fascicolo didattico - Dipartimento di Architettura e Disegno

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fascicolo didattico - Dipartimento di Architettura e Disegno
SECONDA UNIVERSITA’ DI NAPOLI - dipartimento di architettura e disegno industriale (d.a.d.i.)
LABORATORIO DI COSTRUZIONE DELL’ARCHITETTURA 1° A a.a. 2015/16
docente: prof. arch. Sergio Rinaldi
cultore della materia : dott. arch. Mariarosaria Arena
Dispensa didattica
parte I
Articolazione del laboratorio
Obbiettivi formativi
Il corso di laboratorio si propone di guidare gli studenti in un’esperienza di progetto, alla scala edilizia,
in cui verificare la relazione tra ideazione e costruibilità dell’architettura. Utilizzando il riferimento ai fondamenti della cultura tecnologica della progettazione, le proposte progettuali saranno sostenute e motivate da una attenta fase metaprogettuale supportata dall’analisi esigenziale-prestazionale e dalla applicazione dei criteri che sono alla base di un approccio ecosostenibile al progetto di architettura.
I prerequisiti necessari per il proficuo svolgimento
delle attività di laboratorio, in linea con i contenuti
minimi del corso di tecnologia dell’architettura, riguardano: la conoscenza dei fondamenti dello statuto disciplinare (approccio esigenziale prestazionale
e lettura sistemica delle relazioni che legano gli elementi materiali e immateriali dell’edificio) le caratteristiche le proprietà e i processi produttivi dei principali materiali impiegati in architettura, le peculiarità e
l’articolazione dei sistemi costruttivi e dei relativi elementi tecnici.
In questa prospettiva, le attività didattiche del laboratorio sono incentrate sul progetto come momento
di sperimentazione e verifica delle conoscenze e delle nozioni teoriche proposte dalle lezioni frontali.
Gli studenti saranno guidati in un processo graduale
di acquisizione e di applicazione di strumenti metodologici e operativi dalle prime fasi di definizione me-
taprogettuale sino alla individuazione delle scelte di
dettaglio necessarie per consentire l’attuazione costruttiva del progetto di architettura.
Il tema del laboratorio è il progetto di un piccolo edificio residenziale, per una persona che vive da sola
e lavora in casa, di cui è stato realizzato un “rustico”
in cemento armato da completare con chiusure e
partizioni interne leggere prefabbricate da montare
“a secco”. Tale fabbricato sarà integrato da piccole
addizioni volumetriche connesse con le esigenze
abitative e funzionali dell’alloggio.
Prima di affrontare il tema d’anno gli studenti svolgeranno una esercitazione preparatoria, della durata di
tre settimane, consistente nel progetto esecutivo di
una scala in un interno abitativo assegnato.
Struttura didattica
Il cronoprogramma del laboratorio è caratterizzato
da tre principali verifiche progettuali, la prima da
svolgere individualmente e prevalentemente in aula,
le altre in gruppi di massimo tre unità con verifiche
periodiche dell’avanzamento del lavoro.
Le tre verifiche riguardano:
a) il progetto esecutivo di una scala in acciaio e/o
legno di collegamento tra due livelli di un alloggio
assegnato dalla docenza con consegna finale e
valutazione. (esercitazione individuale della durata di tre settimane)
i
b) metaprogetto relativo all’edificio oggetto del tema d’anno con consegna finale e valutazione
(esercitazione di gruppo della durata di tre settimane)
c) progetto definitivo (redazione delle tavole finali
da valutare in sede di esame)
Le lezioni frontali, connesse allo svolgimento dei temi di progetto, saranno riferite a questi tre aspetti e
costituiscono lo spunto per approfondimenti e ricerche da condurre a casa. Sono riferite ai seguenti raggruppamenti tematici:
1 - Informazione tecnica generale (integra le conoscenze acquisite nel corso di Tecnologia dell’architettura)
2 - Formazione di repertori di soluzioni costruttive
compatibili con il tema d’anno (consente di formulare il progetto euristico/metaprogetto)
3 - Approfondimenti teorici ed operativi sulla costruzione del progetto (consente di elaborare il progetto definitivo).
Gli argomenti delle lezioni frontali sono:
1 a. Le scale (n.4 lezioni)
1 a.1 elementi per il progetto
1 a.2 spiegazione dell’esercitazione
1 a.3 esempi e repertori
1 a.4 discussione sui risultati
1 b. Le chiusure verticali leggere (n.1 lezione)
1 c. Le Coperture (n. 2 lezioni)
1 d. Gli infissi: elementi per il progetto (n.1 lezione)
2 a. Presentazione del tema d’anno (la costruzione
ibrida/ l’addizione volumetrica) (n.1 lezione)
2 b. 4 Involucro e configurazione (n.1 lezione)
3 a. I nodi tecnologici (addizione e completamento) (n.1 lezione)
3 b. La nuova copertura (struttura e completamento, integrazione energetica) (n.1 lezione)
3 c. Isolare l’involucro (materiali e strategie) ( n . 1
lezione)
3 e. Le superfici architettoniche (rivestimenti e finiture) (n.1 lezione)
Il laboratorio, come è noto, prevede la frequenza obbligatoria e consente di saltare al massimo il 30%
degli incontri fissati dall’orario delle elezioni. Assenze in numero superiore comportano la necessità di
rifrequentare il laboratorio l’anno successivo. Inoltre
si raccomanda una presenza partecipe ed attiva ed
un rispetto del cronoprogramma e delle scadenze
fissate, in modo da poter sostenere, al termine del
quadrimestre, l’esame finale, entro le prime sessioni
previste dal calendario esami.
Durante le ore di laboratorio lo studente dovrà progredire nello sviluppo dell’idea progettuale attraverso il confronto con gli altri membri del proprio gruppo di progettazione e attraverso il dialogo con il docente e gli assistenti del laboratorio. L’attività progettuale in aula prevede inizialmente il disegno manuale (esercitazione preliminare), mentre nelle fasi successive lo studente può lavorare in aula anche con il
personal computer. E’ essenziale organizzarsi in
modo che le revisioni con la docenza e con gli assistenti avvengano sempre a mezzo carta e/o su plastici di studio e mai attraverso il video del pc. Il formato richiesto per le fasi di lavoro propedeutiche
alla redazione delle tavole d’esame, è lo standard
A3.
2 b. Il metaprogetto (il progetto euristico)
(n. 3 lezioni)
2 b.1 tipologico – ambientale (distribuzione,
configurazione, benessere)
2 b.2 tecnologico (materiali, energia, costruibilità)
2 b. 3 bioclimatica e sistemi di controllo climatico passivo
ii
1
Attività di progetto
Progettare una scala
L’esercitazione è individuale e si svolge prevalentemente in aula. Pertanto è necessario dotarsi di tutto
quanto occorre per il disegno a mano (schizzo e
geometrico). Si lavora su fogli millimetrati formato
A/3. Si può prevedere, per la consegna finale, una
rimessa in pulito, da fare a casa, sempre su tavole
A/3 non millimetrate. Ad ogni studente verrà assegnato un alloggio su più livelli, opera di un architetto
contemporaneo, di cui la docenza fornirà un sintetico dossier. Ciascuno progetterà una scala in funzione della sua realizzazione da prevedere con prevalenti operazioni di montaggio a secco (senza impiego di materiali da gettare in opera).
Elaborati richiesti
a) Pianta e almeno due sezioni (longitudinale e
trasversale) scala 1/50 con tutte le quote e le misure
necessarie.
b) Sezione in scala 1/20 quotata comprendente almeno tre pedate e relative alzate, con indicazione dei materiali e definizione del parapetto o balaustra e corrimano.
c) Illustrazione e chiara spiegazione delle motivazioni delle scelte di progetto.
d) Verifica sulla base dei materiali scelti e del loro
dimensionamento del peso complessivo della
scala e dei suoi elementi. (Abaco degli elementi).
Elemento(
Disegno(dell’elemento(
dimensioni(
n.(
Peso(unitario(
Peso(totale(
Congruen1(con(
l’elemento((cm(
o(mm)(
Totale(scala(
Esempio di tabella per la verifica del peso
Indicazioni normative per il progetto di scale interne
alle abitazioni
Dimensioni
Come per le scale comuni e ad uso pubblico, le scale a rampa interne alle abitazioni private dovranno
rispettare la regola secondo cui, il valore di una pedata al netto di sormonti sommato al doppio del valore dell’alzata, dovrà risultare di un valore compreso tra 62 e 64 cm, ma con valore minimo netto di
pedata pari a cm 25. La larghezza minima delle rampe dovrà essere di cm 80. Non v’è obbligo d’interporre pianerottoli di riposo e nel caso di scale con
cambio di direzione (configurate ad “L” oppure a
“C”), sono ammessi gradini a ventaglio (piè d’oca),
in numero massimo di 3, purché mantengano il valore minimo netto della pedata pari a cm 25 in mezzeria al gradino. Il numero massimo di gradini per ogni
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CdL in Scienze dell'Architettura
LAB. DI COSTRUZIONE DELL'ARCHITETTURA I A
a. a. 2007/08
Allievo
ESERCIZIO n. 1 "Progetto di una scala"
Tav. 1
Piante e sezioni 1/50
B
Pianta a Q. 0,00
casa:
A
A
TEMA n.
3.55
0.00
7 6 5 4
1
2
3
B
0.00
Sezione A - A'
A
3.55
A
B
Pianta a Q. 3,55
2.50
3.55
15 a da cm
14 p da cm
14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4
3
0.65
B
0.00
Sezione B - B'
Format e contenuto delle tavole dell’esercitazione sulle scale
CdL in Scienze dell'Architettura
LAB. DI COSTRUZIONE DELL'ARCHITETTURA I A
a. a. 2007/08
Allievo
ESERCIZIO n. 1 "Progetto di una scala"
Tav. 2
Particolari costruttivi
TEMA n.
casa:
Descrizione e motivazione delle scelte di progetto
Descrivere(le(ragioni(che(hanno(guidato(la(scelta(del(2po(di(
scala(proposta(anche(in(considerazione(dei(vincoli(
esisten2.((
Descrivere(la(2pologia(costru6va(e(stru7urale(scelta.(
Par2colare(gradini(
Verifica del peso della scala
Inserire(tabella(con(abaco(degli(elemen2,(pesi(unitari(e(
complessivi.(
Par2colare(balaustra(
4
rampa dovrà essere di 15, in scale di uso pubblico o
privato principale.
La dimensione minima per le scale a chiocciola dovrà essere di cm 160; il valore netto, minimo della
pedata in mezzeria al gradino, dovrà essere di cm
22. E’ impossibile realizzare scale a chiocciola fino
al diametro 160 con alzata inferiore ai 20,5 cm perché non risulterebbe sufficiente l’altezza di passaggio per la testa, una volta percorso l’angolo giro. E’
altresì importante chiarire che laddove sia prevista
una scala a chiocciola, debba potersi anche realizzare una scala costruita a giorno, quindi a rampe, in
quanto è dimostrabile la maggior comodità d’utilizzo.
E’ vietata l’apertura delle porte in adiacenza al gradino della rampa e, comunque, la distanza fra i punti
più vicini fra il primo gradino della rampa in discesa
e la soglia del vano porta non potrà essere inferiore
a m.0,50 e nel caso di apertura verso il vano scala
di cm. 100.
Parapetti e ringhiere
Le ringhiere, i parapetti e le protezioni simili sono da
costruire in modo da essere abbastanza resistenti
alle sollecitazioni a cui saranno sottoposte. In genere si parla di rischio a partire da un’altezza di caduta
superiore a 1.0 m.
Le scale con più di 5 gradini, per i portatori di handicap e i malati a partire da 2 gradini, devono essere
provviste di corrimano. Questi devono avere un Ø di
4 – 5 cm e una distanza dalla parete di almeno 5
cm.
Gli elementi costituenti ringhiere e balaustre devono
essere posizionati in modo da sfavorire l’arrampicata.
In particolare, in presenza di ringhiere o balaustre
realizzate a fasce con andamento longitudinale dovranno
essere rispettati i seguenti criteri:
- per evitare scalabilità, la fascia inferiore dovrà essere cieca e con profilo rettilineo e perpendicolare al
piano terra; il suo bordo superiore dovrà distare almeno 500 mm dalla punta del gradino, in caso
di ringhiere, o dal piano di calpestio nel caso di balaustre;
- per un’altezza minima pari a 700 mm, le fasce intermedie dovranno rispettare una luce libera non
maggiore di 20 mm;
- ringhiere e balaustre devono risultare inattraversabili in qualsiasi punto da una sfera di 100 mm di diametro.
Altezza delle protezioni
L’altezza va misurata dalla superficie praticabile. È
considerata superficie praticabile ogni elemento
sporgente rispetto alla protezione e scalabile, la cui
superficie scalabile si trova a meno di 65 cm di altezza dalla superficie praticabile determinante.
– Altezza normale minima: 1.0 m.
– Altezza minima per i parapetti di almeno 20 cm di
spessore: 90 cm.
– Altezza minima nella zona del corrimano di scale:
90 cm.
– Preferire le ringhiere che permettono una vista libera ai bambini perché inducono meno a essere scalate.
– Le reti devono avere una larghezza di maglia di 4
cm.
– I buchi delle lamiere forate non devono superare i
5 cm.
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Tema d’anno
Condizioni iniziali
Lotto di m. 18 x 12 con strade comunali poste a S e
ad E. Sui lati N e O un muro cieco di confine alto m.
9 e lungo m. 6.
Dovrà essere progettata una espansione planimetrica, anche su più livelli, pari al 25% della superficie
del rustico e quindi non oltre i mq. 12. tale addizione non avrà fondazione e sarà, in tutti i casi, agganciata e portata dalle strutture esistenti. La copertura
potrà essere inclinata o piana e praticabile.
Il progetto va dimensionato in relazione alle esigenze di un abitante che vive e lavora all’interno dell’alloggio.
Va prevista l’integrazione architettonica di sistemi
attivi di produzione energetica (fotovoltaico, solare
termico, microeolico).
Metaprogetto (progetto euristico)
L’obiettivo di questa esercitazione è la l’impostazione, attraverso schizzi, schemi concettuali e plastici
di studio, dell’ipotesi di progetto. Si definiscono le
caratteristiche funzionali, tecnologiche, bioclimatiche e configurative del nuovo organismo edilizio.
Si tratta di elaborare schizzi e schemi relativi ad alcune possibili configurazioni che l’oggetto architettonico potrebbe assumere, in funzione dei vincoli e delle condizioni assegnate in partenza. Le tecniche di
rappresentazione sono libere, e servono a restituire
le idee guida che informeranno tutto il percorso progettuale. Questa esercitazione, tenuto conto degli
aspetti relativi alla sostenibilità ecologica delle soluzioni proposte, prefigura gli esiti finali del progetto.
E’ previsto il riferimento ad esempi da ricercare tra
le architetture progettate e/o realizzate, tra i repertori di componenti e materiali innovativi disponibili.
Il formato delle tavole è A3, Sono previste massimo
tre tavole per gruppo di lavoro.
Progetto definitivo
Contiene tutti gli elaborati necessari alla completa
rappresentazione del progetto, dalla sistemazione e
organizzazione del lotto assegnato sino alla definizione dei dettagli costruttivi e/o architettonici.
Costituisce l’argomento di interrogazione e discussione in sede di esame, e si articola in tavole grafiche, in formato A2 orizzontale secondo il format predisposto dalla docenza, da redigere con tecniche
tradizionali o CAD.
La responsabilità del contenuto e della qualità degli
elaborati è collettiva (in caso di gruppi di lavoro di
due o tre persone) tranne che per una tavola, da intestare a ciascuno dei componenti del gruppo, a
scelta tra le ultime tre dell’elenco seguente.
Elenco degli elaborati d’esame
tavole di gruppo
tav.1 - planimetria scala 1/100 del lotto assegnato
con vista coperture del fabbricato, indicazione degli
accessi (pedonale e carrabile) e sistemazione del
suolo (verde/pavimentato)
tav. 2 - piante scala 1/50 di tutti i livelli con quote e
arredi
tav. 3 - sezioni significative (almeno una sulla scala
e una sull’addizione volumetrica) scala 1/50 con
quote e arredi
tav. 4 - prospetti Sud ed Est scala 1/50 con ombre e
legenda dei materiali di facciata.
tav. 5 - sintesi del metaprogetto
tavole individuali (da fare in ogni caso)
tav. 6 - involucro/costruzione
contiene i nodi tecnologico costruttivi in scala 1/20
e 1/10 e un’esploso assonometrico che individua
componenti e stratificazioni costruttive.
tav. 7 - involucro/energia
contiene dettagli e rappresentazioni in scala adeguata delle strategie per il controllo climatico passivo e
l’integrazione di f.e.r. (fonti energetiche rinnovabili)
nell’involucro.
tav. 8 - involucro/configurazione
contiene dettagli e rappresentazioni in scala adeguata relative ad elementi architettonici, materiali e morfologia dei prospetti.
6
Formato A2 orizzontale
Riquadro a cm 1 dal bordo, Mascherina larghezza 10 cmFont Calibri (l’altezza è indicata tra parentesi)
Dall’alto:
1° riquadro H: 10 cm
2° riquadro H: 8 cm
3° riquadro H: 5 cm
4° riquadro H:13 cm
5° riquadro H: 4 cm
Per il grassetto si rimanda al JPEG del layout
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VISTE TRE D
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Le fasi del progetto
Metaprogetto (progetto euristico)
La rappresentazione dell’idea iniziale di progetto avviene attraverso schizzi concettuali in cui vengono
fissate le prime idee relative a: distribuzione, configurazione, tecnologia, bioclimatica, ed altro. Si utilizzano schemi e disegni, non in scala ma proporzionati,
integrati da appunti scritti e diagrammi. Sono utili anche piccoli plastici di studio.
E’ frequente, in questa fase che si elaborino ipotesi
alternative. Le primissime ipotesi elaborate devono
essere poi sottoposte a verifica della appropriatezza
dal punto di vista della fruibilità, del benessere, della
qualità ecologica, della costruibilità e della conformità alle normative.
E’ previsto il riferimento ad esempi da ricercare tra le
architetture progettate e/o realizzate, tra i repertori di
componenti e materiali innovativi disponibili.
L’obiettivo di questa fase del progetto è la definizione delle caratteristiche funzionali, tecnologiche, bioclimatiche e configurative del nuovo organismo edilizio prefigurando gli esiti finali del progetto.
Rappresentazione dello schema distributivo funzionale
Tratto da: Marco Imperadori, Alfonso Senatore, Schematic design.
Tecniche ed esempi di comunicazione del progetto. Il Sole 24 Ore, I
libri di arketipo, 2011.
Funzionamenti bioclimatici
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Studio della configurazione.
Disegni di Alessandra Cao (a.a. 2013_14)
plastico di studio.
Realizzazione di Alessandra Cao (a.a. 2013_14)
Tavola elaborata da: Giada Altieri, Pasquale Pianese, Michele Pellino
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Tavola elaborata da: Giada Altieri, Pasquale Pianese, Michele Pellino
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Tavola elaborata da: Giada Altieri, Pasquale Pianese, Michele Pellino
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Scheda di riferimento per la definizione degli elementi del sistema tecnologico
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Progetto definitivo
Il disegno del progetto si sviluppa alle diverse scale in funzione delle dimensioni dell’oggetto da rappresentare e degli scopi per i quali è redatto il disegno. In ogni caso, più piccola è la scala, maggiore
dovrà essere la quantità di informazioni affidate al
disegno. Va ricordato che la scala è tanto più piccola quanto più si avvicina al disegno al vero.
Quindi è importante ricordare, ad esempio, che il
passaggio da una tavola in scala 1/100 ad una in
scala 1/50 comporta una sostanziale differenza nel
contenuto grafico, che si sostanzia nella maggior
quantità di linee, segni grafici e indicazioni alfanumeriche contenute nel disegno di dettaglio.
Nel progetto d’anno, per il quale si forniscono queste sintetiche indicazioni, sono previsti disegni a
partire dalla scala 1/100 per la planimetria di inquadramento della cellula nel lotto assegnato, sino ai
dettagli costruttivi da rappresentare, a seconda dei
casi, nelle scale 1/20 - 1/10.
Nella redazione delle tavole di progetto deve essere sempre evidenziata la correlazione tra i vari disegni e l’esatta corrispondenza tra piante, alzati (sezioni e prospetti) e particolari costruttivi. Ricordando che un disegno in scala più piccola si porta dietro tutte le informazioni di quelli in scala maggiore
aggiungendone altre, e che ogni disegno deve essere il più completo e interpretabile possibile senza
obbligare a continui rimandi a tavole e disegni in
scala maggiore.
Per rendere più semplice la corretta rappresentazione delle tavole di progetto e, allo stesso tempo, ottenere una sostanziale uniformità e confrontabilità
tra i diversi progetti, si forniscono alcune indicazioni grafiche da utilizzare nelle tavole d’esame.
Piante 1/50 (Inserire in tutte le piante orientamento e scala grafica di riferimen-
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Quote altimetriche
Riferimento sezioni trasversali e longitudinali
Riferimento prospetti
Elementi di collegamento verticale con numerazione pedate
Legenda (i seguenti riferimenti vanno riportati in tutte le piante)
Sezioni e prospetti 1/50 (inserire scala grafica di riferimento)
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Le sezioni devono essere riferite ad una pianta chiave, riportata in alto a destra del disegno, contenente le linee riferite alle diverse sezioni previste evidenziando opportunamente quella in oggetto. Vanno riportate, le
quote di calpestio ai vari livelli e le principali altezze degli ambienti interni.
I prospetti devono essere riferiti ad una pianta chiave, riportata in alto a destra del disegno. Vanno riportati in
un’apposita legenda i materiali di finitura delle facciate.
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Particolari costruttivi 1/20 - 1/10
Sezione chiave
I particolari costruttivi, dovranno essere riferiti ad una sezione chiave che ne evidenzi la localizzazione. Dovranno descrivere in maniera completa materiali, semilavorati e componenti utilizzati che potranno essere individuati con identificativi alfanumerici descritti in una legenda allegata o con indicazioni per esteso direttamente
poste sul disegno.
Conterranno quote e misure di riferimento ed una scala grafica, opportunamente tarata in funzione della scala
di rappresentazione utilizzata.
I particolari saranno sempre riferiti a nodi tecnologici significativi come ad esempio: copertura - chiusura perimetrale; chiusura inferiore - chiusura perimetrale; chiusura perimetrale - partizione orizzontale. Nel caso di infissi disegnare sempre il nodo di collegamento tra serramento e bucatura.
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Appendice 1
Riferimenti normativi e pratici per il metaprogetto
grado di consentire la sistemazione e l’uso delle seguenti attrezzature e arredi:
1. Qualita’ spaziale – funzionale
Riguarda i requisiti di:
Poltrona con tavolino (spazio antistante 60 cm comune a tutti i tipi di seduta sia divani che poltrone, spazio intorno a tavolino 30 cm).
- Accessibilità:
Contenitore per oggetti di vario tipo con soprastante libreria
(spazio antistante necessario 90 cm).
Migliorare l’accessibilità a tutti gli spazi chiusi e aperti degli
edifici e alle relative pertinenze (chiuse e aperte) rispetto ai
minimi di legge, in modo da garantire, anche per persone
con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, la possibilità di raggiungerli, di entrarvi agevolmente e di fruirli in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia.
Soggiorno
Pranzo
Tavolo con sedie attorno (spazio circostante il tavolo con le
sedie 60 cm).
Letto
a) accorgimenti tecnici idonei alla installazione di meccanismi per l'accesso ai piani superiori, ivi compresi i servoscala;
Letto singolo (spazio circostante 75 cm)
b) idonei accessi alle parti comuni degli edifici e alle singole
unità immobiliari;
Contenitore per abiti (spazio antistante 90 cm).
Letto matrimoniale (spazio circostante 75 cm).
Cucina
c) almeno un accesso in piano, rampe prive di gradini o idonei mezzi di sollevamento;
d) l'installazione, nel caso di immobili con più di tre livelli fuori terra, di un ascensore per ogni scala principale raggiungibile mediante rampe prive di gradini.
- Arredabilità:
In tutti gli spazi degli alloggi va garantito un sufficiente grado
di arredabilità, tenuto conto dei vincoli edilizi (elementi strutturali e presenza di aperture ed infissi) ed impiantistici (presenza di terminali degli impianti). Gli spazi devono possedere
forme e dimensioni tali da consentire soluzioni di arredo compatibili con la piena fruizione degli spazi, per l’uso a cui sono
destinati, da parte della tipologia di utenza prevista. Le soluzioni di arredo previste rispetto all’uso degli spazi non devono interferire negativamente con l’illuminamento naturale e la
ventilazione, con i vincoli edilizi (elementi strutturali, aperture
e spazio di manovra degli infissi) e con i terminali degli impianti, compresi quelli di climatizzazione. Gli spazi aperti di
pertinenza dell’alloggio sono dimensionati in modo da consentire l’utilizzo come spazi di soggiorno o di pranzo. In relazione ai diversi usi funzionali, gli ambienti devono essere in
Frigorifero (spazio antistante 90 cm).
Contenitore per attrezzature di preparazione cibi (spazio antistante 90 cm).
Blocco contenitore per stoviglie lavate, lavastoviglie, contenitore pattumiera (spazio antistante 90 cm).
Cucina a 4 fornelli (spazio antistante 90 cm).
Bagno
Vasca (spazio antistante 60 cm)
Piatto doccia (spazio antistante 60 cm)
Lavandino (spazio antistante 60 cm)
Bidet (spazio antistante 60 cm)
Water (spazio antistante 60 cm)
Lavanderia e Stireria
Blocco lavatrice, lavatoio, contenitore biancheria sporca (spazio antistante 90 cm)
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Stenditoio sospeso (spazio antistante 60 cm)
Ripostiglio
Contenitore per attrezzi di pulizia e manutenzione (spazio antistante 90 cm)
2 - Dotazione minima di spazi
Altezza minima interna utile dei locali adibiti ad abitazione:
2,70 m (per i comuni montani al di sopra dei 1000 metri è
consentita l'altezza minima dei locali abitabili di 2,55 m).
Per corridoi, disimpegni, bagni, gabinetti e ripostigli: 2,40 m.
Per i soppalchi l’altezza minima degli spazi sottostanti non
deve essere minore di 2,10 m; almeno la medesima minima
altezza deve intercorrere tra il pavimento finito dei soppalchi
ed il soffitto finito dei locali, ove i soppalchi siano destinati
alla permanenza di persone.
Stanze da letto per una persona, superficie minima 9 mq;
stanze per due persone 14 mq.
Stanze da soggiorno almeno 14 mq.
La superficie dei soppalchi, esclusa la scala di accesso, non
deve essere superiore ad un ½ di quella del locale soppalcato.
Alloggio monostanza (compresi i servizi) minimo 28 mq per
una persona, minimo 38 mq per due persone.
La cubatura minima abitabile delle unità immobiliari a uso
abitativo non deve essere minore di 40,5 mc + 35,1 mc/persona; fa eccezione il monolocale per due persone, che può
essere di mc 102,6.
3 - Qualita’ ambientale
Riguarda i requisiti relativi a :
- Benessere temo-igrometrico
La temperatura dell'aria interna (Ti), espressa in °C, nel periodo invernale, negli spazi chiusi dell'alloggio risulta compresa
fra 18 °C e 20 °C.
La temperatura superficiale (q), espressa in °C, risulta compresa tra 14 °C e 25 °C su tutte le superfici interne di elementi di chiusura e di elementi di partizione interna relativi agli
spazi chiusi dell'alloggio.
Le parti opache delle pareti degli edifici non sono sede di
condensa nelle condizioni di occupazione o di uso previste
in progetto.
Deve essere evitata la formazione di acqua di condensa sui
serramenti, o quantomeno esserne prevista la raccolta e lo
smaltimento.
Le unità immobiliari a uso residenziale devono avere vani edilizi con le superfici apribili aventi doppio orientamento, salvo
gli alloggi monostanza, per i quali comunque è vietato l'unico orientamento verso nord.
Le pareti perimetrali degli organismi edilizi debbono essere
impermeabili alle acque meteoriche e non debbono essere
sede di condensa, né di umidità proveniente dal suolo.
- Benessere acustico
Questo tipo di benessere è uno dei più significativi per la valutazione della qualità dell'alloggio.
Le condizioni di silenziosità di un edificio dipendono fondamentalmente dalla zona di ubicazione e dalle modalità di costruzione.
La zona di ubicazione può essere rurale, suburbana, residenziale, urbana, semi industriale, industriale e conseguentemente le principali fonti di disturbo acustico possono essere: strade di grande scorrimento, aeroporti, ferrovIe, industrie ecc.
Per quanto riguarda le modalità di costruzione è importante
controllare che i materiali utilizzati abbiano idonee proprietà
acustiche. Importante è anche valutare la collocazione dell'alloggio all'interno dell'edillcio e dunque i possibili rumori provenienti dei locali adiacenti.
Isolamento dai rumori aerei; si intende la capacità degli elementi costruttivi (pareti, finestre e porte) di impedire che il
rumore proveniente dall’esterno dell’alloggio penetri all’interno provocando disturbo all’utente. Tali rumori possono essere prodotti dall’ambiente circostante o da altre parti dell’edificio.
- Benessere visivo
Le parti apribili dei serramenti esterni dei singoli locali degli
edifici, ove questi fruiscano di aerazione naturale, misurate
convenzionalmente al lordo dei telai, non hanno area inferiore a 1/8 di quella del piano di calpestio, con esclusione delle
stanze da bagno. Nel calcolo di cui sopra sono ricomprese
le superfici di eventuali soppalchi. Le stanze da bagno sono
fornite di finestre apribili di superficie non inferiore a mq
0,60.
L'illuminazione diurna dei locali deve essere naturale e diretta. Possono usufruire di illuminazione artificiale i seguenti ambienti:
- i locali non destinati alla permanenza di persone;
- gli spazi destinati al disimpegno e alla circolazione orizzontale e verticale all'interno delle singole unità immobiliari e le
scale comuni;
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- i servizi igienici che dispongono di aerazione attivata
La massima profondità dei vani, misurata perpendicolarmente al piano della parete finestrata, non è superiore a 2,5 volte
l'altezza dei vani stessi.
Le scale devono essere illuminate direttamente dall'esterno
a mezzo di finestra a ciascun piano, di superficie non inferiore a mq 1; è consentita l'illuminazione dall'alto con lucernario, la cui superficie vetrata sia pari o superiore a mq 0,40
per ogni piano servito, compreso quello terreno, e che la
tromba delle scale sia di superficie minima pari a mq 0,60
per ogni piano servito, compreso il piano terra.
Nei vani scale è vietata l'apertura di finestre per l'illuminazione dei locali contigui. L'illuminazione artificiale dei vani scale
e dei pianerottoli deve assicurare livelli di luce non inferiori a
50 lux.
- Oscurabilità
E’ la possibilità di ottenere, a discrezione dell’utenza, negli
spazi chiusi di fruizione, un opportuno oscuramento in relazione alle attività svolte, anche per consentire il riposo e contribuire al benessere igrotermico estivo.
E’ la possibilità di controllare, da parte dell’utenza, la radiazione solare incidente sulle superfici finestrate, per evitare il
surriscaldamento estivo, contribuendo al risparmio energetico, senza ridurre eccessivamente l’illuminazione naturale interna.
Deve essere possibile schermare sufficientemente la radiazione solare incidente sulle finestre, in relazione alle condizioni climatiche, all’esposizione solare, ed ai coefficienti di trasmissione termica delle superfici vetrate.
Il requisito concorre al risparmio energetico per raffrescamento estivo, attraverso il controllo della radiazione solare in entrata dalle superfici vetrate esposte a sud, est e ovest.
In sostituzione dell’aerazione naturale è ammessa quella di
tipo attivato con sistemi permanenti ed adeguati alla destinazione d’uso dei locali, in conformità alla normativa tecnica
vigente. Per aerazione attivata si intende il condizionamento
o la ventilazione meccanica. E’ ammessa nei seguenti casi:
locali destinati ad uffici; locali aperti al pubblico destinati ad
attività commerciali, culturali e ricreative; locali destinati ad
attività che richiedono particolari condizioni di illuminazione
e locali per spettacoli; locali bagno di alloggi dove esista già
un bagno dotati di wc aerato naturalmente.
- Impermeabilità
Qualsiasi edificio deve essere adeguatamente isolato dall’umidità del suolo e da quella derivante da agenti atmosferici ed i muri perimetrali portanti devono risultare asciutti: tutte
le murature devono risultare isolate da stratificazioni impermeabili continue poste al di sopra del piano di campagna.
Al di sotto del piano di calpestio interno, anche tutti gli altri
elementi costitutivi degli edifici devono poter cedere le eventuali acque di condensazione e rimanere asciutti.
I locali abitabili posti al piano più basso o interrato, indipendentemente dalla quota del pavimento rispetto al terreno circostante, a sistemazione avvenuta, devono avere il piano di
calpestio isolato mediante solaio o vespaio aerato.
- Aerazione dei servizi igienici
Almeno un locale bagno dell’unità immobiliare deve essere
fornito di finestra apribile all’esterno, della misura non inferiore a 0,50 mq, per il ricambio dell’aria all’esterno o verso cavedio.
Le scale che collegano più di due piani, compreso il piano
terra, devono essere aerate e illuminate direttamente dall’esterno o a mezzo di lucernario con apertura pari almeno a
mq 0,40 per ogni piano servito o mediante finestre di superficie non inferiore a mq 1 per ogni piano servito.
- Igiene e salute
Riscontro d’aria
Per tutte le unità immobiliari deve essere garantito il riscontro d’aria effettivo, anche mediante cavedi.
Aerazione di tipo indiretto
L’aerazione può essere di tipo indiretto senza che sia necessario l’impiego di dispositivi di attivazione solo nei seguenti
casi: locali non destinati alla permanenza di persone (quali: i
ripostigli, le cantine, i sottotetti); spazi destinati al disimpegno e alla circolazione orizzontale e verticale all’interno delle
singole unità immobiliari (quale: i corridoi).
Aerazione attivata: condizionamento – ventilazione meccanica
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