i Riassunti - Simonelli Editore

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i Riassunti - Simonelli Editore
i Riassunti
di
Farfadette
SeBook
Simonelli
electronic
Book
FORTE COME LA MORTE
di
GUY DE MAUPASSANT
(Tourville-sur-Arques, Normandia, 1850 - Parigi, 1893)
Anno di pubblicazione: 1889 nella Revue Illustrée dal 15 febbraio al 15
maggio 1889: nello stesso anno in volume.
Lingua: Francese.
Titolo originale: Fort comme la mort.
Epoca: 1886. Infatti la relazione fra i due protagonisti dura da dodici anni ed
è cominciata nel 1874.
Ambientazione: Parigi. Il castello di Roncières nell’Eure.
Incipit: La luce entrava nel grande studio attraverso il lucernario aperto nel
soffitto: era un largo quadrato di luce abbagliante e azzurra, un buco chiaro
spalancato su un lontano infinito d’azzurro, nel quale passavano rapidi voli
d’uccelli.
Olivier Bertin è un ritrattista famoso, beniamino dell’alta società. Si avvicina ormai alla vecchiaia, che però all’epoca
poteva essere rappresentata dai cinquanta anni o poco più:
è tutto bianco – capelli, baffi – ma il suo corpo è vigoroso e
giovanile. Si può considerare un uomo appagato. E’ ricco, è
ammirato ed ha un’amante deliziosa. Annette, chiamata
Any, è una quarantenne bionda, ancora graziosa e giovanile: moglie di un deputato, il conte di Guilleroy, è la fedele
amante di Bertin da dodici anni.
La passione era divampata fra loro mentre il pittore dipingeva il ritratto, destinato a divenire una delle sue opere migliori, della bionda gentildonna in lutto per il suocero: quel ritratto che ora adorna la parete di un salone di palazzo Guillermoy ed è ammirato da tutti. La relazione è sempre andata avanti con reciproco appagamento. Any non è una donna
facile e frivola: dopo aver ceduto la prima volta ad Olivier in
un impeto di passione, era stata molto dubbiosa se portare
avanti quello che per lei era pur sempre il tradimento di un
marito forse un po’ assente ma corretto e stimabile. Poi però
si era lasciata andare, adagiandosi in una relazione che la
gratificava ed assumendo la parte di musa del pittore e sua
ascoltata consigliera, al punto di influenzare la sua arte.
Quel tanto di leziosità che si era insinuata nell’opera di Bertin, era infatti dovuta a lei. Da parte sua Olivier è affezionatissimo all’amante, di cui frequenta regolarmente la casa. E’
un ottimo amico del marito di lei, che non ha il minimo so-
spetto perché non è di temperamento geloso e inoltre è
tutto preso dalla sua carica di deputato con gli impegni che
ne conseguono.
Tuttavia anche su questo collaudatissimo legame c’è qualche piccola ombra. Any ha paura di essere lasciata: sa che
Olivier è giunto ad un punto della vita in cui la solitudine pesa e potrebbe anche farsi venire l’idea di sposarsi. Ed è vero che il pittore si sente un po’ solo, specie quando rientra,
alla sera, nella sua bella casa vuota: ma a un matrimonio
non pensa. Durante quei dodici anni ha avuto solo delle
brevi avventure che non hanno intaccato il suo profondo
rapporto con Any.
Siamo a questo punto quando la diciottenne Annette (Nanette, Nané), figlia di Any e del conte, viene richiamata a
Parigi dai genitori. La ragazza è infatti cresciuta nell’Eure,
al castello di Roncières, presso la nonna materna che se ne
era fatta scudo contro la solitudine. Adesso però i genitori
desiderano che Annette prenda in società il posto che le
compete e soprattutto che faccia un buon matrimonio. Hanno già sottomano il fidanzato ideale nella persona del giovane, ricco e benissimo introdotto marchese di Farandal.
Any dà una festa, radunando tutti i suoi migliori amici per
far conoscere loro la figlia ed è così che Bertin, dopo tre anni, rivede la ragazza: un fiore ma soprattutto una Any tornata giovane. Madre e figlia si presentano agli ospiti vestite allo stesso modo ed allacciate per la vita. Any regge ancora il
confronto ma Annette ha dalla sua lo splendore dei diciotto
anni. Un’oscura tenerezza prende quindi subito a far battere il cuore di Olivier...
Segue un periodo molto confuso per Bertin, a cui pare di
sentir aumentare il suo amore per Any al punto che si duole di non poterla avere sempre accanto a sé in qualità di
moglie o di compagna fissa. Contemporaneamente il pittore,
frequentando i Guillermoy anche più del solito, è molto vicino alla deliziosa Annette, che prende l’abitudine di accompagnare dappertutto. Nessuno ci trova niente da ridire, dato
che lui può essere considerato una specie di zio.
Nessuno tranne Any. La donna comincia presto a capire l’attrazione dell’amante per sua figlia. Reagisce facendo di tutto per apparire giovane agli occhi di lui: si sottopone a diete,
fa sfoggio di eleganza. Infatti dimagrisce acquistando una
figuretta da adolescente e continua a vestirsi come Annette.
Inoltre il loro stare continuamente insieme fa sì che madre e
figlia si rassomiglino sempre più anche nei gesti e nelle
espressioni, al punto che il marito e padre, divertito, talvolta
le confonde.
Frattanto a Roncières muore l’anziana madre di Any. La
contessa, distrutta dal dolore, si reca subito al castello con
Annette e vi rimane parecchio tempo. Non la trattiene soltanto la sua sofferenza di figlia, pur genuina: Any sa che il
molto piangere l’ha resa sciupata e l’ha imbruttita per cui
non sa risolversi a tornare a Parigi, non desiderando farsi
vedere così ridotta dall’amante. Vana precauzione: il conte
di Guillermoy prega proprio il suo caro amico Bertin di andare a riprendere moglie e figlia… così il pittore, arrivando a
Roncières, si trova di fronte ad una donna spenta e appassita, che ha accanto la sua “replica” giovane e splendente.
Tornate madre e figlia a Parigi, comincia per Olivier un periodo spensierato o quasi. Accanto ad Annette, gli par quasi
di vivere una seconda giovinezza: continua ad accompagnarla dappertutto, gioca a tennis con lei, le fa regali costosi come una spilla a forma di fiordaliso fatta di smeraldi,
brillanti e zaffiri. La ragazza non si accorge e non si accorgerà mai di nulla: per lei Bertin resta un benevolo zio attempato a cui non riesce nemmeno a dare del tu. Intanto il
suo fidanzamento con il marchese di Farandal è stato combinato ed essa ne è ben felice. Any però, con una stretta al
cuore, si rende conto che Olivier non fa che denigrare il
giovane fidanzato. In parole povere, è geloso di Annette…
Quando il pittore decide di fare il ritratto della ragazza, così
come lo aveva fatto alla madre, e cominciano le pose, Any
non regge più: interrompe le sedute praticamente dalla prima e, sia pure con molta dolcezza, parla chiaro con il suo
amante: deve rendersi conto di essere innamorato di Annette. Bertin nega con tutte le sue forze ma Any gli spiega
che c’è una cosa che denuncia i suoi sentimenti con cristallina chiarezza: l’odio che lui dimostra in tutte le occasioni
verso il marchese di Farandal in quanto fidanzato della ra-
gazza.
Bertin continua a negare la cosa anche a se stesso e cerca
di convincersi che ciò che lo intriga è solo la somiglianza di
Annette con la madre quando era giovane. Continua così a
frequentare le due donne e a ricoprirle di regali preziosi.
Porta poi Nanette ad una rappresentazione del Faust, all’opera: ma mentre è pieno di gioia e di fierezza per essere
accanto a quella deliziosa adolescente, si sorprende a
pensare con la più atroce gelosia al suo futuro, tanto prossimo, di sposa. Any dal canto suo, testimone disincantata di
quella che è ormai una vera e propria passione, continua,
sempre pacatamente ma con fermezza, a pregare il suo
amante di riconoscere la verità. Il pittore è confuso, oscuramente disperato.
E si arriva alla tragedia...
Una sera Bertin, oppresso dal peso del suo amore impossibile, si reca, come ha fatto tante volte, a casa di Any ma in
questa occasione la prega di farlo restare con lei per quanto
è possibile dato che non sopporterebbe il ritorno nella sua
casa vuota. Ma la sua amante è inflessibile: le convenienze
impongono che a una certa ora l’amico di famiglia se ne vada. Tuttavia Any è una donna molto dolce e tenera e soffre
veramente a vedere come Olivier a sua volta è preda di un
tremendo dolore e di una spaventosa frustrazione. Lo prega allora a maggior ragione di allontanarsi: fra tre mesi Annette si sposerà ed è bene che lui fino ad allora non la veda.
Dopo la sposina se ne andrà a vivere nella sua nuova casa:
Olivier potrà allora frequentare Any senza il tormento di stare a continuo contatto con l’oggetto della sua passione e in
breve il suo amore unilaterale si esaurirà.
Bertin lascia la casa della sua amante, avviandosi a piedi
senza una meta precisa, ma è frastornato, confuso al punto
che la sua dolorosa distrazione lo fa finire sotto una carrozza: una ruota gli passa sul petto. A quei tempi l’ospedale
era considerato soltanto un ricovero per i miserabili e quindi, nonostante la gravità del suo stato, il pittore viene trasportato a casa sua dove un medico gli presta le prime cure.
Il conte e la contessa di Guillermoy, subito avvertiti, corrono
da lui. Il dottore non è del tutto pessimista ma afferma che il
malato ha bisogno della sorveglianza e delle cure esperte di
un infermiere: Any coglie l’occasione per persuadere il
marito ad andarne a cercarne uno, cosa non facile dato che
si è nel cuore della notte, in modo da rimanere sola con
Olivier.
Comincia ora la scena più tenera, struggente e malinconica del libro. Any è vicina al suo grande amore con tutta se
stessa: Bertin sa di star per morire forse perché la sua disperazione gli ha fatto abbassare tutte le difese naturali.
Pensa ad Annette ma anche alla sua amante così fedele
che non vuole sia compromessa. La induce quindi a bruciare tutte le lettere d’amore che lei gli aveva scritto, conservate in un secretaire: non vuole che, trovate dopo la sua mor-
te, provochino uno scandalo. Any si piega con riluttanza a
quel desiderio, dato che in un momento del genere poco si
preoccupa della propria reputazione ed è con un brivido che
vede scendere fra le fiamme del caminetto quelli che sembrano rivoli di sangue e non sono altro che i sigilli di ceralacca, posti a custodire tutte quelle parole d’amore, che si
vanno sciogliendo…
Ma il pensiero del moribondo è fisso ad Annette. Vorrebbe
rivederla ancora una volta. Per non farlo agitare, Any promette che gliela porterà…
Purtroppo non c’è più tempo. Sempre con il nome di Annette sulle labbra, Olivier cade in un breve coma e presto esala l’ultimo respiro. Any, che gli tiene le mani, addolorata e
spaventata, si accorge che quelle dita si vanno raffreddando
nelle sue.
Si sollevò, folle di spavento, per guardare il volto di lui. Era
disteso, impassibile, inanimato, indifferente a qualsiasi sofferenza, placato d’improvviso dall’eterno oblio.
Curiosità
L’eterno oblio era vicinissimo anche per Maupassant, ormai
al termine della sua avventura letteraria e terrena.
Non voglio sopravvivermi. Sono entrato nella vita letteraria
come una meteora e ne uscirò come una folgore disse in
uno dei suoi ultimi sprazzi di lucidità.
Una meteora, certo, questo scrittore le cui numerose opere
sono tutte compresse fra gli anni 1880-1890, ma che è comunque uno dei più grandi del secondo ottocento nonché il
padre della novella moderna. Sul suo genio pesava purtroppo un’infezione luetica, che lo portò alla paralisi progressiva
e alla demenza, nonché una tara ereditaria che aggravò la
situazione. Risultato: poco più che quarantenne, dopo alcuni
tentativi di suicidio lo scrittore dovette essere internato in
manicomio. Aveva già perso il contatto con la realtà quando,
sperando in un miglioramento, lo portarono a vedere il suo
amato yacht Bel-Ami con il quale aveva compiuto tante crociere. Lui fece un sorriso incerto poi si lasciò portare via
docilmente. In capo a poco più di due anni era tutto finito.
Des ténèbres! Oh! Des ténèbres gridò, morendo.
SeBook Simonelli electronic Book
«Riassunto di FORTE COME LA MORTE di Guy de Maupassant»
di Farfadette
ISBN 978-88-7647-255-8
in vendita in esclusiva su
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