Italianisti in Spagna, ispanisti in Italia: la traduzione
Transcript
Italianisti in Spagna, ispanisti in Italia: la traduzione
rNIVIERSrTA DEGLI STUDI Facoltà di Lettere e Filosofia Dipartimento di Letterature Comparate Italianisti in Spagna, ispanisti in Italia: la traduzione Atti del Convegno Intemazionale Roma, 30 - 31 ottobre 2007 a cura di Pina Rosa Piras Arianna Alessandro Domenico Fiormonte Edizioni INDICE SALUTI OTELLO LOTTINI MICHELE ABRUSCI FANNY RUBIO 9 Il 15 17 CLARAJANÉS Poema al modo de los que Machmtn / escribia fingiendo errol'es / para que Layla se los corrigiera .. ......... 19 PINA ROSA PIRAS Introduzione 21 I SESSIONE Il quadro generale della traduzione e la specificità del rapporto tra l'Italiano e lo Spagnolo............................................ 29 ROBERTO PUJA Traduzioni e altre 'ginnastiche ' 31 EVA MuNOZ RAYA No s610 de teoria vive el traductor , pero ayuda 49 LAURA MARIOTTINI La cortesia. Problemi di teoria e prassi traduttiva............................. 77 ARIANNA ALESSANDRO La traduzione delle unità ji-aseologico-pragmatiche nel registro colloquiale ù?formale: enunciati pragmatici e idiomatico-pragmatici in Mai sentita così bene e Historias del kronen 91 DIBATTITO SESSIONE I Il quadro generale della traduzione e la spec(ficità del rapporto tra l'italiano e lo spagnolo 117 II SESSIONE Gli strumenti didattici 123 FILOMENA LIBERATORI Lo spazio della grammatica nell 'insegnamento delle lingue: implicazioni ai fini della traduzione 125 LILIANA GARZILLO Lo spagnolo nella scuola: storie di lingua vissuta 133 MANUEL VAZQUEZ LOPEZ Las diccionarios bilingiies italiano-espaiìol / espmÌol-italiano como herramientas del traductor: problenuitica y limites 141 CARMEN MATA PASTOR El aula de traduccion multicultural: italianos y espaiìoles en clase de traduccion IT> ES 167 SUSANA MENDO Como los veo, como me ven: apuntes sobre expectativas y prejuicios lingiiistico-culturales en la didactica del espmÌol para italianos 189 DIBATTITO SESSIONE II Gli strumenti didattici 209 III SESSIONE La traduzione letteraria 215 PEDRO LUIS LADRON DE GUEVARA La poesia di Mario Luzi in Spagna: problemi di traduzione di un traduttore-tradotto............................... 217 FAUSTA ANTONUCCI Problemi e soluzioni nella traduzione di testi teatrali aurei: il caso de La vida es suellO 243 SIMONE TRECCA Mulini e ombre: la labilità del reale (alcune considerazioni sulla traduzione intersemiotica di Quijote I, 8) 255 RAFFAELE PINTO Un esercizio di autotraduzione poetica.............................................. 267 DIBATTITO SESSIONE III La traduzione letteraria 277 IV SESSIONE Strumenti e risorse digitali per la traduzione 283 DOMENICO FIORMONTE Il testo digitale: traduzione, codifica, modelli culturali 285 DANIELE SILVI L'analisi ù?formatica del testo: una proposta di applicazione alle traduzioni 301 PATRICIA FERNANDEZ CARRELO Herramientas digitales para el analisis lingiiistico: nuevos agentes de la traduccion, l1ueva traduccion 333 NOTIZIE SUGLI AUTORI 355 FILOMENA LIBERATORI LO SPAZIO DELLA GRAMMATICA NELL'INSEGN~NTO DELLE LINGUE: IMPLICAZIONI AI FINI DELLA TRADUZIONE A proposito dell'argomento di questa sessione, 'Gli strumenti didattici', per un momento voglio andare alla mia annosa esperienza prima di affrontare ciò che avviene nel settore linguistico quando la didattica è diretta prevalentemente agli studenti del I anno del Corso di Laurea in Lingue e Culture Straniere presso l'Università degli Studi Roma Tre. Forse è opportuno precisare che gli studenti seguono il corso comunicativo con i Lettori e con me due moduli incentrati sulla grammatica, separati per la prima e la seconda lingua. Ho cominciato a studiare le lingue sh'aniere (francese e spagnolo) più o meno con i metodi usati per il latino: molta grammatica, elenchi di parole da imparare e molti esercizi di traduzione da e nella lingua straniera. Erano gli almi Sessanta e di metodo di insegnamento o di apprendimento si parlava poco e non solo all'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Dopo il mio arrivo da questa parte della cattedra, ci furono dei corsi di 'aggiornamento' e metodi più moderni che si basavano, per esempio, sull'utilizzo del Laboratorio Linguistico e di quello che allora andava per la maggiore (Rojo Sastre, Rivenc, Fener 1972), il cosidetto metodo audiovisivo 'globale', che rifiutava l'uso della grammatica. La lingua scritta doveva essere presentata con molto ritardo rispetto al parlato; era previsto, inoltre, che ogni Unità Didattica si sviluppasse nell'arco di molte ore (se non ricordo male, almeno 6). Certamente gli autori si rifacevano a teorie linguistiche che andavano oltre il primo strutturalismo, ma non tenevano conto che è impossibile, per un corso di L2, ricreare le condizioni dell'apprendimento della LI. Noi dovevamo (e dobbiamo) dare il massimo in un 126 FILOMENA LIBERATORI numero di ore molto, troppo limitato. Così, per ridurre la distanza fra il corso utilizzato e la nostra realtà, e anche perché mi sembrava utopistico credere che l'apprendimento di una lingua straniera da parte di giovani universitari potesse avvenire con poche ore settimanali attraverso la ripetizione di frasi, dialoghi, drammatizzazione, ecc., dal momento che ebbi la responsabilità del I Biennio di Lingua e Letteratura (Spagnola) Quadriennale, alternativamente con una collega italiana, facevo lezione di lingua al I e al II anno, con spiegazioni di grammatica, ripercorrendo, in positivo (questa almeno era la mia intenzione) la mia stessa esperienza scolastica e universitaria. (Allora, all'Orientale, almeno nel mio corso, il Lettore era di semplice supporto, per conversazione ed esercitazioni, in aula e in Laboratorio, al corso tenuto al I e al II anno, come detto, dai docenti italiani). Poi vennero i metodi 'diretti' e i corsi 'situazionali' con prevalenza di esercizi strutturali (trasfotmazione, tavole di sostituzione, ecc.), sempre gli stessi e sempre muy pesados. In pratica, se con il sistema tradizionale si partiva dalla presentazione delle fonne, e si continuava con le regole grammaticali e gli esempi, completando il tutto con esercizi e test, con il sistema induttivo si partiva dagli esempi e si procedeva con gli esercizi strutturali, seguiti da eventuali test (Roulet 1972; trad. it. 1980: 45); successivamente è stato dimostrato che questo metodo generalmente fornisce «spiegazioni che non sono sufficienti per assicurare la comprensione e l'esatto uso della struttura» (Roulet 1980: 52). Anche quando nei corsi audiovisivi sono stati usati materiali autentici, la pretesa che l'apprendimento avvenisse per semplice esposizione a tale materiale, grazie alla ripetizione e all'imitazione, non mi pare che abbia dato risultati eccellenti. Il punto di svolta parte dalla teoria trasfonnazionale-generativista e, soprattutto, dall'approccio pragmatico-comunicativo perché, cito da Eddy Roulet: possedere una lingua come stnrmento di comunicazione non significa semplicemente essere in grado di costruire e capire frasi grammaticali. Significa anche saper usare queste frasi in determinati contesti linguistici e non linguistici. In altre parole, occorre sapere da una parte come combinare queste frasi in unità comunicative più complesse, come ad esempio testi e dialoghi, e dall'altra produrre ed usare enunciati appropriati in situazioni comunicative in relazione a scopi particolari, il ruolo e lo status degli interlocutori, l'argomento della conversazione ed il canale di comunicazione usato, solo per citare i fattori più importanti (1980: 103). LO SPAZIO DELLA GRAMMATICA NELL'INSEGNAMENTO DELLE LiNGUE 127 Per un uso corretto della lingua non possiamo limitarci alla funzione referenziale, cognitiva o denotativa: ci sono anche quella emotiva o espressiva, quella conativa e quella fatica, come ci ha insegnato Roman Jakobson; insOlmna, possedere una lingua significa conosceme l'uso sociale per poter comunicare nei vari contesti reali. Nell'impossibilità di quell'immersione totale nella L2 auspicata da molti autori, la sola che -forse- potrebbe dare le competenze necessarie per una comunicazione COlTetta a tutti i livelli (morfosintattico e lessicale), ho continuato a credere nella necessità di riferimenti espliciti alla grammatica. A differenza di quanto ritenevano gli autori dei corsi audiovisivi, da tempo «non si considera più la lingua madre come la fonte di interferenze che ostacolano l'apprendimento della seconda lingua e che pelianto occorre neutralizzare al più presto» (Roulet 1980: 74), ed io, senza el respaldo delle teorie cognitiviste (che non conoscevo, confesso la mia ignoranza), data l'età degli studenti con cui ho sempre lavorato, ho privilegiato fin dall'inizio l'approccio contrastivo, e qui, indirettamente, rientra anche la traduzione. Ad esempio, se presento ai principianti la coniugazione del verbo Dar, non mi limiterò a segnalare la desinenza in y della prima persona singolare del presente indicativo (e 1'analogia con estoy, soy, voy), l'accento grafico su dé del congiuntivo presente o il passato remoto (e l'imperfetto congiuntivo), la cui desinenza coincide con le altre coniugazioni, ma darò una fraseologia consistente da cui emerga un uso diverso nella lingua madre: dar clase, dar un paseo, dar la 170m (e! reloj), dar miedo, dar al norte (la plaza), dar saltos, dar a entendel; dar igual (lo mismo), e così di seguito con molte altre preposizioni (dar en alga, dar para alga, dar por) o nella fonna pronominale (darse a conocer, a entendel; por vencido, .. .) espressioni in parte traducibili con l'italiano 'fare'. Celio, i vari, più recenti corsi di lingua spagnola (funzionali, situazionali, por tareas, comunicativi) hanno quasi sempre un occhio di riguardo per la grammatica, in genere presentata in quadri sinottici. Anche qui, però, a me sembra utile servirsi di un manuale cui ricOlTere in caso di dubbio e anche per studiare fuori dagli schemi e dalla ripetitività degli esercizi. Tutti noi sappiamo come sia facile per un italiano 'comunicare', mal gue bien, con uno spagnolo e come sia facile storpiare la lingua: purtroppo ci sono ancora molti, troppi, studenti (e temo anche docenti di altre materie) che considerano lo spagnolo 'una lingua di serie B', che si può imparare senza fatica e che si inserisce nel proprio piano di studio proprio 128 FlLOMENA LIBERATORI perché può garantire buoni voti con poco sforzo. Paradossalmente, anche viaggi e soggiorni in Spagna possono risultare negativi, a volte pure se sostenuti da 'cursos de espafiol para extranjeros': evidentemente l'eterogeneità dei discenti (origine, cultura, lingua materna) non consente ai docenti spagnoli di seguire adeguatamente lo studente italiano che, pur partendo avvantaggiato, alla fine del cursillo non avrà fatto progressi come gli altri; magari avrà una buona intonazione, la pronuncia tipica della regione in cui è stato, il lessico dei giovani, ma senza percepire il diverso funzionamento dei due sistemi linguistici. Per tutto ciò, continuo a insistere su\ma didattica che preveda -accanto al lavoro attivo con gli Esperti e Collaboratori madrelingua- uno studio serrato della grammatica: non troppo teorico, ma semplici riflessioni teorico-pratiche; ed è significativo che i due componenti basilari della grammatica siano quello lessicale e quello sintattico: se è vero che nella comprensione ci può essere una relativa separazione funzionale fra il riconoscimento delle parole e l'analisi sintattica, mentre nella produzione esiste una mutua intercol1l1essione e dipendenza fra i «procesos de planificacion léxica y de planificacion sintactica» (Garrudo Carabias 2005: 43-44), si confennerà l'utilità dell'insegnamento esplicito della grammatica fin dall'inizio. Sono d'accordo con quanto espresso, in particolare, da Emilia Alonso Marks (2005) nella 'ponencia', Reevaluacion del papel de la gramatica en la instruccion lingiiistica: por qué hacerlo y como hacerlo presentata al XV Congreso ASELE significativamente intitolato Las gramaticas y los diccionarios en la ensdianza del espanol como segunda lengua: deseo y realidad (Castillo Carballo 2005, ed.). Secondo questa collega, l'attenzione cosciente per le strutture linguistiche favorisce l'apprendimento, soprattutto a livello avanzato, infatti: «la instruccion explicita trae consigo ganancias significativas en el aprendizaje de las estructuras de la lengua meta en comparacion con la instruccion implicita por si sola» (Alonso Marks 2005: 120), anche se non possiamo ignorare che tuttora vi sono sostenitori di un apprendimento naturale, incosciente. E' ovvio che nessuno pensa di tornare all'insegnamento tradizionale: la conoscenza esplicita della grmmnatica porterà alla conoscenza implicita se si completa con attività comunicative, contestualizzate e incentrate sul significato: la grammatica diventa, pertanto, un mezzo per acquisire competenza comunicativa, non un fine in sé stessa (Castro Viudez 2005: 208). Personalmente ritengo che l'approccio contrastivo sia utile fin dai LO SPAZIO DELLA GRAMMATICA NELL'INSEGNAMENTO DELLE LINGUE 129 primi momenti dell'insegnamento della seconda lingua e lo uso anche per parlare dell' ortografia spagnola: parlando della consonante C, per esempio, non solo segnalo la diversità di suoni, a seconda della vocale che la segue, in pmie identica IK/ nelle due lingue, in parte con un fonema nuovo -almeno in ambito castigliano- (e qui pare giusto presentare la varietà fonetica americana 18/); il digramma CH conisponde a un suono diametralmente opposto alla grafia italiana, ma facilmente identificabile con CCE/I- italiani. Un altro esempio: per l'articolo detenninativp in italiano abbiamo: 'il, lo, la' e in spagnolo soltanto el, la: 'il libro, lo zucchero, lo studio, la casa' ellibro, el azucw; el estudio, la casa; mentre gli italiani 'lo' e 'la' si elidono davanti a parola che inizia per vocale: 'l'amico, l'amica, l'aula' lo spagnolo ha: el amigo, la amiga, el aula. E qui è fondamentale, ma non semplice da tùr capire ai nostri studenti, il concetto di vocale tonica; per questo -in molti casi- è preferibile che sappiano usare conettamente la lingua (per ripetizione di frasi analoghe già ascoltate alette), piuttosto che conoscere le regole, ma non riuscire ad applicarle: l'importante è che ricordino che dicendo el aula si riferiscono a un sostantivo fennninile e che eventuali aggettivi devono essere concordati. Importante anche l'miicolo neutro lo, così come i dimostrativi neutri esto, eso, aquello, così simili alle fanne italiane, ma profondamente diversi come categoria grammaticale. Il caso dell'articolo indetenninato consente di far riflettere gli studenti su una regola della grammatica italiana che alcuni sembrano ignorare: la f01111a maschile è un, quella femminile una; pertanto solo la fonna femminile accetta l'apostrofo; purtroppo -penso che sia capitato ad altri colleghici sono laureandi che ancora connnettono questo enore. E' ovvio che per un periodo, nel corso dell'apprendimento della seconda lingua, dominerà l'interlingua, un codice personale con cui lo studente cercherà di comunicare e durante il quale si evidenzieramlo due tipologie di errori: quelli cosiddetti di interferenza ('transfeli negativo': le due lingue hanno strutture differenti e lo studente non ha percepito tale opposizione) e anche quelli che per un 'transfert positivo' non si dovrebbero fare visto che le strutture delle due lingue sono uguali e che, invece, esistono, al punto che l'ipotesi dell' Analisi Contrastiva ha rivelato che l'influenza maggiore della L l si manifesta a livello fonologico, non grannnaticale (Dulay-Burt-Krashen 1982; trad. it. 1985: 144). Anche la mia esperienza confel111a che il 'transfeli positivo' non si 130 FILOMENA LIBERATORI verifica sempre; tuttavia, continuo a credere che prendere coscienza del funzionamento della L2 attraverso la riflessione sulla lingua materna possa rafforzare le competenze attive nella seconda lingua. Altri argomenti che rivestono particolare importanza anche per la pratica della traduzione sono quelli relativi ai tempi verbali: l'uso del congiuntivo e le fonne del passato. A proposito del congilmtivo è appena il caso di commentare come sia inadeguato l'uso che ne viene fatto nell'italiano parlato e come questa tendenza si possa ritrovare anche nella lingua scritta; quanto alle fonne del passato, è sempre opportuno ricordare che il pretérito indefinido spesso equivale!al passato prossimo italiano (almeno nell'uso della maggioranza dei parlanti), ma può -correttamente- coprire anche il campo del piuccheperfetto, così come avviene con la fonna in -ra dell'imperfetto congiuntivo, il cui uso con questo valore non è solo di tipo diatopico (Galicia), ma è frequente in altri registri e mezzi di comunicazione orali e scritti (radio-televisione, articoli sportivi, di cronaca, sensazionalisti). Certo questi sono aspetti puramente grammaticali che devono già essere (stati) interiorizzati quando lo studente affronta testi da tradurre, accanto alle diverse perifrasi verbali che sicuramente a volte devono essere rese con fonne totalmente diverse, cosa che capita anche con le frasi idiomatiche, la cui somiglianza fonnale non implica una identità semantica o, per lo meno, coincidono soltanto in parte. Come sostiene Valentin Garcia Yebra, il traduttore deve conoscere el sentido de esas unidades lingiiisticas cOl11plejas que son las locuciones, las frases hechas, 10s refranes, de la lengua originaI. Y tiene que hallar sus equivalencias en la lengua terminaI. Para elIo necesita, irrel11ediablel11ente, los diccionarios; no s610 bilingiies, sino tal11bién monolingiies (1983: 120). Vorrei concludere con una frase di Mariano José de LalTa il quale, occupandosi di traduzioni teatrali dal francese, evidenziava la necessità di conoscere il teatro e il pubblico dei due paesi (potrelmno ampliare il discorso e dire che per molte traduzioni è fondamentale conoscere l'argomento: non si può tradulTe un testo di diritto o di medicina se non si sa niente di tali materie) e poi, ripetendo le sue parole, è indispensabile: «saber leer el francés, y [... ] saber escribir el castellano» e «algo mas» (talento?). Questo per tradurla bene -commenta acutamente- perché, per LO SPAZIO DELLA GRAMMATICA NELL'INSEGNAMENTO DELLE LINGUE 131 tradurla male (continuo a citare) «no se necesita mas que atrevimiento y diccionario: por lo regular el que tiene que servirse del segundo, no anda escaso del primero» (Lana 1836, cito da: 1960, II, 180). Per questo motivo, perché i nostri laureati siano bravi traduttori, insisto nel propone lezioni di grammatica spagnola per farli riflettere anche sull'uso corretto dell'italiano: una buona conoscenza della L2 deve essere affiancata da un' altrettanto buona conoscenza della lingua materna, che troppo spesso si considera implicitamente conosciuta, senza che vi sia stata una sufficiente riflessione sistematica. 132 FILOMENA LIBERATORI Bibliografia Alonso Marks, Emilia (2005), Reevaluacion del papel de la granuitica en la instruccion lingiiistica: por qué hacerlo y como hacerlo, en Castillo Carballo, Maria Auxiliadora (ed.), Las gramaticas y los diccionarios en la enselÌanza del EspmÌol como segunda lengua, deseo y realidad, Actas del XV Congreso Intemacional de ASELE de Sevilla (22-25 de septiembre de 2004), Servicio de Publicaciones de la Universidad de Sevilla, Sevilla 2005, pp. 120-127. Castillo Cm"ballo, Ma Asunci6n et alii (2005, ed.) Las gramaticas y los diccionarios en la enselÌanza del EspmÌol cqmo segunda lengua: deseo y realidad, Actas del XV CongI"eso Intemacional de ASELE de Sevilla (22-25 de septiembre de 2004), Servicio de Publicaciones de la Universidad de Sevilla, Sevilla. Castro Viudez, Francisca (2005), Condiciones de las gramaticas pedagogicas para la enselÌanza de ELE, en Castillo Cm'ballo, Maria Auxiliadora (ed.), 2005, Las gramaticas y los diccionarios en la enselìanza del espmìol como segunda lengua, deseo y realidad, Actas del XV Congreso Intemacional de ASELE de Sevilla (22-25 de septiembre de 2004), Servicio de Publicaciones de la Universidad de Sevilla, Sevilla 2005, pp. 207-211. Dulay, Heidi - Burt, Marina - Krashen, Stephen (1982), Language Tvvo, (trad. it. La seconda lingua, Il Mulino, Bologna 1985). Garcia Yebra, Va1entin (1983), En torno a la traduccion, Gredos, Madrid. GatTudo Carabias, Francisco (2005), El diccionario, arma de doble filo: la informacion gramatical, en Castillo Carballo, Maria Auxiliadora (ed.), Las gramaticas y los diccionarios en la enselÌanza del Espaiìol como segunda lengua: deseo y realidad, Actas del XV Congreso Intemacional de ASELE (22-25 de septiembre de 2004), Sevilla, 2005, pp. 40-51. LatTa, Mariano José (1836), De las traducciones, «El Espanol» (11 de marzo de 1836), cit. da: Obras Completas, Atlas, Madrid, 1960, II, pp. 180-183. Rojo Sastre, Antonio J. - Rivenc, Paul - FetTer, Adam (1968), Vida y diétlogos de EspmÌa, Didier, Paris. Roulet, Eddy (1972), Théories grammaticales, description et ellseigllemellt des langues, (trad. it. Teorie grammaticali e insegnamento delle lingue, Il Mulino, Bologna 1980).