in buddha veritas - arium.ch | Giovanni Quirici
Transcript
in buddha veritas - arium.ch | Giovanni Quirici
044_051 Ladakh:V14 1/10/08 16:35 Page 44 IMPRESE IN BUDDHA VERITAS VERTICAL Come succede spesso, tutto è cominciato con una foto. Giovanni Quirici è appena rientrato dal Pakistan allorchè i suoi amici di arrampicata gli mostrano questa piramide ancora vergine, nel sud del Ladakh. Messa la pulce nell’orecchio, non resta che preparare gli zaini ed andare con gli amici alla scoperta del Piccolo Tibet. In un ambiente selvaggio ed affascinante, aprono una nuova via molto esposta nel cuore del Ladakh, Samsara is Nirvana. di Giovanni Quirici 44 1/10/08 16:35 Page 45 ono appena tornato dalla mia spedizione alle Torri del Trango, in Pakistan, quando Philippe Chabloz, vecchio lupo del Salève e grande viaggiatore, mi parla di una piramide completamente vergine nella zona sud-est del Ladakh. Philippe percorre queste regioni in lungo e in largo da più di 25 anni, il che gli ha consentito di pubblicare, nel 2006, la prima guida di trek della regione, con 19 itinerari descritti alla perfezione (Ladakh-Zanskar, presso le edizioni Olizane). Ben seduti su una comoda poltrona a casa di Philippe, Guy Scherrer, Claude Chardonnens, Elie Chevieux, la mia compagna e io guardiamo con molta attenzione una diapositiva proiettata su uno schermo bianco. Sembrerebbe pura follia ad un osservatore esterno, ma di fatto è più di mezz’ora che commentiamo questa diapositiva piuttosto insignificante. È opera di Philippe, che ha scattato l’immagine nel 1982. All’epoca, le sue mani avevano toccato lo zoccolo di questa cima vergine all’ingresso delle gole di Karnak, un’immagine che non ha mai dimenticato. S Pagina di sinistra: l’entrata delle Gole di Karnak, un magnifico paesaggio a più di 4.000 m d’altezza. Foto Giovanni Quirici. Qui sotto: (da sinistra a destra) Guy Scherrer, Claude Chardonnens, Philippe Chabloz sulla via Samsara is Nirvana. Foto Giovanni Quirici. Con un dito ci mostra una zona grigia dove il calcare è probabilmente più solido. Su questi altipiani desertici situati tra i 4.000 e i 6.000 metri d’altitudine, la roccia si scioglie come se fosse zucchero. L’ottimismo del gruppo è alle stelle, ma rimangono dei dubbi sulla qualità della roccia. Eccoci qui su una terrazza, seduti su alcune sedie di plastica, a Leh, dove lo schermo bianco della diapositiva è stato sostituito da una vecchia stupa bianca. Sembra che una sovrapposizione d’immagini abbia compresso il tempo. Mi 45 VERTICAL 044_051 Ladakh:V14 044_051 Ladakh:V14 1/10/08 16:35 Page 46 IMPRESE Qui sopra: nomadi con le loro bestie, errano in questi altopiani desertici. Foto Philippe Chabloz. Pagina di destra: Guy Scherrer sulla seconda lunghezza (7b) di Samsara is Nirvana. Foto Elie Chevieux. sento pervaso dalla sensazione mistica che mi conquista sempre durante una scalata, quella della curvatura del tempo. A Leh passiamo alcuni giorni, ritmati dal tè, per acclimatarci: e poi i bagagli di Guy, che contengono tra l’altro la metà degli spit con cui siamo partiti, non sono ancora arrivati. L’otto luglio siamo costretti ad arrenderci di fronte all’evidenza: bisogna partire per Hemis senza il materiale che avevamo previsto. Il Ladakh, territorio compreso tra le due più alte catene montuose al mondo, l’Himalaya a sud e il Karakoram a nord, è una regione dove la rarità della vita è forse la ragio- ne della sua bellezza.Avanziamo a piedi, con 12 cavalli, carovanieri, una guida, un cuoco e un aiuto-cuoco, fino a Chukirmo, dove arriviamo durante la serata. Il giorno successivo, sulla cima del primo colle, Philippe tira fuori delle bandiere tibetane per festeggiare il nostro primo 5.000. VERTICAL Sono centinaia le bandiere da preghiera che sventolano sulla cima: quelle che abbiamo appena piantato brillano e si agitano allegramente, mentre le altre sono segnate dal tempo, slavate e strappate da vento, sole, polvere e neve. Rimango ipnotizzato dalla valle di Nimaling dominata dal maestoso Kang Yatze (6.400 m), e mi lascio Avanziamo a piedi, con 12 cavalli, 2 carovanieri, una cullare dall’eco silenzioso delle preghiere che si propagano nello guida, un cuoco e un aiuto-cuoco, fino a Chukirmo, spazio. La nostra presenza imprevista su questi sentieri nomadi sordove arriviamo durante la serata. prende un branco di giovani bharal che si precipitano sull’altra 46 1/10/08 16:35 Page 47 47 VERTICAL 044_051 Ladakh:V14 044_051 Ladakh:V14 1/10/08 16:35 Page 48 IMPRESE La parete si staglia finalmente davanti a noi. Guy ha già infilato le scarpe d’arrampicata e, fremente d’entusiasmo, si è già lanciato sul primo tiro. Saltella tra una presa e l’altra come una buona guida di montagna e, nel momento in cui fora il primo buco, esclama «Yeeah! Good vibration!». Siamo tutti molto eccitati. La roccia di questa prima parte sembra davvero magnifica, con un gran bel passaggio in strapiombo 7b abbastanza impegnativo. Claude e Philippe ci seguono da vicino con le corde statiche che ci consentiranno, l’indomani, di raggiungere più rapidamente l’ultimo punto raggiunto. Elie, sospeso su una corda fissa, scatta alcune foto con il suo apparecchio Hasselblad. Come acrobati della precarietà, dobbiamo continua- Dato che è impossibile piazzare mente trovare una posizione che ci consenta di avere dadi da incastro, chiodi o ganci, apertura e ricerca dell’itinerario una mano libera per forare la roccia e piazzare uno spit. partendo dal basso richiedono VERTICAL china. La sera stessa un gipeto barbuto vola in cerchio sulle nostre teste. Finiremo per incontrare il leopardo delle nevi? Dopo quattro giorni di marcia arriviamo aTsokra, dove montiamo il nostro campo base per i prossimi dodici giorni. Alcune case abbandonate e un po’ d’orzo indicano una presenza umana recente. Queste costruzioni, a 4.100 m, formano dei piccoli villaggi dove i nomadi si rifugiano per l’inverno, dopo aver passato l’estate a più di 5.000 m con il bestiame. In queste valli incantate e quasi abbandonate dai loro abitanti ci sono ora dei turisti che errano alla ricerca di spazio. 48 044_051 Ladakh:V14 1/10/08 16:36 Page 49 Pagina di sinistra: Claude Chardonnens sulla decima lunghezza (7a) di Samsara is Nirvana. Foto Elie Chevieux. Qui a fianco: queste pietre religiose chiamate mani, hanno accompagnato gli alpinisti durante tutto il viaggio. Foto Philippe Chabloz. Qui sotto: cavalli al campo base pronti a partire. Foto Elie Chevieux. 49 VERTICAL Qui sotto, a destra: l’incredibile piramide di Samsara is Nirvana. Foto Philippe Chabloz. 044_051 Ladakh:V14 VERTICAL IMPRESE 50 1/10/08 16:36 Page 50 1/10/08 16:36 Page 51 Pagina di sinistra: Giovanni Quirici sulla decima lunghezza (7a) di Samsara is Nirvana. Foto Elie Chevieux. molta attenzione e anticipazione. Come acrobati della precarietà, dobbiamo continuamente trovare una posizione che ci consenta di avere una mano libera per forare la roccia e piazzare uno spit. Il tipo di roccia calcarea, il numero limitato di spit e la scelta di cercare di forare il meno possibile la roccia, rendono l’operazione ancora più impegnativa. Il terzo giorno, dopo aver percorso i primi 350 m di corde statiche risalendo con le jumar, siamo pronti ad affrontare il decimo tiro. Posiamo mani e piedi con molta attenzione sulle microprese, piccole asperità della pietra appena visibili. La qualità della roccia di questa splendida zona verticale grigia ci trasporta sulle scogliere di calcare in riva al mare, mentre in realtà siamo a circa 4.500 m d’altitudine! Dopo un giorno di pausa e uno di pioggia siamo di nuovo in forma smagliante. Al campo base, i binocoli sono tutti puntati sulla parete. Come artisti ipnotizzati dalla propria opera, percorriamo scrupolosamente questa piramide vergine alla ricerca di una linea dove la roccia sem- Qui sopra: un piccolo Budda veglia ormai sulla valle. Foto Giovanni Quirici. bra della migliore qualità. Rieccoci lassù in alto, perfettamente coscienti di ogni nostro gesto, dato che ogni errore potrebbe rivelarsi fatale a causa della distanza degli spit e del terreno accidentato. Dopo un tiro magnifico di 60 m (7a) con sette spit e senza altre possibilità di protezione, il nostro sogno di salire in libera questa piramide vergine persa in una terra d’oblio sembra davvero stia per avverarsi. Ultimi passi d’arrampicata, così vicini alla meta! Si sente ancora planare il dubbio nel momento in cui ci lanciamo nel diedro capriccioso della dodicesima lunghezza 6c; poi un 6b+ con un tetto birichino, uno splendido 6a su un calcare arancio molto abrasivo, e una cresta esposta ci consentono di arrivare in cima, dopo 650 m di salita. Poso a terra un piccolo Buddha che sembra abbracciare la valle intera con il suo sguardo pieno di benevolenza, e lo circondo di bandiere da preghiera in segno di rispetto nei confronti di una cultura millenaria. Seduto su un angolo del mondo, mi lascio trasportare dall’orizzonte che a sua volta mi mette in comunicazione con l’infinito: Samsara is Nirvana. n 51 VERTICAL 044_051 Ladakh:V14