrl.com
PEC
[email protected]
CODICE ISTAT:
TELEFONO UFFICI
NUMERO DI
ADDETTI:
47 (45 con contratto a tempo pieno e 2 tempo determinato):
12 impiegati
14 operai
19 autisti
1 guardiano
1 addetto alle pulizie
CERTIFICAZIONI
L’azienda ha implementando il sistema di gestione Ambientale ai sensi
della norma ISO 14001, ed è in corso di certificazione.
La visura camerale aggiornata, con dicitura antimafia è allegata alla domanda AIA.
1.3 ORGANIGRAMMA E FUNZIONI AZIENDALI
Presidente, Amministratore
Luca Riva
Amministratore
Resp. SGA e RSPP
Mario Riva
Ing. Gianfranco Briga
Auditor SGA
Dott. ssa Clelia
Sanna
Medico Competente
Resp. Logistica
Luca Riva
Autisti ed
addetti pulizie
cassoni
Dott. Luigi Grecchi
Consulente Sanitario
Dott. Roberto Sapino
Add. Personale ed
Amminist.
Resp. Produzione,
Manutenzione
Manutenzione
elettrica e SME
Silvia Osella
Mario Riva
Marco Pola
Impiegati
Conduttori caldaie
Addetti
manutenzione
In rosa i collaboratori esterni, in giallo rappresentanti legali
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1.4 ELENCO DEI MEZZI OPERATIVI AZIENDALI
L’ IN.PRO.MA. s.r.l. dispone di 30 automezzi attrezzati con speciali cassoni di portata utile varia
(da 12 ton a 26 ton); inoltre possiede 36 cassoni , 34 celle frigo grandi e 30 piccole da fornire in
comodato d’uso ai clienti, e 4 cisterne per il trasporto delle farine. L’azienda possiede sia
autorizzazione al trasporto conto terzi di merci sia è iscritta all’albo dei trasportatori conto proprio
(vedi allegato) . Nel caso l’evoluzione della normativa europea sanitaria volga verso la
classificazione di questi materiali come rifiuti, l’azienda è predisposta all’iscrizione immediata
all’albo gestori ambientali.
N.
MODELLO
Targa
Anno di
Descrizione
immatricolazione
Veicolo
1
VOLVO EUROPA TRUK FL616
AC 797 AP
1989
2
IVECO 150E 18 3 1 CTG N3
MERCEDES BENZ 1838L 48 A CESCHI 4
1 4765
PV 815610
1992
Motrice con
cassone
integrato
Motrice
AC 634 BH
1995
Motrice
VOLVO FL616 4X2 A40/1
CN 732793
1989
Motrice
3
5
6
7
8
IVECO FIAT 190 42 BATTAGLINO CTG. N3
MAN NUTZFAHRZEUGE AG 26 430 FN
(Motrice)
MERCEDES- BENZ AG. /1834L/52CORDERO C42P/
Motrice x
cisterna
farina +
rimorchio
FO 891456
1989
CZ 343 KW
2005
Motrice
AJ 867 CS
1995
Motrice
10
IVECO MAGIRUS 190E47 - CORDERO 3A
AT 725 DD
1998
Motrice
11
MERCEDES-BENZ AG 2038 3A B CTG.N3
CN 875576
1993
Motrice
13
MAN NUTZFAHRZEUGE AG 26 FN
DL 704 SF
2008
Motrice
15
16
17
18
MAN NUTZFAHRZEUGE 19 403 F
AUSTERAS 3A40
MAN NUTZFAHRZEUGE 12 240N
TRASCAR MP 360
MERCEDES-BENZ AG 1838 L 48 A CTG
N3
DAF AE85WC 360 45 E2 AUSTERAS 3A45
004
Motrice
BA 981 MR
DC 803 PG
2006
Motrice
AL 438 HN
1996
Motrice
EG 330 HG
1997
Motrice
22
MERCEDES-BENZ AG 18/27 (Motrice)
CN 875963
1993
Motrice
23
DAF B V AE21HT R 365 CTG.N3
BA 184 EG
1989
Motrice
26
27
DAF FA 2505 DHS 365 CTG. N2
MAN NUTZFAHRZEUGE AG 18 280N
BG 775362
DC 615 PH
1985
2006
Motrice
Motrice
28
VOLVO EUROPA TRUK N V VOLVO FL611
VC 489046
1987
Motrice
29
30
IVECO MAGIRUS S162 (Camion tedesco)
DAIMLER AG 906 (Furgoncino)
EA 279 VY
EA 645 TP
2009
2010
Motrice
31
DAIMLER AG 906 (Camioncino)
EA 699 TP
2010
Tab. 4 Elenco automezzi IN.PRO.MA. per trasporto SOA
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L’ IN.PRO.MA. s.r.l. mette a disposizione dei clienti tre diversi sistemi di stoccaggio, a seconda
delle esigenze :
le vasche ribaltabili: contenitori in acciaio inox o alluminio dotati di meccanismo di sollevamento
e ribaltamento tramite gru, capienti 5-7 quintali, utilizzati nei i piccoli e medi macelli e nelle realtà
caratterizzate da limitati spazi di manovra.
le celle refrigerate scarrabili a tenuta stagna e a caricamento posteriore e superiore, della
Capienza di 100 quintali, utilizzati nei grandi allevamenti, dove si rivelano vantaggiose per
accumulare notevoli quantità di scarti e ridurre al minimo il numero dei ritiri. L’impianto di
refrigerazione permette inoltre l’abbattimento di ogni rischio sanitario.
I container scarrabili: container in alluminio a tenuta stagna dotati di copertura superiore della
Capienza di 100-150 quintali, utilizzati specialmente nei macelli medio-grandi, dove i ritiri sono
quotidiani per cui non c’è la necessità di refrigerazione. Queste attrezzature di raccolta sono
disponibili in diverse dimensioni, a seconda dello spazio del cliente.
1.5 - STORIA E SVILUPPI DEL SITO
Il sito di Ceresole d’Alba appartiene alla famiglia da 40 anni , nell’area risiedono alcuni
componenti della famiglia.
INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO
Est 408.405,00; Nord 4.964.580,00
Coord. Gauss-Boaga
RIF. ISCRIZIONE CATASTO nazionale Foglio 12 part. 72, 105
dei terreni Foglio 15 part. 108, 109, 110
SUPERFICIE COPERTA: 6197 mq
SUPERFICIE SCOPERTA UTILE :
6.956 mq CLS +8004 mq ASFALTATA=
14960 MQ IMPERMEABILIZZATA
SUPERFICIE DESTINATA AD ALTRI
6.235 mq (AREA VERDE)
SCOPI:
SUPERFICIE TOTALE IMPIANTO
48.153 mq
INDUSTRIALE:
SUPERFICIE DI PROPRIETA’ TOTALE: 172.575 mq
Si allega la Tav. 1 con l’inquadramento territoriale, la mappa catastale con l’indicazione dei
terreni di proprietà della famiglia Riva.
Dalla Visura catastale si può vedere che la particella 72 del F. 12, su cui insiste l’impianto è
accatastata in cat. D/1 e D/7 , cioè come industria con una rendita di 19.000 € totali.
Nel perimetro dell’impianto le particelle catastali del F15, 108, 109, 110 una volta terreno
agricolo incolto, ora sono occupate da piantumazioni (bosco ceduo) . Il resto della superficie di
proprietà della famiglia Riva, a est dell’impianto è superficie collinare lasciata a bosco naturale
o coltivata ed a ovest campi.
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residenza
uffici
impianto
Reparto
lavaggio
Fig. 2 Estratto mappa catastale con indicazione dei fabbricati
Fig. 3 Estratto mappa catastale con indicazione del perimetro dell’impianto e dei terreni di proprietà della
famiglia
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1.6 – STATO DEGLI STRUMENTI URBANISTICI
Piano Regolatore Generale Comunale (L. R. 56/77)
Il PRGC vigente del comune di Ceresole d’Alba la cui adozione della variante 3 al PRGC
approvato in Consiglio Comunale con delibera 1 del 15/02/2010, è del 27/07/11, individua
l’area su cui insiste l’IN.PRO.MA, come area P2B “area industriale artigianale di
completamento e riordino” (rif. Tav 2 inquadramento urbanistico ). In tali aree sono
ammissibili le seguenti destinazioni d’uso: piccola industria, artigianato, attività commerciali e
residenze connesse. Il rapporto di copertura massimo ammesso e del 50% della superficie del
lotto con altezza massima per gli edifici di 8,00 m (vedi NTA allegate per vigente e adottato)
L’area circostante ha destinazione agricola ed è individuata in PRGC come “Area di interesse
paesistico ambientale Bosco dei Cantarelli”, approvata con Delibera della Giunta Regionale 11
dicembre 2000, n. 16 - 1637 ai sensi della L.R. n. 56/77 e successive modificazioni.
Ad W una zona agricola indicata come H3, che comprende l’area delle “Peschiere e laghi di
Pralormo” della rete natura 2000 , sito di interesse comunitario SIC. I vincoli imposti dall’art.
41ter sono circoscritti e non si estendono alle aree limitrofe.
L’area industriale artigianale di completamento e riordino” zona P2B del P.R.G.C. vigente, è
quasi completamente insistente su un territorio di pericolosità geomorfologica di classe II (aree
di fondovalle in vicinanza dei corsi d’acqua principali), la fascia di rispetto al fiume Rio
Venesime, con caratteristica di pericolosità geomorfologica IIIa
(aree potenzialmente
inondabili), si estende in piccola parte nell’ambito dei confini dell’IN.PRO.MA.; nel PRGC
adottato 2011, (vedi Tav.2) questa fascia di rispetto del fiume si riduce e si minimizza al letto
del fiume.
Gli elementi ambientali, paesaggistici e culturali sono già presenti nella documentazione
costituente la Seconda Variante al Piano Regolatore Generale vigente, adottata e modificata dal
Comune di Ceresole d’Alba, che contiene in particolare:
- area di interesse paesistico-ambientale “Bosco dei Cantarelli”,
-aree inidonee all’utilizzazione urbanistica vincolate all’inedificabilità o ad edificazione
condizionata.
Le NTA e gli altri vincoli prevedono che : Eventuali interventi di costruzione edilizia, che
comportino incrementi di superficie coperta, necessiteranno della stesura di PEC (Piano
Esecutivo Convenzionato) e successiva richiesta di PdC (Permesso di Costruire) corredate delle
necessarie pratiche inerenti il vincolo idrogeologico e paesistico-ambientale.
Fig. 4 Estratto PRGC
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1.7 – VINCOLI
Vincolo Idrogeologico ( RDL 3267/1923 1 e L. R. 45/89)
L’area su cui insiste il sito è soggetta a vincolo idrogeologico 1 perché a ridosso (entro 150 m) da
un corso d’acqua, il Rio Venesime. Eventuali attività di movimentazione terra in questa fascia,
necessitano di Svincolo idrogeologico ai sensi della L.R. 45/89 corredato, tra l’altro, di una
Relazione forestale comprendente una dettagliata descrizione:
- del soprassuolo forestale esistente e dei relativi caratteri selvicolturali;
- delle modificazioni che l'intervento in progetto comporta nei confronti della vegetazione
forestale presente;
- delle conseguenze dell'esecuzione dell'intervento in termini di impatto ambientale e degli
accorgimenti impiegati per ridurre e minimizzare tale impatto nei confronti dell'ambiente e del
soprassuolo forestale.
Vincoli Paesaggistici- Ambientali (RD 1775/33, L.R. 20/89, Dlgs 490/99 - D. Lgs. 42/2004)
L’area è soggetta alla disciplina di tutela paesistica-ambientale in quanto ci sono beni quali:
fiumi iscritti negli elenchi del Regio Decreto, territori che circondano laghi, montagne oltre 1600 m,
foreste, zone di interesse archeologico, beni ambientali individuati mediante piani paesistici: Bosco
di Cantarelli.
PPR
Il Piano Paesaggistico Regionale del Piemonte è stato adottato con Deliberazione della Giunta
Regionale n. 53-11975 del 04/08/2009. Nelle aree soggette a vincolo è necessario presentare una
Relazione paesaggistica ai sensi dell'art. 3 del D.C.P.M. 12 dicembre 2005.
La RELAZIONE PAESAGGISTICA, è prevista ai sensi dell'art.146, comma 3, del decreto legislativo
22 gennaio 2004 n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, viene presentata alla
Regione unitamente al progetto dell'intervento che si propone di realizzare, e correda l'istanza di
autorizzazione paesaggistica di cui agli art.159, comma 1 e 146, comma 2, del Codice (art.1 del
decreto). La disciplina rientra nella tutela del patrimonio culturale e copre un ambito attualmente
privo di disciplina razionale.
Il P.P.R. individua i beni paesaggistici, le componenti paesaggistiche, la rete ecologica, storica ecc.
cui deve confrontarsi, sotto l’aspetto tutelativo e valorizzativo, la pianificazione locale.
Ai fini della presente trattazione assumono particolare importanza la:
- Tavola dei beni paesistici nella quale sono evidenziate le zone boscate e l’idrografia (rii)
- Tavola delle componenti paesaggistiche rispetto alle quali non si prevedono ipotesi progettuali in
contrasto;
- Tavola della rete ecologica, storico-culturale e fruitiva riportante, tra l’altro, a livello puntuale, i
siti di Interesse Comunitario (SIC) delle Peschiere e Laghi di Pralormo rispetto ai quali con la
Variante Strutturale si provvederà alla perimetrazione cartografica e relativa normativa.
PAI
La Legge 183/89, ”Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”, ha
definito finalità, soggetti, strumenti e modalità d’azione della pubblica amministrazione in materia
di difesa del suolo.
Il comune di Ceresole d’Alba, nell’allegato del D.G.R. n° 63-5679 del 25/03/2002,era stato inserito
nell’elenco dei comuni esonerati dall’adeguamento al PAI., tuttavia nell’allegato uno della D.G.R. n°
45-6656 del 2002, che detta indirizzi procedurali rivolti ai Comuni sull’adeguamento della
strumentazione urbanistica al Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), è sostituito
dall’allegato A della D.G.R. n° 2-11830 del 2009.
1
Nelle zone soggette a vincolo per scopi idrogeologici gli interventi che comportano modificazione e/o trasformazione d’uso del
suolo sono subordinati all’ottenimento di un provvedimento autorizzativo di competenza regionale o comunale, a seconda dei casi,
atto a verificare esclusivamente la compatibilità tra l’equilibrio idrogeologico del territorio e gli effetti conseguenti alla realizzazione
dell’intervento in progetto.
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I comuni devono effettuare la verifica di compatibilità delle previsioni del proprio strumento
urbanistico vigente con le condizioni del dissesto e del rischio esistenti sul territorio secondo le
specifiche
Il comune ha predisposto tutte le analisi geologico-tecniche ed idrauliche che individuano
sull’intero territorio comunale il quadro dei dissesti in atto. Questi elementi di conoscenza, hanno
permesso l’elaborazione della “carta di sintesi” rispetto alla quale dovranno essere “misurate” e
conformate le scelte del P.R.G. e la disciplina delle varie zone urbanistiche.
Nelle norme della variante acquisterà particolare valenza l’articolo che disciplina le varie classi
geologico-tecniche in relazione agli interventi edilizi in progetto.
Il comune di Ceresole d’Alba non è inserito nella zona di piano ai sensi della L.R.43/2000.
Piano Territoriale Provinciale (D. Lgs. 267/2000, D. Lgs. 112/1998)
Il Piano Territoriale Provinciale è stato predisposto ai sensi degli artt. 7-9 ter della L.R. n. 56 del
5/12/1977 e s.m.i.; è stato adottato dalla Provincia di Cuneo con provvedimento n. 52, in data
05/09/2005, divenuto esecutivo il 17 ottobre 2005, ed è stato approvato, con modifiche,
integrazioni e precisazioni, con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 247-8817 del 17/16/2009.
Il PTP ha come obiettivo la definizione degli indirizzi generali di assetto del territorio, mediante la
verifica e l’integrazione degli strumenti di programmazione settoriale e locale cui rimanda il Piano
Territoriale Regionale, al fine di garantire lo sviluppo sostenibile della società e dell’economia
cuneese. Ai fini della presente trattazione assumono particolare importanza la:
- Carta dei caratteri territoriali e paesistici dove nell’area non compaiono elementi di interesse
- Carta degli indirizzi di governo del territorio dove si evince che l’area è priva di ogni interesse.
Fonte http://www.provincia.cuneo.it/assetto_del_territorio/piano_territoriale/index.jsp).
Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria
La legge regionale 7 aprile 2000 n. 43 è l'atto normativo regionale di riferimento per la gestione
ed il controllo della qualità dell'aria. In essa sono contenuti gli obiettivi e le procedure per
l'approvazione del Piano per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria nonché le modalità
per la realizzazione e la gestione degli strumenti della pianificazione: il Sistema Regionale di
Rilevamento della Qualità dell'Aria, l'inventario delle emissioni.
Il Piano per la qualità dell'aria è parte del Piano regionale per l'ambiente, che avrà la funzione di
coordinare gli interventi e gli obiettivi di tutela dell'aria, dell'acqua e del suolo.
E' lo strumento per la programmazione, il coordinamento ed il controllo in materia di inquinamento
atmosferico, finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia
della salute dell'uomo e dell'ambiente.
Il Decreto Legislativo 4 agosto 1999 n. 351, che recepisce nell'ordinamento italiano la Direttiva
96/62/CE è la norma quadro di riferimento per la pianificazione regionale del miglioramento
dell'aria ambiente ed è in attuazione dello stesso decreto che sono periodicamente emanate ed
aggiornate le disposizioni sui limiti ed obiettivi di qualità dell'aria, nonché sui criteri per la
valutazione e la gestione della qualità dell'aria.
Lo stabilimento NON si trova in un comune individuato dal “Piano di Azione per il rischio di
superamento dei valori limite e delle soglie di allarme in materia di qualità dell’aria” ai sensi della
L.R. 43/2000. 2
2
I Comuni in Zona di Piano sono: ALBA,BORGO SAN DALMAZZO, BRA, CARAMAGNA PIEMONTE, CENTALLO CERVERE, CHERASCO,
CUNEO, FOSSANO, GENOLA, GOVONE, GRINZANE CAVOUR, GUARENE LESEGNO, MONDOVI, MORETTA, PIOBESI D’ALBA,
ROBILANTE, ROCCAVIONE, SALUZZO, SALMOUR, SAVIGLIANO, SAN MICHELE MONDOVI’, SANTA VITTORIA D’ALBA,
SOMMARIVA DEL BOSCO, TORRE SAN GIORGIO, VERZUOLO.
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Sismicità della zona Ordinanza P.C.M. n° 3274 del 20.03.2003 (Allegato 1), mod. da O.P.C.M.
n°3316 del 02.10.2003
DPCM 21.10.2003
La nuova classificazione sismica ufficiale dei comuni italiani, introdotta dall’Ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003 (Primi elementi in materia di criteri generali per
la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona
sismica) divide i comuni in quattro gruppi : 4^, 3^, 2^, 1^ categoria, in ordine di pericolo
crescente3): per quanto riguarda il comune viene di seguito è indicata la categoria di pericolo
prevista secondo l’All. A dell’All. 1 all’Ordinanza 2003:
Comune
OPCM 2003
Ceresole d’Alba
4
Il pericolo di sismicità non è pertanto presente e non comporta precauzioni strutturali.
Frequenza di Fulminazione
La densità annua di fulmini a terra per km2 nel comune di Ceresole vale , come rilevabile dalla
Norma CEI 81-3:
Nt = da 2,5 fulmini/km2 ⋅ anno.
Si tratta di un’area in fascia media di pericolo di fulminazione, in cui sono sufficienti le precauzioni
della messa a terra e della verifica periodica dell’impianto di messa a terra .
Zonizzazione Acustica e piani di risanamento acustico
Il Comune di Ceresole d’Alba ha effettuato la classificazione acustica del territorio, secondo l’Art. 6,
c. 1, lett. a) della L. 447/1995, ed ha classificato l’area sulla quale è ubicata l’attività
dell’IN.PRO.MA, ai sensi del D.PC.M. 14.11.1997, di classe VI (area di tipo esclusivamente
industriale). La classificazione è stata approvata in versione definitiva con deliberazione n° 25 del
27 settembre 2004 e pubblicata sul B.U.R. n° 43 del 28 ottobre 2004.. Le aree circostanti, facenti
parte di zona a tutela paesaggistica denominata Cantarelli dei boschi, sono state inserite in classe
I°.
valori limite di
emissione Leq [dB(A)]
valori limite di
immissione – Leq
dB(A)]
Diurno
(06.0022.00)
Notturno
(22.0006.00)
Diurno
(06.0022.00)
Notturno
(22.0006.00)
I - aree protette
45
35
50
40
VI - aree esclusivamente
industriali
65
65
70
70
classi di destinazione
d'uso del territorio
3 4 = Non classificati: si tratta di quei comuni per i quali i dati storici e tettonici non permettono di ipotizzare scosse di terremoto.
3 = Terza categoria: segnala il pericolo di più bassa entità; se in queste aree le costruzioni non fossero antisismiche, si potrebbero
avere danni paragonabili a quelli causati da terremoti del 4°-5° grado della scala Mercalli: crepe nei pavimenti, oggetti rovesciati,
finestre che si rompono.
2 = Seconda categoria: in caso di scossa sismica, si ipotizzano conseguenze paragonabili a quelle che si verificano in scosse del
6°-7° grado della scala Mercalli: danneggiamenti a edifici, anche di buona progettazione, da lievi a moderati, oltre a danni notevoli a
edifici costruiti con materiali scadenti.
1 = Prima categoria: in caso di scossa sismica, si ipotizzano danni simili a quelli causati da scosse dall'8° grado in su della scala
Mercalli: crollo di monumenti, edifici in genere, ribaltamento di mezzi pesanti.
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Fig. 5 Estratto dalla zonizzazione acustica del territorio del comune di Ceresole d’Alba
Altri vincoli
L’area del sito non è soggetta ad altri vincoli quali Aeroportuale, Elettrodotti, Servitù Militari,
depuratori, strade, ferrovie, corsi d’acqua pubblici, miniere e cave, cimiteri, zone percorse dal
fuoco.
Inoltre il sito non sorge su aree di salvaguardia dei pozzi ad uso idropotabile.
L’acquedotto e la fognatura passano oltre 100 m di distanza.
A 500 m c’è un’area SIC della rete Natura 2000 per i quali è previsto un obbligo di tutela ai sensi
del DPR 357/97 e DPR 120/03 ovvero per i quali si deve tenere conto della valenza naturalisticoambientale nella pianificazione e programmazione territoriale. Per ogni piano o progetto anche
esterno al sito se può influire sulla conservazione di detto habitat o delle specie in esso protette è
sottoposto ad opportuna valutazione di incidenza.
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1.8 - AUTORIZZAZIONI IN POSSESSO
L’Impresa espleta la propria attività conformemente alla normativa ambientale vigente ai sensi del
Dlgs 152/06 e s.s.m :
AIA 160 del 16/02/2007 Autorizzazione Integrata Ambientale in cui si autorizza la combustione del grasso
AIA 22 del 16/01/2008 Prescrizioni integrative AIA 160/07 che hanno permesso di avviare il nuovo
impianto di trattamento aria (DEOINC) il quale ha, in modo consistente risolto il
problema degli odori e l’inizio dell’autoproduzione di energia elettrica
DET. 566 del 1/09/2010 Modifica della premessa alla det. 22 per introduzione dei controlli di parte pubblica
e cioè oltre ai controlli del gestore in particolare delle emissioni in atmosfera dello
che modifica AIA
SME che la componente principale
22/08
TRASPORTO MERCI
CONTO PROPRIO
TRASPORTO MERCI
CONTO TERZI
ACQUE PUBBLICHE
REG. 4/R DEL 5/03/01
ANTINCENDIO
DM 16/02/82
DPR 37/98
L.122/10
DPR 151/11
PRODUZIONE ENERGIA
DLGS 387/03
DLGS 504/95
AUTORIZZAZIONE
SANITARIA REG.1069/09
Re.CE 142/11
LICENZA DEPOSITO
FISCALE DLGS 504/95
HACCP REG. CE 178/02
AGIBILITA’ DPR 380/01
LICENZA N° D57CHH/217 DEL 21/04/10 RILASCIATA DALLA PROVINCIA DI
CUNEO (PROVV. 217 DEL 19/05/2010) ai sensi della L.298/74 e s.sm.i.
Iscriz. Elenco Nazionale CN/0533095/Y
ISCRIZIONE ALBO AUTOTRASPORTATORI N° CNTO506153D
(PROVV. 128/04) ai sensi del DM 198/91
CONCESSIONE PREFERENZIALE CN 003345, istanza del 14/04/05 per il pozzo
CN14307 profondo 200m, Invio della documentazione tecnica relativa alla verifica
di consistenza del 15/09/11, approvazione del progetto da parte della Provincia,
ettore risorse del territorio, prot. 87086 del 20/09/11. Invio della relazione sui lavori
effettuati (perizia giurata) da parte del professionista abilitato
Pratica pos 9010 Comunicazione di Inizio attività e richiesta del sopralluogo dei
VVF il 28-04-10 per attività le seguenti attività: mulino e stoccaggio delle farine ,
stoccaggio di combustibili, tra cui il grasso, deposito oli minerali, produzione di e.e.
da turbina, caldaia oltre 800 kW. Per l’Attività di distributore carburanti il 17/08/99 è
stato dato parere per i 2 serbatoi interrati da 20 mc e 1 colonnina doppia
erogazione
La ditta ha ottenuto autorizzazione produzione dell’energia elettrica da biomassa
contestualmente AIA e licenza di esercizio dall’ufficio delle dogane con Codice:
IT00CNE00621W (CENTRALE DI COGENERAZIONE- ENERGIA ELETTRICA) il
20/12/08
NUMERO RICONOSCIMENTO DELLA REGIONE PIEMONTE :43TRAS01, ORA MODIFICATO
D’UFFICIO DAL MINISTERO DELLA SALUTE NEL NUMERO DI APPROVAZIONE EUROPEO :
ABP43PRCP1, INSERITO NELL’ELENCO COMUNITARIO.
La Regione Piemonte - Direzione Sanità Pubblica ha rilasciato l’autorizzazione
sanitaria alla combustione del grasso in caldaia (prot.n. 7000/27 del 12/05/2006 ai
sensi del Regolamento 2067/05, oggi sostituito dal Re.CE 142/11 allegato IV, capo
IV, lettera f.)
LICENZA FISCALE DI ESERCIZIO DI DEPOSITO DEL GRASSO DI 40 mc (CONSIDERATO OLIO
MINERALE E PER IL QUALE SI PAGANO ACCISE ) IT00CNO00084H DEL 15/12/08
MANUALE, REGISTRAZIONE CONTROLLI E FORMAZIONE
PERMESSO DI COSTRUIRE N°8/2007 VARIANTE
TRASMISSIONE DEL COLLAUDO FINALE
3347/2010 RICHIESTA DEL 6/08/10 CON
E’ INOLTRE CONFORME ALLE PRESCRIZIONI DELLA NORMATIVA DI SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO
Norma
Descrizione
Adempimenti
D.Lgs. 81/08
DPR 462/01 e
L.46/90 (ora
37/08)
DM
DIR. CE 97/23 DLGS
93/00 DM 329/04
Sicurezza ed igiene
nell’ambiente
di
lavoro
Impianto elettrico
Verifica della Messa
a terra
Impianti
a
pressione
(PED),
omologa e verifiche
Nomina di RSPP, medico competente, squadra di emergenza,
Elaborazione di DVR, compreso di Valutazione Atex, Riunione
annuale, informazione e formazione dei lavoratori
L’impianto elettrico possiede progetto e dichiarazione di conformità
(Siecab 10712/08), viene verificato ogni 2 anni da Organismo
abilitato dal Ministero Ellisse (Gu 144 del 21/06/02), ultima verifica
del 24/05/10
Certificazione PED di Caldaia, cuocitore e relative valvole, Collaudo
, Omologa e verifica biennale ISPESl (ultima 5/05/10), ARPA,
Abilitazione dei conduttori della caldaia
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1.9 - ILLUSTRAZIONE DELLO STATO ATTUALE
La ditta svolge attività di raccolta, trasporto e trasformazione dei materiali di categoria 1
provenienti da scarti di macellazioni e morti di allevamento secondo i regolamenti comunitari di
tipo sanitari (CE 1774/02, ora sostituito da CE 1069/09, reg. CE 92/2005 e CE 2067/2005, ora
sostituiti da 142/11). Sono SOA (sottoprodotti origine animale) o come definiti a livello comunitario
ABP (animal by Product):
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
SOSTANZE CORNEE
PIUME (DI POLLO, DI TACCHINO, DI FARAONA, PIUMINI D’OCA)
GUSCI, SOTTOPRODOTTI DEI CENTRI DI INCUBAZIONE E SOTTOPRODOTTI OTTENUTI DA UOVA INCRINATE
PELLI DI CONIGLIO
SETOLE DI SUINO
INTERIORA DI SUINO, CONIGLIO, BOVINO, POLLO, TACCHINO, FARAONA
OSSA DI SUINO, CONIGLIO, BOVINO, POLLO, TACCHINO, FARAONA
ZAMPE DI CONIGLIO, POLLO, TACCHINO, FARAONA
TESTE DI POLLO, TACCHINO, FARAONA
CARCASSE DI ANIMALI MORTI IN AZIENDA O SCARTATI AL MACELLO
SCARTI DI LAVORAZIONE E MATERIALI COMUNQUE CLASSIFICABILI “MATERIALI DI CATEG.
1”.
I sottoprodotti in oggetto provengono da:
•
•
•
•
allevamenti (animali morti) o incubatoi (uova difettose o non schiuse ecc)
macelli (residui e scarti di lavorazione: materiale specifico a rischio BSE, visceri, ossa, organi
patologici, pelli e zampini di coniglio, ecc )
industria che lavora i prodotti di origine animale (es scarti di centrifugazione delle uova, ossa nei
centri di disosso ecc)
punti vendita di alimenti di origine animale (tutti gli alimenti deteriorati o scaduti: carni, pesce,
salumi, latticini, uova)
Dall’estrapolazione dei dati del registro di carico si evidenzia come i SOA provenienti
dall’allevamento e quelli dal macello rappresentino oltre il 90% dei materiali ritirati
Categoria SOA
Tonnellate
% Tonnellate
2011
2010
allevamento
20.234
48,3%
21.455
macello
21.629
51,7%
16.203
altro
2.977
0,7%
3.900
totale
41.866
100 %
41.558
Tab. 5 Riepilogo provenienza dei SOA
%
52%
39%
9%
100 %
Tonnellate
2009
21.929
17.792
3.500
43.221
%
51%
41%
8%
100 %
Tonnellate
2008
20.993
17.455
2.780
41.228
%
51%
42%
7%
100 %
Dai dati della mortalità negli allevamenti confrontati con quelli dell’azienda pare che l’INPROMA copra oltre il
50% del mercato della regione Piemonte.
2010
2009
2008
categoria
kg
%
kg
animali morti
macello
scarti alimentari
scarti avicoli
scarti gelatine
scarti ittici
scarti larva
Totale complessivo
22.420.981,84
16.338.570,60
502.547,82
1.799.228,00
19.520,00
154.692,84
322.440,00
41.557.981,10
54% 21.931.018,01
39% 17.942.900,68
1%
419.606,97
4%
2.438.245,00
0%
0%
188.602,18
1%
300.770,00
100% 43.221.142,84
%
kg
51% 21.016.660,73
42% 17.128.473,89
1%
367.664,87
6%
2.163.647,00
0%
98.590,00
0%
165.332,64
1%
287.740,00
100% 41.228.109,13
%
51%
42%
1%
5%
0%
0%
1%
100%
Sez.1 Quadro
programmatico
Studio Impatto
Ambientale
Pagina 21 di 70
L’allevamento è la fonte principali di SOA.
Articolo
%
Kg 2011
ANIMALI DA
COMPAGNIA
%
Kg
2010
250.283
276.957
1,24%
ANIMALI
SELVATICI
AVICOLI
BOVINO
80.250
3.376.308
6.243.480
BUFALO
CONIGLI
EQUINO
9.420
544.788
201.483
100.044
305
9.427.593
OVICAPRINI
STRUZZO
SUINI
%
Kg
2009
275.912
258.002
1,29%
63.234
0,40%
16,69%
3.602.797
6.451.784
30,86%
0,05%
2,69%
1,00%
0,49%
0,00%
46,59%
21.608
562.920
219.891
75.386
100
10.180.483
%
Kg
2008
1,26%
111.387
0,29%
16,79%
0,51%
17,84%
3.912.182
6.883.297
30,07%
0,10%
2,62%
1,02%
0,35%
0,00%
47,45%
1,23%
118.475
31,39%
0,08%
2,73%
1,09%
0,36%
0,00%
44,75%
18.575
597.617
238.503
78.322
130
9.813.453
0,56%
14,26%
2.994.041
6.711.841
31,97%
0,06%
2,52%
1,22%
0,63%
0,00%
47,55%
11.590
528.810
255.714
132.181
50
9.982.761
Tab. 6 Riepilogo categorie di animali morti provenienti da Allevamenti
Gli allevamenti di suini e bovini sono i principali “produttori”di SOA. Le % risultano stabili negli
anni.
Per quanto riguarda il macello si può affermare invece che la maggior parte del materiale ritirato è
il materiale specifico a rischio BSE indicato con la sigla MRS.
Il MRS proviene dal macello bovino ed è rappresentato principalmente dall’intestino. Tutti i
materiali che sono poi raccolti con esso vengono considerati allo stesso modo in quanto venuti a
contatto con materiale potenzialmente “infettivo”. Abbiamo quindi che con la voce MRS viene
rappresentato quasi tutto lo scarto della macellazione bovina (testa, colonna vertebrale, intestini,
organi patologici, ecc)
DESCRIZIONE
MRS
(TESTE/INT/COLONNE)
ORGANI PATOLOGICI
OSSA
PELLI
E
CONIGLIO
ZAMPINI
168.819,00
%
Kg
2010
%
Kg
2009
%
Kg
2008
74,78%
11.041.188
73,71%
10.789.169
66,68%
11.238.770
67,66%
1,09%
130.170
0,87%
69.865
0,43%
81.203
0,49%
0,48%
33.209
0,22%
287.155
1,77%
60.423
0,36%
2,59%
797.580
5,32%
1.005.620
6,21%
1.519.046
9,15%
0,80%
205.954
1,38%
179.757
1,11%
107.240
0,65%
4,81%
788.620
5,27%
1.002.424
6,19%
924.099
5,56%
15,45%
1.918.782
12,81%
2.847.198
17,60%
2.679.472
16,13%
400.320,00
124.075,00
PIUME,
%
11.558.504,00
74.324,00
SANGUE
PENNE
,
SETOLE
VISCERE
Kg 2011
743.244,00
2.388.261,00
Tab. 7 Categorie PRINCIPALI di SOA provenienti dai macelli
L’IN.PRO.MA. in base ai programmi definiti con i macelli passa a ritirare gli scarti a fine
macellazione, rilasciando certificato di avvenuto ritiro (All.2 previsto nel DGR n.104-1027) e
sostituendo il cassone con uno vuoto, pulito e disinfettato. In seguito, la ditta rilascia una copia
dell’autocertificazione timbrata a testimonianza dell’avvenuto ricevimento, che viene spedita
settimanalmente.
Nel caso di decessi in allevamento l’iter è più complicato: il cliente deve chiamare il veterinario
(ove le disposizioni regionali lo prevedano)dell’ASL di competenza, che assegna il certificato
veterinario, poi chiama l’Assicurazione che in Piemonte è obbligatoria, oppure se non assicurato
fuori Piemonte direttamente l’IN.PRO.MA. che garantisce il ritiro della carcassa entro la giornata
successiva dalla chiamata. l’IN.PRO.MA. si occupa di ritirare il materiale , sostituendo l’eventuale
cella frigo o cassone con altri puliti, ritira il certificato veterinario e rilascia l’autocertificazione di
Studio Impatto
Ambientale
Sez.1 Quadro
programmatico
Pagina 22 di 70
avvenuto ritiro e successivamente, spedisce all’allevatore e all’ASL il certificato veterinario
timbrato a testimonianza dell’avvenuto ricevimento.
Gli ingressi e le uscite sono registrate su apposito registro, periodicamente vidimato dal servizio
veterinario, secondo la normativa sanitaria vigente. Tutti i passaggi sono pertanto documentati e
tracciabili. La farina proveniente dallo stabilimento di categoria 1 viene tracciata con un marcatore
GHT, al fine di consentire i controlli che detta farina non venga deviata ad usi vietati per la cat.1
cioè a fare fertilizzanti e mangimi, consentiti invece per la farina di impianti di cat.3.
Il sistema di rintracciabilità viene schematizzato in fig. 6
All’arrivo dei carichi, le singole bollette vengono registrate dal personale d’ufficio all’interno di un
apposito database computerizzato e ad ogni ritiro viene assegnato un numero di lotto equivalente
al numero della settimana in cui è avvenuto il ritiro stesso (es: settimana n.5 = lotto d’entrata
n.5).
La lavorazione delle merci in ingresso ha luogo martedì a domenica, 24 ore su 24, per cui tali
giorni rappresentano anche i limiti di durata del lotto.
La data di trasformazione viene intesa come lotto di trasformazione (quindi non specificatamente
giornaliera, ma settimanale)
Le farine in uscita sono destinate al co-incenerimento e vengono conferite al cementificio
mediante autocisterna o cassone scarrabile. Tutta la farina prodotta viene considerata come un
unico lotto di uscita.
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Pagina 23 di 70
Speditore/Assicurazione
Richiede il ritiro
Centralino
Se non assicurato si verifica la possibilità di effettuare il ritiro: tipo di materiale e
presenza dei doc. sanitari
Registra i dati dello speditore
Passa la chiamata all’autista
Ddt
Data e luogo del ritiro
Speditore, trasportatore, destinatario
Descrizione e quantità del materiale
Trasportatore del fresco
Esegue il ritiro
Compila il ddt e prende i documenti sanitari
Separa gli animali da test TSE
Impianto
Trasforma il materiale.
Gli animali da test sono scaricati separatamente
Registra il ddt e rispedisce i ddt controfirmati per avvenuto ricevimento
Il lotto di lavorazione è settimanale
Registra la farina
Trasportatore della farina
Esegue il trasporto
Compila il ddt
Cementificio
Inproma
Registro carico-scarico fresco
(riferimento al ddt)
Archivio ddt
Inproma
Registro carico-scarico farina
(riferimento al ddt)
Archivio ddt
Ddt
Data e luogo di spedizione
Speditore, trasportatore, destinatario
Descrizione e quantità del materiale
Ogni settimana (Buzzi), ogni mese (Tampieri)
spedisce un riepilogo dei carichi arrivati
Fig. 6 Schema del sistema di rintracciabilità dei SOA
La metodica di trattamento per la trasformazione dei materiali di categoria 1 corrisponde a quanto
previsto dalla normativa comunitaria:il materiale viene ridotto in pezzi inferiori ai 30 mm, che
successivamente sono cotti in bagno di grasso a circa 140 °C per circa 45 – 60 minuti. La
trasformazione avviene in modo continuo mediante una coclea che attraversa il cuocitore cilindrico.
La sostanza che ne deriva viene pressata per la separazione del grasso dalla farina.
Le fasi principali sono frantumazione, cottura, separazione farine, chiarificazione grasso e
stoccaggio (vedi fig. 7).
I prodotti della lavorazione sono grassi e farine proteiche. Il grasso è in parte riutilizzato per
integrare il bagno di trasformazione e per la restante parte riutilizzato in azienda come
combustibile; le farine sono inviate presso un cementificio come combustibile (co-incenerimento),
previo stoccaggio in 10 silos della capacità di circa 100 tonnellate caduno, per un totale di 1000 t.
Il grasso viene stoccato in 5 silos esterni riscaldati a 40° C di 33 mc (da S3 a S7) per un totale di
165 mc e poi avviato al Deoinc 33.000 per la combustione dei fumi e la produzione di energia
termica per il processo. Due silos di grasso da 44 mc servono alla chiarificazione del grasso e altri
4 silos da 28 mc sono per gli stoccaggi di riserva (esuberi estivi, quando si produce più grasso e se
ne consuma meno), si veda la Tav. 3 con il layout dello stabilimento attuale.
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Pagina 24 di 70
I silos verticali sono circondati da una canalina grigliata che permette l’eventuale raccolta degli
sversamenti e il ritorno del grasso direttamente nella vasca di raccolta e quindi funziona da bacino
di contenimento in quanto il grasso a temperatura ambiente solidifica. I silos da 28 mc sono invece
installati nella ex vasca del grasso che è cementata e impermeabile (volume di 1500 mc).
Il grasso prodotto e stoccato nei silos viene registrato giornalmente sui registri di carico e scarico
della Agenzia delle Dogane, in quanto è considerato combustibile e sul quale pertanto si paga una
accisa.
Al grasso derivante dal trattamenti dei sottoprodotti di origine animale, viene attribuito il codice
CER 020203 ”Scarti inutilizzabili per il consumo e la trasformazione”, rifiuto non pericoloso (All. D
alla parte IV del Dlgs 152/06 e s.m.i.) ed essendo completamente biodegradabile è, altresì,
considerato fonte rinnovabile di energia.
L’operazione di trattamento al fine del recupero energetico in riferimento all’All. C della parte IV del
D.Lgs. 152/06 è R1, corrispondente a “Utilizzazione principale come combustibile o come altro
mezzo per produrre energia” .
Si configura come rifiuto all’atto del recupero energetico per essere avviato alla combustione
presso l’impianto e possiede le seguenti caratteristiche come previsto dal Dlgs 133/05 All.3 e dalle
norme sanitarie:
P.C.I. sul tal quale 30.000 kJ/kg circa (9.450 kcal/kg), Umidità max 2%, Ceneri sul secco max 2%,
impurità insolubili<15% peso specifico, i controlli analitici sono inviati regolarmente agli enti
almeno 1 volta all’anno con la relazione annuale AIA.
I giorni di lavorazione sono in funzione del quantitativo del materiale in arrivo, normalmente è
continua dal martedì mattina per terminare il sabato. In caso di arrivi di quantitativi straordinari si
può iniziare prima (lunedì pomeriggio o sera) o lavorare anche sabato e domenica. Tra la fine di un
ciclo e l’inizio del successivo vengono effettuate le operazioni di manutenzione (giornata di
lunedì).
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Sez.1 Quadro
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SCARICO MATERIA PRIMA
Tramoggia da 100 t
Locale Lavaggio cassoni e
Magazzino Ausiliario
Ciclo grasso
TRITACARNE MIG-03
Produzione
farina
17 t /h
N° 6
Fumane
SERBATOI
GRASSO
CUOCITORE TSR 1964
10 t/h
209 mc
tricanter
P
GRASSO
NON
PURIFICATO
44 mc
P
N°3 PRESSE
M1050
3 t/h
Serbatoi di
GRASSO di
riserva
28 mc
S1
INC/DEO 33.000
Macinazione e N° 10 silos farina
(capacità stoccaggio 1000 t)
SERBATOIO
Sgronda a coclea
autopulente
N°4
2,8 t/h
5 mc
Decanter
2,5 t/h
P
SERBATOIO
5 mc
Trasporto FARINA
30 t/gg
Magazzino
Ausiliario per la farina
Fig. 7 Schema di flusso delle lavorazioni e dimensionamento impianti
Il grasso da destinare alla combustione contiene impurità insolubili in concentrazione inferiore allo
0,15 %, che si ottengono mediante depurazione con trattamenti in decanter statico e centrifuga
(tricanter), ora migliorati ulteriormente con l’installazione di un vibrovaglio prima ancora del
decanter che separa la farinetta. Il vibrovaglio funziona come un setaccio efficace con una maglia
di 25 mm. Tutte le analisi effettuate dimostrano che si sta ampiamente al di sotto del limite. Le
impurità secondo il reg. 1764/02 andavano analizzate per tutti i lotti, con il nuovo regolamento
non è più richiesto in quanto il grasso viene bruciato nello stesso impianto, si veda a tal proposito
quesito inviato all’ASL per escludere dall’analisi dell’impurità ogni lotto.
Nel momento in cui il grasso viene bruciato nell’impianto BWI (Deo INC 33.00) è considerato
rifiuto. Viene pertanto registrato giornalmente il quantitativo di grasso avviato al bruciatore, su
registro di carico e scarico dei rifiuti appositamente vidimato.
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Pagina 26 di 70
La capacità autorizzata di trattamento del grasso nell’impianto di combustione e deodorizzazione,
avviato il 30-04-09 , con autocontrolli nei due giorni non consecutivi ( 7 e il 9/05/2009), è di 900
kg/h e l’esercizio delle operazioni di recupero energetico dei grassi è consentito solo per produrre
energia termica utilizzata nelle lavorazioni e per cogenerazione di energia elettrica. La capacità
massima dell’impianto è di 2.282 kg/h (21.000.000 kcal/h = 24,5 MW) modulabile in quanto
possiede degli inverter sui ventilatori e sulle pompe. A pieno regime l’impianto può trattare le
fumane e produrre vapore pari a 25 t/h. La potenzialità massima del “cuocitore” attuale è di 10
t/h. La linea produttiva “carni” è stata installata nell’agosto 2004 a sostituzione di un’altra linea di
pari capacità che aveva concluso il ciclo di vita.
Nel locale ove è installato vi è un ampio spazio inutilizzato, occupato inizialmente da una Linea
“piume” che era stata smantellata e dalla vecchia linea carne, sono ancora presenti i collegamenti.
Descrizione
Unità
di
misura
Totali 2008
Totale 2009
Totale 2010
Totale 2011
MP: Materia prima
in ingresso (fresco)
t
41.228
43.217
41.558
41.866
PF : Farina in uscita
t
9.463
12.236
10.919
10.069
mc
4.440
4.536
3.668
3.446
3.604
4.456
3.870
3.378
5.548
5.558
4.940
5.179
SL: Produzione
grasso
Utilizzo di grasso in
caldaia
Ore lavorate
mc
N°
Limiti/riferimenti
10t/h x 24 h x 250
gg/anno= 60.000 t/a
Autorizzazioni clienti
Buzzi (16.000 t e
Tampieri ( no limite )
12% della materia
prima max =7.200 t/a
900 kg/h x 24 h x 250
gg/anno= 5.400 t
24 h x 250 gg/anno =
6000
Tab.8 Confronto negli anni dei quantitativi di MP trattata e dei prodotti trasformati
Nel confronto tra le ore lavorate e la produttività si vede che si è prossimi al limite delle ore
lavorate, ma che la produzione è attestata su quantitativi molto inferiori pari cioè a 8,2 -8, 5 t/h di
materia prima.
La potenzialità dell’impianto attuale è diminuita dal fatto che al cuocitore vanno anche le acque di
lavorazione al fine del loro trattamento di sterilizzazione. Le acque reflue sono costituite da:
- acque di lavaggio della tramoggia di carico della materia prima ed eventuali liquidi
- acque provenienti dal lavaggio cassoni
- acque di scarto dello scrubber
- fango proveniente dalla vasca di prima pioggia.
Tali acque sono registrate da un contatore volumetrico e sono nella tabella sottostante riportate.
Descrizione
UM
2008
2009
2010
2011
Volume acqua reflua al cuocitore
mc
6.251
5.841
9.987
10.068
Facendo l’esempio del 2010, su 4940 ore lavorate si sono dovuti evaporare 2,1 mc di acque reflue
all’ora, che vengono portate via alla capacità produttiva.
Tutte le operazioni sono svolte in piena sicurezza e sotto il continuo controllo dell’ASL veterinaria
oltre che dell’ARPA. L’impianto possiede l’AIA, alla cui documentazione allegata si rimanda per i
dati specifici, in quanto richiede contestualmente il rinnovo. L’impianto è monitorato
costantemente secondo il PMC ed in particolare le emissioni del DeoInc 33.000, vengono
monitorate in continuo da un analizzatore collegato via internet con l’ARPA.
In passato c’erano state lamentele sugli odori che sono completamente superate con il sistema
attuale di abbattimento delle fumane e delle arie di processo.
Le operazioni di lavaggio e sanificazione dei cassoni sono effettuate in un locale chiuso; i cassoni
da bonificare vengono fatti sostare prima della pulizia nel locale magazzino ausiliario, all’aperto si
possono trovare soltanto cassoni puliti.
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Attualmente il magazzino ausiliario insieme con il locale ricevimento materie prime sono aspirati da
un ventilatore di 90.000 mc/h e l’aria trattata nello scrubber, con consumi energetici elevati,
rumore , consumo di acqua ossigenata e produzione di acqua da inviare a cuocitore con
conseguente riduzione della potenzialità produttiva, infine con abbattimenti relativamente
efficienti. Nel magazzino ausiliario si troveranno cassoni con MP solo in caso di emergenza, in tal
caso le valvole manuali che escludono il reparto vengono aperte per far aspirare il locale dallo
scrubber.
Le aspirazioni provenienti dalla fase di cottura, dalle presse, dalle centrifughe del grasso e dalle
coclee calde vengono portate al combustore (BWI) mediante il ventilatore delle fumane (VF) della
portata max di 43.500 m3/h ad una temperatura di oltre 100 °C.
Per evitare la condensa delle stesse per l’aria aspirata dalle presse e dai decanter che ha una
temperatura di 50 ° C, è previsto un riscaldamento utilizzando il vapore prodotto dalla caldaia del
sistema.
Il ventilatore è dotato di inverter comandato da un pressostato differenziale.
Le captazioni delle arie che si sviluppano sopra le presse (cappa) e delle coclee fredde e dal locale
produzione sono avviate al combustore come aria comburente, aspirate dal ventilatore di aria
comburente (VAC) della portata max di 35.000 m3/h ad una temperatura di circa 25 °C. Il
ventilatore è dotato di inverter comandato dalla termocoppia del combustore.
Poiché il locale frantumazione in caso di emergenza potrà essere utilizzato come stoccaggio
ausiliario della farina, è prevista una canalizzazione che mette in depressione l’ambiente con una
portata di circa 3 vol/h, in considerazione del basso carico inquinante e che aspira l’aria ambiente
tramite il ventilatore dell’aria comburente, previa interposizione di un filtro. La canalizzazione è
dotata di bocchette regolabili che di norma sono chiuse.
Descrizione
Consumo BTZ
Consumo metano
Consumo grasso in
caldaia
Consumo energia
termica totale
Consumo specifico di
energia termica su MP
Consumo energia
elettrica
Consumo specifico di
energia elettrica su MP
UM
Totali 2008
Totale 2009
Totale 2010
Totale 2011
t
28
171
141
17
Mmc
498
245
65
15
mc
3.604*
4.456
3.870
3.378
KWht
32.015.620
36.972.634
30.931.759
25.877.808
kWht/t
776,6
855,5
744,3
618,13
MWh
2.686
2.776
2.478
2.366
kWhe/t
65,15
64,23
59,63
56,46
Tab.9 Confronto negli anni dei quantitativi di energia consumata
Il metano viene utilizzato per scaldare gli uffici e come fiamma pilota del DEOINC. Il BTZ viene
utilizzato per portare in temperatura la camera di combustione cioè fino a 850°C. Il contributo
positivo del nuovo impianto si può notare anche dal punto di vista dei consumi energetici e dei
consumi di acqua, i consumi specifici sono decrescenti.
Descrizione
Consumo acqua impianto
Consumo specifico di acqua rispetto
MP
Unità
di misura
Totali 2008
Totale
2009
Totale 2010
mc
38.540
17.725
16.232
16.107
mc/t
0,93
0,41
0,39
0.38
Tab.10 Confronto negli anni dei quantitativi di acqua consumata
Totale 2011
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Gli impianti e i relativi consumi vengono qui di seguito riportati:
Descrizione
Combustore Babcock Wanson Italia Inc/Deo/33.000
Ventilatore fumane
Ventilatore aria comburente
Alimento Denso
Alimento Grasso
Generatore di vapore Pensotti Idrotermici S.N. 873
Alimento acqua (n.2)
Alimento degasatore (n.2)
Soffiatori (10)
Turbina a vapore KK&K CFR5 G5a n. 4.555.029
Circolatore olio
Attemperatore
Cuocitore Atlas Stord TSR 1964 n°120476
Frantumatore Mig MF100 (mulino piccolo)
Frantumatore Haarslev HMB-11 (mulino grande)
Presse M1050 n.3
Tricanter Flottweg tipo Z23 macchina n° 002.147.11
Azionamento del tamburo
kW
86,20
86,20
3,00
4,00
264,00
30,00
3,70
7,50
11,00
132,00
35,50
41,00
270,00
11,00
Azionamento della coclea
4,00
Decanter RPM 1400
Decanter RPM 2800
Vibrovaglio VibroWest MR 48
22,00
30,00
1,83
Compressore Ceccato CSB 20 (n.2)
Compressore Ceccato CSB 25
Impianto Urea Autojet Technologies
Impianto trattamento acqua Babcock Wanson Italia
Osmopac 2500.15 (membrane 1° stadio), Osmopac 3300.13 (membrane 2°
30,00
18,00
2,00
stadio), Adipac ACD 200 (addolcitore) , Demipac 2LM 100 (letti misti)
Pozzo (n.2 motori)
Impianto Chiller Daikin Hydrocube R407C
Impianto Scrubber
Ventilatore
Alimento acqua (n.4)
Alimento REAGENTE
Silos farina
Locale Necroscopie
Uffici
Illuminazione
Impianti vari
TOTALE
9,72
30,00
35,00
75,00
60,00
0,22
29,40
8,00
5,00
15,00
210,00
1.570,27
Tab.11 Potenza elettrica installata
Il fabbisogno energetico è stato maggiore di quanto era stato preventivato, anche se l’efficienza
del nuovo sistema è migliorata notevolmente, l’energia elettrica prodotta non soddisfa il
fabbisogno interno ed è necessario acquistarne dall’ENEL. Si veda a tal proposito la relazione
Studio Impatto
Ambientale
Sez.1 Quadro
programmatico
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tecnica dell’Ing. Botta. Anche per questa ragione sarebbe opportuno aumentare le ore lavorate
considerando le 54 settimane all’anno, perché le morti in allevamento e la macellazione non vanno
in vacanza.
Per quanto riguarda la situazione dei serbatoi interrati, si veda la tabella 12 che riporta tutti i
serbatoi e il loro contenuto riportati anche sulla Tav. 3 layout attuale.
zona
Serbatoi contenuto
interrati
Capacità
stoccaggio
(mc)
20
Si 4
Gasolio
autotrazione
Gasolio
autotrazione
Gasolio
autotrazione
Grasso
Si 5
Grasso
15
Si 6
vuoto
15
Si 7
BTZ
15
BTZ
Si 8
Tab.12 Elenco dei serbatoi interrati
15
Distributore
Si 1
Si 2
Si 3
Caldaia
20
20
15
Sui serbatoi viene effettuata ogni 2 anni la prova di tenuta da parte di ditta specializzata .
La prova di tenuta consiste nel mantenere il serbatoio ad una pressione di 1,5 atm per 4 ore .
I serbatoi sono in buono stato e si potrà utilizzare il serbatoio 6 che attualmente è vuoto
Per avere un dettaglio maggiore per quanto riguarda l’attività svolta finora , in particolare per
l’anno 2010 preso a riferimento, si veda la documentazione allegata alla pratica di rinnovo e
modifica sostanziale AIA.