02-2007 Colombia

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02-2007 Colombia
I semi dell’Accoglienza
Illustrazione di Greta Milani, tratta dal libro “L'orsacchiotto non più solo”, Ancora/Amici dei Bambini
“En la medida en la que el niño pueda verse como un ser lleno de valores
crecerá seguro y fortalecerá sus posibilidades de ser un adulto feliz”.
“Quando a un bambino vengono trasmessi molti valori, è più probabile che
divenga un adulto felice”.
Newsletter di aggiornamento sui progetti di Amici dei Bambini in
Colombia n. 01 – febbraio 2007
Il primo numero de “I semi Dell’Accoglienza”
Cari Sostenitori,
prima di lasciarvi alla lettura del primo numero di “I semi Dell’Accoglienza”, il nostro
mensile on line, vorrei ringraziarvi per il vostro sostegno quotidiano nel nostro lavoro a
sostenfo dell’infanzia abbandonata.
E’ trascorso meno di un anno dalla primavera del 2006, quando grazie alla campagna di
raccolta fondi promossa dalla trasmissione televisiva di Raffaella Carrà “Amore”
abbiamo iniziato a dar vita ai nostri progetti.
Grazie al Vostro aiuto, oggi siamo al fianco di piu’ di 500 bambini ospiti di quattro
Istituti e di decine di famiglie affidatarie:
Istituto Alma de Niño: a pochi chilometri da Bogotá, l’Istituto ospita bambini dai
6 ai 18 anni, senza alcun vincolo familiare.
Istituto Una luz en el camino: in questo vecchio Istituto sono ospitate bambine e
adolescenti dai 6 ai 18 anni, alcune delle quali senza alcun vincolo familiare, con
altre stiamo cercando di lavorare con le famiglie d’origine per un possibile
reinserimento.
Istituto Ceres: qui sono ospitati bambini colpiti da malattie genetiche
degenerative o gravi malformazioni; questi bimbi sono stati abbandonati dalle
loro famiglie, spesso troppo povere o, comunque, incapaci di potersene
occupare.
Istituto Ciudad de la niña: nell’Istituto vivono bambine e adolescenti dai 6 ai 18
anni; tutte hanno vissuto realtá di violenza, abusi e sfruttamento.
Regione Meta e Tolima: in entrambe le regioni, a tre ore da Bogota’, sosteniamo
i bambini accolti da famiglie affidatarie.
Questo mensile di informazione vuole tenervi costantemente aggiornati sulle novita’,
avvimenti, storie a lieto fine e purtroppo anche drammatiche, che incontriamo
quotidianamente lungo il nostro cammino.
E la prima notizia che voglio darvi e’ veramente positiva.
Dopo mesi di duro lavoro, fatto di decine di incontri istituzionali, di innumerevoli
telefonate, dopo una lunga attesa, il 29 dicembre 2006 e’ stato siglato finalmente un
Accordo quadro con l’autorita’ nazionale colombiana per la protezione dell’infanzia,
l’Istituto Colombiano del Bienestar familiar (ICBF).
Aibi Colombia ha cosi’ potuto festeggiare nel migliore dei modi il primo dell’anno
insieme ai bambini abbandonati colombiani, con la consapevolezza che il 2007 potrà
essere realmente un anno di crescita e di ulteriore sviluppo per i nostri progetti.
Il punto di forza dell’Accordo sta nella volonta’ reciproca dell’Istituto colombiano del
Bienestar familiar e di Amici dei Bambini di collaborare laddove l’abbandono risulta
essere ancora un fenomeno sommerso: centinaia di bambini vivono nel limbo, in attesa
di un semplice Atto giuridico che gli permetta di sperare di vivere in una nuova famiglia.
Come in molti Paesi, non solo in via di sviluppo, anche in Colombia un bambino attende
molti anni prima di vedersi riconosciuto il diritto ad una famiglia. L’attesa, scandita
spesso da diversi tentativi fallimentari di reinserimento nella sua famiglia d’origine e da
mesi di oblio e cecita’ delle autorita’ competenti, produce ovunque lo stesso risultato:
un bambino vive cinque o sei anni fuori dalla famiglia in un istituto prima che venga
dichiarato in stato di abbandono e quindi adottabile.
Ma spesso e’ troppo tardi... a dodici anni la speranza di trovare una mamma ed un papa’
si riducono in maniera esponenziale. Il risultato e’ una ingiusta condanna all’abbandono,
per sempre.
Osserviamo infatti una certa lentezza decisionale nell’espletamento di tali compiti da
parte delle autorita’ colombiane, le quali non godono di risorse economiche ed umane
sufficienti a far fronte alle problematiche sociali esistenti.
Per questo motivo, molti bambini entrano nel sistema di protezione rimanendovi per un
periodo di tempo eccessivamente lungo. Di fronte a questa condizione di emergenza, solo
la restituzione di relazioni familiari sane può garantire al bambino le opportunità per uno
sviluppo psico-fisico e sociale equilibrato. Come riconosciuto anche a livello scientifico
internazionale, soltanto una famiglia, in questo senso, dispone delle risorse di accoglienza
necessarie: le forme di assistenza pubblica non sono infatti mai in grado di soddisfare i
bisogni affettivi, psicologici e relazionali fondamentali per la crescita del bambino.
In questi anni ho potuto vedere da vicino i casi di decine di bambini soli, destinati a
trascorre la propria vita in isituto fino alla maggiore eta’, nell’insicurezza e nel dolore di
non poter godere mai di un abbraccio e di un sorriso dei propri cari.
L’Accordo quadro va proprio nella direzione di contrastare questo fenomeno, al fine di
limitare i tempi che portano a definire la situazione giuridica di un minore.
Amici dei bambini infatti ha cominciato da meta’ di gennaio a sostenere un Centro
Zonale, il Revivir, ovvero una delle articolazioni locali dell’ICBF a Bogota’, con
l’obiettivo di far emergere i casi di quei minori che aspettano da tempo di essere
dichiarati in abbandono e quindi adottabili.
E i risultati sembrano essere molto positivi.
A poche settimane dall’avvio del progetto, un nostro avvocato, Andrea Vaca, ha gia’
sostenuto la responsabile del Centro Zonale nelle pratiche relative a 6 reinserimenti
familiari, 3 risoluzioni di abbandono e 1 caso di separazione di un minore dal contesto
familiare.
Piu’ risorse umane, piu’ attenzione ai casi seguiti dal servizio pubblico colombiano
significano molto per quei minori che attendono che la burocrazia faccia il suo corso nel
piu’ breve tempo possibile.
Ed il tempo nel processo di definizione della loro situazione giuridica purtroppo e’ la
variabile principale che determina il confine tra vivere in famiglia o in istituto.
La nostra speranza e’ quella di estendere tale intervento ad altri Centri Zonali, ad altre
citta’ del Paese, convinti che atti concreti come questo possano migliorare la vita di
tantissimi minori, per ridargli la speranza e permettergli di diventare figli.
Infine vorrei ringraziare tutto lo staff locale di AiBi Colombia per l’impegno dimostrato
in questi ultimi mesi.
Grazie a:
Olga, rappresentante legale Aibi Colombia
Andrea, avvocato dei bambini e assistente di cooperazione
Clara, assistente sociale
Alessia, operatrice del sostegno a distanza.
Giuseppe Nettis
Coordinatore Paese
Amici dei Bambini Colombia
LA STORIA RECENTE DEL PAESE
L’aspetto attuale più critico della realtà colombiana è il conflitto armato interno,
caratterizzato da un ampio spettro di cause, di fattori ed attori che la rendono sempre
più complessa.
La Colombia nel corso degli ultimi due decenni ha visto il sorgere di dozzine di gruppi di
guerriglieri diversi, ciascuno con la propria ideologia e le proprie specifiche strategie
politiche e militari.
Tra i movimenti che hanno avuto maggior impatto sulla politica locale vi sono le Farc
(Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) con circa 18.000 militanti e l’Eln
(Ejercito de Liberacion nacional), con 5.000 militanti circa.
Il conflitto armato si è acutizzato a partire dagli anni novanta, intrecciando la propria
storia ideologica a fenomeni come il narcotraffico, le estorsioni, i rapimenti e la
presenza di eserciti privati, i paramilitari (AUC, Autodefensas Unidas de Colombia,
12.000 militanti), che possono contare sulla tacita complicità, quando non sul sostegno,
dell’esercito regolare.
L’azione dei gruppi guerriglieri, che in anni precedenti era incentrata in zone rurali e
isolate, durante gli ultimi quindici anni si è spostata anche nelle grandi città e nelle
zone di maggiore importanza economica con elevato valore strategico.
Ad oggi si pensa che tali organizzazioni siano ben radicate nel 45% dell’intero territorio
nazionale.
In questa logica, le azioni dei gruppi armati illegali si sono dirette contro i civili,
provocando lo sfollamento della popolazione civile verso territori non occupati.
La problematica degli sfollati a causa della violenza si è acutizzata a partire dal 2002,
come conseguenza dell’inasprimento e dell’espansione del conflitto armato interno,
specialmente per le azioni dei gruppi di autodifesa e della guerriglia e, in maniera
indiretta e con minor intensità, per la presenza delle forze dello Stato nelle zone in cui
si affrontano contro i gruppi guerriglieri.
Questo fenomeno non solo rappresenta una delle più gravi violazioni dei diritti umani,
ma anche contribuisce ad incrementare le condizioni di povertà e vulnerabilità della
popolazione.
In base alle statistiche ufficiali, nel 2002 si registrarono 1.056.008 persone sfollate. Nel
2003 1.243.581, evidenziando una crescita sostenuta del 45% a semestre. Si stima che il
48% sono donne e il 44% minori in età scolare, ossia bambini e bambine tra i 5 e i 14
anni. Per gruppi etnici, la popolazione afrocolombiana rappresenta il 18%, mentre
quella indigena il 5,4% della popolazione sfollata.
In questo quadro, lo stato colombiano ha lavorato per la promozione, il rispetto e la
garanzia dei diritti umani, sviluppando un più capillare controllo del territorio. Il
recupero, da parte delle forze militari, delle zone controllate dagli attori armati illegali,
la presenza della Polizia Nazionale in 1.096 di 1.098 capoluoghi municipali e il
compromesso dello Stato nel suo congiunto per stimolare processi di sviluppo con
maggior investimento sociale, hanno inciso nella parziale diminuzione della
problematica.
Nell’aprile del 2002, poco prima delle elezioni politiche, il Farc ha scatenato una
campagna di terrore senza precedenti inasprendo il clima di violenza che ha toccato il
suo acme con il rapimento di Ingrid Betancourt, capo dell’opposizione, tuttora nelle
mani del gruppo armato.
Le elezioni furono vinte da un candidato indipendente, Alvoro Uribe, riconfermato nel
2006 con quasi il 70% delle preferenze.
I lineamenti base della sua politica sono la lotta ai gruppi armati, la lotta ai sequestri,
l’attenzione integrale alla popolazione sfollata e il rafforzamento della capacità statale,
specialmente nella modernizzazione della forza pubblica.
Nonostante i buoni risultati fin qui conseguiti, è opportuno segnalare che il potere dei
gruppi armati illegali è sempre alto e che questa situazione continua a trascendere le
capacità dell’apparato di amministrazione della giustizia colombiana.
Giuseppe Nettis
Coordinatore Paese
Amici dei bambini Colombia
ISTITUTO ALMA DE NINO
A
scrivere
e’
Yeinny
Castro,
vicedirettrice dell’Istituto Alma de Nino
di Mesitas del Colegio, a qualche ore da
Bogota’.
Ci racconta la storia di Miguel Jose, che
nonostante la sua storia di abbandono,
sta cercando di realizzare il suo sogno:
diventare un direttore d’orchestra!
Da quando Miguel José e’ arrivato nel nostro istituto si e’ distinto per essere un giovane
molto sveglio ed intraprendente. Possiede un talento naturale per la musica: il suo
sogno, ci disse, e’quello di diventare direttore d’orchestra.
Un giorno la figlia di una delle educatrici, dopo che lui aveva manifestato le sue
aspirazioni musicali, lo motivo’ ad entrare in una banda; noi eravamo un po’ dubbiosi
che lui potesse farne parte poiche’ gia ci avevano negato tale opportunità con scuse
senza fondamento, permettendoci chiaramente di capire che cio’ era dovuto alla
diffidenza nei suoi confronti per essere uno dei tanti bambini del “BIENESTAR FAMILIAR”,
l’ente colombiano di protezione all’infanzia.
Questo non ha scoraggiato Miguel José, che si e’ comunque presentato nella banda in
veste di amico della figlia dell’educatrice, con l’ umilta’ e la cordialita’ che lo
caratterizzano. I docenti non si immaginavano che lui facesse parte di un istituto.
Miguel Jose’ ha sostenuto l’esame di ammissione e lo ha superato. Ha cominciato così a
frequentare in modo giudizioso e puntuale le lezioni, dimostrando il suo talento e la sua
eleganza.
Un giorno ha deciso di invitare ad Alma de Nino il suo professore e quando il docente si
rese conto di quale fosse realmente la nuova „casa” di Miguel Jose’ ne rimane
impressionato; disse che non si sarebbe mai immaginato che un ragazzo proveniente da
un luogo come questo potesse essere cosi’ talentuoso. Ma questo non è tutto, Miguel
José ha avuto la possibilita’ di dimostrare ai membri della banda il talento, l’ingegno, lo
spirito, e l’eloquenza che possiede.
Inoltre, la scuola di musica chiese a mio marito Edgar e a me di creare un gruppo di
musicisti di flauto per rappresentare il nostro istituto; noi appoggiammo l'idea che, oltre
a sembrarci molto bella, non era troppo costosa. Da quel giorno i bambini organizzano
incontri per provare le canzoni ed allenarsi sugli spartiti che José portava dalla banda.
Un giorno, ci hanno chiesto di dimostrare i progressi fatti dai nostri bambini e si resero
conto di come Jose’ fosse stato capace di organizzare un vero gruppo di flautisti. Tutti i
bambini hanno seguito volentieri le sue istruzioni di direttore d’orchestra e il saggio
musicale ha dimostrato come si siano impegnati e come la loro comune passione per la
musica li abbia portati a raggiungere questi risultati.
Un giorno il professore della banda municipale ha detto che si sarebbe rivolto alla
regione Cundinamarca per invitare alle “ferias” (sagre) del nostro municipio il
governatore ed altri politici. Chiese cosi’ a Miguel Jose se avesse voluto partecipare agli
spettacoli insieme al suo gruppo; egli entusiasta accetto’ subito e comincio’ a fare le
prove generali insieme ai suoi “alunni”.
Il gran giorno, il presentatore assunto dal municipio ci ha detto che il gruppo sarebbe
stato presentato solo se fosse rimasto tempo per loro, ma il professore che già aveva
imparato a non giudicare in base ai luoghi comuni, si è avvicinato al palco dove stava per
suonare la banda del municipio, ha rubato il microfono al presentatore ed ha annunciato
il gruppo di flauto, esaltando il merito della sua origine e la particolarita’ autodidatta di
quest’ultimo. Ovviamente, i nostri bambini si sono divertiti durante l'interpretazione
musicale, così alla fine tutto l`auditorio ha dimostarto il suo apprezzamento con forti
applausi. Nel frattempo, l’antipatico presentatore, ha chiuso la loro rappresentazione
dicendo che era stato uno sforzo da parte del municipio appoggiare questa singolare
banda tentando di rimuovere gli onori a José.
Per fortuna non ci e’ riuscito, anzi, la banda sinfonica del governo ha chiesto a José di
onorarli dirigendo un motivo musicale e il “mio” bimbo con il suo comportamento e la
sua intelligenza, ha superato di colpo tutti suoi timori, si e’ alzato ed ha diretto con
successo la banda. Quale onore! E che soddisfazione per tutti noi vedere l’entusiasmo
della gente presente.
La fine di tutta questa storia ha portato Jose’ ad essere accolto in una vera banda.
Questo suo bellissimo traguardo ha aperto le porte anche ad altri bamnini che come lui
venivano trattati con diffidenza e in base a pregiudizi e che non avevano mai avuto
l’opportunita’ di sentirsi bambini normali che possono seguire i loro sogni dopo tanta
sofferenza.
Jose’ e il gruppo di flauto continuano ad esercitarsi nei momenti liberi, perché sanno
che devono tenersi pronti per le future rappresentazioni a cui verranno sicuramente
invitati, cosi’ come per tutte le “novenas”, canzoni della tradizione Colombiana che
vengono suonate in tutta la Colombia due settimane prima del Santo Natale.
José pieno di aspirazioni future continua a studiare con passione e dedizione dando un
senso al suo meraviglioso talento.
Yeinny Castro
Vicedirettrice dell’Istituto Alma de Nino
LETTERA APERTA
La problematica dei ragazzi abbandonati, ormai gia’ adolescenti, e’ uno dei nodi ancora irrisolti
dalle autorita’ colombiane.
Parliamo di adolescenti che vanno verso il compimento della maggiore età e verso l’uscita
obbligata dall’Istituto, senza alcun programma di accompagnamento al reinserimento nella propria
comunita’. Da un punto di vista sociale, questi giovani sono totalmente vulnerabili ed impreparati
alla vita autonoma fuori dall’Istituto, privi di qualsiasi rete familiare di sostegno, abbandonati alla
vita di strada ed esposti ai rischi dello sfruttamento (per le ragazze, lo sfruttamento nella
prostituzione e nel trafficking internazionale; per i ragazzi, il reclutamento nella micro-criminalità
organizzata o nei gruppi armati colombiani, tale da condurli spesso nel giro di breve tempo nelle
strutture penali).
Ecco perche’ abbiamo scelto di far parlare uno di loro, Andres Felipe, che vi rivolge un appello
personale al fine di dare concretezza al suo progetto di vita. Se uno di voi intende aiutarlo puo’
scrivere alla nostra mail: [email protected]
Mi chiamo Andres Felipe Piñeros e ho 18 anni. La mia mamma mi ha abbandonato presso
una famiglia eha fatto perdere le sue tracce per sempre.
Nel 1997 sono stato messo sotto la custodia dell’ICBF (Istituto Colombiano della protezione
all’infanzia) perche’ in questa famiglia subivo abusi e maltrattamenti ed ero sottoposto a
sfruttamento lavorativo. Il Procuratore della città di Samaca’ nella provincia di Boyaca li ha
denunciati e mi ha sottratto alla loro custodia.
Nel 1998 sono stato dichiarato in situazione di pericolo e sono andato a vivere nell’istituto
“AMPARO DEL NIÑO” dove ho potuto riprendere la scuola e finire le elementari
distinguendomi come il miglior studente. Entrare sotto la protezione dell’ICBF mi ha dato la
possibilita’ di crescere con valori positivi che mi serviranno per tutta la vita.
Nel 2000 sono entrato presso l’istituto educativo “SAN JERONIMO EMILIANI”, dove
grazie all’aiuto di Assistenti Sociali e Psicologi ho strutturato il mio progetto di vita,
potendo avanzare con il mio percorso di studi. Durante la mia permanenza nell’istituto il
mio livello accademico era eccellente e cio’ era per me motivo di grande soddisfazione.
Inoltre, mantenni un comportamento impeccabile tanto da essere un esempio per i miei
compagni, soprattutto per quelli piu’ piccoli.
In quel periodo si e’ svolto tutto il processo che porta alla dichiarazione di abbandono di
bambini che come me sono soli al mondo. I Servizi Sociali colombiani hanno avviato la
ricerca dei miei familiari ma non riuscirono a rintracciare nessuno, anche la mia mamma era
scomparsa.
Fu cosi’ che il 29 gennaio del 2001 sono stato dichiarato in abbandono dall’ICBF.
Nel 2005 ho finito il liceo in questa istituzione specializzandomi nel settore della
falegnameria per quanto riguarda il lato pratico dei miei studi. Sono stato decorato con
menzione d`onore per la collaborazione e il buon rendimento accademico.
Finalmente, nell’agosto 2006 sono entrato all`università “PEDAGOGICA Y
TECNOLOGICA DE COLOMBIA“ nella facoltà di lingue moderne (Spagnolo – Inglese),
che frequento attualmente con eccellente rendimento accademico.
Tutto cio che ho ottenuto è stato grazie all`aiuto dell’ICBF ed alla comunità religiosa dei
“Padri Somaschi” perchè sono coloro che mi hanno guidato e consigliato di diventare
qualcuno nella società, specialmente nell’apprendimento dei valori e il loro sviluppo.
Per continuare i miei studi all’universita’ ho bisogno del vostro appoggio, cari sostenitori di
Amici dei bambini, perche non ho nessuno che mi aiuti economicamente, e perchè dipendo
solo da voi per la mia crescita e la mia formazione come una persona integra al servizio
della società.
Mi rivolgo a voi perche’ ho voglia di studiare ancora e poter lavorare in futuro.
Vi ringrazio per la possibilita’ che mi avete dato di comunicare direttamente con voi e spero
di poter ricevere il vostro aiuto.
Andres Felipe Piñeros
INVIO CORRISPONDENZA
Per l’invio della vostra corrispondenza o di pacchi dono per i bambini da voi sostenuti, vi preghiamo di far
riferimento al seguente indirizzo:
AI.BI. ASOCIACION AMICI DEI BAMBINI – Sede Colombia
Calle 86, N. 10-68 Apto 303
Tel. 0057/1/6105368; Fax. 0057/1/6226577
Email [email protected]
Bogota’- Colombia
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LO STAFF DI AMICI DEI BAMBINI COLOMBIA