relazione sociale 2014

Transcript

relazione sociale 2014
RELAZIONE SOCIALE 2014
Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le sue ali che avete tarpato,
per tutto questo:
in piedi, signori, davanti ad una DONNA.
(W. Shakespeare)
RELAZIONE
SOCIALE 2014
AMBITO SOCIALE BA 10
Modugno – Bitetto - Bitritto
CITTA’ DI BITETTO
CITTA’ DI MODUGNO
CITTA’ DI BITRITTO
RELAZIONE SOCIALE
2014
AMBITO
TERRITORIALE BA10
2
Indice
A Voi…
Premessa
L’Ambito come Comunità: un profilo in evoluzione
Comunità
Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le
dinamiche della popolazione
Cittadini stranieri dell’Ambito Territoriale
Fenomeni e bisogni sociali emergenti
Mappa Locale del Sistema di offerta di Servizi
Sociosanitari
L’incrocio tra domanda e offerta di servizi e prestazioni
erogati nell’ambito del Piano Sociale di Zona (risultati
conseguiti al 31.12.2014)
I Servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi
I Servizi di pronta accoglienza, orientamento e di
inclusione attiva
I Servizi per sostenere la genitorialità e di tutela dei minori
I Servizi e le strutture per l’integrazione sociosanitaria e la
presa in carico integrata delle non autosufficienze
I Servizi e le strutture per prevenire e contrastare la
violenza sulle donne e i minori
Le Azioni di sistema e governance
Le azioni trasversali all’attuazione del Piano Sociale di
Zona
La dotazione infrastrutturale dell’Ambito Territoriale ed i
servizi autorizzati
Le risorse finanziarie impiegate
L’Integrazione tra politiche ed interventi Territoriali
L’Integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le
politiche attive del lavoro e dell’istruzione, le politiche di
contrasto alla povertà
4
9
14
15
16
24
27
36
37
39
42
45
52
58
62
64
70
75
78
79
3
La partecipazione a progetti con finanziamenti
dell’Unione Europea o Altri Enti
La Promozione del Capitale sociale, il
coinvolgimento delle risorse solidaristiche e
fiduciarie del territorio, la partecipazione dei
cittadini
Esercizi e costruzione organizzativa e governance
del Piano Sociale di Zona
Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto
nella governance territoriale
Conclusioni
80
82
85
86
89
4
“Voi date ben poco quando date dei vostri beni.
E’ quando date voi stessi che date davvero”
(Khalil Gibran)
A Voi…
Come per ogni cosa, le prime parole sono sempre le più
difficili da scrivere, ci si interroga spesso su quale sia la frase
migliore, la frase più efficace per conquistare l’attenzione del
lettore. L’inizio è sempre difficile, come difficile è stare qui, ad
interrogarsi su quali e quanti servizi siamo stati in grado di
erogare, come se le risposte fossero solo numeriche, come se
gli indici o il raggiungimento di un Obiettivo di Servizio,
estrapolato dal contesto, fosse in grado di dire o meno se
siamo stati in grado di soddisfare le esigenze, che esigenze
non sono, della nostra gente. Si tratta di bisogni, talvolta si
tratta semplicemente di richieste di aiuto da parte di gente
che ha il sacrosanto diritto di ricevere risposte da parte delle
istituzioni. Mi piacerebbe scrivervi di quante risposte siamo
stati in grado di dare, ma nessun dato che io passo
rappresentarvi è in grado di riuscire a descrivere la sensazione
di impotenza che si prova quando non hai risposte da dare ai
cittadini, quando senti storie e vedi emergenze e poi fai i conti
con gli strumenti che hai, tristemente vincolati a cifre.
Confesso, senza imbarazzo, che le cifre non mi sono mai
piaciute, le cifre impediscono alla gente di provare emozioni e
sentimenti, ci impediscono di osservare quali sono le risposte
che possiamo dare ai cittadini, cittadini che hanno un nome ed
un volto.
5
Dopo anni ed anni passati a Roma, sono tornata a Sud, sono
tornata a casa mia, consapevole del fatto che le difficoltà e le
problematicità sarebbero state tante.
Per chi non è del territorio, talvolta, è più semplice muovere
critiche o elogi, si guardano le cose con più obiettività, si ha
coscienza di quelli che sono servizi erogati altrove, ispirandosi
alle tanto, ormai, famose “best practice”.
Eppure se mi chiedessero: “Per cosa ricorderai i cittadini di
Modugno, Bitetto e Bitritto?”. Ad oggi la mia risposta sarebbe
una sola: “La Dignità!”
La dignità vera, quella che non si misura in base al reddito, o in
base al livello culturale di una persona, vi sto parlando della
dignità conosciuta solo da chi passa ore in coda per fare una
domanda, vi sto parlando della dignità di donne che chiedono
aiuto perché vittime di violenza, di uomini che chiedono di
essere aiutati a reinserirsi nel mondo del lavoro, perché ormai
troppo “vecchi” per lavorare, e troppo giovani per andare in
pensione. Ho visto genitori chiedere aiuto per i propri figli
diversamente abili, ansiosi di ricevere risposte, o
semplicemente rassicurazioni. Molto il dolore osservato in
questi mesi e, credetemi, per quello non esiste alcun grafico in
grado di rendere appieno l’idea. Le emozioni non puoi
rappresentarle, non puoi calcolarle e non puoi neanche
quantificarle. Le emozioni puoi solo provarle, e questa gente
ne prova davvero tante. Eppure questa gente si sente una
comunità, nella sofferenza, forse, i pochi chilometri che
separano le tre città spariscono. Si condivide un destino, un
percorso di vita e, posso garantirvi, che si condivide anche
l’attesa di risposte, che non ha confini geografici.
Vorrei raccontarvi di un “Ambito Territoriale” impeccabile,
vorrei narrare servizi erogati senza difficoltà, vorrei dirvi che la
6
richiesta di aiuto di nessun cittadino è rimasta inascoltata, ma
purtroppo non è così. Riconoscere i propri limiti, analizzarli,
approfondirli è il primo passo verso il miglioramento. Il
welfare per dare risposte efficaci deve essere una rete, e
l’Ufficio di Piano è solo uno dei protagonisti di questa rete.
Qualsiasi decisione, qualsiasi scelta, qualsiasi progettazione
non servirebbe a nulla senza l’impegno, la presenza e la
professionalità di chi questa rete la compone, di chi tutti i
giorni e in prima persona recepisce le richieste dei cittadini.
Ai Servizi Sociali Professionali, al Distretto Socio Sanitario, alle
Associazioni di Volontariato e alle Istituzioni scolastiche va un
grazie infinito, un grazie ricco di speranza e di fiducia.
Occuparsi del Sociale è una scelta di vita, occuparsi delle
donne e degli uomini è una scelta estremamente personale e
delicata, una scelta che scopre il fianco a sentimenti, problemi
e paure che non dovrebbero essere tue, paure che ti porti a
casa, paura che infondo cerchi di alleviare come se fossero
tue. Ho visto l’impegno di questa Rete, ho visto persone
lavorare giorno e notte per dare risposte, ho visto sul volto
“degli addetti ai lavori” tristezza e dolore, ho visto forza e
coraggio. La ricchezza più grande, quella da sviluppare, quella
su cui investire è questa rete, fatta di essere umani con i
propri limiti, ma mossi dalla ricerca del “bene comune”.
L’augurio più grande che io possa fare a questo territorio è
questo: che Voi possiate sviluppare e difendere sempre ciò
che siete, che voi possiate superare ogni difficoltà ed ogni
divisione possibile, che voi possiate rappresentare SEMPRE il
cerchio al cui interno custodisce e protegge i più fragili e i più
deboli.
Dott.sa Antonella Lenoci
Referente Area Programmazione e Progettazione
7
“Mi considero un sognatore, ho pagato un prezzo abbastanza alto
per i miei sogni, ma sono così belli, così pieni e intensi, che ogni volta
tornerei da capo a pagarlo. I miei sogni sono irrinunciabili, sono ostinati,
testardi, resistenti. Sicuramente esistono individui che temono i sogni, i
sognatori e la capacità di sognare, ma i sogni e i sognatori sono una
presenza inestirpabili”
(L. Sepúlveda)
8
9
“Solo se avremo servito potremo parlare e saremo creduti.
L’unica porta che ci introduce oggi nella casa della credibilità
è la porta del servizio”
(Don Tonino Bello)
Premessa
L’anno 2014 ha rappresentato un anno di forti cambiamenti
per l’Ambito Territoriale Ba10, in concomitanza con quello che
è stato il primo anno di attuazione del Piano Sociale di Zona
2014-2016. Seppur fra mille difficoltà si è cercato di dar
attuazione a fondamentali obiettivi di Servizio mai attivati
prima su questo territorio. Gli ultimi mesi del 2014 sono stati
indispensabili per avviare una serie di servizi la cui attivazione
non era più rinviabile. Per lungo tempo la presa in carico di
utenti per “l’Assistenza Domiciliare Integrata” è avvenuta solo
grazie agli sforzi del Distretto Socio Sanitario, il quale è riuscito
a garantire ai cittadini un servizio inalienabile. La prima
manifestazione di cambiamento e di crescita si materializza
nell’avere il coraggio costruttivo di sottoporsi all’autocritica.
Come facenti parte della rete dei Servizi a cui i cittadini
possono e devono rivolgersi in caso di necessità abbiamo il
dovere di riconoscere quanto di positivo fatto da altri per
supplire a mancanze nostre. E’ il caso evidente della Porta
Unica di Accesso, che per diverso tempo è stata garantita,
seppur in maniera e modi differenti dal Distretto Socio
Sanitario il quale ha svolto un servizio per i cittadini pur non
essendo obbligato a farlo, così come stabilito dal Primo
Accordo di Programma siglato. Il valore della rete dei servizi è
10
la somma di ogni singola competenza individuale, di ogni
singolo sforzo fatto da tutti gli attori coinvolti al fine di far si
che i nostri cittadini abbiano gli stessi diritti di qualunque altro
cittadino.
E’ molteplice la gioia nel comunicare che anche nell’Ambito
Territoriale Ba10 è in funzione la Porta Unica di Accesso,
chiave di volta e sintesi efficiente di quel sistema di servizi
integrato a cui tutti noi siamo chiamati a partecipare. La
stretta collaborazione fra l’Ambito Territoriale e il Distretto
Socio Sanitario fa si che si possa affermare i nostri cittadini
possono ricevere una risposta tempestiva ed idonea ai loro
bisogno.
Nei primi giorni di gennaio 2015 è stato avviato il servizio di
Assistenza Domiciliare Integrata, riuscendo per la prima volta
a dare una risposte idonea ai cittadini e non sopperendo alla
mancanza dell’ADI con il Servizio di Assistenza Domiciliare,
rivolto a ben altra tipologia di utenti. Riuscire ad attivare
diversi servizi contestualmente ci pone nella condizione di
avere una lettura chiara del dato e del fabbisogno di un
determinato servizio. Una delle gravi criticità dell’Ambito Ba10
era proprio quella di non avere attivato il Servizio di Assistenza
Domiciliare Integrata, e di sopperire a tale mancanza con il
Servizio di Assistenza Domiciliare, tale criticità è emersa anche
in fase di progettazione del Piano di Azione e Coesione.
Il 2014 si è concluso con l’approvazione del Piano di Azione e
Coesione Infanzia e Anziani non autosufficienti, tale
importantissimo traguardo è essenziale per il nostro Ambito, e
11
ci ha posto nella condizione di aumentare la presa in carico di
utenti nel corso del 2015. Infatti il Piano di Azione e Coesione
dell’Ambito Ba10, I Riparto, si concretizza nell’aumento di
presa in carico di utenti ultrasessantacinquenni che
usufruiscono del Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata e
del Servizio di Assistenza Domiciliare. Tale opportunità per
l’Ambito e per i nostri cittadini ha rappresentato una spinta
propulsiva al fine di riuscire a calendarizzare una serie di Unità
di Valutazioni multidimensionale, d’ora in poi UVM, per la
presa in carico di utenti in Assistenza Domiciliare Integrata.
Il decreto di approvazione del Piano di Azione e Coesione
Infanzia fa si che l’Ambito riesca a dare risposte concrete ai
genitori di bambini da 0-36 mesi, aumentando di fatto la presa
in carico di minori e sostenendo le famiglie. L’Asilo Nido
Comunale di Modugno, servizio essenziale per la stessa città di
Modugno, grazie al Piano di Azione e Coesione vedrà per il
prossimo anno scolastico una estensione della fascia oraria,
l’apertura il sabato e il mese di luglio, ponendosi di fatto alla
pari delle altre strutture esistenti in tutto il territorio della
regione Puglia e non solo. L’opera di manutenzione dell’Asilo
Nido Comunale di Bitritto, a gestione terzi, sarà realizzabile
grazie al Piano di Azione e Coesione. La criticità emersa
nell’attuazione del Piano di Azione e Coesione rispetto al
Comune di Bitetto è rappresentata dall’attivazione della
sezione Primavera presso l’Istituto Cianciotta, intervento per il
quale è stato chiesto una modifica al Ministero dell’Interno,
non essendo realizzabile nel citato istituto.
12
La carenza di strutture per la prima infanzia nella città di
Bitetto fa si che i genitori siano costretti a portare i loro
bambini in asili nido di altri comuni dell’Ambito, o addirittura
fuori Ambito, tale dato è stato riscontrato nell’erogazione di
Buoni Servizio di Conciliazione Vita Lavoro Infanzia
adolescenza, dove è evidente come nelle strutture di
Modugno e Bitritto ci siano minori residenti a Bitetto. Tale
constatazione merita una attenta riflessione rispetto agli
interventi da adottare al fine di poter garantire anche ai
bambini di Bitetto “il diritto alla frequenza” di strutture in
sede, di “passeggiate” fra i propri monumenti, il diritto a
conoscere, per esempio, la storia del “Beato Giacomo” sin da
piccoli. Per il II Riparto del Piano di Azione e Coesione si è
ritenuto opportuno creare una scheda di intervento apposita
per la città di Bitetto, dove si prevede l’acquisto di posti utenti
in strutture per la Prima Infanzia, ciò anche in considerazione
del dato che delle tre strutture presenti sul territorio, al
momento solo una può accedere ai buoni di servizio in quanto
iscritta al Catalogo dell’Offerta.
Evidentemente, come amministrazione pubblica dobbiamo
compiere ogni sforzo possibile a creare un clima di fiducia e
trasparenza con le strutture che lavorano con noi, riuscendo
nell’intento di dare risposte precise e tempestive alle strutture
che con la forte crisi economica che contraddistingue i nostri
tempi faticano a “comprendere e sopportare” i tempi della
pubblica amministrazione.
13
Il 2014 si è concluso con una serie di atti, da parte delle Ufficio
di Piano, tesi a superare le prescrizioni a carico dell’Ambito
Ba10, legate all’approvazione definitiva del Piano Sociale di
Zona 2014-2016.
Molte sono ancora le cose da realizzare, molti ancora i servizi
da attivare, ciò andando oltre le prescrizione, fase
abbondantemente superata. Occorre adottare scelte
coraggiose, talvolta soggette a critiche non sempre velate, ma
anelando ad un unico obiettivo: l’interesse dei cittadini, nostra
unica musa ispiratrice. E’ ciò che spinge l’agire di tutti noi, che,
oltre ogni difficoltà ogni giorno sono felici, felici perché
lavorare nel sociale è una opportunità dal valore morale
inenarrabile.
La strada è ancora in salita, non sappiamo dirvi se un giorno
riusciremo a dire che quest’Ambito non ha più nulla da
imparare da altri ambiti, da altre realtà in cui nella parola
Welfare c’è quanto di più sacrosanto e veritiero possa
esistere, per oggi ci limitiamo a dirvi che ogni nostro sforzo è
teso a poter mettere i nostri cittadini, in condizione di avere
risposte in ogni circostanza: dall’assistenza domiciliare
integrata, all’integrazione sociale scolastica ed extrascolastica,
dalla Porta Unica di Accesso, all’Assistenza Educativa
Domiciliare, dall’Assistenza Domiciliare ai Buoni di
Conciliazione, dal Piano di Azione e Coesione al Pronto
Intervento Sociale, dalla Cabina di Regia, al Centro
Antiviolenza, passando per Cantieri di Cittadinanza e Lavoro
Minimo Garantito.
14
Capitolo 1.
L’Ambito come
Comunità:
un profilo in
evoluzione
15
“Se avremo aiutato una sola persona a sperare,
non saremo vissuti invano”
(Martin Luther King)
Comunità
Secondo Bauman la comunità dovrebbe innanzitutto essere
generatrice di solidarietà, al fine di limitare l’insorgere di
“comunità gruccia” alle quali “appendere tutte le paure e le
ansie vissute a livello individuale in compagnia di altri individui
afflitti dalle medesime ansie e paure”.
Riuscire a sviluppare nei tre comuni dell’Ambito il senso di
appartenenza ad una stessa comunità è uno degli elementi
essenziali al fine di perseguire la massima condivisione di
intenti. Le ansie, le paure, i problemi e le richieste di aiuto non
si fermano geograficamente, e i tre comuni dell’Ambito sono
territorialmente così vicini da appartenere ad una stessa
comunità. Le dinamiche sociali dei tre comuni sono le stesse,
seppure esistano delle peculiarità. Rispetto all’analisi
demografica della popolazione, seppur si registrano delle
leggere differenze il trend appare essere lo stesso:
invecchiamento della popolazione e basso tasso di natalità,
caratteristiche riscontrabili in tutto il resto del Paese.
L’osservazione territoriale messa in relazione all’evoluzione
demografica della popolazione è stato lo strumento principe
che ha guidato e guida l’operato dell’Ambito Territoriale nel
tentativo di dare risposta ai bisogni emergenti, che si
contraddistinguono in primis come bisogni di natura
economica.
16
“Madre, cosa posso fare per la pace nel mondo?”
“Torna a casa e ama la tua famiglia.”
(Madre Teresa di Calcutta)
Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le
dinamiche della popolazione.
I cittadini residenti nell’Ambito Territoriale Ba10 al 31.12.2014
sono pari a 61.814, e rappresentano meno del 5% della
popolazione residente della provincia di Bari.
Grafico 1. Fonte: DemoIstat, elaborazione UdP.
Rispetto a quanto indicato nella Relazione Sociale 2013
possiamo affermare che il territori dell’Ambito Territoriale si è
arricchito di 575 cittadini in più.
17
L’incremento più alto della popolazione residente, in valore
assoluto, rispetto allo scorso anno, si registra nel Comune di
Modugno.
Grafico 2. Fonte: DemoIstat, Elaborazione UdP.
Confrontando i dati relativi al numero dei residenti nell’ultimo
quinquennio emerge come vi sia stato un leggero aumento
della popolazione, infatti si è passati dai 60.739 residenti
nell’anno 2010 agli attuali 61.814 residenti nel 2014.
La città di Modugno risulta essere il terzo comune più
densamente popolato della regione Puglia, lo precedono Bari
e Triggiano.
Le famiglie residenti nei territorio dell’Ambito sono 22.829. Il
Comune di Bitetto risulta essere il secondo comune con la più
alta percentuale di coniugati nella provincia di Bari, mentre
Bitritto risulta essere il terzo comune con il più alto tasso di
18
natalità nella provincia di Bari. Tali brevi caratteristiche
mettono in luce determinati aspetti della popolazione a cui si
darà riscontro nell’analisi del fabbisogno emergente. Nel dato
relativo ai nuclei familiari non si tiene conto delle coppie di
fatto, ma solo del numero delle famiglie legittimate dal vincolo
del matrimonio, infatti in nessuno dei comuni dell’Ambito è
presente il registro delle unioni civili. Attualmente i soli dati di
cui disponiamo sono rappresentati nel grafico seguente.
Grafico 3. Fonte: Comuni d’Italia, Elaborazione UdP.
Il dato relativo al numero di famiglie esistenti nei territori
dell’Ambito risulta essere essenziale al fine di una lettura
quanto più attenta del contesto sociale in cui si agisce.
Dal punto di vista sociologico lo stesso concetto di famiglia ha
subito enormi cambiamenti, portando così esigenze e bisogni
sempre nuovi, ai quali dobbiamo guardare con estrema
19
attenzione. Pensiamo per esempio alle famiglie
monogenitoriali, portatrici di una serie di bisogni specifici.
Di ulteriore estrema importanza, sempre nell’ottica di riuscire
a dare risposte ai bisogni dei nostri cittadini, è il ruolo svolto
dal nucleo familiare, o dalla singola persone, rispetto ai non
autosufficienti. Il supporto al cosiddetto care giver diviene
essenziale al fine di riuscire a mettere chi lavoro e al
contempo assiste un anziano o un diversamente abili, di
sentirsi supportato dal contesto al fine di non dover rinunciare
al lavoro o alle proprie cose. E’ in questa strettissima faglia fra
assistenza e dipendenza che si sono sviluppate delle misure
estremamente importanti come i Buoni di Conciliazione Vita
Lavoro Infanzia Adolescenza e Diversamente Abili Anziani.
Fondamentale diviene l’analisi della popolazione residente per
classi di età, ciò diviene necessario al fine di riuscire a creare
una rete di servizi quanto più vicina ai bisogni della
popolazione, partendo dalla considerazione che le classi di età
più fragili, ossia gli anziani e i bambini, risultano essere anche
quelle più popolate.
La popolazione ultrasessantacinquenne dell’Ambito Ba 10 è
pari a 10.638 cittadini, e rappresenta il 17,21% dell’intera
popolazione residente, tale dato è imprescindibile per mettere
in atto una serie di azioni volte a tutelare ed aiutare tale target
specifico e di conseguenza tutto il nucleo familiare di
riferimento.
Nei comuni di Modugno, Bitetto e Bitritto si registrano 7
residenti ultracentenari.
20
Uno degli aspetti che merita approfondimento rispetto alla
situazione dei cittadini ultrasessantacinquenni è quella relativa
al numero di vedove/i presenti, infatti sono ben 2.577,
corrispondenti al 24.23% della popolazione più di
sessantacinque anni.
Analizzando il dato nel dettaglio si nota come predominante
sia la presenza di vedove, infatti rappresentano ben l’81.11%
del totale, tale dato è statisticamente in linea con le tendenze
nazionali che vedono una aspettativa di vita più lunghe per le
donne.
I minori con meno di 3 anni nell’Ambito sono 2.422, e
rappresentano il 3,92% della popolazione, le nuove nascite nel
2014 sono state nel complesso pari a 589.
E’ la città di Bitetto che registra il numero più alto in valore
assoluto di minori con meno di tre anni, pari al 4,62% della
popolazione residente. Ciò nonostante va sottolineato come
sia la stessa città di Bitetto ad avere una forte carenza di
servizi per la prima infanzia, ragion per cui le famiglie che
evidentemente registrano la necessità di servizi per l’infanzia
sono costrette a rivolgersi fuori dal proprio contesto cittadino
o ad affidarsi al nucleo familiare primario per accudire i più
piccoli.
Le classi di età citate sono quelle su cui si fondano importanti
fonti di finanziamento come per esempio il Piano di Azione e
Coesione, il cui riparto e i consequenziali tagli, apportati ai
sensi della legge di stabilità 2015, sono stati stabiliti proprio in
base alle citate classi d’età.
21
Ind.
vecchiaia
Ind.
Dip. Ind.
Ricam.
strutturale
Pop. attiva
Modugno
111.9
48.3
119.7
Bitetto
95.4
49.1
103.8
Bitritto
89.1
42.9
98.4
Tabella 1. Fonte DemoIstat al 2014, elaborazione UdP.
E’ Modugno a registrare il maggior indice di vecchiaia, dove si
registrano 111.9 anziani ogni 100 giovani fino ai 14 anni.
Mentre per ciò che concerne l’indice di dipendenza strutturale
notiamo come il carico sociale ed economica della
popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella
attiva (15-64 anni) più elevato si registra nella città di Bitetto,
dove troviamo 49.1 persone ogni 100 che si trovano in classe
di età lavorativa. Dato estremamente significativo è
rappresentato dall’Indice di ricambio della popolazione attiva,
connotato dal dato relativo a Bitetto e Bitritto dove possiamo
affermare che la popolazione in età lavorativa più o meno si
equivale fra giovani ed anziani, mentre a Modugno è evidente
come l’indice di ricambio della popolazione attiva sia
connotato da una forte presenza di persone non più giovani.
L’analisi del trend dell’indice di vecchiaia della popolazione
dell’Ambito è elemento fondamentale al fine di mettere in
campo ogni azione possibile tesa sia a dare risposte concrete
alla popolazione di riferimento, evidentemente portatrice di
22
bisogni ed esigenze specifiche, sia ad adoperare ogni azione
possibile al fine di incentivare le nascite.
Grafico 4. Fonte DemoIstat, elaborazione UdP.
Le caratteristiche demografiche fin’ora evidenziate devono
indurre una attenta riflessione su quelle che sono le scelte
strategiche da mettere in campo al fine di poter riuscire a dare
risposte concrete ai bisogni di una popolazione, risposte che
23
devono essere idonee ad un preciso target di riferimento.
Pensiamo per esempio a scelte innovative come il
telesoccorso, la teleassistenza o la telecompagnia. Solo da una
attenta analisi del contesto possiamo essere in grado di
rivedere le modalità di “presa in carico”. Spesso nelle
occasioni di confronto con le Assistenti Sociali Professionali
emerge un dato allarmante: sono molti gli utenti per i quali
occorre una forma di “presa in carico” proprio in virtù della
situazione di solitudine in cui si trovano, è in questo quadro
che occorre pensare se sia il caso, o meno, di introdurre nella
nostra realtà modalità di presa in carico differenti, create allo
scopo di perseguire il benessere e la salvaguardia del cittadino
e la sua permanenza nell’ambiente a lui più consono: la
propria casa.
Fra i dati quantitativi che vanno a formare la tela sulla quale
operare non possiamo non citare l’elevata presenza di donne
divorziate, le quali ovviamente sono portatrici di bisogni la cui
natura è estremamente differente. Le statistiche ci dicono che
nel territorio dell’Ambito su una popolazione residente totale
di 860 cittadini divorziati, 551 sono donne. Tale dato va messo
in correlazione con una serie di servizi di cui una donna ha
necessità, nell’assolvere sia alla propria funzione di genitrice,
sia di forme di sostegno all’inserimento nel mercato del
lavoro.
24
“Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono.
Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.”
(Don Andrea Gallo)
Cittadini stranieri dell’Ambito Territoriale
La presenza quantificabile di cittadini stranieri nell’Ambito è
relativa alle sole persone regolarmente residenti nei territori
dell’Ambito.
Attualmente i cittadini residenti, di nazionalità straniera,
presenti nel territorio sono 2.006, la cui età media è pari a
30/35 anni, e rappresentano il 3,25% dell’intera popolazione
residente. La percentuale più alta di cittadini stranieri si
registra nel comune di Modugno, dove rappresentano il 4,06%
dell’intera popolazione residente.
Grafico 5. Fonte DemoIstat. Elaborazione UdP.
25
La variazione del numero di cittadini stranieri, regolarmente
iscritti all’anagrafe, è pari a 147 cittadini in più rispetto a
quanto evidenziano nell’anno 2013.
Un dato significativo è rappresentato dal numero di nuovi
residenti per nascita, infatti 24 bambini nel 2014 sono nati in
Italia, precisamente nel nostro Ambito, da genitori
regolarmente residenti, si sottolinea come Bitritto sia l’unico
paese fra i tre in cui nessun bambino è stato iscritto
all’anagrafe per nascita.
Ulteriore dato che occorre sottolineare, al fine di capire quale
sia la reale integrazione dei migranti nel nostro tessuto sociale
è quello relativo al numero di cittadini che hanno acquisito la
cittadinanza italiana, sono ben 25 i cittadini divenuti italiani
nel 2014.
Sempre nell’arco del 2014 si nota come 238 cittadini stranieri
si sono regolarmente trasferiti in altri comuni d’Italia, mentre
sono 9 i cittadini, e tutti della città di Bitetto che nel corso del
2014 si sono trasferiti all’estero. La presenza di migranti nella
città di Bitritto è contraddistinta da un dato interessante,
quello relativo alla maggior presenza femminile.
Tale dato può essere messo in relazione al ruolo svolto dalle
donne straniere nell’assistenza agli anziani e ai non
autosufficienti. Tale teoria è supportata anche dalla
nazionalità maggiormente presente sul territorio, si tratta dei
cittadini rumeni, le cui donne da sempre sono impegnate
come badanti nell’assistenza delle persone più fragili.
26
Resta invariata, rispetto al 2013, la nazionalità delle comunità
più presenti nei territori di Modugno e Bitetto, è la comunità
indiana la prima per numero di residenti. Tale dato,
caratteristica del nostro territorio, è fondamentale
nell’intraprendere una serie di azioni tese al raggiungimento di
una maggior integrazione culturale e sociale.
Grafico 6. Fonte DemoIstat, Elaborazione UdP.
Sarebbe interessante analizzare le ragioni della forte presenza
della comunità indiana nel territorio, considerando che tale
caratteristica si riscontra solo nell’Ambito.
Non è possibile fornire alcun dato relativo alla presenza di
cittadini non regolari presenti sul territorio.
27
“Ogni uomo è colpevole di tutto
il bene che non ha fatto.”
(Voltaire)
Fenomeni e bisogni sociali emergenti.
Analizzare fenomeni e bisogni sociali emergenti non è mai
semplice, e non lo è ancor di più in considerazione della forte
crisi economica che l’intero Paese sta vivendo. L’instabilità
economica dei nostri tempi induce il cittadino a sentirsi carico
di ansie e paure, da qui scaturiscono una serie di bisogni in
continua evoluzione.
Riuscire ad interpretare correttamente i bisogni dei nostri
cittadini richiede un’attenta osservazione delle dinamiche che
si instaurano su un territorio fortemente condizionato dalla
crisi economica. La vicinanza della città di Modugno alla città
di Bari, e la presenza del polo industriale sono delle chiavi di
lettura imprescindibili per l’analisi della realtà del territorio.
La perdita costante di posti di lavoro coinvolge fortemente un
territorio dove molti cittadini trovano occupazione presso il
polo industriale.
L’instabilità economica, e il crearsi delle cosiddette “nuove
povertà”, derivanti dalla perdita del posto di lavoro, fa si che
una serie di cittadini, che mai prima di ora si erano rivolti ai
servizi sociali, manifesti tale necessità.
Ciò è testimoniato dalle continue richieste di “aiuto” che
vengono indirizzate a tutta le rete del welfare, i cittadini privi
della certezza economica legata allo stato occupazionale
28
manifesta in maniera esponenziale l’esigenza di ricevere aiuto
dalla rete dei servizi. Così creando delle nuove “tipologie di
utenti” formate da coloro che mai in vita propria si erano
rivolte alla rete locale.
In queste nuove tipologie di utenti ritroviamo non solo coloro
che hanno perso un impiego, ma anche i percettori di
ammortizzatori sociali.
Molti i casi in cui la perdita di un impiego da parte del “capo
famiglia” ha innescato un meccanismo per il quale quelle
donne senza occupazione, ma dedite alle cure domestiche,
manifestino l’esigenza di inserirsi nel mercato del lavoro.
Il fenomeno di maggior rilievo nel territorio dell’Ambito
Sociale è certamente quello di natura economica.
Dalle quelle che sono le “nuove povertà” si manifesta un forte
cambiamento nella tipologie di utenti, non dediti e non inclini
a quello che spesso è stato definito “l’assistenzialismo puro”.
Ciò è comprovato dalla grande risonanza che si è ottenuta con
la misura Cantieri di Cittadinanza e Lavoro Minimo garantito,
certo non ancora in essere nel 2014, ma possiamo affermare
ad oggi che sono moltissimi i cittadini che hanno chiesto di
poter partecipare a queste due nuove misure regionali. Il
mutamento della percezione della rete sociali deriva in primis
da quanti coloro aveva un occupazione, in quanti coloro non si
sono mai rivolti ai servizi sociali. E da qui che inizia la
trasformazione dell’interpretazione, spesso errata, del sociale.
Non più da intendersi come “assistenzialismo” ma da
interpretare
come
accompagnamento,
percorsi,
29
affiancamento, idee e progetti per far si che i cittadini possano
riacquistare quella autonomia di cui sono stati privati con la
perdita del lavoro.
E’ difficile stabilire quanto un bisogno sia prioritario rispetto
ad un altro, ecco perché non è nostro compito stilare una
classifica di quelle che sono “le sofferenze” dei cittadini.
A noi spetta il compito di interpretarle mettendo in campo
ogni strumento utile al fine di alleviare, per quanto possibile,
queste sofferenze.
Ma da uomini con cuore e coscienza, sicuramente sono i
bambini coloro ai quali dobbiamo dare più risposte, e
soprattutto in tempi rapidi, sapendo bene che in gioco ci sono
i loro anni più belli, e sapendo che un bambino felice oggi è
sulla buona strada per divenire un buon cittadino domani.
Il bisogno di assistenza all’espletamento del ruolo genitoriale
non è sicuramente fra quelli emergenti, è troppo tempo che il
nostro territorio fa i conti con tale problema, in cui troppo
spesso la soluzione individuata è l’istituzionalizzazione del
minore.
L’assistenza educativa domiciliare è un bisogno dei cittadini di
tutti e tre i comuni dell’Ambito, seppure con percentuali
differenti.
La presa in carico di tutto il nucleo familiare, attraverso quella
che possiamo definire una sorta di “guida educativa” è
essenziale laddove si evidenziano gravi problemi non solo
nella figura del minore, ma anche in quella del genitore. Molto
spesso sono gli stessi utenti, consci delle difficoltà di espletare
30
in maniera idonea il ruolo genitoriale, a chiedere l’attivazione
del Servizio di Assistenza Educativa Domiciliare.
Rafforzare la funzione genitoriale e al contempo tutelare il
minore è uno di quegli interventi essenziali, il cui trend di
richiesta è costantemente in crescita nel corso degli anni.
L’art. 87 bis del novellato regolamento regionale n.4 del 2007
si caratterizza come intervento di natura strutturale per
questo territorio.
Scopo comune, di tutta rete dei servizi è quello di evitare
l’istituzionalizzazione del minore, ed è per questo che la scelta
di incentivare i percorsi di affido, anche quelli cosiddetti
“sperimentali e flessibili” è stato necessaria per il nostro
Ambito. Riuscire a creare una sensibilizzazione comune verso il
tema dell’affido è prioritario per noi, riuscire a far si che il
supporto alla figura genitoriale arrivi anche dalla comunità,
per quanto difficile e complicato possa essere, è ciò a cui si
anela nel tentativo di aiutare tutto il nucleo familiare, di
aiutare coloro che vivono forti situazioni di disagio che il più
delle volte non è di natura economica.
Continuando ad analizzare quelli che sono i bisogni del
territorio emerge sicuramente quella che è la condizione che
molti cittadini vivono indossando le vesti del care giver.
Che si tratti di genitori anziani, che si tratti di figli
diversamente abili, che si tratti di persone care non
autosufficienti il ruolo svolto da chi presta assistenza è
sicuramente essenziale, spesso i care giver sostituiscono
quello che dovrebbe essere il ruolo della rete del welfare,
31
quando le risposte tardano ad arrivare, e le richieste di aiuto
restano inevase è chi assiste il diversamente abile a farsi carico
dei cittadini più fragili.
Spesso si vedono cittadini rivolgersi alle istituzioni chiedendo
aiuto, palesando i propri limiti e speranzosi di ricevere
risposte. Si pensi per esempio a quanti coloro che assistono i
genitori, oramai anziani e bisognosi di assistenza, spesso si
tratta di gente che fatica a conciliare i ritmi lavorativi con
l’assistenza ai propri cari, rinunciando ad ogni forma di svago
l’essere umano possa aver diritto a concedersi.
Affrontare la sofferenza di veder star male persone care è già
di per sé estremamente difficile, ma vivere ciò nel completo
silenzio della società diviene insopportabile.
I bisogni dei cittadini non autosufficienti, soprattutto anziani,
spesso si sono scontrati con quelli che sono stati i servizi
attivati. Nel 2014 l’Ambito sociale non è stato in grado di
erogare il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrato, ma
fortunatamente questo Ambito ha un valore aggiunto
inestimabile, tale valore aggiunto è rappresentato dal
Distretto Socio Sanitario n. 9 che è riuscito ugualmente a
garantire assistenza ai cittadini. Ci hanno insegnato che sono i
numeri che raccontano una storia, ma dietro ai numeri c’è
umanità, ci sono i volti di coloro i quali questo lavoro l’hanno
scelto. Il Distretto Socio Sanitario n. 9 nel corso del 2014 è
riuscito a farsi carico di cittadini in ADI, erogando prestazioni
32
di carattere sanitario1 per cittadini a cui l’Ambito erogava
prestazioni sociali, attraverso il Servizio di Assistenza
Domiciliare.
Sicuramente le dipendenze non sono un bisogno emergente,
ma emergenziale. Le dipendenze rappresentano uno di quei
fenomeni che occorre tutto l’impegno possibile, tutta la
costanza e tutta la collaborazione per cercare di arginare.
Occorre riflettere con attenzione davanti al dato che diversi
nostri giovani cittadini sono utenti del Dipartimento
Dipendenze Patologiche, affetti da dipendenze come il gioco
d’azzardo o come la tossicodipendenza. Abbiamo il dovere
morale ed etico di adoperarci tutti, di metterci al servizio di
questi cittadini, la cui giovane età ci induce a continuare a
sperare.
Ci sono i cittadini che sono consapevoli che hanno bisogno di
aiuto e si rivolgono alla rete dei servizi consci che rappresenti
uno strumento essenziale per riappropriarsi della propria vita,
ma degno di nota è il dato relativo al numero di utenti
segnalati dalla Prefettura per possesso di sostanze
stupefacenti ex art. 121 e 122 del DPR 309/90, si tratta di 802
persone che invitati al Ser. D o non si sono presentate oppure
hanno declinato l’invito a seguire un programma.
1
Spesso ci siamo sentiti ripetere la frase “che io un medico sono”, ma quel
medico rappresenta un valore aggiunto per il nostro territorio, quel medico
rappresenta il coraggio di chi sa che i bisogni dei cittadini, soprattutto dei
più fragili, hanno la priorità.
2
Il dato è stato fornito dalla preziosa collaborazione di uno degli attori
fondamentali della rete: il Ser.D di Modugno.
33
Nel corso del 2014 si è conclusa quella che è stata l’indagine
dell’Osservatorio d’Ambito sulle Dipendenze Patologiche, che
all’interno del progetto “Social Factory” è riuscito ad indagare
il fenomeno della dipendenza fra i minori. Dalla ricerca
condotta su 256 ragazzi dell’Ambito è emerso come oltre il
28% dei ragazzi di 15 anni ha dichiarato di essersi ubriacato
almeno una volta, mentre l’8% dichiara di essersi ubriacato
più di una volta. Il 47.3% ha dichiarato che molti nel proprio
gruppo fanno uso di cannabis.
L’analisi dei bisogni è stata possibile anche attraverso quello
che è il Segretariato Sociale, il cui ruolo è stato determinante
al fine di riuscire a stabilire parte dei bisogni emergenti nel
territorio.
La stessa funzione svolta dal Distretto Socio Sanitario n.9 che
per diverso tempo ha garantito il Servizio di “Porta Unica di
Accesso” è indispensabile per decodificare quelli che sono i
bisogni emergenti nella popolazione, ed in modo particolare
quei bisogni la cui natura è socio-sanitaria.
I bisogni sociali emergenti sono continuamente in divenire,
infatti è per questo che occorre una osservazione costante del
territorio, che riesca a decodificare i bisogni dei nostri cittadini
allo scopo di riuscire a dare risposte idonee a tali bisogni.
La violenza di genere potrebbe essere uno dei fenomeni
sociali emergenti, e forse lo sarebbe se quest’Ambito, e
questo territorio avesse fatto tutto il possibile per farla
emergere, ma purtroppo non è così. Se si potesse, dovremmo
indicare la violenza di genere come uno di quei fenomeni
34
sociali invisibili. Invisibili perché ad oggi, purtroppo, non siamo
stati in grado di dare risposte e quanti coloro tutti i giorni
devono affrontare quest’incubo. I nostri limiti hanno
rappresentato un ennesimo ostacolo per coloro i quali sono
vittime di violenza. Che sia fisica, che sia verbale, che sia
psicologica, ad oggi le nostre vittime non riescono a ricevere
assistenza sul territorio, se non per quello che è il ruolo svolto
dai Servizi Sociali Professionali e dai Consultori. L’importanza
del Centro Antiviolenza è evidente laddove veniamo a
conoscenza di situazioni di estrema difficoltà solo a seguito di
procedimenti penali, o a seguito di atti di violenza che
inevitabilmente vengono alla ribalta. Le vittime diventano
infinte vittime, non solo dei carnefici, ma anche nostre, nostre
perché, evidentemente occorre una attenta riflessione sul
tema della violenza, occorre una forte attività di
sensibilizzazione, occorre riuscire a creare una rete di servizi,
di associazioni di volontariato e di istituzioni, tale per cui la
vittima abbia la consapevolezza che nessun grido di aiuto
cadrà nel silenzio dei mille fogli che occupano le nostre
scrivanie.
Le donne troppo spesso diventano protagoniste inconsapevoli
delle nostre cronache, conquistano le nostre prime pagine, i
nostri titoli di apertura dei tg, storie che scavalcano il “muro
delle news”. La violenza taciuta, nascosta, negata, coperta
diviene difficile da estirpare, ma se la rete fosse in grado di
creare una crepa in quel muro di omertà che troppo spesso
accompagna le storie delle vittime, allora forse saremo uomini
35
migliori. Sono tante le sfide che dobbiamo affrontare e per
quanto l’emergenza troppo spesso caratterizzi il nostro agire,
occorre fare ogni sforzo possibile affinché una donna vittima
di violenza del nostro territorio abbia gli stessi diritti, lo stesso
aiuto, e lo stesso sostegno di tutte le donne della Puglia, di
tutte le donne di Italia e di tutte le donne di Europa.
Occorre combattere la cultura della violenza, occorre
insegnare ai nostri bambini quanto rispettare l’altro sia
essenziale, quanto la diversità sia da interpretare come
arricchimento personale e che l’altro non è mai portatore di
fantasmi e pericoli. Occorre educare bambini oggi per riuscire
ad avere cittadini migliori domani. Non basta rispondere a
queste immani tragedie con l’inserimento in Case rifugio,
abbiamo il dovere morale di unire ogni sforzo per prevenire
tali fenomeni, per riuscire a far sentire le vittime parte difese,
tutelate, aiutate e protette, protette da una comunità che non
può continuare ad essere cieca.
E di questi giorni l’iter propedeutico all’attivazione di un
centro antiviolenza sul nostro territorio, abbiamo deciso di
saltare sul treno che la regione Puglia ci ha offerto con il
“Programma Antiviolenza”, nella speranza che se riusciremo a
far si che una sola donna sia un po’ “meno vittima” allora
vorrà dire che noi saremo tutti un po’ più uomini.
36
Capitolo 2.
MAPPA LOCALE
DEL SISTEMA
DI OFFERTA DI
SERVIZI
SOCIOSANITARI
37
“Io non preferirei né l'uno né l'altro;
ma, se fosse necessario o commettere ingiustizia o subirla,
sceglierei il subire ingiustizia piuttosto che il commetterla”
Seneca
L’incrocia fra domanda e offerta di servizi e prestazioni
erogati nell’ambito del Piano Sociale di Zona (risultati
conseguiti al 31.12.2014)
Gli ultimi mesi del 2014 si sono conclusi con una serie di
provvedimenti tesi a recuperare un gap esistente da diverso
tempo nel nostro Ambito.
Di fatto quest’Ambito non essendo mai riuscito ad avere
contemporaneamente attivati una serie di servizi, così come
previsti dal Regolamento Regionale n. 4/2007, il più delle volte
ci si è trovati costretti “a tamponare” situazioni emergenziali
con altri servizi. Pensiamo ad esempio al Servizio di Assistenza
Domiciliare Integrata, mai avviato sul nostro Territorio prima
di gennaio 2015, ragion per cui a molti utenti è stato garantito
il Servizio di Assistenza Domiciliare. Non avere tutto il
panorama dei servizi disponibili contemporaneamente ha
condizionato l’agire dell’Ambito e i risultati delle schede di
monitoraggio, creando talvolta una sproporzione di servizi
rispetto ad altri Ambito.
La speranza per quest’Ambito e soprattutto per i nostri
cittadini è proprio questa: che anche loro possano avere tutti
quelli che sono i servizi previsti, che possano avere gli stessi
diritti che ha come tutti i cittadini della regione Puglia.
38
Come operatori e come cittadini abbiamo bisogno di sapere
che esistono servizi garantiti con più ampio respiro, di sapere
che alcuni servizi inderogabili vengono garantiti.
Purtroppo sono ancora molti i servizi che devono essere
attivati nell’Ambito, pensiamo per esempio al Pronto
Intervento Sociale, o allo Sportello per l’integrazione socioculturale degli immigrati, consapevoli che questo è il
momento di agire, di non arrestare gli immensi sforzi compiuti
verso l’attivazione di obiettivi di servizio. L’Assistenza
Domiciliare Integrata è stata la grande conquista degli ultimi
giorni del 2014, infatti finalmente i nostri cittadini possono
usufruire di entrambi i servizi, in relazione alle proprie
esigenze. I dati relativi all’erogazione di servizi nell’Ambito
Sociale nel corso del 2014, evidenziano una situazione che si
può definire in linea di massima omogenea fra i tre paesi,
rapportando il dato alla popolazione residente.
Purtroppo fra i servizi di mancata attivazione troviamo: il
Centro di Ascolto per famiglie, e l’Ufficio de “Tempi e Spazi”.
L’Ufficio di Piano è impegnato nella preparazione di diverse
procedure di gara, per l’attivazione di servizi indispensabili
come: l’Assistenza Educativa Domiciliare, il Centro
AntiViolenza, il Pronto Intervento Sociale, emergenza rete
abitativa e lo Sportello per l’Integrazione Socio-culturale degli
immigrati.
39
“Il senso morale di una società
si misura su ciò che fa per i suoi bambini”
Dietrich Bonhoeffer
I servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi.
Questo territorio annovera due realtà importanti fra i servizi
dedicati alla prima infanzia, infatti sia il Comune di Modugno
che il Comune di Bitritto hanno degli asili nido pubblici
destinati ai bambini la cui fascia di età va dai 3 ai 36 mesi.
L’Asilo Nido comunale di Modugno è a gestione pubblica, e
grazie al Piano di Azione e Coesione sarà possibile estendere la
fascia oraria, mentre l’asilo Nido comunale di Bitritto pubblico
a gestione terza usufruisce dei Buoni Servizio di Conciliazione
Infanzia Adolescenza. Con il Piano di Azione e Coesione I
Riparto sarà possibile prevedere delle opere di manutenzione
straordinaria per l’Asilo nido di Bitritto.
I Buoni di Conciliazione Infanzia e Adolescenza nell’Ambito
Territoriale sono stati interamente dedicati alle strutture per
la prima Infanzia, ed esattamente all’art. 53 e art. 90 del Reg.
Reg. n. 4/2007.
I minori frequentanti i due asili nido dell’Ambito sono
esattamente 86, sono diversi i minori in lista di attesa per
accedere all’asilo pubblico di Modugno.
Nel corso del 2014 le istanze presentate dai genitori per
usufruire dei Buoni Servizio di Conciliazione Vita Lavoro sono
esattamente 154, purtroppo nessuna domanda è stata
40
convalidata a causa della mancanza di fondi, infatti tutto il
finanziamento ottenuto dalla Regione Puglia è stato utilizzato
per convalidare domande risalenti al 2013.
La grande risonanza ottenuta nel nostro territorio dalla citata
misura è la manifestazione concreta di un bisogno. La grave
crisi economica dei nostri tempi, la crescente perdita del
potere di acquisto e soprattutto la perdita di posti di lavoro,
pone le famiglie in una condizione economicamente difficile e
provvedere al pagamento di una retta di asilo nido diviene,
talvolta, un compito arduo. Il contributo erogato alle strutture
per accogliere minori rappresenta per i genitori un sostegno
concreto e il fondamentale bisogni di conciliare i tempi di Vita
e Lavoro trova proprio nei Buoni di Conciliazione un alleato
indispensabili.
Fortunatamente, non solo chi lavora può usufruire dei Buoni
di Conciliazione Vita Lavoro, ma anche coloro quanti sono in
cerca di una occupazione concretamente, e che abbiano
sostenuto almeno un colloquio presso il Centro per l’Impiego.
Nel territorio si è manifestato con urgenza la necessità di
sostegno concreto per i più piccoli, infatti ad oggi sono ancora
molte le famiglie che chiedono se e quando le istanze
presentate troveranno copertura finanziaria. I Buoni di
Conciliazione Vita Lavoro Infanzia ed Adolescenza e il Piano di
Azione e Coesione ci permette di continuare a garantire un
sostegno concreto.
La frequenza dell’asilo nido rappresenta un aiuto concreto
anche per quello che è il ruolo che nella nostra società è
41
rappresentato dai nonni. Infatti spesso sono i nonni, magari in
pensione, che devono aiutare nella conciliazione dei tempi di
vita lavoro i figli. La consapevolezza che occorre continuare ad
investire nei servizi per la prima infanzia è un punto di
partenza imprescindibile per ideare una serie di servizi che
tengano conto di quanto essenziale sia in questo territorio il
sostegno alle famiglie e ai più piccoli.
Indicatori di
domanda
Asili nido
e altri
servizi
socioeducativi
per la
prima
infanzia
Servizi di
conciliazi
one vita
lavoro
N.
minor
i per i
quali
è
stata
prese
ntata
doma
nda
120
Indicatori di offerta
N.
minor
i in
lista
d'atte
sa
N.
Comu
ni
dell'a
mbito
dotati
del
servizi
o
N.
utenti
del
servizi
o
30
3
86
X
Realiz
zazion
e di
studio
di
fattibil
ità
(Sì/No
)
Ufficio
dei
tempi
e
degli
spazi
(SI/NO
)
No
No
42
“I veri poveri non fanno rumore”
Madre Teresa di Calcutta
I Servizi di Pronta accoglienza, orientamento e di inclusione
attiva.
Interrogarsi su quanto è stato fatto per la pronta accoglienza e
per l’inclusione attiva non è semplice, non lo è ancor di più
quando non si hanno risposte da dare. L’attivazione del Pronto
Intervento Sociale, soprattutto in un territorio è uno degli
obiettivi che ha contraddistinto tutto l’ufficio di Piano, ma
purtroppo nel 2014 non si è riusciti a garantire il servizio
regolamentato dall’art. 81-85 del Reg. Reg. n. 4/2007.
Sebbene nei primissimi giorni del 2015 sia stata indetta una
procedura di gara per l’attivazione del Pronto Intervento
Sociale, riservata alle associazioni di volontariato presenti sul
territorio, le poche ad avere ben chiaro lo scenario per un
servizio di tale natura, ma purtroppo, citata procedura è
andata deserta.
Ciò testimonia come occorre, forse, creare un nuovo rapporto
con le associazioni di volontariato, occorre rifondare, o
fondare, un rapporto basato sulla fiducia reciproca e sulla
consapevolezza che occorre fare gioco di squadra, occorre
riuscire ad instaurare una tipo di comunicazione che sia il più
trasparente possibile per riuscire a collaborare e a crescere
insieme, come uomini e come territorio.
Presto daremo seguito all’attivazione del Pronto Intervento
Sociale nella consapevolezza che riuscire ad avere il supporto
43
di
un
servizio
preposto
al
trattamento
delle
emergenze/urgenze sociali, attivo 24 ore su 24, rivolto a tutti
coloro che si trovano in situazioni emergenziali sul nostro
territorio. Il Pronto Intervento Sociale è uno strumento
essenziale non solo per i cittadini ma anche per gli operatori
infatti il P.I.S. si costituisce come colonna portante di quella
rete sociale tanto anelata da tutti noi.
Pensare di poter garantire un’assistenza/presenza continua a
quanti coloro vivono situazioni estremamente difficile è uno
dei nostri principali obiettivi.
I percorsi di inclusione socio lavorativa nel nostro Ambito si
sono concretizzati nella misura “Borse Lavoro” attivate sia dai
Ser.D. che dal Centro di Salute Mentale. Dalla collaborazione
fra il Ser.D. e l’associazione CAMA Lila, è nato il progetto “The
Social Factory”, nella cui realizzazione hanno fruito di percorsi
di inserimento socio lavorativo ben 14 utenti. Inoltre un
utente ha fruito della “Borsa Lavoro” nel 2014, mentre è dei
primi mesi del 2015 l’attivazione di altri due percorsi di
inserimento socio lavorativo.
Il grande entusiasmo registrato intorno alla misura “Cantieri di
Cittadinanza” e “Lavoro Minimo Garantito” induce ad una
attenta riflessione quanto sia grande la speranza da parte
degli utenti di reinserirsi nel mercato del lavoro, il lavoro che
ancor prima che strumento di sussistenza è strumento di
dignità.
44
Indicatori di
domanda
N. persone
singole che
hanno fatto
domanda
N. utenti in
carico
N. ore di
apertura/giorno
Rete di pronto intervento
sociale - PIS
0
0
Rete di pronto intervento
sociale - emergenza
abitativa
0
0
15
15
Percorsi di inclusione
socio-lavorativa
Indicatori di
processo
Indicatori di offerta
0
Presenza
(Sì/No) di un
regolamento del
servizio
No
No
45
“Quanto pesa una lacrima?
Dipende: la lacrima di un bambino
capriccioso pesa meno del vento,
quella di un bambino affamato
pesa più di tutta la terra.”
Gianni Rodari
I Servizi per sostenere la genitorialità e di tutela dei minori
Una delle forte richieste emerse dal territorio è stata proprio
relativa alla mancata attivazione, negli ultimi mesi del 2014,
del servizio di Assistenza Domiciliare Educativa (art. 87 bis del
Reg. Reg. n.4/2007). Forte è l’esigenza di citato servizio, infatti
sul Territorio dell’Ambito nel corso del 2014 si contano ben 38
nuclei familiari che ne usufruiscono, per un numero di minori
pari a 52. Il Sostegno alla figura genitoriale è di fondamentale
importanza e molto spesso tale esigenza diviene manifesta per
voce degli stessi genitori, che consapevoli dei propri limiti
chiedono di essere sostenuti.
Una delle caratteristiche che si riscontrano sul territorio è il
numero di ore “statisticamente elevato” che vengono rivolte
ad ogni nucleo familiare.
Diviene difficile programmare un servizio sulla base di un
fabbisogno continuamente in evoluzione, le risorse limitate ci
impediscono di riuscire a garantire una presa in carico di più
ampio respiro, negando di fatto anche ai minori e al nucleo
familiare quella che è la “garanzia” della continuità del
rapporto di fiducia che spesso si instaura con l’educatore.
46
Dover rinunciare all’attivazione di servizi indispensabili è un
peso che come uomini non possiamo più portare sulle nostre
spalle, dover provvedere a “tamponare” situazioni
emergenziali rappresenta una sconfitta per tutti noi. Al tempo
stesso se l’Assistenza Domiciliare Educativa può limitare
l’istituzionalizzazione del minore e al contempo “migliorare”
tutto il nucleo familiare, occorre interrogarsi sull’importanza
di questo servizio.
In questo momento è in corso nell’Ufficio di Piano, l’iter
propedeutica alla preparazione della procedura di gara per
l’attivazione di questo servizio, grazie ad una scelta
coraggiosa, saremo in grado di garantire il servizio a breve e
per un arco temporale più esteso rispetto alle modalità con cui
il servizio è stato erogato negli anni scorsi. Ciò principalmente
anche grazie al nullaosta ricevuto dalla Regione Puglia per
l’utilizzo di residui rinvenienti da misure passate sempre
destinate ai minori. Nel territorio dell’Ambito non è presente
un Centro di Ascolto per Famiglie, ma si da atto (e merito) che
molte delle associazioni presenti sul territorio svolgono un
ruolo analogo, soprattutto per ciò che concerne il sostegno
alle famiglie rispetto alla “scoperta della disabilità”.
Non è nostra intenzione sostenere che non ci sia bisogno del
Centro di Ascolto per le famiglie (art. 93 del Reg. Reg. n.
4/2007), ma qui vogliamo solo riconoscere quelli che sono i
meriti delle associazioni di volontariato, che, ancora una volta,
mostrano di essere precorritrici rispetto alle istituzioni
pubbliche.
47
Finalmente l’Ambito Sociale grazie alla preziosa collaborazione
con il Distretto Socio Sanitario n. 9, è riuscito a dare vita
all’èquipe Affido familiare e Adozione, regolamentata da un
protocollo operativo la cui costruzione è stata pienamente con
divisiva e concordata fra l’Ambito e il Distretto.
L’èquipe affido e adozione è uno strumento essenziale al fine
di monitorare e valutare la situazione dei minori nel nostro
territorio. Dalla volontà di tutta la rete è nato anche il
percorso di formazione ideato ad hoc per l’èquipe, la quale
avrà la possibilità di confrontarsi con alcuni dei massimi
esperti italiani in tema di affido e adozione.
Purtroppo nonostante oggi abbiamo 18 casi di minori in affido
molto resta da fare per aumentare il più possibile il numero di
minori in affido, evitando di fatto l’istituzionalizzazione del
minore e percorrendo quell’ardua strada verso la
“sperimentazione” di forme flessibili di affido.
Un altro dei passi essenziali che dobbiamo assolutamente
compiere è l’Adozione di un regolamento unico di Ambito per
l’affido che disciplini anche importo e modalità di erogazione
del contributo economico alle famiglie affidatarie, adesso che
l’èquipe di Ambito è operativa e si incontra con cadenza
regolare è arrivato il momento anche per noi di credere che
l’attivazione di una serie di servizi in tema di potenziamento di
percorsi di affido sia possibile. I casi di adozione nel territorio
dell’Ambito sono stati 3.
E’ in corso nell’Ambito il progetto “Affidiamoci…Ancora”, tale
occasione, forse irripetibile, deve partire da una
48
considerazione imprescindibile, occorre sviluppare nella
nostra comunità una sensibilizzazione al tema dell’affido,
occorre avere il coraggio di sperimentare differenti modalità e
tipologie di affido (intrafamiliare, etero familiare, part-time,
affidamento a reti di famiglie), a tal fine il vero supporto va
trovato nella nostra comunità, sono i nostri cittadini che
devono, con noi, farsi “carico” dei più piccoli, dei più fragili e
dei più indifesi: i bambini, i nostri bambini.
I centri socio educativi diurni per minori rappresentano la
consequenziale natura al poco sviluppo dei percorsi di affido,
infatti laddove ci fossero maggiori percorsi di affido,
l’inserimento in centri diurni potrebbe essere molto più
limitato. Nel 2014 i minori inseriti in centri socio educativi
sono stati 27, bambini a cui è stato tolto il diritto a sentirsi
protetti ed amati anche nelle mura di casa, bambini a cui,
forse è stato tolto il diritto inalienabili a scoprire quanto le
mura di una casa, quanto una famiglia posso essere
rassicurante.
Un’altra peculiarità del nostro Ambito è quella relativa ai
Buoni di Conciliazione Vita Lavoro Infanzia Adolescenza e ai
centri diurni, infatti seppur gli inserimenti nei centri
rappresentino una voce di “costo” importante nella spesa
sociale dei comuni, nessun buono di conciliazione è stato
attivato, la citata misura è stata destinata tutta sulle strutture
per la prima infanzia.
Il numero di utenti in carico per ciò che concerne gli Interventi
Indifferibili fuori famiglia (collocamento in strutture
49
residenziali) nel corso del 2014 sono pari a 28. I minori, in
alcuni casi accompagnati da genitori, che necessitano di
inserimento in una struttura residenziale rappresentano un
punto di partenza imprescindibile per mettere in campo una
serie di misure tese ad evitare di dover “obbligatoriamente”
ricorre all’istituzionalizzazione. Molti i casi di inserimenti
dovuti al manifestarsi di situazioni emergenziali ed
estremamente pericolose, come ad esempio la violenza
domestica e molo spesso l’inserimento riguarda nuclei molto
numerosi. I dati evidenziano una fortissima presenza di
inserimento di minori in strutture residenziali per ciò che
riguarda il Comune di Modugno.
Per tutti noi, e soprattutto per i nostri bambini è
indispensabile una riflessione su quanto sia importante
attivare servizi per minori e per il sostegno alla genitorialità,
ogni scelta, ogni decisione, ogni barlume di speranza possiamo
dare ai nostri piccoli cittadini deve trovare la condivisione dei
più, andando oltre i ruoli, andando oltre quelli che sono i
“compiti e poteri” attribuiti ad ognuno di noi. Quando si tratta
di minori non esistono e non possono esistere individualismi,
l’unica cosa contemplabile e la ricerca continua di soluzione al
fine di garantire al minore una vita migliore.
Occorre ricordare e riflettere il gravissimo problema dei minori
inseriti in strutture residenziali che seppur dichiarati
“adottabili” non riescono a trovare una famiglia pronti ad
accoglierli, diversi i casi di minori diversamente abili. Il
cambiamento culturale più importante occorre parti da qui.
50
Indicatori
di
domanda
N. persone
singole
che hanno
fatto
domanda
di accesso
Centro di
ascolto per le
famiglie
Educativa
domiciliare per
minori
Indicatori di offerta
Indicatori di processo
N. utenti
in carico
(nuclei
familiari
in caso di
ADE)
N.
sportelli/strutture
per ambito
X
X
Presenza
di equipe
di ambito
(Sì/No)
Presenza di
regolamento
del servizio
(Sì/No)
Anagrafe
famiglie
affidatarie
(Sì/No)
38
51
Indicatori
di
domanda
N.
persone
singole
che
hanno
fatto
domanda
di
accesso
Affido familiare
Adozione
familiare
Centri diurni
minori
Interventi
indifferibili per
minori fuori
famiglia (coll.
in struttura
residenziale)
27
Indicatori di offerta
N. utenti
in carico
(nuclei
familiari
in caso
di ADE)
Indicatori di processo
Presenza
di equipe
di ambito
(Sì/No)
Presenza di
regolamento
del servizio
(Sì/No)
Anagrafe
famiglie
affidatarie
(Sì/No)
18
Si
No
No
3
Si
Si
27
N.
sportelli/strutture
per ambito
0
28
52
“Ai vecchi insegnerei che la morte
Non arriva con la vecchiaia,
ma con la dimenticanza”
Gabriel Garcia Marquez
I Servizi e le strutture per l’integrazione sociosanitaria e la
presa in carico integrata delle non autosufficienze.
Chi si occupa di sociale sa bene che le non autosufficienze
rappresentano una sfida continua, forse mai arriverà il
momento in cui si potrà dire che tutto quello che poteva
essere fatto è stato fatto, mai smetteremo di tendere ogni
sforzo alla ricerca continua di modi migliori per operare, modi
migliori per attivare servizi quanto più vicini al cittadino.
In questa Relazione più volte si è affrontato il discorso relativo
alla mancata attivazione, in passato, di un Servizio come
l’Assistenza Domiciliare Integrata. Oggi la situazione è
estremamente differente, infatti dall’inizio del 2015 tutti gli
utenti per cui l’UVM ha ritenuto necessaria l’attivazione
dell’Assistenza Domiciliare Integrata hanno visto codesto
servizio garantito.
Maggiore sarebbe la gioia nel raccontare di quale sia lo stato
di attivazione del servizio oggi, ma nel corso del 2014,
purtroppo gli utenti bisognosi di assistenza integrata hanno
ricevuto solo la “parte sanitaria” del Servizio e grazie al
Distretto.
Come si nota dal numero di utenti del Servizio di Assistenza
Domiciliare troviamo una sproporzione nel dato, infatti nel
53
corso del 2014 sono stati ben 110 gli utenti beneficiari, e 39 gli
utenti in lista di attesa. Le ore di servizio erogate sono state
complessivamente 24.098.
Rispetto all’abbattimento delle barriere architettoniche
l’Ambito è riuscito ad erogare sei contributi nel 2014.
Nell’Ambito Sociale sono due i Progetti di Vita Indipendenti
che sono stati autorizzati. Il Pro.V.I. è stata una opportunità ed
un aiuto concreto per i due beneficiari, i quali grazie a tale
progetto hanno la possibilità concreta di poter migliorare
alcuni aspetti della propria vita.
Per ciò che concerne i Centri diurni anziani (art. 106 del Reg.
Reg. n. 4/2007) nel corso del 2014 ci sono state 20 nuove
richieste di “inserimento/adesione”. In tutto il territorio
dell’Ambito sono 112 gli utenti del servizio, il ruolo svolto dal
centro anziani è fondamentale per permettere loro di
“preservare il livello di socializzazione” e poter svolgere
attività educative indirizzate all’autonomia.
Sono 29 i cittadini inseriti nei Centri diurni disabili (art. 60 del
Reg. Reg. n.4/2007), si sottolinea come degli utenti inseriti in
strutture che si trovano nel territorio dell’Ambito, nel corso
del 2014, una sola richiesta di usufruire dei Buoni di
Conciliazione Vita Lavoro Anziani e disabili sia stata
convalidata, purtroppo l’utilizzo dei citati Buoni di
Conciliazione rappresenta una criticità per il nostro territorio.
I cittadini inseriti in centri “Dopo di Noi” (art. 55-57 del Reg.
reg. n. 4/2007) nel 2014 sono 5, mentre sono 3 gli utenti che
inseriti in centri diurni Alzheimer (art. 60 ter del Reg. Reg. n.
54
4/2007). Si sottolinea come tutte le richieste di inserimenti in
struttura abbiamo trovato copertura finanziaria da parte
dell’Ufficio di Piano.
L’assistenza specialistica scolastica ed extrascolastica dei
minori diversamente abili (art. 92 del Reg. Reg. n. 4/2007) nel
corso del 2014 è stata garantita per 88 minori, nessun minore
è presente in lista di attesa, tutte le domande sono state
accolte. Attualmente è in corso tutto l’iter propedeutico alla
preparazione della procedura di gara, consapevoli che tale
servizio debba essere garantito fin dai primi giorni scolastici,
accompagnando i minori per tutto l’anno scolastico,
garantendo il servizio sia in ambiente scolastico che in
ambiente extrascolastico. Nell’Ambito Sociale è presente
l’èquipe per l’integrazione scolastica.
Il Trasporto Sociale per Persone con Disabilità è stato
garantito per 105 cittadini dell’Ambito. I cittadini con disagio
psichico inseriti in centri residenziali (art. 70 del Reg. Reg. n.
4/2007) sono 10.
Rispetto agli interventi in materia di prevenzione di
dipendenze patologiche, sul territorio dell’Ambito è presente
l’Osservatorio sulle dipendenze, nato all’interno del progetto
“The Social Factory”. Tale strumento di osservazione di quelle
che sono le dipendenze patologiche rappresenta un valido
alleato al fine di monitorare quello che è un fenomeno che
merita la massima attenzione, concordi nello stabilire che
occorre investire di più in prevenzione, soprattutto fra le
nuove generazioni. Solo dalla rete può emergere un opera di
55
prevenzione quanto più incisiva possibile, al fine di preservare
le giovani generazioni.
Per ciò che concerne l’inserimento di persone con dipendenze
patologiche, sempre all’interno del Progetto “The Social
Factory” sono 14 gli utenti che hanno ricevuto un rimborso
economico a seguito di un’attività “lavorativa/formativa”
svolta,
come
per
esempio
l’impiego
nell’Orto
Sociale/Botanico, nel laboratorio di Eco/design, nel
laboratorio teatrale e nel laboratorio sartoriale, mentre una
nuova “Borsa Lavoro” è stata attivata nel corso del 2014 e si è
continuato ad erogare le “borse lavoro” attivate nel 2013 per
un totale di altre 3 “borse lavoro”.
La scommessa di quest’Ambito sarà quella di puntare sui
Buoni di Conciliazione Vita Lavoro Disabili ed Anziani, una
grandissima opportunità per i cittadini del territorio,
ricercando anche la massima collaborazione con gli altri
Ambiti territoriali competenti rispetto alla collocazione della
struttura. Infatti i nostri cittadini collocati in strutture al di
fuori del nostro territorio, laddove abbiano la possibilità di
passare ai buoni di Conciliazione è l’Ambito Territoriale
competente a dove istruire la pratica. Occorre inoltre adottare
una politica tesa all’iscrizione al Catalogo dell’Offerta per le
strutture presenti sul territorio.
56
Indicatori di domanda
N. persone
singole che
ha fatto
domanda di
accesso
Indicatori di offerta
N.persone
singole in lista
d'attesa
Unità di valutazione
multidimensionale (UVM)
N. utenti
del servizio
500
Indicatori di processo
N. interventi/percorsi/progetti avviati
N. ore complessivamente
disponibili
X
X
X
X
Assistenza Domiciliare
non autosuff. - SAD
126
39
110
24.098
Assistenza Domiciliare
per persone con disagio
psichico
X
X
X
X
Abbattimento barriere
architettoniche
6
0
6
6
Progetti di Vita
Indipendente
2
2
0
20
0
112
Centri diurni disabili (art.
105 RR 4/2007)
X
X
X
Presenza di
protocollo
operativo
(Sì/No)
500
Assistenza Domiciliare
non autosuff. - ADI
Centri diurni anziani (art.
106 RR 4/2007)
Presenza di
equipe di
ambito
(Sì/No)
57
Centri diurni disabili art. 60
RR 4/2007
29
0
29
Dopo di Noi (artt. 55-57 RR
4/2007)
5
0
5
Centri diurni Alzheimer (art.
60ter RR 4/2007)
3
0
3
88
0
88
105
0
105
0
0
0
10
0
10
Integrazione alunni con
disabilità art. 92 RR 4/2007
Trasporto sociale per
persone con disabilità
Inserimenti in strutture a
ciclo diurno per persone con
disagio psichico
Residenze per persone con
disagio psichico (artt. 7060bis RR 4/2007)
Interventi di prevenzione in
materia di dipendenze
patologiche
Interventi di reinserimento
per persone con dipendenze
patologiche
Si
Si
1
7
7
58
“Questo non è il mio giorno, ma è il giorno di coloro
che combattono per una causa, io sono qui per dare
la parola anche a chi non ha voce”
(Malala)
I servizi e le strutture per contrastare la violenza sulle donne
e minori.
Guardare un foglio bianco e non riuscire a scrivere una mezza
parola, è questo quello che si prova davanti a tale argomento.
Se potessimo fare una integrazione posticipata di un mese e
dire che “inseriremo un’elaborazione ragionata e
commentata” sullo stato dei servizi in tema di violenza sulle
donne e minori. Il tema del contrasto alla violenza deve
entrare di diritto in ogni nostra azione, e tale tema deve
acquisire la massima priorità nell’agire di tutti noi.
La fine del 2014 è segnata da un importante traguardo
raggiunto, ma non sufficiente per rispondere alla tragedia
rappresentata dalla violenza sulle donne e minori. E’ stato
siglato il protocollo operativo dell’èquipe “Contrasto alla
violenza di genere e tutela dei minori”.
In questi giorni è in corso l’iter propedeutico alla stipula di
convenzione con un Centro Antiviolenza, fra quelli autorizzati
al funzionamento. L’Ambito Sociale si candiderà a partecipare
al finanziamento della Regione Puglia “Programma
Antiviolenza”, una occasione irripetibili per noi. Poter
garantire la presenza sul territorio, anche solo attraverso uno
sportello, di un luogo dove riuscire a trovare tutta l’assistenza
59
di cui una donna che vive una determinata situazione
necessita è una piccola vittoria per tutti noi. Spesso le donne
non riconoscono subito la violenza, ma laddove viene
riconosciuta il più delle volte non si hanno gli strumenti per
combatterla, non si riceve l’adeguata assistenza legale,
psicologica e sociale.
Noi dobbiamo perseguire due strade, è un obbligo morale per
tutti noi, come comunità, come rete, e come semplici persone,
non possiamo non riuscire a dare risposte a chi si trova in una
situazione simile, non possiamo ignorare deliberatamente
situazioni emergenziali. Noi abbiamo il dovere morale di
garantire alle vittime la massima assistenza, protezione e
sostegno e dobbiamo sensibilizzare la nostra comunità su
tema della violenza. Dobbiamo educare i nostri figli, i più
piccoli perché se saremo in grado di compiere un buon lavoro,
se saremo in grado di inculcare nei futuri adulti dell’Ambito il
rispetto per le donne allora forse domani potranno esserci un
meno vittime, in caso contrario saremo noi i primi
responsabili. Dobbiamo essere in grado di poter coinvolgere la
comunità sul tema della violenza, non possiamo continuare ad
avere condomini “non udenti e vedenti”, non possiamo
continuare ad avere cittadini che credano ancora che “certi
lividi siano causati dalle cadute dal letto o dalle scale”.
Troppo spesso la paura delle donne nel denunciare e nel
chiedere aiuto viene alimentata dalla comunità, siamo tutti
responsabili laddove non siamo in grado di agire e reagire. La
violenza non può avere giustificazioni o coperture, ma tutti noi
60
dobbiamo riuscire a fare rete e scudo nei confronti delle
donne. Non è possibile che le donne vittime dell’Ambito
debbano rivolgersi fuori dal contesto territoriale per ricevere
assistenza, per essere guidate in quella che spesso è la scelta
più difficile della propria vita. Nel corso del 2014 l’Ambito ha
inserito bene sei cittadini in strutture residenziali protette e
secretate. L’inserimento in strutture residenziali deve essere
obbligatoriamente accompagnato da un idoneo percorso di
ricostruzione della propria
vita, di ripresa della propria
autonomia.
Dobbiamo
lavorare, in collaborazione
con quello che sarà il Centro
Antiviolenza, le Case rifugio,
l’èquipe e la rete tutta, anche
rispetto alla costruzione di
suddetti percorsi. Non è
tollerabile che continuiamo a scandalizzarci quando sentiamo
fatti di violenza, mascherati da motivi religiosi, e non ci
scandalizziamo quando il mostro è dentro le nostre “moenia
civitatis”. Un uomo violento deve essere condannato
indipendentemente dal dio in cui crede, indipendentemente
dalla nazionalità e dal coloro della pelle ed una donna vittima
va difesa sempre. La violenza sulle donne e bambini se non
combattuta, se non estirpata farà di noi solo “taciti complici”.
61
E’ in corso l’iter propedeutico alla convenzione con uno dei Centri Antiviolenza autorizzati al
Funzionamento.
Indicato
ri di
domand
Maltrattament
o e violenza CAV (Centro
Anti-Violenza)
Maltrattament
o e violenza residenziale
Maltrattament
o e violenza equipe
Indicatori di offerta
Indicatori di processo
N.
persone
singole
che si
sono
rivolte al
servizio
N.
utenti
del
servizi
o
N.
interventi/percorsi/proge
tti avviati
Presenza di
convenzion
e con
l'ambito
(Sì/No)
X
X
X
No
Presenz
a di
equipe
di
ambito
(Sì/No)
Presenza
di
protocoll
o
operativo
(Sì/No)
Si
Si
6
62
“Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina
più concretamente alla felicità sulla terra”
(Rita Levi Montalcini)
Le Azioni di sistema e governance
Con verbale del 30/05/2015 della Conferenza di Servizi relativa
all’approvazione definitiva del Piano Sociale di Zona, la
Regione Puglia ha richiesto formalmente di comunicare
l’organizzazione strutturale dell’Ufficio di Piano. Con
deliberazioni del Coordinamento Istituzionale si è assistito a
un progressivo miglioramento della qualità amministrativo
gestionale dell’Ufficio di Piano.
Ad oggi l’Ufficio di Piano è così costituito:
 Un responsabile dell’Ufficio di Piano, Referente
d’Ambito Area “tecnico- amministrativa”;
 Una Referente d’Ambito Area “finanziaria e
contabile”;
 Una Referente d’Ambito Area “programmazione e
progettazione”;
 Una Assistente Sociale d’Ambito.
Ad oggi tutti i procedimenti sono a totale gestione dei
componenti dell’Ufficio di Piano, supportati dalla
collaborazione dei Servizi Sociali Professionali laddove
necessario.
63
Inoltre sono state individuate delle referenti in fra le risorse
umane in seno ai Servizi Sociali Professionali dei tre Comuni
che presidiano le tre seguenti aree tematiche:
 Area Socio Sanitaria;
 Area Socio Assistenziale;
 Area socio educativa.
Inoltre il Piano Sociale di Zona 2014-2016 dispone che “alla
corretta operatività funzionale dell’Ufficio di Piano
concorrano, inoltre, il Segretario Generale e il Dirigente del
Servizio Ragioneria del Comune Capofila.
Nel corso di questi ultimi mesi l’Ufficio di Piano, anche grazie
al Piano di Azione e Coesione, e sulla base della Convenzione
per la gestione associata delle funzioni e servizi socio
assistenziali del 30/04/2014, ha collaborato con diversi servizi
di tutti e tre i Comuni dell’Ambito per la realizzazione del
Piano Operativo previsto dal I Riparto.
La dedizione nel sociale si configura negli ottimi rapporti in
essere con il Distretto Socio Sanitario n.9, la cui collaborazione
è indispensabile e irrinunciabile al fine di poter garantire ai
nostri cittadino una risposta ottimale non solo ai bisogni sociosanitari. Pensiamo per esempio alle èquipe affido e contrasto
alla violenza nate nel massimo spirito collaborativo possibile, o
alla condivisione di intenti manifestata in occasione del nuovo
accordo di programma sulle cure domiciliare integrate.
64
“Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio.
Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore,
specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili
e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”
(Papa Francesco)
Le azioni trasversali all’attuazione del Piano Sociale di Zona.
L’Ambito Sociale Ba10 è riuscito ad utilizzare tutto l’importo
stanziato per ciò che concerne i Buoni di Conciliazione Vita
Lavoro Infanzia Adolescenza, ha anche utilizzato economie
formatesi da altri Ambito e a noi assegnate dalla regione
Puglia. I Buoni di Servizio Conciliazione il cui utilizzo si è
concentrato esclusivamente in strutture per la prima infanzia:
Asilo Nido (artt. 53 e 90 del Reg. Reg. n. 4/2007) hanno avuto
una fortissima risonanza sul territorio anche grazie alle
strutture iscritte al Catalogo dell’Offerta che hanno adottato
una ampia azione di comunicazione con le famiglie, portando
loro a conoscenza della possibilità di usufruire del Buono in
questione. Purtroppo l’importo del finanziamento non è stato
sufficiente per dare risposta a tutte le istanze presentate, ma
anzi le solo istanze che siamo stati in grado di “convalidare”
sono relative all’anno 2013. Di fatto nessun buono è stato
erogato per l’anno 2014. Nel Fondo Unico di Ambito sono
confluite anche somme derivanti dall’Intesa Famiglia Stato
Regioni (DGR 339 del 7/03/2013 e DGR 204 del 26/02/2014)
da poter far confluire sui citati Buoni. Si sottolinea come a
pochi giorni dalla chiusura del Catalogo dell’Offerta Minori e
65
quando oramai tutto il finanziamento è stato erogato una
nuova struttura (art. 52 del Reg. Reg. n. 4/2007) si è iscritta al
Catalogo, ragion per cui non è stato possibile erogare buoni
per i minori Centri diurni Socio Educativi, va dato atto che al
contempo i Servizi Sociali Professionali hanno sollecitato le
famiglie dei minori inseriti in strutture fuori dal territorio
dell’Ambito, e già iscritte al Catalogo dell’Offerta, a fare
istanza di Buoni. Una delle criticità che si sono rilevata è
dovuta dall’impossibilità di osservare on line se gli utenti
afferenti a strutture fuori ambito avessero completato o meno
l’istanza e se la struttura al contempo provvedeva a fare
l’associazione.
I Buoni di Conciliazione Anziani e disabili hanno
rappresentato una grossa criticità per questo Ambito, tale
criticità è stato dovuta alla presenza di una sola struttura
iscritta al Catalogo dell’Offerta (art. 60 del Reg. Reg. n. 4/2007)
che ha messo a disposizione 12 posti utenti. L’assenza di
strutture sul territorio, se non l’unica citata e i problemi di
natura “tecnico-amministrativa”, diverse domande rigettate in
un primo momento a causa dei documenti non conformi
presentati da parte degli utenti, in concomitanza con la
riforma dell’Isee (Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 5/12/2013 n. 159), ha prodotto uno utilizzo esiguo
del finanziamento in questione. Il non poter vedere le istanze
presentate in piattaforma dai nostri utenti, collocati in altre
strutture fuori dal territorio, anche per questa misura è stata
una enorme criticità.
66
Occorre ribadire che l’Ambito si è trovato nella condizione di
dare copertura finanziaria ad utenti inseriti in struttura, anche
laddove ci poteva essere la possibilità di poter accedere ai
Buoni di Servizio. Uno degli obiettivi che l’Ufficio di Piano si è
preposto, laddove ci sarà una nuova misura, è quella di
costruire un rapporto più celere e diretto con gli altri Ambiti
della Regione, i soli autorizzati a convalidare istanze
presentate dai nostri cittadini in strutture al di fuori del nostro
territorio. Il tipo di comunicazione deve essere univoco e ben
chiaro: tutti coloro che hanno i requisiti per usufruire dei
Buoni Servizio di Conciliazione Vita Lavoro Disabili e Anziani
devono presentare istanza.
Rispetto al finanziamento inerente il Piano dei Tempi e degli
Spazi, misura risalente all’anno 2011, cui parte del
finanziamento ammesso è stato disposto da parte della
Regione nel 2012, non vi è stata mai attuazione. Più volte in
passato sono state chieste proroghe alla Regione Puglia, ad
oggi tale finanziamento è stato revocato. La nuova
composizione dell’Ufficio di Piano ha chiesto con giusta nota
protocollo alla Regione di rivedere la progettualità ammessa a
finanziamento e di non privare i cittadini di tale importante
finanziamento, ad oggi siamo in attesa di risposta. Non è stato
facile tentare di ricostruire una situazione pregressa nel solo
intento di non privare i nostri cittadini di alcuni servizi di
fondamentale importanza.
Il Piano di Azione e Coesione I Riparto è stata una vera sfida
per questo Ambito, e non sono mancate alcune criticità di
67
estremo rilievo. I Decreti di approvazione del Piano di Azione e
Coesione I Riparto da parte del Ministero dell’Interno, Autorità
di Gestione, sono stati emessi a fine dicembre 2014 (Infanzia)
e febbraio 2015 (anziani). Ovviamente il ritardo con cui i Piani
sono stati approvati, a causa di diverse integrazione
apportate, si è concretizzato con un’attuazione tardiva del
Piano di Intervento. A seguito di richieste di rimodulazione del
crono programma oggi possiamo affermare che il Piano di
Azione e Coesione I Riparto è in fase di attuazione, infatti
l’Ambito sta usufruendo del P.A.C. Anziani rispetto al Servizio
di Assistenza Domiciliare Integrata per anziani e al Servizio di
Assistenza Domiciliare per anziani ultrasessantacinquenni
gravemente non autosufficienti. Ciò si è tradotto con la
presentazione di un avviso pubblico per i cittadini al fine di
poter accedere al servizio. Per ciò che concerne il Piano
Infanzia è in corso il bando per l’estensione della fascia oraria
dell’asilo Nido comunale di Modugno, e in corso l’iter
propedeutico per la procedura di gara per l’opera di
manutenzione straordinaria dell’asilo nido di Bitritto, e i buoni
di servizio sono in corso di erogazione per gli asilo nido iscritti
al Catalogo dell’Offerta.
La grande criticità emersa è quella relativa all’attivazione della
Sezione Primavera, che avrebbe dovuto accogliere un numero
di bambini pari a 18, in un plesso scolastico della città di
Bitetto. Tale struttura che era stata indicata a suo tempo, non
è rispetta le caratteristiche abitative previste dall’art. 53 del
Reg. reg. n. 4/2007.
68
Forte è stato il tentativo di individuare una struttura
differente, l’Ambito ha lavorato in stretta collaborazione con i
Servizi Sociali Professionali, con il Settore Tecnico, con la
Pubblica Istruzione e con l’allora sub-commissario della città
con delega ai Servizi Sociali della città di Bitetto, al fine di
individuare soluzioni alternative, ma purtroppo ciò non è stato
possibile. Ad oggi è stato richiesto al Ministero dell’Interno
una modifica alla Scheda di Intervento e si è in attesa di
ricevere un riscontro.
L’Ambito ha regolarmente presentato entrambi i Piani di
Intervento II Riparto e si è in attesa della decisione del
Comitato Operativo di Supporto all’Attuazione.
Si è deciso di prevedere i seguenti interventi:
 Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata;
 Servizio di Assistenza Domiciliare;
 Sostegno alla gestione diretta dell’Asilo Nido Comunale
di Modugno;
 Estensione della fascia oraria dell’Asilo Nido Comunale
di Modugno;
 Buoni di Servizio per asili nido iscritti al Catalogo
dell’Offerta;
 Buoni di Servizio per servizi integrativi iscritti al
Catalogo dell’Offerta;
 Acquisto Posti Utente per servizi integrativi riservati
solo alla città di Bitetto.
La motivazione che ha spinto l’Ambito a prevedere tale ultima
possibilità per la città di Bitetto è dovuta alla presenza di una
69
sola struttura iscritta al Catalogo dell’Offerta, ragion per cui
non ci si poteva basare solo su citato catalogo per erogare
buoni.
Altro finanziamento fondamentale per il nostro Ambito è
quello
inerente
al
Progetto
affido,
denominato
“Affidiamoci…ancora”, tale progetto è in fase attuazione e da
settembre partirà una campagna di comunicazione che
coinvolgerà tutta la comunità dell’Ambito e tutte le istituzioni
al fine sensibilizzare i nostri cittadini sul tema dell’affido.
Ovviamente molta la speranza che quest’Ambito ripone nella
possibilità di essere ammessi al Programma Antiviolenza,
come si è avuto modo di ribadire in diverse occasioni della
presente relazione.
70
“Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente,
nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo,
che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”
(Cesare Pavese)
La dotazione infrastrutturale dell’Ambito Territoriale ed i
servizi autorizzati
La dotazione infrastrutturale dell’Ambito Territoriale è la
seguente:
 277 posti utente per servizi prima infanzia;
 161 posti utente per anziani;
 130 posti utente per diversamente abili;
 10 posti utente per adulti con problematiche psicosociali;
 30 posti utente per servizi per minori;
Rispetto al registro regionale si fa presente come alcune
strutture seppur presenti nel registro della regione Puglia non
siano più attive, oppure per una stessa struttura indichino se si
tratta di sezione primavera/asilo nido, trattandosi comunque
degli stessi posti a disposizione.
Purtroppo emerge come carente sia la dotazione
infrastrutturale soprattutto nel comune di Bitetto, il quale al
momento ha solo due servizi per l’infanzia.
Mentre dai posti utente a disposizione emerge come sia la
città di Bitritto ad avere il maggior numero di posti a
disposizione, seppur abbia molti meno bambini sul territorio
rispetto alla città di Modugno. Ciò induce ad una attenta
71
riflessione su quante siano le famiglie di Modugno che
portano i bambini in strutture fuori dal territorio.
Negli ultimi mesi una nuova struttura ha ottenuto
l’autorizzazione al funzionamento con relativa iscrizione al
registro regionale di una nuova strutture: ed esattamente un
centro polivalente per diversamente abili (art. 105 del Reg.
Reg. n. 4/2007) e un Centro- Socio educativo diurno (art. 52
del Reg. reg. n. 4/2007).
Con le strutture per la prima infanzia è in essere un contratto
di servizio, ed è stato sottoscritto anche un addendum
relativamente all’erogazione dei Buoni di Servizio finanziati dal
Piano di Azione e Coesione I Riparto. Nessuno degli
inserimenti per le altre tipologie di servizi avviene sulla base di
un affidamento o acquisto posti.
Le strutture per la prima infanzia pubbliche di natura pubblica
sono 3: due a Modugno (l’asilo Nido e la sezione primavera di
un plesso scolastico) ed una a Bitritto, struttura pubblica a
gestione terza. I posti utenti totali delle citate strutture sono
100. Mentre le strutture private che si occupano di servizi per
la prima infanzia sono 6.
Si sottolinea come sia in corso l’iter per il rilascio
dell’autorizzazione al funzionamento per una nuova struttura
per la prima infanzia presente sul territorio dell’Ambito.
Purtroppo nessun servizio inerente il contrasto alla violenza
sulle donne è presente sul nostro territorio, ed è per questo
che la scelta di coinvolgere tutte le associazioni di volontariato
72
presenti nella convenzione con il centro antiviolenza ci sembra
di estrema importanza.
Sarebbe importante per noi riuscire a garantire ai nostri
cittadini la permanenza nel proprio territorio, alleviando
quelle
che
potrebbero
essere
le
difficoltà
dell’istituzionalizzazione, lasciando i nostri utenti nel luogo
dove hanno passato tutta una vita.
La carenza di strutture condiziona fortemente, come si è già
detto, l’utilizzo di alcuni finanziamenti come per esempio i
Buoni Servizio di Conciliazione Vita Lavoro.
Si manifesta con urgenza la necessità di incrementare il
numero di strutture per la prima infanzia nel Comune di
Bitetto, soprattutto in considerazione della forte presenza dei
minori di Bitetto in altre strutture dell’Ambito.
Occorre una attenta riflessione su quelle che possono essere
le scelte strategiche, soprattutto in condivisione con il Terzo
Settore, nella consapevolezza che occorre fare il possibile al
fine lasciare i nostri cittadini nel luogo dove hanno passato
una vita.
Spesso si ricorre all’inserimento di utenti in strutture al di fuori
del nostro territorio in modo particolare per ciò che riguarda
strutture residenziali per diversamente abili e per anziani.
Dobbiamo fare il possibile per conciliare la volontà del
cittadino e le esigenze dell’ufficio di Piano. La vicinanza con la
città di Bari di fatto influisce sulla scelta delle strutture in cui
inserire gli utenti. Fra i vari inserimenti annoveriamo la città di
Bari, la città di Bitonto, Bitetto per i centri educativi. Altre
73
strutture vengono utilizzate per ciò che concerne
l’inserimento per donne vittime di violenza, strutture protette
e secretate.
Attualmente una degli istituti scolastici della città di Bitetto è
beneficiari di fondi FESR. Stessa tipologia di fondi in passato è
stata utilizzata per l’Asilo Nido Comunale di Modugno, che
oggi può disporre di una sede con una capienza maggiore
rispetto al passato.
Il nuovo riparto di fondi FESR rappresenta una occasione
importante per aumentare la dotazione infrastrutturale
dell’Ambito Territoriale, al fine di limitare quanto il più
possibile il ricorso a strutture fuori dal territorio, ciò
inducendo un aumento occupazione sul territorio,
considerando anche la possibilità di utilizzo sia di mano
d’opera che di operatori locali.
Abbiamo bisogno di servizi e strutture e che siano pubblico o
privati i nostri cittadini devono avere l’opportunità di restare
sul loro territorio.
74
“Se aggiungi poco al poco,
ma lo farai di frequente,
presto il poco diventerà molto”
Socrate
Le risorse finanziarie impiegate
E’ importante sottolineare che a partire dal mese di ottobre, a
seguito della riorganizzazione dell’Ufficio di Piano con l’attuale
assetto, si è cercato di provvedere a superare quelle criticità
nonché cosiddette “prescrizioni”- indicate in modo puntuale
nel verbale della Conferenza dei Servizi per l’approvazione del
Piano Sociale di Zona del 30/05/2014, che avrebbero, in
seguito, permesso alla Regione Puglia di autorizzare nuove
risorse finanziarie a favore dell’Ambito Sociale Ba10.
Pertanto con le risorse della prima annualità, già impegnate
nei primi mesi del 2014 per assicurare la prosecuzione senza
soluzione di continuità del Servizio di Assistenza Domiciliare in
favore dei cittadini dell’Ambito, è stata indetta una nuova
procedura di gara per l’affidamento dei Servizi SAD e ADI,
comprendente anche le risorse derivate dal Piano Azione e
Coesione Anziani I Riparto.
Per ciò che riguarda il Servizio di Assistenza Domiciliare
Integrata, mai attivata nel territorio dell’Ambito, si è attinto
anche a risorse residue derivanti da programmazione dei
precedenti Piani Sociali di Zona. La riorganizzazione dell’Ufficio
di Piano ha permesso, altresì, sebbene con ritardo rispetto
all’inizio dell’anno scolastico, di assicurare, in favore di alunni
75
diversamente abili frequentanti gli istituti scolastici
dell’Ambito, il Servizio di Assistenza scolastica e Sociale
extrascolastica sino al termine dell’anno scolastico in corso.
Questo Ufficio di Piano si sta attivando per la predisposizione
degli atti propedeutici all’indizione di una procedura di gara
per assicurare il Servizio di Assistenza Educativa per minori
(art. 87 bis Reg. Reg. n. 4/2007), che sarà assicurato con
risorse rinvenienti dalla prima annualità del Piano Sociale di
Zona 2014/2016, nonché con utilizzo, con benestare della
Regione Puglia- Assessorato al Welfare, di risorse residue,
allocate su altri obiettivi di servizio rivolti ai minori, che
altrimenti rimarrebbero giacenti senza possibilità di essere
erogate a favore di eventuali beneficiari.
Le risorse programmate per l’inserimento in strutture “Dopo
di Noi” (art. 57 del Reg. Reg. n. 4/2007) sono state impegnate
assicurando inserimenti di disabili nelle strutture residenziali.
Le risorse programmate per l’inserimento di disabili psichici
stabilizzati in “Casa per la Vita” (art. 70 del Reg. reg. n.4/2007)
sono in via di esaurimento, pertanto il mantenimento degli
utenti in carico e l’inserimento di nuovi soggetti ha richiesto il
rimpinguamento della spesa prevista. Nel 2013 e 2014 sono
state accolte in apposite strutture secretate e protette donne
vittime di violenza ed abusi, anche con figli minori, segnalate
per gli interventi dell’Autorità giudiziaria competente,
utilizzando tutte le risorse collocate su tale obiettivo di
servizio. L’Ambito in fase di riprogrammazione economica
della II annualità ha voluto fortemente garantire nuova
76
copertura finanziaria a tale obiettivo di servizio, al fine di
riuscire a rispondere alle possibili situazioni emergenziali che
potrebbero presentarsi sul territorio. Per la prima volta in
quest’Ambito si è svolta la procedura di gara tesa
all’affidamento della Porta Unica di Accesso (PUA), attiva su
tutto il territorio anche attraverso i Punti Informativi
Territoriali (PIT).
Le criticità emerse sono relative al cofinanziamento comunale
al Fondo Unico di Ambito, per un importo pari al 100% i
trasferimenti regionali, così come indicato nel Piano Regionale
delle Politiche Sociali 2013/2015.
Le difficoltà economiche che tutti gli Enti locali attraversano e
il vincolo imposto dal rispetto del patto di stabilità
rappresentano dei forti ostacoli per il cofinanziamento
costante al fondo Unico di Ambito.
Inoltre lo stesso mantenimento della spesa sociale, a valere sui
bilanci di ciascun Comune, rischia di subire delle variazioni a
causa del blocco dei trasferimenti a livello centrale.
Entrambe le criticità porrebbero l’Ambito nella condizione di
non poter garantire servizi inderogabili, infatti i soli
trasferimenti regionali non sufficienti a poter garantire tutti gli
obiettivi di servizio, considerando che per la spesa del
personale non di ruolo dell’Ufficio di Piano ad oggi si attinge
dai trasferimenti regionali.
Occorre considerare l’onere che cade sul Fondo Unico di
Ambito rispetto al Piano di Azione e Coesione I e II riparto il
quale meccanismo è basato sul finanziamento dopo
77
l’attestazione della spesa, ed è evidente che i tempi di
“anticipo” sopportabile per il Fondo Unico di Ambito non
conciliano con i tempi delle varie “piattaforme utilizzate” al
fine della rendicontazione, non è pensabile che si possa
esporre di un importo elevato il “Fondo Unico di Ambito”.
78
L’Integrazione tra
politiche e interventi
territoriali
79
“È la nostra luce, non la nostra ombra,
quella che ci spaventa di più”
Nelson Mandela
L’Integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le
politiche attive del lavoro e dell’istruzione, le politiche di
contrasto alla povertà.
Al fine di perseguire una politica sociale quanto più efficace e
vicina ai bisogni dei cittadini occorre non limitarsi alle sole
opportunità di diritto concesse all’Ambito Territoriale,
perseguendo l’obiettivo costante di integrare quanto più
possibile la rete dei soggetti che si occupano del Welfare nel
nostro contesto.
L’Accordo di Programma sulle Cure Domiciliari Integrate
siglato fra l’Ambito Territoriale e il Distretto Socio Sanitario n.
9 rappresenta un elemento essenziale per indirizzare quello
che è l’operato di tutti gli attori coinvolti.
Condividere la responsabilità di dover perseguire ogni sforzo
affinché i nostri cittadini ricevano tutta l’assistenza di cui
necessitano è un grande obiettivo, che necessita di tutta la
condivisione, la collaborazione e la comprensione possibile.
Ciò al fine di ottenere un miglioramento dell’offerta dei servizi
e delle prestazioni a domicilio ed il rafforzamento
dell’integrazione tra i servizi sanitari e socio-assistenziali con
riferimento prioritario al servizio CDI, al fine di favorire
l’autonomia e la permanenza a domicilio della persona non
80
autosufficiente e l’efficienza economica della organizzazione
delle prestazioni erogate.
Parte fondante del citato accordo è l’istituzione della Porta
Unica di Accesso, la quale svolge un ruolo essenziale
nell’erogazione delle prestazioni socio sanitarie.
L’applicazione delle politiche attive della casa hanno trovato
applicazione sia nei contributi per il canone di locazione, che
sul territorio hanno rappresentato un sostegno fondamentale
per i cittadini, sia per ciò che concerne il contributo per la
morosità incolpevole, senza esimersi dal citare il contributo di
premialità.
Tale sostegno messo a disposizione dei nostri cittadini (L.
9/12/98, n.431) è stato un aiuto concreto per affrontare
situazioni emergenziali, soprattutto in considerazione delle
gravi difficoltà che la progressiva perdita di posti di lavoro ha
indotto.
La partecipazione a progetti con finanziamenti dell’Unione
Europea o altri Enti.
Di notevole importanza per il territorio è il Progetto SPRAR
"L'Accoglienza" triennalità 2014-2016 in corso nel comune di
Bitritto, che ha scelto di aderire al Progetto Territoriale “La
Dimora”, promosso dall’Ambito Territoriale di Putignano, che
vede il Comune impegnato nel garantire ospitalità ai rifugiati
adoperandosi al fine di garantire la massima integrazione con
il resto della comunità.
81
L’Amministrazione Comunale di Bitetto ha scelto di adottare la
Carta delle Pari opportunità, al fine di “contribuire alla lotta
contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavorogenere, età, disabilità, etnia, fede religiosa, orientamento
sessuale - impegnandosi al contempo a valorizzare le diversità
all’interno dell’organizzazione, con particolare riguardo alle
pari opportunità tra uomo e donna”.
Il Comune di Bitritto e il comune di Bitetto fanno parte del
Progetto “Gal Conca Barese” progetto il cui obiettivo generale
è quello di “migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e
promuovere la diversificazione delle attività economiche”, si
sottolinea come sul territorio comunale sia presente anche
uno sportello informativo.
L’Amministrazione comunale di Bitritto ha aderito alla
progetto “La Fabbrica del Cittadino”, al fine di ottemperare
alla creazione di un canale diretto ed immeditato con la
cittadinanza, anche attraverso la costruzione di un link
dedicato al comune di Bitritto.
Molta la fiducia riposta nella adesione dell’Ambito Sociale al
“Programma Antiviolenza della Regione Puglia”, sperando che
possa rappresentare l’inizio di un cambiamento culturale e
sociale per l’intera comunità.
Già citato il prezioso apporto per l’Ambito del Piano di Azione
e Coesione I e II Riparto.
82
“Per essere felice, occorre una cosa sola: amare,
e amare con sacrificio di sé, amare tutti e tutto,
stendere in tutte le direzioni la tela di ragno dell’amore:
chi ci capita dentro, quello va preso”
(Lev Tolstoj)
La promozione del Capitale sociale, il coinvolgimento delle
risorse solidaristiche e fiduciarie del territorio, la
partecipazione dei cittadini.
Con il nuovo assetto organizzativo dell’Ufficio di Piano sin
dall’inizio si è tentato di coinvolgere il partenariato sociale,
infatti diversi gli incontri avvenuti in questi mesi al fine di
rendere quanto più trasparente l’agire dell’Ambito
Territoriale. E’ il caso della riprogrammazione economica
condivisa sia con le sigle sindacali che con il Terzo Settore,
identica strategia è stata adottata per ciò che concerne il II
Riparto del Piano di Azione e Coesione.
Il ruolo svolto dalle Associazioni di Volontariato presenti sul
territorio è di vitale importanza per i cittadini, i quali possono
contare sull’apporto indispensabile e onnipresente delle varie
associazioni presenti sul territorio.
A tal proposito si è scelta come strategia di implementazione e
coinvolgimento del partenariato sociale di legare ogni
procedura di gara alla sottoscrizione di protocolli di intenti fra
le associazioni di volontariato con sede legale nel territorio, e i
concorrenti alle nostre procedure. Tale scelta è stata applicata
per il servizio SAD e ADI, per l’Assistenza Domiciliare ai
83
Diversamente Abili, per la Porta Unica di Accesso, per il Centro
Antiviolenza, per l’Asilo Nido di Modugno e sarà la prassi con
cui l’Ufficio di Piano agirà sempre nel tentativo perenne di
coinvolgere il Terzo Settore in modo costante.
Gli stessi Cantieri di Cittadinanza hanno rappresentato una
importante occasione per coinvolgere il capitale sociale, infatti
sono ben due i Cantieri presentati dal Terzo Settore.
Una delle associazioni di volontariato presenti sul territorio,
con la quale è in essere il già citato progetto “The Social
Factory”, è stata ammessa dalla Regione Puglia al
finanziamento rinveniente dal programma regionale “Puglia
Capitale Sociale”. Il progetto in questione è denominato
“School Radio” ed è una iniziativa rivolta alle giovani
generazione in materia di “prevenzione e contrasto all’Hiv e
patologie correlate”, attraverso la costruzione di una
redazione giornalistica formata da giovani studenti,
coinvolgendo anche allievi diversamente abili.
Altra iniziativa fondamentale in atto sul territorio dell’Ambito
è “Modugno Lab 2.0, la creatività è progresso”, finanziato
dalla Regione Puglia, “Bollenti Spiriti”. L’iniziativa si
caratterizza per l’intento di “di creare nuove sinergie tra le
realtà giovanili esistenti e il sistema socio-economico, al fine di
sperimentare percorsi innovativi, partecipati e condivisi per
sostenere e sviluppare la creatività auto-sostenibile”.
All’interno del citato laboratorio sono stati anche inseriti
utenti su indicazioni dei Servizi Sociali Professionali.
84
E’ prerogativa dell’Ambito riuscire ad investire quanto più
possibile in materia di comunicazione, al fine di ottenere un
maggiore coinvolgimento della comunità tutta. Attualmente
l’Ambito non dispone di un sito on line e neanche di un profilo
sui social network più in voga fra le giovani generazioni. Il
canale telematico più utilizzato restano i siti istituzionali dei
tre comuni dell’Ambito. E’ evidente la necessità di rivedere gli
strumenti comunicativi adottati fin’ora, ed è uno dei prossimi
obiettivi da raggiungere. Adottando tecniche di comunicazione
quanto più “virali” possibili, raggiungendo tutti i vari target
della popolazione, condividendo notizie, eventi, vittorie ed
anche sconfitte.
85
Esercizi di costruzione
organizzativa e
governance del Piano
Sociale di Zona
86
“Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme
e non solo uno per uno”
(Enrico Belinguer)
Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto nella
governance territoriale
I tre Comuni dell’Ambito Territoriale hanno rinnovato la
convenzione per la Gestione Associata delle funzioni e dei
Servizi socio-assistenziali (ex art. 30 D. Lgs. n. 267/2000 – L.R.
n. 19/2006), il 30 aprile del 2014. Conseguentemente alla
sottoscrizione della Convenzione è stato adottato il
disciplinare del Coordinamento Istituzionale, che agisce e
delibera guidato dal principio della leale collaborazione, e il
regolamento dell’Ufficio di Piano, che ne definisce ruolo e
composizione, garantendo altresì le figure professionali
previste.
L’Ufficio di Piano cura i rapporti di leale collaborazione con
tutti i settori interessati dei tre comuni dell’Ambito,
coinvolgendo ove necessario tutti i settori competenti, ma gli
interlocutori principali restano i Servizi Sociali Professionali di
ognuno dei tre Comuni.
I rapporti con il Distretto Socio Sanitario n.9, come si è avuto
modo di ribadire più volte, sono di reciproca e leale
collaborazione e condivisione, ciò testimoniato in ultimo dal
grande lavoro svolto sia in occasione dell’attivazione di
fondamentali servizi come la Pua e l’Assistenza Domiciliare
Integrata, l’Accordo di Programma per le Cure Domiciliare
87
Integrate, e la sottoscrizione dei protocolli per le èquipe affido
familiare e adozione e contrasto alla violenza di genere e
tutela dei minori.
Uno degli altri risultati raggiunti è l’approvazione del
Protocollo della Cabina di Regia, organo di monitoraggio non
ancora presente nell’Ambito.
Si da atto come grazie alla preziosa collaborazione delle
Istituzioni Scolastiche dell’Ambito e ai rappresentanti del
Terzo Settore sia stato possibile individuare i nominativi dei
componenti della Cabina di Regia dell’Ambito Territoriale
Ba10.
La concertazione costante con tutti i protagonisti del territorio
viene garantita dagli incontri frequenti che ci sono stati, nella
trasparenza che si è cercato di imprimere nell’attività svolta
dall’Ambito Territoriale e nel coinvolgimento costante di tutto
il Terzo Settore. Forte è la consapevolezza che occorre fare
ancora di più, perseguendo la massima collaborazione
possibile.
88
Conclusioni
Trarre e raccontare conclusioni non è mai semplice, ma
d’altronde nulla è semplice quando tutti i giorni ti occupi di
sociale e di diritti. La verità è che non esistono le storie
perfette, non esistono le persone perfette e non esistono i
servizi perfetti. E guai se dovessimo pensare che non c’è nulla
da migliorare, guai se ci dovessimo adagiare sulla
consapevolezza di aver raggiunto piccoli risultati. Noi, non
siamo nelle condizioni di poter “smettere di trattenere il
fiato”, sono troppe le sfide che ancora abbiamo davanti a noi,
conservando sempre la voglia irresistibile di continuare a
“crescere e sognare”, di continuare ad affrontare le sfide che il
momento storico che attraversiamo ci pone davanti.
Dobbiamo dare risposte a chi tutti i giorni affronta le difficoltà
della vita, dobbiamo essere in grado di divenire una calamita
per attrarre investimenti sociali, capitale sociale umano, il cui
valore non è quantificabile.
Abbiamo bisogno di credere che il welfare esiste, che il sociale
esiste e, perdonatemi l’inflessione romana, “regge botta”,
nonostante la grande “bolla speculativa” che ci è piombata
addosso. Se lavoriamo bene, se non ci fermiamo davanti alle
difficoltà, ma con caparbietà e coraggio andiamo avanti allora
potremmo raggiungere uno degli obiettivi di servizio più
autentici, più veri, più puri che possano esistere: ridare
DIGNITA’ a coloro che ne sono stati privati.
89
Il più grande ringraziamento va ai cittadini di Modugno,
Bitetto e Bitritto, ai più fragili, agli anziani e ai bambini, nei cui
occhi c’è ancora tutta la speranza per un futuro migliore.
Ad maiora semper
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”
(art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana)
Dott.sa Antonella Lenoci
Referente Area Programmazione e Progettazione
90
A chi chiede:
“Non era meglio rimanere a casa piuttosto che
morire in mare?”,
rispondo:
“Non siamo stupidi, né pazzi. Siamo disperati e
perseguitati.
Restare vuol dire morte certa, partire vuol dire
morte probabile.
Tu che sceglieresti? O meglio cosa sceglieresti
per i tuoi figli?”
A chi domanda:
“Cosa speravate di trovare in Europa?
Non c’è lavoro per noi figurarsi per gli altri”,
rispondo:
“Cerchiamo salvezza, futuro, cerchiamo di
sopravvivere.
Non abbiamo colpe se siamo nati dalla parte
sbagliata e soprattutto voi non avete alcun
merito di essere nati dalla parte giusta”.
Awas Ahmed, rifugiato somalo in Italia,
intervistato dal Centro Astalli.
91
92