Gli ebrei di Ljubljana, una comunità mancata? 1867-1914
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Gli ebrei di Ljubljana, una comunità mancata? 1867-1914
Gli ebrei di Ljubljana, una comunità mancata? 1867-1914 Jasna Simcic La mia ricerca dottorale vuole ricostruire la presenza ebraica nel territorio della Provincia della Carniola e nei piccoli centri del contado sloveno di Trieste e Gorizia dalla seconda metà dell’Ottocento alla prima guerra mondiale, per analizzare poi anche il periodo successivo in cui la componente ebraica dell’area della Carniola rientrò all’interno dello Stato jugoslavo (1918-1941) e sotto l’amministrazione italiana della Provincia di Lubiana (1941-1943). Includerò quest’ultimo periodo per comprendere meglio come la legislazione razziale del 1938 venisse applicata al territorio annesso. La mia attenzione si concentrerà prevalentemente sulla componente ebraica di Ljubljana, dove risiedeva la maggior parte della popolazione israelita. Ljubljana era capitale e centro principale della regione asburgica della Carniola (Krain, Kranjska) e poi della Provincia della Drava (Dravska banovina) del Regno di Jugoslavia, che corrispondeva grosso modo all’odierna Slovenia. La componente ebraica della Carniola rappresenta un caso interessante per lo studio dei rapporti tra minoranza e maggioranza nel passaggio dall’Impero allo Stato nazione. Vorrei identificare meglio il livello e le possibilità di sviluppo di una piccola minoranza, in questo caso religiosa, all’interno di più amministrazioni statali che nei suoi confronti hanno dimostrato diversi gradi di tolleranza o intolleranza, e che si è dovuta confrontare durante tutto il periodo con una società civile sostanzialmente ostile. Fino ad oggi è stato fatto solo uno studio sul nucleo ebraico lubianese, Židje v preteklosti Ljubljane (“Gli ebrei nel passato di Ljubljana”) di Vlado Valenčič, che però ha lasciato aperte numerose questioni. Ad esso si è recentemente aggiunto il libro di Andrej Pančur, Judovska skupnost v Sloveniji na predvečer holokavsta (“La comunità ebraica slovena prima dell’olocausto”), che presenta un’analisi demografica riguardante la presenza ebraica sul territorio sloveno nel periodo tra le due guerre. Anche questo interessante studio si sofferma tuttavia solo in minima parte sugli aspetti che cerco di approfondire nella mia ricerca1. 1 Per una visione d’insieme sulla presenza ebraica in Carniola vedi: V. VALENČIČ, Židje v preteklosti Ljubljane (Gli ebrei nel passato di Ljubljana), Ljubljana 1992. A. PANČUR, Judovska skupnost v Sloveniji na predvečer holokavsta, Celje 2011. K. JELIČIČ BOETA, Judje na Slovenskem v Srednjem veku, Ljubljana 2009. K. JELINČIČ BOETA, Kratka zgodovina judovstva, Celovec 2009. K. JELINČIČ BOETA, Judje na Slovenskem, Celovec 2009. A. PANČUR, Teritorialni obseg judovskih verskih občin na ozemju sedanje Slovenije pred drugo svetovno vojno, in Prispevki za novejšo zgodovino, a. 48, n. 1, 2008, pp. 43-53. A. PANČUR, Razvoj judovskega prebivalstva Slovenije do druge svetovne vojne, in Podobe modernizacije, Ljubljana 2009, pp. 249-296. A. PANČUR, Judje iz čeških dežel od naselitve v Sloveniji do holokavsta, in Slovenci in Čehi v dobi moderne. Politika, družba, gospodarstvo, kultura, a cura di Jure Gašparič, Praga 2010, pp. 181-203. O. LUTHAR, I. ŠUMI, Living in metaphor: Jews and anti-semitism in Slovenia, in 1 Innanzitutto, ritengo che per parlare di “minoranza” occorra delineare con più precisione in che senso e misura gli ebrei insediati nel territorio formassero un gruppo sociale coeso, una comunità. Per rispondere a tale domanda bisogna studiare la sua eventuale infrastruttura sociale e comunicazione interna. Va quindi approfondita la sua organizzazione del culto, l’organizzazione familiare e quella dell’educazione. La componente ebraica di Ljubljana non si costituì mai istituzionalmente come comunità religiosa riconosciuta, infatti la compilazione dei registri di nascita, morte e matrimonio degli ebrei lubianesi venne affidata nel 1876 alla comunità ebraica di Trieste2 e, in seguito alla promulgazione nel 1890 della legge asburgica che regolamentò le comunità israelitiche dell’Impero, tutti gli ebrei del territorio vennero inseriti in quella di Graz3. La componente ebraica di Ljubljana non essendosi costituita in un’istituzione con un’amministrazione ufficiale, non ha mai prodotto un vero e proprio archivio, rendendo così più complicato delineare un quadro preciso della sua “vita religiosa”. Di conseguenza, il mio lavoro d’archivio si sta concentrando su fonti non-ebraiche, prevalentemente dell’amministrazione asburgica4. Le uniche, ancorché significative, fonti di origine propriamente ebraica sono le così dette matricole, ovvero i registri di nascita, morte e matrimonio (GeburtsMatrikel, Sterbe-Matrikel, Trauungs-Matrikel) compilati dalla comunità ebraica di Graz dopo il 1890. È l’unica parte dell’archivio della comunità ebraica di Graz che non è stata distrutta nel 19385. AA.VV. Jews and Slaws, vol. 12, Jerusalem-Ljubljana 2004, pp. 29-49. S. GRANDA, Dolenjska zadišala je židom, in Slovenska kronika XIX. stoletja, v. 3, Ljubljana 2003, pp. 216-217. I. GRDINA, Moj narod nima zgodovine, in Slovenska kronika XIX. stoletja, v. 1, Ljubljana 2001, pp. 431-432. M. ŠTEPEC, Strah pred židovskim naseljevanjem: poročanje slovenskih časopisov o priseljevanju Židov v drugi polovici 19. stoletja, in Prispevki za novejšo zgodovino, a. 34, n. 2, 1994, pp. 149-162, R.E. GRUBER Jewish monuments in Slovenia, in Časopis za zgodovino in narodopisje, a. 71, v. 36, n. 1-2, 2000, pp. 135-157. H. STARMAN, Judje in ideacija o judih v sodobni Sloveniji,in Razprave in gradivo, v. 45, 2000, pp. 160-182. E. PELIKAN, Od imaginarnega zločina brez žrtve do resničnega zločina nad konkretno žrtvijo: vloga “zločincev” v ideologiji političnega katolicizma na Slovenskem, in Acta Histriae, a. 12, n. 1, 2004, pp. 189-195. E. PELIKAN, Antisemitismus ohne Juden in Slowenien, in Jahrbuch für Antisemitismusforschung, v. 15, 2006. 2 Kundmachung der k. k. küstenlandischen Statthalterei vom 25. Juni 1876, betreffend die Bestimmung des Umfanges, bis zum welchem die israelitischen cultusgemeinden in Triest und im Küstenlande zu dem im §. 1 der MinisterialVerordnung vom 29. Mai 1876 R. G. B. Nr. 76 bezeichneten Zwecke, gemäß §. 2 dieser Verordnung, ausgedehnt werden, in Gesetz und Verordungsblatt für österreichisch-illirische Küstenland, Jahrgang 1876, 12. Stück. 3 Gesetz vom 21. März 1890, betreffend die Regelung der äußeren Rechtsverhältnisse der israelitischen Religionsgesellschaft, Nr. 57, in Reichsgesetzblatt für die im Reichsrathe vertretene Königreiche und Länder (d’ora in poi RGBl). 4 Elenco degli archivi consultati: Arhiv Republike Slovenije (Archivio della Repubblica di Slovenia)(d’ora in poi ARS), fondo Deželna vlada v Ljubljani 1861-1918 / Governo provinciale di Ljubljana 1861-1918). Zgodovinski arhiv Ljubljana (Archivio storico Ljubljana) (d’ora in poi ZAL), fondo Mesto Ljubljana, splošna mestna registratura (Città Ljubljana, registro cittadino generale). Archivio di Stato di Trieste (d’ora in poi AST), fondo I.R. Luogotenenza (18501918). Steiermärkisches Landesarchiv (Archivio regionale della Stiria) (d’ora in poi StLA) fondo Statthalterei (Luogotenenza). 5 Archiv der Israelitiche Kultusgemeinde Graz (Archivio della comunità ebraica di Graz). 2 Nel presente paper mi soffermerò sul periodo che va dall’emancipazione nel 1867 alla Prima guerra mondiale, cercando di delineare un quadro dei rapporti degli ebrei di Ljubljana con l’amministrazione austriaca e con le due comunità israelitiche ad essa più vicine, cioè Trieste e Graz. Dall’emancipazione alla Prima guerra mondiale Le Leggi costituzionali del dicembre 1867, promulgate dopo l’Ausgleich nella parte cisleitana della Duplice monarchia, introdussero l’uguaglianza religiosa per tutti i sudditi austriaci superando le limitazioni precedentemente imposte nei territori austriaci alla libera circolazione di persone di fede ebraica, al loro soggiorno o insediamento e al loro possesso di beni immobili6. Nel 1867 divennero quindi cittadini austriaci a tutti gli effetti. Durante il secolo XVI gli ebrei erano stati addirittura espulsi dalla Carniola, così come dalle confinanti Stiria e Carinzia7. L’analisi del periodo dopo l’emancipazione è quindi importante, perché dopo le espulsioni del Cinquecento ebbero per la prima volta la possibilità di stabilirsi legalmente in Carniola; qui entrarono in contatto con un’amministrazione e una società civile poco inclini ad accettare la presenza ebraica sul proprio territorio8. In genere la storiografia tende a spiegare tale ostilità con la paura della concorrenza economica ebraica che rappresenta infatti uno degli argomenti dell’antigiudaismo tradizionale.9 Non va però a mio avviso dimenticato che la costituzione del 1867 determinò anche la parità nazionale e linguistica degli sloveni.10 La lotta nazionale del post-1867 portò a una sostanziale polarizzazione della politica slovena che vedeva nel campo tedesco quello avversario. Di là da un diffuso antisemitismo che per agire nel campo politico e culturale non aveva neanche bisogno di ebrei insediati, non si può escludere che gli ebrei concretamente presenti nel territorio divenissero nella percezione slovena collocati anzitutto all’interno dello schieramento tedesco. Quelli affluiti dopo l’emancipazione parlavano generalmente lo yiddish, una lingua derivante dal tedesco 6 Staatsgrundgesetz vom 21. Dezember 1867, über die allgemeinen Rechte der Staatsbürger für die im Reichsrathe vertretenen Königreiche und Länder, Nr. 142, in Reichs-Gesetz-Blatt für das Kaiserthum Österreich., Jahr 1867, Wien 1867, pp. 394-396. 7 Per un quadro generale della presenza ebraica nell’ Impero Asburgico vedi: W. BIHL, Die Juden, in Geschichte der Habsburgermonarchie 1848-1918, a cura di A. Wandruszka e P. Urbanitsch, vol. III, tomo II, Die Volker des Reiches, Wien 1980. W. HERWIG (a cura di), Geschichte der Juden in Österreich, Wien 2006. 8 Fino al 1867 in Austria esistevano ufficialmente soltanto le comunità ebraiche della Galizia, Moravia, Boemia, Voralberg e Trieste. 9 V. VALENČIČ, Židje v..., cit., p. 36. 10 Per l’analisi della situazione politica slovena dopo e prima della costituzione del 1867 vedi: P. VODOPIVEC, Od Pohlinove slovnice do samostojne države. Slovenska zgodovina od konca 18. stoletja do konca 20. stoletja, Ljubljana, Modrijan, 2007, pp. 72-94. 3 medievale in uso tra le popolazioni ebraiche nelle aree orientali dell’Impero, da dove proveniva la maggior parte dell’emigrazione ebraica verso ovest. Linguisticamente gli ebrei erano quindi più vicini al tedesco, la lingua corrente nelle grandi città dell’Impero asburgico, che non alle nuove lingue nazionali che dopo il 1848 e con più vigore ancora dopo il 1867 si stavano affermando nelle varie regioni dell’Impero11. Prima dell’emancipazione gli ebrei avevano il permesso di risiedere sul territorio sloveno solo in occasione delle fiere annuali12 o per brevi visite con scopi commerciali13. Infatti i commercianti di Ljubljana e della Carniola in generale avevano numerosi contatti commerciali con ebrei, molti dei quali provenienti da Trieste e Gorizia. Imprenditori di origine ebraica erano coinvolti anche all’interno di attività industriali slovene, in particolare nelle raffinerie dello zucchero e nella birreria Union14. La presenza ebraica in Carniola L’emancipazione in ogni caso non portò ad una massiccia immigrazione ebraica in Carniola. Gli ebrei che lasciarono le aree orientali scelsero di immigrare prevalentemente nelle grandi città, in quanto offrivano loro maggiori possibilità economiche e culturali rispetto alle piccole città oppure ad aree rurali non dissimili da quelle da dove erano partiti15. L’emigrazione ebraica dalle aree rurali dell’Impero alle città non fu provocata, come nella Russia zarista, dal governo che voleva allontanare gli ebrei dalle aree agricole, ma fu un movimento spontaneo intrapreso dagli ebrei appena ne ebbero la possibilità legale, nel contesto, anche, di un più vasto mutamento strutturale che si accompagnò di una processo di urbanizzazione. Vienna, Praga, Trieste, Leopoli, Graz, Brno e Cracovia furono le città a più intensa crescita di popolazione nella seconda metà dell’Ottocento, e fu all’interno di tale crescita che si incrementò anche la popolazione ebraica in gran parte proveniente dalle aree rurali di Slovacchia, Boemia, Moravia e Galizia che scelse anche all’interno di queste province di lasciare le campagne per stabilirsi in città. Come altre popolazioni, anche gli ebrei lasciarono tali zone a causa delle difficoltà economiche, ma in aggiunta a queste agirono su di loro le sempre più pronunciate posizioni antiebraiche assunte dalle classi dirigenti locali a carattere 11 M.L. ROZENBLIT, The Jews ..., cit., p. 33. V. VALENČIČ, Židje v..., cit., pp. 38-41 13 G. LAMPRECHT, Fremd in der eigenen Stadt, Die moderne jüdische Gemeinde von Graz vor dem Ersten Weltkrieg, Innsbruck, Studienverlag, 2007, p. 53. 14 D. HANČIČ, R. PODBERSIČ, Judovsko premoženje na Slovenskem v 20. stoletju (Študija izdelana za Vlado RS – junij 2006; Študijo pripravilo Ministrstvo za pravosodje RS – Sektor za popravo krivic in za narodno spravo), p. 5; V. VALENČIČ, Židje v..., cit., p. 50. 15 M.L. ROZENBLIT, The Jews ..., cit., p. 13. 12 4 nazionale polacco, slovacco o ceco16. È probabile che per questa ragione solo pochi ebrei scelsero Ljubljana come nuovo luogo di residenza, perché sul piano politico poteva loro ricordare l’incalzare di un nazionalismo slavo e antisemita simile a quello delle zone che avevano lasciato. Mentre le vicine città di Trieste e Graz offrivano maggiori possibilità di sviluppo economico e, almeno fino alla seconda metà degli anni Settanta, anche una società civile meno caratterizzata dall’antisemitismo.17 Secondo il censimento asburgico del 1869 risulta che in Carniola abitavano 22 ebrei, 22 anche in Carinzia, in Stiria invece 734, di cui 68 nella Stiria meridionale. Nel 1880 in Carniola in 96 dichiararono la propria appartenenza alla religione ebraica e nel 1910 146, nella bassa Stiria nel 1880 144 e 187 nel 191018. In ogni caso anche in queste regioni, seppur estremamente esigua, l’emigrazione ebraica riguardò prevalentemente le aree urbane e non le aree agricole. Quindi, la maggior parte degli ebrei si stabilì nelle maggiori città di queste regioni, Ljubljana, Maribor e Klagenfurt. Una comunità mancata?Gli ebrei di Ljubljana tra Trieste e Graz E’ già stato evidenziato che dalla documentazione e dalla storiografia esistente risulta che gli ebrei di Ljubljana non cercarono mai di costituire una propria autonoma comunità, probabilmente perché, nel periodo in cui avrebbero potuto farlo, cioè dall’emancipazione all’emanazione della legge sulla regolamentazione delle comunità ebraiche asburgiche nel 1890, erano pochi e probabilmente poco organizzati. Secondo la legislazione emanata da Maria Teresa e Giuseppe II per costituire una comunità ci volevano almeno 10 ebrei uomini sopra i 13 anni19 e nell’immediato periodo dopo il 1867 tale somma non venne raggiunta. In ogni caso non va dimenticato che l’emancipazione prevedeva anche la “tutela cioè la professione individuale di fede, qualora manchi la sua organizzazione collettiva [...]”20. Dopo il 1867 agli ebrei di Ljubljana non era quindi richiesto di far parte di una comunità per poter professare la propria fede. Come vedremo poco più avanti questa situazione cambiò radicalmente nel 1890 quando il legislatore austriaco sentì la necessità di regolamentare le comunità ebraiche dell’Impero. Prima di questa legge, nel 1873, anche per gli ebrei di Ljubljana che risiedevano al di fuori di una comunità, il Ministero per il culto (Ministerium für Kultus und Unterricht) introdusse la 16 Ivi, p. 30. I. OXAR, M. POLLAK, G. BOTZ (a cura di), Jews, antisemitsm and culture in Vienna, Londra 1987. 18 A. PANČUR, Judovska skupnost ... cit., p. 29. 19 W. BIHL, Die Juden..., cit., p. 896. 20 M.F. MATERNINI ZOTTA, L’ente comunitario ebraico. La legislazione negli ultimi due secoli, Milano, Dott. A. Giuffrè editore, 1983, p. 103. 17 5 registrazione delle nascite, dei decessi e dei matrimoni21. Per questa ragione nel 1876 si stabilì che l’iter matrimoniale22 degli ebrei lubianesi sarebbe stato gestito dalla comunità ebraica di Trieste che le autorità asburgiche individuarono come la più vicina a Ljubljana23. Tali funzioni sarebbero state espletate dal vicerabbino, in quel periodo Sabato Raffaele Melli, o chi delegato da lui. Per la pubblicazione delle nozze bisognava invece rivolgersi al cancelliere, il dr. G. Ritter von Barzilay24. Gli organi amministrativi della comunità ebraica triestina non ritennero opportuno fissare una tassazione per queste funzioni, ma solo un eventuale indennizzo per “quelle spese che fossero inerenti all’atto religioso e civile25”, mentre la comunità ebraica di Gorizia, il cui territorio era stato allargato agli ebrei di Tolmino, fissò un preciso tariffario per queste funzioni26. Nel 1880 ai matrimoni si aggiunse anche la compilazione dei registri di nascita e morte degli ebrei della Carniola da parte della comunità ebraica di Trieste.27 Come è già stato brevemente accennato, dopo poco più di due decenni dall’emancipazione, l’impero sentì la necessità di “regolare dettagliatamente ed in forma generale la tipologia comunitaria, intesa nella sua vera accezione simbologica socialmente rilevante e identificante l’estrinsecazione esterna della confessione israelitica”28. Nel 1890 nella parte cisleitana dell’impero asburgico venne infatti emanata la L. 21 marzo 1890 – B.L.I. n. 57 – concernente la regolazione dei rapporti esterni di diritto della società religiosa israelitica. Questa legge rappresentò una novità fondamentale per le comunità ebraiche dell’Impero, in quanto diede all’istituzione comunitaria il ruolo di mediatrice tra i credenti di fede ebraica e lo stato e regolamentò in modo dettagliato il funzionamento delle comunità nei suoi vari aspetti, dal controllo degli statuti all’organizzazione del culto, assistenza e istruzione religiosa29. 21 Giuseppe II aveva aveva istituito, per tutte la confessioni acattoliche dell’Impero, la registrazione delle nascite, morti e matrimoni e aveva stabilito che questi dati anagrafici fossero inviati al Magistrato civico della città in cui avveniva la registrazione. 22 AST, I. R. Luogotenenza del Litorale. Atti generali, b. 406. Comunicazione dalla Comunità Israelitica di Trieste alla Luogotenenza in merito alla questione dei marimoni, 9 luglio 1876: “[...]per quegli Atti che hanno relazione alla pubblicazione dei matrimoni, alla celebrazione degli stessi, ed a quanto si riferisce alle funzioni demandate all’autorità religiosa nella procedura di separazione di letto e di mensa e di divorzio.” 23 ARS, AS 33 Deželna vlada. Konvolut 546. Comunicazione dalla Luogotenenza di Trieste al Governo provinciale di Ljubljana, 17 luglio 1876. 24 ARS, AS 33 Deželna vlada. Konvolut 546. Comunicazione dalla Luogotenenza di Trieste al Governo provinciale di Ljubljana, 17 luglio 1876. 25 AST, I. R. Luogotenenza del Litorale. Atti generali, b. 406. Comunicazione dalla Comunità Israelitica di Trieste alla Luogotenenza in merito alla questione dei marimoni, 9 luglio 1876. 26 AST, I. R. Luogotenenza del Litorale. Atti generali, b. 406. Comunicazione dalla Comunità Israelitica di Gorizia alla Luogotenenza di Trieste, 17 luglio 1876. 27 ARS, AS 33 Deželna vlada. 30/9 Nekatoliške verske zadeve. Comunicazione tra il Magistrato civico di Ljubljana e il Governo provinciale in merito ai registri di nascita e morte per gli appartenenti alla religione ebraica, 17 novembre 1880. 28 M.F. MATERNINI ZOTTA, L’ente...cit., p. 116. 29 M.F. MATERNINI ZOTTA, L’ente...cit., pp.116-124., T. CATALAN, La comunità ebraica di Trieste (1781-1914): politica, società e cultura, Trieste 2000, p. 78. 6 Per quel che concerne la componente ebraica di Ljubljana la parte della legge che più la riguardò fu quella che introduceva “la definizione territoriale della comunità” e che prevedeva che “ogni israelita appartiene a quella comunità di culto, nel cui circondario ha il suo ordinario domicilio”30. L’iscrizione alla comunità israelitica, nel cui territorio le persone di religione ebraica avevano il proprio domicilio, era obbligatoria. Venne posta quindi la questione a quale comunità appartenessero gli ebrei della Carniola che abitavano in un territorio, privo di comunità ebraica. Le autorità imperiali a Ljubljana, il Presidente della provincia della Carniola (Landespräsident), scrisse alla Luogotenenza (Statthalterei) di Trieste esprimendo il proprio parere secondo cui la componente ebraica lubianese dovesse essere affidata alla comunità di Trieste anche perché dal 1876 la gestione dei matrimoni e la compilazione delle matricole di nascita e morte era affidata a questa comunità31. Questa proposta venne accolta favorevolmente anche dagli ebrei di Ljubljana. La comunità di Trieste invece non accolse la richiesta e scrisse il 14 settembre 1890 alla Luogotenenza di Trieste: “La sfera d’azione di questa Israelitica Comunità viene limitata per il vigente Statuto alla città di Trieste ed al suo territorio. Estendere tali confini porterebbe una rilevante spesa che non si sa, ed in qual modo, da chi potrebbe venire indennizzata ed a difficoltà pratiche nello stesso tempo difficilmente superabili, e per l’eccentricità dei vari gruppi d’Israeliti, e con riguardo specialmente alla Carniola per la loro dispersione. [...] Circa poi agli Israeliti nella Carniola in numero non determinato, e certamente esiguo, dovrebbe procurarsi la loro aggregazione alla Comunità di Graz, e 32 perché la più vicina, e perché anche meglio risponde alle condizioni di nazionalità e di lingua di quegli Israeliti;” Ragioni di ordine economico, problemi di carattere nazionale e di lingua portarono gli ebrei di Trieste a rifiutare gli ebrei lubianesi e proporre come alternativa la comunità ebraica di Graz. Tra Trieste e Graz: gli ebrei della Carniola e il nazionalismo montante I rappresentanti degli ebrei di Ljubljana pochi giorni dopo, il 20 settembre 1890, si rivolsero al Magistrato civico (Stadtmagistrat) di Ljubljana e inoltrarono la richiesta, firmata da dodici israeliti della città, di esser accolti nella comunità israelitica di Trieste33, probabilmente non sapendo niente del diniego che gli ebrei di Trieste avevano già trasmesso alla luogotenenza della città. Un secondo rifiuto da parte degli ebrei triestini arrivò nel marzo 1891 e in esso la Consulta triestina ribadì ciò che aveva già espresso nel precedente rapporto alla Luogotenenza: “In 30 M.F. MATERNINI ZOTTA, L’ente...cit., p.117. AST, I. R. Luogotenenza del Litorale. Atti generali, b. 521, Comunicazione tra il Presidente della Provincia della Carniola e la Luogotenenza di Trieste, 8 agosto 1890. 32 AST, I. R. Luogotenenza del Litorale. Atti generali, b. 604, Comunicazione dalla Comunità Israelitica di Trieste alla Luogotenenza di Trieste, 14 settembre 1890. 33 ARS, AS 33 Deželna vlada. Konvolut 546. Comunicazione indirizzata al Magistrato civico di Ljubljana dal rappresentante degli ebrei di Ljubljana Ferdinand Neuwirth e da altri 11 ebrei adulti Ludwig Koppmann, Wilhelm Steinherz, Albert Ebenspanger, Julius Moises, Josef Deutsch, Alexander Kohn, Adolf Löwy, Adolf Götzl, Milan Rosner, Goldstein, Landau per l’affidamento degli ebrei di Ljubljana a Trieste. 31 7 comunanza di lingua, di costumi, di abitudini, considerazione d’ordine rituale e liturgico consigliamo l’aggregazione di quegli israeliti alla Comunità israelitica di Graz, mentre contro la loro incorporazione a questa Comunità ostano difficoltà pressoché insuperabili materiali e formali.”34 Tullia Catalan evidenzia che il deciso rifiuto degli israeliti di Trieste di accogliere all’interno della propria giurisdizione i correligionari della Carniola era motivato da pregiudizi anti-sloveni.35 Interessante però è notare che a Ljubljana erano considerati tedeschi, com’è già stato precedentemente evidenziato, e quindi “nazionalmente” mal visti anche nella loro nuova città. In ogni caso non è facile capire qual era l’orientamento nazionale della componente ebraica lubianese. Alcuni slovenizzarono il proprio cognome, ad esempio l’ebreo ungherese Adolf Löwy assunse nel 1899 il cognome Lorant e due anni più tardi divenne anche cittadino austriaco. Robert e Feliks Moises invece cambiarono il proprio cognome in Moskovič e aprirono un’importante attività di commercio di pellami, una delle più grandi sul territorio sloveno36. Però le scuole che la maggior parte degli ebrei in età scolare frequentava erano le due di lingua tedesca presenti a Ljubljana, una maschile e una femminile37. Dopo il rifiuto da parte della comunità israelitica di Trieste gli israeliti di Ljubljana si rivolsero agli ebrei di Klagenfurt per la costituzione di una nuova comunità israelitica che comprendesse gli ebrei di Carniola e Carinzia. Secondo la legge del 1890 anche la costituzione di ogni nuova comunità doveva essere avvallata dallo Stato. Per questa ragione anche il progetto di unire le due componenti in una comunità non si realizzò, perché le autorità statali asburgiche considerarono il numero degli ebrei delle due regioni troppo esiguo per una buona gestione della comunità38, soprattutto finanziaria e religiosa. Secondo le statistiche prodotte nel 1890 in Carniola risiedevano circa 67 persone di religione israelitica, mentre in Carinzia 12739. Il Ministero del Culto negò quindi la creazione della nuova comunità e gli ebrei di entrambe le regioni nel marzo 1893 vennero affidati a Graz40 che dal 1894 cominciò a compilare anche le matricole di nascita, morte e matrimonio per gli ebrei della Carniola. 34 AST, I. R. Luogotenenza del Litorale. Atti generali, b. 604, Comunicazione dalla Comunità Israelitica di Trieste alla Luogotenenza di Trieste, 16 marzo 1891. 35 T. CATALAN, La comunità..., cit., p. 180. 36 V. VALENČIČ, Židje v..., cit., p. 58. 37 ZAL, LJU 24, Mestni šolski svet v Ljubljani, šk. 46, pouk izraelskega verouka (1912-1914). 38 StLA, Statthalterei 35-8776/1888 Toleranzangelegeheiten, Z. 10.251 – 91, Comunicazione dal Ministero del Culto (Ministerium für Kultus und Unterricht) alla Luogotenenza della Stiria, 15 marzo 1892. 39 StLA, Statthalterei 35-8776/1888 Toleranzangelegeheiten, Z. 13.614, Nota alla Luogotenenza della Stiria dal Presidente della Provincia della Carniola, 10 novembre 1891. 40 V. VALENČIČ, Židje v..., cit., p. 64. 8 Notizie della vita comunitaria Anche se gli ebrei di Ljubljana non costituirono una propria comunità non possiamo pensare che abbandonassero la religione dei padri. Purtroppo non avendo costituito un’organizzazione comunitaria non esiste nessuna documentazione che testimoni il loro rapporto con la religione. Anche per questo aspetto vanno consultate prevalentemente fonti di matrice non ebraica che però ci forniscono un’immagine già mediata della componente ebraica lubianese, mi riferisco in particolar modo, accanto alle fonti di provenienza istituzionale, anche alla stampa e alla letteratura del periodo. Dalla documentazione esistente risulta che a Ljubljana non c’era nessuna sinagoga pubblica. Probabilmente le funzioni religiose erano celebrate in forma privata all’interno delle abitazioni degli ebrei lubianesi. Una dimostrazione del fatto che non avevano rinunciato alla religione è la richiesta nel 1892 alle autorità asburgiche dell’introduzione di un maestro di religione per i 30 ragazzi di religione ebraica che frequentavano la scuola commerciale di Mahr41. E’ difficile pensare che se erano interessati all’educazione religiosa dei giovani, non curassero anche la propria. Infatti periodicamente, il rabbino Moritz Figdor, da Graz si recava a Ljubljana, per l’insegnamento di religione agli scolari e studenti ebrei42. E’ abbastanza probabile che Figdor presenziasse anche alle funzioni degli ebrei di Ljubljana. Dal periodico della comunità ebraica di Graz, il Grazer Israelitischer Gemeindebote43, una delle poche fonti a cui possiamo riferici per i rapporti tra la comunità israelitica di Graz e gli ebrei di Ljubljana, risulta inoltre che il rabbino maggiore di Graz, il dr. Herzog, venne invitato dagli ebrei di Ljubljana per una funzione particolare, ma che l’incontro non si realizzò44. I rapporti tra Ljubljana e Graz non furono mai particolarmente assidui nè distesi. Tale circostanza derivava sicuramente dalla distanza tra le due città. Gli ebrei di Ljubljana si sentivano a mio parere isolati dalla propria comunità di riferimento, che offriva loro esclusivamente la periodica visita di un rabbino, ma dall’altra parte pretendeva, in quanto appartenenti alla comunità, il regolare pagamento della tassa annuale. Una delle norme introdotta dalla legge del 1890 prevedeva infatti il pagamento obbligatorio delle tasse da parte degli iscritti alla comunità. Lo stato ne garantiva la riscossione e allo stato doveva rivolgersi le comunità nel caso del mancato pagamento da parte degli 41 ARS, AS 33 Deželna vlada. Konvolut 546. Lettera di Adolf Götzl per il Presidente della Provincia di Ljubljana, 3 aprile 1892. V. VALENČIČ, Židje v..., cit., p. 60. Valenčič evidenzia che il numero degli studenti ebrei era così alto, perché la scuola era molto rinomata, 10 infatti erano di Ljubljana, gli altri provenivano da altre regioni, soprattutto da Trieste. 42 Grazer Israelitischer Gemeindebote, A. 1, N. 9, 1° settembre 1908, p. 142. 43 Grazer Israelitischer Gemeindebote. Pubblicato a Graz dal 1908 al 1914. 44 Grazer Israelitischer Gemeindebote, A. 4, N. 5, 1° settembre 1911, p. 93. 9 iscritti. La tassazione obbligatoria rappresentò un problema costante e spinoso nei rapporti tra Graz e Ljubljana, come del resto lo fu per tutte le comunità dell’impero45. Gli ebrei lubianesi più facoltosi spesso non versavano la tassa annuale alla comunità di Graz che si rivolgeva alle autorità austriache per la riscossione delle morosità. La questione del mancato pagamento delle tasse afflisse numerose comunità dell’Impero e rappresentò un problema costante tra la comunità e i propri iscritti. E’ interessante sottolineare che le tasse non venivano versate proprio da alcuni ebrei tra i più ricchi e da questo, a mio avviso, possiamo evincere un elemento di polemica con Graz. Probabilmente dava loro fastidio il finanziamento delle strutture della comunità senza però concretamente vedere nessun tipo di cura per gli ebrei della propria città. L’antisemitismo in Carniola Anche i rapporti con la società maggioritaria non furono mai facili e gli ebrei in Carniola non furono ben accolti. Nel 1866, poco prima dell’emancipazione, all’interno dell’Avvocatura del Consiglio comunale della città di Ljubljana si discusse infatti, se era il caso di mantenere in vigore il privilegio del Cinquecento che non permetteva agli ebrei di stabilirsi sul suolo della Carniola. Prevalse la posizione, difesa da alcuni consiglieri sloveni che preferirono non abolirlo, mentre alcuni consiglieri di nazionalità tedesca che avevano proposto il contrario, sostennero che il privilegio di esclusione non aveva più nessun senso all’interno della legislazione asburgica del post1848. Il dibattito non venne mai messo all’ordine del giorno delle sedute del Consiglio comunale e lo storico Vlado Valenčič evidenzia che le ragioni di questa mancata discussione non sono chiare come non è chiaro, se la proposta di esclusione degli ebrei dalla Carniola rispecchiasse la situazione slovena di quel periodo oppure fosse un più vasto problema austriaco.46 Dopo l’emancipazione il sentimento antiebraico presente in precedenza in Carniola non scomparve, ma si manifestò in maniera ancora più decisa dalla seconda metà degli anni Settanta dell’Ottocento, quando nelle aree slovene dell’Impero, divenne rilevante l’influsso dei cristianosociali47. Anton Mahnič, loro importante esponente, espresse proprio in quegli anni sulle pagine del “Rimski katolik”48(Cattolico romano) la sua condanna nei confronti del liberalismo identificandolo con l’ebraismo. Janez Evangelist Krek, fondatore del partito cristiano-sociale sloveno, si rifece alle 45 M.F. MATERNINI ZOTTA, L’ente...cit., p. 120. V. VALENČIČ, Židje v..., cit., p. 55. 47 Per una visione globale su questo argomento vedi: MICCOLI G., Fra mito della cristianità e secolarizzazione. Studi sul rapporto chiesa-società nell’età contemporanea, Torino 1985. J. W. BOYER, Culture and political crisis in Vienna. Christian Socialism in Power, 1897-1918, Chicago-London 1995. 48 Rimski katolik (1889-1896), stampato a Gorizia. 46 10 posizioni antisemite di Karl Lueger49. Secondo Krek gli ebrei rappresentavano un elemento disgregante della società cristiana e tenevano le fila della social-democrazia, dell’arte, della stampa e della politica in generale50. La paura della loro concorrenza sul piano economico rimase, come prima del 1867, uno degli argomenti antisemiti più presenti sulla stampa, anche in quella di matrice liberale, caratteristica peculiare dell’area slovena, poiché nell’Impero l’ antisemitismo liberale era poco diffuso. Ad esempio il “Slovenski narod”51 (Popolo sloveno), voce principale della corrente politica liberale, nel 1884 esortava i propri lettori a boicottare i negozi ebraici di Ljubljana52. Nel prosieguo della mia ricerca, un quadro maggiormente chiarificatore sul punto dell’antisemitismo potrà scaturire dall’analisi degli articoli sulla presenza ebraica nella stampa slovena. Da quel che si desume dalla storiografia esistente, la maggior parte di essi furono di carattere antisemita, anche se in ogni caso la mia speranza è anche quella di riuscire a trovare alcune notizie concrete sugli ebrei di Ljubljana, in modo da poter almeno in parte integrare ciò che si riesce a evincere da fonti che, come abbiamo visto, sono quasi esclusivamente non ebraiche e di provenienza amministrativa. Conclusioni Quali furono, dunque, i rapporti della componente ebraica di Ljubljana con l’amministrazione austriaca e con le due comunità israelitiche ad essa più vicine, cioè Trieste e Graz? Ciò che emerge, soprattutto per quanto concerne le relazioni con le due le comunità israelitiche, è una situazione di isolamento, nonostante gli ebrei di Ljubljana avessero manifestato la volontà di conservare la religione ebraica. Parallelamente anche i rapporti con la maggioranza slovena non furono dei migliori. Non accettati fino al momento in cui la legislazione cancellò un divieto oramai più che obsoleto, gli ebrei vennero poi additati come rovina economica della città. Ciò nonostante la presenza ebraica a Ljubljana, benché non particolarmente numerosa, fu costante. Tale sarebbe stata anche dopo la prima guerra mondiale, quando venne a crearsi lo Stato jugoslavo, e rimasta fino alla seconda guerra mondiale, fino a quando anche alla comunità degli ebrei della Carniola non sarebbe toccata la stessa sorte della maggior parte delle comunità balcaniche, finendo per essere sostanzialmente cancellata dopo l’invasione da parte della Germania nazista. 49 V. VALENČIČ, Židje v..., cit., pp. 82, 83. ivi, p. 83. 51 Slovenski narod (1868-1943), stampato a Ljubljana. 52 V. VALENČIČ, Židje v..., cit., p. 84. 50 11 INDICE INTRODUZIONE 1. LA COMPONENTE EBRAICA DI LJUBLJANA DALL’EMANCIPAZIONE ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE (1867-1918) 1.1. Dall’espulsione del Cinquecento alla Costituzione del 1867 1.2. Immigrazione ebraica in Carniola 1.3. Gli ebrei di Ljubljana tra Trieste e Graz 1.4. Composizione etnica e caratteristiche sociali e professionali 1.5. Antisemitismo in Carniola 2. GLI EBREI DELLA DRAVSKA BANOVINA (1918-1941) 2.1. Rapporto tra lo Stato jugoslavo e gli ebrei di Ljubljana 2.2. Riorganizzazione dei nuclei ebraici sloveni dopo la prima guerra mondiale 2.3. Sviluppo della presenza ebraica nella Dravska banovina 2.4. Il processo di assimilazione 2.5. Antisemitismo jugoslavo 2.6. Il fenomeno dei profughi ebraici provenienti dalla Germania e dall’est Europa 3. LA COMPONENTE EBRAICA DURANTE L’OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA PROVINCIA DI LJUBLJANA (1941-1943) 3.1. L’applicazione della legislazione razziale alla Provincia di Ljubljana. 3.2 Internamenti CONCLUSIONI 12