PDF: fareluglio - Unindustria Bologna
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Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Bologna FARE n. 13 luglio 2011 le idee e le proposte degli industriali bolognesi asse gene 2011 FARE 1 FARE RIVISTA TRIMESTRALE DI UNINDUSTRIA BOLOGNA numero 13 luglio 2011 Direttore responsabile Carlo Rossini Editore FARE S.r.l. via Serlio 26 - 40128 Bologna tel. 0516317111 - fax 051356118 Direzione e Redazione Unindustria Bologna via Serlio 26 - 40128 Bologna tel. 0516317111 - fax 051356118 Stampa Grafica Editoriale Printing srl via Mattei 106 - 40138 Bologna tel. 0514592900 [email protected] www.poligraficiprinting.it Pubblicità FARE S.r.l. via Serlio 26 - 40128 Bologna tel. 0516317111 - fax 051356118 PUBBLÌ concessionaria editoriale S.r.l. corso Vittorio Emanuele 113 41100 Modena tel. 059212194 - fax 059226627 [email protected] Foto Studio FN, archivio Unindustria Bologna, archivio Hammer Communication Presidente Alberto Vacchi 05 Alberto Vacchi 06 Sede di Rappresentanza via San Domenico 4 - 40124 Bologna 46 Paolo Mascagni, uno di noi 48 ARTICOLO DI COPERTINA - Assemblea 2011 50 Il coraggio di voltare pagina Maurizio Marchesini 58 Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Unindustria Bologna che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione Far crescere le imprese del territorio Alberto Vacchi 70 72 Gli impegni del sindaco Merola: piano urbanistico, infrastrutture, università La locomotiva della crescita europea Marcello Pierdicchi 74 Italia Germania a confronto 75 Winkelmann • il made in Italy è un valore aggiunto ma servono organizzazione e dimensione aziendale 76 Colm • cos’è che fa la differenza? Federalismo e relazioni industriali 78 Dopo la crisi, una grande opportunità Antonella Zangaro 82 Hanno detto di noi 84 Il Club degli Innovatori Cristina Galli www.unindustria.bo.it Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6858 del 26.11.1998 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Bologna VITA INDUSTRIALE Carlo Rossini - Cristina Galli - Anna Merloni Direttore generale Tiziana Ferrari Sedi operative via Serlio 26 - 40128 Bologna tel. 0516317111 - fax 051356118 Piazzale Pertini 8 - 40026 Imola tel. 0542 644044 - fax 0542 643971 FOCUS La priorità giovani 90 La via del miglioramento continuo Giacomo Ruggero 91 L’agorà dell’nnovazione bolognese G. R. 93 Osservando il futuro dall’interno G. R. 94 NEWS UNINDUSTRIA Carlo Rossini - Cristina Galli - Marcello Pierdicchi FOCUS La priorità giovani Giovani e occupazione giovanile sono tra i problemi emergenti della nostra epoca: ci riguarda come cittadini e come imprenditori. Come cittadini perché non possiamo ignorare il dramma sociale di una generazione sfiduciata che fa fatica a immaginare, e quindi anche a costruire, il proprio futuro. Come imprenditori perché la nostra prerogativa è creare sviluppo per il territorio e per farlo non possiamo prescindere da quella fondamentale risorsa che sono le persone, peraltro centrali in un modello economico come quello bolognese ed emiliano romagnolo, costruito intorno alle competenze e alle specializzazioni dei propri collaboratori. Non è un caso che alla condizione giovanile, alla precarietà del lavoro e alla disoccupazione abbia voluto dedicare un passaggio della mia relazione alla nostra Assemblea generale, cercando di calare questi temi in una visione imprenditoriale. Come superare un problema che crea crescenti divaricazioni sociali e generazionali, rischiando di impoverire la società e le nostre imprese delle migliori risorse ed energie? Non abbiamo ricette pronte e non possiamo certamente sostituirci al legislatore. Possiamo però - questo sì - agire sul nostro territorio creando nuovi percorsi da proporre a Confindustria e al Paese come temi su cui aprire una discussione utile per identificare soluzioni concrete. Possiamo insomma dare vita, insieme ai sindacati e alle istituzioni del nostro territorio, a formule innovative in grado di consentire ai nostri giovani percorsi professionali atti ad aiutarli a superare le difficoltà dell’accesso al lavoro. Noi imprenditori, per primi, dobbiamo interrogarci su cosa siamo in grado di offrire ai giovani in termini di opportunità anche per le nuove professionalità. Sono molte le ipotesi su cui riflettere, tutte aperte e degne di attenzione. Senza dimenticarci mai che qualsiasi formula relativa alla relazione tra giovani ed impresa deve considerare il ruolo essenziale della formazione. Alberto Vacchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Presidente di Unindustria Bologna FARE 5 AC HOTELS VITA industriale Carlo Rossini Cristina Galli Anna Merloni Invitiamo le aziende della provincia di Bologna a segnalare notizie su attività, iniziative o avvenimenti che le riguardino, dandone comunicazione all’Ufficio Stampa di Unindustria Bologna (riferimento Dott. Carlo Rossini, responsabile della comunicazione dell’Associazione: [email protected] ). La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di FARE 6 FARE E’ nato AC Hotels by Mar r iott, brand frutto dell’accordo di joint venture stipulato dalla catena spagnola AC Hotels e da Marriott International. Da oggi le prenotazioni AC Hotels by Marriott potranno essere effettuate tramite il sito Marriott.com, uno dei 10 siti che registrano il maggior volume di vendite al mondo. Inoltre dalla fine del 2011, AC Hotels by Marriott entrerà a far parte del Prog ramma Mar r iott Rewards, uno dei più impotanti programmi di fidelizzazione nel settore alberghiero con più di 35 milioni di iscritti nel mondo. Gli ospiti delle strutture AC Hotels by Marriott potranno così accumulare punti ad ogni soggiorno, che potrano poi essere riscattati in uno qualsiasi degli hotel Marriott nel mondo. L’obiettivo di AC Hotels by Marriott è diventare la catena leader nel settore dell’ ospitalità urbana a 4 stelle. “Siamo orgogliosi di entrare a far parte ufficialmente della catena Marriott, una delle più importanti a livello mondiale.” ha dichiarato Antonio Catalán, presidente e fondatore di AC Hotels “Insieme cercheremo di sviluppare tutte le possibili strategie di espansione. Le trattative per l’estensione del brand AC Hotels by Marriott sono in fase conclusiva in paesi come Turchia, Francia, Olanda e Gran Bretagna, così come in tre paesi dell’America Latina”. J.W. Marriott, presidente e CEO di Marriott International, ha aggiunto: “Sono lieto con questo nuovo brand di accogliere le strutture di AC, ricche di stile e di charme, all’interno della famiglia Marriott. AC Hotels by Marriott diventa da oggi un marchio di grande valore, in grado di offrire ai clienti di Marriott 85 nuove strutture in Spagna, Italia e Portogallo”. Le 9000 camere che vanno ad ag- Antonio Catalán, presidente e fondatore di AC Hotels, e J.W. Marriott, presidente e CEO di Marriott International giungersi al portfolio della catena grazie al brand AC Hotels by Marriott rappresentano un grande passo avanti nelle strategie di sviluppo di Marriott, che prevedono di raggiungere le 80.000 camere in Europa entro il 2015. AC Hotels by Marriott offre un prodotto dedicato a turisti e viaggiatori dallo stile urbano e moderno, garantendo loro una combinazione di qualità, comfort, design e tecnologia. Tutti gli hotel appartenenti al nuovo brand si distinguono anche grazie all’ innovativo concetto di Sala AC, che concentra in un unico ambiente l’area bar, il ristorante e piccoli spazi relax. Per celebrare il lancio del nuovo brand, AC Hotels by Marriott offre il 15% di sconto fino all’8 gennaio FARE 7 AERCEL: TRENTACINQUE ANNI DI MATERIALI ESPANSI IN CENTO SETTORI MERCEOLOGICI DIVERSI Trentacinque candeline per Aercel, l’azienda bolognese di materiali espansi che fa parte del gruppo Sogimi, nata per migliorare e sviluppare il servizio tecnico commerciale nell'area emiliana romagnola. L’azienda di Budrio, fin dalla sua fondazione, si è posta al fianco dei suoi clienti per fornire un servizio quasi “sartoriale”e soddisfare anche le esigenze più difficili. Questo approccio dinamico e proattivo le ha permesso di sviluppare nei primi anni di attività nuovi prodotti e marchi che in quel periodo erano innovativi come il lexan (policarbonato trasparente che pesa la metà del vetro), antivibranti leggeri in gomma espansa epdm e neoprene a cellule chiuse. Il passare del tempo, oltre ad accrescere l’esperienza e il successo dell’azienda, ha visto allargare la gamma di prodotti, con una suddivisione costituita tra espansi e compatti, differenziandoli per settori quali industria, edilizia, comunicazione. Oggi Aercel è presente in 98 settori merceologici con una ricca gamma di articoli, rappresentativa dei prodotti più tecnici della loro categoria sul piano internazionale. Molti i marI prodotti di Aercel spaziano dagli espansi chi di livello mondiale: nel campo degli espansi tecnici marchi come Basf, Rogers, Sealeai compatti, per l’industria, l’edilizia, la comunicazione. L’azienda di Budrio è presente in 98 settori dair, Zotefoam e nel campo dei compatti case come Sabi plastics, 3A composite e T ecnomerceologici diversi deck. Nell’arco dei suoi primi 35 anni, Aercel ha collezionato clienti sempre più importanti quali Gruppo Fiat e Gruppo VW. Ed intanto è cresciuta. “In questi anni tumultuosi, da un mercato ordinato e programmato nelle forniture e scadenze, si è passati più alla gestione del prodotto come servizio con produzioni piccole e veloci.” rileva l’AD Piermaria Vastola “Questo ha modificato l’organizzazione in termini di progettualità, inserendo nuovi programmi, ed in termini di organizzazione del lavoro e della produzione, mantenendo un magazzino efficiente”. E il futuro? “Aercel rimane in linea con la filosofia aziendale e continua a crescere.” sottolinea ancora Vastola “Presto verrà raddoppiata l'area produttiva, inserendo nuove tecnologie di lavorazioni e nuovi prodotti, e aumentando la penetrazione sul mercato”. © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 FARE FARE 9 2012 per le prenotazioni effettuate con almeno 14 giorni di anticipo rispetto alla data di arrivo (le condizioni possono variare a seconda dell’hotel prescelto). www.marriott.com ACCADEMIA DEL BENESSERE Non solo formazione ma anche affiancamento e consulenza “su misura”. E’ quanto offre l’Accademia del Benessere agli imprenditori, rispondendo alle loro esigenze “one to one”, sul campo, nelle loro aziende, dove le criticità si toccano e si respirano; e dove i talenti si percepiscono e si possono così potenziare. La lunga esperienza aziendale nelle Pmi che contraddistingue i formatori di Accademia del Benessere rende l’approccio pratico e concreto, eliminando teorie a volte superflue. Ogni consulenza diventa così un abito “su misura”, realizzato insieme all’imprenditore e al suo staff, con la cura e la passione artigianale del buono e ben fatto. Ciò che insegna l’Accademia è innanzitutto la capacità di affrontare il cambiamento, per cambiare e essere cambiati dagli eventi esterni in un percorso di crescita. Il cambiamento è un viaggio: ci pone di fronte all’oscuro, alla nebbia, ed è difficile mantenere rispetto e considerazione nei riguardi di ciò che non conosciamo. Possiamo circondare l’ignoto di colori magici, osservarlo distanti con occhi malinconici, o esserne travolti con la voglia di aprire il meccanismo, come facciamo da bambini con un giocattolo troppo bello, lo apriamo per carpirne il congegno segreto. 10 FARE In questo periodo, chi fa l’imprenditore in piccole realtà, a volte si sente una maionese impazzita, come quando l’uovo e l’olio non sono stati sbattuti allo stesso ritmo, con la voglia di buttare tutto. Il profondo mutamento economico sociale al quale si assiste come capitani senza strumenti per mantenere la rotta, fa sentire confusi, inadeguati e impreparati ad affrontare il nuovo. In questa nuova dimensione, la creatività è regina, utile e indispensabile per la sopravvivenza, assieme alla formazione continua. Due armi che gli imprenditori, secondo l’Accademia del Benessere, devono imparare a sfruttare per affrontare con successo una realtà sempre più complessa, sempre nuova e densa di sorprese. sociate del titolo di “Ospedali Definitivamente Accreditati” da parte della Regione Emilia-Romagna. Dalla prima pubblicazione degli atti sul bollettino regionale lo scorso marzo, la rete degli Ospedali Privati Accreditati è stata inserita a pieno titolo, stabilmente e definitivamente, nel novero dei presidi regionali al servizio del sistema pubblico, al pari degli ospedali di proprietà pubblica. L’AIOP Emilia-Romagna, associazione di categoria dell’Ospedalità Privata, rappresenta 49 Strutture Sanitarie per un totale di 5.621 posti letto, di cui 43 Ospedali Privati Accreditati con il SSN e accessibili a tutti i cittadini in forma gratuita. A livello nazionale, l’AIOP rappresenta 600 Case di cura operanti su tutto il territorio con oltre 53.000 posti letto. AIOP AL CAPPELLO ROSSO Un libro per raccontare l’ospedalità privata in Emilia-Romagna. Si tratta del volume “Accreditamento Definitivo 2011 – L’ospedalità privata in Emilia-Romagna – Integrazione e ruolo dei presidi privati nella rete regionale” presentato da AIOP nel corso della propria assemblea annuale. Introdotto da una prefazione a cura dell’Assessore alla Sanità Regionale Carlo Lusenti ed edito dall’AIOP con la collaborazione del Gruppo FIPES, società partner nell’ambito della formazione del personale, il libro contiene illustrazioni e schede descrittive delle 43 strutture ospedaliere private accreditate distribuite nel territorio regionale. L’occasione per l’edizione del volume è data dal compimento negli ultimi giorni del 2010 del complesso iter amministrativo che ha portato alla concessione in capo alle strutture as- La camera 202 dell’albergo Al Cappello Rosso si tinge di rosa shocking con Biografilm Festival 2011, diventando la pr ima delle Biografilm Rooms Series, in un progetto di te- Particolari della camera 202 dell’albergo Al C appello Rosso dedicata alla creatrice di moda Elsa Schiaparelli Foto di Patrizia Capitanio matizzazione di alcune camere dedicate alle biografie più suggestive che il festival celebra ogni anno. FARE 11 Shock in Pink Room 202 è una stanza rosa shocking dedicata alla leggendaria creatrice di moda Elsa Schiaparelli. La stanza, allestita dallo sce- con abiti trompe-l’oeil, astici arrampicati sulle pareti e una gabbia dorata che racchiude un prezioso cimelio vintage, il celebre profumo per la diffusione della cultura, dove promuovere eventi, presentazioni di libri, mostre e occasioni privilegiate d’incontro tra i turisti ospiti dell’albergo, i cittadini bolognesi ed il seduttivo mondo delle arti che trova in Bologna uno scenario di particolare fascino. ANDREA SCAGLIARINI SPA Marianna Di Giansante, direttrice dell’albergo Al C appello Rosso, con Mauro T inti, responsabile dell’allestimento Shock In Pink Room 202 e curatore del focus Elsa Schiaparelli, e Paola Goretti, curatrice anch’essa del focus Elsa Schiaparelli (sopra) e con Andrea Romeo, direttore artistico del Biografilm Festival (sotto) Foto di Patrizia Capitanio nografo Mauro Tinti, rende un ironico omaggio all’universo surrealista della Schiaparelli: grandi campiture rosa shocking, scritte da decifrare con l’aiuto di uno specchio, armadi 12 FARE Lo staff di Andrea Scagliarini SpA al completo Shocking, il cui flacone a forma di donna riproduce le curve voluttuose di Mae West. La scelta del numero 202, del resto, non è casuale, la somma di 2+2 dà 4, il numero considerato portafortuna dalla stilista (la sua boutique si trovava al 22 di Place Vendôme e la sua casa al 112 di Rue Berri a Parigi). L’albergo Al Cappello Rosso prosegue quindi nel suo percorso di tematizzazione delle camere in collaborazione con le principali istituzioni culturali bolognesi fra cui la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e BilBolBul, festival internazionale di fumetto. Al Cappello Rosso offre infatti un servizio declinato non solo all’accoglienza ma anche alla cultura. L’albergo non è inteso soltanto come un luogo di soggiorno, ma anche spazio Andrea Scagliarini SpA, dal 1976 punto di riferimento nel brokeraggio assicurativo italiano e specializzata nella gestione di programmi assicurativi aziendali, ha compiuto un importante passo nel proprio processo di crescita ed internazionalizzazione. L'azienda è infatti entrata a pieno titolo nel prestigioso network internazionale Worldwide Broker Network. WBN è stato fondato nel 1989 ed è tra i più importanti e riconosciuti network di brokers di assicurazione del mondo, privati e indipendenti. I soci sono più di 70 e sono presenti in oltre 60 nazioni in tutti i continenti, con una forza lavoro dell’ordine di 15.000 dipendenti. L’ingresso di Andrea Scagliarini SpA in WBN rappresenta un importante riconoscimento della competenza e della reputazione dell’azienda bolo- FARE 13 IL BILANCIO SOCIALE DI ANT, RISORSA STRATEGICA PER LA SANITÀ PUBBLICA IL NUOVO STABILIMENTO DI ATG: INNOVAZIONE A 360 GRADI Con i dati emersi dal bilancio sociale 2010, ANT si conferma la più ampia esperienza al mondo di assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita, nonché la più grande realtà privata al servizio del pubblico in questo ambito. Dal 1985 a oggi ANT ha assistito oltre 80.000 sofferenti, per un totale di oltre 13 milioni di giornate di assistenza erogate grazie ai 20 Ospedali Domiciliari Oncologici ANT (ODO-ANT) attraverso cui la Fondazione opera. Gli assistiti in 9 regioni d’Italia sono più di 3.300 ogni giorno, circa il 19% di tutti i pazienti terminali assistiti in ADI dalle ASL italiane. L’assistenza specialistica è operata attraverso una rete di 240 professionisti che lavorano solo per ANT (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, assistenti sociali, farmacisti, fisioterapisti), 73 dipendenti, 77 collaboratori, oltre a 1.400 volontari attivi nelle attività di raccolta fondi. Il tipo di assistenza non si rivolge solo ad alcune esigenze ma ha per contro un approccio completo, nell’ottica del “benessere globale”, secondo il principio dell’Eubiosia, ovvero “la buona-vita sino all’ultimo respiro” che affronta ogni genere di problema, sia esso diagnostico, terapeutico, infermieristico, psicologico e sociale. Le famiglie in difficoltà possono anche accedere a un programma di sostegno economico per alleviare i bisogni più urgenti, per un totale di 190.390 euro nel 2010. ANT non è solo assistenza, ma anche prevenzione: a oggi sono più Raffaella Pannuti, Presidenza della di 32.000 le visite gratuite realizzate in 32 diverse province nell’ambito del solo progetto MelaFondazione ANT noma, cui si affiancano i progetti Donna e Tiroide. Per quanto riguarda la componente economica, il totale dei ricavi e proventi nel 2010 è stato di 20.887.340 euro, attività finanziata in parte (14%) dalle convenzioni con le ASL ma soprattutto dalle erogazioni di privati cit tadini, enti pubblici, banche e fondazioni. Se si considera che il costo medio di una giornata di degenza (dati ASSR relativi al 2004) è di 674 euro e che il costo medio di una giornata di assistenza ANT è meno di 19 euro, si evidenzia un altro parametro del valore strategico del servizio. “Il bilancio sociale è uno strumento indispensabile per esporre con chiarezza il lavoro svolto” ha dichiarato il Prof. Franco P annuti, fondatore dell’ANT. “Tra gli obiettivi primari del 2011 vi è quello di stabilizzare i rapporti con le aziende sanitarie locali, rapporti fondamentali per due motivi: per avere delle entrate certe su cui costruire il nostro bilancio preventivo e per creare dei percorsi di dimissioni prot ette dei sofferenti che si affidano alla nostra assistenza”. Secondo la Dr.ssa Raffaella Pannuti, Presidenza della Fondazione ANT , “E’ necessario evidenziare l’importanza del concetto di s ussidiarietà: ANT è evidentemente una risorsa strategica per la sanità pubblica, e solo attraverso una condivisione di intenti si riescono a ottimizzare e gestire servizi necessari per la società. Per questo il servizio offerto da ANT deve essere fortemente connesso al tessuto in cui opera, con l’obiettivo di una sanità moderna, ed è sempre più necessario fare rete tra organizzazioni no profit, privati (intesi come aziende e cittadini) e istituzioni. E’ pertanto essenziale che il contributo del no profit non sia occasionale ma strutturato e integrato al contesto soci ale, economico e istituzionale in cui opera”. © RIPRODUZIONE RISERVATA gnese, e nel contempo le fornisce un formidabile aiuto per seguire i clienti, esistenti o potenziali, all’estero. I requisiti per essere ammessi nel network WBN richiedono, tra l'altro, i più alti standard di qualità, servizio e professionalità, inoltre i membri devono poter vantare esperienza e 14 FARE un’ottima reputazione all’interno del territorio di competenza. Doti che indubbiamente appartengono ad Andrea Scagliarini SpA , a partire dall’omonimo fondatore e presidente dal 1976, precedentemente Agente generale a Bologna della Milano e rappresentante Sindacato Nazionale Agenti presso il Bipar (Bureau international des producteurs de assurance et réassurance), quindi Presidente AIBA (Associazione Italiana Broker di Assicurazione) dal 1987 al 1988 e dal 2006 al 2007. La continuità nella conduzione della società è garantita da Matteo Sca- Taglio del nastro memorabile a Castello d’Argile per A TG, azienda leader dello stampaggio gomma che ha scelto di investire sul suo futuro con un nuovo plant produttivo di altissimo livello tecnologico, creato per sostenere un ambizioso progetto: la fornitura industriale, con particolare riferimento all'automotive. Di questi tempi, non se ne vedono molte di inaugurazioni di nuovi stabilimenti; segno che questa è un'azienda che crede e investe in sé stessa e nel mercato. Al fianco di A TG nel sostenere il progetto, il Gruppo austriaco Starlim Sterner , consociato e leader mondiale per lo sviluppo e la produzione di prodotti tecnici in silicone liquido. Secondo il direttore generale di ATG, Roberto Angeletti, l’inaugurazione segna “una nuova fase fatta di dinamismo, tecnologia avanzata e moderna internazionalità. Con questo passaggio A TG verrà traghettata in un’ottica più globale ed impegnata dove il profilo etico ed ambientale verrà ulteriormente enfatizzato attraverso un legame con il territorio ed il miglioramento della qualità della vita dei membri della società in cui è inserita”. ATG, dal 1998 ad oggi, ha registrato una crescita in percentuale del fatturato in doppia cifra arrivando a quota 6 milioni di e uro, di cui più del 50% all’estero. Negli ultimi tre anni l’azienda ha investito in tecnologia più di 3 milioni di euro nonostante la crisi e un me rcato a dir poco altalenante. Una crescita e un successo divenuti realtà anche grazie alla cinquantina di dipendenti e agli altrettanti lavoratori che collaborano tramite l’indotto. “Un’impresa è per noi un insieme di persone fidate, volenterose, concrete e competenti che con noi vogliono fare squadra” ha dichiarato Angeletti. “Come tutte le squadre che si rispettino abbiamo bisogno di solidi sponsor e buoni giocatori e allora i goal saranno assicurati, soprattutto nei confronti di squadre nelle quali i giocatori non sono rispettati, dove non sono stati fatti gli investimenti necessari o dove la campagna acquisti si è rivolta solamente all’estero”. L'importante traguardo è anche frutto di un approccio coraggioso e innovativo al mercato, che ha portato A TG ad individuare nuove modalità per competere, ad iniziare dalla scelta di aprire le porte ad una Il taglio del nastro del nuovo stabilimento ATG di primaria azienda straniera, il Gruppo Castello d’Argile è avvenuto alla presenza delle Starlim Sterner appunto, che ha invemassime autorità istituzionali ed economiche stito immettendo nuovo dinamismo e nuova linfa nell’azienda bolognese. Anche Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria Bologna al momento del taglio del nastro, si è complimentato con A TG definendola un “esempio virtuoso di come una azienda del territorio sana, leader nella propria nicchia, sia in grado di attrarre capitali stranieri che le permettono di crescere, di aumentare la sua massa critica senza nulla perdere della sua identità, anzi al contrario di consolidare la propria leadership”. Secondo Marchesini, “l’inaugurazione di un nuovo stabilimento è sempre un momento importante nella vita di una aziend a; ma è un fatto quasi eccezionale di questi tempi, che più spesso ci hanno abituati a fare i conti con situazioni di crisi o, nella migli ore delle ipotesi, con una difesa onorevole dell’esistente. Innovare è la parola chiave per competere in questo nuovo scenario. Ebbene, A TG ha saputo fare proprio il concetto di innovazione a 360 gradi”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 15 DA AUTOMOBILI LAMBORGHINI ANCHE UNA GALLARDO TRICOLORE PER FESTEGGIARE I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA Nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, Lamborghini ha reso omaggio al paese con diverse iniziative e una edizione del tutto speciale: la Gallardo Tricolore, caratterizzata dalla fascia tricolore longitudinale sulla carrozzeria e sul sedile d el guidatore. L’eccezionale supersportiva è stata presentata alla mostra “Stazione Futuro. Qui si rifà l’Italia” all’interno di “Esperienza Italia 150 °”, serie delle iniziative sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. "Lamborghini è un marchio di supersportive di lusso estreme, senza c ompromessi e italiane” afferma Stephan Winkelmann, Presidente e Amministratore delegato di Automobili Lamborghini “Per celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia ci è sembrato giusto proporre una livrea tricolore per il nostro modello di maggior successo. Con la Lamborghini Galla rdo Tricolore diamo ulteriore impulso alla valorizzazione del Made in Italy nel mondo”. Presente alla mostra, seppur virtualmente sotto forma di “realtà aumentata”, anche la Lamborghini Sesto Elemento, dimostratore tecnologico costruito interamente in carbonio, frutto della ricerca trentennale di Automobili Lamborghini sull’utilizzo dei materiali compositi. “Abbiamo selezionato la migliore espressione della creatività e dell’innovazione italiana – ha commentato il curatore della mostra, nonché direttore di Wired Italia,Riccardo Luna – per mostrare un futuro guidato dalla tecnologia e le proposte di chi lo sta già costruendo”. Tra le altre iniziative per i 150 anni dell’unità d’Italia, Automobili Lamborghini ha attivato con il patrocinio di Roma Capitale diverse iniziative per valorizzare la storia industriale italiana. All’interno del C hiostro del Bramante, è stato allestito un museo temporaneo dedicato alla casa di Sant’Agata, mentre è stato aperto un temporary store presso le Scuderie Ruspoli. Infine, La Gallardo Tricolore, con fascia biancorossoverde sulla carrozzeria, creata da una parata di dieci Lamborghini, cinque Aventador LP Automobili Lamborghini per i 150 anni dell'unità d'Italia 700-4 e cinque vetture storiche provenienti dalla collezione del museo Lamborghini (350GT , Miura, Countach, Diablo e Murciélago), ha deliziato la Capitale con un percorso di 9 chilometri tra piazza del Campidoglio e Villa Borghese. Nel frattempo, è stata inaugurata una nuova concessionaria in Italia. Con l’apertura di Lamborghini Napoli salgono a nove i pun ti vendita e assistenza Lamborghini nel nostro Paese, mentre ce ne sono oltre 120 in 45 paesi del mondo. Diversa inaugurazione invece a Berlino, dove Lamborghini ha esportato il proprio marchio di moda e accessori aprendo il primo F lagship Fashion Store in Europa presso il n° 63 di Kurfürstendamm. “Il fascino del marchio di lusso Lamborghini si sta diffondendo ben oltre le nostre ambite supersportive” ha commentato Winkelmann. “Siamo lieti di aver regalato a Berlino, metropoli internazionale del settore fas hion, un nuovo centro d’interesse della moda italiana e soprattutto di aver fatto conoscere una parte speciale del mondo del Toro anche a chi non guida Lamborghini ma è attento allo stile.” Sandra Salameh, CEO di LFS Luxury Fashion Store Berlin GmbH ha aggiunto: “Siamo lusingati ch e uno dei marchi più interessanti sulla scena internazionale abbia scelto Berlino per lanciare il suo primo Fashion Store in Europa. Ciò conferma Berlino come capitale della moda e del lifestyle, con una straordinaria vitalità e attrattiva per tutta l’Europa”. Dalla sua fondazione , quattro anni fa, l’intero segmento Lamborghini ArtiMarca ha registrato una crescita rilevante, tramite la distribuzione on-line e le boutique di Los Angeles, Vancouver, Melbourne, Hong Kong e Pechino. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 FARE gliarini (classe 1970) che riveste la carica di Vice Presidente e che si avvale di collaboratori esperti e motivati, che hanno contribuito al successo della società. ANT Giovani e volontariato: due mondi che ANT ha voluto avvicinare tra loro con il concorso “Il volontariato anima la tua comunità”, promosso dalla Fondazione ANT, in collaborazione con l’Associazione Amici dell’ANT (AAANT) e grazie al prezioso supporto di Coldiretti Bologna. L’iniziativa, indetta in occasione dell’Anno Europeo del Volontariato, aveva appunto l’obiettivo di avvicinare i giovani al volontariato e alla solidarietà grazie alla realizzazione di elaborati visivi, testuali e musicali sul tema. A vincere il concorso, aggiudicandosi importanti premi, gli studenti dell’istituto I.P.S.C.T.P. Aldrovandi-Rubbiani e dei licei artistici F. Arcangeli e ISART di Bologna, che si sono distinti per la realizzazione di 5 opere visive di forte impatto emotivo, grafico e contenutistico improntate sul tema del volontariato. In tutto sono state presentate dai ragazzi ben 77 opere, ciascuna valutata da una g iur ia di esperti. Il primo premio, un pc e una stampante, è stato riconosciuto a un’alunna della classe 5a B della scuola I.P.S.C.T.P. Aldrovandi-Rubbiani per l’efficacia dell’immagine grafica e per il contenuto vivace e comunicativo dell’opera visiva. Secondo in classifica, il manifesto pubblicitario sociale “Circondati d’amore” incentrato sulla figura del volontario e realizzato da una studentessa della classe 5a FL del liceo artistico Arcangeli, premiata con un buono di 500 euro per l’acquisto di libri. Gli altri giovani artisti premiati dal concorso sono uno studente della classe 5a BG e della 4a BG dell’istituto I.P.S.C.T.P. Aldrovandi-Rubbiani, e un alunno della classe 5a EL del liceo artistico ISART. La Fondazione ANT è attiva da tempo nel campo della formazione nelle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado con campagne di sensibilizzazione alla salute e alla solidarietà, attraverso l'organizzazione di progetti che vogliono favorire un percorso evolutivo completo nei giovani cittadini di domani, fornendo loro spunti di riflessione utili ad accrescere sia le conoscenze culturali sia la coscienza sociale ed umana. AUTOMOBILI LAMBORGHINI Una lista d’attesa di oltre un anno e mezzo e più di 500.000 visite al sito www.aventador.com confer mano il successo della Aventador, la nuova supersportiva V12. “Abbiamo confermato la nostra strategia di sviluppo a lungo termine, che richiede investimenti stabili e significativi in nuovi prodotti anche in tempi difficili” ha dichiarato Stephan Winkelmann, Presidente e Amministratore delegato di Automobili Lamborghini. Tra le novità 2011, è anche iniziata la consegna della nuova Gallardo LP 570-4 Spyder Performante, versione aperta della Gallardo LP 570-4 Superleggera, completando così una gamma esclusiva. L’Aventador LP 700-4 rappresenta la sesta generazione dei modelli Lamborghini con motore V12. Questa vettura sorprendente definisce un nuovo punto di r ifer imento nel mondo delle supercar sportive combinando prestazioni di altissimo livello, soluzioni tecnologiche mutuate dall’ingegneria leggera ed handling eccezionale per precisione. L’innovativa monoscocca realizzata interamente in fibra di carbonio ha reso possibile il raggiungimento di un peso a secco di 1575 Kg, 90 Kg in meno rispetto al modello precedente. Insieme al peso ridotto, il nuovo motore V12 da 700 CV e la trasmis- La monoscocca della nuovissima A ventador LP 700-4, realizzata da Lamborghini interamente in fibra di carbonio sione ISR (Independent Shifting Rods) della Aventador regalano prestazioni da togliere il fiato: un’accelerazione da 0 a 100 Km/h in soli 2,9 secondi e una velocità massima di 350 Km/h. Le sospensioni push rod ispirate al mondo della Formula 1 e il sistema a trazione integrale garantiscono una elevatissima precisione di guida e stabilità estrema ad alta velocità. L’utilizzazione dei materiali compositi rinforzati di fibre di carbonio si sta diffondendo sempre più nel settore automotive, per realizzare auto sempre più leggere e, migliorando anche la resistenza delle strutture, in grado di diminuire i consumi e l’inquinamento atmosferico. La grande FARE 17 esperienza di Automobili Lamborghini nell’utilizzazione di questi materiali è evidenziata nella concept Sesto Elemento, in cui questi materiali hanno permesso di ottenere la massima solidità con il minimo peso. “L’auto completa – come ha ribadito nella sua presentazione Luciano De Oto, Responsabile del Lamborghini Advanced Composite Research Center (ACRC) – ha infatti una massa di soli 999 kg, contro i 1410 di una Gallardo Coupé”. L’esteso impiego del CFRP ha consentito la realizzazione di strutture di altissimo livello con un miglioramento del rapporto peso-potenza per offrire il maggiore piacere di guida con riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2. Impegnata da tempo nella “nuova frontiera” dei materiali compositi rinforzati di fibre di carbonio, la casa di Sant’Agata Bolognese propone già ogg i numerose applicazioni dei CFRP, in particolare per le parti che possono essere realizzate senza ricorso all’autoclave. Nuove tipologie di elementi finiti che, per la facilità di fabbricazione e i costi contenuti, potranno allargare le applicazioni del CFRP ad altri settori, come quello della nautica, dell’arredamento, delle attrezzature sportive. ACRC ha infatti già collaborato con terzi ed ha già fornito elementi finiti per aziende dei più diversi settori. Con la sua presenza all’edizione 2011 del JEC Composite Show di Parigi, una delle più importanti manifestazioni al mondo sui materiali compositi, Automobili Lamborghini ha confermato la leadership in questo settore altamente specializzato, non solo sul piano delle applicazioni nella produzione di serie, ma anche nello studio 18 FARE e nello sviluppo delle tecnologie di fabbricazione e delle relative ricadute sul prodotto. CAMST E’ un 2011 eccezionalmente stellato per Camst. Dopo che in passato altri dieci soci sono stati insigniti con la Stella al Merito del Lavoro, per la prima volta l’Onorificenza è stata assegnata contemporaneamente a ben quattro lavoratori Camst: Mauro Fabbri, responsabile acquisti attrezzature e gestione energia; Marta Faleschini, responsabile amministrazione Mauro Fabbri, responsabile acquisti attrezzature e gestione energia di Camst, insignito dell'Onorificenza di Maestro del lavoro delle divisioni Friuli Venezia Giulia e Veneto; Ezio Gobbi, direttore gestioni di area Marche; Patrizia Vincenzi, responsabile amministrazione della divisione Piemonte Liguria. La Stella al Merito, assegnata con Decreto del Presidente della Repubblica, conferisce il titolo di Maestro del Lavoro premiando singoli meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale dei lavoratori dipendenti da imprese pubbliche o private. L'onorificenza è destinata a cittadini che hanno prestato attività lavorativa ininterrottamente per un periodo minimo di venticinque anni alle dipendenze della stessa azienda o di trent'anni alle dipendenze di aziende diverse, e l'accertamento del merito è svolto da una Commissione nominata e presieduta dal Ministro del Lavoro e composta dal Presidente della Federazione Nazionale Maestri del Lavoro d'Italia, dal Presidente dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani d'Azienda, da cinque funzionari designati dalla Presidenza del Consiglio e dai Dicasteri degli Esteri, Agricoltura, Industria, Lavoro, da sei membri designati dalle organizzazioni sindacali di categoria, e da quattro membri in rappresentanza dei datori di lavoro. Dal 2002 al 2009, ogni anno un dipendente Camst è stato nominato Maestro del Lavoro: Katia Testalepre; Maurizio Emiliani; Pierfranco Pucci; Ermes Landuzzi; Marinella Melloni; Pasqua Querciagrossa; Moreno Betti; Roberta Rossi. Nel 2010 le Stelle al Merito sono raddoppiate grazie a Carla Bon e Gabriella Cugini, arrivando nel 2011 a contare altre 4 nuove stelle. Anche Unindustria si complimenta con Camst e con il quartetto di neoeletti Maestri del Lavoro per l’importante traguardo che dimostra costanza e dedizione ammirabili. CAPITANE CORAGGIOSE Quindici storie di donne che guidano altrettante aziende emiliano-ro- magnole. “Capitane coraggiose” è il terzo capitolo del viaggio del giornalista Fabio Raffaelli, insieme a Nicoletta Barberini, nelle aziende della regione, per raccontare i volti, le voci, e le storie umane che non vengono fuori dall'analisi dei bilanci. E questa volta il focus è tutto al femminile. “Non abbiamo fatto una scelta guardando ai fatturati - spiega Raffaelli - ma abbiamo privilegiato le storie: ci sono casi di aziende molto diverse fra loro sia per tipologia, sia per dimensione, alcune delle nostre capitane hanno cominciato in proprio la loro attività, altre hanno ereditato l'azienda di famiglia. E’ il racconto della fatica e della tenacia che stanno dietro ad un'azienda”. Il libro non solo sviluppa le vicende delle aziende, ma descrive nei dettagli le figure femminili che ne hanno reso possibile il successo, rilevandone il carattere e la perseveranza: donne e lavoratrici accomunate dalla voglia di andare avanti in mezzo alle difficoltà. BERTOLINI SALVA LA SNIA Evitato il fallimento per le attività industriali della C affaro, vecchio ramo industriale della Snia, specializzato nella produzione di prodotti chimici. La bolognese Bertolini, insieme ai soci Todisco e Fedeli presenti nel Gruppo Bertolini nel comparto della chimica fine, ha infatti acquisito i siti di T orviscosa e di Brescia, salvandone la continuità industriale e occupazionale. Bertolini, che vanta 55 anni di esperienza, è giunta alla quinta generazione di imprenditori e si presenta come un gruppo articolato con una rete di sedi e stabilimenti nel nord Italia, oltre ad avere partecipazioni in società chimiche di trading e di distribuzione di prodotti chimici di base, elastomeri, materie plastiche e di produzione di compound. C on questa acquisizione l’azienda bolognese fa dunque un notevole salto di qualità Foto panoramica del sito di Torviscosa (impianti Caffaro completando la filiera di proIndustrie Spa) dotto. L’operazione, una delle prime procedure di gestione fallimentare delle 93 in corso in Italia ad arrivare in porto, è stata possibile anche grazie al contributo, accanto alla cordata industriale, dello studio T iti e Associati e della società Global-Strategy di Milano. Le aree di T orviscosa e di Brescia sono passate sotto la gestione di 2 newco controllate dalla holding Caffaro Finanziaria (50% gruppo Bertolini e 50% famiglia T odisco, storico socio di Bertolini). Il gruppo bolognese, che ha salvaguardato oltre il Francesco Bertolini, AD 70% dei dipendenti, si è detto pronto a investire i 7-8 milioni di Caffaro Industrie Spa necessari a potenziare gli impianti, e in seguito, assieme a ed Amministratore unico Bracco, dovrebbe costituire una società di scopo e sostenere del Gruppo Bertolini un investimento di circa 30 milioni per realizzare un nuovo impianto di clorosoda. “Ci impegneremo per dare vita a una nuova Snia, in grado di superare le difficoltà del passato grazie alle sinergie e ai punti di forza del gruppo” ha dichiarato Frances co Bertolini, presidente dell'omonima azienda. “V ogliamo cogliere le opportunità del futuro diventando un centro di competenze internazionale nella produzione chimica, in grado di sfruttare i rapporti di collaborazione con le principali multinazionali del settore chimico e farmaceutico”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 19 “Il filo che lega queste storie – commenta Nicoletta Barberini - è il senso di colpa: per non essere al lavoro quando dedicano tempo alla famiglia e viceversa”. “Capitane coraggiose”, con la prefazione della presidente di Confindustria Emilia-Romagna Anna Maria Artoni, è anche una fotografia dell'imprenditoria femminile in regione. Secondo Mariacristina Gherpelli, vice presidente di Confindustria Emilia-Romagna con delega alla piccola industria, “si tratta di un fenomeno in costante crescita, in Emilia-Romagna le imprese femminili sono quasi 90mila, il 21% delle imprese attive. Un tema che va di pari passo a quello dell'occupazione femminile, dove nella nostra regione la situazione è migliore che nel resto d'Italia. Donne nei posti di vertice ce ne sono, rispetto al passato si sono fatti dei passi avanti, ma sono ancora troppo poche”. Diverse fra le quindici 'Capitane coraggiose', che “come tanti capitani, hanno lanciato una vera e propria sfida all'imperante tendenza a lasciarsi vivere dalla crisi e che ancor più oggi sono encomiabili per attaccamento all'azienda, costanza e forza di volontà”, fanno parte di Unindustria Bologna: Sonia Bonfiglioli (Bonfiglioli Riduttori), Teresa Menarini (Sib Siber), Cinzia Cattabriga (Tipolito Cattabriga), Patrizia Malferrari (Seaside Sinergia Sistemi, Bologna). CAVOUR CORPORATE FINANCE Ottime prospettive per IMAP, il più importante network mondiale di società di M&A nel mid market di cui Cavour Corporate Finance è il part- 20 FARE ner esclusivo per l’Italia. Sono stati infatti diffusi i risultati dell’attività di M&A di IMAP nel 2010 e le promettenti prospettive per il 2011. Con oltre 300 advisors (i deal makers IMAP) operativi in 45 uffici mente ritornando ai livelli pre-crisi. Parimenti in rialzo si registrano i multipli delle operazioni. Da ultimo anche il rinnovato interesse delle banche per l’acquisition financing contribuisce a facilitare la conclusione delle operazioni di M&A”. CRIT Antonio Zecchino, presidente di Cavour Corporate Finance e di IMAP Europe localizzati in 30 Paesi nel Mondo, IMAP ha chiuso nel 2010 ben 184 transazioni per un valore complessivo di 11,1 miliardi di dollari, con un aumento del 77% rispetto al 2009. Inoltre, il 33% delle transazioni IMAP nel 2010 sono state crossborder. “Il 2010 ha rappresentato un importante passo nella giusta direzione per l’attività di M&A a livello mondiale come dimostrato dall’incremento del valore medio delle operazioni” ha dichiarato Antonio Zecchino, membro del Main Board IMAP e presidente di IMAP Europe. “Nonostante il numero delle operazioni concluse non sia aumentato in misura significativa, tuttavia il valore medio delle transazioni è risultato pari a 59,8 milioni di dollari, che rappresenta un incremento del 73% rispetto al valore registrato in precedenza (35 milioni di dollari nel 2009). Noi consideriamo questo aumento come un indicatore positivo del fatto che le operazioni di M&A stiano lenta- Salgono a quota 26 le aziende proprietarie e prime fruitrici di CRIT, il broker tecnologico di Vignola specializzato nei processi di Innovazione Collaborativa. Questo grazie all’ingresso nel capitale sociale delle nuove ar r ivate Alstom Fer roviar ia e Corghi Spa, che si uniscono a un gruppo già molto prestigioso: Ali Carpigiani, Beghelli, Caprari, Case New Holland, Cefla Group, Cineca, Datalogic, Ducati Energia, Ferrari, G.D, Gruppo CMS, Gruppo Fabbri, Hydrocontrol, IMA, Italtractor-Titan, Rossi Motoriduttori, SACMI, SCM Group, Selcom Group, Sitma, System Group, Technogym, TetraPak e WAM Group. Alstom è leader mondiale nel settore del trasporto ferroviario, e in particolare dei treni ad alta velocità su tecnologia “tilting”. Con un fatturato di 994 milioni di euro nell’esercizio 2010/2011, 8 sedi distribuite su tutto il territorio italiano e 2.600 dipendenti, è una delle pr incipali aziende del settore in Italia. La Corghi di Correggio (RE), invece, opera con successo nel mercato globale degli equipaggiamenti per l'assistenza ai veicoli, in particolare per il servizio alla ruota; è il marchio pilota del gruppo industriale Nexion (fatturato consolidato di oltre 150 Milioni di euro, il 6% del quale è investito in ricerca e progettazione) ed è classifi- CORRADI: QUANDO SI FONDONO SENSIBILITÀ E PROFITTO D’IMPRESA Corradi, l’azienda leader nell’arredamento outdoor, è oggi un’azienda fortemente industrializzata che lavora secondo le logiche della lean production e del miglioramento continuo, con una crescita costante e una forte propensione all’internazionalizzazione che vede anche l’apertura delle filiali C orradi Usa a Dallas, C orradi France a Lione e C orradi Outdoor Products Middle East ad Abu Dhabi. Uno sviluppo importante, che non ha tuttavia impedito all’azienda di restare attenta alle esigenze del consumatore finale e sensibile all’ambiente nel quale viviamo: Per Corradi è certificata ISO 9001:2000 ed anche ISO questo nel corso degli anni C orradi 14000:2004 (certificazione ambientale) ha ottenuto una serie di certificazioni che condizionano, positivamente, il suo modo di operare. In particolar modo, ha strutturato la propria attività in modo da rispondere a tutte le prescrizioni legislative in materia ambientale che caratterizzano i diversi processi produttivi. Certificarsi è, per ogni azienda, un impegno importante ma rappresenta anche un valore aggiunto per tutta la filiera che da ciò trae vantaggi. Corradi è pertanto eco-sensibile essendo certificata ISO 14000:2004 (certificazione ambientale) a tutela dell’ambiente e di conseguenza della salute umana e PEFC per una gestione sostenibile delle foreste, ovvero per un utilizzo dei boschi che sia ambientalmente corretto, economicamente positivo e socialmente utile alle generazioni presenti e future. L’azienda è inoltre socio-responsabile essendo certificata ISO 9001:2000, quindi attenta alla soddisfazione della clientela, grazie al miglioramento continuo dei processi produttivi interni per minimizzare il rischio che le aspettative dei clienti vengano deluse. La forza del brand è dimostrata anche dalla continua innovazione nei prodotti; questo ha portato Corradi ad avere oggi 35 breve tti depositati e molti altri in iter di approvazione. “Corradi vede una crescita continua da diversi anni, più della media del settore. Aumenta il volume d’affare ma aumenta anche l a nostra sensibilità a tematiche fortemente legate all’ambiente e alla società in cui viviamo, operiamo e lavoriamo. Questo rappresenta per noi, e lo dico con orgoglio, un valore aggiunto. Siamo un’impresa privata, e quindi orientata al profitto, ma abbiamo adottato comportame nti eticamente corretti per raggiungere i nostri obiettivi. Ogni azienda ha una responsabilità sociale molto importante. Noi ne siamo co nsapevoli e investiremo sempre maggiori risorse sui temi del rispetto ambientale e del sociale nel prossimo futuro” dichiara Gianmarco Biag i, Amministratore Delegato Corradi. © RIPRODUZIONE RISERVATA cata dall’European Patent Office di Monaco tra i primi cento depositanti italiani di brevetti. CRIT rappresenta la primaria espe- rienza italiana di Innovazione Collaborativa e ha una duplice funzione. Come Broker tecnologico, l’azienda è specializzata nel processare l’infor- mazione tecnico-scientifica e brevettuale, nell’identificazione dei detentori della conoscenza a livello globale e nell’accompagnamento nelle di- FARE 21 verse fasi di implementazione della tecnologia in azienda. Lo strumento principale è lo Scouting Tecnologico, che supporta il responsabile tecnico/R&D nella definizione della strategia tecnologica aziendale. Esso può essere declinato con un approccio problem-solving, di analisi dello stato dell’arte, come identificazione dei key-players, ma anche come in- losi, amministratore delegato della società di Vignola – ricerchiamo i migliori esperti di tecnologie a livello mondiale, selezionando i centri di ricerca, le università e le imprese che possono aiutare le nostre aziende. In secondo luogo ci occupiamo dell’organizzazione di incontri, seminari, tavoli di lavoro, ovvero di eventi nei quali le aziende socie possono confrontarsi e trovare soluzioni tecnologiche comuni. Terzo servizio del CRIT è quello dello sviluppo dell’innovazione”. Una buona parte dei servizi offerti da CRIT sono accessibili anche ad aziende non socie. DAY RISTOSERVICE Roberto Pelosi, amministratore delegato di CRIT telligence competitiva. Contemporaneamente CRIT è l’ambiente collaborativo “open” dove le imprese possono confrontarsi, identificare i gap tecnologici e avviare progetti di ricerca e sviluppo. Circa 300 tavoli di lavoro e confronto sono stati infatti realizzati tra CRIT e le sempre più numerose aziende proprietarie. Grazie all’ingresso dei due nuovi soci, CRIT vede rafforzato il proprio ruolo di società privata specializzata nell’informazione tecnologica e all’avanguardia nella pratica dell’innovazione collaborativa. “Come broker tecnologico – afferma Roberto Pe- 22 FARE Prospettive di crescita e diversificazione nel futuro di Day Ristoservice, in seguito alla rilevazione da parte del gruppo Chèque Déjeuner della direzione operativa dell’azienda bolognese. Portando avanti il suo piano di crescita internazionale, il gruppo francese, già azionista al 30% della società italiana dall’anno della sua fondazione, ne ha recentemente rilevato il 49%. Day Ristoservice, secondo attore del mercato italiano dei buoni pasto, è nata nel 1987 dalla partnership proprio tra il gruppo Chèque Déjeuner e il gruppo CAMST. Avendo diversificato via via le sue attività, Day propone oggi sul mercato italiano i suoi buoni pasto, in forma cartacea e come card con microchip, ma anche il Day Welfare (buono sociale per il sostegno delle persone disagiate) e il Day Cadeau. Nel 2010, Day Ristoservice ha emesso oltre 65 milioni di buoni pasto in favore dei suoi 400.000 utenti finali. Il gruppo cooperativo Chèque Déjeuner, numero 3 mondiale dei buoni a vocazione sociale e culturale, dal 1964 sviluppa le sue competenze per i suoi 21 milioni di beneficiari. Presente oggi in 13 Paesi, nel 2010 il Gruppo ha emesso buoni per il controvalore di 4 miliardi di euro. Secondo Jacques Landriot, Presidente del gruppo Chèque Déjeuner, quest’aumento di capitale corrisponde a una strategia di sviluppo internazionale portata avanti da diversi anni. Marc Buisson, nuovo Direttore Generale di Day, conta sulle competenze del gruppo francese Chèque Déjeuner e sulla levatura del gruppo italiano Camst per ampliare il potenziale di Day sia sul piano tecnologico che come ventaglio di prodotti. ID GROUP Con il sostegno del marchio d’abbigliamento per l’infanzia Okaidi, che fa parte del gruppo familiare francese Id Group e che ha in questi mesi trasferito a Bologna la propria sede italiana, si è tenuta al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna la mostra “A’ toi de Jouer! – gli oggetti straordinari di Claire Dé”. La mostra, promossa e curata dalla cooperativa culturale Giannino Stoppani in collaborazione con il Dipartimento educativo di MAMbo, ha fatto parte della rassegna “Fieri di leggere 2011”. “A’ toi de Jouer!” ovvero “tocca a te giocare”. Nella sua installazione Claire Dé sollecita i bambini a ritrovare e riconoscere, montare e smontare, inventare, sperimentare, muovendosi tra Dadaismo, Pop-Art, Nouveau Réalisme. Pochi colori: giallo e arancio. Qualche oggetto familiare: barattoli, colapasta, recipienti dalle più svariate “L'ARTE E IL DESIGN SI METTONO IN POSA”: IL PROGETTO ESPOSITIVO GAZZOTTI NELL'ANTICA LIMONAIA DI VILLA BECCADELLI A CASTELFRANCO Ha per tema “Arte e design si mettono in posa” il progetto espositivo promosso presso l'antica limonaia di V illa Beccadelli a Castelfranco Emilia (Modena) da Gazzotti, l'azienda di Castelmaggiore leader nella produzione di parquet. La mostra, che è per Gazzotti l'occasione per presentare le sue novità di prodotto My V intage e Fashion, vede riunite personali tà e imprese emiliano romagnole che rappresentano l'eccellenza nell'arte, nel design, nell'arredamento e nell'illuminazione, e che interagis cono con gli artisti Lùcio Carvalho, David Evelyn, Guy L ydster, Isabelle Gros, Ugo Salerno, Paul W arner, appositamente selezionati grazie al c oinvolgimento della Galleria Art to Design. Il parquet Gazzotti dialoga con le lampade dell'azienda di illuminazione bolognese Lucifero's, concepite con lo scopo di unire luce e design, ma anche con le sedie di Adrenalina, l'azienda di C attolica che realizza poltrone e divani particolarissimi e personalizzabili. DOM Edizioni di Cesena è presente con i suoi oggetti di interior design, e Simongavina con le sue particolari realizzazioni di design d'avanguardia che riflettono l'esperienza storica e illustre di Dino Gavina. Oltre alle aziende locali sono stati coinvolti inoltre i complementi di arredo delle aziende Due immagini della mostra “Arte e design si mettono in posa” allestita da Gazzotti nell'antica Area Declic, Fornasarig e Ursella. Il risultato limonaia di Villa Beccadelli a Castelfranco Emilia è un percorso espositivo dove le pose del parquet si amalgamano artisticamente alle tendenze del design e alle opere di arte contemporanea. La nuova linea Gazzotti My V intage diventa filo conduttore ideale di un a mostra che rivoluziona il concetto stesso di parquet, che da semplice pavimento diventa vero e proprio protagonista dello spazio espositivo. My Vintage, è la nuova linea nata in casa Gazzotti, che racchiude tutti i plus della linea V intage (microporosità, straordinaria naturalezza, manutenzione facile ed efficace con olii naturali, ecocompatibilità e produzione interamente made in Italy) a cui aggiunge creati vità e un forte orientamento al progettista, grazie alle numerose possibilità di posa che offre. “Le nuove ricerche di mercato evidenziano in modo netto che il parquet non è più vissuto come un semplice pavimento da calpesta re – spiega Carlo Comani, AD di Gazzotti - ma diventa un complemento di arredo e di design per personalizzare l'ambiente. La nuova linea My Vintage e la rinnovata Fashion sono una risposta precisa a queste esigenze e sono messe a disposizione di progettisti e interior designer per ottenere soluzioni creative, impattanti e di qualità. Il progetto espositivo permanente in cui sono inserite va inteso come un punto d’incon tro dove poter dialogare proprio con loro”. Il progetto si propone di raggiungere una risonanza internazionale. ”In questo luogo – spiega infatti Andrea Signoretti, dirett ore generale di Gazzotti - vogliamo incontrare anche tanti professionisti internazionali per portare nel mondo, nel nostro piccolo, la forza, il gusto, la qualità del Made in Italy considerato che tutti i parquet Gazzotti sono anche interamente prodotti in Italia”. Secondo i galleristi Alessandro Betocchi e Nicolò Riguzzi “Art to Design Gallery ha studiato per Gazzotti un inedito concetto e spositivo, proponendo un inedito rapporto di comunicazione tra design, arte e le nuove collezioni di parquet”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 23 GLI STAMPI DI LUCIANO GRAZIOLI PERSONALIZZATI COME DAL SARTO La fonderia è emozione, la fonderia è arte. E’ racchiusa in questo convincimento la storia di Lu- Figlio d’arte: Luca Grazioli segue le orme di ciano Grazioli, una vita passata fra le conchiglie, gli stampi, l’alluminio. L ’azienda che lui ha papà Luciano fondato a San Matteo della Decima, la Grazioli Luciano snc, ha appena compiuto i trent’anni e, nel bel mezzo di una crisi che per il settore è stata, come egli stesso la definisce, “una pacca tremenda”, rilancia: ha appena partecipato a due fiere, sta ricostruendo un portafoglio che era stato assottigliato da alcuni clienti rimasti sul campo, e ogni giorno riprende la marcia consapevole, dice, che “ci vorranno ancora tre o quattro anni per tornare ai livelli pre-crisi” ma anche che “i numeri e le capacità tecniche li abbiamo. Stiamo ricostruendo”. Era il 20 settembre 1980 quando Luciano Grazioli entrò per la prima volta nel suo capannone sulla strada di Crevalcore. Se lo era costruito da solo, fondamenta comprese: poi lo aveva dato in garanzia e con il fido aveva preso le prime macchine utensili. Diplomato congegnatore meccanico all’Ipsia di Crevalcore, aveva fatto per un paio di anni il modellista da legno, poi per nove anni il modellista meccanico; e proprio dalla modelleria era venuta la passione per le fusioni: “stavo più in fonderia che in officina.” racconta “Ho imparato il mestiere vedendolo fare da altri, e col tempo ho cominciato anche a vedere i punti deboli degli stampi e cosa si poteva fare per correggerli”. Quando apre l’azienda alla fine del 1980, si dedica solo agli stampi (le conchiglie, come si chiamano) per le fonderie. Ma è so lo l’inizio. Dieci anni dopo, a capodanno del 1991, apre anche il nuovo capannone di via Sardegna, sempre a Decima: da una parte l’attrezzeria, da ll’altra la fonderia. “Credo di essere l’unico in tutta la provincia di Bologna” commenta con orgoglio “ad aver messo su una fonderia nuova . I miei colleghi le hanno tutti ereditate”. Luciano Grazioli progetta e si costruisce lui stesso le macchine conchigliatrici e gli impianti, molti dei quali tuttora in piena attività. E l’azienda si espande: fa le conchiglie, gli stampi in acciaio (“tutti personalizzati.” sottolinea Grazioli “Facciamo stampi come un sarto fa una giacca. E ci sono stampi anche da 40 o 50 mila euro”), dopodichè le fusioni in alluminio in serie. “E poi facci amo anche le lavorazioni.” aggiunge “Il cliente arriva da noi con il disegno e va a casa con il pezzo da montare”. Fatto sta che la società, fin o al 2008, arriva a fare anche 100 quintali di fusioni lavorate al mese. Mentre a fianco del capannone lui, innamorato degli animali da sempre, crea un habitat in cui vivono porcellini d’india, oche, tartarughe esotiche, perfino cani della prateria. Gli stampi, afferma, li progetta di notte. “ Penso al pezzo, poi al mezzo per farlo; e quando il mezzo non c’è, te lo devi inventare: è questo il segreto del nostro lavoro”. Contemporaneamente, s forna progetti che per il momento tiene in un cassetto: ad esempio, quello per un portagiornali e portaoggetti da applicare agli ombrelloni in spiaggia. E intanto sta lavorando su un brevetto nel campo del confezionamento. “E’ stato il mio professore di torneria a Crevalcore ad inseg narmi l’amore per il lavoro” spiega. Ed è un amore che trasmette volentieri. Non a caso, proprio con l’Ipsia di Crevalcore la Grazioli Lucian o snc ci ha collaborato per anni: per i ragazzi, un’occasione di esperienza e di training sul campo non comune. In azienda oggi sono in otto: lui, che con i suoi trent’anni di esperienza è per molti clienti un vero e proprio consulente, la moglie Patrizia, la figlia Ambra (“che sta crescendo molto bene” sottolinea compiaciuto), il figlio Luca che sta seguendo con impegno le orme del pad re, e i collaboratori malati della stessa passione. “Quello che veramente ci fa soffrire” spiega “è la concorrenza della Cina. Sono molti i nostri potenziali clienti che vanno a farsi fare i pezzi là, poi vengono da noi per le lavorazioni più difficili, magari per tornare a rivendere là. In pratica, vorrebbero da noi gli stessi prezzi dei cinesi. Dopodichè, però, insieme al prezzo basso ci chiedono invece una qualità elevata. Spesso non veniamo remunerati per quello che vale il nostro lavoro: e non è solo una mortificazione. Il problema è che intanto ci sono aziende che m uoiono e nessuno se ne accorge”. Roba da poco, tuttavia, per scoraggiare Luciano Grazioli. Certo, oggi bisogna stare molto più sul pezzo, adesso non lo trova pi ù il tempo per allevare api o cavalli come prima. Ma i suoi forni non si sono spenti, i suoi stampi sembrano opere d’arte, i suoi figli si accin gono ad essere i giovani imprenditori di domani. E nel tempo libero, per hobby, si è smontato una gru di 16 metri, la ha sabbiata, verniciata, rimo ntata: la tiene lì per costruirsi, sempre da sè, una casa nuova. (c.r.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 FARE forme, rigorosamente in plastica! Tutta la fantasia e la voglia di giocare necessarie per osservare, combinare, costruire, trasformare, associare titoli ad oggetti d’arte, creare esposizioni. Okaidi fa parte, insieme al marchio Jacadi, del gruppo familiare Id Group, nato in Francia nel 1996. Dal 2003 Id Group è presente anche in Italia, dove conta ad oggi 120 punti vendita, di cui 4 a Bologna: il negozio Okaidi di via Marconi, quello Jacadi di via Castiglione e quelli presenti al centro Lame e alle Officine Minganti. Nel 2010 Id Group ha conseguito un fatturato di 700 milioni di euro, di cui 60 milioni in Italia. Insieme ai negozi di abbigliamento, fa parte della filosofia aziendale di Id Group anche la progettazione e l’apertura di asili nido, per i quali già vanta in Francia una lunga esperienza e la diretta realizzazione di 14 strutture. “Studieremo anche le strutture bolognesi. – afferma l’amministratore del gruppo per l’Italia, Alexis de Seze – Al di là degli obiettivi economici del gruppo, il nostro obiettivo è essere attori nel mondo del bambino”. IR4I Ventiquattro imprese dell'area imolese, ravennate e bolognese, presenti sui mercati internazionali in vari settori, dal packaging alle ceramiche, dall'automotive all'aerospaziale, si sono riunite per dar vita a un progetto ambizioso e più che mai attuale: confrontarsi direttamente, senza intermediari, con gli enti di ricerca. Il progetto, denominato IR4I, acronimo che sta per Innovation & Research for Industry, è nato “dal basso”, dal mondo delle imprese, a seguito di alcuni incontri promossi dal Centro studi Alcide De Gasperi di Imola volti a comprendere le necessità degli imprenditori. L’obiettivo del progetto IR4I è creare un rapporto di scambio che favorisca e acceleri il processo innovativo di cui l’economia e il Paese hanno bisogno, e risolvere in particolare le quattro criticità più importanti per le imprese italiane che guardano al futuro: ricerca, innovazione, formazione e management. Le ventiquattro imprese partecipanti al progetto (molte delle quali facenti parte di Unindustria Bologna) sono: Sacmi, Cooperativa Ceramica, IMA, Cima Ingranaggi, Cefla, Elettronica Santerno, Curti, Profilati, Protesa, Diconet Industrial Services, Poggipolini, Lualma Anodica, Gianni Andalò, La.Co., Bmc air filters, Logimatic, Officina Meccanica Dozzese, Dismeco, Energifera, Grifo, 3Elle, Tecna, Byro. LUIS.IT Luis.it, la società di comunicazione (uffici a Bologna e Londra) nata nel 2001 da Luigi Zanolio, regista, e Marco Piva, ingegnere, è diventata un’agenzia affermata non solo nella realtà locale ma anche all’estero. È nel 2009 che Maria Giovanna Zanolio, terza socia di Luis.it, trasforma una vacanza in California in business creando una partnership con L7Creative, agenzia americana con sede a San Diego (e uffici anche a Boston) leader nella comunicazione e l’advertising. Da questo connubio scaturiscono numerosi progetti di qualità: l’ultimo in ordine di nascita è www.thecreativemosaic.com, portale di comunicazione e advertising, concepito per parlare ad un duplice target. Da una parte Thecreativemosaic è dedicato ai direttori marketing che sono alla ricerca di innovative strategie di prodotto e comunicazione; dall’altra si pone l’obiettivo di costruire un network internazionale di agenzie al fine di attingere idee, creatività e Maria Giovanna Zanolio, responsabile dei progetti internazionali di Luis.it competenze specializzate worldwide. Questo progetto permetterà di offrire, a quei clienti che intendono espandere il proprio business a livello globale, figure professionali e specializzate in tutti i settori della comunicazione, con il coordinamento di Luis.it e L7Creative. La ricerca e l’innovazione tecnologi- FARE 25 business a livello internazionale”. www.luis.it www.l7creative.com TORNA ALLA LUCE IN INDONESIA UNA CIVILTÀ SCONOSCIUTA GRAZIE AGLI SCAVI SOSTENUTI DA HETTABRETZ MARE TERMALE BOLOGNESE Continua l’avventura indonesiana di Hettabretz, l’azienda bolognese che dal 1960 produce capi di abbigliamento in pelle, tessuto e pelliccia, rivolti alla parte più esclusiva delle nicchie globali del lusso. Hettabretz dopo aver finanziato le indagini relative ad un ritrovamento archeologico in Indonesia, finanziando ed effettuando quattro campagne di scavo nell’isola di Giava, a Goa Made, ha posto una pietra fondamentale per la conoscenza di una cultura inedita e sconosciuta che ha prodotto reperti in un materiale mai riscontrato in evidenze archeologiche. A maggio infatti si è tenuto un congresso internazionale ,“An unique early metal production in Goa Made, Java, Indonesia: Hints for a new perspective on the emergence of civilization in South-East Asia ”, organizzato da Hettabretz in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna i cui risultati sono stati tali da spingere lo staff archeometallurgico e quello archeologico ad intraprendere un ulteriore progetto di studio estremamente approfondito, effettuando analisi nei 3 laboratori più prestigiosi e avanzati del mondo ed implementando ricerche sul territorio del sito. All’interno del workshop, il comitato scientifico che ha contribuito agli scavi, agli studi e alle analisi ha discusso l'origine, gli aspetti iconografici e il materiale del corpus di manufatti metallici. Questo oggetto simbolico è stato Gli oggetti recuperati dagli scavi, le cosiddette “maschere verdi”, sono frutto di una cultura ancora rinvenuto nelle campagne di scavo sconosciuta. I rilievi effettuati fino ad oggi secondo gli archeologici occidentali evidenziano una forfinanziate da Hettabretz nell’isola di Giava chetta temporale per la realizzazione dei reperti fra il VII e il XIV secolo d.C. mentre secondo gli archeologi indonesiani l’inizio di queste produzioni per motivi iconografici risalgono al 1000 a.C. Oggetti analoghi a questi furono proposti negli anni ‘90 nell’isola di Giava ad un imprenditore italiano, Anacleto Spazzapan, che dopo averne raccolta una collezione ritenendoli oggetti di scarsa importanza, cercò di risalire all’origine dei ritrovamenti. Dopo un primo breve sc avo effettuato da Spazzapan in collaborazione con il Ministero dell’Archeologia Indonesiano nel 2001, il sito è stato dimenticato per anni e gli scavi sono stati oggetto dal 2006 di una campagna inizialmente finanziata da Paolo Bertuzzi, presidente di Hettabretz, e diretta dal Ministero d ell’Archeologia Indonesiano. Una volta stabilita l’importanza del ritrovamento, il Ministero degli Affari Esteri Italiano ha attivato un patto bilaterale con l’Indonesia e ha finanziato con Hettabretz la campagna scavi 2007, la cui direzione fu affidata all’ISIAO. Successivamente, il proget to di chiusura dell’ente ISIAO ha rimesso l’operazione nelle mani di Paolo Bertuzzi che sta operando in stretta collaborazione con le massime autorità scientifiche e con il Ministero degli Esteri Italiano, il Governo e le Università Indonesiane. iniziative. Anche il Mare Termale Bolognese partecipa ai festeggiamenti, così da ricordare a tutta la cittadinanza l’origine augustea delle terme nel capoluogo emiliano: fu in- Per tutti gli italiani il 2011 è l’anno del 150° dell’unità d’Italia, ma Bologna ricorda un anniversario ancora più particolare. Dal 23 al 25 settembre 2011 si festeggeranno infatti i 2200 anni di fondazione di Bologna romana: nel 189 a.C. nasceva la colonia di Bononia, che sarebbe diventata di lì a poco uno dei principali co, di un grande e innovativo plastico che metterà in luce i punti di contatto tra le terme di ieri e le terme di oggi, con il supporto di reperti archeologici legati al mondo delle acque. Il Mare Termale Bolognese è infine main sponsor del castrum legionario allestito in Piazza Maggiore, un vero accampamento militare, che darà la possibilità a tutti i curiosi di vedere come vivevano e si preparavano alla battaglia i soldati dell'antica Roma. MAYA BEAUTY ENGINEERING fatti l’Imperatore Augusto a promuovere la costruzione delle terme, da collocare in zona Saragozza, alla fine del I sec. a.C.; le stesse terme furono successivamente ristrutturate da Caligola o forse da Nerone. Le terme del Mare Termale Bolognese si propongono dunque in ideale continuità con quelle romane. Sono in programma una “conferenza a mollo” per parlare della cultura termali- Maya Beauty, leader in macchinari estetici e medicali, continua sulla strada della ricerca e dell'innovazione per offrire prodotti di qualità non solo al mondo degli istituti estetici ma anche agli ambulatori medici. Grande successo ha avuto la propulsione di ossigeno, l'unico trattamento all'ossigeno in grado di curare vari inestetismi della pelle anche di media gravità e il metodo So Up, radiofrequenza ed ultrasuoni insieme per rimodellare la silhouette. © RIPRODUZIONE RISERVATA ca sono un altro fiore all’occhiello di Luis.it: è stata infatti una delle prime agenzie in Italia a occuparsi di realtà aumentata (www.realta-aumentata.it). L’ultimo progetto curato è stato la video installazione per Pippilotti Rist, videoartist di fama mondiale (Moma di New York) in occasione della mostra “HappyTech, Macchine dal volto umano” che si è svolta a Bologna a marzo 2011 e alla Trien- 26 FARE nale di Milano. In occasione del lancio di The Creative Mosaic, L7 Creative e Luis.it hanno ripetuto insieme la loro mission: “Big ideas for a small world”. “Il marketing e la comunicazione dei brand - ha dichiarato Tom Gallego, CEO e direttore creativo di L7 Creative - devono confrontarsi con un’economia che sta sempre di più diventando globale. The Creative Mosaic vuole offrire ai propri clienti idee vincenti che possano affrontare adeguatamente le sfide imposte dalla globalizzazione”. A queste parole fa eco Maria Giovanna Zanolio, responsabile dei progetti internazionali di Luis.it: “The Creative Mosaic intende diventare un punto di riferimento per quei brand alla ricerca di una comunicazione globale sui nuovi media per dare la giusta spinta al loro Monete, lapidi, mosaici ricordano il rapporto della Bononia romana con la salute. Particolarmente curioso il mosaico con le istruzioni per lavare i calzari (in basso a destra) centri affacciati lungo la via Aemilia (187 a.C.), direttrice di traffici, merci e uomini, allora come ora. Archeopolis, la festa per Bononia coinvolgerà tutta la città con diverse DTS Roller by Maya Beauty Engineering sta degli antichi e soprattutto la realizzazione, all'interno dei prestigiosi spazi del Museo Civico Archeologi- L'azienda, che esporta in tutto il mondo e da tre anni ha allargato il mercato all'Italia, non si siede sugli allori e da poco è divenuta distributore esclusivo per l'Italia del DTS Roller per microneedling, una tecnica innovativa per stimolare a livello dermico la produzione di collagene FARE 27 ed elastina. I DTS Roller sono unici nel loro genere per conformazione e sono utilizzabili negli studi medici con la linea cosmeceutica Genosys, senza conservanti e con un contenuto pepditico antiossidante. Ma le novità non si fermano qui: Maya Beauty propone al mercato Venusian, macchinario per la carboxyterapia (stimolazione dell'epidermide tramite iniezione di CO2) particolarmente indicato per il trattamento delle smagliature. Anche questo macchinario è per studi medici. www.mayabeauty.com MEC MODULI ELETTRONICI E COMPONENTI Oltre 120 persone, esponenti di 58 aziende, tra cui tutti i principali produttori ed assemblatori italiani di prodotti elettronici, nonchè i rappresentanti di 3 aziende fornitrici dell’area Far East, hanno preso parte alla Open House con cui MEC – Moduli Elettronici e Componenti SpA ha aperto le porte a for nitor i e clienti. MEC SpA è leader in Italia nella di- Il Consiglio di amministrazione di MEC SpA. Da sinistra: Gianfranco Cobianchi, Federico C obianchi, Giancarlo Ariatti, C ristiano C obianchi stribuzione di componenti elettronici passivi e piezoelettrici per l’elet- 28 FARE tronica industriale, in particolare nei settori più tecnologici quali Automotive, Telecomunicazioni e Industriale. Nata nel 1979 a Bologna come produttore di quarzi, l’azienda sin dalla fine degli anni ’80 si è progressivamente trasformata dimostrando una specifica vocazione per la distribuzione e commercializzazione dei prodotti, provenienti dapprima dal Giappone e, dall’inizio del nuovo millennio, da Cina e Taiwan, a cui poi si sono aggiunti Corea e Malesia. Divenuta negli anni una realtà importante nel mercato della distribuzione di componenti elettronici, MEC ha ampliato il proprio raggio d’azione in Europa e poi anche negli altri continenti. Dal 2001 ha fondato in Germania la MEC GmbH, per seguire l’ambizioso progetto di espansione nel mercato tedesco. Inoltre, volendo garantire il medesimo servizio che viene offerto sul territorio Europeo, MEC affiancherà presto alla struttura logistica bolognese un HUB Point logistico in Far East. L’apertura di tale HUB è prevista entro la prima metà del 2012. Seguendo una decisa vocazione internazionale, oggi MEC, oltre al mercato italiano, commercializza prodotti in 8 Paesi Europei, 3 PanAmericani e 4 asiatici (tra cui la Cina). Il fatturato 2010 si è assestato a 18Milioni di €, con una percentuale di export attorno al 40%. Azienda a struttura tipicamente familiare, MEC è una società con un azionariato frazionato ma appartenente a 2 sole famiglie. Alla guida vi sono ancora 2 dei 4 soci fondatori originari: Gianfranco Cobianchi e Giancarlo Ariatti. Amministratore Delegato di MEC SpA è Gianfranco Cobianchi. Consiglieri d’amministrazione Cristiano e Federico Cobianchi. La società ha 46 dipendenti in Italia, che operano nello stabilimento di Bologna e nelle sedi di Arcore (Mi) e Ponte S. Nicolò (Pd). METIS AGENZIA PER IL LAVORO Metis sponsorizza l'arte e diventa partner del Padiglione della Repubblica Araba Siriana alla 54a Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia. L'agenzia prosegue dunque con Rosario Rasizza, Amministratore delegato di Metis la volontà di sostenere attività artistiche e culturali, scelta che da sempre contraddistingue la sua strategia di comunicazione. Il marchio Metis è stato così apposto sui cataloghi della Biennale del Padiglione arabo siriano, sui manifesti e striscioni affissi in tutta Venezia, sui totem posizionati nell’isola di San Servolo. Alla sua terza presenza “veneziana” alla 54 a Biennale, la Siria ha messo in mostra la contraddizione di un popolo e di una terra ricca di tradizione e complessità attraverso gli artisti che espongono tra cui Talal al-Abdalla, Sabhan Adam, Nemat Badawi, Nizar IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ 2010 DI IGD Una valutazione aziendale in cui la lettura della dimensione economica si intreccia con quella sociale ed ambientale, per dare vita alla definizione di obiettivi integrati rivolti ad un nuovo apClaudio Albertini, amministratore delegato, e Gilbero proccio al mercato. Coffari, presidente di IGD E’ quanto fa il Bilancio di Sostenibilità 2010 pubblicato da IGD, la società quotata in Borsa dal 2005 che opera nel settore immobiliare della grande distribuzione, con un patrimonio di oltre 1,8 miliardi di euro ed una posiz ione preminente nel mercato italiano. Fortemente radicata nel terreno della cooperazione, IGD ha sentito il dovere di interpretare responsabilm ente il proprio ruolo. Per questo il gruppo si è dato la missione di creare valore per tutti i suoi stakeholder; il percorso che lo rende possi bile è quello di una crescita sostenibile in un mercato complesso, avendo per riferimento valori quali onestà, trasparenza, lungimiranza, affidabilità, valorizzazione, responsabilità. “Ogni giorno ci confrontiamo con la complessità – spiega l’amministratore delegato C laudio Albertini - Operiamo in contesti diversi (11 regioni sul suolo nazionale e 13 città della Romania) e ci rapportiamo quotidianamente con una pluralità di interlocutori, tra i quali ad esempio circa 1.150 operatori che affittano spazi nei nostri centri commerciali”. Di fronte ai profondi cambiamenti ai quali, complice la grande crisi, si sta assistendo in tutti gli ambiti, IGD ha sentito l’esigenza di dare un metodo, un metro e precisi obiettivi ai propri sforzi: il primo Bilancio di Sostenibilità ne è il risultato. Il centro commerciale Katanè di IGD a Per prima cosa IGD ha mappato i propri stakeholder per capire verso chi sia responsabile e Catania per che cosa, individuando sei aree distinte di portatori d’interessi: il personale, gli operatori controparte nel business, i fornitori, i visitatori dei centri commerciali e le comunità locali, la comunità finanziaria (inclusi i media specializzati), l’ambiente. Per ogni area sono state definite delle linee guida e degli i ndicatori di performance che consentono di misurare gli impatti significativi dell’attività di IGD e, a partire dal bilancio di sostenibilità dell ’anno prossimo, anche l’evoluzione della performance, quando cioè sarà possibile una analisi comparativa rispetto agli obiettivi di miglioramento. “Possiamo dire che i traguardi che ci siamo dati per il futuro rappresentano una grande sfida – commenta il Presidente IGD, Gil berto Coffari – Anche se siamo solo all’inizio di un cammino di sostenibilità imboccato con questo primo Bilancio, contiamo di fare leva sul fa tto che con i nostri stakeholder non abbiamo soltanto impostato rapporti chiari e corretti: ci siamo sempre messi in ascolto e li abbiamo spess o coinvolti nelle nostre scelte”. Il rispetto del territorio, ad esempio, si esprime anche nell’attenzione costante di IGD all’impatto che un centro commerciale produce sull’ambiente, sui flussi di traffico e sulla vita locale, fatto che comporta mantenere vivo il dialogo con le autorità e le comunità locali, le associazioni dei consumatori e dei commercianti. A tale proposito si pensi cosa significa in termini di occupazione l’apertura di un nuovo c entro commerciale: un impatto positivo misurabile in 300 –500 posti di lavoro in più. Altro esempio: nel 2010 è stato lanciato un nuovo piano di marketing del Gruppo, che va sotto il nome di “IGD, spazi da vivere” e che coniuga una serie di iniziative di impronta commerciale con altre di carattere socio culturale, con l’intento di declinare una identità comune secondo le peculiarità del contesto locale. Per quanto riguarda l’aspetto più propriamente economico, IGD ha oltrepassato la più grande cr isi economicofinanziaria degli ultimi decenni chiudendo il 2010 con risultati record in termini di ricavi, margini operativi ed utile. Anal ogamente il piano investimenti non si è mai fermato, prova ne è che negli ultimi due anni il portafoglio si è ampliato di ben sei nuovi centri commer ciali. E il gruppo, come indicato nel piano strategico 2009-2013 è ancora impegnato a crescere, non solo in termini di patrimonio immobiliare , ma anche di maggiore profittabilità, con un rendimento del portafoglio atteso a fine piano tra il 6,4% e il 6,5%. Ma investire responsabilmente significa anche saper inquadrare gli obiettivi di crescita in un percorso di sostenibilità. E’ qu anto ha fatto nel 2010 IGD quando, a fronte del perdurare della debolezza dei consumi delle famiglie, ha definito una politica di sconti temporan ei per sostenere operatori validi ma in momentanea difficoltà, accompagnandola ad un attento controllo dei costi di gestione del centro commerci ale. Anche questa è responsabilità sociale d’impresa. (c.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 29 IMA E SACMI DANNO VITA AL PRIMO POLO ITALIANO PER IL PACKAGING DEL CIOCCOLATO E’ nato il primo polo italiano per il packaging del cioccolato. I due colossi dell’industria emiliano-romagnola, IMA e SAC MI, hanno dato vita alla newco Carle&Montanari Holding. Non si tratta solo di una semplice operazione di fusione: IMA e SAC MI hanno infatti scelto di mantenere le loro attuali sedi produttive (OPM ad Alba e C arle&Montanari a Milano) e di creare un’altra struttura produttiva nell’hinterland bolognese dove avrà sede la divisione Wrapping Systems. C arle&Montanari vanta oltre un secolo di storia alle spalle, e un brand sinonimo in tutto il mondo di macchine e impianti per la lavorazione del cioccolato che vede ora nuove prosp ettive di rafforzamento e crescita. Carle&Montanari Holding è il primo polo produttivo italiano in grado di fornire soluzioni complete e chiavi in mano per la lavorazione e il packaging del cioccolato, che riunisce il meglio delle rispettive eccellenze produttive, con un obiettivo stim ato di 100 milioni di euro di fatturato nel 2011 ed un utile operativo pari al 5% circa prima delle sinergie ottenibili dall’integrazione dei busines s. Si tratta del primo passo di una partnership industriale che rappresenta un salto di qualità per l’intera industria manifatturiera regionale e, nel medio periodo, potrebbe essere estesa anche a nuovi rami di business. Fare massa critica in termini di fatturato, innovare prodotti e processi grazie alle sinergie nelle risorse umane: ecco gli obiettivi principali della joint-venture IMA-SACMI. “L’importante alleanza ha una forte valenza strategica - ha commentato Alberto Vacchi, Presidente e Amministratore Delegato di IMA - ci permette di rafforzare la nostra presenza nel settore del cioccolato, che presenta tassi di sviluppo superiori al mercato, e confe rma la nostra volontà di continuare a crescere nel packaging alimentare di nicchia. Siamo molto lieti di poter collaborare con il Gruppo SACMI - prosegue Vacchi - una realtà internazionale che, come il Gruppo IMA, è fortemente radicata nel territorio con grande attenzione all’inno vazione, e con cui auspichiamo future alleanze industriali.” Il Gruppo IMA ha chiuso il 2010 con ricavi netti pari a 503,3 milioni di euro e una quota export del 91%, con ottimi risultati in Cina e India. Le previsioni del Gruppo IMA per l’esercizio 2011, comprendendo il neo acquisito Gruppo Sympak Corazza, fissano ricavi per circa 640 milioni di euro e un margine operativo lordo di circa 92 milioni di euro. “L’ottimo andamento del portafoglio ordini del Gruppo, e il trend positivo dei primi mesi, ci consente di guardare con fiducia al 2011” ha dichiarato Vacchi. “Uno dei nostri obiettivi è il consolidamento del business del packaging alimentare di nicchia, a seguito delle ul time acquisizioni e dell’alleanza IMA-SAC MI nel settore del cioccolato. C rediamo nelle potenzialità di crescita di questo business che potrà integr arsi e dare maggior respiro alla leadership già da tempo conquistata da IMA nei settori del confezionamento di tè e caffè”. Il Gruppo IMA ha intanto partecipato all’edizione 2011 di Interpack con un ricchissimo ventaglio di nuove macchine e linee complete per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, di tè, caffè e prodotti alimentari. La fiera internazionale è stata anche l’occasione per celebrare 50 anni di crescita ininterrotta e per presentare il nuovo assetto organizzativo del Gruppo: IMA Industries e IMA Pharma. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sabour, Rima Salamoun, Bernard Aubertin. La mostra, intitolata “Evoluzione” è a cura di Fabio Anselmi e Sandro Orlandi e sarà aperta fino al 30 FARE 27 novembre. “Il ruolo sociale delle Agenzie per il Lavoro - afferma Rosario Rasizza, Amministratore delegato di Metis SpA – si concretizza anche con la promozione e il sostegno di attività culturali e artistiche. Attraverso questa partnership – continua Rasizza – vogliamo ribadire la nostra vicinanza al mondo dell'arte e della creatività”. Numerose infatti sono state negli anni le iniziative e le sponsorizzazioni di eventi culturali fra i più prestigiosi nel panorama nazionale ed internazionale: dall’antepri- ma assoluta di mostre dedicate agli Impressionisti, alla 50esima Esposizione d’Arte di Venezia, fino alle importanti rassegne d’arte di quest’anno ospitate da Palazzo Ducale a Genova e da Castel Sismondo a Rimini. MICRO-VETT Grande riconoscimento per MicroVett che ha vinto il premio Best Practices 2010 di Frost & Sullivan per “European Electric Vehicles Product Line Strategy Award”. I premi C’È L’ECOLOGIA NEI BUSINESS PROJECT DEGLI STUDENTI A “FARE IMPRESA A SCUOLA” DI PROGRAMMA QUADRIFOGLIO Sono quasi tutti ispirati all’ecologia i progetti 2011 presentati quest’anno alla Giornata dei Saperi Tecnici, giunta alla V edizione. L’evento mira a dare visibilità ai progetti realizzati dalle scuole tecniche, all’interno dell’iniziativa “Fare impresa a scuola 2010-2011" di Programma Quadrifoglio. Grazie alla Fondazione Aldini Valeriani con il sostegno di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, circa 160 ragazzi hanno potuto presentare il frutto del loro lavoro a rappresentanti del mondo delle istituzioni pubbliche e private e dell’industria fra cui Patrizio Bianchi, Assessore scuola, formazione professionale, università e lavoro della Regione Emilia Romagna; Alberto Vacchi, Presidente e Amministratore delegato di IMA SpA; Marco C ammelli, Presidente Il Translating Robot System dell’IIS Ettore Majorana della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e C ristina Querzé, Academy Programme Manager di Emerson Network Power Chloride SpA. Progetto di sviluppo di competenze imprenditoriali, “Fare Impresa a scuola” propone la traduzione di un’idea imprenditoriale in un business project, il cui risultato finale è la realizzazione di un prototipo e la sua industrializzazione. La Giornata dei Saperi T ecnici è l’occasione annuale per consegnare una targa di riconoscimento ai progetti conclusi e per introdurre i nuovi progetti dell’anno in corso. I progetti completati nel 2010 sono l’Eco Go-Kart realizzato dall’IIS Francesco Alberghetti, l’Auto Balancing Vehicle dell’IIS Aldini Valeriani -Sirani, un dispositivo di Protezione del lavoro mediante Sistemi ottici a cura dell’Istituto Salesiano Beata V ergine di San Luca, il P-Stop ideato dall’ITIS Odone Belluzzi e il Translating Robot System progettato dall’IIS Ettore Majorana. Gli studenti coinvolti nell’edizione 2011 stanno invece lavorando su Eco Scooter (IIS Francesco Alberghetti), Compattatore Ecologico (IIS Aldini V aleriani E -Sirani), Lampada d’emergenza Plurifunzionale (Istituto Salesiano Beata V ergine Di San Luca), Segnalatore di Sovraccarico elettrico (ITIS Odone Belluzzi) e un Coversion kit for Electric scooter (IIS Ettore Majorana). L’Eco Go-Kart dell’IIS Francesco Alberghetti L’Auto Balancing Vehicle dell’IIS Aldini Valeriani-Sirani © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 31 “Best Practices” di Frost & Sullivan vengono conferiti ad aziende impegnate sui mercati mondiali che abbiano dimostrato il conseguimento di risultati eccezionali in materie imprenditoriali come la leadership, l'innovazione tecnologica, il servizio offerto ai clienti e lo sviluppo strategico di nuovi prodotti. Il premio La Cinquecento Elettrica Micro-Vett che ha girato l'Italia con il progetto C orrente in Movimento viene così assegnato alle aziende che incoraggiano una crescita significativa nel loro settore e identificano trend emergenti anticipando quelli che diventeranno gli standard di mercato, attraverso la creazione di tecnologie avanzate che imprimono un’accelerazione verso il futuro. Questo importante risultato dimostra ancora una volta la capacità dell’azienda imolese di eccellere nel proprio settore attraverso la proposta di una nuova gamma di prodotti e tecnologie innovative e grazie anche all’intuizione di quelle che sono le aspettative del mercato. Intanto a Dublino ha preso l’avvio un importante progetto pilota con tre veicoli Micro-Vett organizzato da Eircom, Topaz e The Ecology Foundation per testare la viabilità dei veicoli elettrici all’interno delle flotte commerciali. Questo potrebbe aprire la strada alla diffusione della mobilità a emissioni zero in Irlanda. Ad Am- 32 FARE sterdam invece sono già stati consegnati ufficialmente dal distributore Truckland Zero alla Taxi Amsterdam (TCA) sei Doblò elettrici MicroVett che saranno utilizzati come taxi all’interno della città. I taxi potranno essere ricaricati presso stazioni di ricarica apposite per i taxi oltre ai punti di ricarica rapida posizionati in tutta la città. In Italia si è invece concluso il progetto di Corrente in Movimento. La carovana a zero emissioni di CO2, ha girato l'Italia alla scoperta delle eccellenze nel campo delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile con una Cinquecento Elettrica Micro-Vett e due scooter elettrici. Punto di incontro da Nord a Sud fra le comunità locali, il mondo della ricerca e quello della produzione, il tour è stato anche un’occasione per promuovere le piccole e medie imprese, le pubbliche amministrazioni, le università ed i centri di ricerca che da anni contribuiscono a rendere il nostro paese più sostenibile. E’ un ruolo da protagonista anche quello di Micro-Vett a MotechEco 2011, il Salone della mobilità sostenibile. L’azienda leader per la progettazione e la costruzione di veicoli a trazione elettrica, ha partecipato alla manifestazione che si conferma il punto d’incontro e di confronto tra ricercatori, tecnici, produttori, governi, enti, associazioni e amministrazioni locali. Micro-Vett è in grado di affrontare con successo le rapide evoluzioni tecnologiche che il settore della green economy sta sperimentando grazie all’expertise maturata e ai costanti investimenti in ricerca e sviluppo: Nel 2011, ha ottenuto la certificazione al protocollo CHAdeMO sul sistema di ricarica dei veicoli Fiorino electric, Nuovo Doblò electric e Ducato electric. CHAdeMO è una coalizione di 158 partner che includono costruttori come Nissan, Toyota, Mitsubishi, Subaru e il Gruppo Psa, la Tokyo Electric Power, e il colosso tedesco Robert Bosch, con l’obiettivo di definire nei dettagli un sistema di ricarica per i veicoli elettrici che possa essere adottato globalmente e non solo in Giappone e che possa portare ad uniformare il voltaggio, le prese e altri aspetti tecnici, avendo come punto di riferimento i tempi di ricarica, che devono essere i più brevi possibile. dizione di Arturo Toscanini che li tenne a battesimo, dedicano alla musica italiana ampi progetti monogra- data allo RTE’ Vanbrugh Quartet (compagine ufficiale della radiotelevisione irlandese) ed al Pavel Haas. Yuri Bashmet e i Solisti di Mosca MUSICA INSIEME Un quarto di secolo, prendete nota. Se si volge lo sguardo all’indietro, fino a quel 27 novembre del 1987 quando tutto è cominciato nella Sala Bossi del Conservatorio bolognese, prende una specie di vertigine. Fin dai primi passi, Musica Insieme si è mossa con coerente progettualità, raccogliendo intorno a sé l’adesione dei migliori interpreti, alcuni dei quali peraltro – e pensiamo a Pollini, Accardo, Brendel, Yo-Yo Ma, Barenboim – sono divenuti veri e propri compagni di strada, condividendo quel sistematico processo di maturazione che ha condotto con successo fino al traguardo del quarto di secolo. La Stagione che sancisce il 25° anniversario di Musica Insieme riconferma i princìpi guida di sempre. Vi saranno infatti alcuni fra i principali interpreti oggi in attività, come il pianista russo-israeliano Yefim Bronfman, il solista più richiesto nel mondo della classica Lang-Lang, o I Musici, che da sessant’anni, con la bene- fici, e nel loro concerto per Musica Insieme recano un significativo omaggio a quel Marco Enrico Bossi Attesa anche per le personalissime e geniali interpretazioni di Stefano Bollani, jazzista e improvvisatore, ma Joshua Bell Stefano Bollani di cui ricorre il 150° anniversario della nascita. E poi vere e proprie star dell’archetto, quali Viktoria Mullova, Joshua Bell e Yuri Bashmet, che offriranno le loro particolari prospettive sul sonatismo beethoveniano, sul repertorio romantico e sulla tradizione russa. Altro principio guida, l’apertura ai percorsi più ampi e variegati, quelli che dal barocco arrivano alla musica dei nostri giorni, con un’antologia quartettistica affi- anche artista che ha saputo portare la classica in classifica, con la sua popolare incisione dedicata a Gershwin insieme al Gewandhaus di Lipsia. E con Bollani emerge un ulteriore criterio dei cartelloni Musica Insieme: l’attenzione per le musiche del Novecento e di oggi, come pure per gli interpreti italiani. Vi sarà infatti anche Alessio Allegrini, già primo corno della Scala e dei Berliner come della Mozart di Abbado, e con en- semble quali il Tetraktis Percussioni, il Trio Modigliani ed i Solisti della Giovine Orchestra Genovese. Ed infine una serie nella serie, tre atti dedicati al duo violoncello-pianoforte nelle sue principali declinazioni: innanzitutto Truls Mork, poi l’ormai celeberrima solista coreana Han-Na Chang e un debutto come quello di Alisa Weilerstein, già protagonista del concerto celebrativo per il primo anno della presidenza Obama. Un debutto che riconferma altresì l’attenzione di Musica Insieme per i talenti più interessanti affacciatisi in questi anni alla ribalta internazionale, di cui fanno parte anche il prodigioso trombettista Sergej Nakariakov, e la voce di Olga Peretyatko, acclamata interprete della lirica qui in un’inedita quanto interessante veste cameristica. Per la prima volta, Yefim Bronfman inoltre, ciascun concerto dell’edizione 2011/2012 verrà introdotto da un breve invito all’ascolto affidato a musicologi e compositori, che in maniera semplice e accattivante guideranno gli spettatori, dando loro modo di abbandonarsi poi alle note FARE 33 Han-Na Chang Pavel Haas Quartet RTE’ Vanbrugh Quartet Viktoria Mullova Lang Lang con qualche “coordinata musicale” in più. NUPIGECO Alisa Weilerstein 34 FARE Nuovo mercato da 200 milioni per Nupigeco, lo specialista delle tubazioni per acqua, gas e petrolio del Gruppo Nupi. Con una prima commessa in Alto Adige l’azienda entra nel settore dei rifacimenti delle condotte idroelettriche, con l’obiettivo di recuperare 1340 metri di tubazioni impiantate nel 1976 dell’Officina Elettrica S. Vigilio di Marebbe (Bz), società che dal 1923 produce e distribuisce energia nel cuore delle Dolomiti. Impresa non facile, dovendo garantire l’erogazione dei servizi a 1226 clienti allacciati alla rete. L’incarico, del valore di 2 milioni di euro, è stato affidato da “Officina Elettrica” a Rotech srl, filiale italiana della tedesca Diringer & Scheidel Rohrsanierung, specializzata in risanamento e rinnovamento di tubazioni con sistemi no-dig, cioè “senza scavo”. Rotech a sua volta ha organizzato un team di eccellenze, di cui f anno par te Torggler Commerz, leader nella commercializzazione di prodotti per l’idrotermosanitaria, l’edilizia, le infrastrutture e l’acquedottistica; LyondellBasell, azienda chimica ai vertici mondiali nella produzione di polipropilene, polietilene e materiali polimerici; e Nupigeco, unica realtà europea del settore in grado di costruire condotte delle dimensioni e della qualità necessarie. Spiega Leandro De Panicis, direttore commerciale di Nupigeco: “Le tecnologie no-dig sono soluzioni tecnicamente avanzate che permettono di limitare la manomissione delle strade, e la movimentazione dei terreni, nella realizzazione e manutenzione di infrastrutture sotterranee. Con l’impiego di questi sistemi non invasivi si incrementa il livello di sicurezza di cantiere, e si riducono gli impatti ambientali e i costi – anche sociali – che i lavori con scavi a cielo aperto comportano. Inoltre il committente si vede realizzare l’opera a costi e tempi dimezzati”. Presso gli stabilimenti di Castel Guelfo Nupigeco ha realizzato le 70 barre di tubo commissionate, con i relativi raccordi, del diametro nominale di 950 millimetri: si tratta della prima produzione in tutta Europa di tubo in PEHD (polietilene ad alta densità) di queste dimensioni. Per fornire i 1340 metri richiesti entro i tempi stabiliti, le macchine hanno lavorato 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Grazie anche a questa ambiziosa commessa, è facile prevedere un fu- Il cantiere Nupigeco a San V igilio di Marebbe (Bolzano) turo di successi per il team Nupigeco-Rotech-Torggler CommerzLyondellBasell – soprattutto in Italia, dove le perdite di acqua dovute a infrastrutture obsolete sono mediamente del 40%, con punte dell’80%, il che si traduce in una rimessa economica da 5 miliardi di euro l’anno. Secondo l’ultimo rapporto stilato dal Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, presentato lo scorso gennaio in Parlamento, l'investimento necessario per l'ammodernamento di reti e impianti ammonta a 38.250 miliardi di euro. “Una cifra che con i nostri sistemi – puntualizza De Panicis – potrebbe essere si- gnificativamente ridotta”. Secondo il direttore commerciale, con questo primo incarico Nupigeco ha fatto il suo ingresso in un mercato che, solo per l’idroelettrico, vale attualmente 200 milioni di euro. Il Gruppo Nupi, dopo aver chiuso il 2010 a quota 65 milioni di euro (+5%), ha realizzato nel primo trimestre 2011 un +10%: un trend che, secondo i vertici aziendali, verrà confermato anche nella restante parte dell’anno. Per quanto riguarda l’Ebitda, nel 2010 è stato del 6,7%, La realizzazione negli stabilimenti Nupigeco di C astel Guelfo delle 70 barre da 950 mm. di diametro, prima produzione in Europa di tubo in PEHD (polietilene ad alta densità) con queste dimensioni ma si prevede che raggiunga l’8% nel 2011. Particolarmente positivo l’andamento negli Usa, dove le previsioni parlano di un fatturato da 15 milioni di dollar i entro il 2013: il Gruppo sta infatti imponendo le sue tubazioni per il trasporto del greggio in polietilene multistrato, molto più sicure di quelle tradizionalmente impiegate. PRAGMATIKA Nuovi partner, ma anche piacevoli conferme per Pragmatika, l’agenzia bolognese di comunicazione integrata. Bompani, gruppo industriale emiliano specializzato nella produzione di elettrodomestici Made in Enrico Vento, direttore generale di Bompani Italy, la ha infatti scelta come nuova partner per tutte le attività di Comunicazione e Media Relations. L’obiettivo è quello di riposizionare il brand nel competitivo mercato italiano, grazie anche alla gestione delle relazioni con i media e le attività di consulenza marketing. Le attività sviluppate da Pragmatika saranno destinate ad accrescere la brand awareness, la visibilità dei prodotti e a consolidare il ruolo della società all’interno del mercato nazionale come sinonimo di design, efficienza e qualità. L’esperienza pluridecennale di Bompani coniuga innovazione e tradizione nell’ambiente casalingo, ponendo grande attenzione ai dettagli: la cura dei particolari risiede infatti nelle linee, nelle forme pulite ed essenziali pensate per conciliare il Made in Italy con l’elevata tecnologia degli arredi e l’ottimizzazione degli spazi. “Quello dell’arredo in cucina è un mondo pieno di stimoli e qualità, soprattutto in Italia” ha dichiarato Rossella Lucangelo, CEO di Pragmatika. “Siamo felici di iniziare questa nuova avventura con Bompani, una solida società che punta all’in- FARE 35 novazione sin dalla sua nascita. Comunicare questo brand sarà una nuova sfida, ma anche una grande passione che porterà importanti soddisfazioni”. “Crediamo che la comunicazione sia fondamentale per chi, come noi, cerca di evocare forti emozioni, puntando sia al design sia al contatto fisico del prodotto” ha commen- tato Enrico Vento, Direttore generale di Bompani. “Per questo siamo convinti che il supporto strategico di Pragmatika possa sposare appieno la nostra filosofia aziendale, allacciando relazioni importanti sia con i media sia con i nostri clienti, presenti e futuri”. Una rinnovata collaborazione è invece quella con Emerson Network Power, divisione di Emerson (NYSE: EMR), leader globale nella Business-Critical Continuity™. L’azienda ha infatti confermato Pragmatika come partner per l’Italia nelle attività di media relations dell’azienda e dei suoi brand Liebert, Avocent, Knurr, Energy Systems e Chloride. L’accordo è stato rinnovato dopo un periodo di sette anni nel corso del quale Pragmatika ha gestito le relazioni pubbliche europee per il brand Liebert di Emerson Network Power. Pragmatika avrà il compito di declinare sul territorio italiano le nuove strategie di relazioni pubbliche attraverso le attività di media relations con l’obiettivo di consolidare la leadership del brand Emerson Network Power. SOSUSHI AUMENTANO NEL 2011 I LAVORATORI INSERITI DA UMANA NELLE AZIENDE BOLOGNESI L’Agenzia per il Lavoro Umana registra un trend positivo nella provincia di Bologna: il primo quadrimestre del 2011, infatti, ha visto un aumento dei lavoratori inseriti nelle aziende bolognesi pari al 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Segnali positivi dopo il difficile momento di crisi, che testimoniano una ripresa della produzione e, di conseguenza, dell’occupazione. Ma la ripresa non sarà una “retromarcia”, un ritorno al passato pre-crisi: è il momento di comprendere gli scenari attuali ed elaborare nuove strategie economiche, imparando ad utilizzare gli strumenti oggi a disposizione. “Il contesto socioeconomico in cui ci troviamo richiede una forte ottimizzazione dei processi: le aziende devono poter cogliere tutte le opportunità con sicurezza e senza esitazioni” spiega Maria Raffaella Caprioglio, vice presidente di Umana “Anche la gestione delle Risorse Umane deve seguire questo principio: affidarsi ad un partner professionale, come Umana, si sta riveMaria Raffaella Caprioglio, vice presidente di Umana lando una scelta strategica per le imprese, che possono così dedicarsi al proprio core business. L’utilizzo del lavoro in somministrazione, inoltre, è una soluzione all’esigenza di flessibilità, oggi indispensabile per competere nel mercato: la visibilità si è ridotta, lo scenario è soggetto a variazioni ed è neces sario, tra le opzioni contrattuali a disposizione, utilizzare quella più opportuna”. La crescita di Umana nel bolognese si colloca in un trend di sviluppo che ha interessato l’azienda veneziana per tutto il 2010: il fatturato dell’anno passato, infatti, si è attestato sui 236 milioni di euro, con un aumento pari al 37% rispetto all’anno precedente. Archi viata l’esperienza della solidarietà senza dover rinunciare a nessuno dei suoi oltre 500 dipendenti e delle sue 113 filiali, Umana continua ad off rire soluzioni personalizzate alle imprese, con un attenzione particolare all’aspetto “umano” della selezione. Umana, che si è sempre proposta ai suoi clienti come partner e non come semplice intermediario, ha appena pubblicato “ La cassetta degli attrezzi ”, un vademecum per aiutare aziende ed imprenditori ad orientarsi tra le diverse possibilità offerte oggi dalla normativa sull’occupazione. Le forme della flessibilit à a disposizione, infatti, sono concepite per essere impiegate in determinati contesti e situazioni: attraverso “ La cassetta degli attrezzi”, è possibile trovare le caratteristiche di ogni strumento in una forma chiara e sintetica, per orientarsi rapidamente verso quello più idoneo. “Con ‘La cassetta degli attrezzi ’ Umana ha voluto fornire un valido supporto alle imprese, in un momento in cui è fondamentale compiere rapidamente le scelte più strategiche: il libretto, aggiornato con le ultime novità del Collegato Lavoro, sarà presto distribuito p resso le aziende del territorio” commenta la dottoressa Caprioglio “T ra i nuovi ‘attrezzi’ presenti nella ‘Cassetta’ è da evidenziare lo Staff Leasi ng, la somministrazione a tempo indeterminato: già adottato da molti nostri clienti, esso permette di internalizzare senza limiti di tempo attività che necessitano di controllo organizzativo e direttivo da parte delle aziende, con un maggior controllo dei costi e nel pieno rispetto della legalità”. © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 FARE E’ partito Sosushitrain, colorando di magenta la stazione di Torino Porta Nuova. Un salotto allestito nella hall principale della stazione, nuvole di Sosushitrain, il nuovo punto Sosushi nella stazione di Torino Porta Nuova palloncini magenta a colorarla e uno showcooking tanto originale da cogliere di sorpresa e bloccare anche i più frettolosi viaggiatori per l’inaugurazione del nuovo punto Sosushi. Star della serata di apertura, assieme all’eccellente sushi, Igles Corelli: uno dei più abili chef giapponesi della catena, in una performance culinaria che ha fatto incontrare Italia e Giappone, congiunzione sempre obiettivo del brand. Con questo nuovo punto vendita, il primo con il kaiten, Sosushi ha esordito con le sue nuovissime sperimentazioni con pietanze di local sushi, partendo proprio dai piatti del Piemonte. Si tratta di una esperienza di fusion food che coniuga la cultura del sushi e gli ingredienti che conferiscono alla cucina italiana il suo primato di gusto ed eccellenza. Alla conferenza stampa diverse voci a testimoniare l'importanza di questa apertura per Sosushi: Giacomo Tillino, Amministratore delegato di Albergian e co-founder di Sosushi Train Torino Porta Nuova; Hajime Morimoto, Founder di Ital P.O. imprenditore giapponese, leader nella produzione di eccellente riso per sushi di origine italiana; Sara Roversi, Founder di Sosushi Italia srl; a moderare Andrea Aiello giornalista e direttore della testata Retail & Food. Sosushi ha da poco aperto le sue porte anche a Piacenza, presentando una mostra che ha nel potere dell'immagine, nell'originalità del sushi e nell'ironia di chi l'ha ideata la sua forza: è One Shot One Sushi di Simone Saccomanno e Silvia Allegri. 75 scatti ritraggono 75 volti diversi colti in una imperturbata quotidianità, “persone che si incontrano quotidianamente per strada, persone reali e trasparenti... Chi stava correndo al lavoro, chi andava a prendere il treno, chi camminava affaticato con le borse della spesa, chi passeggiava rilassato con la musica nelle orecchie...”. Fermati per strada e colti di sorpresa è stato chiesto loro di assaggiare il sushi, per poi poter catturare le loro espressioni attraverso uno scatto. GRAHAM PACKAGING COMPANY ITALIA Forse non fa scalpore la notizia che una multinazionale americana acquisisca un’azienda in crisi, ma di certo non passa inosservato che un’azienda delle dimensioni di Graham Packa- ging Company Inc. abbia creduto in Techne, tenendola radicata al territorio e al tessuto sociale che l’ha accompagnata per oltre 25 anni. Techne, conosciuta a livello mondiale nel settore macchine automatiche, ha una clientela di oltre 200 aziende in 70 paesi con più di 1000 macchine installate. Gli impianti producono bottiglie per applicazioni nei settori lattiero, industriale, della cura della persona, farmaceutico, alimentare e L’interno e l’esterno dello stabilimento T echne di Castel Guelfo delle bevande in genere. Graham Packaging Company Inc. (NYSE:GRM), tramite la sua controllata Graham Packaging Company Italia, ha acquisito le attività di Techne - Technipack Engineering Italia, per un corrispettivo totale di € 8,8 milioni. Con questa operazione Graham ha acquisito le proprietà intellettuali, l'inventario, i beni patrimoniali, i rapporti con i clienti e gli accordi commerciali, e intende continuare a operare nel sito produttivo Techne a Castel Guelfo di Bologna. Graham Packaging, con sede a York, FARE 37 PIÙ ATTENZIONE E SOSTEGNO ALLE MICROIMPRESE Antonio Benincasa, Presidente di Assotech srl e per lungo tempo consigliere di Unindustria Bologna, ha inviato a FARE una serie di riflessioni estremamente interessanti - che pubblichiamo in questa pagina - sulla congiuntura economica attuale e sulle esigenze ed i problemi soprattutto delle imprese di minori dimensioni. “Queste considerazioni sono rimaste nel cassetto per un po’ di tempo prima che mi decidessi di inoltrarle alla stampa e fanno s alcune comunicazioni inviate alla segreteria della Presidenza del Consiglio ed a quella di Unindustria Bologna di cui faccio parte. E’ da un vita che si parla delle piccole imprese di cui, a mio avviso, fanno parte anche quelle con fatturato inferiore a 5 milioni di euro. Esse rappresentano il fulcro del sostentamento della nostra amata Italia, ma purtroppo credo siano state dimenticate dal ‘Private Equity’. Per cercare di superare la crisi globale, ben lungi dal terminare, ritengo fondamentale darsi una ‘regolamentazione a 360°’ da unire con l’abbassamento della pressione fiscale. Ovviamente fondamentale deve essere l’impegno per innovazione, ricerca, sviluppo, internazionalizzazione e passaggio generazionale. Alle aziende con meno di 20 collaboratori, che rappresentano quasi il 45% del Pil ed il 60% dell’occupazione, manca in questo momento un forte timone per affrontare la competizione globale essendo peraltro appesantite dalla enorme pressione fiscale. E’ a rischio il loro futuro anche se dal punto di vista finanziario il ministro T remonti, la presidente Marcegaglia e varie associazioni hanno realizzato due iniziative legate al credito. Sono tuttavia boccate di ossigeno che incidono solo parzialmente a fare battere il cuore delle nostre aziende. L’onerosità del sistema fiscale purtroppo non è mai stata al centro di alcuna delle forze politiche che, dalla fine della guerra, ci hanno governato. Paradossalmente risulta che servano 9 mesi di attività aziendale per coprire costi e fiscalità. Ne restano quindi solo tre (agosto e dicembre compresi) per realizzare eventuali utili. Serve sì puntare sulla qualità, sulle infrastrutture, sulla conoscenza dei mercati oppure i settori più vivaci, ma il rischio è che burocrazia Antonio Benincasa, presidente di Assotech eguito ad e fiscalità annullino ogni sforzo. Fondamentale sarà investire sulle risorse umane, utilizzare i contratti di solidarietà in accordo con le rappresentanze sindaca li il cui ruolo non deve andare perduto. Altrettanto importante l’attività statale per la riduzione delle spese inutili e la lotta all’evasione fiscale che individui e colpisca ‘furbetti e speculatori’ creando così i presupposti di una nuova rinascita del nostro Paese. Nonostante la ripresa sia lenta, se si sapranno estendere regole a livello nazionale ed internazionale improntate ad un’etica c he parta dalla formazione dei ragazzi e dei giovani si potranno creare le condizioni per un futuro migliore ed improntato alla speranza specia lmente per le nuove generazioni”. Antonio Benincasa © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 FARE Pennsylvania, è leader mondiale nella progettazione, produzione e vendita di contenitori ad alta tecnologia in plastica personalizzati per l'industria alimentare e delle bevande di marca, per il settore dei prodotti detergenti, dell’igiene personale e dei lubrificanti. Graham Packaging ha una vasta base di clienti “blue-chip” che include molte delle più grandi società mondiali di prodotti di largo consumo e produce oltre 20 miliardi di contenitori all’anno nei 97 impianti situati in Nord America, Europa, Sud America e Cina. “Le attività di Techne consentono di espandere in maniera significativa la nostra proprietà tecnologica nel settore macchinari così da mantenere la posizione leader nell'innovazione e nell'efficienza nel controllo della gestione dei costi nei confronti dei nostri clienti” ha dichiarato Mark Burgess, CEO di Graham. “La base di oltre 1000 macchine installate nel mondo ci offre un’ulteriore opportunità per espandere la nostra attività sui mercati internazionali e altri settori contigui”. progettazione installazione e manutenzione di sistemi di security è diventata nel corso del 2011 sostenitrice della Fondazione Enzo Hruby. In questi cinque anni di attività la Fondazione ha realizzato importanti progetti di protezione tramite l’installazione di sistemi di videosorve- C arlo Hruby, vice presidente della Fondazione Enzo Hruby, con Stefano Martignago, consigliere di Teleimpianti, e Giulia Barcelloni Corte, presidente della società Ogni anno la Fondazione Enzo Hruby attribuisce il “Premio H d’Oro” alle aziende di installazione che si sono distinte per le migliori realizzazioni di sicurezza. Nel 2010 Teleimpianti SpA ha partecipato e vinto la menzione speciale “Miglior realizzazione nella Pubblica Amministrazione” con un progetto molto interessante che riguarda la riprogettazione e riqualificazione delle molteplici implementazioni di security dell’Aeroporto G.Marconi di Bologna. Un progetto caratterizzato da 160 punti di ripresa con una moderna control room, un coordinamento operativo di scalo (Cos) e un centro tecnico di manutenzione che rappresentano i punti nevralgici di una rete intelligente e integrata di videosorveglianza realizzata da Teleimpianti. VIVARA VIAGGI TELEIMPIANTI Ancora Giulia Barcelloni C orte, presidente di Teleimpianti, e Stefano Martignago La Fondazione Enzo Hruby è la prima Fondazione nazionale italiana della sicurezza che ha come scopo, non lucrativo, la promozione di una cultura della sicurezza intesa come protezione e salvaguardia dei beni pubblici e privati, con particolare attenzione alle opere artistiche, monumentali, storiche e paesaggistiche attraverso il corretto impiego di moderne tecnologie di sicurezza a prevenzione degli episodi criminosi. Teleimpianti Spa, l’azienda bolognese che da quasi 40 anni si occupa di glianza, sistemi antincendio e allarmi in edifici storici e opere d’arte di particolare pregio quali la Biblioteca del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, la Basilica di Nostra Signora del Pilastrello di Lendinara, la Porta di San Pancrazio a Roma e l’intero complesso dell’Isola di San Giorgio Maggiore, sede della prestigiosa Fondazione Giorgio Cini . Di grande prestigio è stato il progetto realizzato nello scorso maggio in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone, presso il Duomo di Torino. Nell’anno 2009, Assunta De Cristofaro, Amministratore delegato, e Fabio Fabbri, Presidente, coniugando le rispettive professionalità ed esperienze maturate nel settore turismo in ambito nazionale e internazionale e nella conduzione di azienda leader del settore trasporti del nostro territorio, fondano Vivara Viaggi. Inizialmente le attività si svolgono in collaborazione con vettori qualificati nazionali e internazionali con l’obiettivo di ottimizzare le tratte e il numero dei posti a bordo dei veicoli. Il fine ultimo è quello di ridurre il numero dei veicoli circolanti, l’emissione di CO2 nell’atmosfera, rendere il costo per l’utente più vantaggioso, aumentando la marginalità dei vettori. La partecipazione a Global Passenger Network, della cui costituzione Fa- FARE 39 bio Fabbri è stato fautore, consente di esprimere al massimo la capacità produttiva aziendale su territorio locale ma soprattutto internazionale. Uno dei principali focus aziendali è lo sviluppo di un Progetto per Reti di Imprese che realizza, rendendo estremamente pratica, ogni precedente teoria sull’ottimizzazione. Lo staff di Vivara Viaggi al completo Di recente, a seguito della insistente domanda di trasporto persone con conducente a mezzo autovettura e monovolume da parte dell’utenza, è stato costituito il settore auto che, con la collaborazione di vettori locali, eroga servizi di qualità a costi accessibili. La mossa vincente di Vivara è stata quella di sviluppare la propria visione aziendale, fluida e snella, raggruppando, coinvolgendo e avvalendosi di collaboratori, personale e vettori di comprovata esperienza. Altro punto fondamentale è stato identificare e stringere un rapporto di stretta collaborazione con una software house di alto livello, la Bbros snc, forte nella progettazione e realizzazione di sistemi hardware e software innovativi. Ne consegue che le funzioni utiliz- 40 FARE zate, supportate dagli specifici strumenti informatici e commerciali, consentono a Vivara di operare con efficienza ed efficacia, garantendo la massima soddisfazione della clientela ma anche di tutti gli operatori coinvolti nella filiera produttiva. ABAS ITALIA Abas Business Solutions Italia, partner esclusivo per l’Italia del software tedesco ERP Abas Business Software, ama le sfide, in particolare quando le vince brillantemente come è accaduto con Comec Binder. Comec da pochissime settimane è entrata a far parte del gruppo Binder, azienda austriaca specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti completi per la lavorazione degli inerti, che utilizza con successo già dal 2002 il software Abas Erp. Essendo dall’1 luglio operativa in Italia, Comec voleva utilizzare lo stesso sistema ERP della casa madre per uniformarsi col sistema gestionale del Gruppo. Abas Italia ha raccolto questa esigenza ai primi di giugno e il progetto Abas è Abas è una software ERP internazionale presente in 30 paesi diventato operativo nei tempi previsti, dall’1 luglio, in soli 30 giorni: per un software complesso come un ERP è davvero un risultato sorprendente. La chiave di svolta della scelta di Abas ERP in Comec Binder è stato l’aspetto internazionale del software: multilingua e localizzato in quasi 30 paesi nel mondo fra cui l’Italia. Gli utenti dell’azienda austriaca e italiana hanno così la possibilità di lavorare completamente nella propria sede, utilizzando la propria lingua sullo stesso database con maschere, menù, messaggi di programma, stampe completamente nella lingua operativa selezionata in fase di collegamento. Abas Erp gestirà tutte le peculiarità della gestione di Comec: la facilità di integrazione con applicativi esterni è alla base della interfaccia con i sistemi CAD di ingegnerizzazione di prodotto che sono indispensabili per la loro produzione su commessa; il modulo di pianificazione MRP, che consente di lanciare proposte e ordini di produzione e acquisti per commessa permetterà di gestire la commessa cliente su tutto il flusso di produzione e logistica interno e della supply chain; il modulo PDC di raccolta dati e tempi di produzione con barcode nativo nell’ERP sarà fondamentale nella raccolta dei tempi di lavorazione per i consuntivi di commessa; la contabilità analitica per oggetti di costo fornirà una analisi a conto economico a livello di sottocommessa, commessa e azienda; il modulo di tracciabilità dei lotti permetterà di fornire le certificazioni di garanzia sempre più richieste dal mercato e dai clienti internazionali; il modulo di post vendita e assistenza tecnica permetterà la gestione delle manutenzioni programmate, delle riparazioni, dei tecnici e una analisi statistica dei problemi riscontrati nei prodotti installati presso i clienti. “Last but not least, il modulo di contabilità di gruppo fornirà alla casa madre una visione di insieme dell’andamento delle aziende ovunque si trovino” sottolinea Luca Ferri, CEO di Abas Business Solutions Italia. Abas: la soluzione ERP ideale, e anche la più veloce. MACRON Macron, l’azienda sportiva che produce abbigliamento tecnico dal 1971, cresce e attira nuovi investitori. E’ recentissimo l’annuncio dell’ingresso del fondo Consilium Sgr nella società con una partecipazione di maggioranza. Il Presidente Francesco Bormioli e l’amministratore delegato Gianluca Pavanello, peraltro, mantengono una importante quota di partecipazione e rimangono alla guida dell’azienda nei loro rispettivi ruoli. Con un fatturato di 45 milioni e 8800 squadre servite, Macron è uno dei principali operatori nel settore dell’abbigliamento tecnico sportivo per squadre professionistiche e dilettantistiche. Impiega 60 dipendenti presso la sede di Crespellano (Bologna) e una decina negli uffici di Tianjin in Cina. Fondata nel 1971, l’azienda ha iniziato la propria attività con la produzione di abbigliamento sportivo per grandi marchi italiani e internazionali, poi dal 1997 ha iniziato a sviluppare il proprio marchio e a svolgere direttamente tutte le attività inerenti l’ideazione, il design, la prototipia e la commercializzazione di abbigliamento tecnico per il calcio, il basket, il rugby, il volley e il baseball. Oggi Macron veste atleti di club sportivi in tutto il mondo, dai dilettanti ai professionisti, forte di un successo dovuto, oltre che al servizio, alla qualità dei prodotti, che sempre più si avvicinano alle esigenze di chi pratica sport. Macron è inoltre sponsor tecnico di importanti club in tutta Europa: dal calcio (Bologna, Napoli, Cagliari in Italia; Mallorca in Spagna; Monaco e Le Mans in Francia; West Ham, Sheffield Utd, Leeds in Inghilterra; SC Braga e Portimonense in Portogallo; AZ Alkmaar, Den Bosch e Willem II in Olanda) al basket (Virtus Bologna, Benetton Treviso, Varese in Italia; Alicante in Spagna; Orleans Loiret in Francia) e alla pallavolo (Modena, Sisley Treviso, Callipo Volley, Forlì, Roma Volley in Italia; Espinho in Porto- Lo stabilimento Macron di Crespellano gallo). Dal rugby al baseball (è sponsor ufficiale delle Nazionali italiane di baseball e softball e della Fortitudo BC) e alla pallamano. “Macron è una realtà in grande crescita con un forte potenziale, dimostrato da una importante evoluzione del fatturato che dal 2004 ad oggi ha visto un incremento medio annuo del 28%. Obiettivo di Macron è essere leader di mercato in Italia e in Europa nel teamwear, e ogni giorno lavora duramente verso questo obiettivo, investendo in risorse e progetti, come testimonia il numero di Club sponsorizzati direttamente e il progetto di negozi monomarca che ha visto in un anno e mezzo l’inaugurazione di 50 Macron Store in tutta Europa. Il motto dell’azienda è ‘Work Hard, Play Harder’ e ogni giorno ci impegniamo con passione verso questo traguardo. L’ingresso di Consilium rappresenta una ulteriore conferma del potenziale di questa azienda e della possibilità di impegnarsi sempre più con nuovi progetti e attività” afferma Gianluca Pavanello, CEO Macron. Consilium SGR è una società di gestione del risparmio indipendente dedicata all’attività di private equity. Gestisce il Consilium Private Equity Fund (CPEF), fondo mobiliare chiuso riservato a investitori qualificati con una dotazione di 150 milioni. CPEF si focalizza su opportunità di buy-out e investimenti in capitale di sviluppo in aziende italiane di piccole e medie dimensioni. Consilium ritiene che Macron possa consolidare ulteriormente la propria leadership nei principali mercati europei e avviare una nuova fase di sviluppo grazie al forte posizionamento competitivo, all’ampliamento della rete di vendita mediante negozi monomarca (Macron Store) e alle sofisticate competenze manageriali nel sourcing e nella logistica. Advisor di Consilium per gli aspetti contrattuali è stato lo Studio Chiomenti, la due diligence contabile e legale è stata curata da KPMG mentre la due diligence fiscale dallo studio Russo De Rosa Bolletta e Associati. DUCATI Non solo motori tra le eccellenze targate Ducati. La casa di Borgo Panigale, grazie a una serie di presti- FARE 41 giose collaborazioni, ha infatti posto il suo marchio su vini, penne e accessori da viaggio. La linea esclusiva di borse e valigie realizzata grazie alla collaborazione tra Ducati e Tumi Partendo dai vini, Ducati e Cantine Ceci SpA hanno infatti siglato un accordo di licenza per la produzione e la commercializzazione di vini a marchio Ducati Caffè, presentando un trio di proposte accattivanti: il “Piega”, il nero di lambrusco “Otello Ceci”, e lo spumante brut “Desdemona”. Il progetto “made in Emilia-Romagna” rende omaggio al Ducati Caffè, che è il nuovo concept restaurant e lounge bar firmato Ducati. Ispirato al talento italiano, esprime tutti i valori della marca in un concentrato di classe, fascino e autenticità. Caffè, enogastronomia, merchandising e abbigliamento si incontrano in un luogo unico e distintivo adatto ad accogliere e a condividere eventi, emozioni e tendenze. Icona dello stile Ducati, il Ducati Caffè ha un’anima cool, contemporanea e sportiva, pronta ad espandersi a livello internazionale. In perfetto spirito Ducati. “Otello Ceci”, prodotto dai migliori grappoli di Lambrusco a bacca rossa, denominazione Emilia IGT, vanta uno straordinario colore rosso violaceo e profumo pieno ed avvolgente di fragole, more e lamponi con accentuati sentori di bosco. “Piega”, vino rosso Emilia IGT da uve di Lambrusco e Cabernet, sprigiona invece un profumo er- 42 FARE baceo con finale fruttato ed è contenuto in una avveniristica bottiglia inclinata di 68.2 gradi in modo da farlo ossigenare perfettamente prima di versarlo. “Desdemona” è invece uno spumante brut da uve Malvasia, Pinot bianco e Reasling che donano un colore giallo paglierino tenue e un profumo leggermente aromatico con note fruttate di mela e un finale floreale. Presentati a Vinitaly, i tre vini sono disponibili nei Caffè, nei canali ho.re.ca di bar, ristoranti e nella grande distribuzione. La seconda novità è la penna “Officina 125 Gran Sport”, un omaggio alle Ducati 100 e 125 Gran Sport, pietre miliari della storia Ducati. Giuliano Mazzuoli ha creato il modello partendo da una barra piena di alluminio, ispirata alle alette del raffreddamento ad aria, con finiture godronate come lo erano le motociclette di quell’epoca. Disponibile nei colori anodizzato Rosso e Cromato Super Matt, “Officina 125 Gran Sport” è originale anche nella confezione in stile retrò che richiama la moto storiche. La penna rientra nell’accordo di licenza tra la Fondazione Ducati e 3.6.5 di Giuliano Mazzuoli e i proventi derivanti saranno interamente devoluti alla Fondazione Ducati, a supporto delle sue attività di carattere sociale e culturale. Infine, Ducati ha firmato una linea esclusiva di borse e valigie in collaborazione con Tumi, prestigioso marchio di accessori da viaggio, business e lifestyle. La collaborazione, nata dalla comune passione per il design d’eccellenza e l’innovazione tecnica, presenta lo stile sofisticato e la superiorità funzionale cui è abituata la clientela esigente di Ducati e Tumi. Si tratta di un’audace collezione che si compone di tre valigie super leggere, due borsoni, uno zaino e una borsa a tracolla. Realizzate in triplo strato di policarbonato, le valigie presentano delle strisce frontali protettive in nylon, cinghie a strappo add-abag e la maniglia aircraft grade in alluminio. “Con questa collaborazione con Ducati, ci uniamo alla vitalità di un marchio noto per l’adrenalina, lo spirito d’avventura e la performance dinamica” ha commentato Jerome Griffith, CEO Tumi; “insieme offriamo ai nostri clienti una collezione che spinge all’avventura e incoraggia alla spontaneità”. “La partnership IBM, continua a crescere e diversifica ulteriormente la propria offerta sul mercato IT. Nell’ottica di offrire un servizio sempre più completo ed Luca Ferri, CEO di Gruppo Ciemme ampio ad aziende di qualsiasi dimensione e settore, allarga le proprie competenze a monte e a valle del proprio core business. Grazie all'introduzione di nuove risorse qualificate ed alla stretta partIl marchio Ducati Caffe’ è nato dall’accordo tra Ducati e Cantine Ceci Ducati con Tumi conferma l’eccellenza, lo stile, la creatività e il design di due brands di assoluto riferimento ciascuno nel proprio segmento”, ha dichiarato Gabriele Del Torchio, Presidente e Amministratore delegato di Ducati Motor Holding. “Siamo particolarmente felici di questo abbinamento e, al tempo stesso, orgogliosi che Tumi produrrà una linea dedicata di borse e valigie per Ducati. Le affinità tra Ducati e Tumi sono evidenti e i risultati confermeranno il successo e la validità di questa costruttiva e stimolante partnership.” nership con HSPI (società attiva da anni nel settore della consulenza di direzione, con sedi a Bologna, Roma e Milano), Gruppo Ciemme è in grado di supportare le Direzioni aziendali nella realizzazione dei processi di cambiamento che coinvolgono le persone, l'organizzazione e le tecnologie. Assieme offrono consulenza nelle seguenti aree: - IT Governance, - Project & Change Management; - Information Risk Management; - Architecture & Solutions Management; - Organizzazione e Sviluppo Risorse Umane. La crescita è avvenuta anche a valle; da marzo Gruppo Ciemme offre prodotti e servizi di Impresa Semplice di Telecom Italia e TIM, estendendo a tutti i propri clienti la gamma delle soluzioni ICT, fonia fissa e mobile, traffico dati e servizi di virtualizzazione di infrastrutture e applicazioni IT, grazie anche alla nuova piattaforma evoluta di Cloud Computing lanciata da Telecom. “Grazie al vasto portafoglio di prodotti, servizi, soluzioni e soprattutto di esperienza e competenza, vogliamo aiutare la crescita dell’ICT nelle aziende, proponendoci come interlocutore unico per tutte le esigenze informatiche. Crediamo” afferma Luca Ferri, CEO di Gruppo Ciemme “che un ICT ben organizzato e tecnologicamente all’avanguardia sia uno dei fattori critici di successo per le aziende, di qualsiasi dimensione e di qualsiasi tipologia”. Integrarsi fa bene alla crescita: Gruppo Ciemme ne sa qualcosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA “PREMIO RICERCA E INNOVAZIONE” DELLA CCIAA PER LE PICCOLE IMPRESE CHE FANNO RICERCA Premi per un totale di 150.000 euro per le piccole imprese in fase di avvio che fanno ricerca in meccatronica, nanotecnologie e eco innovazione. La Camera di commercio ha indetto il “Premio Ricerca e Innovazione”, annunciandolo nella giornata della Borsa della Rice rca esprimendo grande soddisfazione per i brillanti risultati ed il successo della manifestazione sostenuta dalla Mercanzia. Con il “Pre mio Ricerca e Innovazione” sono stati istituiti tre premi da 50.000 euro ciascuno rivolti a piccole imprese in fase di avvio, attive da meno di cinque anni, che fanno ricerca nei settori prescelti. Entro il 20 settembre la Camera di commercio accoglierà idee progettuali brillanti cap aci di tradursi in sviluppo tecnologico. Quindi i premi verranno assegnati alle ricerche più innovative ed originali, che dimostrino l’effettiv a possibilità di realizzazione economica presentando anche rilevanti potenzialità di ricaduta economica trasversale. I 50.000 euro, massimi per ciascun premio, coprono le spese che normalmente ricerca e sviluppo comportano: costi per il coinvolgimento di laboratori specializzati ,assegni di ricerca, borse di studio, contratti per laureandi e neolaureati, noleggio attrezzature tecniche, informatiche e strumentali, ac quisto e consultazione banche dati, licenze brevetti, formazione specialistica. Verranno privilegiati nella valutazione i progetti che prevedono azioni in rete con altre piccole imprese bolognesi, quelli che mirano ad un nuovo brevetto e quelli proposti da aziende che coinvolgono l’Università di Bologna, un laboratorio della Rete Alta T ecnologia dell’Emilia Romagna o un centro di ricerca accreditato dal Ministero dell’Università. Al bando, pubblicato sul sito della C amera di commerc io, www.bo.camcom.it, possono partecipare anche i progetti di ricerca già avviati dall’inizio dell’anno ed ancora in fase di attuazione. GRUPPO CIEMME © RIPRODUZIONE RISERVATA Gruppo Ciemme, Premier Partner FARE 43 DALLE CORSE ALLA STRADA, TUTTE LE NOVITÀ DUCATI 2011 Un 2011 ricco di novità per Ducati, partendo dai Motodays di Roma, dove ha presentato tre eccezionali anteprime: la Desmosedici GP11, il Monster Gp Replica, nella livree personalizzate con gli emblemi e i dettagli distintivi di V alentino Rossi "The Doctor" e "Kentucky Kid", alias Nicky Hayden, la Multistrada 1200 S Edizione Speciale Pikes Peak, realizzata in omaggio alla vittoria di Greg Tracy nell'edizione 2010 della famosa gara. Inoltre, sempre in occasione del Mo- tati di catalizzatori conformi con la normativa Euro 3. Ulteriori modifiche interessano la nuova sella, le sospensioni anteriori Marzocchi e il nuovo Ducati Safety Pack (DSP), che comprende l’ABS e l’ultima versione del Ducati T raction C ontrol (DTC ) a quattro livelli, per la prima volta incluso nella dotazione standard. La moto è inoltre la più leggera e compatta della sua categoria con un peso a secco di 169kg, ed è personalizzabile con l’innovativo programma mero così alto di moto sulla griglia di una gara come questa. A guidare la casa di Borgo Panigale sul podio, il “capitano” Jason Di Salvo e il T eam Latus Motors Racing. “Voglio davvero ringraziare i ragazzi di Latus Ducati per tutto il lavoro fatto nei box. Sono così felice di poter portare in Ducati la prima vittoria alla Daytona 200, alla mia prima gara sulla 848EVO, al suo debutto in una competizione statunitense” ha commentato Di Salvo. “È stata una combi- Viene dal Cile questa incredibile immagine del Giro del Mondo di Paolo Pirozzi: oltre 100.000 km in sella ad una Ducati Multistrada 1200 (sopra a sinistra). Scenari mozzafiato fanno da sfondo alla “Multistrada Travel Experience”, cinque viaggi su quattro continenti a bordo di una Ducati Multistrada 1200. Qui siamo in Australia (sotto a sinistra). Da sempre la Tribuna Ducati raccoglie i sostenitori delle “rosse” sui più suggestivi circuiti del campionato mondiale (a destra) todays in molti hanno potuto vedere il nuovo Monster 1100EVO, l’ultimo modello presentato dalla casa di Borgo Panigale che si distingue per ergonomia, stile e carisma puro, mantenendo tuttavia l'essenza del concetto naked. Tra le sostanziali novità, il motore Desmodue 1100 Evoluzione, con l’erogazione di 100 C V di potenza, l’impianto di scarico completamente ridisegnato, e gli eleganti doppi silenziatori sovrapposti do- 44 FARE Monster Art. Il Monster 1100 EVO è disponibile in tutti i Ducati Store. Per quanto riguarda le gare, grande successo per la 848EVO che ha conquistato il primo posto della “200 miglia”, la leggendaria competizione sul circuito di Daytona, USA. Nella categoria sportive, ben sette 848EVO hanno debuttato per la prima volta in pista: un record storico per la Ducati che, da oltre dieci anni, non vedeva un nu- nazione magica di prime volte e sono semplicemente entusiasta”. Grande entusiasmo anche per il settimo anno consecutivo del Ducati Desmo Challenge. La prima tappa del trofeo monomarca Ducati è stata a Misano , la seconda a V arano e si sono svolte all’interno della Coppa FMI V elocità . Il trofeo, dedicato ai bicilindrici desmodromici è approdato per la sua terza gara su uno dei più importanti circuiti italiani, quello del Mugello. Un contesto arricchito dalla compresenza di un evento importante come il Ducati W orld Experience, kermesse riservata ai clienti del Marchio bolognese con Demo Ride e turni di prove libere. Ducati mania anche in strada con il ritorno dell’evento “Passione in Moto nelle terre di Bologna”: un weekend e quattro diversi itinerari per riscoprire le bellezze paesaggistiche dell’Appennino e le prelibatezze gastronomiche nelle soste sulle tre strade dei vini e dei sapori: «Colli d'Imola», «Città, castelli e ciliegi», «Appennino bolognese», oltre ad un quarto itinerario ispirato da «Appennino slow», il consorzio per la promozione turistica delle valli appenniniche bolognesi. La Provincia di Bologna, oltre a sostenere l’edizione di quest’anno, ha voluto registrare il marchio “Passione in moto nelle terre di Bologna”, quale elemento identitario del territorio. A onorare l’evento, anche il ritorno di Paolo Pirozzi, che nel giugno 2010 era partito in sella ad una Multistrada 1200 dal W orld Ducati Week per una impresa epica: il Giro del Mondo. Paolo Pirozzi ha coronato uno dei suoi sogni di vita percorrendo sulla sua Ducati oltre 100.000 km in una sfida trionfale. E per chi volesse seguire le sue orme, c’è il “Multistrada Travel Experience”: cinque viaggi su quattro continenti per esplorare intensamente luoghi, culture ed emozioni a bordo di una Ducati Multistrada 1200, la moto creata dalla casa di Borgo Panigale per trasformarsi senza limiti. Grazie al concetto di 4-moto-in-1, è nato un modo rivoluzionario di viaggiare su due ruote segnando l’inizio di una nuova “era” nel settore motociclistico. Con la combinazione di 3 diverse mappe motore, il solo clic di un pulsante trasformerà il mezzo in moto sportiva, granturismo, moto urbana e enduro per affrontare qualsiasi tipo di terre- Il nuovo Monster 1100EVO, il modello più recente presentato dalla casa di Borgo Panigale no, percorso e stato d’animo del pilota. L’indiscussa popolarità dell’innovativa tecnologia applicata alla Multistrada 1200, ha persino spinto gli ideatori della nota serie televisiva di National Geographic “Megafabbriche” a dedicare un intero episodio alla casa di Borgo Panigale. Un approfondito reportage che documenta con le voci degli stessi operai, degli ingegneri e dei designer, tutto quello che c’è dietro alla progettazione e alla produzione della Multistrada 1200: stile, tecnologia, innovazione, esclusività e originalità. L’ultima novità per gli appassionati della Rossa di Borgo Panigale sono infine le application Ducati Corse e Ducati Challenge. Ducati Corse propone tutte le informazioni e le news sul Team Ducati MotoGP, Valentino Rossi, Nicky Hayden, la Ducati Desmosedici e consente di seguire i risultati delle “rosse” gara dopo gara. Oltre a eventi e curiosità dai Box, anche ricchissime gallery fotografiche e tanti contenuti extra sul mondo Ducati. “Ducati C hallenge”, già disponibile per Iphone, iPad e presto su Sony PSP, è un entusiasmante racing game 3D in cui il videogiocatore può gareggiare i modelli di serie più potenti delle sei categorie della gamma di prodotto Ducati my2011: Monster, Hypermotard, Diavel, Multistrada, Streetfighter e Superbike e scegliere tra circuiti da gara, tortuosi tornanti di montagna, borghi medioevali, caotiche metropoli e vallate desertiche. Il gioco si basa su tre differenti modalità di gioco di cui due in Single Player, optando tra la modalità “Championship” e quella “Quick-Race”, e la terza è in Multiplayer per sfide fino a 4 giocatori in Wi-Fi.Ad impreziosire il tutto, sarà presente una ricchissima Sezione Extra con immagini esclusive Ducati, obiettivi da sbloccare ed una Sezione Options con la possibilità di ascoltare la propria playlist musicale all’interno del gioco e tarare la sensibilità della moto o gli aiuti alla guida! Il rombo di ogni singolo motore è stato registrato dalle moto reali per offrire una esperienza realistica a tutti gli appassionati Ducati. © RIPRODUZIONE RISERVATA Grandi emozioni, come sempre, per il Ducati Desmo Challenge, il trofeo dedicato ai bicilindrici desmodromici FARE 45 PAOLO MASCAGNI, UNO DI NOI Un imprenditore orgoglioso. Un imprenditore coraggioso. Paolo Mascagni era tutto questo e molto altro. Era un uomo profondamente convinto del ruolo sociale dell’impresa e della libera iniziativa, dell’importanza di impegnarsi personalmente nella coll ettività, dell’etica come componente irrinunciabile nei comportamenti sociali ed economici. Ed era coerente con le sue convinzioni anche quando era scomodo, anche quando era solo. Era fiero della sua azienda: quella azienda che, fondata dal nonno Umberto nel 1930 e sviluppata dal papà Mario nel dopoguerra, è un pezzo della storia industriale bolognese. Il suo impegno costante, insieme al fratello Michele, è stato quello di sviluppa rla e farla crescere, e non è venuto meno neanche negli ultimi mesi, quelli delle scelte più dolorose a fronte di una crisi che ha me sso con l’acqua alla gola mezzo mondo. Ma lui questa azienda l’amava davvero. “L ’amore – diceva già nel 2000, quando a Casalecchio festeggiarono i settant’anni di attività - è un grande motore: è amore quello dell’imprenditore per la propria attività, o quello di collaboratori e tecnici per il proprio lavoro. Paradossalmente, senza l’amore non esisterebbero neppure le imprese”. E ciò che pensava della sua azienda, lo trasferiva al più generale ruolo delle imprese nella collettività. Sottolineava il lega me strettissimo delle imprese con il territorio in cui hanno le loro radici, e ne metteva in evidenza gli effetti: “pensiamo – diceva - alla partecipazione attiva di tantissime imprese alla vita sociale delle comunità locali, in un rapporto diretto con le istituzioni; alla crescita professionale e di know how di tanti lavoratori, e di conseguenza di tanti cittadini che proprio sul lavoro hanno appreso anche il senso di responsabilità, la capacità di prendere decisioni e di fare delle scelte; alla tradizione di relazioni industri ali reciprocamente corrette e rispettose; alla nascita nel tempo di nuove imprese grazie alla trasformazione di numerosi dipendenti in nuovi imprenditori”. Le sue convinzioni, ed il suo non tirarsi mai indietro nel tradurle in pratica, lo hanno portato ripetutamente all’impegno poli tico diretto, ma soprattutto a sostenere ed affermare con passione l’importanza e le esigenze delle imprese: nell’Api, come partecipan te assiduo poi come consigliere e dal 2002 al 2006 come Presidente. Quindi dedicandosi con lucidità alla nascita di Unindustria . Sicuramente va considerato tra i protagonisti della riunificazione di tutti gli imprenditori bolognesi, e la vita dell’Associaz ione deve molto alle sue idee, alle sue proposte, al suo impegno nel Consiglio Direttivo e nella Commissione cultura. Suo, per dirne u no, è il progetto di Design Made in Bo, il portale web sulla creatività e il design di casa nostra, che è stato portato perfino all ’Expo di Shanghai. Ha sempre detto quello che pensava, in qualunque sede: istituzionale, politica, finanziaria. E lo ha sempre detto pensando al b ene di tutte le imprese e di questo territorio. Ci mancheranno, caro Paolo, la tua determinazione, la tua intraprendenza, il tuo coraggio. E ne custodiremo il ricordo come un esempio prezioso (c.r.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 FARE ARTICOLO DI copertina ASSEMBLEA GENERALE 2011 Giordano Baietti, Gaetano Maccaferri, Maurizio Marchesini, Alberto Vacchi 48 FARE FARE 49 1 assemblea 2011 nuovo ciclo amministrativo e la nostra esperienza associativa, siano elementi intrecciati tra loro. Fattori che convergono su un dato ormai certo: quello che ci attende non è la continuazione di ciò che conoscevamo e facevamo prima della recessione. LA SCELTA DELLA DISCONTINUITÀ A Unindustria Bologna va riconosciuto il merito di aver colto questa grande discontinuità.Abbiamo intui- LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE MAURIZIO MARCHESINI 50 FARE c’è un secondo elemento che ha caratterizzato questa nostra esperienza associativa: la rinnovata interpretazione del ruolo e della funzione delle piccole imprese all’interno del sistema produttivo locale.Un’attenzione accentuata ulteriormente dalla crisi che ha colpito, in particolare, proprio queste aziende. LE PICCOLE IMPRESE COME GRANDE RISORSA Un tema affrontato senza cadere nel- A utorità, Sindaco Merola, Presidente Marcegaglia, Signore e Signori, Colleghe e Colleghi,pochi minuti fa l’Assemblea Generale di Unindustria Bologna ha eletto Alberto Vacchi nuovo Presidente degli industriali bolognesi.Per la nostra Associazione si avvia un nuovo ciclo che, ne siamo certi, confer merà quella tensione verso il futuro che rappresenta ormai il suo tratto distintivo. Con oggi, si conclude – con successo – il quadriennio costituente di Unindustria Bologna.Un traguardo che non si sarebbe potuto raggiungere senza l’impegno personale e il coraggio associativo di numerosi Colleghi per ricordare i quali ne saluto e ringrazio due in particolare: Giordano Baietti e Gaetano Maccaferri L’intenso programma di questo appuntamento – che prevede diversi interventi e un confronto di respiro internazionale – mi ha spinto a concentrare questa relazione sull’attività di Unindustria Bologna.Una decisione sostenuta dalla convinzione che l’onda lunga della crisi, le prospettive della crescita, l’avvio del to, per tempo, il divario che si è aperto nella società tra la percezione del futuro e la cultura necessaria per interpretarlo e tradurlo in azione. Abbiamo insistito sul rischio che le nostre aziende – così come le forze sociali, la politica e la comunità –possano rimanere ancorate ai miti e ai riti di un passato che non può più ritornare. Abbiamo capito, infine, che nella nuova prospettiva il destino di ciascuno dipende da quello che molti altri pensano, fanno o non fanno. Accanto alla consapevolezza della discontinuità la retorica della piccola impresa, così diffusa in un Paese che si ricorda di queste aziende solo durante le campagne elettorali. Per noi è diverso. A Bologna la piccola impresa è protagonista, perché partecipa a una più grande catena del valore lungo la quale ogni azienda è portatrice di responsabilità condivise e reciprocamente riconosciute. Le nostre maggiori industrie dipendono, in maniera rilevante, dallo scambio realizzato con le piccole aziende che parteci- pano alla loro filiera produttiva. Tutto ciò ha permesso, nel tempo, l’affermazione di un nuovo tipo di media impresa capace non solo di integrare la produzione con nuove funzioni – come la ricerca, la gestione dei mercati e i servizi postvendita – ma anche di misurarsi con la dimensione globale.Ci riferiamo alle numerose imprese bolognesi leader mondiali nelle produzioni medium tech che richiedono elevata innovazione e alto livello di servizio. Come ben sappiamo, oggi questo evoluto e integrato sistema produttivo deve, tra le altre cose, fare i conti con un credito sempre più selettivo. IL SISTEMA DEL CREDITO E LE IMPRESE Cara Presidente concordiamo con te, che sia ormai indispensabile definire nuove relazioni con il sistema bancario. Gli obiettivi devono essere pochi e ben definiti. Il primo, è evitare – da parte delle banche – l’uso meccanico e astratto dei modelli di rating scegliendo, al contrario, di svilupparne la componente qualitativa. Il secondo, è la qualità delle informazioni economiche e finanziarie che le imprese devono offrire alle banche. Le aree di miglioramento esistono da ambo le parti e la questione del credito non può essere ridotta a una mera contrapposizione d’interessi. Siamo ben consapevoli che la crisi ha colpito pesantemente anche il sistema bancario. Allo stesso tempo, stiamo apprezzando l’impegno per la ricapitalizzazione dei principali istituti di credito. Dunque, l’uscita dalla crisi richiede una condivisa volontà di collaborazione tra le imprese e le banche. Ci piacerebbe che queste ul- FARE 51 time, operassero come noi facciamo con i nostri clienti. Chiediamo loro, in altri termini, di dare fiducia alle tante aziende alle quali, secondo i criteri patrimoniali di Basilea, si dovrebbe negare il credito. Aziende e imprenditori seri, e capaci di pagare gli interessi sugli impieghi loro concessi e che, attra- luppo che consentirebbe alle banche di modificare unilateralmente i tassi e le condizioni applicati sui mutui alle imprese. Siamo d’accordo con te, questa norma va cambiata. Ma attenzione; l’accessibilità al credito, la presenza di articolate filiere e il successo delle multinazionali tascabili, sono una condizione necessaria, sede – Gaetano Maccaferri denunciava che “Bologna sta scivolando in un cono d’ombra che la relega a un ruolo secondario nel Paese”. Una considerazione che suscitò scalpore e polemiche, ma che a conti fatti si è rivelata, purtroppo, profetica. Un sistema produttivo come quello bolognese richiede un ambiente non sistema territoriale nel suo complesso. Il modello cui guardare è costituito da realtà ampie, differenziate e policentriche, ma ben consapevoli delle loro potenzialità, dei loro obiettivi e, soprattutto, connesse in una rete di relazioni in grado di mobilitare ogni singolo ambito. Una fotografia che potrebbe coinci- Nei fatti, abbiamo cercato di agire come una forza aggregatrice impegnata sia nella tutela delle imprese, sia nella modernizzazione del sistema locale. È nata così nel 2008 l’idea e la proposta di “riprogettare una nuova centralità di Bologna”. Una “centralità” riferita non solo, alla collocazio- camente avanzato. La soluzione che abbiamo proposto è l’adozione di un Piano Strategico analogo a quelli realizzati, in questi anni, da alcune tra le più avanzate città europee. Attenzione però, la progettazione della centralità di Bologna e del Piano conseguente, non sarà realizzabile se i diversi portatori d’interesse si divi- verso questi ultimi, possono creare più produzione, più investimenti e nuova occupazione. Cara presidente, condividiamo la tua preoccupazione – espressa in modo forte nel corso dell’Assemblea di Confindustria – riferita alla norma contenuta nel Decreto Svi- ma non ancora sufficiente per competere nel mondo. Serve di più: occorre un territorio competitivo. burocratico, dove i servizi siano di qualità, le infrastrutture efficienti, il lavoro qualificato, le conoscenze accessibili. Obiettivi che impongono alla nostra città di misurarsi con la dimensione metropolitana che rappresenta la via per unire, rafforzare e valorizzare il dere con Bologna. Una visione di area metropolitana che sappiamo condivisa dalla Presidente della Provincia Draghetti e dal Sindaco Merola. Per contribuire a raggiungere questi obiettivi abbiamo richiesto l’avvio di un piano di trasformazione su cui far convergere forze e volontà differenti. ne geografica, ma anche al ruolo di crocevia produttivo che l’area vasta locale va acquisendo. Una nuova dimensione che presuppone e si fonda sulla circolazione dei “saperi” da ricercarsi – attraverso la nostra università – nelle relazioni con quanto, nel mondo, è culturalmente e tecnologi- deranno su questa o quella scelta o faticheranno a collaborare tra loro. Non solo, un piano strategico territoriale abbraccia una prospettiva di lungo periodo e, proprio per questo, non può e non deve essere messo in discussione a ogni rinnovo delle amministrazioni locali. 52 FARE IL TERRITORIO ATTORE DI COMPETITIVITÀ Quattro anni fa – proprio in questa FARE 53 Ricordiamoci di queste criticità, perché i prossimi anni saranno decisivi per Bologna. Per tale ragione dobbiamo non soltanto adottare logiche e soluzioni di area vasta, ma anche perseguire la realizzazione di un evento di rilievo internazionale. I grandi eventi anticipano e accompagnano scelte importanti, a volte radicali, fondate su una visione del futuro e degli obiettivi necessari per realizzarla. Richiedono un piano di sviluppo economico, sociale e culturale, di lungo periodo, capace di generare una forte eredità infrastrutturale e immateriale. Le Universiadi – che noi sosteniamo con passione – sono l’occasione per mettere alla prova le capacità e le potenzialità metropolitane della nostra città e dei suoi principali attori amministrativi, economici e sociali. Ma il territorio non è solo questo; è anche il luogo nel quale si pratica quella qualità e progettualità delle relazioni industriali che Unindustria Bologna persegue sin dalla sua nascita. Un ambito, quello del lavoro, nel quale si gioca, in parte, anche la sfida della produttività. UN NUOVO PATTO TRA IMPRESE E LAVORO La produttività non è un’astrazione, ma una miscela formata da capitale umano, innovazione, logistica, servizi, utilizzo degli impianti, orari, turni e, non certo da ultimo, un ambiente competitivo e non parassitario. Per capirlo non serve andare lontani: basta guardare alla Germania. Un Paese che incrementa la produttività ed esporta prodotti tecnologici o di qualità nei paesi low cost che ne hanno sempre più necessità o desi- 54 FARE derio. La produttività e il rinnovamento delle relazioni industriali rappresentano due questioni aperte per l’economia e la società italiana. Ma attenzione; il lavoro in Italia non è più quello cristallizzato nello Statuto dei lavoratori che fu certamente una conquista, ma che risale a 40 anni fa. Confindustria ritiene – e noi condividiamo – che le regole possano e debbano essere negoziate, modificate e integrate, se tale esigenza è indispensabile per accrescere la produttività e, con essa, la competitività nel r ispetto delle fondamentali tutele dei collaboratori. La divisione tra le Organizzazioni sindacali e le conseguenti difficoltà delle imprese, l’irrompere delle sentenze nella negoziazione tra aziende e sindacati, il ritorno di un antagonismo fuori dalla storia, sono, nel loro insieme, l’esatto contrario di ciò che le nostre imprese e la nostra comunità desiderano. Alle Organizzazioni sindacali ricordiamo che da questa crisi e dalle trasformazioni che l’accompagnano si può uscire in un solo modo: insieme. Nessuno deve vincere e nessuno deve perdere. Ma tutti, devono impegnarsi per costruire la Bologna che darà un futuro e un buon lavoro ai nostri figli. Confondere considerazioni come queste con la retorica tipica dei convegni, significa non aver compreso che cosa è oggi Unindustria Bologna. LE PAROLE, LE SCELTE E I FATTI ASSOCIATIVI La nostra è un’organizzazione di rappresentanza nata per tutelare l’impresa, per fornire servizi innovativi alle aziende e per contribuire allo sviluppo locale. La nostra missione è – prima di tutto – l’attenzione verso quanti hanno creato e gestiscono un’impresa per la tutela della quale ci battiamo quotidianamente. Tutto ciò senza differenze di dimensioni, settori o mercati di riferimento. Per farlo bene, abbiamo rinnovato profondamente lo stile di lavoro associativo, a partire da tre punti fermi. Il primo, è che le Associazioni vivono e si rinnovano solo se praticano una vera rotazione degli incarichi. Il secondo, è che l’autorevolezza non la si conquista con il collateralismo nei confronti delle istituzioni e della politica, ma attraverso un’azione di proposta e di critica, chiara, puntuale e indipendente. Il terzo, è che un’Associazione serve per dare voce non a questa o a quella persona, ma agli imprenditori e alle loro imprese intese come grande soggetto plurale. Siamo riusciti a riportare la comunità industriale di Bologna al centro del sistema confindustriale. Lo abbiamo fatto attraverso la qualità delle nostre proposte, la coerenza delle nostre posizioni e la pratica di quel confronto dialettico, che è alla base di qualsiasi organizzazione confederata. Possiamo anche essere stati scomodi, ma siamo stati certamente fedeli interpreti di un associazionismo che non ha paura di prendere posizione. Dall’azione legale contro la follia del “click day” per il credito d’imposta, sull’innovazione, all’impiego del patrimonio associativo come leva per migliorare le condizioni bancarie alle imprese. Dalle prese di posizione contro i costi che avrebbero dovuto sostenere le aziende per la festività del 17 marzo, alla gestione diretta del maggiore Centro di formazione tecnica della nostra regione. Dalla sistematica analisi sul prelievo fiscale a carico delle piccole imprese, alla promozione attiva delle Reti tra aziende di una stessa filiera. Dall’azione contro la pretesa di cambiare le regole mentre la partita è in corso, come nel caso del fotovoltaico, alla scelta di misurarci associativamente con le specificità territoriali come quelle di Imola. Abbiamo dimostrato che l’attività di rappresentanza e di lobbying può partire da Bologna, irradiarsi per il Paese, consolidarsi in Confindustria, fino a diventare, in alcuni casi anche significativi, un provvedimento del governo o della specifica autorità competente. Per l’insieme di queste esperienze – e delle scelte che le hanno determinate – ci sentiamo di aver titolo per parlare di discontinuità e di rinnovamento riferito alle imprese, alle relazioni industriali e al sistema locale. Ci anima l’ottimismo della volontà che – solo – può sconfiggere il pessimismo della ragione dilagante in un Paese che ha smesso di sognare il proprio futuro. Un impegno che condividiamo con Confindustria. Per l’Italia, le cose da fare sono tante e una delle più importanti è l’attuazione del modello federale. Un anno fa – proprio in questa occasione – ci eravamo occupati della “questione del Nord”. UN FEDERALISMO ANCORA DA INTERPRETARE Un tema efficacemente sintetizzato dal prof. Ricolfi, che ricordò i 50 miliardi di euro “trasferiti”, ogni anno, dalle regioni del Nord a quelle del Mezzogiorno. L’on. Enrico Letta, nello stesso incontro, evidenziò che il federalismo deve rappresentare l’affermazione del buon governo e dell’equità. Riferendoci proprio al federalismo fiscale non ci sono ancora chiari i lineamenti attuativi e il ruolo degli ambiti locali entro i quali dovrà prendere forma. In ogni caso, abbiamo ben chiaro che non dovrà diventare solo una ripartizione su base territoriale di imposte che già corrispondiamo e che gli enti locali avranno solo la possibilità di aumentare. Sarebbe una scelta sciagurata! Nessuno può pensare di rimettere le imprese al centro dello sviluppo del Paese se continueranno ad esistere imposte, dirette e indirette, di gran lunga più onerose rispetto a quelle degli altri Paesi europei. Facciamo nostre le considerazioni della Presidente Marcegaglia quando afferma: “La riforma fiscale deve avere obiettivi chiari. Ridurre insieme le imposte sulle imprese e sui lavoratori; semplificare e dare certezza delle norme; combattere l’evasione fiscale, senza attuare una vera e propria oppressione di controlli su chi le tasse già le paga”. L’ITALIA IN FRANTUMI Non intendiamo chiamarci fuori e, tuttavia, fatichiamo a riconoscerci in un Paese nel quale lo scaricabarile è la norma e dove non si risponde più – personalmente – di quanto si è riusciti o non si è riusciti a realizzare. Allo stesso tempo, siamo stanchi dei troppi programmi televisivi nei quali – ogni sera – va in scena il disprezzo dell’avversario e la negazione del confronto. Linee di demarcazione invalicabili dividono ormai gli italiani su tutto: dalla politica energetica a quella estera, dal Piano casa ai contratti di lavoro, dal futuro della Fiat alle festività nazionali. Certo, sono legittime le posizioni divergenti, così come il confronto anche aspro tra chi è chiamato a governare e chi a fare l’opposizione. Ma deve essere chiaro che lo scontro per lo scontro rischia di ferire irreversibilmente la nostra democrazia. Non se ne può più! Serve una forte e diffusa assunzione di responsabilità. Se l’Italia negli ultimi quindici anni è cresciuta poco non è solo per colpa dell’inarrestabile sviluppo cinese o della speculazione finanziaria. Il nostro Paese è fermo perché la funzione politica – salvo rare eccezioni – si è dimostrata incapace non solo di riformarsi, ma anche di predisporre strumenti per valorizzare lo straordinario serbatoio di aziende, capacità imprenditoriale e passione laboriosa che l’Italia coltiva dentro di sé. Viene naturale confrontarci con quella Germania, con cui condividiamo la leadership manifatturiera in Europa, e di cui tra poco ci occuperemo. Una somiglianza che scompare appena mettiamo piede fuori dai cancelli delle nostre fabbriche. I tedeschi, grazie a 15 anni di riforme, sono riusciti ad abbattere la loro spesa pubblica di ben dieci punti fino a raggiungere il 44% del Prodotto interno lordo. Nello stesso tempo, l’Italia ha vanificato il risparmio determinato dall’adozione dell’euro mantenendo, per questa ragione, una spesa pari al 52% del Pil. In altri termini, la politica – di destra e di sinistra – non è riuscita a dire no a chi vuole spendere di più. Per questo, ci appare non solo ragionevole, ma doveroso, chiedere meno spesa improduttiva e meno tasse sulle imprese e sul lavoro. Due obiettivi FARE 55 che, accanto all’irrisolta questione meridionale condizionano il futuro del Paese. LA CRESCITA ECONOMICA Non ci sono più alternative. La via per crescere passa attraverso una grande prova di responsabilità nazionale. La crescita per esser perseguita deve essere interpretata come una grande battaglia nazionale, condivisa e combattuta senza quartiere. Come la ricostruzione del dopoguerra, come la mobilitazione contro il terrorismo degli anni ’70, come la lotta per vincere l’inflazione o, ancora, come l’impegno per guadagnarci l’ingresso in Europa. Per sconfiggere 15 anni di crescita quasi impercettibile, la politica – tutta la politica – deve trovare la forza e il coraggio di ridefinire dalle fondamenta la macchina pubblica e i suoi costi. CONCLUSIONI Autorità, Presidente Marcegaglia, Signore e Signori, con questo incontro lascio la guida di una tra le maggiori Associazioni di imprenditori del Paese. Colgo questa opportunità per ringraziare tutti gli interlocutori istituzionali, politici, amministrativi e associativi con cui – anche quando mi sono scontrato – ho sempre condiviso l’impegno in favore del nostro territorio e della sua comunità. L’Associazione che lascio – forte e rappresentativa – esprime un patrimonio d’idee, competenze e proposte che arricchiscono l’intero sistema locale. In questi anni d’impegno così drammaticamente segnati dalla crisi, ho compreso appieno il ruolo insostituibile che l’associazionismo d’impresa esercita nel nostro Paese. 56 FARE Ho sperimentato, personalmente, non solo quanto sia necessario battersi per la competitività, per il mercato e per il merito, ma anche quanto sia frustrante. In tale prospettiva il valore di Confindustria e di Unindustria Bologna è incalcolabile. Il nostro fine è dare corpo e anima a una moltitudine che sarebbe altrimenti dispersa. Ebbene, se non ci mettessimo in gioco personalmente, attraverso le Associazioni, nessun altro lo farebbe. Nella consapevolezza di ciò, voglio ringraziare Emma Marcegaglia per averci guidato con passione in uno dei periodi peggiori della storia economica e sociale del Paese. In questo ultimo incontro mi faccio interprete del sogno accarezzato da tutti gli imprenditori italiani. Lavorare senza doversi difendere – ogni giorno – da uno stato invadente; da norme invasive e inapplicabili, come quelle del Sistri; da sanzioni comminate per carenze formali di questa o quella procedura; da una burocrazia che non ha eguali al mondo. Meritiamo di più. Lo affermiamo nella consapevolezza di quello che ciascuno di noi, con la propria impresa, con i propri familiari e con i propri collaboratori, fa per un Paese che festeggia in questi mesi 150 anni di Unità. Una festa che – grazie anche a Unindustria Bologna – è r iuscita a essere un grande momento di concordia nazionale senza rappresentare un costo per le imprese. Alla Presidente Marcegaglia chiedo – in coerenza con lo spirito dell’Assise di Bergamo – di perseguire con ancora maggior tenacia quel rinnovamento del Paese che è l’unica speranza di futuro per tutti gli italiani. La crisi ci ha ricordato che per fron- teggiare momenti difficili è indispensabile reagire con coraggio. Avere coraggio significa rifuggire da ciò che è facile, da ciò che è comodo, dagli alibi, dalla lamentela o, ancora, dalle accuse rivolte al destino o agli altri. San Paolo insegna che “il coraggio è una follia che rinnega la saggezza ipocrita”. Bologna ha rischiato di soffocare sommersa da troppa saggezza ipocrita e da troppo poco coraggio. Per questo all’insieme degli attori locali chiediamo una sola cosa: il coraggio di voltare pagina per iniziare, finalmente, a scrivere una nuova storia di successo. Care Colleghe e cari Colleghi, la prosperità e la felicità di questa comunità dipendono in larga misura dalla vitalità delle nostre imprese e dalle scelte di chi è chiamato al governo locale. A noi stessi, alla politica e alla società civile di questa terra ricordiamo che il futuro è sempre aperto e dipende da noi, da tutti noi. Dipende da ciò che tutti noi facciamo oggi, e faremo domani e dopodomani. E tutto ciò che noi facciamo e faremo, dipende, a sua volta, dal nostro pensiero e dai nostri desideri; dalle nostre speranze e dai nostri timori; dalla nostra volontà e dal nostro coraggio. Una considerazione che porta alla mente le parole del Beato Giovanni Paolo Secondo quando esortava a “non avere paura”. Ebbene, io sono certo che la qualità più diffusa in questa sala sia quell’umile e quotidiano coraggio che, insieme alla fiducia nel futuro, fa di ciascuno di voi un vero grande imprenditore. © RIPRODUZIONE RISERVATA ARTICOLO DI 2 assemblea 2011 copertina L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE NEO ELETTO ALBERTO VACCHI Centralità dell’impresa manifatturiera; un nuovo patto sociale, partendo dalla Regione; la priorità “giovani” 58 FARE Autorità, Sindaco Merola, Presidente Marcegaglia, Presidente Marchesini, Signore e Signori, Colleghe e Colleghi, l’assemblea privata dei soci, appena conclusa mi ha conferito l’incarico di rappresentare l’imprenditoria bolognese, nel primo quadriennio di Presidenza unitaria di Unindustria Bologna. Sento tutta la responsabilità del compito che mi è stato assegnato, in una fase molto complessa della storia economica e politica del nostro Paese. Sono al tempo stesso molto sereno per il contesto in cui opererò: industrialmente virtuoso per sua natura, dotato di capitale umano di rara professionalità, con imprenditori animati dalla voglia di resistere e di crescere. Qualità importanti e ben rap- presentate anche nella nostra Associazione. Oggi Unindustria Bologna, è una tra le principali Associazioni di imprenditori del Paese. Di questo dobbiamo dare merito a tutti coloro che mi hanno preceduto. Un ricordo particolare per il collega Paolo Mascagni, che con grande senso di responsabilità, ha lavorato al nostro comune progetto associativo, sin dalla sua Presidenza in Api Bologna. Un uomo integro, sempre pronto a battersi per i valori di chi fa impresa, senza paura di rimanere solo nell’esprimere il suo pensiero. A noi, oggi, il compito di mantenere vivo il suo ricordo, nel nostro agire quotidiano. Riprendendo il filo del discorso, dicevo poc’anzi che la nostra Associazione, oggi, rap- presenta una realtà importante, con più di duemila imprenditori: una moltitudine di aziende di diversa dimensione, dove le piccolissime, piccole e medie imprese rivestono un ruolo fondamentale per l’esistenza dell’intero tessuto manifatturiero. Una ricchezza di esperienze, di conoscenze, di competenze, che ho avuto modo di conoscere in questi anni di vita associativa, nella mia esperienza industriale, e che ho arricchito nei mesi scorsi, grazie ai numerosi incontri che ho avuto con i colleghi associati. In questi momenti di confronto, ho rilevato una grande carica, e la ferma volontà di contribuire attivamente a questo primo quadriennio associativo, per rafforzare la nostra capacità di fare impresa. Sono stati incontri che hanno offerto contributi preziosi per la messa a punto delle linee guida che poc’anzi nella parte privata ho presentato ai colleghi, sottolineando loro, che si tratta solo dell’inizio di un processo che dovremo alimentare con un confronto continuo perché non cada in rituali politici di vecchia generazione. Prima di entrare nel merito delle mie considerazioni consentitemi di ringraziare, ancora una volta, anche a nome di tutti i colleghi, Maurizio Marchesini. Va riconosciuto a Maurizio un biennio di lavoro davvero importante per la mole di iniziative che è riuscito ad avviare nonostante il noto e riconosciuto grave contesto economico. LA VISIONE Guardando ai prossimi quattro anni, vorrei portare alla vostra attenzione alcune considerazioni che sono parte fondamentale della visione associativa. Visione condivisa con i colleghi nei molti scambi di idee, non una fotografia statica, sempre pronta ad essere corretta, per fronteggiare nuovi scena- ri che improvvisamente potrebbero comparire e che non sempre saremo in grado di prevedere. La recente storia lo ha insegnato definitivamente. FARE 59 60 FARE FARE 61 ALBERTO VACCHI è il Presidente di Unindustria Bologna in carica per il quadriennio 2011-2015. È stato eletto alla carica il 7 Giugno 2011. Nato a Bologna il 17 febbraio 1964, è coniugato, con un figlio. Laureato in Giurisprudenza, imprenditore, ricopre la carica di Amministratore Delegato di IMA SpA dal 1996 e quella di Presidente del C onsiglio di Amministrazione dal 2007. Rappresenta la continuazione dell’impegno della Famiglia Vacchi, socio di riferimento, per l’affermazione di IMA SpA nei mercati mondiali. IMA SpA di Ozzano dell’Emilia (Bo), con un fatturato consolidato di 505 milioni di euro prodotto da un gruppo di 16 società con oltre 3000 addetti, azienda quotata alla Borsa di Milano dal 1995, esprime oggi una vera e propria leadership mondiale nel settore del packaging. Alberto Vacchi ha svolto un ruolo significativo nella commissione lavori della fusione tra Confindustria Bologna e Api Bologna. E dalla nascita di Unindustria Bologna nel 2007 ha fatto parte del Comitato di Presidenza dell’Associazione. Nel biennio 2009-2011 ha ricoperto inoltre, sempre quale componente del Comitato di Presidenza, la delega al Credito e alle Politiche Fiscali. All’interno di Unindustria Bologna, Alberto V acchi ha caratterizzato il proprio lavoro in direzione del sostegno all'industria manifatturiera ed alla collaborazione tra settori complementari. Il suo impegno si è indirizzato in particolare al progetto di rivitalizzazione del distretto meccanico e ai patti di filiera, cercando di sostenere nei momenti economicamente più difficili, anche direttamente attraverso l’attività del Gruppo da lui guidato, il distretto della subfornitura. Nell’Aprile 2010 è stato nominato V ice Presidente della sezione “Macchine automatiche per il confezionamento ed imballaggio” di Unindustria Bologna. Fa parte della Giunta Nazionale di Confindustria e della Giunta di Confindustria Emilia-Romagna. La crisi, partita dalla finanza ha travolto l’economia reale, bloccando per la prima volta esportazioni e importazioni a livello mondiale di moltissimi settori ed è arrivata imprevista dopo 15 anni di costante crescita. Il mio intervento è fortemente facilitato dall’analisi prospettica che ha fatto il Presidente Marchesini, e che si collega al lavoro svolto con i colleghi del Consiglio Direttivo, tracciando già una via per alcuni dei percorsi che dovremo affrontare. Dunque mi perdonerete se il mio intervento sarà caratterizzato da alcuni gradi di libertà, proprio perché trat- 62 FARE ta una materia comune e “in corso di costruzione”: far crescere le imprese del territorio. Cercherò di sottolineare i punti, alcuni dei quali fortemente integrati, che sono emersi con forza nei numerosi scambi di idee che ho avuto in ambito associativo negli ultimi mesi. SIAMO E SAREMO UN TERRITORIO MANIFATTURIERO Una prima considerazione. Quando parlo di Bologna, la nostra città, del nostro territorio, da imprenditore, non posso che porre l’attenzione sul ruolo centrale dell’impresa manifatturiera sui cui vedo racchiusi tutti i migliori valori che ci caratterizzano. E’ un modello di impresa fondato sulle persone, attaccato alle proprie radici, pur con gli occhi aperti sul mondo. E’ un modello di impresa che si sta, sempre più specializzando in nuove forme organizzative, scegliendo di acquistare da fornitori esterni semilavorati, lavorazioni, servizi e persino conoscenze. E’ un processo di divisione del lavoro in filiere che ha assunto, sul nostro territorio, una dimensione imponente. Le reti tra imprese, nascono qui, gia molti anni fa, e con esse il segreto della flessibilità e dell’adattabilità della “nostra filiera produttiva”. Dico questo, per sottolineare ancora una volta come la tutela delle imprese manifatturiere del nostro territorio, e la loro valorizzazione, siano oggi due azioni indispensabili per garantire la sopravvivenza del sistema produttivo nel suo complesso. Ma non basta sopravvivere, dobbiamo crescere. Per tale ragione è indispensabile un ulteriore impegno, per sostenere le imprese bolognesi nel loro approccio alle economie del mondo. La crisi non deve modificare la visione vincente perseguita nell’ultimo decennio. Dobbiamo continuare a impegnarci per fare del nostro sistema locale una piattaforma produttiva connessa con il resto del globo. Allo stesso tempo, è indispensabile aumentare il numero di aziende capaci di produrre e “pensare” anche al di fuori dell’Italia. Un orientamento all’internazionalizzazione che non ha nulla a che fare con la “delocalizzazione”, ma che, al contrario, costituisce la nostra vera grande opportunità di crescita non solo dei singoli ma dell’intera filiera. Si tratta di un obiettivo decisivo che dobbiamo perseguire. Sicuramente non da soli. IL SISTEMA BANCARIO Un primo supporto importante ce lo aspettiamo dal mondo bancario. Il nostro sistema manifatturiero, fatto da molteplici reti territoriali, composte da imprese di differente dimensione che operano in sinergia, deve essere riconosciuto dal sistema del credito come un’ opportunità. Ci ha ricordato poc’anzi il Presidente Marchesini che “Le nostre maggiori industrie dipendono, in maniera rilevante, dallo scambio realizzato con le piccole aziende che partecipano alla loro filiera produttiva”. Nella mia visione tutte le singole imprese della filiera sono parte di un sistema più forte e funzionale capace di progettare, di produrre, di vendere, e a questo sistema nel suo complesso devono essere riconosciute, dal mondo bancario, posizioni più solide nelle fasi di contrattazione. Se è vero in generale, è ancor più vero in questi casi che “Isolati si perde”. E’ necessario lavorare sulle relazioni tra filiera e banche. LE IMPRESE E IL TERRITORIO Andando avanti un contributo importante per la crescita ce lo aspettiamo dai diversi attori del territorio. Noi tutti, infatti, come comunità, dobbiamo affrontare il venir meno di vecchie certezze riuscendo, allo stesso tempo, a dar vita ad un nuovo “patto sociale” capace di proiettarci in avanti nei mercati, nella crescita delle nostre imprese, alle quali è inevitabilmente legata la crescita di tutto il nostro territorio. Prendiamo spunto dal tema della nostra odierna assemblea: Italia – Germania, per confrontarci sul modello tedesco, che spesso si mostra a noi come “il primo della classe”. E più precisamente parliamo del paragone Emilia Romagna - Germania. cube di previsioni ancor più negative che vedono il nostro territorio avviato verso una lenta perdita di spazi nel mercato globale, affetto da una cronica incapacità di crescere. Nell’affrontare questa analisi comparativa, premetto che la mia visione non è quella di un imprenditore rassegnato ad essere della squadra degli eterni secondi, o peggio ancora suc- Al contrario sono dalla parte di chi, lasciandosi alle spalle recriminazioni e inascoltate lamentele, ha l’atteggiamento giusto per affrontare in modo costruttivo un nuovo percorso di FARE 63 crescita, anche prendendo spunto da altri paesi europei ad intensa attività manifatturiera. Nonostante i lacci ed i laccioli del nostro sistema, l’Emilia-Romagna, si con uguale forza. Nessuno ha fatto mancare il suo contributo per raggiungere l’obiettivo: Stato, banche, impresa, sindacati, lavoratori. Nel nostro caso il primo tassello mancante presenta ancora competitiva per peculiarità dei distretti, modelli di produzione e segmenti di mercato. Siamo la regione più simile al contesto tedesco, su cui confluisce, oggi, l’80% del nostro export. La Germania però, ha avviato da oltre una decade un percorso che ha portato ad importanti riforme di sistema, consentendole di diventare la locomotiva d’Europa. Questo se da un lato non deve automaticamente comportare un nostro appiattimento sul modello tedesco, difficilmente applicabile “tout court”, dall’altro ci può fornire spunti molto interessanti per il nostro futuro percorso. Cardine della riforma tedesca è stata la comunanza di intenti: tutti insieme, tutti nella stessa direzione, tutti è proprio rappresentato dallo Stato, soprattutto nella pianificazione della politica industriale del paese. Pensiamo solo alla recente crisi finanziaria ed ai riflessi che ha avuto sulla economia, sulla società e sulla politica. Riflessi che hanno imposto alle nostre imprese, come mai in passato, di “nuotare da sole”. Concordo pienamente con quanto più volte espresso dalla nostra Presidente Emma Marcegaglia, gli imprenditori sono rimasti soli. Abbiamo bisogno, urgente, di un collegamento diretto e semplice tra imprese e politiche industriali a supporto della nostra crescita. Andando avanti, ritengo che lo spunto dato dalla riforma federalista tedesca, consenta di concentrarci di 64 FARE più sul nostro contesto territoriale che, come dicevo poc’anzi, più di altri nel Paese assume le caratteristiche di “regione tedesca”. Prendiamo spunto dalla generale spinta federalista che sta finalmente prendendo piede (pur con diverse sfumature) anche nel nostro paese. Sono convinto sia possibile costruire un nuovo percorso proprio partendo da qui, dal nostro contesto regionale, avviando un confronto costruttivo con tutte le istituzioni del territorio, con le altre associazioni di categoria, con il mondo bancario, con le organizzazioni sindacali, per arrivare insieme alla definizione di un nuovo “modello di competitività”, cercando, pur nei rispettivi ruoli, di perseguire l’obiettivo comune di rafforzarci, mantenendo “in loco” solide basi produttive. E qui senza grandi proclami, il primo vero concreto sostegno ce lo aspettiamo dalla nostra Regione. Il Governo “centrale” a noi più vicino, che si è più volte contraddistinto in buone pratiche ed in buona amministrazione. Ma vorrei richiamare l’attenzione anche sugli “altri governi” con cui interagiamo, la Provincia e le 60 amministrazioni comunali (fra cui Bologna) del nostro comprensorio. E’ da molti anni che ci interroghiamo su modelli di federalismo fiscale, sullo sgravio di inutile burocrazia; oggi non è più rinviabile un passo in avanti. Gli imprenditori avvertono l’esigenza di avere norme e prelievi fiscali omogenei nei diversi comuni, più semplici nelle forme di prelievo e di calcolo. Lavoriamo per l’obiettivo comune di contenere l’impatto della fiscalità locale sui nostri bilanci. Alla nostra Provincia, così attenta alla dimensione industriale del nostro ter- ritorio, chiediamo di sostenere il percorso delle aree Metropolitane, assicurandoci sin d’ora che le stesse, saranno sinonimo di sinergie e risparmi: un nuovo esempio virtuoso di collaborazione territoriale che non dimentichi il ruolo centrale di Bologna. E parlando della nostra città, voglio sottolineare, anch’io, l’importanza del tema della centralità. Alla neo amministrazione comunale, oggi il difficile compito di declinare un progetto che consenta prima di tutto di recuperare terreno e tempo perduto. Lo sviluppo di un territorio, è subordinato inevitabilmente alla condivisione ed al supporto dei principali stakeholder, ri- nostre migliori risorse: posizione geografica e cultura manifatturiera. La nostra posizione geografica, tra l’altro ci rende possibili hub per molti mercati esteri; la stretta vicinanza a Milano, Firenze, consente di vedere Bologna come loro prima periferia e viceversa. Un’occasione da non perdere, soprattutto nell’ottica dell’Expo 2015 a Milano. La moltitudine di nicchie di prodotto, vere e proprie scuole di alta manifattura nei diversi settori industriali: dalla meccanica, all’alimentare, al biomedicale, fanno di Bologna una città interessante su cui si deve tornare ad investire seriamente. Nella definizione del percorso di cre- cordiamoci in questo il modello tedesco: tutti insieme, tutti nella stessa direzione, tutti con uguale sforzo, nell’interesse del progetto generale. Sindaco Merola, a lei il compito di tracciare la via, da parte nostra il suggerimento è quello di sfruttare le scita e ritrovata centralità, una leva importante, soprattutto per le imprese, sarà quella della ricerca e dell’innovazione. LE IMPRESE E LA RICERCA Su questo specifico argomento voglia- mo, e qui mi rivolgo nuovamente alla Regione, una strategia concreta, progetti con una credibile massa critica. Evitiamo competizioni inutili tra attori deboli. In questo dobbiamo incidere anche noi, imprenditor i, con maggiore coinvolgimento nella fase di programmazione, e non solo a livello regionale: mi riferisco al momento in cui vengono identificate le priorità in sede comunitaria. Lavoriamo per far emergere la domanda e le idee per l’innovazione, facciamo in modo che i giovani possano esprimersi non in alternativa, ma utilizzando al meglio il bagaglio di esperienza di chi ha costruito e consolidato il nostro tessuto industriale. Non serve uno scontro generazionale, serve un metodo per comunicare e disegnare nuove progettualità non per ricevere eventuali limitati finanziamenti ma per vincere nella competizione. In questo è evidente la necessità di avere un mondo della ricerca pubblica al nostro fianco, con una funzione di stimolo reciproco. Una ricerca pubblica dove debbono vincere i migliori, senza trucchi e clientele. In questo vogliamo che il nostro interlocutore privilegiato ridiventi l’Università di Bologna, con cui definire anche le nostre priorità formative; Università di Bologna che, uscendo da logiche di autoreferenza, possa costituire il perno per future collaborazioni con le più qualificate Università del mondo. Senza illuderci che per questo saremo un’oasi nel deserto della burocrazia pubblica, ma sapendo di avere una marcia in più rispetto al resto del paese. Dobbiamo ridurre il divario che oggi c’è tra impresa e il resto del territorio quando si parla di ricerca, di scuola, di giovani. FARE 65 LA PRIORITA’: SENZA GIOVANI NON C’E’ CONTINUITA’ A tale proposito una considerazione prioritaria riguarda i giovani ed il mondo del lavoro. I dati di cui disponiamo non sono allarmanti, sono devastanti. Nella fascia tra i 15 e i 24 anni l’occupazione Italiana è di 30 punti inferiore a quella di Regno Unito e Germania. Nel 2010 i giovani sotto i 29 anni fuori dal circuito lavorativo e dall’istruzione sono saliti a 2,1 milioni. Uno spreco immane di energie, di risorse di entusiasmo. E andando oltre la lettura dei dati, e calandoli ancora una volta in una visione imprenditoriale, vedo che questa condizione giovanile crea crescenti divaricazioni sociali e generazionali. 66 FARE Da un lato ci sono imprese che chiudono perché non hanno trovato il testimone, a cui affidare la continuità. Dall’altro lato ci sono giovani in gamba che lasciano il territorio perché non hanno trovato un adeguata opportunità di lavoro. E ancora. Da un lato ci sono aziende che si trascinano professionalità inadeguate perché imbrigliate in forme rigide di lavoro, dall’altro ci sono neolaureati che accedono al primo impiego in grande ritardo rispetto alla media europea, con effetti economici e sociali devastanti. Ritardo nella acquisizione di una propria autonomia, peso aggravato sui bilanci famigliari dei genitori. C’e’ una nuova povertà che emerge legata anche all’eccessivo carico fiscale sui salari, il cui aumento non può sempre gravare sull’im- presa. Per questi temi dobbiamo ricordare che Bologna oggi, pur partendo da posizioni virtuose, che ho volutamente sottolineato, tende purtroppo a non essere diversa dal resto d’Italia. Si sta creando una generazione sfiduciata, disillusa,che non s’impegna perché non trova sbocchi e non vede per se un futuro. Perdiamo molti bravi giovani che se ne vanno all’estero. E non mi riferisco solo ai cosiddetti “cervelli” che potrebbero rappresentare una elite, ma anche a ragazzi che non trovando un normalissimo lavoro sul nostro territorio lo cercano e spesso lo trovano altrove. Una “gene- razione di scoraggiati” non si riproduce né economicamente, né demograficamente, e genera senza colpe un pericoloso circolo vizioso. Cosa fare? Non ci sono ricette pronte. E’ un tema importante su cui l’Associazione, a mio avviso, dovrà dedicare tempo e risorse, avviando sin da subito un dialogo con le Istituzioni, perché si ricrei un circolo virtuoso di relazioni e di funzioni. Occorre una scuola capace di riconoscere il merito, occorrono esempi diffusi di gente giusta al posto giusto. Dobbiamo recuperare parole e concetti estinti, meritocrazia, valori etici, diritto a crescere, diritto a (come si diceva una volta) “fare fortuna” . Per cogliere gli obiettivi occorre stimolarci anche con nuove sfide. Bologna vuole essere presente in prima linea su questo tema, per limitare la precarietà del lavoro giovanile e accrescere la vicinanza con il mondo della scuola. Emma, hai trattato a lungo il tema dei giovani nella recente assemblea generale. Unindustria Bologna è a tua completa disposizione per sperimentare nuovi modelli contrattuali e di relazioni che possano essere una soluzione a questo problema. CONCENTRIAMO LE RISORSE “CHE PER DEFINIZIONE SONO SCARSE E SI CONSUMANO” Infine un ultimo punto di metodo. Dobbiamo lavorare su progetti di grande dimensione, che colpiscano a fondo le priorità delle imprese e di conseguenza il territorio . In tempi di risorse scarse, se davvero vogliamo contribuire a portare sul nostro territorio qualche possibilità di cambiamento e di ripresa, dobbiamo tutti perseguire la politica di pochi progetti qualificati e, se ci riusciamo, possibilmente condivisi. Dobbiamo far rete con la Regione, con la Provincia, con i Comuni, con la Camera di Commercio, con gli Enti e le Istituzioni che operano sul territorio, con i sindacati, auspicabilmente uniti. Dobbiamo evitare la dispersione a pioggia di risorse, sempre meno abbondanti, che nessun concreto e duraturo beneficio apportano, se parcellizzate in mille rivoli. In questo la nostra associazione potrà fungere da stimolo, aperta più che mai a confrontarsi e collaborare con tutti gli attori del nostro sistema. CONCLUSIONI In sintesi, e mi avvio a concludere, le considerazioni che oggi abbiamo condiviso sono la base del prossimo quadriennio, in cui insieme ai colleghi imprenditori, con molte sfumature, ci siamo tutti riconosciuti: centralità dell’impresa manifatturiera e del suo modello di filiera, per cresce- re nei mercati. - un nuovo patto sociale che partendo dalla Regione, supporti la crescita delle imprese. - la priorità “giovani” per la continuità delle nostre imprese e del territorio. - un metodo di lavoro che identifichi pochi grandi progetti, possibilmente condivisi. Vorrei però ricordare che tutti questi punti presuppongono, trasversalmente, una nuova generazione di relazioni virtuose con il mondo del lavoro. Per arrivare a questo sintetico sommario ognuno di noi ha rinunciato a qualche specificità, ma noi imprenditori, sappiamo bene che se non investiamo del nostro, portiamo a casa ben poco: tutto ciò che può rivelarsi utile ha dei costi da pagare. Dunque grazie ancora a tutti gli Associati per questa voglia di innovazione che pretendiamo sia valutata positiva- FARE 67 mente dalla politica, dalle istituzioni, dalla società. Non vogliamo applausi e complimenti ma occasioni ed opportunità per crescere. Questi ultimi anni hanno lasciato in eredità, alla nostra città, una stagnazione pressoché totale, sotto ogni profilo. Dalla nostra angolatura, la crisi, la chiusura di importanti realtà manifatturiere, la dice lunga e potrebbe essere anche un indicatore della qualità delle politiche pubbliche a sostegno dell’industria. Ogni impresa che fallisce è anche un fallimento istituzionale. Molti fattori hanno contribuito ad uno stato di malessere diffuso e di sfiducia complessiva, che in parte ci hanno privato di un patrimonio comune, che in anni e anni i nostri genitori, e prima di loro i nostri nonni avevano contribuito a formare. Oggi siamo a un punto di possibile inversione di tendenza che potrebbe portarci definitivamente fuori dalla crisi. Personalmente rifiuto l’atteggiamento di chi coglie solo segni di difficoltà e, allo stesso tempo, non cedo all’euforia per questi primi, buoni segnali di r ipresa, che nei mercati stiamo cogliendo. Ma è anche vero che le crisi sono ormai cicliche, ravvicinate, strutturali per alcuni aspetti, e bisogna essere attrezzati ai nuovi scenari, in cui crescono nuovi mercati, nuovi attori 68 FARE competitivi, alcuni dei quali operano in mondi con meno regole. Noi non vogliamo portare indietro le lancette dell’orologio, con sistemi privi di regole, sarebbe anche sconveniente. Ma dobbiamo essere tutti consapevoli, dello sforzo necessario per tornare ad essere competitivi ed a poter crescere. Non dobbiamo perdere questo momento, perché potrebbe passare molto tempo prima che si riverifichino le stesse condizioni, e forse molti di noi potrebbero dar segni di stanchezza. E’ tempo di cambiare natura delle relazioni, di ridurre le conflittualità da avanspettacolo. E’ tempo di prendere bene coscienza di tutte le funzioni dell’impresa. Non solo per gli aspetti di ruolo sociale, ma anche per il ruolo fondamentale che la generazione di ricchezza, la stabilità dei posti di lavoro, l’equità salariale rispetto ad una capa- che siano chiare, trasparenti e funzionali al bene di tutti. Ricordo sempre una indicazione che ho ricevuto nella mia formazione che si riferisce alla assoluta necessità di non trovarsi mai nella posizione di chi facendo male agli altri, fa male a se stesso: le corret- Nelle settimane successive il Consiglio Direttivo di Unindustria Bologna ha nominato i componenti del Comitato di Presidenza per il quadriennio 2011-2015: Sonia Bonfiglioli (Presidente del settore metalmeccanico di Unindustria Bologna, AD di Bonfiglioli Riduttori SpA); IL COMITATO DI PRESIDENZA E LA DIREZIONE te relazioni ed il bene delle parti è la base di un vero e duraturo successo. Dunque un impegno, per un lavoro condiviso, per una contrattazione costruttiva e soddisfacente per le parti, tutto per riprendere il percorso della Roberto Kerkoc (Rappresentante della media impresa di Unindustria Bologna, AD di Tecnoform SpA); Sandra Samoggia (Vice Presidente del settore cartografico di Unindustria Bologna, AD di Supercolor Srl); Romano Volta (Presidente di Datalogic SpA). Alberto Vacchi ha indicato Roberto Kerkoc per la carica di Vice Presidente Vicario dell’Associazione. Nicola Pizzoli (Presidente del settore alimentare di Unindustria Bologna, AD di Pizzoli SpA); Nominati anche gli altri 3 Vice Presidenti, nelle persone di Angelos Papadimitriou, Daniele Salati Chiodini, Romano Volta. Infine, si conferma invitato permanente ai lavori del Comitato di Presidenza il Rappresentante della piccola impresa Massimo Cavazza, Vice Presidente nazionale della piccola industria di Confindustria. Daniele Salati Chiodini (AD di Omega Taglio Foodtech Srl); Tre i membri di diritto del Comitato di Presidenza: Angelos Papadimitriou (AD di G.D SpA); il Presidente di AnceBologna Luigi Amedeo Melegari ALBERTO VACCHI il Presidente della Delegazione imolese Marco Gasparri il Presidente dei Giovani Imprenditori Gian Guido Riva. cità di restare sui mercati, generano sulla qualità della vita. Lasciandosi alle spalle contrapposizioni troppo ideologiche, che hanno pregiudicato spesso la possibilità di un confronto, dobbiamo evolvere verso relazioni anche regolate da dibattiti aspri ma ROBERTO KERKOC ANGELOS PAPADIMITRIOU DANIELE SALATI CHIODINI ROMANO VOLTA SONIA BONFIGLIOLI NICOLA PIZZOLI SANDRA SAMOGGIA LUIGI AMEDEO MELEGARI crescita che ci ha consentito di essere imprese che hanno saputo fare il bene di tutti, di un territorio, di una nazione, ed oggi sono presenti nel mondo. Questo sarà il nostro impegno. © RIPRODUZIONE RISERVATA MARCO GASPARRI GIAN GUIDO RIVA MASSIMO CAVAZZA Cesare Bernini assume dal 1 settembre il ruolo di consigliere delegato per il raggiungimento di specifici obiettivi definiti dalla Presidenza, lasciando, a conclusione del quadriennio costituente, la conduzione della Direzione a Tiziana Ferrari, Direttore Generale di Unindustria Bologna dal 1 settembre. Tiziana Ferrari, 37 anni, laureata alla Facoltà di Economia dell’Università di Bologna, è stata negli ultimi quattro anni il diretto referente del direttore generale Cesare Bernini, che ha supportato sin dall’inizio il suo percorso di crescita. FARE 69 ARTICOLO DI copertina 3 assemblea 2011 GLI IMPEGNI DEL SINDACO MEROLA: PIANO URBANISTICO, INFRASTRUTTURE, UNIVERSITÀ “O ra che è tornata la politica c'è un consiglio comunale, c'è un sindaco, è il momento per creare insieme le condizioni per un nuovo inizio". Con questo messaggio, il neo sindaco di Bologna Virgino Merola, ha rivolto un saluto all'assemblea generale di Unindustria. Al primo cittadino di Bologna gli industriali chiedono di “tracciare la via” per il rilancio economico della città e del suo territorio. “Il nostro primo impegno deve essere occuparci di lavoro e crescita per la nostra città – ha detto Merola confermando l'attenzione dell'Amministrazione al piano strategico chiesto dal mondo produttivo. “Dobbiamo assicurare al massimo i temi attuativi che sono stati fermi per un anno e mezzo”, ha aggiunto il sindaco indicando tra le priorità la realizzazione del piano urbanistico, la definizione del sistema infrastrutturale, le relazioni con l'Università. Nel suo breve intervento di fronte alla platea degli industriali bolognesi, Merola ha raccolto l’allarme lanciato da Alberto Vacchi che nel suo primo discorso da leader di Unindustria ha parlato di una generazione di "giovani scoraggiati che non si riproduce né economicamente né demografi- 70 FARE camente". “Occorre un patto chiaro e forte con l'Università. Abbiamo bisogno, a cominciare dal Polo tecnologico, di concentrare intelligenze, di più avanguardie del sapere e di molti luoghi di scienza. Bologna deve tornare ad essere protagonista della propria ripresa economica scommettendo su cultura, ricerca e creatività giovanile.” La svolta ecologica per Bologna promessa dal neo sindaco può essere la grande occasione per il rilancio del sistema produttivo territoriale. “Crediamo in un’alleanza civica per la svolta verde che produca, anche con percorsi partecipati, cambiamenti negli stili di vita individuali a fianco di trasformazioni strutturali della nostra economia, per ridurre il debito ambientale che lasceremo alle generazioni future. Il ruolo dei territori e la loro capacità di attrarre persone e investimenti dipenderà sempre di più dalla qualità globale che sapranno esprimere. Da questo punto di vista scommettere sull’ambiente non è solo la premessa per uno sviluppo sostenibile ma è in se stessa un’opportunità anche sotto il profilo economico”. (m.p.) ” © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 71 ARTICOLO DI 4 assemblea 2011 copertina LA LOCOMOTIVA DELLA CRESCITA EUROPEA di Marcello Pierdicchi Dice il giornalista Oscar Giannino: è la Germania l’esempio da seguire. In Italia la politica cerca il consenso a scapito delle riforme 72 FARE “Dieci anni fa la Germania era considerata il malato d’Europa, l’economia non cresceva, il debito pubblico e la disoccupazione raggiungevano livelli record. Oggi, dopo essersi data e aver raggiunto alcuni importanti obiettivi, è uscita rafforzata della crisi economica mondiale, ed è tornata a trainare la crescita europea come una locomotiva”. Per Oscar Giannino, giornalista economico, ospite dell’assemblea generale di Unindustria Bologna, "la Germania è l'esempio da seguire ma in Italia la politica cerca il consenso a scapito delle riforme". Nel suo intervento Giannino ha sottolineato le differenze tra il sistema economico tedesco e quello italiano partendo proprio dalla ricetta del miracolo tedesco. “In Germania, quando ancora nessuno aveva previsto il deflagrare della crisi, la politica ebbe la lungimiranza di intraprende la via delle riforme. Come? Con un rigido tetto alla spesa pubblica fissato a livello costituzionale per azzerare il debito entro il 2015 e un patto d'acciaio tra aziende e sindacati in base al quale gli operai si impegnano, all'insegna della competitività, a lavorare di più allo stesso salario in cambio dello stop a delocalizzazioni e licenziamenti. Un modello che ha permesso alla Germania di abbassare la pressione fiscale, mantenere la pace sociale entro i propri confini e conquistare con i suoi campioni nazionali (Volkswagen-Audi e Siemens per fare solo due esempi) i mercati asiatici”. Rigore pubblico, competitività delle imprese, buona politica e cooperazione tra imprese e lavoratori, la Germania chiuderà il 2011 con una crescita del Pil di oltre il 3%, tre volte più alta di quella italiana, una pressione fiscale e una spesa pubblica scesa di 6 punti di Pil negli anni prima della crisi e una quota export sempre più alta. “L'esempio da seguire, nei primi anni Duemila, era dunque a portata di mano per l'Italia, che tuttavia ha perseverato, allora e più tardi, nel suo atavico vizio: utilizzare la spesa pubblica per coltivare il consenso” ha sottolineato Giannino dicendosi poco fiducioso sulla nostra politica, incapace di riformarsi, di fare le riforme e di saper fare scelte di discontinuità. Sulle politica economica dell’attuale esecutivo ad esempio dice: “In Italia occorre tagliare la spesa pubblica, non con tagli lineari come sta facendo Tremonti ma concentrando le risorse solo su alcune settori strategici”. Sul futuro Giannino vede però un rischio anche per la Germania. “L’eurodebito è un rischio ancora aperto e la crisi si può allargare senza interventi forti a difesa della moneta unica. Per i politici tedeschi sarà un problema spiegarlo alla propria opinione pubblica, ma anche per la Germania l’euro resta un grande strumento di competitività”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 73 ARTICOLO DI 5 assemblea 2011 copertina Winkelmann il made in Italy è un valore aggiunto ma servono organizzazione e dimensione aziendale ITALIA GERMANIA A CONFRONTO di M. P. di M. P. Due sistemi industriali competitivi, due paesi diversi, visti da Rudolf Colm e Stephan Winkelmann, manager tedeschi con una lunga esperienza nel nostro Paese 74 FARE Stephan Winkelmann, presidente di Automobili Lamborghini Il fascino e l’appeal di uno dei brand più rappresentativi e di successo del Made In Italy con alle spalle la solidità del numero uno europeo e big global player mondiale dell'auto. E’ questo il binomio vincente di Automobili Lamborghini, dal 1998 azienda del Gruppo Volkswagen con salde radici a Sant’Agata Bolognese. Alla sua guida da sei anni c’è Stephan Winkelmann. Il manager tedesco è stato insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per il suo impegno nel rilancio del brand Lamborghini, che oggi vanta una posizione di vertice nel panorama automobilistico mondiale ed è un esempio di eccellenza nazionale ed internazionale nel campo delle supersportive. Winkelmann, intervenendo all’assemblea di Unindustria Bologna è partito dal valore dell’italianità di un prodotto. “Le nostre vetture piacciono perchè sono Lamborghini in tutto e per tutto: estreme, originali, forti e grintose, con uno stile inconfondibilmente italiano. Rappresentano un ineguagliabile connubio di potenza ed esclusività stilistica”. Il made in Italy per il presidente della casa automobilistica del toro è un grande valore aggiunto ancora riconosciuto nel mondo. Oggi però “creatività, stile e bellezza non bastano più se non sono accompagnati da una organizzazione e una dimensione aziendale adeguata per competere sui mercati internazionali”. Da quando è arrivato a Sant’Agata Bolognese Winkelmann ha condotto una strategia di business incentrata su alcune linee guida, con l’obiettivo di fare di Lamborghini il brand di supersportive più desiderabile e ambito del mondo. “Per prima cosa siamo partiti dal prodotto, articolato in due linee di modelli con i loro derivati: Gallardo e Murciélago. Parte della strategia in questo ambito è sempre stata la promessa di lanciare almeno un nuovo prodotto ogni anno”. Gli ingenti investimenti in ricerca e sviluppo, occupano tuttora una parte significativa del fatturato totale dell’azienda e hanno condotto Lamborghini al raggiungimento di posizioni di vertice, ad esempio, nel cam- po dell’ingegneria leggera e nello sviluppo avanzato delle tecnologie basate sulla fibra di carbonio. Il secondo pilastro principale della strategia Winkelmann è quello dall’internazionalizzazione. “Oggi per essere leader bisogna essere presenti su tutti i mercati, per questo motivo abbiamo sviluppato una forte espansione della rete commerciale al fine di massimizzare la penetrazione di questi mercati. La Cina è diventata il nostro secondo mercato di riferimento e in pochi anni Lamborghini ha raddoppiato il numero dei suoi concessionari mondiali”. Infine, il legame con il territorio. “Da quando sono arrivato a Sant’Agata Bolognese il numero di occupati è cresciuto del 22%, i rapporti con la scuola e l’università si sono stretti sempre di più, è aumentato il numero di tirocini e delle borse di studio”. Legame con il territorio significa anche attenzione all’ambiente. “Con il passaggio alla proprietà tedesca, Lamborghini ha fatto propri gli obiettivi del piano ambientale del Gruppo Volkswagen – ha concluso Winkelmann - Nella la nostra sede abbiamo installato un nuovo grande impianto fotovoltaico che, insieme ad altri interventi, permetterà una riduzione del 35% di emissioni entro il 2015”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 75 Colm cos’è che fa la differenza? Federalismo e relazioni industriali di M. P. Rudolf Colm, presidente di Bosch Italia Una struttura federale dello stato in grado di garantire un miglior supporto alle imprese, la partecipazione attiva dei lavoratori nei processi decisionali delle aziende attraverso la cogestione, imprese più grosse per competere sul mercato globale. Secondo Rudolf Colm, membro del Board of Management della Robert Bosch GmbH e presidente di Bosch Italia, sono questi i tre principali fattori alla base del differente andamento dell’economia tedesca da quella italiana. Colm, intervenendo all’assemblea di Unindustria Bologna ha più volte sottolineato il ruolo fondamentale che hanno i Lander in Germania. “Il radicato federalismo e il fatto che i Länder siano gli attori fondamentali della politica industriale è un grosso aiuto per le aziende tedesche, specie per quelle 76 FARE che vanno all’estero. In Cina sanno che gli imprenditori tedeschi portano progetti e investimenti perché hanno alle spalle uno stato forte. Questo in Italia non c’è ancora, da noi il supporto della politica è sicuramente più sostanzioso”. L’altro elemento che differenzia maggiormente i due sistemi economici è per Colm quello delle relazioni industriali. “La Germania ha varato importanti riforme del mercato del lavoro che ne hanno aumentato il livello di flessibilità. Negli anni Duemila in Germania è cominciato un processo di evoluzione del sistema delle relazioni sindacali. Oggi il contratto collettivo nazionale ha ancora un peso significativo, ma il 50% circa delle aziende introduce deroghe, concordate con il sindacato. È prevista la possibilità di sostituire il contratto nazionale con quello aziendale, anche se tale possibilità è stata utilizzata solo dal 7% delle imprese. In molte categorie c’è un solo sindacato o comunque prevalgono impostazioni unitarie. Per proclamare uno sciopero serve il consenso del 75% dei lavoratori iscritti. Il fatto di avere un unico interlocutore per le imprese è importante. Attraverso la cogestione i lavoratori e le rappresentanze sindacali hanno un potere significativo nella gestione dell'azienda e questo ha aiutato a superare la crisi riducendo il costo del lavoro senza tagli occupazionali”. La ricetta è stata utilizzata da Bosch anche nel nostro paese. “Nel 2010 siamo tornati a crescere anche in Italia. Complessivamente, nei tre settori di business in cui operiamo, la tecnica per autoveicoli, le tecnologie industriali e i beni di consumo, il fatturato è salito a 2 miliardi di euro, il 25% in più rispetto al 2009”. Risultati ottenuti, ha ricordato Colm, “grazie a investimenti significativi”. Oggi in Italia, nelle 16 società operative e nei quattro centri di ricerca e sviluppo della Bosch lavorano circa 5.400 persone. “Abbiamo superato bene la crisi grazie anche agli accordi che abbiamo raggiunto con i sindacati, basati su nuovi modelli di flessibilità”. E oggi, nonostante le difficoltà del sistema Paese, a partire dalle dimensioni aziendali spesso troppo piccole per competere a livello globale, Bosch guarda ancora con interesse all' Italia. “Avere mantenuto i livelli occupazionali nonostante la crisi - conclude Colm - è già un successo. Ma in alcuni stabilimenti prevediamo di crescere ulteriormente, con gradualità e selettività”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 77 ARTICOLO DI 6 assemblea copertina di Antonella Zangaro DOPO LA CRISI, UNA GRANDE OPPORTUNITÀ Emma Marcegaglia: per riagganciare il futuro servono scelte coraggiose, puntando sulle eccellenze e lavorando in squadra 78 FARE FARE 79 P iglio deciso e voce ferma, come le sue parole. Emma Marcegaglia ha chiuso la giornata che ha segnato l'avvicendamento tra Maurizio Marchesini e Alberto Vacchi alla guida di Unindustria Bologna in una sala gremita e in un'atmosfera indubbiamente frizzante. Si respirava fiducia martedì 7 giugno all'Europauditorium e le parole del presidente neo eletto hanno convinto tutti, a cominciare da lei, la leader degli industriali, che ne ha apprezzato “la visione alta per grandi obiettivi”. “In bocca la lupo, Alberto!”, l'incoraggiamento lanciato dal palco. Quindi il punto. Italia e Germania sono i due sistemi messi a confronto nell'assise che ha affrontato il tema delle strategie utili per tornare a crescere. Emma Marcegaglia, respirando l'ottimismo che circolava in sala ha messo sul piatto obiettivi e buoni propositi. “Il mondo ha superato la crisi del 2008-2009 e quella che si presenta ora è una grande opportunità”, ha spronato la platea. Il coraggio di saper fare scelte coraggiose 80 FARE puntando sulle eccellenze e lavorando in squadra sono le chiavi di volta per riagganciare il futuro. “Senza paura”. Era già nel commiato di Maurizio Marchesini l'incoraggiamento che fu di Beato Giovanni Paolo II a non averne, di paura. Il punto oggi è che se l'Italia può godere del vantaggio sull'Euro debito, le note dolenti comunque non mancano. Prime preoccupazioni per la numero uno degli industriali sono un tasso di crescita del paese troppo basso e un mondo del lavoro colpevole di fare troppi esclusi. Poi c'è il nodo Basilea 3, un tema aperto. “Le banche non devono avere regole troppo stringenti sul credito” ha rincarato Marcegaglia che pone come obiettivo un nuovo patto con gli istituti di credito che “devono essere al nostro fianco”. Qui la Germania torna come modello vincente: “Il sistema bancario ha sorretto le imprese tedesche e Unindustria Bologna deve contribuire ad aprire questa strada”. L'impegno. Il palco di Bologna ha rappresentato anche l'ennesi- ma occasione per parlare chiaro al governo. “Occorre ridurre la spesa pubblica - ha ammesso Marcegaglia – ma non attraverso i tagli lineari”. Di più. “Servono investimenti significativi in campi specifici” e, ricollegandosi all'intervento di Alberto Vacchi che guardava a una relazione dinamica con la Regione, ha esortato a non tagliare i trasferimenti agli enti virtuosi come l'Emilia-Romagna. Ancora rivolta al governo, la numero uno di Viale dell'Astronomia ha chiesto una seria riduzione dei confini dello Stato in favore delle liberalizzazioni, a partire dalle aziende dei servizi pubblici locali in perdita e poi un segnale simbolico. “I costi della politica hanno un'incidenza molto bassa – ha ammesso Marcegaglia – ma se tutti dobbiamo fare sacrifici, anche la politica deve rinunciare ai suoi privilegi”. Gli imprenditori non chiedono soldi per le imprese ma solo la rimozione degli ostacoli. Semplificazioni, dunque, più libera concorrenza e una riforma fiscale che allenti la pressione sui lavoratori e sulle imprese e che dia la certezza del diritto. Rivolta ai sindacati guarda all'esempio tedesco per spiegare come la logica unitaria abbia condotto alla pace sociale. Emma Marcegaglia affronta anche la questione dell'efficienza di Confindustria, delle relazioni con l'università da sviluppare al meglio e un punto fermo: “Noi siamo e restiamo indipendenti dalla politica. Non abbiamo paura di denunciare le cose che non vanno. Questo è ancora un Paese sano dove rimanere a vivere e crescere e nel quale dare ai nostri figli un futuro migliore”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 81 HANNOAEDFBGJFWC DEFGIKNKLSDIKIOX ASEYJXOERPIMNZAS ANMDETTOKDIXSAS CLDLOPWCAUTIKXC EXVULMOPRSAWRP ANXCFXIASGDIFJLDI SFKJTRIOPZIXCEIAS DIUTPOLFMJERIERP ESKTUOPERMBSNOI L’ASSEMBLEA DI UNINDUSTRIA BOLOGNA VISTA DALLE PAGINE DEI QUOTIDIANI 82 FARE Il Resto del Carlino 8 GIUGNO 2011 “ ‘Nuovo patto sociale sul modello della Germania’ Alberto Vacchi incoronato presidente di Unindustria: ‘Tutti assieme per tornare davvero competitivi’ “ Il Resto del Carlino 8 GIUGNO 2011 “ ‘Per ripartire le banche diano più fiducia alle aziende’ Maurizio Marchesini chiude il mandato e rilancia città metropolitana e Universiadi. ‘Da questa crisi si esce solo insieme. Basta antagonismi fuori dalla storia’ “ Corriere di Bologna 8 GIUGNO 2011 “Il sindaco: ‘la politica crei un nuovo inizio’. Merola davanti agli imprenditori dopo il debutto del consiglio comunale: ‘Una riforma per sburocratizzare’. ‘Sono d’accordo con Vacchi: servono pochi progetti concreti su cui convergere e definire chi fa che cosa’. ‘Dobbiamo partire dalla necessità di rilanciare la crescita economica e sociale. Il nostro primo impegno deve essere occuparci di lavoro e di crescita’ “ L’Informazione - Il domani di Bologna 8 GIUGNO 2011 “E al governo Marchesini chiede di chiudere le vertenze generate con la roulette del click day e cinque anni di credito d’imposta automatico per gli investimenti in innovazione” Il Sole 24 Ore 8 GIUGNO 2011 “Unindustria Bologna mira a un nuovo patto. Il neopresidente Vacchi: ‘Priorità al manifatturiero e ai giovani’. Modello a misura di Europa per produttività e relazioni sindacali” Corriere di Bologna 8 GIUGNO 2011 “I sindacati (stavolta) in coro: ‘Interlocutore da apprezzare’. Dionigi: ‘L’Ateneo ci sarà’. Campagnoli: ‘Emerge una nuova generazione’. Clima positivo in platea. Filetti: successione senza contrasti “ Il Resto del Carlino 8 GIUGNO 2011 “Apprezzamento dai sindacati: ‘Vediamoci prima possibile’. E Merola: ‘ora dobbiamo creare insieme un nuovo inizio’ “ Repubblica Bologna 8 GIUGNO 2011 “Vacchi lancia il patto per Bologna. Il neo presidente di Unindustria: ‘Ora tutti insieme per rilanciare la città’ “ Il Sole 24 Ore 8 GIUGNO 2011 “Marcegaglia: serve un’intesa rapida sulla rappresentanza. Il modello tedesco resta il riferimento” Il Sole 24 Ore Centro Nord 8 GIUGNO 2011 “Bologna scommette sui piccoli. Buon recupero per i 2mila associati ma la crescita tedesca resta un miraggio. Il neopresidente Vacchi: focus sull’anello debole della filiera” L’Unità Emilia Romagna 8 GIUGNO 2011 “Il nuovo presidente Vacchi a Merola: lavoriamo insieme” FARE 83 innovazione Il Club degli Innovatori di Cristina Galli Opera in Unindustria Bologna dal 2008: imprenditori, docenti, esperi che si confrontano attraverso seminari tecnici e di management, presentazione di best practices, benchmarking tra imprese. 84 FARE Innovare non solo prodotti, ma soprattutto processi e organizzazione. E’ questa la sfida del Club Innovatori, nato tre anni fa in seno ad Unindustria Bologna con l’obiettivo di creare spazi di confronto e di dibattito tra imprenditori ed esperti su questo tema così strategico per le imprese. Del resto proprio l’innovazione, insieme alla internazionalizzazione e alle risorse umane, è la risposta per riuscire a riposizionarsi sui mercati dopo la grande crisi strutturale che ha sconvolto l’economia mondiale. Proprio da Confindustria, nel 2008, venne dato grande impulso alla necessità di innovare con il progetto IxI., una idea alla quale Unindustria Bologna aderì dando appunto vita al Club, che lanciò con un grande evento dedicato al senso dell’innovazione. Oggi il Club vanta oltre 270 membri, di cui 205 appartenenti ad imprese associate, mentre gli altri sono imprenditori di altre province, consulenti, enti, istituzioni. Sì, perché la partecipazione al Club prevede un accesso automatico alle aziende associate ad Unindustria, ma è aperta anche alle imprese non associate, ad esperti e tecnici del mondo universitario, ad intermediari finanziari. Mission di tipo culturale e di stimolo all’innovazione in senso lato - di prodotto e ancor più di processo ed organizzativa -; modalità di attuazione della mission attraverso seminari tecnici e di management, presentazione di best practices, benchmarking tra imprese; una comunicazione snella sia formale, attraverso i canali di Unindustria, sia informale attraverso il Club medesimo nelle pagine web del sito associativo dedicate. Forte di queste caratteristiche il Club dalla sua costituzione ad oggi ha dato vita in proprio, o ha partecipato in collaborazione, ad una ventina di rassegne ed iniziative, senza contare gli incontri di taglio seminariale, con il coinvolgimento di oltre 800 partecipanti. Ma il fiore all’occhiello è sicuramente il manuale sulle regole per innovare, una sorta di Iso 9000 dell’innovazione messo a punto da Gianmarco Biagi. L’implementazione in itinere del manuale è giunta alla definizione di un prodotto editoriale che nel 2011 troverà uno sbocco convegnistico e applicativo presso aziende pilota. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 85 innovazione A battesimo discutendo del “Senso dell’innovazione” “In diretta dal futuro” Nato per essere uno spazio di confronto e di stimolo culturale all’innovazione che, in un ambiente friendly, intende raccordare le informazioni e i protagonisti del mondo imprenditoriale con quello della ri- Le aziende sono per lo più abituate a concepire innovazioni di prodotto con un orizzonte temporale di due o tre anni al massimo. Ma la vera innovazione, quella che cambia profondamente il modo di cerca e della finanza, il Club degli Innovatori di Unindustria Bologna fu ufficialmente presentato il 18 marzo 2008 nell’ambito dell’evento “Il senso dell’Innovazione” , che tenne a battesimo il progetto con una parata di big del mondo associativo, dell’impresa e della ricerca. Ad accompagnare la genesi del Club fu un check up di autovalutazione sul tema innovazione eseguito on line dalle stesse imprese bolognesi sulla base di un questionario elaborato da SDA Bocconi e IBM Italia. Un lavoro preparatorio che ha potuto fornire al Club spunti di riflessione utili per determinare obiettivi realistici e azioni conseguenti. essere e di agire degli utenti-clienti, nasce da visioni più coraggiose, più a lungo raggio. Comprendere la traiettoria e le potenzialità delle tecnologie o dei modelli organizzativi emergenti è una necessità tanto più sentita nelle fasi di crisi, come quella che stiamo attraversando da alcuni anni, in cui possono maturare peraltro innovazioni capaci di ravvivare l’interesse dei clienti e dei consumatori. E proprio per andare in questa direzione e cercare di immaginare come potrà essere la nostra società tra una decina d’anni, il Club degli Innovatori organizzò “In diretta dal futuro”, il convegno del 16 febbraio 2009 al MAMbo con la partecipazione straordinaria del prof. Vito Di © RIPRODUZIONE RISERVATA 86 FARE Enertour in Alto Adige sulle fonti rinnovabili Alla Kart Factory di Castellanza per studiare la “lean production” Bari, docente alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano e dell’Università Bocconi, ma soprattutto “guru” dell’innovazione tra i più ascoltati e autore di libri di grande successo. Di Bari ha lasciato agli imprenditori bolognesi numerosi spunti sui quali riflettere: la tecnologia non è né buona, né cattiva e nemmeno neutrale, va nelle direzioni che la società desidera; entro il 2020 non si affermerà nessuna nuova tecnologia destabilizzante paragonabile a quelle emerse negli ultimi 20 anni (pc, telefono cellulare e Internet), ma assisteremo ad una crescita a dismisura e a molteplici intrecci tra quelle esistenti (ad esempio arriveremo a scaricare da internet funzioni per personalizzarci i prodotti che acquistiamo, con una inevitabile crescita del mercato dei servizi); il tempo libero diventerà il nuovo lusso dell’Occidente. In tale quadro, secondo Di Bari, il nostro Paese, che l’imprenditorialità l’ha nel sangue, non può pensare che le piccole e medie imprese continuino a essere in prima linea a scommettere da sole sul futuro, senza il sostegno dell’intero sistema. Due giorni per capire come in Alto Adige si mette in pratica l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili. Il Club innovatori di Unindustria Bologna ha partecipato, nel giugno del 2009, a uno speciale Ener- Nel novembre 2010 il Club Innovatori ha coronato il suo impegno pluriennale nel divulgare principi e best practice nel campo dell’innovazione, organizzando una iniziativa sul tema del Lean thinking. tour organizzato dall’area Energia & Ambiente del Tis innovation park. La trasferta rientra nel quadro di quelle attività di benchmarking con le realtà più avanzate, che il Club promuove per stimolare le imprese bolognesi ad essere innovative. Nel corso dell’Enertour i rappresentati dell’Associazione hanno appreso direttamente dai tecnici e dagli amministratori di Campo Tures come quel comune stia intraprendendo la strada verso l’emissione zero di CO2; inoltre hanno visitato la prima scuola energeticamente attiva a Laion. Una iniziativa seguita dal Club con grande interesse, visto che il tema energetico sarà uno di quelli strategici per gli anni a venire. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Si è trattato di una trasferta riservata ad una numero di soggetti particolarmente motivati che – dopo la partecipazione ad altre analoghe iniziative presso Ducati Motor e Automobili Lamborghini – sono stati ospitati dalla Kart factoryTM della società Jmac (presso la Libera Università Carlo Cattaneo a Castellanza, Varese) per una intera giornata sul tema “Lean production: un’esperienza sul campo”. Originariamente il Lean Management Practical Training Programme è stato sviluppato da JMAC Scandinavia per conto della Swedish Automotive Supplier nel 2006-2007 e parzialmente finanziato da un fondo governativo Svedese (MERA Research Found). Il centro di formazio- ne è situato presso l’Innovatum Teknikpark (Trolhattan), ente no-profit per la collaborazione interaziendale, che è stato coordinatore dello sviluppo dell’iniziativa e contribuisce alla sua promozione. La Kart Factory è contemporaneamente un “luogo” ed un “modo” di fare formazione sulle tematiche del miglioramento e della Lean Production, ideato in modo da garantire la massima efficacia e concretezza nello sviluppo del “saper fare”. Obiettivo della giornata è stato quello di fornire ai partecipanti i concetti base e gli strumenti fondamentali per realizzare in azienda la trasformazione snella, modificando processi e ambiente di lavoro, attraverso una didattica che passa attraverso il principio dell’esperienza, l’imparare provando e l’imparare sbagliando in un ambiente didattico simulato ma realistico, il principio dell’errore, il bottom-up, la rilettura costruttiva degli errori, il principio del gruppo, il team learning e l’imparare dallo scambio di idee. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 87 innovazione Start up e aziende storiche si incontrano in “Impresa cerca impresa” Fare incontrare imprese giovani ed innovative con imprese storiche e già strutturate, con l’obiettivo di fare crescere più in fretta le prime e rendere più innovative le seconde. Ci sono riusciti il Club Innovatori di Unindustria e Aster grazie all’evento “Impresa cerca impresa” organizzato il 14 aprile di quest’anno presso il CNR di Bologna in collaborazione con We Tech Off, l’incubatore di imprese innovative regionali gestito da Aster, che ha supportato ad oggi 60 progetti di impresa, di cui 13 startup presenti sul mercato. Svoltosi a porte chiuse, con l’apporto del noto esperto di strategie, innovazione, creatività, marketing innovativo Phil Taylor, l’incontro ha visto da una parte schierate 12 nuove imprese ancora piccole, ma super innovative, spesso nate dall'attività di ricerca dei laboratori universitari; dall'altra, 12 nomi storici della manifattura made in Bologna. Delle 12 start up, nove sono di Bologna, una di Modena, una di Reggio Emilia e una di Ferrara. Si va dalle soluzioni riabilitative per pazienti con lesioni midollari di Movetronic al supporto alle decisioni di impresa di Optit, dal controllo accessi mediante telefono cellulare di Mexage 88 FARE alle proiezioni tridimensionali di contenuti sulle pareti degli edifici di Apparati Effimeri, fino alle tecnologie per elaborare i dati satellitari di Meeo. Tra le start up, ci sono anche i servizi di controllo qualità in campo farmaceutico di PolyCristalLine, i sensori per rilevare il gas radon di RSens, le visiere oscuranti per caschi ideate da Raleri, le soluzioni per portare la biodiversità in città di Eugea, la grafica in movimento di Tiwi, lo sviluppo di farmaci a base proteica di byFlow e le soluzioni per il controllo e la gestione dell'assemblaggio di Make Italia. Dall'altra parte grandi nomi e aziende storiche del tessuto bolognese, a cominciare da Ima - colosso produttore di macchine automatiche per il settore farmaceutico, cosmetico e alimentare – e da Seci Energia, holding del Gruppo Maccaferri dedicata allo sviluppo di progetti specifici nei settori energia e ambiente, per proseguire con Termal, da più di 20 anni azienda leader nella climatizzazione residenziale, commerciale e industriale in Europa, e con Twinergy che fornisce servizi per migliorare l'efficienza operativa e per automatizzare i processi dei clienti. E poi ancora: Foley, società di consu- lenza organizzativa; E-Soft, che offre servizi di progettazione, sviluppo, integrazione e assistenza su software applicativi; Feb Elettrica, società che produce componenti per impianti elettrici domestici; Metal Service, attiva nel campo della carpenteria metallica; Dedanext, che sviluppa soluzioni software internazionali e nazionali dedicate al mercato delle medie aziende; Crit che fornisce servizi di informazione tecnologica e consulenza; Cineca, il maggiore centro di calcolo in Italia e uno dei più importanti a livello mondiale; Rete Ventures, società di servizi del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il buon esito dell'incontro ha spinto Aster e Unindustria a riflettere sull'opportunità di renderlo un appuntamento fisso. © RIPRODUZIONE RISERVATA innovazione l’impresa a 360° e vuole essere uno stimolo agli imprenditori per organizzare in modo organico e strutturato tutte le aree aziendali: dal controllo di gestione al marketing, dalla strategia alla qualità fino alle operations». La via del miglioramento continuo di Giacomo Ruggero “Innovare significa guardare al futuro con serenità” dice Gianmarco Biagi, responsabile del team organizzazione del Club degli Innovatori e promotore di un manuale sul metodo per innovare l’azienda a 360 gradi Anche l’innovazione ora può vantare le sue istruzioni per l’uso. Un vero e proprio «manuale che illustra il metodo per innovare a 360° l’azienda». Autore della novità ‘editor iale’: Gianmarco Biagi, responsabile del team Organizzazione in seno al Club degli Innovatori di Unindustria Bologna. Un “tecnico” che scrive di una materia a lui nota in tutte le sue sfac- 90 FARE cettature poiché da amministratore delegato di Corradi Group ha maturato l’esperienza giusta per farlo. Punto di partenza del suo lavoro, un assioma. «C’è sempre la possibilità di innovare – assicura Biagi -. Per definizione non c’è mai limite al miglioramento continuo. In Corradi, abbiamo scelto la strada del miglioramento continuo anni fa. E grazie a queste logiche siamo cre- Da dove parte la rivoluzione del cambiamento? Gianmarco Biagi sciuti in maniera importante, come fatturato e come profit. Ma non per questo ci sentiamo arrivati. Abbiamo ancora ampi margini di miglioramento. Lavoriamo su questi aspetti ogni giorno». Facciamo un passo indietro. Tre anni fa nasceva il Club ... «Credo moltissimo nel Club degli innovatori. Come responsabile della sezione organizzazione aziendale, è stata creata una squadra di persone dedicate a questo progetto che ha diffuso nel territorio la cultura dell’organizzazione. Ci siamo concentrati sulla lean production come leva competitiva e stiamo creando ...». Il famoso manuale dell’innovazione: in cosa consiste? «E’ un progetto molto ambizioso promosso da me e costruito all’interno del Club in collaborazione con l’Università di Bologna, con l’Ente Certificatore Tuv e alcuni consulenti esterni. È un metodo per innovare «Il motore dell’innovazione risiede principalmente in una buona gestione d’impresa: promuovere la conoscenza a tutti i livelli per stimolare tutte le risorse umane, vero patrimonio di ogni azienda. È così che s’innesca il motore dell’innovazione. L’ambizione è di mettere a procedura questo sistema. E il Club degli innovatori di Unindustria Bologna ha impostato questo ragionamento nel quale crediamo fortemente». In un’impresa cosa implica una nuova logica organizzativa? E soprattutto è applicabile ad ogni livello? «Innovare significa guardare al futuro con serenità. Un’azienda che vuole crescere deve cambiare, aggiornarsi, valutare le opportunità nel mondo e internazionalizzarsi. Questa è l’innovazione vera e per poterla innescare occorre partire dalle fondamenta: avere un piano strategico ben definito e coinvolgere tutte le risorse aziendali. È applicabile ad ogni livello? Deve esserlo. L’innovazione va oltre le dimensioni e il business di un’azienda. È la volontà dell’imprenditore che fa la differenza: una strategia chiara e procedere per piccoli passi, ma veloci. Quello che serve a supporto è un metodo ed è ciò che come Club stiamo sviluppando». Quali le nuove tendenze del settore? Forse la lean production? «Credo fortemente nel metodo della lean production, soprattutto se parliamo di innovazione. La lean production rappresenta una leva strategica straordinaria perché crea spirito di coinvolgimento, volontà di cambiamento, produttività immediata e redditività che serve per essere reinvestita nella riorganizzazione dell’impresa e generare così un’innovazione a 360°. Certamente la lean production non può essere l’unico elemento innovatore di tutta l’impresa. Proprio per questo abbiamo individuato un metodo che crea strumenti utili per tutte le aree e funzioni aziendali». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’agorà dell’innovazione bolognese Cesare Rapparini di G. R. Per Cesare Rapparini, che nel Club degli Innovatori ha la delega al trasferimento tecnologico “l’innovazione costa. E le aziende hanno la necessità di fare squadra e condividere i risultati”. Sono gli esploratori di Unindustria Bologna per tutto ciò che è nuovo. Il loro fiuto raffinato, da segugi, li porta laddove si sperimenta ciò che prima non c’era. Una sorta di sesto senso, ma pragmatico perché sanno piegare l’innovazione in una logica produttiva. Sono gli imprenditori (e non solo) del Club degli Innovatori costituito tre anni fa da Unindustria Bologna. Una scelta lungimirante che affonda FARE 91 innovazione le sue radici nella «necessità di creare uno strumento valido, dinamico e concretamente realizzabile che, con poca spesa, potesse diventare l’agorà dell’innovazione bolognese. L’obiettivo – spiega Cesare Rapparini, vice presidente del Club con la delega speciale al trasferimento tecnologico – era di coniugare conoscenza, domanda e offerta di ricerca, utilizzando l’esperienza della struttura tecnica, ma anche (e soprattutto) quella di imprenditori dotati di una visione futuribile e vocati alla ricerca». I prodromi nel 2006 «dopo un giro di valutazioni con chi, altrove, si era già cimentato in qualcosa di analogo. In primis, abbiamo selezionato idee e attori. Solo la fusione tra Api e Confindustria, ci indusse a riconsiderare il tutto alla luce di valide esperienze in seno alla rete dei “Club degli Innovatori” voluta da Confindustria. Il Club ora è a corredo e supporto del servizio Ricerca & Sviluppo che già operava da tempo con buoni ritorni». Nel vostro Club siedono, però, anche altre realtà. Come l'università. Forse questo vi rende più liberi, con meno ‘lacciuoli’? «Certamente, abbiamo parlato di domanda e offerta e chi più degli atenei o dei centri di eccellenza è in grado di fornire risposte e suggerimenti? Del resto ciò avviene in altri paesi. In futuro dovremmo veramente andare a sollecitare, in sintonia con i programmi dei nuovi vertici dell’Associazione, incontri con i dipartimenti e soprattutto con profes- 92 FARE sori e ricercatori (ancor meglio se giovani) in grado di portare nuova linfa all’industria. Così da passare sempre di più dalla teoria alla pratica». Un primo bilancio del lavoro del Club? «Il Club si è posto inizialmente la missione di far sentire la propria voce e, con alcune iniziative ‘forti’, la propria ragione d’essere. Questi anni sono trascorsi tra eventi mirati (forte presenza nelle fiere specialistiche sul genere R2B), intensa attività convegnistica su temi ad hoc e una forte connotazione innovativa che ha fornito un’immagine dinamica. Il Club ora può passare ‘dal dire al fare’; compiendo un salto di qualità». In genere quando si parla di innovazione ci si riferisce, per lo più, a quella tecnologica. Anche il Club ha sposato questa ottica, comunque parziale? «Certamente no! Fin dall’inizio ho chiarito con tutti - nonostante il mio background sia prettamente tecnico che l’innovazione è da intendersi a 360°. Anche se il ‘fronte’ tecnologico è quello che, complice la crisi, registra una maggiore domanda, interesse e sperimentazione. Va tuttavia sottolineato che abbiamo tenuto molte iniziative di successo sull’innovazione organizzativa e sulle reti d’impresa. Molta attenzione è stata posta sulle applicazioni nell’ICT. Non parliamo poi di tutto ciò che è energia da fonti rinnovabili. Ora dovremo dedicarci a nuovi progetti di aggregazioni, muovendoci anche sul trasferimento tecnologico». Un ‘ramo’ che pare, però, essere un po’ debole. É possibile una connessione in tempo reale laboratorio-azienda? «Verissimo, ma è in evoluzione. Anche perché ciò che non si poteva fare ieri, oggi si può. Abbiamo assistito alla creazione dei laboratori Miur e dei laboratori regionali: ora bisogna concretizzare il tutto con nuove dinamiche. Senza dispersione di risorse. Non dimentichiamo che la tecnologia ci permette soluzioni prima difficilmente perseguibili. Andiamo nei laboratori e tiriamo fuori le idee dai cassetti». Osservando il futuro dall’interno Soffermiamoci un attimo sulla ricerca scientifico-tecnologica: quanto è diffusa questa cultura tra gli imprenditori? E soprattutto lo è a tutti i livelli? Le modalità di produzione e di applicabilità dell’energia sotto la lente d’ingrandimento di un team guidato da Maurizio Lenzi «L'innovazione costa. Fino ad ora, è stata compiuta in modo quasi esclusivo intra muros. Ed è proprio per questo che le aziende hanno la necessità di fare squadra e condividere i propri risultati. Le imprese maggiormente strutturate hanno sempre ragionato in questo modo; la mission del Club è anche quella di trasferire questa metodologia anche tra i piccoli e medi imprenditori». Quali allora le sfide che il Club intende affrontare? «Moltissime. Dipende da quale indir izzo verrà dato al Club. Questi prossimi anni sono fondamentali per attuare un reale cambiamento operativo e culturale: dedicati a nuovi progetti, a formare aggregazioni, a muoversi sul trasferimento tecnologico. Diffondere negli imprenditori l’idea che filiera prima e rete poi sono elementi costitutivi di una serie di opportunità in un mercato che cambia e cambierà, sempre più». © RIPRODUZIONE RISERVATA Eolico o solare ter modinamico? Smart grid o reti tradizionali? Imprese energivore e al contempo produttrici di elettricità? Tutto è possibile. Il futuro tradotto in domande le cui risposte sono state inseguite dal Club degli Innovatori di Unindustria Bologna. E in particolare dal team Energia guidato da Maurizio Lenzi, vice presidente di Dedanext. Ambito vasto quello legato alla produzione di energia dove la ricerca corre veloce. Per questo, «prima di guardare a ciò che sarà – avverte Lenzi -, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulle best practices esistenti. Una sorta di monitoraggio di cui rendere partecipi gli imprenditori». Sempre alle prese con i costi altissimi della bolletta. Un modus operandi differente perché crea un patrimonio di conoscenze comuni che, in virtù del fatto di essere già in campo, «rispondono meglio ai bisogni delle imprese». In pratica, sintetizza Lenzi, «abbiamo osservato l’innovazione di G. R. dall’interno». Un’altra visuale da cui è emerso come «tra i nostri imprenditori, il livello di competenza è alto». Anche in termini di investimenti. Workshop e ‘gite’ tecniche (ad esempio, al centro Enea al Brasimone e a Roma, all’Enea-Casaccia) gli strumenti di cui il Club si è avvalso per informarsi e informare. Momenti di confronto organizzati, talvolta, anche con uno stile meno formale, ma più immediato. Come quello modellato sotto forma di processo (con tanto di giudice togato, accusa e difesa) per valutare i pro e i contro dell’energia nucleare oppure il week end al centro innovazione e ricerche sulle rinnovabili ‘Tis’ di Bolzano. Finita sotto la lente di ingrandimento, l’energia è stata spacchettata in base non solo alle molteplici modalità di produzione, ma anche (e soprattutto) di «applicabilità in una logica di concretezza in quanto determinata dal rapporto costi-benefici». Punto di partenza dell’analisi, le ma- Maurizio Lenzi terie prime atte a generare energia. Come l’eolico che «già coinvolge alcune aziende del nostro tessuto produttivo»; gli impianti di co-generazione o persino di tri-generazione con «un rendimento che addirittura è oltre il doppio: dal 40% al 90%». Meccanismi che, comunque, «creano occupazione». Particolare curiosità ha destato il progetto Rubbia, il solare termodinamico: un sistema che impiega gli specchi ustori di Archimede. I raggi solari captati dai pannelli riscaldano un composto salino che funge da volano termico; immagazzina il calore e lo restituisce in base al fabbisogno. Domanda, ma anche offerta. Un’opportunità per coloro che imboccano la strade delle smart grid: reti intelligenti per la distribuzione di elettricità che ottimizzano il trasporto e la diffusione, evitando sprechi. E così un’azienda dotata «di impianto di produzione energetica quando va in surplus produttivo e non lo usa lo può rivendere». Un altro modo di fare impresa, con evidenti ricadute positive sul territorio, che «cambia appunto il paradigma del passato: da semplice consumatore a produttore-utilizzatore». © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 93 A MAGGIO INCONTRI TRA LE IMPRESE E IL PRESIDENTE DESIGNATO Nel corso del mese di maggio, con l’avvicinarsi dell’Assemblea generale di Unindustria Bologna, si sono tenuti alcuni incontri per favorire una NEWS unindustria Carlo Rossini Cristina Galli Marcello Pierdicchi L’incontro a C adriano con Alberto V acchi, allora Presidente designato di Unindustria Bologna diretta conoscenza tra le imprese associate ed il Presidente designato, Alberto Vacchi. Gli incontri hanno avuto luogo a Cadriano, presso lo show-room Spazio del Gruppo Rolland, ed al Golf Club “Le Fonti” di Castel San Pietro Terme. Sono state occasioni, queste, anche per raccogliere dalle imprese indicazioni e suggerimenti per la messa a punto del Programma di Presidenza e la definizione dei contenuti delle sue linee-guida. LA TEORIA LEAN APPLICATA IN FABBRICA: VISITA A MAGNETI MARELLI POWERTRAIN Ottimizzazione dei processi, qualità migliorata, riduzione dei costi, aumentata capacità di reazione nei confronti dei clienti: sono queste le principali conseguenze di un ap- 94 FARE proccio lean al proprio fare impresa. E dopo la teoria delle accademie con Porsche, il percorso che il Settore Metalmeccanico di Unindustria ha dedicato all'innovazione di prodotto e di processo è entrato nella fase del “toccare con mano” chi tali teorie le ha tradotte in azioni pratiche nei propri stabilimenti. Di volta in volta apriranno le porte dei loro stabilimenti le aziende che, applicando con successo la teoria lean, hanno raggiunto i propri obiettivi, aumentando notevolmente l'efficienza e l'efficacia dei propri processi produttivi e logistici. Prima tappa di questo percorso, denominato appunto “Walking Tour: dalla teoria Lean alla pratica delle fabbriche”, per osservare i concetti di lean manufacturing applicati in fabbrica, è stato lo stabilimento di Magneti Marelli Powertrain a Crevalcore. All’incontro hanno preso parte Sonia Bonfiglioli, presidente del Settore Metalmeccanico di Unindustria; Silverio Bonfiglioli, consigliere d’amministrazione di Bonfiglioli Consulting; e Piero Toselli, Amministratore delegato di Magneti Marelli Powertrain and Electronics. IL QUARTO CONTO ENERGIA Il cosiddetto Quarto Conto Energia, ovvero il decreto che ridefinisce il sistema degli incentivi al fotovoltaico per gli impianti a partire dal 1° giugno 2011, è stato oggetto di un seminario organizzato da Unindustria Bologna. Il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel maggio scorso, si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio dopo il 31 maggio DEDICATA AL CAPITALE UMANO L’ASSEMBLEA DELLA MEDIA IMPRESA “Capitale umano: da slogan a vantaggio competitivo” è stato il titolo dell’Assemblea della Media Impresa di Unindustria Bologna , svoltasi nel bellissimo scenario di Villa Guastavillani. L’Assemblea ha dato il via al programma quadriennale della Media Impresa di Uni ndustria Bologna, che riunisce 273 aziende operanti soprattutto nei settori metalmeccanico (53,5%), chimico (8,4%) e dell’abbigliamento (6 ,2%), con quasi 28 mila dipendenti. Il programma è articolato in quattro moduli, uno per ogni anno, ciascuno con un’iniziativa diversa. I l 2011 sarà l’anno del capitale umano e verrà dedicato in modo particolare ai sistemi premianti. Il tema degli strumenti attraverso i quali coinvolgere i propri collaboratori, non solo per ottenere risultati migliori ma anche per attrarre e trattenere in azienda le risorse umane più qualificate, è infatti oggi fondamentale, particolarmente per quelle imprese che hanno già raggiunto un significativo livello di strutturazione. Sul tema è intervenuto Roberto Kerkoc, rappresentante della Media Impresa di Unindustria Bologna: “Da chi lavora dipende la capacità di misurarci con l’innovazione – ha detto - Sviluppare intelligenza, brevetti e capacità di gestire i tanti know how indispensabili all’azienda: non è una cosa semplice, ma il mercato lo richiede. Ce lo chiedono i nostri clienti. In gioco vi è non solo l’ottenimento di risultati migliori, ma anche la capacità di trattenere in azienda le risorse umane più qualificate e, naturalmente, la possiL’assemblea della Media Impresa a Villa Guastavillani: l’intervento di Roberto Kerkoc (so- bilità di attrarle”. Il programma della Media Impra) e di Francesco Casoli (sotto) presa di Unindustria Bologna, partendo dall’Assemblea, si svilupperà nel corso dell’anno attraverso una serie di workshop di approfondimento. E si concretizzerà infine in un nuovo servizio di Unindustria rivolto alle imprese, i cui contenuti sono stati presentati nel corso dell’incontro da Kerkoc. A parlare di “Politiche retributive e sistemi premianti”, nel corso del dibattito, sono stati gli stessi imprenditori, attraverso i case studies di Ducati Motor e di Carpigiani Group. Ospite d’eccezione della serata è stato Francesco C asoli, presidente del Gruppo industriale Elica, premiato recentemente come “Great Place to Work 2011”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 95 news unindustria 2011 e fino al 31 dicembre 2016, per un obiettivo indicativo di potenza installata a livello nazionale di circa 23.000 MW, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro. Appunto al fine di illustrare le novità introdotte dal Quarto Conto Energia ed il meccanismo degli incentivi sul fotovoltaico, Unindustria ha organizzato il seminario informativo “Quarto Conto Energia: come funziona e cosa cambia rispetto al passato”. Introdotti da Luciano Martelli, presidente del Settore Energia Acqua e Ambiente dell’Associazione, i lavori hanno visto la partecipazione di Valerio Natalizia, Presidente di GIFI Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane (che ha parlato di “Quarto Conto Energia. Novità ed aspetti applicativi), e Luca Piana, responsabile dell’Ufficio Energia della Provincia di Bologna (“Aspetti e problematiche autorizzative”). importi da 25mila fino a 200mila euro, con durata di 6, 12 od anche 18 mesi, per favorire maggiormente le esigenze delle imprese. Come sempre, sarà il rating attribuito dalla banca e da Fidindustria a determinare la fascia di rischio della singola azienda richiedente. Dieci sono le banche convenzionate che hanno aderito all’iniziativa: CariParma; Cassa di risparmio di Cento; Cassa di risparmio di Ferrara; Banca di Bologna; Banca Popolare dell’Emilia-Romagna; Banca nazionale del Lavoro; Federazione delle banche di Credito cooperativo; UGF; Unicredit Banca; Banco San Geminiano e San Prospero. L’iniziativa fa seguito a quelle già attivate da Unindustria Bologna e da Fidindustria Emilia-Romagna negli ultimi anni. Anche per l’esercizio in corso, Unindustria Bologna ha mantenuto in essere il proprio contributo di 100 mila euro per il rinnovo del Fondo Rischi Rotativo, finalizzato alla copertura di finanziamenti dedicati alle imprese associate. UN PLAFOND DI 10 MILIONI PER LA NUOVA INIZIATIVA DI PRONTA LIQUIDITA’ RINNOVATO L’ACCORDO TRA UNINDUSTRIA E BPER Un plafond di 10 milioni di euro per le aziende bolognesi. E’ stato stanziato grazie alla nuova iniziativa di Pronta Liquidità, promossa da Unindustria Bologna attraverso la collaborazione con Fidindustria Emilia-Romagna, il consorzio di garanzia fidi per le piccole e medie industrie della Regione. L’iniziativa è rivolta a tutte le Pmi associate ad Unindustria Bologna, a sostegno di esigenze di liquidità finalizzate alla ripresa dei business aziendali ed alla loro consapevole gestione finanziaria. I finanziamenti avranno 96 FARE In arrivo 40 milioni di euro per le imprese bolognesi. Si rinnova l'accordo tra Unindustria Bologna e Banca popolare dell'Emilia-Romagna che mira a sostenere il capitale circolante, i progetti di ricapitalizzazione aziendale, i nuovi investimenti e l'internazionalizzazione. Il plafond, disponibile fino al 30 settembre 2012, è uno dei frutti dell'intesa siglata tra associazione degli imprenditori e istituto di credito: una collaborazione che prosegue, dopo i buoni risultati raggiunti negli ultimi mesi sul fronte dell'accesso al credito. E non è l'unico risul- tato: sono infatti previsti anche lo smobilizzo crediti tramite factoring, l'operatività su finanziamenti in leasing, i mutui assistiti dalla garanzia diretta del Fondo centrale di garanzia La firma dell’accordo tra Maurizio Marchesini e C orrado Savigni, direttore della Divisione corporate di BPER per le Pmi promosso dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e finanziamenti destinati alla realizzazione di impianti fotovoltaici. Coperte con i fondi messi a disposizione, infine, le spese sostenute per l'approntamento di forniture estere con garanzia SACE. A BOLOGNA IL “SECOND ITALY-CHINA CAREER DAY” La Fondazione Italia Cina, in collaborazione con AlmaLaurea, Regione Emilia-Romagna, Unindustria Bologna, Associna e con la partnership del Consolato della Repubblica Popolare Cinese di Milano, ha organizzato a Bologna il ‘Second Italy-China Career Day’. Obiettivo dell’incontro ospitato nella sede di Unindustria, favorire l'incontro tra imprese italiane e giovani cinesi laureati in Italia. La giornata è stata divisa in due momenti: durante la prima sessione sono intervenuti relatori del mondo accademico, economico e giuridico, il presidente della maggiore associazione culturale di ragazzi cinesi della seconda generazione e imprenditori di entrambi i Paesi che hanno presentato le loro testimonianze di successo. La seconda sessione è stata invece interamente dedicata agli incontr i azienda/risorse cinesi, con i colloqui tra 120 laureandi, laureati e dottorandi (non tutti cinesi) e 21 aziende (fra cui molti nomi illustri: Interpump, Fendi, Max Mara,Vibram, Crif, Artoni, Barilla, Ducati Motor). L'interesse delle aziende per il crescente numero di laureati cinesi in Italia o di italiani che conoscono il cinese è in aumento. Nella banca dati di Alma Laurea sono 625 i curricula dei laureati di nazionalità cinese e sono oltre 7000 quelli dei laureati italiani che parlano il cinese (3297 parlano correntemente anche l'inglese). E se i laureati di origine orientale appartengono per lo più alle aree disciplinari d’ingegneria, economia e statistica, tra gli italiani invece prevalgono i linguisti. NORD AFRICA E MEDIO ORIENTE “Nordafrica e Medio Oriente: quali prospettive per le imprese” è stato il tema di un incontro organizzato da Unindustria Bologna. Lucio Caracciolo, esperto di geopolitica e direttore della rivista Limes, ed altri qualificati esperti hanno fatto il punto sulle fibrillazioni che stanno percorrendo il mondo arabo, con particolare riferimento all’evoluzione della situazione in Tunisia e in Egitto, alla guerra in Libia e alle tensioni nel Golfo Persico. Le notizie infatti si rincorrono e gli imprenditori si interrogano sulle prospettive dei Paesi che da anni rappresentano importanti mercati di sbocco dei prodotti italiani. Tra scenari in via di normalizzazione, come quello tunisino, e scenari molto instabili, in particolare quello libico, ci si chiede quali strategie di internazionalizzazione si possono impostare, anche se il timore di un effetto domino, il rincaro dei prezzi del petrolio e delle altre risorse rendono il contesto ancora più incerto. In concomitanza con l'uscita del volume "Il Grande Tsunami", che la rivista di geopolitica Limes ha dedicato al mondo arabo, in collaborazione con Assafrica e Sace si sono analizzare le prospettive dell'area a partire dallo scenario geopolitico di quei Paesi, e le previsioni economiche di Sace per finire con le considerazioni delle imprese. Ha aperto i lavori Gino Cocchi, all’epoca consigliere delegato per l'Internazionalizzazione di Unindustria Bologna. IMPRESE E ISTITUZIONI DI SHANGHAI INCONTRANO GLI IMPRENDITORI BOLOGNESI Una delegazione di imprese cinesi, accompagnata dalle principali istituzioni municipali e governative di Shanghai, è stata in visita a Bologna per un incontro nella sede di Unindustria. A guidare la delegazione il Ccpit Shanghai, (Council for the Promotion of international trade), conosciuto in occasione della visita del mondo istituzionale ed economico bolognese all'Expo lo scorso anno. Obiettivo del Ccpit è quello di agevolare e promuovere il commercio internazionale, stimolare gli investimenti e condurre le attività della cooperazione economica e tecnologica, promuovendo lo sviluppo dei rapporti economici e commerciali fra la Cina ed altri Paesi. Una quarantina i soggetti che hanno fatto parte della missione cinese a Bologna, suddivisi tra rappresentanti di Un momento dell’incontro tra le imprese bolognesi e la delegazione di Shanghai Ccpit; Chamber of Commerce and economic promotion organization; rappresentanti istituzionali per la promozione del commercio e degli investimenti; imprenditori ed operatori economici dei settori meccanico e macchine utensili, automotive e componentistica, real estate e costruzioni, ed esponenti di alcune zone industriali di Shanghai interessati a stabilire contatti con imprese italiane. All’iniziativa sono intervenuti il consigliere delegato all'Internazionalizzazione di Unindustria Bologna Gino Cocchi, il segretario generale del Ccpit di Shanghai Zhao Jiandong, il presidente del Collegio di Cina di Bologna Roberto Grandi e il presidente della commissione Economia e informazione della municipalità di Shanghai Huang Zhaoda. INCONTRO ITALIA-TUNISIA PER LE IMPRESE DEL TESSILE Una intera giornata di incontri d’affari con aziende tunisine del settore tessile abbigliamento. L’ha organizza- FARE 97 news unindustria ta Unindustria Bologna in collaborazione con Cepex - Centro Tunisino di Promozione delle Esportazioni e Promos - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano. Alto l’interesse delle aziende italiane per il paese del Nord Africa. La Tunisia infatti, forte del recente sviluppo del settore tessile, si conferma di anno in anno quale piattaforma mediterranea di produzione ed esportazione. Il settore tessile e abbigliamento rimane il comparto più importante in termini di esportazioni e mantiene la propria forza anche in periodo di crisi, registrando nuovi insediamenti ed investimenti da parte di aziende internazionali. In Tunisia lavorano già oltre 260 imprese italiane del settore tessile ed abbigliamento, che hanno scelto questa destinazione per la compresenza di diversi fattori: prossimità geografica con i Paesi Europei e contenuti costi di logistica; manodopera qualificata; tecnologie avanzate abbinate ad infrastrutture moderne; forte reattività, flessibilità, velocità di produzione a costi competitivi; incentivi e agevolazioni fiscali e legislative, grazie all'entrata in vigore dell' accordo di libero scambio tra Tunisia e UE e all'azzeramento dei dazi doganali dal 2008. Obiettivo dell’iniziativa mettere in contatto diretto imprese bolognesi e tunisine, con lo scopo di offrire opportunità di business e favorire partnership industriali e commerciali nei settori maglieria, jeanseria, biancheria intima, costumi da bagno, abbigliamento sportivo, prêt à portér, accessori. Gli incontri business to business con la delegazione degli imprenditori tunisini sono stati preceduti da un workshop sul tema “Le opportunità offerte dalla Tunisia alle aziende della moda”, al quale sono 98 FARE intervenuti: Stefano Bellucci di Cariparma Groupe Crédit Agricole, che ha illustrato lo scenario tunisino dal punto di vista degli aspetti finanziari, delle linee di credito (in particolare quella da 69 milioni di euro aperta dall'Italia nei confronti della Tunisia per l’acquisto di macchinari) e degli strumenti di cooperazione; e Valter Littizzetto di Ceva Logistics Tunisia, che ha affrontato gli aspetti doganali e logistici, fondamentali per operare con successo in quel Paese. LA “GUIDA A FORME FLESSIBILI NEL LAVORO” Unindustria Bologna, in collaborazione con Adapt – Centro studi Marco Biagi, ha realizzato per le proprie imprese associate la “Guida pratica a forme flessibili nel lavoro”, che raccoglie tutte le informazioni essenziali sulle diverse tipologie di contratti di lavoro oggi utilizzabili. Accanto alle forme contrattuali più diffuse nella regolazione dei rapporti di lavoro ne esistono altre meno utilizzate. Nella pratica quotidiana le imprese tendono infatti a preferire stru- menti contrattuali sperimentati e consolidati. Una scelta comprensibile che, tuttavia, limita la conoscenza e la diffusione di tipologie più appropriate alle specifiche esigenze del momento. Per questo la Guida di Unindustria Bologna esamina tutte le tipologie contrattuali: sia per quanto riguarda il lavoro subordinato (contratto di lavoro a termine; contratto a tempo parziale; contratto di lavoro ripartito; contratto “a chiamata”; contratto di inserimento; contratto di apprendistato) che per il lavoro autonomo (contratto di collaborazione coordinata e continuativa; contratto a progetto; contratto di collaborazione occasionale; contratto d’opera) e il lavoro accessorio. Vengono trattate inoltre l’internalizzazione ed esternalizzazione del lavoro (la somministrazione di lavoro; l’appalto). “L’esistenza di una molteplicità di tipologie contrattuali non è il prodotto di un’inutile sovrapposizione di strumenti. Al contrario, ci troviamo di fronte ad un’ampia possibilità di soluzioni ‘personalizzate’ capaci di rispondere a specifici obiettivi e a peculiari esigenze di gestione del personale” ha sottolineato Maurizio Marchesini, all’epoca Presidente di Unindustria Bologna “E la diversificazione delle tipologie contrattuali va letta anche nell’ottica di una maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro”. La Guida inoltre, dopo avere trattato le diverse forme contrattuali, dedica l’ultima parte all’istituto della certificazione dei contratti, con l’intento di promuoverne le funzioni e le potenzialità. “L’istituto della certificazione costituisce, nel nostro ordinamento, una presenza importante” sottolinea Michele Tiraboschi, Presi- MAURIZIO MARCHESINI PRESIDENTE DELLA FAV - FONDAZIONE ALDINI VALERIANI Maurizio Marchesini è il nuovo presidente della Fondazione Aldini V aleriani (FAV). E’ stato nominato all’unanimità dal Consigli o di amministrazione, a conclusione di un percorso condiviso tra i soci – Unindustria Bologna, Camera di Commercio, Comune di Bologna – con il quale si è definita ufficialmente la nuova governance della Fondazione. Un percorso che a tredici anni dalla costituzione della Fonda zione, ha mirato a definire i ruoli dei tre soci fondatori, confermando l’interesse unanime per la cultura tecnica e per il suo sviluppo sul territorio. Nella definizione del nuovo assetto della Fondazione, Unindustria Bologna ha ricevuto, con il consenso unanime di tutti i soci, la delega alla gestione operativa, in rappresentanza delle imprese. A Comune e Camera di Commercio competerà, per contro, la vigilanza sull’op erato di Unindustria. Con la definizione della nuova governance, inoltre, è stato operato un significativo snellimento del Consiglio di amministrazio ne della Fondazione, con l’obiettivo di accrescerne l’efficacia operativa e la funzionalità. Il nuovo CdA è ora composto di 4 membri (contr o i 12 precedenti) di cui 2 designati da Unindustria Bologna, 1 dal Comune di Bologna, 1 dalla Camera di Commercio. “Il nome di una scuola come l’Aldini V aleriani ha un grande significato per la formazione tecnico-scientifica non solo bolognes e - ha affermato il presidente Marchesini - Tutto il nostro territorio, e il sistema industriale per primo, è cresciuto grazie alla cultura tecnica, che ci ha permesso di sviluppare imprese competitive, molto spesso leader mondiali in settori di nicchia ad alto valore aggiunto. Ma azie nde altamente specializzate richiedono collaboratori altrettanto specializzati, dotati di grandi competenze, in grado di applicarsi a t ecnologie e prodotti estremamente sofisticati, preparati per competere. Ecco perchè è importante che questo patrimonio culturale e di sapere s i alimenti di continuo. La Fondazione Aldini Valeriani è la sede naturale per mantenere vivo il collegamento fra i giovani, la formazione e i luoghi dove si produce. E sono certo che, grazie alla grande collaborazione tra i soci fondatori, potremo svolgere un lavoro importante”. © RIPRODUZIONE RISERVATA dente di ADAPT e Direttore del Centro studi Marco Biagi “E’ infatti uno strumento che ha il compito di verificare l’osservanza dei contratti ai requisiti di forma e contenuto richiesti dalla legge, nonché la loro corrispondenza con l’effettiva esecuzione della prestazione lavorativa e che contribuisce significativamente alla riduzione del contenzioso in materia di lavoro”. UNA RICERCA SUL RISCHIO DI “COMPLIANCE” Per le aziende emiliano-romagnole gli adempimenti a cui devono sottostare per essere compliant, ovvero conformi con tutto il sistema di nor- me, regolamenti, codici e procedure che regolano l'attività aziendale, sono troppi, costosi ed inseriti in norme che sono mal coordinate tra loro. Un quadro (l'incertezza normativa, i costi, ecc.) che complessivamente frena l'attività aziendale e che in taluni casi si è rivelato disincentivante per la decisione di quotarsi in borsa. Sono questi gli esiti di uno studio condotto nell'ultimo anno e mezzo sul rischio di ‘compliance’ da un gruppo di ricerca della facoltà di Economia e commercio dell'Università di Bologna in collaborazione con Ernst & Young, Unindustria Bologna, l'Ordine e la Fondazione dei Dottor i commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna e Andaf, Associa- zione nazionale direttori amministrativi e finanziari. La ricerca è stata condotta su un campione di 102 aziende emiliano-romagnole di medie e grande dimensioni. Tutte società a capitale familiare, di cui il 5% quotate in borsa, ed il 20% società cooperative. Le aziende intervistate producono complessivamente un fatturato medio di 66 milioni, con oscillazioni tra il 23,9 e i 208 milioni, ed un numero di dipendenti che oscilla tra i 76 ed i 444 addetti. Alle figure apicali di queste aziende (con sede nel 75% dei casi in Emilia, nel triangolo Bologna-Modena-Reggio, e nel 25% in Romagna, soprattutto nel Ravennate) è stato sottoposto un questionario di 60 domande che FARE 99 news unindustria puntava a mettere in luce quali attività le rispettive società mettono in campo per essere compliant. Il 12% delle aziende intervistate pur avendo tutte le carte in regola per quotarsi in borsa ha preferito non optare per questa scelta adducendo, fra i motivi del mancato accesso al mercato dei capitali di rischio e della trasparenza, anche il rischio di compliance. Poco più della metà delle aziende intervistate (il 52%) ha un modello di organizzazione e gestione controllo così come previsto dal dlgs 231 del 2001, mentre il 42% delle aziende ritiene di avere un modello di compliance appena sufficiente. Nel 37% dei casi si ritiene che le funzioni di controllo siano sovradimensionate rispetto al ragg iung imento degli obiettivi aziendali. E il paradosso è che, al proliferare delle norme, potrebbe corrispondere un proliferare di controllori con il rischio di pericolose duplicazioni di funzioni che possono vanificare, di fatto, la funzione di vigilanza con conseguenti ricadute sul piano della responsabilità della società stessa. "Abbiamo fortemente voluto questa ricerca - ha spiegato Maurizio Marchesini - perché la crisi, che non è affatto finita, checché se ne dica, è proprio figlia di un diminuito senso di responsabilità e mancato controllo. Una situazione di cui stiamo ancora pagando le conseguenze. Codificare l'etica d'impresa ci ha permesso di consolidare questa attitudine che ritengo spontanea nelle aziende del territorio. Però, se non si fa qualcosa per rendere le norme della compliance meno ridondanti, si rischia che gli oneri burocratici a carico delle aziende, già di per sé così gravosi, diventino frenanti per l'economia dell'intero paese". 100 FARE A CONFRONTO SU DESIGN, ARCHITETTURA, ARTE E MODA In che modo il design, l’architettura, l’arte e la moda, possono essere una chiave per il successo imprenditoriale delle aziende italiane nel mondo? Quali i nuovi trend? Quali le direzioni del mercato? Di questi temi si è discusso nell’incontro “Design, Architettura, Arte e Moda - Tra creatività, imprenditoria e innovazione”, promosso da Design Made In Bo, il portale di Unindustria Bologna dedicato alla creatività e al design, e da The Plan, rivista di riferimento nel mondo dell’architettura e del design. All’incontro che si è svolto al Museo d’Arte Moderna di Bologna, sono intervenuti Nicola Leonardi, diretto- Platea affollatissima al MAMbo per l’incontro su “Design, Architettura, Arte e Moda - T ra creatività, imprenditoria e innovazione” promosso da Design Made In Bo e dalla rivista The Plan re di The Plan; Giovanna Furlanetto, presidente di Furla SpA e del Premio Furla per l’Arte; Piero Lissoni, architetto e designer; Fabrizio Malverdi, presidente della Maison Givenchy e direttore generale di Christian Dior Uomo; Gianfranco Maraniello, direttore di MAMbo; e Gianmarco Biagi, vice presidente della Sezione Legno, mobili ed arredi di Unindustria Bologna, dalla quale è nato il progetto di Design Made in Bo . L’ENEL E LA SICUREZZA DEGLI APPALTI Oltre 70 Imprese bolognesi ed emiliane hanno partecipato al convegno “Sicurezza degli appalti. Il committente sicuro. Il caso Enel”, che si è svolto nella sede di Unindustria Bologna. Un’iniziativa che ha visto la Uditorio attento, nella sede di Unindustria, per il convegno “Il caso Enel” sulla sicurezza degli appalti più grande azienda elettrica italiana al fianco di Confindustria e delle imprese per promuovere la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro. Al convegno sono intervenuti autorevoli esponenti del mondo confindustriale, aziendale, istituzionale e politico, tra cui l’onorevole Giuliano Cazzola che, in qualità di vice presidente della Commissione “Lavoro pubblico e privato” della Camera dei Deputati, ha chiuso i lavori con un suo intervento Al dibattito – moderato da Luciano Martelli, presidente della Commissione Energ ia di Unindustria – hanno partecipato Giordano Baietti, all’epoca consigliere delegato di Unindustria Bologna per l’ambiente ed il territorio; Luciano Luppi del Servizio Sicurezza del lavoro dell’Associazione; Marianna Rizzo, Stefano Cervini e Roberto Nisci rispettivamente per Enel Produzione, Enel Green Power ed MARCO GASPARRI PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE IMOLESE Con voto pressoché unanime Marco Gasparri, amministratore delegato della Aepi Costruzioni Elettromeccaniche Srl di Imola, è sta to eletto Presidente della Delegazione Imolese di Unindustria Bologna. Elezione altrettanto plebiscitaria per il Vice Presidente: Marco Galliani, titolare della Profilati Spa di Medicina. Con il voto espresso dall’Assemblea che le imprese della Delegazione Imolese di Unindustria hanno tenuto a Monte del Re (Dozza) , si concretizzano ulteriormente la specificità, il ruolo e le funzioni della Delegazione, così come erano stati approvati nell’assembl ea straordinaria dell’Ottobre 2010, che ha dato alla Delegazione stessa un nuovo regolamento di funzionamento e deleghe di rappresentanza. Marco Gasparri è entrato come componente di diritto nel Comitato di Presidenza di Unindustria Bologna. Sia Gasparri che Gallian i, inoltre, parteciperanno di diritto al Consiglio Direttivo di Unindustria. All’interno della Delegazione Imolese, inoltre, Gasparri e Galliani saranno affiancati da un “Comitato territoriale” al quale hanno dato la propria disponibilità numerosi imprenditori: Renato Andalò (Raf Meccanica Srl, Imola); V anni Angeli (PRB Srl, Castel Guelfo); Daniele Garavini (DeFranceschi Spa, Mordano); Cristina Marani (Elettronica Santerno Spa, Imola e Castel Guelfo); Mauro Marani (Meccanica Imolese Srl, Imola); Sivia Poli (Imola Legno Spa, Imola); Armando Poma (Farma Srl, Medicina); Luigi Zecchini (G.i.fi.ze. Spa Filicori Zecchini, Castel San Pietro); Marco Ponzellini (Wegaplast Spa, Dozza); Sauro Guidi (Guidi Spa, Osteria Grande). Marco Gasparri aveva già ricoperto la carica di C onsigliere Delegato per il Circondario Imolese fin dalla nascita di Unindustria Bologna nel giugno 2007, ed era stato riconfermato nell’aprile 2010. La relazione di Marco Gasparri all’assemblea degli imprenditori imolesi. Lo ascolta il presidente di Unindustria, © RIPRODUZIONE RISERVATA Alberto Vacchi Enel Infrastrutture e Reti. Grande interesse ha suscitato anche la visione dei filmati “I casi della vita” e “Emergenza sotto valanga”, pellicole che hanno aiutato a riflettere su distrazioni, che in ambito professionale possono rivelarsi fatali, e sulle azioni da mettere in atto in momento di emergenza. “Tutti gli imprenditori ha detto Giordano Baietti - conoscono per esper ienza sul campo quanto sia complessa la gestione degli appalti. Per questo abbiamo impostato il seminario di oggi come un vero e proprio momento di formazione: le case history che abbiamo ascoltato possono costituire per le imprese un valido parametro di confronto”. LE MIGLIORI LAUREATE IN INGEGNERIA E CHIMICA INDUSTRIALE Un premio in denaro per le sette ragazze che hanno conseguito la laurea con il massimo dei voti presso le Facoltà di Ingegneria e di Chimica Industriale dell’Università di Bologna. La cerimonia di assegnazione del riconoscimento, giunto quest’anno alla quinta edizione, si è svolta presso la sede di Unindustria Bologna. L’iniziativa è stata presentata da Miretta Giacometti, docente di Economia dell’Innovazione all’Alma Mater. Alla cerimonia è intervenuto anche Roberto Gamberini, all’epoca consigliere delegato di Unindustria per l’Education e la formazione. A conclusione dell’evento i rappresentanti di alcune aziende e le neodottoresse si sono confrontati sul tema della carriera delle donne in azienda. Il premio “Le migliori laureate” gode del patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Bologna, e di Unindustria Bologna, oltre alle sponsorizzazioni di Cebora, Centergross, FARE 101 news unindustria GAETANO MACCAFERRI PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA IL PROGETTO BACO PORTA IN CINA LE IMPRESE DELLA PROTESICA DI BUDRIO Il 14 giugno Gaetano Maccaferri è stato eletto all'unanimità dal Consiglio regionale Presidente di Confindustria Emilia-Romagna . Succede ad Anna Maria Artoni, non più rieleggibile a norma di statuto. Presidente di SECI SpA, holding del Gruppo Industriale Maccaferri, e di varie altre società del Gruppo, Gaetano Maccaferri è s tato uno dei principali artefici della nascita di Unindustria Bologna, della quale è stato Presidente dal 2007 al 2009. In precedenza era st ato Presidente dell’Associazione Industriali di Bologna dall’ottobre 2004 fino alla costituzione di Unindustria il 1° giugno 2007. Fa parte del Consiglio Direttivo e della Giunta di C onfindustria, ed è stato recentemente nominato C avaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica. "Noi imprenditori dell'Emilia-Romagna - ha dichiarato Maccaferri all’atto della sua elezione - non vogliamo mollare. Anche se la crisi è stata forte e selettiva, anche se il nostro sistema industriale ne uscira profondamente cambiato, vogliamo continuare a far crescere le nostre imprese. Conosciamo i nostri punti di forza, ma siamo anche consapevoli dei punti di debolezza: abbiamo chiare le sfide e i rischi ma anche le grandi opportunità che il futuro può presentare". Pertanto, ha ammonito, "é lì che dobbiamo concentrare i nostri sforzi, cercando alleanze e sinergie, superando corporativismi e veti, lavorando insieme alle Il passaggio del testimone tra Anna Maria Artoni e Gaetano istituzioni, alla pubblica amministrazione, alle altre organizzazioni d'impresa, al Maccaferri alla guida di Confindustria Emilia-Romagna sistema del credito, al sindacato e a tutto il sistema dell'educazione e della ricerca". Oltre ad avere come "riferimento e partner fondamentale" la Regione. "Il nostro orizzonte” ha detto ancora Maccaferri “è chiaro: concorrere a costruire un futuro migliore per le imprese e per tutt a la società dell'Emilia-Romagna". Bologna esporta in Cina il proprio know-how nel campo della protesica, favorendo l'accesso delle imprese del settore, concentra te per lo più nel distretto di Budrio, ad un mercato potenziale dai numeri impressionanti. In Cina, infatti, si contano 82,9 milioni di d isabili, il 6,38% della popolazione disabile mondiale. Il 10% dei portatori di handicap cinesi appartiene ai ceti più abbienti e potrebbe, quindi, como damente rivolgersi a strutture all'avanguardia come quelle bolognesi per risolvere i propri problemi. Il governo cinese, peraltro, in questa fase sta investendo nella realizzazione di un sistema sanitario nazionale e intende assicurare, anche in ambito ortopedico-riabilitativo, una copertura medica alla popolazione. Anche su questo fronte le aziende bolognesi possono dire la loro. Per questo, Unindustria, assieme alla Regione Emilia-Romagna, dopo aver creato l'associazione "Torri dell'Acqua" per seguire le attività della filiera, ha avviato il Progetto "Baco', coinvolgendo una ventina di realtà tra aziende e enti impegnati nel campo della protesica. Il primo passo e' stato l'accreditamento all'Ispo, ong internazionale collegata all'Organizzazione mondiale della sanità, che stabilirà a Budrio la sede nazionale del network mondiale. Nel giugno scorso, infine, al termine di una missione di cinque giorni nel bolognese, è stato sottoscritto un accordo di collaborazione con la Federazione cinese dei disabili che prevede ricerca e sviluppo di nuove soluzioni, scambio di conoscenze nell'indotto diretto del settore protesico, supporto per alIl presidente di Unindustria Alberto Vacchi nel corso leanze e contatti tra le imprese, ma soprattuto la possibilità per le aziende bolognesi degli incontri con la delegazione delle associazioni di 'vendere' conoscenze e professionalità. "Il vero prodotto da esportare sarà l'atticinesi dei disabili vità formativa", ha spiegato il presidente di Unindustria, Alberto Vacchi. Il progetto sulla protesica potrà inoltre servire da base per capire come aiutare altri settori d'eccellenza ad approcciare i m ercati esteri. Del resto, ha osservato Vacchi, "le classiche missioni istituzionali portavano poco in là e in un momento di risorse scarse è megli o concentrarsi sulle eccellenze per costruire progetti ad hoc". Come è stato fatto per la filiera delle protesi, mettendo insieme un ventina d i imprese, quasi tutte quelle più importanti del settore (oltre mille dipendenti e 300 milioni di euro di fatturato complessivo): Corazza Group, Duna, Exposanità, Finceramica, Noemalife, Opo, Pollution, Rizzoli Ortopedia, Rtm, Samo, Technogym, Tgr, Vassilli, assieme agli assessorati alla Sanità e alle Attività produttive della Regione, all'Aida, al Centro di riabilitazione Casilino, al centro di Montecatone, all'Inail e all'Isti tuto ortopedico Rizzoli. "E' il top delle aziende disponibile a lavorare qui e ad investire qui, occupando persone qui, magari avviando contemporaneamen te della produzione qui", ha evidenziato l'assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, confermando che dal progett o potrebbero nascere nuovi posti di lavoro nel bolognese. "Ci troviamo di fronte ad un numero spaventoso di disabili cinesi, rispetto al qua le occorre organizzarsi per rispondere", ha sottolineato il presidente V acchi, aggiungendo che, più che prevedere esportazione massiccia di pr otesi verso l'Oriente, dobbiamo immaginare le aziende emiliane impegnate nella fornitura di servizi e conoscenze alle strutture cinesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dental Hi-Tech Net, G.D, Magneti Marelli, Marc Messeguè Health Center, UniCredit. breve cerimonia che si è svolta presso la sede dell’Ospedale Bellaria. L’associazione bolognese onlus “Bimbo Tu” dal 2007 si occupa del UN NEURONAVIGATORE PER I BAMBINI DELL’OSPEDALE BELLARIA Un modernissimo neuronavigatore per il delicato trattamento chirurgico dei piccoli pazienti nei primi tre anni di vita. Lo ha consegnato l’allora presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini, ad Alessandro Arcidiacono, presidente della Onlus “Bimbo Tu”, nel corso di una 102 FARE Il dottor Ercole Galassi, responsabile della divisione pediatrica della neurochirurgia dell’ospedale Bellaria, illustra il funzionamento del neuronavigatore supporto materiale e psicologico ai bambini (e alle loro famiglie) affetti da tumori del sistema nervoso centrale e periferico e da altre gravi malattie patologiche cranio-encefaliche e vertebro-midollari. Numerose le iniziative di cui si fa carico, che vanno dalla promozione di semplici attività di svago per rendere meno gravosa la degenza ai bambini ricoverati e ai loro familiari, alla raccolta di fondi per rendere disponibili le tecnologie medico sanitarie più avanzate. Tra queste appunto il neuronavigatore in funzione al Bellaria, che è stato possibile acquistare grazie al © RIPRODUZIONE RISERVATA generoso e corale concorso del territorio, delle sue istituzioni economiche e delle imprese. Alla cerimonia era presente anche Sandra Samoggia, presidente della Commissione solidarietà di Unindustria. LA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA “La comunicazione pubblicitaria: ieri, oggi e domani” è stato il tema di un incontro promosso dalla Com- missione Cultura di Unindustria, che si è proposto sia di entrare nei meccanismi della comunicazione pubblicitaria, individuando le logiche di promozione del brand e dei prodotti, sia di fornire alla imprese notizie FARE 103 L’intervento di Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di UPA - Utenti Pubblicità Associati, al convegno “La comunicazione pubblicitaria: ieri, oggi e domani” promosso dalla commissione cultura di Unindustria operative e case history su come massimizzare l’impatto dell’investimento pubblicitario. Nel corso del dibattito si è cercato di spiegare come dai celebri spot di comunicazione di massa al marketing personalizzato consentito dalle nuove modalità di diffusione - il web e l’Ipad ad esempio - la sapiente unione fra creatività, forza persuasiva di un messaggio e canale di diffusione rappresenti un fattore competiti- vo importante per raggiungere i target di clientela e comunicare i prodotti. Ai lavori, introdotti da Giangiacomo Zabban, Presidente della Commissione Cultura di Unindustria Bologna, sono intervenuti Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente di UPA - Utenti Pubblicità Associati, e Diego Masi, Presidente di AssoComunicazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIAN GUIDO RIVA PRESIDENTE DEI GIOVANI IMPRENDITORI Gian Guido Riva è il nuovo presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna per il triennio 2011-2014. La sua elezion e è avvenuta nell’assemblea che il Gruppo ha tenuto il 4 luglio a Villa Guastavillani. 37 anni, laureato in giurisprudenza, un master al Politecnico di Milano, Riva è amministratore delegato della Samo (materiali b iomedici impiantabili) e presidente di Nanosurfaces, spin-off dello stesso Politecnico ambrosiano. Gian Guido Riva, che raccoglie il testimone da Andrea Paladini, nel mandato appena concluso è stato vice presidente dei Giovani Imprenditori. Il suo impegno si è focalizzato in particolare sulle tematiche della meritocrazia ed è stato anche project leader di un apposito gruppo di lavoro, a cui si deve il documento “Guardare al futuro con Merito” presentato nel febbraio scorso. Sono stati eletti per il triennio 2011-2014 anche i consiglieri del Gruppo, che ora sono: Maria Sole C ampanini, Enrica Gentile, Flavio Guastafierro, Rocco Mangione, V alentina Marchesini, Viero Negri, Marco Ponzellini, Marcello Rossi, Ilenia Sala, Alberto Stancari. All’assemblea dei Giovani Imprenditori, dedicata a “La gestione della leadership e l’importanza del valore dello stare insieme” hanno preso parte Alberto V acchi, presidente di Unindustria Bologna, e Jacopo Morelli, presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di C onfindustria. Ad essi ha fatto seguito l’intervento, non convenzionale, di riflessione Passaggio di consegne tra Andrea Paladini, presidente uscente dei Giovani Im- manageriale di Enzo Memoli, docente di project management, su “Anima e core business”. prenditori, ed il nuovo presidente Gian Guido Riva © RIPRODUZIONE RISERVATA 104 FARE