Notiziario

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Notiziario
Comunità
Evangelica Luterana di
Roma
Notiziario
dicembre 2016 - febbraio 2017
Indice
Meditazione
Vita di comunità
Retrospettiva
Pranzo di Natale per i nostri
amici
Tirocinio a Roma
Viaggio in Terra Santa
Dalla Terra Santa a Roma
CD per l’Anno della Riforma
Culti
Calendario
Illica
3-6
7
31
71
76
111
119
123
Cooperativa “Rinascita ´78“
2020
20
Appuntamenti
62
Anno della Riforma
Culti con inni di Lutero
Leggiamo Lutero
Riforma e Musica
p. 10
29, 42
33, 55, 65
35, 59, 72, 74
Ciclo di conferenze
44, 54, 58, 61, 70
Itinerario Europeo
45
Ecumenismo
Ecumenismo e Musica
Settimana di preghiera
Assisi
Pellegrinaggio ecumenico
Lund
Libri
Avvento
Calendario d'Avvento
Meditazione d’Avvento
Ragazzi
Lutero a fumetti
Info
2
p. 18
26
48
79
85
87
118
p. 99
24, 30, 41, 52
25
27
p. 112
121, 122, 124
Meditazione
„Ma quando la bontà di Dio e il suo amore
sono stati manifestati“ (Tito 3, 4)
“Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo“ (Luca 2, 15): è il
momento decisivo della storia di Natale, quello in cui i pastori restano
soli nei campi. Non hanno niente in mano, nessuna prova che siano
vere le parole degli angeli: „"Oggi è nato per voi un Salvatore“ (Luca
2, 11).
Che cosa faranno? Quel che hanno udito suona come un’enormità.
Molte cose spingerebbero a riprendere il lavoro, adesso. Ma i pastori
reagiscono, a quanto udito, con questa decisione: «Andiamo fino a
Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto
sapere» (Luca 2, 15).
E così giungono alla stalla di Betlemme. Ed ecco di nuovo un momento
decisivo, perché ciò che i pastori trovano è assolutamente poco
appariscente: un bambino appena nato. Bisognoso d’aiuto. Rimesso
alle persone che lo scaldano, lo nutrono e lo amano. Una nascita come
se ne sono ripetute ininterrottamente in ogni tempo e luogo.
Ci si sarebbe potuti aspettare che i pastori si guardassero in faccia,
dicendo: ’Beh, e allora? Tante storie per questo?’, e che poi andassero
via dalla stalla.
Ma accade l’esatto contrario.
I pastori guardano il Bambino e lo riconoscono. Collegano quel che
vedono nella stalla con ciò che hanno sentito dagli angeli. Così, i
pastori trovano, in ciò che vedono, qualcosa che va oltre l’apparenza.
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Meditazione
Vedono il Bambino, nella sua modestia, e sanno di guardare Dio faccia
a faccia. Vedono le fasce e capiscono che questo neonato è “Re di ogni
regno e al tempo stesso Salvatore del mondo intero“ (EG 1, 1). Vedono
la mangiatoia e trovano in essa “la bontà di Dio e il suo amore“ (Tito
3, 4).
Qui è Natale! Qui, dove le persone riferiscono questa storia a se stesse.
Dove dismettono il ruolo di spettatori per farsi coninvolgere
nell’incontro col Bambino e riconoscere questo: ’È rivolto a me. Quel
che qui avviene, è per me!’
Oppure, per dirla con le parole dell’inno natalizio di Paul Gerhardt:
“Oggi esce dal suo alloggio / l’eroe di Dio, che strappa / il mondo al
dolore. / Dio diventa uomo, o uomo, per il tuo bene: / Figlio di Dio che
unisce / se stesso al nostro sangue.“ (EG 36, 2).
La nascita di Gesù è una storia che proviene da uno stupore profondo.
Dallo stupore per tutto ciò che Dio pone in opera per salvarci dalle
fauci della morte e dei suoi tenebrosi compagni. Dio viene in
condizioni umane precarie, affinché sperimentiamo che ’bontà e
amore’ da parte sua valgono anche per me, qui, dove vivo in
condizioni precarie.
In quest’inizio del Natale diventa chiaro, a proposito della bontà e
dell’amore divini, che essi restano validi anche dove tutto sembra
essere finito: quando Gesù, alla fine del suo cammino terreno, è
arrestato, torturato e crocifisso.
Secondo i criteri di valutazione umani, si deve necessariamente
concludere che, sulla Croce, la bontà e l’amore di Dio falliscono. Sono
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Meditazione
inchiodati alla Croce ed umiliati. Ma, alla luce della mattina di Pasqua,
è chiaro che Dio non ha abbandonato suo Figlio sulla Croce, ma che,
in lui, è andato sino alla fine più estrema. A quale scopo? Con ciò è
chiaro che la bontà e l’amore di Dio valgono anche per me, quando
sono del tutto perduto e impotente.
Mangiatoia e Croce sono parti integranti l’una dell’altra. La luce della
mattina di Pasqua si unice allo splendore luminoso della festa di
Natale. Dio ci salva, traendoci fuori dalla giurisdizione delle potenze
delle tenebre e ci dona nuovo inizio di vita: “Ma quando la bontà di
Dio, nostro Salvatore, e il suo amore stati manifestati, egli ci ha salvati“
(Tito 3, 4.5a).
Se la vita di una persona è in questa luce, essa torna trasformata alla
quotidianità, perché si sente sostenuta e approvata, mediante la bontà
e l’amore di Dio, promessi in Gesù Cristo. In concreto, questo vuol dire
che, prima ancora di fornire qualsiasi prestazione, nella vita, e
indipendentemente da ogni mia prestazione, posso contare che,
presso Dio, ho la mia dignità di persona.
Non per far restare tutto così, ma affinché, nel nostro intimo, abbiamo
sostegno e certezza che, confidando nella bontà e nell’amore di Dio,
possiamo volgere al bene diverse cose nel mondo. Proprio quest’idea
di fede è ciò che celebriamo a Natale. È questo che vuole scendere in
profondità nei nostri cuori, rendendoci liberi e gentili verso gli esseri
umani.
Proprio questo è ciò che occorre, adesso, al nostro mondo, scosso da
così tante crisi; dove aumentano incertezza, mancanza di rispetto e
freddezza sociale; dove molti pensano di dover difendere l’Occidente
cristiano dagli stranieri, usando fino spinato e muri.
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Meditazione
Proprio adesso occorrono persone che facciano sul serio con la bontà
e l’amore per gli esseri umani, che Dio ci dimostra a Natale. Non è per
nulla tanto difficile come spesso riteniamo che sia: occorrono solo un
po’ di fiducia in Dio e il coraggio di fare, semplicemente, ciò che serve
per mitigare la disgrazia di altri esseri umani.
Possiamo andare incontro allo straniero in modo amichevole,
tendendogli la mano. Il cappotto riadattato può essere regalato alla
donna rifugiata. Per la vicina brontolona si può mettere un coperto
in più alla tavolata di Natale. Possiamo condividere ciò che abbiamo:
possiamo alzare in modo chiaro la nostra voce contro l’odio e la paura
sorda. Possiamo stringerci insieme, quando le persone cercano
salvezza da noi.
Ciò che avviene a Natale si vedrà nella quotidianità della nostra vita.
In questa certezza, Vi saluto cordialmente, augurandovi una festa di
Natale benedetta e un buon Anno Nuovo
Il vostro Pastore Dr. Jens-Martin Kruse
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Vita di comunità
Vita di comunità
Entusiasmo, slancio, tante ottime idee e buona atmosfera, tanti
incontri interessanti e la comunione ben nota della nostra comunità:
è con stupore e gratitudine che consideriamo quante cose ci è riuscito
di fare e usiamo subito questo slancio per nuovi progetti.
Dopo la pausa estiva, la vita di comunità è ripresa con il culto di
benvenuto dell’11 settembre, con cui ci siamo presentati ai nuovi
arrivati. Al centro del culto, l’inno di Lutero “Padre Nostro che sei in
ciel“; questo ha costituito l’avvio di una serie di culti, in cui vogliamo
riappropriarci del tesoro degli inni di Lutero.
All’inizio di ottobre, abbiamo celebrato la Festa di Ringraziamento
per il Raccolto, in forma di culto delle famiglie, ricco di contenuti e
allegro. La predica, molto profonda, è stata tenuta dal Prof. Dr.
Markschies (Berlino) ed ha riguardato le parole dell’apostolo Paolo
“chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina
abbondantemente mieterà altresì abbondantemente“ (II Cor 9, 6).
Tutti i doni del Ringraziamento, che hanno adornato riccamente
l’altare, come da buona tradizione sono stati distribuiti, il mercoledì
seguente, a persone bisognose.
Dopo l’estate, una serie di eventi importanti ha infuso nuovo slancio
all’ecumenismo a Roma e non solo a Roma. Molti indizi dicono che ci
troviamo all’inizio di un nuovo avvio dell’ecumenismo.
Tra questi indizi c’è, per esempio, la preghiera mondiale per la pace,
tenutasi ad Assisi, dal 18 al 20 settembre, su inviot della Comunità di
Sant'Egidio. L’incontro ha avuto per motto: “Sete di Pace. Religioni e
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Vita di comunità
Culture in Dialogo“ e ha riunito rappresentanti di tutte le religioni
mondiali, venuti per dialogare, discutere e scambiare idee.
Davvero speciali e commoventi sono stati gli incontri con Papa
Francesco, il 20 settembre. Per primo, c’è stato il pranzo, nel
refettorio del Sacro Convento, con oltre 400 commensali,
rappresenanti delle maggiori religioni mondiali: tutta la colorata
famigloia delle religioni ad un solo tavolo, in pace. Gente di tutti i Paesi
che, altrimenti, non avrebbero avuto occasione d’incontrarsi e che
magari non sarebbero stati neanche seduti allo stesso tavolo, hanno
mangiato e bevuto insieme.
Tutto semplice e sobrio. Ma è stata anche un’esperienza meravigliosa,
perché, con il pranzo, abbiamo condiviso anche tempo, parole e idee.
Si è dialogato, si è brindato al benessere comune, ci si è guardati negli
occhi, in amicizia. Sono esperienze di comunione di mensa che sono
salvifiche; che dispongono alla fiducia; che valicano i confini e che
fanno sperimentare una coesistenza pacifica delle religioni.
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Vita di comunità
Il pomeriggio, c’è stata la preghiera comune di tutti i cristiani nella
Basilica Inferiore di S. Francesco, con discorsi, che meritano di essere
oggetto di riflessione, da parte di Papa Francesco, del Patriarca
Bartolomeo e dell’Arcivescovo Welby; al termine, c’è stata la
cerimonia conclusiva, con un pressante appello alla pace di Papa
Francesco. Troverete in questo Notiziario entrambi i testi del papa.
Nella seconda settimana di ottobre, sono venuti a Roma un migliaio
di giovani, provenienti dai nuovi Länder tedeschi. Al motto di “Con
Lutero dal Papa“, hanno intrapreso un pellegrinaggio ecumenico con
meta Roma, per conoscere meglio, sul posto, l’ecumenismo, grazie a
diversi laboratori, ed anche l’importanza della nostra comunità per
l’ecumenismo, e per consegnare a Papa Francesco le loro idee e
proposte per l’ecumenismo.
A metà ottobre, un gruppo di vescovi evangelici e cattolici tedeschi
ha effettuato un pellegrinaggio comune in Terra Santa, per prepararsi,
nei luoghi di origine della nostra fede, riflessione insieme su Gesù,
alle celebrazioni della Riforma. Nell’essere in cammino insieme, i
vescovi non hanno solo approfondito la fede, ma hanno anche
imparato a conoscersi meglio gli uni gli altri, vivendo questo come un
arricchimento.
In un’intervista, pubblicata dalla rivista “La Civiltà Cattolica“ il 28
ottobre 2016, Papa Francesco, guardando al viaggio imminente a
Lund per la commemorazione della Riforma, nel quadro dei suoi
rapporti con i luterani, ha accennato anche alla nostra comunità,
dicendo: “Poi da papa sono andato a predicare nella Chiesa luterana
di Roma. Mi hanno molto colpito le domande che mi sono state fatte
allora: quella del bambino e quella di una signora sulla intercomunione.
Domande belle e profonde. E il pastore di quella chiesa è proprio bravo!“
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Vita di comunità
Non potrei immagina complimento più bello per la nostra comunità
e anche per me!
Il 30 ottobre 2016, infine, abbiamo avuto un grande culto ecumenico
per l’apertura dell’Anno della Riforma “1517-1817-2017“, celebrato
con noi dal Card. Marx, di Monaco, mettendo così un bel segno di
ecumenismo! La chiesa era piena; la musica era bella, grazie al nostro
Coro, diretto dal M°Lorenzo Macrì, e ai nostri organisti, Martina Seleni
e Jolando Scarpa; l’atmosfera era serena, rilassata e attenta; erano
presenti tutti e tre gli ambasciatori e il Card. Marx è rimasto impresso
per il suo atteggiamento cordiale e amichevole e per la predica
puntuale e ricca di spunti per la riflessione.
Molti persone hanno contribuito, con le loro capacità, idee e con il
loro impegno, a far sì che potessero essere presentati puntualmente,
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Vita di comunità
all’inizio dell’Anno della Riforma, i nostri progetti per questo
anniversario:
- all’ingresso, membri della comunità e visitatori sono accolti
da un grande banner col logo della comunità per il 207;
- nell’atrio, c’è una piccola mostra bilingue sulla storia della
comunità a Roma (testi di Nina Bewerunge e grafica di Katja
Unger);
- c’è un programma con la presentazione di ogni evento previsto
per l’Anno della Riforma;
- e abbiamo una nuova guida della chiesa, redatta da Nina
Bewerunge, corredata dalle splendide foto del fotografo
svizzero Stefan Kölliker. Anche la guida è disponibile nelle due
lingue.
Il 31 ottobre 2016 ha avuto luogo a Lund la cerimonia di inizio, in
tutto il mondo, dell’Anno della Riforma; la preghiera comune è stata
guidata dal Vescovo Bischof Younan e dal Segretario generale Junge,
per la FLM, e da Papa Francesco. Si è trattato di un evento davvero
storico, grazie al quale l’anno 207 è all’insenga di un ecumenismo che
unisce ed è ricco di promesse.
In questo “spirito di Lund“, il 23 novembre 2016 è stata inaugurata
in Vaticano una mostra piccola, ma molto bella e significa sul piano
ecumenico. Per onorare l’imporante evento di Lund, Svezia e Paesi
Bassi, in collaborazione con il Vaticano, hanno reso possibile la prima
mostra di Rembrandt nei Musei Vaticani. La mostra s’intitola:
“Rembrandt in Vaticano. Immagine fra cielo e terra“ ed è stata
inaugurata alla presenza della Regina Silvia di Svezia e della
Principessa Beatrice d’Olanda.
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Vita di comunità
Nel suo saluto iniziale, il Card. Koch ha detto: ”Catholics and Lutherans
share the joy for the insights of the Reformation valuable for the whole
church: life in the gospel of Jesus Christ in its freedom and certainty,
insight into the mystery of the Trinity and God who gives Himself to us
human beings through grace, and love that is awakened and flows from
faith. They also share deep gratitude for the gifts that they have received
through the joint dialogue... I sincerely hope that also the exhibition in
the Vatican Museums in Rome as well as the common prayer in Lund,
Sweden, may help to strengthen mutual love between Catholics and
Lutherans and their commitment to the quest for unity and to ask for
the guidance of the Holy Spirit.“
Negli ultimi mesi e nelle ultime settimane ci hanno dato molto da fare
i terremoti che hanno causato danni gravi in Italia Centrale e che sono
stati avvertiti anche a Roma, generando spavento. Già in agosto il
Consiglio aveva deciso di raccogliere collette e offerte per la
Cooperativa “Rinascita '78“ di Illica.
Il 15 novembre siamo stati per la prima volta a Illica, in visita alla
gente della cooperativa; abbiamo visto il loro dolore e li abbiamo
ascoltati parlare della loro situazione. L’entità della distruzione è
sconvolgente, anche perché lascia le persone ferite nell’anima. Di ciò
che abbiamo visto e sentito, Nina Bewerunge riferisce in un articolo
impressionante. Aiuto e sostegno saranno necessari ancora per molto
tempo e, quindi, abbiamo voluto continuare a raccogliere fondi per
Illica durante il Bazar e il periodo dell’Avvento e di Natale.
Per questo c’è bisogno non solo della nostra generosità, ma anche
della nostra disponibilità ad essere attenti al bisogno delle persone e
a stimola a dare offerte.
L’articolo di Nina Bewerunge può essere scaricato dal sito web della
comunità e distribuito ad altri.
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Vita di comunità
Il mese di novembre, con i preparativi del Bazar, è un periodo speciale
della nostra vita di comunità. Ogni anno è meraviglioso vivere quanta
attività lieta e viva, creativa e concentrata ci sia nella Casa della
Comunità. Tante persone, grandi e piccoli, s’impegnano insieme per
fare in modo che il Bazar sia attraente e bello. Al tempo stesso, in
questo modo si approfondiscono le relazioni tra le persone; viene
sempre gente nuova e noi facciamo esperienza che noi stessi e la
nostra comunità siamo capaci di una comunione viva e ospitale.
Le immagini che seguono sono piccole impressioni, istantanee di un
evento meraviglioso che non si può descrivere adeguatamente con
parole, ma che va vissuto!
Montagne di biscotti sono state cotte...
E corone dell’Avvento sono state fatte con zelo instancabile...
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Vita di comunità
E sono state adornate e
abbellite in modo meraviglioso...
E si può dire che ci
fosse anche Lutero, in
qualche modo...
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Vita di comunità
E si è mangiato
insieme...
… e un grande complimento va ai nostri cuochi: Silvana Urbani e
Manfred Schmachtel : siete grandi!
E inoltre, giocattoli sono stati selezionati e presentati in modo
bellissimo.. E le molte offerte di vestiario hanno fatto nascere settori
di abbigliamento per bambini, donne e uomini molto attraenti. E da
una massa disordinata di libri è sorta una biblioteca affascinante. E il
mercatino dell’usato è stato organizzato con competenza e occhio
lungo. E di tanti biscotti differenti sono stati fatti vassoi con
assortimenti di squisitezza celestiale...
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Vita di comunità
E sono state preparate marmellate, insalate di patate, torte. E i premi
della pesca sono stati messi nella sequenza giusta. E il settore dei
lavori a mano e la piccola rivendita di marmellate e biscotti sono stati
organizzati in modo amorevole. E la sala della comunità è stata
trasformata in ristorante...
E, naturalmente, ci sono state anche delle sorprese: per esempio,
un’offerta abbondante di biscotti e libri da parte delle Suore Paoline;
un’offerta generosa da parte del Signor Elsner, Direttore dell’Hotel
De Russie, che ringraziamo per il premio principale della pesca di
beneficenza.
E ancora, il gruppo ben nutrito di gente di Fiumicino che, non avendo
saputo dello spostamento del Bazar al sabato, giovedì mattina ha
bussato alla porta. A loro abbiamo concesso, per dir così, un anticipo
del Bazar.
E ancora, la bella idea di Dörte Schmidt ed Isabel Lebon, che, il giovedì
precedente il Bazar, sono andate nel quartiere di casa in casa per
distribuire l’invito.
E poi ancora si è dovuta stabilire la sequenza delle pietanze al pranzo;
si sono dovuti posizionare tavoli e sedie negli spazi giusti, assicurando
che ci fosse spazio per il personale e si è dovuto rispondere al telefono
con tono sempre gentile, anche alla centesima telefonata di richiesta
di informazini sugli orari e sui contenuti del Bazar. E ancora, piccoli
’interventi d’emergenza’. Di tutto questo, e di molto altro ancora, si è
occupata la squadra di via Toscana, composta da Milena Tempel,
Gerhard Solfrank, Manfred Schmachtel, Dagmar Penna, diretta da
Marion Schulz con senso di responsabilità, attenzione e serenità:
GRAZIE!!!
Tutto è stato preparato nel modo migliore, con accuratezza; ma la
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Vita di comunità
mattina di venerdì una forte pioggia e lo sciopero hanno decimato il
pubblico che, di solito, viene ad acquistare le corone dell’Avvento.
Comunque, nessuno se ne è fatto rovinare l’umore e la fiducia nel
successo del Bazar. A ragione, assolutamente, come poi si è
dimostrato la mattina di sabato: il sole splendeva radioso e c’era una
lunga fila di persone ad aspettare l’apertura. Ed è andata così per tutto
il giorno: sole e tanta gente.
E ovunque si sentivano entusiasmo e gioia per il nostro Bazar.
Andandosene, i visitatori ringraziavano e lodavano l’atmosfera gentile
e cordiale vissuta in questa giornata, nella nostra comunità.
Il Bazar 2016 ha avuto un bel successo, cui avete contribuito, in modo
decisivo, voi che fate parte della nostra comunità e che simpatizzate
per essa: avete agito con forte motivazione, impegno, spirito fattivo,
gentilezza, disponibilità e cordialità: cioè come una comunità che si
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Vita di comunità
fa guidare dallo spirito di Gesù! E, per inciso, anche l’incasso del Bazar,
destinato alle persone bisognose, è aumentato, ancora una volta.
Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno trasformato l’enorme
montagna di borse
di plastica, scatole
e scatoloni di
cartone, che si era
ammucchiata
all’inizio, nella Casa
della Comunità, in
un Bazar così bello
e riuscito; e grazie
di cuore anche alle
aziende e alle
istituzioni che ci
hanno sostenuto, ancora una volta: le Ambasciate Tedesche a Roma;
l’Hotels De Russie e l’Hotel Victoria; il birrifico Maxlrain e la libreria
Herder. Mercoldì 7 dicembre 2016, si è tenuto il caffè di
ringraziamento per i volontari del Bazar, che è staa anche la festa
natalizia del Gruppo Donne.
Adesso, gli sguardi sono volti in avanti: l’Avvento è cominciato e io
mi rallegro all’idea degli incontri con voi, in questi giorni di bellezza
speciale, nella nostra comunità, e auguro a tutti Voi un tempo
d’Avvento e di Natale ricco di benedizione e pace!
Con affetto,
il vostro Pastore Dr. Jens-Martin Kruse
Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovoVi darò un cuore nuovo e metterò
dentro di voi uno spirito nuovoVi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovoVi
darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovoIo
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Parola biblica 2017
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Illica
Consegnata la prima parte dei fondi raccolti alla
Cooperativa zootecnica “Rinascita ’78” di Illica
Raccolti € 2874 in diverse collette, per una cooperativa agricola
zootecnina di Illica, gravemente danneggiata dal terremoto. Il
Pastore Jens-Martin Kruse e alcuni membri del consiglio di chiesa
sono andati a Illica per consegnare il denaro alla cooperativa e
anche per renderci conto delle condizioni in cui vivono le persone.
Ecco il nostro resoconto.
”Il mio cognome è Piccioni, come i nostri piccioni, che sono senza
casa“, dice Sandra, indicando uno stormo di piccini che passa in volo.
Anche loro hanno perso la casa in seguito al terremoto: della piccola
chiesa sconsacrata è rimasto solo un cumulo di macerie. Adesso, i
volano sulla fattoria, cercando un riparo. Sandra Piccioni è in una
situazione simile: è di Illica, ma qui non ha più una casa.
Il terremtoto ha reso inagibile la casa. Che sta ancora in piedi; ma le
pareti si sono spostate, finestre e porte sono saltate e non chiudono
più e gli abitanti non possono più entrarci. Sandra e altri della
cooperativa dormono in camper, messi a disposizione dalla
protezione civile. In quello che era il magazzino, hanno allestito una
cucina; una stufa emana calore. Fuori ci sono 5° C.
“Rinascita ‘78” è il nome della cooperativa agricola zootecnica, in cui
lavorano 9 persone di due famiglie e 3 dipendenti. Vivono tutti lì, nella
sede della cooperativa. Che possiede 300 ettari, 90 vacche, 60 maiali,
500 pecore e 320 capre. Prima del terremoto, allevavano bestiamo,
producevano insaccati, formaggi e latticini, che vendevano nel loro
agriturismo, di cui erano particolarmente fieri. L’agriturismo era in
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Illica
un palazzo del Cinquecento ed era l’insegna e il cuore dell’azienda: al
pianterreno c’era la rivendita; sopra c’erano la latteria, il caseificio,
la norcineria e alcune stanze per gli ospiti. Il giorno del terremoto,
quando tutto cambiò, c’erano cinque turisti.
Come tutte le altre case di Illica, anche il palazzo è stato costruito con
sassi smussati del territorio circostante. Ha resistito al primo
terremoto, quello del 24 agosto. Anche in assenza di danni, la
cooperativa decise di mettere un’impalcatura per proteggere le mura.
“Dopo il terremoto di agosto abbiamo pensato di continuare come
sempre”, dice Sandra. Ma le cose sono andate diversamente. Il palazzo
non ha retto al secondo terremoto, quello di ottobre: le pareti sono
in parte crollate e così anche una parte del tetto. Fornelli e cavi
pendono fuori; il pianterreno è ingombro di macerie. Anche nella
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Illica
fattoria il terremoto ha causato danni ai macchinari: le macerie cadute
hanno messo fuori uso i mastelli del caseificio.
Avevano cominciato con molto entusiasmo nel 1978: “Rinascita ’78”
vuol significare vita diversa, migliore, nella Natura. “L’amore per la
Natura è stato il nostro motore”, dice Sandra, “Sono cresciuta con la
Natura. Ho sempre avuto fiducia nella Natura. Ma, all’improvviso, mi
ha tradita. Da quando c’è stato il terremoto sono diventata diffidente.”
Le è mancato il terreno sotto i piedi, alla lettera. Va a letto inquieta;
dorme male. Il coraggio diminuisce. Ma non c’è alternativa. “Rinascita
’78” è il fondamento della loro esistenza, Illica è la loro casa. Sandra
spiega come lei e gli altri trovano la forza di andare avanti: “Ci
concentriamo sul progetto successivo. Oggi sono le capre che
dobbiamo portare a Roma; domani sono i maiali”.
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Illica
Per le bestie comincia ad essere freddo. Alcune capre zoppicano: il
fango si è indurito in mezzo allo zoccolo perché stanno nella mota
tutto il giorno. Adesso, le bestie saranno portate nel Lazio, dove fa più
caldo. Il governo ha promesso casette di legno e tunnel, cioè stalle
provvisorie. “Però quando?”, si chiedono, stringendosi nelle spalle. Il
tempo stringe: l’inverno è alle porte. Come faranno i camion a passare
la montagna, con la neve? Subito dopo il terremoto, hanno venduto
le bestie destinate al macello, unica possibilità di guadagno. Ma poiché
ad avere quest’idea sono stati in molti, i prezzi del bestiame sono
precipitati. Attualmente, non hanno entrate. “La vita commerciale è
finita”, dice Sandra Piccioni.
Il denaro raccolto dalla comunità è qui, un aiuto immediato urgente
che li aiuta ad andare avanti. Servirà per comprare da mangiare per
loro e per le bestie. “Il nostro solo pensiero è passare l’inverno”, dice
Sandra Piccioni, ”Poi vediamo.”
Per aiutare la gente e le bestie della Cooperativa “Rinascita '78“ potete
consegnare le vostre offerte in segreteria (v. Toscana 7) oppure potete
fare un bonifico su questi conti, citando la causale “Illica“:
Deutsche Bank Pforzheim
IBAN: DE1866 6700 0600 9005 9700
BIC: DEUT DE SM 666
Banca Popolare di Novara
IBAN: IT55X 05034 03255 0000 0000 2750
BIC: BAPPIT 21AI9
Nina Bewerunge
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Calendario d'Avvento
I Avvento - “Ha detronizzato i potenti e
ha innalzato gli umili“ (Luca 1, 52)
“... Così Dio distrugge e depone i potenti e i grandi, con tutto il loro
potere e la loro altezza, su cui fanno affidamento, e la loro superbia
verso coloro che sono in basso e verso gli umili pii, che per causa loro
hanno a soffrire danni, pene, morte e ogni genere di male.
Ma anche questo dev’essere riconosciuto e atteso, nella fede. Perché
egli non distrugge i potenti in modo tanto rapido, come pure
meriterebbero: lascia passare un po’ di tempo, finché la potenza è
arrivata al suo apice estremo. Allora, Dio non la sostiene. Né essa si
può sostenere da se stessa. Così essa finisce, in se stessa, senza
fracasso e clamore. E allora vengono su gli oppressi, anche senza
fracasso. Perché in loro c’è la forza di Dio, che è la sola che resta,
quando quegli altri sono tramontati.
Ma nota questo: ellla non dice che Dio distrugge i troni; dice, invece,
che ne butta giù i potenti. Non dice neanche che egli lascia in basso le
persone umili, ma che le innalza. Perché finché sussisterà il mondo,
dovranno esserci autorità, governo, potere e troni.
Ma egli non tollera a lungo che essi usino tutto ciò contro Dio, per fare
torto e violenza ai pii, compiacendosene, e che si innalzino grazie a
ciò, invece di far uso di tutto questo con timore di Dio, a sua lode e a
protezione della giustizia.“
(Martin Lutero, Il Magnificat, tradotto in tedesco e commentato (1521),
in: Ausgewählte Schriften 2, p. 177)
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Meditazione d'Avvento
Sotto la Stella, meditazioni d’Avvento
con testi di Martin Lutero
Ancora una volta, vogliamo
vivere l’Avvento in piena
consapevolezza, nella nostra
comunità.
Il cammino che attraversa
questo tempo ci è indicato dalla
Stella, una Stella di Herrnhut,
sotto la quale ci riuniamo, ogni
mercoledì d’Avvento (30.11.,
7.12., 14.12., 21.12.), alle h. 18,
nella Casa della Comunità, per
tenere
una
meditazione.
Quest’anno, i testi delle
meditazioni saranno tratti da
scritti di Lutero.
“Ma come arriva questo Re? Qui, ragione e fede si distinguono l’una
dall’altra (…) non viene con sacchi pieni di grano, borse piene di soldi
e cantine piene di vino, in modo da avere condizioni splendide in questa
vita (…) Lo devi veder cavalvare senza denaro, argento né altri
ornamenti terreni; ma è una giustizia del genre che risplende luminoso,
tanto che il caro Sole, la Luna e le stele non sono niente in confront alla
sua veste, che da una parte si chiama giustizia e dall’altra salvezza.”
(Martin Luther, Predica per la I Domenica d’Avvento, 1535)
25
Ecumenismo
Ecumenismo e Musica
“... Affinché tutti siano uno“
In ogni chiesa cristiana, fede e devozione sono espresse anche in
musica: che si tratti dell’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach,
del Requiem von Wolfgang Amadeus Mozart o dei canti liturgici
bizantini, le opere musicali rappresentano una determinata cultura
di fede e, al tempo stesso, parlano alle persone, oltre i confini della
propria tradzione. La musica unisce e crea comunione.
Insieme col Segretariato Attività Ecumeniche (SAE) di Roma,
associazione di laici che si impegnano per la comprensione ecumenica
tra le Chiese, abbiamo organizzato una celebrazione ecumenica, che
si è svolta il 2 dicembre 2016, alle h. 19, nella nostra chiesa in via
Sicilia 70.
La celebrazione è stata completamente all’insegna della musica e ha
presentato la tradizione dei canti corali ortodossi, cattolici romani ed
evangelici luterani. Hanno contribuito le corali “S. Romano il
Melode“ della Chiesa ortodossa romenar, diratta da P. Gavril Popa;
Coro della Basilica di S. Agnese, diretto dal M° Roberto Musto, e il
nostro Coro della Comunità luterana, diretto dal M° Lorenzo Macrì.
Un segno di unità vissuta e celebrata, nella diversità riconciliata!
26
Anno della Riforma
La Riforma per ragazzi e famiglie
Lutero a fumetti
Il 1517 fu l’anno che vide un
uomo diventare famoso, al
punto tale che oggi, 500
anni dopo, molte persone si
ricordano di quest’anno a
causa sua. Quest’uomo era
Martin Lutero. Ma chi era
Lutero? Come si svolse la
sua vita e che cos’era
importante per lui?
A queste domande cerca di
rispondere una biografia a
fumetti, in tedesco, scritta
da Meike Roth-Beck e
intitolata: “Von Martin
Luthers
Wittenberger
Thesen“. L’opera, oltre a
descrivere la vita di Lutero, cerca di spiegare, con un linguaggio
adatto ai ragazzi, anche alcune delle 95 Tesi sulle indulgenze, dalla
cui pubblicazione ebbe avvio la Riforma. Sulla prima tesi, per
esempio, dice: “Martin Lutero trova nella Bibbia che ciò che Gesù
pensava del pentimento è diverso da ciò che insegna la Chiesa. Nella
Bibbia non c’è scritto di comprare certificati d’indulgenza per farsi
perdonare da Dio. Pentimento significa vivere in modo diverso da quello
solito; significa vivere con più attenzione, più silenziosi, in modo,
27
Anno della Riforma
magari, da imparare ad ascoltare Dio. Per Martin, quest’idea è talmente
importante da metterla come prima tesi.“
Le illustrazioni sono di Klaus Ensikats. L’opera è pubblicata
dall’editore Kindermann. Il libro sarà presentato dalla fondatrice
della casa editrice, Barbara Kindermann, la II Domenica
d’Avvento, 4 dicembre 2016, alle h. 11.30 nella nostra chiesa.
La vita di Lutero è stata oggetto di
un’ottima opera a fumetti, per i tipi
della
Claudiana:
“L’Uomo
di
Wittenberg“, illustrata da Umberto
Stagnaro.
La vita del Riformatore di Wittenberg è
vista in rapport alla nascita della
Riforma protestante e del mondo
moderno. Il segno forte, espressivo di
Umberto Stagnaro, e un discorso
grafico, che si ispira al montaggio
cinematografico, ne fanno un’opera,
pensata per avvicinare i ragazzi alla
storia di Lutero e della Riforma, che può
essere letta anche dagli adulti che amano la grafica e i fumetti come
forma d’arte. L’opera risulta esaurita, ma è ancora reperibile in
internet.
Pastore Dr. Kruse
28
Anno della Riforma
Culti con inni di Lutero
“Or vieni, Salvatore delle genti“
Musica e Riforma
sono parti integranti
l’una dell’altra fin
dall’inizio. A portare
nei cuori e nelle meni
il Vangelo riscoperto
non fu soltanto la
traduzione in tedesco
della Bibbia, fatta da
Lutero (1483-1546),
ma furono anche i suoi inni.
Nell’Anno della Riforma, vogliamo riscoprire questo tesoro, cantando
gli inni di Lutero durante il culto, ascoltando interpretazioni musicali
e meditando sul loro significato nelle prediche.
Domenica 11 dicembre 2016, al centro del culto delle h. 10, nella
Chiesa luterana, ci sarà l’inno di Lutero “Or vieni, Salvatore delle
genti” (or. “Nun komm der Heiden Heiland“). È uno degli inni
d’Avvento più importanti e conosciuti, caratterizzato dall’anelito alla
venuta di Cristo e dalla certezza di essa.
Lutero sviluppa, nelle strofe dell’inno, l’intera storia della salvezza,
dall’umanazione di Gesù alla morte in croce per finire con la
Resurrezione, e partendo da qui interpreta la storia di Natale: “La
mangiatoia riluce chiara e nitida; la notte dona una luce nuova. Il buio
non verrà più, la fede resta sempre splendente”.
Il prossimo culto di questo ciclo, il 1° gennaio 2017, si occuperà
dell’inno natalizio “D’alto cielo vengo qui” (or. “Vom Himmel hoch, da
komm ich her“).
29
Calendario d'Avvento
II Avvento - “... Mi sia fatto secondo
la tua parola“ (Luca 1, 38)
“Ma il vero e proprio miracolo consiste nel fatto che la Vergine Maria
abbia creduto davvero che queste cose dovessero accadere in lei. È
un fatto così grande che non possiamo stupircene abbastanza (...).
È dunque accaduto ciò che ella stessa non ha potuto capire e sentire.
Ma che ha potuto credere. Perciò anche Agostino dice che ella è stata
tanto più piena di grazia e beata per il fatto che ha accolto Cristo nel
cuore (per mezzo della fede) e non solo nella carne e per il fatto che
è diventata sua madre prima nel cuore che nella carne.
Questo segno prodigioso è dovuto avvenire anzitutto in lei. Se non
avesse accolto le parole, rivoltele dall’angelo, e le avesse lasciate
scorrere sul suo orecchio, il segno prodigioso non sarebbe avvenuto.
Ma poiché le parole entrarono nel suo cuore e vi si radicarono, queste
cose sono avvenute in breve tempo e, in esse, si è verificato un
rivolgimento tale da non poter essere umanamente concepito. (...)
Perciò, ed è a questo che tale nascita deve servirci, trasformando il
nostro cuore, noi dobbiamo imprimere nel cuore l’esempio della
Vergine e seguirlo. Perché non è possibile in altro modo che lasciando
che entri nel nostro cuore, come è avvenuto per lei (...) Ognuno deve
accogliere il Bambino, affinché dica e creda che il Bambino sia suo,
propro come ha fatto la Vergine, accogliendolo. Ognuno deve agire
come se il Bambino sia nato solo per lui.“
(Martin Lutero, Predica su Luca 2, 14, Natale 1520, in: Es leucht wohl
mitten in der Nacht, p. 71-72)
30
Vita di comunità
Pranzo di Natale per i nostri amici
“... ed essere cristiano anche verso il mio prossimo, così come Cristo ha
fatto con me, e non fare niente di più di quel che vedo essergli necessario,
utile e buono“: con queste parole, Martin Lutero descrive
meravigliosamente come la fede in Gesù Cristo renda capaci di
distogliere lo sguardo da sé per volgerlo al prossimo.
Quest’attività d’amore è un segno distintivo essenziale della fede
cristiana. Nella nostra comunità, si fa concreta in molti momenti, in
modo speciale nella colazione per le persone bisognose, che si svolge
a mercoledì alterni.
Nel corso di molti anni, è nata tra noi e i nostri amici una comunione.
Dagli incontri sono nate relazioni. Alcuni ci hanno consentito di
gettare uno sguardo sulla loro vita. In alcuni momenti abbiamo
condiviso gioia e dolore. Le differenze di lingua, cultura e origine
finiscono in secondo piano.
Siamo legati da affetto e, quindi, è naturale non lasciare gli amici soli
proprio a Natale.
L’anno scorso, sollecitati dalla visita di Papa Francesco nella nostra
chiesa, li abbiamo invitati, per la prima volta, al pranzo di Natale. Le
buone esperienze avute ci incoraggiano a pensare che ciò sia stato
l’inizio di una nuova tradizione della nostra comunità.
Anche quest’anno, in cui celebriamo il bicentenario della nascita della
comunità, vogliamo condividere la nostra gioia e gratitudine per i 200
31
Vita di comunità
anni della comunità di Roma, invitandoli di nuovo al Pranzo di
Natale, mercoledì 14 dicembre 2016, alle h. 13, nella Sala della
Comunità.
„Che bella tavola!“, esclamò una donna, l’anno scorso, enrtrando in
sala, battendosi le mani sulle guance per la tavolata, lunga quanto la
sala, apparecchiata con tovaglie rosse, rami di abete e candele.
Chi vuole aiutarci a preparare di nuovo un così bel pranzo di Natale,
e a servirlo, può rivolgersi in segreteria, tel. 06. 481 75 19.
32
Anno della Riforma
“Leggiamo Lutero“ “Il Magnificat, tradotto in tedesco e
commentato“ (1521)
Mercoledì 14 dicembre
h. 18-19
Casa della Comunità
Via Toscana 7
Ancor prima di trovare Maria, nel Nuovo Testamento, come madre di
Gesù nella storia di Natale, ella ci viene incontro in un inno. Il percorso
dall’annuncio di Gesù, da parte dell’angelo Gabriele, alla nascita nella
stalla di Betlemme, viene interrotto da un grande inno che, nella
narrazione dell’evangelista Luca, è collegato alla visita di Maria a
Elisabetta, madre di Giovanni Battista.
Quest’inno di lode di Maria che, dalle prime parole della versione
latina, è chiamato Magnificat, è stato cantato e recitato in ogni tempo
della cristianità. In tutte le confessione di hanno una preghiera delle
ore, esso fa parte delle preghiere quotiiane; oggi è di solito prevista
per il vespro, cioè per la preghiera serale.
Per Martin Lutero, il canto di lode di Maria aveva una collocazione
così fissa e importante nella devozione cristiana, che, nel 1521/21, lo
tradusse e commentò, prima ancora di accingersi alla traduzione
dell’intero Nuovo Testamento.
33
Anno della Riforma
Già uno sguardo alla situazione in cui Lutero commentò il Magnificat
indica quale sostegno Lutero abbia trovato in esso. Quando, nel
novembre 1520, comincia il commento, è già a rischio di scomunica
papale. Il 10 dicembre 1520, brucia la bolla di scomunica accanto alla
porta Elstertor di Wittenberg. Pochi mesi dopo, deve recarsi a Worms,
alla Dieta, che lo bandisce dall’impero. Il 4 maggio 1521, viene rapito
e nascosto alla Wartburg, con l’identità di copertura di Junker Jörg.
Lì finisce il commento al Magnificat di Maria.
Lutero intende l’inno come testimonianza importante della libera
grazia di Dio, che ha visto non i meriti, ma alla “bassezza della sua
serva“: “Poiché è il suo (scil. di Dio) modo di vedere cose insignificanti,
ho tradotto la paroletta humilitas, in tedesco, con nullità o essere
insignificante, che è l’opinione di Maria: Dio ha visto me, giovane
povera, disprezzata, insignificante e avrebbe potuto scegliere regine
ricche, alte, nobili, potenti (…) Ma ha gettato su di me il suo occhio
assolutamente benevolo e così ha usato una serva modesta, disprezzata,
affinché nessuno si vanti, davanti a lui, di essere stato o di essere degno
di ciò; e anch’io devo dichiarare che è pura grazia e bontà e non è
assolutamente mio merito e dignità.“
In un’epoca in cui erano in gioco la sua vita e la sua integrità, il suo
messaggio teologico e la sua libertà personale, Lutero trovò, nel
Magnificat, sostegno e lingua per esprimere la sua fede.
L’appuntamento seguente di questo ciclo è, l’8 febbraio 2017, con il
libro di Lutero “La libertà del cristiano“.
34
Anno della Riforma
Festival MUSICOMETA XXII edizione “Contrappunti luterani a
5 secoli dalla Riforma“
“Contrapunctus I: Martin Lutero“
La vita e le gesta raccontate dal fim muto „Luther“ di Hans Kyser
(1927)
sonorizzato dall'organista-improvvisatore Ansgar Wallenhorst
(Rattingen)
Giovedì 15 dicembre 2016
h. 20
Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70
Hans Kysers (1882-1940) Il film muto “Luther – Ein Film der
deutschen Reformation“ [Lutero, un film della Riforma tedesca], del
1927, illustra le tappe decisive nella vita di Lutero. È un film
monumentale, dinamico, che riunisce tutti i mezzi stilistici della
cinematografia della Repubblica di Weimar: le scenografie espressive
35
Anno della Riforma
sono degli architetti Ufa Robert Herlth e Walter Röhrig. La fotografia
con effetti in chiaroscuro, il simbolismo e gli effetti ottici, la materia
storica sono fortemente accentuati e rielaborati con senso del
dramma. Al centro della narrazione, l’attore Eugen Klöpfer, che rende
Lutero concreto.
Il film è un document ostorico, che corrisponde allo spirit dell’epoca
e alla concezione di Lutero quali erano alla fine degli anni ’20 del
Novecento, che vedevano in lui il “Combattente del Vangelo” e l’”Eroe
del Protestantesimo Tedesco”.
Ansgar Wallenhorst,
tedesco, è musicista,
specialista di musica
sacra,
organista
concertista e teologo.
La
sua
attività
concertistica è ricca e
così anche quella di
docente ospite in
Europa e negli USA. Dal
1998 è direttore artistico degli “Orgelwelten Ratingen“ e Kantor alla
Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Ratingen.
Il concerto ha il sostegno e la promozione dell’Ambasciata della
Repubblica Federale di Germania.
36
Anno della Riforma
Festival MUSICOMETA XXII edizione “Contrappunti luterani a
5 secoli dalla Riforma“
„Contrapunctus II: Max Reger
Brani “protestanti“ interpretati dall'organista Alberto Pavoni e
introdotti dallo studioso Claudio Strinati
Mercoledì 21 dicembre 2016
h. 21
Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70.
L’uomo della foto, cogli
occhiali tondi e la capigliatura
folta,
dallo
sguardo
concentrato, fu un gigante e
la sua musica scolnvolse ed
entusiasmò i contemporanei.
Si parla di Max Reger, di cui
celebriamo il centenario della
morte.
“La sua musica unisce grandezza monumentale“, scrive Klaus Schulten,
“a soavità mistica, polifonica complesssa a sviluppi armonici estremi.
Strutture sonore, apparentemente caotiche, al massimo volume, sono
arditamente contrapposte a sezioni melodiose distanti, tristi, belle,
sospese e a basso volume...“
Tra le innovazioni musicali che dobbiamo a Max Reger ci sono le sue
grandi fantasie corali per organo che egli, che si definiva “cattolico
37
Anno della Riforma
fino alla punta dei capelli“, compose volentieri su inni della tradizione
devozionale protestante.
Nel secondo concerto del Festival MUSICOMETA, l’organista Alberto
Pavoni eseguirà queste opere di Max Reger (1873-1916):
“Ein feste Burg ist unser Gott“ (op 67 n. 6)
“Phantasie und Fuge in d-moll“ (op 135b)
“Symphonische Phantasie und Fuge“ (op. 57)
Alberto Pavoni ha studiato
Organo e Composizione con
Giuseppe Agostini (Frosinone)
e Hans Haselböck (Lubecca). È
organista concertista e ha
all’attivo
una
serie
di
registrazioni su CD..
Claudio Strinati è storico dell’arte e, dal
1991 al 2009, è stato Sopraintendente
del “Polo museale romano“. Ha ideato e
organizzato mostre grandi e importanti
in Italia e all’estero e, per Rai5, ha
diretto e moderato la trasmissione,
dedicata alla Storia dell’Arte, “Divini
Devoti“.
38
Anno della Riforma
Festival MUSICOMETA XXII edizione „Contrappunti luterani a 5 secoli dalla
Riforma“
„Contrapunctus III: Dietrich Bonhoeffer
Le sue poesie, in un intreccio improvvisato di danza e musica
Voce recitante: Emanuele Carucci Viterbi
Danza:
Francesca Alterio
Zarb, darf:
Mohssen Kasirrosafar
Organo:
Livia Mazzanti
Lunedì 26 dicembre 2016
h. 21
Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70.
39
Anno della Riforma
Dietrich Bonhoeffer (1906-1945) è uno dei teologi più importanti e,
in Italia, è il teologo evangelico più conosciuto, che impressiona, in
particolar modo, per la sua vita nella sequela di Gesù. Quando
Bonhoeffer, nella primavera del 1943, fu arrestato a causa della sua
partecipazione alla Resistenza al regime nazista, una volta in prigione
non scrisse solo lettere e appunti di teologia, che sarebbero stati
pubblicati, dopo la sua morte, in “Resistenza e resa“, ma anche, cosa
meno nota, poesie.
Nell’anno di prigionia 1944, Bonhoeffer scrisse dieci poesie, che sono
tra i suoi ultimi testi. Alcune di esse, come “Da forze buone” e “Chi sono,
io?” sono diventate molto note; altre, come “Stazioni sulla via verso
la libertà”, “Morte di Mosè” e “Giona” meritano di essere scoperte.
Queste poesie sono testimonianze di fede di Dietrich Bonhoeffer. Sono
poesie dalla prigionia, non scritte nella prigionia. Per esempio, nella
poesia “Stazioni sulla via verso la libertà“, dice, in modo suggestivo:
Non ciò che si preferisce, ma osare il giusto;
Non restare sospesi nel possibile: afferrare arditi il reale;
Non nella fuga dei pensieri, solo nell’azione è la libertà.
Esci dall’esitazione ansiosa, va‘ nella tempesta di ciò che avviene
Sostenuto soltanto dal comandamento di Dio e dalla tua fede,
e la libertà abbraccerà giubilando il tuo spirito.
Il teologo Jürgen Henkys, che ha analizzato le poesie di Dietrich
Bonhoeffer dalla prigionia nel suo libro “Mistero di libertà“ (or.
“Geheimnis der Freiheit“), così le giudica: “Senza essere frammenti,
queste poesie hanno l’effetto di punti esclamativi dietro la vita di un
uomo che intuiva che avrebbe lasciato in eredità la sua opera solo in
forma di frammento.“
40
Calendario d'Avvento
III Avvento - „..., chiamata Betlemme“
(Luca 2, 4)
“Ora, tra Nazareth in Galilea e Betlemme, nella terra di Giuda, c’è più
di un giorno di viaggio. Devono aver oltrepassato o attraversato
Gerusalemme, poiché Betlemme si trova a mezzogiorno di
Gerusalemme, mentre Nazareth si trova a settentrione.
Arrivati ora a Betlemme, l’evangelista mostra come essi siano stati i
più umili, i più disprezzati di tutti. Hanno dovuto lasciar spazio a tutti,
finché è stata loro indicata una stalla del bestiame, con cui hanno
avuto in comune mensa, alloggio e sistemazione, mentre gente
malvagia stava nella locanda là sopra e si facevano servire come
signori.
Nessuno, qui, nota o capisce che cosa Dio opera nella stalla: lascia
vuote le grandi case e gli alloggi raffinati; lascia che quella gente
mangi, beva e stia di buon animo; ma questa consolazione e questo
tesoro sono loro celati.
Oh, che notte oscura ci fu, allora, su Betlemme, che non su consapevole
di tale luce! Dio dimostra di non dare importanza per nulla a ciò che
il mondo è, ha e possiede.
Per contro, il mondo dimostra anche di non riconoscere né dare
importanza a ciò che Dio è, ha e opera! Ecco, questa è la prima
immagine, che mostra come Cristo distrugga il mondo, il suo agire e
sapere e natura, denunciandoli come rigettabili, svelando come la sua
maggiore sapienza sia follia; il suo miglior agire, iniquità; il suo
maggio bene, disgrazia.“
(Martin Lutero, Predica sul Vangelo nel culto della Vigilia di Natale
(1522), in: Mü Erg 4, p. 113-114)
41
Anno della Riforma
Culti con inni di Lutero
“Dall’alto cielo, vengo qui“
Musica e Riforma sono
parti integranti l’una
dell’altra fin dall’inizio. A
portare nei cuori e nelle
meni il Vangelo riscoperto
non fu soltanto la
traduzione in tedesco
della Bibbia, fatta da
Lutero (1483-1546), ma
furono anche i suoi inni.
Nell’Anno della Riforma, vogliamo riscoprire questo tesoro, cantando
gli inni di Lutero durante il culto, ascoltando interpretazioni musicali
e meditando sul loro significato nelle prediche.
Daremo il benvenuto all’Anno Nuovo con un culto, domenica 1°
gennaio 2017, alle h. 10, nella Chiesa luterana, in cui al centro ci sarà
l’inno di Lutero “Dall’alto cielo, vengo qui” (or. “Vom Himmel hoch,
da komm ich her“).
Lutero scrisse quest’inno come canto di presepio e racconto della
storida di Natale, rivolto ai bambini. Consta di 15 strofe e trasporta
subito, col canto e l’ascolto, nell’evento di Natale. Melodia e testo
fanno sentire la gioia profonda che ci è donata con la nascita di Gesù:
“Dall’alto cielo, vengo qui, vi reco buona novella; la buona novella la
reco tanto che ne voglio cantare e dire.”
Il prossimo culto di questo ciclo si terrà il 12 febbraio 2017 e sarà
dedicato all’inno di Battesimo “Cristo, nostro Signore, andò al
Giordano” (or. “Christ, unser Herr, zum Jordan kam“).
42
Anno della Riforma
Ciclo di conferenze “1517-1817-2017”
“Martin Lutero e le sue 95 Tesi
sulle indulgenze“
Il 31 ottobre 2017 cadrà il V centenario della pubblicazione, da parte
di Martin Lutero, delle 95 Tesi sulle indulgenze. Che sia avvenuto
come dice la tradizione, secondo cui Lutero, in questo giorno di 500
anni fa, avrebbe affisso le sue tesi, sulla questione, al portale della
Chiesa del Castello di Wittenberg, o che si ritenga questa una leggenda
edificante, non corroborata dalle fonti, resta certo che Lutero, con le
sue Tesi, e le reazioni di rigetto che ne derivarono, misero in moto un
processo teologico che fece epoca e che, a posteriori, è stato chiamato
Riforma.
Per comprendere le 95 Tesi di Lutero, è importante non proiettare
già sugli enunciati teologici di Lutero, e sull’incipiente polemica sulle
indulgenze, il risultato, cioè la divisione della cristianità occidentale;
ma è importante, invece, considerare lo sviluppo dei fatti in
prospettiva storica, domandandosi come apparissero la prassi e
dottrina del pentimento, nel tardo Medio Evo; quali fossero i motivi
che spinsero Lutero a redigere le 95 Tesi e come sorse, dalle reazioni
alle Tesi di Lutero, un confronto conflittuale.
Siamo molto lieti che il Prof. Dr. Lothar Vogel, uno dei migliori esperti
della polemica sulle indulgenze, abbia accettato di tenere, nell’ambito del
ciclo “1517-1817-2017“ una conferenza, in cui illustrerà il contesto storico
della prassi delle indulgenze, le 95 Tesi di Lutero e lo svolgimento della
polemica sulle indulgenze.
Il Professor Dr. Lothar Vogel ha studiato Teologia evangelica nelle
Università di Marburgo e di Tubinga. La sua tesi di laurea è stata sulla
43
Anno della Riforma
Vita Corbiniani del Vescovo Arbeo di
Frisinga e ha ottenuto l’abilitazione
con una ricerca sul secondo colloquio
religioso di Ratisbona del 1546.
Dal 1997 al 2006 è stato pastore della
Chiesa regionale del Württemberg. Ha
insegnato, dal 2002 al 2006, Storia
della Chiesa alla Scuola Superiore
Ecclesiastica di Neuendettelsau; dal
2006 insegna Storia del Cristianesimo
alla Facoltà Valdese di Teologia di
Roma. Nella sua attività di ricerca, si
è occupato intensamente di storia,
politica e teologia nel Medio Evo e in Età Moderna.
Vi invitiamo sentitamente, per il ciclo
“1517-1817-2017“ alla conferenza del
Professor Dr. Lothar Vogel (Roma)
“Martin Lutero e le sue 95 Tesi sulle indulgenze“
Mercoledì 11 gennaio 2017
h. 19.30
Casa della Comunità, Via Toscana 7
44
Anno della Riforma
”Roma – Porta dell'ecumenismo“
Un itinerario europeo
Le idee della Riforma nacquero, nei primordi dell’Età Moderna, in
luoghi come Praga, Wittenberg, Zurigo e Roma. I movimenti che
45
Anno della Riforma
sorsero da esse hanno trasformato e improntato l’Europa e poi il
mondo.
Le tracce lasciate dalla Riforma negli ambiti di fede, cultura, storia e
politica saranno ripercorse, nell’Anno della Riforma, da un itinerario
europeo. Dall’Italia all’Inghilterra, passando per Svezia e Finlandia,
per finire in Lettolia e Romania, saranno 67 le città e 18 le nazioni che
riunite nel progetto, valicando confini nazioni e culturali, differenze
linguistiche e politiche.
Il progetto , quindi, riveste anche importanza europea, ragion per cui
il Presidente dell’EKD, Vescovo Heinrich Bedford-Strohm, ha
dichiarato: “L’itinerario europeo è proprio l’idea che ci occorre adesso,
in Europa. Dobbiamo andare oltre i confini.“
L’itinerario europeo parte il 3 novembre 2016 da Ginevra e terminerà
a Wittenberg il 20 maggio 2017, dove le storie, raccolte strada
facendo, saranno incluse in una mostra mondiale. Ulteriori
informazioni sull’itinerario europeo, ed anche una lista dei luoghi
interessati,
sono
disponibili
a
questo
link:
www.r2017.org/europaeischer-stationenweg.
Mercoledì 18 gennaio 2017 l’itinerario europeo farà tappa a
Roma.
In questo giorno comincia anche la Settimana di Preghiera per l’Unità
dei Cristiani e quindi intendiamo la nostra stazione, intitolata “Roma,
Porta dell’ecumenismo”, come contributo, che viene da Roma, alla
riflessione sulla Riforma e come segnale robusto e lieto di ecumenismo.
Il programma della giornata è stato elaborato da un gruppo ristretto,
insediato all’Ambasciata di Germania presso la S. Sede, e include i
punti seguenti:
46
Anno della Riforma
h. 9.30-18 Mostra di scritti originali dell’inizio della
Riforma, di proprietà del Vaticano
Luogo: Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70
h. 10.30
Udienza generale di Papa Francesco
h. 18
”Dal conflitto alla comunione. Riflessione
comune sulla Riforma nel 2017”
Conferenza del Prof. Dr. Wolfgang Thönissen
(Paderborn)
Luogo: Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70
h. 19
Vespro ecumenico per l’inizio della Settimana
di Preghiera per l’Unità dei Cristiani
del Collegium Germanicum et Hungaricum, della
Parrocchia di S. Maria dell'Anima e della Comunità
Evangelica Luterana di Roma
Predica: S.E. Card. Koch
Liturgia: Rettore Dartmann SJ, Rettore
Brandmayr, Pastore Kruse
Luogo: Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70
h. 20
Ricevimento nella Sala della Comunità
Luogo: Casa della Comunità, Via Toscana 7.
47
Ecumenismo
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
2017
Il tema e la liturgia della
Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani sono stati
elaborati, questa volta, dal
Coordinamento di Chiese
Cristiane in Germania (ACK),
terra della Riforma luterana.
Dialogo teologico intenso ed
esperienze ecumeniche che
hanno fatto stringere legami
hanno fatto sì che, secoli dopo
le vicendevoli condanne e
discriminazioni,
cristiani
luterani
e
cattolici
affrontassero, per la prima
volta insieme, il ricordo della Riforma, i cui inizi si ebbero giusto 500
anni fa. Questo cammino dal “Conflitto alla comunione” si esprime
nella decisione di celebrare in comunione ecumenica la Riforma, come
“Festa di Cristo”; il motto della Settimana di preghiera di quest’anno
è:
“ L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”
(II Corinzi 5, 14)
La Riforma pose di nuovo al centro l’idea che la salvezza ci viene
donata, per grazia, mediante la fede in Gesù Cristo, che è morto in
48
Ecumenismo
croce per i nostri peccati. Il perdono, che avviene sulla croce, sana
anche le divisioni tra le Chiese e le fa diventare una cosa sola.
Nella liturgia, quale è stata elaborata per i culti della Settimana di
preghiera, al centro ci sono la confessione del peccato di divisione,
conseguenza della Riforma, e la preghiera di perdono per esso.
Celebriamo Gesù Cristo e il suo agire salvifico, che urge i cuori dei
cristiani divisi a diventare inviati, al posto di Cristo, e servitori della
riconciliazione.
Un’occasione importante per il tema della Settimana lo dobbiamo allo
scritto apostolico “Evangelii gaudium“, in cui Papa Francesco scrive:
“Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza autentica di
verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona
che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità
davanti alle necessità degli altri.
Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa. Per questo, chi
desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che
riconoscere l’altro e cercare il suo bene. Non dovrebbero meravigliarci
allora alcune espressioni di san Paolo: «L’amore del Cristo ci possiede»
(2 Cor5,14); «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16).“
L’amore di Cristo diventa forza trainante, che ci spinge a superare le
nostre divisioni e a sforzarci per ottenere la riconciliazione.
49
Ecumenismo
Preghiera di Martin Lutero per l’unità della cristianità
O Dio eterno, misericordioso,
Tu sei Dio di pace, d’amore e d’unità,
non di divisione.
Ma poiché la Tua cristianità Ti ha abbandonato,
allontanandosi dalla Tua verità,
Tu hai lasciato che si separasse e si dividesse,
affinché, con la sua presunta sapienza,
si coprisse di vergogna nella disunità
e tornasse a Te,
che solo doni l’unità.
Noi poveri peccatori Ti preghiamo:
rimetti insieme, mediante lo Spirito Santo,
tutto ciò che è disperso;
riunisci ciò che è diviso e ricostituiscilo in unità.
Donaci, anche,
di cercare la Tua verità unica, eterna;
di allontanarci dalla divisione,
affinché siamo di una sola mente e una sola comprensione,
orientate a Gesù Cristo, nostro Signore,
affinché possiamo glorificare e lodare Te, Padre celeste,
con una sola voce,
per mezzo del Signore Gesù Cristo, nello Spirito Santo.
Amen.
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Ecumenismo
Siete invitati a tutti i culti e manifestazioni della Settimana di
preghiera. Ecco date che potete già annotare:
Mercoledì 18.1. h. 19 Vespro ecumenico col Collegium Germanicum
e la Parrocchia di S. Maria dell'Anima; nella Chiesa
luterana
Predica: S.E. Card. Koch
Domenica 19.1. h. 18 Veglia Ecumenica Diocesana presso
la Parrocchia di S. Ponziano, Via Franco Sacchetti
(Montesacro-Talenti)
Martedì 24.1.
h. 18.30 Vespro ecumenico nella Chiesa di S. Prisca;
al termine, cena con la Parrocchia
Predica: Pastore Dr. Kruse
Mercoledì 25.1. h. 17.30 Vespro ecumenico nella
Basilica di S. Paolo Fuori le Mura
A gennaio, cercate il programma definitivo, con altri culti e
manifestazioni della Settimana di preghiera.
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Calendario d'Avvento
IV Avvento - “... Oggi è nato per voi un Salvatore“
(Luca 2, 11)
“È la fede che rettamente deve essere intesa per prima in tutte le
parole di Dio. La fede stessa non è soltanto che tu creda che questa
storia sia vera così com’è raccontata. Questo non serve, perché tutti
i peccatori, anche i dannati, lo credono. La Scrittura e Parola di Dio
non insegna, riguardo alla fede, che essa sia opera naturale, senza
intervento della grazia; ma che la fede retta, colma di grazia,
promossa dall’opera e dalla Parola di Dio, è che tu creda
fermamente che Cristo è nato per te e che la sua nascita sia
avvenuta per te, per il tuo bene.
Poiché il Vangelo non insegna che Cristo sia nato per causa nostra e
che abbia fatto e sofferto tutto per causa nostra; come dice l’angelo:
«Vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà:
"Oggi è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore“.» In queste
parole vedi chiaramente che è nato per noi.
Non dice semplicemente che Cristo è nato, ma dice: per voi, è nato per
voi. Idem, non dice: annuncio una grande gioia, ma: a voi, annuncio a
voi una grande gioia. Idem, tale gioia non resterà in Cristo, ma sarà
per tutto il popolo etc. Questa fede non l’ha né può averla un essere
umano dannato o malvagio. Perché questo è il retto fondamento di
ogni beatitudine, che unisce Cristo e il cuore credente così che viene
ad essere in comune tutto quel che le due parti hanno.“
(Martin Lutero, Predica sul Vangelo del culto della Vigilia di Natale
(1522), in: Mü Erg 4, p. 117)
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52
Anno della Riforma
Ciclo di conferenze “1517-1817-2017”
“L’importanza di Martin Lutero e della Riforma
per l’ecumenismo, oggi“
“La Riforma“, ha detto, a ragione, il teologo evangelico Wolfhart
Pannenberg, ”non voleva fondare una nuova Chiesa, ma voleva la
riforma, il rinnovamento dell’intera cristianità, grazie allo Spirito di
Verità di Dio.”
Il fatto che la lotta per questa verità, nel Cinquecento, abbia portato
alla perdita dell’unità della cristianità occidentale, fa parte delle
pagine oscure della Storia della Chiesa. La commemorazione degli
inizi della Riforma, nel 2017, avviene, pertanto, in modo consono, se
noi ci sforziamo di guarire i ricordi e di riottenere l’unità visibile della
cristianità.
Compito importante, nel contesto del 2017, consiste di analizzare, nel
dialogo, i temi e le conseguenze della Riforma di Wittenberg, che ha
il suo centro nella persona e nel pensiero di Martin Lutero, cercando
impulsi, nella sua teologia, che possano schiudere prospettive utili
per l’ecumenismo, oggi, e per l’approfondimento della comunione tra
le Chiese.
Per avere una conferenza che introducesse a questo tema, molto
rilevante per l’ecumenismo, siamo riusciti ad ottenere l’adesione della
Professoressa Dr. Nüssel, scienziata di ottima fama a livello
internazionale, che è a suo agio con la teologia luterana ed è coinvolta
in molti dialoghi ecumenici internazionali.
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Anno della Riforma
La Professoressa Dr. Friederike Nüssel ha studiato
Teologia Evangelica e Filosofia della Religione a
Tubinga, Gottinga, Londra e Monaco. Dal 1990 al
2001 è stata assistente
all’ Institut für
Fundamentaltheologie und Ökumene di Monaco,
fondato dal Prof. Wolfhart Pannenberg. Nel 1994
si è laureata e, nel 1998, ha ottenuto l’abilitazione
in Teologia Sistematica. Nel 2001 è diventata
docente di Teologia Sistematica a Münster. Dal 2006 è docente di
Teologia Sistematica all’ateneo Ruprecht-Karls-Universität di
Heidelberg e direttrice dell’Ökumenischen Institut. Nella primavera
del 2016 è stata Visiting Professor alla Gregoriana. È membro di
diversi organismi ecumenici e del Coordinamento ecumenico di
teologi evangelici e cattolici, del Joint Working Group Vatikan-World
Council of Churches e della Commissione Internazionale LuteranoCattolica Romana per l’Unità.
Vi invitiamo sentitamente, per il ciclo „1517-1817-2017“ alla
conferenza della
Professoressa Dr. Friederike Nüssel (Heidelberg)
“L’importanza di Martin Lutero della Riforma
per l’ecumenismo, oggi“
lunedì 30 gennaio 2017
h. 19.30
Casa della Comunità, Via Toscana 7
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Anno della Riforma
“Leggiamo Lutero“
“La libertà del cristiano“ (1520)
Mercoledì 8 febbraio 2017
h. 18-19
Casa della Comunità
Via Toscana 7
Lo scritto di Lutero “La libertà del cristiano“ (or. “Von der Freiheit
eines Christenmenschen“) rappresenta, secondo il parere di Walter
Card. Kasper, il “più piacevole tra i suoi scritti principali, dedicati alla
teologia della Riforma“. Secondo le parole di Lutero, questo libriccino
contiene “l’intera summa della vita cristiana”.
Il contesto in cui nacque questo scritto, nel 1520, è però altamente
drammatico. Perché Lutero era stato scomunicato. L’ultimo tentativo
di conciliazione fu intrapreso, nell’autunno del 1520, dal nunzio
papale von Miltitz, che incontrò personalmente Lutero e che lo spinse
a scrivere la “Lettera a Papa Leone X”, in cui, ancora una volta, doveva
illustrare il suo caso, assicurando di non aver mai attaccato lui, il papa.
A questa lettera, Lutero accluse lo scritto sulla libertà, come
esposizione della sua fede.
Con tale scritto, Lutero fonda la libertà del cristiano, operata dal
Vangelo, che vede contraddistinta da un paradosso apparente: “Il
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Anno della Riforma
cristiano è libero signore su ogni cosa e non è soggetto a nessuno. Il
cristiano è servo volonteroso in ogni cosa ed è soggetto ad ognuno.”
Lutero, con quest’affermazione, prende lo spunto essenziale
dall’apostolo Paolo. La libertà non è ritiro nella vita meramente
spirituale. Invece, l’essere umano spirituale è tutto l’essere umano
nella sua totalità, compresa la sua parte corporea, ma come persona
nuova in Cristo. Quindi, la libertà è, per Lutero, un evento operato da
Cristo, ma che continua a vivere anche nell’agire in questo mondo:
“Ecco, allora voglio fare, in modo libero, lieto e gratuito, in risposta a
un tale padre, che mi ha dato in sovrabbondanza doni enormi, quel che
gli piace ed essere, anche verso il mio prossimo, un cristiano che si
comporta verso di lui così come Cristo ha fatto con me; e non voglio fare
altro che quel che vedo essergli necessario, utile e buono, perché, per
mezzo della mia fede, in Cristo ho a sufficienza tutte le cose. Ecco, così
dalla fede fluisce l’amore e il desiderio di Dio; e dall’amore viene una
vita libera, che vuole lietamente servire gratuitamente il prossimo.
Perché, così come il nostro prossimo soffre disgrazia e abbisogna del
nostro superfluo, così anche noi abbiamo sofferto disgrazia e abbiamo
avuto bisogno della sua grazia. Perciò , così come Dio, mediante Cristo,
ci ha aiutati gratuitamente, anche noi, per mezzo del corpo e delle sue
opere non dobbiamo far altro che aiutare il prossimo. Vediamo così
quale nobilissima vita sia una vita cristiana, che, purtroppo, in tutto il
mondo non solo ristagna, ma non è più conosciuta o predicata.”
Il prossimo testo di cui ci occuperemo, per questo ciclo, sarà la
“Predica della Domenica Invocavit” (1522), il 1° marzo 2017.
56
Anno della Riforma
Ciclo di conferenze “1517-1817-2017”
“la Rifomra in Italia“
Come in molti altri Paesi europei, anche in Italia si diffusero, nel
Quattrocento e nel Cinquecento, molti nuovi raggruppamenti religiosi,
movimenti spirituali e riformistici.
Lo sviluppo in Italia è contraddistinto da uno spettro, ampio e vario,
di idee teologiche e di personalità religiose. Filosofia dell’Umanesimo
e del Rinascimento, “Evangelismo” e “Spirituali“, personalità, diverse
tra loro, come Girolamo Savonarola, Bernardino Ochino, Juan de
Valdés e i cardinali Gasparo Contarini e Giovanni Morone e come la
cerchia riunita intorno al Card. Reginald Pole, a Viterbo.
In taluni temi ci furono punti di contatto con la teologia della Riforma,
come era sorta in Nordeuropa. In molti ambienti, però, si formarono
propri approcci alla Riforma; finché, a metà del Cinquecento, in Italia
essi furono presso che completamente troncati dall’Inquisizione.
Klaus Ganzer, storico della Chiesa, osserva: “I movimenti religiosi
nell’Italia del Cinquecento testimoniano di inizi pieni di speranza e di
occasioni mancate; di impulsi di ampia portata e di destini tragici.
Alcuni impulsi teologici e spirituali dell’epoca poterono trovare
applicazione parziale solo sei secoli seguenti.”
Si tratta di approcci riformistici piccoli nei numeri, ma molto
interessanti, che vale la pensa scoprire nell’Italia cinquecentesca.
“Qualità, non quantità: in questo consiste la forza del movimento
filoprotestante italiano“: così si è espressa Silvana Seidel Menchi,
storica, uno dei migliori esperti riguardo quell’epoca, che, nell’ambito
del nostro ciclo di conferenze, parlerà su “La Riforma in Italia”.
57
Anno della Riforma
La Prof. Dr. Seidel Menchi ha studiato
Storia all’Università di Firenze e Filologia
Latina all’Università di Monaco. Ha
insegnato all’Università di Trento, all’École
des Hautes Études en Sciences Soziales
(EHESS) di Parigi, all’ Università degli
Studi di Pisa ed è stata assistente
ricercatrice all’Harvard University Center
for Italian Renaissance Studies.
Nelle sue ricerche, si è occupata a fondo di
Erasmo e dell’Umanesimo, della Riforma
in Italia e dei rapporti tra i sessi nella prima Età Moderna. Alcune delle
sue pubblicazioni importanti riguardano Erasmo in Italia, le
persecuzioni degli eretici nel Cinquecento e nel Seicento e il
matrimonio in Europa tra 1400 e 1800 e “L'Italia della Riforma, l'Italia
senza Riforma“.
Vi invitamo sentitamente al ciclo di conferenze
“1517-1817-2017“ alla relazione della
Prof. Dr. Silvana Seidel Menchi“ (Pisa)
“La Riforma in Italia“
venerdì 10 febbraio 2017
h. 19.30
Sala della Comunità, Via Toscana 7.
La data del 10 febbraio 2017, provvisoria, sostituisce quella originaria del 7 dicembre
2016, in cui la conferenza non si è potuta tenere. Vi invitiamo a sincerarvi della data,
telefonando in segreteria: tel. 06-4817519.
58
Anno della Riforma
Culti con inni di Lutero
“Cristo, nostro Signore, andò al Giordano“
Musica e Riforma sono parti
integranti l’una dell’altra fin
dall’inizio. A portare nei
cuori e nelle meni il Vangelo
riscoperto non fu soltanto la
traduzione in tedesco della
Bibbia, fatta da Lutero
(1483-1546), ma furono
anche i suoi inni.
Nell’Anno della Riforma, vogliamo riscoprire questo tesoro, cantando
gli inni di Lutero durante il culto, ascoltando interpretazioni musicali
e meditando sul loro significato nelle prediche.
Domenica Septuagesimæ, 12 febbraio 2017, al centro del culto delle
10, nella Chiesa luterana, ci sarà l’inno battesimale di Lutero “Cristo,
nostro Signore, andò al Giordano” (or. “Christ, unser Herr, zum
Jordan kam“).
Nelle sette strofe di cui è composto, Lutero illustra il Battesimo di
Gesù nel Giordano, ad opera di Giovanni Battista, e spiega il significato
del Battesimo per la fede.
L’inno fa parte della serie degli inni catechetici, con cui Lutero dà
forma di canto ai pilastri della fede cristiana, in modo che fossero
memorizzati dalla comunità. Nella seconda strofa, Lutero esprime
chiaramente quest’intenzione: “Così tutti sentono e vedono che Dio
stesso nomina il Battesimo; e quel che un cristiano deve credere, che si
professa per lui. Dio parla e vuole che ci sia acqua, ma non soltanto
acqua: c’è anche la sua santa Parola, con Spirito ricco smisuratamente,
che qui è colui che battezza.”
Anno della Riforma
È per noi una grande gioia che la predica, sull’inno battesimale di
Lutero, sia tenuta dal Prof. Dr. Christoph Markschies.
Il Prof. Markschies è legato da molti anni alla nostra comunità, grazie
ad incontri, conferenze e prediche. Insegna Storia della Chiesa Antica
(Patristica) alla Facoltà Teologica dell’ateneo Humbold-Universität
di Berlino. È Decano dell’Ordine dei Cavalieri Giovanniti e Presidente
della Camera Teologica dell’EKD (Chiesa Evangelica di Germania).
In questa fine settimana, il Prof. Markschies riceverà un’onorificenza
scientifica speciale: l’Institutum Patristicum Augustinianum gli
conferirà la laurea honoris causa in Teologia. Gli facciamo le nostre
vive congratulazioni per questo segno di ecumenismo.
Pastore Dr. Kruse
Anno della Riforma
“Dimmi, che cosa è vero“:
L’attualità di Martin Lutero
un programma di e con Friedrich Schorlemmer
(Wittenberg)
15 febbraio 2017, h. 19.30
“Una fede che non si spinga dentro il cuore, ma che resti al portafogli,
è una bestemmia e le azioni di penitenza religiosa più estreme non
servono a niente, se l’essere umano non c’è con tutto se stesso e se la
sua intera vita non è una conversione“, constata Friedrich
Schorlemmer in un testo in cui descrive il nucleo centrale dell’opera
di Lutero.
Ancora, Schorlemmer fa il punto delle idee salienti di Lutero con
queste parole: “Ira santa coglie questo figlio di minatori di Eisleben.
Lotta con se stesso nel dubbio, di notte e di giorno, per arrivare a
certezze e osa contrastare, singolo individuo della grande Chiesa del
potere e dello sfarzo di Roma, con nient’altro in mano che la Sacra
61
APPUNTAMENTI
UCULTI
Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70.
IN ITALIANO i culti hanno luogo di norma la seconda domenica del mese
alle h. 17. Sono preceduti da un concerto alle h. 16.30.
Prossimi culti: 8 gennaio, 12 febbraio, 12 marzo.
BILINGUI La quarta domenica del mese il culto delle h. 10 è bilingue
tedesco/ italiano.
CULTI SPECIALI (se non altrimenti specificato, nella nostra chiesa)
24 dicembre h. 15.30 Culto delle famiglie
24 dicembre h. 17 Culto della Vigilia di Natale
24 dicembre h. 23 Culto di Mezzanotte in italiano
25 dicembre h. 10 Culto di Natale con S. Cena.
GRUPPO IN ITALIANO
Una volta al mese ci vediamo col Pastore per parlare di teologia, fede e altri
temi spirituali, di martedì alle h. 18, Via Toscana 7. Date: 17 gennaio
2016; 28 febbraio, 21 marzo 2017.
J
CONFERENZE
Venerdì 10 febbraio 2017 h. 19.30 Conferenza della Prof. Dr.
Silvana Seidel Menchi“ (Pisa) su “La Riforma in Italia“; Sala della
Comunità, Via Toscana 7.
M�����
Sabato 25 marzo 2017, alle h. 20, nella Chiesa luterana di Roma, Via
Sicilia 70, opere di Max Reger e di Giovanni Battista Pergolesi; Frohnauer
Kammerorchester diretto da Jörg Walter.
Domenica 26 marzo 2017, alle h. 10 durante il culto, Cantata “Tilge,
Höchster, meine Sünden“ (“Annienta, Altissimo, i miei peccati“) di J.S.
Bach, BWV 1083; Frohnauer Kantatenchor diretto da Jörg Walter.
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APPUNTAMENTI
Festival MUSICOMETA XXII edizione - “Contrappunti luterani a 5
secoli dalla Riforma“ – Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70
Giovedì 15 dicembre 2016 h. 20 Contrapunctus I: Martin Lutero“
La vita e le gesta raccontate dal fim muto ”Luther“ di Hans Kyser
(1927)
sonorizzato
dall'organista-improvvisatore
Ansgar
Wallenhorst (Rattingen)
Mercoledì 21 dicembre 2016 h. 21 Contrapunctus II: Max Reger
– Brani “protestanti“ interpretati dall'organista Alberto Pavoni e
introdotti dallo studioso Claudio Strinati
Lunedì 26 dicembre 2016 h. 21 Contrapunctus III: Dietrich
Bonhoeffer – Le sue poesie, in un intreccio improvvisato di danza e
musica; con Emanuele Carucci Viterbi, recitazione; Francesca Alterio,
danza;
Mohssen Kasirrosafar, zarb, darf; Livia Mazzanti, organo.
FCD
E
LIBRI
CD È uscito, per celebrare l’Anno della
Riforma; s’intitola “7 inni di Lutero a Roma“,
che contiene improvvisazioni di Livia
Mazzanti (Organo) e Marika Lombardi (Oboe,
Paris). Gli inni sono quelli di cui il Riformatore
compose tanto il testo quanto la melodia.
Aquistabile in segreteria o nell’atrio della
chiesa per EUR 10.
LIBRO Papa Francesco “Martin Lutero. Dialogo sulla
fede – un colloquio atteso da cinquecento anni”,
edizioni San Paolo. Brani di Papa Francesco e di
Lutero su temi basilari di fede e teologia, come fede,
Chiesa, Parola di Dio, indulgenze, giustificazione,
sacramenti e preghiera, scelti e affiancati da Luca
Crippa. Ne nasce, appunto, un dialogo a distanza di
cinque secoli.
63
Anno della Riforma
Scrittura. Essa gli trasmette la certezza che è Cristo a spingerlo. In lui,
Lutero ripone ogni sua speranza e da lui trae la forza di resistere, perché
è certo che, in vita e in morte, sarà accolto da Cristo.”
Martin Lutero è una grandezza rilevante, nei discorsi e nel pensiero
di Friedrich Schorlemmer. Con grande sensibilità, conoscenze
teologiche profonde e un patrimonio linguistico impressionante, in
conferenze, libri e saggi Schorlemmer divulga per il vasto pubblico,
in modo benevolo, critico e costruttivo, la vita e la teologia di Lutero.
Friedrich Schorlemmer vive, da molti anni, a Wittenberg, dove è stato
a lungo docente al Seminario Evangelico per Predicatori., predicatore
alla Chiesa del Castello e direttore degli studi dell’Accademia
Evangelica di Sassonia-Anhalt. È teologo evangelico, difensore dei
diritti civili ed è, in quanto scrittore, tra gli intellettuali di punta in
Germania.
È stato protagonista preminente dell’opposizione nella DDR. Al
Kirchentag del 1983, a Wittenberg, sotto la sua responsabilità fu
effettuata la trasformazione simbolica di una spada in aratro.
Quest’atto fece conoscere Schorlemmer in tutto il mondo ed esso
divenne segno di speranza per il movimento pacifista nella DDR.
In una “Lettera da Wittenberg a Roma“, Schorlemmer si rivolge,
contenuta nel suo libro dell’estate 2016, intitolato ”Unsere Erde ist
zu retten. Haltungen, die wir jetzt brauchen“ [La nostra Terra va
salvata. Atteggiamenti di cui abbiamo bisogno adesso], si rivolge a
Papa Francesco, rispondendo ecumenicamente all’enciclica “Laudato
si’“.
64
Anno della Riforma
“Leggiamo Lutero“
“Otto sermoni del Dr. Martin Lutero, da lui
predicati a Wittenberg durante la Quaresima”
(1522)
Mercoledì 1° marzo 2017
h. 18-19
Casa della Comunità
Via Toscana 7
Dopo la Dieta di Worms, Lutero fu rapito, per ordine del suo Principe
elettore, Federico il Savio, e nascosto alla Wartburg. Durante la sua
assenza, a Wittenberg fu introdotta una serie di riforme; in questo
quadro, nella primavera del 1522 si arrivò agli attacchi degli
iconoclasti.
Gli sviluppi a Wittenberg preoccuparono molto Lutero, che, all’inizio
del marzo 1522, contro l’espresso volere del Principe, tornò in città.
Nella domenica Invocavit, dopo un’interruzione durata un anno, si
rivolse di nuovo, dal pulpito della Chiesa Cittadina, alla comunità
wittemberghense. Coerentemente con la sua concezione della realtà
della Parola di Dio e col suo compito di “evangelista”, questo era il
luogo appropriato per intervenire nel corso delle riforme a
Wittenberg.
A partire dalla domenica Invocavit, Lutero prese posizione,
65
Anno della Riforma
quotidianamente, sulle modifiche intraprese in città. Perciò queste
prediche sono chiamate “le prediche Invocavit”. Lutero si trovava
davanti al compito di non dare alle “due parti” occasione di polemica
e di trovare una via che rendesse possibili sia le riforme necessarie,
da lui approvate, sia il rispetto per le coscienze dei deboli. Questa “via
mediana” di Lutero era caratterizzata anche dal rapporto tra fede e
amore:
“Guardate questi due pezzi: ’dover essere’ e ’essere libero’. Perché ciò
che ‘deve essere’ è ciò che esige la necessità e che deve sussistere
immotamente, come la fede, che io non mi lascio togliere, ma che devo
avere sempre nel mio cuore e professare liberamente davanti a ciascuno.
‘Essere libero’, però, è ciò in cui ho libertà e posso usarla o no; ma in
modo tale che mio fratello ne tragga frutto e non io. Ora, non
trasformate l’’essere libero’ in ‘dover essere’, come avete fatto, affinché
non dobbiate rendere conto a coloro che avete sviato con la vostra
libertà senza amore.“
Quest’argomentazione corrisponde anche alla concezione di riforma,
propria di Lutero: “Summa summarum: voglio predicarlo, voglio dirlo,
voglio scriverlo. Ma non voglio costringere nessuno, con la violenza,
poiché la fede vuole essere accettata per volontà, senza coercizione.
Prendete me, ad esempio. Sono intervenuto, opponendomi alle
indulgenze e a tutti i papisti, ma senza violenza. Ho promosso, predicato
e scritto soltanto la Parola di Dio; non ho fatto altro.”
Il prossimo testo di questa serie sarà, il 5 aprile 2017, lo scritto di
Lutero “Dell’autorità secolare, quanto gli si debba ubbidienza” (or.
“Von weltlicher Obrigkeit, wie weit man ihr Gehorsam schuldig sei“,
1523).
66
Anno della Riforma
Laboratorio di canto corale su inni di Lutero
3 – 5 marzo 2017
Martin Lutero non ha inventato l’inno sacro, ma lo ha riscoperto: come
testimonianza personale di fede; come modo importante di
annunciare il Vangelo e della partecipazione della comunità al culto.
Lui stesso ne compose 45. Lutero scrisse i suoi inni per il canto della
comunità. I testi sono chiari, semplici e facili da ricordare e le melodie,
di cui Lutero ne compose una parte, sono vivide e si cantano facilmente.
Gli inni di Lutero sono piccoli tesori della fede evangelica. Chi li canti,
impara a conoscere Martin Lutero nella sua devozione e, al tempo
stesso, trova testi, in cui i fondamenti della fede cristiana sono
espressi con parole proprie.
Nel laboratorio di canto corale, vogliamo riscoprire questi tesori e
imparare alcuni inni di Lutero in arrangiamenti vecchi e nuovi.
67
Anno della Riforma
Il laboratorio si svolgerà dal 3 al 5 marzo 2017 nella Casa della
Comunità, Via Toscana 7, e sarà diretto da Heiny-Hermann Grube,
specialista in musica sacra, di Lübbecke/Vestfalia.
Il signor Grube ha studiato Musica Sacra e Teologia a Düsseldorf,
Wuppertal e Heidelberg. Dopo il primo esame finale di Musica Sacra,
ha operato a Espelkamp; dal 1992 è Kantor e organista alla Chiesa di
S. Andrea a Lübbecke.
Il laboratorio comincia venerdì sera, con una prova dalle h. 19.30 alle
h. 21.30.
Sabato staremo insieme tutto il
giorno, dalle h. 9.30 alle h. 18., e
pranzeremo nella Sala della
Comunità.
Domenica, ci troviamo alle h. 9 per
la prova e poi canteremo durante il
culto.
La partecipazione è aperta a tutti gli
interessati, dentro e fuori la
comunità.
Per organizzare il pranzo di sabato,
sarebbe utile che vi prenotaste per il laboratorio, contattando la
segreteria: tel. 06.4817519.
68
Anno della Riforma
Ciclo di conferenze “1517-1817-2017”
“L’apostolo Paolo e Martin Lutero“
Tutti i grandi teologi della Chiesa antica e del Medio Evo sono
diventati teologi grazie a Paolo. Le sue lettere sono gli scritti più
antichi del Nuovo Testamento e il suo annuncio è espressione
completa della fede cristiana. In questa tradizione è anche Martin
Lutero, che, da professore di Teologia Biblica, nello studio intenso e
approfondito delle lettere paoline, in particolare di quella ai Romani,
riscoprì il messaggio liberatorio della giustificazione dell’essere
umano soltanto per fede, ponendola poi al centro del suo annuncio e
della sua opera.
“Paolo e Lutero“: la riflessione sul rapporto tra di loro conduce al
centro della teologia cristiana. In questo tema si incrociano
prospettive storiche ed esegetiche, spirituali ed ecumeniche.
Questi e aspetti importanti sono: come ha acquisito, Lutero, la sua
comprensione basilare della teologia paolina? Nella sua
interpretazione di Paolo, Lutero ha compreso l’apostolo in modo
esatto? Quale significato ecumenico ha l’interpretazione di Paolo da
parte di Lutero e in quale modo i cristiani, oggi, possono accertarsi,
per la loro fede, della forza della predicazione paolina, che tutti unisce?
È con particolare gioia che il Professor Dr. Jens Schröter, legato da
molti anni alla nostra comunità, domenica 19 marzo 2017
predicherà, durante il culto, sull’importanza della teologia
neotestamentaria per la nostra fede e, al termine, terrà una
conferenza sul tema: “L’apostolo Paolo e Martin Lutero”.
Il Prof. Dr. Jens Schröter ha studiato Teologia Evangelica a Jena,
69
Anno della Riforma
Amburgo e Heidelberg. Dopo la laurea, nel 1992, ha conseguito
l’abilitazione nel 1996, in Nuovo Testamento. Ha insegnato ad
Amburgo e a Lipsia; dal 2008
detiene la cattedra di Esegesi e
Teologia del Nuovo Testamento
all’ateneo Humboldt-Universität
di Berlino. Tra le sue
pubblicazioni importanti ci sono
“Jesus und die Anfänge der
Christologie“, ”Jesus von Nazaret.
Jude aus Galiläa – Retter der
Welt“, “Nehmt – esst und trinkt.
Das Abendmahl verstehen und
feiern“ [Gesù e gli inizi della
cristologia; Gesù di Nazareth,
ebreo di Galilea; Prendete,
mangiate e bevete. Comprendere
e celebrare la S. Cena]. Sta
preparando un commento
teologico alla Lettera ai Romani di Paolo.
Vi invitiamo sentitamente, per il ciclo „“1517-1817-2017“ alla
conferenza del
Prof. Dr. Jens Schröter
(Berlin)
“L’apostolo Paolo e Martin Lutero“
domenica 19 marzo 2017
h. 11.30
Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70
70
Vita di comunità
Fare tirocinio a Roma:
Tomke Hannemann si presenta
Cara Comunità,
nel marzo 2017 svolgerò un tirocinio di 4 settimane presso di voi. Mi
chiamo Tomke Hannemann, ho 24 anni e vengo dalla Frisia Orientale.
Ho cominciato gli studi universitari
a Lipsia e, attualmente, li proseguo
a Halle (Saale).
Guardo con gratitudine alle
esperienze fatte durante il mio anno
all’estero, in Israele, all’Università
Ebraica di Gerusalemme, città in cui
ho potuto vedere anche un po’ com’è
la vita di una comunità luterana
all’estero.
Adesso sono molto curiosa di
conoscere voi della comunità di
Roma. Mi rallegro all’idea degli
incontri che faremo e dei discorsi e delle esperienze che mi attendono
nella vostra comunità!
Cordiali saluti,
Vostra Tomke Hannemann
71
Anno della Riforma
Riforma e Musica
Concerto della Riforma in spirito ecumenico
La musica, in questo concerto, si basa su due testi, che rappresentano
forme espressive importanti della devozione evangelica e cattolica
romana: l’inno di Lutero “È forte rocca il Signor” (or. “Ein feste Burg
ist unser Gott”) e la poesia medioevale “Stabat Mater”, che canta la
madre di Gesù nel suo dolore per il Crocifisso.
Nel Concerto della Riforma, cui vi invitamo, sabato 25 marzo 2017,
alle h. 20, nella Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70, le due
tradizioni risuoneranno nelle opere di Max Reger (1873-1916) e di
Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), facendo del concerto un
evento ecumenico.
Anzitutto, Jörg Walter, specialista di musica sacra e Kantor della
Comunità
di
Berlino-Frohnau,
eseguirà la Fantasia per organo di
Max Reger ”Ein feste Burg ist unser
Gott“ (op 27.).
L’inno è, fino ad oggi, uno dei corali
più famosi di Lutero. Con la sua
promessa del messaggio consolatorio
del Vangelo, esprime il nucelo della
teologia di Lutero e, al tempo stesso,
rappresenta simbolicamente gli
enunciati fondamentali della fede
evangelica.
La Fantasia per organo di Max Reger
è interpretazione musicale, congeniale e temperamentosa, dell’inno
72
Anno della Riforma
di Lutero. Reger interpreta in musica ogni verso. Compose questo
capolavoro della letteratura organistica nel giugno del 1898, in tre
giorni. Il suo ex insegnante di pianoforte ed organo scrisse, su questa
fantasia: “Sentii chiaramente che questi erano suoni di una tale
inflessibile potenza, magnificente maestà e solennità, come non ne
erano stati più pensati da spirito mortale fin dai tempi di Johann
Sebastian Bach“.
Nella seconda parte del concerto della Riforma, l’ensemble Frohnauer
Kammerorchester, diretto da Jörg Walter, eseguirà lo ”Stabat Mater“
per Soprano, Contralto e Violini di Giovanni Battista Pergolesi.
È l’ultima composizione completa di
Pergolesi, composta poco prima della
morte prematura, a 26 anni. La
musica commuove, fino ad oggi, per
la tristezza, profondamente sentita,
di Maria per suo Figlio crocifisso.
Anche Johann Sebastian Bach fu
impressionato
da
quest’opera.
Rielaborò lo “Stabat Mater“ per la Cantata “Annienta, Altissimo, i
miei peccati“ (or. “Tilge, Höchster, meine Sünden“, BWV 1083),
che sarà cantata dalla corale Frohnauer Kantatenchor durante il culto
di domenica Lætare, il 26 marzo 2017, alle h. 10.
73
Anno della Riforma
Riforma e Musica
Culto con cantata
È molto diffusa ancora oggi l’opinione che, nella devozione evangelica,
Maria non abbia alcuna importanza. Maria sarebbe stata cancellata
dagli inni e dalle prediche della Chiesa evangelica per distinguersi
dalla pietà mariana di stampo cattolico.
Certo, la Chiesa evangelica ha incentrato la tradizione cristiana
nuovamente sulla Bibbia come unico parametro di riferimento. Ma
non si è mai svincolata dalla tradizione cristiana comune. Ha posto al
centro soltanto Gesù Cristo, ma ha considerato nella giustizia anche
la “nuvola di testimoni” (Ebrei 12, 1), in cui Maria ha una posizione
speciale. Ciò risulta chiaro, per esempio, dal commento di Lutero al
cantico di Maria, come anche dalla cantata di Bach “Cancella,
Altissimo, i miei peccati” (or. “Tilge, Höchster meine Sünden“).
Johann Sebastian Bach (1685-1750) non venne mai in Italia, ma si
confrontò intensamente con le opere dei compositori italiani. Eseguì
i lavori di Palestrina ed elaborò concerti di Vivaldi. Studiò su una copia
manoscritta lo “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesis (17101736) e, tra il 1745 e il 1747, sostituì il testo latino di questa poesia
con un testo tedesco del salmo 51.
Questo salmo fa parte dei salmi penitenziali e comincia con le parole:
“Abbi pietà di me, o Dio, per la tua bontà; nella tua grande misericordia
cancella i miei peccati”.
Bach adattò la musica al nuovo testo e fece alcune modifiche, ma, nel
complesso, lasciò intatta la musica di Pergolesi.
74
Anno della Riforma
Nel culto di domenica 26 marzo 2017, la corale Frohnauer
Kantatenchor, diretta da Jörg Walter, canterà la cantata “Tilge,
Höchster, meine Sünde“.
Il coro, fondato nel 2013, si dedica in modo particolare ad opere
ambizione, ma poco conosciute, del repertorio sacro, che si eseguono
durante il culto.
Foto: Ellinor Blankenfeld
Nella predica, il Prof. Dr. Notger Slenczka (Berlin) tratterà il tema: “Il
ruolo di Maria e la Riforma“.
Vi invitiamo sentitamente al
Culto con cantata
“Tilge, Höchster, meine Sünden“ Adattamento dello “Stabat Mater“ di Pergolesi
cantato dal Frohnauer Kammerchor
diretto da Jörg Walter
Predica del Prof. Dr. Notger Slenczka
75
Vita di comunità
Viaggio della Comunità in Terra Santa
“Venite a vedere il luogo dove giaceva” (Mt 28, 6). Quest’invito, rivolto
dall’angelo alle donne venute alla tomba, la mattina di Pasqua, può
essere inteso anche nel senso di seguire le orme di Gesù in Terra Santa.
Secondo la testimonianza della Bibbia, è Dio stesso che, per amore
dell’umanità, si è concretamente “spostato“. Non è restato in cielo, ma
ha incontrato le persone nella loro concreta vita quotidiana, così che
luoghi e paesaggi, ancora oggi, ricordano questi incontri con Gesù e
ci fanno venire in contatto, in modo speciale, con la sua vita e il suo
messaggio; cosa che, oltre ad essere un’esperienza formativa, può
portare anche ad approfondire la fede.
Così, anche quest’anno vogliamo fare, come comunità, un viaggio in
Terra Santa, con l’idea teologica basilare di Lutero di distogliere da
sé per indicare Gesù Cristo.
76
Vita di comunità
Un viaggio in Terra Santa è un’esperienza dai molti livelli. Oltre ai
luoghi che, per la nostra fede, sono legati ad episodi biblici; ci sono
anche gli sviluppi politici attuali; ci sono le schermaglie tra ebraismo,
cristianesimo e islam; ci sono le diverse culture, gli stili di vita e le
ussanze, le cose da vedere, i paesaggi e le scoperte gastronomiche, gli
incontri e le discussioni e molto altro ancora.
I primi giorni alloggeremo al Lutherisches Hospiz, struttura ricettiva
luterana nella Città Vecchia di Gerusalemme, e partendo da lì
visiteremo questa città impressionante. Qualcosa del fascino di
Gerusalemme riluce nelle parole di Wolfgang Büscher che, nel suo
libro “Frühling in Jerusalem“ [Primavera a Gerusalemme], scrive:
“Il cielo della sera riversò prodigo la sua luce.
Ciò che era di pietra bianca e di pietra grigia, dunque tutto, qui,
adesso era arrossato. Tutto giaceva disteso, città e mondo, un corpo
solo, tutte le parti formate, le valli e le colline grandiosamente
illuminate; la città, cinta dalle mura, e sotto di essa la grane piega, la
Valle di Kidron; sopra, sul Monte degli Olivi, il Getsemani, giardino
dell’ultima notte prima della Passione;
dietro il Monte degli Olivi, il Deserto di Giudea.
Fino allo scendere della notte, stetti su; poi, scesi d nuovo nell’eterna
penombra di grotte, tunnel, conventi, che furante il giorno restano
nell’ombra permanente, solo debolmente illuminati, e mi domando
se a Gerusalemme ci fosse uno,
uno solo che potesse dire di sé
di conoscere la città.
Ne dubito.“
77
Vita di comunità
Dopo le giornate nell’irrequieta Gerusalemme, andremo col
pullman a Gerico e al luogo del battesimo di Gesù, in riva al
Giordano, per continuare poi per il Lago di Genezareth. Passeremo
due notti nella struttura ricettiva per pellegrini Tabgha e, da qui,
faremo escursioni nella Galilea biblica, scoprendo molti piccoli posti
legati alla vita di Gesù.
Se avete interesse e voglia di partecipare a questo viaggio, rivolgetevi
alla Signora Christiane Bremer e al Pastore Dr. Jens-Martin Kruse.
Viaggio in Terra Santa
Quando? dal 7 al 14 giugno 2017
Dove?
Gerusalemme e Lago di Genezareth
Costi:
ca. EUR 1600,00 (volo, vitto e alloggio, transfer)
Direzione: Christiane Bremer e Pastore Dr. Kruse
Iscrizioni: entro il 15 gennaio 2017
in segreteria, tel. 06.4817519
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Ecumenismo
Meditazione di Papa Francesco per la Giornata
Mondiale di Preghiera per la Pace, Assisi,
Basilica Inferiore, 20 settembre 2016
Di fronte a Gesù crocifisso risuonano anche per noi le sue parole: «Ho
sete» (Gv 19,28). La sete, ancor più della fame, è il bisogno estremo
dell’essere umano, ma ne rappresenta anche l’estrema miseria.
Contempliamo così il mistero del Dio Altissimo, divenuto, per
misericordia, misero fra gli uomini.
Di che cosa ha sete il Signore? Certo di acqua, elemento essenziale per
la vita. Ma soprattutto ha sete di amore, elemento non meno
essenziale per vivere. Ha sete di donarci l’acqua viva del suo amore,
ma anche di ricevere il nostro amore. Il profeta Geremia ha espresso
il compiacimento di Dio per il nostro amore: «Mi ricordo di te,
dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo
fidanzamento» (Ger 2,2). Ma ha dato anche voce alla sofferenza divina,
79
Ecumenismo
quando l’uomo, ingrato, ha abbandonato l’amore, quando – sembra
dire anche oggi il Signore – «ha abbandonato me, sorgente di acqua
viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non
trattengono l’acqua» (Ger 2,13). È il dramma del “cuore inaridito”,
dell’amore non ricambiato, un dramma che si rinnova nel Vangelo,
quando alla sete di Gesù l’uomo risponde con l’aceto, che è vino
andato a male. Come, profeticamente, lamentava il salmista: «Quando
avevo sete mi hanno dato aceto» (Sal 69,22).
“L’Amore non è amato”: secondo alcuni racconti era questa la realtà
che turbava San Francesco di Assisi. Egli, per amore del Signore
sofferente, non si vergognava di piangere e lamentarsi a voce alta (cfr
Fonti Francescane, n. 1413). Questa stessa realtà ci deve stare a cuore
contemplando il Dio crocifisso, assetato di amore. Madre Teresa di
Calcutta volle che nelle cappelle di ogni sua comunità, vicino al
Crocifisso, fosse scritto “Ho sete”. Estinguere la sete d’amore di Gesù
sulla croce mediante il servizio ai più poveri tra i poveri è stata la sua
risposta. Il Signore è infatti dissetato dal nostro amore
compassionevole, è consolato quando, in nome suo, ci chiniamo sulle
miserie altrui. Nel giudizio chiamerà “benedetti” quanti hanno dato
da bere a chi aveva sete, quanti hanno offerto amore concreto a chi
era nel bisogno: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi
fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).
Le parole di Gesù ci interpellano, domandano accoglienza nel cuore
e risposta con la vita. Nel suo “Ho sete” possiamo sentire la voce dei
sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce
di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di
pace. Implorano pace le vittime delle guerre, che inquinano i popoli
di odio e la Terra di armi; implorano pace i nostri fratelli e sorelle che
vivono sotto la minaccia dei bombardamenti o sono costretti a
80
Ecumenismo
lasciare casa e a migrare verso l’ignoto, spogliati di ogni cosa. Tutti
costoro sono fratelli e sorelle del Crocifisso, piccoli del suo Regno,
membra ferite e riarse della sua carne. Hanno sete. Ma a loro viene
spesso dato, come a Gesù, l’aceto amaro del rifiuto. Chi li ascolta? Chi
si preoccupa di rispondere loro? Essi incontrano troppe volte il
silenzio assordante dell’indifferenza, l’egoismo di chi è infastidito, la
freddezza di chi spegne il loro grido di aiuto con la facilità con cui
cambia un canale in televisione.
Di fronte a Cristo crocifisso, «potenza e sapienza di Dio» (1 Cor 1,24),
noi cristiani siamo chiamati a contemplare il mistero dell’Amore non
amato e a riversare misericordia sul mondo. Sulla croce, albero di
vita, il male è stato trasformato in bene; anche noi, discepoli del
Crocifisso, siamo chiamati a essere “alberi di vita”, che assorbono
l’inquinamento dell’indifferenza e restituiscono al mondo l’ossigeno
dell’amore. Dal fianco di Cristo in croce uscì acqua, simbolo dello
Spirito che dà la vita (cfr Gv 19,34); così da noi suoi fedeli esca
compassione per tutti gli assetati di oggi.
Come Maria presso la croce, ci conceda il Signore di essere uniti a Lui
e vicini a chi soffre. Accostandoci a quanti oggi vivono da crocifissi e
attingendo la forza di amare dal Crocifisso Risorto, cresceranno
ancora di più l’armonia e la comunione tra noi. «Egli infatti è la nostra
pace» (Ef 2,14), Egli che è venuto ad annunciare la pace ai vicini e ai
lontani (cfr Ef 2,17). Ci custodisca tutti nell’amore e ci raccolga
nell’unità, nella quale siamo in cammino, perché diventiamo quello
che Lui desidera: «una sola cosa» (Gv 17,21).
© Libreria Editrice Vaticana
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Ecumenismo
Appello di Papa Francesco alla Giornata
Mondiale per la Pace, Assis, 20 settembre 2016
Uomini e donne di religioni diverse, siamo convenuti, come pellegrini,
nella città di San Francesco. Qui, nel 1986, trent’anni fa, su invito di
Papa Giovanni Paolo II, si riunirono Rappresentanti religiosi da tutto
il mondo, per la prima volta in modo tanto partecipato e solenne, per
affermare l’inscindibile legame tra il grande bene della pace e un
autentico atteggiamento religioso. Da quell’evento storico, si è avviato
un lungo pellegrinaggio che, toccando molte città del mondo, ha
coinvolto tanti credenti nel dialogo e nella preghiera per la pace; ha
unito senza confondere, dando vita a solide amicizie interreligiose e
contribuendo a spegnere non pochi conflitti. Questo è lo spirito che
ci anima: realizzare l’incontro nel dialogo, opporsi a ogni forma di
violenza e abuso della religione per giustificare la guerra e il
terrorismo. Eppure, negli anni trascorsi, ancora tanti popoli sono stati
dolorosamente feriti dalla guerra. Non si è sempre compreso che la
82
Ecumenismo
guerra peggiora il mondo, lasciando un’eredità di dolori e di odi. Tutti,
con la guerra, sono perdenti, anche i vincitori.
Abbiamo rivolto la nostra preghiera a Dio, perché doni la pace al
mondo. Riconosciamo la necessità di pregare costantemente per la
pace, perché la preghiera protegge il mondo e lo illumina. La pace è
il nome di Dio. Chi invoca il nome di Dio per giustificare il terrorismo,
la violenza e la guerra, non cammina nella Sua strada: la guerra in
nome della religione diventa una guerra alla religione stessa. Con
ferma convinzione, ribadiamo dunque che la violenza e il terrorismo
si oppongono al vero spirito religioso.
Ci siamo posti in ascolto della voce dei poveri, dei bambini, delle
giovani generazioni, delle donne e di tanti fratelli e sorelle che
soffrono per la guerra; con loro diciamo con forza: No alla guerra!
Non resti inascoltato il grido di dolore di tanti innocenti. Imploriamo
i Responsabili delle Nazioni perché siano disinnescati i moventi delle
guerre: l’avidità di potere e denaro, la cupidigia di chi commercia
83
Ecumenismo
armi, gli interessi di parte, le vendette per il passato. Aumenti
l’impegno concreto per rimuovere le cause soggiacenti ai conflitti: le
situazioni di povertà, ingiustizia e disuguaglianza, lo sfruttamento e
il disprezzo della vita umana.
Si apra finalmente un nuovo tempo, in cui il mondo globalizzato
diventi una famiglia di popoli. Si attui la responsabilità di costruire
una pace vera, che sia attenta ai bisogni autentici delle persone e dei
popoli, che prevenga i conflitti con la collaborazione, che vinca gli odi
e superi le barriere con l’incontro e il dialogo. Nulla è perso,
praticando effettivamente il dialogo. Niente è impossibile se ci
rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di
pace; da Assisi rinnoviamo con convinzione il nostro impegno ad
esserlo, con l’aiuto di Dio, insieme a tutti gli uomini e donne di buona
volontà.
© Libreria Editrice Vaticana
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Ecumenismo
Pellegrinaggio ecumenico in Terra Santa
Un pellegrinaggio ecumenico in Terra Santa, di 18 vescovi e vescove
della Chiese evangelica e cattolica di Germania, si è svolto dal 16 al
2 ottobre scorsi. Il programmam comprendeva preghiere comuni,
studi biblici e culti, oltre ad incontri con cristiani, al dialogo
interreligioso , una visita allo Yad Vashem, memoriale dell’Olocausto
e discussioni politiche.
Il pellegrinaggio voleva essere l’avvio comune della festa di Cristo,
concordata tra le due Chiese. Sulle orme di Gesù, i vescovi si sono
recati nei luoghi di origine del cristianesimo, esprimendo così il
legame nella fede.
Il messaggio congiunto rimarca l’importanza peculiare, per la
commemorazione della Riforma nel 2017, di queste esperienze
comuni in Terra Santa; il
messaggio
è
stato
presentato, al termine del
viaggio, dal Presidente
dell’EKD, Vescovo Heinrich
Bedford-Strohm, e dal
Presidente della Conferenza
Episcopale Tedesca, Card.
Reinhard Marx. Nel testo,
che ha un tono molto incoraggiante, è detto:
“Il nostro pellegrinaggio comune, alle fonti della fede, ci ha fatto
riscoprire ciò che costituisce il centro della nostra fede comune: Cristo!
Nel nostro essere in cammino insieme, nei discorsi fatti insieme e negli
impulsi spirituali che ci siamo scambiati, abbiamo imparato ad
85
Ecumenismo
ascoltare con le orecchie dell’altro e a comprenderlo col cuore, nella
sua fede.
Come festa di Cristo, nell’anno venturo, vogliamo celebrare
ecumenicamente il ricordo dell’avvio della Riforma, 500 anni fa. Così,
membri della Conferenza Episcopale Tedesca e rappresentanti del
Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania si sono messi in cammino
per andare in Terra Santa e visitare i luoghi d’origine della nostra
comune fede cristiana.
Diversamente dalle celebrazioni dei centenari precedenti, questa volta
non sarà sottolineata la discriminante confessionale, ma la
responsabilità comune della nostra fede. La Riforma non voleva fondare
una nuova Chiesa né dividere quella vecchia. Nel nucleo della Riforma,
pertanto, c’è un’intenzione che deve essere dietro ogni rinnovamento
della Chiesa: il rimando a Gesù Cristo come Parola di Dio, divenuta
uomo, e al suo Vangelo. Questo costituisce anche il nucleo delle
celebrazioni della Riforma nel 2017.
Ed è questo che esprimiamo, qui, col nostro viaggio in Terra Santa; ci
siamo messi sulle orme della storia di salvezza di Dio con l’umanità,
come la troviamo in Gesù di Nazareth. Ci poniamo consapevolmente
nella lunga tradizione di cristiani e cristiane di tutte le confessioni, che
vennero e vengono pacificamente in Terra Santa per avvertirvi un po’
della presenza di Dio e per chiedere in preghiera la sua pace (....)“
86
Ecumenismo
Predica del Pastore Martin Junge, Segretario
generale della Federazione Luterana Mondiale
Lund, 31 ottobre 2016
Cari Sorelle e Fratelli in
Cristo,
da
secoli,
generazione
dopo
generazione,
leggiamo
questo testo del Vangelo
che ci presenta Gesù come
la vera vite. Ma invece di
leggerlo come testo che
incoraggia all’unità, ci
siamo concentrati sui tralci che vengono potati perché non danno
frutto. Ed è così che ci siamo considerati reciprocamente: come tralci
separati da Cristo, la vera vite.
Ma già ai tempi in cui era impensabile una commemorazione comune
della Riforma, come possiamo fare oggi, ci furono donne e uomini che
si riunirono per pregare per l’unità o per fondare comunioni
ecumeniche. Teologi, uomini e donne, avviarono già allora il dialogo,
sforzandosi di superare le differenze dottrinali e teologiche. Molti
operarono nel servizio comune ai poveri e agli oppressi.
Sì, alcuni subirono il martirio per amore del Vangelo. Sono
profondamente grato dell’esistenza di questi profeti coraggiosi,
uomini e donne. Il loro stare insieme, nella vita e nella testimonianza,
insegnò loro a non considerarsi più, gli uni gli altri, come tralci
separati, ma come tralci che sono uniti nella vite, Cristo.
87
Ecumenismo
Anzi, di più: cominciarono a considerare Cristo in mezzo a loro e a
diventare consapevoli che, perfino in quelle fasi storiche, in cui il
dialogo tra noi era interrotto, egli continuava a parlarci. Gesù non ci
ha dimenticati nemmeno per un istante, perfino quando sembrava
che noi avessimo dimenticato lui e ci perdemmo in violenze e azioni
guidate dall’odio.
Considerando, dunque, Cristo presente tra noi, cominciamo anche a
vederci gli uni gli altri in luce nuova. Siamo consapevoli che ci sono
più cose a unirci che a dividerci. Siamo tralci della medesima vite.
Siamo una cosa sola nel Battesimo. Perciò celebriamo questo ricordo
comune della Riforma: per riscoprire chi siamo davvero in Cristo.
La manifestazione di quest’unità in Gesù Cristo, però, è in contrasto
netto con la realtà di frammentazione che caratterizza la Chiesa,
Corpo di Cristo. La visione di una comunione, fondata in Gesù Cristo,
con tutta la bellezza e speranza che desta in noi, significa anche che
soffriamo più dolorosamente delle ferite della nostra fragilità. Ciò che
mai si sarebbe dovuto rompere, è stato rotto: l’unità del Corpo di
Cristo. Abbiamo perso quel che ci era stato donato.
Come possiamo, oggi, procedere, con coraggio e con speranza, come
fecero coloro che hanno fatto questo pellegrinaggio ecumenico verso
l’unità? Come orientiamo i nostri passi a un futuro nella comunione,
cui Dio ci chiama? Come possiamo diventare un intero, in modo che
diventiamo, infine, ciò che siamo già in Cristo: tralci di una sola vite?
Il pensatore latinoamericano Eduardo Galeano ha detto: “La Storia è
una profetessa dallo sguardo retrospettivo: annuncia ciò che sarà
basandosi su quel che è stato e in contraddizione con ciò che è stato.“
88
Ecumenismo
Propongo che noi, da oggi, si usi questa chiave, quando leggiamo la
parabola della vera vite. Che essa possa essere, per noi, l’annuncio,
ricco di speranza e profetico, del legame solido tra vite e tralci che
portano in abbondanza i frutti della salvezza e della vita. Possa essere
questo lo spirito, con cui affrontiamo questo momento storico, in cui
noi, cristiani e cristiane cattolici e luterani, ci impegniamo ad
allontanarci da conflitto e divisione, che hanno gettato le loro ombre
sul passato, perfare insieme il cammino della comunione.
Senza dubbio, è un cammino promettente, ma è anche ambizioso. Si
compie in un’epoca di grande frammentazione e carica di conflitti.
Massicci movimenti di discriminazione estraneano singoli e gruppi,
così che essi non sono più in grado di comunicare tra loro. Ma il
cammino cui siamo chiamati dovrà poggiare su dialoghi ancora più
intensi. La rappresentazione della nostra identità e di quella della
nostra controparte, di norma sottolinea le differenze e le mette bene
in vista. I nostri ricordi sono spesso intrisi di dolore e conflitto.
Nella consapevolezza dell’esistenza di tutte queste forze centrifughe,
che recano sempre in sé il rischio di separarci gli uni dagli altri, io
incoraggio a confidare nella forza centripeta del Battesimo. La grazia
liberante del Battesimo è dono di Dio che ci chiama a radunarci e che
ci unisce!
Il Battesimo è l’annuncio profetico della salvezza e dell’unità, in mezzo
al nostro mondo sfiancato e, così, è dono di speranza all’umanità, che
aspira a una vita nella pace, in cui vi siano giustizia e diversità
riconciliata.
Che mistero profondo: il grido dei popoli e degli individui, la cui vita
è caratterizzata da violenza e oppressione, risuona insieme con ciò
89
Ecumenismo
che Dio ci sussurra costantemente, mediante Gesù Cristo, la vera vite,
in cui siamo una cosa sola. Se restiamo uniti a questa vite, allora
portiamo frutti di pace, giustizia e riconciliazione, misericordia e
solidarietà. Proseguiamo, dunque, su questo cammino; rispondiamo
nella fede alla chiamata di Dio e rispondiamo, così, anche al grido
d’aiuto, alla sete e alla fame di un’umanità ferita e spezzata.
E se, domani, domani Dio dovessse trovarci con in mano delle pietre,
come quelle che tenevano prima, che non si debba pensare che le
abbiamo per tirarcele gli uni gli altri. Ma chi potrebbe gettare la prima
pietra, dopo che abbiamo riconosciuto che la nostra identità è fatta
in Cristo?
Possano, queste pietre, non essere usate per costuire muri o per
discriminare. Come potremmo agire così, se Gesù Cristo ci chiama ad
essere ambasciatori ed ambasciatrici di riconciliazione?
Possa Dio incontrarci mentre costruiamo ponti, per avvicinarci gli uni
agli altri; mentre costruiamo case, in cui ci riuniamo, condividendo
tavole, sì, tavole, su cui ci sono pane e vino, presenza di Cristo. Cristo,
che non ci ha mai abbandonato neanche per un istante, e che ci chiama
a restare con lui, affinché il mondo creda.“
90
Ecumenismo
Predica di Papa Francesco
Lund, 31 ottobre 2016
«Rimanete in me e io in voi» (Gv 15,4). Queste parole, pronunciate da
Gesù nel contesto dell’Ultima Cena, ci consentono di accostarci al
cuore di Cristo poco prima del suo donarsi definitivo sulla croce.
Possiamo sentire i suoi battiti di amore per noi e il suo desiderio di
unità per tutti coloro che credono in lui. Ci dice che lui è la vera vite
e noi i tralci; e che, come Egli è unito al Padre, così noi dobbiamo
rimanere uniti a lui, se vogliamo portare frutto.
In questo incontro di preghiera, qui a Lund, vogliamo manifestare il
nostro comune desiderio di
rimanere uniti a lui per avere la
vita. Gli chiediamo: “Signore,
aiutaci con la tua grazia a essere
più uniti a te per dare insieme
una testimonianza più efficace di
fede, speranza e carità”. E’ anche
un momento per rendere grazie
a Dio per l’impegno di tanti
nostri fratelli, di diverse
comunità ecclesiali, che non si
sono rassegnati alla divisione,
ma che hanno mantenuto viva la
speranza della riconciliazione
tra tutti coloro che credono
nell’unico Signore.
91
Ecumenismo
Cattolici e luterani abbiamo cominciato a camminare insieme sulla
via della riconciliazione. Ora, nel contesto della commemorazione
comune della Riforma del 1517, abbiamo una nuova opportunità di
accogliere un percorso comune, che ha preso forma negli ultimi
cinquant’anni nel dialogo ecumenico tra la Federazione Luterana
Mondiale e la Chiesa Cattolica. Non possiamo rassegnarci alla
divisione e alla distanza che la separazione ha prodotto tra noi.
Abbiamo la possibilità di riparare ad un momento cruciale della
nostra storia, superando controversie e malintesi che spesso ci hanno
impedito di comprenderci gli uni gli altri.
Gesù ci dice che il Padre è il padrone della vigna (cfr v. 1), che la cura
e la pota perché dia più frutto (cfr v. 2). Il Padre si preoccupa
costantemente del nostro rapporto con Gesù, per vedere se siamo
veramente uniti a lui (cfr v. 4). Ci guarda, e il suo sguardo di amore ci
incoraggia a purificare il nostro passato e a lavorare nel presente per
realizzare quel futuro di unità a cui tanto anela.
Anche noi dobbiamo guardare con amore e onestà al nostro passato
e riconoscere l’errore e chiedere perdono: Dio solo è il giudice. Si deve
riconoscere con la stessa onestà e amore che la nostra divisione si
allontanava dalla intuizione originaria del popolo di Dio, che aspira
naturalmente a rimanere unito, ed è stata storicamente perpetuata
da uomini di potere di questo mondo più che per la volontà del popolo
fedele, che sempre e in ogni luogo ha bisogno di essere guidato con
sicurezza e tenerezza dal suo Buon Pastore. Tuttavia, c’era una sincera
volontà da entrambe le parti di professare e difendere la vera fede,
ma siamo anche consapevoli che ci siamo chiusi in noi stessi per paura
o pregiudizio verso la fede che gli altri professano con un accento e
un linguaggio diversi. Papa Giovanni Paolo II diceva:«Non dobbiamo
lasciarci guidare dall’intento di ergerci a giudici della storia, ma
92
100
Ecumenismo
unicamente da quello di comprendere meglio gli eventi e di diventare
portatori di verità» (Messaggio al Cardinale Johannes Willebrands,
Presidente del Segretariato per l’Unità dei Cristiani, 31 ottobre
1983).Dio è il padrone della vigna, e con amore immenso la nutre e
la protegge; lasciamoci commuovere dallo sguardo di Dio; l’unica cosa
che egli desidera è che rimaniamo uniti come tralci vivi a suo Figlio
Gesù. Con questo nuovo sguardo al passato non pretendiamo di
realizzare una inattuabile correzione di quanto è accaduto, ma
«raccontare questa storia in modo diverso» (Commissione LuteranaCattolica Romana per l’unità, Dal conflitto alla comunione, 17 giugno
2013, 16).
Gesù ci ricorda: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Egli è
colui che ci sostiene e ci incoraggia a cercare i modi per rendere l’unità
una realtà sempre più evidente. Indubbiamente la separazione è stata
un’immensa fonte di sofferenze e di incomprensioni; ma al tempo
stesso ci ha portato a prendere coscienza sinceramente che senza di
lui non possiamo fare nulla, dandoci la possibilità di capire meglio
alcuni aspetti della nostra fede. Con gratitudine riconosciamo che la
Riforma ha contribuito a dare maggiore centralità alla Sacra Scrittura
nella vita della Chiesa. Attraverso l’ascolto comune della Parola di Dio
nelle Scritture, il dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Federazione
Luterana Mondiale, di cui celebriamo il 50° anniversario, ha compiuto
passi importanti. Chiediamo al Signore che la sua Parola ci mantenga
uniti, perché essa è fonte di nutrimento e di vita; senza la sua
ispirazione non possiamo fare nulla.
L’esperienza spirituale di Martin Lutero ci interpella e ci ricorda che
non possiamo fare nulla senza Dio. “Come posso avere un Dio
misericordioso?”. Questa è la domanda che costantemente
tormentava Lutero. In effetti, la questione del giusto rapporto con Dio
93
Ecumenismo
è la questione decisiva della vita. Come è noto, Lutero ha scoperto
questo Dio misericordioso nella Buona Novella di Gesù Cristo
incarnato, morto e risorto. Con il concetto di “solo per grazia divina”,
ci viene ricordato che Dio ha sempre l’iniziativa e che precede
qualsiasi risposta umana, nel momento stesso in cui cerca di suscitare
tale risposta. La dottrina della giustificazione, quindi, esprime
l’essenza dell’esistenza umana di fronte a Dio.
Gesù intercede per noi come mediatore presso il Padre, e lo prega per
l’unità dei suoi discepoli «perché il mondo creda» (Gv 17,21). Questo
è ciò che ci conforta e ci spinge a unirci a Gesù per chiederlo con
insistenza: «Dacci il dono dell’unità perché il mondo creda nella
potenza della tua misericordia». Questa è la testimonianza che il
mondo sta aspettando da noi. Come cristiani saremo testimonianza
credibile della misericordia nella misura in cui il perdono, il
rinnovamento e la riconciliazione saranno un’esperienza quotidiana
tra noi. Insieme possiamo annunciare e manifestare concretamente
e con gioia la misericordia di Dio, difendendo e servendo la dignità di
ogni persona. Senza questo servizio al mondo e nel mondo, la fede
cristiana è incompleta.
Luterani e cattolici preghiamo insieme in questa Cattedrale e siamo
consapevoli che senza Dio non possiamo fare nulla; chiediamo il suo
aiuto per essere membra vive unite a lui, sempre bisognosi della sua
grazia per poter portare insieme la sua Parola al mondo, che ha
bisogno della sua tenerezza e della sua misericordia.
© Libreria Editrice Vaticana
94
Ecumenismo
Dichiarazione congiunta in occasione della
commemorazione congiunta cattolicoluterana della Riforma
Lund, 31 ottobre 2016
«Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da
sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete
in me» (Gv 15,4).
Con cuore riconoscente
Con questa Dichiarazione Congiunta, esprimiamo gioiosa gratitudine
a Dio per questo momento di preghiera comune nella Cattedrale di
Lund, con cui iniziamo l’anno commemorativo del cinquecentesimo
anniversario della Riforma. Cinquant’anni di costante e fruttuoso
95
Ecumenismo
dialogo ecumenico tra cattolici e luterani ci hanno aiutato a superare
molte differenze e hanno approfondito la comprensione e la fiducia
tra di noi. Al tempo stesso, ci siamo riavvicinati gli uni agli altri tramite
il comune servizio al prossimo, spesso in situazioni di sofferenza e di
persecuzione. Attraverso il dialogo e la testimonianza condivisa non
siamo più estranei. Anzi, abbiamo imparato che ciò che ci unisce è più
grande di ciò che ci divide.
Dal conflitto alla comunione
Mentre siamo profondamente grati per i doni spirituali e teologici
ricevuti attraverso la Riforma, confessiamo e deploriamo davanti a
Cristo il fatto che luterani e cattolici hanno ferito l’unità visibile della
Chiesa. Differenze teologiche sono state accompagnate da pregiudizi
e conflitti e la religione è stata strumentalizzata per fini politici. La
nostra comune fede in Gesù Cristo e il nostro battesimo esigono da
noi una conversione quotidiana, grazie alla quale ripudiamo i dissensi
e i conflitti storici che ostacolano il ministero della riconciliazione.
Mentre il passato non può essere cambiato, la memoria e il modo di
fare memoria possono essere trasformati. Preghiamo per la
guarigione delle nostre ferite e delle memorie che oscurano la nostra
visione gli uni degli altri. Rifiutiamo categoricamente ogni odio e ogni
violenza, passati e presenti, specialmente quelli attuati in nome della
religione. Oggi ascoltiamo il comando di Dio di mettere da parte ogni
conflitto. Riconosciamo che siamo liberati per grazia per camminare
verso la comunione a cui Dio continuamente ci chiama.
Il nostro impegno per una testimonianza comune
Mentre superiamo quegli episodi della storia che pesano su di noi, ci
impegniamo a testimoniare insieme la grazia misericordiosa di Dio,
96
Ecumenismo
rivelata in Cristo crocifisso e risorto. Consapevoli che il modo di
relazionarci tra di noi incide sulla nostra testimonianza del Vangelo,
ci impegniamo a crescere ulteriormente nella comunione radicata nel
Battesimo, cercando di rimuovere i rimanenti ostacoli che ci
impediscono di raggiungere la piena unità. Cristo desidera che siamo
uno, così che il mondo possa credere (cfr Gv 17,21).
Molti membri delle nostre comunità aspirano a ricevere l’Eucaristia
ad un’unica mensa, come concreta espressione della piena unità.
Facciamo esperienza del dolore di quanti condividono tutta la loro
vita, ma non possono condividere la presenza redentrice di Dio alla
mensa eucaristica. Riconosciamo la nostra comune responsabilità
pastorale di rispondere alla sete e alla fame spirituali del nostro
popolo di essere uno in Cristo. Desideriamo ardentemente che questa
ferita nel Corpo di Cristo sia sanata. Questo è l’obiettivo dei nostri
sforzi ecumenici, che vogliamo far progredire, anche rinnovando il
nostro impegno per il dialogo teologico.
Preghiamo Dio che cattolici e luterani sappiano testimoniare insieme
il Vangelo di Gesù Cristo, invitando l’umanità ad ascoltare e accogliere
la buona notizia dell’azione redentrice di Dio. Chiediamo a Dio
ispirazione, incoraggiamento e forza affinché possiamo andare avanti
insieme nel servizio, difendendo la dignità e i diritti umani,
specialmente dei poveri, lavorando per la giustizia e rigettando ogni
forma di violenza. Dio ci chiama ad essere vicini a coloro che aspirano
alla dignità, alla giustizia, alla pace e alla riconciliazione. Oggi, in
particolare, noi alziamo le nostre voci per la fine della violenza e
dell’estremismo che colpiscono tanti Paesi e comunità, e innumerevoli
sorelle e fratelli in Cristo. Esortiamo luterani e cattolici a lavorare
insieme per accogliere chi è straniero, per venire in aiuto di quanti
97
Ecumenismo
sono costretti a fuggire a causa della guerra e della persecuzione, e a
difendere i diritti dei rifugiati e di quanti cercano asilo.
Oggi più che mai ci rendiamo conto che il nostro comune servizio nel
mondo deve estendersi a tutto il creato, che soffre lo sfruttamento e
gli effetti di un’insaziabile avidità. Riconosciamo il diritto delle future
generazioni di godere il mondo, opera di Dio, in tutta la sua
potenzialità e bellezza. Preghiamo per un cambiamento dei cuori e
delle menti che porti ad una amorevole e responsabile cura del creato.
Uno in Cristo
In questa occasione propizia esprimiamo la nostra gratitudine ai
fratelli e alle sorelle delle varie Comunioni e Associazioni cristiane
mondiali che sono presenti e si uniscono a noi in preghiera. Nel
rinnovare il nostro impegno a progredire dal conflitto alla comunione,
lo facciamo come membri dell’unico Corpo di Cristo, al quale siamo
incorporati per il Battesimo. Invitiamo i nostri compagni di strada nel
cammino ecumenico a ricordarci i nostri impegni e ad incoraggiarci.
Chiediamo loro di continuare a pregare per noi, di camminare con
noi, di sostenerci nell’osservare i religiosi impegni che oggi abbiamo
manifestato.
Appello ai cattolici e ai luterani del mondo intero
Facciamo appello a tutte le parrocchie e comunità luterane e
cattoliche, perché siano coraggiose e creative, gioiose e piene di
speranza nel loro impegno a continuare la grande avventura che ci
aspetta. Piuttosto che i conflitti del passato, il dono divino dell’unità
tra di noi guiderà la collaborazione e approfondirà la nostra
solidarietà. Stringendoci nella fede a Cristo, pregando insieme,
ascoltandoci a vicenda, vivendo l’amore di Cristo nelle nostre
Ecumenismo
relazioni, noi, cattolici e luterani, ci apriamo alla potenza di Dio Uno
e Trino. Radicati in Cristo e rendendo a Lui testimonianza, rinnoviamo
la nostra determinazione ad essere fedeli araldi dell’amore infinito
di Dio per tutta l’umanità.
99
Ecumenismo
Impressioni di Lund – di Theodor Dieter
Il Prof. Dr. Theodor Dieter è Direttore dell’Istituto di Ricerche
Ecumeniche della Federazione Luterana Mondiale, con sede a
Strasburgo; ha collaborato intensamente al documento “Dal confllitto
alla comunione“ e alla preghiera congiunta di Lund. In quest’articolo,
scritto per il nostro Notiziario, illustra le sue impressioni dell’evento e
spiega qual è stata la sua esperienza di Lund.
Se ripenso alla celebrazione ecumenica del 31 ottobre 2016, a Lund,
non posso far altro che tornare a stupirmi, colmo di gioia. Si deve aver
chiaro questo: nel 1521, Papa Leone X, con la sua bolla, estromise
Lutero dalla Chiesa; 495 anni dopo, il successore di quel pontefice,
Papa Francesco, si reca in Svezia per ricordare la Riforma,
congiuntamente ai cristini evangelici, uomini e donne.
E non basta: alla presenza del papa, si ringrazia Dio per tutto il bene
che l’intera Chiesa ha ricevuto, mediante la Riforma! E questo è
l’incipit del culto! Il papa stesso prega così: “O Spirito Santo, aiutaci
a rallegraci dei doni che sono venuti nella Chiesa, per mezzo della
Riforma“. Questo sì che è un evento da libro di Storia!
Il Papa incede nel Duomo di Lundia; a sinistra e a destra ci sono il
Presidente della Federazione Luterana Mondiale, Vescovo Munib
Younan, e il Segretario generale, Martin Junge. Tutti e tre sono
abbigliati in modo simile, con albe bianche e stole rosse, colore della
festa della Riforma! Guardando i tre uomini biancovestiti, in piedi
davanti all’altare, ad uno spettatore ignaro non verrebbe in mente
che uno dei tre abbia un posto speciale, nella Chiesa!
100
Ecumenismo
Che segno impressionante!
Qualcuno, la mattina della Festa della Riforma, disse che il Papa
avrebbe rubato la scena a tutti. Ma è esattamente quel che non ha
fatto. Quale forza c’è, in questo: il Papa, e con lui la Chiesa cattolica, è
stato capace di tirarsi un po’ indietro, in modo che davvero il culto
fosse guidato, congiuntamente, dal Papa e dal Presidente Younan, dal
Cardinal Koch e dal Segretario generale Junge.
Nella sua omelia, Papa Francesco ha espressamente riconosciuto che
Lutero ha aiutato la Chiesa a mettere con più forza la Bibba al centro
della vita ecclesiastica. Con Lutero, il Papa ha sottolineato che è
sempre Dio colui che, nella sua grazia, prende l’iniziativa e chiama gli
esseri umani a rispondere; e, con Lutero, ha convenuto che la dottrina
della giustificazione esprime l’essenza dell’esistenza umana davanti
a Dio.
101
Ecumenismo
Per converso, è un segno altrettanto chiaro che la Federazione
Luterana Mondiale non celebra il culto centrale delle celebrazioni
della Riforma come servizio divino luterano, cui sono invitati gli
interlocutori ecumenici, e neanche come culto insieme colle Chiese
evangeliche, ma, appunto, come funzione ecumenica, cui i dirigenti
della FLM congiuntamente al Papa invitano i partner ecumenici. Non
è ovvio! Prende sul serio che i riformatori volevano rinnovare la
Chiesa, e non dividerla. Perciò è adeguato che, dopo 50 anni di dialogo
ecumenico, si affronti insieme il ricordo della Riforma, proprio
insieme coi cristiani da cui i cristiani evangelici furono separati,
ecclesiasticamente, dagli eventi del Cinquecento.
Sul cammino verso Lund, il documento cattolico-luterano “Dal
conflitto alla comunione“ ha rappresentato un passo decisivo, perché,
qui, si distingue tra diverse accezioni del termine “Riforma“ e sono
state nominate chiaramente le idee, tipiche della Riforma, con cui, alla
luce del dialogo ecumenico, possono concordare anche i cattolici e
per le quali essi possono ringraziare e di cui possono rallegrarsi , e
quelle idee di cui rammaricarsi e quelle cose rispetto alle quali
confessare la colpa. Queste riflessioni hanno dato forma al culto,
articolandolo in tre fasi: ringraziamento - confessione di colpa impegno a proseguire sul cammino verso la comunione.
Segno eloquente è stato che entrambe le prediche, durante la
funzione, siano state tenute in spagnolo. Le Chiese luterane non si
trovano solo in Germania e in Europa, ma in tutto il mondo; ed è stato
un uomo che, come egli stesso ha detto, è venuto dalla fine dal mondo,
chiamato ad essere Vescovo di Roma, a dare questo insolito impulso
ecumenico.
102
Ecumenismo
È stato meraviglioso, il modo in cui la Chiesa di Svezia ha
accompagnato il culto con la musica; ed è stato commovente vedere
i cinque bambini che hanno portato i ceri all’altare per sottolineare i
cinque imperativi ecumenici.
Il giorno dopo il culto ecumenico sono tornato al Duomo. I cinque ceri
continuavano ad ardere. Allora mi sono reso conto di quanto siano
grandi: grandi come l’impegno, che abbiamo preso in quella
celebrazione, e ho pensato a quanto debbano ardere a lungo, prima
che gli imperativi siano attuati. Ma adesso, prima di tutto e
soprattutto, questo culto è associato a gioia grande per questo
miracolo ecumenico ed è motivo di ringraziare Dio, che ce lo ha donato!
Professor Dr. Theodor Dieter
103
Ecumenismo
Impressioni di Lund – di Heike Vesper
Heike Vesper ha partecipato all’evento ecumenico nell’Arena di Malmö.
Cristiana evangelica, lavora da molti anni al “Centro Uno“, l’agenzia
ecumenica del Movimento dei Focolari, ed è membro della nostra
comunità.
Durante tutti i preparativi per il cinquecentenario della Riforma,
nessuno avrebbe potuto pianificare, organizzare o prevedere “Lund“.
Guardando le cose dall’Italia, ero molto preoccupata per le discussioni
e le attese in Germania; come, per esempio, quelle connesse,
direttamente o meno, con l’incontro, del 2011, di Papa Benedetto XVI
e rappresentanti dell’EKD, la Chiesa Evangelica in Germania.
La pubblicazione del documento “Dal conflitto alla comunione.
L’interpretazione luterano-cattolica della Riforma nel 2017”, da parte
della Commisione per l’unità luterano-cattolica, nel 2013, costituì già
un grande sollievo e un indicatore di direzione, nel labirinto
dell’eredità storica e delle sensibilità diverse del presente.
In molte conferenze e incontri, anche qui nella comunità, ho avuto
occasione di approfondire questo documento e di conoscere persone
che vi hanno lavorato. Di tutto questo sono molto grata.
Quando, in gennaio, fu reso noto che le celebrazioni per l’inizio
dell’Anno della Riforma averebbero avuto lugo a Lund, e che vi
avrebbe partecipato Papa Francesco, questa fu già una vera sorpresa;
stentavo a crederci. Ho seguito con grande interesse i preparativi.
Quando si seppe che ci sarebbe stato un evento anche all’Arena di
Malmö, desiderai essseri; queso desideriio si è realizzato.
104
Ecumenismo
Domenica pomeriggio, 30 ottobre 2016, dopo il culto commovente
col Card. Marx, nella Chiesa luterana di Roma, piena zeppa di
partecipanti, sono andata a Ciampino per prendere il volo per
Copenhagen. Con alcuni amici di Copenhagen, lunedì siamo andati in
Svezia, a nach Malmö, passando per il ponte che unisce Svezia e
Danimarca; già questo sengo di ciò che è avvenuto quel giorno. A noi
si unirono alcuni focolarini di Stoccolma e di Oslo.
Abbiamo assistito all’arrivo di gente, da tutti i punti cardinali. Il cielo
era grigio, nebbioso; il freddo, già quasi invernale (almeno per chi,
come me, aveva lasciato a Roma 27 °C) e ogni tanto pioveva. Tanto
più calda e radiosa era l’atmosfera dentro l’Arena. Si incontravano di
continuo facce note; in tutti c’era grande gioia. Era un popolo della
Chiesa molto misto, con tutte le sfumature di colore della pelle;
c’erano religiosi; giovani dai capelli colorati; famiglie; sacerdoti;
vescovi; in breve: c’era l’intero popolo mondiale di Dio.
105
Ecumenismo
Dal palco, provenivano già musica e canti di culture molto diverse tra
loro, e testimonianze personali di fede vissuta. Talvolta, mi veniva la
pelle d’oca, ascoltando le melodie, ben note, cantate in molte lingue.
In un momento solenne, sono stati letti e assimilati insieme i cinque
imperativi del documento “Dal conflitto alla comunione“: “sempre
partire dalla prospettiva dell’unità (...) lasciarsi continuamente
trasformare dall’incontro con l’altro (...) ricercare l’unità visibile (...)
riscoprire congiuntamente la potenza del Vangelo (...) rendere
insieme testimonianza della misericordia di Dio nell’annuncio del
Vangelo e nel servizio al mondo.“ Gli imperativi sono stati espressi in
forma fortemente sintetica.
Quando è cominciata la dirette, nella Cattedrale di Lund, anche
nell’Arena, dove c’erano oltre diecimila persone, è subentrato un
profondo silenzio. E poi, si è sentita la voce delle campane di Lund:
con essa, è risuonata una svolta epocale. Un altro momento che
desidero evidenziare è quello dello scambio della pace: tra il Papa e
il Vescovo Younan e poi tra tutte le persone nella cattedrale e
nell’Arena!
Quel che mi ha rallegrato di più è stata la presenza dei rappresentanti
ortodossi, delle Chiese orientali antiche e di molte altre Chiese: tra
loro, c’era anche l’ex Presidente della Conferenza Mennonita
Mondiale, che oggi è il Segretario generale del Global Christian Forum,
Larry Miller. Alcuni anni fa, le Chiese luterane chiesero perdono a
quelle mennonite per le crudeli persecuzioni nei secoli. Non si deve
tacere che non si tratta di ripristinare l’unità solo tra luterani e
cattolici; molte sono le separazioni da superare e le differenze da
riconciliare, anche nelle Chiese evangeliche.
106
Ecumenismo
Ma siamo già una cosa sola nel Corpo di Cristo, inseparabilmente in
lui, per mezzo del Battesimo.
È stata un’esperienza forte di Chiesa mondiale, e non solo da parte
della Chiesa cattolica (ci siamo abituati): anche da parte evangelica,
luterana è stata una Chiesa mondiale, ed è stata una grande gioia essre
cristiani, insieme, nel mondo e per il mondo. Si capiva già dall’uso
delle lingue: inglese, svedese e spagnolo.
Quali novità deriveranno, da questa preghiera, per le relazioni delle
nostre Chiese, a proposito di riconciliazione, e come possiamo
imparare, gli uni dagli altri, nella diversità, lo vedremo col passare
del tempo e dipenderà da ogni persona.
Il messaggio che viene da Lund è importante: il dialogo teologico deve
contribuire a rendere possibile la celebrazione comune della Mensa
del Signore.
Secondo: la nostra credibilità di cristiani: evangelici, cattolici,
ortodossi, membri di Chiese libere, risiede nel fatto che riusciamo a
fondare la pace e a salvaguardare il creato.
Posso concludere con una riflessione molto personale? Oltre 35 anni
fa, a Lipsia, ero molto impegnata con i giovani del Movimento dei
Focolari e col gruppo giovani della mia comunità evangelica.
In un’epoca in cui vedevo franare i ponti tra le nostre Chiese, intuii
che l’unità è possibile a Dio. Questo, per me, vuol dire vivere, col suo
aiuto, per l’unità dei cristiani. Dopo qualche esitazione e difficoltà, gli
ho dato il mio “sì“, contro ogni considerazione razionale e con un po’
di timore; e, da allora, vivo in una comunità dei Focolari, insieme con
107
Ecumenismo
fratelli e sorelle cattolici, ortodossi, anglicani.
Tra alti e bassi, come è normale che sia in ogni cammino di vita. È un
grande arricchimento, che ci fa sperimentare che siamo una sola
famiglia, anche se le nostre Chiese sono ancora separate.
Se penso a Lund, mi viene ancora la pelle d’oca. Questa celebrazione
non era scontato che avesse luogo; ma, al tempo steso, è stata la
conseguenza logica degli ultimi anni. Grazie a Dio per tutto quello che
opera nella sua Chiesa e per la sua Chiesa.
Heike Vesper
108
Ecumenismo e libri
Recensione: “Dialogo sulla fede“
L’abbondanza di libri su Martin Lutero, dato il contesto di Anno della
Riforma, è tale che se ne perde il conto. È certo uno sviluppo positivo,
perché così ci sono possibilità diverse, anche molto diverse, di
avvicinare Lutero e la Riforma. Ma, in tutto questo, ogni tanto capitano
anche libri che deludono e che uno smette di leggere dopo poche
pagine.
D’altra parte, tra le nuove pubblicazioni si trovano, ogni tanto, delle
vere, piccole perle, che allietano il cuore, perché arricchiscono
l’intelletto, e fanno provare gratitudine.
Tra queste perle c’è, secondo me, il libro “Papa Francesco – Martin
Lutero. Dialogo sulla fede.“
Luca Crippa ha scelto, affiancandoli,
testi di Papa Francesco e di Lutero su
temi come fede, Chiesa, Parola di Dio,
indulgenze,
giustificazione,
sacramenti e preghiera. Le loro voci ,
alternandosi, formano un dialogo a
distanza di cinque secoli; infatti il
sottotitolo del libro è: “Un colloquio
atteso da cinquecento anni“.
Con le sue 95 Tesi sulle indulgenze,
Lutero, nel 1517, aveva proprio inteso
invitare a un colloquio di questo
genere.
109
Ecumenismo
Ma, scrive Luca Crippa nell’introduzione, “il dibattito non avvenne
come Lutero si aspettava. Accadde invece una tragica e sempre più
aspra contrapposizione, che portò a una divisione della Chiesa cristiana
d'Occidente, a tutt'oggi concreta e difficile da superare. Nei secoli
successivi, mettendocisi di mezzo anche interessi politici ed economici,
ci furono condanne reciproche, guerre, massacri.
Oggi tutti i cristiani di buona volontà, da una parte e dall'altra, hanno
appreso da questo disastro una grande lezione: possiamo, dobbiamo
ripartire da ciò che ci unisce in quanto discepoli di Gesù. E questo senza
nascondere le differenze, ma condividendo la stessa passione per il bene
integrale degli uomini e per la verità del Vangelo che a tutti si rivolge.“
In tal modo, il lettore non solo trae dalla lettura illuminazioni
interessanti sulle idee di entrambi questi teologi, ma resta affascinato
e stupito, soprattutto, per il fatto che, mediante questo dialogo, si veda
chiaramente come Lutero e Papa Francesco concordino sui temi
fondamentali della fede.
Quest’opera fa capire chiaramente che cosa è nato, riguardo al
consenso e alla comunione, nel corso dei cinquant’anni passati, per
mezzo dei dialoghi tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa luterana.
Raccomandiamo questo libro a chi si rallegrai di questi grandi
progressi ecumenici e così pure lo consigliamo a chi voglia spiegare,
ai suoi amici e vicini italiani, chi fosse Lutero e in che cosa consista la
sua importanza per la nostra fede.
Pastore Dr. Kruse
Vita di comunità
Dalla Terra Santa,
pensando a Roma
Lo Spirito Santo c’era prima della teologia, prima della creazione del
mondo, “poiché egli c’era, ed c’era insieme col Padre e il Figlio, prima
del tempo“. Così scriveva Basilio Magno, uno dei padri delle regole
monastiche e della nostra liturgia del culto, oltre ad essere stato uno
dei maggiori dottori della Chiesa, all’inizio della sua storia, qualche
decennio dopo il primo conciliio di Nicea, nel IV secolo.
È passato molto tempo e i testi di quel periodo possono apparire duri
da digerire, sul piano teologico. Ma non è vero: Basilio, Vescovo di
Cesarea di Ponto, nei pressi dell’attuale città turca di Nissar, scriveva
nel fuoco dell’oppressione, contestando l’Imperatore d’Oriente e la
sua Chiesa di stato, che rifiutavano il dogma della Trinità di Dio e che
avevano tolto l’episcopato e mandato in esilio suo fratello, Gregorio
di Nissa, altro dottore della Chiesa. Si avverte che Basilio scriveva in
presenza dello Spirito Santo.
Non aveva bisogno di richiamarsi ad altri dottori della Chiesa. La sua
opera costituì l’inizio e il fondamento di tutte le riflessioni che
seguirono, su questo tema.
La notte è scesa da tempo, sulla terrazza della casa per pellegrini di
Tabgha, in riva al Lago di Genezareth, quando il gruppo di quest’anno
della “gioventù dell’ordine“ dei Giovanniti, stanchi per le escursioni
agli scavi di Tel Dan, della fortezza di Nimrod e poi di Banias, si
occupano, ognuno per sé, di questo passo di Basilio. Alla lettura
silenziosa segue la discussione con la pastora Petra Heldt, di
Gerusalemme. Passate le dieci di sera, i 25 giovani vogliono
continuare a discutere.
111
Vita di comunità
Non è solo la volontà di confrontarsi seriamente con la fede e la
teologia, ciò che si palesa.
È chiaro anche che una lettura così lontana nel tempo può essere
vicina e avvincere il lettore. Ma ciò avviene, sia per i testi antichi sia
per quelli recenti, solo se, in ogni riga, riluce l’onestà del messaggio;
solo se l’autore è mosso dall’urgenza di trasmettere, con chiarezza
adamantina, ciò che è importante per lui e se non si lascia frenare dal
rispetto per altri autori od opinioni. Il testo arriva se chi lo ha scritto
si tira da parte e lascia parlare lo Spirito Santo, poiché egli è sempre
nuovo e, anche dopo 1700 anni, esce giovane dalle antiche righe.
Queste riflessioni si aggirano nella mente, pensando alle critiche ai
testi ed esternazioni di Papa Francesco, che è accusato di essere
“maestro nel minimizzare i contesti storici“. A queste critiche, il Papa
112
Vita di comunità
ribatte che egli non cesella “formule univoche sul piano del diritto
canonico“ perché vuole riconciliazione e affratellamento sminuendo
l’importanza delle “differenze nel pensiero teologico“, preferendo
formule da sincretistiche a eretiche.
Dopo 2000 anni di Storia della Chiesa, dopo l’opera di Basilio ne sono
state scritte e pubblicate certo altre 2000 sullo Spirito Santo, tema
considerato con diverse accentuazioni e con diverse opinioni. Ne è
sorta una molteplicità; ma questi teologi del presente, con le critiche
al Papa, sembrano sapere quali debbano essere le espressioni e le
formulazioni adeguate.
Naturalmente, i critici cattolici del Papa si orientano alla tradizione
della loro Chiesa parziale occidantale romana, che, per inciso, fu
criticata già da Basilio perché, di regola, si considerava superiore a
ogni critica. Questo rimando alla tradizione romana di una Chiesa
mondiale può raggiungere coloro che, in mezzo a un modo
secolarizzato e lontano da Dio, vuole riportare la Trinità all’uomo e
alla donna? Il confronto con teologi autonomi, da Basilio a Lutero,
potrebbe servire?
In effetti, però, proprio taluni cattolici di stretta osservanza non
mandano già che Papa Francesco e i suoi gesuiti, 500 anni dopo l’inizio
della Riforma a Wittenberg, prendano sul serio Lutero, in modo
nuovo, preferendo asserragliarsi nelle loro piazzeforti, contro lo
straniero, a lungo stigmatizzato come eretico. Anche pensatori
evangelici lasciano trasparire la paura di perdere le loro costruzioni
concettuali, risultato di 500 anni di teologia.
Da entrambe le parti, scrittori eruditissimi si concentrano sulla
propria logica teologica di un’argomentazione, formatasi nei secoli;
logiche teologiche orientate in modo avverso come le torri delle
113
Vita di comunità
famiglie potenti dell’Italia del Rinascimento. Vero è che, dal secolo
scorso, intoniamo peana all’epoca dell’ecumenismo, cercando di
parlarci in categorie “post-confessionali“, nella “diversità riconciliata;
ma le torri continuano a sbarrarci la strada.
Finora, le torri hanno avuto effetto di tradizioni divenute care; viste
dall’interno, hanno qualcoa di confortevolmente intimo. Ma, viste
dall’esterno, restano edifici alti, pesanti, dalle finestre piccole, in cui
non si può guardare dentro e da cui è arduo riuscire a guardare fuori.
E poiché limitano così tanto la visuale, consentono raramente lo
“stupore sconfinato“ di cui parla Basilio, quando scuote i nostri cuori
e le nostre anime perché lascia parlare lo Spirito Santo che provvede
ogni uomo e ogni donna di sapienza e forza divine, per mezzo della
fede nel Figlio di Dio divenuto uomo. Spirito Santo che, come scrive
Basilio, “contribuice alla trasformazione dei costumi e al
miglioramento di chiunque cada, a causa del peccato“.
Lo Spirito Santo conduce l’essere umano fuori dalla schiavitù riferita
a se stessa, verso la libertà in Dio, e “non in qualche modo piccino e
debole, ma in maniera degna di chi è illuminato dallo Spirito“.
I volti dei giovani di Tabgha, nonostante l’ora tarda, sono radiosi.
Durante la lettura, il cielo sul lago sembra aprirsi; il lago su cui Gesù
disse ai suoi discepoli di diventare pescatori di uomini.
E la lettura desta il coraggio di prendere sul serio questo Spirito Santo,
come forza della Trinità che può cogliere, improntare e guidare ogni
individuo.
114
Vita di comunità
Nella comunione in riva al Lago di Genezareth, dove questa sera si
odono di nuovo le barche dei pescatori, nasce l’aspirazione a vivere
la Chiesa in modo diverso da quello, comunemente possibile oggi,
negli spazi vuoti davanti alla croce posta sull’altare.
Questo sembra muovere anche Papa Francesco, che, durante il primo
incontro, domandò al suo amico, il Patriarca ecumenico Bartolomeo,
se fosse vera l’affermazione del suo predecessore, Atenagora I, rivolta
a Paolo VI che, nel 1964, fu il primo Papa lasciare Roma per andare a
Gerusalemme per superare lo scisma con gli ortodossi, vecchio di
1000 anni. Sì, in effetti Atenagora avrebbe detto a Paolo VI: “Vieni;
noi due procediamo e spediamo i teologi su un’isola, dove possano
dibattere fra loro“.
115
Vita di comunità
Questa citazione Papa Francesco l’avrà trovata nei libri. Ma è anche
possibile che l’aneddoto gli sia stato riferito dal suo predecessore,
Benedetto XVI, perché il teologo Ratzinger, che viene considerato un
conservatore, non fa parte di quelli che vogliono conservare
acriticamente il patrimonio teologico. Lo ha dimostrato, non per
ultimo, a Erfurt, dove, nel convento di Lutero, rese onore alla
cristologia del Riformatore fece della sua “questione del Dio
misericordioso“ anche la propria questione principale riguardo alla
Chiesa.
Papa Francesco, di fatto, non è un cesellatore della parola; le finezze
teologico-liturgiche non lo smuovono. Fino ad ora, si è espresso alla
buona. Ma, dopo questo inizio alla buona della risposta a una
domanda, il gesuita, ogni volta, medita a fondo, in ascolto dentro se
stesso, per poi rispondere da pastore.
È avvenuto così, non per ultimo, anche nella Chiesa evangelica
luterana del Pastore Jens-Martin Kruse, fratello Giovannita, a Roma,
quando incoraggiò una coppia cattolico-evangelica a ricevere
l’eucarestia, dopo un esame comune; la premessa essendo che
entrambi siano battezzati, leggano la Bibbia insieme e facciano
penitenza. Poi, “Chiedete a Lui e andate avanti“. Più tardi, Francesco
ha domandato al Card. Kurt Koch, capo del Consiglio per l’unità dei
cristiani, se tale affermazione, cui si era aggiunto il dono di un calice
per la S. Cena, fosse stata eretica. Il cardinale ha fatto un gesto vago.
Di certo c’è che al Papa non era piaciuto il discorso che il consiglio gli
aveva scritto per l’occasione. In esso, infatti, non c’era nulla che
potesse essere interessante per le persone, e allora il Papa lo lasciò
perdere e disse quel che lo Spirito Santo gli comandava di dire.
116
Vita di comunità
Papa Francesco vuole ricollocare la sua Chiesa sulla roccia originaria
della Trinità. E quindi, le sue parole critiche alla Chiesa mondanizzata,
che gira in tondo, piacciono molto poco, come anche gli appelli alla
gente per salvare il creato, essere aperti al prossimo in fuga o povero
e a farla finita con le guerre, non per ultimo anche col commercio delle
armi, come sottolinea spesso.
Questo papa pretende dunque molto dal suo clero e dai suoi credenti.
Riporta all’inizio della Chiesa e pone al centro i comandamenti di gesù.
Il papa ci tiene ogni giorno la predica delle Beatitudini, che Gesù lasciò
in eredità ai suoi discepoli affinché essi, con l’aiuto dello Spirito Santo,
ne diffondessero il contenuto. Il papa, facendo questo, sa benissimo
che è quasi impossibile amare i propri nemici o liberare il mondo dal
commercio di armi. Ma lo Spirito Santo, evidentemente, gli ha
ordinato di tornare di continuo ad ammonire la gente.
In tutto questo, il rapporto con lo Spirito Santo è una lama a due tagli.
Da una parte, ogni giorno veniamo brutalmente scacciati dal paradiso,
perché non siamo all’altezza delle Beatitudini di Gesù. D’altra parte,
Paolo ci insegna che non possiamo essere all’altezza delle Beatitudini,
ma che, a partire dalla morte e resurrezione di Gesù, la fede e la
coscienza della nostra colpa ci giustificano davanti a Dio.
Nel contesto di tale tensione, che cos’è, dunque, compito della Chiesa,
compito di Papa Francesco come di ogni singolo sacerdote e pastore
evangelico tra Wittenberg e Winnipeg? In effetti, è semplicissimo:
Basilio spiega che lo Spirito Santo ha la forza di vincere questa
tensione, apparentemente invincibile.
Certo non si può “attendere lo Spirito Santo“ dentro le torri della
propria famiglia, come fanno molti teologi, quando, per esempio,
117
Vita di comunità
spostano nel futuro la riconciliazione tra la Chiesa cattolica e la
Riforma. Lo Spirito Santo, infatti, è qui da molto tempo. Ma dobbiamo
ascoltarlo e seguirlo e, in questo, possiamo prendere ad esempio Papa
Francesco.
Uno dei pellegrini in riva al lago, a Tabgha, al termine della
discussione ha detto che la Chiesa non ha altro senso che quello di
indicare alle persone la via che conduce a Dio, e che passa per
l’adorazione, la preghiera e la penitenza; “se la Chiesa non fa questo,
manca al suo senso. Allora, muore. Rimarranno Dio e Cristo e lo Spirito
Santo“.
Jörg Bremer
118
Anno della Riforma
Anno della Riforma,
nuovo CD con inni di Lutero
Se state cercando qualcosa di speciale, da regalare a Natale, ecco un
CD che può interessarvi. È appena uscito, per celebrare l’Anno della
Riforma; s’intitola “7 inni di Lutero a Roma“ e contiene
improvvisazioni ideate da Livia Mazzanti (Organo) e Marika Lombardi
(Oboe, Paris). Gli inni sono quelli di cui il Riformatore compose tanto
il testo quanto la melodia.
Potete acquistarlo in segreteria o nell’atrio della chiesa al prezzo di
EUR 10.
119
Vita di comunità
Gruppo Donne
Incontri di mercoledì alle h. 16 nella Sala della Comunità. Scambi di
opinioni, caffè e dolci, portati dai partecipanti. Si fa amicizia e ci si
ascolta. Tutti sono invitati.
Conferenze
:
11/01
“Dio dice: io vi dono un cuore nuovo e uno spirito nuovo.“
(Ezechiele 36,26)
– versetto biblico 2017
(Pastore Dr. Kruse)
25/01
Le poesie preferite; ognuno porta le proprie e le spiega
8/02
Studio biblico della Giornata Mondiale di Preghiera 2017
23/02
Filippine – povertà, disuguaglianza sociale
e nessuna vera riforma fondiaria.
Informazioni sul Paese della Giornata Mondiale di Preghiera
del 3 marzo 2017
8/03
Iolando Scarpa introduce ai “Pensieri musicali sulla morte“
di Johann Pachelbel
120
Info
Vicinati
Casal Palocco
Incontri il primo lunedı̀ del mese.
Roma Nord-Ovest
Incontri il secondo giovedı̀ del mese. Con‑
tatto: Gemeindebüro (tel.: 06.4817519)
Roma Sud
Incontri il secondo lunedı̀ del mese. Con‑
tatto:
Maria Alberti (tel.: 06.5041443)
Gruppo Italiano
Incontri mensili. Contatto: Anna Belli
(tel.: 06.7915596)
Giovani
Contatto: Pastore Dr. Jens-Martin Kruse
(tel.: 06.4817519)
Atti amministrativi
Esequie
Cecilia Giovanna Pandolfo Casali, 13 ottobre 2016
Rotraud Witschnig, 11 novembre 2016
Nuovi membri della comunità
Edina-Melania Hadnagy
121
Info
Coordinate bancarie
Deutsche Bank Pforzheim
Banca Popolare di Novara
DE18 666 700 060 090059700
BIC: DEUT DE SM 666
IT55 X 05034 03255 0000 0000 2750
BIC: BAPPIT 21AI9
Editore
Consiglio della Comunità Evangelica Luterana
di Roma
Redazione e impaginazione
Pastore Dr. Jens-Martin Kruse
Volontaria Milena Tempel
Collaboratori M. Schulz, N. Bewerunge, J. Bremer, G. Wiedmer, A. Belli (traduzione)
Periodicità trimestrale
Tiratura 100 Exemplarer
Tipografia www.gemeindebrief-in-farbe.de
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Culti
Culti e Musica nella Chiesa luterana
Legenda: P = Pastore; PR = Predicatore/trice; CB = culto dei bambini; I = culto in italiano
18 dicembre
IV Dom. d’Avvento
24 dicembre
Vigilia di Natale
25 dicembre
Natale
31 dicembre
Ultimo dell’Anno
1 gennaio 2017
Capodanno
8 gennaio
I Dom. dopo l’Epifania
15 gennaio
II Dom. dopo l’Epifania
18 gennaio
Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani
19 gennaio
Settimana di preghiera
20 gennaio
Settimana di preghiera
22 gennaio
III Dom. dopo l’Epifania
24 gennaio
Settimana di preghiera
25 gennaio
Settimana di preghiera
29 gennaio
IV Dom. dopo l’Epifania
5 febbraio
Ultima Dom. d. l’Epifania
12 febbraio
Septuagesimæ
19 febbraio Sexagesimæ
26 febbraio Estomihi
5 marzo
Invocavit
12 marzo
Reminiscere
19 marzo Oculi
26 marzo
Lætare
h. 10.00 Culto delle famiglie con inni d’Avvento e
addobbo dell’Albero di Natale
h. 15.30 Culto con presepio vivente
h. 17.00 Culto della Vigilia
h. 23.00 Culto di mezzanotte I
h. 10.00 Culto con S. Cena
P. Dr. Kruse
h. 18.00 Culto con S. Cena per Fine d’Anno
P. Dr. Kruse
h. 10.00 Culto con S. Cena per l’Anno Nuovo
P. Dr. Kruse
h. 10.00 Culto con S. Cena
h. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena I
h. 10.00 Culto di predicazione CB
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
h. 19.00 Celebrazione ecumenica col Collegium
Germanicum et Hungaricum e la Parrocchia di S.
Maria dell'Anima
h. 18.00 Veglia Ecumenica Diocesana presso la
Parrocchia S. Ponziano, Via Franco Sacchetti
h. 18.00 Celebrazione ecumenica nella Basilica di
S. Paolo Fuori le Mura
h. 10.00 Culto con S. Cena
h. 16.00 Ecumenical Service (Churches Together)
h. 18.30 Celebrazione ecum. nella Chiesa di S.
Prisca; segue cena con la comunità parrocchiale
h. 17.30 Celebrazione ecumenica conclusiva
della Settimana, Basilica di S. Paolo Fuori le Mura
h. 10.00 Culto di predicazione
h. 10.00 Culto con S. Cena CB
h. 10.00 Culto con S. Cena
h. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena I
h. 10.00 Culto di predicazione
h. 10.00 Culto di predicazione
h. 10.00 Culto con S. Cena; con laboratorio di
canto corale di H.H. Grube CB
h. 10.00 Culto di predicazione CB
h. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena I
h. 10.00 Culto con S. Cena
h. 11.30 Conferenza del Prof. Dr. Jens Schröter
h. 10.00 Culto con cantata: “Tilge, Höchster,
meine Sünden“ (J.S. Bach)
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
Rett. Brandmayr, Rett.
Dartmann, P. Kruse
Pr.: S.Em. Card. Koch
Predica: P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
L..: P. Dr. Kruse Pr.:Prof.
Dr.Chr. Markschies
P. Dr. Kruse
PR Anna Belli
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
P. Dr. Kruse
Pr.: Prof. Dr. J. Schröter
P. Dr. Kruse
Pr.: Prof. Dr. N. Slenczka
123
Comunità Evangelica
Luterana di Roma
Pastorato
Via Toscana 7, 00187 Roma
Tel.: 06.4817519
Fax: 06.4817519
E-Mail: [email protected]
Web: www.ev-luth-gemeinde-rom.org
Twitter: @RomaLuterani
Orario d’ufficio
dal lunedì al venerdì h. 9 - 13
Pastore Dr. Jens-Martin Kruse
Segretaria Marion Schulz
Volontaria Milena Tempel
Il nostro Consiglio
Anna Belli
Via Gorizia 22, 00043 Ciampino
[email protected] / 06.7915596
Nina Bewerunge
Via Aventina 32 int. 4, 00153 Roma
[email protected] / 06.5743939
Christiane Bremer, Vicepresidente
Via di Santa Chiara 57, 00186 Roma
[email protected] /
06.87786696
Anna-Claudia Teramo
Piazza Verbano 8, Sc.2 Int.12, 00199 Roma
[email protected] / 06.8555686
Prof. Dr. Wolfram Thomas, Presidente
Via Teheran 15, 00135 Roma
[email protected] / 06.3296517
Dr. Johannes Timpe
Via della Lungara 18, 00165 Roma
[email protected]/ 06.45492897
Gertrud Wiedmer
Via Michele Cantone 4, 00166 Roma
[email protected] / 06.6693290
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Siamo membri della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI)
www.chiesaluterana.it/de