nanotecnologie per le imprese keen regions
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nanotecnologie per le imprese keen regions
KEEN REGIONS Knowledge and Excellence in European Nanotechnology Regions NANOTECNOLOGIE PER LE IMPRESE Una panoramica sulle opportunità offerte dalle nanotecnologie alle aziende per migliorare i loro prodotti e servizi 1 NANOTECNOLOGIE PER LE IMPRESE Una panoramica sulle opportunità offerte dalle nanotecnologie alle aziende per migliorare i loro prodotti e servizi A cura di: Maurizio Malè Grafica & layout: Alessandro Toffoli Editore: CRACA Soc. Coop. - Centro Regionale per l’Assistenza alla Cooperazione Artigiana Realizzato nel mese di maggio 2012 Il presente lavoro è stato realizzato all’interno del progetto KEEN Regions, coordinato da Veneto Innovazione. Il progetto è finanziato dalla Commissione Europea all’interno del 7° Programma Quadro nella misura “Capacities Programme - Regions of Knowledge initiative”. Il progetto KEEN-Regions si pone l’obiettivo di accelerare lo sviluppo delle nanotecnologie in tre regioni europee - Veneto (Italia), Rhone Alps (Francia) e Paesi Baschi (Spagna) - attraverso la logica del network, la creazione cioè di collaborazioni stabili tra i centri di ricerca di queste regioni, l’attivazione di sinergie tra le aree e tra mondo della ricerca e business e la valorizzazione delle reciproche complementarità. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo KEEN-Regions mira a: aumentare il livello di conoscenza rispetto alle strutture ed alle potenzialità di ricerca sia a livello delle singole regioni che a livello interregionale; · migliorare i legami e la collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca ed imprese nelle singole regioni; · incoraggiare la cooperazione transnazionale in aree di comune interesse; · concordare un piano di azione (per le nanotecnologie) comune per le tre regioni. 2 Introduzione Obiettivi della pubblicazione La presente pubblicazione vuole offrire una panoramica sullo stato attuale delle nanotecnologie e sulle possibili applicazioni offerte oggigiorno dalla ricerca. In particolare si vogliono far conoscere alle aziende, anche alle piccole e micro aziende, le opportunità offerte dai prodotti che utilizzano nanotecnologie. Queste saranno sempre più presenti nel mercato e conoscerle potrà fare la differenza nel lavoro di un’impresa, indipendentemente dalle sue dimensioni e dal settore in cui essa opera. Il futuro è Nano Immaginate la Terra a confronto con una pallina da tennis. Ecco, ora avete il confronto tra un metro e un nanometro, ovvero un miliardesimo di metro. Solo grazie ai microscopi di ultima generazione e a tecniche sviluppate con faticose e costose ricerche l’Uomo è riuscito a lavorare alla scala del nanometro. In questo secolo abbiamo le prime realizzazioni nanotecnologiche, ma siamo appena all’inizio. La scienza ha aperto le porte su un nuovo mondo, in grado di portare ancora più avanti i limiti della tecnologia. Le nanotecnologie, seppur piccolissime e invisibili, hanno infatti già ora numerose applicazioni e in futuro porteranno cambiamenti sempre più grandi nei dispositivi e nel lavoro di ogni giorno. Nuove proprietà Le speciali proprietà fisico-chimiche ottenute con le nanotecnologie sono dovute alle diverse dimensioni dei materiali: diminuendo le dimensioni di una sfera il rapporto tra superficie e volume aumenta, quindi uno stesso volume di materia ha una superficie maggiore ed entra più facilmente in contatto con reagenti, solventi e altri materiali. Sono quindi favorite le reazioni chimiche, come anche i processi fisici. Alla scala nanometrica inoltre cambiano molte proprietà chimico-fisiche dei materiali che conosciamo, rendendoli ad esempio molto più resistenti o adattabili a diverse esigenze. 3 Cosa sono le Nanotecnologie? Sono le tecniche utilizzate per produrre o manipolare oggetti con dimensioni da 0,1 a 100 nanometri. Qui a destra si può vedere il loro rapporto con oggetti più piccoli (atomi) o più grandi (dai virus ai capelli umani). ” “Una tecnologia a livello molecolare che ci potrà permettere di porre ogni atomo dove vogliamo che esso stia. Chiamiamo questa capacità “nanotecnologia”, perché funziona sulla scala del nanometro, che equivale ad un miliardesimo di metro”. [Eric Drexler] 4 Come si costruiscono i materiali nano? Approccio bottom-up (dal basso verso l’alto): si assemblano a partire da più piccole nanoparticelle (atomi e molecole) Approccio top-down (dall’alto verso il basso): si riducono le dimensioni di un materiale fino a raggiungere il livello nanometrico. Nanotecnologie per microaziende Utilità per le aziende Le aziende possono beneficiare in molti modi delle nanotecnologie, in qualità di: produttori: ricerca e produzione di soluzioni nanotech (solo grandi aziende sono in grado di farlo); utilizzatori di componenti nanotech nello sviluppo dei loro prodotti e processi produttivi (attualmente circa 100 aziende in tutto il Veneto, anche piccole); utilizzatori (spesso inconsapevoli) di prodotti nanotech nel processo produttivo o nei servizi al cliente, grazie alle migliori prestazioni (ad esempio i dipintori che utilizzano vernici contenenti nanoparticelle). Vantaggi Le nanotecnologie permettono di migliorare i processi di produzione o di ottenere prodotti più resistenti, più leggeri, più duraturi o addirittura con proprietà nuove credit “Progetto KEEN Regions” rispetto ai prodotti tradizionali. L’efficienza della produzione può essere migliorata ad esempio dall’integrazione di tecnologie nano direttamente nel processo di fabbricazione di un oggetto (ad esempio rivestimento con film sottili inserito direttamente nella catena di montaggio). Salute e ambiente Essendo una tecnologia nuova bisogna studiarne i possibili effetti, in particolare delle nanoparticelle, sull’organismo umano. Se usate con criterio, però, le nanotecnologie possono apportare dei benefici anche all’ambiente, grazie a processi meno inquinanti e prodotti che usano meno risorse. Ad esempio nei trattamenti con plasma i consumi energetici sono molto bassi, quelli d’acqua trascurabili e l’impatto ambientale risulta praticamente nullo. Opportunità Le grandi aziende e gli istituti di ricerca, grazie alle risorse e ai laboratori che hanno a disposizione, sono i soggetti che guidano il processo di sviluppo delle nanotecnologie. Esistono però opportunità anche per le piccole e medie imprese: ci sono alcuni enti che mettono a disposizione laboratori e ricercatori per lo sviluppo di soluzioni a problemi presentati da singole aziende, che possono essere risolti grazie ad applicazioni nanotecnologiche (per maggiori informazioni e contatti si veda a pag. 33). Laboratori in affitto Uno dei più importanti laboratori cui le aziende possono ricorrere per trovare soluzioni idonee è il NANOFAB (www.nanofab.it) di Veneto Nanotech. Nato nel 2005, ha servito fino ad oggi 68 imprese (di cui 28 PMI), che hanno commissionato lavori per un valore annuale pari a 2,8 milioni di Euro. 5 Esempi di applicazioni L e possibili applicazioni concrete delle nanotecnologie sono svariate: strutture come fullereni e nanotubi possono essere utilizzate in moltissimi prodotti per renderli molto più leggeri e resistenti, l’integrazione di nanoparticelle di SiO2 nei cementi da costruzione crea una microstruttura più uniforme e compatta, migliore idrorepellenza, migliore assorbimento di cristalli di Ca(OH)2, che degradano il cemento. Polveri di ossidi di zolfo ottenute con ball milling (v. pag. 20) sono usate per la costruzione di batterie al litio ricaricabili, mentre gli ossidi di titanio (TiO2), i fullereni e gli ossidi di zinco sono usati in cosmetici e creme solari, poiché assorbono gli UV e rendono le creme meno irritanti. Si sta studiando persino uno spray fotovoltaico che può essere spruzzato sul tetto per formare delle celle in grado di produrre energia elettrica e molte altre innovazioni sicuramente appariranno nei prossimi anni. La struttura del fullerene (del diametro pari a circa 10 atomi) è molto simile a quella di un pallone da calcio: gli atomi di carbonio ai vertici la rendono molto stabile. I nanotubi sono composti da atomi di carbonio; possono sostituire il silicio nei chip e sono 100 volte più resistenti dell’acciaio, ma 6 volte più leggeri. credit Fotolia/Tyler Boyes Si presentano di seguito alcune applicazioni attualmente in fase di sviluppo o di prima realizzazione, divise per settore. La lista non è esaustiva, la ricerca continua a scoprire nuove strade e possibilità, ma si ritiene utile mostrare i diversi aspetti e vantaggi dell’utilizzo di queste nuove tecnologie in prodotti e servizi utili alle quotidiane attività umane. 6 MODIFICA DEI MATERIALI Polimeri, vernici, adesivi Gli hard disk vengono realizzati disperdendo nanopolveri ceramiche in una matrice polimerica, per dissipare meglio il gran calore che si sviluppa durante il loro utilizzo 7 credit “Progetto KEEN Regions” I Nanopolimeri L a dispersione di particelle (chiamate “filler”) in una matrice di polimeri migliora le caratteristiche di un composto: ad esempio silice e nerofumo (a cui si sta sostituendo ultimamente un più ecologico biofiller derivato dall’amido di mais) sono aggiunti nella struttura degli pneumatici per diminuire l’usura e aumentare la durata delle gomme. Se poi si inseriscono delle nanoparticelle (nanofiller), ne basta un quarto rispetto ai filler di dimensioni normali e si ottengono molti vantaggi, ad esempio: Incremento delle proprietà meccaniche (incremento resistenza al graffio o alla trazione, leggerezza, flessibilità e assorbimento urti per applicazioni nel campo sportivo o dell’automotive) Proprietà funzionali avanzate (incremento dell’aderenza e della stampabilità delle poliolefine, antibatterico, biopolimeri) Incremento barriera ai gas (modifica del packaging polimerico per prodotti alimentari) Incremento stabilità termica e antifiamma (rivestimenti di parti a contatto con fonti di calore, ad esempio nei motori) I contenitori per alimenti con nanoparticelle d’argento nella matrice polimerica ostacolano il formarsi di muffa. Il “Self Reinforced Poly Propilene” (SrPP) è un polimero di nuova generazione: leggerissimo ed economico, è facilmente riciclabile ed è 6 volte più resistente del convenzionale polipropilene. Per questo sarà sempre più usato nelle automobili. Cos’è un polimero? I polimeri esistono normalmente in natura, sono semplicemente delle catene di molecole che si ripetono. L’uomo ha imparato a costruirne in laboratorio (i più famosi sono le plastiche). 8 Nano-schermi ultrapiatti Una nuova tecnologia sta prendendo piede per la visione delle immagini: nel futuro saranno sempre più diffuse le televisioni a OLED. Gli OLED (Organic Light Emitting Diode) si ottengono sovrapponendo più strati di film sottili di polimeri conduttori (per uno spessore totale di 500 nm al massimo). Si possono così costruire schermi sottilissimi, flessibili e compatti, che permettono una visione eccellente consumando pochissima energia. Le vernici nanocomposite L e nanopolveri disperse all’interno di vernici ne migliorano le proprietà: ad esempio le nanoparticelle di silossano nelle vernici acriliche le rendono fino a 10 volte più resistenti ai graffi e all’usura. Sono inoltre applicabili su molte superfici (legno, carta, plastica e metallo) e assorbono i raggi UV. Infine rendono la superficie su cui sono stese più stabile, duratura e persino resistente alla fiamma. Nanoparticelle di biossido di titanio od ossido di zinco, insieme all’argento, permettono invece di creare vernici resistenti ad attacchi di muffe, funghi e batteri; ricercatori della Phillips University di Marburg (Germania) hanno scoperto che queste vernici possono rendere inattivo persino il virus responsabile della temibile SARS (Sindrome Acuta Respiratoria Severa). La vernice trasparente nanostrutturata (a destra) permette di resistere meglio ai danni esterni rispetto a una vernice convenzionale (a sinistra). Può essere una vernice permanente oppure un prodotto da applicare temporaneamente. Vernici mangiasmog Vernici speciali contenenti nanoparticelle ceramiche o nanotubi di carbonio sono usate per le automobili: oltre ad avere una maggiore brillantezza, resistono meglio a graffi e usura. Sono state sviluppate vernici nano in grado di assorbire fino al 23% dell’ossido di azoto prodotto dai gas di scarico delle automobili. Nanoparticelle di biossido di titanio e carbonato di calcio del diametro di 30μm permettono la “fotocatalisi”: luce e aria attivano l’ossidazione e la conseguente decomposizione di sostanze inquinanti e tossiche (come il famoso PM10) in sostanze innocue come il calcare. 9 Gli adesivi U n’applicazione importante delle nanotecnologie sono colle e adesivi. La miniaturizzazione delle strutture di queste sostanze permette di avere particelle molto piccole con una grande superficie di contatto rispetto al loro volume, garantendo così una maggiore capacità di aderire ad una superficie e di fissare tra loro due materiali. Ricercatori dell’Università di Manchester hanno realizzato un potentissimo adesivo, copiato dalle microstrutture delle zampe del geco, un rettile capace di camminare su muri verticali, anche molto lisci. Le sue zampe sono dotate di milioni di minuscoli pedicelli, in grado di legarsi a qualsiasi superficie grazie a legami tra le molecole. Se applicato su un guanto, questo “adesivo geco” permetterebbe alla persona che lo indossa di rimanere sospeso al soffitto con una mano. Copiando a livello nano la struttura del velcro, gli scienziati sono riusciti a crearne uno molto più leggero e resistente: è composto da nanotubi di carbonio, fatti crescere verticalmente su una superficie e con un uncino all’estremità libera. I singoli uncini di due superfici si legano tra loro e questa forza moltiplicata per milioni di nanotubi rende l’adesione estremamente potente, fino a 3000 volte quella del velcro tradizionale e con un potere incollante 30 volte superiore rispetto ai convenzionali adesivi epossidici. 10 LA CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI Packaging ed etichette Da etichette più complete al controllo costante dell’atmosfera all’interno della confezione, le nanotecnologie forniscono un valido aiuto alla corretta conservazione del cibo. 11 credit Fotolia/al62 Confezioni “intelligenti” L e nanotecnologie ci aiutano a conservare gli alimenti nel migliore dei modi e a controllare il loro stato. Come si è visto nel precedente capitolo le nanoparticelle di argento in un polimero che contiene alimenti preservano la confezione dalle muffe. Molto di più può essere fatto grazie alle nanotecnologie, ad esempio si parla di: Active packaging = miglioramento delle proprietà estetiche dell’imballaggio, maggiore protezione meccanica, migliore risposta a radiazioni elettromagnetiche, comunicazione delle caratteristiche del prodotto Intelligent Packaging = capacità di registrare l’invecchiamento, la contaminazione e le alterazioni del contenuto con sensori molecolari Inchiostri nanostrutturati = si possono stampare sulla confezione molte più informazioni rispetto agli attuali codici a barre, come l’intera filiera del prodotto, indicatori di prezzo e di stato di conservazione dell’alimento, leggibili con speciali lettori. Molte altre possibilità si stanno sviluppando per permettere un confezionamento dei prodotti, in particolare alimentari, per fornire al cliente non solo la massima protezione ma anche la massima garanzia riguardo a origini, freschezza e stato di conservazione del prodotto. Si parla già anche di microchip e display incorporati nelle confezioni per trasmettere ogni tipo di informazioni. Gli imballaggi “intelligenti” possono cambiare colore a seconda delle caratteristiche del prodotto, ad esempio se la plastica si colora di blu vuol dire che la confezione è danneggiata. Indicatori intelligenti di temperatura e freschezza possono segnalare lo stato del prodotto. Può essere notificato anche un cambiamento della composizione dell’atmosfera nella confezione a causa di un 12 danneggiamento. Gli indicatori possono addirittura rilasciare dosi di conservanti in casi di deterioramento registrato con biosensori (electronic tongue) tramite “biointerruttori” ottenuti grazie alle nanotecnologie. Etichette parlanti G li RFID (Radio Frequency Identification) Tags sono circuiti integrati di dimensioni micrometriche (10-6m) incorporati in supporto polimerico e dotati di circuito di trasmissione radio, così piccoli che possono essere inglobati nel prodotto (ad esempio nella carta o nei gioielli) e immagazzinare molte informazioni (come i microchip degli animali). Etichetta elettronica: con le nuove tecnologie può essere ridotta a dimensioni inferiori alla capocchia di uno spillo e contenere molte più informazioni di una normale etichetta stampata Grazie ai Tags RFID l’etichetta con tutte le informazioni può comparire direttamente sul cellulare Le Nanobarcode particles (NBCs), o codici a barre nano, sono formate da microscopiche strisce metalliche di argento e oro alternate, differenti per larghezza e composizione Le SENSER Tags sfruttano nanoparticelle di 25-50 nm, che formano un nucleo metallico, circondato da uno strato di diverse molecole attive nel cosiddetto spettro Raman (reagiscono a fasci di luce fornendo dati nello spettro luminoso) e da un guscio di vetro. Birra fresca più a lungo! credit http://www.nanocor.com/ Speciali cristalli prodotti dalla ditta Nanocor inseriti nella plastica delle bottiglie per la birra, ne prolungano la conservazione fino a 18 mesi, garantendo l’integrità dell’aroma. Le bottiglie sono più leggere, di conseguenza il trasporto è meno costoso e meno inquinante. 13 Polimeri biodegradabili I l grande problema generato dai rifiuti di plastica, che non si degradano nell’ambiente in tempi adeguati ed emettono sostanze inquinanti, ha reso necessario cercare alternative più sostenibili. Sono nati così i biopolimeri, usati soprattutto per l’imballaggio dei cibi, in primo luogo l’amido di mais. Questo presenta però dei problemi: resiste poco all’umidità e si rompe facilmente. Sono quindi intervenute le nanotecnologie: inserendo delle nanoparticelle di montmorillonite (un’argilla) nella matrice di amido di mais si risolvono entrambi i problemi, mantenendo il polimero totalmente biodegradabile, oltre che più leggero e più resistente alle alte temperature rispetto alle classiche pellicole trasparenti. Un bel film! La produzione di film (intesi come pellicole di materiale) viene influenzata molto positivamente dalle nanotecnologie. Queste permettono di migliorare la filmabilità (= proprietà di un materiale di essere trasformato in pellicola-film) di molti materiali e quindi di sviluppare pellicole innovative, ad esempio commestibili o biodegradabili. Queste avranno un costo più basso di quelle esistenti e buone proprietà meccaniche e di adesione. Inserendo sostanze a base di fluoro (sempre a livello nano) diventano ottimi protettivi (utili nell’industria tessile e cartaria, nell’elettronica, per i beni culturali) con elevata oleo e idrorepellenza, resitenza ai raggi UV, a sollecitazioni termiche e attacchi chimici. Computer di nanoplastica Un film derivato dalla proteina zeina ritarda di 6 giorni la perdita di colore, consistenza e peso dei pomodori, rispetto a quelli non ricoperti. 14 I film sottili nanocompositi (che arrivano a poche decine di nanometri di spessore) stanno prendendo piede anche nell’elettronica: il System On Package (SOP) permette di sostituire il rame con materiali nanocompositi più idonei a trasmettere diversi tipi di informazioni (audio, video, comunicazione), ottenendo così chip più piccoli e veloci. LA PROTEZIONE DELLE SUPERFICI Trattamenti superficiali nanostrutturati Trattamenti a base di prodotti derivati da nanotecnologie permettono una migliore resistenza e una maggiore durata delle superfici soggette a usura o a stress da contatto con acqua, agenti chimici o batteri. 15 Fotolia/Dinadesign Le Super-superfici L a realizzazione di rivestimenti nanostrutturati con proprietà chimico-fisiche e tribologiche potenziate, permette di migliorare molte caratteristiche dei materiali su cui sono applicati. Si elencano qui sotto solo alcune di queste proprietà: • Antiusura e antigraffio (accessori, lenti per occhiali, vetri, componenti in plastica, componenti meccanici, ecc.) • Anticorrosione (componenti meccanici metallici, utensili, superfici esposte ad agenti atmosferici, serramenti ecc.) • Lubrificanti solidi (componenti meccanici in applicazioni ad alta velocità: valvole, alberi, cuscinetti, turbine, ecc.) • Autopulenti (rivestimenti per superfici vetrose, lunotti e parabrezza ecc.) • Antiriflesso (rivestimenti per lenti, vetri, barriere termiche ecc.) • Durezza (rivestimenti per applicazioni meccaniche: stampi, utensili, lame, punte e punzoni, ecc.) • Estetiche e decorative (aspetto, colorazione, luminosità, brillantezza, ecc.) • Elettro/foto/termo cromici (rivestimenti per lenti, vetri per aerei, decorazioni luminose, sensori di temperatura, che cambia colore quando raggiungono una certa temperatura) • Metalli preziosi (rivestimenti per bigiotteria, gioielleria, posateria, sensori di gas e sostanze tossiche) • Polimerici (per impermeabilizzazioni, protezioni da agenti chimici aggressivi, trattamenti antiaderenti) Polimero visto al microscopio: in alto è evidente la struttura con proprietà di barriera Cos’è la tribologia? È la scienza che studia le proprietà di attrito e usura delle superfici a contatto (tribos in greco significa “sfioramento”) e le migliori soluzioni per la lubrificazione. La nanotribologia si occupa della scala nanometrica, che presenta problemi diversi e più complessi. 16 Tecniche di copertura E sistono diverse tecniche che consentono di depositare uno strato di spessore nanometrico, di solito metallico o ceramico, su diversi materiali, o addirittura di sovrapporre più strati nanometrici composti da materiali differenti: deposizione di vapori o tramite reagenti chimici, che si condensano sulla superficie per formare un rivestimento continuo; tecniche al plasma: una scarica elettrica attraversa un gas sotto vuoto e genera un plasma che deposita un sottile strato di materia sulla superficie da trattare; le proprietà di ogni strato possono essere modificate variando le caratteristiche del plasma; Thermal Spray Coating: immissione di una miscela di polveri in una miscela di gas ionizzati ad elevata temperatura; i granuli di polvere vengono accelerati fino a una velocità di 400 m/s e spruzzati sul substrato da ricoprire; Sol-gel è la transizione di una soluzione liquida colloidale (sol) di sali metallici o composti metallo-organici in un gel, che viene poi depositato ed essiccato sulla superficie; si formano film ultrasottili di materiali ceramici e vetrosi per ricoprimenti di diverse superfici. Cristallo di un’auto con comportamento idrofobico autopulente grazie ad un rivestimento nano. Le gocce non aderiscono alla superficie e la pulizia tramite tergicristallo è molto facilitata (la metà sinistra del cristallo è stata trattata). Superficie in acciaio inossidabile ricoperta da una pellicola resistente all’abrasione tramite sol-gel (in basso); non vengono lasciati aloni dopo la pulizia. Cos’è il plasma? È un gas ionizzato, composto da elettroni e ioni non legati tra loro. Viene definito “il quarto stato della materia”, poiché ha proprietà diverse da solidi, liquidi e gas. Macchina per i trattamenti col plasma PECVD 17 Soluzioni per tutti i materiali Più resistente della pietra Corrosione chimica da inquinanti, fratture da escursione termica, cristallizzazione di soluzioni saline, comparsa di infiltrazioni di umidità, muschi e alghe: i materiali lapidei sono sottoposti a continui stress che ne minacciano la pur proverbiale resistenza. Le nanotecnologie possono intervenire in aiuto di marmi, cementi e pietre naturali, proteggendoli dagli agenti esterni e dall’accumulo di sporco. Effetto superidrofobico ed autoSi applicano ad esempio rivestimenti con effetto autopulente (le pulente grazie al rivestimento di una superficie in pietra gocce di pioggia scivolano e portano via lo sporco), ma che non impediscono la traspirazione (come il prodotto Nanoprotect CS®, prodotto da Nanotec Ltd). Nuovi amici per la pelle Immagine al microscopio a scansione molecolare di crosta nappa naturale (a sinistra) e dopo aver subito trattamenti al plasma (a destra), si nota la superficie più omogenea, che risulta totalmente impermeabile all’acqua e più resistente alla decolorazione per strofinamento, importante soprattutto per i pellami più delicati, come gli scamosciati. Proteggere il legno Il legno è uno dei materiali più usati, dalle costruzioni all’arredamento. I trattamenti introdotti dalle nanotecnologie ne possono allungare di molto la durata e la stabilità, ad esempio contro l’attacco di muffe, insetti, fuoco e sbalzi termici. Si tratta inoltre di trattamenti atossici e non inquinanti, a differenza di quelli attualmente disponibili. Il prodotto Nanotec®, prodotto dalla Nanophase Technologies, spruzzato sul legno lo difende a lungo da parassiti e batteri, grazie a nanopolveri di ossido di rame e di zinco, capaci di penetrare la struttura porosa del legno. Il rivestimento AMP® (prodotto da ANC Ltd) ritarda il Superficie lignea resa idrofobica attraverso depropagarsi delle fiamme, creando un film sottile che posizione di film sottile tramite plasma: con un sprigiona acqua e gas ignifughi in caso d’incendio, ditrattamento di 10 minuti il legno diventa totalmente idrorepellente minuendo anche la formazione di fumo. 18 MIGLIORAMENTO DEI METALLI Metalli nanostrutturati e leghe metalliche Utensili di metallo ricoperti da film sottili di nitruro di titanio (TiN) o di cromo (CrN) tramite trattamenti al plasma aumentano di molto la propria resistenza e hanno una vita utile fino a tre volte superiore rispetto a metalli non trattati. 19 credit: Fotolia / Les Cunliffe Supermetalli A ttraverso le nanotecnologie si possono migliorare alcune proprietà dei metalli, in particolare delle leghe metalliche, controllandone la composizione e la struttura a scala atomico-molecolare. Si agisce sulle proprietà meccaniche (resistenza, elasticità, duttilità) e sulle caratteristiche funzionali (resistenza alla corrosione, proprietà elettriche e magnetiche, ecc.). Si ottengono così metalli compatti e leggeri, resistenti al calore e all’usura: talmente efficienti da essere chiamati super metalli. Le nanopolveri metalliche sono impiegate come materiale di partenza per ottenere metalli e leghe con caratteristiche particolari, ma anche disperse in soluzioni e matrici per rendere più resistenti altri materiali. credit http://www.nanocor.com/ Come si producono le nanopolveri? S i producono con metodologie top-down, macinando polveri metalliche più grandi (ball milling): con questa tecnica si ottengono leghe, ad esempio quelle a base di alluminio o titanio, usate nella componentistica aerospaziale o in articoli sportivi. Altrimenti si possono usare le tecniche bottom-up: per evaporazione termica, bombardamento di particelle (sputtering), tecniche chimiche, metodi laser (si spara un raggio laser su un gas o un solido, creando dei nuclei intorno ai quali si formano le polveri, modificando la miscela di gas e altri parametri si possono controllare composizione e dimensioni delle nanopolveri). 20 Macchinario per pirolisi laser di agenti gassosi PULIZIA E RESISTENZA Trattamento di vetri e ceramiche Per diminuire la manutenzione di grandi superfici in vetro, queste si possono rendere autopulenti grazie a soluzioni nanotecnologiche. Anche proprietà come l’isolamento termico e la resistenza ai graffi possono essere migliorate. credit: Fotolia/Scanrail 21 Ricoprimenti tuttofare L e nanotecnologie applicate a vetri e ceramiche includono trattamenti superficiali, creazione di nanostrutture e dispersione di nanoparticelle nella matrice per migliorarne le caratteristiche. Il ricoprimento della superficie vetrosa, ad esempio con film sottili, permette di aumentare la resistenza, ma anche altre proprietà: antiriflesso (lenti di telecamere, macchine fotografiche, occhiali) isolamento termico (finestre, caminetti, stufe) antigraffio (cristalli delle automobili, lenti degli occhiali) antibatteriche (contenitori per alimenti o usati in medicina o in laboratori di analisi) antigraffiti (cristalli dei mezzi pubblici, vetrine) anti appannamento (lenti degli occhiali, specchi di bagni e piscine) antighiaccio (cristalli di automobili e aerei) La chiesa Dives in Misericordia, a Roma, è stata costruita con uno speciale calcestruzzo di Italcementi (a marchio TX Active ®) ad azione fotocatalitica: grazie alle proprietà di autopulizia della superficie, mantiene inalterate nel tempo le qualità estetiche degli edifici. 22 Vetri autopulenti S i usano sempre più spesso ricoprimenti a base di nanoparticelle di diossido di titanio (TiO2), che rompono i legami chimici dei materiali organici che si depositano sulla superficie. In questo modo viene facilitata la rimozione dello sporco, ad esempio da parte di vento e pioggia che portano via le particelle depositate, le quali non riescono ad aderire alla superficie. Queste superfici si asciugano anche più velocemente, perche l’acqua forma uno strato molto sottile e scivola via in fretta, senza formare legami con il materiale rivestito. Tali proprietà sono state riprese dalla natura, in particolare dalla pianta del loto, che si mantiene continuamente asciutta e pulita grazie alla microstruttura della superficie fogliare. Il loto, pianta acquatica famosa per il suo splendido fiore, presenta delle minuscole protuberanze sulla superficie delle foglie, che ne aumentano la rugosità e impediscono alle gocce d’acqua di aderire. L’acqua scivola via dalle foglie e trascina con sé le particelle di sporco, lasciando la superficie libera e pulita, pronta ad accogliere tutta la luce solare per la fotosintesi Schema del comportamento superidrofobico autopulente, che imita l’effetto loto su superfici artificiali, grazie a ricoprimenti nanotecnologici. Tale tecnologia può essere applicata a superfici di vetro, come ad esempio i box doccia o le vetrate degli edifici, in modo da mantenerle sempre pulite e senza aloni o depositi di calcare, ma anche ai pannelli fotovoltaici per migliorarne l’efficienza grazie all’eliminazione dello sporco. 23 Applicazioni L e possibili applicazioni di queste tecnologie sono numerose: una delle più importanti è la possibilità di produrre protesi con vetri speciali, che creano legami con le cellule dell’organismo, senza essere rigettati come materiali estranei, grazie al ricoprimento della superficie con strati inerti e asettici (biocompatibilità). Specchio, a destra parte trattata con film sottile con proprietà anti appannamento I ricoprimenti ceramici su substrati metallici combinano la resistenza a usura e corrosione dei materiali ceramici con la duttilità e la tenacità tipiche dei metalli. Il DLC (Diamond Like Carbon) viene usato per parti meccaniche in movimento che devono resistere all’usura e avere un basso fattore di frizione, come alberi di trasmissione dei motori, componenti aeronautiche, pompe idrauliche e punte degli utensili o lame dei coltelli da cucina. Ricoprimenti in SiOx (ossidi di silicio) conferiscono proprietà anticorrosive, antigraffio o anallergiche. Evitano l’ingiallimento e l’iridescenza di componenti a contatto con le fiamme (quali bruciatori e griglie). 24 TESSUTI IPERTECNOLOGICI Nanofibre e rivestimenti Qualunque tessuto può essere reso superidrofobico coprendolo con un rivestimento nanotech, che può essere distribuito anche attraverso una bomboletta spray. credit: Fotolia/Guido Vrola 25 Fibre nano S i riescono ad ottenere fibre di polimeri sottilissime (da 10 nanometri ad alcuni micron) ma abbastanza robuste per essere utilizzate. Il procedimento si chiama elettrofilatura (electrospinning in inglese): una siringa del diametro inferiore al millimetro lancia un getto di materiale polimerico carico elettricamente attraverso un campo magnetico, che lo allunga e lo solidifica. Le applicazioni tecnologiche sono numerose: dai filtri protettivi (contro polveri, batteri, virus e agenti inquinanti) a membrane, da materiali per protesi a tessuti per l’abbigliamento tecnico. Fibre di Nanoceram® Filtri a cartuccia plissettati, contenenti Nanoceram® Le fibre di Nanoceram ® sono fibre di allumina (AlOOH) create dall’azienda americana Argonide. Hanno le dimensioni di una molecola di DNA, con diametro di circa 2 nanometri. Sono eccellenti chemioassorbenti di metalli pesanti (mercurio, piombo, cadmio, uranio, ecc.) e possono quindi essere usate in filtri e catalizzatori. Grazie alle dimensioni ridottissime, queste fibre possono intercettare microparticelle di metalli pesanti, che se rilasciate in atmosfera potrebbero essere molto pericolose per l’uomo. 26 Tessuti e indumenti interattivi La miniaturizzazione sempre più spinta dei dispositivi elettronici permette di inserirli anche negli indumenti, senza diminuirne comfort, eleganza e vestibilità. Il giubbotto interattivo qui sotto presentato ha molte applicazioni derivate dalle nanotecnologie; permette di ascoltare musica e telefonare, ma riesce anche a mantenere costante la temperatura corporea. Al suo interno contiene: - antenne per trasferimento dati - unità di controllo digitali - fonti di alimentazione di energia: batterie, celle solari, generatori termici - rivestimenti protettivi interni ed esterni - microfoni, auricolari, segnalatori ottici (led), elementi riscaldanti, refrigeranti, climatizzanti - sensori di temperatura, gas, pressione, umidità - interfacce uomo/macchina come attuatori a pressione, piccole tastiere, display Energia dalle magliette Convertitori elettromagnetici o piezoelettrici possono essere inseriti in un maglietta grazie alle nanotecnologie, fornendo energia elettrica grazie al movimento e al calore del corpo. L’insieme delle tecnologie più all’avanguardia, comprese le nanotecnologie, porta alla realizzazione di interessanti applicazioni, come il giubbotto interattivo. Inserimento di circuiti microelettronici nel tessuto intelligente Il pavimento intelligente (ricoperto da un tessuto, ad esempio moquette, con microcircuiti elettronici) può sentire una caduta e chiamare i soccorsi in caso di malore, se la persona non si rialza in tempi brevi 27 Rivestimenti A ttraverso trattamenti al plasma si possono inserire nanoparticelle tra le fibre dei tessuti, o depositare un film sulla loro superficie. Si ottengono così tessuti con proprietà anti-infeltrenti, idrorepellenti, antistatiche, antimacchia e antipiega, antibatterici e metallizzati, senza alterare la morbidezza e la comodità degli indumenti. Il tessuto trattato resiste a qualunque tipo di sporco e dura molto più tempo senza rovinarsi. Maggiore resistenza all’usura in un tessuto di fibre di vetro grazie a ricoprimenti superficiali: il campione di sinistra, non trattato, ha resistito a meno di 100 cicli di test,mentre il campione trattato resiste a oltre 10.000 cicli d’usura Normale tessuto reso superidrofobico grazie a rivestimenti nanotech. Non solo il tessuto non si bagna, ma è anche resistente all’umidità (può traspirare) e resiste quindi alle muffe. Tessuti sottoposti a trattamenti ricoprimenti superficiali (a sinistra) diventano superidrofobici: un liquido scorre sulla superficie senza bagnare il tessuto La tecnica di rivestimento nanotecnologico si adatta a qualunque tipo di tessuto, rendendolo totalmente refrattario allo sporco 28 LE FRONTIERE DELL’INFORMATICA Micro e Nano elettronica La nanoelettronica permetterà di superare i limiti ora imposti dalle dimensioni fisiche dei chip e aprirà nuove possibilità verso prodotti di dimensioni limitate ma dalle molteplici funzioni credit: Fotolia/Pitzalis Fabio 29 Minuscoli ma più potenti I computer sono sempre più potenti, i microprocessori aumentano velocità e performance in modo esponenziale, pur essendo di dimensioni sempre minori. Eppure la miniaturizzazione ha portato i componenti informatici a un limite minimo, è difficile ridurre ancora le dimensioni senza risolvere alcuni problemi come il surriscaldamento dei circuiti o la difficoltà di saldare i contatti di chip sempre più piccoli. Sarà quindi fondamentale usare le nanotecnologie per progredire nella miniaturizzazione dei chip, ad esempio usando i nanotubi o la capacità di alcune molecole di autoassemblarsi per formare i circuiti desiderati. Nuovi orizzonti vengono aperti da queste nuove tecnologie, già si parla di oggetti tecnologici come macchine fotografiche o telefoni cellulari usa e getta, fatti di “carta intelligente”, Wafer in tecnologia a 90nm quindi poco costosi da produrre e non inquinanti. Si illustrano qui a lato vantaggi e problemi delle diverse nanotecnologie allo stato attuale. Molto probabilmente numerosi problemi verranno risolti in futuro, permettendo a nuove invenzioni di prendere forma. 30 Veloci e affidabili Un settore in pieno sviluppo della elettronica d’avanguardia sono i MEMS (Micro Electro Mechanical Systems): dispositivi di grandezza micrometrica in grado di rilevare le grandezze fisiche presenti nell’ambiente circostante, come temperatura, umidità, sostanze chimiche e reagire di conseguenza. Ora la nanotecnologia ha creato i NEMS (Nano Electro Mechanical Systems), con le stesse funzioni, ma di dimensioni nanometriche. Hanno l’aspetto di un normale chip, ma oltre ai circuiti elettronici contengono anche parti in movimento, componenti ottiche, componenti chimiche ed elettriche. Sono le più piccole macchine mai costruite dall’uomo! Vengono utilizzati negli airbag, nei sistemi ABS, negli antifurti, ma anche come sensori: di pressione degli pneumatici, di sbandamento, di rollio, di vibrazione. Sono il cuore degli stabilizzatori per telecamere e macchine fotografiche. Esistono anche i sensori ottici (MOEMS = Micro Optical Electro Mechanical Systems), usati ad esempio nei display dei cellulari, nei videogame portatili e nelle telecomunicazioni. 1 2 3 4 Applicazioni che utilizzano MEMS, in senso orario partendo in alto a sinistra: 1-microspecchi ultrarigidi, 2-microdisplay, 3-microspeakers, 4-sensori di pressione negli pneumatici 31 Una carica in più U na nuova generazione di batterie potrà nascere grazie alle nanotecnologie: ad esempio si può migliorarne l’efficienza trattando il catodo con un gel polimerico in cui sono inserite nanoparticelle di litio. Si può allungare la vita utile delle batterie depositando strati di spessore nanometrico sul catodo (polimero alternato a MnO2, o nanotubi in carbonio) o sull’anodo (fullereni o nanotubi). In laboratorio si sono già costruite batterie con densità di energia quattro volte superiore e potenza specifica quasi 6 volte maggiore rispetto ai migliori prodotti attualmente in commercio. Microbatterie da inserire in più punti dei dispositivi da alimentare possono permettere di raggiungere una maggiore efficienza nell’utilizzo dell’energia. Una pila ricaricabile minuscola e leggerissima, ma molto potente, posta all’interno di un piccolo pannello fotovoltaico, permette di avere energia sempre disponibile, ad esempio per un telefono cellulare, ma anche per nuovi dispositivi come i minuscoli sensori e laboratori nanotecnologici descritti qui sotto. Microfluidica Si chiamano “sensori microfluidici”: servono per il trattamento dei fluidi (ad esempio in pompe, valvole idrauliche, stampanti a getto d’inchiostro) con volumi della scala del nanolitro. Vengono molto usati in medicina, per fluidi come sangue, soluzioni di proteine e anticorpi, sospensioni di batteri, ma anche per analisi del DNA o dosaggi di medicinali da somministrare in bassissime quantità. Dispositivo microfluidico Laboratori in un Chip Esempio di Lab on Chip Affimetrix GeneChip®. Immagine cortesia di Affimetrix. 32 La ricerca ha permesso di sviluppare dei chip microfluidici, che permettono di analizzare dei fluidi (sangue, ma anche riconoscimento automatico di precise sequenze di DNA), chiamati “Lab on a Chip”. Consentono di effettuare analisi cliniche in qualsiasi luogo, grazie a microtubi che trasportano i fluidi da analizzare in aree dove avvengono le reazioni chimiche, monitorate da sensori miniaturizzati. I risultati delle analisi vengono elaborati dal chip e inviati allo schermo dove vengono visualizzati. Un nano che diventerà un gigante L e nanotecnologie sono forse ancora un campo difficile da comprendere ed esplorare per la maggior parte delle persone, ma sono una realtà che sta sempre più prendendo piede in numerose applicazioni, quindi è giusto informarsi e considerarne vantaggi, opportunità e anche limiti. L’obiettivo di questa pubblicazione non è quello di fornire dati scientifici o promuovere determinati prodotti, ma semplicemente di invitare gli imprenditori a scoprire un mondo che sta venendo avanti e che può presentare nuove opportunità. Sarà poi compito degli imprenditori interessati operare per definire possibili sviluppi che le nanotecnologie possono apportare nelle loro imprese, cercando i giusti contatti e le informazioni più dettagliate nei molti lavori pubblicati e siti internet dedicati a questo soggetto. Il progetto europeo KEEN Regions (http://www.keen-regions.eu) mette ad esempio a disposizione una piattaforma internet che permette di trovare i contatti di ricercatori e imprenditori coinvolti nel settore delle nanotecnologie e soprattutto di trovare i centri di ricerca adatti a fornire supporto. Sito internet del progetto KEEN Regions KEEN Regions nei suoi tre anni di attività ha riunito tre distretti di nanotecnologia a livello europeo per sviluppare collaborazioni stabili e migliorare lo scambio di conoscenze tra i principali attori nel campo della ricerca sulle nanotecnologie in Europa. Con l’obiettivo finale di aiutare l’umanità a fare un altro passo avanti verso il futuro. 33 Partner I l progetto KEEN Regions è guidato da Veneto Innovazione e vede come partner altri 10 soggetti provenienti dalle regioni Veneto (Italia), Rhone-Alps (Francia) e Paesi Baschi (Spagna). Il partenariato comprende centri di ricerca (grandi distretti di nanotecnologie), enti istituzionali (governi locali) e rappresentanti delle piccole e medie imprese (associazioni di categoria) di queste tre aree europee. Oltre al capofila Veneto Innovazione, gli altri partner italiani sono la Regione Veneto, il distretto per le nanotecnologie Veneto Nanotech e il CRACA. Veneto Innovazione coordinator Regione del Veneto Centro Regionale di Assistenza per la Cooperazione Artigiana Veneto Nanotech www.venetoinnovazione.it www.regione.veneto.it www.craca.it www.venetonanotech.it Sociedad para la transformación competitiva Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives Fundaciòn CIDETEC Centro de Investigaciòn Cooperativa en Nanociencias CIC nanoGUNE www.cea.fr www.cidetec.es www.nanogune.eu www.spri.es www.nanobasque.eu Asociación de Industrias de las Tecnologías Electrónicas y de la Información del País Vasco – GAIA www.gaia.es 34 Minalogic Partenaires Ville de Grenoble www.minalogic.com www.grenoble.fr Le informazioni e le immagini (ove non diversamente indicato) sono liberamente riprese e adattate da “I Quaderni delle Nanotecnologie” editi da Veneto Nanotech. Gli otto quaderni possono essere richiesti gratuitamente dal sito http://www.venetonanotech.it/it/formazione-divulgazione/quaderni/,97 Si ringrazia Veneto Nanotech per la disponibilità e la gentile concessione di informazioni e immagini. Per maggiori informazioni sulla presente pubblicazione contattare CRACA Soc. Coop.: email: [email protected] telefono: 041-5096614 Liberatoria: La responsabilità per i contenuti, le informazioni e i punti di vista riportati nella presente pubblicazione è degli autori. I contenuti non riflettono necessariamente il punto di vista della Commissione Europea, che non ne è in alcun modo responsabile. 35 http://keen-regions.eu Centro Regionale di Assistenza per la Cooperazione Artigiana 36 www.craca.it