il geometra bresciano - Collegio Geometri di Rovigo

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il geometra bresciano - Collegio Geometri di Rovigo
IL GEOMETRA
BRESCIANO
Rivista bimestrale
d'informazione
del Collegio Geometri
della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice
prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio
Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la
multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile
Bruno Bossini
Sommario
Segretaria di redazione
Carla Comincini
EDITORIALE - I giovani geometri e un
nuovo livello di studio post secondario 2
Redazione
Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini,
Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli,
Alessandro Colonna, Mario Comincini,
Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,
Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento,
Stefano Fracascio, Francesco Ganda,
Francesco Lonati, Guido Maffioletti,
Franco Manfredini, Giuseppe Mori,
Fulvio Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli,
Giovanni Platto, Valeria Sonvico,
Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi
INTERVISTA - A Roma la Working Week
della FIG: la Terra ha bisogno dei geometri
per ritrovare uno sviluppo equilibrato 4
Dalla Young surveyors conference giovani
geometri sempre in rete per guardare insieme al futuro
14
Hanno collaborato a questo numero
Beppe Battaglia, Andrea Botti, Francesco Cuzzetti,
Aldo Di Bernardo, Tiziano Giovanelli, Matteo Negri,
Clara Pasotti, Franco Robecchi,
Corrado Romagnoli, Alberto Simonelli,
Isidoro Trovato, Ufficio Tecnico Isolmant,
Ufficio Tecnico Tecnored, Simonetta Vescovi
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N. 3 - 2012 maggio-giugno
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ESTIMO - Valorizzazione del patrimonio immobiliare nella disponibilità degli Enti
Pubblici
20
DALLA CASSA - La risposta della Cassa al
decreto “Salva Italia”
34
Stress test alle Casse private. Via al tavolo
con la Fornero
35
LEGALE - Mediazione e condominio
36
SCUOLA - Il conflitto, nostro compagno
quotidiano
38
I 150 anni dell’Istituto Tartaglia: luogo di
elaborazione didattica aperto ai nuovi
saperi tecnici
40
Nuovi strumenti didattici elettronici in sperimentazione nella 2aF del Tartaglia
35
di indirizzo di Regione Lombardia
68
TECNICA - L’umidità meteorica nelle superfici verticali degli edifici (parte seconda)
70
Glocal Stone
74
L’isolamento acustico degli edifici a
norma di legge (parte quarta)
84
La “scommessa del cubo di ghiaccio” in
Corso Zanardelli a Brescia dal 2 al 16
giugno
87
GEOLOGIA - Interventi per la riduzione del
rischio di liquefazione dei terreni
88
LIBRI - “San Rocco di Pavone”. Continua il
percorso editoriale del Collegio di Brescia
94
CULTURA - Un goniometro per dividere in
venti milioni di parti il meridiano
96
TEMPO LIBERO - Sport, aggregazione, solidarietà gli obiettivi del XV Campionato
nazionale di calcio per geometri
102
Novità di legge
Aggiornamento Albo
105
106
DAL COLLEGIO DI BRESCIA - L’attività del
Collegio di Brescia aprile-maggio 2012 48
Il Collegio geometri attivo al Meeting Immobiliare del Centro Fiera di Brescia 50
Incontro informativo del Collegio coi geometri della Valle Camonica
52
Il mercato immobiliare in provincia di Brescia. Abitazioni
54
DAL COLLEGIO DI LODI- Quali attese dal
secondo “Piano casa” lombardo?
64
DAL COLLEGIO DI MANTOVA - A Villa
Schiarino Lena di Porto Mantovano l’annuale premiazione dei nostri geometri 66
SICUREZZA CANTIERI - Coordinatore per
la sicurezza. Dopo le norme UNI, le linee
ILILGEOMETRA
GEOMETRABRESCIANO
BRESCIANO2012/2
2012/3-- 1
EDITORIALE
Bruno Bossini
I
giovani geometri,
contrariamente a
quanto si potrebbe
temere, non abbandonano
la categoria e continuano a
costituire la “certezza” del
suo futuro. Il rinnovo della
professione non può però
prescindere da un prolungamento degli studi a livello
post-secondario. Sono questi i messaggi emersi con
chiarezza dalla Working
Week 2012 della FIG (Federazione internazionale geometri) che quest’anno, con il
decisivo apporto del nostro
Consiglio Nazionale e del
suo presidente Fausto Savoldi, si è svolto a Roma dal
6 al 10 maggio u.s.
Sul primo punto è stata
quasi una sorpresa – e lo diciamo con soddisfazione –
incontrare al Congresso un
folto gruppo di giovani geometri professionisti provenienti da tutta Italia, che
sulle tematiche della loro
professionalità sono in
grado di far rete su Facebook
I giovani geometri
e un nuovo livello di studio
post secondario
e in tutti i social network professionali con i loro coetanei
di tutto il mondo. Giovani
che mostrano tutta la loro
passione per il lavoro di geometra indirizzato in tutti i
singoli settori specialistici
della sua operatività.
Sono giovani che si esprimono correttamente in inglese, che possono viaggiare
nel mondo del lavoro più
globalizzato e ricco di esperienze professionali, che
non disdegnano di affrontare sia partecipando a percorsi formativi, sia a gare per
commesse di lavoro specifiche che, a seconda della
loro specializzazione, riescono a ottenere.
È un’immagine, questa del
geometra, molto moderna
anche se per certi versi inusuale e certamente poco conosciuta dalle strutture operative di categoria. Spesso,
infatti, questi giovani, per
motivi non necessariamente
riconducibili alla loro volontà, non trovano colloca-
zione negli ambiti del Collegio e le loro esigenze di
formazione e sbocco nel
mondo del lavoro non trovano lo spazio necessario; e
fanno perciò fatica a emergere pur con tutto l’impegno
anche finanziario che la categoria mette in campo sul
fronte dell’informazione
tecnica e della ricerca anche
di opportunità di lavoro.
È un problema, quello delle
giovani leve, che i Collegi
non possono più ignorare e
devono risolvere dando
concrete risposte alla formazione scolastica che è funzionale alla loro futura professione, e poi con l’iscrizione all’Albo, facilitando e
favorendo loro l’accesso alla
vita professionale. Questa
maggior condivisione di interessi consentirebbe a
quelli fra loro che mostrano
una effettiva volontà di impegno per la categoria, la
possibilità di operare a livello dirigenziale e in tali
ambiti le loro capacità professionali e la loro più
moderna visione del
lavoro potrebbero esprimersi con un valore aggiunto di professionalità a favore
anche di tutti gli altri
iscritti.
N
oi crediamo che
questi giovani capaci siano
molti. Occorre “trovarli”, sollecitarli e
coinvolgerli com’è avvenuto con il collega
Matteo Negri di Palazzolo che abbiamo incontrato a Roma im2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
pegnato a tenere, in inglese,
un’interessante relazione
sul tema delle nuove metodologie di valutazione degli
immobili (quella che vi presentiamo a pag. 20).
Ma il vero rilancio della nostra professione che sia
pronta alle nuove esigenze
del mercato – e veniamo al
secondo dei messaggi suggeriti dal Congresso – non
potrà concretizzarsi senza la
risoluzione del livello di
studi sui quali il futuro geometra dovrà misurarsi prima
di affrontare l’esame di
Stato. Tema quest’ultimo sul
quale, come ben sappiamo,
il nostro Paese continua a essere inadempiente rispetto
alle direttive europee.
Questa constatazione si è
manifestata in tutta la sua evidenza al Convegno FIG,
dove è emerso con chiarezza
che in tutti i paesi europei
ed extra europei il grado di
studi del surveyor (il geometra) è di tipo universitario
triennale. Qualifica che in alcuni casi è raggiunta anche
con master di alta specializzazione e formazione post secondaria. Bisogna anche
precisare che il surveyor fuori
d’Italia è anzitutto un tecnico specialistico (non
sempre professionista) abilitato a operare essenzialmente in ambiti di pianificazione territoriale (geodesia,
topografia e catasto, ecc…).
Da noi, come ben sappiamo,il problema della
qualificazione professionale
del geometra, che contrariamente ai colleghi di altri
Paesi opera anche e soprattutto in ambiti di progettazione e D.L. nella realizza-
EDITORIALE
La nota del Presidente
Il geometra: chi è, chi vuole essere e con quali percorsi
i riaggancio alle mie note espresse sul n. 1/2012 de “Il
geometra bresciano” in cui prendevo in considerazione le
due ipotesi principali di occupazione del geometra: libera professione
o professione alle dipendenze di ditte varie, uffici tecnici dei comuni,
banche ed enti vari.
Per ciascuna di queste occupazioni deve corrispondere una
specifica preparazione post diploma.
In queste quattro righe provo a sintetizzare quale potrebbe
essere l’intervento del Collegio Provinciale e del Consiglio Nazionale
di categoria.
Cominciamo dall’Istituto tecnico e dai relativi programmi di studio.
Cosa proponiamo: affiancare ai docenti scolastici nostri professionisti per portare l’aggiornamento che avviene nella vita pratica delle
attività professionali.
Seguire i ragazzi a partire dalla classe terza e fino al diploma per
fare emergere le loro attitudini all’esercizio della libera professione o
professione subordinata alle dipendenze.
Per ognuna delle soluzioni i ragazzi dovranno avere un affiancamento idoneo per prepararli ad affrontare le loro future attività con
corsi integrativi quali I.F.T.S., I.T.S. ed altri per i dipendenti e corsi preparatori per accedere all’Università per chi vuole intraprendere la libera professione.
La scuola deve cambiare sia a livello di istituto tecnico che universitario.
Non sarà più possibile disgiungere la teoria dalla pratica professionale.
Il laureato con un diploma di laurea di Geometra polivalente alla
M
zione di edifici, è condizionato da diverse variabili:
– il diploma di geometra da
sempre ha mantenuto un
livello di studi quinquennale intermedio rispetto
agli studi universitari;
– le mansioni professionali
del geometra sono sempre state “concorrenti” almeno in parte e sui temi
della progettazione e D.L.
come sopra detto, con
quelle dei tecnici laureati;
– la laurea triennale, da anni
ormai presente nei piani
di studio universitari, non
ha mai dato i risultati sperati in termini di conoscenze professionali, e
non lo diciamo noi, ma le
ditte che sono nella condizione di assumere i laureati junior;
– il praticantato (ora per altro
ridotto dagli ultimi dispositivi legislativi a 18 mesi)
con tutti i suoi aspetti lacunosi, dei quali i Collegi
sono da tempo a conoscenza, non garantisce
sulla effettiva e auspicata
preparazione professio-
nale dei nuovi geometri
che, dopo tale svolgimento, dovrebbero essere
pronti ad iscriversi all’Albo.
S
no tutte considerazioni che devono
far riflettere nel determinare le scelte che la categoria farà nell’immediato
futuro per la definizione di
un nuovo piano di studi
post-secondario garante
della reale preparazione
professionale dei nuovi iscritti. Questi sono, a mio parere, i due possibili scenari
più plausibili :
– Laurea triennale universitaria: dovrà essere molto
più professionalizzata e
specializzata sui temi del
lavoro in controtendenza
rispetto alla preparazione
di tipo accademico che ora
l’Università offre e garantire interscambi didattici e
professionali con il mondo
delle professioni anche attraverso master tematici
connessi al lavoro.
– Diploma triennale postsecondario: dovrebbe svi-
fine del percorso di studi deve essere già in grado di esercitare la libera professione e di inserirsi immediatamente nel mercato del lavoro,
perché questo ci chiede lo stesso mercato del lavoro, il futuro professionale e lo chiedono i nostri giovani.
La laurea del geometra, basata sulla polivalenza della nostra
categoria non è più un’utopia, anche se contrasta con gli attuali percorsi universitari difficili da cambiare se non con intervento politico
nazionale.
Il geometra vuole la propria laurea specifica; la categoria ha gli
spazi con ambienti idonei e le risorse per organizzare studi universitari.
Qualche università sia pubblica che privata è già disponibile a
prendere in considerazione quanto sopra accennato, valutando gli
elementi principali per un nuovo percorso di laurea e riscontrando l’esistenza delle materie prime principali quali l’elevato numero di studenti, la disponibilità di docenti e non ultimo il contributo economico
della nostra categoria per una professione che avrà sempre maggior
spazio e richieste nel futuro.
Non dimentichiamoci che il mercato detta le norme principali e
le convenienze economiche e non si sottopone a superati programmi
scolastici anche a livello universitario in special modo per le professioni tecniche.
Con l’occasione porgo a tutti i geometri un cordiale saluto.0
Il Presidente
Giovanni Platto
lupparsi sul filone dell’esperienza positiva degli
IFTS e degli ITS già previsti
dalla riforma Gelmini (i
primi già sperimentati nel
nostro Istituto Tartaglia
seppur per la durata di un
solo anno). Dovrebbero
tenersi presso gli Istituti
Tecnici e aprirsi fortemente ai contatti con la
realtà operativa attraverso
master organizzati sull’esperienza di lavoro che garantiscano un alto grado di
professionalità specifica.
Attualmente la nostra dirigenza nazionale e anche
quella provinciale sembrano privilegiare l’ipotesi
della laurea universitaria. Si
fa anche strada l’idea caldeggiata dal nostro Collegio,
ma non ancora avviata, di
una laurea triennale specifica del geometra al fine di
garantire la poliedricità
della sua polivalenza.
Gli Istituti tecnici e le loro dirigenze si “battono” invece
per un prolungamento di
studio post-secondario da
riorganizzarsi sui temi di la-
voro legati alle esigenze territoriali da tenersi con il concorso dell’Università e delle
realtà professionali e istituzionali.
V
edremo cosa sortirà dal dibattito in
corso sulle diverse
interpretazioni su un tema
così importante come
quello della formazione scolastica , quali novità emergeranno a livello di categoria, ma anche di scuola secondaria e del mondo universitario. Ciò che i geometri
chiedono, al di là della questione del titolo di studio
più congeniale alla professione, è la concreta possibilità di garantirsi il lavoro
anche oltralpe, secondo le
direttive europee, ma soprattutto di poter effettivamente “spendere” nel lavoro quella reale professionalità che giorno per giorno
sarà anche alimentata dalla
formazione professionale
continua.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 3
INTERVISTA
A Roma la Working Week della FIG:
la Terra ha bisogno dei geometri
per ritrovare uno sviluppo equilibrato
oi, di provincia, siamo poco abituati a frequentare le grandi assise internazionali. Ne siamo un po’
intimoriti: vuoi per la grandiosità dei
loro apparati organizzativi, vuoi per la
logistica che le governa, vuoi per la
straripante presenza di delegati e
accompagnatori di ogni razza colore
paese che le frequentano, vuoi per
l’atmosfera inconsueta che le pervade. Quando l’occasione ci tocca, lo
N
facciamo con reverenza, non conoscendo quel che ci aspetta. Stavolta
invece – la circostanza è quella della
“Vorking week 2012 FIG” a Roma –,
edotti dei contenuti, siamo subito
entrati nella realtà del congresso
seguendone i lavori, alla conclusione
dei quali ci pare d’aver colto due notazioni significative: che la categoria dei
surveyor, cui apparteniamo, è ben
viva e carica di consapevole autosti-
Ormai lo sapete tutti: all’inizio di maggio
l’Italia, grazie all’impegno del nostro Consiglio
nazionale, ha ospitato la Working Week 2012
della FIG, la federazione internazionale dei
tecnici del territorio che gli italiani hanno
contribuito a fondare facendone una “ong”
riconosciuta e rispettata in ogni contrada del
pianeta. E Roma è così divenuta per la
seconda volta – la prima fu all’Assemblea della
FIG nel 1965 – e per una lunga settimana
l’indiscussa capitale mondiale dei geometri. È
stata infatti la sede non solo d’un simposio
tecnico d’alto livello su tutti i temi che
attengono alla gestione del territorio, alla sua
conoscenza e misurazione, alla sua difesa e
salvaguardia – con un occhio di particolare
riguardo per la sostenibilità dello sviluppo – ma
ancor di più una formidabile occasione per
testimoniare il ruolo realmente centrale della
nostra professione per il mantenimento d’un
habitat confortevole per l’uomo ad ogni
latitudine. Un’occasione che anche i geometri
italiani hanno voluto cogliere appieno per
rilanciare la professione, qui ed ora, per
promuovere non tanto l’immagine quanto la
ineludibile capacità operativa, la funzione
politica in senso lato, oltre che tecnica, di una
4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
ma e che i giovani – com’è doveroso
sia – vi portano con entusiasmo il loro
contributo d’idee, la loro passione per
un lavoro come il nostro, in continuo
divenire tecnologico e contenutistico
tendente alla specializzazione.
Per verificare queste nostre impressioni abbiamo voluto sentire il parere di
colleghi stranieri e italiani a cui abbiamo posto alcune domande.
B.B.
categoria che come nessun’altra conosce e
pratica quotidianamente il territorio, i suoi
problemi, le sue contraddizioni.
Per tutte queste ragioni, come redazione
abbiamo voluto esserci, almeno per un paio di
giornate. E tornati a casa, ci siamo
immediatamente chiesti come trasmettere ai
colleghi lo spirito di un’assise con centinaia di
partecipanti da ogni parte del pianeta, decine e
decine di sollecitazioni ideali e altrettante
relazioni tecniche. Non ci è sembrato
sufficiente infatti riportare qualcuna delle
tantissime e preziose relazioni che hanno
segnato i lavori, nelle commissioni specifiche
come nelle sessioni plenarie. Certo lo faremo,
magari già nei prossimi numeri e in parte
anche in questo (pubblichiamo infatti il
contributo al congresso del collega palazzolese
Matteo Negri in tema di novità in campo
estimativo), ma abbiamo voluto caratterizzare
questo “dossier” soprattutto con gli incontri, gli
scambi di opinioni, le interviste che in un paio
di giorni di frequentazione romana abbiamo
raccolto tra i geometri di tutto il mondo e di
ogni età. Uno degli elementi d’interesse di
questi incontri è infatti proprio la conoscenza
del lavoro, dei problemi, delle soluzioni che
INTERVISTA
Le fotografie che illustrano il
presente dossier riguardano momenti
del congresso FIG 2012 di Roma.
Le diamo (tranne quelle necessarie a
individuare personaggi citati nel
testo) senza didascalia, perché
bastevoli a rendere l’atmosfera della
grande assise mondiale dei surveyor.
In basso: il Presidente del Consiglio
Nazionale geometri e geometri
laurati italiani Fausto Savoldi,
mentre legge il suo messaggio di
benvenuto ai congressisti.
colleghi d’altri Paesi stanno sperimentando.
Così nelle pagine che seguono troverete
innanzitutto l’intervento inaugurale del nostro
presidente nazionale, Fausto Savoldi, che nello
stile ben noto, non ha certo limitato la sua
prolusione ad un indirizzo di saluto ed ha
cercato invece di cogliere proprio lo spirito
fondante dell’assise di quest’anno. Segue poi
un ampio spazio dedicato alle interviste a
colleghi di altri Paesi, vicini e lontani, dalla
Germania al Kenia, dal Giappone all’Indonesia,
con al centro il loro lavoro, i contraccolpi della
crisi economica planetaria, le prospettive per la
categoria e soprattutto il contributo che ciascun
professionista nel suo ambito è convinto di
poter dare per il domani del suo territorio e del
mondo intero.
Infine una sezione non piccola del nostro
dossier l’abbiamo dedicata in conclusione ai
giovani geometri che a Roma hanno tenuto la
loro prima conferenza internazionale; per
raccontarvela sommariamente ma soprattutto
anche qui facendoli parlare, per capire
seguendo i loro passi che strada sta
imboccando la nostra categoria.
L’intervento introduttivo
del Presidente del Consiglio Nazionale geometri
Fausto Savoldi
alla Working Week 2012
Gentili Signore,
cari Amici,
Colleghi e stimati ospiti,
è per me un grande onore dare a
tutti voi il più cordiale benvenuto
qui a Roma.
È questo il luogo stesso – il Parco
della Musica – in cui, nella modernità delle strutture, una delle più
nobili arti mai sviluppate dall’uomo
trova il suo tempio più attuale.
Grazie a tutti voi per essere accorsi
in tal numero nella nostra capitale:
sono certo che dopo aver apprezzato
le sue bellezze e i suoi monumenti ricorderete a lungo questo evento e
che ne parlerete ai vostri figli, ai vostri collaboratori e ai vostri studenti.
Abbiamo voluto invitare qui i rappresentanti delle 110 sedi provinciali dei geometri italiani. Si tratta
di professionisti che, come saprete,
sono significativamente presenti sul
territorio nazionale e che si fanno carico delle tre principali attività loro
conferite dalla legge: rilevamenti topografici, edilizia ed estimo. La loro
partecipazione rende atto del nostro
impegno attivo all’interno della FIG
e della nostra volontà di contribuire
significativamente al raggiungimento di un’efficace collaborazione
(sia a livello umano, sia a livello professionale) tra le delegazioni dei
Paesi membri, in particolare tra
quelli oggi presenti.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 5
INTERVISTA
A destra, il Presidente della FIG
CheeHai Teo (Malaysia)
Abbiamo pensato al nostro futuro e al
nella quale ogni giorno siamo immersi e
ricambio generazionale che ogni Orche vogliamo conoscere in modo sempre
ganismo internazionale dovrebbe apiù approfondito per garantirne la sogevolare: proprio per questo i giovani
pravvivenza e l’integrità.
geometri provenienti da 40 Paesi del
Esso è il magnifico scenario che noi
mondo, si sono trovati per la prima volta in un incontro che siamo chiamati a tutelare: deve essere consegnato intatto
ha preceduto questa nostra Working Week. In particolare, alle future generazioni.
quelli italiani saranno al vostro fianco durante il periodo dei Gli allarmi che ci giungono da tutto il mondo scientifico,
nostri lavori. Sono infatti proprio i giovani a rappresentare dalle organizzazioni internazionali e dalle nostre stesse
il divenire della nostra professione. Sono proprio loro a co- Commissioni scientifiche (il preoccupante riscaldamento
stituire la garanzia che la Federazione Internazionale di cui globale del pianeta, il progressivo esaurirsi delle risorse efacciamo parte proseguirà negli anni futuri nel perseguire nergetiche, la disuguaglianza nella distribuzione delle rigli obiettivi del suo statuto.
sorse alimentari e della ricchezza) devono costituire per
Il tema del nostro incontro annuale non poteva non tenere tutti noi un incentivo ad impegnarci per non essere solo
in considerazione il fatto che ci troviamo in un Paese dove spettatori indifferenti.
è presente il vastissimo patrimonio di opere artistiche, te- Questo è il motivo della partecipazione ai nostri lavori dei
stimonianze della storia ed eredità della cultura del mondo rappresentanti della Fao e delle personalità politiche ed
occidentale. Si tratta di un patrimonio che oggi contri- amministrative qui presenti.
buisce a riscoprire, ad esaltare la ricchezza storico-cultu- Siamo obbligati a lavorare insieme per contribuire a trorale ed artistica di molti Paesi in Asia, Africa e nei due con- vare delle soluzioni: tutte le nostre competenze devono atinenti americani. Opere di architettura, pittura e scul- vere come punto di riferimento la sostenibilità e il migliotura in ogni parte di qualsiasi territorio contribuiscono al- ramento della qualità della vita, nostra e dei nostri dovrei
l’autentica ricchezza del mondo intero.
dire figli, ma pensiamo direttamente ai pronipoti!
Proprio per questo noi siamo chiamati a riscoprire i nostri Sono qui oggi delegazioni nazionali che per la prima volta
tesori e in tutti i Paesi del mondo. Siamo chiamati a rap- partecipano a questo evento: a tutti loro va il nostro spepresentali nel loro contesto
ciale ringraziamento.
ambientale e culturale.
Come soci fondatori ci imCos’è
la
FIG
Si tratta di un compito che
pegnamo a incrementare i
La FIG (Federazione Internazionale Geometri) è stata fondata a Parigi nel
va ben oltre le mere incomcontatti tra i professionisti e
1878. I suoi membri fondatori sono: Belgio, Germania, Gran Bretagna,
benze tecniche legate alla
tra le comunità che più aItalia, Svizzera, e Spagna. All’atto costitutivo erano presenti 7 italiani.
geomatica.
vranno bisogno del nostro
Attualmente sono iscritti alla FIG oltre 100 Paesi. La FIG collabora con
È necessario tenere in conaiuto.
l’ONU, l’UN-Habitat e FAO.
Gli ultimi due congressi in Italia sono stati celebrati nel 1938 (5-10 ottosiderazione tematiche anA nome dei geometri itabre) e nel 1965 (25 maggio-3 giugno). La FIG Working Week 2012 si è
tropologiche e socioculturali
liani auguro a tutti un piasvolta a Roma dal 6 al 10 maggio 2012 presso il Rome Cavalieri Hotel.
spesso trascurate dalle cocevole soggiorno qui a
Vi si sono iscritti 1300 delegati da tutto il mondo tra cui 500 relatori in
100
sessioni
tecniche.
siddette “scienze esatte”.
Roma e vi ringrazio sinceLe precedenti Working Week si sono tenute a Stoccolma (2008), Eilat
Territorio: ciò che noi osserramente per la vostra par(2009), Sydney (2010) e Marrakech (2011).
viamo, misuriamo e raptecipazione.
La prossima FIG Working Week si terrà ad Abuja (Nigeria) dal 6 al 10
presentiamo!
▲
maggio 2013.
Esso costituisce la realtà
6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
INTERVISTA
Geometri nel mondo
esperti della gestione del territorio
ai quattro angoli del pianeta
C
osa fa un collega geometra agli altri angoli
del pianeta? Lavora come noi? Ha già
scelto la specializzazione o mantiene la
polivalenza? E, soprattutto, ha fiducia nel futuro?
È convinto di poter giocare ancora un ruolo centrale nella soluzione dei problemi del suo Paese
e del globo?
Sono queste le domande che ci è venuto naturale
porre ai tanti colleghi di nazioni vicine e lontane
che abbiamo incontrato alla working week della
FIG. Qui trovate le risposte di alcuni di loro, scelti
proprio per rappresentare un’area specifica del
mondo, ma cercando di fare sintesi, vien da dire
che in ogni parte del pianeta operano geometri
ben preparati, sempre con alle spalle un iter di
studio accademico ad hoc concluso da una laurea,
arricchita spesso da tirocini ed esperienze sul
campo, corroborata da un preciso cammino di
formazione permanente. In maggioranza sono
professionisti della misurazione, della pianificazione e della gestione del territorio, che non
disdegnano le costruzioni, ma che vedono il geo-
Nella Germania delle piccole comunità
per non disperdere
la sapienza del tempo
I
l nostro viaggio intorno al mondo dei geometri comincia da un “vicino di casa”, da Karl Friedrich Thöne,
presidente dei geometri tedeschi che professionalmente opera in Turingia, ovvero in un piccolo land nel cuore
della Germania, per decenni incluso nella Rdt e nel 1990 riunificato al resto della nazione. Il suo punto di vista è dunque
interessante per molti motivi, visto che lavora nella nazione
che è il motore della vecchia Europa, ma pure in una regione
che faticosamente in questi venti anni ha cercato di mettersi
al pari con l’economia e lo sviluppo dell’Ovest.
metra soprattutto come l’esperto della miglior
destinazione del territorio da conoscere in ogni
suo elemento e da salvaguardare contro ogni
genere di minaccia. E proprio su questo versante
ritengono di straordinaria importanza la funzione
che già svolgono e che sempre di più peserà nello
sviluppo sostenibile di ogni area. E questo sia che
si tratti di territori ancora vergini, come in Africa,
di aree rurali devastate dalla crisi e dalla gestione
comunista come nell’ex Germania dell’Est, di
nazioni protagoniste da pochi decenni della più
recente sfida economica e culturale come la
Malesia o di nazioni piegate da terremoti e
disastri nucleari come il Giappone. Certo la
situazione italiana è un po’ diversa, ma dopo il
confronto diretto con tanti colleghi abbiamo la
sensazione che per stare al passo almeno con
l’Europa e poi con il mondo, anche alla nostra
categoria verrà richiesto uno sforzo ulteriore. Un
impegno serrato che senza nulla rinnegare del
passato, senza nulla sacrificare delle nostre
specificità, ci consenta però di giocare con
efficacia il ruolo da primattori sulla scena della
gestione, della promozione equilibrata e della
salvaguardia del territorio che ci appartiene
pienamente.
È laureato come tutti i geometri tedeschi e per svolgere la
sua professione ha seguito, dopo il conseguimento del titolo accademico, un praticantato di due anni e superato un
esame di stato.
«Tecnicamente – dice – siamo sullo stesso livello dei geometri italiani, diversa è invece la situazione sul versante
della legge. In Germania i geometri si occupano principalmente della misurazione e della gestione del territorio, programmando e coordinando gli interventi, mentre lasciano la
progettazione delle grandi costruzioni ad altri specialisti, a
chi ha seguito un corso di studi che prevede per esempio i
calcoli strutturali».
I geometri in Germania sono pertanto soprattutto gli uomini
dello studio e del governo del territorio, della programmazione urbanistica e del catasto. Ed a questo proposito
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 7
INTERVISTA
A centro pagina, Karl Friedrich
Thöne, presidente dei geometri
tedeschi
Thöne sottolinea la differenza con
l’Italia. «Il catasto in Germania è
sotto la responsabilità regionale
ed è gestito interamente da geometri che sono alle dirette dipendenze del governo, mentre altri
geometri egualmente specializzati
svolgono lavori per il privato, lavorano con le mappe e si occupano di
gestire concretamente il territorio
portando a termine progetti anche
complessi e coordinando il lavoro
di altri esperti».
P
er darci un esempio il più
chiaro possibile d’un tipico lavoro di geometra
nel suo land, Thöne cita il fatto che
«in Turingia oggi è molto sentito dal
governo locale e dalle comunità il
tema del recupero e della rinascita
di tanti piccoli borghi che a cavallo
degli anni Novanta sono stati abbandonati». È lo stato, il ministero
dell’agricoltura in particolare, per il
quale Thöne lavora, che si fa carico
della progettazione e della realizzazione degli interventi. «È un lavoro che richiede molte
competenze che il geometra assomma su di sé – spiega
Thöne – si tratta di rilevare l’esistente, verificare la congruenza di mappe datate riguardo a terreni, edifici e servizi;
concluso il rilievo vanno verificati i diversi diritti insistenti
su immobili e terre». Ed è qui che si conclude il primo apporto tecnico del geometra al quale segue un’altra fase di
tutt’altro genere: «Sulla base della situazione reale censita
e verificata in ogni suo aspetto – prosegue Thöne – è ancora
il geometra,
spesso
con
l’aiuto di altri
colleghi, a studiare un plausibile progetto di
recupero del
borgo e di opportuna destinazione delle
terre, la vocazione di un territorio, come
mettere a reddito le sue pe8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
culiarità in ambito agricolo e turistico, ma pure al servizio della comunità». Redatto il progetto arriva
però la parte più difficile: «In altre
realtà a questo punto il governo locale o lo stato potrebbe anche decidere di imporre ai cittadini il progetto che ha studiato, ma in Turingia e un po’ in tutti i land dell’Est
l’uscita dalla dittatura ha significato proprio il superamento di
queste imposizioni. Pertanto,
tocca ancora al geometra convincere della bontà dell’intervento i
singoli proprietari e chi vanta diritti
su immobili e terre. E con il loro
consenso inizia la non facile ricerca
dei finanziamenti, pubblici e privati, necessari all’intervento».
Vista da lontano, in particolare dall’Italia, sembra una procedura
lunga e soggetta a un’infinità di veti
e lungaggini burocratiche, ma
Thone con l’eleganza di un sorriso
ci fa capire che la burocrazia teutonica solitamente ha un passo diverso dalla nostra. Non sottolinea
minimamente le differenze e insiste invece sul fatto che oggi
il problema maggiore è dato dalla difficoltà economica: «La
crisi ha indubbiamente rallentato gli interventi, trovare i finanziamenti necessari è diventato un calvario, ma la determinazione del governo, unita alla volontà di ripresa delle
popolazioni del land ha evitato che i progetti si fermassero».
«Per il geometra che si occupa di questione come queste –
conclude Thöne – si moltiplicano gli sforzi per definire progetti realmente credibili sul piano economico e sociale, per
convincere gli interessati della possibile riuscita di
un’idea nuova di
produzione agricola o di turismo,
con un occhio attento alla sostenibilità economica
ma pure a quella ecologica e verrebbe da dire
quasi etica».
INTERVISTA
A centro pagina, il keniano Wafula
Nabutola, autorevole membro della
FIG
Nell’Africa
in tumultuoso sviluppo
per non ripetere
gli errori occidentali
D
al centro della vecchia
Europa al cuore dell’Africa, il continente che,
grazie alle ricchezze naturali e alla
voglia di riscatto delle sue popolazioni, sarà, almeno secondo molti
futurologi, il protagonista assoluto
dei prossimi secoli, forse già dei
prossimi decenni (così la pensano
per esempio i cinesi che stanno investendo a piene mani proprio nei
Paesi africani che più degli altri mostrano una propensione al rapido
sviluppo). Ebbene, cosa fa oggi in
Africa, un geometra? Di cosa si occupa? Che prospettive sente di avere di fronte? Ne parliamo con
Wafula Nabutola, keniano, autorevole membro della FIG con interessi anche in Europa e dunque con
una visuale più ampia d’un collega
impegnato esclusivamente nel suo Paese.
«Come sarà il futuro dei geometri in Africa? Semplicemente
brillante, di lavoro e di grande soddisfazione» – dice con un
largo sorriso al termine di una chiacchierata dedicata in particolare al Kenia, una dei Paesi africani che non sono insanguinati da guerre tribali e paiono già instradati da tempo sulla via dello sviluppo.
«In Kenia – spiega Nabutola – i geometri sono i tecnici incaricati della gestione del territorio, i responsabili del suo miglior utilizzo, gli esperti che possono individuare le vocazioni
e renderle operative,
sia al servizio dello
Stato che dei privati».
Sono laureati e lavorano spesso da liberi
professionisti per lo
Stato e per i privati
proprio nella ricerca
della migliore destinazione d’uso d’un
territorio.
«Da noi – aggiunge – il
geometra è il miglior conoscitore
del territorio, colui che non solo lo
misura e lo censisce per una mappatura reale, ma è pure colui che ne
individua le peculiarità e d’intesa
con i governi e le popolazioni ne
propone il migliore sfruttamento».
Ricorda Nabutola che in Kenia lo
sviluppo urbanistico è stato per
decenni episodico e caotico:
«prima c’erano i villaggi, poi con gli
inglesi è arrivata la ferrovia e le città
sono cresciute proprio attorno ai
binari. Alcune sono diventate
troppo grandi e popolate con i classici problemi delle urbanizzazioni
troppo rapide, mentre interi territori sono andati spopolandosi».
Oggi la sfida che i geometri debbono vincere è, secondo il nostro
interlocutore, quella di «aiutare lo
sviluppo armonioso e rispettoso di
ogni territorio». Il geometra infatti
«ha le conoscenze necessarie per
riconoscere le peculiarità, ma pure
le fragilità di un territorio e sa metterle in collegamento con i bisogni
delle popolazioni e le capacità di investimento che si manifestano». Un lavoro di consulenza tecnica e raccordo politico e sociale prezioso che, secondo Nabutola, in Kenia oggi
è facilitato da una nuova legge che ha reso più vincolanti e
pervasive le norme,
avvicinando al singolo territorio i
centri decisionali.
Parlare di Prg o Pgt è
assolutamente improprio, perché il
controllo dell’intervento edilizio o urbanistico proposto
è spesso soprattutto di buon senso,
più legato alla vocazione d’una zona,
alla sua reale possibilità di sviluppo che non a un disegno
complessivo preordinato.
«Tocca al geometra – racconta Nabutola - verificare ad esempio se costruire un ospedale in una certa zona è utile a
un territorio o magari non si scontra con problemi logistici o
naturali (magari la vicinanza con una palude), oppure se un
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 9
INTERVISTA
albergo interrompe in maniera troppo invasiva uno skyline,
se la piscina è sicura e via di questo passo. Per farlo deve avere conoscenze topografiche e naturalistiche, deve vivere
un territorio e scoprirne tutti i segreti, capire cosa c’è e cosa
manca, proporne un utilizzo sensato per il breve, il medio e
il lungo periodo. Nascono così i progetti dei quali sempre il
geometra verifica la compatibilità ambientale e persino
quella visiva». A costruire un grattacielo o l’albergo potrà
pensare poi qualcun altro perché in Kenia il geometra è soprattutto «il gestore del territorio, l’uomo che coordina e
rende fattibile un progetto».
E la crisi? Vi sta tarpando le ali? Rallenta lo sviluppo? «La
crisi si sente – risponde Nabutola – soprattutto stanno venendo a mancare gli investimenti stranieri per i grandi progetti. Ma in Kenia buona parte degli interventi si realizzano
con una forma di finanziamento mutualistico che nasce ed è
gestito dalle comunità. È la gente che si aiuta vicendevolmente a realizzare un progetto che ritiene necessario per
una famiglia o per una frazione o una città. E l’orizzonte, nonostante le nuvole ci appare roseo».
In Giappone per capire i mutamenti
introdotti dal terremoto e da Fukushima
della terra».
Sì, perché nel Paese del Sol levante i geometri sono esperti
soprattutto nella misurazione, nel controllo e nella gestione
del territorio. Per dirla con termini nostri sono cartografi e
catastali ed hanno studiato all’università materie come la
geologia, oltre che la topografia. Altri iter formativi portano,
sempre con una laurea o un decennio di studi superiori, all’impegno in campo edile, in quello della programmazione
territoriale e in quello della valutazione. Rispetto agli italiani sono dunque più esperti, ma in un campo più limitato.
E Atsushi lavora da dipendente proprio all’Ente nazionale
della mappatura, un organismo pubblico che tiene sotto
controllo i mutamenti non solo fisici del territorio. «Utilizziamo 100 mila punti fiduciali e un sistema assai avanzato
che sfrutta i satelliti – spiega – non solo Gps, bensì tecnologie ancora più avanzate. Occorre però ammettere che con
una terra che si muove con la frequenza della nostra fatichiamo a tenere aggiornate le mappe». D’altra parte è proprio su quei documenti che si basa ogni programmazione urbanistica e ogni scelta d’intervento edilizio che non risulti
pericolosa per i cittadini. Il problema non è semplice e il collega ha fatto appello nelle sessioni di studio agli altri geometri del mondo e alle aziende all’avanguardia nel campo
dei rilievi geodetici affinché affinino i loro programmi e suggeriscano al Giappone tutte le possibilità per il monitoraggio delle continue deformazioni del territorio e la riduzione dei rischi. «E voglio dire – aggiunge Atsushi – che forse
mai come quest’anno partecipare alla working week della
Federazione internazionale dei geometri è stata per me una
occasione davvero proficua. Al di là dei sistemi di rilevazione che anche in Giappone sono all’avanguardia, ho avuto
il conforto di verificare procedure tecniche e approcci operativi parzialmente diversi dai nostri e che hanno rappresentato un arricchimento straordinario che non mancherò
certo di riversare nel lavoro del gruppo di ricerca del quale
faccio parte».
D
a un continente in tumultuoso sviluppo a un
paese iper-sviluppato come il Giappone che sta
però facendo i conti, oltre che con la sua storica situazione geologica e un grande numero di terremoti e maremoti, con il nuovo fortissimo rischio nucleare. Pochi passi
nel giardino dell’Hilton dei Cavalieri invaso dai congressisti
della FIG ed eccoci catapultati dal futuro “brillante” di Wafula Nabutola agli incubi quotidiani di Atsushi Yamagiwa,
che lavora nella città della scienza di Tsukuba nella prefettura di Ibaraki. E se si parla oggi con un giapponese non si
può prescindere dal dramma della centrale nucleare di
Fukushima, anche se il collega Yamagiwa affronta il tema con
grande discrezione e pudore, con poche parole che traducono soprattutto l’impossibilità di individuare la fine di un
“problema” assolutamente nuovo non solo per il Giappone
ma per il mondo intero. E aggiunge che la sua presenza alla
FIG «è anche finalizzata a conoscere l’operatività e le tecniche dei geometri in altre zone del mondo, per verificarne
il possibile utilizzo in Giappone, dove stiamo cercando con
non poca fatica di tenere sotto controllo i rapidi mutamente
10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
INTERVISTA
A centro pagina il surveyor malese
Alias B Ibrahim
Quanto alla crisi i giapponesi, come tutto il mondo occidentale, la stanno pagando, ma obiettivamente oggi stanno
guardando con maggiore preoccupazione al tema dell’inquinamento nucleare e all’evoluzione del disastro di Fukushima. «La crisi – dice Atsushi – ha già ridotto il numero complessivo dei geometri e sempre meno giovani intraprendono questa professione, ma a occupare la nostra mente è
soprattutto la preoccupazione per l’incidente alle centrali di
Fukushima. Dovunque vado, anche qui a Roma, tutti mi
chiedono se in Giappone abbiamo comunque quantificato
il periodo necessario a superare l’emergenza e a tornare al-
Nel Far East
dove lo sviluppo si
misura con le esigenze
delle nuove tigri
dell’economia
T
ecnici laureati specialisti
nella misurazione e nel
governo del territorio che
vivono una crisi profonda in Europa, sono euforici in Africa e sono
attanagliati dalla paura in Giappone: la sintesi delle nostre chiacchiere con i colleghi stranieri incontrati alla FIG è una forzata semplificazione, ma ha il pregio di fissare un’immagine forse sfuocata
ma non fuorviante. Proviamo a
completarla incontrando un geometra di quel Far East dove le nuove
tigri dell’economia continuano a
trainare uno sviluppo formidabile.
Scegliamo la Malesia non solo
perché è malese il presidente
mondiale della FIG, ma anche
perché a Kuala Lumpur si terrà la prossima working week
della Federazione internazionale geometri nel 2014. Ed è
assai probabile che in quella occasione si potrà capire
quanto degli impegni presi a Roma si sarà tradotto in realtà,
quanto dure saranno state le resistenze negli stati e quanto
determinati saranno stati i geometri nel farsi custodi del territorio, suoi difensori intransigenti, promotori di uno sviluppo nel segno dell’equilibrio e del rispetto del creato.
La Malesia peraltro è su questo versante una cartina al tor-
meno a una parvenza di normalità. Ma io non so rispondere
e probabilmente in Giappone nessuno lo sa. Anche limitandomi al mio campo debbo dire che è per esempio ancora
impossibile sorvolare la zona della centrale e dunque anche
i rilievi topografici possono essere fatti solo con il satellite,
mentre non c’è l’ausilio, abituale in tutti gli altri casi, dell’aerofotogrammetria. Ed è un vero problema».
nasole importante, un esperimento significativo da molti punti
di vista. I vecchi sultanati hanno infatti lasciato spazio a una monarchia costituzionale che ha giurisdizione sulla federazione malese e
ha l’Islam come religione di stato
pur se tollera la presenza delle
altre religioni quali buddismo e induismo. Un crogiolo etnico e di civiltà verso il quale, soprattutto
dopo la scoperta di grandi giacimenti petroliferi, hanno fatto rotta
popoli in fuga da altre miserie a cominciare dai cinesi, mentre la società si arricchiva e dava il via a uno
sviluppo rapidissimo e caotico,
concentrato particolarmente nella
capitale. Questo lo scenario nel
quale opera il collega Alias B Ibrahim al quale abbiamo chiesto
innanzitutto qual è l’attività prevalente dei geometri in Malesia e sco-
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 11
INTERVISTA
prendo così, che – un po’ come nel resto del mondo tranne
che in Italia – anche nel Far East «i geometri si occupano
principalmente, meglio quasi esclusivamente, di topografia
e catasto, rilievo del territorio e sua gestione», mentre sono
altre le specializzazioni che portano un professionista ad occuparsi per esempio di edilizia o di estimo.
«Per svolgere la professione – aggiunge – l’iter formativo è
ben preciso ed è sostanzialmente di 8/10 anni, 4 di scuola superiore e almeno altrettanti di università». Anche in Malesia
inoltre, conseguita la laurea, «il giovane geometra deve svolgere un tirocinio/praticantato di un paio d’anni e superare un
esame di stato, che verte appunto su materie topografiche».
È
solo a quel punto che il professionista apre uno
sua studio: «Fino a qualche tempo fa – dice ancora
Ibrahim – era prevalente lo studio con un singolo
professionista, mentre oggi si va diffondendo anche una
forma associata, nella quale spesso a convivere sono geometri e ingegneri, quasi mai architetti». I progetti sui quali
gli studi lavorano «riguardano innanzitutto il monitoraggio
del territorio, il rilievo topografico, la pianificazione urbanistica ed edilizia, anche
se il geometra è identificato
nel mio paese soprattutto
con il topografo». Un esperto del territorio che si
avvale di tutte le tecnologie,
dal teodolite al Gps: «La nostra categoria – prosegue –
ha saputo aggiornarsi rapidamente in questi anni rimanendo al passo con i
12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
tempi e fornendo alla società malese gli strumenti per il suo
sviluppo. E se è vero che non sono mancati i classici problemi d’una struttura urbana in velocissima crescita, non
vanno però dimenticati i traguardi di benessere e la diffusione della modernità che lo sviluppo ha portato con sé».
Anche a parere di Ibrahim questo è però il momento della
riflessione, della «necessaria rivalutazione di tutte le opzioni sul campo, avendo ben presenti i pericoli per l’ambiente che uno sviluppo non equilibrato porta con sé». A
rendere ancor più stringente e non eludibile questa riconsiderazione di strumenti e obiettivi è anche la crisi che
stiamo sentendo in maniera assai forte e che è stata una
sorta di risveglio sgradevole dopo una stagione di grande
benessere». Una crisi che «fortunatamente – conclude il nostro interlocutore – la Malesia sta cercando di arginare anche
mantenendo alcune barriere difensive soprattutto in campo
professionale o lavorativo: da noi infatti le profesioni sono
riservate ai malesi e uno straniero non può firmare un progetto o un rilievo catastale a meno che non sia in società con
un malese».
INTERVISTA
In basso, al centro: Bruno Razza,
chiamato per acclamazione alla
vicepresidenza della FIG
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 13
Dalla Young surveyors conference
giovani geometri sempre in rete
per guardare insieme al futuro
U
n prologo che
vuole garantire un
epilogo positivo,
condiviso, all’altezza delle
sfide planetarie che interpellano non solo la categoria, ma ciascuno degli abitanti del pianeta. Seguendo
la metafora di tanti film, le
due giornate della prima
Conferenza mondiale dei
giovani geometri (First FIG
young surveyors conference nella
lingua ufficiale dell’incontro) che ha fatto da battistrada alla FIG working week
di Roma, è parsa proprio il
necessario prologo alle discussioni tecniche, agli impegni d’intervento, alle solenni dichiarazioni che
hanno poi segnato le cinque
giornate dell’assise massima dei geometri di tutto il
mondo.
Come per ogni manifestazione all’esordio, anche per
la Conferenza dei giovani
geometri val la pena di mettere infila immediatamente
alcuni numeri. Due i giorni di
approfondimento tecnico in
commissione e in sessione
plenaria, ovviamente in inglese, ospitati negli spazi
della sede romana Cassa nazionale geometri, tanto venerdì 4 che sabato 5 maggio,
con la partecipazione di non
meno di 130 giovani geometri provenienti da 40
Paesi diversi. E non pochi –
soprattutto fra gli italiani –
hanno poi approfittato delle
convenienti convenzioni per trattenersi alla FIG working
week da domenica 6 a giovedì 10 maggio. L’hanno fatto non
solo perché interessati agli approfonditi tecnici ed alle discussioni in assemblea plenaria della settimana di lavori
FIG, ma perché in fondo la conferenza dei giovani e la settimana hanno saputo parlare la stessa lingua, hanno mostrato
la stessa sensibilità per i problemi più urgenti dell’am14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
biente e dello sviluppo sostenibile, hanno voluto condividere fino in fondo l’impegno che la categoria ha inteso assumere ad ogni livello, nazionale e internazionale.
Proprio questa vicinanza e questa continuità tra la palestra
del confronto a livello giovanile (erano e sono ammessi i
geometri con meno di 35 anni d’età o entro i dieci anni dalla
laurea che ormai in tutto il mondo abilita i surveyors) e l’assise
INTERVISTA
Nella pagina di sinistra, in alto, la
Presidente dello Young surveyors
network, l’australiana Kate Fairlie,
affiancata (in questa pagina, al
centro) dalla Vicepresidente,
l’austriaca Eva Maria Unger
massima hanno testimoniato almeno due elementi di
grande conforto. Il primo la vitalità della categoria ed insieme la garanzia della sua operosa continuità in ogni angolo del pianeta; il secondo la lungimiranza della FIG (e tra
i suoi membri più attivi la determinazione della delegazione italiana) nell’inserire a pieno titolo i giovani nel dibattito e nei lavori della working week della Federazione,
consentendo comunque loro anche una privilegiata occasione di confronto.
D’
un più stretto collegamento tra la FIG e le giovani generazioni di geometri si parla da un lustro e in questi pochi anni molta strada è già
stata fatta, soprattutto lungo percorsi ancora poco esplorati
dalla FIG maggiore, come ad esempio il dialogo nei social
network. Sono infatti già tre anni che i giovani della FIG si tengono in contatto su Facebook e soprattutto sul social network
più specializzato in ambito professionale qual è Linkedin. È
in questi “non luoghi” che i giovani si incontrano per poter
liberamente discutere, scambiandosi informazioni e persino richieste di collaborazione sul lavoro. Confronti di
grande valore e d’indubbio spessore visto che più d’uno dei
partecipanti alla conferenza ha confermato di aver risolto alcuni dei suoi problemi tecnici proprio dialogando con i col-
leghi di altre aree geografiche del pianeta, mentre su
Linkedin sono arrivati a contattarsi ben 560 geometri, ovviamente non solo giovani, ma con i giovani in numero certamente maggioritario. Per non dire dei percorsi di formazione permanente anche a distanza che le nuove opportunità legate ad internet ed ai social network offrono.
Vale inoltre la pena sottolineare che il gruppo dei giovani
geometri dentro la FIG non è sorto dal nulla, ma come già accennato, è frutto d’un lavoro che i membri nazionali hanno
favorito in ogni modo. Basta per esempio ricordare cosa ha
fatto il Consiglio nazionale italiani che fin dal 2009 ha in maniera trasparente selezionato alcuni giovani aiutandoli a
prendere parte attiva alle riunioni FIG un po’ in tutto il
mondo. E proprio questo nucleo, ha partecipato all’organizzazione dei seminari formativi per geometri di paesi in via di
sviluppo o di aree omogenee del pianeta, come il Mediterraneo. Incontri, lezioni, confronti reiterati nel tempo, contatti
a largo spettro coltivati e mantenuti che hanno portato quasi
naturalmente alla prima Conferenza, appunto quella di
Roma del 4 e 5 maggio. In quella sede è stato anche riconfermato anche il gruppo dirigente dello Young surveyors network,
che fino al 2014 vede un “governo” tutto rosa: l’australiana
Kate Fairlie è stata la presidente, mentre ad affiancarla con
il ruolo di segretaria c’è l’austriaca Eva Maria Unger.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 15
INTERVISTA
Nella fotografia in basso, da sinistra,
gli animatori del gruppo giovani
geometri Massimiliano Romagnoli,
Andrea Massaro, Luca Passador,
Daniele Brancato e Alessandro Dal
Masso. Al centro la dott.ssa
Elisabetta Savoldi, che ha
collaborato con la redazione nella
realizzazione del presente dossier
Preparati per poter contare
nell’oggi e nel domani d’ogni Paese:
ecco l’impegno dei giovani geometri
V
ogliono esserci, oggi e domani, vogliono contare
ed essere coinvolti in prima persona. Chiedono di
essere ascoltati non in quanto giovani ma perché
hanno qualcosa da dire e soprattutto perché pagheranno
loro più di chiunque altro la ricaduta delle soluzioni o delle
mancate soluzioni ai problemi d’equilibrio del pianeta. Si
coglie innanzitutto una gran carica d’entusiasmo tra i tanti
giovani di tutto il mondo con i quali abbiamo parlato in un
paio di giornate alla FIG working week di Roma.
Un entusiasmo che accomuna questi attempati ragazzi a
tanti altri giovani, ma che non è banalmente liquidabile
come la caratteristica dell’età: ci sono state infatti stagioni
non lontane nelle quali la prima espressione giovanile non
era l’entusiasmo bensì la rabbia. L’approccio è perciò immediato, positivo, senza barriere e la gioia dell’incontro, l’apertura senza titubanze al dialogo a più voci e all’intervista
non si traduce in confronti scontati, ma è subito arricchito da
temi seri, da riflessioni pacate, di piena consapevolezza del
ruolo che i geometri possono giocare nelle difficoltà dell’oggi e ancor di più nel disegno del domani.
Proprio questa consapevolezza avvicina e quasi giustap-
16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
pone storie diversissime, giovani geometri d’un occidente
in crisi e colleghi delle nuove locomotive mondiali, gente
letteralmente dell’altro mondo (australiani, indonesiani,
neozelandesi) e italiani di Torino e di Ragusa, di Crema e
della Capitale.
Ad esempio è
assai raro che
questi ragazzi abbiano intrapreso
la carriera di geometra – con dovunque un iter di
studi impegnativo solitamente
chiuso con una
laurea – per seguire un esempio
o un interesse famigliare, piuttosto un sogno o
un’idea anche romantica del nostro lavoro
C’è chi come l’australiana Kate Fairlie è stata conquistata
dalle mappe, soprattutto quelle artistiche e storiche e ha
studiato per poterle realizzare anch’essa; c’è chi come l’indonesiano Rizqi Abdulharis amava la vita all’aria aperta e
voleva una professione che lo tenesse a contatto con la terra
(«Solo a scuola – ci ha detto scherzando Rizqi – ho scoperto
che per fare questo mestiere ci sarebbe voluta
tanta matematica; ma per
fortuna giocare con i numeri
non mi è mai dispiaciuto»).
Motivazioni come si vede
diversissime ma dietro a
ogni scelta c’è un grande amore per l’ambiente, la sua
misurazione, il monitoraggio dei mutamenti fisici,
strutturali, sociali ed ecologici. Ma al di là delle ragioni
della scelta originale – abbiamo chiesto – adesso che
siete geometri, sentite di
aver centrato il vostro obiettivo? Risposte ancora una
volta differenti nella forma
eppure straordinariamente
univoche. Esplicitamente
solo Daniele Brancati di Ragusa ci ha detto «stiamo realizzando i nostri sogni» e
INTERVISTA
«portando il nostro piccolo, forse piccolissimo ma non insignificante contributo alla soluzione dei problemi del nostro
Paese e di conseguenza del continente e del mondo».Kate
per esempio non fa le mappe che amava, ma è impegnata
«nello studio della gestione del territorio con la finalità di
verificare gli effetti di alcune scelte
anche sui cambiamenti climatici».
Analogamente Rizqi non vive all’aria aperta ma nel chiuso d’un laboratorio per monitorare il «governo del territorio e in particolare
che effetto ha sul mutamento dell’ambiente marino d’una zona specifica assai delicata dell’Indonesia».
Valutazioni e controlli che si impongono con ancor maggiore urgenza
soprattutto laddove la crisi sta colpendo duramente (molto in Italia e
in Austria, assai meno in Australia e
Nuova Zelanda, praticamente per
niente in Asia e in Indonesia) poiché
ciascuno degli intervenuti ha volto
sottolineare come proprio le difficoltà contingenti siano spesso l’alibi
di governi e operatori privati per il
via libera a interventi che nel lungo
periodo si rivelano devastanti per
l’ambiente ed i suoi abitanti.
T
utti d’accordo poi e senza
neppure grandi difformità
d’espressione sul ruolo
centrale che ai geometri spetta nell’indicazione del miglior utilizzo
possibile del territorio. Lo dicono
l’australiana Navelle Underwood e
l’austriaca Eva Maria Unger: «Siamo
noi gli esperti che meglio conoscono
la terra, che controllano gli effetti
che diverse gestioni del territorio
provocano all’insieme dell’ambiente. Abbiamo noi le conoscenze
tecniche per valutare concretamente i benefici e le controindicazioni di ogni scelta, per fare in modo
che ogni intervento sia il più adatto
nelle condizioni date, quello che meglio di ogni altro risponde all’interesse dell’uomo di oggi e di domani».
Certo per far questo occorre essere preparati, studiare, non
accontentarsi del risaputo. Per gli italiani in particolare
(oltre a Daniele Brancato, hanno dialogato con noi Andrea
Massaro, Luca Passador, Alessandro Dal Masso, Massimiliano Romagnoli e Paola Ronzino variamente distribuiti
sullo Stivale) è fondamentale garantirsi un’istruzione superiore. «Dobbiamo tutti studiare e lavorare – hanno detto –
anche per non restare indietro rispetto ai colleghi degli altri
Paesi. I geometri di tutte le altre nazioni sono per esempio laureati e
non solo il mercato è ormai globale
e la concorrenza non conosce frontiere, ma soprattutto anche i geometri italiani vogliono essere considerati realmente alla pari con gli
altri».
S
u quale strada percorrere
per conquistare anche il
gruppo di italiani però si
divide. E più d’uno, in pratica la
maggioranza, dice senza mezzi termini semplicemente che «anche il
geometra italiano deve laurearsi»:
deve farlo chi comincia adesso l’iter
formativo, «ma pure chi è già professionista». Altri parla invece della
difficoltà di laurearsi lavorando e
del diverso livello delle scuole per
geometri di qualche anno fa rispetto
alle attuali. E se qualcuno prova a
sdrammatizzare sostenendo che in
fondo i geometri italiani sono quelli
che «fanno più di tutti gli altri, dalle
costruzioni al catasto, dall’estimo
alla eco-sostenibilità e ai conti», c’è
pure chi sembra trovare la mediazione uscendo dal dilemma della
laurea: «Non è importante il titolo di
studio – dice – ma una formazione
superiore serve, è necessaria, va
studiata e proposta con l’aiuto di
tutta la categoria. Potrebbe trattarsi
proprio d’una formula multicanale
di alta qualificazione professionale,
con ore di lavoro e di lezione all’Università o in un apposito istituto,
tanta pratica sul campo e tanta esperienza da far valere come credito». Sul tema in verità i giovani geometri delle altre nazioni non hanno granché da dire. Per loro la questione è pacificamente risolta all’origine: sono laureati e senza laurea
non sarebbero geometri (anche se va detto che nei loro
paesi l’università non è quell’ambito esclusivamente accaIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 17
INTERVISTA
Nella foto grande, in primo piano,
Kate Fairlie e, all’estrema destra, il
Presidente FIG CheeHai Teo
demico e speculativo che è in Italia, ma spesso ha contenuti
formativo straordinariamente concreti).
Al di là delle questioni più nazionali, il filo comune d’un discorso positivo si ritrova immediatamente nelle parole di
Rizqi non a caso premiato con una borsa di studio della FIG
per il suo intervento sul futuro della professione. A parere
dell’indonesiano infatti «i problemi del pianeta sono oggi
talmente complessi e interconnessi che spetta innanzitutto
ai tecnici dare l’indicazione delle soluzioni più adatte e fare
in modo che a livello planetario si seguano i medesimi pro-
18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
tocolli e non si prosegua invece, come accade oggi, su strade
spesso contrapposte e alfine controproducenti».
Da qui l’auspicio condiviso da tutti che i momenti di confronto come la working week della FIG si moltiplichino ed,
anche attraverso il Young surveyors network e la Conference, divengano strumenti di confronto permanente e continuo.
Può sembrare retorico, ma è estremamente reale: «Il mondo
ne ha drammaticamente bisogno».
❑
ESTIMO
Matteo Negri
Valorizzazione del patrimonio
immobiliare nella disponibilità
degli Enti Pubblici
Relazione tenuta dall’Autore, geometra libero professionista bresciano,
alla “Working Week FIG” in Roma il giorno 9 maggio 2012
I
n applicazione al Decreto Legge 25 giugno
2008 n. 112, per i funzionari pubblici delle Regioni, delle Provincie, dei
Comuni e degli altri Enti locali, lo studio della valorizzazione immobiliare e la
scelta degli investimenti è
volto alla redazione del
Piano delle Alienazioni
degli immobili, con la conseguente classificazione come
patrimonio disponibile e la
variazione della destinazione urbanistica.
Illustrazione
del caso studio
Il Comune di Paratico in provincia di Brescia che si svi-
luppa tra la sponda bresciana del Sebino e le colline orientali della Franciacorta, ha come finalità il recupero a parco urbano di
uno scalo merci ferroviario in
disuso da anni e in stato di
semiabbandono.
La splendida posizione geografica tra lago e collina offre
a questo paese numerose
possibilità di sviluppare la
naturale vocazione turistica.
L’area, ubicata centralmente
in lato nord rispetto allo sviluppo del fronte lago del territorio comunale, rientra in
un ambito di elevato valore
percettivo, connotato dalla
presenza congiunta di fattori
fisico-ambientali e storico-
culturali.
L’Amministrazione Comunale, prima di procedere alla
progettazione all’assegnazione e all’appalto dei lavori,
intende quantificare la convenienza economica dell’operazione immobiliare e conoscere il flusso dei costi e
dei ricavi dell’intervento edilizio, mirando nel contempo
a conoscere il valore di mercato futuro del compendio
immobilare in esame.
20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Determinazione del valore
di trasformazione
Gli obiettivi e l’azione
estimativa proposta
In applicazione agli Standard Internazionali di Valutazione (IVS) e in conformità
allo standard italiano (Codice delle Valutazioni Immobiliari edito da Tecnoborsa)
verranno illustrate le procedure tecnico scientifiche –
intese come benchmark minimo accettabile – indispensabili per costruire le basi
del rapporto di valutazione.
Lo studio propone l’individuazione e l’analisi procedurale dello standard metodologico estimativo, finalizzato alla scelta della convenienza economica del com-
parto in esame e alla determinazione del suo valore di
trasformazione.
La convenienza economica
verrà determinata attraverso
l’individuazione dell’ Highest
and Best Use (HBU), ossia il
massimo valore di trasformazione o di mercato prospettati per il compendio immobiliare rispetto alla sua destinazione attuale.
La determinazione del valore di trasformazione del
parco passerà invece attraverso l’analisi del flusso di
cassa scontato (Discounted
Cash Flow Analysis - DCFA) che
considererà i costi iniziali
dell’intervento edilizio legati alla sua riqualificazione
e tutti i redditi netti ricava-
ESTIMO
Nella pagina precedente, da sinistra
in senso antiorario, ex scalo merci
ferroviario riqualificato in un parco
urbano; Location map - Google
Maps Italia - ©2012; il parco
urbano “Le chiatte” di Paratico; lo
scalo merci ferroviario in disuso e
semi abbandonato
bili dall’operazione immobiliare, valutati alle diverse
scadenze periodiche.
Per procedere alla determinazione del valore di mercato dell’intero comparto in
esame sarà indispensabile
calcolare, attraverso l’osservazione del mercato immobiliare, i saggi di capitalizzazione relativi alle tipologie
immobiliari previste nella riqualificazione dell’area.
Rilevazione
del mercato immobiliare
Per determinare l’analisi economica dell’investimento
e l’HBU sarà fondamentale
effettuare l’osservazione e
la valutazione del mercato
immobiliare.
Ai fini della stima degli immobili il mercato di riferimento sarà quello reale.
Si procederà infatti alla rilevazione dei prezzi e dei canoni di mercato degli immobili simili a quelli oggetto di
stima, riferiti al medio-breve
periodo.
I dati veri di mercato saranno
noti agli agenti immobiliari,
ai tecnici, agli inquilini e ai
proprietari concedenti, alle
In questa pagina: planimetria di
progetto del parco urbano “Le
Chiatte”
imprese edili e società immobiliari, ai notai, ai commercialisti, ai consulenti fiscali, ai funzionari di banca
che operano nel credito immobiliare, etc.
L’analisi di mercato considererà il compendio immobiliare esaminato e il suo contesto insediativo, relativamente alla presenza di servizi pubblici, alla viabilità,
alle infrastrutture, alla qualità della vita, etc.
L’analisi del mercato immobiliare mirerà a prevedere
l’offerta e la domanda (attuale e futura) per ogni immobile collocato nel proprio
segmento di mercato, ossia
l’unità elementare non ulteriormente scindibile dall’analisi economica-estimativa
del mercato immobiliare.
Ai fini dell’analisi economica
-estimativa, un segmento di
mercato, in termini concreti,
resta definito principalmente
dai seguenti parametri:
• Localizzazione: indica la localizzazione dell’unità immobiliare nello spazio
geografico ed economico.
• Destinazione: indica se si
tratta di contratti per abi-
tazione, ufficio, attività
commerciali, artigianali,
industriali o terziarie.
• Tipologia immobiliare: indica se trattasi di contratti
relativi a fabbricati e a terreni, del mercato dell’usato, del ristrutturato, del
nuovo o seminouvo, di
condominio o di proprietà
esclusiva.
• Tipologia edilizia: si riferisce ai caratteri dell’edificio (es. edifici multipiano, villette, case coloniche, opifici, complessi
immobiliari, ecc).
• Dimensione: se trattasi di
unità immobiliari piccole,
medie o grandi.
I parametri del segmento immobiliare trovano applicazione nella raccolta degli usi e
delle conusuetudini commerciali del settore immobiliare.
L’osservazione puntuale e
meticolosa del mercato immobiliare porterà alla rilevazione di dati immobiliari di
fabbricati con destinazione
ludico ricreativa in zona
lago, assoggettabili a locazione, nella fattispecie compravendite, canoni di mercato lordi e relative spese di
esercizio.
Prevedendo l’Amministrazione Comunale il potenziamento dei parcheggi in zona
lago, per completare l’analisi
del mercato immobiliare sarà
determinante quantificare i
possibili introiti (tariffe) e i relativi costi di esercizio derivanti dai parcometri.
Highest and best use
Per determinare il valore di
mercato dell’operazione immobiliare sarà necessario
procedere con l’analisi del
più conveniente e miglior
uso, o quello più probabile
(HBU – highest and best use).
Tale parametro è da intendersi come l’uso che presenta il massimo valore di
trasformazione o di mercato
tra i valori di trasformazione
e di mercato degli usi prospettati per un immobile.
L’HBU in esame esprimerà la
destinazione alla quale corrisponderà il valore massimo tra il valore attuale
(verde incolto con rustici economicamente obsoleti e
fatiscenti) e i possibili valori
di trasformazione (parco urbano con fabbricati posti a
D
C
A
B
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 21
ESTIMO
reddito), il tutto nel rispetto
dei seguenti vincoli:
1. Tecnico: l’intervento dovrà essere fisicamente e
tecnicamente realizzabile
tenendo conto dell’assenza di:
– gravi prescrizioni pregiudizievoli dettate dal
vincolo ambientale e
paesaggistico;
– limitazioni alle destinazioni d’uso ammesse
derivanti dalla zonizzazione acustica;
– gravi vincoli idrogeologici;
– eventuali limiti all’edificabilità;
– gravi limitazioni tecnicoeconomiche per eventuali bonifiche: trattandosi del recupero edilizio di un’area attraversata in passato dal transito ferroviario bisognerà
prendere in considerazione l’eventuale bonifica ”Piano del Ferro”.
Il progetto infine dovrà tener
conto delle Norme Tecniche
Attuazione (NTA) contenute
nello strumento urbanistico
vigente e adottato.
2. Giuridico: per l’assenza di
pesi o limitazioni d’uso
quali: oneri reali, obbligazioni di proprietà, diritti di
prelazione, servitù attive,
passive, etc.
3. Di bilancio: inteso come
intervento finanziariamente sostenibile.
4. Economico: inteso come intervento economicamente
più conveniente rispetto
alla destinazione attuale.
Una volta effettuata la rilevazione e l’osservazione del
mercato immobiliare, si
potrà verificare se la destinazione più probabile e redditizia degli immobili collocati sull’area oggetto di intervento, corrisponderà agli
obiettivi progettuali ipotizzati dall’Amministrazione
Comunale e più precisamente:
A) il recupero dell’ex scalo
ferroviario in un parco urbano attraverso:
– una sapiente organizzazione del verde;
– la riproposizione di alcuni tracciati dei binari
esistenti, quali percorsi
interni al parco;
– la riqualificazione dei
moli di attracco (lingue);
– la sistemazione dei pontili di imbarco dei vagoni ferroviari, come
passerelle di camminamento.
B) il restauro conservativo
del vecchio deposito carri
e la sua trasformazione in
un ristorante.
C) la realizzazione del nuovo
chiosco (bar) come punto
di ristoro per i fruitori
delle infrastrutture, in sostituzione del preesistente piccolo magazzino
ferroviario.
D) L’ampliamento della dotazione di parcheggi.
Analisi del costo
di traformazione
Una volta valutato l’HBU, si
dovrà procedere alla determinazione del costo di trasformazione, inteso come
costo di costruzione o riqualificazione.
L’analisi delle voci di spesa
dell’intervento edilzio verrà
effettuata mediante la conoscenza dei costi di costruzione relativi alla riqualificazione del parco.
Tale costo rappresenterà la
somma delle spese che, al
momento di stima, l’Amministrazione Comunale dovrà
sostenere per realizzare l’investimento.
Il costo di riqualificazione
del parco resterà definito
come sommatoria delle seguenti voci di spesa:
– spese di costruzione
(compresi costi diretti,
indiretti ed il profitto
normale d’impresa);
– competenze professionali;
– spese per allacciamenti;
– spese legali;
– spese di finanziamento;
– spese per interessi passivi;
– spese assicurative;
– varie ed imprevisti.
La voce di spesa più significativa, in termini di peso economico, sarà sicuramente
rappresentata dalle spese
di trasformazione.
Il procedimento di stima idoneo a quantificare le
spese di costruzione sarà il
computo metrico estimativo,
che provvederà ad applicare
i prezzi unitari correnti, alle
quantità delle diverse lavorazioni previste dal progetto.
Stato di fatto: area incolta
In progetto: parco urbano attrezzato
Redditi ex ante → Nessuno
Redditi ex post → Sponsor e altre entrate
A.
22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
ESTIMO
Il computo metrico verrà redatto per le seguenti opere:
A. Riqualificazione del parco
B. Risanamento conservativo
dell’ex deposito carri e la sua
trasformazione in ristorante
C. Realizzazione di un nuovo
chiosco, come punto di ristoro (bar).
D. Sistemazione di via Marconi e la realizzazione dei
nuovi parcheggi a pagamento.
Stato di fatto: ex deposito carri
In progetto: ristorante con plateatico
Redditi ex ante → Nessuno
Redditi ex post → Affitto
Stato di fatto: piccolo magazzino ferroviario
In progetto: nuovo chiosco con plateatico
Redditi ex ante → Nessuno
Redditi ex post → Affitto
Stato di fatto: sede stradale esistente
In progetto: potenziamento parcheggi
Redditi ex ante → Nessuno
Redditi ex post → Parcometri e sanzioni
B.
C.
D.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 23
ESTIMO
Bilancio di esercizio
Il bilancio di esercizio o estimativo in generale viene inteso come un bilancio economico, volto a considerare la
redditività prospettica di un
immobile ai fini della stima
del suo valore di mercato.
Nella ricerca del valore di
mercato, il bilancio estimativo dovrà intendersi:
– annuale: l’anno viene indicato come il periodo
di riferimento;
– preventivo: riguarda la
previsione dei risultati
della gestione futura
degli immobili;
– medio: riguarda il livello
del canone di mercato e
delle altre eventuali entrate, oltre alle quantità
ed i prezzi dei mezzi
produttivi impiegati
nella gestione (materiali, manodopera, noleggi, etc.).
– ordinario: ossia riferito
alla figura del proprietario quale imprenditore immobiliare normale, medio e ordinario.
Il bilancio estimativo mirerà
a determinare il reddito
netto degli immobili, attraverso l’analisi dei ricavi (attivo) e dei costi di esercizo
annuali (passivo) in carico
alla parte proprietaria.
Attivo
Normalmente, nel bilancio
di esercizio annuale di un
immobile, l’attivo è rappresentato dai canoni di mercato anticipati, in genere con
scadenza frazionaria, e da
altri possibili ed eventuali
introiti.
Per quantificare le poste attive del bilancio estimativo,
24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
il valutatore procederà all’individuazione dei redditi di
immobili simili a quelli oggetto di valutazione, attraverso l’analisi del mercato.
In funzione alla disponibilità
e tipologia dei dati immobilari, i canoni di mercato verranno calcolati analiticamente attraverso l’applicazione di uno dei metodi di
stima appartententi al metodo del confronto di mercato (market oriented), ossia:
MCA “Market Comparison Approach”, MCA e sistema di
stima, sistema di ripartizione o attraverso la regressione lineare.
Nel caso studio, l’attivo sarà
rappresentato dai futuri redditi lordi di mercato derivanti dalla possibile locazione del ristorante, del bar,
oltre agli incassi ottenibili
dalla pubblicità dei privati
(sponsor) e dai ricavi desumibili dalla sosta a pagamento dei visitatori-turisti.
Passivo
In generale, nel bilancio di
esercizio annuale di un immobile, il passivo riguarda:
– le quote di ammortamento;
– le spese di manutenzione straordinaria;
– le spese di assicurazione;
– le spese di gestione;
– gli oneri fiscali;
– lo sfitto e l’inesigibilità
del canone;
– gli interessi passivi.
Nel caso studio, il passivo
sarà certamente rappresentato dai costi di gestione derivanti dalla locazione del ristorante, del chiosco, oltre
alle spese derivanti dalla
gestione dei parcheggi a pagamento.
Le spese di esercizio derivanti dalla manutenzione
del parco verranno assorbite direttamente dai privati
che intenderanno sponsorizzare le propria attività,
mediante l’affissione di cartelli pubblicitari ubicati in
prossimità della zona adibita a parcheggi e nelle aree
a verde.
Ricerca del saggio
di capitalizzazione
Il saggio di capitalizzazione
non è una grandezza naturale espressa spontaneamente dal mercato; la sua ricerca avverrà secondo la regola generale di estrazione
con la costruzione di un
flusso di cassa.
La ricerca del saggio di capitalizzazione si svolgerà rilevando i prezzi e i canoni di
mercato e le eventuali altre
entrate di immobili comparabili, appartenenti allo
stesso segmento di mercato
dell’immobile da valutare,
oltre ai costi di esercizio e il
periodo di disponibilità. L’estrazione del saggio di capitalizzazione per ciascun immobile comparabile si svolgerà con l’equazione del
saggio di rendimento interno riferito alle serie dei ricavi e dei costi, al periodo di
disponibilità e al prezzo di
ciascun immobile di confronto.
+ P(1±d)
Flusso di cassa dell’investimento
nel metodo della capitalizzazione
finanziaria
+ Rt
0
1
2
3
- Ct
-P
• •
n
ESTIMO
Dove saranno noti:
P = prezzo di mercato dell’immobile comparabile;
Rt = reddito lordo annuo variabile dell’immobile da valutare;
Ct = costo annuo variabile
dell’immobile da valutare;
d = saggio annuo di rivalutazione;
n = durata del periodo di disponibilità (anni).
Riepilogo delle metodologie estimative per il calcolo del saggio di capitalizzazione annuo (i)
per l’applicazione della yield and change formulas
Metodo
Capitalizzazione diretta
I
l saggio di capitalizzazione (i), inteso come
saggio di rendimento
interno, si otterrà per estrazione o interpolazione, attraverso un foglio di calcolo
elettronico.
Ove non sarà possibile determinare il saggio di capitalizzazione attraverso un
flusso di cassa relativo a immobili simili recentemente
compravenduti e contestualmente locati, si procederà alla sua determinazione attraverso l’applicazione della yield and change formulas (if).
Noto il saggio annuo di capitalizzazione (i), desunto da
metodologie estimative differenti, quali per esempio la
capitalizzazione diretta, il
mortgage and equity components, il land and building components, o il rapporto copertura del debito
(DCR), si considerarà il fenomeno rivalutativo o svalutativo ad un saggio annuale
(±d).
Applicazione
Noti i canoni d’affitto e prezzi di compravendita riferiti al medesimo immobile e
corrispondenti al segmento di mercato
dell’immobile da valutare.
Formula da applicare
Dove R sono i Redditi e P i Prezzi relativi
all’immobile X e Y.
Noti canoni d’affitto e prezzi di compravendita NON riferiti allo stesso immobile,
ma a immobili che ricadono negli stessi
segmenti di mercato dell’immobile da
valutare.
Dove R sono i Redditi e S le relative Superficie Commerciali. P i prezzi di altri
immobili del medesimo segmento di
mercato e S le relative Superfici.
Mortgage and equity
components
Considera le modalità di finanziamento
nell’acquisto di un immobile, distinguendo tra la parte ottenuta in prestito espressa in percentuale LTV del prezzo totale e la restante parte autofinanziata (1LTV)
Land and building
components
Viene applicato alle parti tecnico-economiche di un immobile attraverso il rapporto complementare tra il valore della
parte (terreno o fabbricato) e il valore del
tutto (terreno e fabbricato).
Rapporto copertura
del debito
Il rapporto di copertura del debito (debt
coverage ratio, DCR) è derivato dal
campo delle stime cauzionali e pone una
condizione esterna legata alle garanzie di
restituzione di un prestito. Il rapporto di
copertura del debito è il rapporto tra il
reddito lordo erogato dall’immobile e la
rata di ammortamento del prestito immobiliare.
Dove im è il saggio di capitalizzazione del
mutuo (mortgage capitalization rate) e ie
il saggio di redditività diretta (equity capitalization rate).
Dove CT è il rapporto complementare del
terreno e iT il relativo saggio di capitalizzazione, mentre if rappresenta il saggio
di capitalizzazione del fabbricato.
Dove DCR è il rapporto di copertura del
debito, LTV la parte ottenuta in prestito
espressa in percentuale, im è il saggio di
capitalizzazione del mutuo (mortgage
capitalization rate)
Dovendo infine determinare il flusso dei redditi e
dei costi alle diverse scaIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 25
ESTIMO
denze peiodiche (es. trimestrali), sarà necessario calcolare il saggio periodale (ik)
riferito alla scadenza prefissata.
Stabilito il periodo di riferimento delle poste, al quale
corrsiponderà la sua frequenza di capitalizzazione
(K), si procederà al calcolo
del saggio periodale equivalente partendo dal saggio
di capitalizzazione annuo
precedentemente definito,
secondo la seguente formula:
Determinazione del valore
di trasformazione
La determinazione del valore di trasformazione del
comparto esaminato passerà attraverso l’analisi di un
flusso di cassa scontato
(DCFA).
Rappresentazione
del flusso di cassa scontato
26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
La costruzione del flusso di
cassa riguarderà i costi inziali di trasformazione dell’intero comparto e l’analisi
estimativa dei ricavi e dei
costi d’esercizio, alle scadenze stabilite, relativi alla
locazione del ristorante, del
chiosco e degli incassi ricavabili dei parcometri e dalle
sponsorizzazioni dei privati.
I
l valore di trasformazione del parco V, con
i relativi immobili da
riqualificare, si quantificherà applicando la seguente formula:
Dove dovranno essere noti:
– i costi di trasformazione
dell’intera operazione
immobiliare desunti dal
computo metrico estimativo (CTt),
– la durata dell’intervento
edilizio per la trasformazione del parco, inteso
come ciclo di produzione (m);
– le poste attive periodali
in carico all’Amministrazione Comunale, desumibili dalla locazione
del ristorante, del chiosco e dagli introiti derivanti dalle soste a pagamento e dagli sponsor
dei privati (Rt);
– le poste passive perio-
dali o costo di esercizio
in carico all’Amministrazione Comunale, derivanti dalla
gestione
delle locazioni del ristorante, del
chiosco e dei
parcometri
(Ct);
– la durata del
periodo di disponibilità,
inteso come
orizzonte
temporale,
coincidente
con il periodo
di locazione
commerciale
degli immobili concessi
in affitto (n);
– il periodo di riferimento
delle poste attive e passive, inteso come frequenza (k);
– l’individuazione del
saggio periodale di svalutazione/rivalutazione
delle poste attive (g);
– l’individuazione del
saggio periodale di svalutazione/rivalutazione
delle poste passive (h);
– l’individuazione del
saggio periodale di svalutazione/rivalutazione
sul valore di recupero finale (± d) ;
– il saggio di capitalizzazione periodale dell’analisi del flusso di cassa
scontato (ik).
Impostando in una tabella di lavoro
i dati soprariportati e servendosi di
un foglio di calcolo elettronico, si
potrà estrapolare il valore di mercato
di rivendita finale attraverso il flusso
di cassa scontato (DCFA).
Conclusioni
L’analisi del processo estimativo e la determinazione
analitica del valore di mercato del compendio immobiliare esaminato, attraverso la sua trasformazione
e riqualificazione in un parco
attrezzato, permetterà all’Amministrazione Comunale di conoscere quanto
segue:
1. il costo di trasformazione
da sostenere per la riqualificazione degli immobili
fisicamente deteriorati,
funzionalmente ed economicamente obsloteti;
2. i ricavi futuri ipotizzabili
dalla locazione del ristorante e del chiosco;
3. gli introiti desumibili dai
ESTIMO
parcheggi a pagamento e
dalle eventuali sponsorizzazioni dei privati per il
mantenimento del parco;
4. i costi di esercizio in carico
alla parte padronale;
5. il saggio di capitalizzazione e la possibilità di
determinare il tempo di
rientro dell’investimento
(GRM - Gross Rent Multipler);
6. il valore del compendio
immobiliare a fine locazione.
❑
Bibliografia
Geom. Matteo Negri
International Valutation Standards, IVSC, London, 2007
SIMONOTTI M., Manuale delle stime immobiliari, Reana del Rojale, Udine, 2005
SIMONOTTI M., Prontuario delle stime immobiliari, Reana del Rojale, Udine,
2005
SIMONOTTI M., Metodi di stima immobiliare, applicazione degli standard internazionali, trattato teorico pratico, Dario Flaccovio editore, Palermo, 2006
Codice per le valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie, ABI - Associazione Bancaria Italiana, 2009
SIMONOTTI M., Valutazione immobiliare standard, Pixart srl (stampa), Quarto
d’Altino (Ve)
Codice delle valutazioni immobiliari, IV ed., Tecnoborsa, Roma, 2011
Corso professionale di estimo immobiliare basato sugli standard internazionali di valutazione, 2012, Associazione Geo.Val- Geometri Valutatori Esperti
(Web site www.geoval.it)
Viale Europa 52
25133 Brescia
E-mail: [email protected]
Web site: www.isostime.com
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 27
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
Standard di qualità:
Amministrazione condominiale
1. Scopo e campo di applicazione
Il presente documento specifica i requisiti di conoscenza,
competenza ed esperienza del geometra e ne descrive i metodi di valutazione della conformità, con specifico riferimento alla prestazione di “amministrazione immobiliare”,
intesa come attività finalizzata all’amministrazione e gestione di immobili di proprietà privata in comunione e in
condominio.
Si applica al geometra iscritto all’Albo, indipendentemente
dalla natura dell’impiego.
2. Riferimenti normativi e legislativi
Il presente documento rimanda, mediante riferimenti datati
e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali
riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del
testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a
dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nel
presente documento come aggiornamento o revisione. Per
i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento.
– Codice civile articoli dal 1100 al 1116 (della comunione in
generale);
– Codice civile articoli dal 1117 al 1139 (del condominio sugli
edifici);
– UNI 10801:1998 “Servizi. Amministrazione condominiale e
immobiliare. Funzioni e requisiti dell’amministratore.
3. Termini, definizioni, simboli e abbreviazioni
3.1
Termini e definizioni
3.1.1 amministratore: colui che su mandato degli aventi
diritto gestisce un immobile e/o un condominio (UNI
10801).
3.1.2 assemblea: adunanza dei partecipanti (aventi diritto) in un determinato luogo per discutere, trattare,
deliberare argomenti di comune interesse (UNI
10801).
3.1.3 bilancio preventivo: documento, predisposto dall’amministratore e approvato dall’assemblea dei
condomini (o comunione), che riporta le spese preventivate per l’anno di gestione.
3.1.4 comunione: insieme di aree e/o superfici con o senza
immobili e/o diritti reali, in proprietà a più entità fisiche e/o giuridiche.
3.1.5 condominio: coesistenza di parti di un edificio di
proprietà singola, piena ed assoluta, con beni o parti
comuni necessarie e/o volontarie, dei quali il singolo
condominio è comproprietario di una quota indivisa
(UNI 10801).
3.1.6 condomino: persona fisica o giuridica titolare di un
diritto reale sull’immobile o su parte di esso e che,
28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
per mezzo di atti formali o legali, designa un mandatario per l’amministrazione delle parti, impianti,
luoghi comuni dell’edificio (UNI 10801).
3.1.7 consiglio di condominio (o consiglieri): organo consultivo e di controllo dell’amministratore che agisce
e delibera nelle forme e nei limiti a lui demandati dal
regolamento e/o dai patti speciali contrattuali trascritti (UNI 10801).
3.1.8 manutenzione ordinaria: attività necessaria che si ripete costantemente nel tempo ad intervalli relativamente brevi e di costo non rilevante.
3.1.9 manutenzione straordinaria: opera di rilevante entità e costo che si rende necessaria solo eccezionalmente o a grande distanza di tempo.
3.1.10 quota millesimale(millesimi): quota parziale, rapportata al valore dell’intero edificio in condominio,
che rappresenta il valore proporzionale (rispetto a
1000) di una singola unità immobiliare sul valore totale dell’edificio stesso.
3.1.11 parti comuni: opere elencate dall’art. 1117 del Codice civile e comunque tutte le parti, impianti e servizi destinati all’uso comune, se non diversamente
disposto dal titolo di acquisto.
3.1.12 quote: il valore della singola proprietà componente
la comunione.
3.1.13 regolamento di condominio (o comunione): documento scritto che dispone le norme circa l’uso delle
cose comuni e le modalità di riparto e attribuzione
delle spese secondo gli obblighi e i diritti spettanti
a ciascun partecipante, nonché le norme per la tutela
del decoro dell’edificio e quelle relative ai compiti
demandati all’amministratore, oltre a quelli previsti
dalla legge (UNI 10801).
3.1.14 rendiconto consuntivo: documento contabile dettagliato della gestione amministrativa di un anno o frazione; esso espone, in una forma di facile comprensione per l’utente medio, le spese e le entrate raggruppate per motivazioni omogenee secondo le disposizioni di legge e/o del regolamento di condominio o di gestione (UNI 10801).
3.1.16 ripartizione consuntiva: documento-quadro sinottico che indica le quote di spesa spettanti a ciascuna
unità immobiliare; la quota di spesa è la sommatoria
delle quote spettanti per ogni capitolo omogeneo di
spesa (tabella); essa contiene, altresì, il saldo attivo
e/o passivo per ogni unità immobiliare, rappresentato dalla sommatoria delle spese dedotta la sommatoria dei versamenti e – trattandosi di spese di
cassa – saranno annotate quelle da pagare relativamente alla competenza (UNI 10801).
Nota: vedere altre definizioni nella norma UNI 10801.
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
5. Descrizione del lavoro, servizio o processo
5.1 Generalità
Il processo di amministrazione immobiliare prevede i compiti di seguito elencati:
a) presa in consegna;
b) esame della documentazione;
c) aggiornamento dati dell’amministratore;
d) prima convocazione assemblea;
e) preparazione, convocazione e coordinamento della riunione assembleare;
f) esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea;
g) cura dell’osservanza del regolamento di condominio (o
comunione);
h) disciplina dell’uso delle cose comuni;
i) rappresentanza del condominio in ogni sede;
j) coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella gestione;
k) disponibilità al riscontro delle pezze giustificative e dell’estratto conto;
l) pagamento delle ritenute d’acconto sulle fatture/parcelle dei fornitori;
m) predisposizione e trasmissione del modello 770 all’Agenzia delle Entrate;
n) redazione e aggiornamento del registro della sicurezza
Dpr 37/98;
o) adempimento delle prestazioni del Tus predisponendo
il D.U.V.R.I. (documento unico valutazione rischi e interferenze);
p) richiesta ad ogni fornitore del DURC (documento unico
di regolarità contributiva), del certificato di iscrizione
alla Camera di Commercio nonché della verifica di possesso dei requisiti di idoneità tecnico-professionale;
q) aggiornamento dei valori di ricostruzione a nuovo, dei
massimali e delle garanzie della polizza globale fabbricati;
r) verifica delle rispondenze allo stato di fatto e delle scadenze delle pratiche di adeguamento alle normative;
s) convocazione dell’assemblea straordinaria;
t) rinuncia e revoca del conferimento del mandato.
Fase 1: assunzione del mandato
La presente fase si compone dei seguenti compiti:
a) presa in consegna
successivamente alla nomina avvenuta in assemblea
(solitamente entro 15 giorni), incontro con l’amministratore uscente per ricevere, mediante un verbale di passaggio, le consegne e la relativa documentazione (Appendice A);
b) esame della documentazione
verifica della completezza, studio (con particolare rife-
rimento al regolamento e ai verbali delle assemblee) e
archiviazione della documentazione, con segnalazione
ai condomini dell’eventuale documentazione mancante;
c) aggiornamento dati dell’amministratore
– aggiornamento presso l’Agenzia delle Entrate del nominativo sul certificato di attribuzione del codice fiscale/partita Iva;
– aggiornamento del nominativo e deposito della firma
presso l’istituto di credito;
– eventuale variazione di domiciliazione per le bollette
degli enti erogatori;
– comunicazione ai fornitori.
d) prima convocazione assemblea
convocazione assemblea per discutere i punti dell’ordine del giorno non trattati nell’assemblea precedente
e presentarsi ai condomini.
Fase 2: Gestione annuale dell’assemblea ordinaria
La presente fase si compone dei seguenti compiti:
a) preparazione, convocazione e coordinamento della riunione assembleare alla fine di ciascun anno di esercizio, per
rendere conto della propria gestione:
– predisposizione del rendiconto delle spese e la relativa ripartizione consuntiva;
– convocazione dell’assemblea ordinaria con i seguenti
punti all’ordine del giorno e secondo l’art. 1135 del Codice civile: approvazione del bilancio preventivo e relativo piano di riparto; nomina dell’amministratore; approvazione del bilancio preventivo e relativo piano di
riparto della gestione successiva; discussione di eventuali altri punti ritenuti necessari o richiesti dai condomini (o comunionisti);
– partecipazione all’assemblea ordinaria, rispondendo
a quesiti e fornendo le informazioni richieste;
b) esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea
– redazione del verbale dell’assemblea, evidenziando
con chiarezza le deliberazioni assunte;
– trasmissione ai condomini della copia del verbale dell’assemblea;
– riscossione delle spettanze;
– sollecito nei confronti dei condomini (o comunionisti)
morosi, e in caso di mancato versamento avvio della
procedura ingiuntiva;
– erogazione delle spese occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell’edificio e per l’esercizio dei servizi comuni;
– aggiornamento periodico della contabilità con registrazione delle spese e degli incassi verificando parallelamente il conto corrente intestato al condominio (o
comunione);
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 29
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
– verifica dell’esecuzione di tutte le deliberazioni dell’assemblea.
Fase 3: Compiti istituzionali
La presente fase si compone dei seguenti compiti:
a) cura dell’osservanza del regolamento di condominio (o
comunione);
b) disciplina dell’uso delle cose comuni e delle prestazioni
dei servizi nell’interesse comune in modo che ne sia assicurato il miglior godimento a tutti i condomini (o comunionisti);
c) rappresentanza del condominio in ogni sede (art. 1131 del
Codice civile);
d) coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella gestione
al fine di evitare dissidi, consigliando i condomini (o comunionisti) sulle procedure, gli interventi o le azioni per
preservare o valorizzare il proprio immobile, mantenendo i contatti con i condomini (o comunionisti) e i consiglieri, con periodici sopralluoghi nell’immobile;
e) disponibilità al riscontro delle pezze giustificative e dell’estratto conto.
Fase 4: Compiti amministrativi
La presente fase si compone dei seguenti compiti:
a) pagamento delle ritenute d’acconto sulle fatture/parcelle
dei fornitori a mezzo di compilazione del mod. F24, provvedendo a trasmettere certificazione dell’avvenuto pagamento ai fornitori medesimi;
b) predisposizione e trasmissione all’Agenzia delle Entrate
del modello 770;
c) redazione e aggiornamento del registro della sicurezza
Dpr 37/98;
d) adempimento delle prescrizioni del TUS (Testo Unico Sicurezza) predisponendo D.V.R. (documento di valutazione dei rischi) e D.U.V.R.I. (documento unico valutazione rischi e interferenze);
e) richiesta ad ogni fornitore del DURC (documento unico di
regolarità contributiva), del certificato di iscrizione alla
Camera di Commercio, nonché della verifica di possesso
dei requisiti di idoneità tecnico-professionale;
f) verifica ed eventuale aggiornamento dei valori di ricostruzione a nuovo, dei massimali e delle garanzie della
polizza globale fabbricati;
g) verifica delle rispondenze allo stato di fatto e delle scadenze delle pratiche di adeguamento alle normative relativamente a:
– impianto ascensore;
– certificati di prevenzione incendi;
– impianto di terra;
– eventuale potabilità dell’acqua.
30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Fase 5: Assemblea straordinaria
La presente fase si compone del seguente compito:
convocare l’assemblea straordinaria quando ritenuto necessario o quando ne è fatta richiesta a termine di regolamento.
Fase 6: Rinuncia o revoca del conferimento del mandato
La presente fase si compone del seguente compito:
qualora l’assemblea nominasse un nuovo amministratore,
l’amministratore uscente deve predisporre il passaggio
consegne come descritto al punto 5.2.3.1
6.2.2 Conoscenze ed abilità specifiche
Nell’espletamento dell’attività di amministrazione immobiliare il geometra deve avere capacità e abilità per:
– conoscere e saper applicare le disposizioni contenute nel
libro terzo del Codice civile;
– essere aggiornato sugli orientamenti giurisprudenziali;
– avere nozioni di contabilità.
7.2 Liste di controllo
Fase 1: Assunzione del mandato
Compiti
a) Presa in consegna
b) Esame della documentazione
c) Aggiornamento dati
dell’amministratore
d) prima convocazione assemblea
Aspetti della verifica
❑ verbale passaggio consegne
❑ verifica competenza
❑ studio e archiviazione documentazione
❑ segnalazione eventuale documentazione mancante
❑ comunicazione Agenzia Entrate
❑ comunicazione istituti di credito
❑ eventuale comunicazione enti erogatori
❑ comunicazione fornitori
❑ verifica sussistenza
Fase 2: Gestione annuale dell’assemblea ordinaria
Compiti
a) Preparazione, convocazione
e coordinamento della riunione
assembleare
b) esecuzione deliberazioni assemblea
Aspetti della verifica
❑ predisposizione dei rendiconto delle
spese
❑ ripartizione consuntiva
❑ convocazione dell’assemblea ordinaria
❑ partecipazione all’assemblea ordinaria
❑ redazione del verbale dell’assemblea
❑ trasmissione ai condomini della
copia del verbale dell’assemblea
❑ riscossione delle spettanze
❑ solleciti spettanze
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
❑ eventuale avvio procedura ingiuntiva
❑ erogazione delle spese
❑ aggiornamento periodico della contabilità
❑ verifica esecuzione deliberazioni assemblea
Fase 3: Compiti istituzionali
Compiti
a) cura dell’osservanza del regolamento
di condominio
b) disciplina dell’uso delle cose comuni
e delle prestazioni dei servizi
c) rappresentanza del condominio
in ogni sede
d) coordinamento di tutti i soggetti
coinvolti nella gestione
e) disponibilità al riscontro delle pezze
giustificative e dell’estratto conto
Aspetti della verifica
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
Fase 4: Compiti amministrativi
Compiti
a) pagamento delle ritenute d’acconto
sulle fatture/parcelle dei fornitori
b) predisposizione e trasmissione
all’Agenzia delle Entrate del mod. 770
c) redazione e aggiornamento del
registro della sicurezza Dpr 37/98
d) adempimento prescrizioni del TUS
e) richiesta ad ogni fornitore del DURC
f) verifica e aggiornamento polizza
assicurativa
g) verifica delle rispondenze allo stato
di fatto e delle scadenze
Aspetti della verifica
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
❑ verifica sussistenza
❑ impianto ascensore
❑ certificati di prevenzione incendi
❑ impianto terra
❑ eventuale potabilità dell’acqua
Fase 5: Assemblea straordinaria
Compiti
a) convocazione assemblea
straordinaria
Aspetti della verifica
❑ verifica sussistenza
Fase 6: Rinuncia o revoca conferimento del mandato
Compiti
a) rinuncia o revoca del conferimento
del mandato
Aspetti della verifica
❑ verbale passaggio consegne
Appendice A - Elenco documentazione
per passaggio di consegne
1) fascicolo immobiliare (vedere Appendice B)
2) situazione economica del condominio (o comunione)
alla data del passaggio (versamenti dei condomini (comunionisti), elenco crediti/debiti);
3) chiavi del condominio (o comunione);
4) documentazione relativa al conto corrente ed eventuali
libretti assegni;
5) contratto di lavoro di eventuali dipendenti del condominio (o comunione), libri matricola, versamenti contributivi, CDU, DM10 ed eventuale altra documentazione);
6 copia dell’ultima bolletta pagata di tutte le utenze (per
eventuali domiciliazioni);
7) corrispondenza cartacea ed elettronica in entrata e uscita;
8) controlli periodici dell’impianto ascensore, impianto di
messa a terra, potabilità dell’acqua, caldaia, ecc.
9) elenco dettagliato e copie delle fatture pagate nell’anno corrente e dei relativi versamenti delle eventuali
ritenute di acconto;
10 altri eventuali documenti (azioni giudiziarie, atti amministrativi, pratiche di detrazione fiscale, modelli 770 relativi ai versamenti delle ritenute d’acconto, adempimenti normativi locali, ecc;).
Appendice B - Fascicolo immobiliare (UNI 10801)
Il fascicolo immobiliare deve contenere tutte le informazioni necessarie alla conoscenza e all’efficiente conduzione
degli immobili e delle loro parti comuni da parte dell’amministratore e degli stessi utenti.
Esso specificatamente deve contenere:
1) libro dei verbali e delle deliberazioni assembleari;
2) planimetria aggiornata dello stabile e/o degli stabili nel
caso di comprensorio immobiliare, con la data dell’ultimo aggiornamento;
3) elaborato planimetrico con la rappresentazioni delle
parti e luoghi comuni costituenti la comunione generale
e le eventuali comunioni parziali;
4) anagrafica dei partecipanti aventi titolo al condominio
con riferimenti catastali indicati nella planimetria di cui
al precedente 2);
5) scheda grafico-tecnica dell’impianto di riscaldamento
centrale;
6) scheda grafico-tecnica dell’impianto centrale di raffrescamento;
7) scheda grafico-tecnica dell’impianto di adduzione di
acqua sanitaria;
8) scheda grafico-tecnica della rete di smaltimento delle
acque bianche e nere;
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 31
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
9) scheda grafico-tecnica dell’impianto di adduzione gas
di rete;
10) scheda grafico-tecnica dell’impianto elettrico comune;
11) scheda grafico-tecnica dell’impianto telefonico;
12) scheda grafico-tecnica per ogni elevatore di persone,
merci e/o auto;
13) scheda grafico-tecnica per ogni impianto comune per la
ricezione televisiva;
14) scheda grafico-tecnica dell’impianto antincendio;
15) copia autentica della polizza globale;
16) attestazioni di conformità integrale degli impianti (da 5
a 14) ed eventuali certificazioni di prevenzione incendi;
17) eventuali decreti di vincolo ai sensi della legge;
18) tabelle dei millesimi di proprietà generale e tabelle derivate per il riparto delle spese complete dell’elaborato
di calcolo;
19) regolamento condominiale o di gestione (vedere art.
1138 del Codice civile), con la chiara indicazione della
32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
20)
21)
22)
23)
24)
data del verbale di approvazione, se trattasi del regolamento assembleare o del rogito – allegandone copia
originale – se trattasi di regolamento contrattuale; a
questo saranno fascicolati tutti i verbali e/o atti delle eventuali modifiche succedutesi nel tempo;
raccolta dei rendiconti e riparti degli ultimi cinque anni
approvati dalle rispettive assemblee con la firma convalidata del presidente dell’assemblea, del segretario
e dell’amministratore, per la verifica dell’autenticità;
raccolta dei contratti stipulati;
atti e convenzioni costitutivi di servitù prediali e di altri
diritti di terzi;
raccolta dei giustificativi di spesa per i quali la legge
prevede la conservazione per periodi superiori ai
cinque anni;
codice fiscale se ed in quanto dovuto.
❑
DALLA CASSA
Simonetta Vescovi
I
n questi mesi gli organi di stampa hanno
spesso parlato della
nostra Cassa (Cipag) e di
tutte le altre private professionali che, negli ultimi
tempi, hanno dovuto affrontare un arduo lavoro per adeguarsi alle decisioni del
ministro Fornero.
Come è noto, le Casse professionali avevano i bilanci
tecnici attuariali basati sulla
sostenibilità dei propri conti
(entrate contributive superiori alle uscite per pagamento delle prestazioni
pensionistiche) fino al limite
di trent’anni. Con l’entrata in
vigore del decreto cosiddetto “Salva Italia” hanno
dovuto dimostrare la sostenibilità dei bilanci tecnici attuariali fino ai cinquant’anni.
Il termine ultimo per ottemperare a questa decisione
era il 30 giugno 2012; nel
34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
La risposta della Cassa
al decreto “Salva Italia”
caso di mancato adeguamento le pensioni sarebbero state calcolate con il
metodo contributivo, molto
più penalizzante per i pensionati; sarebbe inoltre scattato a loro carico un nuovo
contributo dell’1% del loro
reddito per gli anni 2012 e
2013.
La nostra Cassa negli anni aveva già provveduto al graduale innalzamento della
percentuale sui redditi da
versare; ora si aggira intorno
al 15%, ancora molto lontana
da quella versata all’Inps e
dall’innalzamento dell’età
per la pensione di vecchiaia
a 67 anni dal 1° gennaio 2013.
Il nuovo traguardo della sostenibilità fino a cinquanta
anni imposto dal Governo
ha obbligato il Cipag a ritoccare alcuni provvedimenti al
fine di raggingere l’obiettivo; ma, avendo la nostra
Cassa tenuto sotto controllo
la situazione negli anni, i
nuovi adempimenti si sono
rivelati minimi, salvaguardando gli iscritti attivi. In sintesi:
– pensione di vecchiaia: graduale innalzamento del
requisito (di sostenibilità?) a decorrere dal 2013
con aumento di sei mesi
ogni anno per raggiungere,
nel 2019, l’età anagrafica di
70 anni;
– fino al 31 dicembre 2015 il
requisito anagrafico di cui
agli articoli 33, comma 1 e
34 comma 6 del “Regolamento per l’attuazione
delle attività di previdenza ed assistenza a favore degli iscritti e dei loro
familiari” viene così modificato: anno 2013, età anagrafica 65 anni e 6 mesi,
graduale aumento di 6
mesi per ogni anno fino al
raggiungimento, nel 2016,
dei 67 anni;
– la rivalutazione Istat per gli
anni 2013 e 2014 è bloccata
per le pensioni di importo
mensile lordo superiore a
euro 1.500,00;
– la rivalutazione Istat per gli
anni dal 2015 al 2019 è
bloccata per le pensioni di
importo annuo lordo superiore a euro 35.000,00.
Queste sono le sostanziali
novità approvate a giugno
dal Comitato dei Delegati
Cassa. Dovranno essere vagliate e approvate dagli organi competenti dei ministeri interessati.
Le modifiche sopra descritte, come si può notare,
non hanno aumentato i contributi da versare, perché già
erano stati aumentati negli
ultimi anni. La Cassa ha
scelto la strada di intervenire sulle pensioni in essere
per non gravare il peso dei
continui ritocchi solo sulle
future generazioni, chiamando a contribuire anche
le generazioni che dal nostro
sistema previdenziale hanno ricevuto (e tuttora ricevono) molto più di quanto riceveranno le giovani generazioni.
Alla luce delle evidenti ristrettezze economiche che
stanno vivendo i colleghi attivi (che sempre più spesso
hanno difficoltà nell’onorare
i versamenti, come riscontrano sia il Cipag, sia i Collegi), si reputa che le decisioni prese siano state le migliori (meno dolorose?) per
raggiungere l’obiettivo fissato dal ministro Fornero.
❑
DALLA CASSA
Isidoro Trovato
Stress test alle Casse private
Via al tavolo con la Fornero
R
iportare la trattativa (a distanza) tra
il ministro Fornero
e le casse private di previdenza. I rapporti tra le due
parti finora non sono stati
molto cordiali: non c’è mai
stato un incontro ufficiale e
le dichiarazioni reciproche
sono sempre state abbastanza bellicose. Il tema del
contendere è semplice: all’interno del decreto salva Italia viene chiesto alle casse
dei professionisti di dimostrare (entro il 30 settembre
di quest’anno) la sostenibilità del loro attuale sistema
previdenziale (retributivo o
misto) per i prossimi 50 anni.
Chi non dovesse riuscirci
dovrà passare al modello
contributivo puro pro-rata.
«Credo che nell’attuale sistema previdenziale di alcune casse private ci sia
qualcosa che non quadra –
sostiene Fornero – e i bilanci
di alcuni enti lo dimostrano.
I requisiti che abbiamo richiesto servono a garantirci
che fra qualche anno una
cassa privata non si trovi
nelle condizioni di chiedere
l’intervento pubblico per
non fallire. La richiesta sarebbe ingiusta e noi dobbiamo prevenire queste eventualità».
Uno dei nodi cruciali del
confronto tra le parti è rappresentato dal rendimento
del patrimonio: le casse private infatti dispongono di risorse patrimoniali molto
ampie e chiedono che i loro
rendimenti vengano conteggiati per dimostrare la sostenibilità del loro bilancio per
i prossimi 50 anni. In un
primo momento il governo si
è dichiarato contrario a
questa evenienza, chiedendo alle casse di contare
esclusivamente sul capitale.
Adesso sembra però possibile un’apertura che possa
accettare il conteggio dei
rendimenti.
«Si tratta, finalmente, di un
primo segnale di dialogo –
conferma Andrea Camporese, presidente dell’Adepp, Associazione degli
enti previdenziali privati –
ciò che viene chiesto alle
casse private è uno sforzo enorme: dimostrare un equilibrio di bilancio per mezzo
secolo, nell’impossibilità di
valutare quali siano i cambiamenti economici e sociali. Chi può sapere oggi
come sarà e quali cambia-
menti avrà avuto la professione dell’avvocato o quella
del giornalista tra cinquant’anni? Di certo c’è che
il rendimento dei nostri patrimoni non può rimanere
fuori dai conteggi ministeriali. Per questo siamo molto
soddisfatti del fatto che il
ministro Fornero abbia accettato, nero su bianco, che
il saldo corrente sia composto da entrate contributive più gli interessi reali suipatrimoni al netto della
spesa per le prestazioni.
Alla luce di ciò, attendiamo
di essere finalmente ricevuti
dal ministro Fornero per
poter aprire un dialogo che
possa migliorare questa fase
di cambiamento per le casse
private». E magari per illu-
strare la seconda fase della
riforma, vista dalla parte
degli enti previdenziali:
creare un secondo livello di
welfare che possa garantire
ammortizzatori sociali,
un’assistenza sanitaria integrativa e sostegni economici
per i giovani che vogliono intraprendere la carriera professionale. Un progetto che
richiede fondi che, secondo
le casse private, potrebbero
essere reperiti attraverso un
piccolo sconto nella tassazione dei rendimenti. Tutte
questioni che finiranno su
quel tavolo delle trattative
che adesso sembra davvero
a portata di mano.
❑
(da “Corriere della Sera”)
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 35
LEGALE
Francesco Cuzzetti
D
el decreto Legislativo 4 marzo
2010 n. 28 di attuazione dell’art. 60 della
L.18 giugno 1969 n. 69 in materia di mediazione, finalizzata alla conciliazione delle
controversie civili e commerciali, posso presumere
che se ne conosca ormai natura e scopo, essendo operativo dal 20 marzo 2010.
In considerazione degli oggetti delle controversie giudiziarie da proporre la legge
ha stabilito quale condizione di procedibilità per
poter iniziare la causa davanti al giudice ordinario,
l’esperimento del tentativo
di mediazione, attraverso un
procedimento ad hoc.
Le materie sono tassativamente indicate dalla legge,
e a esse si sono aggiunte ora
quelle relative alle cause
condominiali a seguito di
proroghe che hanno fatto
scattare per esse il termine
d’inizio al 20 marzo 2012 (art.
8 D.Lgs 29 dicembre 2010 n.
225 convertito nella L. 26
febbraio 2011 n. 10).
Ovvia considerazione, che la
locuzione di controversie in
materia condominiale, porti
a ritenere che ci si riferisca
alle controversie riconducibili alla normativa condominiale secondo il codice civile.
E qui va subito detto che
l’obbligo della mediazione
non è escluso nelle ipotesi
particolari di condominio:
condominio orizzontale, supercondominio, condominio minimo o parziale,
che presumo di non dover
specificare.
Siccome la normativa non
36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Mediazione e condominio
può essere oggetto di interpretazione estensiva, può
interessare – in una materia
tanto vasta come quella dei
rapporti condominiali – conoscere quali possono essere gli oggetti del contendere da sottoporre o meno a
mediazione.
Anzi, forse è più semplice iniziare per dire quali sono
gli oggetti che non è obbligatorio sottoporre a mediazione preventiva. È esplicitamente escluso (art. 5,
comma 4 del decreto legislativo) il ricorso per ingiunzione così frequentemente
usato dagli amministratori
per il recupero degli oneri
dai condomini morosi, inclusa l’eventuale opposi-
zione fino alla concessione
della provvisoria esecuzione del decreto ottenuto,
oltre il quale scatta l’obbligo
della mediazione a carico
dell’opponente stesso. Non
sussiste l’obbligo per la richiesta di sospensione di
delibera assembleare e
neppure per la domanda di
revoca dell’amministratore
da proporre al Tribunale. Vi
è poi tutto il vasto campo dei
rapporti di locazione o comodato che riguardano le
singole proprietà condominiali.
Nella sostanza oggetto della
mediazione deve considerarsi ogni controversia nella
quale la materia del condominio sia condominiale nel
suo aspetto soggettivo. Non
il condominio come parte
del rapporto dedotto in
causa.
Esemplificando si possono
indicare come oggetto della
mediazione: le azioni di garanzia per vizi e difetti in relazione all’appalto; le deliberazione ex art. 1137 C.c.; le
questione relative al cosiddetto condominio parziale
ex art. 1117 C.c.; le innovazioni ex artt. 1120 e 1121 C.c.;
le opere ex art 1122 C.c.; le
controversie circa la sopraelevazione; le attribuzioni,
rappresentanze e provvedimenti dell’amministratore;
le spese fatte dal condomino in via d’urgenza; il regolamento condominiale e
le tabelle millesimali; le
questioni riferibili agli artt.
1123,1124 e 1126 C.c.
A
nche se non classificabili come
rientranti nell’ambito del condominio, possiamo dire in esso comprese
le controversie in materia di
diritti reali relative al diritto
di proprietà, piena o nuda,
di usufrutto ecc., in quanto
riferibili a un bene o a un impianto condominiale.
Stavo concludendo questa
nota, quando in una rivista
leggo questo titolo: «dal
condominio a Equitalia ma
perché gli italiani amano
tanto i Tribunali?» chiaro riferimento al fatto che la mediazione stenta a decollare.
Ma, visto che c’è, forse è il
caso di utilizzarla, anche per
stemperare la classica litigiosità propria dell’ambito
condominiale.
❑
SCUOLA
Fulvio Negri
N
egli ultimi numeri
della rivista il direttore Benedini
illustrava puntualmente la
specializzazione del mediatore come ulteriore opportunità che la professione
offre.
Quelle note chiarivano gli
ampi contorni di uno specifico campo di applicazione
che esige peculiari competenze tecniche, giuridiche e
comunicative necessarie a
concorrere alla composizione di varie controversie.
E tuttavia la capacità di gestire i conflitti è certamente
requisito essenziale pressoché a tutti gli ambiti di lavoro del geometra che,
come abbiamo ripetutamente rilevato, è figura in
continua interrelazione con
una pluralità di soggetti portatori di interessi sovente
contrapposti.
Ad esprimere esigenze ed istanze non sempre convergenti sono clienti, committenti, acquirenti, venditori,
imprenditori, maestranze,
collaboratori, tecnici e capi
ripartizione degli Enti Locali, assessori, ispettori
degli organismi di vigilanza.
Insomma una folla variegata
di interlocutori, ciascuno dei
quali reclama la migliore ragione del proprio punto di
vista, incrocia le giornate del
professionista, investendolo di istanze disparate
con cui dovrà misurarsi per
portarle ad una sintesi capace di dare la maggior soddisfazione possibile a tutti
(o quasi) gli interlocutori
prima che si staglino all’orizzonte le nubi di fratture insanabili e minacce di pro38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Il conflitto,
nostro compagno quotidiano
cessi legali.
Così la cospicua missione originaria del geometra, che
già deve conciliare i bisogni
materiali individuali della
popolazione con la sostenibilità dell’ambiente, l’armonia del paesaggio e le
norme sociali, si complica ( o
si arricchisce secondo altra
accezione) con la variabile
relazionale che di questi
tempi vira sempre di più al
contenzioso.
Il suo lavorare con altri comporta sempre più spesso
dover affrontare e risolvere
situazioni di dissidio tramite
percorsi di composizione
delle spinte operate da soggetti concorrenti; al professionista spetta, in questo intrico, il ruolo di guida degli itinerari di avvicinamento
delle posizioni contrapposte, con il compito di evitare la degenerazione delle
diversità in liti, ricorsi legali
o semplicemente inimicizie
umorali che impediscono la
collaborazione. È una missione ardua, talora ingrata
ma utilissima per la collettività.
Va da sé che il rapporto fra
queste figure e le diverse
parti costituisce non solo un
confronto sul merito tecnico
ma anche un incontro di umanità all’interno del quale
si articolano emozioni, pensieri, vissuti che originano
da disparate matrici socioculturali e altrettanto multiformi caratterialità.
È evidente allora quanto desiderabile sia un’adeguata
conoscenza delle dinamiche relazionali e di comunicazione che amplifichi la
spontanea disposizione al
dialogo grazie a strumenti idonei a ravvicinare sensibilità e posizioni di soggetti
apparentemente inconciliabili.
La raccomandazione è ancor
più pressante se rivolta alla
formazione dei giovani diplomandi, scontando una
congiuntura culturale come
quella attuale che certo non
premia lo scambio di vedute
pacato ed orientato al bene
collettivo (né la scuola può
riuscire in toto a supplire alla
mancanza di senso civico
presente in larga parte dei
media).
Q
uindi il mediatore
non può chiudere
il suo operato all’interno di seppur corretti
tecnicismi: egli, poiché si
trova davanti persone diversamente motivate e connotate, deve intervenire con
strumenti e modalità variamente calibrate. Contestualmente ha da ragionare
in termini di reciprocità: il
suo atteggiamento non è fattore neutro, variabile, indipendente. Ogni sua parola,
gesto, registro di voce produce effetti sulla possibile
risoluzione del problema, risultando componente rilevantissima nell’attivazione
di un canale di comunicazione fra i soggetti contrapposti.
Dalla conquista della loro fiducia dipenderà il grado di
credibilità ed autorevolezza
che non vengono garantiti
dal solo ruolo ufficiale: la
prestazione attesa è la costruzione di un clima capace
di garantire uno spazio di
confronto in cui le parti si
sentano realizzate nell’espressione delle loro ragioni. Gli può essere assai utile allo scopo esercitare un
ascolto empatico, inteso
cioè, almeno inizialmente, a
non valutare ma ad immedesimarsi nello stato d’animo
degli altri attori della questione. Acquisita questa conoscenza potrà adottare le
strategie più opportune entrando nello specifico dei
contenuti del dissidio.
Certamente l’allestimento,
fin dalle prime mosse, di un
accordo preventivo condiviso sulla materia del contendere, che rechi elemento
di soddisfazione a tutti i soggetti in lizza senza mortificare alcuno, è l’opzione più
conveniente ed ergonomica.
Su questa strada il primo
passo è di natura culturale.
Si tratta di ribaltare l’idea
per cui il conflitto su di un
tema è di per sé elemento
patologico, distruttivo, da risolvere con lo scontro; non
solo la diversità è da sempre
la naturale condizione delle
dinamiche sociali ma, correttamente interpretata, ne
è il motore di sviluppo.
Fin dagli albori della storia
occidentale, l’incontroscontro di pensieri in opposizione ha permesso l’evoluzione della civiltà. Come
prevedeva a metà Ottocento l’idealismo tedesco,
se ad una tesi si contrappone un’antitesi che propone un altro punto di vista,
alla fine del processo di confronto si ritroverà una conclusione (sintesi) più ricca
dell’assunto iniziale, ma ugualmente provvisoria per-
SCUOLA
ché destinata ad un nuovo
contradditorio.
Il progresso, l’innovazione
sono stati possibili proprio
perché, anche tramite la dialettica delle idee, oltre che
lo sviluppo delle condizioni
materiali, si sono negati l’ineluttabilità e il carattere
definitivo dell’esistente,
scongiurando la stasi e l’immobilismo; se così non fosse
stato saremmo ancora all’economia curiale e al geocentrismo tolemaico. Senza dire
poi del deficit di democrazia
che si verifica quando ad imporsi è il pensiero unico.
Perciò “benefico” é il conflitto.
Si tratta allora di far comprendere che, se è depurato
dalle pregiudiziali accezioni
negative e se viene accompagnato da uno stile che rigetti l’aggressività a tutti i livelli, il conflitto altro non è
che il manifestarsi propositivo di due o più interessi ed
opinioni difformi rispetto ad
un problema.
G
uarracino in un
suo recente articolo affermava
che può rappresentare
un’occasione di arricchimento per i contendenti
perché, pur in presenza di
un contrasto duro, l’esistenza di un competitore
informato costringe a misurarsi con se stessi oltre che
con lui, facendo scoprire i limiti delle proprie impostazione e possibilità.
Ovviamente in tale novero
non vanno annoverati i casi
in cui palmare è l’evidenza
di responsabilità colpose o
dolose cui il responsabile
voglia sottrarsi in danno di
altri: qui solo il giudice può
risolvere l’impasse.
Ma anche in circostanze più
incerte, quelle in cui torti e
ragioni sono mescolate, nonostante la nobiltà dell’approccio collaborativo, assai
spesso nemmeno un persuasore smaliziato riesce a
spegnere sul nascere le incipienti controversie che così
subiscono una deriva verso
il contenzioso. Purtroppo la
statistica impietosamente
mostra che l’atteggiamento
antagonistico, fondato sull’irrigidimento frontale fino
allo scontro totale con l’intento di annientare l’avversario, è opzione largamente
praticata.
Ancor più in questa frequente fattispecie di comportamenti l’intervento del
geometra deve saper rispondere alla complicazione con le competenze del
negoziatore, profilo di ulteriore complessità che esige
la padronanza dei riti della
trattativa che ha protocolli
maggiormente articolati rispetto alle pratiche relazionali di composizione delle
vertenze sopra richiamate. È
infatti l’ultima risorsa disponibile per evitare la paralisi
dei progetti e delle opere e
l’avvio di costosi strascichi
giudiziari. Non si potrà raggiungere un’intesa piena ma
almeno un accordo che offra
a tutti gli attori della contesa
una via di uscita ragionevole, la miglior alternativa
possibile alla rottura irreparabile foriera di guai pesantissimi. Insomma il nostro
professionista, oltre che l’onere della progettazione e
dell’esecuzione degli interventi richiesti dal contesto,
è di fatto un prezioso punto
di equilibrio per l’armonia
delle genti e delle istituzioni
del suo territorio.
A
nche in questo
caso il concetto di
mediazione ha subito un’evoluzione positiva.
In un passato non poi così
lontano trattare veniva reputato sinonimo di far il
doppio giuoco, intendersi
col nemico, perfino tradire. Il
modello era l’uomo tutto
d’un pezzo che non scende a
compromessi, che a qualsiasi costo tiene la posizione. Dalla competizione di
individui non poteva che uscire un solo vincitore, con
l’altro sconfitto ed umiliato.
Il pensiero duale e poi l’idea
del lavoro in gruppo hanno,
più recentemente, smussato quelle rigidità relazionali, costruendo progressivamente un’immagine positiva del negoziato (a due),
poi della mediazione (con
un terzo come facilitatore
dell’intesa) o infine addirittura della concertazione (a
molti). Conseguentemente
si sono sviluppate una disciplina e una metodologia
della negoziazione come
supporto alla
gestione e alla
soluzione positiva della contesa non risolta
all’origine. Ed è
una qualità fortemente apprezzata nei curricula vitae dei
candidati
a
compiti di con-
duzione dei gruppi di lavoro. Sull’argomento mi riprometto di tornare in un
prossimo numero, abbinandolo a qualche riflessione
sull’altra fondamentale variabile che entra in gioco nel
processo di mediazione fra
soggetti contrapposti: la leadership. Intanto mi limito a ricordare che Hagan e poi Di
Nubile l’hanno definita
come la qualità in grado di
«persuadere delle persone
a mettere da parte, almeno
per un periodo, i loro obiettivi individuali con lo scopo
di raggiungere un fine comune».
Bisognerà che Scuole e Collegi ne tengano debito conto
nella revisione dei percorsi
formativi dei futuri geometri, a partire dal rinforzo
delle competenze non solo
strettamente di indirizzo ma
anche di quelle relative all’area comunicazione-interpretazione, prerequisito insostituibile per chi debba
tentare di raccordare espressioni talvolta divergenti di tanti soggetti disparati. Mi pare lo chiedesse
anche il Presidente Savoldi
nel suo intervento in occasione delle celebrazioni dei
150 anni del Tartaglia.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 39
SCUOLA
Stefano Benedini
L
a cerimonia di festeggiamento per i
150 anni dell’Istituto per Geometri “N.Tartaglia” si è aperta con il discorso di benvenuto e ringraziamento del prof. Paolo
Taddei, attuale Dirigente
Scolastico del medesimo Istituto.
Il professor Taddei ha sottolineato come il Tartaglia, secondo Istituto di studi superiori aperto in Brescia (1862)
dopo l’Istituto Magistrale,
sia ormai, con la sua lunga
continuità didattica, un consolidato riferimento culturale per la città e che, dalla
sua fondazione a oggi, ha
contribuito al sostegno della
realtà produttiva del terri-
40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
I 150 anni dell’Istituto Tartaglia:
luogo di elaborazione didattica
aperto ai nuovi saperi tecnici
torio e alla costante crescita
della società civile bresciana.
Il prof. Taddei ha ricordato
come vi operarono figure eminenti che hanno contribuito a scrivere la Storia d’Italia come Giuseppe Cesare
Abba, scrittore e patriota
che, dal 1884 per 26 anni, vi
insegnò lettere e vi ricoprì
anche la carica di preside.
Ma il prof. Taddei ha voluto
rievocare anche tutti i presidi e i professori che negli
anni hanno saputo trasmettere con passione, intelligenza e onestà le nozioni e
l’impegno necessari sia a
svolgere con professionalità
il lavoro di geometra, sia a
contribuire allo sviluppo
della società civile.
Un’esperienza lunga, quella
del Tartaglia, che ha saputo
leggere i bisogni formativi
del territorio e che, mantenendo questi presupposti,
può tuttora garantire un futuro ricco di soddisfazioni
personali agli studenti che
lo frequentano.
Il richiamo all’attenzione sul
futuro dei giovani è stato
spunto per la citazione tratta
dal discorso con cui Cesare
Abba iniziò, presentandosi,
l’anno scolastico 1884, proposta anche come sintesi
del fare scuola oggi: «Vorrei
dire di me quanto sarebbe necessario
a servire di presentazione, ma mi
parrebbe tempo tolto ai loro studi, e
per me il più bel motto che possa as-
sumere un giovane studioso è quello
che Byron aveva fatto scrivere su l'uscio della sua libreria: fuori o ladri del
tempo! Io cercherò di farmi conoscere
da voi col procedere del tempo e per
quel poco che valgo sarò tutto vostro.
Lavoreremo insieme con amore con
pazienza, con costanza, e se voi mi
verrete a seconda, spero che in fin
d'anno ci potremo dare una vigorosa
stretta di mano dicendoci a vicenda:
siamo contenti di noi. Fin d'oggi vi
dico che intendo di trovare in voi
buon volere ed affetto. Io per voi l'avrò
come fratello. Disciplina, rispetto di
se stessi in iscuola e fuori, franco animo e garbo da uomini in tutto. Vi
tratterò da uomini, poiché io credo al
Locke, il quale disse: il giovanetto diventa uomo tanto più presto quanto
più tosto è trattato da uomo».
Il discorso del prof. Taddei si
SCUOLA
Il tavolo delle autorità, l’aula magna
gremita di tecnci, ex allievi e
studenti.
Sotto, il Dirigente scolastico del
“Tartaglia” prof. Paolo Taddei
è concluso con l’invito agli
allievi di far tesoro degli insegnamenti ricevuti e di
quelli che riceveranno, ricordando loro che l’età della
scuola è quella più bella e
spensierata, ma è anche
quella che plasma la personalità. Li ha quindi spronati
a non arrendersi di fronte
alle difficoltà, perché esse
aiutano ad affrontare le sfide
che la vita porrà loro.
È seguito quindi il breve intervento del prof. Bertani,
ex-preside dell’Istituto, che
ha voluto portare la sua esperienza, riconoscendo di
aver trovato nel “Tartaglia”
un ambiente umano straordinario che gli ha fatto conoscere in profondità la ricchezza dell’istruzione tecnica, fino a rivendicarne la
pari dignità educativa, culturale e professionale di quella umanistica dei Licei.
L’intervento successivo è
stato affidato al Sindaco di
Brescia, Adriano Paroli, che
ha portato il saluto della
città attestando come l’attività formativa dell’Istituto
sia incastonata nella storia
delle attività della città
stessa, caratterizzate dal lavoro, dalla preparazione e
dalla capacità di guardare avanti e costruire.
P
er il primo cittadino
di Brescia, caratteristica peculiare
dell’Istituto è sempre stata la
sua vicinanza al mondo del
lavoro, espressa nella capacità dei geometri di contribuire al miglioramento e al
rinnovamento della realtà
urbana. In momenti in cui
può sembrare sconfortante
guardare al futuro è d’aiuto
anche guardarsi indietro è
vedere la solidità di quanto
si è costruito finora; in
questo senso l’occasione di
festeggiare i 150 anni dell’Istituto è anche l’opportunità
per apprezzare quanto l’Istituto sia stato punto di riferimento per la città in tutti
questi anni.
Sono stati quindi letti i saluti
inviati dal Presidente della
Regione, Roberto Formigoni, dall’Assessore all’Istruzione, formazione e cultura
della Regione, Valentina Aprea, e dal Presidente della
Provincia di Brescia, Daniele
Molgora, di cui riportiamo in
sintesi degli estratti:
Roberto Formigoni: «L’attenzione rivolta al tema dell’istruzione e formazione
delle giovani generazioni
sta divenendo prioritaria;
dall’educazione infatti diIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 41
SCUOLA
Da sinistra: Il prof. Aldo Zenoni,
Preside della Facoltà di Ingegneria
dell’Università degli Studi di Brescia;
la prof.ssa Maria Rosa Raimondi,
Dirigente dell’Ufficio Scolastico
Provinciale; il Sindaco di Brescia
Adriano Paroli; l’Assessore alla
Pubblica Istruzione della Provincia
Aristide Peli e il Consigliere
regionale Mauro Parolini.
Sotto, i professori Emilio Venturini e
Mario D’Adda, docenti nell’Istituto
Tartaglia
pende la crescita di tutte le
nostre società europee. La
modalità stessa in cui si sta
sviluppando l’economia
mondiale richiede sistemi
formativi all’altezza delle
sfide e per questo abbiamo
deciso di investire nella valorizzazione di tutti i soggetti che educano; per dare
ai nostri talenti, e in particolare a quelli giovani, gli strumenti per esprimersi pienamente. Il compito delle istituzioni è quello di liberare le
energie del tessuto sociale
favorendo tutte le espressioni originali presenti nella
società Lombarda. Il vostro
Istituto è, in tal senso, un esempio per tutti. Da ben un
secolo e mezzo infatti formate professionisti in grado
di contribuire fattivamente
alla crescita economica di
Brescia e della Provincia».
Valentina Aprea: «Il tra42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
guardo raggiunto dal vostro
Istituto dimostra la qualità
dell’insegnamento che nel
corso degli anni avete sa-
puto dispensare a favore
delle giovani generazioni.
Valorizzando le loro competenze e impartendo loro
quelle nozioni indispensabili per lo svolgimento della
professione di geometra che
richiede solide abilità tec-
SCUOLA
niche e rigorose capacità. Un
particolare pensiero in
questa speciale occasione
va ai giovani alunni, augurando loro che sappiano apprendere quelle nozioni che
li renderanno persone preparate quando faranno il
loro ingresso nel mondo del
lavoro».
Daniele Molgora: «Nato nel
1862 per rispondere ai bisogni di sviluppo economico
della Provincia di Brescia, l’Istituto, è da sempre stato un
punto di riferimento per il territorio in grado di offrire agli
studenti una formazione tecnica fondamentale per un adeguato inserimento nel
mondo del lavoro», messaggio ripreso anche dalla Dirigente dell’Ufficio Scolastico
Provinciale, dott.ssa Maria
Rosa Raimondi che ha suggerito una lettura in parallelo tra
la situazione alla fondazione
dell’istituto – quella del neoregno d’Italia da costruire – e
l’attuale difficile situazione,
che richiede una svolta di innovazione per offrire un miglioramento della società.
«Oggi siamo in un momento
di passaggio del sistema scolastico che richiede un rilancio dell’istruzione superiore recentemente riordinata. Il cambio di denominazione da “Istituto Tecnico per
geometri” a “Istituto Tecnico
per Costruzioni, Ambiente e
Territorio” non è solo un
cambio di etichetta, ma implica la creazione di un nuovo
curricolo, ponendo l’accento
in modo significativo sull’ampliamento delle prospettive
non trascurabile, legando
alle nuove esigenze le nuove
competenze». In questa prospettiva la Dirigente ha lodato l’adesione – primo in
Provincia a raccogliere la
sfida – dell’Istituto alle nuove
disposizioni con l’istituzione,
per esempio, del Comitato
Tecnico Scientifico che vede
rappresentate non solo le
componenti scolastiche, ma
anche tutte le componenti
coinvolte nella costruzione
delle professionalità.
L
a parola è poi passata al prof. Aldo
Zenoni, Preside
della Facoltà di Ingegneria
dell’Università degli Studi di
Brescia, che si è avvalso
della proiezione di alcune
slides di riepilogo per presentare la relazione che si sta
cercando di consolidare tra
l’Istituto e la Facoltà, per costruire insieme un sistema
scolastico solido, orientato
al futuro, per accompagnare
le generazioni brillanti e operose dei giovani bresciani.
I numeri ricavati dalla ricerca
effettuata negli archivi dell’Università hanno offerto la
possibilità di approfondire
il rapporto realizzato in
trent’anni di attività dell’Ateneo bresciano, durante i
quali l’Istituto ha raggiunto
l’ottava posizione per numero di popolazione universitaria fornita all’Università
(1.647 studenti); che sale
alla quarta posizione, se si
focalizza l’analisi alla sola
Facoltà di Ingegneria (1.052
studenti); un discreto numero, considerando che l’Istituto prepara professionisti già pronti a entrare nel
mondo del lavoro. Se si estende l’analisi al restante
numero di studenti che optano per altre facoltà si è potuto osservare come l’Istituto non precluda lo sbocco
verso altri percorsi universitari come Economia, Legge e
Medicina. Negli anni il nuIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 43
SCUOLA
In queste pagine: breve fotocronaca
dei festeggiamenti per il 150° anno
di vita dell’Istituto Tecnico per
geometri “Tartaglia”, con particolare
risalto per la lettura teatrale di testi
tratti da lettere di allievi sul fronte
della prima guerra mondiale, inviate
al loro preside e agli insegnanti,
condotta da studenti dell’ultimo
triennio.
mero di diplomati che ha
scelto di proseguire gli studi
a livello universitario è andato progressivamente aumentando, attestandosi
sulle 50 unità che ogni anno
accedono alla facoltà di Ingegneria.
Il nuovo ordinamento dei
percorsi universitari sembra
aver consentito una maggiore
propensione degli studenti
neodiplomati degli Istituti
Tecnici – geometri ed altri –
ad orientarsi verso gli studi universitari, arrivando a rappresentare più del 50% delle
iscrizioni, superando così
quelli di provenienza liceale.
All’interno della facoltà di
44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
ingegneria i percorsi di
studio preferiti dagli studenti del Tartaglia, che nel
vecchio ordinamento non erano necessariamente legati
al settore civile, ma vedevano una percentuale interessante orientata anche al
settore meccanico, nel nuovo ordinamento – che offre
percorsi più specifici – vede
confermarsi un 50% di iscrizioni per il settore civile, ma
altresì affermarsi percorsi
specifici di laurea in ambiente e territorio, e di tipo
edile-architettonico.
Il prof. Zenoni nel suo intervento non ha nascosto l’esistenza di difficoltà tra gli stu-
denti neodiplomati nell’approcciarsi alla realtà universitaria; difficoltà che la Facoltà e l’Istituto stanno cercando, in collaborazione, di
appianare per costruire un
solido raccordo.
L’
intervento di Aristide Peli, assessore della Pubblica Istruzione alla Provincia, è iniziato ricordando
l’importanza della figura del
geometra nelle famiglie bresciane, proseguendo poi
con l’annuncio dell’accorpamento dell’Istituto, che avverrà a partire da settembre,
con il Liceo Artistico “M. Oli-
vieri” per la creazione di un
unico Istituto d’Istruzione
Superiore.
L’Assessore ha ricordato
anche la positiva esperienza
del C.T.S., accennata anche
dalla dott.ssa Raimondi, che
si è potuta realizzare in
tempi brevi rispetto ad altri
Istituti, proprio per la stretta
correlazione tra l’Istituto e
tutte le realtà legate al
mondo del lavoro, portando
i diversi membri partecipanti a confrontarsi da subito
con l’esigenza di una offerta
formativa post-diploma alternativa al percorso universitario, quella degli I.T.S., legata alle richieste del mer-
SCUOLA
cato del lavoro e caratterizzata da un considerevole numero di ore destinate alla
formazione pratica.
L’assessore Peli ha poi affrontato l’argomento del
calo nelle iscrizioni all’Istituto per geometri, individuando anche nell’eccessiva frammentazione di questi istituti sul territorio verificatasi negli anni passati l’ostacolo alla creazione di
nuove classi con un numero
di iscritti adeguato ad affrontare un percorso di studi
completo per i cinque anni
previsti. Incertezza, questa
che influenza le scelte familiari per l’orientamento secondario degli studi.
Agli insegnanti Emilio Venturini e Mario D’Adda (autori
del libro “La scuola dei Geometri”) è stato affidato il
compito di ricordare figure
di prestigiosi studenti che si
sono qui formati, tra i quali
Giovanni Treccani degli Al-
fieri, fondatore dell’Istituto
dell’Enciclopedia Italiana,
padre Ottorino Marcolini e
Bruno Boni, storico sindaco
di Brescia dal 1948 al 1975.
Sono quindi seguiti i saluti
dei Presidenti Savoldi e
Platto che hanno ricordato i
loro trascorsi sui banchi del
Tartaglia.
I festeggiamenti per il 150°
anno del “Tartaglia” si sono
conclusi con la lettura scenica di testi tratti da lettere
di allievi dell’Istituto, scritte
dal fronte della prima guerra
mondiale, inviate al loro
preside e ai loro insegnanti,
nelle quali esprimevano le
loro emozioni, i loro sentimenti patriottici, le loro
ansie in momenti sommamente tragici della loro vita.
La lettura teatrale, coordinata dalla professoressa Alida Quartini, eseguita da
studenti coetanei degli autori dei testi, con la mirabile
guida e regia di Roberto Sa-
voldi, ha suscitato tra i presenti forti emozioni a testimonianza dell’inaspettato
altissimo spessore culturale
dell’iniziativa.
Al riguardo vogliamo esprimere alla professoressa
Quartini e al regista Savoldi
le nostre più vive congratulazioni e il nostro sincero ringraziamento, che estendiamo parimenti ai loro eccellentissimi allievi Nicola
Barucco (V-A), Simone
Gamba (V-C), Roberto Lupo
(IV-D), Massimiliano Lupo
(IV-F), Luca Melignano (V-B),
Nicolas Merigo (V-F), Lucrezia Pozzati (III-F), Andrea
Pianta (IV-F), Andrea Paderno (V-F), Michele Pellegrino (V-F), Stefania Rignanese (III-F), oltre agli ex studenti dell’Istituto Stefano
Gaffurini e Davide Manenti.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 45
SCUOLA
Clara Pasotti
E
-book al posto dei
libri di testo, Lim
(lavagna interattiva multimediale) in sostituzione delle lavagne. Per
una nuova didattica basata
sull’utilizzo della tecnologia
e di internet. La digitalizzazione approda all’Istituto
Tecnico “Tartaglia” con il
progetto “E-ducazione” promosso dall’Ufficio Scolastico
Regionale e Regione Lombardia, come pure con il
prossimo progetto, in cantiere, per il prossimo anno,
“Generazione web Lombardia”.
Di recente ciascun alunno
della classe 2aF ha ricevuto
in dotazione, fino al 9
giugno, un netbook da utilizzare a supporto delle lezioni
e sul quale poter effettuare
“navigazione differenziata”,
monitorata cioè attraverso
l’utilizzo della Carta regionale dei servizi, sulla base di
un accordo stipulato lo
scorso dicembre da USR e
Regione.
«Si tratta di una fase speri-
46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Nuovi strumenti didattici
elettronici in sperimentazione
nella classe 2a F del “Tartaglia”
mentale – spiega Stefano
Ghidini, referente del progetto –. Partiti al momento in
cinque scuole lombarde (a
Brescia oltre
al Tartaglia,
l’iniziativa interessa il liceo Golgi di
Breno), ci si è
posti l’obiettivo di arrivare a 200
scuole alla fine del 2012,
partendo
anche con più
classi, prime o
terze per agevolare l’acquisto dei libri di testo, all’interno del
medesimo istituto».
Al Tartaglia si
pensa per esempio di
«coinvolgere
due o tre classi terze» spiega il Dirigente
scoastico prof. Paolo Taddei.
Il progetto comprende, tra
l’altro, anche corsi di addestramento per i docenti,
nonché l’installazione
del “registro
elettronico”,
destinato
negli intenti a
garantire una
gestione ottimale delle comunicazioni
tra scuola e famiglia (per la
segnalazione
di eventuali
“marinatori”).
Il collegio docenti dell’Istituto di via Oberdan ha inoltre da poco deliberato
– e attende
ora il verdetto
dei consigli di
classe – l’avvio per alcune
classi terze
del progetto
“Generazione
Web Lombardia”, promosso dal Ministero dell’Istruzione e Regione, sulla
base di una proposta giunta
dagli assessori Valentina Aprea (Istruzione, formazione
e cultura) e Carlo Maccari
(Semplificazione e Digitalizzazione).
Finanziato per 4 miloni di
euro dal Miur e ulteriori 4,5
da Regione Lombardia, il
percorso è destinato a coinvolgere a partire del prossimo settembre 25mila studenti di prima e terza supe-
riore, incluse le paritarie e
gli istituti di formazione professionale. Requisiti richiesti richiesti alle scuole
sono la precedente adozione di libri digitali e la preparazione dei docenti al loro
utilizzo.
L’
idea che è alla
base del progetto
medesimo, è
quella di stimolare, attraverso l’esperienza di classi
sperimentali, l’avvio di una
rivoluzione digitale della didattica, in cui siano integrati
strumenti tradizionali e
nuove tecnologie, con forme
di collaborazione tra docenti ed editori. Il che significa “e-book” consultabili
tramite netbook e tablet, ma
senza per ora il venir meno
di libri e penne.
Ciascun studente riceverà
una “dote tecnologica” del
valore di 250 euro e ogni
classe sarà dotata di Lim.
Conseguenze positive si avranno così anche sul peso
degli zaini: tutto il necessario per seguire la lezione
sarà contenuto nella memoria del computer. Il progetto Generazione web
Lombardia rientra nelle numerose azioni, alcune già intraprese e altre in cantiere,
previste dal “Piano nazionale scuola digitale”.
❑
(da Giornale di Brescia, 23 maggio 2012)
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
L’attività del Collegio di Brescia
aprile - maggio 2012
Aprile 2012
2 1° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. F
3 1° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. G
1° corso Esperto del Giudice - Breno (Lezione I)
4 1° corso Esperto del Giudice - Breno (Lezione II)
2° corso aggiornamento Prevenzione incendi mod. A
5 3° corso Acustica in edilizia - Breno (Lezione III)
10 2° corso Perizia e valutazione danni grandine e
tecniche di liquidazione danni in agricoltura (Lezione I)
12 2° corso Esperto del Giudice (Lezione I)
13 2° corso Esperto del Giudice (Lezione II)
16 4° corso Acustica in edilizia (Lezione I)
Riunione Commissione Estimo allargata
17 2° corso Perizia e valutazione danni grandine e tecniche di liquidazione danni in agricoltura (Lezione II)
18 Assemblea annuale degli iscritti
2° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. C
19 3° corso Esperto del Giudice (Lezione I)
3° corso Acustica in edilizia - Breno (Lezione IV)
20 3° corso Esperto del Giudice (Lezione II)
23 4° corso Acustica in edilizia (Lezione II)
Riunione del Consiglio Direttivo del Collegio
24 2° corso Perizia e valutazione danni grandine e tecniche di liquidazione danni in agricoltura (Lezione III)
26 3° corso Acustica in edilizia - Breno (Lezione V)
Riunione Commissione Mediatori allargata
4° corso Esperto del Giudice (Lezione II)
Incontro gruppo di lavoro Protocollo intesa
con Comune di Chiari
27 4° corso Esperto del Giudice (Lezione II)
7° corso Impermeabilizzazioni - Breno
48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Maggio 2012
2 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
4° corso Acustica in edilizia (Lezione III)
3 2° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. D
4 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
8° corso Impermeabilizzazioni
7 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
4° corso Acustica in edilizia
8 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
9° corso Impermeabilizzazioni
9 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
10° corso Impermeabilizzazioni
10 5° corso Acustica in edilizia (Lezione I)
11 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
2° corso Aggiornamento Prevenzione incendi mod. E
12 Cerimonia 150° Istituto “N. Tartaglia”
14 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
4° corso Acustica in edilizia (Lezione V)
15 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
2° corso Prevenzione incendi mod. F
16 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
Seminario “Mediazione delegata D.Lgs. 28/10”
17 5° corso Acustica in edilizia (Lezione III)
18 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
11° corso Impermeabilizzazioni
Riunione Commissione Ambiente e Bioedilizia allarg.
21 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
22 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
Seminario “Acustica ambientale”
23 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
24 5° corso Acustica in edilizia (Lezione III)
Riunione di redazione de “Il geometra bresciano”
25 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
Incontro geometri della VII e VIII circoscrizione - Breno
28 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
Riunione del Consiglio direttivo del Collegio
29 corsi preparatori agli Esami di Stato per l’abilitazione
professionale
30 Riunione Commissione Sicurezza allargata
31 5° corso Acustica in edilizia (Lezione IV)
Incontro della Coordinatrice commissione Sicurezza
con il Dirigente PSAL-ASL
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 49
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Stefano Benedini
P
artecipare all’organizzazione di un
meeting immobiliare in tempi così difficili
per il comparto edile è stato
certamente un gesto risoluto che ha consentito di
confrontarsi con franchezza
sia sugli esempi di ottima
qualità che si sono realizzati
in edilizia in questi anni con
il contributo professionale
anche dei geometri, sia sulle
difficoltà che ancora gravano
sul settore edile impedendone la ripresa.
Il Collegio geometri ha deciso il proprio coinvolgimento patrocinando l’evento realizzato al Centro
Fiera di Brescia nei giorni 1 e
2 giugno scorsi, cogliendo
l’occasione di presentare al
riguardo la professionalità
dei propri iscritti e cercando, nel loro interesse, di
contribuire al rilancio del
settore, e dando un importante contributo con la partecipazione di propri rappresentanti a incontri e interventi.
Lo stesso geom. Platto, Presidente del Collegio, ha partecipato all’incontro di apertura del meeting “Prezzi e
mercato. Analisi e prospettive”, affrontando subito con
onestà e senso pratico il difficile scenario presentato da
Massimo Ziletti e Giuliano
Marini della Borsa Immobiliare, supportati dai dati
sulle compravendite offerto
dal dott. Fabio Barca del
Consiglio Notarile. Il geom.
Platto ha sostenuto che oggi
il problema principale degli
acquirenti è capire la qualità
di ciò che si vuole acquistare.
La crisi dell’edilizia è un pro50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Il Collegio geometri
attivo al Meeting immobiliare
del Centro Fiera di Brescia
dotto della crisi finanziaria
generata dalle grandi speculazioni, che concentra nelle
mani di pochi un potere economico così mal distribuito
da incidere negativamente
sul mercato. L’odierno maggior ostacolo all’acquisto
della casa è quello che colpisce la fascia media degli
acquirenti che dispone di un
reddito non più compatibile
con i mutui, generando una
crisi di insolvenza e l’impos-
sibilità a rispettare i pagamenti.
Il risultato è sotto gli occhi di
tutti: un elenco di oltre 4 pagine di giornale di immobili
sotto procedura esecutiva
rappresentano un ulteriore elemento concorrenziale sul
mercato. Crisi di insolvenza
dunque, che coinvolge anche
le imprese, messe in difficoltà dal mancato pagamento
da parte delle amministrazioni pubbliche, da una er-
rata valutazione dei costi
delle aree che incidono sul
prezzo di vendita, o dalla
scarsa qualità degli immobili.
Il geometra si pone così
come la figura professionale
a cui le famiglie possono fare
riferimento con fiducia nel
momento dell’acquisto, che
valuti l’effettivo grado di
qualità e comfort dell’immobile: risparmio energetico, isolamento acustico, termico, materiali, ecc. La qua-
Microgenerazione: benissimo, ma …
L’ing. Marino Tessadori, profondo conoscitore della microgenerazione e contitolare dello studio Sti
di Concesio, nel n. 3/2011 de “Il geometra bresciano” nell’intervista che ci aveva concesso,
accennò, tra l’altro, a prevedibili difficoltà per la rete di distribuzione italiana, riguardo all’utilizzo dell’energia proveniente da fonti alternative. A conferma di quanto allora esposto, l’ing. Tessadori ci ha
fatto pervenire la nota che qui riproduciamo a completamento del suo pensiero in proposito.
«Alcuni mesi fa, durante l’intervista inerente la microgenerazione diffusa avevamo accennato alla difficoltà
della rete elettrica nazionale di accettare l’incremento
di produzione di energia dagli impianti fotovoltaici
ma, in genere, per la microgenerazione.
La difficoltà accennata si è dimostrata vera al punto
che l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas è intervenuta per avviare a soluzione tale problematica mediante un primo atto costituito dalla delibera
84/2012/R/EEL che ha coinvolto anche i soggetti
responsabili degli impianti di produzione, a cui sicuramente nei prossimi tempi ne seguiranno altri.
Per capire meglio il problema è bene spiegare che un
sistema elettrico tradizionale è costituito da centrali di
produzione, trasformatori, linee di trasmissione di
alta tensione e linee di distribuzione a media e bassa
tensione per trasportare energia elettrica dai luoghi di
produzione a quelli di consumo.
La produzione di energia elettrica è tenuta sotto controllo per adeguare la produzione alla richiesta, in
quanto come è risaputo l’energia elettrica deve essere prodotta nel momento in cui serve, ma soprattutto
le reti e i metodi di controllo delle stesse sono stati
studiati e applicati per gestire il flusso di energia dalla
produzione cosiddetta tradizionale agli utilizzatori.
Negli ultimi anni la situazione è radicalmente cambia-
ta con la presenza sempre più importante di impianti
di produzione da fonti rinnovabili, ovvero il fotovoltaico, l’eolico e la cogenerazione, i quali producono quando c’è la disponibilità della fonte di energia primaria e
non quando è presente la richiesta di energia, destabilizzando la rete elettrica mandandola fuori controllo.
In alcune zone della rete e per alcuni periodi di tempo,
l’energia prodotta e non consumata localmente si può
trasmettere in senso inverso a quello tradizionale,
cioè risalire dalla bassa tensione verso la media tensione e dalla media tensione verso l’alta tensione,
generando una inversione di flusso, destabilizzando la
rete, generando sbalzi di tensione e di frequenza e
una serie di altri fenomeni non visibili e non compatibili dall’utente finale, ma difficilmente risolvibili da chi
è preposto a distribuire quel bene così prezioso e
ormai indispensabile come l’energia elettrica.
La generazione diffusa ha quindi stravolto lo schema
classico di distribuzione di energia elettrica e posto
nuovi problemi la cui soluzione passa per ora attraverso i dettami della delibera dell’Autorità per
l’Energia Elettrica e il Gas n. 84/2012/R/EEL ma proseguirà sicuramente attraverso un controllo più accurato della rete elettrica probabilmente anche con il
comando degli impianti di generazione diffusa».
◆
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
lità richiesta, cioè quella che
negli anni passati era prerogativa solo di poche imprese
particolarmente lungimiranti e che è poi divenuta essenziale, di riferimento per
le nuove realizzazioni e
anche per l’adeguamento
dell’esistente.
Ciò che il Collegio desidera
trasmettere ai propri iscritti
è che il futuro è fatto di
“meno costruito, ma di meglio costruito”. Saper progettare con qualità con la
certezza che tale requisito emerge sempre. Chi ha costruito bene negli ultimi
anni non ha da temere l’estromissione dal mercato,
chi non ha costruito bene
vedrà invece i propri immobili invenduti e inutilizzati.
Un’altra necessità sottolineata dal geom. Platto nel
suo intervento, è quella di
conciliare il costruire con
qualità con il costruire a costi
contenuti; ciò che ha inciso
principalmente sui costi del
costruire (e quindi sui prezzi
di vendita) è il costo delle
aree. Saper effettuare una
corretta stima dei valori
delle aree è perciò fondamentale per un appropriato
approccio al mercato.
L’
intervento del nostro Presidente ha
consentito al dott.
Barca del Consiglio Notarile
di confermare che l’«Attestato di Certificazione Energetica», inizialmente visto
come una nuova fastidiosa
incombenza da espletare
nella documentazione degli
atti di compravendita con ulteriori oneri, è invece una risorsa che consente agli ac-
quirenti di valutare subito
l’immobile, anche in riferimento ai costi di mantenimento del bene che dovranno sostenere nel lungo
periodo.
N
on a caso la scelta
del geom. Platto e
del Consiglio Direttivo è andata nella direzione di approfittare dell’evento per offrire ai frequentatori del meeting una serie
di chiarimenti sulla certificazione energetica degli edifici; ciò si è realizzato con la
distribuzione al pubblico
del meeting di un semplice
ma esauriente materiale
informativo predisposto
dalla geom. Raffaella Annovazzi.
A lei, con la collaborazione
dei colleghi Giuseppe Franco e Roberto Manella, è stata
affidata anche la presentazione della certificazione energetica e della dipendenza energetica all’interno
di uno spazio appositamente concesso per brevi
incontri informativi.
Nonostante il lodevole proponimento e grazie alla preziosa collaborazione del
gruppo di esperti – teso a
soddisfare le necessità emerse negli incontri della
Commissione Ambiente e
Bioedilizia e del Consiglio
Direttivo sulla necessità di
diffondere l’argomento – si è
registrato uno modesto afflusso all’intervento proposto, anche perché scarsamente segnalato. Da evidenziare però come il maggior numero di quesiti posti
ai rappresentanti del Collegio abbia fatto riferimento
proprio alla certificazione energetica, confermandone
l’attualità e l’interesse.
L’esperienza è comunque
stata proficua e ha ribadito la
necessità di informare in
modo approfondito il pubblico; a tale proposito pros-
simamente sul sito del Collegio sarà disponibile un
pieghevole che gli iscritti
potranno scaricare e distribuire tra i propri clienti per
far loro conoscere l’utilità e
la necessità della certificazione energetica.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 51
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Stefano Benedini
O
rganizzato, il 25
maggio scorso, un
incontro informativo promosso dal Consiglio
Direttivo del Collegio, realizzato in collaborazione con
l’Associazione Geometri
della Valle Camonica, con i
propri iscritti delle Circoscrizioni di Breno ed Edolo; lo
scorso anno un evento simile
era stato offerto ai geometri
del distretto di Chiari, con
l’intenzione di aggiornare i
professionisti sugli ultimi
sviluppi del nuovo regolamento professionale, sulle
attività del Collegio e per
raccogliere le segnalazioni di
eventuali problematiche
con cui gli iscritti si trovano a
confrontarsi nello svolgimento del proprio lavoro.
L’accoglienza dei membri
del Consiglio è stata affidata
52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Incontro informativo
del Collegio coi geometri
della Valle Camonica
al geom. Diego Salvetti, in
rappresentanza dell’Associazione, che ha espresso
apprezzamento per l’iniziativa che consente agli iscritti
di essere partecipi della vita
del Collegio.
Il geom. Platto, Presidente
del Collegio, ha ringraziato
per il benvenuto, riconoscendo la collaborazione offerta al Collegio dall’Associazione e presentando il
proponimento con cui il
Consiglio intende organizzare altri incontri con gli iscritti di tutto il territorio
della Provincia.
Il dibattito è poi entrato nel
vivo della discussione affrontando l’argomento delle
difficoltà segnalate dagli iscritti nel districarsi tra le numerose differenti normative
adottate nei vari Comuni. Il
geom. Bonicelli, membro
del Consiglio
Direttivo, ha
segnalato il
problema
della
lunghezza dei
tempi burocratici necessari alla presentazione
delle pratiche,
in particolare
di quelle riguardanti i vincoli idrogeologici richiedenti l’esame
della Comunità Montana
di Vallecamonica, tempi
che si ripercuotono negativamente sul-
l’attività dei professionisti.
La geom. Vescovi, consultore di zona e delegata
CIPAG, ha posto l’attenzione
soprattutto sulla complessità delle pratiche subordinate al parere della Sovrintendenza, accennando a una
forma discriminatoria – in alcuni casi documentabile
come hanno confermato i
colleghi Gronchi e Salvetti –
nella quale incorrerebbero i
geometri in quanto professionisti non laureati. Il Presidente Platto ha riconosciuto
come l’incongruenza tra
quanto richiesto dai diversi
Enti si ripercuota sul lavoro
dei geometri, ipotizzando
che le norme edilizie vengano poste alla sola competenza dei Comuni, puntualizzando come le segnalazioni esposte siano state inoltrate anche a livello regionale e nazionale, facendo
proprie segnalazioni simili
di colleghi di altri Collegi
Provinciali. Se ai Comuni si
può riconoscere una certa
predisposizione al dialogo,
con la Sovrintendenza si segnalano solo rigide chiusure,
favorite da recenti sentenze
in sede giudiziaria e dalle disposizioni della Regione
Lombardia che impone il
parere della Sovrintendenza. L’unica soluzione del
problema è individuabile
nell’occasione rappresentata dalla presentazione del
nuovo regolamento della
professione, che consentirà
di affrontare questo argomento. Il Presidente ha sollecitato a vigilare sulla redazione dei P.G.T., con particolare attenzione alle norme
sui piani attuativi e loro va-
rianti, in modo da segnalare
al Collegio tutti i motivi di
possibile contrasto al fine di
opporvisi.
L’accenno al nuovo regolamento della professione ha
consentito al Presidente di
illustrare altre proposte
come quella della fusione
tra i tre ordini professionali –
geometri, periti industriali e
periti agrari – da non escludersi, ma da subordinare
alla risoluzione delle problematiche specifiche della
categoria; oppure quella di
accentrare a livello regionale alcune funzioni ora
svolte dai Collegi provinciali
(fino ad arrivare all’ipotesi
della loro abolizione) con
l’intenzione di ottimizzare le
risorse e diminuire i costi,
ma certamente creando disservizi agli iscritti allontanando da loro il consueto
punto di riferimento per la
ricomposizione dei contenziosi, per le risposte ai quesiti previdenziali e nella disponibilità alla risoluzione
di situazioni disagiate.
I
l Collegio di Brescia
non ha mancato di
raccomandare
queste considerazioni al
C.N.G.e G.L. in difesa dei
Collegi Provinciali, auspicando inoltre la necessità
che il cambiamento che si intende attuare consideri l’istituzione di un percorso di
studi di laurea universitaria
triennale specifico per il
geometra.
La parola è passata poi al
geom. Piotti, Consigliere
provinciale e Presidente del
Sindacato Geometri di Brescia, che ha illustrato le ini-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
ziative che questo ente intende realizzare, dopo un
periodo di interruzione
delle attività dovuto alla
scarsa chiarezza sugli ambiti
in cui operare: un servizio di
consigli legali gratuiti soprattutto per i giovani iscritti; la
creazione di una “rete” di
professionisti disposti alla
collaborazione; la preparazione di un disciplinare per
l’incarico congiunto.
È
seguito l’intervento del geom.
Este, Consigliere
ed esperto catastale, che ha
ricordato con piacere il periodo trascorso in loco per
l’informatizzazione delle
mappe della Valle Camonica; Este ha con energia
fatto presente come la necessaria e prioritaria revisione del catasto richieda il
riconoscimento della centralità del ruolo del geometra per il corretto e preciso adempimento delle operazioni e della predisposizione della documentazione. Il mancato coinvolgimento dei professionisti che
ha sì prodotto un aumento
della quantità, ma con uno
scarso incremento della
qualità, è da imputare alla
poco incisiva azione condotta a livello nazionale; l’esempio portato in tal senso
dal geom. Este riguarda la
scarsa propensione ad affrontare e risolvere il problema delle acque, che di
fatto impedisce tutti gli atti
di aggiornamento catastale
che coinvolgono i corsi
d’acqua d’ogni genere.
L’ultimo intervento previsto
dell’incontro camuno è stato
quello geom. Bellavia, Tesoriere e Delegato CIPAG, che
ha presentato alcune proposte innovative del C.N.G.
e G.L. non toccate dai precedenti interventi: l’ipotesi di
istituzione di un “campus”
per geometri nel complesso
Lacchiarella (acquistato
dalla CIPAG) per concentrarvi la formazione professionale per gli iscritti all’Albo e al registro praticanti
e la proposta della formazione di società di capitale –
suggerite dal Governo e recepite dal C.N.G.eG.L. – ma
che hanno suscitato l’opposizione del Consiglio sulle
modalità di realizzazione ipotizzate. Il geom. Bellavia
ha inoltre ricordato l’imminente conclusione della fase
sperimentale del Database
valori immobiliari, dopo le
ultime modifiche richieste
dalla Commissione Estimo,
e l’avvio dell’accesso internet alle pratiche catastali
per tutti gli iscritti. Dopo
questa breve introduzione il
geom. Bellavia ha illustrato
il lavoro svolto negli ultimi
anni per garantire la sostenibilità della Cassa fino al
2050. I provvedimenti adottati sono risultati particolarmente drastici per mantenere il sistema solidale tra le
generazioni garantito dal retributivo; i contributi sono
passati dal 5% all’attuale 7%,
in previsione di arrivare al
15% nei prossimi anni. L’età
pensionabile è passata da
65 a 67 anni. Il calcolo della
pensione non viene più effettuato sugli ultimi 10 anni
di contribuzione ma su tutto
l’arco contributivo. Un maggior gettito alla Cassa è venuto dall’aumento del contributo integrativo che è
passato dal 2% al 4% concordato con ingegneri e architetti che, però, hanno in seguito rivisto le proprie decisioni, procrastinando il raggiungimento della soglia del
4% di alcuni anni.
I
principali fattori che
hanno penalizzato la
sostenibilità della
Cassa sono stati la diminuzione del numero degli iscritti, la contrazione dei
redditi e l’aumento del numero dei pensionati. Il
geom. Bellavia ha anche ricordato come il “Decreto
Sviluppo” dello scorso febbraio obblighi a presentare
entro il 12 giugno i bilanci attuariali per la
sostenibilità a
30 anni; in caso
contrario è
previsto il passaggio forzato
al metodo di
calcolo contributivo pro rata
dal 1° gennaio
2012 e un contributo di solidarietà per i
pensionati
(l'1% per il 2012
e il 2013) in
modo da riportare l'equilibrio dei conti.
La geom. Farisoglio, Presidente dell’Associazione
Geometri di
Valle Camonica, ha preso
la parola a conclusione dell’incontro per ricordare la
necessità che il Collegio, soprattutto in questo momento di crisi, promuova la
qualità e la validità della
professione. L’unione tra gli
iscritti deve emergere per
contrastare coloro che svendono la propria professionalità danneggiando se stessi
e i colleghi. Il Presidente
Platto, condividendo lo
spunto della collega, ha auspicato che, non esistendo
più un tariffario di riferimento, vengano prodotti
degli orientamenti per la tutela sia del professionista
sia del committente.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 53
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Il mercato immobiliare
in provincia di Brescia
Abitazioni
Nuovo/Ristrutturato
minimo
massimo
Acquafredda
1.200,00
1.500,00
Adro
1.560,00
Agnosine
Recente
massimo
minimo
800,00
1.000,00
520,00
1.950,00
1.320,00
1.650,00
1.200,00
1.450,00
800,00
Alfianello
1.260,00
1.400,00
Anfo
1.260,00
Angolo Terme
Da ristrutturare
minimo
massimo
650,00
240,00
300,00
800,00
1.000,00
480,00
600,00
1.000,00
560,00
700,00
280,00
350,00
1.080,00
1.200,00
700,00
775,00
340,00
380,00
1.400,00
900,00
1.000,00
630,00
700,00
235,00
260,00
1.200,00
1.200,00
945,00
1.050,00
485,00
540,00
210,00
230,00
Artogne
1.200,00
1.275,00
945,00
1.050,00
620,00
690,00
225,00
250,00
Azzano Mella
1.360,00
1.700,00
1.120,00
1.400,00
720,00
900,00
480,00
600,00
Bagnolo Mella
1.440,00
1.800,00
1.120,00
1.400,00
960,00
1.200,00
560,00
700,00
Bagolino
1.360,00
1.700,00
960,00
1.200,00
720,00
900,00
290,00
360,00
Barbariga
1.215,00
1.350,00
990,00
1.100,00
720,00
800,00
315,00
350,00
Barghe
1.260,00
1.400,00
900,00
1.000,00
560,00
620,00
235,00
260,00
Bassano Bresciano
1.360,00
1.700,00
1.200,00
1.500,00
800,00
1.000,00
450,00
560,00
Bedizzole
1.520,00
1.900,00
1.200,00
1.500,00
880,00
1.100,00
400,00
500,00
Berlingo
1.215,00
1.350,00
1.035,00
1.150,00
810,00
900,00
360,00
400,00
Berzo Demo
1.200,00
1.250,00
990,00
1.100,00
630,00
700,00
225,00
250,00
Berzo Inferiore
1.200,00
1.200,00
945,00
1.050,00
630,00
700,00
200,00
220,00
Bienno
1.200,00
1.320,00
1.060,00
1.180,00
560,00
620,00
240,00
265,00
Bione
1.260,00
1.400,00
900,00
1.000,00
585,00
650,00
235,00
260,00
Borgo San Giacomo
1.260,00
1.400,00
990,00
1.100,00
660,00
730,00
350,00
390,00
Borgosatollo
1.560,00
1.950,00
1.280,00
1.600,00
960,00
1.200,00
640,00
800,00
Borno
1.440,00
1.800,00
1.240,00
1.550,00
800,00
1.000,00
215,00
270,00
Botticino (M)
1.760,00
2.200,00
1.440,00
1.800,00
960,00
1.200,00
560,00
700,00
Sera
1.840,00
2300,00
1.520,00
1.900,00
1.040,00
1.300,00
600,00
750,00
S. Gallo
1.320,00
1.650,00
1.060,00
1.300,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
Bovegno
1.200,00
1.500,00
1.030,00
1.290,00
720,00
900,00
320,00
400,00
Bovezzo
2.080,00
2.600,00
1.600,00
2.000,00
1.240,00
1.550,00
800,00
1.000,00
Brandico
1.200,00
1.300,00
990,00
1.100,00
720,00
800,00
315,00
350,00
Breno
1.260,00
1.400,00
1.125,00
1.250,00
810,00
900,00
270,00
300,00
Caino
1.560,00
1.950,00
1.200,00
1.500,00
880,00
1.100,00
480,00
600,00
Calcinato
1.360,00
1.700,00
960,00
1.200,00
760,00
950,00
400,00
500,00
Calvagese
1.440,00
1.800,00
1.080,00
1.350,00
840,00
1.050,00
440,00
550,00
Calvisano
1.240,00
1.550,00
960,00
1.200,00
680,00
850,00
390,00
490,00
54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1
minimo
Agibile
massimo
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Le presenti quotazioni del mercato immobiliare in provincia di Brescia sono
tolte dal “Listino dei valori immobilari” n. 1 (ottobre 2011-aprile 2012) edito da ProBrixia – Camera di Commercio di Brescia che ringraziamo
Nuovo/Ristrutturato
minimo
massimo
Capo di Ponte
1.220,00
1.250,00
Capriano del Colle
1.520,00
Recente
Da ristrutturare
massimo
minimo
990,00
1.100,00
630,00
700,00
225,00
250,00
1.900,00
1.160,00
1.450,00
840,00
1.050,00
600,00
750,00
1.240,00
1.550,00
960,00
1.200,00
720,00
900,00
440,00
550,00
Capriolo
1.400,00
1.750,00
1.200,00
1.500,00
880,00
1.100,00
400,00
500,00
Carpenedolo
1.280,00
1.600,00
880,00
1.100,00
680,00
850,00
375,00
470,00
Castegnato
1.600,00
2.000,00
1.240,00
1.550,00
920,00
1.150,00
520,00
650,00
Castelcovati
1.360,00
1.700,00
1.000,00
1.250,00
720,00
900,00
360,00
450,00
Castelmella
1.600,00
2.000,00
1.320,00
1.650,00
880,00
1.100,00
560,00
700,00
Castenedolo
1.600,00
2.000,00
1.120,00
1.400,00
880,00
1.100,00
480,00
600,00
Alpino
1.440,00
1.800,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
Bettole
1.440,00
1.800,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
Bodea
1.280,00
1.600,00
880,00
1.100,00
720,00
900,00
360,00
450,00
Capodimonte
1.280,00
1.600,00
880,00
1.100,00
720,00
900,00
360,00
450,00
Macina
1.280,00
1.600,00
880,00
1.100,00
720,00
900,00
360,00
450,00
Casto
1.200,00
1.450,00
800,00
1.000,00
505,00
630,00
205,00
255,00
Castrezzato
1.360,00
1.700,00
1.000,00
1.250,00
760,00
950,00
400,00
500,00
Cazzago San Martino
1.440,00
1.800,00
1.200,00
1.500,00
960,00
1.200,00
505,00
630,00
Bornato Pedrocca
1.360,00
1.700,00
1.160,00
1.450,00
920,00
1.150,00
480,00
600,00
Calino
1.360,00
1.700,00
1.160,00
1.450,00
920,00
1.150,00
480,00
600,00
Cedegolo
1.200,00
1.250,00
990,00
1.100,00
630,00
700,00
225,00
250,00
Cellatica
2.120,00
2.650,00
1.890,00
2.100,00
1.440,00
1.600,00
900,00
1.000,00
Ceto
1.200,00
1.250,00
990,00
1.100,00
630,00
700,00
225,00
250,00
Cevo
1.200,00
1.200,00
900,00
1.000,00
585,00
650,00
180,00
200,00
Chiari
1.720,00
2.150,00
1.360,00
1.700,00
1.000,00
1.250,00
560,00
700,00
1.440,00
1.800,00
1.160,00
1.450,00
840,00
1.050,00
425,00
530,00
Cigole
1.260,00
1.400,00
1.060,00
1.180,00
670,00
740,00
315,00
350,00
Cividate Camuno
1.200,00
1.200,00
925,00
1.030,00
630,00
700,00
200,00
220,00
Coccaglio
1.440,00
1.800,00
1.160,00
1.450,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
Collebeato
2.080,00
2.600,00
1.640,00
2.050,00
1.280,00
1.600,00
800,00
1.000,00
Collio
1.200,00
1.500,00
960,00
1.200,00
640,00
800,00
320,00
400,00
Cologne
1.320,00
1.650,00
1.065,00
1.330,00
800,00
1.000,00
480,00
600,00
Comezzano C.
1.240,00
1.550,00
920,00
1.150,00
680,00
850,00
320,00
400,00
Concesio
2.040,00
2.550,00
1.600,00
2.000,00
1.240,00
1.550,00
720,00
900,00
Fenili Belasi
Santellone
minimo
Agibile
massimo
minimo
massimo
IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1- 55
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo/Ristrutturato
Recente
Agibile
Da ristrutturare
minimo
massimo
minimo
massimo
minimo
massimo
minimo
massimo
S. Vigilio
1.800,00
2.250,00
1.400,00
1.750,00
1.080,00
1.350,00
625,00
780,00
S. Andrea
2.080,00
2.600,00
1.640,00
2.050,00
1.280,00
1.600,00
840,00
1.050,00
Cortefranca
1.680,00
2.100,00
1.440,00
1.800,00
960,00
1.200,00
520,00
650,00
Corteno Golgi
1.200,00
1.200,00
945,00
1.050,00
630,00
700,00
225,00
250,00
Corzano
1.215,00
1.350,00
990,00
1.100,00
720,00
800,00
335,00
370,00
Darfo
1.200,00
1.430,00
880,00
1.100,00
665,00
830,00
320,00
400,00
Montecchio Bessimo
1.200,00
1.260,00
970,00
1.080,00
630,00
700,00
300,00
330,00
Corna
1.200,00
1.430,00
1.000,00
1.250,00
720,00
900,00
320,00
400,00
Erbanno
1.260,00
1.400,00
1.080,00
1.200,00
810,00
900,00
345,00
385,00
Gorzone
1.230,00
1.365,00
1.060,00
1.180,00
765,00
850,00
330,00
365,00
Boario
1.200,00
1.500,00
1.040,00
1.300,00
720,00
900,00
320,00
400,00
1.240,00
1.550,00
1.040,00
1.300,00
720,00
900,00
320,00
400,00
Quinzanello
1.260,00
1.400,00
1.125,00
1.250,00
765,00
850,00
270,00
300,00
Corticelle Pieve
1.215,00
1.350,00
990,00
1.100,00
765,00
850,00
270,00
300,00
Boldeniga
1.215,00
1.350,00
1.035,00
1.150,00
585,00
650,00
270,00
300,00
Desenzano del Garda
3.680,00
4.600,00
3.040,00
3.800,00
2.240,00
2.800,00
1.600,00
2.000,00
Fronte Lago
6.000,00
7.500,00
4.800,00
6.000,00
2.800,00
3.500,00
2.400,00
3.000,00
Rivoltella
2.880,00
3.600,00
2.480,00
3.100,00
2.000,00
2.500,00
1.280,00
1.600,00
S. Martino
2.240,00
2.800,00
1.600,00
2.000,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
Montonale
2.080,00
2.600,00
1.600,00
2.000,00
1.200,00
1.500,00
640,00
800,00
Vaccarolo
1.400,00
1.750,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
Edolo
1.280,00
1.600,00
1.080,00
1.350,00
640,00
800,00
240,00
300,00
Erbusco
1.680,00
2.100,00
1.440,00
1.800,00
960,00
1.200,00
520,00
650,00
Esine
1.200,00
1325,00
1.035,00
1.150,00
675,00
750,00
160,00
180,00
Fiesse
1.200,00
1.300,00
1.000,00
1.100,00
600,00
660,00
240,00
270,00
Flero
1.680,00
2.100,00
1.360,00
1.700,00
1.040,00
1.300,00
640,00
800,00
Gambara
1.200,00
1.500,00
1.000,00
1.250,00
610,00
760,00
255,00
320,00
Gardone Riviera
3.280,00
4.100,00
2.960,00
3.700,00
2.080,00
2.600,00
1.440,00
1.800,00
Lungolago
4.640,00
5.800,00
3.920,00
4.900,00
3.040,00
3.800,00
1.760,00
2.200,00
2.560,00
3.200,00
2.400,00
3.000,00
2.000,00
2.500,00
1.120,00
1.400,00
Fucine Pellalepre
Dello
Centenaro/S. Pietro
Supiane S. Michele
Tresnico
56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo/Ristrutturato
Recente
Agibile
Da ristrutturare
minimo
massimo
minimo
massimo
minimo
massimo
minimo
massimo
Gardone Val Trompia
1.480,00
1.850,00
1.200,00
1.500,00
960,00
1.200,00
520,00
650,00
1.400,00
1.750,00
1.200,00
1.550,00
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
2.680,00
3.350,00
2.320,00
2.900,00
1.600,00
2.000,00
1.000,00
1.250,00
Lungolago
3.840,00
4.800,00
3.440,00
4.300,00
2.800,00
3.500,00
1.600,00
2.000,00
Zuino/Muslone
2.560,00
3.200,00
2.240,00
2.800,00
1.600,00
2.000,00
1.040,00
1.300,00
Gavardo
1.480,00
1.850,00
1.120,00
1.400,00
800,00
1.000,00
440,00
550,00
Ghedi
1.520,00
1.900,00
1.280,00
1.600,00
1.040,00
1.300,00
600,00
750,00
Gianico
1.200,00
1.275,00
990,00
1.100,00
630,00
700,00
180,00
200,00
Gottolengo
1.295,00
1.620,00
1.100,00
1.375,00
700,00
875,00
345,00
430,00
Gussago
2.040,00
2.550,00
1.600,00
2.000,00
1.280,00
1.600,00
760,00
950,00
Idro
1.280,00
1.600,00
960,00
1.200,00
655,00
820,00
250,00
310,00
Iseo
2.320,00
2.900,00
1.960,00
2.450,00
1.520,00
1.900,00
720,00
900,00
Frontelago
3.200,00
4.000,00
2.360,00
2.950,00
1.840,00
2.300,00
960,00
1.200,00
Clusane
1.760,00
2.200,00
1.440,00
1.800,00
1.040,00
1.300,00
640,00
800,00
Cremignane
1.600,00
2.000,00
1.360,00
1.700,00
1.040,00
1.300,00
640,00
800,00
Pilzone
1.520,00
1.900,00
1.440,00
1.800,00
1.040,00
1.300,00
640,00
800,00
Isorella
1.305,00
1.450,00
1.080,00
1.200,00
700,00
780,00
340,00
380,00
Leno
1.520,00
1.900,00
1.345,00
1.680,00
930,00
1.160,00
560,00
700,00
Castelletto
1.280,00
1.600,00
1.120,00
1.400,00
720,00
900,00
360,00
450,00
Milzanello
1.200,00
1.500,00
960,00
1.200,00
610,00
760,00
240,00
300,00
Porzano
1.360,00
1.700,00
1.160,00
1.450,00
810,00
1.010,00
480,00
600,00
2.560,00
3.200,00
2.240,00
2.800,00
1.680,00
2.100,00
1.080,00
1.350,00
3.000,00
4.400,00
2.500,00
3.800,00
2.000,00
3.000,00
900,00
1.800,00
Lodrino
1.200,00
1.500,00
960,00
1.200,00
640,00
800,00
320,00
400,00
Lograto
1.200,00
1.450,00
960,00
1.200,00
720,00
900,00
320,00
400,00
Lonato del Garda
1.840,00
2.300,00
1.520,00
1.900,00
1.040,00
1.300,00
625,00
300,00
Lumezzane
1.520,00
1.900,00
1.280,00
1.600,00
880,00
1.100,00
480,00
600,00
S. Sebastiano
1.520,00
1.900,00
1.280,00
1.600,00
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
S. Apollonio
1.480,00
1.850,00
1.200,00
1.500,00
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Pieve
1.440,00
1.800,00
1.200,00
1.500,00
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Maclodio
1.200,00
1.450,00
960,00
1.200,00
720,00
900,00
320,00
400,00
Mairano
1.215,00
1.350,00
1.035,00
1.150,00
765,00
850,00
335,00
370,00
1.215,00
1.350,00
1.035,00
1.150,00
720,00
800,00
335,00
370,00
Inzino
Gargnano
Limone del Garda
Lungolago
Pievedizio
IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1- 57
DIDAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo/Ristrutturato
Recente
massimo
Malegno
1.200,00
1.200,00
915,00
1.015,00
540,00
60,00
200,00
220,00
Malonno
1.200,00
1.200,00
945,00
1.050,00
630,00
700,00
180,00
200,00
Manerba del Garda
2.560,00
3.200,00
2.240,00
2.800,00
1.680,00
2.100,00
1.040,00
1.300,00
Direttamente a lago
3.680,00
4.600,00
3.160,00
3.950,00
2.560,00
3.200,00
1.760,00
2.200,00
Campagnola/Statale
2.240,00
2.800,00
2.080,00
2.600,00
1.600,00
2.000,00
960,00
1.200,00
Manerbio
1.545,00
1.930,00
1.345,00
1.680,00
920,00
1.150,00
560,00
700,00
Marcheno
1.360,00
1.700,00
1.120,00
1.400,00
800,00
1.000,00
360,00
450,00
Marone
1.600,00
2.000,00
1.280,00
1.600,00
880,00
1.100,00
560,00
700,00
1.280,00
1.600,00
1.095,00
1.370,00
840,00
1.050,00
600,00
750,00
1.480,00
1.850,00
1.120,00
1.400,00
960,00
1.200,00
480,00
600,00
Molinetto
1.560,00
1.950,00
1.200,00
1.500,00
960,00
1.200,00
505,00
630,00
Ciliverghe
1.520,00
1.900,00
1.120,00
1.400,00
960,00
1.200,00
480,00
600,00
Milzano
1.215,00
1.350,00
1.015,00
1.130,00
630,00
700,00
270,00
300,00
Moniga del Garda
2.560,00
3.200,00
2.240,00
2.800,00
1.600,00
2.000,00
1.040,00
1.300,00
3.680,00
4.600,00
3.160,00
3.950,00
2.560,00
3.200,00
1.760,00
2.200,00
Monticelli Brusati
1.680,00
2.100,00
1.560,00
1.900,00
1.040,00
1.300,00
480,00
600,00
Montichiari
1.480,00
1.850,00
1.160,00
1.450,00
880,00
1.100,00
520,00
650,00
1.280,00
1.600,00
960,00
1.200,00
720,00
900,00
415,00
520,00
Montirone
1.400,00
1.750,00
1.120,00
1.400,00
800,00
1.000,00
440,00
550,00
Monteisola
1.760,00
2.200,00
1.520,00
1.900,00
960,00
1.200,00
560,00
700,00
1.920,00
2.400,00
1.680,00
2.100,00
1.120,00
1.400,00
640,00
800,00
Muscoline
1.360,00
1.700,00
1.120,00
1.400,00
880,00
1.100,00
440,00
550,00
Nave
1.600,00
2.000,00
1.240,00
1.550,00
960,00
1.200,00
520,00
650,00
Niardo
1.200,00
1.250,00
990,00
1.100,00
630,00
700,00
225,00
250,00
Nuvolento
1.480,00
1.850,00
1.120,00
1;400,00 880,00
1.100,00
480,00
600,00
Nuvolera
1.480,00
1.850,00
1.120,00
1;400,00 880,00
1.100,00
480,00
600,00
Odolo
1.240,00
1.550,00
880,00
1.100,00
520,00
650,00
240,00
300,00
Offlaga
1.200,00
1.500,00
935,00
1.170,00
655,00
820,00
310,00
390,00
Ome
1.520,00
1.900,00
1.280,00
1.600,00
920,00
1.150,00
520,00
650,00
Orzinuovi
1.800,00
2.250,00
1.440,00
1.800,00
1.250,00
600,00
750,00
Orzivecchi
1.280,00
1.600,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
360,00
450,00
Ospitaletto
1.520,00
1.900,00
1.280,00
1.600,00
800,00
1;000,00 360,00
450,00
Mazzano
Direttamente a lago
massimo
minimo
Da ristrutturare
minimo
Vello
minimo
Agibile
massimo
minimo
massimo
Borgosotto/Vighizzolo
Dò/S. Bernardino
Fronte lago
58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1
1.000,,
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo/Ristrutturato
Recente
Agibile
Da ristrutturare
minimo
massimo
minimo
massimo
minimo
massimo
minimo
massimo
Padenghe sul Garda
2.600,00
3.250,00
2.240,00
2.800,00
1.600,00
2.000,00
1.040,00
1.300,00
Paderno Franciacorta
1.440,00
1.800,00
1.240,00
1.550,00
800,00
1.000,,
480,00
600,00
Paitone
1.440,00
1.800,00
1.120,00
1.400,00
880,00
1.100,00
465,00
580,00
Palazzolo s/Oglio
1.600,00
2.000,00
1.295,00
1.620,00
960,00
1.200,00
530,00
660,00
1.440,00
1.800,00
1.175,00
1.470,00
880,00
1.100,00
505,00
630,00
Paratico
1.760,00
2.200,00
1.440,00
1.800,00
1.040,00
1.300,00
520,00
650,00
Passirano
1.520,00
1.900,00
1.320,00
1.650,00
800,00
1.000,00
480,00
600,00
Pavone Mella
1.200,00
1.500,00
1.000,00
1.250,00
610,00
760,00
240,00
300,00
Pezzaze
1.260,00
1.400,00
990,00
1.100,00
765,00
850,00
360,00
400,00
Pian Camuno
1.200,00
1.225,00
945,00
1.050,00
720,00
800,00
190,00
210,00
2.000,00
2.500,00
1.720,00
2.150,00
1.140,00
1.425,00
720,00
900,00
Piancogno
1.200,00
1.250,00
945,00
1.050,00
720,00
800,00
200,00
220,00
Pisogne
1.400,00
1.750,00
1.200,00
1.500,00
760,00
950,00
360,00
450,00
1.280,00
1.600,00
1.080,00
1.350,00
720,00
900,00
320,00
400,00
Polaveno
1.200,00
1.450,00
920,00
1.150,00
720,00
900,00
320,00
400,00
Polpenazze
2.160,00
2.700,00
1.880,00
2.350,00
1.360,00
1.700,00
800,00
1.000,00
Pompiano
1.200,00
1.500,00
960,00
1.200,00
640,00
800,00
320,00
400,00
1.260,00
1.400,00
990,00
1.100,00
660,00
730,00
315,00
350,00
1.360,00
1.700,00
1.080,00
1.350,00
720,00
900,00
480,00
600,00
1.360,00
1.700,00
1.160,00
1.450,00
800,00
1.000,00
480,00
600,00
3.600,00
4.500,00
3.120,00
3.900,00
2.080,00
2.600,00
1.320,00
1.650,00
Passo Tonale
1.760,00
2.200,00
1.520,00
1.900,00
1.200,00
1.500,00
n.d.
n.d.
Pezzo
1.760,00
2.200,00
1.520,00
1.900,00
1.200,00
1.500,00
n.d.
n.d.
Poia
2.240,00
2.800,00
1.920,00
2.400,00
1.440,00
1.800,00
720,00
900,00
Precasaglio
1.840,00
2.300,00
1.440,00
1.800,00
1.280,00
1.600,00
640,00
800,00
Zoanno
2.080,00
2.600,00
1.800,00
2.250,00
1;440,001.800,00
720,00
900,00
1.200,00
1.500,00
1.000,00
1.250,00
640,00
800,00
305,00
380,00
1.215,00
1.350,00
1.035,00
1.150,00
640,00
710,00
270,00
300,00
Pontoglio
1.280,00
1.600,00
1.080,00
1.350,00
720,00
900,00
360,00
450,00
Pozzolengo
1.800,00
2.250,00
1.520,00
1.900,00
960,00
1.200,00
640,00
800,00
Pralboino
1.215,00
1.350,00
1.035,00
1.150,00
630,00
700,00
270,00
300,00
Preseglie
1.200,00
1.450,00
800,00
1.000,00
600,00
750,00
225,00
280,00
San Pancrazio
Monte Campione
Fraine
Gerolanuova/Zurlengo
Poncarale
Borgo
Ponte di Legno
Pontevico
Torchiera/Bettegno
Campazzo/Chiesuola
IL GEOMETRA BRESCIANO 2007/1- 61
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo/Ristrutturato
minimo
Recente
Agibile
massimo
minimo
massimo
1.4400,00
1.750,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
440,00
550,00
Provaglio d’Iseo
1.680,00
2.100,00
1.440,00
1.800,00
1.040,00
1.300,00
520,00
650,00
Puegnago del Garda
2.200,00
2.750,00
1.920,00
2.400,00
1.360,00
1.700,00
800,00
1.000,00
Quinzano d’Oglio
1.280,00
1.600,00
1.040,00
1.300,00
695,00
870,00
360,00
450,00
Remedello
1.260,00
1.400,00
990,00
1.100,00
675,00
750,00
305,00
340,00
Rezzato
1.760,00
2.200,00
1.360,00
1.700,00
1.000,00
1.250,00
640,00
800,00
Virle
1.560,00
1.950,00
1.200,00
1.500,00
800,00
1.000,00
480,00
600,00
Rezzato sud/S. Carlo
1.600,00
2.000,00
1.200,00
1.500,00
880,00
1.100,00
560,00
700,00
Roccafranca
1.200,00
1.500,00
920,00
1.150,00
640,00
800,00
290,00
360,00
Rodengo Saiano
1.680,00
2.100,00
1.440,00
1.800,00
1.120,00
1.400,00
640,00
800,00
Roé Volciano
1.880,00
2.350,00
1.600,00
2.000,00
1.080,00
1.350,00
680,00
850,00
Roncadelle
1.720,00
2.150,00
1.480,00
1.850,00
1.160,00
1.450,00
760,00
950,00
Rovato
1.520,00
1.900,00
1.320,00
1;650,00 800,00
1.000,00
520,00
650,00
1.440,00
1.800,00
1.240,00
1.550,00
800,00
1.000,00
360,00
450,00
Rudiano
1.240,00
1.550,00
920,00
1.150,00
680,00
850,00
290,00
360,00
Sabbio Chiese
1.280,00
1.600,00
1.000,00
1.250,00
760,00
950,00
335,00
420,00
Sale Marasino
1.760,00
2.200,00
1.520,00
1.900,00
1.040,00
1.300,00
600,00
750,00
1.600,00
2.000,00
1.400,00
1.750,00
960,00
1.200,00
600,00
750,00
4.000,00
5.000,00
3.200,00
4.000,00
2.240,00
2.800,00
1.440,00
1.800,00
Lungolago
4.800,00
6.000,00
4.000,00
5.000,00
3.200,00
4.000,00
1.680,00
2.100,00
Campoverde
2.880,00
3.600,00
2.560,00
3.200,00
1.760,00
2.200,00
1.120,00
1.400,00
Barbarano
3.200,00
4.000,00
2.800,00
3.500,00
2.000,00
2.500,00
1.280,00
1.600,00
Villa
2.720,00
3.400,00
2.320,00
2.900,00
1.680,00
2.100,00
960,00
1.200,00
Cunettone
2.240,00
2.800,00
2.000,00
2.500,00
1.600,00
2.000,00
920,00
1.150,00
S. Felice del Benaco+Portese
2.560,00
3.200,00
2.320,00
2.900,00
1.760,00
2.200,00
1.280,00
1.600,00
Direttamente a lago
3.600,00
4.500,00
3.120,00
3.900,00
2.480,00
3.100,00
1.680,00
2.100,00
San Gervasio
1.260,00
1.400,00
1.080,00
1.200,00
700,00
780,00
325,00
360,00
San Paolo
1.200,00
1.500,00
935,00
1.170,00
640,00
800,00
320,00
400,00
San Zeno Naviglio
1.560,00
1.950,00
1.280,00
1.600,00
960,00
1.200,00
600,00
750,00
Sarezzo
1.480,00
1.850,00
1.200,00
1.500,00
920,00
1.150,00
480,00
600,00
Saviore dell’Adamello
1.200,00
1.200,00
900,00
1.000,00
585,00
650,00
180,00
200,00
Sellero
1.200,00
1.250,00
990,00
1.100,00
630,00
700,00
225,00
250,00
Prevalle
minimo
Da ristrutturare
massimo
minimo
massimo
Lodetto/S. Anna
Duomo/S. Andrea
Maspiano/Conche
Salò
62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nuovo/Ristrutturato
Recente
massimo
minimo
Da ristrutturare
minimo
massimo
Seniga
1.200,00
1.300,00
990,00
1.100,00
610,00
680,00
270,00
300,00
Serle
1.360,00
1.700,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
440,00
550,00
Sirmione (Castello Fronte lago)
6.800,00
8.500,00
5.440,00
6.800,00
3.600,00
4.500,00
3.120,00
3.900,00
Sirmione (Colombare)
3.680,00
4.600,00
3.040,00
3.800,00
2.240,00
2.800,00
1.600,00
2.000,00
Lugana /Rovizza
3.200,00
4.000,00
2.800,00
3.500,00
1.760,00
2.200,00
1.440,00
1.800,00
Soiano del Lago
2.560,00
3.200,00
2.240,00
2.800,00
1.600,00
2.000,00
1.120,00
1.400,00
Sonico
1.200,00
1.200,00
945,00
1.050,00
630,00
700,00
180,00
200,00
Sulzano
1.680,00
2.100,00
1.440,00
1.800,00
880,00
1.100,00
440,00
550,00
2.000,00
2.500,00
1.680,00
2.100,00
1.000,00
1.250,00
600,00
750,00
Tavernole sul Mella
1.200,00
1.450,00
880,00
1.100,00
680,00
850,00
290,00
360,00
Temù
2.240,00
2.800,00
1.760,00
2.200,00
1.520,00
1.900,00
640,00
800,00
Tignale
2.000,00
2.500,00
1.680,00
2.100,00
1.360,00
1.700,00
760,00
950,00
Torbole Casaglia
1.360,00
1.700,00
1.080,00
1.350,00
880,00
1.100,00
440,00
550,00
Toscolano Maderno
3.040,00
3.800,00
2.560,00
3.200,00
1.760,00
2.200,00
1.040,00
1.300,00
Lungolago
4.000,00
5.000,00
3.440,00
4.300,00
2.800,00
3.500,00
1.680,00
2.100,00
Gaino
2.400,00
3.000,00
2.000,00
2.500,00
1.440,00
1.800,00
880,00
1.100,00
Maclino/Monte Maderno
2.800,00
3.500,00
2.000,00
2.500,00
1.600,00
2.000,00
960,00
1.200,00
Travagliato
1.200,00
1.500,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
Tremosine
1.920,00
2.400,00
1.760,00
2.200,00
1.120,00
1.400,00
600,00
750,00
Trenzano
1.240,00
1.550,00
920,00
1.150,00
640,00
800,00
310,00
390,00
Urago d’Oglio
1.240,00
1.550,00
960,00
1.200,00
720,00
900,00
335,00
420,00
Vallio
1.320,00
1.650,00
1.040,00
1.300,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
Verolanuova
1.360,00
1.700,00
1.160,00
1.450,00
800,00
1.000,00
430,00
540,00
Verolavecchia
1.320,00
1.650,00
1.055,00
1.320,00
800,00
1.000,00
440,00
550,00
Vestone
1.320,00
1.650,00
960,00
1.200,00
840,00
1.050,00
400,00
500,00
Vezza d’Oglio
1.920,00
2.400,00
1.600,00
2.000,00
1.280,00
1.600,00
560,00
700,00
Villa Carcina
1.480,00
1.850,00
1.200,00
1.500,00
920,00
1.150,00
560,00
700,00
1.440,00
1.800,00
1.240,00
1.550,00
n.d.
n.d.
n.d.
Villanuova sul Clisi
1.480,00
1.850,00
1.200,00
1.500,00
920,00
1.150,00
480,00
600,00
Visano
1.200,00
1.500,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
290,00
360,00
Vobarno
1.320,00
1.650,00
1.000,00
1.250,00
920,00
1.150,00
370,00
460,00
Zone
1.360,00
1.700,00
1.160,00
1.450,00
800,00
1.000,00
400,00
500,00
Fronte lago
minimo
Agibile
massimo
minimo
massimo
Pregno/Carcina/Villa
Cogozzo/Cailina
n.d.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 63
DAL COLLEGIO DI LODI
Tiziano Giovanelli*
Quali attese dal secondo
“Piano casa” lombardo?
Il 4 maggio scorso si è tenuto presso l’I.T.E.S. “A. Bassi” di Lodi il seminario
“La legge regionale 13 marzo 2012 n. 4”, che ha visto come relatore l’avv.
Tiziano Giovanelli di San Colombano al Lambro, noto legale amministrativista specializzato in materia urbanistica, di governo dell’ambiente e del territorio. L’evento è stato seguito da una vasta platea di professionisti. Pubblichiamo questo suo importante contributo.
L
a gestione del patrimonio edilizio esistente – sin dalla
prima normativa che se ne è
organicamente occupata a
livello nazionale (legge 5 agosto 1978 n. 457) – ha costantemente comportato la
valutazione di un ampio
spettro di questioni di natura urbanistico-edilizia.
Tra queste spiccano sicuramente quelle che si incentrano – come si dice da
qualche anno con espressioni più aggiornate rispetto
a quella iniziale che contemplava il solo “recupero” –
sulla sua valorizzazione, razionalizzazione, trasformazione e riqualificazione.
In tal senso – dopo le norme
speciali che si sono succedute negli anni precedenti –
acquistano particolare significato le disposizioni regionali che disciplinano gli interventi finalizzati all’utilizzo, alla trasformazione e
alla sostituzione del patrimonio edilizio esistente.
Dopo la prima esperienza
della legge 16 luglio 2009,
n.13 – che ha registrato la formalizzazione di poche centinaia di pratiche sull’intero
territorio regionale – la Lom-
bardia, dando attuazione
alle indicazioni dettate dal
decreto legge 13 maggio
2011, n. 70 (convertito, con
modificazioni, dalla legge 12
luglio 2011, n. 106), ha inteso
* L’avv. Tiziano Giovanelli si è laureato nel 1980 all’Università degli Studi di Pavia e ha
conseguito l’abilitazione alla professione forense nel 1983 presso la Corte d’Appello di
Milano. Si è diplomato nel 1985 alla Scuola biennale di perfezionamento in governo dell’ambiente e del territorio della facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di
Pavia. È abilitato dal 1997 al patrocinio avanti le giurisdizioni superiori (Corte di
Cassazione, Consiglio di Stato, Corte Costituzionale). Quale legale specializzato in materia, esercita la libera professione sia presso le competenti giurisdizioni sia come consulente di enti pubblici, di aziende e di privati.
64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
rilanciare con forza l’incentivazione dei sovraindicati obiettivi.
Con la legge 13 marzo 2012,
n. 4 – oltre a intervenire per
l’ottava volta sul corpo normativo della articolata
riforma introdotta in materia
di governo del territorio con
la legge 11 marzo 2005, n. 12
(che già aveva abrogato le
leggi degli ultimi trent’anni)
– la Regione Lombardia ha
così voluto modificare, ridisciplinandolo, il novero
delle scelte che possono essere operate dai Comuni:
– in sede di pianificazione
territoriale;
– in sede di programmazione integrata di intervento;
– in sede di deliberazione
consiliare.
Nell’occasione, la Regione
ha iniziato altresì ad affrontare le ricadute conseguenti
alla nota sentenza n.
309/2011 del 21/23 novembre 2011, con la quale
l’Alta Corte aveva appena
dichiarato l’illegittimità costituzionale – oltre che dell’articolo 103 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12
(«nella parte in cui disapplica l’art. 3 del d.P.R. 6
giugno 2011, n. 380») e dell’art. 22 della legge regionale
5 febbraio 2010, n. 7 - dell’art. 27, comma 1, lettera d),
ultimo periodo, della legge
regionale 11 marzo 2005, n.
12, «nella parte in cui esclude l’applicabilità del limite della sagoma alle ristrutturazioni edilizie mediante demolizione e ricostruzione».
Il tema delle “modifiche” è
stato trattato dalla legge regionale 13 marzo 2012, n. 4,
consentendo distintamente:
– quelle “della sagoma”, nell’ambito dell’utilizzo del
patrimonio edilizio esiste,
purché siano «necessarie
per l’armonizzazione architettonica con gli organismi edilizi esistenti»
(art. 3, comma 2);
– quelle “alla sagoma”, nell’ambito della sostituzione del patrimonio edilizio esistente, purché
siano «necessarie per l’armonizzazione architettonica con gli organismi edilizi esistenti e con diversa
DAL COLLEGIO DI LODI
allocazione entro il lotto di
riferimento» (art. 5, comma 3).
La Regione – intervenendo
per la nona volta sul corpo
della normativa di governo
del territorio lombardo «al
fine di tutelate il legittimo
affidamento dei soggetti intressati» (alla surriportata
pronuncia di incostituzionalità) – ha chiarito con l’art. 17,
comma 1, della legge 18 aprile 2012, n. 7 che i titoli abilitativi formatisi alla data
del 30 novembre 2011 si considerano validi ed efficaci
«fino al momento della dichiarazione di fine lavori, a
condizione che la comunicazione di inizio lavori risulti
protocollata entro il 30 aprile 2012».
L
a stessa disposizione – inserendo
il punto “7-bis” alla
lettera e) del comma 1 dell’art. 27 della legge regionale
11 marzo 2005, n. 12 – ha inoltre annoverato tra quelli
di «nuova costruzione»
quegli interventi di integrale sostituzione edilizia
degli immobili esistenti che
avvengano «mediante demolizione e ricostruzione
anche con diversa localizzazione nel lotto e con diversa
sagoma, con mantenimento
della medesima volumetria
dell’immobile sostituito»
Da considerare è, infine, la previsione – evidenziata dall’art. 3,
comma 3, dall’art. 4,
comma 1, dall’art. 5,
comma 8, e dall’art. 6 –
di demandare ai Comuni l’assunzione di
apposite deliberazioni per riconoscere
bonus aggiuntivi rispetto a quelli assegnati dagli strumenti
urbanistici e/o per individuare quelle parti
del territorio alle quali riferire le disposizioni incentivanti della legge regionale
13 marzo 2012, n. 4.
Da questo punto di vista,
vale la pena di suggerire a
tutti coloro che vi fossero effettivamente interessati di
sollecitare gli enti locali –
con congruo anticipo rispetto alle scadenze temporali previste – ad adottare
quegli atti che sono, volta a
volta, indicati dalla esaminata normativa per attivare
concretamente le possibilità di dare corso agli interventi, tenendo ben presente che il termine “generale” fissato dalla legge regionale 13 marzo 2012, n. 4
andrà a spirare, salvo proroghe, al 31 dicembre 2013.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3 - 65
DAL COLLEGIO DI MANTOVA
A Villa Schiarino Lena
di Porto Mantovano l’annuale
premiazione dei nostri geometri
S
i è tenuta anche
quest’anno la tradizionale cerimonia
di premiazioni dei geometri
mantovani.
Nella splendida cornice di
Villa Schiarino Lena di Porto
Mantovano (Mn) lo scorso 4
maggio sono stati premiati i
geometri neo iscritti all’Albo, ai quali spetta un
arduo compito, quello di intraprendere la nostra professione in un momento di
piena crisi economica che
renderà più difficile il loro
inserimento nel mondo del
lavoro. A tutti va il nostro augurio unito alla raccomandazione di lavorare con impegno per raggiungere quella professionalità che possa
contribuire, in futuro, a contraddistinguerli.
Premiati anche, e soprattutto, i geometri con 40 - 50 e
60 anni di iscrizione all’Albo
che hanno dedicato e che
continuano a dedicare la
loro vita a questa professione svolgendola con impegno e passione.
Sono state inoltre consegnate dieci borse di studio
del valore di euro 300,00 ai
geometri neoiscritti che
nella scorsa sessione degli
esami di abilitazione hanno
ottenuto i voti più alti.
Erano presenti alla manifestazione l’onorevole Marco
Carra, la dott.ssa Giovanna
Martelli, Vicepresidente
della Provincia di Mantova,
il dott. Angelo Andretti Vicesindaco del Comune di
Porto Mantovano, il dott. Danilo Pilotti, Comandante dei
Vigili del Fuoco di Mantova,
il prof. Marco Bonora
dell’I.T.G. “C. D’Arco”, il prof.
66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Daniele Marzola dell’I.T.G.
“G. Galilei”, oltre ai rappresentanti locali dei vari Collegi e Ordini professionali.
I rappresentanti nazionali di
categoria presenti alla ceri-
monia: per la Cassa Italiana
Geometri il Presidente
geom. Fausto Amadasi, per
il Consiglio Nazionale Geometri il Consigliere geom.
Pierpaolo Bonfanti, e a li-
vello regionale oltre al Presidente della Consulta Regionale Lombarda geom. Michele Specchio, i Presidenti,
i Segretari e i Delegati Cassa
dei Collegi lombardi.
DAL COLLEGIO DI MANTOVA
Ecco l’elenco dei premiati:
NEO ISCRITTI
01. Alessandro Baraldi
12. Fabio Barbiani
13. Marco Beduschi
14. Alessandro Bettoni
15. Sebastiano Braghiroli
16. Saveria Bulgarelli
17. Matteo Devincenzi
18. Elena Favini
19. Micol Foresta
10. Chiara Francesca Furgeri
11. Graziella Ghio
12. Davide Gobbi
13. Angelo Guaita
14. Andrea Incudini
15. Andrea Lancini
16. Alessandra Lombardi
17. Stefano Lucchini
18. Ilaria Mancini
19. Lisa Pezzini
20. Luca Pieropan
21. Alberto Rama
22. Emiliano Rosa
23. Mauro Scalogna
24. Devid Travaini
25. Giulia Ughetti
26. Nicola Veneri
40 ANNI DI ISCRIZIONE
11. Guido Aldrighi
12. Teodoro Allegretti
13. Umberto Bardini
14. Rosolino Caramaschi
15. Franco Cecchin
16. Renzo Coraini
17. Gabriele Giroldi
18. Giovanni Gorgatti
19. Flavio Guernieri
10. Roberto Lorenzini
11. Franco Mondini
12. Donato Previtali
13. Fernando Reni
14. Cesare Savazzi
15. Franco Scacchetti
16. Ugo Setti
17. Claudio Sgarbi
18. Valerio Varini
50 ANNI DI ISCRIZIONE
11. Paolo Bombonati
12. Angelo Lucchini
13. Gino Magri
14. Giampietro Martinotti
15. Gianpiero Olivotto
16. Ireneo Piccinelli
60 ANNI DI ISCRIZIONE
11. Aristide Bolzoni
12. Ugo Cauzzi
13. Franco Magelli
14. Angelo Peerani
15. Giovanni Rampani
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 67
SICUREZZA CANTIERI
Corrado Romagnoli
Membro della Commissione Sicurezza
Coordinatore per la sicurezza.
Dopo le norme UNI, le linee
di indirizzo di Regione Lombardia
A
nche la Direzione
Generale della Sanità di Regione
Lombardia, dopo le linee
guida di UNI-CNG, ha approvato con decreto 10602 del
15 novembre 2011 il documento contenente le Linee
di indirizzo per l’attività di
coordinatore per la sicurezza nei cantieri edili.
Un argomento quindi che ultimamente interessa sia la
dirigenza della nostra categoria ma anche la Regione,
tutti impegnati sul fronte di
indirizzare il coordinatore
della sicurezza verso una soglia di minima prestazione a
cui un buon tecnico aderisce
al fine di svolgere l’incarico
affidatogli correttamente ed
eticamente.
Il documento è stato elaborato tenendo conto sia delle
esperienze pratiche di coor-
dinamento riscontrate nei
cantieri e del diverso approccio dei coordinatori al
loro ruolo, sia dell’andamento degli indici infortunistici del settore costruzioni
sul territorio nazionale e
lombardo.
Le indicazioni riportate nel
documento riguardano un
insieme di attività che se
svolte da un coordinatore
della sicurezza garantiscono
una soglia di minima prestazione a cui un buon tecnico
deve attenersi per obbligo
morale e di rettitudine.
Si tratta di “regole” volontarie
che non sostituisco in alcun
modo i contenuti
di legge, ma semplicemente vi si
affiancano e integrano le lacune
relative a tempistiche e modalità
pratiche di assolvimento degli
obblighi.
I
n particolare, per
quanto
concerne il ruolo
del coordinatore,
si evidenzia una
notevole variabilità/disomoge68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
neità circa le modalità di verifica, controllo e coordinamento sulle attività di cantiere. A tali differenze si aggiungono quelle relative ai
ruoli e ai rapporti fra i diversi
attori del coordinamento e
della prevenzione.
Sulla base di quanto detto,
la linea di indirizzo si prefigge di proporre strumenti
concreti per l’assolvimento
degli obblighi in carico ai
coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione dei
lavori esplicitando tempistiche e modalità di assolvimento dei vari compiti.
Poiché gli incarichi tecnici
previsti dalla legge sono
due, Coordinatore della Sicurezza in fase di Progettazione e Coordinatore della
Sicurezza in fase di Esecuzione, il documento è stato
elaborato tenendo in considerazione le singole figure.
Tralasciando la descrizione
delle figure e dei rispettivi
ruoli che la normativa stessa
prevede esaustivamente, la
linea guida si occupa principalmente di evidenziare
quali sono i compiti dei
coordinatori con particolare
riferimento a tempistiche e
modalità, riassumendo in tabelle di facile lettura, in cui
si trovano esplicitate ed “enfatizzate” le azioni che più si
riferiscono ai compiti e agli
obblighi dei Coordinatori
(CSP e CSE) e che l’esperienza di questi anni segnala
come non sempre attuate.
Per quanto riguarda le
norme UNI-CNG accennate
in premessa, le stesse mirano a definire procedure e
modalità di svolgimento
delle prestazioni professio-
SICUREZZA CANTIERI
nali specifiche delle attività
dei geometri; tali procedure
standardizzate si prefiggono
di raggiungere uno standard
qualitativo per ogni prestazione e rappresentano il
modo in cui le prestazioni
professionali dovrebbero
essere correttamente svolte. La loro chiara definizione
consentirà anche di determinare più agevolmente e
motivatamente l’equo compenso.
In particolare nella categoria
edilizia, urbanistica e ambiente, viene individuata
nella parte 8 il coordinamento della sicurezza in fase
di progettazione e nella
parte 9 il coordinamento
della sicurezza in fase di esecuzione.
Il documento elaborato specifica i requisiti di conoscenza, competenza ed esperienza del geometra, e
ne descrive i metodi di valutazione della conformità.
Secondo queste norme, le
prestazioni professionali
del CSP e del CSE richiedono la compresenza :
– del compito (cosa un geometra deve saper fare per
essere considerato idoneo alla prestazione)
– dei requisiti di competenza (cosa deve sapere,
quali caratteristiche deve
avere il geometra per essere idonea alla prestazione)
– della valutazione (come un
geometra è valutato per
essere considerato idoneo al compito)
Va detto che tutti coloro che
hanno il compito di “fare
prevenzione”, dal committente al lavoratore, devono
“investire” tutte le risorse
necessarie, anche in termini
di tempo, per raggiungere il
massimo grado di sicurezza
possibile, ovviamente in relazione alla propria professionalità e ai criteri deontologici e di responsabilità sociale della propria attività.
La linea di indirizzo di Regione Lombardia non ha la
presunzione di essere esaustiva, ma vuole essere uno
strumento utile per migliorare l'efficacia delle attività
di coordinamento per la sicurezza.
Il documento non intende –
né potrebbe – costituire una
“norma” vincolante, aggiuntiva alla normativa in vigore
in materia di sicurezza nei
cantiere, né per il coordinatore né tanto meno per gli
organi di vigilanza. Si intende invece definire alcuni
requisiti di massima a livello
regionale di buona qualità
dell’operato del coordinatore in modo che possa svolgere i propri compiti per migliorare i livelli di sicurezza
in cantiere.
D
el resto anche
l’applicazione
degli standard
UNI-CNG non è dunque un
obbligo, ma una buona
prassi e un auspicio affinché
tutti i professionisti del settore operino al meglio per
aumentare la qualità della
prestazione fornita, per il
bene del committente e dei
soggetti che operano nei
cantieri, ma anche per il
bene del professionista
stesso, perché una prestazione di qualità deve essere
riconosciuta professionalmente e anche dal punto di
vista economico.
I testi delle norme UNI-CNG
e della linea guida della Regione Lombardia sono scaricabili dai seguenti link:
http://www.cng.it/cng_new_
site/index.aspx# a seguire
cliccare sul tasto Standard di
Qualità e http://datastorage02.maggioli.it/data/doc
s / w w w. i n g e g n e r i . c c / d e creto_linee_di_indirizzo_co
ordinatori_sicurezza.pdf
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 69
TECNICA
A cura di Tecnored s.r.l.
L’umidità meteorica
nelle superfici verticali
degli edifici
(Parte seconda)
L’azione combinata
dell’acqua e del vento
Questa manifestazione diversa di umidità viene
spesso sottovalutata e non
presa nella giusta considerazione soprattutto riguardo
alle conseguenze da essa
derivanti. Infatti, mentre un
comune acquazzone non
produrrà alcun tipo di danni
sulle superfici di un edificio
e basteranno alcuni giorni
per farle tornare perfettamente asciutte, lo stesso fenomeno, in presenza di
vento, comporterà per lo
stabile problematiche importanti e ripercussioni di
lungo periodo.
Fatta eccezione per le strutture in calcestruzzo, l’azione
combinata dei due elementi
permetterà all’acqua di penetrare in profondità per la
pressione esercitata dal
vento sulla superficie, superando agevolmente l’intonaco attraverso le sue cavillature e micro fessurazioni
per interessare successivamente gran parte, o la totalità, della muratura stessa.
In questo caso si avranno
tempi lunghissimi di asciugatura (mesi o, in alcuni casi,
anni) con relativa perdita di
coibentazione con valori
non inferiori al 70% rispetto
alla stessa muratura asciutta.
Conseguentemente sulle
superfici interne si potranno
produrre condensazioni superficiali creando il terreno
favorevole alla successiva
proliferazione di muschi,
funghi o licheni. Inoltre, durante la fase di asciugatura
della muratura in questione,
si potranno verificare tra70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
smigrazioni saline o di carbonati sulle superfici con
conseguenti ulteriori danni
meccanici ed estetici.
L’importanza
della protezione
Come sono per noi importanti ombrello e impermeabile quando piove, risulta
fondamentale per qualsiasi
tipo di manufatto costruito
la protezione dagli agenti atmosferici.
Ciò può essere ottenuto utilizzando idrofobizzanti dell’ultima generazione al
fluoro-carbonio in solventi
eteropolari (TRF 500 Para
Pioggia) non pellicolanti, e
in grado di non modificare
anche in minima parte il
coefficiente di traspirabilità
dei materiali trattati.
Per realizzare protezioni non solamente superficiali ma profonde,
soprattutto nelle zone
costiere, dove all’azione
combinata dell’acqua e
del vento si unisce
quella dell’atmosfera
marina salmastra, potranno essere utilizzati
gel protettivi studiati
specificamente per ogni
tipo di materiale, in
grado di penetrare sino
a 2 centimetri di profondità, garantendo una
protezione superiore ai
dieci anni per quelli recenti e superare addirittura i venti anni nei materiali più antichi.
Per rendere l’idea dell’importanza della protezione dei materiali da
costruzione riporteremo brevemente una
significativa esperienza.
Alcuni anni or sono, dovendo realizzare un progetto di deumidificazione
per un edificio industriale
dismesso, notavamo parecchie pannellature di grandi
dimensioni in cemento armato precompresso appoggiate alle pareti dello stabile. Fatta eccezione per tre
di esse, sulle quali erano
state realizzate delle campionature di colorazione con
pitture a calce, le rimanenti,
indistintamente, presentavano la perdita totale o parziale dello strato “copriferro” rendendole completamente inutilizzabili. È bastata infatti la semplice protezione di un prodotto non
specifico quale una pittura a
calce per evitare alle pan-
nellature dipinte l’ossidazione dei ferri e il loro successivo degrado, mantenendo le stesse quasi inalterate per oltre 10 anni.
Tecniche di risanamento
a confronto: sistemi
tradizionali e innovazioni
Intonaci deumidificati
Utilizzando gli intonaci macroporosi, la muratura si presenterà per alcuni anni apparentemente asciutta. L’interno, però, risulterà perennemente umido, con fortissima dispersione termica e
accumulo di sali sulla superficie degli intonaci, fino alla
saturazione degli stessi con
successiva ripresa dei fenomeni disgregativi.
Due esempi di applicazione
della tecnica DryKit
per l’eliminazione dell’umidità
dalle strutture verticali antiche
La chiesa parrocchiale di S. Gaudenzio, ubicata all’interno del centro murato di
Morro d’Alba (An), in Piazza Romagnoli, è una grande mole edilizia che sorge quasi
a ridosso delle mura castellane ed è lambita in parte, a livello del piano terreno, dal
camminamento detto “della Scarpa” che corona l’intero incastellamento.
La facciata, tutta in mattoni faccia a vista, con portale e finestrone nel mezzo, è
costituita da due ordini di lesene sormontate da capitelli dorici con l’inferiore più
ampio e diviso rispetto a quello superiore, che si conclude in un tamponamento
a timpano.
Per avere un quadro completo delle vicende storiche dell’edificio è stata effettuata un’attenta ricerca d’archivio al fine di rintracciare eventuali documenti relativi al
progetto della chiesa, che è stata riedificata dalle fondamenta in epoca settecentesca, in luogo di un precedente edificio sacro ascritto al XV secolo. Gli interventi di restauro, iniziati nel marzo 2008 e portati avanti sotto la vigilanza della
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche, hanno
restituito alla chiesa un’immagine pregevole sotto il profilo artistico, che ne esalta la centralità architettonica nel centro murato e il ruolo di fulcro spirituale della
comunità. Tale risultato è stato raggiunto partendo dal restauro delle superfici
esterne, mediante un accurato lavaggio dei paramenti murari e la rimozione degli
elementi pericolanti, la ripresa delle lesioni murarie e la stuccatura delle connessure. Gli accurati lavori di pulitura sono stati preceduti da interventi di risanamento dall’umidità ascendente, che interessava la parte bassa delle murature
TECNICA
Vespai areati
e convogliatori
Tutti i sistemi di areazione
che si possono ottenere con
svariate metodologie, tra le
quali canalette con griglie,
canalizzazioni d’aria tra vespai areati (tipo Igloo) e murature esterne, sifoni aera-
tori passanti, non passanti,
inseriti a varie angolazioni
con alette elicoidali ecc.,
non eliminano in alcuna maniera la risalita d’acqua per
capillarità.
Ciò perché il contatto della
muratura stessa con il terreno rimane invariato; anzi,
la maggiore evaporazione
che si verifica sulle superfici
murarie a opera di tali dispositivi favorisce un maggior accumulo di sali sulle
superfici stesse, accelerandone il più delle volte il degrado.
I notevoli vantaggi che si ottengono in ogni caso con l’utilizzo dei citati vespai areati
riguardano esclusivamente
le pavimentazioni tutte che
risultano sicuramente più a-
della facciata, attraverso l’applicazione di una barriera chimica ad impregnazione
capillare “DryKit” della Tecnored di Verona. Anche la protezione degli sporti e di
altri elementi lapidei esterni è stata realizzata con idrorepellenti incolori non pellicolanti sempre forniti dall’azienda veronese.
Elettrosmosi attiva
e passiva
Il fenomeno della risalita
d’acqua per capillarità è legato per oltre il 96% delle
cause all’angolo di bagnabilità che l’acqua assume all’interno di un capillare con
sciutte e isolate termicamente. Proprio per questo
motivo (e per non sottrarre
loro calore) si sconsiglia di
collegare il vespaio areato
con l’esterno, anche per evitare alloggiamenti indesiderati di piccoli roditori e animali in genere.
Un edificio rurale del Settecento in provincia di Verona. Il vasto patrimonio
architettonico del passato si presenta ai nostri occhi non solo attraverso le grandi opere e i monumenti, ma anche nel recupero di edifici che portano testimonianza di una cultura, di uno stile di vita, di una coscienza popolare. ArcStudio
Perlini®, consapevole della potenzialità di sviluppo e dell’importanza culturale di
tale patrimonio, ha sapientemente progettato il recupero di un edificio rurale del
1700 rendendolo esempio di riqualificazione a basso consumo energetico, in
grado di offrire un elevato
comfort abitativo garantito
anche dalla scelta dei materiali a basso impatto ambientale. Un ritorno all’edificio del passato con il comfort del presente e la volontà
di preservare il futuro ambientale.
Lo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito dell’edilizia
ha consentito di ripensare e
reinterpretare il concetto di
restauro, non solo in termini
di rispetto per il passato ma
anche di rispetto per l’ambiente. Tale impegno nella
ricerca ha visto la nascita di
studi specializzati in architettura e restauro a basso consumo energetico che si
fondano sull’esperienza e la conoscenza di professionisti sensibili alle tematiche
ambientali. Per questo la ricerca nel settore dei materiali anche per il restauro
segue →
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 71
TECNICA
limitata o nulla tensione superficiale, come spiegato in
precedenza dalla legge di
Yurin.
Intervenire pertanto con sistemi di elettrosmosi attiva
o passiva sul restante 4% del
problema legato sostanzialmente alla differenza di potenziale elettrico esistente
tra il terreno e la muratura
fuori terra, risulta quanto
meno vano o privo di qualsiasi presupposto logico e
razionale.
Le motivazioni, infatti,
spesso addotte da chi utilizza questi sistemi per giustificare il permanere dell’umidità anche dopo l’intervento, sostenendo la necessità di mantenere una
“giusta dose” d’acqua per e-
vitare lo sgretolamento
delle stesse, vengono inequivocabilmente contraddette dal fatto che tutte le
murature al di sopra della
quota massima intressata
dai fenomeni di risalita risultano perfettamente asciutte con valori in peso
acqua materiale prossimi
allo zero, senza per questo
manifestare alcun tipo di
sgretolamento o frantumazione.
Tali fenomeni, infatti, sono
legati esclusivamente alla
presenza di sali igroscopici
trasmigrati sulle superfici a
seguito dell’evaporazione
dell’acqua di risalita capillare.
Taglio meccanico
continua, per fornire soluzioni sempre più adeguate che incontrino le ambizioni
progettuali di chi crede nel risparmio energetico.
I fortissimi aumenti dei costi per il riscaldamento hanno evidenziato i limiti per l’utilizzo degli intonaci macroporosi o da “risanamento” nella soluzione delle problematiche dei muri umidi. Una muratura afflitta dall’umidità ascendente, infatti,
può diminuire anche dell’ottanta per cento le proprietà coibenti della stessa struttura asciutta. Gli intonaci “anti umido” di fatto nascondono il problema, in quanto l’interno della muratura rimane costantemente impregnato di umidità, con
enorme riduzione della coibentazione e conseguente aumento della dispersione
termica. Fondamentale risulta pertanto bloccare la risalita dell’acqua per capillarità alla base della muratura e questo si può ottenere esclusivamente con il taglio
meccanico della stessa con interposizione di uno strato impermeabile oppure con
la creazione di una barriera chimica idrofobizzante a base silanica o polisilossanica inserita a lenta diffusione. L’utilizzo del metodo del taglio meccanico delle
murature è possibile comunque su
limitatissime zone del territorio, in
quanto la nuova mappa sismica nazionale preclude di fatto tale possibilità.
Da qui l’impiego sempre maggiore
della tecnologia DryKit® System per eliminare definitivamente da qualsiasi
tipo di muratura, materiale o spessore
il fenomeno dell’umidità ascendente,
ottenendo l’effettivo risanamento delle
murature, conseguente ripristino dei
valori ottimali di coibentazione e forte
riduzione sui costi per il riscaldamento.
Deumidificando le murature umide del
72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Il taglio meccanico blocca definitivamente la risalita
d’acqua per capillarità, favorendo l’asciugatura completa
della muratura e ripristinando
i valori di coibentazione tipici
della muratura stessa.
Si possono verificare in ogni
cascinale con la tecnologia
consolidata DryKit®System
della Tecnored siamo riusciti
a ripristinare i valori naturali
di coibentazione delle murature asciutte anche a piano
terra.
Il risparmio energetico conseguente sia per il riscaldamento che per il raffrescamento risulta incredibilmente
alto e troppo spesso sottovalutato. Se a ciò aggiungiamo i
vantaggi analoghi ottenuti su
tutte le superfici verticali “in
pietra faccia a vista” con il
prodotto specifico al fluorocarbonio TRF500 Parapioggia, il contributo tecnologico/enegetico della Tecnored
in tutto il nostro progetto
risulta significativo e decisamente apprezzabile.
caso lesioni e assestamenti
della sttuttura, che limitano
l’utilizzo di questa tecnica a
pochissime zone individuabili nella nuova mappa sismica nazionale.
Sistemi di risanamento
a confronto
Iniezioni
di resine occludenti
Le barriere chimiche realizzate con iniezioni a basse o
alte pressioni a base di resine occludenti del tipo epossidico, poliestere, poliuretanico, acrilico, ecc. producono indubbiamente benefici da un punto di vista
statico alla struttura (consolidamento della zona interessata), ma difficilmente
riescono a garantire una di-
TECNICA
stribuzione omogenea all’interno della muratura per
realizzare nella stessa uno
strato impermeabile continuo e uniforme che interrompa definitivamente la risalita capillare. Le resine iniettate, infatti, tenderanno
inevitabilmente a seguire le
vie preferenziali prodotte
dalle malte di allettamento
oppure andranno a saturare
le fessurazioni e i vuoti presenti in tutti gli edifici di vecchia costruzione.
I vantaggi effettivi risulteranno quindi in funzione
della omogeneità del materiale da costruzione interessato, oltre all’altezza della
barriera stessa, che non dovrebbe mai essere inferiore
a circa 50 cm di spessore e
realizzata almeno su
tre/quattro livelli differenti.
questi tre punti di forza:
1) i formulati che vengono utilizzati da quasi trent’anni
sono esclusivamente a base
silanica o polisilossanica ad
alta concentrazione contenenti gli specifici agenti penetratori e non presentano i
forti limiti operativi degli a-
naloghi formulati idrofobizzanti a base siliconica;
2) la metodologia utilizzata
per l’imbibizione è quella
della lenta trasfusione, che è
l’unica a garantire la sostituzione dell’acqua presente
all’interno dei capillari con il
formulato specifico (vedere
le sezioni dei capillari descritti nell’articolo del numero precedente della rivista);
3) gli appositi diffusori brevettati in cellulosa facenti
parte dell’attrezzatura usa e
getta assicurano l’assorbimento del formulato anche
in presenza di fori o cavità,
garantendo la continuità
della barriera stessa.
Conseguentemente, la barriera realizzata con DryKit®
System, oltre a risolvere definitivamente il problema
dell’umidità ascendente, ripristina i valori originali di
coibentazione della muratura asciutta mantenendoli
inalterati nel tempo.
Non sussistono inoltre controindicazioni di tipo geoleogico o sismico su tutto il
territorio nazionale per l’uso
di questa tecnologia che
può essere applicata su
qualsiasi tipo di materiale e
spessore.
❑
Si ringrazia la Tecnored di Verona per la concessione del permesso di riproduzione degli articoli
sull’umidità comparsi sui n. 2 e 3 della presente
rivista.
Barriera chimica DryKit
a lenta diffusione
La certezza del risultato che
la barriera chimica DryKit®
System assicura nel tempo
può essere sintetizzata in
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 73
TECNICA
Andrea Botti
È
opinione sempre
più diffusa che, fra
tutti i materiali da
costruzione attualmente
presenti sul mercato, la
pietra sia fra quei pochi in
grado di ‘tutelare’ la produzione architettonica contemporanea dalle insidie
della globalizzazione, in
particolare: impoverimento
dei linguaggi e conseguente
omologazione, sradicamento, de-contestualizzazione e riduzione dei saperi
locali a puri fenomeni di
folklore.
Identità e territorialità sono
termini di una grammatica
che appartiene da sempre
alla produzione lapidea ma
che, in questi ultimi anni, si
sono arricchiti di nuove valenze grazie alla diffusione
di una recente strategia di
approccio al mercato (studiata per garantire la sopravvivenza della piccola e
media impresa) che la sociologia ha identificato con il
termine Glocale (globale+locale). L’aspetto fondante
prevede la tutela e la valorizzazione di identità, tradizioni e realtà locali, all'interno di un sistema più
ampio e complesso.
Un esempio concreto di
Glocal proiettato nel settore
delle costruzioni è rappresentato dalle opere selezionate in occasione del Premio
Internazionale Architetture di
Pietra, un riconoscimento
biennale organizzato nell’ambito di Marmomacc (la
kermesse veronese considerata come il primo riferimento per il mondo della
pietra non solo italiana) che
nell’ultima edizione ha
74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Glocal Stone
scelto di porre l’accento
sulla cultura locale come sintesi di tecnica e tradizione.
Il primo progetto presentato
è il Jacob und Wilhelm Grimm
Zentrum di Max Dudler: un e-
dificio che sin dal primo
sguardo non lascia dubbi
circa la collocazione geografica. La sua chiara eco trilitica
che, secondo la critica, richiama alla memoria l’architettura classica di Leon Battista Alberti, rimanda alla
Berlino neoclassica della
Potsdamer Platz di Kollhoff, del
Beisheim Center di Hilmer &
Sattler und Albrecht e ancora del Marriot Hotel di Bernd
Albers, solo per citare alcuni
esempi. L’apparente semplicità della griglia della facciata è il risultato di un’attenta analisi operata nella
scelta e nella lavorazione
del materiale: lastre di Jurassic Limestone bavarese di 4
cm di spessore rese scabre
tramite water jet ad alta pressione al fine di conferire un
aspetto cangiante alla facciata. La simmetria e la geometria regnano su tutta la
composizione del complesso: un’opera coraggiosa,
la più grande libreria a scaffale aperto della Germania
(due milione e mezzo di
pubblicazioni), in un’epoca
in cui internet
sta cercando
di soppiantare il volume
cartaceo.
Altrettanto
ambizioso è il
ruolo talvolta
riabilitativo
affidato alla
pietra: antichi
luoghi da nascondere per
le attività che
in essi si svolgevano in passato, possono
assurgere ad
ambiti centri residenziali, in
risposta alla domanda di un
nuovo modo di vivere e abitare in cui si possano coniugare innovazione e tradizione, come nel caso dell’l’intervento realizzato in
Galizia a Puente Sarela (Santiago de Compostela), dove
lo spagnolo Victor Lopez Cotelo ha saputo convertire
un’antica conceria in un
complesso residenziale.
La pietra utilizzata è per lo
più di recupero: sono state
usate lastre di granito provenienti da manufatti di contenimento della zona sia per il
muro di cinta che per rivestire il nuovo edificio in cemento armato. Mai come in
questo intervento si è potuta esaltare la longevità
della materia litica e la sua
versatilità, il reimpiego di
conci reperiti sul posto non
ha in alcun modo inficiato il
valore tecnologico ed estetico del progetto. Le lavorazioni sono state effettuate
per lo più in cantiere da una
squadra di scalpellini che ha
saputo destinare ciascun elemento spoliato a un corretto utilizzo. D’altro canto il
legame fra questo territorio,
la Galizia e la pietra è sin dall’antichità inscindibile e ancora oggi i principali interventi su questo territorio vedono il materiale lapideo
protagonista. Non a caso,
proprio qui, si è assistito,
negli ultimi anni, alla nascita
di un nuovo linguaggio diffuso fra quei progettisti che
TECNICA
Nella pagina di sinistra: Jacob und
Wilhelm Grimm Zentrum, Max
Dudler, Berlino; Complesso
residenziale a Puente Sarela, Victor
Lopez Cotelo, Santiago de
Compostela
hanno optato per il rivestimento esterno in pietra, saldamente legato agli antichi
impieghi (posa mediante
sovrapposizione), metafora
di archetipi costruttivi, che
ha dato vita a una costruzione senza tempo, strettamente radicata al luogo che
la ospita.
S
i potrebbe definire
anche come “sindrome di Anton
Garcia Abril”, l’architetto catalano che con il suo Centro
di Alti Studi Musicali della
Da sinistra in senso antiorario:
Rettorato dell’Università a Vigo,
EMBT architetti; Niyang River
Visitor Centre, Standardarchitecture,
Linzhi, Tibet; Abitazione privata a
Madrid, I. Vicens e J. Antonio
Ramos; Particolare del rivestimento
in granito di Mondariz
bitazione privata realizzata
a Madrid. Lo stesso materiale scelto da Enric Miralles
e Benedetta Tagliabue –
EMBT architetti – per il rivestimento del Rettorato dell’Università a Vigo: granito
che imita le tracce dei casseri del calcestruzzo. Qui le
esigenze progettuali e la
tecnica costruttiva contemporanea dialogano con il
paesaggio e con la tradizione, in particolare, del Modernismo Catalano4; ne scaturisce un’architettura evocativa, apparentemente
semplice ed essenziale, in
realtà ricca di dettagli complessi e articolati (non ultimo il sistema di isolamento termico della facciata
ventilata).
P
roseguendo nella
rassegna delle opere segnalate al
Premio Internazionale Architetture di Pietra l’attenzione si sposta in Tibet e
precisamente nella regione
del Linzhi, dove un gruppo
cinese di giovani architetti,
Standardarchitecture, ha
realizzato tre piccoli rifugi in
pietra rispettando lo spirito
del luogo e interpretando in
chiave modernista la tradizione costruttiva locale. L’inserimento delle tre costruzioni di forma rigidamente
geometrica, nel territorio, è
mitigato dall’utilizzo della
pietra locale posata secondo la tradizione da maestranze del luogo; alcuni
muri portanti in pietra raggiungono i 60 cm di spessore. Nulla è lasciato al caso:
Galizia2 in Granito di Mondariz, ha regalato notorietà a
quella che, non molto correttamente, è ormai conosciuta come pietra scanalata3. A questa sorta di “brutalismo litico” che sembra
scaturire da una riscoperta
dell’esaltazione delle qualità tettoniche della pietra e
delle sue irregolarità, si
sono ispirati anche gli architetti Ignacio Vicens y Hualde
e José Antonio Ramos Abengòzar nel 2004 per un’aIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 75
TECNICA
Sopra: tempio hindù, Sameep
Padora, India; a destra: casa in
pietra, Aris Kostantinidis, Grecia;
sotto: centro di ricerca di Furnas,
Aires Mateus, Azzorre
la forma deriva direttamente da esigenze funzionali e di adeguamento al
sito. In uno dei tre edifici l’esterno è stato rivestito con
una pittura bianca data direttamente sul paramento
lapideo per meglio sintonizzarsi con la sensibilità spirituale tibetana. Il risultato ottenuto colpisce per la pu-
76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
vincoli legati alla religione:
un tempio hindù deve avere
una sala ipostila per pregare
e una cella, per ospitare la
divinità, terminante con una
torre voltata. La soluzione
antica, questa sorta di
tholos 5 è totalmente privo
della comune decorazione
che riveste solitamente i
templi di questo genere.
La medesima essenzialità
realizzata
coinvolge il
territorio: la
modellazione
del terreno dà
luogo a uno
spazio aperto
per la preghiera.
La
parte edificata è solo
quella della
cella che diviene un edificio simbolico, essenziale, monolitico. In pietra
locale basaltica posata
alla maniera
governa il progetto dei fratelli Aires Mateus per il
Centro di ricerca di Furnas
nelle Azzorre: un vuoto progettato come un allestimento teatrale, mascherato
da un rivestimento in pietra
basaltica. «Il muro di pietra è
una delle più alte declinazioni architettoniche della
materia (…) stratificata nel
dispositivo murario essa (la
pietra) esprime un’idea di
permanenza che mi sembra
fondamentale per la realizzazione di edifici significativi per dimensioni e destinazioni funzionali in riferimento alla città6». Il risultato
ottenuto è il frutto di uno
studio approfondito dei par-
lizia che conferisce un che di
mistico ed essenziale. Non
molto distante, in India, Sameep Padora ha realizzato
un’opera interessante,
anche perché a costo zero. Il
progetto è stato donato alla
comunità che ha provveduto
a riunire una serie di volontari per la sua edificazione. Il
tema in oggetto poneva dei
TECNICA
Villaggio difensivo di pietra nel
Caucaso, Georgia
ticolari che rendono l’opera
assimilabile per la sua precisione a una scultura.
Il premio ad memoriam è andato ad un architetto greco,
Aris Kostantinidis, famoso
per le sue case in pietra
frutto di una rivisitazione in
chiave abitativa del megaron
miceneo7 e per la sua architettura concepita per un
luogo, su un suolo e con il
suolo. Infine, il premio all’architettura vernacolare è
stato assegnato ai Villaggi
difensivi di pietra nel Caucaso. Sorti fra il IX e il XIII secolo in Svanezia, una regione della Georgia caucasica, sono composti da edifici turriti che ricordano le
nostre case medioevali. La
torre, separata dall’abitazione, è da leggersi come elemento di difesa degli abitanti e come elemento archi-
tettonico prevalente: dotata
di entasi per necessità statiche, all’interno si sviluppa
in piani sovrapposti comunicanti tramite un foro nel soffitto ad eccezione dei primi
due piani. Le costruzioni
sono edificate con conci regolari ricavati dalle rocce scistose della zona, legati con
malta, che conferiscono un
aspetto policromo alle costruzioni. Oggi i villaggi sono
entrati a far parte della
World Heritage List dell’Unesco8, ma necessitano tempestivamente d’interventi
di recupero.
D
unque, un riconoscimento a progetti che richiamano in maniera inequivocabile forme archetipe, capaci, per il loro valore primigenio, di contribuire a ren-
dere universale linguaggi locali generati da tecniche
della tradizione. Prima il trilite, poi il tholos, quindi il me-
garon rivisitati in chiave modernista, tornano come
punto di partenza di una
nuova architettura legata al
territorio, ma non per
questo locale.
❑
Metodo di lavorazione superficiale che conferisce alla superficie un
grado di rugosità variabile. E’ un trattamento che avviene impiegando un getto d’acqua ad alta pressione. Il livello di rugosità varia
in relazione a fattori quali: la pressione di lavoro degli ugelli; la loro
distanza dalla superficie; la velocità di movimentazione; la durezza,
la composizione mineralogica, la compattezza ed il colore del materiale.
2
Vedi “Il geometra bresciano” n.3 del 2008.
3
Si tratta di una soluzione che consente di eseguire il rivestimento di
facciate mediante la posa in opera di manufatti di notevole spessore
(anche cm 30), dotati di faccia a vista “a spacco” percorsa da profonde
scanalature verticali, cicatrici delle perforazioni praticate per agevolare la fase di distacco dei blocchi dal fronte di cava (che richiamano
alla memoria i semilavorati impiegati sulle sponde marittime come
frangiflutti).
4
Corrente architettonica spagnola dei primi del ‘900 il cui massimo esponente fu Antoni Gaudì.
5
Il tholos è una tipologia sepolcrale tipica dell’età del bronzo e dell’arte
micenea, costituita da un vano circolare, solitamente ipogeo, coperto
con cerchi concentrici di blocchi lapidei a costituire una sezione più
o meno ogivale.
6
D. Turrini, Manuel Aires Mateus. Un
tempio per gli Dei di pietra, Libria,
2011, pag. 59
7
Grande ambiente centrale con
focolare tipico della tipologia del
palazzo miceneo.
8
La Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco include 936
proprietà facenti parte del patrimonio culturale e naturale che il
Comitato del Patrimonio Mondiale ritiene siano di eccezionale
valore universale.
1
Per ogni approfondimento in merito ai progetti citati vedi:
A cura di V. Pavan, Glocal Stone, Arsenale Editrice, Verona, 2011,
euro 30,00
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 77
TECNICA
A cura di Isolmant
(geomm. Nicola e Costante
Pizzamiglio, agenti di zona, Brescia)
L’isolamento acustico
degli edifici a norma di legge
(Parte quarta)
Isolamento acustico
e termico delle facciate
L’isolamento acustico standardizzato della facciata
(D2m,nT,w) rappresenta la capacità della facciata di abbattere il rumore proveniente dall’esterno.
La norma UNI EN ISO 123543 definisce il metodo di calcolo dell’isolamento acustico di facciata normalizzato rispetto al tempo di riverberazione.
Tale valore, dipende dalle
prestazioni dei diversi elementi costituenti la facciata
stessa. In particolare poiché
la potenza sonora globalmente trasmessa dalla facciata è somma delle potenze
sonore trasmesse dai diversi elementi, il suo valore
numerico è determinato in
primo luogo dalla prestazione acustica degli elementi in grado di dare luogo
a una maggiore trasmissione, ovvero dagli elementi
acusticamente più deboli
(infissi, cassonetti, prese
d’aria). Quindi, per realizzare una facciata con ottime
prestazioni acustiche oltre a
progettare una muratura adeguata (parte opaca) occorre investire soprattutto
sulla parte vetrata.
In particolare l’indice di valutazione del potere fonoisolante apparente è calcolato
sulla base dei valori dell’in-
dice di valutazione del potere
fonoisolante dei singoli elementi costituenti la facciata
(elementi normali: murature
e finestre - piccoli elementi:
prese d’aria, bocchette di
ventilazione), considerando
sia la trasmissione per via
strutturale che quella per via
aerea e sia la trasmissione diretta che quella laterale.
Isolamento acustico
di pìiccoli elementi
La normativa vigente prevede per i locali con apparecchi di cottura la presenza
indispensabile di un’apertura permanente nella parete di facciata o nei serramenti per garantire l’in-
Influenza dei componenti finestrati
Per ottenere un adeguato livello di isolamento
acustico è necessario adottare vetrate con
intercapedine, delle quali una della due lastre
deve essere necessariamente stratificata.
Tali vetrate devono avere un potere fonoisolante certificato variabile tra 40 dB e 42 dB.
L’indice di valutazione da utilizzare per la parte
vetrata deve tenere in considerazione anche il
contributo (generalmente negativo) del telaio.
La perdita di isolamento del componente
“vetro + serramento”, rispetto al potere fonoisolante dell’elemento vetrato, può essere
determinata in base alla classe di tenuta all’aria del serramento, riportata nella norma UNI
EN 12207 del 2000.
Per ottenere un adeguato livello di isolamento
acustico è quindi necessario adottare un serramento con classificazione di tenuta all’aria
pari alla classe 4.
È necessario inoltre porre particolare attenzione alle modalità di installazione di porte-finestre e finestre, con particolare riferimento alla
tenuta acustica della battuta tra porta/finestra
e telaio. Una installazione non corretta può
portare alla creazione di ponti acustici che
78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
gresso di aria dall’esterno.
Tali aperture di ventilazione
nelle pareti perimetrali causano una perdita ingente di
isolamento acustico e devono pertanto essere realizzate in modo tale da limitare
il danno acustico alla facciata. Le prese d’aria per la
ventilazione delle cucine
devono quindi essere costituite da griglie afoniche certificate: a questo proposito
si consiglia di utilizzare l’apposito silenziatore per
prese di ventilazione IsolmantGenius che ha un Dn,e,w
(indice di valutazione dell’isolamento acustico normalizzato del piccolo elemento) = 57 dB.
vanificano le prestazioni, potenzialmente elevate, degli infissi in oggetto.
La fessura che corre tra il falso telaio e il serramento deve essere chiusa con abbondante
silicone da entrambi i lati.
Serramenti
Classe
serramento
Perdita di
isolamento [dB]
1
5 < DRw < 8
2
2 < DRw < 5
3
1 < DRw < 2
4
DRw ≤ 1
TECNICA
Divisori nuovi
1
2
3
4
1. Posa del divisorio perimetrale
e del rinzaffo (intonaco interno)
da 1 cm Realizzazione del foro Ø
15 cm circa.
2. Posa di Isolmant Fascia
Tagliamuro, dei primi corsi del
divisorio interno e inserimento di
Isolmant Genius o Isolmant
Genius Junior a filo della parete
interna.
3. Completamento del muro
interno, applicazione della rete
porta intonaco e intonacatura.
4. Rifilatura delle parti eccedenti e
applicazione delle griglie.
Divisori esistenti
1
2
3
4
1. 2. Ricavare nel muro perimetrale una nicchia di dimensioni
pari a 75 cm di lunghezza per 26
cm di altezza e 18 di profondità.
3. Inserimento di Isolmant Genius
o Isolmant Genius Junior a filo
della parete interna e ripristino
della parete con malta cementizia.
4. Rifilatura delle parti eccedenti e
applicazione delle griglie.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 79
TECNICA
Isolamento acustico
e termico delle coperture
Una stratigrafia di copertura
tradizionale in calcestruzzo
o in laterocemento è sufficientemente massiva per
garantire il rispetto dei limiti
di legge, mentre per lae coperture in legno tale risultato non è scontato a causa
dell’eccessiva leggerezza
del materiale unita alla possibile presenza di discontinuità costituite dalle linee di
accostamento degli assiti o
dei pannelli.
La progettazione delle coperture in legno deve quindi
essere rivolta ad appesantire se possibile la struttura
oppure a prevedere specifiche stratigrafie formate da
pannelli e isolanti in grado
di fornire importanti prestazioni acustiche e termiche
sia invernali che estive.
Le prove in opera e le certificazioni di laboratorio sin
qui ottenute hanno permesso di realizzare pacchetti con Isolmant Perfetto
con interessanti valori di iso-
lamento acustico, trasmittanza termica e sfasamento
dell’onda.
È necessario porre la massima attenzione al rispetto
delle indicazioni progettuali
in fase di posa in opera, a sigillare le discontinuità tra i
tavolati, a utilizzare i materiali isolanti di natura e nello
spessore adeguati alle esigenze sia termiche sia acustiche.
Inoltre devono essere considerati i seguenti accorgimenti:
– i travetti devono essere
realizzati “in testa” alla trave
di colmo per limitare i ponti
acustici;
– il cordolo di bordo deve
essere realizzato in modo
che il pacchetto di copertura
sia completamente contenuto nell’altezza del cordolo.
Soluzione consigliata e messa in opera
– Posizionare Isolmant sopra il manto bituminoso nello spessore idoneo al raggiungimento
della trasmittanza termica prevista per legge.
– Isolmant è battentato e si posa facilmente direttamente sulla guaina bituminosa.
– Realizzare un idoneo massetto a supporto della finitura.
La posa di Isolmant D311 in copertura offre
un contributo aggiuntivo nel contenimento
della trasmittanza termica del divisorio al fine
di rispettare i parametri previsti dal Dlgs
311/06
1. Finitura
2. Massetto ripartitore
3. Isolmant Gamma Special o Gamma Plus
4. Manto bituminoso
5. Massetto pendenze
6. Solaio
80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
TECNICA
Isolamento acustico
degli impianti idraulici
Tutte le tubazioni in generale provocano noiosi rumori che diventano ancora
più fastidiosi nell’utilizzo
dei servizi sanitari durante
le ore notturne.
I rumori impiantistici come
definiti dal Dpcm 5 dicembre 1997 si distinguono
in due categorie a seconda
del tipo di funzionamento.
In particolare si parla di:
– impioanti a funzionamento
discontinuo: ascansori, scarichi idraulici, bagni, servizi
igienici e rubinetteria;
– impianti a funzionamento
continuo: impianto di riscaldamento, aerazione e condizionamento.
La rumorosità di questi impianti, misurata in opera, in
un ambiente diverso da
quello in cui il rumore stesso
è generato, non deve superare i limiti riportati dal
Dpcm e individuati dai seguenti parametri:
– LASmax = livello massimo di
pressione sonora, ponderata A con costante di tempo
slow per impianti a funzionamento discontinuo;
– LAeq = livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A per impianti a funzionamento continuo.
Comportamento
a lungo termine
dei materiali resilienti
L’isolamento acustico ai rumori impattivi di una struttura orizzontale funziona secondo l’effetto massamolla-massa. Per tale motivo il materiale acustico
deve possedere determi-
Consigli per la posa
Per limitare la generazione e la propagazione del
rumore prodotto dagli impianti a funzionamento
discontinuo (impianti idraulici) si forniscono una serie
di indicazioni e di criteri da seguire durante la progettazione e la posa in opera:
• nelle colonne di scarico in presenza di variazione di
direzione di 90° (da verticale a orizzontale) è necessario raccordare i due tubi con due curva a 45° e un
tubo intermedio della lunghezza di 250 mm;
• nella rete di distribuzione dell’acqua è opportuno
prevedere una velocità del fluido non superiore a 2,5
m/s, adottando di conseguenza idonee sezioni per le
tubazioni;
• le rubinetterie adottate devono essere classificate nel
gruppo acustico 1 (Lap< 20dB) secondo la norma
ISO 3822;
• devono essere previsti sistemi per l’attenuazione del
“colpo d’ariete” nella rete;
• nella posa dei sanitari (vasche, lavabi, piatti doccia)
è opportuno prevedere l’interposizione di uno strato
resiliente tra l’apparecchio sanitario e la struttura
muraria;
• per l’alloggiamento delle colonne di scarico si consiglia di realizzare un apposito cavedio in muratura. È
preferibile non ricavare detto cavedio all’interno di
pareti divisorie tra unità immobiliari perché potrebbe
diminuire notevolmente la resistenza acustica della
partizione;
• si suggerisce di chiudere il cavedio utilizzando laterizi pesanti privi di scassi e di forature come ad
esempio blocchi porizzati dello spessore di 8 cm
oppure mattoni pieni posati di costa. In entrambi i
casi le fughe verticali tra i laterizi devono essere
completamente sigillate con malta di allettamento;
• dove la distanza tra i tavolati lo consente, è opportuno rivestire le pareti interne del cavedio con materiale fonoassorbente tipo Isolmant Perfetto;
• nel solaio l’asola per il passaggio degli scarichi deve
essere rinchiusa con idonei materiali per evitare di
creare un ponte acustico tra locali sovrapposti. Le
tubazioni non devono mai essere a contatto diretto
con il solaio o con le pareti quindi è opportuno rivestirle, nei tratti di attraversamento, con una guaina
isolante tipo Isolmant Piombo;
• le tubazioni devono essere fissate alla muratura tramite appositi collari antivibranti;
• i tubi devono essere di tipo silenziato o, in alternativa, potranno essere fasciati per tutta la lunghezza
con Isolmant Piombo.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 81
TECNICA
nate caratteristiche che lo
rendano idoneo a funzionare all’interno della struttura.
Tali caratteristiche fisiche
sono essenzialmente due: la
rigidità dinamica (la qualità
dell’effetto molla) e lo scorrimento viscoso a compressione (la garanzia di funzionare nel tempo come molla).
Il connubio studiato delle
due qualità componenti lo
strato elasto-dinamico renderà possibile il funzionamento del sistema. Lo strato
resiliente inserito tra le due
masse è l’attivatore che permette al massetto galleggiante di funzionare e di dissipare l’energia rumore.
La rigidità dinamica
La rigidità dinamica viene rilevata secondo il metodo riportato nella norma UNI EN
29052-1 “Acustica. Determinazione della rigidità dinamica. Materiali utilizzati
sotto i pavimenti galleggianti negli edifici residenziali” ed esprime la capacità
di un materiale resiliente di
82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
funzionare da “molla” all’interno del sistema. Essa è determinata in laboratorio
dopo aver tenuto il materiale sotto carico per 24 ore
(tecnicamente si chiama
“condizionamento del provino”), ed è univocamente
determinata a partire dalla
misura della frequenza di risonanza del sistema caratterizzato dal materiale in
prova sottoposto a un carico
distribuito pari a circa 200
kg/m2 secondo la seguente
formula:
s’t[N/m3] = (2pfr)2m’t
(1)
in cui:
m’ = massa per unità di area
del carico totale applicato al campione in
kg/m2
fr = frequenza di risonanza
in Hz
Il valore ricavato dalla formula (1) rappresenta la rigidità dinamica apparente del
materiale; potrebbe essesre
necessario correggere tale
valore con la rigidità dinamica dell’aria s’a (vale a dire
s’ = s’t + s’a) se e solo se il mat
teriale sottoposto a prova
(nella sua interezza o anche
solo in una delle sue componenti se si tratta di un prodotto accoppiato) fosse caratterizzato da una resistenza al flusso d’aria né
molto bassa, né molto alta
(la norma specifica che tale
valore r deve risultare
10kPa s/m2<r<100kPa s/m2).
Il valore determinato attraverso la misura in laboratorio è stato misurato su una
serie di provini (la norma
prevede un numero minimo
di tre) “condizionati” per 24
ore con un carico costante.
Scorrimento viscoso
a compressione
Ma cosa succederebbe alla
rigidità dinamica qualora
questo carico permanesse a
lungo nel tempo? Una prima
risposta può essere fornita
determinando la deformazione visco-elastica del materiale (creep) eseguendo la
prova di compressione secondo la norma UNI EN ISO
1606.
Si tratta di sottoporre il ma-
teriale all’azione costante di
un carico distribuito di 2 kPa,
circa 200 kg/m2 (tale situazione è aderente a quanto
accade nella realtà di uno
strato resiliente posato
sotto lo “strato ripartitore di
carico”) e di valutarne l’andamento della deformazione nel tempo;
Una analisi di interpolazione dei dati misurati consentirà di prevedere la
deformazione massima del
materiale dopo dieci anni.
Tale dato è strettamente
correlato alla rigidità dinamica del materiale.
Un’importante diminuzione
dello spessore registrata
dopo le prime 24 ore (ciò che
accade prima è già “registrato” dal condizionamento
dei provini per la prova di rigidità dinamica) si tradurrebbe in un aumento della
densità del materiale con
conseguente aumento della
rigidità dinamica.
(Fine della quarta e ultima puntata)
❑
AMBIENTE & BIOEDILIZIA
A cura di
Giuseppe Mori
La valutazione ambientale
dell’edificio
Dal sito Global Footprint Network
http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/gfn/page/footprint_basics_overview/
U
na premessa per noi tecnici. Negli ultimi anni ci siamo messi a correre per stare al
passo con le esigenze che ci vengono imposte, volenti o nolenti, a livello normativo per tentare,
pur con il fiatone e con scarsità di risorse, di ridurre la emissione di Anidride Carbonica e degli
altri gas che alterano il clima.
Abbiamo appreso negli studi di questi anni che è nella nostra possibilità dare un contributo determinante
alla riduzione dei consumi nell’ambito edilizio che ci compete.
Ma la realtà è estremamente complessa e a renderla sempre più complessa e ingestibile, siamo noi cittadini con i nostri comportamenti troppo spesso inconsapevolmente irresponsabili verso le limitate risorse che
abbiamo a disposizione.
Abbiamo certo appreso le tecniche – materiali e impianti – in grado di ridurre i consumi energetici, ma il
passo in più che ore ci viene richiesto è quello di maturare la consapevolezza che, ancora limitandoci al
mondo delle costruzioni, vi sono moltissimi altri ambiti sui quali agire per “rientrare” nei limiti pur senza
rinunciare al confort.
Quello a cui sto alludendo è il tema, di cui abbiamo cominciato forse a leggere qualche articolo qua e là,
della Certificazione non tanto e solo degli aspetti energetici che sta diventando ormai patrimonio comune,
nonostante anche qui si registri l’atteggiamento colpevolmente “furbo” di committenti e colleghi senza
scrupoli. Ci si sta ormai infatti avviando verso la certificazione del fabbricato tout court, visto come complesso articolato di immissioni-emissioni di materiali e prodotti vari che, nel loro ciclo di vita dalla produzione allo smantellamento, possono incidere notevolmente – in funzione di tante piccole scelte progettuali
– sul fabbisogno di risorse naturali e sul modo di smaltire i materiali messi in opera al momento della futura “sostituzione” edilizia.
Parliamo insomma della varie certificazioni basate sul ciclo LCA dei materiali che studia per ogni prodotto
ogni caratteristica del prodotto sia in fase di produzione come in fase di smaltimento, considerando naturalmente il beneficio apportato durante la sua esistenza inglobata nell’edificio.
In questo articolo, ripreso dal sito della organizzazione internazionale Global Footprinti Network, cominciamo a conoscere un po’ più da vicino, il livello di impoverimento delle risorse verso il quale stiamo andando. Non si tratta di usare strumenti come clave per intimidirci ma come possibili strumenti che la
scienza ci mette a disposizione per migliorare la nostra consapevolezza per indirizzare al meglio il nostro operato quotidiano. La nostra rivista cercherà, nei prossimi numeri, di mettere a disposizione altri argomenti di approfondimento.
G. M
L’
umanità ha bisogno di quello
che ci fornisce la
natura, ma come sappiamo
quanto stiamo utilizzando e
quanto abbiamo a disposizione?
L’Impronta Ecologica è emersa come unità di misura
di prim’ordine della domanda di risorse naturali da
parte dell’umanità. Essa misura quanta superficie in termini di terra e acqua la popolazione umana necessita
per produrre, con la tecno84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
logia disponibile, le risorse
che consuma e per assorbire
i rifiuti prodotti.
La nostra attuale situazione
globale: a partire dalla metà
degli anni ‘80 l’umanità sta
vivendo in overshoot, ovvero al
di sopra dei propri mezzi in
termini ambientali, con una
domanda annuale di risorse
utilizzate al di sopra di
quanto la Terra riesca a generare ogni anno.
Oggi, la Terra necessita di un
anno e quattro mesi per rigenerare quello che noi uti-
lizziamo nell’arco di un
anno.
Stiamo perpetuando questo
sovrautilizzo dilapidando le
risorse della Terra. Si tratta
di una minaccia ampiamente sottostimata che riguarda il benessere dell’umanità e la salute del pianeta, una minaccia non adeguatamente affrontata.
Misurando l’Impronta della
popolazione – di un individuo, una città, un’azienda,
una nazione, o di tutta l’umanità – possiamo valutare
la pressione che esercitiamo
sul pianeta, per aiutarci a gestire le nostre risorse ecologiche più giudiziosamente e
ad agire individualmente e
collettivamente a sostegno
di un mondo in cui le persone riescano a vivere entro
i limiti del pianeta.
Concepita nel 1990 da
Mathis Wackernagel e William Rees dell’Università
della British Columbia, l’Impronta Ecologica è oggi ampiamente usata da scienziati, aziende, governi, agenzie, individui, e istituzioni che lavorano per monitorare l’uso delle risorse ecologiche e promuovere lo
sviluppo sostenibile.
Impronta Mondiale
Ci stiamo tutti sulla Terra?
Oggi l’umanità usa l’equivalente di 1,3 pianeti ogni
anno. Ciò significa, come dicevamo, che oggi la Terra ha
bisogno di un anno e quattro
mesi per rigenerare quello
che usiamo in un anno.
Scenari alquanto ottimisti
delle Nazioni Unite suggeriscono che se il presente trend
della popolazione e del consumo continuasse, entro il
2050 avremo bisogno dell’equivalente di due pianeti
per il nostro sostentamento.
E naturalmente ne disponiamo solo di uno.
Trasformare le risorse in rifiuti più velocemente di
quanto questi possano essere ritrasformati in risorse
ci pone in una situazione di
sovrasfuttamento ambientale, di esaurimento proprio
di quelle risorse dalle quali
la vita umana e la biodiversità dipendono.
AMBIENTE & BIOEDILIZIA
Il risultato è il collasso dello
stock ittico, la diminuzione
della copertura forestale,
l’esaurimento dei sistemi
d’acqua di sorgente, e la crescita di inquinamento e rifiuti, che creano problemi
come il riscaldamento globale. Questi sono solo alcuni
dei più evidenti effetti dello
sfruttamento eccessivo
delle risorse.
Lo sfruttamento eccessivo
contribuisce anche al sorgere
di conflitti e guerre per le risorse, di migrazioni di massa,
di carestia, di malattie e di
altre tragedie umane – e
tende ad avere un impatto
sproporzionato sui più poveri, i quali non possono ovviare a questo problema prelevando le risorse altrove.
La fine dell’overshoot
La Terra fornisce tutto
quello di cui abbiamo bisogno per vivere e prosperare. Quindi, cosa deve fare
l’umanità per vivere senza
andare oltre i mezzi forniti
da un solo pianeta?
Individui e istituzioni a livello mondiale devono cominciare a riconoscere i limiti
ambientali. Dobbiamo iniziare a porre i limiti ambientali al centro dei nostri processi decisionali e a utilizzare
l’ingegnosità umana per tro-
vare nuovi modi di vita, entro
i limiti che la Terra impone.
Ciò significa investire in tecnologia e infrastrutture che
permettano di operare in un
mondo dalle risorse limitate. Ciò significa agire individualmente e creare la domanda pubblica che induca
aziende e decisori politici a
partecipare.
L’utilizzo di strumenti quali
l’Impronta Ecologica per la
gestione del nostro patrimonio ecologico è essenziale alla sopravvivenza e al
successo dell’umanità. Conoscere quanta natura abbiamo a disposizione, quanta ne utilizziamo e chi usa
sando i limiti di rigenerazione del pianeta, il patrimonio ecologico diventa
sempre più critico. Ogni
Paese ha il proprio profilo di
rischio ecologico: molti sono
ormai in deficit ecologico, con
Impronte più grandi della
propria capacità biologica.
Altri dipendono pesantemente da risorse esterne
che sono sottoposte a una
pressione crescente.
In alcune aree del pianeta, le
implicazioni dei deficit ecologici possono essere devastanti, condurre alla perdita
delle risorse, al collasso
degli ecosistemi, all’indebitamento, alla povertà, alla
cosa, è il primo passo, e ci
permetterà di monitorare i
nostri progressi man mano
che lavoriamo per il nostro obiettivo di un’esistenza sostenibile su un unico pianeta.
carestia e alla guerra.
L’Impronta Ecologica é una
strumento di contabilità
delle risorse in grado di aiutare i Paesi a comprendere i
propri bilanci ecologici fornendo loro i dati necessari a
gestire le proprie risorse e
rendere il proprio futuro più
sicuro.
Impronta delle Nazioni
Nel mondo odierno, dove
l’umanità sta già oltrepas-
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 85
AMBIENTE & BIOEDILIZIA
I governi nazionali che utilizzano l’Impronta sono in
grado di:
• Determinare il valore del
patrimonio ecologico del
proprio Paese
• Monitorare e gestire il proprio patrimonio
• Identificare i rischi associati ai deficit ecologici
• Predisporre una politica
che sia basata sulla realtà
ecologica e che faccia
della salvaguardia delle risorse la priorità maggiore
• Misurare i progressi verso i
propri obiettivi
È abbastanza sicuro che
Paesi e regioni in surplus ecologico – e non quelle che ricorrono al peggioramento
86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
del loro deficit ecologico – emergeranno come le economie e società del futuro
più robuste e sostenibili.
La nostra iniziativa
sullo sviluppo umano
Ci sarà sviluppo sostenibile
quando tutti gli esseri umani
potranno avere vite soddisfacenti senza nuocere al
pianeta. Questo, noi crediamo, è l’obiettivo ultimo.
Due principali indicatori
mostrano come ciò possa essere realizzato.
I dati dell’Impronta Ecologica ci dicono che, con l’attuale popolazione e disponibilità di territorio, l’Impronta Ecologica che rende
rinnovabile la domanda di
risorse di un Paese è di
meno di 1.8 ettari globali a
persona.
L’Indice di Sviluppo Umano
delle Nazioni Unite (ISU) –
che misura le conquiste
medie di un Paese in campi
quali la salute, la conoscenza, e lo standard di vita
– ci dice che un ISU superiore a 0.8 è considerato
“alto sviluppo umano”.
La combinazione di questi
due fattori dà come risultato
quelle che possono essere
considerate le condizioni
minime di sviluppo umano
sostenibile, e dimostra
quanto abbiamo ancora da
fare per raggiungerle.
Nonostante gli impegni crescenti verso uno sviluppo
più sostenibile, la maggior
parte dei Paesi non soddisfa
questi due requisiti minimi.
Man mano che individui, organizzazioni, Paesi e regioni
si impegnano per la promozione dello sviluppo sostenibile, i decisori politici necessitano di dati e sistemi di
misura per fissare gli obiettivi e monitorare i progressi.
Misure quali l’Impronta Ecologica e l’ISU svolgono un
ruolo di aiuto critico nella
determinazione degli obiettivi e nella gestione dei progetti di sviluppo.
AMBIENTE & BIOEDILIZIA
La “scommessa del cubo
di ghiaccio” in Corso Zanardelli
a Brescia dal 2 al 16 giugno
L
a sezione bresciana dell’Associazione Casaclima
Network organizza la “Scommessa del cubo di ghiaccio”,
consistente nel porre due
blocchi di ghiaccio uno all’aria aperta e l’altro inserito
all’interno di una piccola costruzione riproducente un edificio termicamente isolato
ad altissima efficienza energetica. Dopo due settimane
di permanenza sotto il sole,
i due blocchi di ghiaccio verranno confrontati per valutarne quantità, peso e volume.
Considerate le
condizioni climatiche del periodo il
cubo posto all’aria
si sarà verosimilmente disciolto,
mentre quello
posto all’interno
della stuttura ad
altissima
efficienza energetica
sarà ancora parzialmente visibile.
Lo scopo della manifestazione è
quello di mostrare
i vantaggi delle costruzioni ad alta efficienza energetica, garantendo
un comfort ottimale all’interno
delle abitazioni sia
d’estate sia d’inverno. Costruire
fabbricati ad alta
efficienza energetica è oggi possibile, perché esistono esperienze,
tecniche e materiali che consentono di aumentare
il benessere interno alle abitazioni, riducendo le spese
e abbattendo le emissioni di
gas serra salvaguardando
così il clima e l’ambiente.
Nell’ambito della manifestazione sono organizzati
convegni e mostre sul tema
del risparmio energetico.
L’Associazione CasaClima
Network Brescia è a disposizione per illustrare il tema e
il progetto nelle sue particolarità tramite incontri gratuiti con chi fosse interessato.
Il primo incontro/seminario,
svolto il giorno 6 giugno, ha
visto la partecipazione di
Norbert Lantschner, ideatore di CasaClima che ha
trattato il tema “Dialogo e
sviluppo. La nuova architettura nell’era solare”.
Un altro incontro, più tecnico, ha affrontato alcuni
temi pratici sulle varie componenti dell’architettura sostenibile.
La manifestazione “La scommessa del cubo di ghiaccio”
è stata possibile anche
grazie al patrocinio e al contributo del Comune di Brescia.
Le Associazioni “CasaClima
Network” sono organizzazioni indipendenti e senza
scopo di lucro il cui obiettivo
è quello di promuovere e
coordinare sui territori provinciali il progetto CasaClima mediante campagne
di informazione e promozione, attività di assistenza e
supporto alla certificazione
CasaClima, di formazione e
aggiornamento professionale rivolte agli operatori
del settore.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 87
GEOLOGIA
Aldo Di Bernardo
(Program Geo, Brescia)
G
li eventi sismici
che hanno coinvolto di recente
ampie porzioni di territorio
in Emilia e in Lombardia
hanno portato all’attenzione
dei non specialisti un fenomeno che spesso, dove ci
sono le condizioni predisponenti, accompagna i terremoti: la liquefazione dei
terreni. Generalmente con il
termine liquefazione sismica s’intende la perdita quasi
totale di resistenza al taglio, con l’assunzione di un comportamento meccanico simile a quello di un liquido,
in seguito all’incremento delle sovrappressioni dell’acqua circolante,
dovuto all’applicazione di carichi statici o dinamici in un terreno incoerente saturo. In pratica tutti i
terreni con una componente
sabbiosa prevalente, sciolti
o mediamente addensati,
saturi d’acqua e posti entro i
15 metri di profondità dal
piano campagna si possono
considerare potenzialmente suscettibili di liquefazione.
Da un punto di vista fisico la
liquefazione è legata al
moto di filtrazione dell’acqua nei pori del terreno.
Le deformazioni indotte dal
sisma nel terreno costringono al movimento il fluido
che satura i vuoti del deposito. Nei livelli di sottosuolo
caratterizzati da una permeabilità medio-bassa il
moto dell’acqua induce la
generazione di una sovrappressione idraulica che
tende ad allontanare i granuli di sabbia fra loro. La
perdita di contatto reciproco conduce all’annullamento della resistenza al taglio del terreno che, da quel
88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Interventi
per la riduzione del rischio
di liquefazione dei terreni
momento e fino a quando
non si esaurisce la sollecitazione sismica, inizia a comportarsi come un fluido.
Perché il fenomeno si manifesti è quindi necessario che
l’input sismico abbia una durata e un’intensità sufficiente a produrre nel terreno un moto di filtrazione
rapido.
La liquefazione non si manifesta normalmente nei terreni a granulometria fine,
limi e argille,
dove le forze
elettrostatiche attrattive
fra minerali argillosi impediscono la fluidificazione. È
molto
raro
anche nelle
sabbie grossolane e nelle
ghiaie, in cui
l’elevata permeabilità consente un moto
di filtrazione
senza la generazione di importanti sovrappresioni idrauliche.
A livello globale la liquefazione dei terreni è la principale causa di
danno durante un evento sismico. Fra gli effetti che si
possono elencare si hanno:
• la fuoriuscita di terreno liquefatto (sand boils) con
conseguente subsidenza
del terreno;
• i movimenti di massa rapidi su versanti acclivi;
• le deformazioni laterali su
pendii con bassa pendenza;
• la perdita di capacità portante di fondazioni superficiali e profonde;
• i cedimenti post-sismici;
• la spinta al galleggiamento
di strutture sepolte;
• l’incremento della spinta
su opere di contenimento
(muri e diaframmi).
La maggior parte degli studi
e delle ricerche relative
al rischio di liquefazione in
condizioni sismiche sono
state condotte
in zone del
mondo in cui i
terremoti di
magnitudo 7 o
superiore
sono la regola.
Da noi, per fortuna,
sono
l’eccezione.
Ciò non significa che il rischio di liquefazione vada
trascurato,
come gli ultimi
eventi hanno
dimostrato.
Pur non di dimensioni così
eclatanti come
in altri Paesi, esiste
un’ampia casistica di danni
provocati dal fenomeno nei
terremoti storici italiani.
Anche eventi localizzati in
un ambito areale ristretto e
coinvolgenti spessori di terreno non particolarmente elevati sono sufficienti a innescare fenomeni di instabilità
di versante, deformazioni
importanti nei terreni di fon-
dazione e collasso di opere
di sostegno. L’analisi dei
dati storici disponibili per i
terremoti italiani ha consentito di dimostrare che generalmente il fenomeno è associato a sismi di magnitudo
uguale o superiore a 5 in siti
ubicati entro una distanza
dall’epicentro di circa 50 chilometri. La magnitudo 5 è indicata come valore di soglia
anche nella Normativa italiana (D.M.14.01.2008).
Interventi
di mitigazione del rischio
Una volta confermato il potenziale di liquefacibilità
dell’area in esame, si tratterà di valutare se sia possibile mitigare il rischio in
modo da consentire una
progettazione entro accettabili limiti di sicurezza o, viceversa, se sia preferibile
abbandonare il sito. La
scelta naturalmente andrà
fatta tenendo presente non
solo l’aspetto tecnico ma
anche quello economico.
Quest’ultimo è legato all’ubicazione del sito, alla
profondità dei livelli liquefacibili rispetto al piano
campagna, al loro spessore,
alla loro estensione areale e
alla loro composizione granulometrica.
Fondamentalmente il rischio di liquefazione può essere affrontato secondo due
approcci differenti e, in
parte, complementari.
Si può agire a livello “strutturale”, trasferendo il carico
dell’opera in profondità con
l’adozione di fondazioni su
pali, oppure aumentando la
resistenza alle azioni laterali, nel caso di muri e dia-
GEOLOGIA
Figura 1: Applicabilità delle tecniche
di miglioramento dei terreni in
funzione della composizione
granulometrica (da Mitchell e
Gallagher, 1998)
frammi, con l’uso di tiranti e
ancoraggi di diverso tipo. Si
tratta cioè di intervenire aumentando la capacità di resistenza della struttura agli
effetti della liquefazione.
In alternativa, o in aggiunta,
è possibile agire tentando di
migliorare le caratteristiche
geotecniche, in senso lato,
del sito, abbattendo in maniera significativa la suscettibilità alla liquefazione dei
terreni a rischio. Questo può
essere fatto incrementando
il grado di addensamento
dei livelli liquefacibili o modificandone la composizione granulometrica e il
grado di saturazione. A
questa categoria appartengono anche gli interventi di
riprofilatura del pendio.
I metodi per il miglioramento delle caratteristiche
geotecniche dei terreni potenzialmente liquefacibili
possono essere classificati
come segue:
1. sostituzione;
2. compattazione dinamica;
3. abbattimento delle pressioni neutre;
4. iniezioni;
L’applicabilità delle tecniche di bonifica rispetto
alla composizione granulometrica è indicata nella figura
1. Nel grafico sono indicati
anche i profili limite di Tscuhida (1970) che identificano i terreni potenzialmente liquefacibili. Le sigle
si riferiscono all’effetto sul
terreno previsto per ognuna
delle singole tecniche, secondo il seguente schema:
C1 = incremento della densità del terreno;
C2 = incremento della pressione di confinamento
Figura 1
efficace;
C3 = prevenzione del collasso dello scheletro
solido;
C4 = dissipazione rapida
delle pressioni interstiziali;
D1 = rinforzo del terreno e
ridistribuzione dello
sforzo di taglio sismico.
Nella descrizione che seguirà delle varie tipologie
d’intervento si forniranno indicazioni sul principio fisico
che sta alla loro base e sulle
condizioni di applicabilità,
in modo da fornire una guida
sintetica alla scelta della
tecnica più adeguata.
Sostituzione
In generale se il livello potenzialmente liquefacibile è
posizionato in prossimità
della superficie e il suo
spessore non supera, indicativamente, i 3,0-3,5 m, il sistema più economico per eliminare il rischio di liquefazione è quello di sostituire il
terreno in questione. Il materiale asportato andrà rimpiazzato con terreno granulare, essenzialmente sabbia
grossolana e ghiaia, caratterizzato da un coefficiente di
permeabilità e da un grado
di addensamento superiori
a quello del terreno originario. L’intervento di sostituzione del terreno naturale
può essere completato eventualmente con l’inserimento di georinforzi, per ridurre le deformazioni e incrementare la resistenza al
taglio del terreno.
Non sono assolutamente da
impiegare, come materiale
sostitutivo, terreni a granulometria fine, limi o argille,
di difficile compattazione e
soggetti a cedimenti di consolidazione a lungo termine.
Compattazione
Si tratta di un insieme di tecniche il cui scopo principale è
quello di incrementare il
grado di addensamento dei
terreni potenzialmente liquefacibili attraverso le vibrazioni prodotte con opportune strumentazioni. L’efficacia degli interventi di compattazione dipende principalmente dalla granulometria del deposito. In livelli
con un’elevata percentuale
di fine i metodi dinamici
sono scarsamente efficaci.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 89
GEOLOGIA
Figura 2: Stima della densità
relativa post-trattamento con rullo
vibrante (U.S.Army Corps of
Engineers).
In generale queste procedure sono da prendere in
considerazione nel caso di
sabbie con percentuale di
fine, limo e argilla, inferiore
al 20%.
Rulli vibranti
È il sistema di compattazione più semplice ed economico. Si tratta essenzialmente di un rullo vibrante
che viene fatto transitare in
superficie. Il numero di passaggi dipende dal grado di
addensamento che si desidera ottenere (figura 2). La
sua efficacia è limitata al
caso di livelli liquefacibili
molto superficiali, in quanto
la profondità massima alla
quale viene risentito il trattamento è intorno ai 2 m.
Figura 2
Figura 3: Geometrie della griglia
d’intervento per sonde vibranti.
Esplosivi
L’onda d’urto prodotta da
piccole cariche esplosive,
inserite in appositi prefori
alla profondità richiesta,
può indurre l’addensamento nei terreni granulari
sciolti. La variazione di densità relativa che si ottiene
non è di solito uniforme: in
alcune direzioni si può avere
un risultato migliore che in
altre. L’intervento può essere esteso fino a una
profondità massima di circa
20 m, ma è inefficace nel trattamento di livelli molto superficiali. Le cariche vanno
posizionate a una profondità corrispondente ai due
terzi circa dello spessore
dello strato liquefacibile. La
spaziatura delle verticali è
generalmente compresa fra i
3,0 e 7,5 m in funzione del
peso della carica usata.
Infissione di pali
È frequente il caso in cui il
problema della presenza di
livelli stratigrafici potenzialmente liquefacibili vicino
alla superficie venga risolto
con l’adozione di fondazioni
su pali. Questa opzione si
basa sul presupposto che
trasferendo i carichi dell’edificio in profondità, oltre la
zona a rischio di liquefazione, si riescano a evitare
gli effetti deleteri legati al fenomeno.
Utilizzando pali battuti bisogna tenere in considerazione il fatto che le vibrazioni prodotte dall’infissione hanno l’effetto di aumentare il grado di addensamento dei
Figura 3
livelli liquefacibili attraversati. Robinsky e Morrison (1964)
hanno evidenziato che nelle sabbie
sciolte l’incremento di densità relativa si estende lateralmente fino a 3-4 diametri.
Si è osservata una relativa
scarsa efficacia del sistema
vicino alla superficie. Infatti
nei primi 1-2 m sotto il piano
campagna l’aumento di addensamento ottenuto con
l’infissione è meno significativo rispetto a quello ottenibile a profondità maggiori.
Sonde vibranti
(terraprobe o altre)
Il metodo consiste essenzialmente nell’inserimento
di una sonda in un preforo
90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
collegata a una sorgente di
vibrazioni, agenti in senso
verticale, posta in superficie. Inizialmente la sonda
viene calata a una profondità leggermente superiore
a quella alla quale si trova la
base dello strato liquefacibile, quindi attivata e fatta
risalire lungo il foro. Normalmente prima di riportarla in
superficie la sonda viene lasciata agire alla quota d’intervento per circa 30-60 secondi. Di solito si opera secondo una griglia di verticali
con maglia quadrata o triangolare e lato variabile da 1 a
3 m. La profondità massima
di intervento è intorno ai 20
m. Anche in questo caso il
metodo è poco efficace nei
primi 3,5 m sotto il piano
campagna.
N
ella figura 5 è riportato il grafico
elaborato
da
Saito (1977), in cui viene rappresentata l’efficacia, in termini di numero di colpi SPT,
dell’intervento in funzione
del contenuto in fine, limo e
argilla, del livello potenzialmente liquefacibile. Si nota
che per frazioni di fine superiori al 10% circa il metodo è
poco efficace.
Vibrocompattazione
Nota anche con il termine di
vibroflottazione, si tratta di
una tecnica in cui una sonda
GEOLOGIA
Figura 4: Schema della tecnica di
vibrocompattazione(da Brown,
1977). Con B viene indicato il
volume complessivo trattato, con A il
volume aggiunto dalla superficie in
fase di risalita della sonda.
Figura 5: Schema di esecuzione
della compattazione dinamica
(da Lukas, 1995).
cilindrica vibrante, di 1,8 m di
lunghezza e 0,4 m di diametro circa, detta vibroflot,
viene fatta penetrare nel terreno grazie a un getto
d’acqua in pressione. Raggiunta la profondità d’intervento, il getto d’acqua inferiore viene interrotto, mentre
viene attivato quello sommitale. La sonda a questo punto
risale a una velocità di circa
30 cm al minuto. A causa dell’addensamento del terreno
prodotto dal trattamento, in
superficie si forma una cavità
che viene progressivamente
riempita con sabbia o ghiaia
pulite. Il materiale aggiunto
viene spinto verso il basso
Figura 4
dal getto d’acqua della
sonda.
Si opera solitamente con
una griglia d’intervento a
forma triangolare o quadrata, in cui le verticali sono
spaziate fra loro mediamente da 1 a 2 m. Un’idea
dell’efficacia del trattamento può essere fornita dal
grafico di figura 8. La profondità massima di trattamento
è intorno ai 30 m.
Compattazione dinamica
(heavy tamping)
Il metodo della compattazione dinamica consiste nel
produrre un incremento
della densità relativa degli
strati liquefacibili attraverso
le vibrazioni prodotte dall’impatto di una massa lasciata cadere ripetutamente
sul terreno. Generalmente
vengono utilizzati blocchi di
calcestruzzo di alcune tonnellate di peso con un al-
lito fra 5 e 15.
Vista la difficoltà di stimare a
priori l'efficacia dell'intervento è consigliabile eseguire al termine un controllo, eseguendo per esempio prove penetrometriche, allo scopo di accertare l'effettivo addensamento del terreno raggiunto. Le prove andranno
spinte fino a una profondità
data da:
D = WH
con:
H(m) = volata della massa
battente;
W(t) = peso della massa
Figura 5
tezza di caduta che può arrivare fino a 20-30 metri.
Si opera generalmente con
una griglia quadrata e una
spaziatura delle verticali
d’intervento variabile da 5 a
10 m. Il numero di colpi in
ogni nodo è compreso di so-
Poiché l’impatto della
massa battente sul terreno
genera vibrazioni a bassa
frequenza, che possono sovrapporsi alle frequenze di
risonanza tipiche degli edifici, è consigliabile mantenere una distanza di sicurezza di almeno 15 m dalle
strutture preesistenti.
Si ricorda che il metodo risulta poco efficace per
sabbie con più del 10% di
contenuto in fine.
battente;
= coefficiente empirico uguale a 0,65
per le sabbie;
D(m) = profondità massima alla quale
viene risentito l'intervento.
n
Abbattimento
delle pressioni neutre
La suscettibilità alla liquefazione di un deposito sciolto
può essere ridotta intervenendo sul tempo di dissipazione delle sovrappressioni
neutre. L’incremento della
permeabilità totale del terreno consente un più rapido
esaurimento delle sovrappressioni idrauliche generate dal sisma.
Allo scopo comunemente
vengono utilizzati dreni o
pali verticali costituiti da
materiale granulare, sabbia
e ghiaia, a elevata permeabilità. Il principio è quello di
creare delle zone di deflusso rapido che funzionino
da richiamo per l’acqua intergranulare presente nei livelli liquefacibili. La procedura di messa in opera è illustrata sommariamente
nella figura 6. I dreni vengono posizionati secondo
una griglia di forma quadrata, triangolare o esagonale (figura 7).
Il calcolo della spaziatura fra
le colonne granulari parte
dal presupposto che il drenaggio dell’acqua avvenga
solo in senso radiale (orizIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 91
GEOLOGIA
Figura 6: Messa in opera dei dreni
verticali (da Tsukamoto et al.,
2000).
Figura 7: Disposizione in pianta dei
dreni verticali (da Tsukamoto et al.,
2000).
Figura 8: Applicabilità dei prodotti di
iniezione (U.S.Army Corps of
Engineers).
glio. Con il termine iniezione
s’intende quindi la saturazione dei pori con leganti di
diversa natura, il cui scopo è
dotare il terreno di una coesione ‘artificiale’ che renda il
deposito meno suscettibile
alla liquefazione. Essendo
trattamenti relativamente
costosi, di solito vengono utilizzati per bonificare volumi ridotti di terreno. In figura 11 vengono indicati gli
intervalli granulometrici di
applicabilità dei diversi prodotti di iniezione usati correntemente.
Figura 6
stono le condizioni, un’indagine geotecnica mirata allo
scopo di identificare con
precisione spessore e
profondità dei livelli di terreno potenzialmente liquefacibili e di quantificare il rischio. Si tenga presente che
gli interventi di bonifica rappresentano sempre, anche
negli scenari meno complessi, una percentuale importante del costo totale
dell’opera. Una valutazione
preliminare di dettaglio dei
volumi coinvolti nel fenomeno consente di dimen-
Figura 8
zontale) e non ci siano variazioni nel grado di addensamento del terreno da bonificare.
Va tenuto presente che i
dreni verticali di ghiaia, oltre
ad abbassare il valore delle
sovrappressioni idrauliche,
hanno altri effetti positivi. In
particolare la loro infissione
tende a provocare l’addensamento del terreno potenzialmente liquefacibile e
loro maggiore resistenza
Figura 7
92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
meccanica permette di limitare le deformazioni orizzontali indotte dal sisma.
Iniezioni
La presenza di coesione nel
terreno tende a stabilizzare
lo scheletro solido, rendendo difficile la perdita di
contatto fra i granuli durante
il sisma e quindi l’annullamento della resistenza al taConclusioni
Considerando i non trascurabili danni potenziali che
possono essere provocati
dal fenomeno della liquefazione, che vanno dall’innesco di movimenti franosi
al collasso di opere e manufatti, l’analisi del rischio dovrebbe essere condotta
sempre in modo sufficientemente accurato. Questo significa prevedere, dove esi-
sionare correttamente, a un
costo irrisorio, gli interventi
di mitigazione del rischio,
guidando il progettista nella
scelta operativa d’intervento più appropriata ed efficace.
❑
GEOLOGIA
Bibliografia
ALDO DI BERNARDO, La liquefazione dei terreni: teoria, normativa e procedure di calcolo, Edizioni Program Geo.
Normativa Europea Sperimentale ENV
1998, Eurocodice 8.
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI
TRASPORTI, D.M. 14/01/2008.
CONSIGLIO SUPERIORE DEI LAVORI PUBBLICI,
Circolare 02/02/2009 n.617.
T.CRESPELLANI, R.NARDI, C.SIMONCINI, La
liquefazione del terreno in condizioni sismiche, Zanichelli Editore.
A SSOCIAZIONE GEOTECNICA ITALIANA , Aspetti geotecnici della progettazione in zona
sismica, Patron Editore.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 93
LIBRI
“San Rocco di Pavone”
Continua il percorso editoriale
del Collegio di Brescia
A
nche quest’anno il
Collegio dei geometri non ha mancato l’impegno editoriale assunto alcuni anni fa. Quello
cioè di offrire ai suoi iscritti
un approfondimento sulla
valorizzazione dell’ingente
patrimonio artistico disseminato nella vasta e multiforme provincia di Brescia.
Quest’anno lo ha fatto
dando alle stampe il volume
“San Rocco di Pavone. Iconografia
tradizione e arte in una comunità
della Bassa bresciana”, a cura di
Francesca Bossini.
Il libro, dopo le escursioni in
Valle Camonica (per ammirare la mirabile Via Crucis di
Cerveno) e in Valle Sabbia (a
godere gli affreschi bagossi
dei Da Cemmo) ci porta
nella Bassa, precisamente in
quella porzione di pianura
che da Ghedi si estende in
direzione di Pralboino correndo lungo il tracciato della
roggia Santagiovanna.
L’argomento del volume riguarda essenzialmente due
aspetti della storia di Pavone del Mella: quello della
religiosità dei suoi abitanti
che nel 1513 si espresse
nella costruzione della chiesetta di San Rocco e quello
legato alle vicende del
luogo in rapporto alla realizzazione della roggia Santagiovanna, opera idraulica
resa possibile dall’accordo
tra i signori dominanti della
zona, i Gambara e i Martinengo; l’intesa consentì anni
di relativa tranquillità e pace
in quella plaga, nonostante
il territorio bresciano circostante fosse oppresso da
lotte, saccheggi, scontri armati e pestilenze.
94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Le centododici pagine del
libro, riccamente illustrate,
contengono tre approfonditi
studi affidati a specialisti di
grande rilievo: Vittorio Nichilo, Valentino Volta e Ilaria
Volta.
Il primo traccia un affresco
socio-economico della comunità di Pavone nel periodo di passaggio tra Medioevo a Rinascimento, soffermando l’attenzione specialmente sulla condizione
di vita degli abitanti nelle
campagne bresciane di quel
periodo, sulla loro alimentazione, sulle coltivazioni praticate, sull’influenza che agronomi come Agostino
Gallo e Camillo Tarello ebbero nella conduzione di
fondi e orti e sugli effetti
dell’arrivo dalle Americhe
da poco scoperte di cereali,
ortaggi e animali sconosciuti
in Europa.
Valentino Volta esamina in
dettaglio le vicende storiche
e urbanistiche
del borgo, la sua
evoluzione sotto
l’influenza delle
famiglie dominanti dei Martinengo e dei
Gambara.
Nella seconda
parte del suo lavoro Valentino
Volta si chiede
quale sia stato il
motivo che indusse i pavonesi
alla costruzione
della chiesetta
di San Rocco.
Considerata l’assenza di un evento straordinario che ne giustificasse la costruzione e
visto che «nel linguaggio
dell’Arte nulla accade mai
per caso», afferma sia verosimile immaginarla come
frutto del coagularsi di sentimenti di fede e di riconoscenza del popolo per il periodo di serenità, di pace e
prosperità che in quel momento godeva la comunità
«appena uscita da un medioevo portatore solo di miserie, di fatiche, di orrori».
Valentino Volta fa infine una
accurata analisi critica degli
affreschi presenti nella
chiesa: esamina ogni riquadro, osserva ogni dettaglio, senza tuttavia azzardare attribuzioni non trovando elementi di collegamento con altre situazioni
pittoriche coeve, ma avanzando l’ipotesi che le pitture
non siano opera di un solo
artista.
Il terzo e ultimo saggio, uscito dalla penna di Valen-
tina Volta, ripercorre il tracciato della roggia Santagiovanna che, dai fontanili a sud
di Ghedi dove attinge le
acque, si dirige con ampia
curva a sud-ovest raccogliendo quelle di altre risorgive fino nei pressi della
Badia di Leno per piegare
poi decisamente a sud fino a
Pavone e di qui, sdoppiarsi
in due rami, uno verso il territorio agricolo di Pavone
Mella, l’altro verso quello di
Pralboino.
La studiosa esamina le vicende della costruzione
della roggia attraverso la
consultazione di numerosi
documenti, partendo dal rogito Aquani del 22 aprile
1485 in casa del conte Pietro
Gambara presenti i rappresentanti del comune di
Ghedi in veste di venditori
del diritto di captazione e lo
stesso Pietro Gambara e Scipione Maria Martinengo
come acquirenti. È l’atto che
avvia alla «…più importante
opera irrigatoria della pianura orientale – sono parole
dello storico Paolo Guerrini
–, resta come testimonianza
perenne delle alte benemerenze che i due condottieri
bresciani in rapporto all’agricoltura, poiché il danaro iniquamente ricavato dalla
professione militare e dalla
guerra essi seppero convertire e redimere nelle pacifiche opere della bonifica agraria e nell’incremento
della produzione economica».
Il volume si presenta in
veste editoriale elegante e
in linea con i precedenti volumi della collana.
❑
CULTURA
Un goniometro per dividere
in venti milioni di parti il meridiano
Franco Robecchi
I
l mondo delle unità di misura fu, nella storia, un ginepraio fitto di termini, criteri, dimensioni, un po’
come il mondo delle monete o il mondo delle lingue.
Anch’esso serviva per dare qualche certezza collettiva, ma
anche per creare una grande confusione, nella quale potevano sguazzare gli esperti e i marpioni, i giocolieri del mercato,
delle banche, delle pubbliche
amministrazioni, che avevano
spazio per le loro angherie e per le
loro furbizie. Fu certamente una
grande scelta l’adozione del
metro, come proposta internazionale, basato sul sistema decimale.
Il metro, il cui nome (dal greco “misura”) e anche il concetto furono
focalizzati dall’italiano Tito Livio
Burattini nel 1675, ma, al solito, fu
la macchina promozionale e supponente francese a prevalere. L’Illuminismo e la rivoluzione borghese capirono che non poteva
nascere una razionalizzazione di
progresso se non passando attraverso criteri certi e universali di
misura, e la misura lineare fu giustamente ritenuta basilare. Se il
Burattini intendeva riferirsi ad
un’entità inequivocabile ripetibile come il movimento del pendolo, l’ambizione di universalità e
certezza spinse i Francesi a riferirsi ad una non meno assoluta entità: il meridiano terrestre. Naturalmente doveva essere un meridiano passante per Parigi e la
nuova unità di misura sarebbe
stata la decimilionesima parte del
semimeridiano, della sua lunghezza, cioè, dal Polo Nord all’equatore. Solo che la misura del
meridiano, con l’esattezza che il
caso esigeva, non era nota. Ad una
sua quantificazione, ovviamente
non esattissima, si era giunti già
dai tempi antichi. È abbastanza
nota la soluzione trovata dal direttore della celebre biblioteca d’Alessandria, Eratostene di Cirene,
nel terzo secolo avanti Cristo, che,
in Egitto, adottando una soluzione
96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
molto semplice, si avvicinò moltissimo alla vera misura del
meridiano. Egli rilevò l’angolo dei raggi solari, rispetto alla
verticale, in due località egiziane, presumibilmente giacenti
sullo stesso meridiano e nello stesso giorno, il solstizio d’estate. Una delle due località si trovava sul Tropico del
CULTURA
Due perfette raffigurazioni dello
strumento di Borda, nella chiosa
indicato erroneamente come
“Bordea”, disegnate da Jean Jacques
Lequeu nel primo Ottocento.
cancro, per cui l’angolo era zero. Con un semplice ragionamento geometrico Eratostene dedusse l’angolo al centro di
due raggi terrestri coincidenti con le due località. Conoscendo la distanza in superficie tra le medesime, con una
semplice proporzione Eratostene dedusse una lunghezza
del meridiano pari a circa
39.000 chilometri attuali, inferiore di soli 1.000 chilometri alla lunghezza normalmente oggi attribuita al meridiano. In Francia già dagli
anni Ottanta del Seicento
Giovanni Domenico Cassini
aveva intrapreso una misurazione nuova del meridiano, poi perfezionata dal
figlio Jacques, ma la sintesi
fra una precisa misurazione
e la definizione dell’unità
metrica emerse nel clima
della Rivoluzione francese.
A seguito di una deliberazione del 1791, che decise
l’adozione della nuova unità
di misura, il metro, come decimilionesimo segmento di
metà meridiano, nel 1792 furono incaricati due astronomi e geodeti, Jean-Baptiste Delambre e Pierre Méchain, di tracciare e misurare
un meridiano passante per
Parigi che la megalomania
d’Oltralpe intendeva porre
alla base dell’intera organizzazione geografica del pianeta. Infine, quelle ambizioni, durate però quasi
cent’anni, furono frustrate,
con l’assegnazione del ruolo
di meridiano cardine a
quello passante per
Greenwich, nel 1884. Il meridiano di Parigi fu collocato lungo una linea che passava nel
cortile del famoso Moulin de la Galette, celebrato da Toulouse Lautrec, là dove fu eretto un cippo che segna un punto
di passaggio della linea ideale che congiunge Polo Nord e
Polo Sud. Il meridiano, che correva in gran parte sul suolo
francese, doveva però essere misurato accuratamente, almeno per un grande tratto, dal quale poi indurre la misura
totale. I due scienziati decisero di collegare, con una lunga
triangolazione, le città a livello del mare di Dunkerque, in
Francia, e Barcellona, in Spagna. I triangoli, infatti, dovevano
essere riportati ad una forma appiattita sul livello marino.
Salito il Delambre verso Nord e sceso il Méchain verso sud
dovettero misurare alcune basi fondanti della triangola-
zione che furono individuate a Melun e a Perpignan. Il punto
di incontro delle due misurazioni avvenne a Rodez, un
centro a nord-ovest di Nîmes. Le operazioni si protrassero
sino al 1798, mentre il metro fu adottato in Francia l’anno
successivo. In seguito l’unità di misura fu negata e poi reintrodotta, divenendo pressoché universale, salvo nel mondo
inglese, alla fine dell’Ottocento. Oggi la sua misura è data
dallo spazio percorso dalla luce, nel vuoto, nella frazione di
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3 - 97
CULTURA
Disegno del Cerchio ripetitore di
Borda, in un’incisione ottocentesca.
Il Cerchio di Borda celebrato in un
francobollo tedesco.
Ritratto di Jean-Charles de Borda
con, sotto braccio, un suo strumento
topografico: il Circolo a riflessione,
che egli perfezionò sul modello
dell’astronomo tedesco Tobias Mayer.
98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
CULTURA
A destra, un tratto delle
triangolazioni geodetiche tracciate in
Francia alla fine del Settecento per
la misurazione dell’arco di meridiano
terrestre, finalizzata alla definizione
del metro campione.
In basso, sulle due pagine, carta
geografica della Francia occidentale
nella quale è tracciato il meridiano di
Parigi, dalla Manica al confine
spagnolo.
secondo pari a 1/299.792.458.
Nel complesso procedimento geodetico settecentesco fu
coinvolto anche un altro scienziato, Jean-Charles de Borda.
Ingegnere, scienziato e ufficiale di marina, il Borda fu uno
studioso di idraulica, come ci ricorda una formula a lui intitolata. Il Borda partecipò anche, contro gli Inglesi, che lo fecero prigioniero, alla guerra americana per l’indipendenza
degli Usa. Fu un impegnato tecnico, autore di importanti tavole logaritmiche e trigonometriche, ideatore di un sistema
decimale della misura degli angoli, con l’angolo giro pari a
400 gradi, e fu un ideatore di strumenti topografici. Proprio
nel caso della misura dell’arco di meridiano parigino, e
quindi della definizione del metro, il Borda mise a punto
quello che fu poi chiamato il “Cerchio ripetitore di Borda”,
uno strumento ottico per la misurazione raffinata di angoli
azimutali. Lo strumento si basa sulla presenza di due cannocchiali indipendenti, ruotanti sul piano orizzontale e
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3 - 99
CULTURA
Il cippo con la punta di lancia eretto
a Montmartre e (a destra) il contesto
del cortile del Moulin de la Galette,
a Parigi, dove fu tracciato il
meridiano che si voleva fondante.
In basso, allegoria settecentesca delle
misure geodetiche per la definizione
dell’unità di misura metrica.
sullo stesso asse. Con essi,
di volta in volta impostati su
due traguardi dello stesso
angolo, la misura veniva ripetuta, in senso orario e antiorario, così da offrire una
sistematica verifica. La concentrazione di eccelse professionalità storiche nella
vicenda della misura geodetica dell’arco di meridiano e
dell’identificazione del
metro-campione non si
ferma qui. Il Cerchio di
Borda, in quell’occasione
settecentesca, ma anche
dopo la morte del Borda, avvenuta proprio in quegli
anni, nel 1799, fu costruito
da un celebre artefice, Etienne Lenoir. Il Lenoir, che
firmava i suoi strumenti
come un artista (“Lenoir à
Paris”), collaborò con il
Borda per la migliore realizzazione dell’apparecchio.
Alcuni storici lo ritengono,
anzi, il vero inventore dello
strumento. Il Lenoir, che era
nato nel 1744, fu incaricato
dal Borda di costruire il Cerchio ripetitore intorno al
1772. Egli era del tutto privo
di istruzione, ma aveva maturato una immensa ed intelligente esperienza nella
costruzione meccanica di
strumenti astronomici, topografici e per la navigazione. Nel 1787 fu nominato
dalla monarchia “ingegnere
certificato del re” e, in seguito, fu incaricato di confezionare il campione in platino del metro che infine fu
determinato dalla laboriosa
operazione geodetica e ingegneristica. Etienne Lenoir
non è da confondere con l’omonimo inventore belga
che, nella seconda metà
100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
CULTURA
dell’Ottocento, fu un pionieristico inventore di interessanti
innovazioni inerenti al motore a scoppio, soprattutto per le
nascenti automobili. Le personalità di altissimo profilo attivate per la grande innovazione illustrano una grande stagione del progresso tecnico mondiale, che ebbe nella
Francia del Settecento un suo fulcro innegabile. Le tecniche
meccaniche, topografiche, geodetiche, il pensiero astronomico e matematico, la scienza riversata sull’organizzazione
civile, economica, commerciale, l’organizzazione statale capace di efficienza e progetto, lo spirito di innovazione sono
fattori e qualità che hanno portato l’umanità verso grandi
passi nell’evoluzione. Sono caratteri dei quali oggi avremmo più bisogno che mai, in Italia, per accelerare la visione della luce alla fine del tunnel, in questo momento di
grande difficoltà. Anche l’esempio di Cassini, Borda, Delambre e Lenoir può tornarci utile.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3 - 101
TEMPO LIBERO
Alberto Simonelli
G
razie alla collaborazione del Collegio è stata creata
la squadra di calcio dei geometri della provincia di Brescia nella speranza di formare un gruppo di colleghi
che vedono nello sport uno
straordinario mezzo di aggregazione e comunicazione.
Partecipare al campionato
nazionale per noi è stata
l’opportunità di comunicare,
al Collegio e soprattutto alla
nostra provincia, che i geometri ci sono, sanno collabo-
102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3
Sport, aggregazione, solidarietà
gli obiettivi del XV campionato
nazionale di calcio per geometri
rare e i giovani sono pronti a
mettersi in gioco per il futuro
della professione.
Già dalla prima partita del
girone di qualificazione con
Asti, come nelle successive
con Salerno e Venezia, per la
nostra squadra che, ricordo,
neo costituita e alla prima
partecipazione, è stata soprattutto una opportunità di
realizzare una sana collaborazione, contribuendo, ognuno nel proprio ruolo, al
raggiungimento di un obiettivo comune. Abbiamo po-
tuto sperimentare sul campo di gioco ciò che auspichiamo possa essere realizzato anche nell’attività professionale.
Ringrazio i tre Collegi del
primo girone per i complimenti a fine partita, per le
strette di mano, gli abbracci,
gli auguri e il tifo che ci
hanno regalato nelle partite
successive.
Ai sorteggi per le sfide a
scontro diretto del mercoledì sera, Brescia era presente al completo. Tutti sen-
tivano il momento e tutti volevano essere presenti alla
decisione sul nostro futuro,
proprio come accade oggi
alla nostra professione. Noi
geometri bresciani, pur consapevoli del momento di
profonda evoluzione e rinnovamento della nostra professione di geometra, anche
con la partecipazione a
questo evento di portata nazionale, abbiamo voluto
dare dimostrazione di essere pronti a rimetterci in
gioco, per il nostro futuro.
TEMPO LIBERO
La formazione che ha conquistato il
quarto posto ai Campionati nazionali
geometri di calcio. Da sinistra:
Michele Beretti, Claudio Piscioli,
Emanuele Bacca, Matteo Vinzoli,
Alberto Corsini, Marco Turra, Marco
Ferretti. Accosciati: Enrico Franzoni,
Alberto Simonelli, Paolo Otello,
Massimo Orioli, Alessandro Pinelli.
Facevano parte della selezione
bresciana anche Matteo Francinelli
Andrea Gorini, Mario Esposito,
Enrico Lombardi, Stefano Piazzi,
Remo Salari, Davide Zani, Giuseppe
Zipponi, Matteo Agnelli, Marco Letti
Nei quarti di finale dall’urna
è uscita la sfida con Pesaro
Urbino.
Il giorno successivo è stata
proprio una battaglia, che si
è protratta oltre i tempi regolamentari, decisa da un
gol all’ultimo minuto del collega Bacca su un bellissimo
cross di Gorini.
D
obbiamo anche
ringraziare il nostro portiere Vinzoli che durante il primo
tempo ha parato un rigore.
Bello vedere la felicità di
tutta la squadra dopo il rigore parato, vedere la fatica
e la determinazione messa
in campo nei minuti successivi fino all’esplosione al gol
qualificazione. Era difficile,
in quel momento, smettere
di esultare … ma siamo riusciti a fare anche questo, per
disputare l’ultima manciata
di minuti fino al fischio finale.
Nei due giorni successivi si
sono disputate le semifinali
e le finali. Consapevoli dell’ottimo risultato fino a lì raggiunto, con la stanchezza
che nei giorni avanzava, le
due partite, nonostante il
costante impegno, si sono
concluse con le vittorie dei
collegi di Arezzo e Firenze.
Due sconfitte, per un quarto
posto che, comunque, ci
rende orgogliosi.
Un quarto posto fortemente
voluto, per dare un segnale
positivo a tutti i colleghi bresciani, ma anche per lasciare
spazio al domani che speriamo ci regali nuove soddisfazioni.
Colgo l’occasione per fare i
complimenti, a nome di
tutta la squadra di Brescia, ai
Dall’alto: il rigore parato nei quarti
di finale nella partita contro il
Pesaro; il gol vittoria di Emanuele
Bacca al Pesaro; un’azione d’attacco
nella finalina con Firenze.
Collegi di Arezzo, Torino e
Firenze che ci hanno preceduto in classifica, al Collegio
organizzatore di Forlì-Cesena per l’ospitalità e alla
Geosport per aver guidato i
22 collegi partecipanti allo
sviluppo di una manifestazione di solidarietà che ha
portato, attraverso una partita della Nazionale dei geomertri contro una rappresentativa di ex giocatori di
serie A, alla raccolta di fondi
da destinare ai Collegi colpiti dai terremoti dell’Emilia
Romagna.
Infine, ringrazio
personalmente il
mio Collegio per
la fiducia dimostrata fin dalla nascita di questa
squadra, dal Presidente Platto, al
Direttore Benedini, ai colleghi
Piotti e Maruffi e
voglio complimentarmi coi
miei compagni
per l’esperienza
trascorsa
insieme, per quello
che hanno saputo
dare in campo e fuori.
Chiudo riportando uno
spezzone di un messaggio
che un collega che ha partecipato al torneo ha trasmesso a tutto la squadra:
«…grazie a tutti per l’amicizia, per il sacrificio, per l’unione, per gli scontri e per i
chiarimenti, per tutto quello
che non mi aspettavo e invece è successo …».
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 103
Novità di Legge
a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale
della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.
Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 27 febbraio 2012
(Gazzetta Ufficiale 9 marzo 2012 n. 58)
Differenze percentuali tra tasso d’inflazione reale e tasso d’inflazione programmato, per l’anno 2011.
Com.Ministero Infrastrutture e Trasporti 7 marzo 2012
(Gazzetta Ufficiale 7 marzo 2012 n. 56)
Linee guida per i controlli antimafia indicate dal Comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere ai sensi dell’art.16, comma 4 del Dl 29 aprile 2009 n. 39, convertito nella
Legge 24 giugno 2009 n. 77, recante “Interventi urgenti in favore
delle popolazioni colpite dagli eventi sismici della Regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di Protezione Civile”.
Decreto Ministero Infrastrutture e trasporti 11 novembre 2011
(Gazzetta Ufficiale 6 marzo 2012 n. 55)
Procedure schemi tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale, dei suoi aggiornamenti annuali e dell’elenco
annuale dei lavori pubblici e per la redazione e la pubblicazione
del programma annuale per l’acquisizione di beni e servizi ai sensi
dell’art.128 del D.Lgs 12 aprile 2006 n.163 e succ mod .
Circ.Ministero Ambiente e Tutela Territorio 16 febbraio 2012
(Gazzetta Ufficiale 1 marzo 2012 n. 51 Supplemento Ordinario n. 3)
Circolare attuativa, ex art 2, comma 1, lettera s) del D.25 novembre
2008 “Disciplina delle modalità di erogazione e di finanziamenti a
tasso agevolato … Fondo rotativo per il finanziamento delle misure finalizzate all’attuazione del protocollo di Kyoto.
Decreto Ministero Sviluppo Economia 7 gennaio 2012
(Gazzetta Ufficiale 7 marzo 2012 n. 56)
Disposizioni attuative del D.2 dicembre 2009 ai fini della risoluzione anticipata delle convenzioni 6/92 per gli impianti alimentati
da combustibili di processo o residui o recuperi di energia.
Decreto Ministero Sviluppo Economia 29 marzo 2012
(Gazzetta Ufficiale 31 marzo 2012 n. 77
Norme in materia di stoccaggio strategico di gas naturale.
Legge 24 marzo 2012 n. 27
(Gazzetta Ufficiale 24 marzo 2012 n. 71 Supplemento ordinario n.
53/L)
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-Legge 24
gennaio 2012 n.1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza,
lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività.
Decreto-Legge 2 marzo 2012 n. 16
(Gazzetta Ufficiale 2 marzo 2012 n. 52
Conversione in Legge 26 aprile 2012 n. 44
(Gazzetta Ufficiale 28 aprile 2012 n. 99 Supplemento Ordinario n.
85)
Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenzionamento delle procedure di accertamento.
Com. Ministero Lavoro e Politiche Sociali 23 marzo 2012
(Gazzetta Ufficiale 23 marzo 2012 n. 70)
Previdenza Professionale Geometri – Adeguamento per il 2012 di
limiti, contributi e prestazioni previsti dal Regolamento per l’attuazione delle attività di previdenza e assistenza e del Regolamento sulla contribuzione.
Com. Ministero Lavoro e Politiche Sociali 22 marzo 2012
(Gazzetta Ufficiale 22 marzo 2012 n. 69)
Approvazione delle delibere 12/2011 e 13/2011 della Cassa Italiana di previdenza ed assistenza dei geometri liberi professionisti
in data 24 novembre 2011.
Ord. Presidenza Consiglio dei Ministri 29 febbraio 2012 n.
4007
(Gazzetta Ufficiale 7 marzo 2012 n. 56)
Costruzioni in zone sismiche .
Decreto Ministero Interno 16 marzo 2012
(Gazzetta Ufficiale 30 marzo 2012 n. 76)
Piano straordinario adeguamento alle disposizioni di prevenzione
incendi per alberghi e strutture ricettive.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3- 105
Aggiornamento Albo
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 28 maggio 2012
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6210
Ferrari Fabrizio (Reiscriz) Iseo (Bs) 09/08/1970
25050 Passirano (Bs) Via Irma Marchiani 13 Loc. Monterotondo
6211
Fara Giansandro
Cirié (To) 20/02/1972
25018 Montichiari (Bs) Via P.A. di Francia 4
6212
Gozza Federico Mattia
Gavardo (Bs) 25/07/1984
25088 Toscolano Maderno (Bs) Via Resola 28
6213
Mazzoldi Alberto
Brescia 01/08/1987
25080 Mazzano (Bs) Via Matteotti 48
6214
Zampedrini Simone
Brescia 06/03/1984
25020 Flero (Bs) Via Umberto I 47
6215
Danesi Romina
Iseo (Bs) 07/12/1989
25040 Corte Franca (Bs) Via Grumi 10
6216
Pianta Alex
Brescia 14/06/1988
25075 Nave (Bs) Via Brescia 220
6217
Rubagotti Marco
Brescia 29/09/1989
25030 Trenzano (Bs) Via Volta 18 Fraz. Cossirano
6218
Sartorelli Paolo
Brescia 01/09/1989
25123 Brescia Via Zadei 60
Il mondo di B. Bat.
106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/3