La voce - Parrocchia di Zanica

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La voce - Parrocchia di Zanica
La voce
Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica
OTTOBRE
2010
ORARI DELLE SANTE MESSE
7.00
Lunedì
Scuola Materna
Martedì
Mercoledì Parrocchia**
Giovedì
Venerdì
Parrocchia
Sabato
9.00*
Parrocchia
Parrocchia
Parrocchia
Parrocchia
Parrocchia
17.30
Capannelle
Capannelle
Capannelle
18.00
20.00
Parrocchia
Parrocchia
Oratorio
Parrocchia
Parrocchia
* Celebrazione delle Lodi mattutine - A seguire Santa Messa
** La celebrazione è posticipata alle ore 7.45
DOMENICA E FESTIVI
In parrocchia
Alle Capannelle
Al Padergnone
Ore 18.00 (vigilia) - 7.00 - 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00
Ore 18.30 (vigilia) - 10.00
Ore 9.00
LA VOCE
Notiziario della comunità parrocchiale
di Zanica
Anno 8 - N° 4 - Ottobre 2010
Direttore responsabile
Silvano Ghilardi
Direttore di redazione
Luca Gattoni
Redazione
Marco Bassi
Veronica Casanova
Fabrizio Colombelli
Luca Gattoni
Silvano Ghilardi
Ennio Locatelli
Valeria Ubbiali
Stampa
Gianluigi Ronzoni
Stefania Bottazzoli
Alice Bottazzoli
CICLOSTILATO IN PROPRIO
http://www.parrocchiazanica.it
VISITE GUIDATE AL MUSEO PARROCCHIALE
Grazie alla collaborazione dei volontari
del gruppo “ZanicArtEstoria”, ogni quarta
domenica del mese alle ore 15.45 viene
offerta la possibilità di visitare gratuitamente il Museo parrocchiale, e di essere accompagnati anche nella visita alla Chiesa.
Per informazioni, rivolgersi in casa parrocchiale.
NUMERI TELEFONICI UTILI
Don Silvano - Casa Parrocchiale
Don Luca - Abitazione
Don Pietro - Abitazione
Reverende Suore - Scuola Materna
Segreteria - Bar Oratorio
035.671.029
035.30.58.953
035.675.063
035.671.107
035.670.558
EDITORIALE
Famiglia:
modello per
le nuove
generazioni?
SOMMARIO
Famiglia: modello per le
nuove generazioni? . . . . . . . . pag. 3
Camminando s’apre
cammino . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5
Giornata Missionaria
Mondiale . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7
Africa Africa . . . . . . . . . . . . . pag. 8
Una luminosa figura
di missionario . . . . . . . . . . . pag. 10
50° anniversario di
ordinazione di d. Umberto . pag. 13
Calendario novembre. . . . . . pag. 14
Grazie Signore!. . . . . . . . . . . pag. 15
Il libro dei Numeri. . . . . . . . . pag. 16
Prove tecniche
di trasmissione. . . . . . . . . . . pag. 17
Il dono di San Nicolò . . . . . pag. 18
Camposcuola invernale. . . . pag. 19
Progetto L’Aquila . . . . . . . . . pag. 20
Gruppo Alpini Zanica . . . . . pag. 22
Anagrafe . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 25
La Voce - Ottobre 2010
Il programma pastorale diocesano invita le comunità a
mettere al centro della propria
attenzione la famiglia, “cellula
della vita sociale“, a partire dalla
formazione al matrimonio delle
giovani coppie, ma per molte
comunità la proposta del programma pastorale deve fare i
conti con la presenza di numerose famiglie con figli già grandi e in buona parte con relativi
nipoti.
A partire da tale contesto sociale è bene porsi la domanda
sul come il cammino di queste
famiglie “mature” è stato segnato ed accompagnato dalla
Parola di Dio - ovvero quale
consapevolezza è presente in
queste famiglie che la radice del
loro amore si ritrova nell’Amore che il Signore ha per la sua
Chiesa? Perché è bene porsi
questa domanda? Perché a queste famiglie vissute in un contesto storico che ora è
profondamente mutato “oggi è
affidato l’Annuncio del Vangelo
alle nuove generazioni “. Riconoscendo pertanto che alle famiglie adulte è affidato questo
compito, sono state raccolte numerose testimonianze sul come
è stato vissuto il loro rapporto
con la Parola di Dio, per poterle
interpretare alla luce dei profondi cambiamenti in atto nel
tessuto delle nostre comunità.
In primo luogo, dalla maggioranza delle famiglie incontrate in una comunità di un
quartiere cittadino, si è colto
che il Signore ha illuminato il
loro cammino nello scorrere
della vita quotidiana, attraverso la semplicità della preghiera.
La preghiera per queste famiglie è stata compagna di viaggio nella buona e cattiva sorte,
e la preghiera - più di tante belle preghiere - resta l’unica mo-
dalità di testimoniare la propria
fede alle nuove generazioni. In
questo modo molti si sono limitati a rispondere, ma poi entrando più nel merito del
vissuto di queste famiglie sono
emersi ulteriori contributi, in
particolare si sottolineato il
“valore della relazione con l’altro,
perché nella buona relazione con
l’altro passa la testimonianza del
nostro stile di vita“. Lo stile di vita è considerato molto importante da queste famiglie perché:
“attraverso il nostro stile di vita
coerente con i nostri principi possiamo essere testimoni dell’annuncio dl Vangelo“. Altri poi hanno
sottolineato che occorre evitare
il rischio di idealizzare il passato, non sempre nel passato ritroviamo modelli di autentica
vita cristiana e nella storia di
molte famiglie ci sono molte
“zona d’ombra”.
Significativa al riguardo è la
testimonianza di chi ha operato
per anni nell’area caritativa
perché in questo impegno verso gli altri si “toccava con mano
le situazioni di fragilità e povertà
di molte famiglie“ e nel contempo si riscopriva la presenza del
Signore in ogni situazione. È interessante sottolineare che tali
sensibilità e impegno verso il
prossimo lo si è ritrovato non
solo nell’ambito dell’area caritativa, ma anche in chi ha operato nella vita sociale, in quanto
la testimonianza nella vita sociale ha trovato forza e sostegno nel rapporto di coppia e
nella propria famiglia. Sul rapporto di coppia si sono raccolte
molte testimonianze ma quanto
queste esperienze possono essere motivo per trasmettere la
propria fede alle nuove generazioni è tutto da verificare. Infatti,
qualcuno giustamente ha fatto rilevare: “non sempre le nostre espe3
rienze sono riproponibili perché nel
passato si è fatto un cammino con
certe categorie sociali e culturali
che ora non ci sono più “. In particolare è cambiato il mondo
del lavoro e il modello di vita
sociale che aveva plasmato
molte famiglie. Ora si è passati:
“dal lavoro ai lavori e in molti casi
anche precari che incidono profondamente non solo sul vissuto famigliare ma anche sui modelli di vita
famigliare che si vanno costituendo
dove la maggioranza delle giovani
coppie lavorano entrambe “. La
possibilità per le nuove generazioni di saper andare oltre certe
difficoltà sta nel fatto che dal
crogiolo della prova le precedenti generazioni sono passate
attingendo a risorse e modelli
organizzativi ora non più riproponibili, altri scenari si stanno prefigurando e compito
delle comunità è quello di accompagnare queste nuove generazioni nel difficile compito
di riscoprire nuove categorie
culturali e sociali per poter affrontare le sfide dei cambiamenti in atto.
Un ulteriore contributo a
questa riflessione ci è stata offerta a partire dalla nascita dei
figli perché: “i figli ci mettono di
fronte ad una realtà che prima non
conoscevi, un conto è vivere il rapporto di coppia senza figli ed un
conto è quando ci sono di mezzo i
figli perché tutto si trasforma radicalmente“. Quando poi i figli incominciano a crescere emerge
nei genitori l’importanza della
loro educazione, infatti in molte
famiglie adulte il tema dell’educazione dei figli è stato
considerato centrale perché: “è
allora che si sente forte il significato di essere famiglia, ma ancor più
si coglie la consapevolezza di vivere la propria fede in una dimensione famigliare“. Infatti, un conto
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è vivere la fede all’interno di un
rapporto di coppia ed un conto
è trasmettere la propria esperienza ai figli. Unitamente a
queste difficoltà di trasmettere
la propria fede molte volte si
sono presentate situazioni di
crisi che sono andate oltre la dimensione ed in questi casi le solidarietà generazionali sono
state di aiuto per tirare avanti.
In altri casi è stato più difficile raccogliere l’esperienza di
alcune persone perché, caricate
da una serie di problemi che si
trascinavano da tempo non si
sono rese disponibili ad entrare
nel merito del proprio vissuto
però, chiedendo come è possibile tirare avanti di fronte alle
molteplici difficoltà, è emersa
una risposta molto importante:
“è perché da giovani ti hanno messo dentro certe cose che per tutta la
vita te le porti dentro, in altre parole è il senso del dovere che ti aiuta a tirare avanti in mezzo a tanti
problemi“. Credo che queste risposte abbiano un profondo significato anche per le nuove
generazioni che si trovano a dover fare i conti con un mondo
segnato da profondi cambiamenti sociali e del lavoro; la sfida è quella di essere vicini al
loro cammino, poi come qualcuno ha detto: “quello che conta
è la Grazia del Sacramento del matrimonio, quella non cambia mai,
ma ti aiuta ad interpretare i segni
dei tempi perché ti mette dentro
certe cose che nella vita non ti lasceranno mai “.
Pino Candiani
Sociologo e collaboratore
Ufficio Pastorale sociale
La Voce - Ottobre 2010
Camminando
s’apre
cammino
Fratelli e sorelle carissimi,
non è certo una bella cosa avere
pause così lunghe nel dialogo
che il notiziario parrocchiale
vuol portare avanti. Anche questo però fa parte delle fatiche
che si assommano e che in certi
periodi ci tolgono lucidità. Peraltro, fortunatamente, il dialogo tra noi percorre tante altre
vie e resta uno dei desideri più
vivi e dei doni più graditi.
Come sempre ricordo brevemente alcuni momenti del cammino che abbiamo condiviso
negli ultimi mesi, dall’ultima
“puntata”. “Ri-cordare”, cioè
custodire nel cuore, con gratitudine perché abbiamo sperimentato la vicinanza e l’aiuto del
Signore; con la voglia di imparare anche dai nostri errori e
dai nostri limiti; con la sincera
determinazione ad essere fedeli
alle intuizioni e ai suggerimenti
che l’esperienza e le persone ci
hanno regalato. Necessariamente, essere il periodo piuttosto lungo, cercherò di essere
conciso.
* Nel mese di maggio abbiamo rinnovato la tradizione del
rosario nei diversi quartieri della nostra parrocchia, unendola
per la prima volta alla benedizione delle famiglie e delle case. L’orario serale ci ha
consentito di trovare molte persone che durante il giorno sono
fuori casa per lavoro. E’ stata
un’esperienza faticosa, ma decisamente positiva. Diverse sere abbiamo terminato verso le
ore 22.30 – 23. Penso che occorreranno altri due anni (almeno)
per completare il giro di tutte le
vie.
* Domenica 16 maggio abbiamo vissuto con gioia la messa di Prima comunione con 71
ragazzi e ragazze della nostra
La Voce - Ottobre 2010
comunità. C’è stato qualche
malinteso nella fase organizzativa, per una inadeguata comunicazione. La celebrazione si è
svolta davvero bene, con i ragazzi e le loro famiglie raccolti
e partecipi. La messa domenicale è davvero l’incontro più
importante con Gesù e con la
comunità dei suoi discepoli.
Aiutiamoci a viverla bene ogni
settimana.
* Dal 27 maggio al 6 giugno:
Festa alle Capannelle. Buona
l’affluenza delle persone. Con il
proprio lavoro la Comunità
delle Capannelle è riuscita a coprire i costi per la realizzazione
dell’oratorio. In crescita il coinvolgimento dei volontari, anche
dei giovanissimi!
* Dal 18 giugno al 16 luglio si
è svolto il CRE: fatica tanta, gioia tantissima! Complimenti a
tutti, agli animatori e ai numerosi adolescenti.
* Il 23 luglio, proprio durante la messa ai Centri sportivi
una tremenda grandinata. Che
desolazione i campi di mais falcidiati! E le auto, le tegole, i vetri … Gravi danni all’impianto
antipiccioni della chiesa parrocchiale.
* 26 luglio, S. Anna. La processione parte sempre un po’ in
sordina. Poi è davvero numerosa la presenza al Santuario per
la messa. Aspettavamo le due
campane nuove … sono arrivate ad agosto. Bella la presenza
di mamme e nonni con i bambini. Gli alpini scortano la statua di sant’Anna con Maria
bambina. I volontari, con Antonio Maffeis stanno preparando
delle bellissime porte in legno
massiccio.
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* L’estate corre via ed eccoci
alla attesa Festa dell’oratorio.
Complimenti alla squadra eccezionale dei volontari. Qualche
dispetto la pioggia lo fa anche
quest’anno. È bello comunque
ritrovare tanti volti amici, che
all’oratorio si sentono “a casa”.
Finisce l’estate … si riprende
con slancio il cammino ordinario.
* Lunedì 6 settembre, durante la festa dell’oratorio, santa
messa con alcuni preti che negli
anni hanno svolto il loro ministero a Zanica. Al termine la
presentazione del secondo volume di Zanica. Arte e storia
nella Parrocchiale. Alessandra
Di Gennaro presenta in maniera sintetica e accattivante il frutto della sua fatica. Il volume è
splendido, la ricerca davvero
qualificata: dobbiamo essere
straordinariamente grati ai nostri padri che ci hanno consegnato queste bellezze di arte e
di fede. Il gruppo dei volontari
continua il suo impegno per
guidare alla scoperta dei nostri
tesori i visitatori, i ragazzi delle
scuole e tutti coloro che vogliono conoscerli meglio.
* Purtroppo questi mesi estivi sono stati caratterizzati anche dalla perdita improvvisa di
persone ancora giovani, proprio nel mezzo delle feste che si
stavano svolgendo in paese
(Radimillo Bresciani e Nicolò
Strano). Drammatica anche la
perdita di Giuseppe Ghidotti:
col suo stile silenzioso, disponibile e generoso è stato una presenza importante per tanti anni,
nel sostegno e nella promozione dell’attività sportiva per i
nostri ragazzi. Il dolore per le
famiglie e gli amici è una ferita
difficile da rimarginare; gli
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esempi ricevuti sono un’eredità da custodire e continuare a
far fruttare generosamente.
* Mercoledì 22 settembre si è
tenuta l’Assemblea parrocchiale di inizio anno. Ho presentato
gli obiettivi del nostro cammino per questo anno pastorale e
in particolare la proposta di articolare diversamente il Consiglio Pastorale parrocchiale, per
favorire la partecipazione e la
corresponsabilità. Presenze:
troppo poche!
* Domenica 26 settembre inizia il nuovo anno catechistico.
I catechisti mettono generosamente a disposizione tempo,
impegno di preparazione, amore per i ragazzi. Resta insostituibile la presenza e la
testimonianza dei genitori. Numerose le iscrizioni sia dei piccoli sia dei ragazzi di terza
media.
* Nella stessa domenica
l’Unitalsi ha organizzato la
giornata dell’anziano e dell’ammalato. Messa con Unzione degli infermi. Pranzo
comunitario all’oratorio. E’ importante che l’Unzione venga
richiesta quando c’è un momento critico per la salute, per
poterla celebrare bene, in famiglia.
* 1 ottobre: primo venerdì
del mese. Viene riproposta
l’adorazione eucaristica anche
alle 20.30. Sono invitati innanzitutto i catechisti e il gruppo
missionario: ma è un’ora di preghiera che in tanti adulti potrebbero regalarsi e regalare al
Signore!
processione al mattino, per dare ai nostri ragazzi e alle loro famiglie
la
possibilità
di
sperimentare questa forma significativa di preghiera e di devozione. Si accettano proposte
migliorative.
* 4 – 8 ottobre: esercizi spirituali in parrocchia. Un itinerario di ascolto della Parola di
Dio , di riflessione e di preghiera, a partire dal versetto tratto
dal Primo libro di Samuele: “La
parola del Signore era rara in
quei giorni”. Buona e costante
la presenza. Può un cristiano
adulto, pressato da tanti impegni e responsabilità, tenere viva
la propria fede e trarne forza e
incoraggiamento se non la nutre adeguatamente? Siamo
bombardati da milioni di parole… e trascuriamo la Parola,
l’unica che dà luce e vita.
* Il 10 di ottobre festa della
Madonna del Rosario a Capannelle. La gente non ci sta
tutta in chiesa e molti si fermano anche per la processione, anche mamme con i bambini
piccoli. È un giorno speciale: la
comunità esprime la sua gioia
per la presenza di mons. Alberto Carrara, delegato vescovile
per la Cultura e la Comunicazione, che da qualche giorno è
venuto a risiedere a Capannelle, nel nuovo oratorio. Il suo
impegno pastorale a fianco del
vescovo si svolge principalmente a Bergamo, ma sarà presente tra noi per le celebrazioni
eucaristiche e, strada facendo,
sperimenteremo il suo prezioso
apporto.
don Silvano
* Domenica 3 ottobre: Festa
della Madonna del Rosario. Da
qualche anno proponiamo la
La Voce - Ottobre 2010
Giornata
Missionaria
Mondiale
“Spezzare pane per tutti i
popoli” è lo slogan scelto per la
giornata Missionaria Mondiale,
celebrata Domenica 24 Ottobre
2010. In occasione di questa giornata, ospitiamo sul nostro notiziario gli interventi dei nostri
missionari.
Carissimi tutti e tutte,
eccomi a voi, anche se solo
con un breve scritto! Siamo nel
mese di ottobre, il mese missionario e quindi colgo questa occasione per mandarvi il mio
saluto e soprattutto per dirvi la
mia gioia di essere in Benin! È
un paese nuovo da scoprire, da
apprezzare, da amare! Siamo
qui da poche settimane quindi
non è che posso dire molto, ma
mi sento a casa! La gente è accogliente e si sente che desiderano conoscerci! Quando passo
per la strada i bambini gridano
in coro “Yovo Yovo bonsoir!
Comment ça va?” (Bianco, bianco buonasera, come va?), un
modo gentile di accoglierti e di
dirti che apprezzano la tua presenza! E se ti fermi e balbetti
qualche parola nella loro lingua, bambini e adulti ne gioiscono!
Ci sono tante persone che ci
stanno dando una mano: chi
per farci conoscere le strade, chi
per aiutarci a fare le spese, chi
per fare i diversi documenti, visti e carte di soggiorno … chi
semplicemente con il suo sorriso ci fa sentire a casa!!!!
In questo periodo abbiamo
cercato di attrezzare un poco la
casa che abbiamo preso in affitto almeno dello stretto necessario, certo ci mancano ancora
molte cose, ma chi si accontenta
gode … possiamo viverci! È
bella e si trova nel quartiere dei
pescatori!
Abbiamo l’Oceano di fronte
… da questi litorali sono partiti
la più parte degli innumerevoli
schiavi verso il nuovo mondo
d’America! Ogni volta che lo
guardo inevitabilmente penso a
loro! Penso al Film “Amistad”,
ai tanti che non hanno mai fatto
ritorno perché in America non
sono mai arrivati! E nasce in me
una preghiera “ Signore perdona il passato e aiutaci a cambiare tutte quelle situazione che
nel mondo di oggi sono schiavitù”. E sono certa che il Signore ascolta la preghiera che
sgorga dal cuore! Vi chiedo di
unirvi a me in questa preghiera!
Mese missionario, mese di
tante e diverse attività per le
missioni, sono certa che anche
voi ne siete presi e che con generosità rispondete ai tanti bisogno di Chiese più giovani e
nel bisogno! Sono certa che portate nella vostra preghiera i tanti missionari sparsi nel mondo!
Sono certa che la vostra vita
stessa è testimonianza e annuncio del Vangelo lì dove siete! E
questo è Missione!
Grazie quindi e buona missione! Siate la presenza di Dio!
Siate il Volto e la Mano di Dio!
Volto che illumina, mano che
accarezza! Siate il Cuore di Dio!
Cuore che accoglie! Siate la bocca di Dio! Bocca che pronuncia
solo parole di pace e di benevolenza! Siate gli occhi di Dio! Occhi che esprimono tenerezza!
Siate i piedi di Dio! Piedi che
non si stancano mai di camminare accanto all’umanità!
Vi abbraccio tutti forte e vi
prometto che scriverò più a
lungo per raccontarvi di noi,
del Benin!
Suor M. Teresa Traina
Cotonou – Benin
Tel: 00229 64136702
La Voce - Ottobre 2010
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Africa Africa
‘’Non è questo il racconto di gesta impressionanti. È il segmento
di due vite raccontate nel momento
in cui hanno percorso insieme un
determinato tratto, con la stessa
identità di aspirazioni e sogni. Forse la nostra vista non è mai stata
panoramica, ma sempre fugace e
non sempre adeguatamente informata, e i giudizi... sono troppo netti. Forse.’’ (cit.)
Tutto è iniziato dalla semplice ma curiosa voglia di visitare
questo mondo, di distaccarci
per un breve periodo di tempo
da ciò che ci ‘’imprigiona’’ per
andare a vedere cosa c’è fuori,
oltre la nostra quotidianità, i
luoghi comuni, le nostre abitudini. Ed è così che abbiamo deciso di andare in Costa
d’Avorio, a 5000 km da casa, sicuri che questo viaggio ci
avrebbe arricchito molto e regalato altrettanto… e così è stato.
Prima di raccontarvi occorre
fare una premessa importante:
in Africa il tempo scorre lento,
molto lento, e non ai ritmi frenetici ai quali siamo abituati
qui. Detto questo vi racconteremo quello che abbiamo fatto in
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questi 25 giorni, che abituati ai
nostri tempi può sembrarvi poco ma, credeteci, sono stati tutti
giorni intensi e densi, giorni che
han lasciato il segno.
Dopo ore di viaggio e di attesa tra aeroporti, strade dissestate e prime immagini vaghe,
scorte da un finestrino, di quello che ci sarebbe aspettato, siamo arrivati alla Missione (ci
sarebbero molte cose da dire: non
sappiamo che idea abbiate o a cosa
pensiate quando vi dicono missione o missionari, ma questa esperienza ci ha aiutato a capire molte
cose anche su questo).
I primi due giorni ci sono
serviti ad ambientarci, soprattutto nell’ambiente della missione, e non essendoci attività
specifiche da svolgere, abbiamo
colto l’occasione di conoscere i
bambini del posto, almeno
quelli che frequentavano la
missione. E quindi tra sorrisi,
un francese parlato a grandi linee, sguardi di intesa, partite di
calcio e fotografie abbiamo iniziato a conoscere persone, a tessere i primi fili di rapporti che
tre settimane dopo sarebbero
diventati qualcosa di speciale:
animatori, bambini, catechisti,
organizzatori, cuochi, aiutanti e
chi più ne ha più ne metta.
Dopo questi primi due giorni siamo entrati nella “Semaine
des Enfants”, iniziando i preparativi per questi quattro giorni
di mini-Cre, da svolgere nel villaggio di Youbuakro; quindi
via con la preparazione di idee
e materiali e via anche ai primi
viaggi in jeep tra la brousse (vegetazione locale). Queste giornate di mini-Cre ci hanno visti
impegnati tra giochi, balli,
pranzi (con cibo locale) e soprattutto nel dipingere una
chiesa, rimessa a nuovo da imbianchini improvvisati quali
La Voce - Ottobre 2010
eravamo noi! Quattro giorni
decisamente stancanti ma allo
stesso tempo gratificanti! Finita
la prima settimana di avventura abbiamo passato ancora un
paio di giorni “riposando” tra
partite di calcio e visite varie all’ospedale, centro di fisioterapia e casa delle suore Poverelle.
Dopo questi due giorni si è
iniziato a preparare la “Rencontre Jeunes”, un incontro con trecento giovani provenienti da
tutti i villaggi che si sarebbe tenuto al villaggio di Ayenou.
Anche qui via con le idee, la
preparazione dei libretti, del logo e dei materiali necessari. Il
tema di questa “Rencontre Jeunes” è stato l’amicizia. Impegnati in conferenze e dibattiti
abbiamo avuto l’occasione di
scambiare idee, confrontarle
con le nostre, conoscere gente
nuova, approfondire i rapporti
con le persone che già conoscevamo. Sono stati quattro giorni
che ci hanno sfinito ma che
hanno lasciato dentro quel
qualcosa che è difficile da spiegare! E cosi anche la seconda
settimana, senza che ce ne accorgessimo, è volata.
La terza settimana non aveva in programma nessuna attività prestabilita e quindi ci ha
visti impegnati nella missione,
tra lavori di riordino e di restauro, tra giochi e incontri,
chiacchiere e risate. Un giorno
siamo andati a trovare anche i
nostri “colleghi” nella missione
di Tanda e con loro abbiamo
deciso che, prima di partire, sarebbe stato bello andare a visitare la capitale politica
(Yamoussokro) e quella economica (Abidjan). Effettuati i preparativi,
contattato
un
furgoncino che ci avrebbe guidato per le due città, stilato una
sorta di itinerario, più carichi
che mai eccoci accontentati: dopo 6 ore di viaggio terrificante,
tra posti di blocco della polizia
e strade dissestate arriviamo a
Yamoussokro.
Alla partenza è stato difficile
salutare tutte quelle persone
che hanno condiviso con noi
questo breve viaggio, a partire
dai ragazzi e bambini fino ad
arrivare ai missionari. Tra qualche lacrima, qualche nodo alla
gola, qualche sorriso e tanti abbracci abbiamo salutato quella
che per tre settimane è stata la
nostra casa e la nostra famiglia,
perché è proprio cosi che ci siamo sentiti, nonostante fossimo
a cinquemila chilometri di distanza!
Queste righe non basteranno
mai per descrivere tutte le emozioni, le gioie, i dolori, i colori, i
profumi, i pensieri, le domande
che l’Africa in un mese soltanto
ci ha lasciato; però ci piacerebbe lanciare un messaggio. Forse
ognuno di noi è a conoscenza
che in Africa ci sono molte malattie, che le persone si possono
permettere un solo pasto al
giorno, che addirittura bambini
La Voce - Ottobre 2010
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muoiono di fame, che l’acqua
non è del tutto potabile, l’elettricità non è garantita e la sanità
è pressoché inesistente; noi vi
diciamo che è realmente così,
ma è solo quando ci sbatti dentro il naso che capisci…. Capisci che tu che stai leggendo
questo articolo, seduto sul divano, con la luce e la tv accesa,
con la lavatrice che lava, sgranocchiando qualcosa mentre i
tuoi figli o nipoti giocano nel
cortile o stanno al computer sei
davvero fortunato!
La cosa che ci fa male, che
poi è stata anche la lezione che
abbiamo imparato, è che qui
noi tutti abbiamo tutto e nonostante questo ci facciamo mille
problemi, mille paranoie, litighiamo, siamo tristi, invidiosi,
avidi.. Invece là le persone non
hanno nulla, eppure sorridono,
apprezzano, godono delle piccole cose che la natura, la storia,
il caso, il Signore gli ha donato:
la gente non si lamenta, condivide, si aiuta, vive! Per noi loro
sono e resteranno sempre Poveri, ma vi invitiamo a riflettere
bene su questa parola, e ad
usarla adeguatamente, perché
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anche se non hanno vestiti firmati, una casa di mattoni, una
bella automobile, dei giocattoli,
un bar o una pizzeria sotto casa, una farmacia o una palestra
in paese, una scuola o un oratorio a due passi… bhè vi assicuriamo che questa gente, dentro,
è molto più ricca di noi e avrebbe da insegnare a chiunque!
Sorridete! Amatevi! Impegnatevi socialmente! Viaggiate! Condividete! Siate felici!
Si dice che chi torna da un
viaggio non è mai la stessa persona che è partita … quel vagare senza meta per la maiuscola
Africa, ci ha un po’ cambiato, è
vero, ci ha aperto gli occhi su
tante cose e vorremmo che anche voi rifletteste su tutto questo. E’ stata davvero una bella
esperienza di vita, sicuramente
ripetibile e chissà che qualcuno
non voglia aggregarsi!
Stefano Ferrari
Francesco Colombelli
UNA LUMINOSA
FIGURA DI
MISSIONARIO
Il giorno 10 ottobre celebriamo la festa di San Daniele Comboni, canonizzato sette anni fa
dal Papa Giovanni Paolo II. É
una figura luminosa e sommamente significativa di missionario, che non cessa di suscitare
entusiasmo e amirazione in coloro che lo conoscono.
Vale la pena sottolineare alcuni aspetti della personalitá di
questo santo missionario, la cui
santità é stata ufficialmente riconosciuta e proclamata dalla
Chiesa.
Un primo aspetto che suscita
l’ammirazione di coloro che si
avvicinano alla figura di Comboni e lo conoscono é il grande
entusiasmo che sempre lo ha
animato nella realizzazione di
quella missione alla quale Dio
lo aveva chiamato: un entusiasmo che contagiava tutti coloro
che entravano in contatto con
lui. Non si spiegano diversamente i grandi viaggi intrapresi
per tutta l’Europa, da Madrid a
Mosca, da Roma a Colonia, per
suscitare interesse, aiuti di personale e mezzi economici per la
Missione africana. Aveva persino programmato un viaggio in
America con la stessa finalità:
un viaggio che poi non ha potuto realizzare per diversi motivi. Senza calcolare poi i
numerosi viaggi dall’Africa
all’Europa, sempre motivati dagli stessi obiettivi: suscitare interesse e aiuto. Cosa sosteneva
tutto questo entusiasmo contagioso, se non l’amore incondizionato che aveva per la sua
vocazione missionaria?
La Voce - Ottobre 2010
La sua vocazione aveva cominciato a manifestarsi in seguito alla lettura del libro di S.
Alfonso de Liguori sui Martiri
giapponesi. Si era poi rafforzata, prendendo un tono spiccatamente africano, in seguito a un
incontro con un missionario
dell’Istituto di don Nicola Mazza – P. Angelo Vinco – che, ritornando dall’Africa, aveva
parlato della missione africana
ai giovani studenti dell’Istituto,
tra i quali c’era anche Daniele.
A diciassette anni di etá aveva
fatto un giuramento, nelle mani
del suo Superiore, don Nicola
Mazza, di consacrare tutta la
sua vita alla missione africana.
Ordinato sacerdote, e scelto per
formare parte del gruppo che
sarebbe partito per la missione
in Africa, la sua vocazione ricevette il sigillo definitivo nelle
parole del suo Direttore spirituale, che gli aveva assicurato
che la sua vocazione missionaria era tra le piú chiare ed evidenti che mai aveva conosciuto.
In una delle sue numerosissime
lettere che scrisse troviamo
questa significativa testimonianza:
La Voce - Ottobre 2010
“Vedendomi cosí abbandonato e
desolato, ebbi cento volte la tentazione... di abbandonare tutto... Ebbene, ció che non mi fece mai venir
meno alla mia vocazione... ció che
mi sostenne il coraggio a star fermo al mio posto fino alla morte....
fu la convinzione della sicurezza
della mia vocazione. Fu sempre e
toties quoties perché il P. Marani
mi ha detto il 9 agosto 1857, dopo
maturo esame: ‘La vostra vocazione alle missioni dell’Africa é una
delle piú chiare che io abbia vedute’”. Questa certezza di essere
nel cammino di Dio, malgrado
tutte le difficoltá, era ció che sosteneva il suo entusiasmo e dedizione.
Un secondo aspetto che suscita ammirazione è la sua capacitá di scoprire nuovi
cammini, piú consoni alle necessitá del suo tempo, per affrontare e risolvere meglio il
problema della missione africana. L’esperienza aveva dimostrato che la Missione africana
esigeva un altissimo prezzo di
vite umane. La storia della Missione in Africa é la storia di una
enorme ecatombe. Gli europei
che affrontavano l’ardua impresa incontravano molto presto la morte. Lo stesso Comboni
aveva fatto esperienza di questa realtà. Il capo della Missione
era morto nel primo anno del
loro arrivo. Tutti gli altri – compreso lo stesso Comboni – si
erano ammalati e si erano visti
costretti ad abbandonare la
Missione e tornare in Italia. Si
imponeva una soluzione al grave problema. La persistenza
della Missione era in pericolo,
perché la stessa Santa Sede la
voleva chiudere per l’alto prezzo di vite umane che esigeva.
Una soluzione era quella di
portare in Europa giovani afri11
cani, ragazzi e ragazze, istruirli
e formarli nella fede cattolica e
poi tornare a mandarli in Africa, perché fossero gli strumenti
nell’evangelizzazione dei loro
conterranei. Però, ció che succedeva era che questi giovani
educati in Europa non volevano piú ritornare in Africa. In
questo frangente si manifestò la
capacitá creativa di Comboni.
Ideò un Piano strategico per la
conversione dell’Africa, chia-
mando in causa tutti gli Istituti
missionari che esistevano, affinché si creasse come un rosario di Centri formativi nella
periferia dell’Africa “dove l’Europeo potesse sopravvivere e l’Africano non snaturalizzarsi”, e da lì
partire per l’evangelizzazione
del centro del continente africano. L’idea era grandiosa. Non
era di facile realizzazione, però
la sua realizzazione era possibile. Tuttavia non si realizzò, perché nessuno la raccolse. Solo
Comboni realizzò il suo Centro
formativo nel Cairo, che rimase
l’unico. Una occasione propizia
di evangelizzazione si era persa
per l’incapacità di unire le forze
e camminare uniti e concordi.
Ciò non toglie, tuttavia, la capacità creativa di Comboni per affrontare e risolvere i problemi
che si presentano.
Una terza caratteristica che
troviamo nella personalitá di
Daniele Comboni é la sua tenacia irremovibile nel portare
avanti il compito che Dio gli
aveva assegnato. Nella vita di
Comboni non mancarono le
difficoltà, e difficoltà gravissi-
me. Gli ultimi anni della sua vita la croce si fece particolarmente pesante sulle sue spalle:
siccità che producevano situazioni di miseria tra i Missionari
e la gente; uno dopo l’altro i
suoi missionari morivano a
causa delle malattie tropicali, a
tal punto che aveva ordinato
che non si togliesse il catafalco
dalla chiesa. Poi incomprensioni da parte di persone che
avrebbero dovuto aiutarlo; calunnie che minavano la sua
onorabilità e che, dopo la sua
morte, ritardarono di molto
tempo il processo della sua beatificazione, fino a far piena luce
sui fatti relativi... Eppure, malgrado tutto, Comboni non desiste.
Le ultime sue parole, che troviamo al termine dell’ultima
lettera scritta al Rettore del suo
Istituto di Verona, manifestano
a piena luce la tempra di
quest’uomo: “Io sono felice nella
croce, che portata volentieri per
amore di Dio genera il trionfo e la
vita eterna”. Questa lettera fu
scritta il 4 ottobre 1881. Sei giorni dopo – il 10 ottobre dello
stesso anno – Comboni moriva
a Khartoum.
In questo mese di ottobre –
mese missionario per eccellenza – preghiamo il Signore che
non cessi di suscitare vocazioni
missionarie entusiaste e entusiasmanti, capaci di leggere e
interpretare le esigenze dei
nuovi tempi, e forti per poter
resistere alle difficoltá che la vita sempre presenta.
Alla vostra unisco la mia
preghiera.
P. Pierluigi Cadé
Missionario Comboniano
del Cuore di Gesú.
12
La Voce - Ottobre 2010
Cinquantesimo
anniversario
di sacerdozio
di don Umberto
Tombini
“...Ma sulla Tua Parola getterò le reti”. (Luca 5,5)
Questa frase è stato il motto
del sacerdozio che il Signore
nella sua insondabile bontà mi
ha donato. Nei successi come
negli insuccessi, sempre mi sono sentito sostenuto, guidato,
sorretto da quel Cristo che mi
ha scelto ad essere suo ministro, ad agire nella sua persona,
dimostrandomi l’attenzione, la
premura, la sconfinata bontà
nel mettersi nelle mie mani, fidandosi totalmente di me. È
questa considerazione che mi
ha reso sempre contento di essere stato chiamato alla dignità
a cui sono stato innalzato.
Amato avrei dovuto riamare; questo è un punto dolente
della mia vita. Sì, avrei dovuto
offrire, soffrire, pregare molto
di più e meglio di quanto non
abbia fatto, ma anche in questa
constatazione non mi deprimo
più di tanto, perché mi fido di
quel Gesù che ha perdonato a
Pietro pur confermandogli l’incarico assegnatogli. Da qui deriva un senso di profonda gioia,
che nessuno può comprendere
e sviscerare se non Dio stesso di
essere stato scelto a questo ministero. Momenti di sofferenza
fisica o morale ci sono stati, ma
la considerazione di essere sacerdote mi ha fatto sentire contento perché potevo offrire un
piccolo gesto di riconoscenza a
Dio.
Serenità, gioia e pace inferiore sono da sintesi di questo anniversario, che non è mai per
me una meta, ma solo una tappa, perché ogni giorno è stato
da me vissuto come il primo
giorno della mia ordinazione
sacerdotale, arricchito dalle
molteplici grazie, e dalle positive e a volte anche negative
esperienze vissute.
Al grazie si unisce il miserere,
ma in un contesto di abbandono filiale in Colui che mi ha voluto suo. Sono contento di
essere stato totalmente suo e lo
sarò fino a quando Dio vorrà
con l’impegno di gridare forte a
tutti: è meraviglioso essere di
Dio, appartenergli completamente, tenendo presente che
anche questo è tutto dono suo.
Donami, o Signore, di incrementare la mia donazione totale a Te, nelle cui mani mi metto
incondizionatamente.
Foto di gruppo con Mons. Piazzi e i “giovani” di tanti anni fa...
Don Umberto è il terzo da destra
La Voce - Ottobre 2010
don Umberto Tombini
13
NOVEMBRE 2010
Liturgia
Impegni parrocchiali
s. messe: 7 – 8 – 9.30 – 10 (Cap.) – 11 - 18
ore 15: Vespri – Processione al Cimitero (Zanica)
s. messe: 7.45 – 9.20
ore 15: s. messa al cimitero (Zanica e Capannelle)
ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale)
ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale) ore 20.45: AC adulti
1
L
TUTTI I SANTI
2
M
COMMEMORAZIONE DI
TUTTI I FEDELI DEFUNTI
3
M
4
G
S. Carlo Borromeo
ore 15: s. messa ai Morti di Scurizio
ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale)
5
V
Tutti i Santi di cui
si custodiscono le reliquie
nelle chiese della diocesi
ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale)
Adorazione eucaristica: 7.30-11; 16-18; 20.30-21.30
ore 20: s. messa (chiesa parrocchiale)
6
S
7
D
XXXII domenica del tempo
ordinario
Il dono di san Nicolò
9.15: Iniziazione alla s. messa per i gruppi Nazaret e Betlemme
10.30 Incontro genitori e ragazzi gruppi Gerico
8
L
9
M
Dedicazione della Basilica
Lateranense
ore 10: catechesi adulti
ore 20: Ufficio comunitario
10
M
San Leone Magno
ore 20.45: Gruppo liturgico
11
G
S. Martino
ore 20: Ufficio comunitario (Capannelle)
Lectio divina: ore 20.45
12
V
S. Giosafat
Lectio divina: ore 17
13
S
14
D
16
M
17
M
18
G
Lectio divina: ore 17 e 20.30
19
V
Lectio divina: ore 17
ore 20.30: Gruppo catechisti
20
S
14.30 Incontro genitori gruppo Cafarnao
21
D
Cristo Re
9.15: Iniziazione alla s. messa per i gruppi Nazaret e Betlemme
ore 11: Festa del ringraziamento
ore 15: Incontro genitori e ragazzi seconda media
22
L
Santa Cecilia
ore 20.30: Confraternita - Consiglio dell’oratorio
23
M
24
M
25
G
ore 16.45: celebrazione penitenziale elementari
26
V
ore 15: celebrazione penitenziale medie
Lectio divina: ore 17
27
S
28
D
29
L
30
M
14
ore 15: Adulti di AC
ore 20.45: CPAE
14.30 Incontro genitori gruppo Nazaret
XXXIII domenica del tempo
ordinario
9.15: Iniziazione alla s. messa per i gruppi Nazaret e Betlemme
ore 16: battesimi
ore 10: catechesi adulti
ore 20.45: Gruppo missionario
Santa Elisabetta di Ungheria
ore 10: catechesi adulti
ore 20.30: Unitalsi - Ac adulti
Lectio divina: ore 17 e 20.30
Ss. Andrea Dung-Lac e compagni
I Avvento
ore 10.30: Incontro genitori gruppi 5a elementare
S. Andrea
ore 10: catechesi adulti
La Voce - Ottobre 2010
Grazie
Signore!
Loscorso 16 maggio 2010, 71
ragazzi della nostra comunità
hanno ricevuto per la prima volta l’Eucaristia:
Angioletti Sara
Barcella Milena
Bertoli Nicola
Bettinelli Francesca
Bottarelli Fabio
Brembilla Linda
Brogni Chiara
Bruno Gabriele
Carminati Francesca
Carminati Giulia
Carminati Paolo
Cascavilla Giorgia
Castaldo Francesco Pio
Castelli Giorgia
Cattaneo Elisa
Cavalleri Jacopo
Cereda Filippo
Chiari Sabrina
Cividini Fabio
Colleoni Matteo
Colombi Ilaria
Colombo Chiara
Conti Sara
Curcio Giulia
Delprato Giulia
Durelli Valentina
La Voce - Ottobre 2010
Ellerini Arianna
Esposito Daniele
Facchetti Davide
Ferrari Luca
Galli Anna
Gibellini Matteo
Giovannini Alice
Gotti Aurora
Gotti Cristian
Gotti Gabriel
Gotti Letizia
Libanore Eleonora
Lippolis Cristian
Mapelli Samuel
Mauri Alessandra
Morlacchi Luca
Nozza Federica
Ongaro Andrea
Opini Michela
Paciolla Ilaria
Panseri Lorenzo
Pasinetti Gloria
Pecis Riccardo
Peddio Sonia
Pedroni Gabriele
Perolari Silvia
Piatti Francesco
Prussiani Luca
Ravasio Beatrice
Ronzoni Michele
Ronzoni Valentina
Rota Manuel
Salvetti Lorenzo
Salvi Ricardo
Sandrinelli Francesco
Sangaletti Andrea
Scanu Noemi
Spreafico Luca
Sterrantino Luca
Tanieli Lorenzo
Vitali Andrea
Vitali Gregorio
Volpi Roberta
Zanchi Laura
Zucchi Serena
15
Invito
alla lettura
IL LIBRO DEI NUMERI
I CONTENUTI
Il titolo ebraico di questo libro, “Bemidbàr - Nel deserto”, ne
riprende una delle prime parole. Il titolo “Numeri” fa riferimento al censimento del
popolo narrato nel primo capitolo. Ma questo libro è sostanzialmente la narrazione del
viaggio che porta il popolo di
Israele dalle pendici del monte
Sinai sino al confine della terra
promessa, alle steppe di Moab.
Esso contiene le istruzioni di
Dio per affrontare con successo
il cammino e, al tempo stesso,
vuol far capire quanto sia faticoso per il popolo fidarsi di Dio
e dei suoi legittimi rappresentanti. Il contenuto è abbastanza
vario: alterna materiale narrativo, dove si raccontano episodi
del cammino nel deserto, ad
ampie sezioni in cui sono riportate leggi e prescrizioni. Il libro
si può suddividere in tre tappe:
* Preparazione del viaggio
presso il Sinai (1,1-10,10)
* Il cammino dal Sinai alle
steppe di Moab (10,11-21,35)
* Dalle steppe di Moab verso
il Giordano (22,1-36,13)
LE CARATTERISTICHE
tivo mette in luce l’incredulità
del popolo e la nostalgia della
dura schiavitù egiziana: le direttive di Dio non sono accolte;
il popolo mormora; il deserto
diviene il luogo della crisi. Se la
generazione del deserto, eccetto
Giosué e Caleb, non entra nella
terra promessa, non è dunque
perché Dio sia venuto meno
agli impegni assunti, ma perché
Israele non ha messo in pratica
le sue direttive.
L’ORIGINE
Il destinatario del libro dei
Numeri è il popolo di Israele,
che è invitato a rileggere il proprio passato per comprendere il
presente. In particolare le leggi
e le istituzioni che regolano la
sua vita culturale e sociale sono
fatte risalire all’epoca mosaica.
Un tale riferimento intende fondare solidamente tutto ciò che
ispira nell’oggi la vita del popolo. Ma così com’é, il libro viene
letto dagli Ebrei dopo il ritorno
dall’esilio babilonese, verso i
secoli V-VI a.C. Come ogni altro libro del Pentateuco, anche
il libro dei Numeri è frutto di
un cammino complesso in cui
sono presenti antiche tradizioni
e redazioni successive. L’interesse per il culto e le leggi di
purità e di santità sono indice
che i redattori finali appartenevano all’ambiente sacerdotale.
Il viaggio è presentato come
una grande ed imponente campagna militare, che si svolge in
due fasi: preparazione ed esecuzione. Sin dall’inizio, Israele
è l’assemblea di Dio che, nell’ascolto delle sue direttive, deve predisporsi a raggiungere
l’obiettivo: la conquista della
terra di Canaan. Il cammino
d’avvicinamento a quest’obiet16
La Voce - Ottobre 2010
Prove tecniche
di trasmissione
La Voce - Ottobre 2010
Trovarsi
coinvolti
in
un’esperienza mediatica di portata nazionale è stato, è proprio
il caso di dirlo, un “fuori programma” che ha stupito noi per
primi: la proposta a partecipare
come ospiti ad un noto (non per
noi) programma televisivo ci è
giunto improvvisamente, in
una tranquilla sera di primavera, dai responsabili del Rinnovamento
nello
Spirito,
movimento ecclesiale diffuso in
tutta Italia di cui facciamo parte
da una ventina d’anni.
Rispondere a questa chiamata non è stato semplice. Si è trattato prima di tutto di vincere la
paura di trovarsi sotto i riflettori; inoltre abbiamo affrontato
ovvie perplessità circa l’opportunità di portare la nostra semplice testimonianza di sposi in
un contesto non favorevole ad
un messaggio umano, figuriamoci cristiano, sull’amore coniugale.
Quello che si sente sulla falsità di certi programmi televisivi, che di “reality” hanno solo il
nome, è stato ampiamente confermato sin dai primi contatti
intercorsi con la redazione du-
rante i quali cercavamo di capire come si sarebbero svolte le
trasmissioni. Essi opportunamente evitavano di informarci
su ospiti “famosi” o pubblico
presenti in studio debitamente
addestrati (e pagati) per dire e
fare ciò che gli editori e i conduttori avevano già deciso in
precedenza, in modo tale che ai
telespettatori, sull’argomento
della trasmissione, passasse solo il messaggio voluto da loro
(alcuni di coloro che tra il pubblico
ci avevano aggredito verbalmente,
all’uscita dagli studi si sono scusati, rivelando quanta falsità circonda questi programmi). A
peggiorare le cose, a causa dei
continui interventi degli ospiti
o del pubblico, il tempo a nostra disposizione per rispondere a domande sempre più
provocatorie diventava molto
limitato e frequentemente interrotto, rendendo difficoltoso arrivare fino in fondo al
ragionamento che si tentava di
fare.
È proprio il caso di dire che
più la TV sta spenta nelle nostre
case e meno danni fa…, ma la
realtà (quella vera) è che trasmissioni di questo genere sono
seguite da milioni di telespettatori e poter portare un messaggio nuovo sull’amore umano a
persone altrimenti non raggiungibili, è stata un’opportunità che, insieme ai responsabili
del RnS, abbiamo valutato con
prudenza ma impegnando anche una buona dose di coraggio.
Le due trasmissioni sono andate come sono andate e non è
su questo che vogliamo porre la
vostra attenzione ma piuttosto
sul distorto significato che si dà
a molte delle espressioni risuonate in esse, cosa che abbiamo
riscontrato anche parlando nei
17
giorni successivi agli eventi con
eventi con amici e conoscenti.
Esiste una “Babele” dei giorni
nostri, ed è in continua espansione, che mira a svuotare le
parole del loro significato e che
gliene dà un altro, generalmente di profilo più basso, più a
buon mercato, dunque di minor valore, e che prende di mira
in particolare la sessualità umana con tutto ciò che sta attorno
ad essa.
È di fondamentale importanza dare alle parole il loro vero
significato, specialmente se si
tratta di ciò che di più profondo
l’uomo e la donna sperimentano: l’amore. È troppo frequente
vedere che si confonde, per
esempio, l’attrazione fisica con
l’innamoramento, l’innamoramento con l’amore e per chiu-
dere il cerchio, l’amore con l’attrazione fisica. È difficile oggi
trovare chi insegna a dare il
giusto significato ai sentimenti,
alle emozioni che viviamo, anche al significato stesso di amare. E se nell’ambito delle
relazioni umane non si conosce
il significato di ciò che si sta vivendo, il linguaggio del corpo
(anche il nostro corpo parla…),
che è proprio lo strumento attraverso il quale possiamo e
dobbiamo manifestare concretamente l’amore, non può
esprimere la verità di ciò che si
sta vivendo, o per lo meno non
lo può fare in maniera pienamente adeguata.
Sarà dovuta a questa confusione la fragilità di tante relazioni? In mezzo a tanta
confusione si tende a rimediare
all’incertezza dei valori seguendo la massa, assecondando
l’opinione che scaturisce dalla
maggioranza, ma dove ci porterà questa strada? Non stiamo
andando verso una realtà di
persone sempre più sole e distanti a tal punto da separare e
spaccare anche noi stessi fino a
non riconoscerci più come uomini e donne? Se “la religione
cristiana è anzitutto e soprattutto
una religione del corpo, fondata com’è sull’incarnazione del Verbo di
Dio” (Yves Seemen, in “La sessualità secondo Giovanni Paolo
II”, ed S. Paolo), non è forse a
partire dalla profonda comprensione del nostro corpo che
potremo vivere una sessualità
pienamente umana?
Maria e Giancarlo Castelli
Il dono di San Nicolò
Prosegue l’iniziativa della raccolta, la prima domenica del mese, di alimenti e generi di prima
necessità per i bisognosi della nostra comunità. La quantità delle offerte dei parrocchiani è costante.
Ai singoli si sono aggiunte le donazioni in beni pervenute dalla L.A.D.S. Zanica (a marzo) ,
dall’Associazione Esercenti e Commercianti (da aprile a ottobre), dal Gruppo Digeal-surgelati
(giugno), dalla Banca della Bergamasca (da maggio a dicembre).
All’inizio anno erano trenta le famiglie bisognose assistite, segnalate dai parrocchiani e dall’assistente sociale del comune, poi il numero è andato man mano lievitando, questo mese abbiamo
toccato i quaranta. La maggior parte sono nuclei famigliari con più bambini, alcune sono coppie
di anziani, altri persone che vivono sole; un terzo connazionali, due terzi immigrati tutti regolarmente residenti nel nostro comune. Parallelamente al Dono di S.Nicolò quest’estate si è affiancata
un’ulteriore iniziativa: la distribuzioni di “pasti caldi” offerti dai promotori/organizzatori delle
feste svoltesi sul nostro territorio. Nell’ambito di “Zanica solidale” promossa dall’Amministrazione Comunale, col coordinamento dell’assistente sociale e l’intervento delle volontarie della parrocchia con alcune altre collaboratrici, tutte le associazioni e i gruppi delle manifestazioni, hanno
predisposto settimanalmente 20/25 porzioni di pasti caldi (un primo ed un secondo) recapitati a
turno per cena alle famiglie bisognose.
Ultimamente si è dato il via alla distribuzione di indumenti usati per bambini, messi a disposizione di chi non ne ha più bisogno, organizzando un magazzino provvisorio presso i vani della
parrocchia; qualcuno ha offerto anche passeggino/lettino, prontamente destinati ed utilizzati dai
piccoli delle famiglie che stiamo aiutando. Degli indumenti pervenuti, quelli estivi sono destinati,
e verranno inviati a breve, ai bimbi africani della Casa di Cecilia in Malawi.
17 ottobre 2010 - Gruppo volontarie del “Dono di San Nicolò”
18
La Voce - Ottobre 2010
Camposcuola
invernale
In vacanza
agli Spiazzi di Gromo
dal 26 al 29 dicembre 2010
Spiazzi di Gromo è una località che conosciamo molto bene!
Di solito è la mèta per una delle
gite del nostro CRE (solo qualche
settimana fa siamo saliti in seggiovia fino al rifugio Vodala!). Conosciamo i suoi boschi, la sua
pineta, i prati immensi... Durante le vacanze di Natale questa bella località delle nostre
montagne bergamasche ci accoglierà per il nostro favoloso
camposcuola invernale!
Possiamo davvero dire che il
nostro sarà un camposcuola
sulla neve! Come lo scorso anno a Santa Caterina Valfurva, l'hotel che ci ospita si trova
praticamente nella neve... Le piste da sci di Spiazzi sono facili,
anche per i principianti... Così
chi vorrà provare a sciare avrà
magari l'occasione giusta per
farlo, visti anche i prezzi abbastanza contenuti degli impianti
di risalita.
Il nostro camposcuola si
svolgerà da lunedì 26 a giovedì
29 dicembre 2010. Saremo ospiti delle Hotel Spiazzi***, in camere da 3/4 letti. L'hotel è
veramente bello, ben arredato
in legno, molto caldo e accogliente. Il personale dell’hotel
preparerà per noi colazione,
pranzo e cena. Dovremo portare da casa solo le lenzuola e la
biancheria personale.
Potranno partecipare all’esperienza del camposcuola i
ragazzi dalla prima alla terza
media, così che i ragazzi più
grandi, i più “esperti” nei campiscuola, possano aiutare quelli
delle medie a vivere questi
giorni nella gioia.
Il camposcuola, non è una
vacanza tipo “Alpitour”, ma
un’esperienza per vivere insieme da amici, secondo lo stile
dell’Oratorio. In queste giornate di vacanza ci saranno diversi
momenti: riflessione, condivisione, impegno, Santa Messa,
gioco, festa, musica... e chi più
ne ha più ne metta!
Tra le attività in programma,
un po’ del tempo di queste
quattro giornate lo passeremo
sulla neve! Il nostro hotel si trova a pochi metri dalla partenza
degli impianti di risalita, e
ovunque ci sono pista per usare
il bob e la slitta...
La quota di partecipazione è
di 140 euro, in trattamento di
pensione completa, comprese
le spese di viaggio in pullman,
per l’andata e il ritorno. All’iscrizione occorre versare 50
euro. Il resto entro Domenica 20
dicembre.
Se tu volessi partecipare, ma
non ne avessi la possibilità economica, parlane con don Luca...
Le iscrizioni si ricevono
presso la Segreteria dell’Oratorio entro Domenica 120 Dicembre 2010.
I posti a
disposizione sono solo 40. Non
aspettare troppo tempo a iscriverti!
don Luca
La Voce - Ottobre 2010
19
Progetto
L’Aquila
I magnifici quindici del
gruppo podistico Insieme con
Amicizia, sono tornati qualche
settimana fa dalla loro 19° staffetta chiamata “Progetto L’Aquila”.
Zanica - L’Aquila: sette giorni di corsa e di cammino, 820
km. nei quali, a parte i primi
200 dove abbiamo attraversato
la splendida pianura padana,
per i rimanenti 620 abbiamo superato un dislivello di 9323 metri in salita e 8222 in
discesa, faticoso sicuramente,
ma molto appagante per la bellezza mozzafiato dei paesaggi
attraversati.
Dei quindici partecipanti
due sono diversamente abili e
per nulla al mondo avrebbero
rinunciato a percorrere il loro
tratto di percorso. Tutti eravamo spinti dalla consapevolezza
che grazie al lavoro del gruppo
podistico Insieme con Amicizia e
alla sensibilizzazione di privati
e diversi gruppi di volontariato
nel comune di Zanica, era come
se ognuno di noi a ogni chilometro percorso portasse 18.147
euro.
20
Questo era appunto il secondo obiettivo - oltre che raggiungere la meta - che c’eravamo
prefissati: raccogliere dei fondi
per aiutare la comunità di Don
Ramon Mangili, un sacerdote
bergamasco della parrocchia di
San Giovanni Battista nel quartiere Pile a L’Aquila.
Come detto sopra, da Gennaio ad Aprile, grazie alla collaborazione di gruppi e privati
abbiamo raccolto una cifra che
io all’inizio non mi sarei nemmeno immaginato e tutto fino
all’ultimo centesimo abbiamo
donato a quella comunità così
duramente colpita dal terremoto; neanche un solo centesimo è
stato tolto per organizzare la
staffetta podistica che i quindici
staffettisti hanno pagato tutta
di tasca propria, dal noleggio
camper, al gasolio, al vettovagliamento ecc.
A L’Aquila mi ha fatto molto
riflettere quel giro a piedi per la
città che abbiamo fatto con il
nostro accompagnatore Tonino.
Una città in lentissima ricostruzione ma, desolatamente vuota.
Proprio come un grande albero
sradicato e abbattuto al suolo
dal passaggio di un uragano,
adagiato su un lato con le radici all’aria. Morto e privo della
sua linfa vitale che, per una città, sono le persone con la loro
vita di tutti i giorni. Da qui a
pensare con dolore e profondo
rispetto alle persone che non
c’e l’hanno fatta, il passo è molto breve. Per tutti e i loro famigliari, una preghiera.
Don Ramon e Don Marco,
con il campo Caritas, sono riusciti a mettere in piedi una bellissima realtà nella parrocchia
di San Giovanni Battista. Stupendo vedere i giovani volontari studenti e non, che non
percepiscono un solo centesiLa Voce - Ottobre 2010
mo, spendere il loro tempo per
i vari bisogni delle persone, la
felicità stampata sui loro volti
per avere anche solo ascoltato
una nonnina raccontare le sue
storie o, di averle fatto la spesa
o, averle tagliato l’erba o portato le medicine, parla più di mille parole. Riaccende in noi la
speranza che nei cuori dei nostri giovani non c’è solo telefonino, internet, discoteca, sballo
o altro, ma hanno ancora tanta
voglia di spendersi per gli altri.
Ramon e Marco, abbiamo visto
più Cristo e Vangelo nel vostro
campo Caritas che in tante belle
prediche o chiese! Nonostante
la terribile situazione in cui vi
trovate tenete duro, continuate
così, state in mezzo a loro, perché come si dice qui da noi “se
non c’è l’asino che tira il carretto,
non si va da nessuna parte”.
Sicuramente noi non potremo mai dimenticare la forte
emozione e il grande applauso
spontaneo fatto dalla comunità
al termine della S. Messa all’apertura dell’assegno da noi
portato. Una goccia nelle necessità quotidiane di un post terremoto che le televisioni e i
giornali non ci diranno mai,
specialmente dopo la prima
emergenza dove i riflettori a
poco a poco si spengono o peggio, ci dicono che va tutto bene.
Bello anche il momento del
pranzo con la comunità, dove
noi abbiamo cucinato la mitica,
unica e vera, polenta bergamasca offerta per l’occasione dalla
ditta Nicoli di Costa di Mezzate
e molto apprezzata dagli amici
aquilani.
Sarebbe bello che il gesto di
generosità dimostrato da tutta
Zanica non rimanesse unico
ma, che continuasse nel tempo.
Noi del gruppo podistico ci siamo impegnati dicendo a quella
comunità che di sicuro non li
dimenticheremo. Se qualcuno
liberamente fosse interessato a
questo progetto e volesse fare
un’offerta, può depositarla
presso la Banca della Bergamasca - Sede di Zanica (BG) Conto
n. 13764, specificando come
causale “Progetto L’Aquila”
Pierangelo Rossi
La Voce - Ottobre 2010
21
Gruppo
Alpini Zanica
È con grande piacere che abbiamo deciso di intervistare il
“Gruppo Alpini Zanica”, con
ancora negli occhi e nei cuori la
splendida 83esima Adunata
Nazionale tenutasi gli scorsi 79 maggio a Bergamo! L’intento
è quello di conoscere il Gruppo
attraverso una chiacchierata “a
ruota libera” che parli della vita
associativa, degli impegni di
volontariato assunti, delle criticità, degli obiettivi dell’associazione, fino a farci capire bene
da dove nascono i valori
dell’«Alpinità» che tanto li fa
amare da tutti!!
In realtà avrei dovuto incontrarne alcuni componenti già il
mese scorso, ma gli impegni assunti per l’Adunata sono stati
troppo coinvolgenti….”perché
gli Alpini se si prendono un impegno lavorano tanto senza nulla
chiedere in cambio!”, esordisce il
Capogruppo della Sezione Locale - Ettore Prussiani - accogliendomi nella sede attuale
dell’Associazione, presso il
Centro Socio Culturale di P.zza
Repubblica, insieme ad altri
due alpini del Gruppo, Giuseppe Pesenti ed Alberto Volpi.
Ricordiamo alla comunità
quali sono stati i vostri impegni per l’Adunata, di ospitalità
ed organizzazione.
“Abbiamo ospitato presso i
Centri Sportivi Comunali, ovviamente con il contributo
dell’Amministrazione, circa 150
persone provenienti da Stallavena ed Erbezzo (VR), con cui
tra l’altro ci siamo gemellati,
Cuneo e le persone della banda
di Montefiorino (Modena) che
si sono esibite anche nella fanfara lungo le vie del paese.
Siamo stati fieri di coinvolgere la comunità di Zanica, attraverso l’organizzazione di
due eventi Sabato 8 Maggio:
l’esibizione sia della “Fanfara di
Montefiorino” lungo le vie del
paese, sia del “Coro A.N.A. Italo
Timallo” di Voghera la sera
presso il Cinema Teatro Nuovo.
Siamo stati molto contenti perché ci sono stati partecipazione
e calore da parte degli zanichesi, senza trascurare il fatto che
la sera sono anche stati raccolti
fondi per l’associazione “Zanica
Solidale”, che in questo momento di disagio economico cerca
di offrire aiuto alle famiglie bisognose.
Alla sfilata di Domenica eravamo circa in 20 del Gruppo,
ma la cosa bella è che hanno voluto aggregarsi a noi anche alcuni giovani del paese che
hanno fatto il servizio militare
nell’Arma, ma che non avevano
mai partecipato alle iniziative
del gruppo: questo è stato molto positivo e ci fa ben sperare
per dare continuità ed entusiasmo alla Sezione!”
A proposito di Gruppo: raccontatemi la nascita ed i numeri attuali...
22
La Voce - Ottobre 2010
“La sezione locale si è costituita nel 1964 e vi hanno contribuito ‘veci’ e ‘bocia’ sotto
l’impulso fondamentale dell’allora Capogruppo, Pietro Cortinovis.
Tappe fondamentali per la
nostra presenza anche simbolica nel paese, al di là della attività di volontariato che ci
hanno sempre contraddistinto,
sono state:
* la benedizione della Santella Alpina, collocata all’inizio di
via Stezzano, nel 1974;
* l’inaugurazione del monumento dedicato a tutti gli Alpini di Zanica presso il Cimitero
nel 1982;
* l’inaugurazione della sede
nel 1984 in via Padre Davide
che purtroppo ora non occupiamo più...
Il Gruppo attuale consta di
28 soci (fra cui il Presidente
Onorario Mario Cav. Pecis, il
Capogruppo Ettore Prussiani
ed altri 8 consiglieri), 5 “Amici
degli Alpini” e circa 60 volontari
che ci aiutano nell’organizzazione e realizzazione della nostra Festa annuale che teniamo
nella settimana di Ferragosto
ormai dal 2007”.
La Voce - Ottobre 2010
Parliamo della vostra sede;
prima mi sembra di aver colto
una nota di malinconia nel
trattare quest’argomento...
“Consideriamo la sede precedente un po’ la nostra casa,
costruita con tanta passione e
duro lavoro. Al suo interno
c’era un piccolo museo con oggetti che testimoniano tempi di
guerra e pace. Dove siamo ora
ci sentiamo un po’ ospiti che
devono condividere gli spazi,
anche con piacere sicuramente,
con altre Associazioni. Noi ci
incontriamo, per chi volesse
partecipare, tutti i giovedì sera.
Fra gli obiettivi del nostro
futuro c’è anche quello di poter
avere una sede nostra, la sede
degli Alpini che possa essere anche
casa di tutti e per tutti aperta, magari organizzando anche serate
a tema, riaprendo lo spaziomuseo e cercando di coinvolgere tutti i giovani spiegando loro
i nostri valori. Per raggiungere
il nostro scopo stiamo risparmiando parte del ricavato della
nostra Festa annuale (non tutto…la maggior parte va sempre e
comunque in beneficenza per le esigenze della comunità!!), e speria-
mo che l’Amministrazione comunale possa aiutarci nella realizzazione di questo progetto”.
“Mi sembra inizino a delinearsi con chiarezza alcuni dei
valori che contraddistinguono
la vostra ”Alpinità”: sicuramente l’attenzione per la comunità e la generosità
nell’aiutare con umiltà che è in
difficoltà. Quali sono le vostre
attività di solidarietà in paese?”
“Al di là delle iniziative di
raccolta fondi che sono legate
alle necessità del momento, ci
sono alcuni appuntamenti fissi
di volontariato che ci vedono
protagonisti attivi, insieme alle
altre associazioni che costituiscono con noi il Comitato d’Arma:
* la Giornata Ecologica con le
Scuole, a testimoniare il nostro
impegno con i giovani e per
l’ambiente sano e pulito.
Quest’anno inoltre, all’interno
delle iniziative del “Versus”,
abbiamo accompagnato i ragazzi delle medie in visita all’inceneritore di Dalmine;
* l’allestimento (e lo smontaggio finale) dei gazebo per le
iniziative Festa in Piazza;
* l’acquisto delle chiacchiere
per la festa di Carnevale presso
l’Oratorio;
* la commemorazione del 4
Novembre;
* l’organizzazione della colletta alimentare l’ultimo sabato
di novembre;
* il montaggio di tutte le luminarie di Natale (di cui andiamo
particolarmente fieri, perchè è un
grosso impegno ma anche perché
contribuisce a continuare la tradizione e creare l’atmosfera natalizia);
* il montaggio e smontaggio
23
della Capanna presso “Casa Betania” (Comunità Alloggio per
minori e ragazze madri in situazione di disagio) al Patronato San Vincenzo a Bergamo
Da alcuni anni stiamo collaborando con l’Istituto Comprensivo
di
Zanica:
in
primavera gestiamo una giornata con i ragazzi di 3° media
sul valore del tricolore come
simbolo di Amore per la Patria
unita e come monito storico a
non ripetere gli errori che hanno portato alla guerra. Purtroppo l’identificazione dell’Alpino
con il tricolore – racconta Giuseppe Pesenti – ci ha fatto un po’
scontrare con un pregiudizio
che ci accompagna: credere nel
tricolore ed essere soldati non
significa commemorare la guerra ed essere guerrafondai. Il tricolore è bandiera di pace, è simbolo
di unità proprio contro la guerra,
perché non bisogna dimenticare il
male che ha portato”.
Ma voi Alpini nascete così,
con quel DNA e quei valori insiti che vi fanno incontrare e vi
fanno scegliere l’un l’altro in
quell’Arma oppure l’Alpinità
si costruisce, si forma?
24
Crediamo che non si nasce
Alpini…oddio sicuramente si
può essere predisposti, ma ancora adesso ricordiamo quel
periodo di naja come un momento veramente formante per
la nostra vita, noi siamo partiti
bambini e siamo tornati uomini!! – ricorda Ettore. Immaginatevi partire a 18-19 anni ed
essere catapultati in questo ambiente di montagna con il freddo, in mezzo a gente a volte
ostile che finge di non capire,
con addestramenti e compiti
molto duri al limite della sopportazione (ad esempio il cambio
della guardia ogni 20 minuti a
causa del freddo e la cura ed il trasporto in montagna tutti i giorni
dei muli): ci si sente veramente
soli!!
Allora: la prima cosa è che
capisci il valore della casa e della famiglia. E poi la seconda: si
sviluppa il senso del gruppo, si
capisce che stando da soli non
si va avanti perché ci si deve
aiutare. Ed infine si matura la
consapevolezza più importante:si impara a rispettare, ad essere riconoscenti e ad avere
fiducia nei compagni, che diventano fratelli a cui dare senza
aspettarsi nulla in cambio, perché loro farebbero lo stesso per
te!! Ed allora anche il vino, il cibo che si portano da casa in caserma al rientro dalla licenza
diventano simbolo di amicizia
e riconoscenza: chi è rimasto sa
che qualcuno ha pensato a lui,
e chi ha portato il cibo da casa è
contento perché può dare un
aiuto agli altri.
Questo è l’Alpino: un grande
lavoratore che fa per gli altri
senza chiedere nulla in cambio,
disponibile e generoso con le
persone bisognose, conosciute o
no. Ecco perché tanti Alpini
fanno volontariato nella Prote-
zione Civile ANA e noi siamo
sempre presenti in caso di catastrofi”
Avranno pure dei difetti gli
Alpini….
Certo che sì, come tutti! Come Arma ci piacerebbe essere
un po’ più propositivi e più capaci di autopromuoverci; a volte il nostro fare, il nostro lavoro
di fatica è un po’ un limite perché non siamo capaci di coinvolgere gli altri e di fare
marketing. Anche proprio per
questo speriamo che avere una
sede nostra ci possa aiutare a
“farci vedere” un po’ di più dagli Alpini e non!! …E poi “dire
sempre di sì agli altri” potrebbe
procurarci dei guai con le nostre mogli e le nostre famiglie,
che bonariamente si lamentano
che siamo sempre in giro a lavorare e poco a casa con loro!!
portate pazienza e scusateci!!”
La mia intervista finisce qui;
personalmente sono grata agli
Alpini per i giorni di tolleranza
e gioia che ci hanno fatto vivere
qui a Bergamo: abbiamo davvero respirato un’aria nuova e fresca, di apertura non timorosa
verso l’altro. E personalmente
sono grata anche agli Alpini di
Zanica (come del resto agli altri
gruppi di volontariato) per
quello che fanno per la nostra
Comunità, cercando di renderla viva.
Veronica Casanova
con la collaborazione di
Ettore Prussiani, Giuseppe
Pesenti, Alberto Volpi
La Voce - Ottobre 2010
ANAGRAFE DELLA COMUNITà PARROCCHIALE
BATTESIMI
Il 2 maggio 2010 sono stati battezzati:
Chiara Ferrari
Paolo Rottoli
Chiara Benigni
Asia Caci
Samuele Paletta
Francesco Serighelli
Il 30 maggio 2010 sono stati battezzati:
Anna Arnoldi
Mattia Colombelli
Maira Provenzi
Deva Ginevra Tosi
Matilde Vezzali
Il 13 giugno 2010 sono stati battezzati:
Noemi Meda
Federico Cereda
Marianna Ferriero
Andrea Previtali
Bruno Cereda
Il 4 luglio 2010 sono stati battezzati:
Asia Lanfranchi
Davide Pansera
Emanuele Vitali
Matilde Soldo
Il 18 luglio 2010 è stata battezzata:
Nicole Bana
Il 1 agosto 2010 è stata battezzata:
Isabella Bressan
Il 5 settembre 2010 è stato battezzato:
Luca Nespoli
Il 18 settembre 2010 è stato battezzato:
Nicolò Fumagalli (alle Capannelle)
Il 19 settembre 2010 sono stati battezzati:
Beatrice Malanchini
Giada Muzzì
Yuri Locatelli
Alessandro Cimitan
Tommaso Biondolillo
Kim Cuc Tiziana Aiolfi
Il 3 ottobre 2010 è stato battezzato:
Davide Morlacchi
Date previste per i prossimi battesimi: 14 novembre (ore 16); 26 dicembre (ore 11)
La Voce - Maggio 2010
25
ANAGRAFE DELLA COMUNITà PARROCCHIALE
MATRIMONI
Il 1 maggio 2010
Il 24 maggio 2010
Il 27 maggio 2010
Il 2 giugno 2010
Il 4 giugno 2010
Il 11 giugno 2010
Il 18 giugno 2010
Il 18 giugno 2010
Il 3 luglio 2010
Il 10 luglio 2010
Il 4 settembre 2010
Il 18 settembre 2010
Il 24 settembre 2010
Il 25 settembre 2010
Roberto Stellari con Daniela Pesenti
Claudio Vismara con Karin Morlacchi
Cristian Redaelli con Laura Francesca Vecchi
Alessandro Rossi con Pamela Maria Oberti
Paolo Zanchi con Alice Pesenti
Andrea Finardi con Melissa Zilio
Dimitri Mologni con Rossana Malanchini
Gianluca Cesti con Chiara Colombelli
Thomas Silvestro Lazzari con Simona Bassis
Claudio Parimbelli con Moira Fenili
Alessandro Ferrari con Francesca Nespoli
Nicola Zani con Pamela Rocchi
Ermanno Pietro Ricetti con Barbara Passera
Vincenzo La Mantia con Francesca Prussiani
In neretto: gli sposi residenti nella nostra parrocchia.
DEFUNTI
Nella nostra comunità si sono celebrate le esequie:
Il giorno 7 giugno 2010
Il giorno 9 giugno 2010
Il giorno 10 luglio 2010
Il giorno 20 luglio 2010
Il giorno 23 luglio 2010
Il giorno 26 luglio 2010
Il giorno 2 agosto 2010
Il giorno 9 agosto 2010
Il giorno 12 agosto 2010
Il giorno 23 agosto 2010
Il giorno 8 settembre 2010
Il giorno 18 settembre 2010
26
Giuseppe Ghidotti di anni 73
Radimillo Bresciani di anni
Regina Pesenti di anni 88
Gioia Esposito di giorni 4
Angelo Barbetta di anni 83
Vincenza Lina Piazzoli di anni 74
Cesare Sangaletti di anni 84
Mario Chiodi di anni 72
Benvenuta Maria Almici di anni 78
Emilia Ceribelli di anni 88
Luigina Corna di anni 82
Nicolò Strano di anni 48
Maria Carminati di anni
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Donare il Sangue
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Chi volesse diventare donatore volontario
si può rivolgere presso la sede tutte
le domeniche dalle ore 9.30 alle 11.00
Piazza XI Febbraio - 24050 Zanica (BG)
Informazioni: 035 / 67.22.71 - 67.24.36