Scarica il portfolio - Fondazione Bevilacqua La Masa

Transcript

Scarica il portfolio - Fondazione Bevilacqua La Masa
Serena Vestrucci
PORTFOLIO
CALENDAR, LEISURE, 2007-2015
2015
trilogia di pubblicazioni
CALENDAR, LEISURE e 2007-2015 sono una trilogia di pubblicazioni in cui Serena Vestrucci
riflette sulla natura del tempo, indagandone tre passaggi. In ciascuna di queste pubblicazioni l’artista cerca di uscire dal proprio self, mettendo in gioco un dialogo/confronto ogni volta diverso.
Nel primo passaggio viene approfondita la dimensione temporale dell’anno solare, scandita per
mesi, investigando lo spazio della coppia. Nel secondo viene vissuto il tempo libero all’interno di
un gruppo di persone, nell’arco di una settimana di vacanza trascorsa in un unico ambiente. Nel
terzo passaggio viene ritratto il tempo degli altri, di coloro che casualmente vengono a scrivere
l’album di una intera vita.
CALENDAR è una raccolta di dodici fotografie scattate una volta al mese in cui Vestrucci,
insieme all’artista Francesco Maluta, si ritrae calata in ambientazioni diverse, immagini periodiche di un tempo che trascorre tra finzione e realtà, tra serietà e gioco, tra lui e lei. Le pagine pari
mostrano le fotografie, mentre quelle dispari riproducono le tabelle dei mesi del calendario. Il libro
ha un foro per essere appeso al muro e sfogliato verticalmente.
CALENDAR è la scrittura del tempo di un anno.
LEISURE è un workshop di sette giorni in cui ho coinvolto un gruppo di giovani artisti e curatori
attivi a Venezia nel trascorrere una settimana di vacanza restando in città: la costruzione di un
tempo libero inserita all’interno di un periodo di lavoro e di studio. La vacanza è un tempo in cui
siamo assenti dalla quotidianità, dalla normalità. È un tempo sospeso, parallelo a quello reale,
sgombro, libero, senza occupazioni, vuoto. Si può essere in vacanza anche senza partire e anche
facendo cose che si fanno sempre. La vacanza è un atteggiamento mentale in cui calarsi. La
vacanza può essere sempre. La vacanza quindi è un’immagine.
In queste sette giornate (una alla settimana) abbiamo visitato differenti luoghi in cui ci siamo avvicinati al lavoro di diversi artisti - leggendo degli estratti di libri, guardando dei filmati dal pc,
sfogliando dei cataloghi - facendo semplicemente degli accenni, in modo che questi “incontri”
fossero soltanto suggestioni, impulsi, “accadimenti”: casualità capitate durante il nostro tempo
insieme. Ognuno ne ha tratto ciò che ha voluto cogliere. Abbiamo provato a fare cose banali,
come andare in riva al mare, o entrare in una chiesa, o bere una limonata. Abbiamo provato a
creare una frequenza tra di noi, una sintonia. Abbiamo provato insieme ad annoiarci, a perdere il
senso di quello che stavamo facendo, perché il tempo libero non deve necessariamente avere un
senso. L’importante è stato sospenderci per un attimo, e in questa sospensione non avere fretta
di arrivare, perché non c’era nessun arrivo.
Il progetto è lo sviluppo di un’idea di movimento, che non è tanto - o non è solo - un movimento
da un punto di vista fisico, vettoriale, da un punto ad un altro, ma è un movimento mentale, è il
sentirci un corpo unico, attraverso le diverse strade che sono state teatro di questo nostro tempo
libero.
A chi ha partecipato ho chiesto di acquistare una macchina fotografica usa e getta: un oggetto
molto semplice da usare, alla portata di chiunque, e allo stesso tempo in grado di creare omogeneità di stile, senza gerarchia di mezzi più o meno sofisticati, e di capacità più o meno sviluppate
con la pratica fotografica, che non tutti possono essere in grado di avere.
Il punto è stato servirsi di questa macchina affinché ognuno ritraesse un paesaggio/passaggio
diverso dello stesso giorno: un punto di vista per ciascuno differente. Così, solo grazie ad un
tempo collettivo, si è potuto avere una visione completa fatta di una pluralità di sguardi.
A conclusione dell’ultimo giorno, le foto sono state sviluppate in vista della loro pubblicazione.
Questo è l’unico materiale che resta di questi momenti, le uniche immagini. Il resto rimarrà su un
piano di pensieri, di sensazioni, di memoria che si potrà solo raccontare di voce in voce. Questa
esperienza rimarrà inevitabilmente qualcosa che soltanto i partecipanti potranno conoscere veramente.
La pubblicazione a cui stiamo lavorando sarà il ritratto del nostro tempo libero (o del nostro tempo
perso...), di questa “vacanza immobile”, di questo viaggio in cui nessuno è partito.
un progetto di Serena Vestrucci con Antonia Treccagnoli, Olmo Stuppia, Davide Sgambaro, Claudio Piscopo, Stefano Mudu, Giulia Meloni, Federica Glauso, Valentina Furian, Roberto
Fassone, Flavia Culcasi, Lucia Coco, Valeria Calzolari
sette giorni, marzo - maggio 2015, Venezia
• Leisure - giorno 1 - “Lupus in tabula”
Visita alla Pala Pesaro alla Basilica dei Frari / visita allo studio di Gino Blanc / lettura di estratti
dal saggio L’invenzione del tempo libero a cura di Alain Corbin
• Leisure - giorni 2 e 3 - “Studio visit”
Visita allo studio di Thomas Braida
Visita allo studio di Maria Morganti
• Leisure - giorni 4 e 5 - “Dai Tosi all’Acqua Alta “
I Giardini / una birra con Anna Daneri al bar “Dai Tosi”
Visita alla Libreria Acqua Alta / leggere estratti del libro La conquista dell’inutile di Werner Herzog
• Leisure - giorno 6 - “Una limonata con Francis Alÿs”
Salire su uno dei posti più alti di Venezia per bere una limonata / introdurre il lavoro di Francis
Alÿs e vedere come lui ha attraversato più volte la stessa città disegnando una costruzione dello
spazio magnificamente fatta con il nulla
• Leisure - giorno 7 - “Le isole”
Visita al cimitero San Michele / leggere estratti di Lezioni americane di Italo Calvino
In riva al mare al Lido parlare dell’opera di Bas Jan Ader - poetica fondata sul concetto di Here is
Always Somewhere Else - leggendo estratti del catalogo Please don’t leave me
2007-2015 raccoglie fotografie scattate in nove anni con macchine fotografiche usa e getta. Le fotografie
sono parte di una collezione sempre aperta. 2007-2015 è un album fotografico i cui soggetti sono gli altri,
nella loro moltitudine e casualità. Qui Vestrucci non ragiona più all’interno di una coppia o di un gruppo,
non si immerge più in finte scenografie o nel contesto di un’unica città: in questo terzo passaggio di
tempo resta dietro le quinte. Non è protagonista, ma autore degli scatti. Questo libro è la scrittura di un
tempo disegnato dagli altri.
PHOTOPPORTUNITY
2015
89 polaroid, quattro giorni, 40 ore
un progetto di Serena Vestrucci e Francesco Maluta per Rob Pruitt’s Flea Market
A plus A Gallery, Venezia
Il progetto Photopportunity prevede l’allestimento di un piccolo set fotografico in cui un grande
manifesto raffigurante una veduta di Venezia viene utilizzato come fondale per fotografie.
Il set è accompagnato da una serie di oggetti che fanno parte dell’immaginario personale dei due
artisti: i loro originali oggetti d’affezione. Questi vengono messi a disposizione del pubblico in
modo che chiunque voglia avere la propria foto-ricordo ha la possibilità di utilizzare una cesta di
travestimenti, accessori, materiali di diverso genere con cui arricchire il proprio ritratto.
Photopportunity si propone al passante come strumento per avere una memoria del Rob Pruitt’s
Flea Market, giocando però su un rovesciamento del luogo, o meglio, su uno spostamento di
senso, su una deterritorializzazione.
Chi decide di posare in questo set ha infatti come sfondo non il contesto di questo mercato, ma
una riproduzione della città che lo ospita, e viene così ad ottenere di sé un vero ritratto finto in
esterno: metà reale - perché avvenuto in questo contesto qui e ora - e metà irreale - in quanto la
riproduzione fotografica di Venezia cala il soggetto in una dimensione finta.
In una situazione di performance art come vuole essere quella messa in scena dal RPFM, Serena Vestrucci e Francesco Maluta diventano così il tramite per un atto performativo che, invece di
essere compiuto da loro stessi, viene svolto direttamente dal pubblico.
Ogni ritratto fotografico è realizzato analogicamente al prezzo di 10 Euro - indipendentemente dal
numero di persone che compaiono nello scatto - e consegnato direttamente sul posto insieme
ad un certificato d’autentica, firmato in originale dagli artisti, che ne attesta la partecipazione al
progetto.
Interesse principale è riuscire a creare un momento puramente performativo, che si consumi tra
una coppia di artisti e il visitatore. Uno scambio di tempo e di denaro di cui rimane solo
un’immagine.
Photopportunity, 2015, vista del set, AplusA Gallery, Venezia
NOTTE IN BIANCO
2015
Le notti in bianco sono notti in cui non si riesce a chiudere occhio. Trascorro il tempo di queste
notti a guardare una serie di ritratti che ho trovato nei mercati. Cerco un meccanismo per ridare
vita a questi lavori anonimi: l’opera è un lavoro a quattro mani tra me e qualcuno che non conosco.
Notte in bianco, 32 x 38 cm, stampa fotografica in bianco e nero, canottiera, cornice, tre giorni, 2015
Notte in bianco, dettaglio
Notte in bianco, 32 x 38 cm, stampa fotografica in bianco e nero, canottiera, cornice, due giorni, 2015
Notte in bianco, dettaglio
Notte in bianco, 31 x 26 cm, stampa fotografica in bianco e nero, canottiera, cornice, due giorni, 2015
Notte in bianco, dettaglio
Notte in bianco, 29 x 35 cm, stampa fotografica in bianco e nero, canottiera, cornice, cinque giorni, 2015
Notte in bianco, dettaglio
Notte in bianco, dittico, 25 x 19 cm ognuno, stampa fotografica in bianco e nero, canottiera, cornice, tre giorni, 2015
Notte in bianco, dettaglio
MASCHERA PER NON DORMIRE
2015
materiali vari, 45 x 20 cm ognuna, due settimane
Maschera per non dormire, 2015, Penthouse Art Space - Residency program, Bruxelles, Belgio
EMPTY BED
2015
olio su tela, 30 x 24 cm ognuno, un giorno ognuno
TRUCCO
2014
ombretti, cipria e lucidalabbra su tela
Nel lavoro di Serena Vestrucci il trucco è da un lato l’inganno percettivo di vedere un cielo in
un’incrostazione di colore celeste, e dall’altro è il fatto che i materiali usati per realizzare quell’inganno sono prodotti cosmetici, quelli che abitualmente chiamiamo “trucchi”. Il modo in cui ne
parla Serena in questo lavoro è improntato a letteralità ironica: parla di “tele truccate”, perché
sono cosmetici su tela, ma sono anche “tele truccate” nel senso che ci danno un’impressione
di finzione, ci fanno vedere un cielo, che ovviamente non c’è. Il cielo stesso, visivamente, è una
specie trucco, è un inganno, perché in realtà non c’è. Non esiste una “cosa” che sia il cielo. Infatti
mettere a fuoco il cielo è difficilissimo, il che è ovviamente l’evidenziazione del fatto che “il cielo”
è un’illusione percettiva.
Serena “truccando” la tela altera, trasforma, stravolge lo statuto della superficie pittorica. La
superficie pittorica ha sempre rappresentato, per chi dipingeva, il supporto che consentiva di
stratificare un’immagine. Anche Cézanne – uno dei primi pittori della storia che fa vedere lo
spessore della pittura e la forma della pennellata – utilizza la tela come un supporto. La tela è
di servizio, è come se fosse un “servo muto” rispetto alla pittura. Invece, se la tela la trucchi, è
come se il servizio lo stessi facendo tu alla tela, rovesci il senso del rapporto tra pittura e tela, tra
pittura e superficie di supporto, in un modo che mi sembra inedito. Questa idea di considerare
la tela come una specie di pelle mi ha colpito: di solito non è la pelle al servizio del trucco, è il
trucco al servizio della pelle, e quindi in questi quadri è la pittura al servizio della superficie, e non
viceversa.
La cosa sorprendente è che, grazie allo spostamento operato dalla Vestrucci nel rapporto tra superficie e pittura, ci rendiamo conto che quel rapporto è un rapporto importante, e che l’avevamo
sempre dato per scontato. Certo, Lucio Fontana ci aveva già fatto riflettere sullo statuto della tela
e sullo spazio intorno ad essa, ma Serena rovescia il rapporto gerarchico tra la superficie e la
pittura, e, nel rovesciarlo, ce lo rende evidente; nel momento in cui lo vediamo ci rendiamo conto
che quel rapporto non è stabile, che non è fisso, e che ci si può giocare – infatti lei ci ha giocato,
ha giocato con degli elementi che fino a quel momento davamo per scontati, e improvvisamente
ce li ha fatti “vedere”. E questo è secondo me il lavoro dell’artista: svelare che esistono degli elementi che davamo per scontati e fissi, e dirci che si può giocare con essi, e che quindi non sono
affatto scontati o fissi. Questo è ciò che l’artista offre a chi ama, o ha la possibilità di amare, l’arte.
Cesare Pietroiusti
Trucco, ombretti su tela, cinque pezzi, 30 x 20 cm ognuno, cinque giorni, 2014
Trucco, 2014, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, IT
Trucco, 200 x 800 cm, ombretti su tela di cotone e lino, due mesi, 2014, San Giovanni Valdarno, IT
photo credits: Ela Bialkowska, OKNOstudio. copyright: Casa Masaccio Centro per l’Arte contemporanea
Trucco, 200 x 800 cm, ombretti su tela di cotone e lino, due mesi, 2014, San Giovanni Valdarno, IT
photo credits: Ela Bialkowska, OKNOstudio. copyright: Casa Masaccio Centro per l’Arte contemporanea
Trucco, 200 x 800 cm, ombretti su tela di cotone, due mesi, 2014, San Giovanni Valdarno, IT
Trucco, dettaglio
Trucco, allestimento
Trucco, 40 x 30 cm ognuno, tre giorni ognuno, 2015
Trucco, 40 x 30 cm, due giorni, 2014, Courtesy Vittorio Dapelo, Genova
Trucco, 23 x 30 cm, due giorni, 2014, Courtesy Vittorio Dapelo, Genova
STRAPPO ALLA REGOLA
2013
tela di bandiere europee, filo di cotone, tre mesi, 18 x 5 metri
L’opera prende forma dal tentativo di trasformare una cosa in un’altra attraverso un minimo
passaggio, una minima operazione. In questo caso, il semplice ed elementare gesto di tagliare
una bandiera, scomponendola, può creare una volta celeste. Un’operazione potenzialmente
infinita, un disegno che si muove per spostamenti.
Strappo alla regola, vista dell’installazione
Strappo alla regola, dettaglio
Strappo alla regola, vista dell’installazione
Strappo alla regola, vista dell’installazione
Strappo alla regola, vista dell’installazione
CHI RIEMPIE PAGA E I COCCI SONO SUOI
2012
ceramica smaltata rinforzata da armatura interna di metallo, 58 cm di diametro, nove mesi
Lascio che sia l’opera stessa a stabilire il compenso del mio lavoro: chi fosse interessato
all’acquisto di questa scultura deve riempirla completamente di denaro, potendo liberamente
scegliere il valore delle monete da inserire nell’apposito foro. La somma complessiva raggiunta
determinerà il prezzo di vendita.
Mi piace pensare alla figura dell’acquirente non solo come colui che decide del guadagno di un
artista, ma come co-autore dell’opera stessa.
Questi, nell’atto stesso della compravendita, andrebbe ad intervenire sulla materia dell’opera,
sulla sua fisicità, sul suo peso specifico aumentandolo, modificandolo: la scultura che oggi pesa
40 kg potrebbe un giorno pesarne circa 400.
Chi riempie paga e i cocci sono suoi, 2012, vista dell’installazione, Galleria d’Arte Moderna, Milano
Photo by Delfino Sisto Legnani
Chi riempie paga e i cocci sono suoi, 2012, vista dell’installazione, Galleria d’Arte Moderna, Milano
Photo by Delfino Sisto Legnani
OTTO ORE DI LAVORO (DESTRA E SINISTRA DISEGNANO CONTEMPORANEAMENTE
PER 4 ORE)
2014
matite su carta da pacco, otto ore, 24,5 x 16,5 cm ciascun pagina
Ho sempre disegnato utilizzando la mano destra.
Se disegno per quattro ore con la mano destra, lavoro quattro ore. Ma se la mano destra
disegna su un foglio per quattro ore e la mano sinistra disegna su un altro foglio per altre
quattro ore, io lavoro il doppio.
Otto ore di lavoro (Destra e sinistra disegnano contemporaneamente per 4 ore), matite colorate su carta da pacco, cornice, otto ore, 56,5 x 74 cm, 2014
Courtesy Vittorio Dapelo, Genova
Otto ore di lavoro (Destra e sinistra disegnano contemporaneamente per 4 ore), matite colorate su carta da pacco, otto ore, 24,5 x 16,5 cm ciascun pagina, 2014
RITAGLI DI TEMPO
2013
L’opera è un atlante del tempo libero, una raccolta di tavole realizzate ritagliando letteralmente
dei fogli di carta durante il proprio tempo libero. Giorno dopo giorno, questa documentazione di
momenti lascia emergere la sua contraddittorietà: a causa del suo stesso farsi nel tempo libero,
l’opera diventa il ritratto del proprio tempo di lavoro.
Ritagli di tempo, carta, 120 x 128 cm, 78 giorni, 2013
Courtesy Vittorio Dapelo, Genova
Ritagli di tempo, dettagli
COSE CHE SI MUOVONO AD UNA LENTEZZA TALE DA SEMBRARE SOLO CAMPATE
IN ARIA
2012
materiali vari, una settimana
Durante i 10 giorni in cui la vetrina de IL CREPACCIO è rimasta allestita con il mio intervento,
tutte queste cose hanno modificato la materia degli elastici a cui erano legate, tendendo a
cambiare posizione e scendere: muoversi impercettibilmente verso il basso.
Ho voluto far lentamente precipitare quella collezione di cose che è la base da cui partono tutti i
miei appunti.
Cose che si muovono ad una lentezza tale da sembrare solo campate in aria, 2012, IL CREPACCIO, Milano
Vista dell’installazione e dettagli
Cose che si muovono ad una lentezza tale da sembrare solo campate in aria, 2012, IL CREPACCIO, Milano, dettagli
DIETRO UNO GNOCCO C’E’ SEMPRE UNA PATATA
2014
festoni dorati ritagliati e incollati sul muro, un’ora, dimensioni variabili
Spazio Monotono, Vicenza
PIANTA D’INTERNO
2011
compensato di okoumè, tamponi di pennarelli, 300 x 4 x 0,6 cm oguno, due giorni
Man mano che il tempo passa, giorno per giorno, i colori appoggiati alla parete rilasciano
lentamente sull’intonaco un disegno naturale e incontrollato.
Questa famiglia potenzialmente inesauribile di piante d’interno svela lentamente l’immagine di un
paesaggio domestico, con un moto così minimo da essere impercettibile come la crescita di un
albero.
Pianta d’interno, Artissima, Torino, 2011
Pianta d’interno, Spazio Morris, Milano
Pianta d’interno, dettagli
TOCCARE IL FONDO
2014
pennarelli su carta, una settimana
Coloro con i pennarelli un foglio di carta fino al punto in cui si buca e tocco il fondo.
L’errore del bucare la pagina diventa il mezzo con cui, sul retro, rilevare il disegno.
Toccare il fondo, 70 x 50 cm, una settimana, 2014
Toccare il fondo, dettaglio
TI LASCIO META’ FOGLI DA COLLAGE
2010 - 2012
album da collage, 210 x 235 cm, due anni
Ho usato parte di questi fogli per fare dei collage che nessuno vedrà mai. I restanti fogli che non
ho usato vengono esposti e messi così a disposizione di terzi per altri possibili futuri collage. Chi
venisse in possesso di questo lavoro può quindi variarne la composizione, modificarne la forma,
intervenire sull’ordine dei colori.
Ti lascio metà fogli da collage, Vista dell’installazione, Printemps de Septembre, FIEA 2012, Toulouse
Ti lascio metà fogli da collage, dettagli
PICCOLA OPERA BARATTABILE CON PICCOLA OPERA
2009
catena di baratti tra artisti
Questa piccola opera non è in vendita, ma pensata per essere barattata con un’altra piccola opera. I soggetti dello scambio detengono, di volta in volta, il compito di stabilire l’equità del valore
delle opere da trattare.
Nella documentazione fotografica sono riportate la prima opera con cui ho iniziato questa catena
di baratti e il primo baratto avvenuto con l’opera di Gianni Moretti.
I lavori che man mano verranno scambiati ed esposti a loro volta per essere nuovamente barattati prenderanno indistintamente il titolo di Piccola opera barattabile con piccola opera. Ognuno di
questi si presenta come lavoro finito all’interno di una proposta di lavoro senza fine.
Piccola opera barattabile con piccola opera, plexiglas, legno, 60 x 60 x 15 cm, 20 minuti, 2009
Piccola opera barattabile con piccola opera
Primo baratto: Gianni Moretti, 2010. Monotipo di inchiostro su foglio di acetato, 42 x 29,7 cm
LA MIA CAMERA DISEGNATA DALLE 9 ALLE 10 COME SE FOSSE PULITA
DALLE 9 ALLE 10 (ANGELA, LA DOMESTICA)
2010
matita su carta, 9 x 7 cm, 1 ora
Dalle 9 alle 10 del martedì mattina la domestica pulisce e ordina camera mia. L’ho pagata per lo
stesso tempo e per la stessa cifra chiedendole però solamente di disegnare quello spazio come
se l’avesse pulito e ordinato.
Proponendole soltanto di immaginare di svolgere il suo mestiere, vedevo nell’arte un mezzo per
risparmiare fatica e stanchezza, quando invece mi sono vista costringerla ad un compito del tutto
frustrante e pesante.
La mia camera disegnata dalle 9 alle 10 come se fosse pulita dalle 9 alle 10 (Angela la domestica), 2010
La mia camera disegnata dalle 9 alle 10 come se fosse pulita dalle 9 alle 10 (Angela la domestica), dettaglio
TI PIACE? TE LO REGALO
2011
carta velina, tamponi di pennarelli, scotch di carta, acetato, 70 disegni, 31,5 x 22,5 x 3 cm
ognuno, due mesi
L’opera è un regalo pensato per entrare in spazi privati, in un periodo in cui gli affitti sono sempre
più alti e i salotti sono sempre più piccoli. Nel caso in cui si desiderasse ricevere l’opera, deve
essere data la possibilità all’artista di entrare, a sua volta, nel luogo in cui la si vuole installare.
Questi disegni diventano allora dei dispositivi per settanta futuri viaggi, per settanta future nuove
conversazioni.
Ti piace? Te lo regalo, vista dell’installazione, Artissima, Torino, 2011
RELAZIONE A DISTANZA
2012
stampa su carta, 150 x 200 cm ciascuno, due settimane
Questi due disegni sono parte dello stesso lavoro, ma possono essere venduti solo separatamente, quindi a due collezionisti diversi, ognuno dei quali avrà un disegno simile, ma non uguale.
Ogni volta che si vorrà rivedere nuovamente l’intero lavoro, i due proprietari devono mettersi in
contatto e raggiungere un accordo.
Relazione a distanza, vista dell’installazione, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
LOVE AFFAIRS
2014
materiali vari, dimensioni variabili, tre settimane
Quattro vetrine su Via della Penna, nel pieno centro di Roma, diventano palcoscenico di Love
Affairs (2014). Protagonisti sono un gruppo di oggetti dimenticati e scartati, che mettono in moto
un affascinante teatro dell’assurdo fuori contesto. Recuperati dai propri nascondigli, questi oggetti, svuotati del loro valore d’uso primario, più che a scarti e residui, assomigliano a rovine: frammenti abbandonati e al contempo provvisti di un’identità, privi della propria originaria funzione e
tuttavia capaci di costituirsi in altro.
Insieme, raccontano una storia alternativa a quella per la quale erano stati fabbricati e mettono
in scena il fondamento su cui si poggia la vita: quello dell’amore. Il movimento del dispositivo di
Serena Vestrucci é infatti volto a un unico scopo: far battere dei cuori di carta.
I battiti investono le vetrine di una nuova vita: da spazio espositivo esse si trasformano in spazio
esistenziale. Lo spettatore si trova a confronto con un luogo che non intende presentare un
prodotto per un fine commerciale ma che recupera e ridona vita a ciò che è stato abbandonato.
Riconoscibili nella forma ma non nella nuova funzione, depositari di memoria e di sentimento, gli
oggetti diventano macchine desideranti che causano un corto circuito nella visione dello spettatore, il cui sguardo superficiale e frettoloso viene catturato da una scena inconsueta che lo
conduce verso territori in cui l’immaginario prevale sulla realtà. Love affairs (Storie d’amore)
sembra nascere dall’esigenza di re-instaurare una coscienza magica nei confronti della visione,
portandoci in un terreno contaminato dall’istinto, dalla fantasia e dall’onirico.
Ilaria Gianni
Love Affairs, Hotel Locarno, Roma, 2014
Love Affairs, vista dell’installazione, Hotel Locarno
IL MOMENTO IN CUI PRIMA O POI SI COMINCIA A LECCARE PER ANDARE AVANTI
2012
leccate su tela, tempera, dimensioni variabili, 105 giorni
Più volte mi è stato detto che per andare avanti con l’arte avrei dovuto iniziato a leccare. Così ho
provato, colorandomi direttamente la lingua e cercando di farlo nel migliore dei miei modi.
Il momento in cui prima o poi si comincia a leccare per andare avanti, vista dell’installazione, Galleria Furini, Roma, 2012
Il momento in cui prima o poi si comincia a leccare per andare avanti, vista dell’installazione, Galleria Furini, Roma, 2012
Il momento in cui prima o poi si comincia a leccare per andare avanti, dettaglio
TU MI HAI DETTO COSA E IO L’HO FATTO
2010
legno, pezzi di fogli di plastica colorata, resina, colla, 60 x 60 x 60 cm circa, cinque settiane
Ho domandato ad un campione di persone di indicarmi quale aspetto avrebbe dovuto avere,
secondo loro, la mia prossima opera. Ho raccolto le loro risposte e ho cercato di seguire quanto
mi è stato detto. Mi chiedo cosa significhi oggi parlare di committenza, da un lato, e di artigianato,
dall’altro. Delego a terzi l’idea del mio lavoro, decidendo di
riservarmene solamente la realizzazione manuale.
La mia opera è la tua opera, un modo per essere insieme.
Tu mi hai detto cosa e io l’ho fatto, vista dell’installazione, Bevilacqua La Masa, Venezia
Tu mi hai detto cosa e io l’ho fatto, vista dell’installazione
QUEL GENERE DI COSE CHE FAI QUANDO NON LAVORI
2010
matite colorate, dimensioni variabili, tempo libero
SERENA VESTRUCCI
Milano (MI), IT 1986
Currently lives and works in Italy
SOLO SHOW
2014 I draw a den where to be animals, La Fenice Gallery, Venice, IT
2014 Love Affairs, curated by Ilaria Gianni, Hotel Locarno, Rome, IT
2013 I Eat Lunch Between Two Highways, Galleria Ottozoo, Milan, IT
2012 Tigre contro tigre, Galleria Furini, Rome, IT
2012 Cose che si muovono ad una lentezza tale da sembrare solo campate in aria, IL
CREPACCIO, Milan, IT
GROUP SHOWS
2015
Family Guys Summer Show, Galleria Ottozoo, Milano, IT
Bergamo Art Passport, a project organized by Comune di Bergamo in collaboration with The
Blank Contemporary Art, Bergamo, IT
Rob Pruitt’s Flea Market, curated by Tommaso Speretta, A plus A Gallery, Venice, IT
Tra Terra e Cielo, curated by cura di Valentina D’Amaro, The Workbench, Milan, IT
Avere fame di vento, curated by Pietro Di Lecce, The Workbench, Milan, IT
Hotel Universo nella notte Transluminosa, curated by Valentina Lacinio, Palazzo Michiel, Venice
Le stanze d’Aragona, curated by Andrea Bruciati and Helga Marsala, RizzutoGallery, Palermo, IT
2014
Un’idea brillante, curated by Francesco Urbano Ragazzi, FRISE Künstlerhaus, Hamburg, D
The Remains of the day, curated by Rita Selvaggio, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno, IT
FuoriCampo Temporary Space, Galleria FuoriCampo, Brussels, Belgium
Così Accade (As it Happens), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, IT
Personal Foodonsale, Padiglione Esprit Nouveau, Bologna, IT
Evoluzione, curated by Marco Tagliafierro, Spazio Monotono, Vicenza, IT
se di-segno, Padiglione Esprit Nouveau, Bologna, IT
2013
Seconda mostra, curated by Guido Molinari, Casabianca, Bologna, IT
Padiglione Crepaccio at yoox.com, curated by Caroline Corbetta, Ca’ Soranzo, Venice, IT
2012
Fuoriclasse. Vent’anni di arte italiana nei corsi di Alberto Garutti, curated by Luca Cerizza, Galleria
d’Arte Moderna, Milan, IT
Falansterio, curated by Guido Molinari, Spazio Morris, Milan, IT
Printemps de Septembre, FIEA 2012, Toulouse, FR
C_artelibro. Il principio delle pagine, curated by Artelibro Festival del Libro d’Arte and Danilo
Montanari Editore, Biblioteca Universitaria di Bologna, IT
Personal Effectsonsale, Padiglione Esprit Nouveau, Bologna, IT
Paesaggi, Visioni, Ricordi. Artisti in dialogo tra Cina e Italia, Palazzo Franchetti, Venice, IT
Boarding Pass n°2, double show, curated by Martina Cavallarin, VBM 20.10 gallery, Berlin, D
Opera 2011 Artisti degli Atelier Bevilacqua La Masa, Bevilacqua La Masa Foundation, Venice, IT
2011
I Borsisti della 94ma Collettiva, Bevilacqua La Masa Foundation, Palazzetto Tito, Venice, IT
Artissima 18, Art Fair, UniCredit STUDIO’s stand, Turin, IT
Sentieri liberi. Stonefly prize “Walking with Art 2011”, Bevilacqua La Masa Foundation, Venice, IT
BYTS ‘s-HERTOGENBOSCH 2011, curated by Monique Verhulst, Stedelijk Museum, ‘S-Hertogenbosch, The Netherlands
104 GIORNI - 5 ORE - 32 MINUTI, double show, curated by Francesca Pagliuca, UniCredit
STUDIO, Palazzo Cordusio, Milan, IT
2010
94ma Collettiva Giovani Artisti, curated by Fondazione Bevilacqua La Masa, Venice, IT
Festa del Migrante, curated by Gino Gianuizzi, neon>campobase, Bologna, IT
2009
Real Presence, curated by Dobrila Denegri and Biljana Tornic, House of Legacy, Belgrade, Serbia
Salon Primo, Accademia di Belle Arti di Brera, Milan, IT
2007
Alberi d’Artista, curated by Giacinto di Pietrantonio, GAMeC, Bergamo, IT
RESIDENCIES AND AWARDS
2015
MadeinFilandia, Residency project, Pieve a Presciano (Ar), IT
Penthouse Art Space, Residency program, Brussels, Belgium
2014
Level 0, ArtVerona prize
2013
Genova MaXter Program, tutor Giorgio Andreotta Calò, curated by Anna Daneri and Ilaria Gianni,
Museo Villa Croce, Genoa, IT
Accademie Eventuali, residency program of Fondazione Carisbo and Fondazione Furla, in
collaboration with MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna and Xing
2011
Residency at the Atelier of Bevilacqua La Masa Foundation, Venice, IT
Assignee of the prize Stonefly Walking with Art 2011
2009
Real Presence, nKA/ICA, residency program curated by Dobrila Denegri, Belgrade, Serbia
EDUCATION
2013 MFA, I.U.A.V. University, Venice, IT
2009 BFA, Accademia di Belle Arti di Brera, Milan, IT
ARTICLES
2015
Andrea Bruciati, ALLONS ENFANT/12, Exibart
Andrea Bruciati, Ho fatto un sogno, Exibart, n. 90, April 2015
2014
Paola Tognon, Serena Vestrucci Talent Zoom, Exibart, n. 86, April - May 2014
2013
Valentina Ciuffi, Abitare, http://www.abitare.it/it/arte/i-eat-lunch-between-two-highways/
Marco Tagliafierro, Artforum, http://artforum.com/?pn=picks§ion=it#picks43909
Germano D’Acquisto, Marie Claire, http://www.marieclaire.it/Attualita/serena-vestrucci-mostra-milano
Maurizio Cattelan, Caroline Corbetta, Padiglione Crepaccio, domus 969, May 2013
Caroline Corbetta, Unexpected Pavilion, L’uomo Vogue, May 2013
2012
Caroline Corbetta, I’ve always wondered why movies make you cry and exhibits no, FlashArt Italia
n. 307, December-January 2012 - 2013
Loredana Mascheroni, From Carpaccio to Crepaccio: mixing food and art, Domus, June 2012
AA. VV., Luca Cerizza (curated by), Fuoriclasse. Vent’anni di arte italiana nei corsi di Alberto
Garutti, Kaleidoskope Press, Milano
Liliana Spadaro, FlashArt Italia n. 306, November 2012
Daniele Perra, Kult 20 Talents, Kult n. 8, October 2012
2011
Daniele Perra, Artibune, November-December 2011
EMPLOYMENT
2015 I.U.A.V. University of Venice, Assistant Professor of the Master course “Exhibition Display
Workshop”, Professor Cornelia Lauf
C O N T A C T S
mobile: +39 349 7505328
e-mail: [email protected]
web site: www.serenavestrucci.com