La voce - Parrocchia di Zanica
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La voce - Parrocchia di Zanica
La voce Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica OTTOBRE 2010 ORARI DELLE SANTE MESSE 7.00 Lunedì Scuola Materna Martedì Mercoledì Parrocchia** Giovedì Venerdì Parrocchia Sabato 9.00* Parrocchia Parrocchia Parrocchia Parrocchia Parrocchia 17.30 Capannelle Capannelle Capannelle 18.00 20.00 Parrocchia Parrocchia Oratorio Parrocchia Parrocchia * Celebrazione delle Lodi mattutine - A seguire Santa Messa ** La celebrazione è posticipata alle ore 7.45 DOMENICA E FESTIVI In parrocchia Alle Capannelle Al Padergnone Ore 18.00 (vigilia) - 7.00 - 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00 Ore 18.30 (vigilia) - 10.00 Ore 9.00 LA VOCE Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica Anno 8 - N° 4 - Ottobre 2010 Direttore responsabile Silvano Ghilardi Direttore di redazione Luca Gattoni Redazione Marco Bassi Veronica Casanova Fabrizio Colombelli Luca Gattoni Silvano Ghilardi Ennio Locatelli Valeria Ubbiali Stampa Gianluigi Ronzoni Stefania Bottazzoli Alice Bottazzoli CICLOSTILATO IN PROPRIO http://www.parrocchiazanica.it VISITE GUIDATE AL MUSEO PARROCCHIALE Grazie alla collaborazione dei volontari del gruppo “ZanicArtEstoria”, ogni quarta domenica del mese alle ore 15.45 viene offerta la possibilità di visitare gratuitamente il Museo parrocchiale, e di essere accompagnati anche nella visita alla Chiesa. Per informazioni, rivolgersi in casa parrocchiale. NUMERI TELEFONICI UTILI Don Silvano - Casa Parrocchiale Don Luca - Abitazione Don Pietro - Abitazione Reverende Suore - Scuola Materna Segreteria - Bar Oratorio 035.671.029 035.30.58.953 035.675.063 035.671.107 035.670.558 EDITORIALE Famiglia: modello per le nuove generazioni? SOMMARIO Famiglia: modello per le nuove generazioni? . . . . . . . . pag. 3 Camminando s’apre cammino . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5 Giornata Missionaria Mondiale . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7 Africa Africa . . . . . . . . . . . . . pag. 8 Una luminosa figura di missionario . . . . . . . . . . . pag. 10 50° anniversario di ordinazione di d. Umberto . pag. 13 Calendario novembre. . . . . . pag. 14 Grazie Signore!. . . . . . . . . . . pag. 15 Il libro dei Numeri. . . . . . . . . pag. 16 Prove tecniche di trasmissione. . . . . . . . . . . pag. 17 Il dono di San Nicolò . . . . . pag. 18 Camposcuola invernale. . . . pag. 19 Progetto L’Aquila . . . . . . . . . pag. 20 Gruppo Alpini Zanica . . . . . pag. 22 Anagrafe . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 25 La Voce - Ottobre 2010 Il programma pastorale diocesano invita le comunità a mettere al centro della propria attenzione la famiglia, “cellula della vita sociale“, a partire dalla formazione al matrimonio delle giovani coppie, ma per molte comunità la proposta del programma pastorale deve fare i conti con la presenza di numerose famiglie con figli già grandi e in buona parte con relativi nipoti. A partire da tale contesto sociale è bene porsi la domanda sul come il cammino di queste famiglie “mature” è stato segnato ed accompagnato dalla Parola di Dio - ovvero quale consapevolezza è presente in queste famiglie che la radice del loro amore si ritrova nell’Amore che il Signore ha per la sua Chiesa? Perché è bene porsi questa domanda? Perché a queste famiglie vissute in un contesto storico che ora è profondamente mutato “oggi è affidato l’Annuncio del Vangelo alle nuove generazioni “. Riconoscendo pertanto che alle famiglie adulte è affidato questo compito, sono state raccolte numerose testimonianze sul come è stato vissuto il loro rapporto con la Parola di Dio, per poterle interpretare alla luce dei profondi cambiamenti in atto nel tessuto delle nostre comunità. In primo luogo, dalla maggioranza delle famiglie incontrate in una comunità di un quartiere cittadino, si è colto che il Signore ha illuminato il loro cammino nello scorrere della vita quotidiana, attraverso la semplicità della preghiera. La preghiera per queste famiglie è stata compagna di viaggio nella buona e cattiva sorte, e la preghiera - più di tante belle preghiere - resta l’unica mo- dalità di testimoniare la propria fede alle nuove generazioni. In questo modo molti si sono limitati a rispondere, ma poi entrando più nel merito del vissuto di queste famiglie sono emersi ulteriori contributi, in particolare si sottolineato il “valore della relazione con l’altro, perché nella buona relazione con l’altro passa la testimonianza del nostro stile di vita“. Lo stile di vita è considerato molto importante da queste famiglie perché: “attraverso il nostro stile di vita coerente con i nostri principi possiamo essere testimoni dell’annuncio dl Vangelo“. Altri poi hanno sottolineato che occorre evitare il rischio di idealizzare il passato, non sempre nel passato ritroviamo modelli di autentica vita cristiana e nella storia di molte famiglie ci sono molte “zona d’ombra”. Significativa al riguardo è la testimonianza di chi ha operato per anni nell’area caritativa perché in questo impegno verso gli altri si “toccava con mano le situazioni di fragilità e povertà di molte famiglie“ e nel contempo si riscopriva la presenza del Signore in ogni situazione. È interessante sottolineare che tali sensibilità e impegno verso il prossimo lo si è ritrovato non solo nell’ambito dell’area caritativa, ma anche in chi ha operato nella vita sociale, in quanto la testimonianza nella vita sociale ha trovato forza e sostegno nel rapporto di coppia e nella propria famiglia. Sul rapporto di coppia si sono raccolte molte testimonianze ma quanto queste esperienze possono essere motivo per trasmettere la propria fede alle nuove generazioni è tutto da verificare. Infatti, qualcuno giustamente ha fatto rilevare: “non sempre le nostre espe3 rienze sono riproponibili perché nel passato si è fatto un cammino con certe categorie sociali e culturali che ora non ci sono più “. In particolare è cambiato il mondo del lavoro e il modello di vita sociale che aveva plasmato molte famiglie. Ora si è passati: “dal lavoro ai lavori e in molti casi anche precari che incidono profondamente non solo sul vissuto famigliare ma anche sui modelli di vita famigliare che si vanno costituendo dove la maggioranza delle giovani coppie lavorano entrambe “. La possibilità per le nuove generazioni di saper andare oltre certe difficoltà sta nel fatto che dal crogiolo della prova le precedenti generazioni sono passate attingendo a risorse e modelli organizzativi ora non più riproponibili, altri scenari si stanno prefigurando e compito delle comunità è quello di accompagnare queste nuove generazioni nel difficile compito di riscoprire nuove categorie culturali e sociali per poter affrontare le sfide dei cambiamenti in atto. Un ulteriore contributo a questa riflessione ci è stata offerta a partire dalla nascita dei figli perché: “i figli ci mettono di fronte ad una realtà che prima non conoscevi, un conto è vivere il rapporto di coppia senza figli ed un conto è quando ci sono di mezzo i figli perché tutto si trasforma radicalmente“. Quando poi i figli incominciano a crescere emerge nei genitori l’importanza della loro educazione, infatti in molte famiglie adulte il tema dell’educazione dei figli è stato considerato centrale perché: “è allora che si sente forte il significato di essere famiglia, ma ancor più si coglie la consapevolezza di vivere la propria fede in una dimensione famigliare“. Infatti, un conto 4 è vivere la fede all’interno di un rapporto di coppia ed un conto è trasmettere la propria esperienza ai figli. Unitamente a queste difficoltà di trasmettere la propria fede molte volte si sono presentate situazioni di crisi che sono andate oltre la dimensione ed in questi casi le solidarietà generazionali sono state di aiuto per tirare avanti. In altri casi è stato più difficile raccogliere l’esperienza di alcune persone perché, caricate da una serie di problemi che si trascinavano da tempo non si sono rese disponibili ad entrare nel merito del proprio vissuto però, chiedendo come è possibile tirare avanti di fronte alle molteplici difficoltà, è emersa una risposta molto importante: “è perché da giovani ti hanno messo dentro certe cose che per tutta la vita te le porti dentro, in altre parole è il senso del dovere che ti aiuta a tirare avanti in mezzo a tanti problemi“. Credo che queste risposte abbiano un profondo significato anche per le nuove generazioni che si trovano a dover fare i conti con un mondo segnato da profondi cambiamenti sociali e del lavoro; la sfida è quella di essere vicini al loro cammino, poi come qualcuno ha detto: “quello che conta è la Grazia del Sacramento del matrimonio, quella non cambia mai, ma ti aiuta ad interpretare i segni dei tempi perché ti mette dentro certe cose che nella vita non ti lasceranno mai “. Pino Candiani Sociologo e collaboratore Ufficio Pastorale sociale La Voce - Ottobre 2010 Camminando s’apre cammino Fratelli e sorelle carissimi, non è certo una bella cosa avere pause così lunghe nel dialogo che il notiziario parrocchiale vuol portare avanti. Anche questo però fa parte delle fatiche che si assommano e che in certi periodi ci tolgono lucidità. Peraltro, fortunatamente, il dialogo tra noi percorre tante altre vie e resta uno dei desideri più vivi e dei doni più graditi. Come sempre ricordo brevemente alcuni momenti del cammino che abbiamo condiviso negli ultimi mesi, dall’ultima “puntata”. “Ri-cordare”, cioè custodire nel cuore, con gratitudine perché abbiamo sperimentato la vicinanza e l’aiuto del Signore; con la voglia di imparare anche dai nostri errori e dai nostri limiti; con la sincera determinazione ad essere fedeli alle intuizioni e ai suggerimenti che l’esperienza e le persone ci hanno regalato. Necessariamente, essere il periodo piuttosto lungo, cercherò di essere conciso. * Nel mese di maggio abbiamo rinnovato la tradizione del rosario nei diversi quartieri della nostra parrocchia, unendola per la prima volta alla benedizione delle famiglie e delle case. L’orario serale ci ha consentito di trovare molte persone che durante il giorno sono fuori casa per lavoro. E’ stata un’esperienza faticosa, ma decisamente positiva. Diverse sere abbiamo terminato verso le ore 22.30 – 23. Penso che occorreranno altri due anni (almeno) per completare il giro di tutte le vie. * Domenica 16 maggio abbiamo vissuto con gioia la messa di Prima comunione con 71 ragazzi e ragazze della nostra La Voce - Ottobre 2010 comunità. C’è stato qualche malinteso nella fase organizzativa, per una inadeguata comunicazione. La celebrazione si è svolta davvero bene, con i ragazzi e le loro famiglie raccolti e partecipi. La messa domenicale è davvero l’incontro più importante con Gesù e con la comunità dei suoi discepoli. Aiutiamoci a viverla bene ogni settimana. * Dal 27 maggio al 6 giugno: Festa alle Capannelle. Buona l’affluenza delle persone. Con il proprio lavoro la Comunità delle Capannelle è riuscita a coprire i costi per la realizzazione dell’oratorio. In crescita il coinvolgimento dei volontari, anche dei giovanissimi! * Dal 18 giugno al 16 luglio si è svolto il CRE: fatica tanta, gioia tantissima! Complimenti a tutti, agli animatori e ai numerosi adolescenti. * Il 23 luglio, proprio durante la messa ai Centri sportivi una tremenda grandinata. Che desolazione i campi di mais falcidiati! E le auto, le tegole, i vetri … Gravi danni all’impianto antipiccioni della chiesa parrocchiale. * 26 luglio, S. Anna. La processione parte sempre un po’ in sordina. Poi è davvero numerosa la presenza al Santuario per la messa. Aspettavamo le due campane nuove … sono arrivate ad agosto. Bella la presenza di mamme e nonni con i bambini. Gli alpini scortano la statua di sant’Anna con Maria bambina. I volontari, con Antonio Maffeis stanno preparando delle bellissime porte in legno massiccio. 5 * L’estate corre via ed eccoci alla attesa Festa dell’oratorio. Complimenti alla squadra eccezionale dei volontari. Qualche dispetto la pioggia lo fa anche quest’anno. È bello comunque ritrovare tanti volti amici, che all’oratorio si sentono “a casa”. Finisce l’estate … si riprende con slancio il cammino ordinario. * Lunedì 6 settembre, durante la festa dell’oratorio, santa messa con alcuni preti che negli anni hanno svolto il loro ministero a Zanica. Al termine la presentazione del secondo volume di Zanica. Arte e storia nella Parrocchiale. Alessandra Di Gennaro presenta in maniera sintetica e accattivante il frutto della sua fatica. Il volume è splendido, la ricerca davvero qualificata: dobbiamo essere straordinariamente grati ai nostri padri che ci hanno consegnato queste bellezze di arte e di fede. Il gruppo dei volontari continua il suo impegno per guidare alla scoperta dei nostri tesori i visitatori, i ragazzi delle scuole e tutti coloro che vogliono conoscerli meglio. * Purtroppo questi mesi estivi sono stati caratterizzati anche dalla perdita improvvisa di persone ancora giovani, proprio nel mezzo delle feste che si stavano svolgendo in paese (Radimillo Bresciani e Nicolò Strano). Drammatica anche la perdita di Giuseppe Ghidotti: col suo stile silenzioso, disponibile e generoso è stato una presenza importante per tanti anni, nel sostegno e nella promozione dell’attività sportiva per i nostri ragazzi. Il dolore per le famiglie e gli amici è una ferita difficile da rimarginare; gli 6 esempi ricevuti sono un’eredità da custodire e continuare a far fruttare generosamente. * Mercoledì 22 settembre si è tenuta l’Assemblea parrocchiale di inizio anno. Ho presentato gli obiettivi del nostro cammino per questo anno pastorale e in particolare la proposta di articolare diversamente il Consiglio Pastorale parrocchiale, per favorire la partecipazione e la corresponsabilità. Presenze: troppo poche! * Domenica 26 settembre inizia il nuovo anno catechistico. I catechisti mettono generosamente a disposizione tempo, impegno di preparazione, amore per i ragazzi. Resta insostituibile la presenza e la testimonianza dei genitori. Numerose le iscrizioni sia dei piccoli sia dei ragazzi di terza media. * Nella stessa domenica l’Unitalsi ha organizzato la giornata dell’anziano e dell’ammalato. Messa con Unzione degli infermi. Pranzo comunitario all’oratorio. E’ importante che l’Unzione venga richiesta quando c’è un momento critico per la salute, per poterla celebrare bene, in famiglia. * 1 ottobre: primo venerdì del mese. Viene riproposta l’adorazione eucaristica anche alle 20.30. Sono invitati innanzitutto i catechisti e il gruppo missionario: ma è un’ora di preghiera che in tanti adulti potrebbero regalarsi e regalare al Signore! processione al mattino, per dare ai nostri ragazzi e alle loro famiglie la possibilità di sperimentare questa forma significativa di preghiera e di devozione. Si accettano proposte migliorative. * 4 – 8 ottobre: esercizi spirituali in parrocchia. Un itinerario di ascolto della Parola di Dio , di riflessione e di preghiera, a partire dal versetto tratto dal Primo libro di Samuele: “La parola del Signore era rara in quei giorni”. Buona e costante la presenza. Può un cristiano adulto, pressato da tanti impegni e responsabilità, tenere viva la propria fede e trarne forza e incoraggiamento se non la nutre adeguatamente? Siamo bombardati da milioni di parole… e trascuriamo la Parola, l’unica che dà luce e vita. * Il 10 di ottobre festa della Madonna del Rosario a Capannelle. La gente non ci sta tutta in chiesa e molti si fermano anche per la processione, anche mamme con i bambini piccoli. È un giorno speciale: la comunità esprime la sua gioia per la presenza di mons. Alberto Carrara, delegato vescovile per la Cultura e la Comunicazione, che da qualche giorno è venuto a risiedere a Capannelle, nel nuovo oratorio. Il suo impegno pastorale a fianco del vescovo si svolge principalmente a Bergamo, ma sarà presente tra noi per le celebrazioni eucaristiche e, strada facendo, sperimenteremo il suo prezioso apporto. don Silvano * Domenica 3 ottobre: Festa della Madonna del Rosario. Da qualche anno proponiamo la La Voce - Ottobre 2010 Giornata Missionaria Mondiale “Spezzare pane per tutti i popoli” è lo slogan scelto per la giornata Missionaria Mondiale, celebrata Domenica 24 Ottobre 2010. In occasione di questa giornata, ospitiamo sul nostro notiziario gli interventi dei nostri missionari. Carissimi tutti e tutte, eccomi a voi, anche se solo con un breve scritto! Siamo nel mese di ottobre, il mese missionario e quindi colgo questa occasione per mandarvi il mio saluto e soprattutto per dirvi la mia gioia di essere in Benin! È un paese nuovo da scoprire, da apprezzare, da amare! Siamo qui da poche settimane quindi non è che posso dire molto, ma mi sento a casa! La gente è accogliente e si sente che desiderano conoscerci! Quando passo per la strada i bambini gridano in coro “Yovo Yovo bonsoir! Comment ça va?” (Bianco, bianco buonasera, come va?), un modo gentile di accoglierti e di dirti che apprezzano la tua presenza! E se ti fermi e balbetti qualche parola nella loro lingua, bambini e adulti ne gioiscono! Ci sono tante persone che ci stanno dando una mano: chi per farci conoscere le strade, chi per aiutarci a fare le spese, chi per fare i diversi documenti, visti e carte di soggiorno … chi semplicemente con il suo sorriso ci fa sentire a casa!!!! In questo periodo abbiamo cercato di attrezzare un poco la casa che abbiamo preso in affitto almeno dello stretto necessario, certo ci mancano ancora molte cose, ma chi si accontenta gode … possiamo viverci! È bella e si trova nel quartiere dei pescatori! Abbiamo l’Oceano di fronte … da questi litorali sono partiti la più parte degli innumerevoli schiavi verso il nuovo mondo d’America! Ogni volta che lo guardo inevitabilmente penso a loro! Penso al Film “Amistad”, ai tanti che non hanno mai fatto ritorno perché in America non sono mai arrivati! E nasce in me una preghiera “ Signore perdona il passato e aiutaci a cambiare tutte quelle situazione che nel mondo di oggi sono schiavitù”. E sono certa che il Signore ascolta la preghiera che sgorga dal cuore! Vi chiedo di unirvi a me in questa preghiera! Mese missionario, mese di tante e diverse attività per le missioni, sono certa che anche voi ne siete presi e che con generosità rispondete ai tanti bisogno di Chiese più giovani e nel bisogno! Sono certa che portate nella vostra preghiera i tanti missionari sparsi nel mondo! Sono certa che la vostra vita stessa è testimonianza e annuncio del Vangelo lì dove siete! E questo è Missione! Grazie quindi e buona missione! Siate la presenza di Dio! Siate il Volto e la Mano di Dio! Volto che illumina, mano che accarezza! Siate il Cuore di Dio! Cuore che accoglie! Siate la bocca di Dio! Bocca che pronuncia solo parole di pace e di benevolenza! Siate gli occhi di Dio! Occhi che esprimono tenerezza! Siate i piedi di Dio! Piedi che non si stancano mai di camminare accanto all’umanità! Vi abbraccio tutti forte e vi prometto che scriverò più a lungo per raccontarvi di noi, del Benin! Suor M. Teresa Traina Cotonou – Benin Tel: 00229 64136702 La Voce - Ottobre 2010 7 Africa Africa ‘’Non è questo il racconto di gesta impressionanti. È il segmento di due vite raccontate nel momento in cui hanno percorso insieme un determinato tratto, con la stessa identità di aspirazioni e sogni. Forse la nostra vista non è mai stata panoramica, ma sempre fugace e non sempre adeguatamente informata, e i giudizi... sono troppo netti. Forse.’’ (cit.) Tutto è iniziato dalla semplice ma curiosa voglia di visitare questo mondo, di distaccarci per un breve periodo di tempo da ciò che ci ‘’imprigiona’’ per andare a vedere cosa c’è fuori, oltre la nostra quotidianità, i luoghi comuni, le nostre abitudini. Ed è così che abbiamo deciso di andare in Costa d’Avorio, a 5000 km da casa, sicuri che questo viaggio ci avrebbe arricchito molto e regalato altrettanto… e così è stato. Prima di raccontarvi occorre fare una premessa importante: in Africa il tempo scorre lento, molto lento, e non ai ritmi frenetici ai quali siamo abituati qui. Detto questo vi racconteremo quello che abbiamo fatto in 8 questi 25 giorni, che abituati ai nostri tempi può sembrarvi poco ma, credeteci, sono stati tutti giorni intensi e densi, giorni che han lasciato il segno. Dopo ore di viaggio e di attesa tra aeroporti, strade dissestate e prime immagini vaghe, scorte da un finestrino, di quello che ci sarebbe aspettato, siamo arrivati alla Missione (ci sarebbero molte cose da dire: non sappiamo che idea abbiate o a cosa pensiate quando vi dicono missione o missionari, ma questa esperienza ci ha aiutato a capire molte cose anche su questo). I primi due giorni ci sono serviti ad ambientarci, soprattutto nell’ambiente della missione, e non essendoci attività specifiche da svolgere, abbiamo colto l’occasione di conoscere i bambini del posto, almeno quelli che frequentavano la missione. E quindi tra sorrisi, un francese parlato a grandi linee, sguardi di intesa, partite di calcio e fotografie abbiamo iniziato a conoscere persone, a tessere i primi fili di rapporti che tre settimane dopo sarebbero diventati qualcosa di speciale: animatori, bambini, catechisti, organizzatori, cuochi, aiutanti e chi più ne ha più ne metta. Dopo questi primi due giorni siamo entrati nella “Semaine des Enfants”, iniziando i preparativi per questi quattro giorni di mini-Cre, da svolgere nel villaggio di Youbuakro; quindi via con la preparazione di idee e materiali e via anche ai primi viaggi in jeep tra la brousse (vegetazione locale). Queste giornate di mini-Cre ci hanno visti impegnati tra giochi, balli, pranzi (con cibo locale) e soprattutto nel dipingere una chiesa, rimessa a nuovo da imbianchini improvvisati quali La Voce - Ottobre 2010 eravamo noi! Quattro giorni decisamente stancanti ma allo stesso tempo gratificanti! Finita la prima settimana di avventura abbiamo passato ancora un paio di giorni “riposando” tra partite di calcio e visite varie all’ospedale, centro di fisioterapia e casa delle suore Poverelle. Dopo questi due giorni si è iniziato a preparare la “Rencontre Jeunes”, un incontro con trecento giovani provenienti da tutti i villaggi che si sarebbe tenuto al villaggio di Ayenou. Anche qui via con le idee, la preparazione dei libretti, del logo e dei materiali necessari. Il tema di questa “Rencontre Jeunes” è stato l’amicizia. Impegnati in conferenze e dibattiti abbiamo avuto l’occasione di scambiare idee, confrontarle con le nostre, conoscere gente nuova, approfondire i rapporti con le persone che già conoscevamo. Sono stati quattro giorni che ci hanno sfinito ma che hanno lasciato dentro quel qualcosa che è difficile da spiegare! E cosi anche la seconda settimana, senza che ce ne accorgessimo, è volata. La terza settimana non aveva in programma nessuna attività prestabilita e quindi ci ha visti impegnati nella missione, tra lavori di riordino e di restauro, tra giochi e incontri, chiacchiere e risate. Un giorno siamo andati a trovare anche i nostri “colleghi” nella missione di Tanda e con loro abbiamo deciso che, prima di partire, sarebbe stato bello andare a visitare la capitale politica (Yamoussokro) e quella economica (Abidjan). Effettuati i preparativi, contattato un furgoncino che ci avrebbe guidato per le due città, stilato una sorta di itinerario, più carichi che mai eccoci accontentati: dopo 6 ore di viaggio terrificante, tra posti di blocco della polizia e strade dissestate arriviamo a Yamoussokro. Alla partenza è stato difficile salutare tutte quelle persone che hanno condiviso con noi questo breve viaggio, a partire dai ragazzi e bambini fino ad arrivare ai missionari. Tra qualche lacrima, qualche nodo alla gola, qualche sorriso e tanti abbracci abbiamo salutato quella che per tre settimane è stata la nostra casa e la nostra famiglia, perché è proprio cosi che ci siamo sentiti, nonostante fossimo a cinquemila chilometri di distanza! Queste righe non basteranno mai per descrivere tutte le emozioni, le gioie, i dolori, i colori, i profumi, i pensieri, le domande che l’Africa in un mese soltanto ci ha lasciato; però ci piacerebbe lanciare un messaggio. Forse ognuno di noi è a conoscenza che in Africa ci sono molte malattie, che le persone si possono permettere un solo pasto al giorno, che addirittura bambini La Voce - Ottobre 2010 9 muoiono di fame, che l’acqua non è del tutto potabile, l’elettricità non è garantita e la sanità è pressoché inesistente; noi vi diciamo che è realmente così, ma è solo quando ci sbatti dentro il naso che capisci…. Capisci che tu che stai leggendo questo articolo, seduto sul divano, con la luce e la tv accesa, con la lavatrice che lava, sgranocchiando qualcosa mentre i tuoi figli o nipoti giocano nel cortile o stanno al computer sei davvero fortunato! La cosa che ci fa male, che poi è stata anche la lezione che abbiamo imparato, è che qui noi tutti abbiamo tutto e nonostante questo ci facciamo mille problemi, mille paranoie, litighiamo, siamo tristi, invidiosi, avidi.. Invece là le persone non hanno nulla, eppure sorridono, apprezzano, godono delle piccole cose che la natura, la storia, il caso, il Signore gli ha donato: la gente non si lamenta, condivide, si aiuta, vive! Per noi loro sono e resteranno sempre Poveri, ma vi invitiamo a riflettere bene su questa parola, e ad usarla adeguatamente, perché 10 anche se non hanno vestiti firmati, una casa di mattoni, una bella automobile, dei giocattoli, un bar o una pizzeria sotto casa, una farmacia o una palestra in paese, una scuola o un oratorio a due passi… bhè vi assicuriamo che questa gente, dentro, è molto più ricca di noi e avrebbe da insegnare a chiunque! Sorridete! Amatevi! Impegnatevi socialmente! Viaggiate! Condividete! Siate felici! Si dice che chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita … quel vagare senza meta per la maiuscola Africa, ci ha un po’ cambiato, è vero, ci ha aperto gli occhi su tante cose e vorremmo che anche voi rifletteste su tutto questo. E’ stata davvero una bella esperienza di vita, sicuramente ripetibile e chissà che qualcuno non voglia aggregarsi! Stefano Ferrari Francesco Colombelli UNA LUMINOSA FIGURA DI MISSIONARIO Il giorno 10 ottobre celebriamo la festa di San Daniele Comboni, canonizzato sette anni fa dal Papa Giovanni Paolo II. É una figura luminosa e sommamente significativa di missionario, che non cessa di suscitare entusiasmo e amirazione in coloro che lo conoscono. Vale la pena sottolineare alcuni aspetti della personalitá di questo santo missionario, la cui santità é stata ufficialmente riconosciuta e proclamata dalla Chiesa. Un primo aspetto che suscita l’ammirazione di coloro che si avvicinano alla figura di Comboni e lo conoscono é il grande entusiasmo che sempre lo ha animato nella realizzazione di quella missione alla quale Dio lo aveva chiamato: un entusiasmo che contagiava tutti coloro che entravano in contatto con lui. Non si spiegano diversamente i grandi viaggi intrapresi per tutta l’Europa, da Madrid a Mosca, da Roma a Colonia, per suscitare interesse, aiuti di personale e mezzi economici per la Missione africana. Aveva persino programmato un viaggio in America con la stessa finalità: un viaggio che poi non ha potuto realizzare per diversi motivi. Senza calcolare poi i numerosi viaggi dall’Africa all’Europa, sempre motivati dagli stessi obiettivi: suscitare interesse e aiuto. Cosa sosteneva tutto questo entusiasmo contagioso, se non l’amore incondizionato che aveva per la sua vocazione missionaria? La Voce - Ottobre 2010 La sua vocazione aveva cominciato a manifestarsi in seguito alla lettura del libro di S. Alfonso de Liguori sui Martiri giapponesi. Si era poi rafforzata, prendendo un tono spiccatamente africano, in seguito a un incontro con un missionario dell’Istituto di don Nicola Mazza – P. Angelo Vinco – che, ritornando dall’Africa, aveva parlato della missione africana ai giovani studenti dell’Istituto, tra i quali c’era anche Daniele. A diciassette anni di etá aveva fatto un giuramento, nelle mani del suo Superiore, don Nicola Mazza, di consacrare tutta la sua vita alla missione africana. Ordinato sacerdote, e scelto per formare parte del gruppo che sarebbe partito per la missione in Africa, la sua vocazione ricevette il sigillo definitivo nelle parole del suo Direttore spirituale, che gli aveva assicurato che la sua vocazione missionaria era tra le piú chiare ed evidenti che mai aveva conosciuto. In una delle sue numerosissime lettere che scrisse troviamo questa significativa testimonianza: La Voce - Ottobre 2010 “Vedendomi cosí abbandonato e desolato, ebbi cento volte la tentazione... di abbandonare tutto... Ebbene, ció che non mi fece mai venir meno alla mia vocazione... ció che mi sostenne il coraggio a star fermo al mio posto fino alla morte.... fu la convinzione della sicurezza della mia vocazione. Fu sempre e toties quoties perché il P. Marani mi ha detto il 9 agosto 1857, dopo maturo esame: ‘La vostra vocazione alle missioni dell’Africa é una delle piú chiare che io abbia vedute’”. Questa certezza di essere nel cammino di Dio, malgrado tutte le difficoltá, era ció che sosteneva il suo entusiasmo e dedizione. Un secondo aspetto che suscita ammirazione è la sua capacitá di scoprire nuovi cammini, piú consoni alle necessitá del suo tempo, per affrontare e risolvere meglio il problema della missione africana. L’esperienza aveva dimostrato che la Missione africana esigeva un altissimo prezzo di vite umane. La storia della Missione in Africa é la storia di una enorme ecatombe. Gli europei che affrontavano l’ardua impresa incontravano molto presto la morte. Lo stesso Comboni aveva fatto esperienza di questa realtà. Il capo della Missione era morto nel primo anno del loro arrivo. Tutti gli altri – compreso lo stesso Comboni – si erano ammalati e si erano visti costretti ad abbandonare la Missione e tornare in Italia. Si imponeva una soluzione al grave problema. La persistenza della Missione era in pericolo, perché la stessa Santa Sede la voleva chiudere per l’alto prezzo di vite umane che esigeva. Una soluzione era quella di portare in Europa giovani afri11 cani, ragazzi e ragazze, istruirli e formarli nella fede cattolica e poi tornare a mandarli in Africa, perché fossero gli strumenti nell’evangelizzazione dei loro conterranei. Però, ció che succedeva era che questi giovani educati in Europa non volevano piú ritornare in Africa. In questo frangente si manifestò la capacitá creativa di Comboni. Ideò un Piano strategico per la conversione dell’Africa, chia- mando in causa tutti gli Istituti missionari che esistevano, affinché si creasse come un rosario di Centri formativi nella periferia dell’Africa “dove l’Europeo potesse sopravvivere e l’Africano non snaturalizzarsi”, e da lì partire per l’evangelizzazione del centro del continente africano. L’idea era grandiosa. Non era di facile realizzazione, però la sua realizzazione era possibile. Tuttavia non si realizzò, perché nessuno la raccolse. Solo Comboni realizzò il suo Centro formativo nel Cairo, che rimase l’unico. Una occasione propizia di evangelizzazione si era persa per l’incapacità di unire le forze e camminare uniti e concordi. Ciò non toglie, tuttavia, la capacità creativa di Comboni per affrontare e risolvere i problemi che si presentano. Una terza caratteristica che troviamo nella personalitá di Daniele Comboni é la sua tenacia irremovibile nel portare avanti il compito che Dio gli aveva assegnato. Nella vita di Comboni non mancarono le difficoltà, e difficoltà gravissi- me. Gli ultimi anni della sua vita la croce si fece particolarmente pesante sulle sue spalle: siccità che producevano situazioni di miseria tra i Missionari e la gente; uno dopo l’altro i suoi missionari morivano a causa delle malattie tropicali, a tal punto che aveva ordinato che non si togliesse il catafalco dalla chiesa. Poi incomprensioni da parte di persone che avrebbero dovuto aiutarlo; calunnie che minavano la sua onorabilità e che, dopo la sua morte, ritardarono di molto tempo il processo della sua beatificazione, fino a far piena luce sui fatti relativi... Eppure, malgrado tutto, Comboni non desiste. Le ultime sue parole, che troviamo al termine dell’ultima lettera scritta al Rettore del suo Istituto di Verona, manifestano a piena luce la tempra di quest’uomo: “Io sono felice nella croce, che portata volentieri per amore di Dio genera il trionfo e la vita eterna”. Questa lettera fu scritta il 4 ottobre 1881. Sei giorni dopo – il 10 ottobre dello stesso anno – Comboni moriva a Khartoum. In questo mese di ottobre – mese missionario per eccellenza – preghiamo il Signore che non cessi di suscitare vocazioni missionarie entusiaste e entusiasmanti, capaci di leggere e interpretare le esigenze dei nuovi tempi, e forti per poter resistere alle difficoltá che la vita sempre presenta. Alla vostra unisco la mia preghiera. P. Pierluigi Cadé Missionario Comboniano del Cuore di Gesú. 12 La Voce - Ottobre 2010 Cinquantesimo anniversario di sacerdozio di don Umberto Tombini “...Ma sulla Tua Parola getterò le reti”. (Luca 5,5) Questa frase è stato il motto del sacerdozio che il Signore nella sua insondabile bontà mi ha donato. Nei successi come negli insuccessi, sempre mi sono sentito sostenuto, guidato, sorretto da quel Cristo che mi ha scelto ad essere suo ministro, ad agire nella sua persona, dimostrandomi l’attenzione, la premura, la sconfinata bontà nel mettersi nelle mie mani, fidandosi totalmente di me. È questa considerazione che mi ha reso sempre contento di essere stato chiamato alla dignità a cui sono stato innalzato. Amato avrei dovuto riamare; questo è un punto dolente della mia vita. Sì, avrei dovuto offrire, soffrire, pregare molto di più e meglio di quanto non abbia fatto, ma anche in questa constatazione non mi deprimo più di tanto, perché mi fido di quel Gesù che ha perdonato a Pietro pur confermandogli l’incarico assegnatogli. Da qui deriva un senso di profonda gioia, che nessuno può comprendere e sviscerare se non Dio stesso di essere stato scelto a questo ministero. Momenti di sofferenza fisica o morale ci sono stati, ma la considerazione di essere sacerdote mi ha fatto sentire contento perché potevo offrire un piccolo gesto di riconoscenza a Dio. Serenità, gioia e pace inferiore sono da sintesi di questo anniversario, che non è mai per me una meta, ma solo una tappa, perché ogni giorno è stato da me vissuto come il primo giorno della mia ordinazione sacerdotale, arricchito dalle molteplici grazie, e dalle positive e a volte anche negative esperienze vissute. Al grazie si unisce il miserere, ma in un contesto di abbandono filiale in Colui che mi ha voluto suo. Sono contento di essere stato totalmente suo e lo sarò fino a quando Dio vorrà con l’impegno di gridare forte a tutti: è meraviglioso essere di Dio, appartenergli completamente, tenendo presente che anche questo è tutto dono suo. Donami, o Signore, di incrementare la mia donazione totale a Te, nelle cui mani mi metto incondizionatamente. Foto di gruppo con Mons. Piazzi e i “giovani” di tanti anni fa... Don Umberto è il terzo da destra La Voce - Ottobre 2010 don Umberto Tombini 13 NOVEMBRE 2010 Liturgia Impegni parrocchiali s. messe: 7 – 8 – 9.30 – 10 (Cap.) – 11 - 18 ore 15: Vespri – Processione al Cimitero (Zanica) s. messe: 7.45 – 9.20 ore 15: s. messa al cimitero (Zanica e Capannelle) ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale) ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale) ore 20.45: AC adulti 1 L TUTTI I SANTI 2 M COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI 3 M 4 G S. Carlo Borromeo ore 15: s. messa ai Morti di Scurizio ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale) 5 V Tutti i Santi di cui si custodiscono le reliquie nelle chiese della diocesi ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale) Adorazione eucaristica: 7.30-11; 16-18; 20.30-21.30 ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale) 6 S 7 D XXXII domenica del tempo ordinario Il dono di san Nicolò 9.15: Iniziazione alla s. messa per i gruppi Nazaret e Betlemme 10.30 Incontro genitori e ragazzi gruppi Gerico 8 L 9 M Dedicazione della Basilica Lateranense ore 10: catechesi adulti ore 20: Ufficio comunitario 10 M San Leone Magno ore 20.45: Gruppo liturgico 11 G S. Martino ore 20: Ufficio comunitario (Capannelle) Lectio divina: ore 20.45 12 V S. Giosafat Lectio divina: ore 17 13 S 14 D 16 M 17 M 18 G Lectio divina: ore 17 e 20.30 19 V Lectio divina: ore 17 ore 20.30: Gruppo catechisti 20 S 14.30 Incontro genitori gruppo Cafarnao 21 D Cristo Re 9.15: Iniziazione alla s. messa per i gruppi Nazaret e Betlemme ore 11: Festa del ringraziamento ore 15: Incontro genitori e ragazzi seconda media 22 L Santa Cecilia ore 20.30: Confraternita - Consiglio dell’oratorio 23 M 24 M 25 G ore 16.45: celebrazione penitenziale elementari 26 V ore 15: celebrazione penitenziale medie Lectio divina: ore 17 27 S 28 D 29 L 30 M 14 ore 15: Adulti di AC ore 20.45: CPAE 14.30 Incontro genitori gruppo Nazaret XXXIII domenica del tempo ordinario 9.15: Iniziazione alla s. messa per i gruppi Nazaret e Betlemme ore 16: battesimi ore 10: catechesi adulti ore 20.45: Gruppo missionario Santa Elisabetta di Ungheria ore 10: catechesi adulti ore 20.30: Unitalsi - Ac adulti Lectio divina: ore 17 e 20.30 Ss. Andrea Dung-Lac e compagni I Avvento ore 10.30: Incontro genitori gruppi 5a elementare S. Andrea ore 10: catechesi adulti La Voce - Ottobre 2010 Grazie Signore! Loscorso 16 maggio 2010, 71 ragazzi della nostra comunità hanno ricevuto per la prima volta l’Eucaristia: Angioletti Sara Barcella Milena Bertoli Nicola Bettinelli Francesca Bottarelli Fabio Brembilla Linda Brogni Chiara Bruno Gabriele Carminati Francesca Carminati Giulia Carminati Paolo Cascavilla Giorgia Castaldo Francesco Pio Castelli Giorgia Cattaneo Elisa Cavalleri Jacopo Cereda Filippo Chiari Sabrina Cividini Fabio Colleoni Matteo Colombi Ilaria Colombo Chiara Conti Sara Curcio Giulia Delprato Giulia Durelli Valentina La Voce - Ottobre 2010 Ellerini Arianna Esposito Daniele Facchetti Davide Ferrari Luca Galli Anna Gibellini Matteo Giovannini Alice Gotti Aurora Gotti Cristian Gotti Gabriel Gotti Letizia Libanore Eleonora Lippolis Cristian Mapelli Samuel Mauri Alessandra Morlacchi Luca Nozza Federica Ongaro Andrea Opini Michela Paciolla Ilaria Panseri Lorenzo Pasinetti Gloria Pecis Riccardo Peddio Sonia Pedroni Gabriele Perolari Silvia Piatti Francesco Prussiani Luca Ravasio Beatrice Ronzoni Michele Ronzoni Valentina Rota Manuel Salvetti Lorenzo Salvi Ricardo Sandrinelli Francesco Sangaletti Andrea Scanu Noemi Spreafico Luca Sterrantino Luca Tanieli Lorenzo Vitali Andrea Vitali Gregorio Volpi Roberta Zanchi Laura Zucchi Serena 15 Invito alla lettura IL LIBRO DEI NUMERI I CONTENUTI Il titolo ebraico di questo libro, “Bemidbàr - Nel deserto”, ne riprende una delle prime parole. Il titolo “Numeri” fa riferimento al censimento del popolo narrato nel primo capitolo. Ma questo libro è sostanzialmente la narrazione del viaggio che porta il popolo di Israele dalle pendici del monte Sinai sino al confine della terra promessa, alle steppe di Moab. Esso contiene le istruzioni di Dio per affrontare con successo il cammino e, al tempo stesso, vuol far capire quanto sia faticoso per il popolo fidarsi di Dio e dei suoi legittimi rappresentanti. Il contenuto è abbastanza vario: alterna materiale narrativo, dove si raccontano episodi del cammino nel deserto, ad ampie sezioni in cui sono riportate leggi e prescrizioni. Il libro si può suddividere in tre tappe: * Preparazione del viaggio presso il Sinai (1,1-10,10) * Il cammino dal Sinai alle steppe di Moab (10,11-21,35) * Dalle steppe di Moab verso il Giordano (22,1-36,13) LE CARATTERISTICHE tivo mette in luce l’incredulità del popolo e la nostalgia della dura schiavitù egiziana: le direttive di Dio non sono accolte; il popolo mormora; il deserto diviene il luogo della crisi. Se la generazione del deserto, eccetto Giosué e Caleb, non entra nella terra promessa, non è dunque perché Dio sia venuto meno agli impegni assunti, ma perché Israele non ha messo in pratica le sue direttive. L’ORIGINE Il destinatario del libro dei Numeri è il popolo di Israele, che è invitato a rileggere il proprio passato per comprendere il presente. In particolare le leggi e le istituzioni che regolano la sua vita culturale e sociale sono fatte risalire all’epoca mosaica. Un tale riferimento intende fondare solidamente tutto ciò che ispira nell’oggi la vita del popolo. Ma così com’é, il libro viene letto dagli Ebrei dopo il ritorno dall’esilio babilonese, verso i secoli V-VI a.C. Come ogni altro libro del Pentateuco, anche il libro dei Numeri è frutto di un cammino complesso in cui sono presenti antiche tradizioni e redazioni successive. L’interesse per il culto e le leggi di purità e di santità sono indice che i redattori finali appartenevano all’ambiente sacerdotale. Il viaggio è presentato come una grande ed imponente campagna militare, che si svolge in due fasi: preparazione ed esecuzione. Sin dall’inizio, Israele è l’assemblea di Dio che, nell’ascolto delle sue direttive, deve predisporsi a raggiungere l’obiettivo: la conquista della terra di Canaan. Il cammino d’avvicinamento a quest’obiet16 La Voce - Ottobre 2010 Prove tecniche di trasmissione La Voce - Ottobre 2010 Trovarsi coinvolti in un’esperienza mediatica di portata nazionale è stato, è proprio il caso di dirlo, un “fuori programma” che ha stupito noi per primi: la proposta a partecipare come ospiti ad un noto (non per noi) programma televisivo ci è giunto improvvisamente, in una tranquilla sera di primavera, dai responsabili del Rinnovamento nello Spirito, movimento ecclesiale diffuso in tutta Italia di cui facciamo parte da una ventina d’anni. Rispondere a questa chiamata non è stato semplice. Si è trattato prima di tutto di vincere la paura di trovarsi sotto i riflettori; inoltre abbiamo affrontato ovvie perplessità circa l’opportunità di portare la nostra semplice testimonianza di sposi in un contesto non favorevole ad un messaggio umano, figuriamoci cristiano, sull’amore coniugale. Quello che si sente sulla falsità di certi programmi televisivi, che di “reality” hanno solo il nome, è stato ampiamente confermato sin dai primi contatti intercorsi con la redazione du- rante i quali cercavamo di capire come si sarebbero svolte le trasmissioni. Essi opportunamente evitavano di informarci su ospiti “famosi” o pubblico presenti in studio debitamente addestrati (e pagati) per dire e fare ciò che gli editori e i conduttori avevano già deciso in precedenza, in modo tale che ai telespettatori, sull’argomento della trasmissione, passasse solo il messaggio voluto da loro (alcuni di coloro che tra il pubblico ci avevano aggredito verbalmente, all’uscita dagli studi si sono scusati, rivelando quanta falsità circonda questi programmi). A peggiorare le cose, a causa dei continui interventi degli ospiti o del pubblico, il tempo a nostra disposizione per rispondere a domande sempre più provocatorie diventava molto limitato e frequentemente interrotto, rendendo difficoltoso arrivare fino in fondo al ragionamento che si tentava di fare. È proprio il caso di dire che più la TV sta spenta nelle nostre case e meno danni fa…, ma la realtà (quella vera) è che trasmissioni di questo genere sono seguite da milioni di telespettatori e poter portare un messaggio nuovo sull’amore umano a persone altrimenti non raggiungibili, è stata un’opportunità che, insieme ai responsabili del RnS, abbiamo valutato con prudenza ma impegnando anche una buona dose di coraggio. Le due trasmissioni sono andate come sono andate e non è su questo che vogliamo porre la vostra attenzione ma piuttosto sul distorto significato che si dà a molte delle espressioni risuonate in esse, cosa che abbiamo riscontrato anche parlando nei 17 giorni successivi agli eventi con eventi con amici e conoscenti. Esiste una “Babele” dei giorni nostri, ed è in continua espansione, che mira a svuotare le parole del loro significato e che gliene dà un altro, generalmente di profilo più basso, più a buon mercato, dunque di minor valore, e che prende di mira in particolare la sessualità umana con tutto ciò che sta attorno ad essa. È di fondamentale importanza dare alle parole il loro vero significato, specialmente se si tratta di ciò che di più profondo l’uomo e la donna sperimentano: l’amore. È troppo frequente vedere che si confonde, per esempio, l’attrazione fisica con l’innamoramento, l’innamoramento con l’amore e per chiu- dere il cerchio, l’amore con l’attrazione fisica. È difficile oggi trovare chi insegna a dare il giusto significato ai sentimenti, alle emozioni che viviamo, anche al significato stesso di amare. E se nell’ambito delle relazioni umane non si conosce il significato di ciò che si sta vivendo, il linguaggio del corpo (anche il nostro corpo parla…), che è proprio lo strumento attraverso il quale possiamo e dobbiamo manifestare concretamente l’amore, non può esprimere la verità di ciò che si sta vivendo, o per lo meno non lo può fare in maniera pienamente adeguata. Sarà dovuta a questa confusione la fragilità di tante relazioni? In mezzo a tanta confusione si tende a rimediare all’incertezza dei valori seguendo la massa, assecondando l’opinione che scaturisce dalla maggioranza, ma dove ci porterà questa strada? Non stiamo andando verso una realtà di persone sempre più sole e distanti a tal punto da separare e spaccare anche noi stessi fino a non riconoscerci più come uomini e donne? Se “la religione cristiana è anzitutto e soprattutto una religione del corpo, fondata com’è sull’incarnazione del Verbo di Dio” (Yves Seemen, in “La sessualità secondo Giovanni Paolo II”, ed S. Paolo), non è forse a partire dalla profonda comprensione del nostro corpo che potremo vivere una sessualità pienamente umana? Maria e Giancarlo Castelli Il dono di San Nicolò Prosegue l’iniziativa della raccolta, la prima domenica del mese, di alimenti e generi di prima necessità per i bisognosi della nostra comunità. La quantità delle offerte dei parrocchiani è costante. Ai singoli si sono aggiunte le donazioni in beni pervenute dalla L.A.D.S. Zanica (a marzo) , dall’Associazione Esercenti e Commercianti (da aprile a ottobre), dal Gruppo Digeal-surgelati (giugno), dalla Banca della Bergamasca (da maggio a dicembre). All’inizio anno erano trenta le famiglie bisognose assistite, segnalate dai parrocchiani e dall’assistente sociale del comune, poi il numero è andato man mano lievitando, questo mese abbiamo toccato i quaranta. La maggior parte sono nuclei famigliari con più bambini, alcune sono coppie di anziani, altri persone che vivono sole; un terzo connazionali, due terzi immigrati tutti regolarmente residenti nel nostro comune. Parallelamente al Dono di S.Nicolò quest’estate si è affiancata un’ulteriore iniziativa: la distribuzioni di “pasti caldi” offerti dai promotori/organizzatori delle feste svoltesi sul nostro territorio. Nell’ambito di “Zanica solidale” promossa dall’Amministrazione Comunale, col coordinamento dell’assistente sociale e l’intervento delle volontarie della parrocchia con alcune altre collaboratrici, tutte le associazioni e i gruppi delle manifestazioni, hanno predisposto settimanalmente 20/25 porzioni di pasti caldi (un primo ed un secondo) recapitati a turno per cena alle famiglie bisognose. Ultimamente si è dato il via alla distribuzione di indumenti usati per bambini, messi a disposizione di chi non ne ha più bisogno, organizzando un magazzino provvisorio presso i vani della parrocchia; qualcuno ha offerto anche passeggino/lettino, prontamente destinati ed utilizzati dai piccoli delle famiglie che stiamo aiutando. Degli indumenti pervenuti, quelli estivi sono destinati, e verranno inviati a breve, ai bimbi africani della Casa di Cecilia in Malawi. 17 ottobre 2010 - Gruppo volontarie del “Dono di San Nicolò” 18 La Voce - Ottobre 2010 Camposcuola invernale In vacanza agli Spiazzi di Gromo dal 26 al 29 dicembre 2010 Spiazzi di Gromo è una località che conosciamo molto bene! Di solito è la mèta per una delle gite del nostro CRE (solo qualche settimana fa siamo saliti in seggiovia fino al rifugio Vodala!). Conosciamo i suoi boschi, la sua pineta, i prati immensi... Durante le vacanze di Natale questa bella località delle nostre montagne bergamasche ci accoglierà per il nostro favoloso camposcuola invernale! Possiamo davvero dire che il nostro sarà un camposcuola sulla neve! Come lo scorso anno a Santa Caterina Valfurva, l'hotel che ci ospita si trova praticamente nella neve... Le piste da sci di Spiazzi sono facili, anche per i principianti... Così chi vorrà provare a sciare avrà magari l'occasione giusta per farlo, visti anche i prezzi abbastanza contenuti degli impianti di risalita. Il nostro camposcuola si svolgerà da lunedì 26 a giovedì 29 dicembre 2010. Saremo ospiti delle Hotel Spiazzi***, in camere da 3/4 letti. L'hotel è veramente bello, ben arredato in legno, molto caldo e accogliente. Il personale dell’hotel preparerà per noi colazione, pranzo e cena. Dovremo portare da casa solo le lenzuola e la biancheria personale. Potranno partecipare all’esperienza del camposcuola i ragazzi dalla prima alla terza media, così che i ragazzi più grandi, i più “esperti” nei campiscuola, possano aiutare quelli delle medie a vivere questi giorni nella gioia. Il camposcuola, non è una vacanza tipo “Alpitour”, ma un’esperienza per vivere insieme da amici, secondo lo stile dell’Oratorio. In queste giornate di vacanza ci saranno diversi momenti: riflessione, condivisione, impegno, Santa Messa, gioco, festa, musica... e chi più ne ha più ne metta! Tra le attività in programma, un po’ del tempo di queste quattro giornate lo passeremo sulla neve! Il nostro hotel si trova a pochi metri dalla partenza degli impianti di risalita, e ovunque ci sono pista per usare il bob e la slitta... La quota di partecipazione è di 140 euro, in trattamento di pensione completa, comprese le spese di viaggio in pullman, per l’andata e il ritorno. All’iscrizione occorre versare 50 euro. Il resto entro Domenica 20 dicembre. Se tu volessi partecipare, ma non ne avessi la possibilità economica, parlane con don Luca... Le iscrizioni si ricevono presso la Segreteria dell’Oratorio entro Domenica 120 Dicembre 2010. I posti a disposizione sono solo 40. Non aspettare troppo tempo a iscriverti! don Luca La Voce - Ottobre 2010 19 Progetto L’Aquila I magnifici quindici del gruppo podistico Insieme con Amicizia, sono tornati qualche settimana fa dalla loro 19° staffetta chiamata “Progetto L’Aquila”. Zanica - L’Aquila: sette giorni di corsa e di cammino, 820 km. nei quali, a parte i primi 200 dove abbiamo attraversato la splendida pianura padana, per i rimanenti 620 abbiamo superato un dislivello di 9323 metri in salita e 8222 in discesa, faticoso sicuramente, ma molto appagante per la bellezza mozzafiato dei paesaggi attraversati. Dei quindici partecipanti due sono diversamente abili e per nulla al mondo avrebbero rinunciato a percorrere il loro tratto di percorso. Tutti eravamo spinti dalla consapevolezza che grazie al lavoro del gruppo podistico Insieme con Amicizia e alla sensibilizzazione di privati e diversi gruppi di volontariato nel comune di Zanica, era come se ognuno di noi a ogni chilometro percorso portasse 18.147 euro. 20 Questo era appunto il secondo obiettivo - oltre che raggiungere la meta - che c’eravamo prefissati: raccogliere dei fondi per aiutare la comunità di Don Ramon Mangili, un sacerdote bergamasco della parrocchia di San Giovanni Battista nel quartiere Pile a L’Aquila. Come detto sopra, da Gennaio ad Aprile, grazie alla collaborazione di gruppi e privati abbiamo raccolto una cifra che io all’inizio non mi sarei nemmeno immaginato e tutto fino all’ultimo centesimo abbiamo donato a quella comunità così duramente colpita dal terremoto; neanche un solo centesimo è stato tolto per organizzare la staffetta podistica che i quindici staffettisti hanno pagato tutta di tasca propria, dal noleggio camper, al gasolio, al vettovagliamento ecc. A L’Aquila mi ha fatto molto riflettere quel giro a piedi per la città che abbiamo fatto con il nostro accompagnatore Tonino. Una città in lentissima ricostruzione ma, desolatamente vuota. Proprio come un grande albero sradicato e abbattuto al suolo dal passaggio di un uragano, adagiato su un lato con le radici all’aria. Morto e privo della sua linfa vitale che, per una città, sono le persone con la loro vita di tutti i giorni. Da qui a pensare con dolore e profondo rispetto alle persone che non c’e l’hanno fatta, il passo è molto breve. Per tutti e i loro famigliari, una preghiera. Don Ramon e Don Marco, con il campo Caritas, sono riusciti a mettere in piedi una bellissima realtà nella parrocchia di San Giovanni Battista. Stupendo vedere i giovani volontari studenti e non, che non percepiscono un solo centesiLa Voce - Ottobre 2010 mo, spendere il loro tempo per i vari bisogni delle persone, la felicità stampata sui loro volti per avere anche solo ascoltato una nonnina raccontare le sue storie o, di averle fatto la spesa o, averle tagliato l’erba o portato le medicine, parla più di mille parole. Riaccende in noi la speranza che nei cuori dei nostri giovani non c’è solo telefonino, internet, discoteca, sballo o altro, ma hanno ancora tanta voglia di spendersi per gli altri. Ramon e Marco, abbiamo visto più Cristo e Vangelo nel vostro campo Caritas che in tante belle prediche o chiese! Nonostante la terribile situazione in cui vi trovate tenete duro, continuate così, state in mezzo a loro, perché come si dice qui da noi “se non c’è l’asino che tira il carretto, non si va da nessuna parte”. Sicuramente noi non potremo mai dimenticare la forte emozione e il grande applauso spontaneo fatto dalla comunità al termine della S. Messa all’apertura dell’assegno da noi portato. Una goccia nelle necessità quotidiane di un post terremoto che le televisioni e i giornali non ci diranno mai, specialmente dopo la prima emergenza dove i riflettori a poco a poco si spengono o peggio, ci dicono che va tutto bene. Bello anche il momento del pranzo con la comunità, dove noi abbiamo cucinato la mitica, unica e vera, polenta bergamasca offerta per l’occasione dalla ditta Nicoli di Costa di Mezzate e molto apprezzata dagli amici aquilani. Sarebbe bello che il gesto di generosità dimostrato da tutta Zanica non rimanesse unico ma, che continuasse nel tempo. Noi del gruppo podistico ci siamo impegnati dicendo a quella comunità che di sicuro non li dimenticheremo. Se qualcuno liberamente fosse interessato a questo progetto e volesse fare un’offerta, può depositarla presso la Banca della Bergamasca - Sede di Zanica (BG) Conto n. 13764, specificando come causale “Progetto L’Aquila” Pierangelo Rossi La Voce - Ottobre 2010 21 Gruppo Alpini Zanica È con grande piacere che abbiamo deciso di intervistare il “Gruppo Alpini Zanica”, con ancora negli occhi e nei cuori la splendida 83esima Adunata Nazionale tenutasi gli scorsi 79 maggio a Bergamo! L’intento è quello di conoscere il Gruppo attraverso una chiacchierata “a ruota libera” che parli della vita associativa, degli impegni di volontariato assunti, delle criticità, degli obiettivi dell’associazione, fino a farci capire bene da dove nascono i valori dell’«Alpinità» che tanto li fa amare da tutti!! In realtà avrei dovuto incontrarne alcuni componenti già il mese scorso, ma gli impegni assunti per l’Adunata sono stati troppo coinvolgenti….”perché gli Alpini se si prendono un impegno lavorano tanto senza nulla chiedere in cambio!”, esordisce il Capogruppo della Sezione Locale - Ettore Prussiani - accogliendomi nella sede attuale dell’Associazione, presso il Centro Socio Culturale di P.zza Repubblica, insieme ad altri due alpini del Gruppo, Giuseppe Pesenti ed Alberto Volpi. Ricordiamo alla comunità quali sono stati i vostri impegni per l’Adunata, di ospitalità ed organizzazione. “Abbiamo ospitato presso i Centri Sportivi Comunali, ovviamente con il contributo dell’Amministrazione, circa 150 persone provenienti da Stallavena ed Erbezzo (VR), con cui tra l’altro ci siamo gemellati, Cuneo e le persone della banda di Montefiorino (Modena) che si sono esibite anche nella fanfara lungo le vie del paese. Siamo stati fieri di coinvolgere la comunità di Zanica, attraverso l’organizzazione di due eventi Sabato 8 Maggio: l’esibizione sia della “Fanfara di Montefiorino” lungo le vie del paese, sia del “Coro A.N.A. Italo Timallo” di Voghera la sera presso il Cinema Teatro Nuovo. Siamo stati molto contenti perché ci sono stati partecipazione e calore da parte degli zanichesi, senza trascurare il fatto che la sera sono anche stati raccolti fondi per l’associazione “Zanica Solidale”, che in questo momento di disagio economico cerca di offrire aiuto alle famiglie bisognose. Alla sfilata di Domenica eravamo circa in 20 del Gruppo, ma la cosa bella è che hanno voluto aggregarsi a noi anche alcuni giovani del paese che hanno fatto il servizio militare nell’Arma, ma che non avevano mai partecipato alle iniziative del gruppo: questo è stato molto positivo e ci fa ben sperare per dare continuità ed entusiasmo alla Sezione!” A proposito di Gruppo: raccontatemi la nascita ed i numeri attuali... 22 La Voce - Ottobre 2010 “La sezione locale si è costituita nel 1964 e vi hanno contribuito ‘veci’ e ‘bocia’ sotto l’impulso fondamentale dell’allora Capogruppo, Pietro Cortinovis. Tappe fondamentali per la nostra presenza anche simbolica nel paese, al di là della attività di volontariato che ci hanno sempre contraddistinto, sono state: * la benedizione della Santella Alpina, collocata all’inizio di via Stezzano, nel 1974; * l’inaugurazione del monumento dedicato a tutti gli Alpini di Zanica presso il Cimitero nel 1982; * l’inaugurazione della sede nel 1984 in via Padre Davide che purtroppo ora non occupiamo più... Il Gruppo attuale consta di 28 soci (fra cui il Presidente Onorario Mario Cav. Pecis, il Capogruppo Ettore Prussiani ed altri 8 consiglieri), 5 “Amici degli Alpini” e circa 60 volontari che ci aiutano nell’organizzazione e realizzazione della nostra Festa annuale che teniamo nella settimana di Ferragosto ormai dal 2007”. La Voce - Ottobre 2010 Parliamo della vostra sede; prima mi sembra di aver colto una nota di malinconia nel trattare quest’argomento... “Consideriamo la sede precedente un po’ la nostra casa, costruita con tanta passione e duro lavoro. Al suo interno c’era un piccolo museo con oggetti che testimoniano tempi di guerra e pace. Dove siamo ora ci sentiamo un po’ ospiti che devono condividere gli spazi, anche con piacere sicuramente, con altre Associazioni. Noi ci incontriamo, per chi volesse partecipare, tutti i giovedì sera. Fra gli obiettivi del nostro futuro c’è anche quello di poter avere una sede nostra, la sede degli Alpini che possa essere anche casa di tutti e per tutti aperta, magari organizzando anche serate a tema, riaprendo lo spaziomuseo e cercando di coinvolgere tutti i giovani spiegando loro i nostri valori. Per raggiungere il nostro scopo stiamo risparmiando parte del ricavato della nostra Festa annuale (non tutto…la maggior parte va sempre e comunque in beneficenza per le esigenze della comunità!!), e speria- mo che l’Amministrazione comunale possa aiutarci nella realizzazione di questo progetto”. “Mi sembra inizino a delinearsi con chiarezza alcuni dei valori che contraddistinguono la vostra ”Alpinità”: sicuramente l’attenzione per la comunità e la generosità nell’aiutare con umiltà che è in difficoltà. Quali sono le vostre attività di solidarietà in paese?” “Al di là delle iniziative di raccolta fondi che sono legate alle necessità del momento, ci sono alcuni appuntamenti fissi di volontariato che ci vedono protagonisti attivi, insieme alle altre associazioni che costituiscono con noi il Comitato d’Arma: * la Giornata Ecologica con le Scuole, a testimoniare il nostro impegno con i giovani e per l’ambiente sano e pulito. Quest’anno inoltre, all’interno delle iniziative del “Versus”, abbiamo accompagnato i ragazzi delle medie in visita all’inceneritore di Dalmine; * l’allestimento (e lo smontaggio finale) dei gazebo per le iniziative Festa in Piazza; * l’acquisto delle chiacchiere per la festa di Carnevale presso l’Oratorio; * la commemorazione del 4 Novembre; * l’organizzazione della colletta alimentare l’ultimo sabato di novembre; * il montaggio di tutte le luminarie di Natale (di cui andiamo particolarmente fieri, perchè è un grosso impegno ma anche perché contribuisce a continuare la tradizione e creare l’atmosfera natalizia); * il montaggio e smontaggio 23 della Capanna presso “Casa Betania” (Comunità Alloggio per minori e ragazze madri in situazione di disagio) al Patronato San Vincenzo a Bergamo Da alcuni anni stiamo collaborando con l’Istituto Comprensivo di Zanica: in primavera gestiamo una giornata con i ragazzi di 3° media sul valore del tricolore come simbolo di Amore per la Patria unita e come monito storico a non ripetere gli errori che hanno portato alla guerra. Purtroppo l’identificazione dell’Alpino con il tricolore – racconta Giuseppe Pesenti – ci ha fatto un po’ scontrare con un pregiudizio che ci accompagna: credere nel tricolore ed essere soldati non significa commemorare la guerra ed essere guerrafondai. Il tricolore è bandiera di pace, è simbolo di unità proprio contro la guerra, perché non bisogna dimenticare il male che ha portato”. Ma voi Alpini nascete così, con quel DNA e quei valori insiti che vi fanno incontrare e vi fanno scegliere l’un l’altro in quell’Arma oppure l’Alpinità si costruisce, si forma? 24 Crediamo che non si nasce Alpini…oddio sicuramente si può essere predisposti, ma ancora adesso ricordiamo quel periodo di naja come un momento veramente formante per la nostra vita, noi siamo partiti bambini e siamo tornati uomini!! – ricorda Ettore. Immaginatevi partire a 18-19 anni ed essere catapultati in questo ambiente di montagna con il freddo, in mezzo a gente a volte ostile che finge di non capire, con addestramenti e compiti molto duri al limite della sopportazione (ad esempio il cambio della guardia ogni 20 minuti a causa del freddo e la cura ed il trasporto in montagna tutti i giorni dei muli): ci si sente veramente soli!! Allora: la prima cosa è che capisci il valore della casa e della famiglia. E poi la seconda: si sviluppa il senso del gruppo, si capisce che stando da soli non si va avanti perché ci si deve aiutare. Ed infine si matura la consapevolezza più importante:si impara a rispettare, ad essere riconoscenti e ad avere fiducia nei compagni, che diventano fratelli a cui dare senza aspettarsi nulla in cambio, perché loro farebbero lo stesso per te!! Ed allora anche il vino, il cibo che si portano da casa in caserma al rientro dalla licenza diventano simbolo di amicizia e riconoscenza: chi è rimasto sa che qualcuno ha pensato a lui, e chi ha portato il cibo da casa è contento perché può dare un aiuto agli altri. Questo è l’Alpino: un grande lavoratore che fa per gli altri senza chiedere nulla in cambio, disponibile e generoso con le persone bisognose, conosciute o no. Ecco perché tanti Alpini fanno volontariato nella Prote- zione Civile ANA e noi siamo sempre presenti in caso di catastrofi” Avranno pure dei difetti gli Alpini…. Certo che sì, come tutti! Come Arma ci piacerebbe essere un po’ più propositivi e più capaci di autopromuoverci; a volte il nostro fare, il nostro lavoro di fatica è un po’ un limite perché non siamo capaci di coinvolgere gli altri e di fare marketing. Anche proprio per questo speriamo che avere una sede nostra ci possa aiutare a “farci vedere” un po’ di più dagli Alpini e non!! …E poi “dire sempre di sì agli altri” potrebbe procurarci dei guai con le nostre mogli e le nostre famiglie, che bonariamente si lamentano che siamo sempre in giro a lavorare e poco a casa con loro!! portate pazienza e scusateci!!” La mia intervista finisce qui; personalmente sono grata agli Alpini per i giorni di tolleranza e gioia che ci hanno fatto vivere qui a Bergamo: abbiamo davvero respirato un’aria nuova e fresca, di apertura non timorosa verso l’altro. E personalmente sono grata anche agli Alpini di Zanica (come del resto agli altri gruppi di volontariato) per quello che fanno per la nostra Comunità, cercando di renderla viva. Veronica Casanova con la collaborazione di Ettore Prussiani, Giuseppe Pesenti, Alberto Volpi La Voce - Ottobre 2010 ANAGRAFE DELLA COMUNITà PARROCCHIALE BATTESIMI Il 2 maggio 2010 sono stati battezzati: Chiara Ferrari Paolo Rottoli Chiara Benigni Asia Caci Samuele Paletta Francesco Serighelli Il 30 maggio 2010 sono stati battezzati: Anna Arnoldi Mattia Colombelli Maira Provenzi Deva Ginevra Tosi Matilde Vezzali Il 13 giugno 2010 sono stati battezzati: Noemi Meda Federico Cereda Marianna Ferriero Andrea Previtali Bruno Cereda Il 4 luglio 2010 sono stati battezzati: Asia Lanfranchi Davide Pansera Emanuele Vitali Matilde Soldo Il 18 luglio 2010 è stata battezzata: Nicole Bana Il 1 agosto 2010 è stata battezzata: Isabella Bressan Il 5 settembre 2010 è stato battezzato: Luca Nespoli Il 18 settembre 2010 è stato battezzato: Nicolò Fumagalli (alle Capannelle) Il 19 settembre 2010 sono stati battezzati: Beatrice Malanchini Giada Muzzì Yuri Locatelli Alessandro Cimitan Tommaso Biondolillo Kim Cuc Tiziana Aiolfi Il 3 ottobre 2010 è stato battezzato: Davide Morlacchi Date previste per i prossimi battesimi: 14 novembre (ore 16); 26 dicembre (ore 11) La Voce - Maggio 2010 25 ANAGRAFE DELLA COMUNITà PARROCCHIALE MATRIMONI Il 1 maggio 2010 Il 24 maggio 2010 Il 27 maggio 2010 Il 2 giugno 2010 Il 4 giugno 2010 Il 11 giugno 2010 Il 18 giugno 2010 Il 18 giugno 2010 Il 3 luglio 2010 Il 10 luglio 2010 Il 4 settembre 2010 Il 18 settembre 2010 Il 24 settembre 2010 Il 25 settembre 2010 Roberto Stellari con Daniela Pesenti Claudio Vismara con Karin Morlacchi Cristian Redaelli con Laura Francesca Vecchi Alessandro Rossi con Pamela Maria Oberti Paolo Zanchi con Alice Pesenti Andrea Finardi con Melissa Zilio Dimitri Mologni con Rossana Malanchini Gianluca Cesti con Chiara Colombelli Thomas Silvestro Lazzari con Simona Bassis Claudio Parimbelli con Moira Fenili Alessandro Ferrari con Francesca Nespoli Nicola Zani con Pamela Rocchi Ermanno Pietro Ricetti con Barbara Passera Vincenzo La Mantia con Francesca Prussiani In neretto: gli sposi residenti nella nostra parrocchia. DEFUNTI Nella nostra comunità si sono celebrate le esequie: Il giorno 7 giugno 2010 Il giorno 9 giugno 2010 Il giorno 10 luglio 2010 Il giorno 20 luglio 2010 Il giorno 23 luglio 2010 Il giorno 26 luglio 2010 Il giorno 2 agosto 2010 Il giorno 9 agosto 2010 Il giorno 12 agosto 2010 Il giorno 23 agosto 2010 Il giorno 8 settembre 2010 Il giorno 18 settembre 2010 26 Giuseppe Ghidotti di anni 73 Radimillo Bresciani di anni Regina Pesenti di anni 88 Gioia Esposito di giorni 4 Angelo Barbetta di anni 83 Vincenza Lina Piazzoli di anni 74 Cesare Sangaletti di anni 84 Mario Chiodi di anni 72 Benvenuta Maria Almici di anni 78 Emilia Ceribelli di anni 88 Luigina Corna di anni 82 Nicolò Strano di anni 48 Maria Carminati di anni La Voce - Ottobre 2010 RIPARAZIONE ELETTRODOMESTICI --- MOIOLI --- Lavatrici, LavastovigLie, Forni, FrigoriFeri, tv, videoregistratori, Ferri da stiro, aspirapoLvere e aLtri eLettrodomestici CHIAMATA GRATUITA Vendita di materiale elettrico, articoli per la casa, elettrodomestici, complementi d’arredo IMPIANTI ELETTRICI CIVILI - Installazione e manutenzione Antenne terrestri e satellitari - Impianti anti-intrusione Cancelli elettrici - Impianti telefonici - Videocitofoni Via Donizetti, 26/A - Grassobbio (BG) Informazioni: 035 / 52.51.87 AMBULATORIO ODONTOIATRICO NUOVADENTDUE s.r.l. Direttore Sanitario POLIZZI DR. PIERPAOLO Medico Chirurgo Odontoiatra RAVELLI DR. ALBERTO - Medico Chirurgo Odontoiatra SALVIONI DR. BRUNO - Medico Chirurgo Odontoiatra GRIMALDI DR. GIANPIERO - Odontoiatra Via Carducci, 6 - Azzano San Paolo (BG) Telefono e fax: 035.531698 BARONCHELLI Onoranze funebri e addobbi Lapidi e monumenti funebri servizio autoambulanze 24 ore su 24 Via Goito, 1 - 24050 Zanica (BG) teL. 035 / 67.14.21 Libera Associazione Donatori di Sangue Vendita e riparazione elettrodomestici Impianti d'antenna satellitari e digitale terrestre Climatizzazione - Impianti Home Theater Elettrodomestici da incasso - Liste Nozze Videosorveglianza digitale - SKY installer Pagamenti rateali personalizzati Riparazioni e installazioni a domicilio Negozio: Viale Trieste, 20 (di fronte magazzini "Le Matte") Laboratorio: Via Bergamo, 7 - Azzano San Paolo (BG) Tel.: 035 530 179 - eMail: [email protected] Sezione di ZANICA (BG) Donare il Sangue vuol dire Amare Chi volesse diventare donatore volontario si può rivolgere presso la sede tutte le domeniche dalle ore 9.30 alle 11.00 Piazza XI Febbraio - 24050 Zanica (BG) Informazioni: 035 / 67.22.71 - 67.24.36