Impianti di Climatizzazione e Impianti di Climatizzazione e
Transcript
Impianti di Climatizzazione e Impianti di Climatizzazione e
Impianti di Climatizzazione e Condizionamento IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO: CRITERI DI PROGETTO Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 1 COMPONENTI DI UN IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO Impianti a tutt’aria: − terminali di immissione dell’aria; −rete di distribuzione ed eventualmente di ripresa dell’aria; − condizionatore (o UTA) per trattare la portata d’aria di progetto; −centrale termica e frigorifera. Impianti misti aria-acqua: −terminali di immissione dell’aria; − rete di distribuzione dell dell’aria; aria; −elemento terminale (ventilconvettore, induttore o pannello radiante); −rete t di distribuzione di t ib i d ll’ dell’acqua; −condizionatore (o UTA) per il trattamento dell’aria primaria; −centrale l termica i e frigorifera. f i if Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 2 TRATTAMENTI DELL’ARIA Per mantenere le condizioni di progetto occorre introdurre una portata d’aria in grado di compensare il carico termico e igrometrico e garantire un’adeguata qualità dell’aria interna. La portata d’aria di progetto, prima di essere immessa in ambiente, subisce dei trattamenti nell’UTA, al fine di ottenere condizioni di immissione idonee al controllo delle variabili ambientali. La portata d’aria di progetto, può essere in parte ricircolata; occorre comunque garantire una portata d d’aria aria esterna pari almeno a quella necessaria per le esigenze di purezza, pertanto la portata di ricircolo può essere all massimo i parii a: gr = G – g(P) (m3/h) Negli impianti misti, la portata d d’aria aria primaria coincide quasi sempre con quella necessaria a garantire il comfort, in genere non si effettua ricircolo. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 3 Impianti a tutt’aria CASO ESTIVO Condizioni esterne di progetto (punto E): TE = 34 34°C C e ФE = 50%; Condizioni interne (TA = 26°C ± 1°C e ФA = 50% ± 10%) Trasformazioni E-RE: raffreddamento e umidità specifica costante, (batteria di raffreddamento aria-acqua refrigerata, con RE è il punto di rugiada di E; RE-RI: raffreddamento con deumidificazione, realizzabile nella stessa batteria di raffreddamento, dove RI è il punto di rugiada del punto di immissione; RI-I: I: post-riscaldamento post riscaldamento a umidità specifica costante costante, realizzabile in una batteria di riscaldamento aria-acqua calda. Il valore minimo della temperatura di immissione dell’aria è 16°C, (valori inferiori potrebbero indurre discomfort); ll’umidità umidità specifica alla quale ll’aria aria è immessa è la minima consentita (punto K), così da compensare i contributi presenti in ambiente. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 4 Impianti a tutt’aria CASO ESTIVO Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 5 Impianti a tutt’aria CASO ESTIVO In presenza di ricircolo, l’aria è immessa nel condizionatore nelle condizioni del punto M, la cui posizione sul segmento congiungente le condizioni rappresentative dell’aria esterna E e dell’aria interna A è individuata mediante la seguente relazione: MA = g(P) gr ME con g(P) = portata necessaria a garantire la purezza; gr: la portata di ricircolo. Rispetto alla situazione con tutta aria esterna, la trasformazione E-RE diventa M-RM, la RE-RI diventa RM-RI, con notevole risparmio energetico nella batteria di raffreddamento raffreddamento. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 6 Impianti a tutt’aria CASO INVERNALE Condizioni esterne di progetto progetto, TE = 0°C 0 C e ФE = 80%; Condizioni interne (TA = 20°C ± 1°C e ФA = 50% ± 10%) Trasformazioni E-P: p pre-riscaldamento a umidità specifica p costante,, realizzabile in una batteria di riscaldamento aria-acqua calda; P RI umidificazione P-RI: idifi i adiabatica, di b ti realizzabile li bil iin un apposito it umidificatore; idifi t Ri-I: post-riscaldamento a umidità specifica costante, realizzabile in una successiva batteria di post-riscaldamento aria-acqua calda. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 7 Impianti a tutt’aria CASO INVERNALE Miscela effettuata prima dell’ingresso nel condizionatore Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 8 In presenza di ricircolo si possono avere due situazioni: a)miscela effettuata prima dell’ingresso dell ingresso nel condizionatore: la trasformazione E-P diventa M-P’, mentre la P-RI diventa P’-RI. In estate non è soggetto ad alcuna limitazione, in inverno può dare luogo ad incertezze nel controllo dell dell’umidità umidità relativa, relativa poiché può risultare XRI > XK (punto M a destra della isoentalpica P’RI), anche annullando il pre-riscaldamento (il che richiederebbe per assurdo una successiva deumidificazione). A questo inconveniente si può ovviare aumentando la portata d’aria esterna, esterna in modo da riportare XM a valori tali per cui risulti XRI < XK; in inverno, pertanto, si dovrebbe operare con una portata d’aria esterna maggiore che in estate; Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 9 b) miscela effettuata dopo il preriscaldamento in questo caso l’umidificazione adiabatica sarà solo parziale, non si raggiungerà cioè la saturazione (punto RI) e la trasformazione si muoverà da P a P’, per poi proseguire da P’ fino al punto M. Il punto P’ risulta dalla g(P) e da gr, imponendo XM=XI e che i punti P e P’ abbiano lo stesso valore di entalpia (hP=hP’). I punti M e P’ P possono essere determinati considerando che: (hP' − hM ) g(P) = (hM − h A ) gr ( XP' − XM ) g(P) = ( XM − X A ) gr Questo schema può rappresentare un’alternativa a quello precedente, per non aumentare la portata d’aria d aria esterna esterna. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 10 Impianti a tutt’aria CASO INVERNALE Miscela effettuata dopo pre-riscaldamento e umidificazione Il punto P’ risulta dalla g(P) e da gr, imponendo XM=XI e che i punti P e P’ abbiano lo stesso valore di entalpia (hP=hP’). (hP' − hM ) g(P) = (hM − h A ) gr ( XP' − XM ) g(P) = ( XM − X A ) gr Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 11 Impianti misti aria-acqua CASO ESTIVO L’aria primaria è trattata centralmente in un condizionatore dove nel caso estivo è sottoposta alle seguenti trasformazioni: p costante;; −E-RE: raffreddamento a umidità specifica −RE-RI: raffreddamento con deumidificazione; −R RI-I: I post-riscaldamento t i ld t ad d umidità idità specifica ifi costante. t t L’aria è distribuita nelle condizioni del punto I: umidità specifica minima ammessa e temperatura ≥16°C. L’aria ambiente è raffreddata a umidità specifica costante, passando attraverso la batteria del ventilconvettore: nel passaggio all’interno di esso la temperatura p dell’aria p può essere regolata g agendo g sulla p portata d’acqua q che circola nella batteria o sulla velocità del ventilatore; le e co condizioni d o d di introduzione odu o e posso possono o esse essere e rappresentate app ese a e da tutti u i pu punti compresi tra gli stati R1 ed A. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 12 Impianti misti aria-acqua CASO ESTIVO Aria primaria ventilconvettore Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 13 Impianti misti aria-acqua CASO INVERNALE primaria subisce le seguenti g trasformazioni: L’aria p −E-P: pre-riscaldamento ad umidità specifica costante; −P-RI: umidificazione adiabatica fino alla temperatura p di saturazione; −RI-K: post-riscaldamento ad umidità specifica costante. L’aria ambiente è riscaldata a titolo costante, attraverso la batteria del ventilconvettore, secondo la trasformazione AN. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 14 Impianti misti aria-acqua CASO INVERNALE L’introduzione di aria primaria alla temperatura TRI in posizione diversa da quella in cui è posto il ventilconvettore, può creare problemi di disuniformità all’interno dell’ambiente In questi casi è consigliabile il postriscaldamento invernale dell’aria primaria, che viene introdotta in condizioni neutre, ovvero: ventilconvettore TA (trasformazione RI-K) o comunque in I a destra di K. K Aria primaria Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 15 CALCOLO DELLA PORTATA D’ARIA DI PROGETTO Impianti a tutt’aria tutt aria Portate necessarie al controllo della temperatura: ge (T) = Q te (kg/s) γ u (TAe − TIemin ) gi (T) = −Q ti γ u (TIimax − TAi ) (kg/s) ge =portata d'aria da introdurre in estate (kg/s) per il controllo della temperatura; Qte =valore del carico termico estivo massimo contemporaneo (kW); γu =calore specifico a pressione costante dell'aria introdotta (kJ/kg°C); TIemin =temperatura minima ammissibile del punto d'introduzione estivo (°C); TAe =temperatura di progetto estiva dell dell'ambiente ambiente ((°C); C); gi =portata d'aria da introdurre in inverno (kg/s) per il controllo della temperatura; p ; Qti =valore del carico termico invernale massimo contemporaneo (kW); TIimax =temperatura massima ammissibile del punto di introduzione invernale (°C), generalmente 32 – 34°C; TAi =temperatura di progetto invernale dell'ambiente (°C). Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 16 CALCOLO DELLA PORTATA D’ARIA DI PROGETTO Portate p per il controllo dell’umidità: gwe ge ( φ ) = (kg/s) (k / ) (X Ae max − XIe min ) gwi gi (φ) = (kg/s) (k / ) (X Ai max − XIi min ) ge(Φ) = portata d'aria da introdurre in estate per il controllo dell’umidità relativa; gwe = portata di vapore acqueo complessivamente prodotta in estate (g/s); XAemax = umidità specifica massima dell'aria ambiente in estate (g/kg); XIemin = umidità specifica minima dell'aria introdotta in estate (g/kg); gi(Φ) = portata d'aria da introdurre in inverno per il controllo dell’umidità relativa (kg/s); gwi = portata di vapor d'acqua complessivamente prodotta in inverno (g/s). XAimax= umidità specifica massima dell'aria ambiente in inverno (g/kg); XIimin = umidità specifica minima dell'aria introdotta in inverno (g/kg); Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 17 Per il controllo della purezza si adottano le metodologie di calcolo della g(P), scegliendo tra ll’approccio approccio prescrittivo e quello prestazionale. prestazionale La portata di progetto g dell’impianto di condizionamento è data da quella massima: G = max (ge(T), gi(T), ge(Φ), gi(Φ), g(P)) (kg/s) Frequentemente il valore massimo è assunto dal termine ge(T) (a volte gi(T)). La portata L t t massima i di ricircolo i i l è fornita f it dalla d ll relazione l i vista i t in i precedenza, d l la portata pari a g(P) deve essere comunque immessa dall’esterno per il rinnovo. La p portata d’aria gr si trova g già nelle condizioni di temperatura p e umidità relativa desiderate nell’ambiente pertanto, in miscela con l’aria esterna, consente un considerevole risparmio energetico, specialmente nei locali poco affollati, in cui G » g(P). (P) gr = 0, l’impianto si dice a tutt’aria esterna Nel caso in cui la differenza tra ge((T)) e gi((T)) sia notevole,, si può p p pensare all’adozione di un ventilatore a doppia velocità, per fornire nominalmente la portata di progetto estiva e ridurla durante la stagione invernale. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 18 CALCOLO DELLA PORTATA D’ARIA DI PROGETTO Impianti misti aria-acqua aria acqua G = max (ge(Φ), (Φ) gi(Φ), (Φ) g(P)) (kg/s) Il valore massimo generalmente è assunto dalla portata g(P) La rete di canali è progettata come per gli impianti a tutt’aria: in questo caso, però, ò la l portata di ricircolo i i l è sempre nulla ll in i quanto l’aria esterna deve servire per il rinnovo; pertanto non è presente alcuna rete di ripresa. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 19 TERMINALI DI IMMISSIONE DELL’ARIA La diffusione dell’aria deve realizzare i seguenti scopi: p i carichi termici estivi o invernali del singolo g locale; • compensare • rinnovare l’aria ambiente e diluire gli odori per mezzo di un corretto apporto di aria esterna; • mantenere i gradienti di temperatura sul piano verticale e sul piano orizzontale entro i limiti fissati dalle norme; • raccogliere il pulviscolo in sospensione nel locale e trascinarlo verso gli elementi di ripresa; • mantenere un livello sonoro entro i limiti richiesti. I principali i i li modelli d lli di di distribuzione t ib i d dell’aria ll’ i possono essere ricondotti i d tti a ttre: 1) distribuzione a flusso turbolento; 2) distribuzione a dislocazione; 3) distribuzione a flusso laminare orizzontale o verticale. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 20 1) Terminali di distribuzione a flusso turbolento DEFINIZIONI velocità di uscita: per le bocchette rettangolari tradizionali, si intende la velocità valutata sull’area frontale lorda della bocchetta; nel caso di anemostati o comunque di dispositivi nei qualili sia i difficilmente diffi il t identificabile id tifi bil una precisa i di i direzione nella ll quale l misurare i l la velocità di uscita, si fa riferimento alla velocità media sul collo. La velocità iniziale resta costante solo in una parte centrale (indisturbata) del getto, detta dardo, di forma pressoché piramidale nel caso di bocchette rettangolari lancio: la distanza alla quale la velocità massima dell'aria lungo l’asse del getto, per effetto dell'allargamento del getto stesso e del mescolamento con aria ambiente, ambiente si è ridotta ad un valore predefinito, Vm, in condizioni d'isotermia con l'ambiente. −Ogni dispositivo di immissione deve coprire una certa porzione dell'ambiente, raggiungendo con il suo lancio le zone più lontane con una velocità finale massima q che interessa è il lancio L0, valutato nel V0m fissata usualmente in 0.4 m/s;quello punto ove si raggiunge la V0m. −In realtà questo criterio di valutazione di L0 è assai cautelativo: infatti si potrebbe fare riferimento alla velocità limite di 0.4 m/s considerata nella zona occupata dalle persone e non lungo l’asse del getto, che generalmente è ben più in alto. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 21 1) Terminali di distribuzione a flusso turbolento DEFINIZIONI −rapporto rapporto di induzione: ll'aria aria immessa con una certa velocità trascina nel suo movimento anche parte dell'aria ambiente, così che in ogni punto del getto si ha una portata totale in movimento Gt superiore a quella Gi della sola aria immessa; i ognii punto in t del d l getto tt sii definisce d fi i il rapporto t d'induzione d'i d i come: I = Gt/Gi L'induzione è legata alla velocità del getto ed al suo sviluppo perimetrale; pertanto i dispositivi ad elevato rapporto di induzione possono essere del tipo ad ugelli (alta velocità) o a sviluppo lineare (alto perimetro) o comunque conformati in modo tale da ge generare eaea ampie p e zone o ed di richiamo c a o de dell'aria a ac circostante; cos a e; −caduta: nella realtà l'aria immessa è più calda o più fredda di quella ambiente; tale differenza di temperatura determina nel primo caso una tendenza naturale del getto ad innalzarsi, nel secondo ad abbassarsi. −Ad ogni distanza dal punto d’immissione, ovvero ad ogni valore del lancio, si può quindi definire la caduta come la distanza (positiva o negativa) fra la quota dell’asse del getto nel punto in esame e la quota del punto d’immissione: la quale si fa g generalmente riferimento è comunque q quella q caduta alla q corrispondente al lancio L0; Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 22 1) Terminali di distribuzione a flusso turbolento DEFINIZIONI temperatura finale del lancio: per effetto dell dell'induzione induzione, in condizioni di non isotermia, la temperatura dell'aria miscelata si avvicina a quella dell'ambiente; in corrispondenza del lancio L0 si ha la temperatura finale del lancio T0; −effetto soffitto (o Coanda): quando una bocchetta di immissione si trova in vicinanza del soffitto (distanza <30 cm), cm) il getto tende ad aderire ad esso per depressione; tale fenomeno, provoca un allungamento del lancio e contemporaneamente una diminuzione della caduta. −Occorre Occorre perciò accertarsi, accertarsi nella consultazione dei cataloghi dei costruttori, costruttori se lancio e caduta sono forniti in presenza o meno di effetto soffitto. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 23 Tipologia di terminale Caratteristiche Bocchette a parete ad alette o ugelli gg facilità Presentano costi bassi e offrono una maggiore di installazione rispetto ad altri terminali. Di contro presentano limiti nel trattamento dei carichi termici di alta densità e nell’uniformità di diffusione dell’aria in locali di una certa ampiezza. Diffusori a soffitto Sono del tipo circolare, quadrato o rettangolare, a coni concentrici o forellati. forellati Presentano buone capacità nel trattamento dei carichi termici, anche elevati, e offrono caratteristiche apprezzabili di diffusione dell’aria. Essi comportano spesso la necessità di prevedere un controsoffitto, anche se l’installazione a vista è sempre più in uso, soprattutto nei locali commerciali. Diffusori da pavimento Si installano nel pavimento galleggiante e possono essere di vari tipi: elementi rettangolari, circolari a flusso spiraliforme, ecc.. Diffusori da sottopoltrona Si installano al di sotto delle poltrone in sale teatrali e assicurano un flusso d’aria dal basso verso l’alto, a velocità molto contenute, che avvolge la persona seduta, controllandone il microclima e asportandone con continuità gli effluenti emessi. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 24 1) Terminali di distribuzione a flusso turbolento Velocità di uscita (m/s) Rapporto di induzione Lancio (m) 2–8 2–4 1.2 – 4 Diffusori spiroidali p Tipologia di terminale Posizionamento Parete Soffitto Pavimento <6 SI SI SI 3–8 <6 SI SI NO 2–6 4 – 12 <6 SI SI SI Diffusori lineari 2–6 4 – 12 <2 NO SI NO Ugelli 4 - 20 5 – 50 fino a 12 SI NO SI Bocchette ad alette Diffusori a coni Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 25 2) Terminali per la distribuzione a dislocamento Tutti gli altri tipi di terminali funzionano sul principio della miscelazione, in questi invece,, il flusso d’aria è continuo e realizza una zona p q pulita al di sotto di un certo strato limite. L’aria se più calda, L’aria, calda è spostata verso l’alto dal flusso entrante e ulteriormente accelerata dalle correnti convettive create dalle sorgenti termiche localizzate pertanto tende a raccogliersi nella parte prossima al quale p può essere aspirata p dai terminali di ripresa. p soffitto,, dalla q Bassa velocità di introduzione dell’aria (0.2 ÷ 0.4 m/s). Differenza di temperatura modesta (massimo 6 ÷ 7°C) rispetto alle condizioni richieste nella zona occupata. La zona di influenza di un terminale può avere un raggio da 2 ÷ 3 m fino a 7 ÷ 8 m. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 26 3) Terminali di distribuzione a flusso laminare orizzontale o verticale. Con i sistemi a flusso laminare è possibile ottenere un elevato grado di purezza dell'aria d ll' i ambiente bi t e quindi i di una forte f t riduzione id i d li inquinanti. degli i i ti La riduzione è ottenuta per spostamento fisico dell'aria inquinata, alla quale va a sostituirsi aria trattata, con un meccanismo ad effetto pistone realizzato ricorrendo a distribuzioni del tipo a flusso unidirezionale laminare, ovvero a bassa turbolenza. L’ i è immessa L’aria i d un'intera da 'i t parete, t munita it di elementi l ti filtranti filt ti HEPA, HEPA con velocità uniforme di circa 0.4 - 0.5 m/s, e mantenuta tale fino alla parete opposta, da cui avviene l'estrazione. Applicazioni tipiche: alcune lavorazioni dell’industria farmaceutica, elettronica l tt i ed d alimentare, li t reparti ti ospedalieri. d li i Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 27 3) Terminali di distribuzione a flusso laminare orizzontale o verticale. Travi fredde: si tratta di un sistema distributivo dell dell’aria aria di recente introduzione sul mercato; si possono distinguere travi fredde a funzionamento passivo e a funzionamento attivo. L prime Le i sii prestano t all solo l regime i di raffreddamento, ff dd t sono costituite tit it da d una batteria alettata, integrata in un controsoffitto ed alimentata da acqua refrigerata a temperatura sufficientemente elevata da evitare la formazione di condensa; si genera un moto convettivo naturale attraverso la batteria, richiamando aria ambiente più calda dalle feritoie di cui il controsoffitto deve essere dotato. Le seconde, di impiego più esteso (anche per riscaldamento), sfruttano ll’apporto apporto di aria primaria che fuoriesce da appositi ugelli per ottenere il trascinamento (induzione) dell’aria ambiente attraverso la batteria di scambio; Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 28 3) Terminali di distribuzione a flusso laminare orizzontale o verticale. −Canali C li in i tessuto, t t permeabili bili o forellati: f ll ti anche h in i questo t caso sono di introduzione recente sul mercato; la sezione dei canali, circolare o semicircolare, in fase di alimentazione è riempita dall dall’aria aria in pressione mentre, mentre a riposo, riposo si svuota. svuota −I canali permeabili, non molto diffusi, realizzano un campo di moto dell’aria sostanzialmente a dislocamento, con bassissima velocità di uscita e senza induzione. Si prestano ad applicazioni per il raffreddamento, poiché l’introduzione di aria i calda ld ne determinerebbe d t i bb una stratificazione t tifi i all di sopra del d l canale. l −II canali forellati realizzano un campo di moto dell dell’aria aria turbolento, turbolento ad elevato grado di induzione; sono adatti all’impiego sia in regime invernale che estivo. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 29 Applicazioni dei terminali di immissione dell’aria bocchette a parete diffusori a soffitto a coni concentrici o a effetto spiroidale A li Applicazioni i i normali li AMBIENTI DI ALTEZZA FINO A 3.5 m diff diffusori i lineari li i ugelli a lancio profondo travi fredde Applicazioni con elevati carichi termici Sale operatorie Camere sterili (bianche) diffusori ad effetto spiroidale a pavimento diffusori a soffitto (spiroidale o a pannello forato) terminali a flusso laminare o misto flusso laminare da parete o da soffitto diffusori a soffitto a effetto spiroidale Applicazioni industriali ugelli a lancio profondo canali forellati AMBIENTI DI MEDIA O GRANDE ALTEZZA diffusori ad effetto spiroidale a pavimento e sottopoltrona Teatri e auditorium diffusori a soffitto a effetto spiroidale ugelli a lunga gittata diffusori a soffitto a effetto spiroidale Impianti sportivi ugelli a lunga gittata canali forellati Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 30 Griglie ed elementi di ripresa F Forma: quadrata d t o rettangolare tt l Materiali: acciaio o alluminio anodizzato Alette: orizzontali inclinate di 45° con passo di 30, 50 o 100 mm Dimensioni (b x h): in generale da 400 x 300 mm fino a 1000 x 800 mm. mm Attraverso porte: griglie di transito, con una particolare alettatura che impedisce il passaggio della luce; sono dotate di controtelai per un'idonea finitura e per adattarsi a diversi spessori di porta. Materiali: alluminio, acciaio stampato e verniciato, inox. Dimensioni standard (b x h): da 300 x 100 mm a 600 x 300 mm. A soffitto: stesso aspetto esteriore dei diffusori, ma privi degli eventuali dispositivi di regolazione. regolazione La loro posizione deve essere prevista in modo tale che essi non risultino entro la gittata dei diffusori stessi, per evitare interferenze e cortocircuitazione dell’aria. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 31 Dimensionamento dei terminali di immissione dell’aria Dopo aver determinato la portata d’aria di progetto in ciascun ambiente, è necessario stabilire il numero e il tipo dei terminali di immissione (bocchette o diff diffusori) i) per ciascun i l locale l o zona, ponendo d attenzione tt i ad d alcuni l i fattori: f tt i 1. velocità di mandata dell’aria, soprattutto in relazione al livello sonoro; 2. perdita di carico al terminale, in quanto perdite di carico eccessive riducono la pressione statica disponibile al ventilatore e possono compromettere la corretta distribuzione dell’aria; 3 posizione dei carichi termici in ambiente: il flusso di aria deve essere 3. diretto in modo da compensare e neutralizzare fonti localizzate di calore; 4 gittata o raggio di diffusione, 4. diffusione scegliendo terminali con gittate pari a 0.75 0 75 volte la lunghezza dell’ambiente, considerando che al termine della gittata la velocità dell’aria è ancora sufficiente per provocare un’ulteriore diffusione, anche per effetto dei moti convettivi; 5. posizione degli elementi di ripresa dell’aria. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 32 Bocchette di mandata Costituiscono C i i il più iù vecchio hi sistema i di diff diffusione i d dell’aria. ll’ i N Nelle ll prime i applicazioni esse erano dotate di alette per la distribuzione dell’aria di tipo fi fisso; successivamente i t le l alette l tt divennero di mobili bili e iin seguito it ancora lle bocchette furono dotate di due serie di alette mobili ortogonali tra loro, per consentire una migliore distribuzione dell’aria dell aria in ambiente ambiente. La sezione effettiva di passaggio dell dell’aria aria attraverso una bocchetta è minore di quella geometrica, a causa della presenza delle alette e della contrazione dei filetti fluidi;; è correlata alla sezione g geometrica mediante la seguente relazione Aeff = Ageom · K ((m2) Aeff =area area della sezione effettiva (m2); Ageom =area della sezione geometrica (m2); K =fattore di contrazione, funzione della forma geometrica dell’aletta, che può assumere i valori K = 0.7 ÷ 0.9 per la mandata, K = 0.5 ÷ 0.8 per la ripresa. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 33 Bocchette di mandata La sezione effettiva influenza la velocità effettiva di lancio; infatti, se ci si riferisce if i alla ll sezione i geometrica, ti l velocità la l ità finale fi l del d l lancio l i può ò risultare i lt minore anche del 25 – 30 % rispetto a quella effettiva. Dimensionamento A partire dalla portata d’aria che deve essere immessa in ambiente, si definisce, un valore della velocità di efflusso mediante il quale si calcola l sezione la i effettiva ff tti degli d li elementi l ti terminali; t i li dalla sezione effettiva, mediante la si determina la sezione geometrica che, h a seconda d del d l valore l che h assume, potrà t à essere assegnata t ad d un'unica ' i bocchetta o suddivisa tra un congruo numero di bocchette, in modo che ll’aria aria introdotta sia uniformemente distribuita in ambiente. ambiente Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 34 Bocchette di mandata APPLICAZIONE VELOCITA’ (m/s) Teatri 2.5 – 3.8 Cinema 5.0 – 6.0 Uffici 2.5 – 5.0 Abitazioni,, camere d’albergo g 2.5 – 3.8 Edifici industriali 7.5 – 10.0 Magazzini 7.5 Studi radiofonici e televisivi 1.5 – 2.5 Velocità V l ità (m/s) ( / ) di efflusso ffl raccomandate per diverse applicazioni Per ottenere un buon effetto soffitto: bordo superiore della bocchetta ≤300 mm dal soffitto; per i diffusori, l’inclinazione del getto ≤40° rispetto all’orizzontale; la velocità effettiva di lancio ≥2 m/s m/s. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 35 Bocchette di mandata Quando per ragioni architettoniche o logistiche occorre prevedere una Q installazione delle bocchette con lancio in campo libero, senza cioè effetto C Coanda, d il dimensionamento di i t deve d essere effettuato ff tt t in i base b aii diagrammi (forniti dai costruttori) che riportano lo scostamento verso ll’alto alto e verso il basso rispetto all all’asse asse orizzontale teorico di lancio; dagli stessi diagrammi è possibile trarre informazioni anche sulle effettive velocità di efflusso e sulle relative portate. portate Alcuni tipi di bocchette offrono la possibilità di migliorare le condizioni di comfort allargando l’angolo di lancio, sia in senso verticale che orizzontale grazie alla mobilità delle alette; anche in questo caso orizzontale, occorre disporre di diagrammi o coefficienti di correzione per valutare la variazione dei parametri di lancio al variare dell dell’angolo angolo di divergenza delle alette. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 36 Griglie di ripresa o transito In ciascun locale o zona si deve stabilire se installare una sola o più griglie di ripresa o transito, a seconda della portata d’aria da estrarre. Dimensionamento −- la velocità dell dell’aria aria massima ammissibile nella zona occupata dalle persone; −- la perdita di carico massima ammissibile per il passaggio dell’aria; −- il rumore prodotto. p Il dimensionamento si effettua con le stesse modalità descritte per le bocchette di mandata. L’aria si muove verso le griglie di ripresa da tutte le direzioni, cosicché la velocità della stessa si riduce sensibilmente con la distanza; c’è la possibilità che si formino correnti fastidiose, ma tale pericolo è limitato al caso di persone in prossimità delle griglie stesse (in questo caso la velocità di attraversamento non deve superare 1.5 m/s). Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 37 Griglie di ripresa o transito Una tipica configurazione è quella di effettuare la mandata dell’aria mediante bocchette poste in alto e la ripresa mediante bocchette poste in basso, basso dal lato opposto, opposto in modo tale che il flusso d d’aria aria interessi tutto l’ambiente. APPLICAZIONE VELOCITA’ (m/s) Griglie di ripresa Ambienti industriali > 4.0 Ambienti residenziali 2.0 Ambienti commerciali: sopra la zona occupata entro la zona occupata, lontano da posti a sedere entro la zona occupata occupata, vicino ai posti a sedere 4.0 3.5 1.5 Griglie di transito Pressione statica a monte di 60 Pa 1.5 Pressione statica a monte di 12.5 Pa 2.0 Pressione statica a monte di 25.0 Pa 2.5 Velocità massima dell’aria (m/s) attraverso le griglie di ripresa e di transito Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 38 RETE DI DISTRIBUZIONE DELL’ARIA La rete di distribuzione dell'aria ha la funzione di convogliare l’aria negli ambienti da climatizzare e, e laddove sia presente il ricircolo, ricircolo di riprenderla e ricondurla in parte al condizionatore e in parte all'espulsione. La progettazione del sistema aeraulico è essenziale al fine di: −- assicurare il controllo delle condizioni termoigrometriche di progetto e la ventilazione dei locali; −- garantire ti una distribuzione di t ib i il più iù possibile ibil uniforme if d ll’ i trattata, dell’aria t tt t e limitando dispersioni di calore ed infiltrazioni lungo tutti i percorsi; −- limitare li i l propagazione la i di rumorii e vibrazioni ib i i all'interno ll'i d i canali. dei li Nel passaggio all'interno dei canali l'aria incontra una resistenza al moto dovuta all'attrito con le pareti ed alle turbolenze che si generano in corrispondenza i d d ll discontinuità, delle di ti ità qualili cambiamenti bi ti di direzione, di i di sezione, ecc.. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 39 RETE DI DISTRIBUZIONE DELL’ARIA Per limitare perdite di carico, ridurre i consumi di energia, costi di installazione e gestione, gestione la rete aeraulica va progettata in modo da ridurre il più possibile le resistenze al moto, scegliendo percorsi quanto più brevi e rettilinei appropriate forme geometriche per i raccordi e le sezioni. rettilinei, sezioni Un importante aspetto è la manutenzione del sistema di distribuzione: i canali, infatti, possono essere sede di accumulo di sporcizia e fonte di propagazione i b tt i l i e virale. batteriologica i l Dimensionamento della rete 1. portata, sezione, velocità e perdita di carico di ogni tratto di canale; 2 2. perdita di carico totale del circuito (somma delle perdite di carico distribuite e concentrate); 3. portata e prevalenza del/i ventilatore/i presente/i nel circuito. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 40 RETE DI DISTRIBUZIONE DELL’ARIA Una rete di distribuzione dell’aria è tipicamente costituita dagli elementi riportati in figura: - canali di distribuzione e, ove presente il ricircolo, di ripresa; - ventilatore/i di mandata e di ripresa dell’aria dell aria (solo in caso di ricircolo). ricircolo) Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 41 Classificazione dei canali di distribuzione dell’aria I canali di distribuzione dell’aria possono essere classificati in funzione: −- della tipologia di impiego; −- della velocità dell'aria; −- della pressione. In base alla tipologia di impiego si distinguono in: −canali di mandata (facenti capo all’unità di trattamento e veicolo di p dell'aria fino all'immissione in ambiente); ); trasporto −canali di ripresa (facenti capo all’unità di trattamento o a un ventilatore per il ricircolo e/o ll'espulsione espulsione dell dell'aria aria ripresa dall dall'ambiente); ambiente); −canali di aspirazione (con flusso diretto verso un ventilatore); −canali li di espulsione l i ( i qualili la (nei l direzione di i d l flusso del fl va da d un ventilatore verso l’aria atmosferica). Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 42 Classificazione dei canali di distribuzione dell’aria La classificazione precedente non influisce sulla tecnologia costruttiva In alcuni casi è necessario specificare p la tipologia p g in relazione all’impiego, p g , ad esempio in presenza di problematiche connesse alla coibentazione termica o di esigenze che obbligano al raggiungimento di caratteristiche di tenuta dell’aria particolarmente elevate. Inoltre, le condotte di mandata dell’aria sono in sovrappressione, tutte le altre tipologie sono in depressione. In alcuni ambienti (ad es. ospedali) per evitare il rischio di contagio, occorre realizzare elevati livelli di tenuta sia per i tratti in sovrappressione sia per quelli in depressione. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 43 Classificazione dei canali di distribuzione dell’aria In base alla velocità dell’aria i canali possono anche essere distinti in: - canali a bassa velocità; - canali ad alta velocità. CONDOTTE DI MANDATA p commerciali Impianti e residenziali a)) a bassa velocità b) ad alta velocità fino a 10 m/s ((normalmente compresa p tra 5 e 8)) oltre 10 m/s Impianti industriali a) a bassa velocità b) ad alta velocità fino a 12 m/s (normalmente compresa tra 7 e 12) oltre 12 m/s CONDOTTE DI RIPRESA Impianti commerciali e residenziali a) a bassa velocità fino a 9 m/s (normalmente compresa tra 4.5 e 7) Impianti industriali a) a bassa velocità fino a 10 m/s (normalmente compresa tra 5 e 9) Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 44 Classificazione dei canali di distribuzione dell’aria Le velocità massime ammesse nei circuiti, soprattutto nei tratti più prossimi all’ambiente da trattare, devono essere tali da non dar luogo a forte rumorosità o ad altre cause di discomfort per l’utenza. Residenze Uffici Teatri Luoghi di riunione Locali industriali 2.5 8 10 Condotti principali 3.5 - 4.5 5 - 6.5 6 - 12 Condotti secondari 3 4 5 B Bocchette h tt di mandata d t 3-5 4-7 4-7 Bocchette di estrazione 1-2 1-2 1-5 Prese d’aria esterna 2.5 2.5 2.5 Griglie di espulsione 4 4 5 premente ventilatore Bocca p Velocità massime consigliate nei canali dell’aria a bassa velocità (m/s) Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 45 Classificazione dei canali di distribuzione dell’aria In funzione dei valori di pressione raggiungibili al loro interno, interno i canali per la distribuzione dell’aria possono essere classificati in: −- bassa pressione, pressione fino a 900 Pa (classe I); −- media pressione, da 900 a 1700 Pa (classe II); −- alta lt pressione, i d 1700 a 3000 Pa da P (classe ( l III) III). V l i riferiti Valori if iti alla ll pressione i t t l (statica totale ( t ti e dinamica) di i ) necessaria i a vincere le perdite di carico. Materiali Devono possedere le seguenti caratteristiche: - basso valore del coefficiente di scabrezza per le pareti interne, per limitare l’entità delle perdite di carico dovute ad attrito; - elevata resistenza meccanica; - resistenza all’invecchiamento ed all’usura; - basso grado di igroscopicità; - incombustibilità i b tibilità ((o scarsa attitudine ttit di alla ll propagazione i d della ll fifiamma), ) - inerzia chimica e scarsa attitudine alla produzione di muffe e odori. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 46 Caratteristiche costruttive dei canali −- in lamiera metallica: i più diffusi sono quelli in acciaio zincato per via dell’elevata robustezza, rigidità e tenuta, mentre in ambienti ad elevato rischio di corrosione si adotta, adotta in genere, genere ll’acciaio acciaio inox o ll’alluminio alluminio (quest (quest’ultimo ultimo è spesso preferito in virtù della sua leggerezza o per motivi estetici); plastiche: trovano scarso impiego, p g , salvo nell’ambito di p particolari −- in materie p applicazioni, al fine di limitare i fenomeni corrosivi, (scarsa resistenza meccanica e al fuoco), maggiori costi; solitamente sono in cloruro di vinile o in polietilene; −- in pannelli prefabbricati: costituiti da materiali sintetici (poliuretano espanso), spesso a base di silicati di calcio o di fibre minerali, da materie plastiche trattate o da alluminio preisolato; sono impiegati quando necessitano particolari forme delle sezioni o in corrispondenza di particolari diramazioni e raccordi; hanno il vantaggio di essere leggeri e poco rugosi internamente (sono, infatti, di solito rivestiti internamente), ma costi notevoli; −- in materiale flessibile: sono in genere impiegati per collegare i diffusori ai condotti principali o in corrispondenza di particolari ostacoli o conformazioni della struttura che va ad accogliere il circuito; problematiche legate alla scarsa resistenza i t all fuoco f e all’insorgenza ll’i di maggiori i i perdite dit di carico i rispetto i tt aii canalili rigidi; di solito sono realizzati in alluminio o PVC. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 47 Caratteristiche costruttive dei canali Requisiti dei materiali per la coibentazione: basso coefficiente di conducibilità; basso valore del calore specifico; facilità di posa in opera; buona resistenza al fuoco e all’usura; inorganicità e stabilità chimica. I materiali isolanti più largamente impiegati sono quelli a base di: gomma sintetica;; -g - schiume poliuretaniche; - materiali fibrosi in lana minerale (di roccia e di vetro) vetro). Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 48 Dimensionamento della rete I canali possono essere dimensionati secondo uno dei seguenti metodi: −1 metodo a perdita di carico costante; −1. −2. metodo a riduzione di velocità; −3. metodo a recupero di pressione statica. 1 e 2 sono applicati pp per il dimensionamento di canali con variazioni p delle velocità dell’aria che comportano trascurabili trasformazioni di energia g dinamica in statica: canali a bassa velocità; impiegati p g q quando è richiesto un controllo rigoroso della rumorosità, strettamente correlato al valore della velocità dell’aria. 3 è adottato nei condotti ad alta velocità, nei quali le trasformazioni di energia dinamica in statica, notevoli per via delle maggiori variazioni della velocità dell’aria, possono essere sfruttate per compensare le perdite di carico per attrito a valle dei punti nei quali esse si verificano. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 49 Dimensionamento della rete −1. Metodo a perdita di carico costante E’ il più diffuso per gli impianti a bassa pressione, l’intera rete aeraulica è perdita di carico distribuita p per unità dimensionata mantenendo costante la p di lunghezza. Il dimensionamento inizia dalla sezione immediatamente a valle del ventilatore di mandata, per il quale si assume un valore delle velocità massimo ammesso, Mediante un diagramma, nota la portata e assegnata la velocità, sono determinati il diametro equivalente della sezione e le perdite di carico uniformemente distribuite. il diametro di una sezione circolare in grado di dare luogo alle stesse perdite di carico di una sezione rettangolare di dimensioni a e b. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 50 −1. Metodo a perdita di carico costante Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 51 −1. Metodo a perdita di carico costante Le sezioni dei canali sono di solito rettangolari, si determinano le dimensioni della sezione impiegando la relazione seguente oppure la tabella: b (mm) a (mm) 150 200 250 300 250 210 244 273 300 228 266 299 328 350 245 286 322 354 362 400 260 304 343 371 408 437 450 274 321 363 399 433 463 491 500 287 337 381 426 455 488 518 546 550 299 351 397 439 476 511 543 573 600 310 365 413 457 496 533 566 598 650 321 378 428 474 515 553 588 622 700 331 390 443 490 533 573 610 644 750 340 402 456 505 550 591 630 666 800 350 413 469 520 566 610 649 686 850 359 424 482 534 582 626 667 706 900 367 434 494 548 583 643 685 725 950 375 444 505 560 611 658 702 744 1000 383 454 517 573 625 674 719 761 Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 350 400 450 500 0.625 ( a ⋅ b) D e = 1 .3 ⋅ (a + b)0.25 (mm) 52 −1. Metodo a perdita di carico costante Definita la perdita di carico per il primo tratto, si impone che essa si mantenga costante su tutto il circuito; pertanto nei tratti successivi si impiega ancora il grafico, in cui la portata è quella di progetto e la perdita di carico è quella del primo tratto e mediante le quali velocità e diametro equivalente i l t risultano i lt automaticamente t ti t determinati. d t i ti Occorre verificare erificare che i valori alori di velocità elocità così ottenuti otten ti siano minori di quelli compatibili con la destinazione d’uso e la posizione del canale rispetto ai locali da climatizzare. climatizzare Il ventilatore sarà dimensionato sulla base del ramo del circuito più sfavorito. Al fine di assicurare in ogni tratto valori adeguati delle velocità e della relativa portata, occorre bilanciare il circuito introducendo, se necessario, delle perdite di carico concentrate (serrande di regolazione) per equilibrare i vari tronchi e, più in generale, l’intero sistema. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 53 −2. Metodo a riduzione di velocità Si usa quando si impone un controllo della velocità e della rumorosità dell’impianto dell impianto, degli ingombri e dei costi, costi quando la velocità dell dell’aria aria è troppo bassa oppure per facilitare la regolazione delle portate quando è elevata. l t Nota la portata d’aria in ogni tratto di canale, canale si individua il circuito più sfavorito; si assegna un valore della velocità dell’aria al tratto immediatamente a valle del ventilatore di mandata e poi, empiricamente, valori via via inferiori di questa ai tratti successivi; si determina per ogni tratto il diametro equivalente e la perdita di carico unitaria mediante un grafico del tipo di quello precedente. Essendo imposte le velocità, le perdite di carico determinate variano da tratto a tratto. tratto Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 54 −3. Metodo a recupero di pressione statica Adatto per impianti ad alta velocità, si basa sul principio per il quale a ciascuna riduzione di portata nelle diramazioni di un canale corrisponde una riduzione di velocità, che dà luogo alla conversione di pressione dinamica in pressione statica. L’incremento di pressione statica può essere sfruttato per vincere le perdite di carico del tratto di canale successivo alla diramazione. Se tutto il circuito è dimensionato sfruttando tale principio, si può realizzare un sistema di distribuzione dell dell’aria aria bilanciato, bilanciato nel quale le perdite di carico saranno compensate dall’aumento di pressione statica. Si dimensiona il circuito più sfavorito, assegnando al tratto finale un valore della velocità compatibile con le prestazioni del diffusore e con i livelli di rumorosità e procedendo a ritroso fino al tratto iniziale del circuito, circuito immediatamente a valle del ventilatore. Per i circuiti deviati si procede analogamente al metodo a perdita di carico costante, procedendo dal tratto iniziale verso valle. Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 55 Calcolo delle perdite di carico totali del circuito Per dimensionare il ventilatore occorre calcolare: -la perdita di carico complessiva del tratto più sfavorito; -la perdita di carico all’interno dell’UTA; -le perdite di carico in corrispondenza dei diffusori. Le perdite di carico complessive del circuito più sfavorito ΔPtot si calcolano sommando le p perdite di carico distribuite ΔPd e q quelle concentrate ΔPc che si originano lungo esso: ΔP = ΔPd + ΔPc + ΔPdiff + ΔPUTA ΔP = ΔPd = ΔPc = ΔPdiff ΔPUTA (Pa) perdita di carico totale del circuito più sfavorito (Pa); perdite di carico distribuite (Pa); perdite di carico concentrate (Pa); = perdite di carico dovute ai diffusori (Pa); = perdite di carico nell’unità di trattamento aria (Pa). Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 56 Calcolo delle perdite di carico totali del circuito La perdita di carico distribuita si calcola diversamente a seconda del metodo di dimensionamento adottato per il circuito. Perdita di carico costante: si moltiplica la lunghezza del circuito più sfavorito per perdita di carico continua unitaria ΔPd,unit il valore costante dato alla p d unit: ∆P = L⋅∆Pd,unit (Pa) A riduzione di velocità: si sommano le perdite di carico continue che competono ai singoli tratti del circuito più gravoso, ΔPd,i (tenendo conto che ΔPd,i, per il tratto i-esimo, è pari al prodotto della lunghezza Li del tronco considerato per la perdita di carico unitaria ricavata per esso ΔPd,unit-i): n ΔPd = ∑ ΔPd,unit −i ⋅ L i (Pa) i =1 Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 57 Calcolo delle perdite di carico totali del circuito A recupero di pressione statica: poiché nei tratti successivi alla prima derivazione le perdite di carico sono compensate dall’aumento della pressione statica, la perdita di carico distribuita ΔPd lungo il circuito più sfavorito è solo da quella che si genera nel tratto compreso tra il ventilatore e la prima diramazione. Si calcola moltiplicando la lunghezza di detto tratto per il valore della perdita unitaria ad esso relativa. Le perdite di carico concentrate ΔPc del circuito più sfavorito, si calcolano mediante la seguente relazione: n v 2j j 1 j= 2 ΔPc = ∑ ξ j ⋅ ρ ⋅ n ξj ρ vj =numero di discontinuità; =coefficiente delle perdite localizzate della jj-esima discontinuità; =densità dell’aria in condizioni standard (kg/m3); =velocità dell’aria nella j-esima discontinuità (m/s). Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 58 Valori del coefficiente ξ delle perdite localizzate nelle canalizzazioni dell’aria TIPO CARATTERISTICHE ξ ALLARGAMENTO DI SEZIONE lenta variazione a mezzo divergente 0 brusca variazione di A1 e A2 * angolo=90°, canale circolare o quadrato 1.5 angolo=90°, canale rettangolare 2 angolo=90° arrotondato 1 angolo=135° 0.5 angolo=90°, r/D<5 (r=raggio del raccordo, D=diametro equivalente) 0.3 angolo=90°, g , r/D>5 (r=raggio ( gg del raccordo,, D=diametro equivalente) q ) 0 canale deviato di diametro D con raccordo 1.5 canale non deviato di diametro d=D 1 canale non deviato di diametro d >1 >1.5 5D 07 0.7 canale non deviato di diametro d >2 D 0.4 canale non deviato di diametro d >3 D 0.2 canale non deviato di diametro d >4 D 0 confluenza o diramazione a T 3 confluenza o diramazione raccordata 1 per rango 3.5 con sezione libera uguale a quella del canale 2 rapporto sezione libera/sezione canale = 1.5 0.5 CAMBIAMENTO DI DIREZIONE CONFLUENZA O DIRAMAZIONE BATTERIE DI SCAMBIO TERMICO BOCCHETTE E GRIGLIE * in questo caso ξ dipende dalla velocità dell’aria Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 59 Calcolo delle perdite di carico totali del circuito Le perdite L dit di carico i localizzate l li t ΔPdiff che h sii verificano ifi i corrispondenza in i d d i dei diffusori sono fornite dai costruttori nelle schede tecniche. Altre perdite di carico concentrate (ΔPUTA) sono riscontrate anche all all’interno interno dell’UTA, per le quali in tabella si riportano alcuni valori indicativi. Queste assumono, in genere, valori rilevanti, forniti dagli stessi costruttori dei componenti. DISCONTINUITA’ Valori approssimati delle cadute di pressione all’interno dell’UTA CADUTA DI PRESSIONE (Pa) CAMERA DI MISCELA 20 Pa FILTRI PIANI 60 Pa FILTRI AD ANGOLO 40 Pa FILTRI A RULLO 50 Pa FILTRI A TASCHE 80 Pa SEZIONE UMIDIFICANTE 20 Pa SEPARATORE DI GOCCE 30 Pa FILTRI ASSOLUTI 500 Pa BATTERIE DI RISCALDAMENTO 25 Pa p per rango g 70 Pa (2 ranghi) BATTERIE DI RAFFREDDAMENTO 80 Pa (3 ranghi) 100 Pa (4 ranghi) 140 Pa (6 ranghi) Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia - E. Moretti 60