volantino - Filt Cgil

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volantino - Filt Cgil
RFI
INCONTRO CON L’AMMINISTRATORE DELEGATO
Si è svolto in data odierna l'incontro tra le Organizzazioni Sindacali e l'Amministratore Delegato di RFI,
chiesto per fare il punto della situazione sugli investimenti, la privatizzazione, la
riorganizzazione del settore di manutenzione infrastruttura, in attesa della presentazione del
nuovo Piano Industriale, prevista per settembre 2016, e delle decisioni del Governo rispetto alla
quotazione in borsa e all'integrità del Gruppo. L'AD ha spiegato che il nuovo Piano Industriale del
Gruppo FSI, attualmente ancora in via di definizione, si focalizzerà sul miglioramento del trasporto
pubblico locale, in un'ottica di integrazione con gli altri sistemi di trasporto.
Poiché oggi l'85% della mobilità avviene con mezzi privati, il Gruppo FS intende creare le condizioni per
orientare la scelta dei privati verso i mezzi pubblici. Considerata l'evoluzione tecnologica, FS intende
muoversi in un'ottica di pianificazione del viaggio che va da casa a casa, passando dalla cultura del
possesso alla cultura dell'accesso, rendendo quindi più agevoli i passaggi tra le diverse modalità
di trasporto, considerando fra esse anche quelle offerte dalla nuova sharing economy (bla bla car, bike
sharing, ecc). E' quindi intenzione di RFI di intervenire sui punti di interscambio (stazioni per il
traffico passeggeri, scali per il traffico merci), con l'obiettivo di facilitare gli scambi intermodali, per
incentivare il ricorso al treno. Per il traffico merci è prevista l'integrazione degli scali e dei raccordi con
soluzioni di logistica integrata. La puntualità sarà obiettivo primario di tutto il Piano Industriale,
nel senso che il Piano conterrà tutte le azioni necessarie a garantire il risultato atteso, anche attraverso il
nuovo modello organizzativo definito con l'accordo nazionale di luglio 2015, che sarà supportato in RFI
da investimenti coerenti.
Rispetto al panorama internazionale, FS è terza in Europa per fatturato, dietro a DB e SNCF, dalle quali
si distanzia parecchio a causa del notevole gap che la differenzia rispetto al volume di attività estere che,
per FS, permangono residuali. Nell'arco di piano è quindi previsto un ampliamento delle attività
estere, oggi sostanzialmente concentrate in Italferr, Italcertifer e Netinera. L'operazione di
acquisizione dell'impresa ferroviaria greca di Trainose rientra in quest'ottica.
Relativamente ad Anas, l'AD di RFI ha chiarito che non è prevista alcuna fusione fra le due
società. Se l'azionista (Ministero del Tesoro), deciderà di inserire Anas nel Gruppo FSI, ciò avverrà
tramite trasferimento delle quote societarie. Per RFI , si tratterebbe di una grande opportunità per la
committenza pubblica in quanto, anche per Anas, si realizzerebbe l'accentramento delle stazioni
appaltanti (come richiede il nuovo codice degli appalti), oltre all'unificazione delle procedure di
gara e all'ottimizzazione del sistema di ingegneria. Secondo RFI, la costituzione di un grande
asset unico potrebbe diventare di supporto alle altre reti (ad esempio si tratterebbe del sedime
naturale per le fibre ottiche), sviluppando un business che permetterebbe di aumentare i ricavi.
L'accorpamento di Anas, inoltre, porterebbe alla definizione di un prezzario unico per l'acquisto di
materiali e servizi, oltre alla definizione di un metodo unico per affrontare il tema delle riserve
che vengono apposte dalle imprese. In riferimento alle ferrovie concesse, Rfi ha confermato che
esiste un progetto di integrazione che, visto il recente disastro ferroviario in Puglia, potrebbe essere
accelerato e riguardare i 3800 chilometri totali di linee a livello nazionale.
La società sarebbe infatti chiamata, nel prossimo futuro, a partecipare all’ammodernamento della rete
per ottenere un adeguamento allo stesso livello degli standard previsti per la rete nazionale
sottoposta alle regole dell’Agenzia Nazionale della Sicurezza. A tal proposito, sarebbe necessaria una
deroga al limite fissato dalle norme al 2019, che consenta, attraverso un robusto piano di
investimenti a carico del Ministero dei Trasporti, di completare l’adeguamento del sistema di
gestione della sicurezza, l’impianto normativo e l’attrezzaggio della linea in termini di segnalamento ed
enti vari (es. passaggi a livello). Su questo tema sarebbe in atto un’interlocuzione con alcune Regioni
allo scopo di consegnare alcune linee in concessione governativa a Rfi, al fine di procedere ai
necessari adeguamenti. Rfi identifica come priorità la sicurezza; l’affidabilità necessaria a
rispondere alla domanda del cliente, da garantire attraverso la manutenzione straordinaria e gli
investimenti per la sostituzione dell’obsoleto; l’efficienza organizzativa, che si garantisce attraverso gli
investimenti in tecnologie che riducono i costi; gli investimenti mirati a sviluppare la velocità
e la capacità per sfruttare meglio le linee convenzionali; la costruzione di nuove linee dove si
prevede crescita della domanda nei prossimi dieci anni.
Rfi ha inoltre dichiarato che considera l’internalizzazione delle attività di manutenzione una
strategia irrinunciabile sia perché dispone del personale in possesso delle capacità di gestire le
tecnologie, sia perché si tratta di una fonte di ricavo che sostiene il conto economico.
Rispetto alle risorse disponibili per gli investimenti, i fondi costituti dai fondi di sviluppo e coesione
destinati alle Regioni, POR, FESR si aggiungono al Contratto di Programma e il Ministero dei Trasporti
ne segue la regia, nella considerazione che solo le risorse del Contratto di Programma sono
fonti di copertura garantite che non si possono distrarre.
Il Contratto di Programma che scade il 31 dicembre 2016 prevede un valore di 82 miliardi, non
ancora tutti finalizzati. Alcuni progetti ancora in corso sono finanziati dalla legge di stabilità 2015 e
dallo Sblocca Italia, per un totale di ulteriori 27 miliardi. Al capitolo sicurezza sono poi destinati
1,2 miliardi per il 2016, da utilizzare, fra le altre cose, per l’adeguamento dei passaggi a livello e il
rischio idrogeologico. Altri 4.250.000 euro costituiscono il finanziamento per la manutenzione
straordinaria. Nel Contratto di Programma sono previsti 1.640.000 per cinque anni, a partire dal 2016,
per la manutenzione ordinaria e straordinaria necessarie a garantire l’affidabilità del servizio.
Si tratta di finanziamenti che la Direzione Produzione destina all’acquisto di nuovi mezzi con l’obiettivo
di procedere a ulteriori internalizzazioni di attività attraverso la dotazione di nuove tecnologie, che
permettano una riduzione dei guasti. Nelle stazioni sono previsti investimenti per l’implementazione
di nuovi servizi come il bike sharing o gli e-box (punti di recapito per i pendolari). Nei grandi nodi si
procede agli investimenti in tecnologie per l’installazione del sistema ETCS, che permette l’aumento
della densità del traffico introducendo la possibilità di distanziare i treni di tre minuti contro i sette
attuali. Si tratta di una tecnologia che prevede una progressiva centralizzazione del sistema di gestione,
compatibile con SCMT, a seguito dell’adeguamento dei sottosistemi di bordo e del software relativo. La
nuova tecnologia abbatte i costi di manutenzione della segnaletica lungo la linea. Nel 2017 si porterà a
compimento la sperimentazione del progetto pilota ERSAT in Sardegna, adatto alle linee a basso
traffico, supportato dal progetto satellitare europeo Galileo, che prevede il superamento delle boe di
terra, mantenendo solo il sottosistema di bordo. Continuano gli interventi necessari all’adeguamento
dell’infrastruttura nazionale alle STI europee relativamente ai pesi assiali e le sagome delle gallerie.
Proseguono inoltre gli investimenti per l’allungamento dei binari di ricevimento dei treni merci fino
a 750 metri, che non costituisce un vincolo europeo, ma rende più conveniente il traffico ferroviario
rispetto alla gomma.
Nei porti sono previsti interventi infrastrutturali mirati ad eliminare la necessità della manovra
primaria, che miglioreranno la velocità nella preparazione dei treni sulle banchine.
Infine RFI continuerà ad investire per implementare i collegamenti con gli aeroporti.
Rispetto ai progetti di scorporo del gestore infrastruttura, la società conferma la volontà di mantenere
il Gruppo unito, mentre il progetto di quotazione in borsa del 40% della proprietà resta una decisione
in capo al Ministero dell’Economia. Sul tema delle assunzioni, Rfi comunica alle Segreterie Nazionali
che il rapporto tra uscite e nuovi ingressi è di uno a due. Delle 500 assunzioni previste nell’arco di piano
dall’accordo nazionale di manutenzione infrastruttura di luglio 2015, ad oggi ne risultano effettuate 249.
Le rimanenti sono previste entro il 2017.
Oltre a tali apporti, la società comunica di avere effettuato 100 assunzioni per il controllo varchi, 97
apporti a seguito dell’acquisizione dell’officina ex BFM di Bari. A breve verranno attivate selezioni da
mercato di tecnici diplomati (geometri, periti) da inserire in azienda come assistenti ai lavori nella
struttura di ingegneria. Rfi si è dichiarata disponibile a confrontarsi col sindacato su numeri più ampi di
assunzioni che, attraverso soluzioni condivise, contribuiscano alla riduzione del numero di
guasti, al fine di migliorare i dati della puntualità. Relativamente al settore della circolazione, la società
auspica una ripresa del confronto sindacale, in quanto dichiara di voler raggiungere soluzioni condivise
per gestire la progressiva centralizzazione delle attività che riduce la quantità di persone
necessarie al processo ma ne richiede un innalzamento della professionalità. A tal
proposito, l’Amministratore Delegato ha espresso l’interessamento all’individuazione di una qualifica
unica, intesa come operatore di esercizio, che permetta i passaggi dal settore di circolazione a quello di
manutenzione. Al termine dell’illustrazione, le Organizzazioni Sindacali si sono espresse
favorevolmente rispetto alle dichiarazioni relative alla scelta strategica di proseguire con le
internalizzazioni delle attività di manutenzione, ma hanno denunciato le gravi carenze di organico che
interessano l’intero territorio nazionale e le forzature contrattuali alle quali la Società ricorre
abitualmente per sopperire a tali carenze, dichiarandosi comunque disponibili a proseguire i confronti
sia a livello nazionale che territoriale.
Roma, 20 luglio 2016
La Segreteria Nazionale