Storia Informatica

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Storia Informatica
STORIA DELL'INFORMATICA
Macchine da calcolo fino al 1600
Meucci
Hopper
Leonardo Da Vinci
Lovelace
Shannon
Shickart
Boole
Wiener
Pascal
Hollerith
Jobs e Wosniak
Babbage
Turing
Gates
Leibniz
Von Neumann
Allen
Macchine da calcolo fino al 1600
4000 - 1200 a.c
Abitanti delle prime civiltà di Sumeri tengono già traccia di
operazioni commerciali utilizzando apposite tavolette.
L'Estratto conto è molto antico!
Tavola dei sumeri
300 a.c.
La più antica tavola di conteggio, fu trovata nell'isola di
Salamis, risale a quest'epoca ed appartiene ai Babilonesi
Tavola di conteggio Salamis
500 a.c. - 500 d.c.
Durante l'impero Greco e Romano, tavole di calcolo come
queste venivano costruite in pietra e metallo.
Tavola di calcolo greche e romane
1200 d.c.
L'Abco, come lo conosciamo oggi, apparve nel 1200 d.c. in
Cina.
E’ uno strumento di varie forme (Cinese, Giapponese,
Russo, …) che può essere considerato un dispositivo per
memorizzare e visualizzare i dati ed i risultati di addizioni e
sottrazioni e quindi indirettamente un ausilio per il calcolo.
Abaco
- Numerazione decimale
- Notazione posizionale
- Impiego dello Zero
1612 - 1614
John Napier (Nepero) inventa i logaritmi, che rimarranno
fino al Novecento lo strumento per eccellenza per eseguire
e semplificare calcoli complessi. Nasce anche l'utilizzo
della virgola per separare i decimali. Napier utilizza
asticelle numerate per il calcolo.
Asticelle per calcolo logaritmi
Leonardo Da Vinci
Se volessimo dare credito alla tesi fantascientifica dei viaggi nel tempo,
sicuramente il più sospettabile di tutti i geni sarebbe proprio lui, viste le
innumerevoli opere del suo ingegno che si stenta a credere non abbia "copiato"
dal futuro per cercare di riprodurle nella sua prematura epoca.
Sorvolando su tutto ciò che egli ha saputo pensare e realizzare nella sua vita,
anche nell'ambito del calcolo automatico ha saputo dare un esempio che se
anche non fosse stato poi copiato da altri, confermerebbe una volta in più le sue
grandiose capacità.
Il riferimento è ai disegni e progetti di calcolo ritrovati solamente nel 1967 e che
dimostrano come egli, già attorno al 1500 (150 anni prima di Blaise Pascal!)
avesse immaginato un sistema meccanico di calcolatrice basata su ruote
dentate (lo scritto fa parte di quello che oggi viene chiamato "Codice di Madrid)
perfettamente funzionante.
Fiorentino, pittore,
scultore, architetto,
ingeniere. (1452 1519)
Wilhelm Schickart
Tra il 1500 e il 1700 si diffuse in tutta Europa un gusto sproporzionato per i congegni
automatici, in particolare per gli orologi: ne esistevano di complessi e monumentali ovunque si
andasse, indicanti non solo l'ora ma anche le fasi lunari, i segni zodiacali, con figure in
movimento e melodie affascinanti.
Le ruote dentate erano il segreto di tutti quei congegni, e la tecnologia per la loro costruzione
raggiunse in quel periodo un altissimo grado di precisione, malgrado fossero di legno a causa
della poca familiarietà degli artigiani nel forgiare i metalli.
Probabilmente osservando il funzionamento di questi meccanismi il matematico tedesco Wilhelm Schickard (15921635) docente dell’università di Heidelberg e considerato il Leonardo da Vinci tedesco per la portata delle sue
conoscenze, progettò e costruì quello che a tutt'oggi è considerato il primo vero meccanismo calcolatore: una
macchina che esegue le quattro operazioni principali e la radice quadrata.
Nel 1623 l'astronomo Keplero dà notizia dell'invenzione di un certo William Schickard: l'orologio calcolatore
capace di eseguire automaticamente addizioni e sottrazioni ed anche moltiplicazioni e divisioni.
La sua idea fu brillante: utilizzando una versione rotante dei bastoncini di Nepero, concepì un calcolatore con
trasmissione ad ingranaggio, basato sul movimento di ruote dentate collegate ad un indicatore a 6 cifre (simile ad
un contachilometri). Questo macchinario, detto orologio calcolatore, era in grado di eseguire i riporti e per mezzo di
un campanello indicava il superamento del limite di cifre (overflow); il suo principio costituisce la base di tutte le
macchine calcolatrici fino all'apparsa del primo calcolatore elettronico. Schickard purtroppo non riuscì a realizzare
materialmente la sua macchina: di essa ci rimangono solo gli schizzi del progetto, che Schickard inviò al suo amico
Giovanni Keplero nel 1623 per informarlo della sua invenzione; il prototipo, realizzato in legno da un artigiano
dell'epoca, fu vittima di un incendio e poco tempo dopo l'inventore morì di peste bubbonica.
Blaise Pascal
Blaise Pascal a venti anni realizza una celebre macchina per eseguire addizioni
e sottrazioni automaticamente, la 'Pascalina'.
In realtà, uno strumento simile, capace anche di eseguire moltiplicazioni e
divisioni, era stato costruito qualche anno prima in Germania, ma, essendo di
legno, fu distrutto da un incendio.
Le addizioni venivano eseguite mediante la somma delle rotazioni degli
ingranaggi e le sottrazioni come complemento al 10 (principio che fu utilizzato
anche da molte calcolatrici meccaniche fino a pochi anni fa). Le moltiplicazioni
erano delle addizioni ripetute.
Lo scopo per cui progettò questa calcolatrice fu quello di aiutare il padre nel
calcolo della riscossione delle tasse. Pensò che la macchina potesse essere
utile anche ad altri, la fece brevettare e ne costruì anche un certo numero di
esemplari (circa 50).
Filosofo, matematico e
fisico francese.
(1623 - 1662)
Charles Babbage
Babbage aveva conosciuto il telaio di Jacquard nei suoi studi sulle manifatture e da questa
invenzione aveva ricavato alcuni concetti che gli furono utili nell' ideazione della sua seconda
macchina; quella analitica.
Per questa macchina, precorrendo i tempi, aveva immaginato la possibilità di introdurre da un
lato le regole (gli algoritmi) e dall'altro i valori (le variabili e le costanti).
Il modo più semplice di fare questo consisteva nell' utilizzo di schede perforate o nastri
perforati in tutto simili a quelli dei telai di Jacquard.
La macchina doveva essere in grado di eseguire operazioni ricorrenti nel calcolo delle tavole
e, per questo, dovevano esserci varie schede, una per ogni operazione da compiere, che
venivano unite in un nastro nella opportuna sequenza.
Questo era di fatto il programma di calcolo (operation cards).
Altre schede perforate contenevano i dati, variabili e costanti, e venivano a costituire un
secondo nastro (variable cards).
Egli realizzò anche una "macchina alle differenze" in grado di svolgere calcoli più
specializzati.
Fiorentino, pittore,
scultore,
architetto,
ingeniere. (1452 1519)
Non si può che rimanere colpiti dalla modernità dei concetti che stanno alla base di questa macchina, gli stessi che
oggi, con tecnologia elettronica, sono alla base dei calcolatori.
La macchina analitica era costituita da due parti:
Lo store (memoria) che immagazzinava variabili e costanti e nella quale erano conservati anche tutti i risultati
intermedi dei calcoli.
Il mill (unità di calcolo) che conteneva il programma vero e proprio.
Babbage non vedrà mai funzionare la sua Macchina Analitica. Mentre la Macchina alle differenze sarà completata
solo nel 1989 ed ora è esposta al Museo della Scienza di Londra. Ma lo schema generale del suo calcolatore è
talmente simile a quello dei computer moderni che la tardiva riscoperta dei suoi scritti invalidò alcuni brevetti
dell’IBM.
Bisognerà aspettare la seconda metà del Novecento, dunque, per vedere riconosciuta l’opera di questi due
“visionari” ottocenteschi: Babbage e Ada Lovelace.
Gottfried Wilhelm Leibniz
Oltre a una macchina calcolatrice automatica in grado di eseguire le quattro operazioni
e l'estrazione di radici quadrate, lasciò alcune idee fondamentali per lo sviluppo della
logica matematica e per il futuro funzionamento dei calcolatori digitali.
Nel 1670, ignaro delle invenzioni di B.Pascal e di W.Schickard, il grande matematico e
filosofo tedesco si immerse nella progettazione di una macchina che non fosse una
semplice calcolatrice, ma che potesse eseguire qualsiasi processo di ragionamento.
Più tardi, appreso dalla lettura dell'opera "Pensieri" dell'esistenza della pascaline,
Leibniz concentrò il suo sforzo nella realizzazione di un congegno che potesse eseguire
velocemente moltiplicazioni e divisioni, cosa che la macchina di Pascal non era in grado
di eseguire.
Per raggiungere il suo scopo Leibniz inventò uno speciale tipo di meccanismo, detto
tamburo differenziato (oggi più semplicemente chiamato Ruota di Leibniz); combinando
insieme alcuni di questi tamburi era possibile moltiplicare e dividere sfruttando la
ripetizione automatica di somme e sottrazioni.
Filosofo e matematico
tedesco.
(1646 - 1716)
Nel 1674 Leibniz presentò a Londra il suo progetto, denominato Stepped Reckoner (calcolatrice a scatti). Il
prototipo, però, aveva molte difficoltà a funzionare, tant'è vero che il suo inventore terminò lo sviluppo completo
della macchina soltanto nel 1694.
Sebbene non completamente automatico (era necessario l'intervento dell'utente per ordinare alcuni riporti), questo
congegno è senz'altro il più ambizioso progetto di calcolatore automatico che sia mai stato tentato.
Leibniz costruì un solo esemplare del suo congegno, per due motivi: primo l'elevata difficoltà di costruzione,
secondo gli errori in cui la macchina talvolta incappava; in effetti, nel 1893, a 177 anni dalla morte di Leibniz, si è
scoperto che l'errore era derivante da un difetto nel disegno di un meccanismo di riporto: non si sa se l'inventore
fosse cosciente del suo errore progettuale, ma è probabile che un prototipo corretto e revisionato non sia mai stato
costruito.
Antonio Meucci
Nato a Firenze il 13 aprile 1808 (muore nel 1899) da una famiglia povera, Antonio Meucci non poté compiere studi
regolari e cominciò a lavorare presto, prima come daziere, poi come meccanico teatrale.
In teatro, tra l'altro, incontrò Ester Mochi, sarta teatrale, che sarebbe diventata più tardi sua moglie.
Appassionato fin da giovane di elettricità fisiologica e animale, ma anche di politica, fu costretto per le sue idee
liberali e repubblicane a lasciare il granducato di Toscana. Dopo lunghe peregrinazioni nello Stato Pontificio e nel
Regno delle Due Sicilie, emigrò a Cuba, dove lavorò come meccanico teatrale e poi, dal 1850, si stabilì a New
York.
Qui incontrò tra l'altro Giuseppe Garibaldi (1807-1882) di cui divenne grande amico e che fu suo collaboratore,
tanto che esiste oggi nella
città statunitense un Museo Garibaldi-Meucci.
Anche se portava avanti i suoi studi sul telefono già da tempo, l'invenzione fu completata con un primo modello
solo nel 1856.
«Consiste - scriveva Meucci in un appunto del 1857 - in un diaframma vibrante e in un magnete eletrizzato da un
filo a spirale che lo avvolge. Vibrando, il diaframma altera la corrente del magnete. Queste alterazioni di corrente,
trasmesse all'altro capo del filo, imprimono analoghe vibrazioni al diaframma ricevente e riproducono la parola».
Antonio Meucci
Il Telefono di Meucci
Ma a questo scienziato che aveva idee così chiare sull'invenzione mancava un elemento fondamentale: i mezzi
economici per sostenere la propria attività. E a poco valse la ricerca di un finanziamento presso persone ricche in
Italia, tentata tramite il suo amico E. Bendelari.
A Meucci presto mancarono i soldi addirittura per la propria sussistenza e poté contare solo sull'aiuto di qualche
altro emigrato italiano. Egli rimase anche vittima di un incidente su una nave e dovette restare a letto per mesi,
cosicché la moglie Ester fu costretta a vendere tutte le attrezzature telefoniche a un rigattiere per soli 6 dollari.
Il problema economico si ripresentò quando, nel 1871, Meucci decise di richiedere il brevetto per la propria
invenzione: l'avvocato che doveva assisterlo per preparare i documenti necessari esigeva 250 dollari, molto più dei
20 che egli aveva disposizione. L'unica possibilità era ottenere un caveat, una sorta di brevetto provvisorio che
andava rinnovato ogni anno al prezzo di 10 dollari, e che Meucci riuscì a pagare solo fino al 1873.
In quel periodo Meucci decise anche di rivolgersi a E. Grant, vicepresidente della potente American District
Telegraph Company di New York, chiedendogli di lasciargli adoperare le sue linee per gli esperimenti, e
mostrandogli un'ampia documentazione sulle sue ricerche. Ma fu l'ennesimo buco nell'acqua: Grant si disinteressò
dell'affare non comprendendo le potenzialità economiche dello strumento.
Gli anni successivi furono spesi in una lunga vertenza con Alexander G. Bell (1847-1922), che aveva presentato
domanda di brevetto per il suo telefono nel 1876.
Meucci era riuscito nel frattempo a farsi sponsorizzare dalla Globe Company, che fece causa alla Bell Company
per infrazione del brevetto.
La causa finì il 19 luglio 1887 con una sentenza del giudice Wallace che dava ragione a Bell, anche se riconosceva
alcuni meriti a Meucci. «Nulla dimostra - recitava la sentenza - che Meucci abbia ottenuto qualche risultato pratico a
parte quello di convogliare la parola meccanicamente mediante cavo.
Impiegò senza dubbio un conduttore meccanico e suppose che elettrificando l'apparecchio avrebbe ottenuto
risultati migliori». Ciò significa che Meucci avrebbe inventato il telefono, ma non quello elettrico.
Quando la società Globe presentò ricorso contro la sentenza, nel 1889, Meucci era morto da poco, e non ricevette
perciò l'ennesima delusione, l'archiviazione del caso da parte della Corte Suprema statunitense.
Più di un secolo dopo, grazie anche alle ricerche di un tenace italiano, la verità è ristabilita, il parlamento americano
riconosce che Antonio Meucci è il papà del telefono e noi italiani abbiamo un’altra gloria di cui andare fieri. Per la
cronaca: il telefono non è che una delle tante invenzioni cui si è dedicato.
Un documento, reperito solo recentemente, prova che Meucci scoprì il carico induttivo delle linee telefoniche
trent'anni prima che esso fosse brevettato e adottato nelle reti Bell. E, non potendo essere stato "copiato" dai
brevetti e dalla pratica Bell, il nuovo documento rappresenta una prova inconfutabile della priorità di Antonio
Meucci. Altre prove della priorità di Meucci sono contenute nelle sue anticipazioni in merito al dispositivo
antilocale, alla segnalazione di chiamata, alla riduzione dell'effetto pellicolare nei conduttori di linea, e alla
silenziosità dell'ambiente e riservatezza.
Augusta Ada King Lovelace
Il primo software mai scritto da un essere umano fu ideato da una mano femminile e fu una
mente di donna a prefigurare alcune delle basi concettuali della programmazione. E che
donna! Addirittura la figlia di Lord Byron.
Ada Augusta nasce nel 1815 (muore nel 1852), unica discendente legittima del poeta; a
sole 5 settimane dal parto la madre chiede la separazione dal marito, ottiene la tutela della
figlia e si impegna a darle un’educazione scientifica, terrorizzata all’idea che la bambina
possa manifestare le medesime inclinazioni poetiche del suo tempestoso genitore.
E in effetti, la piccola Ada si applicherà con passione alla matematica ma i progetti materni
non avranno un successo completo: giovinetta, dichiarerà di aspirare ad una “scienza
poetica” e tutto il suo pensiero analitico sarà intriso di immaginazione e punteggiato di
metafore.
Sarà proprio la sua capacità di intuire e vedere più in là dei contemporanei a portarla, a
metà degli anni ‘30, ad entusiasmarsi per le bizzarre ricerche di un matematico di
Cambridge, Charles Babbage, che lavora da anni alla progettazione di una calcolatrice
meccanica.
L'Analitical engine di Babbage, un’enorme struttura composta da ben 25 mila parti,
precorre i principi dei calcolatori numerici universali del XX secolo.
Augusta Ada King
Lovelace
Ada si appassiona all’opera di Babbage, di cui intuisce “l’universalità delle idee” e tra i due inizia un fitto scambio di
lettere, piene di numeri, fatti e fantasie.
Nel frattempo, la giovane nobildonna sposa il conte di Lovelace, da cui avrà tre figli. Nel 1843, in uno scritto ormai
famoso, Ada Byron descrive la Macchina di Babbage come uno strumento programmabile, in grado di agire in base
a delle istruzioni generali.
Con incredibile lungimiranza, ne prevede le applicazioni nel calcolo matematico, prefigura l’intelligenza artificiale e
persino la computer music, affermando che la macchina sarà cruciale per il futuro della scienza.
A titolo di esempio, spiega il modo in cui la macchina potrebbe effettuare un determinato calcolo, scrivendo quel
che viene unanimemente riconosciuto come il primo software della storia. Ada Augusta Byron Lovelace muore
giovanissima, a soli 36 anni Per oltre un secolo verrà ricordata solo nelle note biografiche del grande poetica
romantico.
Nel 1979, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha onorato il ricordo di Ada Augusta Byron Lovelace
battezzando “ADA” un linguaggio di programmazione per grandi sistemi di calcolo particolarmente innovativo. E se
Charles Babbage è il precursore di tutti i progettisti di hardware, alle origini del software c’è una Eva
dell’aristocrazia britannica.
George Boole
Logico e matematico inglese (1815-1864). George Boole creò lo strumento concettuale
che sta alla base del funzionamento del calcolatore e che, in suo onore, va sotto il nome
di 'algebra booleana'.
Si tratta di un calcolo logico a due valori di verità con alcune leggi particolari, che
consente di operare su proposizioni allo stesso modo che su entità matematiche.
Sviluppò i concetti espressi da Leibniz sul sistema binario e descrisse gli operatori logici
che da lui presero il nome di: "OPERATORI BOOLEANI".
L'opera di Boole aprì l'orizzonte alle grandi scuole di matematica del '900.
La sua logica, oggi, sta alla base della struttura dei componenti elettronici denominati
"porte logiche" ed è la base del funzionamento dei calcolatori elettronici.
George Boole
Nel suo libro, Boole dimostrava con successo che la logica, come la insegnava
Aristotele, poteva essere rappresentata tramite equazioni algebriche.
Nel 1854, Boole stabiliva solidamente la sua reputazione pubblicando "An Investigation of the Laws of Thought, on
Which Are Founded the Mathematical Theories of Logic and Probabilities", una continuazione del suo lavoro
precedente.
Nel 1855, Boole, il primo professore di matematica del College The College of Cork (Ireland), sposò Mary Everest,
che era già nota come matematico e professore. Mary, di 18 anni più giovane di Boole, ebbe il compito di editor e
sounding-board per suo marito nei loro nove anni di matrimonio.
Purtroppo la scelta poco felice del trattamento medico della moglie Mary, può aver affrettato la morte di Boole.
Infatti, dopo aver preso un raffreddore sotto la pioggia, Boole fu posto a letto da sua moglie, la quale buttò secchi di
acqua sul suo corpo, convinta della teoria che qualsiasi cosa avesse causato la malattia avrebbe anche fornito la
cura (e questo sembrava logico per lei ...).
Il lavoro di Boole fu ben recepito durante la sua vita, ma fu considerato soltanto "pura matematica" fino al 1938,
quando Claude Shannon pubblicò la sua tesi al MIT.
Shannon dimostrò che la logica simbolica di Boole, così come si applicava alla rappresentazione di Vero e Falso,
poteva essere usata per rappresentare le funzioni degli interruttori nei circuiti elettronici. Ciò divenne la base della
progettazione dell'elettronica digitale, con applicazioni pratiche nella commutazione telefonica e nell'ingegneria dei
computer.
Oggigiorno, quando si usa un motore di ricerca su Internet,utilizziamo i concetti matematici di Boole che ci aiutano
a localizzare le informazioni definendo una relazione tra i termini che introduciamo. Ad esempio, ricercando George
AND Boole troveremo ogni articolo in cui sia la parola George che la parola Boole sono presenti. Cercando invece
George OR Boole troveremo ogni articolo in cui o la parola George o la parola Boole sono presenti. Tutto questo e'
cio' che chiamiamo "ricerca booleana", detto in termini molto semplificati, ovviamente.
Herman H. Hollerith
Il suo nome è legato, con quello del medico John S. Billings (1839-1913), alla realizzazione
della prima macchina tabulatrice a schede perforate, prototipo dei sistemi meccanografici.
Nel 1880 il censimento americano aveva posto un serio problema: sette anni dopo lo
spoglio delle schede non si era ancora riusciti a completarlo e già si doveva preparare il
censimento del 1890. Sicché l'ufficio censimenti bandì un concorso per la progettazione di
una macchina in grado di classificare e contare automaticamente i dati.
Vinse la gara l'ingegnere statistico H. Hollerith, che aveva elaborato una tabulatrice
riutilizzando l'idea delle schede perforate di Babbage, questa volta però non per specificare
il programma, ma i dati da elaborare o i risultati dell'elaborazione.
Ogni scheda rappresentava le risposte date da un certo individuo. Sulla scheda, "maschio"
poteva essere rappresentato da una perforazione e "femmina" dalla mancanza di
perforazione. Domande più complesse richiedevano gruppi di perforazioni o assenza di
essi.
Hollerith, tecnologo
americano (18601929)
Particolare curioso: le dimensioni delle schede erano identiche a quelle di una banconota da un dollaro.
Le schede perforate venivano inserite nella macchina, dove un circuito elettrico veniva acceso o spento dalla
presenza o assenza dei buchi. Il linguaggio delle parole umane veniva tradotto in perforazioni ("foro sì", "foro no"),
che la macchina leggeva elettricamente (acceso-spento). Era la prima volta che, nel calcolo, si faceva uso
dell'elettricità.
Il successo fu immediato: la macchina poteva esaminare fino a 800 schede al minuto (una velocità favolosa per
quei tempi e impossibile agli uomini).
Con la sua macchina Hollerith eseguì il lavoro di raccolta e tabulazione dei dati anagrafici del censimento
americano del 1890 (63 milioni di persone e 150.000 comunità minori) in un solo mese!
Il principio di Hollerith fu usato anche per il calcolo di tiro delle navi da guerra fino alla II guerra mondiale.
Herman Hollerith è il fondatore dell'azienda che sarebbe diventata il gigante IBM
la tabulatrice di Hollerit
Alan Mathison Turing
Alan Turing è nato il 23 giugno 1912 a Londra ed è morto il 7 giugno 1954 a Manchester. E'
stato uno dei pionieri dello studio della logica dei computer così come la conosciamo oggi
ed il primo ad interessarsi all'argomento dell’intelligenza artificiale.
Una delle sue caratteristiche fu di non usare il lavoro di scienziati precedenti, bensì di
ricreare le scoperte precedenti. Trasferitosi alla Princeton University iniziò ad esplorare
quella che poi verrà definita come la Macchina di Turing.
La macchina di Turing non è altro che l'odierno computer.
Turing descrisse una macchina che sarebbe stata capace di leggere una serie su una
banda composta dalle cifre uno e zero. Questi uni e questi zeri descrivevano i passaggi
che erano necessari per risolvere un particolare problema o per svolgere un certo compito.
Alan Mathison
Turing
La macchina di Turing avrebbe letto ogni passaggio e l'avrebbe svolto in sequenza dando
la risposta giusta.
Questo concetto era rivoluzionario per quel tempo in quanto molti computer negli anni '50 erano progettati per un
scopo preciso o per uno spettro limitato di scopi.
Ciò che Turing intravvedeva era una macchina che riusciva a fare tutto, una cosa che oggigiorno diamo per
scontata.
Nel 1936 formulò il modello teorico del calcolatore a istruzioni memorizzate, la cosiddetta 'macchina di Turing'.
Un risultato analogo veniva fornito nello stesso anno, ma indipendentemente da lui, dal logico polacco Emil L. Post
(1897-1954).
Il metodo di istruzione del computer era molto importante nel concetto di Turing. Far eseguire ad un computer un
compito particolare era soltanto una questione di suddivisione dell'istruzione in una serie di istruzioni più semplici,
lo stesso processo che viene affrontato anche dai programmatori odierni.
Turing era convinto che si potesse sviluppare un algoritmo per ogni problema. La parte più difficile stava nel
determinare quali fossero i livelli semplici e come spezzettare i grossi problemi.
Durante la seconda guerra mondiale Turing mise le sue capacità matematiche al servizio del Department of
Communications inglese per decifrare i codici usati nelle comunicazioni tedesche, in quanto i tedeschi avevano
sviluppato un tipo di computer denominato Enigma che era capace di generare un codice che mutava
costantemente.
Turing ed i suoi compagni lavorarono con uno strumento chiamato Colossus che decifrava in modo veloce ed
efficiente i codici tedeschi creato con Enigma. Si trattava, essenzialmente di un insieme di servomotori, ma era il
primo passo verso il computer digitale.
rotore di Enigma
ricostruzione della "Bombe room"
John Von Neumann
con lui l'informatica da tecnologia diventa scienza
L'apprendista nacque ebreo ed ungherese a Budapest il 28 dicembre 1903 come Janos
Neumann, e lo stregone morì cattolico e statunitense a Washington l'8 febbraio 1957
come John von Neumann (l'ereditario `von´ venne assegnato nel 1913 a suo padre per
meriti economici dall'imperatore Francesco Giuseppe).
Von Neumann fu un bambino prodigio: a sei anni conversava con il padre in greco
antico; a otto conosceva l'analisi; a dieci aveva letto un'intera enciclopedia storica;
quando vedeva la madre assorta le chiedeva che cosa stesse calcolando; in bagno si
portava due libri, per paura di finire di leggerne uno prima di aver terminato. Da
studente, frequentò contemporaneamente le università di Budapest e Berlino, e l'ETH di
Zurigo: a ventitré anni era laureato in ingegneria chimica, ed aveva un dottorato in
matematica.
John Von Neumann
La sua velocità di pensiero e la sua memoria divennero in seguito tanto leggendarie che Hans Bethe (premio Nobel
per la fisica nel 1967) si chiese se esse non fossero la prova di appartenenza ad una specie superiore, che sapeva
però imitare bene gli umani. In realtà, il sospetto di un'origine marziana era esteso non solo a von Neumann, ma a
tutto il resto della banda dei figli della mezzanotte, i coetanei scienziati ebrei ungheresi emigrati che contribuirono a
costruire la bomba atomica.
La complessità dei calcoli balistici richiesti per le tavole di tiro di armamenti sempre più sofisticati aveva portato, nel
1943, al progetto del calcolatore elettronico ENIAC di Filadelfia.
Non appena ne venne a conoscenza, nell'agosto 1944, von Neumann vi si buttò a capofitto: nel giro di quindici
giorni dalla sua entrata in scena, il progetto del calcolatore veniva modificato in modo da permettere la
memorizzazione interna del programma.
La programmazione, che fino ad allora richiedeva una manipolazione diretta ed esterna dei collegamenti, era così
ridotta ad un'operazione dello stesso tipo dell'inserimento dei dati, e l'ENIAC diveniva la prima realizzazione della
macchina universale inventata da Alan Turing nel 1936: in altre parole, un computer programmabile nel senso
moderno del termine.
All'Istituto di Princeton si dedicò alla progettazione di un nuovo calcolatore, producendo una serie di lavori che
portarono alla definizione di quella che oggi è nota come architettura von Neumann: in particolare, la distinzione tra
memoria primaria (ROM) e secondaria (RAM), e lo stile di programmazione mediante diagrammi di flusso.
Anche questa macchina non fu fortunata: essa fu inaugurata solo nel 1952, con una serie di calcoli per la bomba
all'idrogeno, e fu smantellata nel 1957 a causa dell'opposizione dei membri dell'Istituto, che decisero da allora di
bandire ogni laboratorio sperimentale.
Jhon von Neumann definì per la prima volta in modo rigoroso e completo il concetto di elaboratore elettronico a
programma memorizzato - la cosiddetta 'macchina di von Neumann'. Anche se altri - come ad esempio Eckert e
Mauchly - avevano avuto idee simili, fu Neumann a inquadrarle in una teoria matematica coerente e a svilupparle in
una teoria generale delle 'macchine intelligenti' e degli automi.
Oltre che per varie applicazioni tecnologiche (dalla matematica alla metereologia), il computer servì a von
Neumann anche come spunto per lo studio di una serie di problemi ispirati dall'analogia fra macchina e uomo: la
logica del cervello, il rapporto fra l'inaffidabilità dei collegamenti e la loro ridondanza, e il meccanismo della
riproduzione. Egli inventò in particolare un modello di macchina (automa cellulare) in grado di autoriprodursi,
secondo un meccanismo che risultò poi essere lo stesso di quello biologico in seguito scoperto da James Watson e
Francis Crick (premi Nobel per la medicina nel 1962).
Il suo risultato più famoso nel campo degli armamenti, invece, fu la scoperta che le bombe di grandi dimensioni
sono più devastanti se scoppiano prima di toccare il suolo, a causa dell'effetto addizionale delle onde di
detonazione (i media sostennero più semplicemente che von Neumann aveva scoperto che è meglio mancare il
bersaglio che colpirlo).
L'applicazione più infame del risultato si ebbe il 6 e 9 agosto del 1945, quando le più potenti bombe della storia
detonarono sopra il suolo di Hiroshima e Nagasaki, all'altezza calcolata da von Neumann affinché esse
producessero il maggior danno aggiuntivo.
Von Nuemman e J. Robert Oppenheimer davanti
all'EVDAC
EDVAC Electronic Discrete Variable Automatic Computer
Grace Murray Hopper
Rear Admiral Grace Hopper (1906-1992) è stata una matematica, scienziata di
computer, progettista di sistemi e ha inventato il concetto di "compilatore" dei
programmi software.
Dei suoi contributi intellettuali hanno beneficiato le accademie, l'industria e l'esercito.
Nel 1928 si laurea in matematica e fisica presso il Vassar College.
E' nota in tutto il mondo per la sua attività sul primo computer digitale della marina, il
MARK I.
Nel 1949 si unisce a Eckert e Mauchly nella costruzione dell'UNIVAC I.
Lavorò sull'idea del compilatore per fare in modo che il calcolatore fosse in grado di
leggere istruzioni scritte in linguaggio naturale, fino a sviluppare il più noto linguaggio di
programmazione commerciale, il COBOL.
Grace Hopper servì la facoltà della Moore School per 15 anni.
Grace Murray Hopper
(1906-1992)
Spese una gran parte della sua carriera inventiva dimostrando che qualunque cosa non sia mai stata fatta prima
non è detto che sia impossibile da realizzare.
E' con questo approccio mentale positivo che le capacità della Hopper consentirono lo sviluppo del primo
compilatore nel 1952.
Prima dell'invenzione della Hopper i programmatori dovevano scrivere lunghissime istruzioni in codice binario
(linguaggio della macchina) per qualsiasi nuovo pezzo di software.
Se pensiamo che il linguaggio macchina è fatto di soli I e O potete immaginare quale sforzo e spreco di tempo tutto
ciò poteva creare all'epoca, senza contare gli errori.
La Hopper sentiva che ci doveva essere una soluzione al problema.
Determinata a risolvere la questione, impostò il programma che avrebbe liberato i programmatori dall'esigenza di
scrivere codice binario.
Ma non solo, ogni volta che il computer era chiamato a svolgere una funzione già nota, il compilatore gliela avrebbe
messa a disposizione prelevandola da una libreria predisposta allo scopo.
Il compilatore, dunque, era una splendida soluzione per risparmiare tempo ed errori, ma la Hopper non si fermò qui.
E inventò il COBOL, il primo linguaggio familiare utilizzabile per scrivere programmi gestionali, linguaggio in uso
ancora oggi.
Andò in pensione nel 1986, dopo avere consegnato alla storia il suo prezioso lavoro e l'esempio della sua
determinazione a risolvere qualsiasi problema.
Il suo successo fu basato principalmente sulla solida educazione ed una forte volontà inquisitoria. Nel suo ufficio
navale teneva appeso un orologio che girava al contrario, per ricordarsi del principio-chiave del successo: molti
problemi hanno più di una sola soluzione.
La più famosa programmatrice di computer fu conosciuta con vari appellativi, tra cui: "Gran Lady del software",
oppure "Amazing Lady" o "Nonnina del Cobol".
Aveva iniziato ad insegnare matematica alla Vassar nel 1931, dove rimase fino a quando entrò a far parte della
riserva della Marina Militare degli Stati Uniti, nel 1943, e divenne la prima programmatrice del MARK I, un computer
della marina.
L'amore della Hopper per il Mark I cessò dopo pochi anni, quando la sua attenzione fu attratta dall'UNIVAC I, una
macchina mille volte più veloce del Mark I.
Nel 1946 venne congedata ed entrò nel Computation Laboratory della facoltà di Harvard, dove proseguì il suo
lavoro sul Mark II e Mark III.
Ma nel 1949 si unì ad Eckert e Mauchly alla Computer Corporation di Philadelphia, successivamente chiamata
Sperry Rand, dove progettò il primo computer commerciale elettronico da produrre in serie: l'UNIVAC I.
Cambiò la vita di tutti quelli che operavano nel mondo dei computer sviluppando il Bomarc System, divenuto
successivamente COBOL (Common Business Oriented Language).
Il COBOL rese possibile ai computer di comprendere le parole anzichè i soli numeri.
E' sempre alla Hopper che venne attribuito il termine "bug" per indicare errori nei programmi, e la cosa nacque da
un errore del Mark II che fece impazzire i tecnici, fino a quando scoprirono che un relè non funzionava in modo
corretto proprio perchè un insetto vi era rimasto incastrato.
Fu promossa con i gradi di Capitano nel 1973 e nel 1977 venne assunta come consulente speciale al comando,
presso il NAVDAC (Naval Data Automation Command), dove restò fino alla pensione.§
Nel 1983 Philip Crane dichiarò che era ora che la Marina riconoscesse i meriti speciali di questo ufficiale,
richiamato dal pensionamento per lavorare ancora per 15 anni, e che la promuovesse al grado di Commodore. La
proposta fu accettata e la Hopper, alla tenera età di 76 anni, fu promossa Commodoro.
Il suo grado fu poi elevato a quello di Ammiraglio nel 1985, facendo di lei una delle rarissime donne ammiraglio
della marina statunitense.
Nel 1985 la Navy Regional Data Automation Center costruì un nuovo complesso per la elaborazione dei dati, che
venne battezzato: The Grace Murray Hopper Service Center.
Claude Elwood Shannon
Nel 1937 dimostrò che l'algebra di Boole forniva uno dei mezzi più adatti per trattare i problemi dei circuiti.
Dopo gli studi all'università, nel 1936 cominciò a preparare la tesi di dottorato al Mit sotto la guida di Vannevar
Bush.
In particolare Shannon era interessato alla teoria e alla progettazione dei complessi circuiti di relay che
controllavano le operazioni dell"'analizzatore differenziale", la macchina inventata da Bush per risolvere equazioni
differenziali.
Fu in quel periodo che Shannon cominciò a pensare che con la logica a due valori di Boole si poteva fare di un
computer «molto di più che una macchina per addizioni».
Dopo il dottorato, Shannon iniziò a collaborare coi Laboratori Bell della At&T, e durante la guerra si dedicò allo
studio dei sistemi di controllo delle batterie contraeree.
Nel 1948 pubblicò il suo lavoro più importante, la Teoria matematica della comunicazione, uno dei pilastri della
moderna teoria dell'informazione e in parte, quindi, dell'informatica.
Il problema era ancora una volta di natura pratica. Come trasmettere messaggi impedendo che "rumori" di disturbo
ne alterassero il contenuto?
Per cominciare, il problema era di definire in maniera precisa cos'era il contenuto di informazione di un messaggio.
Matematico Americano (1916-2001)
Theseus
L'idea geniale di Shannon fu che il contenuto di informazione non ha nulla a che vedere col contenuto del
messaggio, ma col numero di 0 e 1, necessari per trasmetterlo.
La natura del messaggio, numeri, musica, immagini, era irrilevante. In ogni caso si trattava di sequenze di 0 e 1.
In quell'articolo compariva per la prima volta il termine bit.
Le cifre binarie diventavano l'elemento fondamentale in ogni comunicazione.
Con i suoi lavori dedicati alla teoria dell'informazione, all'affidabilità dei circuiti, al problema della sicurezza della
comunicazione e alla crittografia, Shannon ha profondamente cambiato la teoria e la pratica della comunicazione.
Dal 1958 Shannon era tornato a insegnare al Mit.
Appassionato giocatore di scacchi, in un suo pionieristico articolo del 1950 parlava della programmazione dei
computer per giocare a scacchi.
Nel 1965 ne aveva discusso a Mosca con Mikhail Botvinnik, ingegnere elettrico e a lungo campione mondiale di
scacchi. Stavano prendendo forma le prime idee di Profondo Blu, il programma che trent'anni dopo avrebbe
sconfitto Kasparov.
Il topo elettromeccanico di Shannon (Theseus) è stato uno dei primi tentativi di "insegnare" ad una macchina ad
imparare e uno dei primi esperimenti pratici di Intelligenza Artificiale.
Norbert Wiener
Norbert Wiener è considerato il creatore del termine cibernetica (dal Greco Kyber:
timone, pilota).
Lo stretto legame fra cibernetica e informatica si fa sentire soprattutto nel settore delle
intelligenze artificiali e degli automi.
Bambino prodigio, Wiener a tre anni era già in grado di leggere correttamente e a nove
anni faceva il suo ingresso nella scuola superiore, dove completò il programma
quadriennale in soli due anni.
Poi studiò presso la Cornell University, la Columbia University, Harvard e Cambridge
(con Bertrand Russel) e Gottinga, laureandosi in matematica, fisica e biologia.
Quindi rientrò negli Stati Uniti, dove insegnò sia all'università di Columbia che di
Harvard e del Maine, prima di finire al MIT come professore di matematica (1932-1960).
Durante la seconda guerra mondiale fu coinvolto in importanti progetti militari, in
Matematico ebreo di
particolare per la realizzazione di computer da utilizzare in calcoli balistici.
origine russa (1894Le sue intuizioni su come avrebbe dovuto essere progettato un computer, unite agli
1964)
studi di Turing e altri, consentirà a von Neumann di definire l'architettura necessaria per
ottenere un computer d'utilizzo generico (general purpose), cioè nel quale l'hardware fosse indipendente dal
programma in uso.
L'atto di nascita vero e proprio della cibernetica risale al 1945, anno in cui Wiener, assieme a von Neumann,
organizzò un convegno a Princeton al quale parteciparono molti matematici, logici, fisici e ingegneri.
Dal convegnò derivò anche una terminologia comune per definire concetti come "analogico", "digitale", "bit" e
"feedback".
Negli ultimi anni di vita Wiener si dedicò in particolare alla matematica, neurofisiologia e ingegneria, con un certo
riguardo verso possibili riflessi di queste materie in campo medico.
In matematica diede un notevole contributo alla definizione della "teoria delle probabilità" e della "analisi delle
funzioni"
Generic Decision Machine, 1983
Un'importamte trattato scritto da Wiener
Steve Jobs e Steve Wosniak
Steve Jobs, la mente imprenditoriale, affarista, determinato e sempre
preoccupato che potessero copiare le sue macchine. Condizionò lo sviluppo
della Apple in tal senso, oltre che per l'aspetto estetico sul quale era
sensibilissimo.
Steve Wozniak, invece, era la mente tecnologica. Esperto in elettronica, diede
il suo contributo sia nello sviluppo delle componenti hardware dei computer,
che nella stesura dei linguaggi di gestione e programmazione.
Agli inizi del 1974 Jobs lavorava come disegnatore di video game alla Atari Inc., un'azienda pioniere nella
creazione di giochi arcade.
In autunno iniziò a frequentare gli amici del "Homebrew Computer Club" dove conobbe Wozniak. Wozniak era il
genio dell'elettronica, con una infinita passione per i computer e il desiderio di arrivare a costruirne uno tutto per sè.
Jobs, invece, non era interessato a creare circuiti elettronici e non era un buon ingegnere come Wozniak. I suoi
occhi erano puntati sulle possibilità del mercato e così riuscì a persuadere Wozniak a lavorare con lui per costruire
dei nuovi personal computer.
I due disegnarono il computer Apple I nella camera da letto di Jobs e ne costruirono un prototipo nel garage dei
genitori.
La leggenda vuole che il nome Apple nacque da un'idea di Jobs che prendendo in mano una mela avrebbe detto:
“Se non avremo un'idea migliore nei prossimi cinque minuti chiameremo la società come una mela”.
Jobs mostrò la nuova macchina a un raduno di rivenditori di apparati elettronici della zona, che gliene ordinarono
un discreto numero di esemplari.
In seguito a ciò si sentirono molto stimolati dall'idea di costituire una società che producesse e vendesse personal
computer.
Per avviare l'attività, però, dovevano procurarsi un pò di soldi.
Così Jobs vendette la sua Volkswagen e Wozniak la sua calcolatrice scientifica Hewlett-Packard, ricavando 1.300
dollari.
Fondata nel 1976 in un garage da Steve Jobs e Steve Wozniak, per produrre e vendere agli hobbisti i computer da
"completare" costruiti da Woz, Apple nasceva nella sorprendente atmosfera creativa sorta a San Francisco attorno
all'Homebrew Club, dove appassionati, studenti e hobbisti utilizzavano microprocessori (uno straordinario chip di
calcolo inventato da Intel) per realizzare i primi strumenti elettronici programmabili, che diedero poi il via alla
rivoluzione del personal computer.
Nessuna grande azienda informatica era interessata e coinvolta all'epoca, alla realizzazione di piccoli computer, né
IBM, né HP o Honeywell o DEC.
Apple
il garage dove nacque l'Apple
Apple I era in una scatola di legno, e la motherboard era costruita attorno al microprocessore 6502, il più
economico che Woz fosse riuscito a comprare.
Costava $ 666.66 e non era dotato né di monitor, né di tastiera.
Steve Jobs aveva il bernoccolo degli affari e desiderava portare il computer al dì fuori del pubblico degli hobbisti,
rivolgendosi a un mercato che desiderasse un prodotto finito e funzionante.
Per questo immaginò una scatola di plastica, con tastiera e monitor, creando il design del personal computer.
L'importanza che Jobs dava al design tracciò lo stile della Apple in tutta la sua evoluzione ed ancora oggi è
elemento distintivo rispetto ad altri personal computer.
Apple II era capace di imagini a colori, il che ispirò a Rob Janov il logo dell'azienda, una mela a sei colori con un
morso sul fianco.
Apple II conobbe nella sua vita molti modelli: ][+, ][e, //c, IIgs, e vendette un milione di esemplari in 5 anni.
Il suo primo sistema operativo si chiamava semplicemente DOS, che negli anni '80 venne sostituito dal più
moderno proDOS.
Nel 1979 Steve Jobs vide il lavoro che i programmatori del Palo Alto Research Center (PARC) della Xerox stavano
portando avanti: una interfaccia per computer interamente grafica controllata da un mouse, che muoveva un
cursore su uno schermo ad alta definizione. Jobs decise che Apple avrebbe prodotto un computer sofisticato, forse
multiprocessore, che inglobasse le novità del PARC. Ne derivò prima un prototipo chiamato Lisa e poi il famoso
Macintosh.
Nel 1985, però, Macintosh costava troppo e si vendeva molto meno del PC IBM, mentre erano in calo anche le
vendite di Apple II.
Apple doveva correre ai ripari e molti furono i progetti di riscossa:
Apple III plus, Apple IIc, Macintosh Plus, e un OpenMac.
Dal canto suo Steve Jobs portava avanti il suo progetto di macchina chiusa e pronta all'uso, con due prototipi,
BabyMac e BigMac. Ciò lo portò in collisione con il progetto di Mac Plus, e infine al suo allontanamento
dall'azienda.
Jobs avrebbe portato avanti il progetto di BigMac in una nuova azienda, la NeXT Computer.
William (Bill) H. Gates III
Nato il 28 ottobre 1955 a Seattle (Washington), dove è cresciuto insieme a due sorelle.
Il papà William H. Gates II era procuratore. La mamma, Mary Gates, insegnante
all'Università di Washington e presidente della United Way International.
Visto che era uno studente svogliato nella scuola pubblica, fu mandato dai genitori alla
scuola privata di Lakeside a nord di Seattle. E' lì che Gates incominciò la sua carriera come
programmatore di software per personal computer, all'età di 13 anni. La scuola non aveva i
soldi per comprare un computer (all'epoca esistevano solo grandi elaboratori molto costosi)
e così fece un contratto di noleggio a ore di elaborazione per un DEC PDP-10 della
General Electric.
Bill Gates, Paul Allen, e altri studenti di Lakeside (molti dei quali vennero poi assunti dalla
Microsoft) divennero inseparabili da quel computer. Rimanevano nella stanza del computer
giorno e notte, scrivendo programmi, leggendo testi e qualsiasi cosa che potesse essere
utile all'apprendimento dell'informatica. E così sia Gates che gli altri studenti ebbero presto
Bill Gates
dei problemi con la facoltà. Non studiavano le altre materie, saltavano le lezioni e se ne
stavano sempre in quell'aula, ma peggio di tutto, in poche settimane avevano esaurito le ore di noleggio che la
scuola aveva acquistato pensando fossero più che sufficenti per tutto l'anno scolastico!
Bill Gates, Paul Allen e altri due hackers (smanettoni) di Lakeside formarono il "Lakeside Programmers Group"
verso la fine del 1968. Erano determinati a trovare un modo per applicare le loro conoscenze sui computer nel
mondo reale.
l Computer Center Corporation's (la società che aveva l'elaboratore) iniziava ad avere dei problemi dovuti alla
vulnerabilità del sistema e ai suoi frequenti guasti. Impressionati dall'abilità degli assalti al sistema di sicurezza fatti
da Gates e company, quelli della Computer Center Corporation decisero di assumere gli studenti per trovare i punti
deboli nel sistema. In compenso il "Lakeside Programming Group's" avrebbe potuto usare la macchina a tempo
indeterminato . Gates commentò più tardi: "è stato quando abbiamo finalmente avuto a disposizione un computer
tutto per noi alla 'C al cubo' (Computer Center Corporation) che siamo finalmente entrati nella logica del sistema".
Anche se il gruppo era stato assoldato solamente per trovare i bug del sistema, loro poterono disporre di tutta la
documentazione tecnica con la quale impararono un sacco di cose, che poi sperimentavano sulla macchina stessa.
Ed è appunto qui che Gates e Allen iniziarono a sviluppare il loro talento che li portò alla costituzione della
Microsoft sette anni più tardi.
Il Computer Center Corporation iniziò ad avere problemi finanziari verso la fine del 1969, per cui il Lakeside
Programming Group's doveva trovare nuove risorse per proseguire con l'utilizzo di un computer.
Una prima occasione venne offerta loro dalla "Information Sciences Inc." (ISI) che li assunse per scrivere dei
programmi di calcolo dei cedolini paga. Ancora una volta il gruppo aveva accesso libero ad una macchina e per la
prima volta i ragazzi guadagnarono anche qualche soldo.
Il progetto successivo di Gates ed Allen richiese la costituzione di una ditta a loro
intestata, la Traf-O-Data. Producevano un piccolo computer che veniva usato per
misurare il traffico. Dal progetto guadagnarono circa $20.000. La Traf-O-Data
company durò fino a quando Gates se ne andò al college. Durante il soggiorno al
Lakeside, l'amministrazione della scuola gli offrì di informatizzare il sistema di
presenze. Gates chiese ad Allen di aiutarlo col progetto. Lui accettò e durante
l'estate scrissero il programma.
Anche la TRW aveva dei problemi di bug che infestavano il loro computer, simile
a quello della Computer Center Corporation.
Siccome quelli della TRW erano venuti a conoscenza delle esperienze dei due ragazzi, offrirono loro lo stesso
lavoro. Ma alla TRW non chiesero solamente di individuare i problemi, ma anche di risolverli.
E' stato dunque alla TRW che Gates iniziò la sua formazione come vero programmatore e fu in quell'occasione che
Allen e Gates per la prima volta iniziarono a parlare seriamente di costituire una loro società di software.
Nel 1973 Bill Gates lascia casa per andare alla Harvard University. Non aveva un'idea precisa di cosa volesse
studiare, ma il suo cuore batteva solo davanti ad un computer. Dopo avere localizzato il sistema presente nella
scuola, si perse nuovamente dall'irresistibile attrazione per l'informatica.
Al collegio di Harvard Bill si guadagnò anche una discreta reputazione più come nottambulo del poker che come
studente scrupoloso.
Durante la permanenza ad Harvard, però, Gates sviluppò una versione del linguaggio BASIC per il primo
microcomputer, il MITS della Altair.
Paul Allen e Gates rimasero comunque in stretto contatto anche se Bill era a studiare altrove.
Al termine del primo anno scolastico ad Harvard, i due decisero che Allen avrebbe dovuto avvicinarsi per dare
corso a qualche iniziativa. Quell'estate entrambi trovarono un lavoro presso la Honeywell.
Alla fine dell'estate, Allen cercò di convincere Bill a costituire una loro software company. Ma lui non era ancora
abbastanza convinto di abbandonare la scuola. L'anno successivo (1975), però, sarebbero cambiate molte cose.
Il seguito della storia si sviluppa nelle pagine dedicate alla Microsoft.
La sua lungimiranza e visione in merito all'importanza che avrebbero avuto i personal computer sono state
fondamentali per il successo della Microsoft e per l'industria del software.
Gates attualmente è impegnato sul fronte delle decisioni strategiche e della guida della Microsoft, svolgendo un
ruolo importante nello sviluppo tecnico di nuovi prodotti. Buona parte del suo tempo è dedicato ad incontri coi clienti
e nel mantenere contatti tramite e-mail con impiegati Microsoft sparsi per il mondo.
Sotto la leadership di Gates la missione della Microsoft è sempre stata di migliorare e incrementare la tecnologia
del software, renderlo più facile, più economico e più apprezzabile dalla gente che usa il computer.
La compagnia opera con piani a lungo termine, sui quali ha investito solo nell'anno corrente più di 2,6 miliardi di
dollari in ricerca e sviluppo.
Nel 1995 Gates scrisse "The road ahed", che rappresenta la sua visione di dove la Information Technology
condurrà la società.
Pubblicato in più di 20 lingue, il libro venderà più di 400.000 copie soltanto in Cina.
Il patrimonio di Bill Gates
Bill e Melinda French Gates si sposarono il 1 gennaio del 1994. Hanno una bambina, Jennifer Katharine Gates,
nata nel '96.
Vivono in una reggia tecnologica che si affaccia sul lago Washington e situata nelle vicinanze della sede Microsoft
di Redmond.
Bill e la moglie Melinda
Planimetria della loro villa
Dati di base della casa:
Valore complessivo dello stabile: $53.392.200
Valore del terreno: $9.122.200
Stima delle tasse di proprietà per il 1998: $620.183
Superficie totale complessiva: più di 20.000mq
Locali: 7 camere da letto, 24 bagni, 6 cucine, 6 caminetti.
Stile: Pacific Northwest lodge
Architetti: James Cutler e Peter Bohlin
Zona privata: 3.500mq, 4 bagni e una zona per la governante. Un garage per 4 auto. Al livello più basso una zona
tecnologica e di gioco e una palestra attrezzata meglio di molti club.
Zona ospiti: entrata principale con ampia scala, teatro, libreria, sala da pranzo formale, reception, attrezzature per
conferenze, 2 bagni.
Impianti: chilometri di cavi di comunicazione, fibre ottiche in abbondanza che collegano i vari computer attrezzati
con Windows NT. In ogni stanza comandi sensibili al tatto controllano luci, musica e temperatura.
Ai visitatori viene fornito un pass che consente di sapere in ogni istante dove si trovano. Luci e altri dispositivi sono
completamente automatizzati.
I pavimenti sono riscaldati, compreso il tratto di strada per il garage. Piscina
Dimensioni del locale: 1.188mq
Dispone di un sistema di musica ascoltabile sott'acqua e un pavimento dipinto a motivi fossili. I nuotatori possono
percorrere un passaggio che li porta alla parte esterna della piscina. Libreria
Contiene i disegni originali di Leonardo da Vinci che Gates acquistò al prezzo di 30,8 milioni di dollari.
Bill Gates ha un patrimonio stimato di 42 miliardi di dollari (circa 88 mila miliardi di lire, paragonabili come entità
all'intero bilancio di uno Stato).
Come dire che dalla sua nascita ad oggi ha guadagnato 32 dollari per ogni battito del cuore e il valore sta
aumentando.
Recentemente ha donato 200 milioni di dollari per installare dei computer nelle librerie del suo paese.
Ma come potrebbe spendere così tanti soldi? Vediamo qualche esempio divertente.
- Potrebbe pagare lo stipendio di Michael Jordan per 1394 anni
- Donare ad ogni essere della Terra $7,46
- Pagare tutti i premi della Lotteria della California per i prossimi 34 anni
- Finanziare 158 missioni Pathfinder su martedì.
- Finanziare il Dipertimento dell'Educazione degli Stati Uniti per 19 anni
- Finanziare la presenza USA nel Golfo Persico per 11 mesi
- Tenere le forze di pace in Bosnia per 157 anni
- Comprare 233.346.297 copie di Microsoft Windows 95
- Comprare 1.680.000.000 copie del suo libro e poi comprarne ancora con il guadagno che ricaverebbe dalle
royalties sulle vendite dello stesso, diventando così l'autore che in assoluto ha venduto più copie
- Se volesse sfidare George Lucas, potrebbe realizzare 227 sequenze di Waterworld o 35.000 scene di Sling
Blade.
- Con quel che costa spendere una serata alla Casa Bianca, potrebbe dormire nella Lincoln Bedroom per 46.300
anni
- Potrebbe volare da Seattle a Parigi e ritorno, con Air France, per 45.258.621 volte
- Stando alle pene inflitte a Simpson, potrebbe uccidere in Los Angeles 3.360 persone e pagare tutti i danni
- Se volesse assistere a tutti gli incontri di baseball dei Seattle Mariners, potrebbe comprare i biglietti per tutti gli
incontri per i prossimi 411 anni e col resto comprarsi la squadra e lo stadio
- Nei ristoranti Danny's potrebbe offrire un menu di tipo "Grand Slam Slugger Breakfast" a 9.150.326.797 persone
Paul G. Allen
Per molti è solo l'ex socio di Bill Gates. Per altri niente di meno che uno dei tanti (si fa
per dire) miliardari della new economy. Ma Paul Allen (nato nel 1953) è soprattutto uno
che ha fatto parlare di sé più per le sue eccentricità che per ciò che fatto nel mondo
dell'informatica.
1983: colpito da una grave malattia, Allen lascia la Microsoft per iniziare una nuova vita
e realizzare i suoi sogni nel cassetto, suonando la chitarra insieme ai vecchi compagni
di gioventù.
Ma in Microsoft ha ancora un posto a lui riservato come consulente e una quota dell' 8%
sulla società.
Allen decide infatti di lanciarsi nel mondo discografico e di incidere con il suo gruppo
"Grown men" un album di musica rock acquistabile esclusivamente su internet.
Non contento di quanto fatto fino ad allora, costruisce a Seattle, per la modica cifra di
Paul G. Allen
580 miliardi di lire, "Experience music project", un gigantesco museo interamente
dedicato al suo idolo: Jimi Hendrix.
Tra una nota e l'altra, non disdegna comunque di puntare le sue ricchezze su aziende come America Online (tra i
maggiori provider americani), sulle connessioni senza cavi e sulla televisione via web.
2002: Secondo la rivista 'Forbes', Allen, con un capitale di 36 miliardi di dollari, è la terza persona più ricca degli
Sati Uniti. Fra l'altro Allen possiede la squadra di basket Portland Trailblazers e una di football, i Seattle Seahawks.
Allen ha deciso di lasciare la direzione dell'azienda a partire dal prossimo novembre. Allen non abbandonerà del
tutto l'azienda, perché rimarrà ancora in veste di consigliere.
Il multimiliardario e musicista Allen andrà a caccia di extraterrestri. E lo farà a modo suo, ovvero donando 23
miliardi di lire al Seti Institute il centro di ricerca voluto da Carl Sagan, dedicato alla ricerca di forme di vita
intelligenti nell'universo attraverso l'ascolto di eventuali segnali radio.
Un bell'aiuto economico per l'iniziativa che ha coinvolto migliaia di computer in tutto il mondo scatenandoli sulle
tracce di segnali provenienti dallo spazio. Il finanziamento verrà utilizzato per sviluppare un nuovo telescopio radar
che entrerà in funzione nel 2005 e il cui costo complessivo è di 26 milioni di dollari.
Il telescopio Allen si affiancherà a quello portoricano di Recibo e lo aiuterà ad "ascoltare" eventuali messaggi
dall'universo. Poi i diversi impulsi verranno esaminati dai computer delle migliaia di persone che in 96 paesi del
mondo aderiscono al progetto Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) con la speranza di essere i primi ad
intercettare una presenza extraterrestre nell'universo che analizzeranno le varie informazioni raccolte.
Nel suo sito (www.paulallen.com), Allen racconta tutto di sè, dai suoi investimenti (in 65 diverse compagnie), ai libri
e musica che preferisce.
E' il terzo uomo più ricco degli Stati Uniti (22 miliardi di dollari), dopo Warren Buffet (29 miliardi di dollari) al secondo
posto e Bill Gates (59 miliardi di dollari) al primo (dati di Forbes 1998).