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Balestrate 2020
Come rilanciare l'economia di un paese
riscoprendo la propria identità
PREMESSA
Chi ancora si illude che il turismo da solo possa
favorire lo sviluppo di Balestrate, o vuole illudere
la gente oppure è un incompetente.
A grandi livelli la ricchezza di un paese si misura
con il Pil, il prodotto interno lordo: cioè più
produce un paese, più vende, più cresce la
ricchezza. E il turismo in sé difficilmente è stato un
fattore di crescita economica: in pochi casi riesce a
garantire benessere a una comunità (vedi San
Giovanni Rotondo) ma nella stragrande
maggioranza delle volte è causa di precariato, di
lavoro stagionale, di strutture che aprono solo tre
mesi l'anno durante I quali l'imprenditore si
arricchisce e i dipendenti fanno la fame.
Un altro valore da prendere in considerazione
nell'ottica di un benessere più diffuso e omogeneo è
il reddito pro capite. In sostanza, l'obiettivo finale
di ogni amministrazione sarà quello di incrementare
questa ricchezza e allo stesso tempo garantire quei
servizi e quegli standard di vita che non possono
misurarsi con valori come il denaro ma con
“potenziale sviluppo culturale e sociale”: la salute,
la pulizia delle strade, l'erogazione dell'acqua, ecc...
Certo, questi concetti sono forse più appropriati per
grandi sistemi quali una nazione. Ma possono
calzare a pennello anche in realtà come Balestrate,
dove è assolutamente sbagliato pensare che si possa
puntare sul turismo così come da decenni e decenni
è inteso: e cioè manifestazioni estive, anche di
grande valore, ma sotto forma di riempitivi di
serate, dove il grande afflusso di gente altro non
genera che caos e ben poca ricchezza. A
guadagnare, solo in certi casi, sono solo quei pochi
locali adiacenti alla zona dello spettacolo che in
inverno e nella bassa stagione dovranno fare i conti
con la crisi. I lavoratori stagionali perderanno il
posto e la ricchezza media del paese torneràa
scendere. Se l'obiettivo finale sarà quello di
sviluppare l'economia di Balestrate, incrementare il
Pil e migliorare il reddito pro capite dei cittadini,
tutto il resto sarà solo un mezzo, dal turismo alla
più banale delle operazioni di segnaletica stradale.
Questo lavoro non si pone come obiettivo quello di
sovrintendere all'ordinaria amministrazione di un
Comune come Balestrate, ma di stimolare
l'ambizione della classe politica e fornire spunti di
crescita anche alla società civile. Sarà scontato,
nell'affrontare questo lavoro, auspicare
l'approvazione del piano regolatore, del piano
spiagge e di un servizio di pulizia costante ed
efficiente. Bisogna rivedere il rapporto con le
associazioni del territorio. Non deve essere il
Comune a disposizione di associazioni, cantanti,
gruppi musicali. Al contrario la società civile deve
essere a disposizione di un progetto organico che
preveda precisi paletti e determinate condizioni.
Oggi forse questi concetti sono impensabili e ancor
di più impopolari. Vietare un concerto,
un'esibizione, una commedia a un gruppo
significherebbe attirarsi critiche e attacchi che
nessun politico vorrebbe mai. Critiche che
sarebbero sicuramente ridimensionate nell'ambito
di un progetto si sviluppo chiaro e ben preciso. Ma
è evidente che è davvero necessario è un radicale
cambiamento del modo di pensare della politica.
Come agire?
Di seguito si troveranno tutta una serie di
indicazioni, dal progetto di marketing territoriale a
delle misure urgenti ben precise per ottenere
risultati a breve termine. Ma la realtà dei fatti dice
che un grande e ambizioso progetto di sviluppo
richiede non solo competenze ed entusiasmo, ma
soprattutto risorse umane e economiche. Ecco
perchè diventa prioritario istituire un organo
superpartes, non politico, come una fondazione, il
cui compito sarà quello di gestire e sovrintendere
tutte le operazioni programmate. Una fondazione
che raccolga i contributi dei grossi imprenditori
locali e che sia presieduta da uno di loro. Serve un
movimento popolare, perchè un progetto di
sviluppo ad ampio raggio richiede tempo, quel
tempo che i politici non hanno perchè dovrebbero
accantonare tutte quelle attività di basso livello che
comporterebbero per loro una perdita di voti.
Il marketing territoriale, unica soluzione
Il primo passo che bisogna compiere quando si
lancia un’attività commerciale è quello di capire
che negozio è, e che cosa si vuole vendere. Definire
la sua identità. Tutti i grandi marchi sono
contraddistini da un logo, piccolo e semplice, hanno
una mission, devono evitare sovrastime e
sottostime. Prima ancora, però, occorre scegliere il
“locale”, ristrutturarlo, renderlo gradevole e
funzionale alle attività svolte.
Ecco, un paese può essere paragonato ad un
negozio a tutti gli effetti, fermo restando che non
sempre lo scopo principale è vendere, ma
soprattutto assicurare il benessere dei cittadini. Lo
strumento utilizzato per questa specifica operazione
di promozione di un paese si chiama marketing
territoriale.
Come in un negozio, bisogna mettere una bella
insegna che indichi chiaramente cosa si vende. E
poi abbellire le vetrine, posizionare dei prodotti
“lancio” a basso prezzo per attirare la clientela,
essere gentili e cordiali, saperci fare.
Nella terra della balestra non si vendono
portachiavi a forma di balestra, nella terra della
seppia non si mangiano seppie, nella terra del vino
nessuno produce vino. Com’è possibile che in
qualunque cittadina turistica si vendono gadget e
oggetti ricordo e a Balestrate no?
Il problema, sia chiaro, non è quello dei gadget. Ma
l'esempio utilizzato serve a spiegare chiaramente
una cosa: Balestrate non ha un'identità. A Balestrate
si viene soltanto in vacanza, si va a mare, si va nelle
altre località vicine. Insomma, Balestrate oggi non è
un è paese turistico e non possiede neanche le
condizioni, le basi per diventarlo. Da qui bisogna
iniziare, dalle basi, dal fornire un'identità a un
paese. Su queste basi andranno prese tutte le
decisioni, anche le più difficili. Perchè “rilanciare”
l'economia, parola tanto abusata, comporta sacrifici,
tagli, rinunce. Ma tutto deve seguire una precisa
logica e non deve essere affidato al caso o
all'opportunità del momento. Non basta partecipare
a un bando, riempire una serata con uno spettacolo.
Sarà fondamentale non snaturare mai l'identità del
luogo. Ma vi immaginate una serata con carretti
siciliani a Las Vegas? O una serata punk a San
Giovanni Rotondo?
A riguardo, ci spiace dirlo ma lo slogan “Balestrate
mare, spiaggia e bosco” è quanto di più deleterio
possa esserci. È come aprire un negozietto e
scrivere nell'insegna “qui vendiamo di tutto, ma
sono le stesse cose che vendono gli altri”.
L'identità di un paese
Cosa siamo?
Partendo sempre dall'esempio del negozio, tante
volte ci siamo chiesti come mai un locale riscuote
tanto successo e un altro no, magari pur avendo
prodotti migliori. Nell'era della globalizzazione,
Balestrate non si trova soltanto a dover competere
con i paesini limitrofi, ma con un numero infinito di
località turistiche del mondo. In breve: io, che
decido di andare in vacanza con la mia famiglia,
per quale motivo mai al mondo dovrei decidere di
andare a Balestrate piuttosto che a Firenze, a
Rimini, a Los Angeles, o chissà in quale altra
località del mondo?
Da qui il primo passo da seguire, quello della
contestualizzazione in un sistema, in un'unica area
geografica più ampia che permetta di allargare il
potenziale bacino di utenza dei turisti. Bisogna fare
sistema: esistono le cinque terre, le Madonie, il
Salento, la riviera romagnola. Si potrebbero fare
infiniti esempi per dimostrare che è molto più facile
che un turista scelga di andare “nel Golfo di
Castellammare” piuttosto che a Balestrate. Una
volta individuata l'area, sarà più facile difficile
per tutti i Comuni del comprensorio attirare a
sé i visitatori. Guardate cosa scrivono gli
organizzatori della celebre festa della taranta,
nel Salento: “Un gruppo di giovani
amministratori della Grecia Salentina, a metà
degli anni Novanta si è ritrovato per una
coincidenza fortunata ad avere responsabilità di
governo ognuno nella propria comunità.
Abbiamo avvertito subito il privilegio di poter
decidere e quindi fare delle scelte in grado di
condizionare il corso degli eventi che davanti a
noi si aprivano. Avevamo ragionato sempre
ognuno chiuso nel suo campanile e la prima
scelta che ci siamo trovati a fare
consapevolmente è stata quella di superarli, di
provare ad abbatterli e di ragionare come
“area”, come territorio che ripartiva da sé, dalla
sua identità più antica, da un idioma comune
ormai in disuso e destinato al declino ed
all’oblio. Una Grecia Salentina che si pone il
problema di come vincere la sfida con la
modernità non provando a rincorrere un Nord
che non potevamo mai essere, ma guardandosi
intorno e scoprendo che quel muro di Berlino
che cadeva sotto la porta di Brandeburgo stava
profondamente cambiando, per paradosso, più
noi che la Germania. Vincere la sfida con la
modernità senza perdere lo spirito
comunitario”.
Qui di seguito una serie di esempi che potrebbero
avvicinarsi al risultato di un progetto di marketing
territoriale.
Questa fase dovrebbe essere affrontata per prima da
ogni amministrazione appena eletta. Qualunque
sindaco scelto dai cittadini per prima cosa dovrebbe
fare questo: incaricare un gruppo di studio per
delineare la carta d'identità di Balestrate, la sua
storia, la sua economia, specificando I settori
potenzialmente più ricchi, il numero di strutture
ricettive, studiare la “concorrenza”, capire con quali
altre realtà ci confrontiamo.
1. Chi siamo?
Da una prima e sommaria ricerca è facile intuire
che sono tre i filoni da seguire.
Il primo è sicuramente quello del mare. Balestrate
nasce come una borgata di pescatori, dove diverse
famiglie si sono succedute nella gestione delle
terre. Il mare antistante a quella borgata era pieno di
seppie, da qui il nome antico di Sicciara.
Il secondo filone da seguire riguarda le viti e il
vino. Beniamino Ingham, capitano d’insutria, definì
i vini locali “i più dolci tra quanti ne avesse gustati
nelle altre parti del mondo“. Di notevole
importanza per l'economia del piccolo paese fu
l'attività di tre stabilimenti enologici, costruiti,
attorno al 1827, di fronte al promontorio del primo
nucleo abitato, oltre che da Ingham anche da
Vincenzo Florio e Giovanni Woodhouse. I tre
stabilimenti, vere e proprie succursali di quelli che
fiorirono a Marsala, riuscirono ad affermare la
produzione vinicola balestratese.
La storia che attraversa il paese è ricca di
personaggi. È un decreto del Re Federico
D'Aragona III del 1307 che da inizio alla storia di
Balestrate. Nel 1456 il re Alfonso Magnanimo,
donò al Carmelengo Nicolò Leofante il paese, per
passare poi, di mano in mano, ai Leto, ai Santoro, ai
Maltese, ai Graffe, ai Gesugrande. E poi il rettore
Evola, medico, studioso, il Leonardo della Sicilia,
costruì la chiesa madre e fu bibliotecario della
Nazionale di Palermo e rettore di Casa professa.
Un'altro personaggio storico balestratese fu Filippo
Giliberto che morì nel maggio del 1860 per la causa
italiana, sotto il comando dell’eroe dei due mondi
Giuseppe Garibaldi il quale soggiornò anche a
Balestrate pernottando nella casa del sindaco del
tempo, Filippo Ferrara
Da questa analisi sommaria, si evidenza come
Balestrate, più che banalmente “mare, spiaggia e
bosco”, sia “mare, terra, storia”. Da qui la
possibilità di fondare un’economia basata non solo
sul turismo spicciolo estivo da spiaggia, ma di
promuovere la cultura dell’enogastronomia,
inserendo Balestrate in un contesto più ampio che
comprenda il Trapanese (Alcamo e Marsala su tutti)
e di valorizzare aspetti storici che offrano una
prospettiva di offerta culturale e turistica non
indifferente e di grande richiamo.
Su questi tre assi dovrebbe muoversi il paese,
abbandonando una volta per tutte la causalità e la
banalità di sagre, balletti, spettacolini e sterili
tradizioni, tracciando una strada lungo la quale ogni
attività imprenditoriale potrà più agilmente
inserirsi.
1.2. Alla riscoperta dell'identità
Quanto detto sopra, è semplicemente il riassunto di
un lavoro di studio e approfondimento sulla località
da rilanciare. Per definire meglio l'identità di un
paese e delineare i tratti “somatici” più importanti,
è necessario svolgere un lavoro lungo alcuni precisi
binari:
1) Censire tutti i siti storici ricostruendone il
significato e l'origine
2) Tratteggiare la storia del paese mettendola
in collegamento con le località limitrofe
3) Ricostruire antichi usi e costumi attraverso
la catalogazione di immagini, foto e video
d'epoca
1.3 Valorizzazione patrimonio storico
Una volta inquadrato il paese, è necessario mettere
in atto quelle misure necessarie alla valorizzazione
dei vari siti. Una guida turistica su Balestrate deve
necessariamente raccontare, illustrare e spiegare a
fondo con tutti i riferimenti del caso, la storia di:
- Chiesa madre, materiali utilizzati, chi era il
rettore Filippo Evola
- Stabilimenti enologici, chi erano i Florio, gli
Ingham, dove si trovavano
- La leggenda del lancio della balestra, chi era
Federico d’Aragona, Alfonso il Magnanimo, la
storia degli aragonesi
- Le grotte a mare, i reperti storici
- Turismo religioso: valorizzare la Madonna del
Ponte creando i collegamenti anche tramite la
collaborazione con i privati
Valorizzare una certa realtà significa intanto farla
conoscere. Descriverla su depliant e siti internet e
promuoverla prima nelle strutture ricettive e nelle
zone di sosta (bar, alberghi, stazioni gradualmente
di tutta la Sicilia). Quindi occorre diffondere queste
conoscenze anche tramite le comunità di emigrati
balestratesi all’estero.
Valorizzare significa anche condurre la gente in
quel posto. Creare percorsi all’interno del paese con
tabelle, insegne, segnali stradali.
1.4 Le terre delle balestrate: lo sviluppo
sinergico del territorio
Il Salento, le Madonie, la Sila, la Costa azzurra. Ci
sono Comuni di queste aree italiane che in pochi
conoscono. Eppure il loro essere all'interno di
un'area che fa sistema li rende competitivi e capaci
di trasformare il turismo in sviluppo.
Un primo passo vedrebbe Balestrate inserita in un
microsistema di Comuni uniti dalla storia del
dominio degli aragonesi. Partinico, Trappeto e
Balestrate possono già fare sistema tra loro
all'intero di un microcosmo più ampio quale il
Golfo di Castellammare.
Era il 1307 quando Federico II d’Aragona diede la
foresta di Partinico ai monaci Cistercensi
dell'Abbazia di Altofonte. L’edificio fu fondato
dallo stesso sovrano il giorno dell'Annunziata del
1306. Ma il re tenne per sé per diletto di caccia, la
parte marittima per un tiro di balestra dal
bagnasciuga verso l'interno e delimitati dal fiume
Nocella e dal torrente Calatubo (Alcamo.) Da qui il
territorio prese il nome di “terre delle Balestrate”.
Nel 1456 re Alfonso “Il Magnanimo” diede queste
terre al nobile palermitano Nicolò Leonfante.
Poiché i terreni per l'abbondanza delle acque e il
clima favorevole si prestavano molto alla
coltivazione della canna da zucchero, in breve
tempo quasi tutto il territorio fu utilizzato per tale
scopo. Francesco Bologna attorno al 1480, nella
zona dell'attuale centro storico di Trappeto, fece
costruire un grande ed imponente "trappetum
cannamelarum cum turri seu fortilicio", cioè uno
stabilimento per produrre lo zucchero dalle
cannamele ed una torre fortificata a difesa del
Trappeto. Intorno al 1630, a causa delle mutate
ragioni commerciali, il Trappeto fu abbandonato e
il territorio passò al Senato palermitano.
Nel 1662 le terre delle “Balestrate” divise in due
feudi uno denominato “Trappeto” e l’altro
"Sicciara," furono concesse in enfiteusi a Don
Vincenzo Leto di Polizzi Generosa.
Il 29 marzo del 1820 i due borghi di Sicciara e
Trappeto vengono eretti a comune autonomo con il
nome di "Balestrate" e la sede del municipio nel
borgo di Sicciara. Solo nel 1954 Trappeto otterrà il
riconoscimento della sua autonomia comunale.
1.5 Il palio della balestra
Balestrate prende il nome da un’antica arma, per
altro rappresentata nello stesso stemma. Eppure, in
paese non vi è stata mai traccia di sport, attività,
manifestazioni, legati a questo strumento.
L’idea è quella di promuovere una manifestazione,
che può essere agganciata alla festa di san Pietro,
nella quale organizzare un palio della Balestra
invitando i gruppi storici dell’Umbria e della
Toscana. Le delegazioni delle quattro Società dei
balestrieri di Gubbio, Massa Marittima,
Sansepolcro e della Repubblica di San Marino, si
ritrovarono ad Arezzo il 13 Febbraio 1966 per
costituire la Federazione Nazionale Italiana
Balestrieri, con lo scopo di conservare e
salvaguardare le antiche tradizioni del tiro con la
balestra antica all'italiana, praticato dalle rispettive
città. A loro ci si può rivolgere, così come a tante
altre società, per organizzare un raduno e una
competizione. Per una settimana Balestrate potrà
rivivere la propria storia, da terra medievale di
proprietà dei re a feudo coltivato dalle più grandi
famiglie dell’epoca.
Questo percordo include necessariamente tutta una
serie di azioni urgenti e fondamentali, che partono
dal recupero delle opere storiche del paese e dal
censimento degli edifici, a partire dagli ex
palazzi dei Florio, lentamente cancellati dalla mano
dei privati.
Il turismo
Nella stragrande maggioranza delle località, il
turismo non può che essere uno dei tanti mezzi
a disposizione per accrescere la ricchezza di un
paese, ma non certo quello portante. Il turismo
crea stagionalità, precariato, e in paesi come
Balestrate, dove manca la destagionalizzazione
e dove tutto è sempre concentrato nei pochi
giorni di un rito o tradizione, il turismo rischia
invece di essere controproducente abbassando
la ricchezza, se si prende in considerazione una
media della produzione in tutto l'anno.
Ecco perchè fondamentali diventano anche i
più piccoli accorgimenti sulla viabilità, sulla
sistemazione parcheggi, sulle deroghe
all'apertura dei negozi.
Nella programmazione degli eventi, sarà
importante attenersi scrupolosamente al piano
di marketing territoriale, valorizzando quegli
aspetti che possono rimarcare l'identità del
paese.
Sarà bene poi considerare ogni evento non fine
a se stesso ma sempre indirizzato allo sviluppo
della ricchezza.
Non si può pensare di organizzare un carnevale
che duri solo due giornate. Il carnevale deve
diventare un “evento”, della durata di due
settimane, il cui calendario deve essere pronto
ben tre mesi, fatto di accordi con strutture
turistiche e prima in modo tale da distribuire a
tour operator e agenzie. Altrimenti il rischio è
che diventi uno sperpero di risorse fine
all'intrattenimento e allo svago di una piccola
comunità, senza alcun ritorno d'immagine o di
sviluppo.
2.1 Trasporti
Fondamentale è creare una rete di collegamenti
all'interno dello stesso paese e permettere a
visitatori e residenti di spostarsi agevolmente. Ciò
avrebbe diversi aspetti positivi: rappresenterebbe
intanto “un'attrazione”, poi migliorerebbe la
viabilità, rende più pulita l'aria, accoglierebbe il
turista e lo guiderebbe all'interno di un percorso
ricco di “sorprese”.
Basta acquistare un pulmino estivo da utilizzare da
tre a sei mesi l’anno. Da prendere in considerazione
l’ipotesi di una convenzione con l’Amat di
Palermo. Si possono stabilire degli abbonamenti
mensili. Ci sarebbero fino a 20 corse al giorno. Il
pulmino si ripagherebbe con la pubblicità affissa
sulle fiancate, con biglietti e abbonamenti e con
contributi del Comune.
I posteggi a mare dovrebbero aumentare di prezzo.
Chi vuole usufruire della comodità dell’auto deve
pagare caro l’inquinamento e il disagio arrecato al
paese. Un’ora di posteggio in strada dovrebbe
costare anche due euro, ma occorrerebbe
concordare con i privati una strategia.
E si potrebbe offrire l'abbonamento per il pulmino
gratis a chi avrebbe una casa in affitto in paese.
Questa strategia prevede ovviamente agevolazioni e
trattamento di riguardo per i residenti. Il modo in
cui invece è stato affrontato l'argomento è il
simbolo di tutti gli errori di questa
amministrazione. All'improvviso è apparso in paese
un trenino di un privato che ha iniziato a trasportare
gente a pagamento. Il trenino era di un privato. Non
si capisce al Comune se siano entrati soldi o meno.
Il personale era di fuori. Il traffico non è stato
modificato. Poi all'improvviso il trenino è
scomparso. Poteva essere una buona idea, è stata
messa in pratica senza nessun criterio.
2.1.1 Ferrovia
Ogni ostacolo può essere un'opportunità. La
ferrovia che passa per Balestrate rappresentò
all'epoca della sua costituzione una grande
speranza, un momento di grande crescita. Oggi quei
binari che tagliano in due il paese sono una zavorra
che evidentemente frena le intenzioni di sviluppo
della comunità. Eliminarle o spostarle
comporterebbe una spesa e un iter impensabili per
una regione impantanata nella burocrazia. Bisogna
conviverci, cercando di sfruttare al meglio la loro
presenza. Una mossa importante sarebbe quella di
creare, in accordo con le Ferrovie, una piattaforma
lungo i binari per una fermata “Balestrate – mare”.
Le Fs non hanno mai avuto niente in contrario e la
si potrebbe agevolmente piazzare all’altezza dei
posteggi privati.
Ma il sogno di una vita rimane, cioè quello di
spostare questa benedetta ferrovia più a monte o
addirittura di interromperla a Tappeto, creando dei
servizi bus per collegare con Alcamo Marina. Si
darebbe vita ad un indotto incredibile di attività
commerciali e si resusciterebbe il lungomare.
2.2 Operazione spiaggia di qualità
Oggi la spiaggia di Balestrate ha perso tutto il suo
fascino. Il turismo balneare è fatto di visitatori
mordi e fuggi che poco spendono e molto sporcano.
È gente che vive nei Comuni limitrofi, che dunque
non contribuisce ad aumentare il numero delle
presenze in paese (ovvero dei pernottamenti), che
poco spende in ristorazione e in commercio. La sua
presenza sul territorio, seppure limitata a poche ore
nell'arco delle giornate, è più che mai deleteria
perchè “disturba” di fatto quel turismo di qualità
che comporta soggiorni più lunghi e che richiedono
delle condizioni ben precise: pulizia, servizi,
comodità, intrattenimento. Andare in spiaggia è un
calvario, bisogna fare I conti con orde di persone
che consumano pasti in spiaggia, gli animali
circolano liberamente, non ci sono bagni pubblici,
la viabilità è un inferno, il lungomare è invaso da
camper che creano veri e proprio villagi in strada.
La situazione sembra ormai insostenibile e
insuperabile. Come agire per ripristinare una
situazione di vivibilità minima?
All'inizio della stagione si organizza un tavolo
tecnico con carabinieri, polizia municipale,
associazioni di volontariato, capitaneria di porto. Si
mette in campo una massiccia campagna di
informazione preventiva: a Balestrate nessuna
pietà per tende in spiaggia, animali e camperisti. La
legge equipara i camper alle auto e non si può
vietare loro il transito, ma si possono multare se
posano sedie a terra, buttano acqua, mettono
sgabelli, ecc… Dopo un primo periodo di
strettissima morsa, occorreranno controlli ripetuti
mettendo in campo a Balestrate Guardia costiera
ausiliaria, Croce bianca, carabinieri, vigili urbani.
Bisognerà punire severamente ogni infrazione e
comunicare I risultati quotidianamente agli organi
di informazione.
2.3 Arredo Urbano
Sul corso, dall’ex distilleria Vitrano al belvedere
“alla Croce”, bisogna rifare la segnaletica
orizzontale. Occorre che le linee siano ben visibili.
I cestini devono essere riparati. Da via Paolino
Gesùgrande alla scuola Aldo Moro la strada deve
essere “dimezzata” con l’ausilio di vasi di piante e
fiori da disporre lungo la linea “gialla” della
segnaletica orizzontale-. Il traffico deve essere
rigorosamente limitato fino ad essere interdetto nel
perimetro intorno alla piazza.
2.3.1 L’uso intelligente della segnaletica
Occorre rivedere la segnaletica stradale con ampio
uso dei cartelli marroni che indicano “direzioni”
turistiche. Bisogna creare percorsi e rendere chiara
e agevole la mobilità di pedoni e automobilisti
indirizzandoli alla visita dei luoghi e negli
spostamenti. Bisogna rivedere I flussi circolatori:
per un intervento dagli immediati risultati, occorre
veicolare gli ingenti flussi di automobilisti
all'interno del paese, in modo da evitare che
arrivino a mare dalla provinciale e facciano ritorno
senza mai passare dal paese. Basterebbe un divieto
di accesso in via Mattarella per deviare le auto
costringendole a passare dal paese, dove
evidentemente sarebbero almeno costrette a passare
davanti alle vetrine dei negozi.
2.4 Intrattenimento
In un periodo ben preciso, in particolare nei mesi di
massima affluenza turistica, il programma estivo
dovrebbe seguire dei criteri ben precisi senza uscire
fuori dai binari prestabiliti dell’identità del paese.
Niente balletti, spettacolini e commedie fuori tema
nel periodo estivo. Le forze dovrebbero
concentrarsi sulla valorizzazione del mare, della
terra (vino) e della storia. O almeno su quanto
deciso in fase di studio dalla commissione di esperti
di cui abbiamo parlato prima.
2.5 La bandiera blu
La Bandiera Blu è un riconoscimento conferito
dalla FEE (Foundation for Environmental
Education) alle località costiere europee che
soddisfano criteri di qualità relativi a parametri
delle acque di balneazione e al servizio offerto,
tenendo in considerazione ad esempio la pulizia
delle spiagge e gli approdi turistici. Le principali
regole di giudizio tenute in considerazione dalla
FEE per l'assegnazione della Bandiera Blu delle
spiagge sono l’assoluta validità delle acque di
balneazione; nessuno scarico di acque industriali e
fognarie nei pressi delle spiagge; elaborazione da
parte dei Comuni di un piano per eventuale
emergenza ambientale; elaborazione da parte del
Comune di un piano ambientale per lo sviluppo
costiero; acque senza vistose tracce superficiali di
inquinamento (chiazze oleose, sporcizia, ecc.);
spiagge allestite con contenitori per rifiuti in
numero adeguato; spiaggia tenuta costantemente
pulita. Iniziare un percorso per ottenere la bandiera
blu significa non solo puntare in alto, ma
cominciare a rispettare dei criteri di tutto rispetto in
chiave di sviluppo turistico.
3.1 Strutture ricettive
Occorre censire tutte le strutture ricettive del paese,
dai B&b ad alberghi, residence e soprattutto case
vacanza. Occorre monitorare settimanalmente le
presenze e raccogliere le opinioni e il gradimento
dei turisti. Le attività delle strutture devono essere
coordinate da un’unica entità che deve poi
pubblicizzare il tutto su internet e depliant.
3.2 Strutture ristorative
Serve maggiore sinergia. Ogni ristorante deve
offrire un piatto tipico di cui deve essere sempre
munito. La pietanza naturale più scontata sulla
quale lanciare una campagna di marketing sarebbe
la seppia. Un tavolo tecnico con tutti gli operatori
del settore dovrebbe stabilire queste pietanze
comuni. Quindi tutti devono seguire alcuni standard
nell’allestimento dei locali, utilizzando coreografie
a tema di mare offrendo sfoggio di qualità e
professionalità.
3.3 Il piano pubblicitario
Occorre definire delle zone di Balestrate
assegnando loro dei punteggi in termini di
frequentazione e visibilità. Zona mare, zona centro,
zona periferia. In base all’esposizione al pubblico, i
prezzi per le affissioni dovrebbero variare. Non
sarebbe permesso fare pubblicità al di fuori degli
spazi prestabiliti, che potrebbero essere dati in
concessione
4. COMUNICAZIONE
4.1 La tematizzazione dei settori
E’ possibile rendere il paese visibile al massimo su
giornali e televisioni pubblicizzando al tempo
stesso le varie attività. Bisogna creare
coordinamenti di settore (ad esempio tutti i
ristoranti assieme, tutti i bar assieme, tutti i
supermercati, tutti i negozi di abbigliamento) e ogni
gruppo, con una minima quota, si farebbe
pubblicità come paese. Esempio: “Vieni a mangiare
la seppia a Balestrate”, “Vieni a fare la spesa a
Balestrate”, ecc…
La piazza potrebbe essere il settore “lancio”, con
un’unica programmazione pubblicitaria. In tal
senso il centro commerciale naturale è
un'opportunità da non farsi sfuggire lasciando in
mano l'organizzazione a interessi clientelari.
Utile anche la creazione di un portale internet
veloce, agevole da consultare, con gli itinerari e le
strutture ricettive e ristorative, con guide e cenni
storici.
Sviluppo economico e lavoro
Ci sono delle iniziative a breve termine che
possono contribuire allo sviluppo e a una migliore
condizione di vita dei cittadini.
1) Paniere di prodotto alimentari di prima
necessità a prezzo ridotto. L'iniziativa è
stats già realizzata con successo ad Alcamo,
d'intesa con le associazioni di categoria e i
commercianti.
2) Ridefinizione della viabilità. Non è
possibile che chi va a mare a Balestrate, se
ne debba andare senza neanche passare dal
paese. La via Mattarella, come detto sopra,
deve avere un divieto di accesso in uno dei
due sensi per le macchine che salgono o
scendono a mare: devono passare tutte dal
paese. Che la gente compri o meno, è
sempre un modo per pubblicizzare le
attività commerciali e quelo che
espongono.
3) Creare uno sportello gratuito di
consulenti rivolto a coloro che voglio aprire
un'attività commerciale. Spesso soprattutto
i giovani hanno mille idee per la testa, ma
non sanno da dove iniziare per aprire una
propria attività. E per loro è molto difficile
sapere anche come avere accesso al credito.
Creare uno staff di due-tre espertianche
locali, per fornire gratuitamente consigli in
materia di finanziamenti e pratiche
commerciali è semplice e utilissimo.
4) Valorizzazione delle risorse.
Nell'immediato ci sono tutta una serie di
azioni che potrebbero accrescere l'offerta
culturale del paese. Prima di un lungo
studio che possa stabilire la vera identità
del paese, si può iniziare mettendo in
mostra il patrimonio culturale della
biblioteca trasformandola
temporaneamente in museo. Al suo interno
ci sono infatti opere di altissimo livello
culturale e storico. Si può rispolverare
l'antico contenuto del museo
etnoantropologico, si può creare un mini
percorso storico, con tanto di illustrazioni
cartacee, all'interno di Balestrate e delle
strutture più importanti come la chiesa
madre o il vecchio mulino. Ovviamente
comunicando il tutto alle agenzie turistiche
di zona e alle strutture ricettive per un
immediato ritorno di pubblico.
5) Occorre censire la popolazione turistica
del paese per capire gusti, livello di spesa,
per definire meglio il target e le esigenze. È
possibile bandire un progetto per 2-3 figure
di sociologo, psicologo, ecc.. per realizzare
un ricco questionario da sottoporre ad un
campione rappresentativo di turisti.
6) Occorre riprendere la campagna di
sensibilizzazione della raccolta
differenziata e informare anche i turisti e i
vacanzieri, che spesso non conoscono le
date e gli orari di conferimento
E' possibile recuperare il bagno pubblico a mare
attingendo alle casse del Comune e facendolo
gestire a disoccupati del paese. Istituire un museo
del mare e darlo in custodia ad altrettanti
disoccupati o studenti di Balestrate.
Il piano di marketing
Fino a questo momento, si è parlato a grandi linee,
senza scendere nei particolari. Ma per avviare un
progetto di promozione del Comune di Balestrate in
maniera scieintifica, occorre seguire alcuni passi.
Il piano di marketing è la pianificazione della
strategia che un’azienda dovrà seguire.
Il primo passo da compiere è la definizione della
mission, nella quale occorre evidenziare i bisogni di
mercato che devono essere serviti, le caratteristiche
dell’azienda, del settore in cui si lavorerà,
identificando poi le strategie di sviluppo da seguire.
Bisognerà capire chi viene in Sicilia cosa cerca, chi
viene a Balestrate come ci è andato a finire, servirà
capire i canali e le vie attraverso le quali si spostano
i turisti e su quali aspetti lavorare. Stabilire un’area
di azione sulla quale puntare, se turisti locali,
stranieri, nazionali. E lavorare per dare loro quello
che effettivamente vogliono. Tutto dovrà essere
programmato e studiato attentamente, in modo da
non spendere più un euro casualmente o solo per
riempire una serata.
In sostanza, in un Comune non si può parlare di
profitti e capitale, certo, ma occorre capire in che
scenario si lavora, chi sono i Comuni o le Regioni
con chi abbiamo a che fare, capire, per dirla con un
esempio concreto, quando si paga un posto letto a
Terrasini, a Palermo, a Erice e a Taormina e poi
sulla base di quella valutazione proporre un proprio
prezzo che sia in concorrenza.
Si possono organizzare seminari, svolgere lavori in
consorzio con altri Comuni limitrofi per
razionalizzare la spesa.
Conclusioni
Un piano del genere può vedere attuate ben poche
cose nel breve periodo. Anzi, rischia di lasciare
scontente numerose realtà, che per anni si sono
cullate nell'assistenzialismo e
nell'autoreferenzialità. Ma nel lungo periodo,
nell’arco di 5-6 anni, vedrà sicuramente alla luce i
suoi frutti. Per questo difficilmente un politico
potrà attuarlo. Primo, sarà difficile perché i politici
hanno bisogno dei voti per soddisfare i propri
interessi. E quindi i politici non possono
permettersi di aspettare, ma devono spendere, in
qualunque modo, accontentando chiunque abbia
qualcosa da proporre.
In secondo luogo, una strategia del genere necessita
di gente qualificata nel settore per attuarla.
Richiede studi di settori, scelte da fare. A
Balestrate, tra amministratori ed enti per la
promozione del turismo, leggi Pro Loco, non è che
ci siano tutte queste professionalità.
Quando scritto in queste pagine può sembrare vago.
E forse un po' lo è: la verità è che nessuno può
sapere come agire, perchè per agire bisogna
conoscere la realtà del territorio, bisogna studiarla.
Senza un'analisi approfondita, da parte di un gruppo
di esperti, nessuna amministrazione può dire cosa
occorre fare. Diffidate di tutti quei politici che nei
comizi, in Consiglio comunale, per strada,
vagheggiano su misure e azioni necessarie per
Balestrate. La prima, unica certa cosa da fare, è
delineare la carta d'identità di Balestrate, capire
come agirea attraverso un progetto ben preciso.
Vale la pena provarci, perchè il modo di
amministrare Balestrate non ha fatto altro che fare
disperdere il paese nei meandri della
globalizzazione.