BENVENUTI! - Istituto Comprensivo "San Giulio"

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BENVENUTI! - Istituto Comprensivo "San Giulio"
BENVENUTI!
Istituto Comprensivo
“San Giulio”
La redazione del Mariolino dà un caldo benvenuto a tutti
i nuovi arrivati!
Benvenuti alla scuola media di Orta! Una scuola di pace e di tranquillità, un’ "isola felice" secondo
alcuni studenti ed alcuni professori... Vorrei accogliere i nuovi studenti con una canzone molto bella,
"Tous Les Memes" cantata da
Stromae, e ricordare a tutti che la
musica può accompagnarvi durante questo percorso di tre anni! La
musica fa parte del mio personale
metodo di studio, infatti io studio
con le canzoni per facilitarmi
l’apprendimento e ho un genere
per ogni materia. Quando devo
studiare Storia ascolto musica
metal/hard rock mentre faccio le
sintesi (ascolto gruppi come Rage
Against The Machine, i Black
Sabbath ed altri), perchè mi aiuta
ad immaginare meglio le guerre e
sembra che adesso, grazie a questo
metodo, i miei voti siano migliorati... prendo quasi sempre otto! Per
Matematica, invece, non ascolto
musica perché non riesco a concentrarmi e quindi poi mi arrabbio! Perciò se volete bei voti in
Matematica, niente musica! Per le
materie letterarie (Grammatica,
Letteratura ed Antologia) ascolto
musica classica (Vivaldi, Mozart e
altri..) che influiscono positivamente sul mio metodo di studio, perché
riesco a rilassarmi e a studiare contemporaneamente e i miei voti raggiungono il sette e, a volte, l’otto.
Anche per Arte ascolto musica classica, però anche "Stardust" di Mika
è il top soprattutto quando si disegna, stimola la mente e dà molta energia! Per Francese invece preferisco le canzoni di Stromae, che è sicuramente uno dei miei cantanti
preferiti, inoltre canta in francese
quindi mi aiuta nella comprensione
e mi facilita l’apprendimento della
lingua. Spero che il mio metodo di
studio spero vi piaccia!!
Dicembre 2014
Sommario
Il mio amico Tato
2
Sport
3
Miti
4
Miti
5
Favole
6
Favole
7
Favole
8
Cronaca
9
Bionde e more
11
Progetto CCR
12
Progetti Scuola
Primaria Orta
13
Tema
14
Tema
15
La redazione
16
Osama Hilmi
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IL MIO AMICO TATO
di Mario Bertona
Il mio amico Tato è un cagnolino di colore nero,
ha il pelo lungo e ondulato. Tato vive in casa con
Anna, con mamma e papà e con me. Giochiamo
in casa con la palla, io la lancio e Tato la
prende...
Tato è un bel cagnolino, simpatico e divertente!
Istituto Comprensivo “San Giulio”
Pagina 3
IL MARIOLINO DELLO SPORT
DARE IL MEGLIO DI SE’...
Io sono molto chiusa, non
parlo molto di me stessa e
molte volte ho bisogno di
sfogarmi.
Mi sfogo molto con gli
sport che faccio, nel karate, il combattimento,
l’energia, sono sempre
molto carica e, nello
snowboard, la tensione
delle gare, quando scio
non penso più a niente, solo a concentrarmi.
Mi tengo sempre tutto
dentro,nelle gare di snow
mi arrabbio spesso, quando magari vieni eliminato
per quel minimo centesimo,ma poi mi rilasso e mi
rendo conto che
l’importante è l’impegno e
in qualunque modo finisca
la gara sono quasi sempre
soddisfatta perché so di aver dato il meglio di me.
La mia tecnica per rimanere sempre concentrata
quando gareggio è mangiare cioccolato in seggiovia,
ho sempre qualcosa di dolce in tasca.
Molte volte, quando devo
provare qualcosa di nuovo,cado,ma mi rialzo subito e mi faccio una risata e
ci riprovo finché non ci riesco.
Mi sfogo molto anche scrivendo testi e temi, mi piace
molto perché posso liberare
la mia fantasia. Mi sfogo
tanto disegnando anche solo pasticciando un piccolo
schizzo sul mio quaderno
di brutta.
Sono sempre sulle nuvole e
molte volte mi perdo in pensieri
assurdi, ma poi mi concentro e
non ci penso più.
Adoro gli animali e, a volte, mi
prendono per pazza perché con
loro ci parlo e fingo che mi rispondano.
Ora cerco di evitare di tenermi
tutto dentro e liberare di più le
mie emozioni e ho capito che,
se apri il tuo cuore e lasci spazio alle emozioni e ai sentimenti, tutto inizia a scorrere in maniera più semplice.
Tutti i problemi non esistono
più. I nostri pensieri ci aiutano
ad andare avanti,ho capito anche che praticare uno sport non
si basa sull’idea del successo
ma sull’idea di aver dato il meglio di sè.
Alice Bruno
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Miti...
PERCHE ’ L ’ O CEANO E IL CIELO SONO AZZURRI?
Di Giulia Masetto
Nei tempi dei tempi un piccolo fiore blu nacque sulle rive dell'oceano. In quei tempi l'oceano era rosso come il sangue e molto povero.
Il piccolo fiore, geloso di quel rosso brillante, tentò più volte di rubarlo ma...non ci riuscì mai. In un buia notte di vento Poseidone, il
dio del mare, stufo di quel rosso andò dal fiore "Tu che ti affacci a
me,vorresti questo bel rosso in cambio del tuo meraviglioso blu? "
Il fiore accettò e diede un petalo anche alla dea che abitava nel cielo,anch'esso rosso per il sangue versato dagli uomini.
Il fiore scambiò il suo blu con il rosso del mare, il dio rispettò il
patto e diede il petalo all'amata e il colore al fiorellino. Felice per
il suo colore ringraziò e, per gratitudine, continuò a donare l'unico petalo blu al dio.
È così che è nato l'oceano azzurro pieno di vita, per la gioia di Dio.
Istituto Comprensivo “San Giulio”
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Miti...
IL SOLE: NOSTRO PROTETTORE
Molti molti secoli fa si
narrava di un drago che
avvolgeva la Terra nella
sua calda morsa, proteggendola dai pericoli. Tutti
i giorni, il custode dava
vita ad uno spettacolo
mozzafiato, per avvertire i
rivali della sua presenza
anche se dormiente. Avvolgeva la sua tana di
fiamme, a quei tempi era
un avviso di guerra. Di
tanto in tanto si alzava la
bruma o il soffio del drago. Portava con se creatu-
re magiche e mitologiche
come folletti, streghe,
gnomi, Minotauro, fauni
e centauri.
Ma alla centesima luna il
protettore se ne sarebbe
andato lasciando la Terra
sotto la protezione di una
sfera di fuoco,che ogni
giorno sorgeva e tramontava così da vedere sempre tutta la Terra.
Quella sfera ci protegge
ancora oggi, è il Sole, il
nostro protettore.
Giulia Masetto
Perché il mare è salato?
C’era una volta un anziano signore di nome Clores. Era un uomo saggio, intelligente e capo di un
piccolo villaggio Irlandese, egli possedeva un sacco magico che aveva il potere di riempirsi di sale,
ogni volta che veniva svuotato. Nel villaggio vicino erano venuti a conoscenza di questo segreto e ,
pienissimi di invidia, alcuni uomini di notte andarono a rubare il sacco. Pensarono di nasconderlo
su un’ isola deserta in mezzo al mare. Durante il viaggio la nave si imbatté in una tempesta. Sembrava che gli dei volessero punire i ladri.
La nave affondò e il sacco continuò a svuotarsi e a riempirsi. Ancora oggi il sacco si trova in fondo
al mare e continua a produrre sale.
Matteo Ziliotto
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Favole... AMORE TRA ANIMALI
Nei tempi dei tempi una certa
Cama Leonte si innamorò di
tale Porco Spino. Ma per amarsi bisogna essere in due.
Ora Cama Leonte amava certamente Porco Spino; ma
quest’ ultimo certamente non
amava Cama Leonte.
Cama Leonte amava
Porco Spino perché
era simpatico, carino
e molto gentile. Invece Porco Spino non
provava nessun sentimento per Cama
Leonte. Lei ci stava
male e pensava che
lui non la doveva giudicare solo per l’ aspetto esteriore.
Un giorno, mentre
Cama Leonte faceva
il bagno in un laghetto, venne vista da
Sér Pente che si innamorò di lei; le si
avvicinò e le disse: ”Sssalve,
sssignorina, come vi chiamate?” “ Cama Leonte… e voi?”
rispose lei gracilmente. “Sssér
pente uno dei più affassscinanti della zona!” Cama Leonte, affascinata dai modi di
Sér Pente, chiese timidamente: “Verreste… a prendere un
caffè a casa mia? Così ci possiamo conoscere…” “ Ma certo!! Ne sssono molto felice ,mademoiselle!” rispose il
Sér. E così i due si avviarono
verso casa. Arrivati lì, Cama
Leonte urlò: “Lu Certola! Preparaci due caffè amari!” La
padrona di casa invitò Sér
Pente a sedersi al tavolo e iniziarono a chiacchierare: si
stavano molto simpatici.
Il tempo passava e la relazione tra i due animali migliorava
di giorno in giorno. Una sera
però a Cama Leonte venne un’
idea: poteva usare Sér per far
ingelosire Porco Spino. Lei amava Sér Pente e per questo
voleva far capire a Porco Spino quanto lui aveva sbagliato.
Il giorno dopo, mentre i due
passeggiavano in riva al lago,
incontrarono Porco Spino che
disse: “ Ma che brava, Cama
Leonte, hai trovato un ami-
chetto! Pensavo che io
ti piacessi!” “ Era così
solo prima che conoscessi Sér Pente!” ribatté Cama. Sér Pente,
pronto a difendere la
sua amata, disse: ”Mi
dispiace ma hai
avuto la tua possibilità. Non l’
hai colta? Bene
ora lei è mia!”
”Andiamocene,
non voglio più vederlo. “ disse con
freddezza Cama
Leonte. Così se
ne andarono lasciando
Porco
Spino solo e in
disparte. Da quel
giorno i due non
parlano più con
Porco Spino e
cercano di evitarlo in tutti i
modi.
MORALE: non biso-
gna mai giudicare
una persona dall’
aspetto esteriore,
perché la si potrebbe perdere.
Di Giulia Masetto, Agnese
Primon, Mariasole Acquaviva e Marta Ricci.
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QUESTO E’ AMORE VERO?
Nei tempi dei tempi una certa Cama Leonte si innamorò di tale Porco Spino. Ma,
per amarsi, bisogna essere in due. Ora Cama Leonte certamente amava Porco Spino; ma quest’ ultimo altrettanto certamente non amava Cama Leonte.
Appena Cama si avvicinava a Porco si emozionava e, perciò, non riusciva a dirgli
quello che provava per lui. Quando divennero entrambi grandi, Cama trovò posto in
un azienda che produceva vino, mentre Porco rimase disoccupato. Con un piano in
mente, Cama Leonte si fece avanti e disse a Porco Spino:
<< Che ne dici di lavorare con me? Manca un sommelier! >>
E Porco Spino:
<< Grazie, mi farebbe molto piacere! >>
Fu così che accettò e mandò avanti il piano di Cama Leonte…
Il primo giorno di lavoro Porco Spino entrò nell’azienda e Cama Leonte, assicurata
dal capo Farfa La, lo guidò nel suo primo giorno di lavoro.
<< Devi assaggiare ogni contenitore di vino che ti viene dato! >> Disse Cama.
<< Ricevuto! >> Rispose Porco.
Iniziarono il lavoro. Portarono un contenitore di dieci litri di vino rosso e lo fecero
bere a Porco Spino con l’inganno; Cama Leonte lo buttò dentro e così Porco bevve
più di metà contenitore. Dopo averlo recuperato completamente ubriaco, Cama gli
chiese di sposarla e lui disse singhiozzando << Sì! >> Organizzarono il matrimonio a
Las Vegas.
<< Vuoi tu, Cama Leonte, sposare Porco Spino e stare insieme per l’eternità finché
morte non vi separi? >>
<< Sì, lo voglio! >>
<< E tu, Porco Spino, vuoi sposare Cama Leonte? >>
In quel momento a Porco era tornata un po’ di memoria e perciò disse…
<< …No, non mi piace e non mi piacerà mai! >>
Porco Spino lasciò tutti gli invitati a bocca aperta e se ne volò a casa sua. Cama Leonte si mise a piangere, pensava d’aver trovato il vero amore quando invece l’aveva
lasciata proprio il giorno del suo matrimonio. Ad un certo punto uscì tra gli invitati
Petti Rosso, un suo vecchio amico, che la consolò:
<< Non piangere, se vuoi, puoi stare con me! Mi vuoi sposare? >>
Quando Cama alzò gli occhi vide in Petti Rosso un sorriso leale, sincero. Con il cuore spezzato da Porco Spino disse: << Sì! >>
Così finì la storia di una bella Cama Leonte che trovò finalmente l’amore vero.
Un amore non ricambiato non potrà mai essere ottenuto con l’inganno.
Matteo, Nicole, Alice di 1^A
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Favole: continua...
NON BISOGNA SOFFERMARSI ALLE APPARENZE
Nei tempi dei tempi, una certa Cama Leonte si innamorò di tale Porco Spino.
Ma per amarsi bisogna essere in due… e all’inizio non era proprio così. Ora Cama Leonte
certamente amava Porco Spino, ma quest’ultimo altrettanto certamente non amava Cama
Leonte, perché non era molto carina e non sembrava neppure molto simpatica.
Un giorno Porco Spino e Cama Leonte dovettero fare una lunga ricerca, per la scuola, insieme; così Porco Spino passò un po’ di tempo con Cama Leonte e si rese conto che dopotutto, non era così antipatica come pensava.
Da quel momento Porco Spino andò spesso a studiare a casa di Cama, capì così che era
molto gentile e spiritosa, con un cuore d’oro…era solo molto timida.
Dopo qualche tempo si fidanzarono, stavano molto bene insieme e, una volta diventati adulti, iniziarono a viaggiare per tutto il mondo…quella era una delle loro passioni!
Durante un viaggio a Parigi, Porco Spino e Cama Leonte decisero di sposarsi.
Per molto tempo tutto andò per il meglio, finché Porco Spino incontrò An Guilla e se ne
innamorò; lei era molto giovane, molto carina, molto affascinante e davvero divertente!
Cama Leonte si insospettì e, quando lo scoprì, si arrabbiò talmente tanto che se ne andò
senza pensarci.
An Guilla ne fu felice, perché così Porco Spino sarebbe rimasto sempre con lei; ma passato il primo periodo di entusiasmo, tra feste e divertimenti, Porco Spino iniziò a sentire la
mancanza di Cama Leonte.
Porco Spino decise di andarla a cercare, per chiederle perdono, ma quando la trovò lei era
già fidanzata con Feni Cottero, che successivamente sposò e dalla loro unione nacquero
due bei Cama Leotteri.
Porco Spino capì che Cama Leonte era ormai felice con Feni Cottero.
Da allora Porco Spino non riuscì più a cancellare il ricordo che Cama Leonte aveva lasciato nel suo cuore e continuò a pensare a lei; nessuna infatti riuscì a sostituirla e finì i suoi
giorni in solitudine; rammaricandosi per colei che aveva perduto solo perché attratto dalla
bellezza di An Guilla.
Anna Tonati
Istituto Comprensivo “San Giulio”
L’AMORE TRA DUE ANIMALI DIVERSI
Nei tempi dei tempi una certa Cama Leonte si innamorò di tale Porco
Spino. Ma, per amarsi, bisogna essere in due. Ora, Cama Leonte certamente amava Porco Spino; ma quest’ultimo altrettanto certamente non
amava Cama Leonte per la sua bruttezza. Un giorno Cama Leonte provò
ad avvicinarsi a Porco Spino, ma lui, non volendo più sentirla, intraprese
un lungo viaggio all’oscuro di lei. Durante il viaggio, Porco Spino vide
una bellissima Feni Cottero e se ne innamorò. Intanto Cama Leonte si
sentiva esclusa da Porco Spino, allora intraprese anche lei un viaggio. Un
giorno, camminando lungo un sentiero, incontrò Porco Spino in compagnia di Feni Cottero (che certamente era più bella di lei) e Cama Leonte
si sentì delusa. Cama vide Ele Fante e, per vendicarsi, si mise con lui. Un
giorno le due coppie si incontrarono: Feni Cottero si innamorò di Ele
Fante, abbandonando al loro destino Porco Spino e Cama Leonte. Durante il viaggio verso casa Porco Spino finì nelle sabbie mobili e fu solo il
pronto intervento di Leonte che lo salvò da morte sicura. Questo gesto
aprì la mente di Spino che comprese quanto sciocco fosse stato a giudicare Cama dall’aspetto esteriore. Al matrimonio, celebrato da Can Guro,
tutti gli animali applaudirono e, alla fine, si riunirono al ristorante di Pappa Gallo, per consumare un pantagruelico pranzo.
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Non
bisogna mai
giudicare le
persone
dall’aspetto
esteriore
Nei tempi dei tempi una certa Cama Leonte si innamorò di tale Porco Spino. Ma, per amarsi, bisogna essere in due.
Ora Cama Leonte certamente amava Porco Spino; ma quest’ultimo, altrettanto certamente, non amava Cama Leonte.
Cama Leonte corteggiava di continuo Porco Spino, ma lui la ignorava. Cama disse: 《 Porco,
perché non mi
ami! ?》, Spino rispose : 《 Non mi piaci! 》. Mentre Cama se ne stava andando piangendo arrivò il figlio di Porco Spino e disse : 《 Papà, papà, i miei amici stanno per essere mangiati da un
Big Foot!》. Cama Leonte sentì le parole del Piccolo Spino e si precipitò dal Big Foot e lo distrasse con alcuni versi : 《Sono qui, prendi me, non loro! 》. Spino potè, così, liberare gli amici
del figlio e si rese conto che Cama Leonte era altruista e generosa. Queste qualità fecero innamorare Porco Spino al punto che, innamorati pazzamente l'uno dall'altro, si sposarono e ribattezzarono il loro figlio Porco Leonte! Non bisogna mai arrendersi ma provarci sempre.
Giacomo, Nives, David, Andrea (1°A)
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Come mai i porcospini hanno le spine?
Di Leonardo Cagnola
Un giorno, in un tempo lonta-
giorno dopo Spino uscì lo stesso di
ferro, poi andò dal serpente che
cospini. C’erano: mamma, papà
discesone ripido dove il serpente lo
pancia vuota, e gli disse: <<
no, viveva una famiglia di pore
il
loro
figlio
unico
Spino;
nessuno però aveva le spine.
Spino era molto coraggioso e
diceva spesso al papà: <<Papi,
lo sai che certi animali come il
leone vanno a cacciare da soli
e corrono, combattono e fanno
casa alle tre in punto e andò al
attendeva. Spino si accorse che in
fondo alla discesa c’era una muro di
cemento che non aveva mai visto,
non capì il perché, ma non disse
niente. Il serpente, sicuro che Spino
sarebbe andato a sbattere contro il
muro che aveva piazzato, pensava
era ancora sulla discesa con la
Sono qua, se mi vuoi!>> Il serpente, che aveva visto le spine
del riccio, cercò di scappare ma
il porcospino “armato” stava già
rotolando verso di lui. Prenden-
do molta velocità, passò sopra
il serpente bucandolo dalla coda
tante cose divertenti?>> <<Sì,
già che l’avrebbe potuto mangiare.
alla testa. Il serpente, che non
piccolo e non puoi andare da
Uno,
dalla fame corse verso il riccio
lo so, figlio mio, ma tu sei
solo nel bosco e correre!
Noi
siamo
ricci!>>
Quindi disse: <<Al mio tre, partiamo.
due
e
tre!>>.
Il
porcospino
si era fatto tanto male, preso
che si appallottolò; provò
<<Va
a dargli una dentata ma
bene, va bene papà>>. Un
si fece un tal male ai
proprio uscire di casa da
volle più incontrarlo. Spi-
giorno
Spino,
solo,
aprì
porta, senza
che
voleva
dolcemente
denti e al palato che non
la
no, soddisfatto della vitto-
fare rumore,
ria, tornò a casa speran-
sotto gli alberi. Ad un certo
non essere visto dai ge-
uscì
e
corse
nel
prato,
do, come poco prima, di
punto, camminando, incontrò
nitori; ma appena entrò,
un serpente molto grosso e
li trovò sulla porta che lo
assai affamato, ed il serpente
s’era chiuso a palla e rotolava molto
aspettavano. Il piccolo disse che
facciamo una gara: il primo che
sciava. Il riccio aveva preso molta
ve, anzi aveva quasi ucciso un
disse al riccio: <<Sssenti riccio,
riesce ad andare giù per quella
discesa vince. Allora ci vediamo
domani
alle
tre
in
punto>>.
<<Ok, ci sto!>>. Appena Spino
ritornò a casa trovò i genitori
ad attenderlo molto arrabbiati. Il
porcospino
si
dell’avvenuto e i suoi
scusò
gli dis-
sero che non sarebbe più uscito e che, per quella sera, non
avrebbe neanche cenato e sarebbe andato subito a letto. Il
velocemente. Il serpente, invece, strivelocità e, come aveva previsto il
serpente, sbatté contro il muro; dopo
questo il suo nemico si avvicinò al
riccio canticchiando: <<Che bel pranzetto ho davanti ai miei occhi!>>. Il
riccio, un po’ stordito dalla botta,
riuscì a fuggire per poco dalla bocca
del serpente. Alle 3:30 era già a
casa e, per fortuna, non era stato
visto dai genitori. Quello stesso pomeriggio
prese
una
sua
armatura
giocattolo e le applicò delle spine di
non era successo niente di gra-
serpente che lo voleva mangiare, grazie alla sua armatura. A
queste parole i genitori rimasero
a
bocca
aperta
e si
misero
anche loro la “corazza” con le
spine. Andando in giro per il
bosco, tutti li notavano. Dopo
molti anni non vi era un porco
spino senza “corazza”, era una
specie di moda. È per questo
che i porcospini tuttora hanno le
spine.
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Come mai alcune persone sono bionde e alcune more?
Tanto tempo fa, quasi all' inizio dei tempi, nel mondo non c' era ancora il fuoco. Al posto
suo c' era la luce e per riscaldarsi si usavano solo le coperte. Nessuno, oltre agli dei sapeva dell' esistenza di quell' elemento. Come potete immaginare, i 4 elementi di oggi
erano solo 3, fino a quando,un bel giorno, a Zeus venne una idea. “ Chiamate la ninfa
delle Amazzoni!” gridò il padre supremo degli dei. “Subito, signore, ma mi permetta una
curiosità: perché volete chiamare proprio lei? Ci sono molte altre ninfe anche più vicine.” “ E' vero ,Ermes, mio messaggero, ma lei, la ninfa delle Amazzoni, è la più coraggiosa e agile”disse Zeus. E poi aggiunse: “ Ma ora va' e ritorna con la ninfa!” “ Certo!”
Rispose Ermes e corse veloce come la luce verso le Amazzoni. Tre ore dopo era di ritorno con la bellissima ninfa. “ Buon giorno, signore, posso sapere perché mi ha convocata qui?” chiese la creatura gentilmente. Era bellissima: aveva i capelli lunghi, mossi e
neri come le ali di un corvo. La pelle leggermente olivastra che la rendeva affascinante.
Aveva gli occhi verde smeraldo come le chiome degli alberi in cui viveva, le labbra carnose e rosse come il sangue. “ Ninfa ,figlia di Afrodite! Ti ho chiamata perché ho bisogno che tu vada in missione!” disse Zeus “ Zeus , dio supremo, lei sa che io sono pronta a tutto.” “ Sì, è per questo che ti ho convocata. Devi andare sul sole e prendere uno
dei suoi splendidi raggi. Mi serve per rompere la maledizione che c' è su mia figlia Atena . Solo con il quarto elemento lei sarà libera.” La ninfa rabbrividì. Aveva paura... ma
accettò lo stesso. “ Bene, partirai all' alba e ritornerai all' alba del terzo giorno .” Disse
Zeus. All' alba la ninfa partì. Il viaggio fu duro e faticoso e , dopo un giorno di volo, arrivò lì, sul Sole. La sua superficie era incandescente , ma, per fortuna , Zeus le aveva
fatto un incantesimo per far sì che non si ustionasse. Stava prendendo un raggio, quando una ciocca dei suoi capelli corvini le cadde sulla spalla. “ Aahh!” urlò. I suoi bellissimi
capelli corvini erano diventanti biondi! Quando arrivò da Zeus, lui non la riconobbe, prese il raggio e cacciò la ninfa dall' Olimpo per sempre. La ninfa però si riprodusse ed è
per questo che adesso ci sono i biondi e i mori.
Maria Sole Acquaviva
Pagina 12
CCR ROMAGNANO
Romagnano Sesia, 4-10-2014
Il Consiglio Comunale dei Ragazzi della Scuola di Orta San Giulio con altri CCR del territorio si
sono trovati presso la Villa Caccia di Romagnano Sesia per svolgere il primo incontro che ha
aperto il progetto “L’Europa che vorremmo”.
Progetto ideato e sostenuto da L’Isola di Arturo, che mira a far intervenire i ragazzi sul tema
“Europa”.
Un tema abbastanza impegnativo ma fondamentale se ci pensiamo: L’Europa non è qualcosa di
lontano che troviamo solo sui libri di geografia dove vi sono informazioni, nomi, sigle di organi
istituzionali che potranno solo sembrarci noiosi e perdite di tempo. L’Europa è molto di più,
l’Europa è dove Viviamo è quindi nostro dovere studiarla, comprenderla ma soprattutto dibattere, dialogare, aiutarsi a vicenda per migliorarla!
Questo in sintesi è il progetto al quale il nostro CCR, ovvero la nostra scuola, ha aderito.
Dopo avervi spiegato il progetto, vi illustriamo su come il tutto è avvenuto:
dopo una presentazione generale di ogni CCR che fungeva da presentazione appunto e da benvenuto, ci siamo divisi in gruppi misti e abbiamo iniziato a proporre idee su come migliorare l’Europa:
Qui ne sono elencate alcune:
“Pulire i boschi”
“Creare un saluto europeo in modo da potersi sentire un'unica famiglia”
“Fare dei corsi di sicurezza e primo soccorso”
“Collegarci con altri paesi europei attraversi internet”
“Facilitare le comunicazioni nell’Unione Europea anche con
un’unica rete telefonica”
“Mezzi pubblici per disabili”
e molte altre…..
Con queste noi concludiamo questo piccolo articolo sperando di avervi
spiegato al meglio quanto avvenuto all’incontro di Romagnano.
Notizie dalla scuola primaria di Orta
L’ esondazione del lago d’Orta.
All’ inizio di novembre, a causa delle piogge torrenziali, il livello del lago d’ Orta si è alzato: i ruscelli si sono ingrossati e, man mano che passavano le ore, l’acqua diventava sempre più alta, fino ad arrivare all’ 11 novembre,
quando il lago è esondato. L’acqua, in un primo momento ha invaso soprattutto le zone più basse, come la piazza,
il giardino della scuola, l’Ospedalino, tante case e ristoranti. Quando ha allagato anche le strade, il Sindaco ha fatto
chiudere le scuole per due giorni.
L’ Ospedalino è stato evacuato, perché l’acqua era entrata in sala, nelle sale
macchine e nell’ascensore; un po’ di nonni sono stati portati a Villa Serena e gli altri dalle suore di Vacciago.
Tutti i cittadini , invece di scoraggiarsi, si sono messi al lavoro per aiutare chi era stato danneggiato o per impedire
che ci fossero altri danni: hanno distribuito e messo davanti alle porte, sacchi di sabbia e assi di legno per impedire
che l’acqua entrasse. In piazza l’acqua è arrivata fino ai portici, i pontili non si vedevano più. Canoe, barche e
windsurf si divertivano ad andare in piazza, dove prima non potevano.
Il primo giorno che ha smesso di piovere, c’erano le anatre che nuotavano in piazza e si vedevano i pesci sotto alle
aiuole. Alcuni di noi hanno dovuto trasferirsi dai nonni, perché la loro casa era allagata e non avevano il riscaldamento. Dopo un po’ di giorni, le piogge sono diminuite e il livello del lago è sceso, però l’acqua ha lasciato molta
sporcizia e tutti si sono dati da fare per pulire strade e piazze. Per fortuna ora il livello del lago è sceso e tutti siamo
più tranquilli. Molti di noi hanno avuto un po’ di paura perché non avevano mai visto niente del genere; altri si sono divertiti a giocare con gli stivali in piazza.
Classe IV - V
Istituto Comprensivo “San Giulio”
Notizie dalla scuola primaria di Orta
Il Progetto “Crescere in orchestra”.
Da qualche settimana tutti i bambini e le maestre
della scuola primaria di Orta, hanno iniziato il progetto “Crescere in Orchestra”. E’ un progetto di educazione musicale e consiste nel farci conoscere e suonare dei veri strumenti di un’orchestra:violini, violoncelli, contrabbassi, arpe, grandi e piccole percussioni,
piastre, ecc… La cosa divertente è che le maestre
sono diventate alunne e suonano con noi!
Così, ogni mercoledì mattina, andiamo all’oratorio a
suonare. Siamo stati divisi in due gruppi, che sono
stati scelti dalla direttrice d’orchestra, che si chiama
Chiara e dalle sue aiutanti, le “streghe”. Durante le
lezioni ci seguono: un pianista, la direttrice
d’orchestra, due aiutanti e il sindaco Giorgio.
Anche se non conosciamo le note, dopo un po’ ci siamo abituati a seguire i comandi della direttrice
d’orchestra che, attraverso dei gesti, ci insegna a
tenere il tempo. A volte suoniamo da soli, altre volte
tutti insieme e facciamo tanto rumore.
Quando
suoniamo, non bisogna mai guardare indietro perché
altrimenti, se tocca a noi, non ci accorgiamo e la direttrice si arrabbia molto, è molto severa: guai se
suoniamo mentre spiega o mentre corregge lo sbaglio di un nostro compagno! Il 17 dicembre faremo
un concerto per i nostri genitori che verranno a vederci suonare tutti insieme; gli strumenti che suoneremo sono stati assegnati dalla direttrice per non farci litigare.
“Sinceramente mi è piaciuto il violino, per il suo suono armonioso; l’arpa non mi è piaciuta perché dopo
averla usata, mi facevano male tutte le dita”.
“A me è piaciuto il corso perché alla fine ci offrivano
la merenda e ci registravano con la videocamera”.
“Il mio strumento preferito è il violoncello, perché ha
un suono melodioso e rilassante”.
“Gli strumenti che mi sono piaciuti di meno sono il
contrabbasso e il violoncello, perché mi fa male la
spalla quando lo appoggio per non farlo cadere”.
“Gli altri non so come facciano a suonare, so solo che
io suono a caso!”. “Gli strumenti che mi sono piaciuti
di più sono le grandi percussioni, perché fanno tanto
rumore, soprattutto la grancassa; non mi piace suonare il triangolo perché non si suona quasi mai”.
“L’arpa mi rilassa molto, il violino non mi piace perché ha un suono acuto ed è scomodo da impugnare”.
“Questo corso mi è piaciuto perché non avevo mai
visto questi strumenti e non avrei mai pensato di poterli suonare. Sono molto contenta!”.
“Vorrei continuare il progetto anche dopo le feste di
Natale, perché mi diverto molto e vorrei che non finisse mai”.
“E’ stato emozionante poter toccare e suonare così
tanti strumenti che non avevamo mai visto e non avremmo mai pensato di suonare”.
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Classe IV - V
Progetto eTwinning : “Our nice village”
Quest’ anno, noi alunni della classe quarta e
quinta, della scuola primaria di Orta San Giulio,
stiamo partecipando al Progetto Europeo eTwinning, intitolato “Our nice village”. E’ un progetto
di collaborazione fra sette scuole d’Europa, fra
le quali ci siamo noi, la Francia, la Spagna, la
Repubblica Ceca, la Grecia, la Polonia e un’altra
scuola italiana, in provincia di Lecce. Comunichiamo con loro in inglese, attraverso un sito e
la posta elettronica. Tutte le scuole che partecipano al progetto si trovano in paesi vicino ad un
lago, ad un fiume o al mare .
All’inizio, abbiamo incominciato a conoscerli,
guardando le loro foto, le foto della loro scuola e
del loro paese. Anche noi ci siamo presentati e
abbiamo fatto vedere la nostra scuola sul lago.
In un secondo momento, dovevamo presentare
un monumento, un angolo caratteristico, una
ricetta, una festa o il costume tipico del nostro
paese. Così abbiamo incominciato a ricevere
tante lettere! La scuola francese ci ha inviato
una barca e dei bambini costruiti con gli origami.
Dalla Repubblica Ceca è arrivata il collage di
una barca con l’equipaggio. La scuola di Lecce
ci ha mandato un aereo con disegnati tutti loro,
dentro ai finestrini. Dalla Polonia hanno inviato
le foto della festa dell’Indipendenza, l’11 novembre e del dolce tipico. Insieme ai lavori, c’erano
lettere, cartoline e depliant del loro paese. Invece noi abbiamo disegnato l’isola, l’abbiamo colorata e poi l’abbiamo ritagliata e abbiamo creato
un puzzle. In un altro momento, abbiamo inviato
foto e disegni dell’autunno e abbiamo parlato
dell’esondazione del lago. Stiamo preparando
delle canzoni di Natale in inglese, per fare a tutti
loro gli auguri. Non sappiamo ancora cosa faremo nel resto dell’ anno, ma fino a questo momento ci è piaciuto tutto quello che abbiamo fatto!
“Mi piacerebbe incontrare davvero questi bambini !” “Quello che mi ha più colpito è che i bambini cechi, quando entrano in classe, si tolgono le
scarpe ed usano le ciabatte”.
“Non vedo l’ora che arrivino altre feste o altre
stagioni, per ricevere tante lettere”.
“Spero che, anche se l’anno prossimo andremo
alle medie, potremo continuare questo progetto” .
“Mi piace scrivere e tradurre in inglese”.
“Il bello di questo progetto è che abbiamo incominciato a conoscere tanti bambini che parlano
lingue diverse”.
“Spero di trovare nuovi amici”.
“La cosa che mi ha più colpito è stato il poter
comunicare così facilmente con bambini di altri
stati”.
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L’ITALIA 150 ANNI FA...
Siamo già nel 1864. È da tre anni che l'Italia è unita ma non ci ho ancora fatto l'abitudine perché per me non è
cambiato nulla. Il 17 marzo 1861 compivo dieci anni. Almeno così credo perché non c'è scritto da nessuna parte
dove sono nata. È mia madre che me lo ha detto. E quel giorno nasceva l'Italia. Però io l'ho scoperto un po' di
anni dopo.
Vengo da una famiglia povera, siamo contadini. In realtà i miei amici sono più poveri di me perché mio padre ha
ereditato da suo nonno Enrico un campo e qualche animale. Anche mio padre si chiama Enrico. Ha 37 anni e
come quasi tutta la mia famiglia è analfabeta. Mia madre ha tre anni in meno ed è scappata da casa da piccola
con i suoi genitori. Prima vivevano in Veneto che ancora adesso è sotto la dominazione austriaca. Ha conosciuto
mio padre perché li ha accolti. I suoi fratelli erano tutti più grandi perciò sono rimasti al loro paese.
La mia giornata è sempre la stessa. Mi alzo alle cinque e vado a dar da mangiare alle bestie, prendo le uova e
torno in casa. Dopo mezz'ora si alzano gli uomini. Io e le mie sorelle gli abbiamo preparato una frittatina. Mia
madre è ancora a letto perché è incinta. Il bambino, secondo lei, dovrebbe essere al settimo mese; mentre noi
femmine curiamo gli animali, i maschi stanno nei campi. In tutto, in famiglia siamo in undici. Io, Iris, ho 13 anni, Giovanna ne ha 15, Giuseppe 16, più piccoli di me ci sono Elia e Franco di 6 e 8 e Lisa di 10. Con noi vivono
anche Ida e Piero, i nonni materni, ed Emma, la nonna paterna.
Pettenasco è un villaggio piuttosto piccolo, però ha già la ferrovia. Ogni giorno vedo passare il treno e mi incanto
a guardarlo. Non ci sono mai salita ma un giorno lo farò. Per adesso è il mio sogno più grande.
Durante la settimana Elia e Franco vanno a scuola e quando tornano a casa fanno finta di essere signori. Fanno
vedere i loro progressi che si notano di giorno in giorno. Io non ne ho avuto la possibilità. Però, grazie a loro, sto
imparando a scrivere. Tutte le sere, quando gli altri vanno a letto, loro mi fanno lezione su quello che hanno imparato in quella giornata.
Io mi ritengo una ragazza fortunata perché ho una famiglia che mi vuole bene e non sono una serva. Mangio soprattutto verdura, quella del nostro orto. E bevo acqua o latte. Noi abbiamo otto galline, due galli, una mucca e
due conigli.
La mattina mi sveglio al canto del gallo e provo a leggere. Mi alleno ma non sono molto brava. Leggo l'unico
libro che abbiamo in casa: la Bibbia.
La mia famiglia è cattolica e frequenta la chiesa tutte le domeniche. E oggi è una bellissima domenica di luglio.
Questa mattina mi sono alzata più volentieri e insieme a Lisa ho fatto colazione e ho munto le mucche. Mio padre mi ha dato il compito di insegnarle a farlo perché ormai e grande. Alle dieci siamo andati tutti insieme a messa. Sono venuti anche i nonni che si muovono solo con il bel tempo. Però non capisco quasi niente di quello che
il parroco dice. Appena tornati a casa la mamma mi ha chiesto di aiutarla a preparare il pranzo. Oggi è festa
quindi mangiamo carne. Non molta perchè non siamo proprio ricchi, però una volta a settimana ce lo possiamo
permettere. Adesso sono le sei di sera e il gallo canta. Sento la nonna che mi dice in dialetto: "Quando el galo el
canta de straora, el tempo el va en malora". Infatti guardo il cielo che si sta rannuvolando: fra poco piove.
Iris Cagnola
“È impossibile!"Avremmo detto, se fossimo stati noi nel XIX secolo al posto di Vittorio
Emanuele II, oppure al posto di Cavour o di Garibaldi di fronte alla prospettiva di unificare il Regno D'Italia; nonostante tutto, con tanta fiducia e speranza ci son riusciti.
È incredibile come l'esercito di Vittorio Emanuele II, in numero ridotto rispetto a quello austriaco, è riuscito
a scacciarlo dal territorio della nostra nazione, grazie alle brillanti menti di Cavour e Garibaldi, entrambi
devoti alla causa ma con idee diverse, probabilmente dovute alle differenti educazioni.
Cavour riuscì ad inserire il Piemonte in importanti sistemi di alleanze con alcune delle potenze più in vista,
mentre Garibaldi lavorò sul piano militare aiutato dalle truppe dei volontari e dei governi provvisori.
Non c'erano solo i reggenti e i re a combattere per l'indipendenza, ma anche il popolo che (oltre che con i
volontari) organizzava insurrezioni con esito spesso positivo, per poi chiedere l'annessione al Regno di
Sardegna.
Le due lotte però non erano concordate tra loro quindi non c'era una reale consapevolezza del processo
in atto.
Fu molto importante la devozione alla causa di tutta quella gente disposta a morire per i propri ideali, un
po' come i "Demoni" di Dostoevskij combattevano fino all'ultimo per vedere l'Italia unita e libera. Questo
può essere visto come un messaggio positivo che incita a non mollare mai, per quanto brutte possano
essere le situazioni.
Emma Alessi
Istituto Comprensivo “San Giulio”
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L’ITALIA 150 ANNI FA...
Mi chiamo Lorenzo Di Dio e ho tredici anni. Siamo nel 1875. Vivo in una famiglia di
contadini composta da mia madre, mio padre e quindici figli compreso me.
Sono le quattro del mattino e i miei genitori stanno andando nei campi a lavorare. Io,
invece, mi sto preparando per andare a scuola, un collegio gestito dal clero. Alle sette
iniziano le lezioni.
I miei insegnanti parlano molto della situazione dell’ Italia negli ultimi anni.
Dopo l’ Unità d’ Italia, il 17 marzo1861, il nuovo Regno sta vivendo una situazione
difficile. Si sta organizzando amministrativamente. Tra il sistema di governo decentrato, cha lascia autonomia alle singole regioni, e quello accentrato (o centralizzato), è
prevalso quest’ ultimo. Sembra il più adatto a consolidare il processo di unificazione
nazionale.
Il nuovo governo, detto della Destra storica, è composto totalmente da aristocratici.
Inoltre il popolo può votare solo se appartiene ad una classe sociale elevata.
La Destra storica sta cercando un modo per risolvere i numerosi e gravi problemi che
stanno travagliando il Regno d’ Italia.
Il primo tra questi problemi è quello del bilancio che risulta essere fortemente in deficit. Il governo sta riuscendo a pareggiare il bilancio, imponendo pesanti tasse come
quella sul macinato: la mia famiglia deve pagare anche per portare il grano al mulino!
Inoltre è stata introdotta la leva militare obbligatoria. Dal mio punto di vista non è una
buona cosa, perché appartengo ad una famiglia di contadini.
Nell’ Italia Meridionale, dove è ancora diffuso il latifondo, si sta iniziando a parlare di
una “questione meridionale” da affrontare e risolvere. Questo perché nel Sud-Italia la
crisi è molto più diffusa che nel Nord-Italia. Si stanno formando bande illegali di briganti (brigantaggio).
Spero che l’ Italia riesca a superare questa situazione di crisi.
Lorenzo Di Dio
"L'Italia 150 anni
fa era un Paese
completamente
diverso da oggi.
Immagina di
essere una
ragazza nel tuo
villaggio pochi
anni dopo la
fondazione del
Regno d'Italia."
Scendo dal letto, mi guardo intorno: tutto normale in casa; i miei fratelli dormono ancora, mia madre è andata al
fiume a lavare i pochi panni che abbiamo, mio padre è già nei campi, a quest’ora, le sei del mattino.
Sembra tutto normale ma in realtà non lo è. Non riesco ancora a rendermi conto del grande cambiamento: non faccio più parte del Regno di Sardegna, bensì del Regno d’Italia. Il “mio” re, ora è il re di tutta Italia. Mi infilo velocemente i pantaloni e gli scarponi di legno e cuoio da cui mi escono le dita perché sono vecchi e rotti. Tiro su la coperta di panno sfilacciato sul mucchio di foglie che mi fa da letto ed esco dalla porta. L’aria è pulita e fresca e me
ne riempio i polmoni.
I miei fratelli si sono svegliati, lo sento, e si preparano per andare a scuola, infatti sono più piccoli di me. Sfilo il coltello dalla cintura, do
un occhiata alla vacca di famiglia e mi avvio verso il vigneto dove sta lavorando mio padre. Oggi il paesaggio è
bellissimo e il cielo è blu .
Arrivo dietro un filare e inizio a tagliare, col coltello in mano, i grappoli d’uva che metto in un cesto. Quasi tutta l’uva che raccogliamo, la diamo ai padroni del campo e solo una piccola percentuale la teniamo noi. Così passa la giornata e al tramonto, dopo il passaggio di un gregge, torniamo a casa. Entro insieme a mio padre e vedo i miei fratelli più piccoli, Rocco e Alberto, che giocano mentre Angela aiuta la mamma a preparare la tavola per la cena. Anche questa
sera, come tutte le sere, mangiamo una zuppa di fagioli accompagnata da un pane duro di farina di castagne e latte.
Dopo il frugale pasto, ritorno al mio giaciglio e mi addormento rilassando le membra stanche. La mattina dopo mi
sveglio e, come sempre, la stessa storia, mi vesto e vado alle vigne masticando una mela. Così procede la mia vita,
ma so che un giorno tutto questo finirà. Dovrò fare il servizio militare e se scoppierà la guerra, combattere. Ma per
non pensare a queste brutte cose, preferisco vivermi la vita così com’è. E anche se una vita monotona è sempre
meglio che morire in battaglia.
Con questo pensiero vado a dormire e mi addormento felice.
Stefano Acquaviva
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LA REDAZIONE:
L’antro del poeta
Luna piena... di Osama
Un sole che ci illumina di notte
con la sua luce stupefacente.
E la sua aura che chiunque sente,
e lascia che le nostre menti cotte.
Hanno collaborato:
Prof. ssa M. Zanetta
Prof. ssa P. Carbone
Articoli a cura di:
Hilmi Osama
Stefano Acquaviva
La sua bellezza per me impeccabile,
con la sua naturale forma ovale.
Apre ai miei pensieri un portale,
di una favola instabile.
Guardarla è uno spettacolo,
anche con il freddo notturno.
Continuo a guardarla... taciturno,
dinanzi a lei niente è un ostacolo.
Essa mi immerge nella sua atmosfera,
un’ atmosfera di forte unione.
E cosi mi ritrovo in una strana situazione,
sentendomi cosi... una lucente sfera.
Emma Alessi
Tommaso Zaneboni
Bertona Mario
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