SCARDANZAN 04 - Protesi Arto Superiore

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SCARDANZAN 04 - Protesi Arto Superiore
PROTESI : "Ausilio ortopedico che vicaria o sostituisce,
seppur parzialmente l'arto mancante sia sotto l'aspetto
funzionale che estetico."
In particolare le protesi di arto superiore possono essere
classificate in vari modi, secondo si utilizzi come
discriminante, il livello di amputazione, le caratteristiche
funzionali, il tipo di energia utilizzata.”.
CENNI STORICI
Le prime protesi di arto superiore di cui siamo a conoscenza risalgono ai
tempi dell'antico Egitto. E' stata infatti ritrovata una mummia, che pare
risalire a 2000 anni a.C., munita di una mano artificiale.
Sappiamo che nel periodo medioevale le protesi erano costruite dagli artigiani
specializzati nella fabbricazione delle armature dei cavalieri ed erano parte
integrante di queste ultime.
Le prime protesi di mano risalgono al 1400, erano realizzate in ferro e
possedevano dita mobili passivamente e bloccabili nella posizione di presa.
Le prime protesi di braccio apparvero verso la fine del XV secolo: alcune
avevano il gomito fisso, altre mobile e possedevano dei fori nell'avambraccio
per diminuirne il peso.
Nel 1863 fu ritrovata lungo le rive del Reno, con il resto
dell'armatura, una protesi metallica nota con il nome di
"mano di Alt-Ruppin". Come le precedenti essa risale alla
fine del XV secolo; il pollice era indipendente e le altre dita,
unite a coppie, erano bloccabili mediante due bottoni posti
nel palmo.
CLASSIFICAZIONE PROTESI
CARATTERISTICHE di una PROTESI di ARTO
SUPERIORE:
Si evidenziano di seguito le principali caratteristiche
che deve avere una protesi di arto superiore.
1) Funzionalità unitamente ad una cosmesi
accettabile.
2) Minor peso ed ingombro possibile.
3) Autonomia di funzionamento minima capace di
coprire l'intera giornata.
4) Elevato grado di affidabilità del sistema.
STRUTTURA di una PROTESI di ARTO
SUPERIORE:
Si può schematizzare una protesi di arto
superiore in 3 elementi :
ORGANO DI PRESA
PARTI DI COLLEGAMENTO con eventuali
articolazioni
INVASATURA
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

INVASATURA
E’ la parte della protesi che va a contatto con il moncone, deve
essere personalizzata per ciascun paziente in modo da
garantire una perfetta simbiosi con il moncone e deve essere
costruita con materiali che non provochino allergie. Viene
realizzata partendo dal modello di gesso del moncone, e dopo
essere stata provata, deve garantire il perfetto controllo della
protesi, anche nel compiere le manovre più complesse. Deve
essere aderente al moncone, pur senza causare fastidio o
dolore al paziente. Per calzare la protesi l’utente può utilizzare
una calza, scelta in base al tipo del moncone, così da
alloggiare bene le masse muscolari all’interno dell’invasatura;
una volta fatto questo, la calza viene sfilata.
ORGANO DI PRESA
La funzione svolta dagli attuali dispositivi commerciali, è quella
di apertura e chiusura della mano. Tale movimento è realizzato
dalla chiusura del pollice sulla coppia indice - medio solidali tra
di loro. L’unica articolazione presente è
quella metacarpo - falangea. Tale presa a pinza, viene chiamata
“tridigitale” appunto dal fatto che partecipano 3 dita alla presa.
Le rimanenti 2 dita vengono utilizzate con
funzione estetica.
In taluni casi si utilizzano dei veri e propri ganci o
manipolatori, in cui l’aspetto estetico viene trascurato, al
fine di ottenere le maggiori prestazioni funzionali possibili.
Vengono utilizzati per lavori particolarmente pesanti, e
sono dotati di un attacco intercambiabile che ne permette
la sostituzione con una mano.
Il controllo per queste protesi può essere fondamentalmente di 2 tipi :
• ON-OFF
• PROPORZIONALE
Nel primo caso il circuito di controllo pilota il motore della mano nella
direzione
specificata con una potenza pari alla massima potenza disponibile,
costringendo il
paziente a fare tante piccole contrazioni per avere un movimento fine e
preciso. Nel caso di controllo proporzionale invece, il circuito di comando, che
comprende
solitamente un microprocessore, viene non solo rilevata l’attività muscolare,
ma viene anche quantificata, ed in base a questo valore, si provvede a pilotare
il motore della mano con più o meno potenza. In questo modo, ad una
contrazione lieve corrisponderà un piccolo movimento delle dita, con una
contrazione più forte si avrà un movimento più rapido ed ampio.
ARTICOLAZIONI PASSIVE A FRIZIONE
Sono articolazioni troviamo le articolazioni che vengono
disposte solitamente a metà dell’avambraccio e/o del
braccio, per permettere di atteggiare l’arto in particolari
situazioni. Sono di tipo a frizione, e per atteggiarle
l’utente fa leva con l’arto contro un punto di appoggio
fino ad ottenere la posizione desiderata. Questi dispositivi
vicariano l’articolarità a livello della spalla e permettono
di facilitare certe funzioni aumentando la flesso
estensione, la abduzione adduzione, la intra extra
rotazione.
COMPONENTI PER MANI
POLSI E GIUNTI
PRONOSUPINAZIONE ARTIFICIALE
E’ una articolazione a livello del polso che
permette di realizzare una rotazione in senso
orario ed antiorario della mano rispetto
all’avambraccio. La funzione di prono supinazione è fondamentale per permettere ad
un amputato bilaterale di alimentarsi
autonomamente.
GOMITO ARTIFICIALE
Questo dispositivo permette di realizzare la flessione e l’estensione
dell’avambraccio rispetto al braccio. Il campo di funzionamento è rappresentato
da una variazione angolare di circa 140°-150°. Sono attualmente disponibili
gomiti che utilizzano per il proprio funzionamento energia corporea o energia
extra -corporea .
Il Gomito ad energia corporea o cinematico, utilizza due bretellaggi posti ad
otto sulle spalle per flettere l’avambraccio e per bloccarlo nella posizione
desiderata. La discesa avviene grazie alla forza di gravità.
Il gomito ad energia extra corporea, è invece un dispositivo elettromeccanico,
che viene comandato da appositi sensori come accade per la mano ed il polso.
Chiaramente una protesi con un gomito elettromeccanico è più pesante, ma
risulta l’unica soluzione disponibile per monconi risultanti da amputazioni
transomerali particolarmente prossimali e per disarticolazioni di spalla.
PROTESI COSMETICHE O ESTETICHE
Queste protesi hanno come fine la ricostruzione di un
segmento corporeo mutilato nell’ottica di ripristinare
l’integrità corporea con particolare cura verso
l’aspetto estetico. Questa famiglia di protesi può a sua
volta suddividersi in:
protesi cosmetiche esoscheletriche o tradizionali
protesi cosmetiche endoscheletriche o modulari


Nel primo caso troviamo le pareti esterne della
protesi costruite con materiali rigidi, e la parete
della protesi ha una funzione strutturale e portante,
e su di essa viene ricercata la forma cosmetica
esteriore. Trovano applicazione a partire
dall’amputazione parziale di dito, di mano,
disarticolazione di polso, amputazione transradiale,
disarticolazione di gomito ed amputazione
transomerale.
La protesi di tipo modulare è caratterizzata
dall’essere costituita da componenti tubolari e
modulari che realizzano la funzione portante e
strutturale, lasciando ad una copertura di materiale
espanso, sagomata con riferimento all’arto residuo,
il ruolo estetico. In tal caso si ottiene un risultato
cosmetico ottimo, anche in relazione che la protesi
risulta morbida al tatto. Si applicano tali protesi per
amputazioni trans-omerali ed amputazioni
interscapolari.
E’ possibile classificare le PAS anche in ragione del livello di
amputazione. Per questa suddivisione si richiama la norma ISO 9999 (o
EN29999 per quanto riguarda la sola Europa) classe 06.18 che individua
le seguenti categorie:
- PROTESI DI DITO e AMPUTAZIONE PARZIALE DI MANO
- PROTESI ESTETICHE PER DISARTICOLAZIONE DEL POLSO
PROTESI DI DITO E PER AMPUTAZIONE
PARZIALE DI MANO
In caso di amputazioni di dito e parziali di mano
l’utente richiede una protesi per ripristinare la
cosmesi originaria della mano. In tal caso è possibile
ottenere risultati stupefacenti con protesi
esoscheletriche al silicone.
DISARTICOLAZIONE DI POLSO
Tale livello di amputazione, soprattutto se i processi stiloidei di radio ed
ulna non sono stati resecati e quindi è possibile utilizzarli come punto di
contro discesa della protesi, permette di applicare protesi sia estetiche
(con la sola esclusione della cosmetica modulare in quanto non vi sono
gli spazi per l’applicazione dei vari moduli) che funzionali, con il grande
vantaggio di lasciare completamente libera l’articolazione del gomito e di
consentire una prono supinazione fisiologica da parte del paziente. In
questo caso si può applicare anche una protesi a comando mioelettrico
con la sola condizione di trovare dei segnali elettromiografici in grado di
garantirne il corretto funzionamento. La presenza della mano
elettromeccanica può provocare una leggera dismetria volumetrica
rispetto all’arto contro laterale, mentre risulta irrilevante la variazione di
lunghezza.
PROTESI ESTETICHE TRANSRADIALI
Mano con tutte le dita rigide
AMPUTAZIONE TRANSRADIALE
In tali casi si può generalmente ottenere un ottimo risultato,
sia con l’applicazione di protesi cosmetica (passiva) che
funzionale (attiva). Chiaramente se il moncone risulta
particolarmente lungo non sarà possibile applicare una
estetica modulare, per le stesse ragioni chiarite nel caso di
disarticolazione di polso. L’invasatura per questi
livelli di amputazione generalmente include il gomito
dell’arto amputato, provocandone una lieve limitazione
funzionale. Il livello transradiale permette anche nei casi di
bilateralità di ottenere buoni risultati sia utilizzando protesi
ad energia corporea (cinematiche), che extra corporea.
PROTESI PER LA
DISARTICOLAZIONE DEL
GOMITO: estetica
tradizionale
per la disarticolazione o
per le congenite o
acquisite al livello del
gomito con con
bretellaggio
DISARTICOLAZIONE DI GOMITO
La disarticolazione di gomito offre buone caratteristiche per
la protetizzazione, a patto che siano presenti i semicondili
omerali, in quanto queste sporgenze ossee fungono da
elementi di contro - discesa per la protesi. Si riesce quindi a
mantenere libera l’articolazione della spalla e quindi lasciare
la intra - extra rotazione fisiologica dell’arto. In questo caso è
possibile l’applicazione di un gomito ad energia corporea
che viene azionato dall’utente replicando il movimento
fisiologico tramite una anteposizione ed abduzione
dell’omero.
PROTESI TRANSOMERALE
estetica tradizionale per
amputazione sopra il gomito
con bretellaggio
AMPUTAZIONE TRANSOMERALE
Secondo la lunghezza del moncone, l’invasatura andrà ad
abbracciare o meno, oltre alla parte di omero residua.
Qualora la lunghezza dell’omero residuo sia inferiore al 40%
della lunghezza originale, oppure nel caso vi siano delle
limitazioni funzionali a carico della spalla, si può
ricorrere ad un gomito elettromeccanico. L’introduzione di
questo dispositivo comporta un aumento dei consumi della
protesi, ed un aumento di peso di circa 500
grammi.
DISARTICOLAZIONE DI SPALLA ED AMPUTAZIONE
INTERSCAPOLOTORACICA
Sono i livelli più prossimali ai quali viene applicata una protesi. Anche in
questo caso si può applicare sia una protesi estetica (sia tradizionale che
modulare), che una protesi funzionale ad energia extra corporea con
comando mioelettrico o tramite altri sensori. Nonostante l’inevitabile
aumento di peso della protesi e della complessità realizzativa, si
ottengono ottimi risultati sia su pazienti mono che bilaterali. Nei casi di
amputazione interscapolotoracica, si applicano spesso protesi cosmetiche
modulari con funzione di protezione e di riequilibro dell’assetto corporeo,
con possibilità di presa bimanuale. Raramente sono disponibili segnali
elettromiografici che permettano l’applicazione di una protesi funzionale.
PROTESI SCHELETRICHE
La protesi di tipo modulare è caratterizzata
dall’essere costituita da componenti tubolari e
modulari che realizzano la funzione portante e
strutturale, lasciando ad una copertura di materiale
espanso, sagomata con riferimento all’arto residuo,
il ruolo estetico. In tal caso si ottiene un risultato
cosmetico ottimo, anche in relazione che la protesi
risulta morbida al tatto. Si applicano tali protesi per
amputazioni trans-omerali ed amputazioni
interscapolari.
PROTESI DI TIPO MODULARE (SCHELETRICA)
TRANSOMERALI
PROTESI PER DISARTICOLAZIONE DI SPALLA:
estetica di tipo modulare (scheletrica) per
disarticolazione di spalla con articolazione sferica
PROTESI PER AMPUTAZIONE DI SPALLA(EX
AMPUTAZIONE INTERSCAPOLARE): estetica di tipo
modulare scheletrica per amputazione polare con
articolazione sferica di spalla
I grossi vantaggi di queste protesi si possono elencare
nei seguenti punti :
• Leggerezza
• Affidabilità
• Robustezza
• Assenza di accumulatori di energia elettrica
(Batterie)
Gli svantaggi di tale soluzione sono legati a :
• Limitata forza di presa
• Limitazioni funzionali su alcuni livelli di amputazione
• Movimenti più faticosi
PROTESI MIOELETTRICHE
PROTESI ATTIVE ad ENERGIA EXTRA
CORPOREA - MIOELETTRICHE
Utilizzano l’energia fornita da accumulatori per azionare un motore
elettrico in corrente continua il cui verso di rotazione determina la
chiusura o l’apertura della mano. A seconda poi del tipo di comando
utilizzato dal paziente (tipo di sensori) si suddivide ulteriormente la
classificazione.
Nelle protesi a comando mioelettrico occorre predisporre
nell’invasatura una sede per ospitare gli elettrodi. Anche questa
operazione deve essere fatta con la massima cura per permettere
al paziente di controllare bene la protesi stessa. Occorre che gli
elettrodi siano posti su muscoli che forniscano un segnale
elettromiografico sufficiente e che non interferiscano tra di loro,
ed inoltre che non si attivino a seguito di altri movimenti, se non
quelli desiderati. Da questa breve descrizione si evidenzia come
sia importante ed allo stesso tempo complesso costruire una
invasatura ottimale, e come nel caso di protesi mioelettriche sia
problematico posizionare correttamente gli elettrodi.
Vi sono stati diversi tentativi per utilizzare energie
alternative a quella corporea, ma la soluzione che ha dato i
migliori risultati è senza dubbio l’utilizzo di protesi
elettromeccaniche. Tali dispositivi utilizzano l’energia fornita
da accumulatori per azionare un motore elettrico in
corrente continua il cui verso di rotazione determina la
chiusura o l’apertura della mano. A seconda poi del tipo di
comando utilizzato dal paziente (tipo di sensori) si suddivide
ulteriormente la classificazione.
Accumulatori
EnergyPack Otto Bock.
Gli accumulatori agli ioni di
litio a differenza di quelli al
nichel cadmio hanno
un’autoscarica inferiore, una
tensione di cella superiore e
una maggiore capacità. Non
possiedono nessun effetto
memoria.
Le protesi a comando mioelettrico utilizzano come sensori
degli elettrodi posti a contatto con la cute del moncone in
grado di rilevare il segnale elettromiografico generato a
seguito di una contrazione isometrica nel muscolo
sottostante. Tale segnale che ha origine dal meccanismo
intrinseco di contrazione della fibra muscolare, ha un valore
molto basso dell’ordine di decine - centinaia di
microvolt, ed una banda di frequenze situata al di sotto di
1KHz.
Tutto ciò per evidenziare come sia necessario elaborare con
estrema attenzione questo segnale, per poter trovare un
comando significativo per la protesi stessa. Condizione
necessaria affinché sia possibile utilizzare tale tipo di segnali è
che siano disponibili segnali di ampiezza tale da essere
riconosciuti dai sensori, ed inoltre che il paziente riesca a
generarli in modo indipendente uno dall’altro. Quest’ultima
condizione si rende necessaria in quanto solitamente si
associa ad un elettrodo un movimento (es. apertura) ed ad
secondo il movimento opposto (es. chiusura) e di conseguenza
il sistema di controllo attua il movimento sulla base del
sensore che fornisce un segnale.
Il tutto funziona correttamente se viene attivato un muscolo
per volta, altrimenti il sistema di controllo si trova a dover
eseguire 2 ordini contrastanti e quindi la protesi ha un
funzionamento errato. Se si considera il caso in cui si utilizzi il
muscolo estensore dell’avambraccio per aprire la mano
protesica, ed il flessore per chiuderla, si ha che tali movimenti
sono comunque abbastanza facili da apprendere in quanto
sono simili a quelli che si compiono sull’arto naturale.
Chiaramente con il crescere del livello di amputazione,
saranno da ricercarsi fasce muscolari la cui attivazione
naturale è anche molto diversa dal movimento che si vuole
ottenere sulla protesi.
Le protesi funzionali a comando mioelettrico od elettronico possono essere
applicate a partire dalla disarticolazione di polso fino al livello di
disarticolazione di spalla se le condizioni sopra citate sono soddisfatte. A favore
di questo tipo di protesi troviamo :
• Elevata forza di presa
• Elevato grado di funzionalità anche con livelli di amputazione molto
prossimali
I fattori che invece possono sconsigliare l’applicazione possono essere :
• Segnali elettromiografici insufficienti o non controllabili
indipendentemente
• Peso superiore a quello di una protesi cinematica. In alcuni casi la struttura
scheletrica del paziente può non sopportare il peso della protesi, specie nei
casi dove è previsto un gomito elettromeccanico.
• Utilizzo della protesi per lavori particolarmente pesanti in cui la pur robusta
struttura della mano elettromeccanica può venire danneggiata.
PROTESI AD ENERGIA ESTERNA (ELETTRICA) PER
DISARTICOLAZIONE DI POLSO
PROTESI TRANSRADIALI FUNZIONALI AD ENERGIA
ESTERNA (ELETTRICA) PER AMPUTAZIONI
TRANSRADIALI
PROTESI PER LA DISARTICOLAZIONE DI GOMITO
FUNZIONALE AD ENERGIA ESTERNA (ELETTRICA)
PROTESI TRANSOMERALI FUNZIONALE AD ENERGIA
CORPOREA ESTERNA(ELETTRICA)O ENERGIA MISTA
CORPOREA -ESTERNA PER AMPUTAZIONE A LIVELLO
TRANSOMERALE
PROTESI PER DISARTICOLAZIONE DI SPALLA FUNZIONALE
AD ENERGIA ESTERNA ( ELETTRICA) O ENERGIA MISTA
CORPOREA ESTERNA PER DISARTICOLAZIONE DI SPALLA,
AMPUTAZIONI INTERSCAPOLARI DELLA SPALLA
PROTESI CINEMATICHE
Le cinematiche trovano applicazione a partire
dalla disarticolazione di polso fino al 3°medio
transomerale. Per livelli di amputazione più
prossimali diventa difficile ottenere buoni
risultati funzionali, in quanto la presenza di
un moncone molto corto implica leve molto
svantaggiose.
PROTESI PER DISARTICOLAZIONE DI POLSO
FUNZIONALE AD ENERGIA CORPOREA
PROTESI TRANSRADIALE FUNZIONALE AD
ENERGIA CORPOREA
PROTESI TRANSOMERALE FUNZIONALE AD
ENERGIA CORPOREA
PROTESI IBRIDE
Se la lunghezza del moncone transomerale (generalmente
superiore al terzo medio) lo permette, e la mobilità della spalla
lo permettono, si può optare per una soluzione cosiddetta
“IBRIDA”, cioè si utilizza una mano a comando mioelettrico
unitamente ad un gomito ad energia corporea o cinematico.
Tali protesi hanno il vantaggio di avere un peso inferiore al
caso in cui sia applicato un gomito elettromeccanico, pur
assicurando una buona funzionalità.
PROTESI DI NUOVA TECNOLOGIA
Si tratta di protesi di nuova tecnologia ma anche
di semplice protesi estetiche in silicone che non
sono contemplate dal nomenclatore.
PROTESI IN SILICONE
Sono le soluzioni più richieste, a volte necessarie e
indispensabili per realizzare il recupero sociale altrimenti
non raggiungibile.
Sono realizzate in silicone medicale, particolarmente
indicate in casi di cute sensibile, comode e confortevoli
rispetto ad una protesi tradizionale, non si macchiano,
sono igieniche e facili da pulire; uniscono ad un comfort
unico, una gradevole estetica che dà molto sollievo
psicologico soprattutto nei primi periodi in cui la persona
si trova a dover affrontare la vita in modo diverso da
prima.
PROTESI DI DITO
PROTESI DI MANO
PROTESI DI BRACCIO
INVASATURE
LINER DI BRACCIO OTTO BOCK SILICON ARMLINERN. Per
una qualità ottimale e per il massimo comfort di
una protesi di braccio l'invasatura è di
fondamentale importanza. Questi liner sono stati
ideati appositamente tenendo conto delle esigenze
nella protesica di arto superiore , migliorando
notevolmente il comfort, fornendo buona adesione
al moncone e riducendo le forze di frizione. Se il
moncone è sufficientemente lungo, non è
necessario avvolgere il gomito, consentendo una
pronazione e supinazione illimitate.
Particolari vantaggi del silicone:
• resistente a temperature da -60 °C fino a +200 °C
• resistente all'acqua, al sudore e al tempo
• inodore
• elevata traspirazione
• ottima aderenza
ICEROSS UPPER –X Ossur Kristinsson
Stabilità e calzata anatomica. Ha un attacco
distanziale con filettatura M6. Garantisce una
perfetta sospensione eliminando la necessità di aiuti
ausiliari, come le cinghie.
In confronto ad altri sistemi di sospensione aggiunge
solo una massa marginale alla protesi, consentendo
una migliore finitura estetica.
La matrice su tutta la lunghezza è inferiore all'1%
stretch verticale per evitare il pistoning, ma fino al
300% del tratto orizzontale per la sistemazione del
volume.
Adatto anche per uso pediatrico.
Si tratta di attacchi ad incastro
senza giunti distali specificamente
progettati per essere utilizzati
insieme alle cuffie Iceross
Upper-X® e Iceross® Junior
• Altezza costruttiva estremamente
ridotta
• Estremamente forti e resistenti
• Asportabili dall’interno
dell’invasatura
• Attrezzi di montaggio
riutilizzabili
Il perno di attacco ha una filettatura
M6 specifica per le cuffie d’arto
superiore Iceross Upper-X e Iceross
Junior.
SiOCX Otto Bock
Grazie all'innovativa combinazione di due materiali
high-tech è stato possibile ottenere miglioramenti
significativi nelle aree di comfort, flessibilità,
autonomia e igiene.
Nel vano esterno viene utilizzata un’innovativa
tecnologia in carbonio. Materiale che offre stabilità e
facilità allo stesso tempo. L'albero interno è
realizzato in silicone di HTV. L'uso di imbottiture in
gel in silicone aiutano a migliorare il comfort nelle
aree sensibili. E 'facile da pulire e limita la
formazione di odori. Il collare morbido permette
anche un maggiore movimento.
Bretellaggio in silicone Siocx
MyoHand VariPlus Speed® Otto Bock. Grazie alla elevata
forza di presa e alla elevata velocità, l'utente è in grado di
afferrare oggetti in modo preciso e rapido. Si possono
scegliere tra 6 programmi diversi e adattarli in base alle
indicazioni ed esigenze, per una personalizzazione ottimale.
L'eliminazione del sensore del pollice consente di afferrare
gli oggetti in modo attivo e cosciente. Gli oggetti devono
essere tenuti in mano e posizionati dai segnali muscolari,
dato che l'elettronica della mano mioelettrica non si
registra automaticamente in base alla forza di presa. Di
conseguenza, Otto Bock consiglia la mano mioelettrica
VariPlus Speed® per pazienti attivi con bassi livelli di
amputazione. Un vantaggio significativo della mano
consiste nel fatto che il paziente può attivamente
aumentare la forza di presa fino ad un massimo di 100 N.
Anche la velocità e la forza di presa si possono adattare alle
esigenze.
POLSO MYOWRIST TRANSCARPALE OTTO BOCK.
Consente una flessione ed un’estensione di polso
fino a 40°; il paziente riesce quindi ad afferrare gli
oggetti con maggiore facilità, senza dover
eseguire movimenti di compensazione del gomito
e della spalla. Il MyoWrist facilita inoltre il
controllo della protesi per attività vicino al corpo,
rendendo questi movimenti più rilassati per il
paziente. Questa articolazione di polso è indicata
per l’utilizzo con la mano transcarpale. In
combinazione con il disco di collegamento 9S266,
l’altezza strutturale corrisponde a quella della
mano mioelettrica 8°38. E’ possibile quindi
sostituire il sistema completo senza problemi.
DynamicArmOtto Bock. Gomito a comando elettrico per protesi
mioelettriche. Con motore elettrico, variatore controllato
elettronicamente e continuo, accumulatore agli ioni di litio integrato,
interfaccia BionicLink Otto Bock Bluetooth, dispositivo di
autobilanciamento, e articolazione omerale con frizione registrabile.
Può essere utilizzato dall’utente con estrema precisione. La velocità
della flessione e dell’estensione del gomito sono proporzionali. A
seconda della lunghezza dell’avambraccio è possibile sollevare fino a
6 kg di peso. Utilizzando un nuovo sistema AXON-BUS®, la
trasmissione dei segnali è molto rapida e i movimenti sono più
naturali e fisiologici. Grazie al comando DMC, si possono controllare
facilmente la forza e la velocità. Il dispositivo di flessione automatica
AFB immagazzina l'energia salvata quando il braccio viene abbassato
e aiuta il sollevamento durante la flessione: il braccio si muove quindi
in modo silenzioso e naturale durante il cammino.
NUOVA TECNOLOGiA
MIOELETTRICA DA BAMBINO
POLSO PLURIASSALE DI TIPO SFERICO PER
BAMBINO. Articolazione di polso a
frizione meccanica. Ulteriori gradi di
libertà nella protesi dei bambini è un
fattore di estrema importanza per la loro
crescita corretta. La prevenzione precoce
dei movimenti di compensazione non
naturali del braccio e della spalla favorisce
una postura fisiologicamente corretta. Il
posizionamento della mano con una
flessione fino a 30° è possibile in tutte le
direzioni, in combinazione con la
rotazione della mano.
LA BATTERIA MYOENERGY INTEGRAL è
una batteria composta da due
accumulatori per protesi di arto
superiore. La sua forma piatta e l'altezza
strutturale variabile, consente alla
batteria di essere integrata
nell'invasatura interna ed esterna in
modo versatile e flessibile dal vostro
protesista.
IL GOMITO MOVOLINOARM FRICTION
consente protesizzazioni di bambini con
amputazioni al lato destro e sinistro per età
dai 3 ai 5 anni.
E’ compatibile con protesi passive,
cinematiche e mioelettriche.
Il gomito è dotato di una regolazione della
frizione omerale e della flessine/estensione
dell’avambraccio. Inoltre tali componenti
sono facilmente registrabili anche da parte
dei genitori stessi.
Ha un design gradevole ed una spetto
molto naturale.
MYOLIONO SOFT per poter offrire al
paziente impostazioni personalizzate,
per la prima volta è possibile utilizzare
un software nel sistema delle mani da
bambino. Invece di utilizzare parametri
pre-impostati, lavora con parametri
diversi come il lato protesizzato, i
programmi di controllo, le soglie e la
velocità di presa, parametri che si
possono registrare individualmente.
Ciò risulta particolarmente
vantaggioso per bambini con elevate
esigenze di mobilità.
NUOVA TECNOLOGiA
PROTESI DI ULTIMA GENERAZIONE
BEBIONIC HAND. Mano bionica
poliarticolata a controllo
mioelettrico. Questo modello di
mano è una delle più avanzate oggi
in commercio e consente ad un
amputato di riacquistare la capacità
di manipolare oggetti. I suoi
microchips wireless e la possibilità di
una completa e personalizzata
configurazione la rendono
sorprendentemente simile per
risposta e 'atteggiamento' ad una
mano umana: lo speciale silicone
che la ricopre si fonde di fatto con il
resto del corpo.
Mano robotica Michelangelo: unica nel suo
genere, ha il polso fisiologico, questo permette di
annullare tutte le cattive posture che vengono
assunte con le vecchie protesi mioelettriche. Il
pollice si sposta lateralmente tramite il controllo
muscolare, ciò permette una
presa migliore e consente, ad esempio, di
portare un vassoio sul palmo della
mano. Adatta per chi ha una amputazione
/agenesia/emimelia transradiale.
A ogni contrazione muscolare
si generano tensioni elettriche
che vengono captate da
elettrodi e poi amplificate e
trasformate in comandi
d’apertura, chiusura e
pronosupinazione della
protesi. Lo speciale silicone che
la ricopre si fonde di fatto con
il resto del corpo.
I-LIMB Pulse è l’unica protesi in
grado di ricevere i cambi di
intensità muscolari del paziente,
permettendo così di eseguire
molteplici azioni. Il “telaio” è di
alluminio anzichè di plastica, ed è
in grado di sopportare un carico
fino a 90 Kg.
Consente di interfacciarsi alla
mano tramite Bluetooth e
programmare nuovi movimenti
personalizzati.
Lo speciale silicone che la ricopre
si fonde di fatto con il resto del
corpo.
Tutti i i presidi di nuova
tecnologia sono riconducibili
per omogeneità funzionale al
codice di base, con la differenza
a carico dell’assistito.
SCELTA della PROTESI
La scelta della protesi ideale da applicare ad un paziente è il risultato di un lavoro
di équipe, a cui partecipano tecnici, terapisti, medici, psicologi il tutto per fornire
alla persona uno strumento che si integri alla perfezione, non solo nel suo schema
corporeo ma anche nel suo contesto psicofisico.
Tra i fattori determinati per questa scelta troviamo: il livello di amputazione, la
mono o bilateralità, la capacità di apprendimento del soggetto, la motivazione al
recupero, l’età e non per ultime anche le aspettative che questi ha nell’intervento
protesico. A tal proposito è utile ricordare di come l’arto naturale sia comunque
irraggiungibile (almeno per ora!!) da qualsiasi tipo di protesi in termini di
funzionalità, e quindi è sbagliato illudere il paziente con promesse irrealizzabili.
In generale si può affermare che :
 In un soggetto con una patologia monolaterale di arto superiore l'arto
residuo diviene quello dominante e la protesi è principalmente da
considerarsi come elemento di aiuto, di completamento per lo schema
corporeo sia in termini di estetica che in termini di riequilibro dei pesi.
In un soggetto con patologia bilaterale di arto superiore, la protesi diventa
un elemento necessario ed indispensabile per lo svolgimento di funzioni che
permettono ad una persona completamente dipendente, di riacquistare
l’indipendenza per ciò che riguarda l’alimentazione, l’igiene personale, etc...
Chiaramente tanto più è prossimale il livello di amputazione, tanto più la
protesi acquista importanza.