relazione sociale 2014
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relazione sociale 2014
RELAZIONE SOCIALE 2014 Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una DONNA. (W. Shakespeare) RELAZIONE SOCIALE 2014 AMBITO SOCIALE BA 10 Modugno – Bitetto - Bitritto CITTA’ DI BITETTO CITTA’ DI MODUGNO CITTA’ DI BITRITTO RELAZIONE SOCIALE 2014 AMBITO TERRITORIALE BA10 2 Indice A Voi… Premessa L’Ambito come Comunità: un profilo in evoluzione Comunità Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le dinamiche della popolazione Cittadini stranieri dell’Ambito Territoriale Fenomeni e bisogni sociali emergenti Mappa Locale del Sistema di offerta di Servizi Sociosanitari L’incrocio tra domanda e offerta di servizi e prestazioni erogati nell’ambito del Piano Sociale di Zona (risultati conseguiti al 31.12.2014) I Servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi I Servizi di pronta accoglienza, orientamento e di inclusione attiva I Servizi per sostenere la genitorialità e di tutela dei minori I Servizi e le strutture per l’integrazione sociosanitaria e la presa in carico integrata delle non autosufficienze I Servizi e le strutture per prevenire e contrastare la violenza sulle donne e i minori Le Azioni di sistema e governance Le azioni trasversali all’attuazione del Piano Sociale di Zona La dotazione infrastrutturale dell’Ambito Territoriale ed i servizi autorizzati Le risorse finanziarie impiegate L’Integrazione tra politiche ed interventi Territoriali L’Integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le politiche attive del lavoro e dell’istruzione, le politiche di contrasto alla povertà 4 9 14 15 16 24 27 36 37 39 42 45 52 58 62 64 70 75 78 79 3 La partecipazione a progetti con finanziamenti dell’Unione Europea o Altri Enti La Promozione del Capitale sociale, il coinvolgimento delle risorse solidaristiche e fiduciarie del territorio, la partecipazione dei cittadini Esercizi e costruzione organizzativa e governance del Piano Sociale di Zona Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto nella governance territoriale Conclusioni 80 82 85 86 89 4 “Voi date ben poco quando date dei vostri beni. E’ quando date voi stessi che date davvero” (Khalil Gibran) A Voi… Come per ogni cosa, le prime parole sono sempre le più difficili da scrivere, ci si interroga spesso su quale sia la frase migliore, la frase più efficace per conquistare l’attenzione del lettore. L’inizio è sempre difficile, come difficile è stare qui, ad interrogarsi su quali e quanti servizi siamo stati in grado di erogare, come se le risposte fossero solo numeriche, come se gli indici o il raggiungimento di un Obiettivo di Servizio, estrapolato dal contesto, fosse in grado di dire o meno se siamo stati in grado di soddisfare le esigenze, che esigenze non sono, della nostra gente. Si tratta di bisogni, talvolta si tratta semplicemente di richieste di aiuto da parte di gente che ha il sacrosanto diritto di ricevere risposte da parte delle istituzioni. Mi piacerebbe scrivervi di quante risposte siamo stati in grado di dare, ma nessun dato che io passo rappresentarvi è in grado di riuscire a descrivere la sensazione di impotenza che si prova quando non hai risposte da dare ai cittadini, quando senti storie e vedi emergenze e poi fai i conti con gli strumenti che hai, tristemente vincolati a cifre. Confesso, senza imbarazzo, che le cifre non mi sono mai piaciute, le cifre impediscono alla gente di provare emozioni e sentimenti, ci impediscono di osservare quali sono le risposte che possiamo dare ai cittadini, cittadini che hanno un nome ed un volto. 5 Dopo anni ed anni passati a Roma, sono tornata a Sud, sono tornata a casa mia, consapevole del fatto che le difficoltà e le problematicità sarebbero state tante. Per chi non è del territorio, talvolta, è più semplice muovere critiche o elogi, si guardano le cose con più obiettività, si ha coscienza di quelli che sono servizi erogati altrove, ispirandosi alle tanto, ormai, famose “best practice”. Eppure se mi chiedessero: “Per cosa ricorderai i cittadini di Modugno, Bitetto e Bitritto?”. Ad oggi la mia risposta sarebbe una sola: “La Dignità!” La dignità vera, quella che non si misura in base al reddito, o in base al livello culturale di una persona, vi sto parlando della dignità conosciuta solo da chi passa ore in coda per fare una domanda, vi sto parlando della dignità di donne che chiedono aiuto perché vittime di violenza, di uomini che chiedono di essere aiutati a reinserirsi nel mondo del lavoro, perché ormai troppo “vecchi” per lavorare, e troppo giovani per andare in pensione. Ho visto genitori chiedere aiuto per i propri figli diversamente abili, ansiosi di ricevere risposte, o semplicemente rassicurazioni. Molto il dolore osservato in questi mesi e, credetemi, per quello non esiste alcun grafico in grado di rendere appieno l’idea. Le emozioni non puoi rappresentarle, non puoi calcolarle e non puoi neanche quantificarle. Le emozioni puoi solo provarle, e questa gente ne prova davvero tante. Eppure questa gente si sente una comunità, nella sofferenza, forse, i pochi chilometri che separano le tre città spariscono. Si condivide un destino, un percorso di vita e, posso garantirvi, che si condivide anche l’attesa di risposte, che non ha confini geografici. Vorrei raccontarvi di un “Ambito Territoriale” impeccabile, vorrei narrare servizi erogati senza difficoltà, vorrei dirvi che la 6 richiesta di aiuto di nessun cittadino è rimasta inascoltata, ma purtroppo non è così. Riconoscere i propri limiti, analizzarli, approfondirli è il primo passo verso il miglioramento. Il welfare per dare risposte efficaci deve essere una rete, e l’Ufficio di Piano è solo uno dei protagonisti di questa rete. Qualsiasi decisione, qualsiasi scelta, qualsiasi progettazione non servirebbe a nulla senza l’impegno, la presenza e la professionalità di chi questa rete la compone, di chi tutti i giorni e in prima persona recepisce le richieste dei cittadini. Ai Servizi Sociali Professionali, al Distretto Socio Sanitario, alle Associazioni di Volontariato e alle Istituzioni scolastiche va un grazie infinito, un grazie ricco di speranza e di fiducia. Occuparsi del Sociale è una scelta di vita, occuparsi delle donne e degli uomini è una scelta estremamente personale e delicata, una scelta che scopre il fianco a sentimenti, problemi e paure che non dovrebbero essere tue, paure che ti porti a casa, paura che infondo cerchi di alleviare come se fossero tue. Ho visto l’impegno di questa Rete, ho visto persone lavorare giorno e notte per dare risposte, ho visto sul volto “degli addetti ai lavori” tristezza e dolore, ho visto forza e coraggio. La ricchezza più grande, quella da sviluppare, quella su cui investire è questa rete, fatta di essere umani con i propri limiti, ma mossi dalla ricerca del “bene comune”. L’augurio più grande che io possa fare a questo territorio è questo: che Voi possiate sviluppare e difendere sempre ciò che siete, che voi possiate superare ogni difficoltà ed ogni divisione possibile, che voi possiate rappresentare SEMPRE il cerchio al cui interno custodisce e protegge i più fragili e i più deboli. Dott.sa Antonella Lenoci Referente Area Programmazione e Progettazione 7 “Mi considero un sognatore, ho pagato un prezzo abbastanza alto per i miei sogni, ma sono così belli, così pieni e intensi, che ogni volta tornerei da capo a pagarlo. I miei sogni sono irrinunciabili, sono ostinati, testardi, resistenti. Sicuramente esistono individui che temono i sogni, i sognatori e la capacità di sognare, ma i sogni e i sognatori sono una presenza inestirpabili” (L. Sepúlveda) 8 9 “Solo se avremo servito potremo parlare e saremo creduti. L’unica porta che ci introduce oggi nella casa della credibilità è la porta del servizio” (Don Tonino Bello) Premessa L’anno 2014 ha rappresentato un anno di forti cambiamenti per l’Ambito Territoriale Ba10, in concomitanza con quello che è stato il primo anno di attuazione del Piano Sociale di Zona 2014-2016. Seppur fra mille difficoltà si è cercato di dar attuazione a fondamentali obiettivi di Servizio mai attivati prima su questo territorio. Gli ultimi mesi del 2014 sono stati indispensabili per avviare una serie di servizi la cui attivazione non era più rinviabile. Per lungo tempo la presa in carico di utenti per “l’Assistenza Domiciliare Integrata” è avvenuta solo grazie agli sforzi del Distretto Socio Sanitario, il quale è riuscito a garantire ai cittadini un servizio inalienabile. La prima manifestazione di cambiamento e di crescita si materializza nell’avere il coraggio costruttivo di sottoporsi all’autocritica. Come facenti parte della rete dei Servizi a cui i cittadini possono e devono rivolgersi in caso di necessità abbiamo il dovere di riconoscere quanto di positivo fatto da altri per supplire a mancanze nostre. E’ il caso evidente della Porta Unica di Accesso, che per diverso tempo è stata garantita, seppur in maniera e modi differenti dal Distretto Socio Sanitario il quale ha svolto un servizio per i cittadini pur non essendo obbligato a farlo, così come stabilito dal Primo Accordo di Programma siglato. Il valore della rete dei servizi è 10 la somma di ogni singola competenza individuale, di ogni singolo sforzo fatto da tutti gli attori coinvolti al fine di far si che i nostri cittadini abbiano gli stessi diritti di qualunque altro cittadino. E’ molteplice la gioia nel comunicare che anche nell’Ambito Territoriale Ba10 è in funzione la Porta Unica di Accesso, chiave di volta e sintesi efficiente di quel sistema di servizi integrato a cui tutti noi siamo chiamati a partecipare. La stretta collaborazione fra l’Ambito Territoriale e il Distretto Socio Sanitario fa si che si possa affermare i nostri cittadini possono ricevere una risposta tempestiva ed idonea ai loro bisogno. Nei primi giorni di gennaio 2015 è stato avviato il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, riuscendo per la prima volta a dare una risposte idonea ai cittadini e non sopperendo alla mancanza dell’ADI con il Servizio di Assistenza Domiciliare, rivolto a ben altra tipologia di utenti. Riuscire ad attivare diversi servizi contestualmente ci pone nella condizione di avere una lettura chiara del dato e del fabbisogno di un determinato servizio. Una delle gravi criticità dell’Ambito Ba10 era proprio quella di non avere attivato il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, e di sopperire a tale mancanza con il Servizio di Assistenza Domiciliare, tale criticità è emersa anche in fase di progettazione del Piano di Azione e Coesione. Il 2014 si è concluso con l’approvazione del Piano di Azione e Coesione Infanzia e Anziani non autosufficienti, tale importantissimo traguardo è essenziale per il nostro Ambito, e 11 ci ha posto nella condizione di aumentare la presa in carico di utenti nel corso del 2015. Infatti il Piano di Azione e Coesione dell’Ambito Ba10, I Riparto, si concretizza nell’aumento di presa in carico di utenti ultrasessantacinquenni che usufruiscono del Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata e del Servizio di Assistenza Domiciliare. Tale opportunità per l’Ambito e per i nostri cittadini ha rappresentato una spinta propulsiva al fine di riuscire a calendarizzare una serie di Unità di Valutazioni multidimensionale, d’ora in poi UVM, per la presa in carico di utenti in Assistenza Domiciliare Integrata. Il decreto di approvazione del Piano di Azione e Coesione Infanzia fa si che l’Ambito riesca a dare risposte concrete ai genitori di bambini da 0-36 mesi, aumentando di fatto la presa in carico di minori e sostenendo le famiglie. L’Asilo Nido Comunale di Modugno, servizio essenziale per la stessa città di Modugno, grazie al Piano di Azione e Coesione vedrà per il prossimo anno scolastico una estensione della fascia oraria, l’apertura il sabato e il mese di luglio, ponendosi di fatto alla pari delle altre strutture esistenti in tutto il territorio della regione Puglia e non solo. L’opera di manutenzione dell’Asilo Nido Comunale di Bitritto, a gestione terzi, sarà realizzabile grazie al Piano di Azione e Coesione. La criticità emersa nell’attuazione del Piano di Azione e Coesione rispetto al Comune di Bitetto è rappresentata dall’attivazione della sezione Primavera presso l’Istituto Cianciotta, intervento per il quale è stato chiesto una modifica al Ministero dell’Interno, non essendo realizzabile nel citato istituto. 12 La carenza di strutture per la prima infanzia nella città di Bitetto fa si che i genitori siano costretti a portare i loro bambini in asili nido di altri comuni dell’Ambito, o addirittura fuori Ambito, tale dato è stato riscontrato nell’erogazione di Buoni Servizio di Conciliazione Vita Lavoro Infanzia adolescenza, dove è evidente come nelle strutture di Modugno e Bitritto ci siano minori residenti a Bitetto. Tale constatazione merita una attenta riflessione rispetto agli interventi da adottare al fine di poter garantire anche ai bambini di Bitetto “il diritto alla frequenza” di strutture in sede, di “passeggiate” fra i propri monumenti, il diritto a conoscere, per esempio, la storia del “Beato Giacomo” sin da piccoli. Per il II Riparto del Piano di Azione e Coesione si è ritenuto opportuno creare una scheda di intervento apposita per la città di Bitetto, dove si prevede l’acquisto di posti utenti in strutture per la Prima Infanzia, ciò anche in considerazione del dato che delle tre strutture presenti sul territorio, al momento solo una può accedere ai buoni di servizio in quanto iscritta al Catalogo dell’Offerta. Evidentemente, come amministrazione pubblica dobbiamo compiere ogni sforzo possibile a creare un clima di fiducia e trasparenza con le strutture che lavorano con noi, riuscendo nell’intento di dare risposte precise e tempestive alle strutture che con la forte crisi economica che contraddistingue i nostri tempi faticano a “comprendere e sopportare” i tempi della pubblica amministrazione. 13 Il 2014 si è concluso con una serie di atti, da parte delle Ufficio di Piano, tesi a superare le prescrizioni a carico dell’Ambito Ba10, legate all’approvazione definitiva del Piano Sociale di Zona 2014-2016. Molte sono ancora le cose da realizzare, molti ancora i servizi da attivare, ciò andando oltre le prescrizione, fase abbondantemente superata. Occorre adottare scelte coraggiose, talvolta soggette a critiche non sempre velate, ma anelando ad un unico obiettivo: l’interesse dei cittadini, nostra unica musa ispiratrice. E’ ciò che spinge l’agire di tutti noi, che, oltre ogni difficoltà ogni giorno sono felici, felici perché lavorare nel sociale è una opportunità dal valore morale inenarrabile. La strada è ancora in salita, non sappiamo dirvi se un giorno riusciremo a dire che quest’Ambito non ha più nulla da imparare da altri ambiti, da altre realtà in cui nella parola Welfare c’è quanto di più sacrosanto e veritiero possa esistere, per oggi ci limitiamo a dirvi che ogni nostro sforzo è teso a poter mettere i nostri cittadini, in condizione di avere risposte in ogni circostanza: dall’assistenza domiciliare integrata, all’integrazione sociale scolastica ed extrascolastica, dalla Porta Unica di Accesso, all’Assistenza Educativa Domiciliare, dall’Assistenza Domiciliare ai Buoni di Conciliazione, dal Piano di Azione e Coesione al Pronto Intervento Sociale, dalla Cabina di Regia, al Centro Antiviolenza, passando per Cantieri di Cittadinanza e Lavoro Minimo Garantito. 14 Capitolo 1. L’Ambito come Comunità: un profilo in evoluzione 15 “Se avremo aiutato una sola persona a sperare, non saremo vissuti invano” (Martin Luther King) Comunità Secondo Bauman la comunità dovrebbe innanzitutto essere generatrice di solidarietà, al fine di limitare l’insorgere di “comunità gruccia” alle quali “appendere tutte le paure e le ansie vissute a livello individuale in compagnia di altri individui afflitti dalle medesime ansie e paure”. Riuscire a sviluppare nei tre comuni dell’Ambito il senso di appartenenza ad una stessa comunità è uno degli elementi essenziali al fine di perseguire la massima condivisione di intenti. Le ansie, le paure, i problemi e le richieste di aiuto non si fermano geograficamente, e i tre comuni dell’Ambito sono territorialmente così vicini da appartenere ad una stessa comunità. Le dinamiche sociali dei tre comuni sono le stesse, seppure esistano delle peculiarità. Rispetto all’analisi demografica della popolazione, seppur si registrano delle leggere differenze il trend appare essere lo stesso: invecchiamento della popolazione e basso tasso di natalità, caratteristiche riscontrabili in tutto il resto del Paese. L’osservazione territoriale messa in relazione all’evoluzione demografica della popolazione è stato lo strumento principe che ha guidato e guida l’operato dell’Ambito Territoriale nel tentativo di dare risposta ai bisogni emergenti, che si contraddistinguono in primis come bisogni di natura economica. 16 “Madre, cosa posso fare per la pace nel mondo?” “Torna a casa e ama la tua famiglia.” (Madre Teresa di Calcutta) Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le dinamiche della popolazione. I cittadini residenti nell’Ambito Territoriale Ba10 al 31.12.2014 sono pari a 61.814, e rappresentano meno del 5% della popolazione residente della provincia di Bari. Grafico 1. Fonte: DemoIstat, elaborazione UdP. Rispetto a quanto indicato nella Relazione Sociale 2013 possiamo affermare che il territori dell’Ambito Territoriale si è arricchito di 575 cittadini in più. 17 L’incremento più alto della popolazione residente, in valore assoluto, rispetto allo scorso anno, si registra nel Comune di Modugno. Grafico 2. Fonte: DemoIstat, Elaborazione UdP. Confrontando i dati relativi al numero dei residenti nell’ultimo quinquennio emerge come vi sia stato un leggero aumento della popolazione, infatti si è passati dai 60.739 residenti nell’anno 2010 agli attuali 61.814 residenti nel 2014. La città di Modugno risulta essere il terzo comune più densamente popolato della regione Puglia, lo precedono Bari e Triggiano. Le famiglie residenti nei territorio dell’Ambito sono 22.829. Il Comune di Bitetto risulta essere il secondo comune con la più alta percentuale di coniugati nella provincia di Bari, mentre Bitritto risulta essere il terzo comune con il più alto tasso di 18 natalità nella provincia di Bari. Tali brevi caratteristiche mettono in luce determinati aspetti della popolazione a cui si darà riscontro nell’analisi del fabbisogno emergente. Nel dato relativo ai nuclei familiari non si tiene conto delle coppie di fatto, ma solo del numero delle famiglie legittimate dal vincolo del matrimonio, infatti in nessuno dei comuni dell’Ambito è presente il registro delle unioni civili. Attualmente i soli dati di cui disponiamo sono rappresentati nel grafico seguente. Grafico 3. Fonte: Comuni d’Italia, Elaborazione UdP. Il dato relativo al numero di famiglie esistenti nei territori dell’Ambito risulta essere essenziale al fine di una lettura quanto più attenta del contesto sociale in cui si agisce. Dal punto di vista sociologico lo stesso concetto di famiglia ha subito enormi cambiamenti, portando così esigenze e bisogni sempre nuovi, ai quali dobbiamo guardare con estrema 19 attenzione. Pensiamo per esempio alle famiglie monogenitoriali, portatrici di una serie di bisogni specifici. Di ulteriore estrema importanza, sempre nell’ottica di riuscire a dare risposte ai bisogni dei nostri cittadini, è il ruolo svolto dal nucleo familiare, o dalla singola persone, rispetto ai non autosufficienti. Il supporto al cosiddetto care giver diviene essenziale al fine di riuscire a mettere chi lavoro e al contempo assiste un anziano o un diversamente abili, di sentirsi supportato dal contesto al fine di non dover rinunciare al lavoro o alle proprie cose. E’ in questa strettissima faglia fra assistenza e dipendenza che si sono sviluppate delle misure estremamente importanti come i Buoni di Conciliazione Vita Lavoro Infanzia Adolescenza e Diversamente Abili Anziani. Fondamentale diviene l’analisi della popolazione residente per classi di età, ciò diviene necessario al fine di riuscire a creare una rete di servizi quanto più vicina ai bisogni della popolazione, partendo dalla considerazione che le classi di età più fragili, ossia gli anziani e i bambini, risultano essere anche quelle più popolate. La popolazione ultrasessantacinquenne dell’Ambito Ba 10 è pari a 10.638 cittadini, e rappresenta il 17,21% dell’intera popolazione residente, tale dato è imprescindibile per mettere in atto una serie di azioni volte a tutelare ed aiutare tale target specifico e di conseguenza tutto il nucleo familiare di riferimento. Nei comuni di Modugno, Bitetto e Bitritto si registrano 7 residenti ultracentenari. 20 Uno degli aspetti che merita approfondimento rispetto alla situazione dei cittadini ultrasessantacinquenni è quella relativa al numero di vedove/i presenti, infatti sono ben 2.577, corrispondenti al 24.23% della popolazione più di sessantacinque anni. Analizzando il dato nel dettaglio si nota come predominante sia la presenza di vedove, infatti rappresentano ben l’81.11% del totale, tale dato è statisticamente in linea con le tendenze nazionali che vedono una aspettativa di vita più lunghe per le donne. I minori con meno di 3 anni nell’Ambito sono 2.422, e rappresentano il 3,92% della popolazione, le nuove nascite nel 2014 sono state nel complesso pari a 589. E’ la città di Bitetto che registra il numero più alto in valore assoluto di minori con meno di tre anni, pari al 4,62% della popolazione residente. Ciò nonostante va sottolineato come sia la stessa città di Bitetto ad avere una forte carenza di servizi per la prima infanzia, ragion per cui le famiglie che evidentemente registrano la necessità di servizi per l’infanzia sono costrette a rivolgersi fuori dal proprio contesto cittadino o ad affidarsi al nucleo familiare primario per accudire i più piccoli. Le classi di età citate sono quelle su cui si fondano importanti fonti di finanziamento come per esempio il Piano di Azione e Coesione, il cui riparto e i consequenziali tagli, apportati ai sensi della legge di stabilità 2015, sono stati stabiliti proprio in base alle citate classi d’età. 21 Ind. vecchiaia Ind. Dip. Ind. Ricam. strutturale Pop. attiva Modugno 111.9 48.3 119.7 Bitetto 95.4 49.1 103.8 Bitritto 89.1 42.9 98.4 Tabella 1. Fonte DemoIstat al 2014, elaborazione UdP. E’ Modugno a registrare il maggior indice di vecchiaia, dove si registrano 111.9 anziani ogni 100 giovani fino ai 14 anni. Mentre per ciò che concerne l’indice di dipendenza strutturale notiamo come il carico sociale ed economica della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni) più elevato si registra nella città di Bitetto, dove troviamo 49.1 persone ogni 100 che si trovano in classe di età lavorativa. Dato estremamente significativo è rappresentato dall’Indice di ricambio della popolazione attiva, connotato dal dato relativo a Bitetto e Bitritto dove possiamo affermare che la popolazione in età lavorativa più o meno si equivale fra giovani ed anziani, mentre a Modugno è evidente come l’indice di ricambio della popolazione attiva sia connotato da una forte presenza di persone non più giovani. L’analisi del trend dell’indice di vecchiaia della popolazione dell’Ambito è elemento fondamentale al fine di mettere in campo ogni azione possibile tesa sia a dare risposte concrete alla popolazione di riferimento, evidentemente portatrice di 22 bisogni ed esigenze specifiche, sia ad adoperare ogni azione possibile al fine di incentivare le nascite. Grafico 4. Fonte DemoIstat, elaborazione UdP. Le caratteristiche demografiche fin’ora evidenziate devono indurre una attenta riflessione su quelle che sono le scelte strategiche da mettere in campo al fine di poter riuscire a dare risposte concrete ai bisogni di una popolazione, risposte che 23 devono essere idonee ad un preciso target di riferimento. Pensiamo per esempio a scelte innovative come il telesoccorso, la teleassistenza o la telecompagnia. Solo da una attenta analisi del contesto possiamo essere in grado di rivedere le modalità di “presa in carico”. Spesso nelle occasioni di confronto con le Assistenti Sociali Professionali emerge un dato allarmante: sono molti gli utenti per i quali occorre una forma di “presa in carico” proprio in virtù della situazione di solitudine in cui si trovano, è in questo quadro che occorre pensare se sia il caso, o meno, di introdurre nella nostra realtà modalità di presa in carico differenti, create allo scopo di perseguire il benessere e la salvaguardia del cittadino e la sua permanenza nell’ambiente a lui più consono: la propria casa. Fra i dati quantitativi che vanno a formare la tela sulla quale operare non possiamo non citare l’elevata presenza di donne divorziate, le quali ovviamente sono portatrici di bisogni la cui natura è estremamente differente. Le statistiche ci dicono che nel territorio dell’Ambito su una popolazione residente totale di 860 cittadini divorziati, 551 sono donne. Tale dato va messo in correlazione con una serie di servizi di cui una donna ha necessità, nell’assolvere sia alla propria funzione di genitrice, sia di forme di sostegno all’inserimento nel mercato del lavoro. 24 “Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.” (Don Andrea Gallo) Cittadini stranieri dell’Ambito Territoriale La presenza quantificabile di cittadini stranieri nell’Ambito è relativa alle sole persone regolarmente residenti nei territori dell’Ambito. Attualmente i cittadini residenti, di nazionalità straniera, presenti nel territorio sono 2.006, la cui età media è pari a 30/35 anni, e rappresentano il 3,25% dell’intera popolazione residente. La percentuale più alta di cittadini stranieri si registra nel comune di Modugno, dove rappresentano il 4,06% dell’intera popolazione residente. Grafico 5. Fonte DemoIstat. Elaborazione UdP. 25 La variazione del numero di cittadini stranieri, regolarmente iscritti all’anagrafe, è pari a 147 cittadini in più rispetto a quanto evidenziano nell’anno 2013. Un dato significativo è rappresentato dal numero di nuovi residenti per nascita, infatti 24 bambini nel 2014 sono nati in Italia, precisamente nel nostro Ambito, da genitori regolarmente residenti, si sottolinea come Bitritto sia l’unico paese fra i tre in cui nessun bambino è stato iscritto all’anagrafe per nascita. Ulteriore dato che occorre sottolineare, al fine di capire quale sia la reale integrazione dei migranti nel nostro tessuto sociale è quello relativo al numero di cittadini che hanno acquisito la cittadinanza italiana, sono ben 25 i cittadini divenuti italiani nel 2014. Sempre nell’arco del 2014 si nota come 238 cittadini stranieri si sono regolarmente trasferiti in altri comuni d’Italia, mentre sono 9 i cittadini, e tutti della città di Bitetto che nel corso del 2014 si sono trasferiti all’estero. La presenza di migranti nella città di Bitritto è contraddistinta da un dato interessante, quello relativo alla maggior presenza femminile. Tale dato può essere messo in relazione al ruolo svolto dalle donne straniere nell’assistenza agli anziani e ai non autosufficienti. Tale teoria è supportata anche dalla nazionalità maggiormente presente sul territorio, si tratta dei cittadini rumeni, le cui donne da sempre sono impegnate come badanti nell’assistenza delle persone più fragili. 26 Resta invariata, rispetto al 2013, la nazionalità delle comunità più presenti nei territori di Modugno e Bitetto, è la comunità indiana la prima per numero di residenti. Tale dato, caratteristica del nostro territorio, è fondamentale nell’intraprendere una serie di azioni tese al raggiungimento di una maggior integrazione culturale e sociale. Grafico 6. Fonte DemoIstat, Elaborazione UdP. Sarebbe interessante analizzare le ragioni della forte presenza della comunità indiana nel territorio, considerando che tale caratteristica si riscontra solo nell’Ambito. Non è possibile fornire alcun dato relativo alla presenza di cittadini non regolari presenti sul territorio. 27 “Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.” (Voltaire) Fenomeni e bisogni sociali emergenti. Analizzare fenomeni e bisogni sociali emergenti non è mai semplice, e non lo è ancor di più in considerazione della forte crisi economica che l’intero Paese sta vivendo. L’instabilità economica dei nostri tempi induce il cittadino a sentirsi carico di ansie e paure, da qui scaturiscono una serie di bisogni in continua evoluzione. Riuscire ad interpretare correttamente i bisogni dei nostri cittadini richiede un’attenta osservazione delle dinamiche che si instaurano su un territorio fortemente condizionato dalla crisi economica. La vicinanza della città di Modugno alla città di Bari, e la presenza del polo industriale sono delle chiavi di lettura imprescindibili per l’analisi della realtà del territorio. La perdita costante di posti di lavoro coinvolge fortemente un territorio dove molti cittadini trovano occupazione presso il polo industriale. L’instabilità economica, e il crearsi delle cosiddette “nuove povertà”, derivanti dalla perdita del posto di lavoro, fa si che una serie di cittadini, che mai prima di ora si erano rivolti ai servizi sociali, manifesti tale necessità. Ciò è testimoniato dalle continue richieste di “aiuto” che vengono indirizzate a tutta le rete del welfare, i cittadini privi della certezza economica legata allo stato occupazionale 28 manifesta in maniera esponenziale l’esigenza di ricevere aiuto dalla rete dei servizi. Così creando delle nuove “tipologie di utenti” formate da coloro che mai in vita propria si erano rivolte alla rete locale. In queste nuove tipologie di utenti ritroviamo non solo coloro che hanno perso un impiego, ma anche i percettori di ammortizzatori sociali. Molti i casi in cui la perdita di un impiego da parte del “capo famiglia” ha innescato un meccanismo per il quale quelle donne senza occupazione, ma dedite alle cure domestiche, manifestino l’esigenza di inserirsi nel mercato del lavoro. Il fenomeno di maggior rilievo nel territorio dell’Ambito Sociale è certamente quello di natura economica. Dalle quelle che sono le “nuove povertà” si manifesta un forte cambiamento nella tipologie di utenti, non dediti e non inclini a quello che spesso è stato definito “l’assistenzialismo puro”. Ciò è comprovato dalla grande risonanza che si è ottenuta con la misura Cantieri di Cittadinanza e Lavoro Minimo garantito, certo non ancora in essere nel 2014, ma possiamo affermare ad oggi che sono moltissimi i cittadini che hanno chiesto di poter partecipare a queste due nuove misure regionali. Il mutamento della percezione della rete sociali deriva in primis da quanti coloro aveva un occupazione, in quanti coloro non si sono mai rivolti ai servizi sociali. E da qui che inizia la trasformazione dell’interpretazione, spesso errata, del sociale. Non più da intendersi come “assistenzialismo” ma da interpretare come accompagnamento, percorsi, 29 affiancamento, idee e progetti per far si che i cittadini possano riacquistare quella autonomia di cui sono stati privati con la perdita del lavoro. E’ difficile stabilire quanto un bisogno sia prioritario rispetto ad un altro, ecco perché non è nostro compito stilare una classifica di quelle che sono “le sofferenze” dei cittadini. A noi spetta il compito di interpretarle mettendo in campo ogni strumento utile al fine di alleviare, per quanto possibile, queste sofferenze. Ma da uomini con cuore e coscienza, sicuramente sono i bambini coloro ai quali dobbiamo dare più risposte, e soprattutto in tempi rapidi, sapendo bene che in gioco ci sono i loro anni più belli, e sapendo che un bambino felice oggi è sulla buona strada per divenire un buon cittadino domani. Il bisogno di assistenza all’espletamento del ruolo genitoriale non è sicuramente fra quelli emergenti, è troppo tempo che il nostro territorio fa i conti con tale problema, in cui troppo spesso la soluzione individuata è l’istituzionalizzazione del minore. L’assistenza educativa domiciliare è un bisogno dei cittadini di tutti e tre i comuni dell’Ambito, seppure con percentuali differenti. La presa in carico di tutto il nucleo familiare, attraverso quella che possiamo definire una sorta di “guida educativa” è essenziale laddove si evidenziano gravi problemi non solo nella figura del minore, ma anche in quella del genitore. Molto spesso sono gli stessi utenti, consci delle difficoltà di espletare 30 in maniera idonea il ruolo genitoriale, a chiedere l’attivazione del Servizio di Assistenza Educativa Domiciliare. Rafforzare la funzione genitoriale e al contempo tutelare il minore è uno di quegli interventi essenziali, il cui trend di richiesta è costantemente in crescita nel corso degli anni. L’art. 87 bis del novellato regolamento regionale n.4 del 2007 si caratterizza come intervento di natura strutturale per questo territorio. Scopo comune, di tutta rete dei servizi è quello di evitare l’istituzionalizzazione del minore, ed è per questo che la scelta di incentivare i percorsi di affido, anche quelli cosiddetti “sperimentali e flessibili” è stato necessaria per il nostro Ambito. Riuscire a creare una sensibilizzazione comune verso il tema dell’affido è prioritario per noi, riuscire a far si che il supporto alla figura genitoriale arrivi anche dalla comunità, per quanto difficile e complicato possa essere, è ciò a cui si anela nel tentativo di aiutare tutto il nucleo familiare, di aiutare coloro che vivono forti situazioni di disagio che il più delle volte non è di natura economica. Continuando ad analizzare quelli che sono i bisogni del territorio emerge sicuramente quella che è la condizione che molti cittadini vivono indossando le vesti del care giver. Che si tratti di genitori anziani, che si tratti di figli diversamente abili, che si tratti di persone care non autosufficienti il ruolo svolto da chi presta assistenza è sicuramente essenziale, spesso i care giver sostituiscono quello che dovrebbe essere il ruolo della rete del welfare, 31 quando le risposte tardano ad arrivare, e le richieste di aiuto restano inevase è chi assiste il diversamente abile a farsi carico dei cittadini più fragili. Spesso si vedono cittadini rivolgersi alle istituzioni chiedendo aiuto, palesando i propri limiti e speranzosi di ricevere risposte. Si pensi per esempio a quanti coloro che assistono i genitori, oramai anziani e bisognosi di assistenza, spesso si tratta di gente che fatica a conciliare i ritmi lavorativi con l’assistenza ai propri cari, rinunciando ad ogni forma di svago l’essere umano possa aver diritto a concedersi. Affrontare la sofferenza di veder star male persone care è già di per sé estremamente difficile, ma vivere ciò nel completo silenzio della società diviene insopportabile. I bisogni dei cittadini non autosufficienti, soprattutto anziani, spesso si sono scontrati con quelli che sono stati i servizi attivati. Nel 2014 l’Ambito sociale non è stato in grado di erogare il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrato, ma fortunatamente questo Ambito ha un valore aggiunto inestimabile, tale valore aggiunto è rappresentato dal Distretto Socio Sanitario n. 9 che è riuscito ugualmente a garantire assistenza ai cittadini. Ci hanno insegnato che sono i numeri che raccontano una storia, ma dietro ai numeri c’è umanità, ci sono i volti di coloro i quali questo lavoro l’hanno scelto. Il Distretto Socio Sanitario n. 9 nel corso del 2014 è riuscito a farsi carico di cittadini in ADI, erogando prestazioni 32 di carattere sanitario1 per cittadini a cui l’Ambito erogava prestazioni sociali, attraverso il Servizio di Assistenza Domiciliare. Sicuramente le dipendenze non sono un bisogno emergente, ma emergenziale. Le dipendenze rappresentano uno di quei fenomeni che occorre tutto l’impegno possibile, tutta la costanza e tutta la collaborazione per cercare di arginare. Occorre riflettere con attenzione davanti al dato che diversi nostri giovani cittadini sono utenti del Dipartimento Dipendenze Patologiche, affetti da dipendenze come il gioco d’azzardo o come la tossicodipendenza. Abbiamo il dovere morale ed etico di adoperarci tutti, di metterci al servizio di questi cittadini, la cui giovane età ci induce a continuare a sperare. Ci sono i cittadini che sono consapevoli che hanno bisogno di aiuto e si rivolgono alla rete dei servizi consci che rappresenti uno strumento essenziale per riappropriarsi della propria vita, ma degno di nota è il dato relativo al numero di utenti segnalati dalla Prefettura per possesso di sostanze stupefacenti ex art. 121 e 122 del DPR 309/90, si tratta di 802 persone che invitati al Ser. D o non si sono presentate oppure hanno declinato l’invito a seguire un programma. 1 Spesso ci siamo sentiti ripetere la frase “che io un medico sono”, ma quel medico rappresenta un valore aggiunto per il nostro territorio, quel medico rappresenta il coraggio di chi sa che i bisogni dei cittadini, soprattutto dei più fragili, hanno la priorità. 2 Il dato è stato fornito dalla preziosa collaborazione di uno degli attori fondamentali della rete: il Ser.D di Modugno. 33 Nel corso del 2014 si è conclusa quella che è stata l’indagine dell’Osservatorio d’Ambito sulle Dipendenze Patologiche, che all’interno del progetto “Social Factory” è riuscito ad indagare il fenomeno della dipendenza fra i minori. Dalla ricerca condotta su 256 ragazzi dell’Ambito è emerso come oltre il 28% dei ragazzi di 15 anni ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta, mentre l’8% dichiara di essersi ubriacato più di una volta. Il 47.3% ha dichiarato che molti nel proprio gruppo fanno uso di cannabis. L’analisi dei bisogni è stata possibile anche attraverso quello che è il Segretariato Sociale, il cui ruolo è stato determinante al fine di riuscire a stabilire parte dei bisogni emergenti nel territorio. La stessa funzione svolta dal Distretto Socio Sanitario n.9 che per diverso tempo ha garantito il Servizio di “Porta Unica di Accesso” è indispensabile per decodificare quelli che sono i bisogni emergenti nella popolazione, ed in modo particolare quei bisogni la cui natura è socio-sanitaria. I bisogni sociali emergenti sono continuamente in divenire, infatti è per questo che occorre una osservazione costante del territorio, che riesca a decodificare i bisogni dei nostri cittadini allo scopo di riuscire a dare risposte idonee a tali bisogni. La violenza di genere potrebbe essere uno dei fenomeni sociali emergenti, e forse lo sarebbe se quest’Ambito, e questo territorio avesse fatto tutto il possibile per farla emergere, ma purtroppo non è così. Se si potesse, dovremmo indicare la violenza di genere come uno di quei fenomeni 34 sociali invisibili. Invisibili perché ad oggi, purtroppo, non siamo stati in grado di dare risposte e quanti coloro tutti i giorni devono affrontare quest’incubo. I nostri limiti hanno rappresentato un ennesimo ostacolo per coloro i quali sono vittime di violenza. Che sia fisica, che sia verbale, che sia psicologica, ad oggi le nostre vittime non riescono a ricevere assistenza sul territorio, se non per quello che è il ruolo svolto dai Servizi Sociali Professionali e dai Consultori. L’importanza del Centro Antiviolenza è evidente laddove veniamo a conoscenza di situazioni di estrema difficoltà solo a seguito di procedimenti penali, o a seguito di atti di violenza che inevitabilmente vengono alla ribalta. Le vittime diventano infinte vittime, non solo dei carnefici, ma anche nostre, nostre perché, evidentemente occorre una attenta riflessione sul tema della violenza, occorre una forte attività di sensibilizzazione, occorre riuscire a creare una rete di servizi, di associazioni di volontariato e di istituzioni, tale per cui la vittima abbia la consapevolezza che nessun grido di aiuto cadrà nel silenzio dei mille fogli che occupano le nostre scrivanie. Le donne troppo spesso diventano protagoniste inconsapevoli delle nostre cronache, conquistano le nostre prime pagine, i nostri titoli di apertura dei tg, storie che scavalcano il “muro delle news”. La violenza taciuta, nascosta, negata, coperta diviene difficile da estirpare, ma se la rete fosse in grado di creare una crepa in quel muro di omertà che troppo spesso accompagna le storie delle vittime, allora forse saremo uomini 35 migliori. Sono tante le sfide che dobbiamo affrontare e per quanto l’emergenza troppo spesso caratterizzi il nostro agire, occorre fare ogni sforzo possibile affinché una donna vittima di violenza del nostro territorio abbia gli stessi diritti, lo stesso aiuto, e lo stesso sostegno di tutte le donne della Puglia, di tutte le donne di Italia e di tutte le donne di Europa. Occorre combattere la cultura della violenza, occorre insegnare ai nostri bambini quanto rispettare l’altro sia essenziale, quanto la diversità sia da interpretare come arricchimento personale e che l’altro non è mai portatore di fantasmi e pericoli. Occorre educare bambini oggi per riuscire ad avere cittadini migliori domani. Non basta rispondere a queste immani tragedie con l’inserimento in Case rifugio, abbiamo il dovere morale di unire ogni sforzo per prevenire tali fenomeni, per riuscire a far sentire le vittime parte difese, tutelate, aiutate e protette, protette da una comunità che non può continuare ad essere cieca. E di questi giorni l’iter propedeutico all’attivazione di un centro antiviolenza sul nostro territorio, abbiamo deciso di saltare sul treno che la regione Puglia ci ha offerto con il “Programma Antiviolenza”, nella speranza che se riusciremo a far si che una sola donna sia un po’ “meno vittima” allora vorrà dire che noi saremo tutti un po’ più uomini. 36 Capitolo 2. MAPPA LOCALE DEL SISTEMA DI OFFERTA DI SERVIZI SOCIOSANITARI 37 “Io non preferirei né l'uno né l'altro; ma, se fosse necessario o commettere ingiustizia o subirla, sceglierei il subire ingiustizia piuttosto che il commetterla” Seneca L’incrocia fra domanda e offerta di servizi e prestazioni erogati nell’ambito del Piano Sociale di Zona (risultati conseguiti al 31.12.2014) Gli ultimi mesi del 2014 si sono conclusi con una serie di provvedimenti tesi a recuperare un gap esistente da diverso tempo nel nostro Ambito. Di fatto quest’Ambito non essendo mai riuscito ad avere contemporaneamente attivati una serie di servizi, così come previsti dal Regolamento Regionale n. 4/2007, il più delle volte ci si è trovati costretti “a tamponare” situazioni emergenziali con altri servizi. Pensiamo ad esempio al Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, mai avviato sul nostro Territorio prima di gennaio 2015, ragion per cui a molti utenti è stato garantito il Servizio di Assistenza Domiciliare. Non avere tutto il panorama dei servizi disponibili contemporaneamente ha condizionato l’agire dell’Ambito e i risultati delle schede di monitoraggio, creando talvolta una sproporzione di servizi rispetto ad altri Ambito. La speranza per quest’Ambito e soprattutto per i nostri cittadini è proprio questa: che anche loro possano avere tutti quelli che sono i servizi previsti, che possano avere gli stessi diritti che ha come tutti i cittadini della regione Puglia. 38 Come operatori e come cittadini abbiamo bisogno di sapere che esistono servizi garantiti con più ampio respiro, di sapere che alcuni servizi inderogabili vengono garantiti. Purtroppo sono ancora molti i servizi che devono essere attivati nell’Ambito, pensiamo per esempio al Pronto Intervento Sociale, o allo Sportello per l’integrazione socioculturale degli immigrati, consapevoli che questo è il momento di agire, di non arrestare gli immensi sforzi compiuti verso l’attivazione di obiettivi di servizio. L’Assistenza Domiciliare Integrata è stata la grande conquista degli ultimi giorni del 2014, infatti finalmente i nostri cittadini possono usufruire di entrambi i servizi, in relazione alle proprie esigenze. I dati relativi all’erogazione di servizi nell’Ambito Sociale nel corso del 2014, evidenziano una situazione che si può definire in linea di massima omogenea fra i tre paesi, rapportando il dato alla popolazione residente. Purtroppo fra i servizi di mancata attivazione troviamo: il Centro di Ascolto per famiglie, e l’Ufficio de “Tempi e Spazi”. L’Ufficio di Piano è impegnato nella preparazione di diverse procedure di gara, per l’attivazione di servizi indispensabili come: l’Assistenza Educativa Domiciliare, il Centro AntiViolenza, il Pronto Intervento Sociale, emergenza rete abitativa e lo Sportello per l’Integrazione Socio-culturale degli immigrati. 39 “Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini” Dietrich Bonhoeffer I servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi. Questo territorio annovera due realtà importanti fra i servizi dedicati alla prima infanzia, infatti sia il Comune di Modugno che il Comune di Bitritto hanno degli asili nido pubblici destinati ai bambini la cui fascia di età va dai 3 ai 36 mesi. L’Asilo Nido comunale di Modugno è a gestione pubblica, e grazie al Piano di Azione e Coesione sarà possibile estendere la fascia oraria, mentre l’asilo Nido comunale di Bitritto pubblico a gestione terza usufruisce dei Buoni Servizio di Conciliazione Infanzia Adolescenza. Con il Piano di Azione e Coesione I Riparto sarà possibile prevedere delle opere di manutenzione straordinaria per l’Asilo nido di Bitritto. I Buoni di Conciliazione Infanzia e Adolescenza nell’Ambito Territoriale sono stati interamente dedicati alle strutture per la prima Infanzia, ed esattamente all’art. 53 e art. 90 del Reg. Reg. n. 4/2007. I minori frequentanti i due asili nido dell’Ambito sono esattamente 86, sono diversi i minori in lista di attesa per accedere all’asilo pubblico di Modugno. Nel corso del 2014 le istanze presentate dai genitori per usufruire dei Buoni Servizio di Conciliazione Vita Lavoro sono esattamente 154, purtroppo nessuna domanda è stata 40 convalidata a causa della mancanza di fondi, infatti tutto il finanziamento ottenuto dalla Regione Puglia è stato utilizzato per convalidare domande risalenti al 2013. La grande risonanza ottenuta nel nostro territorio dalla citata misura è la manifestazione concreta di un bisogno. La grave crisi economica dei nostri tempi, la crescente perdita del potere di acquisto e soprattutto la perdita di posti di lavoro, pone le famiglie in una condizione economicamente difficile e provvedere al pagamento di una retta di asilo nido diviene, talvolta, un compito arduo. Il contributo erogato alle strutture per accogliere minori rappresenta per i genitori un sostegno concreto e il fondamentale bisogni di conciliare i tempi di Vita e Lavoro trova proprio nei Buoni di Conciliazione un alleato indispensabili. Fortunatamente, non solo chi lavora può usufruire dei Buoni di Conciliazione Vita Lavoro, ma anche coloro quanti sono in cerca di una occupazione concretamente, e che abbiano sostenuto almeno un colloquio presso il Centro per l’Impiego. Nel territorio si è manifestato con urgenza la necessità di sostegno concreto per i più piccoli, infatti ad oggi sono ancora molte le famiglie che chiedono se e quando le istanze presentate troveranno copertura finanziaria. I Buoni di Conciliazione Vita Lavoro Infanzia ed Adolescenza e il Piano di Azione e Coesione ci permette di continuare a garantire un sostegno concreto. La frequenza dell’asilo nido rappresenta un aiuto concreto anche per quello che è il ruolo che nella nostra società è 41 rappresentato dai nonni. Infatti spesso sono i nonni, magari in pensione, che devono aiutare nella conciliazione dei tempi di vita lavoro i figli. La consapevolezza che occorre continuare ad investire nei servizi per la prima infanzia è un punto di partenza imprescindibile per ideare una serie di servizi che tengano conto di quanto essenziale sia in questo territorio il sostegno alle famiglie e ai più piccoli. Indicatori di domanda Asili nido e altri servizi socioeducativi per la prima infanzia Servizi di conciliazi one vita lavoro N. minor i per i quali è stata prese ntata doma nda 120 Indicatori di offerta N. minor i in lista d'atte sa N. Comu ni dell'a mbito dotati del servizi o N. utenti del servizi o 30 3 86 X Realiz zazion e di studio di fattibil ità (Sì/No ) Ufficio dei tempi e degli spazi (SI/NO ) No No 42 “I veri poveri non fanno rumore” Madre Teresa di Calcutta I Servizi di Pronta accoglienza, orientamento e di inclusione attiva. Interrogarsi su quanto è stato fatto per la pronta accoglienza e per l’inclusione attiva non è semplice, non lo è ancor di più quando non si hanno risposte da dare. L’attivazione del Pronto Intervento Sociale, soprattutto in un territorio è uno degli obiettivi che ha contraddistinto tutto l’ufficio di Piano, ma purtroppo nel 2014 non si è riusciti a garantire il servizio regolamentato dall’art. 81-85 del Reg. Reg. n. 4/2007. Sebbene nei primissimi giorni del 2015 sia stata indetta una procedura di gara per l’attivazione del Pronto Intervento Sociale, riservata alle associazioni di volontariato presenti sul territorio, le poche ad avere ben chiaro lo scenario per un servizio di tale natura, ma purtroppo, citata procedura è andata deserta. Ciò testimonia come occorre, forse, creare un nuovo rapporto con le associazioni di volontariato, occorre rifondare, o fondare, un rapporto basato sulla fiducia reciproca e sulla consapevolezza che occorre fare gioco di squadra, occorre riuscire ad instaurare una tipo di comunicazione che sia il più trasparente possibile per riuscire a collaborare e a crescere insieme, come uomini e come territorio. Presto daremo seguito all’attivazione del Pronto Intervento Sociale nella consapevolezza che riuscire ad avere il supporto 43 di un servizio preposto al trattamento delle emergenze/urgenze sociali, attivo 24 ore su 24, rivolto a tutti coloro che si trovano in situazioni emergenziali sul nostro territorio. Il Pronto Intervento Sociale è uno strumento essenziale non solo per i cittadini ma anche per gli operatori infatti il P.I.S. si costituisce come colonna portante di quella rete sociale tanto anelata da tutti noi. Pensare di poter garantire un’assistenza/presenza continua a quanti coloro vivono situazioni estremamente difficile è uno dei nostri principali obiettivi. I percorsi di inclusione socio lavorativa nel nostro Ambito si sono concretizzati nella misura “Borse Lavoro” attivate sia dai Ser.D. che dal Centro di Salute Mentale. Dalla collaborazione fra il Ser.D. e l’associazione CAMA Lila, è nato il progetto “The Social Factory”, nella cui realizzazione hanno fruito di percorsi di inserimento socio lavorativo ben 14 utenti. Inoltre un utente ha fruito della “Borsa Lavoro” nel 2014, mentre è dei primi mesi del 2015 l’attivazione di altri due percorsi di inserimento socio lavorativo. Il grande entusiasmo registrato intorno alla misura “Cantieri di Cittadinanza” e “Lavoro Minimo Garantito” induce ad una attenta riflessione quanto sia grande la speranza da parte degli utenti di reinserirsi nel mercato del lavoro, il lavoro che ancor prima che strumento di sussistenza è strumento di dignità. 44 Indicatori di domanda N. persone singole che hanno fatto domanda N. utenti in carico N. ore di apertura/giorno Rete di pronto intervento sociale - PIS 0 0 Rete di pronto intervento sociale - emergenza abitativa 0 0 15 15 Percorsi di inclusione socio-lavorativa Indicatori di processo Indicatori di offerta 0 Presenza (Sì/No) di un regolamento del servizio No No 45 “Quanto pesa una lacrima? Dipende: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.” Gianni Rodari I Servizi per sostenere la genitorialità e di tutela dei minori Una delle forte richieste emerse dal territorio è stata proprio relativa alla mancata attivazione, negli ultimi mesi del 2014, del servizio di Assistenza Domiciliare Educativa (art. 87 bis del Reg. Reg. n.4/2007). Forte è l’esigenza di citato servizio, infatti sul Territorio dell’Ambito nel corso del 2014 si contano ben 38 nuclei familiari che ne usufruiscono, per un numero di minori pari a 52. Il Sostegno alla figura genitoriale è di fondamentale importanza e molto spesso tale esigenza diviene manifesta per voce degli stessi genitori, che consapevoli dei propri limiti chiedono di essere sostenuti. Una delle caratteristiche che si riscontrano sul territorio è il numero di ore “statisticamente elevato” che vengono rivolte ad ogni nucleo familiare. Diviene difficile programmare un servizio sulla base di un fabbisogno continuamente in evoluzione, le risorse limitate ci impediscono di riuscire a garantire una presa in carico di più ampio respiro, negando di fatto anche ai minori e al nucleo familiare quella che è la “garanzia” della continuità del rapporto di fiducia che spesso si instaura con l’educatore. 46 Dover rinunciare all’attivazione di servizi indispensabili è un peso che come uomini non possiamo più portare sulle nostre spalle, dover provvedere a “tamponare” situazioni emergenziali rappresenta una sconfitta per tutti noi. Al tempo stesso se l’Assistenza Domiciliare Educativa può limitare l’istituzionalizzazione del minore e al contempo “migliorare” tutto il nucleo familiare, occorre interrogarsi sull’importanza di questo servizio. In questo momento è in corso nell’Ufficio di Piano, l’iter propedeutica alla preparazione della procedura di gara per l’attivazione di questo servizio, grazie ad una scelta coraggiosa, saremo in grado di garantire il servizio a breve e per un arco temporale più esteso rispetto alle modalità con cui il servizio è stato erogato negli anni scorsi. Ciò principalmente anche grazie al nullaosta ricevuto dalla Regione Puglia per l’utilizzo di residui rinvenienti da misure passate sempre destinate ai minori. Nel territorio dell’Ambito non è presente un Centro di Ascolto per Famiglie, ma si da atto (e merito) che molte delle associazioni presenti sul territorio svolgono un ruolo analogo, soprattutto per ciò che concerne il sostegno alle famiglie rispetto alla “scoperta della disabilità”. Non è nostra intenzione sostenere che non ci sia bisogno del Centro di Ascolto per le famiglie (art. 93 del Reg. Reg. n. 4/2007), ma qui vogliamo solo riconoscere quelli che sono i meriti delle associazioni di volontariato, che, ancora una volta, mostrano di essere precorritrici rispetto alle istituzioni pubbliche. 47 Finalmente l’Ambito Sociale grazie alla preziosa collaborazione con il Distretto Socio Sanitario n. 9, è riuscito a dare vita all’èquipe Affido familiare e Adozione, regolamentata da un protocollo operativo la cui costruzione è stata pienamente con divisiva e concordata fra l’Ambito e il Distretto. L’èquipe affido e adozione è uno strumento essenziale al fine di monitorare e valutare la situazione dei minori nel nostro territorio. Dalla volontà di tutta la rete è nato anche il percorso di formazione ideato ad hoc per l’èquipe, la quale avrà la possibilità di confrontarsi con alcuni dei massimi esperti italiani in tema di affido e adozione. Purtroppo nonostante oggi abbiamo 18 casi di minori in affido molto resta da fare per aumentare il più possibile il numero di minori in affido, evitando di fatto l’istituzionalizzazione del minore e percorrendo quell’ardua strada verso la “sperimentazione” di forme flessibili di affido. Un altro dei passi essenziali che dobbiamo assolutamente compiere è l’Adozione di un regolamento unico di Ambito per l’affido che disciplini anche importo e modalità di erogazione del contributo economico alle famiglie affidatarie, adesso che l’èquipe di Ambito è operativa e si incontra con cadenza regolare è arrivato il momento anche per noi di credere che l’attivazione di una serie di servizi in tema di potenziamento di percorsi di affido sia possibile. I casi di adozione nel territorio dell’Ambito sono stati 3. E’ in corso nell’Ambito il progetto “Affidiamoci…Ancora”, tale occasione, forse irripetibile, deve partire da una 48 considerazione imprescindibile, occorre sviluppare nella nostra comunità una sensibilizzazione al tema dell’affido, occorre avere il coraggio di sperimentare differenti modalità e tipologie di affido (intrafamiliare, etero familiare, part-time, affidamento a reti di famiglie), a tal fine il vero supporto va trovato nella nostra comunità, sono i nostri cittadini che devono, con noi, farsi “carico” dei più piccoli, dei più fragili e dei più indifesi: i bambini, i nostri bambini. I centri socio educativi diurni per minori rappresentano la consequenziale natura al poco sviluppo dei percorsi di affido, infatti laddove ci fossero maggiori percorsi di affido, l’inserimento in centri diurni potrebbe essere molto più limitato. Nel 2014 i minori inseriti in centri socio educativi sono stati 27, bambini a cui è stato tolto il diritto a sentirsi protetti ed amati anche nelle mura di casa, bambini a cui, forse è stato tolto il diritto inalienabili a scoprire quanto le mura di una casa, quanto una famiglia posso essere rassicurante. Un’altra peculiarità del nostro Ambito è quella relativa ai Buoni di Conciliazione Vita Lavoro Infanzia Adolescenza e ai centri diurni, infatti seppur gli inserimenti nei centri rappresentino una voce di “costo” importante nella spesa sociale dei comuni, nessun buono di conciliazione è stato attivato, la citata misura è stata destinata tutta sulle strutture per la prima infanzia. Il numero di utenti in carico per ciò che concerne gli Interventi Indifferibili fuori famiglia (collocamento in strutture 49 residenziali) nel corso del 2014 sono pari a 28. I minori, in alcuni casi accompagnati da genitori, che necessitano di inserimento in una struttura residenziale rappresentano un punto di partenza imprescindibile per mettere in campo una serie di misure tese ad evitare di dover “obbligatoriamente” ricorre all’istituzionalizzazione. Molti i casi di inserimenti dovuti al manifestarsi di situazioni emergenziali ed estremamente pericolose, come ad esempio la violenza domestica e molo spesso l’inserimento riguarda nuclei molto numerosi. I dati evidenziano una fortissima presenza di inserimento di minori in strutture residenziali per ciò che riguarda il Comune di Modugno. Per tutti noi, e soprattutto per i nostri bambini è indispensabile una riflessione su quanto sia importante attivare servizi per minori e per il sostegno alla genitorialità, ogni scelta, ogni decisione, ogni barlume di speranza possiamo dare ai nostri piccoli cittadini deve trovare la condivisione dei più, andando oltre i ruoli, andando oltre quelli che sono i “compiti e poteri” attribuiti ad ognuno di noi. Quando si tratta di minori non esistono e non possono esistere individualismi, l’unica cosa contemplabile e la ricerca continua di soluzione al fine di garantire al minore una vita migliore. Occorre ricordare e riflettere il gravissimo problema dei minori inseriti in strutture residenziali che seppur dichiarati “adottabili” non riescono a trovare una famiglia pronti ad accoglierli, diversi i casi di minori diversamente abili. Il cambiamento culturale più importante occorre parti da qui. 50 Indicatori di domanda N. persone singole che hanno fatto domanda di accesso Centro di ascolto per le famiglie Educativa domiciliare per minori Indicatori di offerta Indicatori di processo N. utenti in carico (nuclei familiari in caso di ADE) N. sportelli/strutture per ambito X X Presenza di equipe di ambito (Sì/No) Presenza di regolamento del servizio (Sì/No) Anagrafe famiglie affidatarie (Sì/No) 38 51 Indicatori di domanda N. persone singole che hanno fatto domanda di accesso Affido familiare Adozione familiare Centri diurni minori Interventi indifferibili per minori fuori famiglia (coll. in struttura residenziale) 27 Indicatori di offerta N. utenti in carico (nuclei familiari in caso di ADE) Indicatori di processo Presenza di equipe di ambito (Sì/No) Presenza di regolamento del servizio (Sì/No) Anagrafe famiglie affidatarie (Sì/No) 18 Si No No 3 Si Si 27 N. sportelli/strutture per ambito 0 28 52 “Ai vecchi insegnerei che la morte Non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza” Gabriel Garcia Marquez I Servizi e le strutture per l’integrazione sociosanitaria e la presa in carico integrata delle non autosufficienze. Chi si occupa di sociale sa bene che le non autosufficienze rappresentano una sfida continua, forse mai arriverà il momento in cui si potrà dire che tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto, mai smetteremo di tendere ogni sforzo alla ricerca continua di modi migliori per operare, modi migliori per attivare servizi quanto più vicini al cittadino. In questa Relazione più volte si è affrontato il discorso relativo alla mancata attivazione, in passato, di un Servizio come l’Assistenza Domiciliare Integrata. Oggi la situazione è estremamente differente, infatti dall’inizio del 2015 tutti gli utenti per cui l’UVM ha ritenuto necessaria l’attivazione dell’Assistenza Domiciliare Integrata hanno visto codesto servizio garantito. Maggiore sarebbe la gioia nel raccontare di quale sia lo stato di attivazione del servizio oggi, ma nel corso del 2014, purtroppo gli utenti bisognosi di assistenza integrata hanno ricevuto solo la “parte sanitaria” del Servizio e grazie al Distretto. Come si nota dal numero di utenti del Servizio di Assistenza Domiciliare troviamo una sproporzione nel dato, infatti nel 53 corso del 2014 sono stati ben 110 gli utenti beneficiari, e 39 gli utenti in lista di attesa. Le ore di servizio erogate sono state complessivamente 24.098. Rispetto all’abbattimento delle barriere architettoniche l’Ambito è riuscito ad erogare sei contributi nel 2014. Nell’Ambito Sociale sono due i Progetti di Vita Indipendenti che sono stati autorizzati. Il Pro.V.I. è stata una opportunità ed un aiuto concreto per i due beneficiari, i quali grazie a tale progetto hanno la possibilità concreta di poter migliorare alcuni aspetti della propria vita. Per ciò che concerne i Centri diurni anziani (art. 106 del Reg. Reg. n. 4/2007) nel corso del 2014 ci sono state 20 nuove richieste di “inserimento/adesione”. In tutto il territorio dell’Ambito sono 112 gli utenti del servizio, il ruolo svolto dal centro anziani è fondamentale per permettere loro di “preservare il livello di socializzazione” e poter svolgere attività educative indirizzate all’autonomia. Sono 29 i cittadini inseriti nei Centri diurni disabili (art. 60 del Reg. Reg. n.4/2007), si sottolinea come degli utenti inseriti in strutture che si trovano nel territorio dell’Ambito, nel corso del 2014, una sola richiesta di usufruire dei Buoni di Conciliazione Vita Lavoro Anziani e disabili sia stata convalidata, purtroppo l’utilizzo dei citati Buoni di Conciliazione rappresenta una criticità per il nostro territorio. I cittadini inseriti in centri “Dopo di Noi” (art. 55-57 del Reg. reg. n. 4/2007) nel 2014 sono 5, mentre sono 3 gli utenti che inseriti in centri diurni Alzheimer (art. 60 ter del Reg. Reg. n. 54 4/2007). Si sottolinea come tutte le richieste di inserimenti in struttura abbiamo trovato copertura finanziaria da parte dell’Ufficio di Piano. L’assistenza specialistica scolastica ed extrascolastica dei minori diversamente abili (art. 92 del Reg. Reg. n. 4/2007) nel corso del 2014 è stata garantita per 88 minori, nessun minore è presente in lista di attesa, tutte le domande sono state accolte. Attualmente è in corso tutto l’iter propedeutico alla preparazione della procedura di gara, consapevoli che tale servizio debba essere garantito fin dai primi giorni scolastici, accompagnando i minori per tutto l’anno scolastico, garantendo il servizio sia in ambiente scolastico che in ambiente extrascolastico. Nell’Ambito Sociale è presente l’èquipe per l’integrazione scolastica. Il Trasporto Sociale per Persone con Disabilità è stato garantito per 105 cittadini dell’Ambito. I cittadini con disagio psichico inseriti in centri residenziali (art. 70 del Reg. Reg. n. 4/2007) sono 10. Rispetto agli interventi in materia di prevenzione di dipendenze patologiche, sul territorio dell’Ambito è presente l’Osservatorio sulle dipendenze, nato all’interno del progetto “The Social Factory”. Tale strumento di osservazione di quelle che sono le dipendenze patologiche rappresenta un valido alleato al fine di monitorare quello che è un fenomeno che merita la massima attenzione, concordi nello stabilire che occorre investire di più in prevenzione, soprattutto fra le nuove generazioni. Solo dalla rete può emergere un opera di 55 prevenzione quanto più incisiva possibile, al fine di preservare le giovani generazioni. Per ciò che concerne l’inserimento di persone con dipendenze patologiche, sempre all’interno del Progetto “The Social Factory” sono 14 gli utenti che hanno ricevuto un rimborso economico a seguito di un’attività “lavorativa/formativa” svolta, come per esempio l’impiego nell’Orto Sociale/Botanico, nel laboratorio di Eco/design, nel laboratorio teatrale e nel laboratorio sartoriale, mentre una nuova “Borsa Lavoro” è stata attivata nel corso del 2014 e si è continuato ad erogare le “borse lavoro” attivate nel 2013 per un totale di altre 3 “borse lavoro”. La scommessa di quest’Ambito sarà quella di puntare sui Buoni di Conciliazione Vita Lavoro Disabili ed Anziani, una grandissima opportunità per i cittadini del territorio, ricercando anche la massima collaborazione con gli altri Ambiti territoriali competenti rispetto alla collocazione della struttura. Infatti i nostri cittadini collocati in strutture al di fuori del nostro territorio, laddove abbiano la possibilità di passare ai buoni di Conciliazione è l’Ambito Territoriale competente a dove istruire la pratica. Occorre inoltre adottare una politica tesa all’iscrizione al Catalogo dell’Offerta per le strutture presenti sul territorio. 56 Indicatori di domanda N. persone singole che ha fatto domanda di accesso Indicatori di offerta N.persone singole in lista d'attesa Unità di valutazione multidimensionale (UVM) N. utenti del servizio 500 Indicatori di processo N. interventi/percorsi/progetti avviati N. ore complessivamente disponibili X X X X Assistenza Domiciliare non autosuff. - SAD 126 39 110 24.098 Assistenza Domiciliare per persone con disagio psichico X X X X Abbattimento barriere architettoniche 6 0 6 6 Progetti di Vita Indipendente 2 2 0 20 0 112 Centri diurni disabili (art. 105 RR 4/2007) X X X Presenza di protocollo operativo (Sì/No) 500 Assistenza Domiciliare non autosuff. - ADI Centri diurni anziani (art. 106 RR 4/2007) Presenza di equipe di ambito (Sì/No) 57 Centri diurni disabili art. 60 RR 4/2007 29 0 29 Dopo di Noi (artt. 55-57 RR 4/2007) 5 0 5 Centri diurni Alzheimer (art. 60ter RR 4/2007) 3 0 3 88 0 88 105 0 105 0 0 0 10 0 10 Integrazione alunni con disabilità art. 92 RR 4/2007 Trasporto sociale per persone con disabilità Inserimenti in strutture a ciclo diurno per persone con disagio psichico Residenze per persone con disagio psichico (artt. 7060bis RR 4/2007) Interventi di prevenzione in materia di dipendenze patologiche Interventi di reinserimento per persone con dipendenze patologiche Si Si 1 7 7 58 “Questo non è il mio giorno, ma è il giorno di coloro che combattono per una causa, io sono qui per dare la parola anche a chi non ha voce” (Malala) I servizi e le strutture per contrastare la violenza sulle donne e minori. Guardare un foglio bianco e non riuscire a scrivere una mezza parola, è questo quello che si prova davanti a tale argomento. Se potessimo fare una integrazione posticipata di un mese e dire che “inseriremo un’elaborazione ragionata e commentata” sullo stato dei servizi in tema di violenza sulle donne e minori. Il tema del contrasto alla violenza deve entrare di diritto in ogni nostra azione, e tale tema deve acquisire la massima priorità nell’agire di tutti noi. La fine del 2014 è segnata da un importante traguardo raggiunto, ma non sufficiente per rispondere alla tragedia rappresentata dalla violenza sulle donne e minori. E’ stato siglato il protocollo operativo dell’èquipe “Contrasto alla violenza di genere e tutela dei minori”. In questi giorni è in corso l’iter propedeutico alla stipula di convenzione con un Centro Antiviolenza, fra quelli autorizzati al funzionamento. L’Ambito Sociale si candiderà a partecipare al finanziamento della Regione Puglia “Programma Antiviolenza”, una occasione irripetibili per noi. Poter garantire la presenza sul territorio, anche solo attraverso uno sportello, di un luogo dove riuscire a trovare tutta l’assistenza 59 di cui una donna che vive una determinata situazione necessita è una piccola vittoria per tutti noi. Spesso le donne non riconoscono subito la violenza, ma laddove viene riconosciuta il più delle volte non si hanno gli strumenti per combatterla, non si riceve l’adeguata assistenza legale, psicologica e sociale. Noi dobbiamo perseguire due strade, è un obbligo morale per tutti noi, come comunità, come rete, e come semplici persone, non possiamo non riuscire a dare risposte a chi si trova in una situazione simile, non possiamo ignorare deliberatamente situazioni emergenziali. Noi abbiamo il dovere morale di garantire alle vittime la massima assistenza, protezione e sostegno e dobbiamo sensibilizzare la nostra comunità su tema della violenza. Dobbiamo educare i nostri figli, i più piccoli perché se saremo in grado di compiere un buon lavoro, se saremo in grado di inculcare nei futuri adulti dell’Ambito il rispetto per le donne allora forse domani potranno esserci un meno vittime, in caso contrario saremo noi i primi responsabili. Dobbiamo essere in grado di poter coinvolgere la comunità sul tema della violenza, non possiamo continuare ad avere condomini “non udenti e vedenti”, non possiamo continuare ad avere cittadini che credano ancora che “certi lividi siano causati dalle cadute dal letto o dalle scale”. Troppo spesso la paura delle donne nel denunciare e nel chiedere aiuto viene alimentata dalla comunità, siamo tutti responsabili laddove non siamo in grado di agire e reagire. La violenza non può avere giustificazioni o coperture, ma tutti noi 60 dobbiamo riuscire a fare rete e scudo nei confronti delle donne. Non è possibile che le donne vittime dell’Ambito debbano rivolgersi fuori dal contesto territoriale per ricevere assistenza, per essere guidate in quella che spesso è la scelta più difficile della propria vita. Nel corso del 2014 l’Ambito ha inserito bene sei cittadini in strutture residenziali protette e secretate. L’inserimento in strutture residenziali deve essere obbligatoriamente accompagnato da un idoneo percorso di ricostruzione della propria vita, di ripresa della propria autonomia. Dobbiamo lavorare, in collaborazione con quello che sarà il Centro Antiviolenza, le Case rifugio, l’èquipe e la rete tutta, anche rispetto alla costruzione di suddetti percorsi. Non è tollerabile che continuiamo a scandalizzarci quando sentiamo fatti di violenza, mascherati da motivi religiosi, e non ci scandalizziamo quando il mostro è dentro le nostre “moenia civitatis”. Un uomo violento deve essere condannato indipendentemente dal dio in cui crede, indipendentemente dalla nazionalità e dal coloro della pelle ed una donna vittima va difesa sempre. La violenza sulle donne e bambini se non combattuta, se non estirpata farà di noi solo “taciti complici”. 61 E’ in corso l’iter propedeutico alla convenzione con uno dei Centri Antiviolenza autorizzati al Funzionamento. Indicato ri di domand Maltrattament o e violenza CAV (Centro Anti-Violenza) Maltrattament o e violenza residenziale Maltrattament o e violenza equipe Indicatori di offerta Indicatori di processo N. persone singole che si sono rivolte al servizio N. utenti del servizi o N. interventi/percorsi/proge tti avviati Presenza di convenzion e con l'ambito (Sì/No) X X X No Presenz a di equipe di ambito (Sì/No) Presenza di protocoll o operativo (Sì/No) Si Si 6 62 “Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina più concretamente alla felicità sulla terra” (Rita Levi Montalcini) Le Azioni di sistema e governance Con verbale del 30/05/2015 della Conferenza di Servizi relativa all’approvazione definitiva del Piano Sociale di Zona, la Regione Puglia ha richiesto formalmente di comunicare l’organizzazione strutturale dell’Ufficio di Piano. Con deliberazioni del Coordinamento Istituzionale si è assistito a un progressivo miglioramento della qualità amministrativo gestionale dell’Ufficio di Piano. Ad oggi l’Ufficio di Piano è così costituito: Un responsabile dell’Ufficio di Piano, Referente d’Ambito Area “tecnico- amministrativa”; Una Referente d’Ambito Area “finanziaria e contabile”; Una Referente d’Ambito Area “programmazione e progettazione”; Una Assistente Sociale d’Ambito. Ad oggi tutti i procedimenti sono a totale gestione dei componenti dell’Ufficio di Piano, supportati dalla collaborazione dei Servizi Sociali Professionali laddove necessario. 63 Inoltre sono state individuate delle referenti in fra le risorse umane in seno ai Servizi Sociali Professionali dei tre Comuni che presidiano le tre seguenti aree tematiche: Area Socio Sanitaria; Area Socio Assistenziale; Area socio educativa. Inoltre il Piano Sociale di Zona 2014-2016 dispone che “alla corretta operatività funzionale dell’Ufficio di Piano concorrano, inoltre, il Segretario Generale e il Dirigente del Servizio Ragioneria del Comune Capofila. Nel corso di questi ultimi mesi l’Ufficio di Piano, anche grazie al Piano di Azione e Coesione, e sulla base della Convenzione per la gestione associata delle funzioni e servizi socio assistenziali del 30/04/2014, ha collaborato con diversi servizi di tutti e tre i Comuni dell’Ambito per la realizzazione del Piano Operativo previsto dal I Riparto. La dedizione nel sociale si configura negli ottimi rapporti in essere con il Distretto Socio Sanitario n.9, la cui collaborazione è indispensabile e irrinunciabile al fine di poter garantire ai nostri cittadino una risposta ottimale non solo ai bisogni sociosanitari. Pensiamo per esempio alle èquipe affido e contrasto alla violenza nate nel massimo spirito collaborativo possibile, o alla condivisione di intenti manifestata in occasione del nuovo accordo di programma sulle cure domiciliare integrate. 64 “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore” (Papa Francesco) Le azioni trasversali all’attuazione del Piano Sociale di Zona. L’Ambito Sociale Ba10 è riuscito ad utilizzare tutto l’importo stanziato per ciò che concerne i Buoni di Conciliazione Vita Lavoro Infanzia Adolescenza, ha anche utilizzato economie formatesi da altri Ambito e a noi assegnate dalla regione Puglia. I Buoni di Servizio Conciliazione il cui utilizzo si è concentrato esclusivamente in strutture per la prima infanzia: Asilo Nido (artt. 53 e 90 del Reg. Reg. n. 4/2007) hanno avuto una fortissima risonanza sul territorio anche grazie alle strutture iscritte al Catalogo dell’Offerta che hanno adottato una ampia azione di comunicazione con le famiglie, portando loro a conoscenza della possibilità di usufruire del Buono in questione. Purtroppo l’importo del finanziamento non è stato sufficiente per dare risposta a tutte le istanze presentate, ma anzi le solo istanze che siamo stati in grado di “convalidare” sono relative all’anno 2013. Di fatto nessun buono è stato erogato per l’anno 2014. Nel Fondo Unico di Ambito sono confluite anche somme derivanti dall’Intesa Famiglia Stato Regioni (DGR 339 del 7/03/2013 e DGR 204 del 26/02/2014) da poter far confluire sui citati Buoni. Si sottolinea come a pochi giorni dalla chiusura del Catalogo dell’Offerta Minori e 65 quando oramai tutto il finanziamento è stato erogato una nuova struttura (art. 52 del Reg. Reg. n. 4/2007) si è iscritta al Catalogo, ragion per cui non è stato possibile erogare buoni per i minori Centri diurni Socio Educativi, va dato atto che al contempo i Servizi Sociali Professionali hanno sollecitato le famiglie dei minori inseriti in strutture fuori dal territorio dell’Ambito, e già iscritte al Catalogo dell’Offerta, a fare istanza di Buoni. Una delle criticità che si sono rilevata è dovuta dall’impossibilità di osservare on line se gli utenti afferenti a strutture fuori ambito avessero completato o meno l’istanza e se la struttura al contempo provvedeva a fare l’associazione. I Buoni di Conciliazione Anziani e disabili hanno rappresentato una grossa criticità per questo Ambito, tale criticità è stato dovuta alla presenza di una sola struttura iscritta al Catalogo dell’Offerta (art. 60 del Reg. Reg. n. 4/2007) che ha messo a disposizione 12 posti utenti. L’assenza di strutture sul territorio, se non l’unica citata e i problemi di natura “tecnico-amministrativa”, diverse domande rigettate in un primo momento a causa dei documenti non conformi presentati da parte degli utenti, in concomitanza con la riforma dell’Isee (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5/12/2013 n. 159), ha prodotto uno utilizzo esiguo del finanziamento in questione. Il non poter vedere le istanze presentate in piattaforma dai nostri utenti, collocati in altre strutture fuori dal territorio, anche per questa misura è stata una enorme criticità. 66 Occorre ribadire che l’Ambito si è trovato nella condizione di dare copertura finanziaria ad utenti inseriti in struttura, anche laddove ci poteva essere la possibilità di poter accedere ai Buoni di Servizio. Uno degli obiettivi che l’Ufficio di Piano si è preposto, laddove ci sarà una nuova misura, è quella di costruire un rapporto più celere e diretto con gli altri Ambiti della Regione, i soli autorizzati a convalidare istanze presentate dai nostri cittadini in strutture al di fuori del nostro territorio. Il tipo di comunicazione deve essere univoco e ben chiaro: tutti coloro che hanno i requisiti per usufruire dei Buoni Servizio di Conciliazione Vita Lavoro Disabili e Anziani devono presentare istanza. Rispetto al finanziamento inerente il Piano dei Tempi e degli Spazi, misura risalente all’anno 2011, cui parte del finanziamento ammesso è stato disposto da parte della Regione nel 2012, non vi è stata mai attuazione. Più volte in passato sono state chieste proroghe alla Regione Puglia, ad oggi tale finanziamento è stato revocato. La nuova composizione dell’Ufficio di Piano ha chiesto con giusta nota protocollo alla Regione di rivedere la progettualità ammessa a finanziamento e di non privare i cittadini di tale importante finanziamento, ad oggi siamo in attesa di risposta. Non è stato facile tentare di ricostruire una situazione pregressa nel solo intento di non privare i nostri cittadini di alcuni servizi di fondamentale importanza. Il Piano di Azione e Coesione I Riparto è stata una vera sfida per questo Ambito, e non sono mancate alcune criticità di 67 estremo rilievo. I Decreti di approvazione del Piano di Azione e Coesione I Riparto da parte del Ministero dell’Interno, Autorità di Gestione, sono stati emessi a fine dicembre 2014 (Infanzia) e febbraio 2015 (anziani). Ovviamente il ritardo con cui i Piani sono stati approvati, a causa di diverse integrazione apportate, si è concretizzato con un’attuazione tardiva del Piano di Intervento. A seguito di richieste di rimodulazione del crono programma oggi possiamo affermare che il Piano di Azione e Coesione I Riparto è in fase di attuazione, infatti l’Ambito sta usufruendo del P.A.C. Anziani rispetto al Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata per anziani e al Servizio di Assistenza Domiciliare per anziani ultrasessantacinquenni gravemente non autosufficienti. Ciò si è tradotto con la presentazione di un avviso pubblico per i cittadini al fine di poter accedere al servizio. Per ciò che concerne il Piano Infanzia è in corso il bando per l’estensione della fascia oraria dell’asilo Nido comunale di Modugno, e in corso l’iter propedeutico per la procedura di gara per l’opera di manutenzione straordinaria dell’asilo nido di Bitritto, e i buoni di servizio sono in corso di erogazione per gli asilo nido iscritti al Catalogo dell’Offerta. La grande criticità emersa è quella relativa all’attivazione della Sezione Primavera, che avrebbe dovuto accogliere un numero di bambini pari a 18, in un plesso scolastico della città di Bitetto. Tale struttura che era stata indicata a suo tempo, non è rispetta le caratteristiche abitative previste dall’art. 53 del Reg. reg. n. 4/2007. 68 Forte è stato il tentativo di individuare una struttura differente, l’Ambito ha lavorato in stretta collaborazione con i Servizi Sociali Professionali, con il Settore Tecnico, con la Pubblica Istruzione e con l’allora sub-commissario della città con delega ai Servizi Sociali della città di Bitetto, al fine di individuare soluzioni alternative, ma purtroppo ciò non è stato possibile. Ad oggi è stato richiesto al Ministero dell’Interno una modifica alla Scheda di Intervento e si è in attesa di ricevere un riscontro. L’Ambito ha regolarmente presentato entrambi i Piani di Intervento II Riparto e si è in attesa della decisione del Comitato Operativo di Supporto all’Attuazione. Si è deciso di prevedere i seguenti interventi: Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata; Servizio di Assistenza Domiciliare; Sostegno alla gestione diretta dell’Asilo Nido Comunale di Modugno; Estensione della fascia oraria dell’Asilo Nido Comunale di Modugno; Buoni di Servizio per asili nido iscritti al Catalogo dell’Offerta; Buoni di Servizio per servizi integrativi iscritti al Catalogo dell’Offerta; Acquisto Posti Utente per servizi integrativi riservati solo alla città di Bitetto. La motivazione che ha spinto l’Ambito a prevedere tale ultima possibilità per la città di Bitetto è dovuta alla presenza di una 69 sola struttura iscritta al Catalogo dell’Offerta, ragion per cui non ci si poteva basare solo su citato catalogo per erogare buoni. Altro finanziamento fondamentale per il nostro Ambito è quello inerente al Progetto affido, denominato “Affidiamoci…ancora”, tale progetto è in fase attuazione e da settembre partirà una campagna di comunicazione che coinvolgerà tutta la comunità dell’Ambito e tutte le istituzioni al fine sensibilizzare i nostri cittadini sul tema dell’affido. Ovviamente molta la speranza che quest’Ambito ripone nella possibilità di essere ammessi al Programma Antiviolenza, come si è avuto modo di ribadire in diverse occasioni della presente relazione. 70 “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti” (Cesare Pavese) La dotazione infrastrutturale dell’Ambito Territoriale ed i servizi autorizzati La dotazione infrastrutturale dell’Ambito Territoriale è la seguente: 277 posti utente per servizi prima infanzia; 161 posti utente per anziani; 130 posti utente per diversamente abili; 10 posti utente per adulti con problematiche psicosociali; 30 posti utente per servizi per minori; Rispetto al registro regionale si fa presente come alcune strutture seppur presenti nel registro della regione Puglia non siano più attive, oppure per una stessa struttura indichino se si tratta di sezione primavera/asilo nido, trattandosi comunque degli stessi posti a disposizione. Purtroppo emerge come carente sia la dotazione infrastrutturale soprattutto nel comune di Bitetto, il quale al momento ha solo due servizi per l’infanzia. Mentre dai posti utente a disposizione emerge come sia la città di Bitritto ad avere il maggior numero di posti a disposizione, seppur abbia molti meno bambini sul territorio rispetto alla città di Modugno. Ciò induce ad una attenta 71 riflessione su quante siano le famiglie di Modugno che portano i bambini in strutture fuori dal territorio. Negli ultimi mesi una nuova struttura ha ottenuto l’autorizzazione al funzionamento con relativa iscrizione al registro regionale di una nuova strutture: ed esattamente un centro polivalente per diversamente abili (art. 105 del Reg. Reg. n. 4/2007) e un Centro- Socio educativo diurno (art. 52 del Reg. reg. n. 4/2007). Con le strutture per la prima infanzia è in essere un contratto di servizio, ed è stato sottoscritto anche un addendum relativamente all’erogazione dei Buoni di Servizio finanziati dal Piano di Azione e Coesione I Riparto. Nessuno degli inserimenti per le altre tipologie di servizi avviene sulla base di un affidamento o acquisto posti. Le strutture per la prima infanzia pubbliche di natura pubblica sono 3: due a Modugno (l’asilo Nido e la sezione primavera di un plesso scolastico) ed una a Bitritto, struttura pubblica a gestione terza. I posti utenti totali delle citate strutture sono 100. Mentre le strutture private che si occupano di servizi per la prima infanzia sono 6. Si sottolinea come sia in corso l’iter per il rilascio dell’autorizzazione al funzionamento per una nuova struttura per la prima infanzia presente sul territorio dell’Ambito. Purtroppo nessun servizio inerente il contrasto alla violenza sulle donne è presente sul nostro territorio, ed è per questo che la scelta di coinvolgere tutte le associazioni di volontariato 72 presenti nella convenzione con il centro antiviolenza ci sembra di estrema importanza. Sarebbe importante per noi riuscire a garantire ai nostri cittadini la permanenza nel proprio territorio, alleviando quelle che potrebbero essere le difficoltà dell’istituzionalizzazione, lasciando i nostri utenti nel luogo dove hanno passato tutta una vita. La carenza di strutture condiziona fortemente, come si è già detto, l’utilizzo di alcuni finanziamenti come per esempio i Buoni Servizio di Conciliazione Vita Lavoro. Si manifesta con urgenza la necessità di incrementare il numero di strutture per la prima infanzia nel Comune di Bitetto, soprattutto in considerazione della forte presenza dei minori di Bitetto in altre strutture dell’Ambito. Occorre una attenta riflessione su quelle che possono essere le scelte strategiche, soprattutto in condivisione con il Terzo Settore, nella consapevolezza che occorre fare il possibile al fine lasciare i nostri cittadini nel luogo dove hanno passato una vita. Spesso si ricorre all’inserimento di utenti in strutture al di fuori del nostro territorio in modo particolare per ciò che riguarda strutture residenziali per diversamente abili e per anziani. Dobbiamo fare il possibile per conciliare la volontà del cittadino e le esigenze dell’ufficio di Piano. La vicinanza con la città di Bari di fatto influisce sulla scelta delle strutture in cui inserire gli utenti. Fra i vari inserimenti annoveriamo la città di Bari, la città di Bitonto, Bitetto per i centri educativi. Altre 73 strutture vengono utilizzate per ciò che concerne l’inserimento per donne vittime di violenza, strutture protette e secretate. Attualmente una degli istituti scolastici della città di Bitetto è beneficiari di fondi FESR. Stessa tipologia di fondi in passato è stata utilizzata per l’Asilo Nido Comunale di Modugno, che oggi può disporre di una sede con una capienza maggiore rispetto al passato. Il nuovo riparto di fondi FESR rappresenta una occasione importante per aumentare la dotazione infrastrutturale dell’Ambito Territoriale, al fine di limitare quanto il più possibile il ricorso a strutture fuori dal territorio, ciò inducendo un aumento occupazione sul territorio, considerando anche la possibilità di utilizzo sia di mano d’opera che di operatori locali. Abbiamo bisogno di servizi e strutture e che siano pubblico o privati i nostri cittadini devono avere l’opportunità di restare sul loro territorio. 74 “Se aggiungi poco al poco, ma lo farai di frequente, presto il poco diventerà molto” Socrate Le risorse finanziarie impiegate E’ importante sottolineare che a partire dal mese di ottobre, a seguito della riorganizzazione dell’Ufficio di Piano con l’attuale assetto, si è cercato di provvedere a superare quelle criticità nonché cosiddette “prescrizioni”- indicate in modo puntuale nel verbale della Conferenza dei Servizi per l’approvazione del Piano Sociale di Zona del 30/05/2014, che avrebbero, in seguito, permesso alla Regione Puglia di autorizzare nuove risorse finanziarie a favore dell’Ambito Sociale Ba10. Pertanto con le risorse della prima annualità, già impegnate nei primi mesi del 2014 per assicurare la prosecuzione senza soluzione di continuità del Servizio di Assistenza Domiciliare in favore dei cittadini dell’Ambito, è stata indetta una nuova procedura di gara per l’affidamento dei Servizi SAD e ADI, comprendente anche le risorse derivate dal Piano Azione e Coesione Anziani I Riparto. Per ciò che riguarda il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, mai attivata nel territorio dell’Ambito, si è attinto anche a risorse residue derivanti da programmazione dei precedenti Piani Sociali di Zona. La riorganizzazione dell’Ufficio di Piano ha permesso, altresì, sebbene con ritardo rispetto all’inizio dell’anno scolastico, di assicurare, in favore di alunni 75 diversamente abili frequentanti gli istituti scolastici dell’Ambito, il Servizio di Assistenza scolastica e Sociale extrascolastica sino al termine dell’anno scolastico in corso. Questo Ufficio di Piano si sta attivando per la predisposizione degli atti propedeutici all’indizione di una procedura di gara per assicurare il Servizio di Assistenza Educativa per minori (art. 87 bis Reg. Reg. n. 4/2007), che sarà assicurato con risorse rinvenienti dalla prima annualità del Piano Sociale di Zona 2014/2016, nonché con utilizzo, con benestare della Regione Puglia- Assessorato al Welfare, di risorse residue, allocate su altri obiettivi di servizio rivolti ai minori, che altrimenti rimarrebbero giacenti senza possibilità di essere erogate a favore di eventuali beneficiari. Le risorse programmate per l’inserimento in strutture “Dopo di Noi” (art. 57 del Reg. Reg. n. 4/2007) sono state impegnate assicurando inserimenti di disabili nelle strutture residenziali. Le risorse programmate per l’inserimento di disabili psichici stabilizzati in “Casa per la Vita” (art. 70 del Reg. reg. n.4/2007) sono in via di esaurimento, pertanto il mantenimento degli utenti in carico e l’inserimento di nuovi soggetti ha richiesto il rimpinguamento della spesa prevista. Nel 2013 e 2014 sono state accolte in apposite strutture secretate e protette donne vittime di violenza ed abusi, anche con figli minori, segnalate per gli interventi dell’Autorità giudiziaria competente, utilizzando tutte le risorse collocate su tale obiettivo di servizio. L’Ambito in fase di riprogrammazione economica della II annualità ha voluto fortemente garantire nuova 76 copertura finanziaria a tale obiettivo di servizio, al fine di riuscire a rispondere alle possibili situazioni emergenziali che potrebbero presentarsi sul territorio. Per la prima volta in quest’Ambito si è svolta la procedura di gara tesa all’affidamento della Porta Unica di Accesso (PUA), attiva su tutto il territorio anche attraverso i Punti Informativi Territoriali (PIT). Le criticità emerse sono relative al cofinanziamento comunale al Fondo Unico di Ambito, per un importo pari al 100% i trasferimenti regionali, così come indicato nel Piano Regionale delle Politiche Sociali 2013/2015. Le difficoltà economiche che tutti gli Enti locali attraversano e il vincolo imposto dal rispetto del patto di stabilità rappresentano dei forti ostacoli per il cofinanziamento costante al fondo Unico di Ambito. Inoltre lo stesso mantenimento della spesa sociale, a valere sui bilanci di ciascun Comune, rischia di subire delle variazioni a causa del blocco dei trasferimenti a livello centrale. Entrambe le criticità porrebbero l’Ambito nella condizione di non poter garantire servizi inderogabili, infatti i soli trasferimenti regionali non sufficienti a poter garantire tutti gli obiettivi di servizio, considerando che per la spesa del personale non di ruolo dell’Ufficio di Piano ad oggi si attinge dai trasferimenti regionali. Occorre considerare l’onere che cade sul Fondo Unico di Ambito rispetto al Piano di Azione e Coesione I e II riparto il quale meccanismo è basato sul finanziamento dopo 77 l’attestazione della spesa, ed è evidente che i tempi di “anticipo” sopportabile per il Fondo Unico di Ambito non conciliano con i tempi delle varie “piattaforme utilizzate” al fine della rendicontazione, non è pensabile che si possa esporre di un importo elevato il “Fondo Unico di Ambito”. 78 L’Integrazione tra politiche e interventi territoriali 79 “È la nostra luce, non la nostra ombra, quella che ci spaventa di più” Nelson Mandela L’Integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le politiche attive del lavoro e dell’istruzione, le politiche di contrasto alla povertà. Al fine di perseguire una politica sociale quanto più efficace e vicina ai bisogni dei cittadini occorre non limitarsi alle sole opportunità di diritto concesse all’Ambito Territoriale, perseguendo l’obiettivo costante di integrare quanto più possibile la rete dei soggetti che si occupano del Welfare nel nostro contesto. L’Accordo di Programma sulle Cure Domiciliari Integrate siglato fra l’Ambito Territoriale e il Distretto Socio Sanitario n. 9 rappresenta un elemento essenziale per indirizzare quello che è l’operato di tutti gli attori coinvolti. Condividere la responsabilità di dover perseguire ogni sforzo affinché i nostri cittadini ricevano tutta l’assistenza di cui necessitano è un grande obiettivo, che necessita di tutta la condivisione, la collaborazione e la comprensione possibile. Ciò al fine di ottenere un miglioramento dell’offerta dei servizi e delle prestazioni a domicilio ed il rafforzamento dell’integrazione tra i servizi sanitari e socio-assistenziali con riferimento prioritario al servizio CDI, al fine di favorire l’autonomia e la permanenza a domicilio della persona non 80 autosufficiente e l’efficienza economica della organizzazione delle prestazioni erogate. Parte fondante del citato accordo è l’istituzione della Porta Unica di Accesso, la quale svolge un ruolo essenziale nell’erogazione delle prestazioni socio sanitarie. L’applicazione delle politiche attive della casa hanno trovato applicazione sia nei contributi per il canone di locazione, che sul territorio hanno rappresentato un sostegno fondamentale per i cittadini, sia per ciò che concerne il contributo per la morosità incolpevole, senza esimersi dal citare il contributo di premialità. Tale sostegno messo a disposizione dei nostri cittadini (L. 9/12/98, n.431) è stato un aiuto concreto per affrontare situazioni emergenziali, soprattutto in considerazione delle gravi difficoltà che la progressiva perdita di posti di lavoro ha indotto. La partecipazione a progetti con finanziamenti dell’Unione Europea o altri Enti. Di notevole importanza per il territorio è il Progetto SPRAR "L'Accoglienza" triennalità 2014-2016 in corso nel comune di Bitritto, che ha scelto di aderire al Progetto Territoriale “La Dimora”, promosso dall’Ambito Territoriale di Putignano, che vede il Comune impegnato nel garantire ospitalità ai rifugiati adoperandosi al fine di garantire la massima integrazione con il resto della comunità. 81 L’Amministrazione Comunale di Bitetto ha scelto di adottare la Carta delle Pari opportunità, al fine di “contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavorogenere, età, disabilità, etnia, fede religiosa, orientamento sessuale - impegnandosi al contempo a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna”. Il Comune di Bitritto e il comune di Bitetto fanno parte del Progetto “Gal Conca Barese” progetto il cui obiettivo generale è quello di “migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche”, si sottolinea come sul territorio comunale sia presente anche uno sportello informativo. L’Amministrazione comunale di Bitritto ha aderito alla progetto “La Fabbrica del Cittadino”, al fine di ottemperare alla creazione di un canale diretto ed immeditato con la cittadinanza, anche attraverso la costruzione di un link dedicato al comune di Bitritto. Molta la fiducia riposta nella adesione dell’Ambito Sociale al “Programma Antiviolenza della Regione Puglia”, sperando che possa rappresentare l’inizio di un cambiamento culturale e sociale per l’intera comunità. Già citato il prezioso apporto per l’Ambito del Piano di Azione e Coesione I e II Riparto. 82 “Per essere felice, occorre una cosa sola: amare, e amare con sacrificio di sé, amare tutti e tutto, stendere in tutte le direzioni la tela di ragno dell’amore: chi ci capita dentro, quello va preso” (Lev Tolstoj) La promozione del Capitale sociale, il coinvolgimento delle risorse solidaristiche e fiduciarie del territorio, la partecipazione dei cittadini. Con il nuovo assetto organizzativo dell’Ufficio di Piano sin dall’inizio si è tentato di coinvolgere il partenariato sociale, infatti diversi gli incontri avvenuti in questi mesi al fine di rendere quanto più trasparente l’agire dell’Ambito Territoriale. E’ il caso della riprogrammazione economica condivisa sia con le sigle sindacali che con il Terzo Settore, identica strategia è stata adottata per ciò che concerne il II Riparto del Piano di Azione e Coesione. Il ruolo svolto dalle Associazioni di Volontariato presenti sul territorio è di vitale importanza per i cittadini, i quali possono contare sull’apporto indispensabile e onnipresente delle varie associazioni presenti sul territorio. A tal proposito si è scelta come strategia di implementazione e coinvolgimento del partenariato sociale di legare ogni procedura di gara alla sottoscrizione di protocolli di intenti fra le associazioni di volontariato con sede legale nel territorio, e i concorrenti alle nostre procedure. Tale scelta è stata applicata per il servizio SAD e ADI, per l’Assistenza Domiciliare ai 83 Diversamente Abili, per la Porta Unica di Accesso, per il Centro Antiviolenza, per l’Asilo Nido di Modugno e sarà la prassi con cui l’Ufficio di Piano agirà sempre nel tentativo perenne di coinvolgere il Terzo Settore in modo costante. Gli stessi Cantieri di Cittadinanza hanno rappresentato una importante occasione per coinvolgere il capitale sociale, infatti sono ben due i Cantieri presentati dal Terzo Settore. Una delle associazioni di volontariato presenti sul territorio, con la quale è in essere il già citato progetto “The Social Factory”, è stata ammessa dalla Regione Puglia al finanziamento rinveniente dal programma regionale “Puglia Capitale Sociale”. Il progetto in questione è denominato “School Radio” ed è una iniziativa rivolta alle giovani generazione in materia di “prevenzione e contrasto all’Hiv e patologie correlate”, attraverso la costruzione di una redazione giornalistica formata da giovani studenti, coinvolgendo anche allievi diversamente abili. Altra iniziativa fondamentale in atto sul territorio dell’Ambito è “Modugno Lab 2.0, la creatività è progresso”, finanziato dalla Regione Puglia, “Bollenti Spiriti”. L’iniziativa si caratterizza per l’intento di “di creare nuove sinergie tra le realtà giovanili esistenti e il sistema socio-economico, al fine di sperimentare percorsi innovativi, partecipati e condivisi per sostenere e sviluppare la creatività auto-sostenibile”. All’interno del citato laboratorio sono stati anche inseriti utenti su indicazioni dei Servizi Sociali Professionali. 84 E’ prerogativa dell’Ambito riuscire ad investire quanto più possibile in materia di comunicazione, al fine di ottenere un maggiore coinvolgimento della comunità tutta. Attualmente l’Ambito non dispone di un sito on line e neanche di un profilo sui social network più in voga fra le giovani generazioni. Il canale telematico più utilizzato restano i siti istituzionali dei tre comuni dell’Ambito. E’ evidente la necessità di rivedere gli strumenti comunicativi adottati fin’ora, ed è uno dei prossimi obiettivi da raggiungere. Adottando tecniche di comunicazione quanto più “virali” possibili, raggiungendo tutti i vari target della popolazione, condividendo notizie, eventi, vittorie ed anche sconfitte. 85 Esercizi di costruzione organizzativa e governance del Piano Sociale di Zona 86 “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno” (Enrico Belinguer) Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto nella governance territoriale I tre Comuni dell’Ambito Territoriale hanno rinnovato la convenzione per la Gestione Associata delle funzioni e dei Servizi socio-assistenziali (ex art. 30 D. Lgs. n. 267/2000 – L.R. n. 19/2006), il 30 aprile del 2014. Conseguentemente alla sottoscrizione della Convenzione è stato adottato il disciplinare del Coordinamento Istituzionale, che agisce e delibera guidato dal principio della leale collaborazione, e il regolamento dell’Ufficio di Piano, che ne definisce ruolo e composizione, garantendo altresì le figure professionali previste. L’Ufficio di Piano cura i rapporti di leale collaborazione con tutti i settori interessati dei tre comuni dell’Ambito, coinvolgendo ove necessario tutti i settori competenti, ma gli interlocutori principali restano i Servizi Sociali Professionali di ognuno dei tre Comuni. I rapporti con il Distretto Socio Sanitario n.9, come si è avuto modo di ribadire più volte, sono di reciproca e leale collaborazione e condivisione, ciò testimoniato in ultimo dal grande lavoro svolto sia in occasione dell’attivazione di fondamentali servizi come la Pua e l’Assistenza Domiciliare Integrata, l’Accordo di Programma per le Cure Domiciliare 87 Integrate, e la sottoscrizione dei protocolli per le èquipe affido familiare e adozione e contrasto alla violenza di genere e tutela dei minori. Uno degli altri risultati raggiunti è l’approvazione del Protocollo della Cabina di Regia, organo di monitoraggio non ancora presente nell’Ambito. Si da atto come grazie alla preziosa collaborazione delle Istituzioni Scolastiche dell’Ambito e ai rappresentanti del Terzo Settore sia stato possibile individuare i nominativi dei componenti della Cabina di Regia dell’Ambito Territoriale Ba10. La concertazione costante con tutti i protagonisti del territorio viene garantita dagli incontri frequenti che ci sono stati, nella trasparenza che si è cercato di imprimere nell’attività svolta dall’Ambito Territoriale e nel coinvolgimento costante di tutto il Terzo Settore. Forte è la consapevolezza che occorre fare ancora di più, perseguendo la massima collaborazione possibile. 88 Conclusioni Trarre e raccontare conclusioni non è mai semplice, ma d’altronde nulla è semplice quando tutti i giorni ti occupi di sociale e di diritti. La verità è che non esistono le storie perfette, non esistono le persone perfette e non esistono i servizi perfetti. E guai se dovessimo pensare che non c’è nulla da migliorare, guai se ci dovessimo adagiare sulla consapevolezza di aver raggiunto piccoli risultati. Noi, non siamo nelle condizioni di poter “smettere di trattenere il fiato”, sono troppe le sfide che ancora abbiamo davanti a noi, conservando sempre la voglia irresistibile di continuare a “crescere e sognare”, di continuare ad affrontare le sfide che il momento storico che attraversiamo ci pone davanti. Dobbiamo dare risposte a chi tutti i giorni affronta le difficoltà della vita, dobbiamo essere in grado di divenire una calamita per attrarre investimenti sociali, capitale sociale umano, il cui valore non è quantificabile. Abbiamo bisogno di credere che il welfare esiste, che il sociale esiste e, perdonatemi l’inflessione romana, “regge botta”, nonostante la grande “bolla speculativa” che ci è piombata addosso. Se lavoriamo bene, se non ci fermiamo davanti alle difficoltà, ma con caparbietà e coraggio andiamo avanti allora potremmo raggiungere uno degli obiettivi di servizio più autentici, più veri, più puri che possano esistere: ridare DIGNITA’ a coloro che ne sono stati privati. 89 Il più grande ringraziamento va ai cittadini di Modugno, Bitetto e Bitritto, ai più fragili, agli anziani e ai bambini, nei cui occhi c’è ancora tutta la speranza per un futuro migliore. Ad maiora semper “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana) Dott.sa Antonella Lenoci Referente Area Programmazione e Progettazione 90 A chi chiede: “Non era meglio rimanere a casa piuttosto che morire in mare?”, rispondo: “Non siamo stupidi, né pazzi. Siamo disperati e perseguitati. Restare vuol dire morte certa, partire vuol dire morte probabile. Tu che sceglieresti? O meglio cosa sceglieresti per i tuoi figli?” A chi domanda: “Cosa speravate di trovare in Europa? Non c’è lavoro per noi figurarsi per gli altri”, rispondo: “Cerchiamo salvezza, futuro, cerchiamo di sopravvivere. Non abbiamo colpe se siamo nati dalla parte sbagliata e soprattutto voi non avete alcun merito di essere nati dalla parte giusta”. Awas Ahmed, rifugiato somalo in Italia, intervistato dal Centro Astalli. 91 92