STELLA DELL`EVANGELIZZAZiONE

Transcript

STELLA DELL`EVANGELIZZAZiONE
ANNO LVIII-N.III - N° 4 DEL 2008 - RIVISTA BIMESTRALE - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 1
MYRIAM
STELLA DELL’EVANGELIZZAZiONE
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 2
MYRIAM
Santuario N.S. di Fatima, Via di Ponte Terra, 8 - 00132 S. Vittorino - Roma
Tel. 06 22.66.016 - 06 22.66.024 - E-mail: [email protected]
La rivista MYRIAM
si sostiene unicamente
con le offerte dei lettori.
MYRIAM è una pubblicazione
a carattere religioso.
Mettila a disposizione della tua famiglia,
in mezzo a tanti giornali, riviste e libri
O PUÒ FARE CHE DEL BEE!
I benefattori che vogliono collaborare al mantenimento del Santuario di Nostra Signora di Fatima e
alle opere missionarie della Congregazione degli Oblati
di Maria Vergine possono dare un aiuto concreto con
delle offerte per la celebrazione di Sante Messe.
Possono essere inviate usando il bollettino di
conto corrente allegato alla rivista, specificando
l’intenzione nella causale di versamento. Grazie di
cuore!
Rivista degli oblati di Maria Vergine
Direttore responsabile:
Sergio Zirattu, omv
Segretaria di redazione:
Mariarosa Scalcon, omvf
Per la fotografia:
Luciano Marchesin, omv
Hanno collaborato a questo numero:
Carlo Rossi, omv
Andrea Brustolon, omv
Vittorio Celoria,omv
Giovanni Mannini,omv
James Gerlett, omv
Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 188
del 18.04.2003
Con approvazione ecclesiastica
Stampa:
Arti Grafiche s.r.l.
Via Vaccareccia, 57 - 00040 Pomezia (RM)
Tel. 06 91.62.981 - Fax 06 91.14.16.58
E-mail: [email protected]
Foto di copertina: L’apparizione di Guadalupe
tiratura 10.000 copie
La rivista Myriam è collegata
alle attività dei Santuari,
Parrocchie e Centri
di Spiritualità degli Oblati
di Maria Vergine in Italia ed
in Nigeria:
Sacro Cuore
Pinerolo, Chiavari
SS. Salvatore
Pantelleria
Nostra Signora delle Grazie
Carignano
Madonna della Salette
Viù
Maria Regina della Pace
Torino
S. Maria del Pianto
Roma
N. Signora di Fatima
S. Vittorino - Roma
S. Caterina di Alessandria
Sassari
S. Giuseppe dei falegnami
Roma
Convitto Eccl.co S. Elena
Roma
S. Francesco
Pantelleria
S. Gaetano
Pantelleria
S. Giorgio
Rovereto
S.S. Iacopo e Filippo
Pisa
S. Berardo
Teramo
Mondo Migliore
Rocca di Papa
Pensionato Lanteri
Pisa
Lanteri House
Suleja - Nigeria
Sommario
Non inviare soldi per lettera ma usare solo il
Conto Corrente Postale N° 439018
indirizzato a: SANTUARIO N.S. DI FATIMA
ISTITUTO OBLATI DI MARIA VERGINE,
00132 San Vittorino - Roma
Questo numero è stato consegnato
all’ufficio postale di Roma
Attenzione: per richiedere informazioni, segnalare disguidi e ritardi nella consegna della posta, rivolgetevi alla direzione compartimentale delle Poste della vostra città.
EDITORIALE.................................................... 3
STELLA DELL’EVANGELIZZAZIONE. .......... 5
SCOPERTA, CONQUISTA ........................................ 8
EVANGELIZZAZIONE IN MESSICO ............................9
JUAN DIEGO ................................................................. 10
LE APPARIZIONI SUL TEPEYAC .................... 12
DIFFUSIONE DEL CULTO ....................................... 15
I MISTERI DI UN’IMMAGINE............................ 17
GUADALUPE: UN SEGNO LUMINOSO .... 21
IL VENERABILE PADRE LANTERI .............. 22
A VIÙ .................................................................................. 26
COME VOGLIO IL SANTUARIO?................28
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 3
L’evangelizzazione
rinnova la Chiesa
Alle soglie del terzo millennio
Giovanni Paolo II invitava la Chiesa a intraprendere il cammino di una Nuova
Evangelizzazione (Redemptoris Missio,
33). Nuova nella forma, rinnovata nelle
motivazioni e corroborata dalla forza della testimonianza. Nella vita della Chiesa
questo è un appello essenziale, a garanzia
della sua continuità nel tempo e nello spazio, che si rifà al mandato di Cristo:
“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito santo” (Mt
28,19).
Lungo i secoli la Chiesa si è sempre rinovata nello stile e nella forma di
evangelizzazione. Pensiamo alle sfide
della predicazione apostolica nel mondo
cosiddetto dei pagani e alla difficile convivenza col mondo giudaico dei primi secoli, contraddistinti dalle grandi testimonianze di Santi, uomini e donne di ogni
estrazione sociale, molti dei quali segnati
dal martirio.
Un’altra sfida si è presentata al
contatto con le popolazioni del nord
dell’Europa, durante le invasioni barbariche, e le conversioni di quelle dell’est, con
la Russia in prima fila. La Chiesa è stata
sempre in cammino, accogliendo, integrando, accompagnando culture, popoli e
nazioni nella ricerca della verità, con
l’annuncio della Buona Nuova del
Vangelo, senza mai tirarsi indietro.
Una tappa, storicamente tra le più
rilevanti, è senza dubbio quella che inizia
con la scoperta delle nuove terre americane, la cui popolazione rappresenta oggi la
parte più numerosa della comunità cristiana. E’ un’epoca storicamente molto complessa, difficile da giudicare con la mentalità di oggi, ma particolarmente ricca per
l’intera storia dell’umanità. Giovanni
Paolo II ha riassunto così i risultati di
quelle scoperte: “la civilizzazione ha portato un salto di qualità, c’è stata vera integrazione, in una maniera che la storia sino
a quel momento non aveva mai conosciuto”.
Il Vangelo di Gesù è stato seminato in quelle nazioni, specialmente quelle
che compongono oggi l’area dell’America
Latina, nel terreno fertile di culture antiche, da uomini e donne di fede profonda e
tenace. In quest’opera di evangelizzazione
i primi missionari non erano soli: assieme
MYRIAM
Continuando la visita ai più importanti
Santuari mariani in questo numero ci soffermeremo su
quello di Guadalupe, a Città del Messico. Esso è legato
all’apparizione di Maria Santissima all’indio Juan
Diego, nel mese di dicembre del 1531, agli inizi di una
nuova evangelizzazione nelle terre americane di recente scoperta. Maria ha avuto un ruolo decisivo.
3
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 4
allo Spirito di Colui che ha promesso di stare sempre con la Sua Chiesa, c’è stato anche
il “SI” di Maria, “Madre del Verissimo Dio”, la Vergine di Guadalupe, come la nota che
ha dato inizio a questo nuovo cammino di evangelizzazione.
I frutti di questa presenza sono visibili anche oggi nella vitalità di quelle Chiese,
nella fede dei singoli, nelle folle immense che ogni anno visitano il Santuario della
Vergine di Guadalupe. Si tratta di una presenza, quella di Maria, che affascina e interroga l’uomo d’oggi, stupefatto dalle fattezze del suo volto, dai “segni” che circondano la
sua immagine, dalle “scene” rimaste impresse nelle sue pupille e la ricchezza dei simboli nascosti fra le pieghe del suo manto. Questi segni interpellano non solo la fede,
come tracce di Vangelo lasciate nel nostro cammino, ma anche la scienza, non meno
che per il lenzuolo della Sindone. Per quanto ci è stato possibile, questo numero di
Myriam abbraccerà, non senza stupore, la semplicità di questa apparizione e la ricchezza del suo messaggio.
Alcuni anni fa ho avuto la fortuna di recarmi al Santuario della Vergine di
Guadalupe, a Città del Messico. E’ immerso tra i palazzi e i grattacieli di una delle metropoli più grandi del mondo, visitato ogni giorno da migliaia di pellegrini. Il Santuario
moderno, accanto a quello antico, è come una grande tenda circolare, posta per accogliere ma anche per elevare al cielo la grande croce che la sovrasta. E’ come se Maria avesse voluto farsi pellegrina in mezzo agli uomini e abbia deciso di restarci, costruendovi
la sua casa.
ZS
4
Le cupole del vecchio Santuario e il nuovo, al centro
della capitale messicana di Città del Messico.
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 5
STELLA
“Affido a Nostra Signora di Guadalupe, «prima evangelizzatrice dell'America Latina» gli aneliti e le speranze dei popoli dell’America latina. Essa è realmente la «Stella dell'evangelizzazione»... La sua presenza materna ha dato un decisivo impulso alla predicazione del messaggio di Cristo e alla fratellanza delle nazioni latinoamericane e dei loro abitanti. La devozione a Maria è stata sempre garanzia di fedeltà alla fede cattolica durante questi cinque secoli. Che Ella continui a guidare i vostri passi e fecondare i vostri sforzi a favore dell'evangelizzazione.”
(Giovanni Paolo II, Lettera ai religiosi e religiose in occasione del V centenario del nuovo mondo)
MYRIAM
DELL’EVANGELIZZAZIONE
5
a Chiesa "prosegue il suo
pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio", annunciando la passione e la morte del Signore fino a che
egli venga (1Cor 11,26).
Il Concilio Vaticano II parla
della Chiesa in cammino, stabilendo
un'analogia con Israele dell'Antica
Alleanza in cammino attraverso il deserto. Il cammino riveste un carattere
anche esterno, visibile nel tempo e
nello spazio, in cui esso storicamente
si svolge. La Chiesa, infatti, «dovendosi estendere a tutta la terra entra
nella storia degli uomini ma insieme
trascende i tempi ed i confini dei popoli». Tuttavia, il carattere essenziale
del suo pellegrinaggio è interiore: si
tratta di un pellegrinaggio mediante la
fede, «per virtù del Signore risuscita-
“L
to», di un pellegrinaggio nello Spirito
Santo, dato alla Chiesa come invisibile Consolatore. Tra le tentazioni e le
tribolazioni del cammino, la Chiesa è
sostenuta dalla forza della grazia di
Dio, promessa del Signore, affinché
non cessi, con l'aiuto dello Spirito
Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la Croce giunga alla luce che
non conosce tramonto. Proprio in questo cammino-pellegrinaggio ecclesiale, attraverso lo spazio e il tempo, e
ancor più attraverso la storia delle
anime, Maria è presente, come colei
che è «beata perché ha creduto», come
colei che avanzava nella peregrinazione della fede, partecipando come nessun'altra creatura al mistero di Cristo.
Dice il Concilio che «Maria ... per la
sua intima partecipazione alla storia
della salvezza, riunisce per così dire e
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
6
25/11/2008
10.58
Pagina 6
riverbera i massimi dati della fede».
Tra tutti i credenti ella è come uno
«specchio», in cui si riflettono nel
modo più profondo e più limpido
«le grandi opere di Dio» (At 2,11).
Ora agli albori della Chiesa,
all'inizio del lungo cammino mediante la fede che cominciava con la
pentecoste a Gerusalemme, Maria
era con tutti coloro che costituivano
il germe del «nuovo Israele».
Questa presenza di Maria
trova molteplici mezzi di espressione al giorno d'oggi come in tutta la
storia della Chiesa. Possiede anche
un multiforme raggio d'azione: mediante la fede e la pietà dei singoli
fedeli, mediante le tradizioni delle
famiglie cristiane, o «chiese domestiche», delle comunità parrocchiali
e missionarie, degli istituti religiosi,
delle diocesi, mediante la forza at-
prima tra i credenti e perciò è diventata Madre dell'Emanuele. Questo è il richiamo della Terra di Palestina, patria
spirituale di tutti i cristiani, perché patria del Salvatore del mondo e della
sua Madre. Questo è il richiamo dei
tanti templi che a Roma e nel mondo la
fede cristiana ha innalzato lungo i secoli. Questo è il richiamo di centri
come Guadalupe, Lourdes, Fatima e
degli altri sparsi nei diversi paesi. Si
potrebbe forse parlare di una specifica
«geografia» della fede e della pietà
mariana, che comprende tutti questi
luoghi di particolare pellegrinaggio
del popolo di Dio, il quale cerca
l'incontro con la Madre di Dio per trovare, nel raggio della materna presenza di «colei che ha creduto», il consolidamento della propria fede. Infatti,
nella fede di Maria, già all'annunciazione e compiutamente ai piedi della
Croce, si è riaperto da parte
dell'uomo quello spazio interiore, nel quale l'eterno
Padre può colmarci «di ogni
benedizione spirituale»: lo
spazio della «nuova ed eterna Alleanza».
Questo spazio sussiste nella
Chiesa, che è in Cristo «un sacramento dell'intima unione
con Dio e dell'unità di tutto il
genere umano». Nella fede,
che Maria professò nell’annunciazione come «serva
La grande statua di Giovanni Paolo II all’esterno del Santuario
del Signore» e nella quale
trattiva e irradiante dei grandi san- costantemente «precede» il popolo di
tuari, nei quali non solo individui o Dio in cammino su tutta la terra, la
gruppi locali, ma a volte intere na- Chiesa senza soste tende a ricapitolare
zioni e continenti cercano l'incontro tutta l'umanità in Cristo capo, nell'ucon la Madre del Signore, con colei nità dello Spirito di lui”.
che è beata perché ha creduto, è la (Giovanni Paolo II, da Redemptoris Mater, 25-28)
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 7
SCOPERTA, CONQUISTA,
EVANGELIZZAZIONE
DI UN NUOVO MONDO
L
a scoperta di nuove terre oltre
gli orizzonti allora conosciuti
dell’oceano atlantico, superati precedentemente forse dai soli popoli della
Scandinavia, senza peraltro lasciare tracce
significative, comporta per quelle popolazioni
un processo di completa trasformazione. Per
vari secoli sono coinvolte nelle lotte delle
conquiste e di spartizione delle loro terre e
dei loro beni, protagoniste di nuovi processi di
integrazione culturale e razziale. La chiesa,
presente fin dall’inizio con l’invio dei missionari, è sottoposta a nuove sfide di evangelizzazione, a partire dalla conoscenza delle popolazioni e delle varie culture indigene.
La storia di quei secoli però ci dice
che non tutto è stato fatto con spirito evangelico e che purtroppo la carità e stata soprafatta dall’interesse e l’avidità dei conquistatori.
Le popolazioni indigene hanno pagato un
prezzo altissimo. Sacrificati nelle spartizioni
delle loro terre ad opera di regni che si definivano “cristiani” hanno dovuto subire leggi
ingiuste e assistere allo sfruttamento delle
loro risorse.
Pur riconoscendo gli abusi, che in
ogni caso vanno giudicati alla luce della mentalità dell’epoca, non dobbiamo negare
l’aspetto positivo che nei secoli ha avuto la
“scoperta” delle nuove terre.
E’ vero che i “conquistatori” hanno trovato
anche civiltà fiorenti, tecnologicamente avanzate, come gli Aztechi e i Maia, ma anche la
pratica dei sacrifici umani, la schiavitù, le
guerre di conquista e di sottomissione. I conquistatori europei il più delle volte hanno
usato le divisioni già presenti, inserendosi
nelle lotte per sottomettere ai loro interessi
chi già soggiogava popoli più deboli.
L’evangelizzazione, che dai denigratori di ogni tempo è stata messa sullo stesso
piano della “conquista”, avrà avuto anche i
suoi errori, ma è innegabile che proprio tra le
file dei missionari gli indigeni del nuovo
mondo hanno trovato i loro unici difensori.
Pensiamo, un nome fra tutti, all’opera instancabile del Vescovo Bartolomé de las Casas
(1484-1566), domenicano. Egli fu il primo
a denunciare le atrocità dei conquistatori, a
dichiarare la naturale bontà degli indigeni e a
difenderne i diritti. Il suo lavoro e le sue “relazioni” alla corona portarono in seguito ad
emanare leggi più giuste, anche se, purtroppo, non sempre applicate.
Da ricordare anche l’opera meritevole dei gesuiti, impegnati da subito nell’istruzione, con i
loro famosi “collegi”, ma anche con le “reduciones”, vere e proprie comunità di integrazione a favore degli indigeni, con l’intento di
far riconoscere il valore e la dignità degli indios, impegnandosi in prima persona, tanto
da essere espulsi e, in seguito, anche sop-
MYRIAM
Il 12 ottobre del
1492 Cristoforo Colombo arriva nel Nuovo Mondo delle
Americhe, approdando nell’isola che verrà chiamata San
Salvador. É l’inizio di una
nuova epoca.
7
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 8
pressi.
La storia di quei secoli, come in
ogni epoca, pur intrecciandosi
con la malizia umana, la legge
del guadagno facile a discapito
dei più deboli, non manca di figure e istituzioni esemplari che
richiamano ai valori del vangelo in difesa della dignità umana.
L’opera di evangelizzazione
della Chiesa si inserisce, possiamo dire ieri come oggi, in
questo filone di carità che, nella
dinamica della storia, guidata
dallo Spirito del Signore, diventa seme di nuova e rinnovata
umanità.
MIssionari gesuiti impegnati nell’evangelizzazione
degli indios dell’America Latina.
MYRIAM
La Chiesa e l’evangelizzazione
del Nuovo Mondo.
8
Dando una valutazione globale dell’opera evangelizzatrice della Chiesa nelle
terre del cosidetto Nuovo Mondo, Giovanni
Paolo II, in occasione del quinto centenario
della scoperta dei popoli americani così si rivolge ai religiosi e alle religiose:
“voglio, comunque, ribadire il giudizio globalmente positivo sull'operato dei primi
evangelizzatori che erano in gran parte membri di Ordini religiosi. Molti di loro hanno dovuto lavorare in circostanze difficili e, nella
pratica, inventare nuovi metodi di evangelizzazione, proiettati verso popoli e genti di culture diverse:
poiché la civilizzazione
ha portato un
salto di qualità, c’è stata
vera integrazione, in una
maniera che
la storia sino
a quel momento non
aveva
mai
conosciuto”
Bartolomé de las Casas
(Giovanni Paolo
II, Lettera ai religiosi e religiose
in occasione del
V centenario del nuovo mondo).
La valutazione viene confermata da
Benedetto XVI, aprendo la sessione inaugurale della V Assemblea dei Vescovi della
Conferenza episcopale dell’America latina e
dei Caraibi, nel Santuario mariano di
Aparecida:
”ma, che cosa ha significato
l'accettazione della fede cristiana per i Paesi
dell'America Latina e dei Caraibi? Per essi ha
significato conoscere ed accogliere Cristo, il
Dio sconosciuto che i loro antenati, senza saperlo, cercavano nelle loro ricche tradizioni
religiose. Cristo era il Salvatore a cui anelavano silenziosamente. Ha significato anche
avere ricevuto, con le acque del Battesimo, la
vita divina che li ha fatti figli di Dio per adozione; avere ricevuto, inoltre, lo Spirito Santo
che è venuto a fecondare le loro culture, purificandole e sviluppando i numerosi germi e
semi che il Verbo incarnato aveva messo in
esse, orientandole così verso le strade del
Vangelo. In effetti, l'annuncio di Gesù e del
suo Vangelo non comportò, in nessun momento, un'alienazione delle culture precolombiane, né fu un'imposizione di una cultura
straniera. Le autentiche culture non sono
chiuse in se stesse né pietrificate in un determinato momento della storia, ma sono aperte, più ancora, cercano l'incontro con altre
culture, sperano di raggiungere l'universalità
nell'incontro e nel dialogo con altre forme di
vita e con gli elementi che possono portare
ad una nuova sintesi nella quale si rispetti
sempre la diversità delle espressioni e della
loro realizzazione culturale concreta.”
Questa sintesi si realizza proprio attraverso il prodigio di Guadalupe, come
l’evento che ha profondamente segnato
l’evolversi del cristianesimo nel continente
americano.
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 9
EVANGELIZZAZIONE IN MESSICO
La città di Tenochtilán (attuale Città del Messico) come
si presentava agli inizi del 1500
P
artendo dall’isola di Cuba, nel 1519, lo
spagnolo Hernán Cortés arriva nelle coste
del Messico, addentrandosi col suo esercito
di 500 uomini verso l’interno, nel cuore del
regno Atzeca. Giungendo presso la località di
Tenochtilán (attuale Città del Messico), ai
margini del lago Texcoco, rimane impressionato dalla vastità della città, con i suoi 250
mila abitanti, e dell’organizzazione che vi
regna.
Purtroppo le lotte che si instaurano a
contatto con la nuova civiltà innescano un
meccanismo di guerra e di violenza che culmineranno con la totale distruzione, nel 1521,
della città di Tenochtilán e il massacro dei
suoi abitanti.
I missionari, che non hanno accompagnato la prima spedizione di Cortés, vi arriveranno due anni dopo: i francescani prima
e, in seguito, i domenicani.
L’evangelizzazione, come era naturale prevedere, procede con difficoltà, anche perché
sono profondamente radicate le credenze ancestrali dei popoli che abitano queste zone.
Le conversioni non sono numerose, ne’ tanto
meno spettacolari. E, quando si producono,
in non pochi casi avviene un sincretismo con
i miti locali, o, con maggior frequenza, i neo
convertiti tornano alle loro antiche religioni in
poco tempo.
Tuttavia, nel 1528 nel Messico viene
eletto il primo vescovo, il francescano Juan
de Zumárraga, che presto si distinguerà come
protettore degli indigeni. Il numero di ordini
religiosi e di missionari aumenta. Ma la situazione non migliora malgrado la varietà di strumenti pastorali, come la conoscenza delle lingue locali, sia aumentata. Però presto le cose
cambiano. I nativi iniziano ad avvicinarsi alla
fede e molti chiedono il battesimo.
Cinque anni dopo, l’entusiasta frate Toribio
de Benavente
(soprannominato Motolinía,
il povero) scriveva che erano
già stati battezzati più di quattro milioni di
nativi. Cosa era
accaduto dunque, se fino al
1531 c’era solo
un milione di
battezzati, secondo i dati forniti dal Vescovo
di queste terre,
primo Vescovo Messicano,
mentre tra il Il
Juan de Zumárraga, decisivo
1531 e il 1537 si negli avvenimenti di Guadalupe
è moltiplicato in
modo così impressionante il numero dei convertiti?
Un fatto trascendentale ha segnato questo
cambiamento: il 9 dicembre del 1531 avvennero le apparizioni della Vergine di
Guadalupe che diedero un forte impulso al
processo evangelizzatore. P. Rubén Vargas
Ugarte nella sua “Storia del Culto di Maria”
scrive: «Il motivo principale di queste conversioni altro non fu che il soave influsso che la
Vergine Santissima apparsa a Juan Diego
esercitò sugli indigeni ...».
MYRIAM
E’ un fatto innegabile che la devozione a Maria è la caratteristica del cristianesimo latinoamericano più popolare, persistente e originale. Lei è presente all’origine stessa del cristianesimo del uovo Mondo. Fin dal principio, la presenza di Maria ha dato dignità agli
schiavizzati, speranza agli sfruttati e motivazione a tutti i movimenti di liberazione.
9
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 10
Juan Diego
L’indio prescelto da Maria
“Juan Diego, nell'accogliere il messaggio cristiano senza rinunciare alla sua identità indigena, scoprì la profonda verità
della nuova umanità, nella quale tutti sono chiamati ad essere figli di Dio. In tal modo facilitò l'incontro fecondo di due
mondi e si trasformò in protagonista della nuova identità
messicana, intimamente unita alla Vergine di Guadalupe, il
cui volto meticcio esprime la sua maternità spirituale che abbraccia tutti i messicani. Attraverso di esso, la testimonianza
della sua vita deve continuare a dare vigore alla costruzione
della nazione messicana, a promuovere la fraternità tra tutti
i suoi figli e a favorire sempre di più la riconciliazione del
Messico con le sue origini, i suoi valori e le sue tradizioni.”
MYRIAM
Giovanni Paolo II, nell’omelia della canonizzazione
10
S
an Juan Diego nacque nel 1474
nel villaggio di Cuauhtitlán.
Alla nascita gli fu dato il nome
di Cuauhtlatoatzin che, tradotto può significare “colui che parla come un’aquila” , oppure “aquila che parla.
Cuauhtlatoatzin apparteneva alla fascia più povera della scala sociale
Azteca, senza però essere schiavo. Si
dedicò al lavoro di un piccolo terreno,
dove aveva costruito la sua capanna.
Si sposò con Malintzin, una giovane
del luogo, senza aver avuto figli. Nel
1525 si convertì al cristianesimo e fu
battezzato, assieme alla moglie, ricevendo rispettivamente il nome di Juan
Diego e Maria Lucia dal frate francescano Toribio di Benavente, chiamato
dagli indios “Motolinia” (il povero).
Juan Diego si distingueva per la sua
indole riservata e pia, sollecito nel frequentare la catechesi e i sacramenti,
senza badare ai sacrifici che questo richiedeva: si poneva in cammino fin
dalle prime ore del giorno per raggiun-
gere Santiago di Tlatelolco, dove i
francescani radunavano gli indigeni
per catechizzarli. Rimasto vedovo
dopo solo quattro anni, Juan Diego
orienta la sua vita ancora più decisamente verso Dio. Trasferitosi presso lo
zio Juan Bernardino, trascorre tutto il
suo tempo fra il lavoro dei campi e le
pratiche della religione cristiana, fra
cui l’ascolto della catechesi impartita
agli indigeni convertiti dai missionari
spagnoli. Conduce una vita esemplare
che edifica molti. L'esperienza eccezionale vissuta con l’apparizione di
Maria Santissima nel colle di Tepeyac
(9 dicembre 1531) s'inserisce in un’esistenza già trasformata dalla grazia
del battesimo e cementata dall’incontro con la Madre di Dio che ne potenzia in modo straordinario il cammino
di fede, fino a spingerlo ad abbandonare tutto, casa e terra, per trasferirsi in
una casetta che il vescovo Zumàrraga
gli fece costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di
25/11/2008
10.58
Pagina 11
Guadalupe.
Qui, vicino al luogo delle apparizioni,
Juan Diego vive per ben 17 anni in penitenza e orazione, assoggettandosi
agli umili lavori di sagrestano, senza
mai mancare al suo impegno di testimoniare quanto Maria ha fatto per lui
e può fare per tutti quelli che con affetto filiale vorranno rivolgersi al suo
cuore di Madre.
La morte lo coglie nel 1548, quando
ha ormai 74 anni. La sua fama di santità, che già l’aveva accompagnato in
vita, cresce nel tempo fino ai nostri
giorni, finché nel 1984 si dette finalmente inizio alla sua causa di beatificazione e si pose mano all'elaborazio-
ne della Positio, orientata a comprovarne non solo il culto, da tempo immemorabile, ma anche a dimostrare le
virtù del servo di Dio e a illustrarne la
vita. Attraverso una solida base documentale si voleva cioè dimostrare che
Juan Diego, per i suoi soli meriti di
cristiano, era degno di assurgere agli
onori degli altari, finché – al termine
di un complesso iter ecclesiastico con il decreto Exaltavit humiles (6
maggio 1990), se ne è finalmente concessa la memoria liturgica, fissata al 9
dicembre, data della prima apparizione della “Morenita”. Giovanni Paolo
II ha dichiarato beato il veggente Juan
Diego nel 1990, per proclamarlo infine santo nel 2002.
Il mondo di Juan Diego ruota all’interno della regione
attualmente occupata dalla grande Città del Messico, a
quei tempi col nome di Tenochtilán:
Cuauhtitlán: è il luogo della sua nascita, un piccolo
villaggio della tribù Nahua, sottomessa al Regno
Azteca pochi decenni prima che arrivassero gli spagnoli di Cortés.
Tlatelolco: è la postazione missionaria dei francescani
dove si recava settimanalmente per la catechesi e la S.
Messa.
Tepeyac: è il colle dell’apparizione, a metà strada, tra
la sua abitazione e la Chiesa. Qui Juan Diego visse i
suoi ultimi anni.
Davanti, due scene di vita religiosa presso gli indios
messicani convertiti. Dietro, antico medaglione azteco.
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
11
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 12
LE APPARIZIOI
sul Tepeyac
Le più antiche relazioni sulle apparizioni della Madonna di Guadalupe sono due documenti in lingua náhuati della prima metà del secolo XVI : “Questi è la gran meraviglia”,
attribuito al sacerdote spagnolo Juan Gonzáles, interprete del vescovo Juan de
Zumárraga, scritto fra il 1541 e 1545, quando erano ancora vivi Juan Diego e lo stesso vescovo, e il “ican mopohua” (“Qui si racconta”), attribuito al nobile azteco Antonio
Valeriano, scritto tra il 1545 e il 1555.
MYRIAM
Ecco, in sintesi la cronologia
delle apparizioni come ci vengono
narrate dai suddetti documenti.
12
Prima apparizione
All'alba del sabato 9 dicembre
1531, Juan Diego sale sul colle del
Tepeyac, posto in periferia a nord di
México-Tenochtilán: si sta dirigendo a
Tlatelolco per la consueta lezione di
catechismo. Giunto all’altezza del
colle chiamato Tepeyac, ode un canto
melodioso, come di uccelli rari. Si
ferma stupito quando il canto tace e,
dalla cima del colle, sente una voce
che lo chiama soavemente per nome:
con accenti di tenerezza:“Juatzin,
Juan Diegotzin” (diminutivi náhuati di
“Juan e “Juan Diego”). Sale in direzione della voce per nulla turbato,
anzi con un moto di gioia interiore. Si
trova davanti una Signora, in piedi,
che lo invita ad avvicinarsi. L'abito in
cui è avvolta è raggiante di luce, così
come la pietra su cui poggia i piedi,
mentre la terra risplende, nella nebbia, con i colori dell'arcobaleno.
Prostratosi, sente la Signora
rivolgersi a lui maternamente dichia-
rando di essere “la Perfetta Sempre
Vergine Maria, la Madre del verissimo
e unico Dio” e gli ordina di recarsi dal
vescovo per riferirgli che desidera le
si erga un tempio ai piedi del colle, affinché in quel luogo possa presentare
suo Figlio a tutte le genti che vivono
in quella terra. Juan Diego obbedisce
prontamente, ma la sua prima visita in
vescovado si rivela un fallimento. Il
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 13
vescovo, Juan de Zumarraga, che lo
riceve dopo una lunga attesa, non gli
crede.
di martedi 12 dicembre, Juan Diego
esce per andare a Tlatelolco, ma decide di evitare il colle del Tepeyac per
non essere trattenuto dalla Signora.
Seconda apparizione
Terza apparizione
Mentre i servitori ritornano dal vescovo, tacciando Juan Diego di bugiardo e visionario, la
Vergine gli appare di
nuovo e gli promette
di dargli un segno
l’indomani mattina.
Il lunedì, però, Juan
Diego non si reca all'appuntamento.
Tornato a casa, la
domenica, ha trovato
lo zio Juan Bernardino molto malato. Il
medico non fa altro
che constatare la gravità del suo stato e
l'infermo chiede di essere
visitato da un sacerdote. Per
questo, alle prime luci dell'alba
Quarta apparizione
Ma la Signora è lì, davanti a
lui e chiede il perché di tanta fretta.
L'indio, prostrandosi ai suoi piedi, le
chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo a causa della grave malattia
dello zio. Ma la Signora lo rassicura,
gli dice che lo zio è già guarito, e lo
invita a salire sulla sommità del colle
per cogliere e portarle i fiori che troverà lassù. Juan Diego sale e si meraviglia di trovare, in quel luogo, ma
soprattutto in quell’epoca dell’anno, la
cima del colle coperta di bellissimi
“fiori di Castiglia”. Juan Diego li coglie
e li porta alla Vergine, la quale li prende e poi li rimette Lei stessa nel mantello (la “Tilma”) dell’indio, ordinandogli di mostrarli solo al vescovo.
Rincuorato dalle parole
della Vergine, Juan
Diego va dritto al vescovado, dove, però,
deve attendere a
lungo, importunato da
quelli che vorrebbero
vedere ciò che stringe nella Tilma.
Intuendo che si tratti
di fiori, tentano per
ben tre volte di prenderglieli, ma inutilmente, perché i fiori
diventano come aderenti al tessuto.
Lo strano fatto viene riferito al vescovo, che decide di ricevere Juan
Diego.
Finalmente l'indio può aprire il
MYRIAM
Tornando a casa la sera di
quello stesso giorno, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria,
a cui riferisce il suo insuccesso e
chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. Ma la Vergine insiste e lo esorta
a eseguire il suo desiderio, ordinandogli di ritornare dal vescovo. Il giorno seguente, domenica 10 dicembre,
dopo il catechismo, Juan torna dal vescovo, il quale lo ascolta con maggior
attenzione, rivolgendogli alcune domande, ma chiedendogli un segno;
poi, non appena uscito, gli manda
dietro dei servitori a spiarlo, ma essi
lo perdono di vista non appena si avvicina al Tepeyac.
13
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
14
25/11/2008
10.58
Pagina 14
mantello e mostrare al vescovo il segno richiesto: le
rose e gli altri fiori profumati cadono a terra e sulla
Tilma compare improvvisamente, l'immagine della
Vergine che si offre alla venerazione dei presenti, caduti nel frattempo in ginocchio.
Il presule, dopo aver chiesto perdono per la sua incredulità, sfila la Tilma dal
collo dell’indio e la colloca
all’interno della sua cappelL’Ermita, il luogo delle apparizioni, come si presenta oggi.
la.
La mattina dopo Juan Diego, dopo
essere rimasto tutta la notte ospite del
vescovo, lo accompagna al Tepeyac esporla nella chiesa principale della
per indicare il luogo in cui la Vergine città, mentre allo stesso tempo iniziaha chiesto di costruirle il tempio; poi, vano i lavori della cappella ordinata
mentre già si organizzano i preparati- dalla Madonna (quella che si chiamò
vi per la costruzione, chiede il per- la prima ermita). Qui, il 26 dicembre
messo di recarsi a casa per vedere dello stesso anno delle apparizioni, fu
suo zio, che aveva lasciato ammalato trasferita nel corso di una solenne
il giorno prima.
processione, alla quale intervennero
Quinta apparizione (allo zio Juan Bernardino)
Quando Juan Diego tornerà a casa,
troverà lo zio ristabilito, e gli racconta dell’apparizione della Vergine e
della promessa di guarigione.
Ma anche Juan Bernardino ha qualcosa da dire; infatti riferisce che nello
stesso momento in cui Juan Diego
dice di averla sentita promettere la
guarigione, è apparsa anche a lui, sanandolo completamente e dicendogli
di voler essere invocata con il titolo di
“Perfetta Vergine Santa Maria di
Guadalupe”.
Appena si sparse nella capitale la notizia del prodigio, il palazzo
vescovile divenne meta di pellegrinaggi da parte di chi voleva vedere la
santa immagine, tanto che il vescovo
Juan de Zumarraga fu costretto ad
le principali autorità spagnole insieme
alla nobiltà india. L'immagine fu portata dai missionari francescani sotto
un elegante baldacchino, tra le manifestazioni di giubilo degli indigeni.
Fu durante questa processione, che ad un certo momento una
freccia, partita da un gruppo di danzatori indigeni vestiti da guerrieri, per un
errore dell’arciere colpisce alla gola
uno dei suoi compagni, uccidendolo
sul colpo.
Il corpo dello sventurato viene subito
portato davanti all’immagine della
Vergine di Guadalupe, mentre tutti
pregano perché lo risusciti. Ed ecco
che, appena estratta la freccia, la ferita si rimargina, lasciando solo una
profonda cicatrice, e il malcapitato si
alza in piedi, cantando lodi alla
Signora del Cielo.
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 15
Il culto della Madonna di
Guadalupe si diffuse subito in tutto il
Messico, ma incontrò anche
l’opposizione di quei religiosi che temevano una sopravvivenza dei culti
pagani sotto una maschera di devozione cristiana. Infatti la collina del
Tepeyac era stata, in epoca precolombiana, sede del tempio di
Tonantzín, una dea azteca il cui nome
significa "nostra venerata madre", distrutto durante la conquista. Dopo le
apparizioni della Madonna di
Guadalupe e l'edificazione dell'ermita,
il luogo fu definitivamente consacrato
al culto cristiano della Vergine Maria,
ma gli indios lo chiamano ancora
Tonantzín; nome che però i domenicani giudicarono perfettamente compatibile con la fede cristiana.
Le resistenze tuttavia non ostacolarono minimamente il diffondersi della
devozione, peraltro incoraggiata dalla
Chiesa messicana. Così, nel 1557, il
nuovo arcivescovo, padre Alonso de
Montúfar, fece costruire un'ermita più
grande, e il 10 settembre 1600 iniziarono i lavori del santuario, la "iglesia de los indios", consacrato nel novembre del 1622.
Il rapido diffondersi di questa
fede avvenne anche fuori dell'America
Latina, come dimostra la presenza di
una copia dell'immagine del Tepeyac
nella cabina dell'ammiraglio Gian
Andrea Doria (1539-1606); una
delle più antiche ancora esistenti conservata oggi nella chiesa parrocchiale
di Santo Stefano d'Aveto, in provincia
di Genova.
MYRIAM
DIFFUSIOE DEL CULTO
Antica immagine della Vergine di Guadalupe
Tuttavia, anche se diffuso, il
culto rimaneva privo di “ufficialità” che
poteva venirgli solo dalla Santa Sede.
Così, a questo scopo, fra il 1662 e il
1666 furono raccolte in maniera ufficiale le testimonianze sull'apparizione, fu fatta esaminare l'immagine da
medici e pittori, e ai verbali fu aggiunto un documento scritto da don Luis
Becerra Tanco, studioso delle lingue
e delle culture indigene del Messico.
In seguito, nel 1667, Papa Clemente
IX emanò una bolla nella quale il 12
dicembre veniva dichiarato festa della
Madonna di Guadalupe; mentre il 25
maggio 1754 Papa Benedetto XIV
nominò la Madonna di Guadalupe patrona principale e protettrice della
Nuova Spagna.
15
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 16
La cappella, o Ermita dell’Indio, è il più antico monumento che si
conserva nel recinto del Santuario di Guadalupe. E’ stata costruita
nel 1649, nel luogo dove Juan Diego ha passato i suoi ultimi anni di
vita a servizio del Santuario e dei pellegrini.
MYRIAM
Antica basilica della Vergine di
Guadalupe, costruita tra il 1609 e il
1622. Come tanti edifici antichi di
Città del Messico, rimane inclinata a
causa di movimenti sismici ricorrenti.
16
Nuova Basilica, consacrata
nel 1976, capace di contenere quasi ottomila fedeli. E’
in assoluto il santuario mariano che riceve il maggior
numero di pellegrini all’anno, calcolati in 20 milioni.
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 17
I MISTERI DELL’IMMAGINE
La Tilma e l’Immagine della Vergine
La Tilma è il manto che gli indios come Juan Diego usavano per coprirsi, lo stesso su cui è rimasta miracolosamente impressa l’immagine
della Vergine, così come l’ hanno vista
il vescovo Zumarraga e i suoi servitori il pomeriggio del 12 dicembre del
1531.
Oggi è conservata in una teca
di cristallo, dietro l’altare maggiore
del Santuario della Vergine di
Guadalupe a Città del Messico. I fedeli la possono contemplare passandovi
di fronte attraverso un tappeto mobile.
La Tilma è costituita da due teli di
ayate, un rozzo tessuto di fibre
d’agave usato dalla gente povera, cuciti insieme con fili sottili. Su di essa si
vede l’immagine della Vergine, impressa per tutta la lunghezza del
manto, con un’altezza di 143 centimetri.
A partire dalla prima ricognizione ufficiale del 1666, i risultati
degli esami compiuti sul telo segnalano che è assolutamente impossibile
che un’immagine così nitida sia stata
MYRIAM
L’apparizione di Maria Santissima sulla cima del colle Tepeyac, nel 1531, è per se stessa
un grande avvenimento di carattere religioso, con risvolti sociali inimmaginabili. Come a azareth,
“nella pienezza dei tempi”, Maria è presente agli inizi del Mistero dell’Incarnazione, così a
Tenochtilán-Città del Messico Ella si fa presenza agli inizi di una nuova epoca di evangelizzazione,
per poter presentare il suo unico Figlio a tutte le genti che vivono su quella terra da poco scoperta.
Ma i “segni” che la Vergine di Guadalupe ha lasciato sulla terra, affidandoli alla sua immagine impressa nel mantello di un umile indio, non sono meno importanti; anzi, rappresentano il segno tangibile di quell’incontro fra cielo e terra che, sin dall’inizio, ha richiamato alla fede milioni di uomini e donne di tutte le razze e di tutti i popoli.
Quali sono i “misteri” dell’immagine della Vergine di Guadalupe?
Come si è impressa nella Tilma, come si conserva nel tempo e i contenuto che l’avvolge.
17
dipinta a olio o a tempera su quel tipo
di tessuto grezzo, senza che vi sia stata
una preparazione speciale. Gli studi
scientifici sulla “fissazione” dell’im-
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
18
25/11/2008
10.58
Pagina 18
magine sono proseguiti sino ai giorni
nostri, arrivando a riprodurre su tessuti simili la stessa immagine, ma con risultati nettamente inferiori alle aspettative. Oltre alla bassa qualità dell’immagine tali riproduzioni hanno avuto
la difficoltà di essere mantenute nel
tempo, con procedimenti di conservazione contro gli attacchi da muffe,
cosa che invece non è avvenuto e non
avviene per la Tilma.
Si è infine costatato che il tessuto ha reagito positivamente, senza
deteriorarsi, al contatto involontario di
liqudi che attaccano e consumano materiale vegetale come la Tilma e che, a
contatto con l’aria, anche senza la protezione del vetro, questa “respinge” gli
insetti e la polvere.
Nel 1976, con la tecnica degli
infrarossi, si determinò che, pur essendo state trovate tracce di interventi pittorici in tratti circoscritti delle mani,
della parte inferiore dell’immagine,
quella con l’angelo, e l’aggiunta di
oro e argento nei raggi solari e nella
luna, la quasi totalità dell’immagine
fa tutto un corpo con il tessuto del
manto. Chi contempla oggi quell’immagine, posta dietro l’altare maggiore
del Santuario di Guadalupe, vede la
stessa immagine, formatasi sullo stesso tessuto appartenuto a San Juan
Diego e che, nella sostanza, non è
stato toccato da mano d’uomo.
Il viso, la cintura
Il popolo messicano si riferisce
alla Vergine di Guadalupe chiamandola col nome di “Virgen Morena” o
“Morenita”. Infatti i tratti del volto, un
po’ scuri, non sono né di tipo europeo
Reliquiario che contiene la Tilma con l’immagine della
Vergine di Guadalupe, così come la contemplano i pellegrini che si recano al santuario, a Città del Messico
né di tipo indio, ma di tipo “meticcio”
che, per quell’epoca, era semplicemente inpensabile. Quando l’immagine
si forma nella Tilma, sono passati appena
12 anni dal momento in cui il primo europeo ha messo piede in Messico, quindi ancora prima che una “razza” intermedia si
potesse difondere. L’Apparizione di
Guadalupe appare così come la profezia di
un nuovo popolo, di una nuova cultura, di
una nuova razza.
L’immagine però non lascia di
stupire nel suo simbolismo, allora
comprensibilissimo agli occhi degli
indigeni messicani. La “Perfetta
Sempre Vergine Maria”, come si è presentata, appare avvolta di un manto
verde-azzurro che copre una tunica
rosa ricamata di fiori, stretta sopra la
25/11/2008
10.58
Pagina 19
vita da una cintura color viola scuro.
Questa cintura, presso gli aztechi è il
segno delle donne incinte e indica che
la Vergine è in procinto di donare agli
uomini il Salvatore. Una pagina di
Vangelo a disposizione di tutti!
La pupilla
Si tratta certamente del risultato più incredibile degli studi fatti sulla
Tilma. Infatti, in una fotografia fatta
nel 1929, studiando i particolari presenti negli occhi dell’immagine, il fotografo Alfonso Marcué Gonsalves
scorge la sagoma di qualcosa simile ad
un mezzo busto di una persona. La
scoperta fu mantenuta segreta in attesa
di nuovi riscontri, sino a che, nel 1951,
il fotografo ufficiale del Santuario,
dopo aver rifatto la foto dichiara di
aver vista “..riflessa nella pupilla del
lato destro della Vergine di Guadalupe
la testa di Juan Diego, accertandone
subito la presenza anche sul lato sinistro”.
Tutto questo viene confermato
anche da studi successivi, fatti direttamente sull’immagine, senza la prote-
zione del vetro. Nel 1979, a completamento di tali analisi, l’ingegnere peruviano José Aste Tonsmann, sottopone
la parte degli occhi ad una scansione
ad alta definizione, ingrandendo le
iridi fino a 2500 volte, ottenendo così
un risultato ancora più sorprendente:
la presenza cioè della scena completa
del miracolo, con Juan Diego che apre
la sua Tilma davanti al Vescovo e agli
altri testimoni.
Al centro delle pupille, poi, si
nota un’altra scena, del tutto indipendente dalla prima, in cui compare un
vero e proprio “gruppo familiare” indigeno, composto da una donna, un
uomo, da alcuni bambini e, nel solo
occhio destro, da altre persone in piedi
dietro la donna.
La presenza di queste immagini negli occhi è, innanzi tutto, la conferma definitiva dell’origine prodigiosa dell’icona guadalupana: è material-
Particolari degli occhi della Vergine: sopra, i personaggi presenti al miracolo, sotto, il “gruppo familiare” rilevato nell’iride.
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
19
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
20
25/11/2008
10.58
Pagina 20
mente impossibile dipingere tutte queste figure in cerchietti di circa 8 millimetri di diametro, quali sono le iridi
della Madonna di Guadalupe, e per di
più nell’assoluto rispetto di leggi ottiche totalmente ignote nel secolo XVI.
Inoltre, la scena del vescovado come
appare negli occhi della Vergine pone
un altro problema: essa non è quella
che poteva essere vista dalla superficie
della Tilma, dato che vi compare Juan
Diego con la Tilma dispiegata davanti
al Vescovo. A questo proposito José
Aste Tonsmann avanza l’ipotesi che la
Madonna fosse presente, sebbene invisibile, al fatto, e abbia “proiettata”
sulla Tilma la propria immagine, avente negli occhi il riflesso di ciò che
stava vedendo”.
Il Manto
Un’altro studio scientifico che
ha dato risultati molto interessanti è
quello relativo alla disposizione delle
stelle sul manto della Vergine. Una visione accurata della loro disposizione
sul manto rivela la riproduzione esatta
delle costellazioni presenti su Città del
Messico nell’inverno del 1531, con
una sostanziale e altrettanto sbalorditiva differenza. Si tratta infatti delle costellazioni viste da una prospettiva
“cosmocentrica” così come le vedrebbe un osservatore posto al di sopra
della volta celeste.
Ma i misteri continuano via via
che si approfondiscono gli studi, e riguardano la temperatura del tessuto,
che si mantiene costantemente (e naturalmente) a 36,6 gradi, come quella
del corpo umano vivo; la “posizione”
dei colori che formano l’immagine sul
tessuto che, con i test a raggi laser,
sembrano non essere fissatati in nessun lato del manto, ma appaiono come
“fluttuare” sulla superficie.
Si potrebbe continuare ancora,
mentre gli studi continuano, riservandoci chissà quali sorprese. La pietà
dei fedeli che ammirano la Tilma è la
stessa con la quale Pio XII, il 13 ottobre del 1945, così la descriveva: “sulla
Tilma del povero Juan Diego - come
riferisce la tradizione - pennelli che
non erano di quaggiù lasciavano dipinta un’immagine dolcissima, che
l’opera corrosiva dei secoli avrebbe rispettata”.
Per questi articoli ci siamo serviti di vario materiale
presente in Internet, soprattutto nei siti:
h t t p : / / w w w . a l l e a n z a c a t t o l i
ca.org/indici/articoli/guerragd205_206.htm;
http://www.virgendeguadalupe.org.mx/
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 21
Guadalupe: un segno
La
fede è un dono di Dio. on
è la conclusione di un ragionamento filosofico o scientifico. Ma questo non significa che non c’è un
legame, come insiste spesso il Papa
Benedetto XVI, fra ragione e fede. La ragione coglie nell’esperienza della bellezza
del creato un’apertura verso il trascendente. Lo scienziato che studia la natura e il
cosmo, vedendo i limiti del proprio metodo,
diventa filosofo e si interroga sul senso delle
sue osservazioni rimaste inspiegate. Può
anche darsi, allora, che arrivi il momento in
cui il suo cuore, come guidato dalla ragione,
si apra liberamente al dono della fede. on
crederà contro la ragione, ma al di là di
essa. « La fede non è un muro dove la ragione si scontra, ma un oceano dove la ragione
si immerge. »
L’immagine di ostra Signora di
Guadalupe affascina per la sua bellezza
semplice e umile. La storia della sua origine
miracolosa fu accolta spontaneamente dal
Popolo cristiano. Da 500 anni i popoli
d’America la venerano come un dono di
Dio e trovano in questa dolce immagine di
Maria fiducia e speranza. Ma l’immagine si
presenta anche come sfida all’uomo critico,
“razionale”, poco incline a credere nel soprannaturale. Infatti, le osservazioni degli
scienziati che si sono chinati su questa immagine con le tecniche più sofisticate hanno
messo in evidenza aspetti sconosciuti alle
generazioni precedenti. Senza arrivare tuttavia a spiegare il fenomeno. La scienza non
ne deduce certamente che l’immagine è
“miracolosa”. on è sua competenza. Ma
può dire: “qui ci sono dei fatti scientificamente inspiegabili”. Allo stesso modo, ri-
guardo l’insieme del fenomeno, una riflessione rigorosa non concluderà che “la
Vergine è apparsa”, ma potrà serenamente
affermare: “qui una convergenza impressionante di segni puntano nella stessa direzione…” La ragione dunque, come una
guida fidabile, conduce fino ad una porta
ma per lasciare ad ognuno, attratto da
un’altra forza, di aprirla o non aprirla. Un
po’ come l’episodio evangelico della guarigione del cieco nato (Gv, 9): tutti gli indizi
portavano a dire che Cristo aveva guarito
miracolosamente quest’uomo, ma né
l’evidenza dei fatti, né la convergenza dei
segni hanno potuto forzare la fede. Come la
Sindone di Torino, l’immagine di
Guadalupe si presenta all’intelligenza aperta come un segno, impressionante, credibile, ma che non può condurre oltre la soglia
del Mistero…
In una epoca come la nostra che vede spesso una radicale opposizione fra cultura
scientifica e cultura cristiana, l’immagine
di Guadalupe invita invece ad un dialogo
fecondo: la scienza può far vedere con
molta più chiarezza che nel passato le meraviglie conducono al mistero e la fede può
trovare nei dati che dispiega la scienza una
conferma di ciò che crede.
Più che al raziocinio, l’immagine della
Vergine si offre alla nostra contemplazione.
Vediamo risplendere in essa l’umile bellezza che, convincente in se stessa, manifesta la
vicinanza della Vergine Maria a tutti quelli
che, con cuore puro e povero, si rivolgono a
Lei.
P. Patrice Véraquin, omv
MYRIAM
luminoso per tutti
21
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 22
IL VEERABILE
Padre Lanteri
La Vergine Maria ha raccomandato la recita del
Santo Rosario. Il Venerabile P. Lanteri se ne fece promotore istancabile nel suo molteplice apostolato.
Presentiamo qui i misteri gaudiosi accompagnati
da alcuni suoi pensieri spirituali.
A cura di p. Andrea Brustolon omv
MYRIAM
si deve, nelle nostre necessità ed afflizioni, otterremo se non la liberazione da esse,
certamente tranquillità di spirito, coraggio
e forza per combattere” (Ven. Lanteri).
22
1° Mistero: L’agonia di Gesù nel
Getsemani
2° Mistero: La flagellazione di Gesù
Gesù andò con gli Apostoli in un
podere, chiamato Getsèmani, e disse
«Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». Cominciò a provare tristezza e angoscia. E avanzatosi un poco, si prostrò con
la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi da Me questo calice! Però non come voglio Io, ma come
vuoi Tu!». Poi, dopo avere pregato intensamente, si avvicinò ai discepoli e disse
loro: Alzatevi, andiamo; ecco, colui che
Mi tradisce si avvicina» (cfr. Mt 26,3646).
“Ecco l'efficacia della preghiera
dopo una così grande tristezza e agonia.
Gesù Cristo, prostrato nelle forze, ancora
mezzo agonizzante, si alza generoso e
tranquillo. Va incontro ai Suoi nemici.
Anche noi siamo certi che pregando come
“Pilato fece prendere Gesù e Lo
fece flagellare” (Gv 19,1).
“Tra quei colpi, quanti ne ricevette per i Tuoi peccati? Eppure osservaLo in
Volto: non comunica che dolcezza, che
mansuetudine. Non uscì dalla Sua bocca
un lamento. Si penetri nel Suo Cuore e vi
troveremo sentimenti di pace e di generosità per noi. Ardeva d'Amore per noi; pensava Egli a noi, a me, a voi. Si è addossati i nostri peccati per farne Lui la penitenza, e risparmiare noi e salvarci. Lo ha fatto
per animarci a confidenza, perché avessimo un efficacissimo motivo per confidare
in Lui, vedendo sino a che punto si è lasciato maltrattare per noi, e la sovrabbondanza del prezzo che è stato pagato per
noi. Possiamo non amare il nostro Gesù
25/11/2008
10.58
Pagina 23
che si è lasciato sacrificare così volentieri
per noi? Rifiuteremo di amarci gli uni gli
altri, come fratelli, vedendoci tutti ugualmente amati e redenti a così caro prezzo?”
(Ven. Lanteri).
3° Mistero: L’incoronazione di spine
“I soldati, intrecciata una corona
di spine, Gliela posero sul Capo e Gli misero addosso un mantello di porpora;
quindi Gli venivano davanti e Gli dicevano: «Salve, Re dei Giudei!». E Gli davano
schiaffi” (Gv 19,2-3).
“Considerate cosa voglia dire
avere il Capo trafitto da tante spine che
come tanti coltelli crudelmente Lo martirizzano” (Ven. Lanteri).
“Se Gesù abbassa gli occhi, vede Sua
Madre assai afflitta. Vi penetra il mare dei
suoi dolori: comprende come si rinnovi
nel suo cuore tutto quanto accade nel
Proprio Corpo. Vi legge i suoi sentimenti.
Pensate che pena per il tenero e riconoscente Cuore di Gesù, che tanto amava
Maria! Ma Gesù, quasi ne fosse stato insensibile, vuole che questo suo dolore diventi per noi sorgente di benedizione.
Gesù, sempre intento per noi peccatori,
quasi dimentico dei Suoi dolori e di quelli della Madre, approfitta di quest'occasione per procurare a noi un'Avvocata, una
Madre, una Mediatrice presso di Sé e ci
sostituisce in Sua vece. Vuole che ella ci
assista, ci protegga” (Ven. Lanteri).
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
4° Mistero: Il viaggio al Calvario di
Gesù carico della croce
23
“A tutti Gesù diceva: «Se qualcuno vuol
venire dietro a Me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e Mi
segua” (Lc 9,23).
“Lo Spirito di Dio consiste nella
Croce. Non si deve nascondere quel che vi
è di arduo nel servizio di Dio. La Croce è
il Suo stendardo” (Ven. Lanteri).
5° Mistero: Gesù è crocifisso e muore in
croce
“Stavano presso la croce di Gesù
Sua madre, la sorella di Sua madre, Maria
di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il
discepolo che Egli amava, disse alla
madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi
disse al discepolo: «Vedi la tua madre!». E
da quel momento il discepolo l’accolse fra
le sue cose proprie” (Gv 19,25-27).
“Se appena svegliato dono il mio cuore a
Gesù, mi rassegno in tutto al suo divin volere per
quanto di bene o di male occorrerà alla giornata,
con ferma risoluzione di fare niente contro Dio, ed
ubbidire ad ogni segno conosciuto per sua volontà.
Tutto il resto sarà per vanità e letame; sarò indifferente per ogni cosa; mi considererò come pellegrino, come morto, come crocifisso al mondo, e il
mondo crocifisso a me, con un totale abbandono in
Dio.” (Ven. P. Lanteri)
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
24
25/11/2008
10.58
Pagina 24
Preghiera per chiedere
una grazia al Signore
per intercessione del
Venerabile Lanteri
Ci hanno chiesto preghiere
e vengono affidati
all’intercessione
del Venerabile Lanteri
O Gesù che hai voluto soffrire per
amore nostro e immolarti per la nostra
salvezza, mi rivolgo a te nella mia afflizione per aprirti il mio animo e chiedere il
tuo aiuto.
Io soffro, sono abbattuto e non ho più
coraggio.
In questo momento mi è difficile ripetere: “sia fatta la tua volontà”.
Ma anche nello scoraggiamento,
Signore, voglio provare a dire di sì alla
mia situazione, ai miei dolori, alla mia debolezza.
on permettere che la mia sofferenza
sia vana, ma giovi a chi non ti conosce e
non ti ama, oppure a chi lavora e soffre
per te.
O Signore, benedici tutte le persone
che mi assistono e mi fanno del bene; benedici quelli che soffrono con me.
Ti prego di darmi sollievo e, per intercessione del Venerabile p. Pio Bruno
Lanteri, la guarigione dalla mia malattia,
affinché, nella serenità e nella gioia, possa
lodare Te, Signore, datore della Vita.
Amen
HANNO CHIESTO PREGHIERE:
Palma U. Pescasseroli; Nunzio F. Villa Adriana; Maria C.
Al lumiere; Vittoria S. S. Gregorio da Sassola; Amedea I.
Torino; Laura Z. S. Donà di Piave; Giuseppa R.
Francavilla F.; Anna R. Palermo; Adua V. Pisa; Luisa R.
Senigallia; Pasqua M. Sant’Eraclio; Maria Savina M.
Castellana Grotte; Vera L. Roma; Giusy S. Grumello d.
Monte; Victor-Hugo C. Terni; Franca V. Isola Liri Sup.;
Tina P.S. S. Maria d. Mole; Angela V. Cagliari; Biagio M.
Tivoli; Teresa I. Rimini; Teresa B. Villalago; Tina P.S. S.
Maria d. Mole; Concetta P. Goriano Sicoli; Orsola G.
Milano; Teresa R. San Tammaro; Giulio D.R. Sulmona;
Maria Rosa L. Corleto Perticara; Pasquale A.
Roccamonfina; Victor-Hugo C. Terni; Anna Maria S.
Todi; Adua Pia P. Pisa; Franca V. Isola Liri Sup.;
Benedetta Maria P. Sciacca; Carmela Z. Onè di Fonte;
Luigia L. San Quirino; inoltre pregare per: un sacerdote;
Domenica Maria; Angelina; Margherita; Rosaria e la sua
famiglia; Angelina e la sua amica Anna; Mario P.;
Giancarla da Vigevano; Sergio e Anna, Francesco e tutti i
parenti di Angelina; Franca; Giovanna, Carola e i suoi famigliari; Anna e la sua famiglia; Nadia e la sua salute;
Silvano e la sua salute; Rosalia, la sua salute e la sua famiglia; Carola e una sua intenzione; Franco e la sua salute; Rosaria; Luigi; Anna di Aprilia e le sue intenzioni;
Alessandro e la sua salute; Rita, Antonia e Teresa, Nicola
e i problemi familiari; Anna; il figlio di Adolfina; Laura;
Brunella; Carola, la sua salute e i suoi famigliari;
Angelina e le sue intenzioni; Bruno da Tivoli; Maurizio;
Anna e il suo lavoro; Antonia; Adolfina e Luigi; Simone e
la sua salute, Mimmo e la sua salute; il def. Gianni (di 20
anni); Caterina, Paola e Silvio, Anna e Giacomo;
Giuseppa e le sue intenzioni; Clara da Roma e i suoi nipotini; Michela e Diego; Anna e le sue intenzioni; Marco;
Andrea e la sua situazione familiare; Paolo; Silvia C.
Australia e la sua famiglia; Federica e la sua fam.; Alessia;
Antonia; Anna e la sua salute; Rosalia; intenzioni di
Adolfina; Michela e Laura; Antonia e la sua salute;
Rosalia,la sua salute e la sua famiglia.
Coloro che desiderano immagini, reliquie o biografie del
Venerabile Lanteri possono farne richiesta
alla redazione di Myriam.
Via di Ponte Terra, 8 - 00132 S. Vittorino - Roma
Posta elettronica: [email protected]
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.58
Pagina 25
A VIÙ
(Nostra Signora della Salette)
«GIORNI DI SOLITUDINE»
secondo la spiritualità
mariana e ignaziana
del Ven. Pio Bruno Lanteri
presso Villa Schiari
Piazza XXIV Maggio
Tel. 0123 696580
www.villaschiari.it
[email protected]
“Non vi è al mondo cosa così interessante
quanto il potere passare tranquillamente
alcuni giorni unicamente occupati
dai grandi progetti: Dio, Anima, Eternità.”
I ritiri sono animati da p. Andrea Brustolon
e dalla famiglia Lanteriana di Viù
INCONTRI E RITIRI DI SPIRITUALITA’
DICEMBRE 2008
SABATO 6. Dedicato al Cuore Immacolato di Maria, preghiere in onore del Cuore Immacolato di Maria dalle 9:30 alle 11:30.
Alle 15 Santo Rosario e affidamento a Maria. Santa Messa alle 16:00
DA DOMENICA 7 A LUNEDÌ 8. Il Cuore Immacolato di Maria.
SABATO 13, Preghiere agli Angeli dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17.
DOMENICA 14. Gli Angeli Custodi nel cammino dei santi e nella vita della Chiesa
DA SABATO 27 A LUNEDÌ 29. Per i giovani della parrocchia de La Loggia, don Dante Ginestrone
DA MERCOLEDÌ 31 A GIOVEDÌ 1. Capodanno a Viù
GENNAIO 2009
SABATO 3. Dedicato al Cuore Immacolato di Maria, preghiere in onore del Cuore Immacolato di Maria dalle 9:30 alle 11:30.
Alle 15 Santo Rosario e affidamento a Maria. Santa Messa alle 16:00
DOMENICA 4. La preghiera nei Racconti di un pellegrino russo (Insegnamenti tratti dai racconti cinque, sei e sette)
SABATO 10, Preghiere agli Angeli dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17.
DOMENICA 11. Coscienti dell’azione demoniaca
SABATO 17, Preghiere per i defunti dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17.
DOMENICA 18. Il Combattimento spirituale, di Scupoli
SABATO 24, Preghiere per i defunti dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17.
DOMENICA 25. L’imitazione di Cristo
SABATO 31, Preghiere agli Angeli dalle 15:30 alle 17. Quindi Santa Messa alle 17.
MYRIAM
(Ven. Lanteri)
25
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.59
Pagina 26
LA MISSIONE IN NIGERIA
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.59
Pagina 27
BORSE DI STUDIO
PER LE VOCAZIOI SACERDOTALI E MISSIOARIE
DEGLI OBLATI DI MARIA VERGIE I IGERIA
Se vuoi, puoi contribuire anche tu alla formazione di un sacerdote del nostro seminario di
Suleja, igeria. In che modo?
Partecipando a costituire, anche parzialmente, e con pagamenti dilazionati,
una BORSA DI STUDIO per un seminarista in formazione.
Attualmente, i nostri seminaristi sono 24 e altri ancora si aggiungeranno, se la
Provvidenza continuerà ad aiutarci, anche attraverso la generosità dei nostri lettori.
Chiunque può costituire una BORSA DI STUDIO, completandola a poco a poco.
L’ammontare completo di una Borsa è fissato a 500 Euro. Si può dare a questa Borsa il titolo che si desidera, sia quello di un Santo, sia quello di un parente o di un amico, vivo o
defunto, indicandolo nella causale del CCP.
Per eventuali offerte servirsi del bollettino di ccp 439018 intestato:
Santuario .S. di Fatima Istituto Oblati di Maria Vergine
00132 S. Vittorino – Roma, specificando la causale di versamento.
Grazie ai nuovi donatori
uove Borse di Studio
Giulio Di Ramio da Sulmona (AQ)
€ 100 per 4^ e ultima quota
2^ BORSA DI STUDIO “Giulio Di Ramio”
Carolina Abbenda da Roma
€ 100 per 3^ e 4^ quota BORSA DI STUDIO
“Padre Elio Abbenda omv”
Luciano Valerio da Zagarolo (RM)
€ 150 per 5^ e 6^ quota BORSA DI STUDIO
“in memoria di don Luigi Bono”
N.N. da Carignano (TO)
€ 150 per 3^- 4^ - 5^ quota BORSA DI STUDIO
“in ricordo dei famigliari defunti-per intenzioni”
Carmela Zen da Onè di Fonte (TV)
€ 50 per 7^ quota BORSA DI STUDIO
“Carmela Zen”
Rosanna Martino da Cadorago (CO)
€ 500 per BORSA DI STUDIO
“Dora Favale – intenzioni”
Antonia Stuppa da Pantelleria (TP)
€ 100 a continuazione della 2^ BORSA DI STUDIO
“in memoria di Tommaso Culoma”
Antonio Ravidà da Palermo
€ 27 per 1^ quota BORSA DI STUDIO
“Antonio Ravidà”
Mons. Andrea Iannilli da S. Gregorio da Sassola
(RM)
€ 500 per 5^ BORSA DI STUDIO
“don Andrea Iannilli”
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.59
Pagina 28
Come voglio il mio Santuario?
È la domanda che ci siamo posti noi, Rettori dei Santuari di tutta l’Italia, riuniti
dal 27 al 30 Ottobre scorso al Santuario della Madonna della Guardia sopra Genova.
Eravamo 200 Rettori e operatori, sia dei grandi Santuari come Loreto e S. Antonio di
Padova, sia di tanti altri grandi e piccoli. Ero accompagnato dal P. Vincenzo Voccia,
Vicerettore e Suor Clara delle Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima, che con noi operano nel Santuario della Madonna di Fatima di S. Vittorino.
MYRIAM
Il Santuario, luogo della speranza.
28
L’ invito del Papa Benedetto XVI a
valorizzare la crescente frequenza dei fedeli ai
Santuari, ha evidenziato che il pellegrinaggio
da semplice occasione turistico-devozionale
deve diventare un cammino verso “una fede
pensata” e portare il cristiano ad “una armonia
fra fede e ragione”. Il punto di partenza sta nel
cuore di ogni pellegrino, che porta con sé un
mistero di dolore e di speranza, ma anche di
un anelito alla verità e alla luce, che lo spinge
ai piedi di Maria o del Santo in quel santuario.
Il Popolo di Dio possiede un profondo “senso della fede”, segno di quella sete di
Luce e di Amore, che pervade il cuore dell’uomo e lo spinge ad esprimere la sua religiosità
e la sua fede in Dio in
tanti modi. La bibbia
e piena di questi gesti
spontanei di religiosità, da Abele che
offre a Dio i suoi capretti migliori alla
Madre di Samuele
che sfoga davanti a
Dio il suo dolore perché disprezzata e
senza figli. E tali
sono molte preghiere
dei fedeli dei nostri
Santuari.
Ma si notava anche come molte
richieste di quanti si
recano ai Santuari si
rivelano di carattere chiaramente magico e miracolistico, tipico di tante espressioni religiose
che con il cristianesimo hanno ben poco da
fare: formule misteriose, pietre salvifiche, ricerca di amuleti ecc….per non parlare di coloro che mettono la loro fiducia cieca in persone
che promettono miracoli a buon mercato, e
che mercato!... Di questi maghi e fattucchieri
ne è piena la televisione.
Il grande peccato d’Israele era
l’idolatria, diceva con forza Don Barbaglia
della Diocesi di Novara: volere fare Dio a nostra immagine e somiglianza, mentre è Dio
che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza,
e questo disegno lo ha realizzato pienamente
in Gesù. Solo guardando Gesù, rispecchiandoci in Lui e vivendo la sua Parola, faremo la
25/11/2008
10.59
Pagina 29
MYRIAM
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
29
vera esperienza di Dio, avremo la vera devozione che salva e non illude.
E la pietà popolare?
Sua Em.za il Card. Angelo Bagnasco,
Presidente della CEI, intervenuto con una apprezzata conferenza all’inizio dei nostri lavori, ha giustamente ricordato che la pietà popolare contiene dei valori essenziali per la vita
cristiana, quali il pellegrinaggio, la festa, la
preghiera d’invocazione e il ringraziamento.
La pietà popolare rappresenta per la Chiesa
una risorsa dalle varie sfaccettature. Una risorsa antropologica, innanzitutto, giacché le
folle frequentano i Santuari con una crescita in
continuo aumento, anche in questa fase di diffusa secolarizzazione della religione nella nostra società.
I Rettori dei Santuari hanno il compito di orientare le espressioni della pietà popolare verso un autentico cammino cristiano,
aiutare i fedeli a compiere un “esodo dalla
magia alla fede” o anche un “passaggio dal
sacro al Santo”.
La Chiesa oggi intende “rivalorizzare
la pietà popolare”, fenomeno tanto bistrattato
specialmente negli anni ’60 e ’70, dentro una
falsa interpretazione del rinnovamento postconciliare. Il popolo infatti cerca non una religione astratta o cerebrale, ma la verità concreta e visibile, cerca di “dare corpo allo spirito”. Il pellegrinaggio, ad esempio, è un fenomeno che coinvolge tutto l’uomo, è una lunga
preghiera, cui il pellegrino partecipa non solo
con la mente ma anche con il corpo.
La pietà popolare rappresenta inoltre
una risorsa comunitaria, giacché la fede
profonda del singolo credente si esprime volentieri nella comunità che celebra, che ricorda, che si mette in cammino, magari dietro una
croce o uno stendardo, all’interno di una confraternita. I fedeli che si recano al Santuario
sono immagine della Chiesa pellegrinante, che
va verso un comune obiettivo: il desiderio di
vedere il volto del divino.
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.59
Pagina 30
Ed infine la pietà popolare è una risorsa spirituale, importante soprattutto in questo periodo di crisi della spiritualità. Il pellegrino infatti cerca la Chiesa, non come organizzazione visibile e strutturata gerarchicamente, ma piuttosto come strumento di speranza in mezzo alle sofferenze della vita e di
conversione verso un servizio sempre più autentico al Signore.
Il Santuario, dalla devozione alla fede.
MYRIAM
Non per nulla ai Santuari la gente si
confessa, ai Santuari la gente si converte, ai
Santuari la gente si reca per fare festa.
Pertanto, a conclusione del suo lucido intervento, il card. Angelo Bagnasco ha invitato i
presenti a “farsi guide dei fedeli che si recano
ai Santuari, guide che conducono i fedeli
verso una “fede pensata”, verso l’essenziale”.
30
E l’essenziale è solo Gesù Cristo, termine di
ogni vita cristiana. I Santuari sono chiamati
non a fare qualcosa di speciale, di diverso da
quello che oggi compiono, ma piuttosto ad essere ancor più fedelmente Santuari, cioè luoghi del sacro, del silenzio, del bello, della liturgia partecipata.
Il Cardinale ha poi ringraziato i
Rettori dei Santuari e i loro collaboratori religiosi e laici per il prezioso servizio che svolgono nelle rispettive diocesi e in tutta la chiesa italiana. Essi hanno un ruolo decisivo nell’impegno di questa Chiesa per la nuova evangelizzazione, che chiede un linguaggio diverso nel predicare il Vangelo, ma anche luoghi e
tempi particolari. Particolarmente apprezzata
per la sua profondità e vivacità è stata la relazione finale di Mons. Franco Brambilla,
Vescovo ausiliare di Milano, sul tema : la spiritualità del sacro, dal sacro al Santo.
Collaboriamo!
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.59
Pagina 31
Cari amici di Miriam e voi tutti fedeli e collaboratori del nostro Santuario, noi
tutti, Sacerdoti e Suore e laici, vogliano impegnarci sotto la guida della Chiesa per far crescere insieme a voi la qualità del nostro servizio nel Santuario della Madonna di Fatima a S.
Vittorino. Tutti lavoriamo, perché il nostro
Santuario diventi luogo della fraternità e della
speranza, della celebrazione dei misteri di
Cristo e della vera devozione a Maria, della
fede pensata e vissuta nell’amore. La Vergine
di Fatima accolga questi nostri desideri e ci
conceda di realizzarli.
P. Giovanni Mannini omv
Professione religiosa di suor Sryantha e suor Carmen
La Celebrazione si è svolta presso il Santuario N. S. di Fatima a S. Vittorino, il 12 ottobre 2008 ed è stata presieduta da P. Patrice Veraquin. Le due neoprofesse sono state circondate
dall'affetto delle loro sorelle Oblate e da tanti fedeli del Santuario che da anni condividono con
loro l'esperienza spirituale che si irradia dal Santuario. Numerosi i fedeli filippini che ogni prima
domenica del mese vengono accolti e accompagnati nelle Celebrazioni da Sr. M. Carmen.
Sr. M. Sryantha, dopo la Professione Perpetua, ha fatto ritorno nello Sri Lanka per continuare la sua missione presso i bambini poveri del mare.
Sr. M. Carmen presto sarà
trasferita in Brasile, a
Jundìai, dove da più di un
anno le Suore Oblate hanno
aperto una missione, in collaborazione con i Padri Oblati
di Maria Vergine.
Sr. M. Sryantha Perera (di nazionalità srilankese) e Sr. M. Carmen
Sandoval Cordero (messicana),
Oblate di Maria Vergine di Fatima,
nel giorno della loro Professione
Perpetua.
MYRIAM
Festa della Famiglia al Santuario
31
Myriam_N4-2008:Myriam_N6
25/11/2008
10.59
Pagina 32
Il gruppo che anima le celebrazioni per la comunità filippina al Santuario