STELLA DELL`EVANGELIZZAZiONE
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STELLA DELL`EVANGELIZZAZiONE
ANNO LVIII-N.III - N° 4 DEL 2008 - RIVISTA BIMESTRALE - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 1 MYRIAM STELLA DELL’EVANGELIZZAZiONE Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 2 MYRIAM Santuario N.S. di Fatima, Via di Ponte Terra, 8 - 00132 S. Vittorino - Roma Tel. 06 22.66.016 - 06 22.66.024 - E-mail: [email protected] La rivista MYRIAM si sostiene unicamente con le offerte dei lettori. MYRIAM è una pubblicazione a carattere religioso. Mettila a disposizione della tua famiglia, in mezzo a tanti giornali, riviste e libri O PUÒ FARE CHE DEL BEE! I benefattori che vogliono collaborare al mantenimento del Santuario di Nostra Signora di Fatima e alle opere missionarie della Congregazione degli Oblati di Maria Vergine possono dare un aiuto concreto con delle offerte per la celebrazione di Sante Messe. Possono essere inviate usando il bollettino di conto corrente allegato alla rivista, specificando l’intenzione nella causale di versamento. Grazie di cuore! Rivista degli oblati di Maria Vergine Direttore responsabile: Sergio Zirattu, omv Segretaria di redazione: Mariarosa Scalcon, omvf Per la fotografia: Luciano Marchesin, omv Hanno collaborato a questo numero: Carlo Rossi, omv Andrea Brustolon, omv Vittorio Celoria,omv Giovanni Mannini,omv James Gerlett, omv Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 188 del 18.04.2003 Con approvazione ecclesiastica Stampa: Arti Grafiche s.r.l. Via Vaccareccia, 57 - 00040 Pomezia (RM) Tel. 06 91.62.981 - Fax 06 91.14.16.58 E-mail: [email protected] Foto di copertina: L’apparizione di Guadalupe tiratura 10.000 copie La rivista Myriam è collegata alle attività dei Santuari, Parrocchie e Centri di Spiritualità degli Oblati di Maria Vergine in Italia ed in Nigeria: Sacro Cuore Pinerolo, Chiavari SS. Salvatore Pantelleria Nostra Signora delle Grazie Carignano Madonna della Salette Viù Maria Regina della Pace Torino S. Maria del Pianto Roma N. Signora di Fatima S. Vittorino - Roma S. Caterina di Alessandria Sassari S. Giuseppe dei falegnami Roma Convitto Eccl.co S. Elena Roma S. Francesco Pantelleria S. Gaetano Pantelleria S. Giorgio Rovereto S.S. Iacopo e Filippo Pisa S. Berardo Teramo Mondo Migliore Rocca di Papa Pensionato Lanteri Pisa Lanteri House Suleja - Nigeria Sommario Non inviare soldi per lettera ma usare solo il Conto Corrente Postale N° 439018 indirizzato a: SANTUARIO N.S. DI FATIMA ISTITUTO OBLATI DI MARIA VERGINE, 00132 San Vittorino - Roma Questo numero è stato consegnato all’ufficio postale di Roma Attenzione: per richiedere informazioni, segnalare disguidi e ritardi nella consegna della posta, rivolgetevi alla direzione compartimentale delle Poste della vostra città. EDITORIALE.................................................... 3 STELLA DELL’EVANGELIZZAZIONE. .......... 5 SCOPERTA, CONQUISTA ........................................ 8 EVANGELIZZAZIONE IN MESSICO ............................9 JUAN DIEGO ................................................................. 10 LE APPARIZIONI SUL TEPEYAC .................... 12 DIFFUSIONE DEL CULTO ....................................... 15 I MISTERI DI UN’IMMAGINE............................ 17 GUADALUPE: UN SEGNO LUMINOSO .... 21 IL VENERABILE PADRE LANTERI .............. 22 A VIÙ .................................................................................. 26 COME VOGLIO IL SANTUARIO?................28 Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 3 L’evangelizzazione rinnova la Chiesa Alle soglie del terzo millennio Giovanni Paolo II invitava la Chiesa a intraprendere il cammino di una Nuova Evangelizzazione (Redemptoris Missio, 33). Nuova nella forma, rinnovata nelle motivazioni e corroborata dalla forza della testimonianza. Nella vita della Chiesa questo è un appello essenziale, a garanzia della sua continuità nel tempo e nello spazio, che si rifà al mandato di Cristo: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo” (Mt 28,19). Lungo i secoli la Chiesa si è sempre rinovata nello stile e nella forma di evangelizzazione. Pensiamo alle sfide della predicazione apostolica nel mondo cosiddetto dei pagani e alla difficile convivenza col mondo giudaico dei primi secoli, contraddistinti dalle grandi testimonianze di Santi, uomini e donne di ogni estrazione sociale, molti dei quali segnati dal martirio. Un’altra sfida si è presentata al contatto con le popolazioni del nord dell’Europa, durante le invasioni barbariche, e le conversioni di quelle dell’est, con la Russia in prima fila. La Chiesa è stata sempre in cammino, accogliendo, integrando, accompagnando culture, popoli e nazioni nella ricerca della verità, con l’annuncio della Buona Nuova del Vangelo, senza mai tirarsi indietro. Una tappa, storicamente tra le più rilevanti, è senza dubbio quella che inizia con la scoperta delle nuove terre americane, la cui popolazione rappresenta oggi la parte più numerosa della comunità cristiana. E’ un’epoca storicamente molto complessa, difficile da giudicare con la mentalità di oggi, ma particolarmente ricca per l’intera storia dell’umanità. Giovanni Paolo II ha riassunto così i risultati di quelle scoperte: “la civilizzazione ha portato un salto di qualità, c’è stata vera integrazione, in una maniera che la storia sino a quel momento non aveva mai conosciuto”. Il Vangelo di Gesù è stato seminato in quelle nazioni, specialmente quelle che compongono oggi l’area dell’America Latina, nel terreno fertile di culture antiche, da uomini e donne di fede profonda e tenace. In quest’opera di evangelizzazione i primi missionari non erano soli: assieme MYRIAM Continuando la visita ai più importanti Santuari mariani in questo numero ci soffermeremo su quello di Guadalupe, a Città del Messico. Esso è legato all’apparizione di Maria Santissima all’indio Juan Diego, nel mese di dicembre del 1531, agli inizi di una nuova evangelizzazione nelle terre americane di recente scoperta. Maria ha avuto un ruolo decisivo. 3 MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 4 allo Spirito di Colui che ha promesso di stare sempre con la Sua Chiesa, c’è stato anche il “SI” di Maria, “Madre del Verissimo Dio”, la Vergine di Guadalupe, come la nota che ha dato inizio a questo nuovo cammino di evangelizzazione. I frutti di questa presenza sono visibili anche oggi nella vitalità di quelle Chiese, nella fede dei singoli, nelle folle immense che ogni anno visitano il Santuario della Vergine di Guadalupe. Si tratta di una presenza, quella di Maria, che affascina e interroga l’uomo d’oggi, stupefatto dalle fattezze del suo volto, dai “segni” che circondano la sua immagine, dalle “scene” rimaste impresse nelle sue pupille e la ricchezza dei simboli nascosti fra le pieghe del suo manto. Questi segni interpellano non solo la fede, come tracce di Vangelo lasciate nel nostro cammino, ma anche la scienza, non meno che per il lenzuolo della Sindone. Per quanto ci è stato possibile, questo numero di Myriam abbraccerà, non senza stupore, la semplicità di questa apparizione e la ricchezza del suo messaggio. Alcuni anni fa ho avuto la fortuna di recarmi al Santuario della Vergine di Guadalupe, a Città del Messico. E’ immerso tra i palazzi e i grattacieli di una delle metropoli più grandi del mondo, visitato ogni giorno da migliaia di pellegrini. Il Santuario moderno, accanto a quello antico, è come una grande tenda circolare, posta per accogliere ma anche per elevare al cielo la grande croce che la sovrasta. E’ come se Maria avesse voluto farsi pellegrina in mezzo agli uomini e abbia deciso di restarci, costruendovi la sua casa. ZS 4 Le cupole del vecchio Santuario e il nuovo, al centro della capitale messicana di Città del Messico. Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 5 STELLA “Affido a Nostra Signora di Guadalupe, «prima evangelizzatrice dell'America Latina» gli aneliti e le speranze dei popoli dell’America latina. Essa è realmente la «Stella dell'evangelizzazione»... La sua presenza materna ha dato un decisivo impulso alla predicazione del messaggio di Cristo e alla fratellanza delle nazioni latinoamericane e dei loro abitanti. La devozione a Maria è stata sempre garanzia di fedeltà alla fede cattolica durante questi cinque secoli. Che Ella continui a guidare i vostri passi e fecondare i vostri sforzi a favore dell'evangelizzazione.” (Giovanni Paolo II, Lettera ai religiosi e religiose in occasione del V centenario del nuovo mondo) MYRIAM DELL’EVANGELIZZAZIONE 5 a Chiesa "prosegue il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio", annunciando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga (1Cor 11,26). Il Concilio Vaticano II parla della Chiesa in cammino, stabilendo un'analogia con Israele dell'Antica Alleanza in cammino attraverso il deserto. Il cammino riveste un carattere anche esterno, visibile nel tempo e nello spazio, in cui esso storicamente si svolge. La Chiesa, infatti, «dovendosi estendere a tutta la terra entra nella storia degli uomini ma insieme trascende i tempi ed i confini dei popoli». Tuttavia, il carattere essenziale del suo pellegrinaggio è interiore: si tratta di un pellegrinaggio mediante la fede, «per virtù del Signore risuscita- “L to», di un pellegrinaggio nello Spirito Santo, dato alla Chiesa come invisibile Consolatore. Tra le tentazioni e le tribolazioni del cammino, la Chiesa è sostenuta dalla forza della grazia di Dio, promessa del Signore, affinché non cessi, con l'aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la Croce giunga alla luce che non conosce tramonto. Proprio in questo cammino-pellegrinaggio ecclesiale, attraverso lo spazio e il tempo, e ancor più attraverso la storia delle anime, Maria è presente, come colei che è «beata perché ha creduto», come colei che avanzava nella peregrinazione della fede, partecipando come nessun'altra creatura al mistero di Cristo. Dice il Concilio che «Maria ... per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 6 25/11/2008 10.58 Pagina 6 riverbera i massimi dati della fede». Tra tutti i credenti ella è come uno «specchio», in cui si riflettono nel modo più profondo e più limpido «le grandi opere di Dio» (At 2,11). Ora agli albori della Chiesa, all'inizio del lungo cammino mediante la fede che cominciava con la pentecoste a Gerusalemme, Maria era con tutti coloro che costituivano il germe del «nuovo Israele». Questa presenza di Maria trova molteplici mezzi di espressione al giorno d'oggi come in tutta la storia della Chiesa. Possiede anche un multiforme raggio d'azione: mediante la fede e la pietà dei singoli fedeli, mediante le tradizioni delle famiglie cristiane, o «chiese domestiche», delle comunità parrocchiali e missionarie, degli istituti religiosi, delle diocesi, mediante la forza at- prima tra i credenti e perciò è diventata Madre dell'Emanuele. Questo è il richiamo della Terra di Palestina, patria spirituale di tutti i cristiani, perché patria del Salvatore del mondo e della sua Madre. Questo è il richiamo dei tanti templi che a Roma e nel mondo la fede cristiana ha innalzato lungo i secoli. Questo è il richiamo di centri come Guadalupe, Lourdes, Fatima e degli altri sparsi nei diversi paesi. Si potrebbe forse parlare di una specifica «geografia» della fede e della pietà mariana, che comprende tutti questi luoghi di particolare pellegrinaggio del popolo di Dio, il quale cerca l'incontro con la Madre di Dio per trovare, nel raggio della materna presenza di «colei che ha creduto», il consolidamento della propria fede. Infatti, nella fede di Maria, già all'annunciazione e compiutamente ai piedi della Croce, si è riaperto da parte dell'uomo quello spazio interiore, nel quale l'eterno Padre può colmarci «di ogni benedizione spirituale»: lo spazio della «nuova ed eterna Alleanza». Questo spazio sussiste nella Chiesa, che è in Cristo «un sacramento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano». Nella fede, che Maria professò nell’annunciazione come «serva La grande statua di Giovanni Paolo II all’esterno del Santuario del Signore» e nella quale trattiva e irradiante dei grandi san- costantemente «precede» il popolo di tuari, nei quali non solo individui o Dio in cammino su tutta la terra, la gruppi locali, ma a volte intere na- Chiesa senza soste tende a ricapitolare zioni e continenti cercano l'incontro tutta l'umanità in Cristo capo, nell'ucon la Madre del Signore, con colei nità dello Spirito di lui”. che è beata perché ha creduto, è la (Giovanni Paolo II, da Redemptoris Mater, 25-28) Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 7 SCOPERTA, CONQUISTA, EVANGELIZZAZIONE DI UN NUOVO MONDO L a scoperta di nuove terre oltre gli orizzonti allora conosciuti dell’oceano atlantico, superati precedentemente forse dai soli popoli della Scandinavia, senza peraltro lasciare tracce significative, comporta per quelle popolazioni un processo di completa trasformazione. Per vari secoli sono coinvolte nelle lotte delle conquiste e di spartizione delle loro terre e dei loro beni, protagoniste di nuovi processi di integrazione culturale e razziale. La chiesa, presente fin dall’inizio con l’invio dei missionari, è sottoposta a nuove sfide di evangelizzazione, a partire dalla conoscenza delle popolazioni e delle varie culture indigene. La storia di quei secoli però ci dice che non tutto è stato fatto con spirito evangelico e che purtroppo la carità e stata soprafatta dall’interesse e l’avidità dei conquistatori. Le popolazioni indigene hanno pagato un prezzo altissimo. Sacrificati nelle spartizioni delle loro terre ad opera di regni che si definivano “cristiani” hanno dovuto subire leggi ingiuste e assistere allo sfruttamento delle loro risorse. Pur riconoscendo gli abusi, che in ogni caso vanno giudicati alla luce della mentalità dell’epoca, non dobbiamo negare l’aspetto positivo che nei secoli ha avuto la “scoperta” delle nuove terre. E’ vero che i “conquistatori” hanno trovato anche civiltà fiorenti, tecnologicamente avanzate, come gli Aztechi e i Maia, ma anche la pratica dei sacrifici umani, la schiavitù, le guerre di conquista e di sottomissione. I conquistatori europei il più delle volte hanno usato le divisioni già presenti, inserendosi nelle lotte per sottomettere ai loro interessi chi già soggiogava popoli più deboli. L’evangelizzazione, che dai denigratori di ogni tempo è stata messa sullo stesso piano della “conquista”, avrà avuto anche i suoi errori, ma è innegabile che proprio tra le file dei missionari gli indigeni del nuovo mondo hanno trovato i loro unici difensori. Pensiamo, un nome fra tutti, all’opera instancabile del Vescovo Bartolomé de las Casas (1484-1566), domenicano. Egli fu il primo a denunciare le atrocità dei conquistatori, a dichiarare la naturale bontà degli indigeni e a difenderne i diritti. Il suo lavoro e le sue “relazioni” alla corona portarono in seguito ad emanare leggi più giuste, anche se, purtroppo, non sempre applicate. Da ricordare anche l’opera meritevole dei gesuiti, impegnati da subito nell’istruzione, con i loro famosi “collegi”, ma anche con le “reduciones”, vere e proprie comunità di integrazione a favore degli indigeni, con l’intento di far riconoscere il valore e la dignità degli indios, impegnandosi in prima persona, tanto da essere espulsi e, in seguito, anche sop- MYRIAM Il 12 ottobre del 1492 Cristoforo Colombo arriva nel Nuovo Mondo delle Americhe, approdando nell’isola che verrà chiamata San Salvador. É l’inizio di una nuova epoca. 7 Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 8 pressi. La storia di quei secoli, come in ogni epoca, pur intrecciandosi con la malizia umana, la legge del guadagno facile a discapito dei più deboli, non manca di figure e istituzioni esemplari che richiamano ai valori del vangelo in difesa della dignità umana. L’opera di evangelizzazione della Chiesa si inserisce, possiamo dire ieri come oggi, in questo filone di carità che, nella dinamica della storia, guidata dallo Spirito del Signore, diventa seme di nuova e rinnovata umanità. MIssionari gesuiti impegnati nell’evangelizzazione degli indios dell’America Latina. MYRIAM La Chiesa e l’evangelizzazione del Nuovo Mondo. 8 Dando una valutazione globale dell’opera evangelizzatrice della Chiesa nelle terre del cosidetto Nuovo Mondo, Giovanni Paolo II, in occasione del quinto centenario della scoperta dei popoli americani così si rivolge ai religiosi e alle religiose: “voglio, comunque, ribadire il giudizio globalmente positivo sull'operato dei primi evangelizzatori che erano in gran parte membri di Ordini religiosi. Molti di loro hanno dovuto lavorare in circostanze difficili e, nella pratica, inventare nuovi metodi di evangelizzazione, proiettati verso popoli e genti di culture diverse: poiché la civilizzazione ha portato un salto di qualità, c’è stata vera integrazione, in una maniera che la storia sino a quel momento non aveva mai conosciuto” Bartolomé de las Casas (Giovanni Paolo II, Lettera ai religiosi e religiose in occasione del V centenario del nuovo mondo). La valutazione viene confermata da Benedetto XVI, aprendo la sessione inaugurale della V Assemblea dei Vescovi della Conferenza episcopale dell’America latina e dei Caraibi, nel Santuario mariano di Aparecida: ”ma, che cosa ha significato l'accettazione della fede cristiana per i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi? Per essi ha significato conoscere ed accogliere Cristo, il Dio sconosciuto che i loro antenati, senza saperlo, cercavano nelle loro ricche tradizioni religiose. Cristo era il Salvatore a cui anelavano silenziosamente. Ha significato anche avere ricevuto, con le acque del Battesimo, la vita divina che li ha fatti figli di Dio per adozione; avere ricevuto, inoltre, lo Spirito Santo che è venuto a fecondare le loro culture, purificandole e sviluppando i numerosi germi e semi che il Verbo incarnato aveva messo in esse, orientandole così verso le strade del Vangelo. In effetti, l'annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò, in nessun momento, un'alienazione delle culture precolombiane, né fu un'imposizione di una cultura straniera. Le autentiche culture non sono chiuse in se stesse né pietrificate in un determinato momento della storia, ma sono aperte, più ancora, cercano l'incontro con altre culture, sperano di raggiungere l'universalità nell'incontro e nel dialogo con altre forme di vita e con gli elementi che possono portare ad una nuova sintesi nella quale si rispetti sempre la diversità delle espressioni e della loro realizzazione culturale concreta.” Questa sintesi si realizza proprio attraverso il prodigio di Guadalupe, come l’evento che ha profondamente segnato l’evolversi del cristianesimo nel continente americano. Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 9 EVANGELIZZAZIONE IN MESSICO La città di Tenochtilán (attuale Città del Messico) come si presentava agli inizi del 1500 P artendo dall’isola di Cuba, nel 1519, lo spagnolo Hernán Cortés arriva nelle coste del Messico, addentrandosi col suo esercito di 500 uomini verso l’interno, nel cuore del regno Atzeca. Giungendo presso la località di Tenochtilán (attuale Città del Messico), ai margini del lago Texcoco, rimane impressionato dalla vastità della città, con i suoi 250 mila abitanti, e dell’organizzazione che vi regna. Purtroppo le lotte che si instaurano a contatto con la nuova civiltà innescano un meccanismo di guerra e di violenza che culmineranno con la totale distruzione, nel 1521, della città di Tenochtilán e il massacro dei suoi abitanti. I missionari, che non hanno accompagnato la prima spedizione di Cortés, vi arriveranno due anni dopo: i francescani prima e, in seguito, i domenicani. L’evangelizzazione, come era naturale prevedere, procede con difficoltà, anche perché sono profondamente radicate le credenze ancestrali dei popoli che abitano queste zone. Le conversioni non sono numerose, ne’ tanto meno spettacolari. E, quando si producono, in non pochi casi avviene un sincretismo con i miti locali, o, con maggior frequenza, i neo convertiti tornano alle loro antiche religioni in poco tempo. Tuttavia, nel 1528 nel Messico viene eletto il primo vescovo, il francescano Juan de Zumárraga, che presto si distinguerà come protettore degli indigeni. Il numero di ordini religiosi e di missionari aumenta. Ma la situazione non migliora malgrado la varietà di strumenti pastorali, come la conoscenza delle lingue locali, sia aumentata. Però presto le cose cambiano. I nativi iniziano ad avvicinarsi alla fede e molti chiedono il battesimo. Cinque anni dopo, l’entusiasta frate Toribio de Benavente (soprannominato Motolinía, il povero) scriveva che erano già stati battezzati più di quattro milioni di nativi. Cosa era accaduto dunque, se fino al 1531 c’era solo un milione di battezzati, secondo i dati forniti dal Vescovo di queste terre, primo Vescovo Messicano, mentre tra il Il Juan de Zumárraga, decisivo 1531 e il 1537 si negli avvenimenti di Guadalupe è moltiplicato in modo così impressionante il numero dei convertiti? Un fatto trascendentale ha segnato questo cambiamento: il 9 dicembre del 1531 avvennero le apparizioni della Vergine di Guadalupe che diedero un forte impulso al processo evangelizzatore. P. Rubén Vargas Ugarte nella sua “Storia del Culto di Maria” scrive: «Il motivo principale di queste conversioni altro non fu che il soave influsso che la Vergine Santissima apparsa a Juan Diego esercitò sugli indigeni ...». MYRIAM E’ un fatto innegabile che la devozione a Maria è la caratteristica del cristianesimo latinoamericano più popolare, persistente e originale. Lei è presente all’origine stessa del cristianesimo del uovo Mondo. Fin dal principio, la presenza di Maria ha dato dignità agli schiavizzati, speranza agli sfruttati e motivazione a tutti i movimenti di liberazione. 9 Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 10 Juan Diego L’indio prescelto da Maria “Juan Diego, nell'accogliere il messaggio cristiano senza rinunciare alla sua identità indigena, scoprì la profonda verità della nuova umanità, nella quale tutti sono chiamati ad essere figli di Dio. In tal modo facilitò l'incontro fecondo di due mondi e si trasformò in protagonista della nuova identità messicana, intimamente unita alla Vergine di Guadalupe, il cui volto meticcio esprime la sua maternità spirituale che abbraccia tutti i messicani. Attraverso di esso, la testimonianza della sua vita deve continuare a dare vigore alla costruzione della nazione messicana, a promuovere la fraternità tra tutti i suoi figli e a favorire sempre di più la riconciliazione del Messico con le sue origini, i suoi valori e le sue tradizioni.” MYRIAM Giovanni Paolo II, nell’omelia della canonizzazione 10 S an Juan Diego nacque nel 1474 nel villaggio di Cuauhtitlán. Alla nascita gli fu dato il nome di Cuauhtlatoatzin che, tradotto può significare “colui che parla come un’aquila” , oppure “aquila che parla. Cuauhtlatoatzin apparteneva alla fascia più povera della scala sociale Azteca, senza però essere schiavo. Si dedicò al lavoro di un piccolo terreno, dove aveva costruito la sua capanna. Si sposò con Malintzin, una giovane del luogo, senza aver avuto figli. Nel 1525 si convertì al cristianesimo e fu battezzato, assieme alla moglie, ricevendo rispettivamente il nome di Juan Diego e Maria Lucia dal frate francescano Toribio di Benavente, chiamato dagli indios “Motolinia” (il povero). Juan Diego si distingueva per la sua indole riservata e pia, sollecito nel frequentare la catechesi e i sacramenti, senza badare ai sacrifici che questo richiedeva: si poneva in cammino fin dalle prime ore del giorno per raggiun- gere Santiago di Tlatelolco, dove i francescani radunavano gli indigeni per catechizzarli. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni, Juan Diego orienta la sua vita ancora più decisamente verso Dio. Trasferitosi presso lo zio Juan Bernardino, trascorre tutto il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche della religione cristiana, fra cui l’ascolto della catechesi impartita agli indigeni convertiti dai missionari spagnoli. Conduce una vita esemplare che edifica molti. L'esperienza eccezionale vissuta con l’apparizione di Maria Santissima nel colle di Tepeyac (9 dicembre 1531) s'inserisce in un’esistenza già trasformata dalla grazia del battesimo e cementata dall’incontro con la Madre di Dio che ne potenzia in modo straordinario il cammino di fede, fino a spingerlo ad abbandonare tutto, casa e terra, per trasferirsi in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli fece costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di 25/11/2008 10.58 Pagina 11 Guadalupe. Qui, vicino al luogo delle apparizioni, Juan Diego vive per ben 17 anni in penitenza e orazione, assoggettandosi agli umili lavori di sagrestano, senza mai mancare al suo impegno di testimoniare quanto Maria ha fatto per lui e può fare per tutti quelli che con affetto filiale vorranno rivolgersi al suo cuore di Madre. La morte lo coglie nel 1548, quando ha ormai 74 anni. La sua fama di santità, che già l’aveva accompagnato in vita, cresce nel tempo fino ai nostri giorni, finché nel 1984 si dette finalmente inizio alla sua causa di beatificazione e si pose mano all'elaborazio- ne della Positio, orientata a comprovarne non solo il culto, da tempo immemorabile, ma anche a dimostrare le virtù del servo di Dio e a illustrarne la vita. Attraverso una solida base documentale si voleva cioè dimostrare che Juan Diego, per i suoi soli meriti di cristiano, era degno di assurgere agli onori degli altari, finché – al termine di un complesso iter ecclesiastico con il decreto Exaltavit humiles (6 maggio 1990), se ne è finalmente concessa la memoria liturgica, fissata al 9 dicembre, data della prima apparizione della “Morenita”. Giovanni Paolo II ha dichiarato beato il veggente Juan Diego nel 1990, per proclamarlo infine santo nel 2002. Il mondo di Juan Diego ruota all’interno della regione attualmente occupata dalla grande Città del Messico, a quei tempi col nome di Tenochtilán: Cuauhtitlán: è il luogo della sua nascita, un piccolo villaggio della tribù Nahua, sottomessa al Regno Azteca pochi decenni prima che arrivassero gli spagnoli di Cortés. Tlatelolco: è la postazione missionaria dei francescani dove si recava settimanalmente per la catechesi e la S. Messa. Tepeyac: è il colle dell’apparizione, a metà strada, tra la sua abitazione e la Chiesa. Qui Juan Diego visse i suoi ultimi anni. Davanti, due scene di vita religiosa presso gli indios messicani convertiti. Dietro, antico medaglione azteco. MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 11 Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 12 LE APPARIZIOI sul Tepeyac Le più antiche relazioni sulle apparizioni della Madonna di Guadalupe sono due documenti in lingua náhuati della prima metà del secolo XVI : “Questi è la gran meraviglia”, attribuito al sacerdote spagnolo Juan Gonzáles, interprete del vescovo Juan de Zumárraga, scritto fra il 1541 e 1545, quando erano ancora vivi Juan Diego e lo stesso vescovo, e il “ican mopohua” (“Qui si racconta”), attribuito al nobile azteco Antonio Valeriano, scritto tra il 1545 e il 1555. MYRIAM Ecco, in sintesi la cronologia delle apparizioni come ci vengono narrate dai suddetti documenti. 12 Prima apparizione All'alba del sabato 9 dicembre 1531, Juan Diego sale sul colle del Tepeyac, posto in periferia a nord di México-Tenochtilán: si sta dirigendo a Tlatelolco per la consueta lezione di catechismo. Giunto all’altezza del colle chiamato Tepeyac, ode un canto melodioso, come di uccelli rari. Si ferma stupito quando il canto tace e, dalla cima del colle, sente una voce che lo chiama soavemente per nome: con accenti di tenerezza:“Juatzin, Juan Diegotzin” (diminutivi náhuati di “Juan e “Juan Diego”). Sale in direzione della voce per nulla turbato, anzi con un moto di gioia interiore. Si trova davanti una Signora, in piedi, che lo invita ad avvicinarsi. L'abito in cui è avvolta è raggiante di luce, così come la pietra su cui poggia i piedi, mentre la terra risplende, nella nebbia, con i colori dell'arcobaleno. Prostratosi, sente la Signora rivolgersi a lui maternamente dichia- rando di essere “la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo e unico Dio” e gli ordina di recarsi dal vescovo per riferirgli che desidera le si erga un tempio ai piedi del colle, affinché in quel luogo possa presentare suo Figlio a tutte le genti che vivono in quella terra. Juan Diego obbedisce prontamente, ma la sua prima visita in vescovado si rivela un fallimento. Il Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 13 vescovo, Juan de Zumarraga, che lo riceve dopo una lunga attesa, non gli crede. di martedi 12 dicembre, Juan Diego esce per andare a Tlatelolco, ma decide di evitare il colle del Tepeyac per non essere trattenuto dalla Signora. Seconda apparizione Terza apparizione Mentre i servitori ritornano dal vescovo, tacciando Juan Diego di bugiardo e visionario, la Vergine gli appare di nuovo e gli promette di dargli un segno l’indomani mattina. Il lunedì, però, Juan Diego non si reca all'appuntamento. Tornato a casa, la domenica, ha trovato lo zio Juan Bernardino molto malato. Il medico non fa altro che constatare la gravità del suo stato e l'infermo chiede di essere visitato da un sacerdote. Per questo, alle prime luci dell'alba Quarta apparizione Ma la Signora è lì, davanti a lui e chiede il perché di tanta fretta. L'indio, prostrandosi ai suoi piedi, le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo a causa della grave malattia dello zio. Ma la Signora lo rassicura, gli dice che lo zio è già guarito, e lo invita a salire sulla sommità del colle per cogliere e portarle i fiori che troverà lassù. Juan Diego sale e si meraviglia di trovare, in quel luogo, ma soprattutto in quell’epoca dell’anno, la cima del colle coperta di bellissimi “fiori di Castiglia”. Juan Diego li coglie e li porta alla Vergine, la quale li prende e poi li rimette Lei stessa nel mantello (la “Tilma”) dell’indio, ordinandogli di mostrarli solo al vescovo. Rincuorato dalle parole della Vergine, Juan Diego va dritto al vescovado, dove, però, deve attendere a lungo, importunato da quelli che vorrebbero vedere ciò che stringe nella Tilma. Intuendo che si tratti di fiori, tentano per ben tre volte di prenderglieli, ma inutilmente, perché i fiori diventano come aderenti al tessuto. Lo strano fatto viene riferito al vescovo, che decide di ricevere Juan Diego. Finalmente l'indio può aprire il MYRIAM Tornando a casa la sera di quello stesso giorno, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. Ma la Vergine insiste e lo esorta a eseguire il suo desiderio, ordinandogli di ritornare dal vescovo. Il giorno seguente, domenica 10 dicembre, dopo il catechismo, Juan torna dal vescovo, il quale lo ascolta con maggior attenzione, rivolgendogli alcune domande, ma chiedendogli un segno; poi, non appena uscito, gli manda dietro dei servitori a spiarlo, ma essi lo perdono di vista non appena si avvicina al Tepeyac. 13 MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 14 25/11/2008 10.58 Pagina 14 mantello e mostrare al vescovo il segno richiesto: le rose e gli altri fiori profumati cadono a terra e sulla Tilma compare improvvisamente, l'immagine della Vergine che si offre alla venerazione dei presenti, caduti nel frattempo in ginocchio. Il presule, dopo aver chiesto perdono per la sua incredulità, sfila la Tilma dal collo dell’indio e la colloca all’interno della sua cappelL’Ermita, il luogo delle apparizioni, come si presenta oggi. la. La mattina dopo Juan Diego, dopo essere rimasto tutta la notte ospite del vescovo, lo accompagna al Tepeyac esporla nella chiesa principale della per indicare il luogo in cui la Vergine città, mentre allo stesso tempo iniziaha chiesto di costruirle il tempio; poi, vano i lavori della cappella ordinata mentre già si organizzano i preparati- dalla Madonna (quella che si chiamò vi per la costruzione, chiede il per- la prima ermita). Qui, il 26 dicembre messo di recarsi a casa per vedere dello stesso anno delle apparizioni, fu suo zio, che aveva lasciato ammalato trasferita nel corso di una solenne il giorno prima. processione, alla quale intervennero Quinta apparizione (allo zio Juan Bernardino) Quando Juan Diego tornerà a casa, troverà lo zio ristabilito, e gli racconta dell’apparizione della Vergine e della promessa di guarigione. Ma anche Juan Bernardino ha qualcosa da dire; infatti riferisce che nello stesso momento in cui Juan Diego dice di averla sentita promettere la guarigione, è apparsa anche a lui, sanandolo completamente e dicendogli di voler essere invocata con il titolo di “Perfetta Vergine Santa Maria di Guadalupe”. Appena si sparse nella capitale la notizia del prodigio, il palazzo vescovile divenne meta di pellegrinaggi da parte di chi voleva vedere la santa immagine, tanto che il vescovo Juan de Zumarraga fu costretto ad le principali autorità spagnole insieme alla nobiltà india. L'immagine fu portata dai missionari francescani sotto un elegante baldacchino, tra le manifestazioni di giubilo degli indigeni. Fu durante questa processione, che ad un certo momento una freccia, partita da un gruppo di danzatori indigeni vestiti da guerrieri, per un errore dell’arciere colpisce alla gola uno dei suoi compagni, uccidendolo sul colpo. Il corpo dello sventurato viene subito portato davanti all’immagine della Vergine di Guadalupe, mentre tutti pregano perché lo risusciti. Ed ecco che, appena estratta la freccia, la ferita si rimargina, lasciando solo una profonda cicatrice, e il malcapitato si alza in piedi, cantando lodi alla Signora del Cielo. Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 15 Il culto della Madonna di Guadalupe si diffuse subito in tutto il Messico, ma incontrò anche l’opposizione di quei religiosi che temevano una sopravvivenza dei culti pagani sotto una maschera di devozione cristiana. Infatti la collina del Tepeyac era stata, in epoca precolombiana, sede del tempio di Tonantzín, una dea azteca il cui nome significa "nostra venerata madre", distrutto durante la conquista. Dopo le apparizioni della Madonna di Guadalupe e l'edificazione dell'ermita, il luogo fu definitivamente consacrato al culto cristiano della Vergine Maria, ma gli indios lo chiamano ancora Tonantzín; nome che però i domenicani giudicarono perfettamente compatibile con la fede cristiana. Le resistenze tuttavia non ostacolarono minimamente il diffondersi della devozione, peraltro incoraggiata dalla Chiesa messicana. Così, nel 1557, il nuovo arcivescovo, padre Alonso de Montúfar, fece costruire un'ermita più grande, e il 10 settembre 1600 iniziarono i lavori del santuario, la "iglesia de los indios", consacrato nel novembre del 1622. Il rapido diffondersi di questa fede avvenne anche fuori dell'America Latina, come dimostra la presenza di una copia dell'immagine del Tepeyac nella cabina dell'ammiraglio Gian Andrea Doria (1539-1606); una delle più antiche ancora esistenti conservata oggi nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano d'Aveto, in provincia di Genova. MYRIAM DIFFUSIOE DEL CULTO Antica immagine della Vergine di Guadalupe Tuttavia, anche se diffuso, il culto rimaneva privo di “ufficialità” che poteva venirgli solo dalla Santa Sede. Così, a questo scopo, fra il 1662 e il 1666 furono raccolte in maniera ufficiale le testimonianze sull'apparizione, fu fatta esaminare l'immagine da medici e pittori, e ai verbali fu aggiunto un documento scritto da don Luis Becerra Tanco, studioso delle lingue e delle culture indigene del Messico. In seguito, nel 1667, Papa Clemente IX emanò una bolla nella quale il 12 dicembre veniva dichiarato festa della Madonna di Guadalupe; mentre il 25 maggio 1754 Papa Benedetto XIV nominò la Madonna di Guadalupe patrona principale e protettrice della Nuova Spagna. 15 Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 16 La cappella, o Ermita dell’Indio, è il più antico monumento che si conserva nel recinto del Santuario di Guadalupe. E’ stata costruita nel 1649, nel luogo dove Juan Diego ha passato i suoi ultimi anni di vita a servizio del Santuario e dei pellegrini. MYRIAM Antica basilica della Vergine di Guadalupe, costruita tra il 1609 e il 1622. Come tanti edifici antichi di Città del Messico, rimane inclinata a causa di movimenti sismici ricorrenti. 16 Nuova Basilica, consacrata nel 1976, capace di contenere quasi ottomila fedeli. E’ in assoluto il santuario mariano che riceve il maggior numero di pellegrini all’anno, calcolati in 20 milioni. Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 17 I MISTERI DELL’IMMAGINE La Tilma e l’Immagine della Vergine La Tilma è il manto che gli indios come Juan Diego usavano per coprirsi, lo stesso su cui è rimasta miracolosamente impressa l’immagine della Vergine, così come l’ hanno vista il vescovo Zumarraga e i suoi servitori il pomeriggio del 12 dicembre del 1531. Oggi è conservata in una teca di cristallo, dietro l’altare maggiore del Santuario della Vergine di Guadalupe a Città del Messico. I fedeli la possono contemplare passandovi di fronte attraverso un tappeto mobile. La Tilma è costituita da due teli di ayate, un rozzo tessuto di fibre d’agave usato dalla gente povera, cuciti insieme con fili sottili. Su di essa si vede l’immagine della Vergine, impressa per tutta la lunghezza del manto, con un’altezza di 143 centimetri. A partire dalla prima ricognizione ufficiale del 1666, i risultati degli esami compiuti sul telo segnalano che è assolutamente impossibile che un’immagine così nitida sia stata MYRIAM L’apparizione di Maria Santissima sulla cima del colle Tepeyac, nel 1531, è per se stessa un grande avvenimento di carattere religioso, con risvolti sociali inimmaginabili. Come a azareth, “nella pienezza dei tempi”, Maria è presente agli inizi del Mistero dell’Incarnazione, così a Tenochtilán-Città del Messico Ella si fa presenza agli inizi di una nuova epoca di evangelizzazione, per poter presentare il suo unico Figlio a tutte le genti che vivono su quella terra da poco scoperta. Ma i “segni” che la Vergine di Guadalupe ha lasciato sulla terra, affidandoli alla sua immagine impressa nel mantello di un umile indio, non sono meno importanti; anzi, rappresentano il segno tangibile di quell’incontro fra cielo e terra che, sin dall’inizio, ha richiamato alla fede milioni di uomini e donne di tutte le razze e di tutti i popoli. Quali sono i “misteri” dell’immagine della Vergine di Guadalupe? Come si è impressa nella Tilma, come si conserva nel tempo e i contenuto che l’avvolge. 17 dipinta a olio o a tempera su quel tipo di tessuto grezzo, senza che vi sia stata una preparazione speciale. Gli studi scientifici sulla “fissazione” dell’im- MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 18 25/11/2008 10.58 Pagina 18 magine sono proseguiti sino ai giorni nostri, arrivando a riprodurre su tessuti simili la stessa immagine, ma con risultati nettamente inferiori alle aspettative. Oltre alla bassa qualità dell’immagine tali riproduzioni hanno avuto la difficoltà di essere mantenute nel tempo, con procedimenti di conservazione contro gli attacchi da muffe, cosa che invece non è avvenuto e non avviene per la Tilma. Si è infine costatato che il tessuto ha reagito positivamente, senza deteriorarsi, al contatto involontario di liqudi che attaccano e consumano materiale vegetale come la Tilma e che, a contatto con l’aria, anche senza la protezione del vetro, questa “respinge” gli insetti e la polvere. Nel 1976, con la tecnica degli infrarossi, si determinò che, pur essendo state trovate tracce di interventi pittorici in tratti circoscritti delle mani, della parte inferiore dell’immagine, quella con l’angelo, e l’aggiunta di oro e argento nei raggi solari e nella luna, la quasi totalità dell’immagine fa tutto un corpo con il tessuto del manto. Chi contempla oggi quell’immagine, posta dietro l’altare maggiore del Santuario di Guadalupe, vede la stessa immagine, formatasi sullo stesso tessuto appartenuto a San Juan Diego e che, nella sostanza, non è stato toccato da mano d’uomo. Il viso, la cintura Il popolo messicano si riferisce alla Vergine di Guadalupe chiamandola col nome di “Virgen Morena” o “Morenita”. Infatti i tratti del volto, un po’ scuri, non sono né di tipo europeo Reliquiario che contiene la Tilma con l’immagine della Vergine di Guadalupe, così come la contemplano i pellegrini che si recano al santuario, a Città del Messico né di tipo indio, ma di tipo “meticcio” che, per quell’epoca, era semplicemente inpensabile. Quando l’immagine si forma nella Tilma, sono passati appena 12 anni dal momento in cui il primo europeo ha messo piede in Messico, quindi ancora prima che una “razza” intermedia si potesse difondere. L’Apparizione di Guadalupe appare così come la profezia di un nuovo popolo, di una nuova cultura, di una nuova razza. L’immagine però non lascia di stupire nel suo simbolismo, allora comprensibilissimo agli occhi degli indigeni messicani. La “Perfetta Sempre Vergine Maria”, come si è presentata, appare avvolta di un manto verde-azzurro che copre una tunica rosa ricamata di fiori, stretta sopra la 25/11/2008 10.58 Pagina 19 vita da una cintura color viola scuro. Questa cintura, presso gli aztechi è il segno delle donne incinte e indica che la Vergine è in procinto di donare agli uomini il Salvatore. Una pagina di Vangelo a disposizione di tutti! La pupilla Si tratta certamente del risultato più incredibile degli studi fatti sulla Tilma. Infatti, in una fotografia fatta nel 1929, studiando i particolari presenti negli occhi dell’immagine, il fotografo Alfonso Marcué Gonsalves scorge la sagoma di qualcosa simile ad un mezzo busto di una persona. La scoperta fu mantenuta segreta in attesa di nuovi riscontri, sino a che, nel 1951, il fotografo ufficiale del Santuario, dopo aver rifatto la foto dichiara di aver vista “..riflessa nella pupilla del lato destro della Vergine di Guadalupe la testa di Juan Diego, accertandone subito la presenza anche sul lato sinistro”. Tutto questo viene confermato anche da studi successivi, fatti direttamente sull’immagine, senza la prote- zione del vetro. Nel 1979, a completamento di tali analisi, l’ingegnere peruviano José Aste Tonsmann, sottopone la parte degli occhi ad una scansione ad alta definizione, ingrandendo le iridi fino a 2500 volte, ottenendo così un risultato ancora più sorprendente: la presenza cioè della scena completa del miracolo, con Juan Diego che apre la sua Tilma davanti al Vescovo e agli altri testimoni. Al centro delle pupille, poi, si nota un’altra scena, del tutto indipendente dalla prima, in cui compare un vero e proprio “gruppo familiare” indigeno, composto da una donna, un uomo, da alcuni bambini e, nel solo occhio destro, da altre persone in piedi dietro la donna. La presenza di queste immagini negli occhi è, innanzi tutto, la conferma definitiva dell’origine prodigiosa dell’icona guadalupana: è material- Particolari degli occhi della Vergine: sopra, i personaggi presenti al miracolo, sotto, il “gruppo familiare” rilevato nell’iride. MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 19 MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 20 25/11/2008 10.58 Pagina 20 mente impossibile dipingere tutte queste figure in cerchietti di circa 8 millimetri di diametro, quali sono le iridi della Madonna di Guadalupe, e per di più nell’assoluto rispetto di leggi ottiche totalmente ignote nel secolo XVI. Inoltre, la scena del vescovado come appare negli occhi della Vergine pone un altro problema: essa non è quella che poteva essere vista dalla superficie della Tilma, dato che vi compare Juan Diego con la Tilma dispiegata davanti al Vescovo. A questo proposito José Aste Tonsmann avanza l’ipotesi che la Madonna fosse presente, sebbene invisibile, al fatto, e abbia “proiettata” sulla Tilma la propria immagine, avente negli occhi il riflesso di ciò che stava vedendo”. Il Manto Un’altro studio scientifico che ha dato risultati molto interessanti è quello relativo alla disposizione delle stelle sul manto della Vergine. Una visione accurata della loro disposizione sul manto rivela la riproduzione esatta delle costellazioni presenti su Città del Messico nell’inverno del 1531, con una sostanziale e altrettanto sbalorditiva differenza. Si tratta infatti delle costellazioni viste da una prospettiva “cosmocentrica” così come le vedrebbe un osservatore posto al di sopra della volta celeste. Ma i misteri continuano via via che si approfondiscono gli studi, e riguardano la temperatura del tessuto, che si mantiene costantemente (e naturalmente) a 36,6 gradi, come quella del corpo umano vivo; la “posizione” dei colori che formano l’immagine sul tessuto che, con i test a raggi laser, sembrano non essere fissatati in nessun lato del manto, ma appaiono come “fluttuare” sulla superficie. Si potrebbe continuare ancora, mentre gli studi continuano, riservandoci chissà quali sorprese. La pietà dei fedeli che ammirano la Tilma è la stessa con la quale Pio XII, il 13 ottobre del 1945, così la descriveva: “sulla Tilma del povero Juan Diego - come riferisce la tradizione - pennelli che non erano di quaggiù lasciavano dipinta un’immagine dolcissima, che l’opera corrosiva dei secoli avrebbe rispettata”. Per questi articoli ci siamo serviti di vario materiale presente in Internet, soprattutto nei siti: h t t p : / / w w w . a l l e a n z a c a t t o l i ca.org/indici/articoli/guerragd205_206.htm; http://www.virgendeguadalupe.org.mx/ Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 21 Guadalupe: un segno La fede è un dono di Dio. on è la conclusione di un ragionamento filosofico o scientifico. Ma questo non significa che non c’è un legame, come insiste spesso il Papa Benedetto XVI, fra ragione e fede. La ragione coglie nell’esperienza della bellezza del creato un’apertura verso il trascendente. Lo scienziato che studia la natura e il cosmo, vedendo i limiti del proprio metodo, diventa filosofo e si interroga sul senso delle sue osservazioni rimaste inspiegate. Può anche darsi, allora, che arrivi il momento in cui il suo cuore, come guidato dalla ragione, si apra liberamente al dono della fede. on crederà contro la ragione, ma al di là di essa. « La fede non è un muro dove la ragione si scontra, ma un oceano dove la ragione si immerge. » L’immagine di ostra Signora di Guadalupe affascina per la sua bellezza semplice e umile. La storia della sua origine miracolosa fu accolta spontaneamente dal Popolo cristiano. Da 500 anni i popoli d’America la venerano come un dono di Dio e trovano in questa dolce immagine di Maria fiducia e speranza. Ma l’immagine si presenta anche come sfida all’uomo critico, “razionale”, poco incline a credere nel soprannaturale. Infatti, le osservazioni degli scienziati che si sono chinati su questa immagine con le tecniche più sofisticate hanno messo in evidenza aspetti sconosciuti alle generazioni precedenti. Senza arrivare tuttavia a spiegare il fenomeno. La scienza non ne deduce certamente che l’immagine è “miracolosa”. on è sua competenza. Ma può dire: “qui ci sono dei fatti scientificamente inspiegabili”. Allo stesso modo, ri- guardo l’insieme del fenomeno, una riflessione rigorosa non concluderà che “la Vergine è apparsa”, ma potrà serenamente affermare: “qui una convergenza impressionante di segni puntano nella stessa direzione…” La ragione dunque, come una guida fidabile, conduce fino ad una porta ma per lasciare ad ognuno, attratto da un’altra forza, di aprirla o non aprirla. Un po’ come l’episodio evangelico della guarigione del cieco nato (Gv, 9): tutti gli indizi portavano a dire che Cristo aveva guarito miracolosamente quest’uomo, ma né l’evidenza dei fatti, né la convergenza dei segni hanno potuto forzare la fede. Come la Sindone di Torino, l’immagine di Guadalupe si presenta all’intelligenza aperta come un segno, impressionante, credibile, ma che non può condurre oltre la soglia del Mistero… In una epoca come la nostra che vede spesso una radicale opposizione fra cultura scientifica e cultura cristiana, l’immagine di Guadalupe invita invece ad un dialogo fecondo: la scienza può far vedere con molta più chiarezza che nel passato le meraviglie conducono al mistero e la fede può trovare nei dati che dispiega la scienza una conferma di ciò che crede. Più che al raziocinio, l’immagine della Vergine si offre alla nostra contemplazione. Vediamo risplendere in essa l’umile bellezza che, convincente in se stessa, manifesta la vicinanza della Vergine Maria a tutti quelli che, con cuore puro e povero, si rivolgono a Lei. P. Patrice Véraquin, omv MYRIAM luminoso per tutti 21 Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 22 IL VEERABILE Padre Lanteri La Vergine Maria ha raccomandato la recita del Santo Rosario. Il Venerabile P. Lanteri se ne fece promotore istancabile nel suo molteplice apostolato. Presentiamo qui i misteri gaudiosi accompagnati da alcuni suoi pensieri spirituali. A cura di p. Andrea Brustolon omv MYRIAM si deve, nelle nostre necessità ed afflizioni, otterremo se non la liberazione da esse, certamente tranquillità di spirito, coraggio e forza per combattere” (Ven. Lanteri). 22 1° Mistero: L’agonia di Gesù nel Getsemani 2° Mistero: La flagellazione di Gesù Gesù andò con gli Apostoli in un podere, chiamato Getsèmani, e disse «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». Cominciò a provare tristezza e angoscia. E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da Me questo calice! Però non come voglio Io, ma come vuoi Tu!». Poi, dopo avere pregato intensamente, si avvicinò ai discepoli e disse loro: Alzatevi, andiamo; ecco, colui che Mi tradisce si avvicina» (cfr. Mt 26,3646). “Ecco l'efficacia della preghiera dopo una così grande tristezza e agonia. Gesù Cristo, prostrato nelle forze, ancora mezzo agonizzante, si alza generoso e tranquillo. Va incontro ai Suoi nemici. Anche noi siamo certi che pregando come “Pilato fece prendere Gesù e Lo fece flagellare” (Gv 19,1). “Tra quei colpi, quanti ne ricevette per i Tuoi peccati? Eppure osservaLo in Volto: non comunica che dolcezza, che mansuetudine. Non uscì dalla Sua bocca un lamento. Si penetri nel Suo Cuore e vi troveremo sentimenti di pace e di generosità per noi. Ardeva d'Amore per noi; pensava Egli a noi, a me, a voi. Si è addossati i nostri peccati per farne Lui la penitenza, e risparmiare noi e salvarci. Lo ha fatto per animarci a confidenza, perché avessimo un efficacissimo motivo per confidare in Lui, vedendo sino a che punto si è lasciato maltrattare per noi, e la sovrabbondanza del prezzo che è stato pagato per noi. Possiamo non amare il nostro Gesù 25/11/2008 10.58 Pagina 23 che si è lasciato sacrificare così volentieri per noi? Rifiuteremo di amarci gli uni gli altri, come fratelli, vedendoci tutti ugualmente amati e redenti a così caro prezzo?” (Ven. Lanteri). 3° Mistero: L’incoronazione di spine “I soldati, intrecciata una corona di spine, Gliela posero sul Capo e Gli misero addosso un mantello di porpora; quindi Gli venivano davanti e Gli dicevano: «Salve, Re dei Giudei!». E Gli davano schiaffi” (Gv 19,2-3). “Considerate cosa voglia dire avere il Capo trafitto da tante spine che come tanti coltelli crudelmente Lo martirizzano” (Ven. Lanteri). “Se Gesù abbassa gli occhi, vede Sua Madre assai afflitta. Vi penetra il mare dei suoi dolori: comprende come si rinnovi nel suo cuore tutto quanto accade nel Proprio Corpo. Vi legge i suoi sentimenti. Pensate che pena per il tenero e riconoscente Cuore di Gesù, che tanto amava Maria! Ma Gesù, quasi ne fosse stato insensibile, vuole che questo suo dolore diventi per noi sorgente di benedizione. Gesù, sempre intento per noi peccatori, quasi dimentico dei Suoi dolori e di quelli della Madre, approfitta di quest'occasione per procurare a noi un'Avvocata, una Madre, una Mediatrice presso di Sé e ci sostituisce in Sua vece. Vuole che ella ci assista, ci protegga” (Ven. Lanteri). MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 4° Mistero: Il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce 23 “A tutti Gesù diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e Mi segua” (Lc 9,23). “Lo Spirito di Dio consiste nella Croce. Non si deve nascondere quel che vi è di arduo nel servizio di Dio. La Croce è il Suo stendardo” (Ven. Lanteri). 5° Mistero: Gesù è crocifisso e muore in croce “Stavano presso la croce di Gesù Sua madre, la sorella di Sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che Egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Vedi la tua madre!». E da quel momento il discepolo l’accolse fra le sue cose proprie” (Gv 19,25-27). “Se appena svegliato dono il mio cuore a Gesù, mi rassegno in tutto al suo divin volere per quanto di bene o di male occorrerà alla giornata, con ferma risoluzione di fare niente contro Dio, ed ubbidire ad ogni segno conosciuto per sua volontà. Tutto il resto sarà per vanità e letame; sarò indifferente per ogni cosa; mi considererò come pellegrino, come morto, come crocifisso al mondo, e il mondo crocifisso a me, con un totale abbandono in Dio.” (Ven. P. Lanteri) MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 24 25/11/2008 10.58 Pagina 24 Preghiera per chiedere una grazia al Signore per intercessione del Venerabile Lanteri Ci hanno chiesto preghiere e vengono affidati all’intercessione del Venerabile Lanteri O Gesù che hai voluto soffrire per amore nostro e immolarti per la nostra salvezza, mi rivolgo a te nella mia afflizione per aprirti il mio animo e chiedere il tuo aiuto. Io soffro, sono abbattuto e non ho più coraggio. In questo momento mi è difficile ripetere: “sia fatta la tua volontà”. Ma anche nello scoraggiamento, Signore, voglio provare a dire di sì alla mia situazione, ai miei dolori, alla mia debolezza. on permettere che la mia sofferenza sia vana, ma giovi a chi non ti conosce e non ti ama, oppure a chi lavora e soffre per te. O Signore, benedici tutte le persone che mi assistono e mi fanno del bene; benedici quelli che soffrono con me. Ti prego di darmi sollievo e, per intercessione del Venerabile p. Pio Bruno Lanteri, la guarigione dalla mia malattia, affinché, nella serenità e nella gioia, possa lodare Te, Signore, datore della Vita. Amen HANNO CHIESTO PREGHIERE: Palma U. Pescasseroli; Nunzio F. Villa Adriana; Maria C. Al lumiere; Vittoria S. S. Gregorio da Sassola; Amedea I. Torino; Laura Z. S. Donà di Piave; Giuseppa R. Francavilla F.; Anna R. Palermo; Adua V. Pisa; Luisa R. Senigallia; Pasqua M. Sant’Eraclio; Maria Savina M. Castellana Grotte; Vera L. Roma; Giusy S. Grumello d. Monte; Victor-Hugo C. Terni; Franca V. Isola Liri Sup.; Tina P.S. S. Maria d. Mole; Angela V. Cagliari; Biagio M. Tivoli; Teresa I. Rimini; Teresa B. Villalago; Tina P.S. S. Maria d. Mole; Concetta P. Goriano Sicoli; Orsola G. Milano; Teresa R. San Tammaro; Giulio D.R. Sulmona; Maria Rosa L. Corleto Perticara; Pasquale A. Roccamonfina; Victor-Hugo C. Terni; Anna Maria S. Todi; Adua Pia P. Pisa; Franca V. Isola Liri Sup.; Benedetta Maria P. Sciacca; Carmela Z. Onè di Fonte; Luigia L. San Quirino; inoltre pregare per: un sacerdote; Domenica Maria; Angelina; Margherita; Rosaria e la sua famiglia; Angelina e la sua amica Anna; Mario P.; Giancarla da Vigevano; Sergio e Anna, Francesco e tutti i parenti di Angelina; Franca; Giovanna, Carola e i suoi famigliari; Anna e la sua famiglia; Nadia e la sua salute; Silvano e la sua salute; Rosalia, la sua salute e la sua famiglia; Carola e una sua intenzione; Franco e la sua salute; Rosaria; Luigi; Anna di Aprilia e le sue intenzioni; Alessandro e la sua salute; Rita, Antonia e Teresa, Nicola e i problemi familiari; Anna; il figlio di Adolfina; Laura; Brunella; Carola, la sua salute e i suoi famigliari; Angelina e le sue intenzioni; Bruno da Tivoli; Maurizio; Anna e il suo lavoro; Antonia; Adolfina e Luigi; Simone e la sua salute, Mimmo e la sua salute; il def. Gianni (di 20 anni); Caterina, Paola e Silvio, Anna e Giacomo; Giuseppa e le sue intenzioni; Clara da Roma e i suoi nipotini; Michela e Diego; Anna e le sue intenzioni; Marco; Andrea e la sua situazione familiare; Paolo; Silvia C. Australia e la sua famiglia; Federica e la sua fam.; Alessia; Antonia; Anna e la sua salute; Rosalia; intenzioni di Adolfina; Michela e Laura; Antonia e la sua salute; Rosalia,la sua salute e la sua famiglia. Coloro che desiderano immagini, reliquie o biografie del Venerabile Lanteri possono farne richiesta alla redazione di Myriam. Via di Ponte Terra, 8 - 00132 S. Vittorino - Roma Posta elettronica: [email protected] Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.58 Pagina 25 A VIÙ (Nostra Signora della Salette) «GIORNI DI SOLITUDINE» secondo la spiritualità mariana e ignaziana del Ven. Pio Bruno Lanteri presso Villa Schiari Piazza XXIV Maggio Tel. 0123 696580 www.villaschiari.it [email protected] “Non vi è al mondo cosa così interessante quanto il potere passare tranquillamente alcuni giorni unicamente occupati dai grandi progetti: Dio, Anima, Eternità.” I ritiri sono animati da p. Andrea Brustolon e dalla famiglia Lanteriana di Viù INCONTRI E RITIRI DI SPIRITUALITA’ DICEMBRE 2008 SABATO 6. Dedicato al Cuore Immacolato di Maria, preghiere in onore del Cuore Immacolato di Maria dalle 9:30 alle 11:30. Alle 15 Santo Rosario e affidamento a Maria. Santa Messa alle 16:00 DA DOMENICA 7 A LUNEDÌ 8. Il Cuore Immacolato di Maria. SABATO 13, Preghiere agli Angeli dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17. DOMENICA 14. Gli Angeli Custodi nel cammino dei santi e nella vita della Chiesa DA SABATO 27 A LUNEDÌ 29. Per i giovani della parrocchia de La Loggia, don Dante Ginestrone DA MERCOLEDÌ 31 A GIOVEDÌ 1. Capodanno a Viù GENNAIO 2009 SABATO 3. Dedicato al Cuore Immacolato di Maria, preghiere in onore del Cuore Immacolato di Maria dalle 9:30 alle 11:30. Alle 15 Santo Rosario e affidamento a Maria. Santa Messa alle 16:00 DOMENICA 4. La preghiera nei Racconti di un pellegrino russo (Insegnamenti tratti dai racconti cinque, sei e sette) SABATO 10, Preghiere agli Angeli dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17. DOMENICA 11. Coscienti dell’azione demoniaca SABATO 17, Preghiere per i defunti dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17. DOMENICA 18. Il Combattimento spirituale, di Scupoli SABATO 24, Preghiere per i defunti dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17. DOMENICA 25. L’imitazione di Cristo SABATO 31, Preghiere agli Angeli dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17. MYRIAM (Ven. Lanteri) 25 Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.59 Pagina 26 LA MISSIONE IN NIGERIA Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.59 Pagina 27 BORSE DI STUDIO PER LE VOCAZIOI SACERDOTALI E MISSIOARIE DEGLI OBLATI DI MARIA VERGIE I IGERIA Se vuoi, puoi contribuire anche tu alla formazione di un sacerdote del nostro seminario di Suleja, igeria. In che modo? Partecipando a costituire, anche parzialmente, e con pagamenti dilazionati, una BORSA DI STUDIO per un seminarista in formazione. Attualmente, i nostri seminaristi sono 24 e altri ancora si aggiungeranno, se la Provvidenza continuerà ad aiutarci, anche attraverso la generosità dei nostri lettori. Chiunque può costituire una BORSA DI STUDIO, completandola a poco a poco. L’ammontare completo di una Borsa è fissato a 500 Euro. Si può dare a questa Borsa il titolo che si desidera, sia quello di un Santo, sia quello di un parente o di un amico, vivo o defunto, indicandolo nella causale del CCP. Per eventuali offerte servirsi del bollettino di ccp 439018 intestato: Santuario .S. di Fatima Istituto Oblati di Maria Vergine 00132 S. Vittorino – Roma, specificando la causale di versamento. Grazie ai nuovi donatori uove Borse di Studio Giulio Di Ramio da Sulmona (AQ) € 100 per 4^ e ultima quota 2^ BORSA DI STUDIO “Giulio Di Ramio” Carolina Abbenda da Roma € 100 per 3^ e 4^ quota BORSA DI STUDIO “Padre Elio Abbenda omv” Luciano Valerio da Zagarolo (RM) € 150 per 5^ e 6^ quota BORSA DI STUDIO “in memoria di don Luigi Bono” N.N. da Carignano (TO) € 150 per 3^- 4^ - 5^ quota BORSA DI STUDIO “in ricordo dei famigliari defunti-per intenzioni” Carmela Zen da Onè di Fonte (TV) € 50 per 7^ quota BORSA DI STUDIO “Carmela Zen” Rosanna Martino da Cadorago (CO) € 500 per BORSA DI STUDIO “Dora Favale – intenzioni” Antonia Stuppa da Pantelleria (TP) € 100 a continuazione della 2^ BORSA DI STUDIO “in memoria di Tommaso Culoma” Antonio Ravidà da Palermo € 27 per 1^ quota BORSA DI STUDIO “Antonio Ravidà” Mons. Andrea Iannilli da S. Gregorio da Sassola (RM) € 500 per 5^ BORSA DI STUDIO “don Andrea Iannilli” Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.59 Pagina 28 Come voglio il mio Santuario? È la domanda che ci siamo posti noi, Rettori dei Santuari di tutta l’Italia, riuniti dal 27 al 30 Ottobre scorso al Santuario della Madonna della Guardia sopra Genova. Eravamo 200 Rettori e operatori, sia dei grandi Santuari come Loreto e S. Antonio di Padova, sia di tanti altri grandi e piccoli. Ero accompagnato dal P. Vincenzo Voccia, Vicerettore e Suor Clara delle Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima, che con noi operano nel Santuario della Madonna di Fatima di S. Vittorino. MYRIAM Il Santuario, luogo della speranza. 28 L’ invito del Papa Benedetto XVI a valorizzare la crescente frequenza dei fedeli ai Santuari, ha evidenziato che il pellegrinaggio da semplice occasione turistico-devozionale deve diventare un cammino verso “una fede pensata” e portare il cristiano ad “una armonia fra fede e ragione”. Il punto di partenza sta nel cuore di ogni pellegrino, che porta con sé un mistero di dolore e di speranza, ma anche di un anelito alla verità e alla luce, che lo spinge ai piedi di Maria o del Santo in quel santuario. Il Popolo di Dio possiede un profondo “senso della fede”, segno di quella sete di Luce e di Amore, che pervade il cuore dell’uomo e lo spinge ad esprimere la sua religiosità e la sua fede in Dio in tanti modi. La bibbia e piena di questi gesti spontanei di religiosità, da Abele che offre a Dio i suoi capretti migliori alla Madre di Samuele che sfoga davanti a Dio il suo dolore perché disprezzata e senza figli. E tali sono molte preghiere dei fedeli dei nostri Santuari. Ma si notava anche come molte richieste di quanti si recano ai Santuari si rivelano di carattere chiaramente magico e miracolistico, tipico di tante espressioni religiose che con il cristianesimo hanno ben poco da fare: formule misteriose, pietre salvifiche, ricerca di amuleti ecc….per non parlare di coloro che mettono la loro fiducia cieca in persone che promettono miracoli a buon mercato, e che mercato!... Di questi maghi e fattucchieri ne è piena la televisione. Il grande peccato d’Israele era l’idolatria, diceva con forza Don Barbaglia della Diocesi di Novara: volere fare Dio a nostra immagine e somiglianza, mentre è Dio che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, e questo disegno lo ha realizzato pienamente in Gesù. Solo guardando Gesù, rispecchiandoci in Lui e vivendo la sua Parola, faremo la 25/11/2008 10.59 Pagina 29 MYRIAM Myriam_N4-2008:Myriam_N6 29 vera esperienza di Dio, avremo la vera devozione che salva e non illude. E la pietà popolare? Sua Em.za il Card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, intervenuto con una apprezzata conferenza all’inizio dei nostri lavori, ha giustamente ricordato che la pietà popolare contiene dei valori essenziali per la vita cristiana, quali il pellegrinaggio, la festa, la preghiera d’invocazione e il ringraziamento. La pietà popolare rappresenta per la Chiesa una risorsa dalle varie sfaccettature. Una risorsa antropologica, innanzitutto, giacché le folle frequentano i Santuari con una crescita in continuo aumento, anche in questa fase di diffusa secolarizzazione della religione nella nostra società. I Rettori dei Santuari hanno il compito di orientare le espressioni della pietà popolare verso un autentico cammino cristiano, aiutare i fedeli a compiere un “esodo dalla magia alla fede” o anche un “passaggio dal sacro al Santo”. La Chiesa oggi intende “rivalorizzare la pietà popolare”, fenomeno tanto bistrattato specialmente negli anni ’60 e ’70, dentro una falsa interpretazione del rinnovamento postconciliare. Il popolo infatti cerca non una religione astratta o cerebrale, ma la verità concreta e visibile, cerca di “dare corpo allo spirito”. Il pellegrinaggio, ad esempio, è un fenomeno che coinvolge tutto l’uomo, è una lunga preghiera, cui il pellegrino partecipa non solo con la mente ma anche con il corpo. La pietà popolare rappresenta inoltre una risorsa comunitaria, giacché la fede profonda del singolo credente si esprime volentieri nella comunità che celebra, che ricorda, che si mette in cammino, magari dietro una croce o uno stendardo, all’interno di una confraternita. I fedeli che si recano al Santuario sono immagine della Chiesa pellegrinante, che va verso un comune obiettivo: il desiderio di vedere il volto del divino. Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.59 Pagina 30 Ed infine la pietà popolare è una risorsa spirituale, importante soprattutto in questo periodo di crisi della spiritualità. Il pellegrino infatti cerca la Chiesa, non come organizzazione visibile e strutturata gerarchicamente, ma piuttosto come strumento di speranza in mezzo alle sofferenze della vita e di conversione verso un servizio sempre più autentico al Signore. Il Santuario, dalla devozione alla fede. MYRIAM Non per nulla ai Santuari la gente si confessa, ai Santuari la gente si converte, ai Santuari la gente si reca per fare festa. Pertanto, a conclusione del suo lucido intervento, il card. Angelo Bagnasco ha invitato i presenti a “farsi guide dei fedeli che si recano ai Santuari, guide che conducono i fedeli verso una “fede pensata”, verso l’essenziale”. 30 E l’essenziale è solo Gesù Cristo, termine di ogni vita cristiana. I Santuari sono chiamati non a fare qualcosa di speciale, di diverso da quello che oggi compiono, ma piuttosto ad essere ancor più fedelmente Santuari, cioè luoghi del sacro, del silenzio, del bello, della liturgia partecipata. Il Cardinale ha poi ringraziato i Rettori dei Santuari e i loro collaboratori religiosi e laici per il prezioso servizio che svolgono nelle rispettive diocesi e in tutta la chiesa italiana. Essi hanno un ruolo decisivo nell’impegno di questa Chiesa per la nuova evangelizzazione, che chiede un linguaggio diverso nel predicare il Vangelo, ma anche luoghi e tempi particolari. Particolarmente apprezzata per la sua profondità e vivacità è stata la relazione finale di Mons. Franco Brambilla, Vescovo ausiliare di Milano, sul tema : la spiritualità del sacro, dal sacro al Santo. Collaboriamo! Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.59 Pagina 31 Cari amici di Miriam e voi tutti fedeli e collaboratori del nostro Santuario, noi tutti, Sacerdoti e Suore e laici, vogliano impegnarci sotto la guida della Chiesa per far crescere insieme a voi la qualità del nostro servizio nel Santuario della Madonna di Fatima a S. Vittorino. Tutti lavoriamo, perché il nostro Santuario diventi luogo della fraternità e della speranza, della celebrazione dei misteri di Cristo e della vera devozione a Maria, della fede pensata e vissuta nell’amore. La Vergine di Fatima accolga questi nostri desideri e ci conceda di realizzarli. P. Giovanni Mannini omv Professione religiosa di suor Sryantha e suor Carmen La Celebrazione si è svolta presso il Santuario N. S. di Fatima a S. Vittorino, il 12 ottobre 2008 ed è stata presieduta da P. Patrice Veraquin. Le due neoprofesse sono state circondate dall'affetto delle loro sorelle Oblate e da tanti fedeli del Santuario che da anni condividono con loro l'esperienza spirituale che si irradia dal Santuario. Numerosi i fedeli filippini che ogni prima domenica del mese vengono accolti e accompagnati nelle Celebrazioni da Sr. M. Carmen. Sr. M. Sryantha, dopo la Professione Perpetua, ha fatto ritorno nello Sri Lanka per continuare la sua missione presso i bambini poveri del mare. Sr. M. Carmen presto sarà trasferita in Brasile, a Jundìai, dove da più di un anno le Suore Oblate hanno aperto una missione, in collaborazione con i Padri Oblati di Maria Vergine. Sr. M. Sryantha Perera (di nazionalità srilankese) e Sr. M. Carmen Sandoval Cordero (messicana), Oblate di Maria Vergine di Fatima, nel giorno della loro Professione Perpetua. MYRIAM Festa della Famiglia al Santuario 31 Myriam_N4-2008:Myriam_N6 25/11/2008 10.59 Pagina 32 Il gruppo che anima le celebrazioni per la comunità filippina al Santuario