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Comunità Evangelica Luterana di Roma Notiziario dicembre 2016 - febbraio 2017 Indice Meditazione Vita di comunità Retrospettiva Pranzo di Natale per i nostri amici Tirocinio a Roma Viaggio in Terra Santa Dalla Terra Santa a Roma CD per l’Anno della Riforma Culti Calendario Illica 3-6 7 31 71 76 111 119 123 Cooperativa “Rinascita ´78“ 2020 20 Appuntamenti 62 Anno della Riforma Culti con inni di Lutero Leggiamo Lutero Riforma e Musica p. 10 29, 42 33, 55, 65 35, 59, 72, 74 Ciclo di conferenze 44, 54, 58, 61, 70 Itinerario Europeo 45 Ecumenismo Ecumenismo e Musica Settimana di preghiera Assisi Pellegrinaggio ecumenico Lund Libri Avvento Calendario d'Avvento Meditazione d’Avvento Ragazzi Lutero a fumetti Info 2 p. 18 26 48 79 85 87 118 p. 99 24, 30, 41, 52 25 27 p. 112 121, 122, 124 Meditazione „Ma quando la bontà di Dio e il suo amore sono stati manifestati“ (Tito 3, 4) “Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo“ (Luca 2, 15): è il momento decisivo della storia di Natale, quello in cui i pastori restano soli nei campi. Non hanno niente in mano, nessuna prova che siano vere le parole degli angeli: „"Oggi è nato per voi un Salvatore“ (Luca 2, 11). Che cosa faranno? Quel che hanno udito suona come un’enormità. Molte cose spingerebbero a riprendere il lavoro, adesso. Ma i pastori reagiscono, a quanto udito, con questa decisione: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere» (Luca 2, 15). E così giungono alla stalla di Betlemme. Ed ecco di nuovo un momento decisivo, perché ciò che i pastori trovano è assolutamente poco appariscente: un bambino appena nato. Bisognoso d’aiuto. Rimesso alle persone che lo scaldano, lo nutrono e lo amano. Una nascita come se ne sono ripetute ininterrottamente in ogni tempo e luogo. Ci si sarebbe potuti aspettare che i pastori si guardassero in faccia, dicendo: ’Beh, e allora? Tante storie per questo?’, e che poi andassero via dalla stalla. Ma accade l’esatto contrario. I pastori guardano il Bambino e lo riconoscono. Collegano quel che vedono nella stalla con ciò che hanno sentito dagli angeli. Così, i pastori trovano, in ciò che vedono, qualcosa che va oltre l’apparenza. 3 Meditazione Vedono il Bambino, nella sua modestia, e sanno di guardare Dio faccia a faccia. Vedono le fasce e capiscono che questo neonato è “Re di ogni regno e al tempo stesso Salvatore del mondo intero“ (EG 1, 1). Vedono la mangiatoia e trovano in essa “la bontà di Dio e il suo amore“ (Tito 3, 4). Qui è Natale! Qui, dove le persone riferiscono questa storia a se stesse. Dove dismettono il ruolo di spettatori per farsi coninvolgere nell’incontro col Bambino e riconoscere questo: ’È rivolto a me. Quel che qui avviene, è per me!’ Oppure, per dirla con le parole dell’inno natalizio di Paul Gerhardt: “Oggi esce dal suo alloggio / l’eroe di Dio, che strappa / il mondo al dolore. / Dio diventa uomo, o uomo, per il tuo bene: / Figlio di Dio che unisce / se stesso al nostro sangue.“ (EG 36, 2). La nascita di Gesù è una storia che proviene da uno stupore profondo. Dallo stupore per tutto ciò che Dio pone in opera per salvarci dalle fauci della morte e dei suoi tenebrosi compagni. Dio viene in condizioni umane precarie, affinché sperimentiamo che ’bontà e amore’ da parte sua valgono anche per me, qui, dove vivo in condizioni precarie. In quest’inizio del Natale diventa chiaro, a proposito della bontà e dell’amore divini, che essi restano validi anche dove tutto sembra essere finito: quando Gesù, alla fine del suo cammino terreno, è arrestato, torturato e crocifisso. Secondo i criteri di valutazione umani, si deve necessariamente concludere che, sulla Croce, la bontà e l’amore di Dio falliscono. Sono 4 Meditazione inchiodati alla Croce ed umiliati. Ma, alla luce della mattina di Pasqua, è chiaro che Dio non ha abbandonato suo Figlio sulla Croce, ma che, in lui, è andato sino alla fine più estrema. A quale scopo? Con ciò è chiaro che la bontà e l’amore di Dio valgono anche per me, quando sono del tutto perduto e impotente. Mangiatoia e Croce sono parti integranti l’una dell’altra. La luce della mattina di Pasqua si unice allo splendore luminoso della festa di Natale. Dio ci salva, traendoci fuori dalla giurisdizione delle potenze delle tenebre e ci dona nuovo inizio di vita: “Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore stati manifestati, egli ci ha salvati“ (Tito 3, 4.5a). Se la vita di una persona è in questa luce, essa torna trasformata alla quotidianità, perché si sente sostenuta e approvata, mediante la bontà e l’amore di Dio, promessi in Gesù Cristo. In concreto, questo vuol dire che, prima ancora di fornire qualsiasi prestazione, nella vita, e indipendentemente da ogni mia prestazione, posso contare che, presso Dio, ho la mia dignità di persona. Non per far restare tutto così, ma affinché, nel nostro intimo, abbiamo sostegno e certezza che, confidando nella bontà e nell’amore di Dio, possiamo volgere al bene diverse cose nel mondo. Proprio quest’idea di fede è ciò che celebriamo a Natale. È questo che vuole scendere in profondità nei nostri cuori, rendendoci liberi e gentili verso gli esseri umani. Proprio questo è ciò che occorre, adesso, al nostro mondo, scosso da così tante crisi; dove aumentano incertezza, mancanza di rispetto e freddezza sociale; dove molti pensano di dover difendere l’Occidente cristiano dagli stranieri, usando fino spinato e muri. 5 Meditazione Proprio adesso occorrono persone che facciano sul serio con la bontà e l’amore per gli esseri umani, che Dio ci dimostra a Natale. Non è per nulla tanto difficile come spesso riteniamo che sia: occorrono solo un po’ di fiducia in Dio e il coraggio di fare, semplicemente, ciò che serve per mitigare la disgrazia di altri esseri umani. Possiamo andare incontro allo straniero in modo amichevole, tendendogli la mano. Il cappotto riadattato può essere regalato alla donna rifugiata. Per la vicina brontolona si può mettere un coperto in più alla tavolata di Natale. Possiamo condividere ciò che abbiamo: possiamo alzare in modo chiaro la nostra voce contro l’odio e la paura sorda. Possiamo stringerci insieme, quando le persone cercano salvezza da noi. Ciò che avviene a Natale si vedrà nella quotidianità della nostra vita. In questa certezza, Vi saluto cordialmente, augurandovi una festa di Natale benedetta e un buon Anno Nuovo Il vostro Pastore Dr. Jens-Martin Kruse 6 Vita di comunità Vita di comunità Entusiasmo, slancio, tante ottime idee e buona atmosfera, tanti incontri interessanti e la comunione ben nota della nostra comunità: è con stupore e gratitudine che consideriamo quante cose ci è riuscito di fare e usiamo subito questo slancio per nuovi progetti. Dopo la pausa estiva, la vita di comunità è ripresa con il culto di benvenuto dell’11 settembre, con cui ci siamo presentati ai nuovi arrivati. Al centro del culto, l’inno di Lutero “Padre Nostro che sei in ciel“; questo ha costituito l’avvio di una serie di culti, in cui vogliamo riappropriarci del tesoro degli inni di Lutero. All’inizio di ottobre, abbiamo celebrato la Festa di Ringraziamento per il Raccolto, in forma di culto delle famiglie, ricco di contenuti e allegro. La predica, molto profonda, è stata tenuta dal Prof. Dr. Markschies (Berlino) ed ha riguardato le parole dell’apostolo Paolo “chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente“ (II Cor 9, 6). Tutti i doni del Ringraziamento, che hanno adornato riccamente l’altare, come da buona tradizione sono stati distribuiti, il mercoledì seguente, a persone bisognose. Dopo l’estate, una serie di eventi importanti ha infuso nuovo slancio all’ecumenismo a Roma e non solo a Roma. Molti indizi dicono che ci troviamo all’inizio di un nuovo avvio dell’ecumenismo. Tra questi indizi c’è, per esempio, la preghiera mondiale per la pace, tenutasi ad Assisi, dal 18 al 20 settembre, su inviot della Comunità di Sant'Egidio. L’incontro ha avuto per motto: “Sete di Pace. Religioni e 7 Vita di comunità Culture in Dialogo“ e ha riunito rappresentanti di tutte le religioni mondiali, venuti per dialogare, discutere e scambiare idee. Davvero speciali e commoventi sono stati gli incontri con Papa Francesco, il 20 settembre. Per primo, c’è stato il pranzo, nel refettorio del Sacro Convento, con oltre 400 commensali, rappresenanti delle maggiori religioni mondiali: tutta la colorata famigloia delle religioni ad un solo tavolo, in pace. Gente di tutti i Paesi che, altrimenti, non avrebbero avuto occasione d’incontrarsi e che magari non sarebbero stati neanche seduti allo stesso tavolo, hanno mangiato e bevuto insieme. Tutto semplice e sobrio. Ma è stata anche un’esperienza meravigliosa, perché, con il pranzo, abbiamo condiviso anche tempo, parole e idee. Si è dialogato, si è brindato al benessere comune, ci si è guardati negli occhi, in amicizia. Sono esperienze di comunione di mensa che sono salvifiche; che dispongono alla fiducia; che valicano i confini e che fanno sperimentare una coesistenza pacifica delle religioni. 8 Vita di comunità Il pomeriggio, c’è stata la preghiera comune di tutti i cristiani nella Basilica Inferiore di S. Francesco, con discorsi, che meritano di essere oggetto di riflessione, da parte di Papa Francesco, del Patriarca Bartolomeo e dell’Arcivescovo Welby; al termine, c’è stata la cerimonia conclusiva, con un pressante appello alla pace di Papa Francesco. Troverete in questo Notiziario entrambi i testi del papa. Nella seconda settimana di ottobre, sono venuti a Roma un migliaio di giovani, provenienti dai nuovi Länder tedeschi. Al motto di “Con Lutero dal Papa“, hanno intrapreso un pellegrinaggio ecumenico con meta Roma, per conoscere meglio, sul posto, l’ecumenismo, grazie a diversi laboratori, ed anche l’importanza della nostra comunità per l’ecumenismo, e per consegnare a Papa Francesco le loro idee e proposte per l’ecumenismo. A metà ottobre, un gruppo di vescovi evangelici e cattolici tedeschi ha effettuato un pellegrinaggio comune in Terra Santa, per prepararsi, nei luoghi di origine della nostra fede, riflessione insieme su Gesù, alle celebrazioni della Riforma. Nell’essere in cammino insieme, i vescovi non hanno solo approfondito la fede, ma hanno anche imparato a conoscersi meglio gli uni gli altri, vivendo questo come un arricchimento. In un’intervista, pubblicata dalla rivista “La Civiltà Cattolica“ il 28 ottobre 2016, Papa Francesco, guardando al viaggio imminente a Lund per la commemorazione della Riforma, nel quadro dei suoi rapporti con i luterani, ha accennato anche alla nostra comunità, dicendo: “Poi da papa sono andato a predicare nella Chiesa luterana di Roma. Mi hanno molto colpito le domande che mi sono state fatte allora: quella del bambino e quella di una signora sulla intercomunione. Domande belle e profonde. E il pastore di quella chiesa è proprio bravo!“ 9 Vita di comunità Non potrei immagina complimento più bello per la nostra comunità e anche per me! Il 30 ottobre 2016, infine, abbiamo avuto un grande culto ecumenico per l’apertura dell’Anno della Riforma “1517-1817-2017“, celebrato con noi dal Card. Marx, di Monaco, mettendo così un bel segno di ecumenismo! La chiesa era piena; la musica era bella, grazie al nostro Coro, diretto dal M°Lorenzo Macrì, e ai nostri organisti, Martina Seleni e Jolando Scarpa; l’atmosfera era serena, rilassata e attenta; erano presenti tutti e tre gli ambasciatori e il Card. Marx è rimasto impresso per il suo atteggiamento cordiale e amichevole e per la predica puntuale e ricca di spunti per la riflessione. Molti persone hanno contribuito, con le loro capacità, idee e con il loro impegno, a far sì che potessero essere presentati puntualmente, 10 Vita di comunità all’inizio dell’Anno della Riforma, i nostri progetti per questo anniversario: - all’ingresso, membri della comunità e visitatori sono accolti da un grande banner col logo della comunità per il 207; - nell’atrio, c’è una piccola mostra bilingue sulla storia della comunità a Roma (testi di Nina Bewerunge e grafica di Katja Unger); - c’è un programma con la presentazione di ogni evento previsto per l’Anno della Riforma; - e abbiamo una nuova guida della chiesa, redatta da Nina Bewerunge, corredata dalle splendide foto del fotografo svizzero Stefan Kölliker. Anche la guida è disponibile nelle due lingue. Il 31 ottobre 2016 ha avuto luogo a Lund la cerimonia di inizio, in tutto il mondo, dell’Anno della Riforma; la preghiera comune è stata guidata dal Vescovo Bischof Younan e dal Segretario generale Junge, per la FLM, e da Papa Francesco. Si è trattato di un evento davvero storico, grazie al quale l’anno 207 è all’insenga di un ecumenismo che unisce ed è ricco di promesse. In questo “spirito di Lund“, il 23 novembre 2016 è stata inaugurata in Vaticano una mostra piccola, ma molto bella e significa sul piano ecumenico. Per onorare l’imporante evento di Lund, Svezia e Paesi Bassi, in collaborazione con il Vaticano, hanno reso possibile la prima mostra di Rembrandt nei Musei Vaticani. La mostra s’intitola: “Rembrandt in Vaticano. Immagine fra cielo e terra“ ed è stata inaugurata alla presenza della Regina Silvia di Svezia e della Principessa Beatrice d’Olanda. 11 Vita di comunità Nel suo saluto iniziale, il Card. Koch ha detto: ”Catholics and Lutherans share the joy for the insights of the Reformation valuable for the whole church: life in the gospel of Jesus Christ in its freedom and certainty, insight into the mystery of the Trinity and God who gives Himself to us human beings through grace, and love that is awakened and flows from faith. They also share deep gratitude for the gifts that they have received through the joint dialogue... I sincerely hope that also the exhibition in the Vatican Museums in Rome as well as the common prayer in Lund, Sweden, may help to strengthen mutual love between Catholics and Lutherans and their commitment to the quest for unity and to ask for the guidance of the Holy Spirit.“ Negli ultimi mesi e nelle ultime settimane ci hanno dato molto da fare i terremoti che hanno causato danni gravi in Italia Centrale e che sono stati avvertiti anche a Roma, generando spavento. Già in agosto il Consiglio aveva deciso di raccogliere collette e offerte per la Cooperativa “Rinascita '78“ di Illica. Il 15 novembre siamo stati per la prima volta a Illica, in visita alla gente della cooperativa; abbiamo visto il loro dolore e li abbiamo ascoltati parlare della loro situazione. L’entità della distruzione è sconvolgente, anche perché lascia le persone ferite nell’anima. Di ciò che abbiamo visto e sentito, Nina Bewerunge riferisce in un articolo impressionante. Aiuto e sostegno saranno necessari ancora per molto tempo e, quindi, abbiamo voluto continuare a raccogliere fondi per Illica durante il Bazar e il periodo dell’Avvento e di Natale. Per questo c’è bisogno non solo della nostra generosità, ma anche della nostra disponibilità ad essere attenti al bisogno delle persone e a stimola a dare offerte. L’articolo di Nina Bewerunge può essere scaricato dal sito web della comunità e distribuito ad altri. 12 Vita di comunità Il mese di novembre, con i preparativi del Bazar, è un periodo speciale della nostra vita di comunità. Ogni anno è meraviglioso vivere quanta attività lieta e viva, creativa e concentrata ci sia nella Casa della Comunità. Tante persone, grandi e piccoli, s’impegnano insieme per fare in modo che il Bazar sia attraente e bello. Al tempo stesso, in questo modo si approfondiscono le relazioni tra le persone; viene sempre gente nuova e noi facciamo esperienza che noi stessi e la nostra comunità siamo capaci di una comunione viva e ospitale. Le immagini che seguono sono piccole impressioni, istantanee di un evento meraviglioso che non si può descrivere adeguatamente con parole, ma che va vissuto! Montagne di biscotti sono state cotte... E corone dell’Avvento sono state fatte con zelo instancabile... 13 Vita di comunità E sono state adornate e abbellite in modo meraviglioso... E si può dire che ci fosse anche Lutero, in qualche modo... 14 Vita di comunità E si è mangiato insieme... … e un grande complimento va ai nostri cuochi: Silvana Urbani e Manfred Schmachtel : siete grandi! E inoltre, giocattoli sono stati selezionati e presentati in modo bellissimo.. E le molte offerte di vestiario hanno fatto nascere settori di abbigliamento per bambini, donne e uomini molto attraenti. E da una massa disordinata di libri è sorta una biblioteca affascinante. E il mercatino dell’usato è stato organizzato con competenza e occhio lungo. E di tanti biscotti differenti sono stati fatti vassoi con assortimenti di squisitezza celestiale... 15 Vita di comunità E sono state preparate marmellate, insalate di patate, torte. E i premi della pesca sono stati messi nella sequenza giusta. E il settore dei lavori a mano e la piccola rivendita di marmellate e biscotti sono stati organizzati in modo amorevole. E la sala della comunità è stata trasformata in ristorante... E, naturalmente, ci sono state anche delle sorprese: per esempio, un’offerta abbondante di biscotti e libri da parte delle Suore Paoline; un’offerta generosa da parte del Signor Elsner, Direttore dell’Hotel De Russie, che ringraziamo per il premio principale della pesca di beneficenza. E ancora, il gruppo ben nutrito di gente di Fiumicino che, non avendo saputo dello spostamento del Bazar al sabato, giovedì mattina ha bussato alla porta. A loro abbiamo concesso, per dir così, un anticipo del Bazar. E ancora, la bella idea di Dörte Schmidt ed Isabel Lebon, che, il giovedì precedente il Bazar, sono andate nel quartiere di casa in casa per distribuire l’invito. E poi ancora si è dovuta stabilire la sequenza delle pietanze al pranzo; si sono dovuti posizionare tavoli e sedie negli spazi giusti, assicurando che ci fosse spazio per il personale e si è dovuto rispondere al telefono con tono sempre gentile, anche alla centesima telefonata di richiesta di informazini sugli orari e sui contenuti del Bazar. E ancora, piccoli ’interventi d’emergenza’. Di tutto questo, e di molto altro ancora, si è occupata la squadra di via Toscana, composta da Milena Tempel, Gerhard Solfrank, Manfred Schmachtel, Dagmar Penna, diretta da Marion Schulz con senso di responsabilità, attenzione e serenità: GRAZIE!!! Tutto è stato preparato nel modo migliore, con accuratezza; ma la 16 Vita di comunità mattina di venerdì una forte pioggia e lo sciopero hanno decimato il pubblico che, di solito, viene ad acquistare le corone dell’Avvento. Comunque, nessuno se ne è fatto rovinare l’umore e la fiducia nel successo del Bazar. A ragione, assolutamente, come poi si è dimostrato la mattina di sabato: il sole splendeva radioso e c’era una lunga fila di persone ad aspettare l’apertura. Ed è andata così per tutto il giorno: sole e tanta gente. E ovunque si sentivano entusiasmo e gioia per il nostro Bazar. Andandosene, i visitatori ringraziavano e lodavano l’atmosfera gentile e cordiale vissuta in questa giornata, nella nostra comunità. Il Bazar 2016 ha avuto un bel successo, cui avete contribuito, in modo decisivo, voi che fate parte della nostra comunità e che simpatizzate per essa: avete agito con forte motivazione, impegno, spirito fattivo, gentilezza, disponibilità e cordialità: cioè come una comunità che si 17 Vita di comunità fa guidare dallo spirito di Gesù! E, per inciso, anche l’incasso del Bazar, destinato alle persone bisognose, è aumentato, ancora una volta. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno trasformato l’enorme montagna di borse di plastica, scatole e scatoloni di cartone, che si era ammucchiata all’inizio, nella Casa della Comunità, in un Bazar così bello e riuscito; e grazie di cuore anche alle aziende e alle istituzioni che ci hanno sostenuto, ancora una volta: le Ambasciate Tedesche a Roma; l’Hotels De Russie e l’Hotel Victoria; il birrifico Maxlrain e la libreria Herder. Mercoldì 7 dicembre 2016, si è tenuto il caffè di ringraziamento per i volontari del Bazar, che è staa anche la festa natalizia del Gruppo Donne. Adesso, gli sguardi sono volti in avanti: l’Avvento è cominciato e io mi rallegro all’idea degli incontri con voi, in questi giorni di bellezza speciale, nella nostra comunità, e auguro a tutti Voi un tempo d’Avvento e di Natale ricco di benedizione e pace! Con affetto, il vostro Pastore Dr. Jens-Martin Kruse Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovoVi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovoVi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovoVi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovoIo 18 Parola biblica 2017 19 19 Illica Consegnata la prima parte dei fondi raccolti alla Cooperativa zootecnica “Rinascita ’78” di Illica Raccolti € 2874 in diverse collette, per una cooperativa agricola zootecnina di Illica, gravemente danneggiata dal terremoto. Il Pastore Jens-Martin Kruse e alcuni membri del consiglio di chiesa sono andati a Illica per consegnare il denaro alla cooperativa e anche per renderci conto delle condizioni in cui vivono le persone. Ecco il nostro resoconto. ”Il mio cognome è Piccioni, come i nostri piccioni, che sono senza casa“, dice Sandra, indicando uno stormo di piccini che passa in volo. Anche loro hanno perso la casa in seguito al terremoto: della piccola chiesa sconsacrata è rimasto solo un cumulo di macerie. Adesso, i volano sulla fattoria, cercando un riparo. Sandra Piccioni è in una situazione simile: è di Illica, ma qui non ha più una casa. Il terremtoto ha reso inagibile la casa. Che sta ancora in piedi; ma le pareti si sono spostate, finestre e porte sono saltate e non chiudono più e gli abitanti non possono più entrarci. Sandra e altri della cooperativa dormono in camper, messi a disposizione dalla protezione civile. In quello che era il magazzino, hanno allestito una cucina; una stufa emana calore. Fuori ci sono 5° C. “Rinascita ‘78” è il nome della cooperativa agricola zootecnica, in cui lavorano 9 persone di due famiglie e 3 dipendenti. Vivono tutti lì, nella sede della cooperativa. Che possiede 300 ettari, 90 vacche, 60 maiali, 500 pecore e 320 capre. Prima del terremoto, allevavano bestiamo, producevano insaccati, formaggi e latticini, che vendevano nel loro agriturismo, di cui erano particolarmente fieri. L’agriturismo era in 20 Illica un palazzo del Cinquecento ed era l’insegna e il cuore dell’azienda: al pianterreno c’era la rivendita; sopra c’erano la latteria, il caseificio, la norcineria e alcune stanze per gli ospiti. Il giorno del terremoto, quando tutto cambiò, c’erano cinque turisti. Come tutte le altre case di Illica, anche il palazzo è stato costruito con sassi smussati del territorio circostante. Ha resistito al primo terremoto, quello del 24 agosto. Anche in assenza di danni, la cooperativa decise di mettere un’impalcatura per proteggere le mura. “Dopo il terremoto di agosto abbiamo pensato di continuare come sempre”, dice Sandra. Ma le cose sono andate diversamente. Il palazzo non ha retto al secondo terremoto, quello di ottobre: le pareti sono in parte crollate e così anche una parte del tetto. Fornelli e cavi pendono fuori; il pianterreno è ingombro di macerie. Anche nella 21 Illica fattoria il terremoto ha causato danni ai macchinari: le macerie cadute hanno messo fuori uso i mastelli del caseificio. Avevano cominciato con molto entusiasmo nel 1978: “Rinascita ’78” vuol significare vita diversa, migliore, nella Natura. “L’amore per la Natura è stato il nostro motore”, dice Sandra, “Sono cresciuta con la Natura. Ho sempre avuto fiducia nella Natura. Ma, all’improvviso, mi ha tradita. Da quando c’è stato il terremoto sono diventata diffidente.” Le è mancato il terreno sotto i piedi, alla lettera. Va a letto inquieta; dorme male. Il coraggio diminuisce. Ma non c’è alternativa. “Rinascita ’78” è il fondamento della loro esistenza, Illica è la loro casa. Sandra spiega come lei e gli altri trovano la forza di andare avanti: “Ci concentriamo sul progetto successivo. Oggi sono le capre che dobbiamo portare a Roma; domani sono i maiali”. 22 Illica Per le bestie comincia ad essere freddo. Alcune capre zoppicano: il fango si è indurito in mezzo allo zoccolo perché stanno nella mota tutto il giorno. Adesso, le bestie saranno portate nel Lazio, dove fa più caldo. Il governo ha promesso casette di legno e tunnel, cioè stalle provvisorie. “Però quando?”, si chiedono, stringendosi nelle spalle. Il tempo stringe: l’inverno è alle porte. Come faranno i camion a passare la montagna, con la neve? Subito dopo il terremoto, hanno venduto le bestie destinate al macello, unica possibilità di guadagno. Ma poiché ad avere quest’idea sono stati in molti, i prezzi del bestiame sono precipitati. Attualmente, non hanno entrate. “La vita commerciale è finita”, dice Sandra Piccioni. Il denaro raccolto dalla comunità è qui, un aiuto immediato urgente che li aiuta ad andare avanti. Servirà per comprare da mangiare per loro e per le bestie. “Il nostro solo pensiero è passare l’inverno”, dice Sandra Piccioni, ”Poi vediamo.” Per aiutare la gente e le bestie della Cooperativa “Rinascita '78“ potete consegnare le vostre offerte in segreteria (v. Toscana 7) oppure potete fare un bonifico su questi conti, citando la causale “Illica“: Deutsche Bank Pforzheim IBAN: DE1866 6700 0600 9005 9700 BIC: DEUT DE SM 666 Banca Popolare di Novara IBAN: IT55X 05034 03255 0000 0000 2750 BIC: BAPPIT 21AI9 Nina Bewerunge 23 Calendario d'Avvento I Avvento - “Ha detronizzato i potenti e ha innalzato gli umili“ (Luca 1, 52) “... Così Dio distrugge e depone i potenti e i grandi, con tutto il loro potere e la loro altezza, su cui fanno affidamento, e la loro superbia verso coloro che sono in basso e verso gli umili pii, che per causa loro hanno a soffrire danni, pene, morte e ogni genere di male. Ma anche questo dev’essere riconosciuto e atteso, nella fede. Perché egli non distrugge i potenti in modo tanto rapido, come pure meriterebbero: lascia passare un po’ di tempo, finché la potenza è arrivata al suo apice estremo. Allora, Dio non la sostiene. Né essa si può sostenere da se stessa. Così essa finisce, in se stessa, senza fracasso e clamore. E allora vengono su gli oppressi, anche senza fracasso. Perché in loro c’è la forza di Dio, che è la sola che resta, quando quegli altri sono tramontati. Ma nota questo: ellla non dice che Dio distrugge i troni; dice, invece, che ne butta giù i potenti. Non dice neanche che egli lascia in basso le persone umili, ma che le innalza. Perché finché sussisterà il mondo, dovranno esserci autorità, governo, potere e troni. Ma egli non tollera a lungo che essi usino tutto ciò contro Dio, per fare torto e violenza ai pii, compiacendosene, e che si innalzino grazie a ciò, invece di far uso di tutto questo con timore di Dio, a sua lode e a protezione della giustizia.“ (Martin Lutero, Il Magnificat, tradotto in tedesco e commentato (1521), in: Ausgewählte Schriften 2, p. 177) 24 Meditazione d'Avvento Sotto la Stella, meditazioni d’Avvento con testi di Martin Lutero Ancora una volta, vogliamo vivere l’Avvento in piena consapevolezza, nella nostra comunità. Il cammino che attraversa questo tempo ci è indicato dalla Stella, una Stella di Herrnhut, sotto la quale ci riuniamo, ogni mercoledì d’Avvento (30.11., 7.12., 14.12., 21.12.), alle h. 18, nella Casa della Comunità, per tenere una meditazione. Quest’anno, i testi delle meditazioni saranno tratti da scritti di Lutero. “Ma come arriva questo Re? Qui, ragione e fede si distinguono l’una dall’altra (…) non viene con sacchi pieni di grano, borse piene di soldi e cantine piene di vino, in modo da avere condizioni splendide in questa vita (…) Lo devi veder cavalvare senza denaro, argento né altri ornamenti terreni; ma è una giustizia del genre che risplende luminoso, tanto che il caro Sole, la Luna e le stele non sono niente in confront alla sua veste, che da una parte si chiama giustizia e dall’altra salvezza.” (Martin Luther, Predica per la I Domenica d’Avvento, 1535) 25 Ecumenismo Ecumenismo e Musica “... Affinché tutti siano uno“ In ogni chiesa cristiana, fede e devozione sono espresse anche in musica: che si tratti dell’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach, del Requiem von Wolfgang Amadeus Mozart o dei canti liturgici bizantini, le opere musicali rappresentano una determinata cultura di fede e, al tempo stesso, parlano alle persone, oltre i confini della propria tradzione. La musica unisce e crea comunione. Insieme col Segretariato Attività Ecumeniche (SAE) di Roma, associazione di laici che si impegnano per la comprensione ecumenica tra le Chiese, abbiamo organizzato una celebrazione ecumenica, che si è svolta il 2 dicembre 2016, alle h. 19, nella nostra chiesa in via Sicilia 70. La celebrazione è stata completamente all’insegna della musica e ha presentato la tradizione dei canti corali ortodossi, cattolici romani ed evangelici luterani. Hanno contribuito le corali “S. Romano il Melode“ della Chiesa ortodossa romenar, diratta da P. Gavril Popa; Coro della Basilica di S. Agnese, diretto dal M° Roberto Musto, e il nostro Coro della Comunità luterana, diretto dal M° Lorenzo Macrì. Un segno di unità vissuta e celebrata, nella diversità riconciliata! 26 Anno della Riforma La Riforma per ragazzi e famiglie Lutero a fumetti Il 1517 fu l’anno che vide un uomo diventare famoso, al punto tale che oggi, 500 anni dopo, molte persone si ricordano di quest’anno a causa sua. Quest’uomo era Martin Lutero. Ma chi era Lutero? Come si svolse la sua vita e che cos’era importante per lui? A queste domande cerca di rispondere una biografia a fumetti, in tedesco, scritta da Meike Roth-Beck e intitolata: “Von Martin Luthers Wittenberger Thesen“. L’opera, oltre a descrivere la vita di Lutero, cerca di spiegare, con un linguaggio adatto ai ragazzi, anche alcune delle 95 Tesi sulle indulgenze, dalla cui pubblicazione ebbe avvio la Riforma. Sulla prima tesi, per esempio, dice: “Martin Lutero trova nella Bibbia che ciò che Gesù pensava del pentimento è diverso da ciò che insegna la Chiesa. Nella Bibbia non c’è scritto di comprare certificati d’indulgenza per farsi perdonare da Dio. Pentimento significa vivere in modo diverso da quello solito; significa vivere con più attenzione, più silenziosi, in modo, 27 Anno della Riforma magari, da imparare ad ascoltare Dio. Per Martin, quest’idea è talmente importante da metterla come prima tesi.“ Le illustrazioni sono di Klaus Ensikats. L’opera è pubblicata dall’editore Kindermann. Il libro sarà presentato dalla fondatrice della casa editrice, Barbara Kindermann, la II Domenica d’Avvento, 4 dicembre 2016, alle h. 11.30 nella nostra chiesa. La vita di Lutero è stata oggetto di un’ottima opera a fumetti, per i tipi della Claudiana: “L’Uomo di Wittenberg“, illustrata da Umberto Stagnaro. La vita del Riformatore di Wittenberg è vista in rapport alla nascita della Riforma protestante e del mondo moderno. Il segno forte, espressivo di Umberto Stagnaro, e un discorso grafico, che si ispira al montaggio cinematografico, ne fanno un’opera, pensata per avvicinare i ragazzi alla storia di Lutero e della Riforma, che può essere letta anche dagli adulti che amano la grafica e i fumetti come forma d’arte. L’opera risulta esaurita, ma è ancora reperibile in internet. Pastore Dr. Kruse 28 Anno della Riforma Culti con inni di Lutero “Or vieni, Salvatore delle genti“ Musica e Riforma sono parti integranti l’una dell’altra fin dall’inizio. A portare nei cuori e nelle meni il Vangelo riscoperto non fu soltanto la traduzione in tedesco della Bibbia, fatta da Lutero (1483-1546), ma furono anche i suoi inni. Nell’Anno della Riforma, vogliamo riscoprire questo tesoro, cantando gli inni di Lutero durante il culto, ascoltando interpretazioni musicali e meditando sul loro significato nelle prediche. Domenica 11 dicembre 2016, al centro del culto delle h. 10, nella Chiesa luterana, ci sarà l’inno di Lutero “Or vieni, Salvatore delle genti” (or. “Nun komm der Heiden Heiland“). È uno degli inni d’Avvento più importanti e conosciuti, caratterizzato dall’anelito alla venuta di Cristo e dalla certezza di essa. Lutero sviluppa, nelle strofe dell’inno, l’intera storia della salvezza, dall’umanazione di Gesù alla morte in croce per finire con la Resurrezione, e partendo da qui interpreta la storia di Natale: “La mangiatoia riluce chiara e nitida; la notte dona una luce nuova. Il buio non verrà più, la fede resta sempre splendente”. Il prossimo culto di questo ciclo, il 1° gennaio 2017, si occuperà dell’inno natalizio “D’alto cielo vengo qui” (or. “Vom Himmel hoch, da komm ich her“). 29 Calendario d'Avvento II Avvento - “... Mi sia fatto secondo la tua parola“ (Luca 1, 38) “Ma il vero e proprio miracolo consiste nel fatto che la Vergine Maria abbia creduto davvero che queste cose dovessero accadere in lei. È un fatto così grande che non possiamo stupircene abbastanza (...). È dunque accaduto ciò che ella stessa non ha potuto capire e sentire. Ma che ha potuto credere. Perciò anche Agostino dice che ella è stata tanto più piena di grazia e beata per il fatto che ha accolto Cristo nel cuore (per mezzo della fede) e non solo nella carne e per il fatto che è diventata sua madre prima nel cuore che nella carne. Questo segno prodigioso è dovuto avvenire anzitutto in lei. Se non avesse accolto le parole, rivoltele dall’angelo, e le avesse lasciate scorrere sul suo orecchio, il segno prodigioso non sarebbe avvenuto. Ma poiché le parole entrarono nel suo cuore e vi si radicarono, queste cose sono avvenute in breve tempo e, in esse, si è verificato un rivolgimento tale da non poter essere umanamente concepito. (...) Perciò, ed è a questo che tale nascita deve servirci, trasformando il nostro cuore, noi dobbiamo imprimere nel cuore l’esempio della Vergine e seguirlo. Perché non è possibile in altro modo che lasciando che entri nel nostro cuore, come è avvenuto per lei (...) Ognuno deve accogliere il Bambino, affinché dica e creda che il Bambino sia suo, propro come ha fatto la Vergine, accogliendolo. Ognuno deve agire come se il Bambino sia nato solo per lui.“ (Martin Lutero, Predica su Luca 2, 14, Natale 1520, in: Es leucht wohl mitten in der Nacht, p. 71-72) 30 Vita di comunità Pranzo di Natale per i nostri amici “... ed essere cristiano anche verso il mio prossimo, così come Cristo ha fatto con me, e non fare niente di più di quel che vedo essergli necessario, utile e buono“: con queste parole, Martin Lutero descrive meravigliosamente come la fede in Gesù Cristo renda capaci di distogliere lo sguardo da sé per volgerlo al prossimo. Quest’attività d’amore è un segno distintivo essenziale della fede cristiana. Nella nostra comunità, si fa concreta in molti momenti, in modo speciale nella colazione per le persone bisognose, che si svolge a mercoledì alterni. Nel corso di molti anni, è nata tra noi e i nostri amici una comunione. Dagli incontri sono nate relazioni. Alcuni ci hanno consentito di gettare uno sguardo sulla loro vita. In alcuni momenti abbiamo condiviso gioia e dolore. Le differenze di lingua, cultura e origine finiscono in secondo piano. Siamo legati da affetto e, quindi, è naturale non lasciare gli amici soli proprio a Natale. L’anno scorso, sollecitati dalla visita di Papa Francesco nella nostra chiesa, li abbiamo invitati, per la prima volta, al pranzo di Natale. Le buone esperienze avute ci incoraggiano a pensare che ciò sia stato l’inizio di una nuova tradizione della nostra comunità. Anche quest’anno, in cui celebriamo il bicentenario della nascita della comunità, vogliamo condividere la nostra gioia e gratitudine per i 200 31 Vita di comunità anni della comunità di Roma, invitandoli di nuovo al Pranzo di Natale, mercoledì 14 dicembre 2016, alle h. 13, nella Sala della Comunità. „Che bella tavola!“, esclamò una donna, l’anno scorso, enrtrando in sala, battendosi le mani sulle guance per la tavolata, lunga quanto la sala, apparecchiata con tovaglie rosse, rami di abete e candele. Chi vuole aiutarci a preparare di nuovo un così bel pranzo di Natale, e a servirlo, può rivolgersi in segreteria, tel. 06. 481 75 19. 32 Anno della Riforma “Leggiamo Lutero“ “Il Magnificat, tradotto in tedesco e commentato“ (1521) Mercoledì 14 dicembre h. 18-19 Casa della Comunità Via Toscana 7 Ancor prima di trovare Maria, nel Nuovo Testamento, come madre di Gesù nella storia di Natale, ella ci viene incontro in un inno. Il percorso dall’annuncio di Gesù, da parte dell’angelo Gabriele, alla nascita nella stalla di Betlemme, viene interrotto da un grande inno che, nella narrazione dell’evangelista Luca, è collegato alla visita di Maria a Elisabetta, madre di Giovanni Battista. Quest’inno di lode di Maria che, dalle prime parole della versione latina, è chiamato Magnificat, è stato cantato e recitato in ogni tempo della cristianità. In tutte le confessione di hanno una preghiera delle ore, esso fa parte delle preghiere quotiiane; oggi è di solito prevista per il vespro, cioè per la preghiera serale. Per Martin Lutero, il canto di lode di Maria aveva una collocazione così fissa e importante nella devozione cristiana, che, nel 1521/21, lo tradusse e commentò, prima ancora di accingersi alla traduzione dell’intero Nuovo Testamento. 33 Anno della Riforma Già uno sguardo alla situazione in cui Lutero commentò il Magnificat indica quale sostegno Lutero abbia trovato in esso. Quando, nel novembre 1520, comincia il commento, è già a rischio di scomunica papale. Il 10 dicembre 1520, brucia la bolla di scomunica accanto alla porta Elstertor di Wittenberg. Pochi mesi dopo, deve recarsi a Worms, alla Dieta, che lo bandisce dall’impero. Il 4 maggio 1521, viene rapito e nascosto alla Wartburg, con l’identità di copertura di Junker Jörg. Lì finisce il commento al Magnificat di Maria. Lutero intende l’inno come testimonianza importante della libera grazia di Dio, che ha visto non i meriti, ma alla “bassezza della sua serva“: “Poiché è il suo (scil. di Dio) modo di vedere cose insignificanti, ho tradotto la paroletta humilitas, in tedesco, con nullità o essere insignificante, che è l’opinione di Maria: Dio ha visto me, giovane povera, disprezzata, insignificante e avrebbe potuto scegliere regine ricche, alte, nobili, potenti (…) Ma ha gettato su di me il suo occhio assolutamente benevolo e così ha usato una serva modesta, disprezzata, affinché nessuno si vanti, davanti a lui, di essere stato o di essere degno di ciò; e anch’io devo dichiarare che è pura grazia e bontà e non è assolutamente mio merito e dignità.“ In un’epoca in cui erano in gioco la sua vita e la sua integrità, il suo messaggio teologico e la sua libertà personale, Lutero trovò, nel Magnificat, sostegno e lingua per esprimere la sua fede. L’appuntamento seguente di questo ciclo è, l’8 febbraio 2017, con il libro di Lutero “La libertà del cristiano“. 34 Anno della Riforma Festival MUSICOMETA XXII edizione “Contrappunti luterani a 5 secoli dalla Riforma“ “Contrapunctus I: Martin Lutero“ La vita e le gesta raccontate dal fim muto „Luther“ di Hans Kyser (1927) sonorizzato dall'organista-improvvisatore Ansgar Wallenhorst (Rattingen) Giovedì 15 dicembre 2016 h. 20 Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70 Hans Kysers (1882-1940) Il film muto “Luther – Ein Film der deutschen Reformation“ [Lutero, un film della Riforma tedesca], del 1927, illustra le tappe decisive nella vita di Lutero. È un film monumentale, dinamico, che riunisce tutti i mezzi stilistici della cinematografia della Repubblica di Weimar: le scenografie espressive 35 Anno della Riforma sono degli architetti Ufa Robert Herlth e Walter Röhrig. La fotografia con effetti in chiaroscuro, il simbolismo e gli effetti ottici, la materia storica sono fortemente accentuati e rielaborati con senso del dramma. Al centro della narrazione, l’attore Eugen Klöpfer, che rende Lutero concreto. Il film è un document ostorico, che corrisponde allo spirit dell’epoca e alla concezione di Lutero quali erano alla fine degli anni ’20 del Novecento, che vedevano in lui il “Combattente del Vangelo” e l’”Eroe del Protestantesimo Tedesco”. Ansgar Wallenhorst, tedesco, è musicista, specialista di musica sacra, organista concertista e teologo. La sua attività concertistica è ricca e così anche quella di docente ospite in Europa e negli USA. Dal 1998 è direttore artistico degli “Orgelwelten Ratingen“ e Kantor alla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Ratingen. Il concerto ha il sostegno e la promozione dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania. 36 Anno della Riforma Festival MUSICOMETA XXII edizione “Contrappunti luterani a 5 secoli dalla Riforma“ „Contrapunctus II: Max Reger Brani “protestanti“ interpretati dall'organista Alberto Pavoni e introdotti dallo studioso Claudio Strinati Mercoledì 21 dicembre 2016 h. 21 Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70. L’uomo della foto, cogli occhiali tondi e la capigliatura folta, dallo sguardo concentrato, fu un gigante e la sua musica scolnvolse ed entusiasmò i contemporanei. Si parla di Max Reger, di cui celebriamo il centenario della morte. “La sua musica unisce grandezza monumentale“, scrive Klaus Schulten, “a soavità mistica, polifonica complesssa a sviluppi armonici estremi. Strutture sonore, apparentemente caotiche, al massimo volume, sono arditamente contrapposte a sezioni melodiose distanti, tristi, belle, sospese e a basso volume...“ Tra le innovazioni musicali che dobbiamo a Max Reger ci sono le sue grandi fantasie corali per organo che egli, che si definiva “cattolico 37 Anno della Riforma fino alla punta dei capelli“, compose volentieri su inni della tradizione devozionale protestante. Nel secondo concerto del Festival MUSICOMETA, l’organista Alberto Pavoni eseguirà queste opere di Max Reger (1873-1916): “Ein feste Burg ist unser Gott“ (op 67 n. 6) “Phantasie und Fuge in d-moll“ (op 135b) “Symphonische Phantasie und Fuge“ (op. 57) Alberto Pavoni ha studiato Organo e Composizione con Giuseppe Agostini (Frosinone) e Hans Haselböck (Lubecca). È organista concertista e ha all’attivo una serie di registrazioni su CD.. Claudio Strinati è storico dell’arte e, dal 1991 al 2009, è stato Sopraintendente del “Polo museale romano“. Ha ideato e organizzato mostre grandi e importanti in Italia e all’estero e, per Rai5, ha diretto e moderato la trasmissione, dedicata alla Storia dell’Arte, “Divini Devoti“. 38 Anno della Riforma Festival MUSICOMETA XXII edizione „Contrappunti luterani a 5 secoli dalla Riforma“ „Contrapunctus III: Dietrich Bonhoeffer Le sue poesie, in un intreccio improvvisato di danza e musica Voce recitante: Emanuele Carucci Viterbi Danza: Francesca Alterio Zarb, darf: Mohssen Kasirrosafar Organo: Livia Mazzanti Lunedì 26 dicembre 2016 h. 21 Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70. 39 Anno della Riforma Dietrich Bonhoeffer (1906-1945) è uno dei teologi più importanti e, in Italia, è il teologo evangelico più conosciuto, che impressiona, in particolar modo, per la sua vita nella sequela di Gesù. Quando Bonhoeffer, nella primavera del 1943, fu arrestato a causa della sua partecipazione alla Resistenza al regime nazista, una volta in prigione non scrisse solo lettere e appunti di teologia, che sarebbero stati pubblicati, dopo la sua morte, in “Resistenza e resa“, ma anche, cosa meno nota, poesie. Nell’anno di prigionia 1944, Bonhoeffer scrisse dieci poesie, che sono tra i suoi ultimi testi. Alcune di esse, come “Da forze buone” e “Chi sono, io?” sono diventate molto note; altre, come “Stazioni sulla via verso la libertà”, “Morte di Mosè” e “Giona” meritano di essere scoperte. Queste poesie sono testimonianze di fede di Dietrich Bonhoeffer. Sono poesie dalla prigionia, non scritte nella prigionia. Per esempio, nella poesia “Stazioni sulla via verso la libertà“, dice, in modo suggestivo: Non ciò che si preferisce, ma osare il giusto; Non restare sospesi nel possibile: afferrare arditi il reale; Non nella fuga dei pensieri, solo nell’azione è la libertà. Esci dall’esitazione ansiosa, va‘ nella tempesta di ciò che avviene Sostenuto soltanto dal comandamento di Dio e dalla tua fede, e la libertà abbraccerà giubilando il tuo spirito. Il teologo Jürgen Henkys, che ha analizzato le poesie di Dietrich Bonhoeffer dalla prigionia nel suo libro “Mistero di libertà“ (or. “Geheimnis der Freiheit“), così le giudica: “Senza essere frammenti, queste poesie hanno l’effetto di punti esclamativi dietro la vita di un uomo che intuiva che avrebbe lasciato in eredità la sua opera solo in forma di frammento.“ 40 Calendario d'Avvento III Avvento - „..., chiamata Betlemme“ (Luca 2, 4) “Ora, tra Nazareth in Galilea e Betlemme, nella terra di Giuda, c’è più di un giorno di viaggio. Devono aver oltrepassato o attraversato Gerusalemme, poiché Betlemme si trova a mezzogiorno di Gerusalemme, mentre Nazareth si trova a settentrione. Arrivati ora a Betlemme, l’evangelista mostra come essi siano stati i più umili, i più disprezzati di tutti. Hanno dovuto lasciar spazio a tutti, finché è stata loro indicata una stalla del bestiame, con cui hanno avuto in comune mensa, alloggio e sistemazione, mentre gente malvagia stava nella locanda là sopra e si facevano servire come signori. Nessuno, qui, nota o capisce che cosa Dio opera nella stalla: lascia vuote le grandi case e gli alloggi raffinati; lascia che quella gente mangi, beva e stia di buon animo; ma questa consolazione e questo tesoro sono loro celati. Oh, che notte oscura ci fu, allora, su Betlemme, che non su consapevole di tale luce! Dio dimostra di non dare importanza per nulla a ciò che il mondo è, ha e possiede. Per contro, il mondo dimostra anche di non riconoscere né dare importanza a ciò che Dio è, ha e opera! Ecco, questa è la prima immagine, che mostra come Cristo distrugga il mondo, il suo agire e sapere e natura, denunciandoli come rigettabili, svelando come la sua maggiore sapienza sia follia; il suo miglior agire, iniquità; il suo maggio bene, disgrazia.“ (Martin Lutero, Predica sul Vangelo nel culto della Vigilia di Natale (1522), in: Mü Erg 4, p. 113-114) 41 Anno della Riforma Culti con inni di Lutero “Dall’alto cielo, vengo qui“ Musica e Riforma sono parti integranti l’una dell’altra fin dall’inizio. A portare nei cuori e nelle meni il Vangelo riscoperto non fu soltanto la traduzione in tedesco della Bibbia, fatta da Lutero (1483-1546), ma furono anche i suoi inni. Nell’Anno della Riforma, vogliamo riscoprire questo tesoro, cantando gli inni di Lutero durante il culto, ascoltando interpretazioni musicali e meditando sul loro significato nelle prediche. Daremo il benvenuto all’Anno Nuovo con un culto, domenica 1° gennaio 2017, alle h. 10, nella Chiesa luterana, in cui al centro ci sarà l’inno di Lutero “Dall’alto cielo, vengo qui” (or. “Vom Himmel hoch, da komm ich her“). Lutero scrisse quest’inno come canto di presepio e racconto della storida di Natale, rivolto ai bambini. Consta di 15 strofe e trasporta subito, col canto e l’ascolto, nell’evento di Natale. Melodia e testo fanno sentire la gioia profonda che ci è donata con la nascita di Gesù: “Dall’alto cielo, vengo qui, vi reco buona novella; la buona novella la reco tanto che ne voglio cantare e dire.” Il prossimo culto di questo ciclo si terrà il 12 febbraio 2017 e sarà dedicato all’inno di Battesimo “Cristo, nostro Signore, andò al Giordano” (or. “Christ, unser Herr, zum Jordan kam“). 42 Anno della Riforma Ciclo di conferenze “1517-1817-2017” “Martin Lutero e le sue 95 Tesi sulle indulgenze“ Il 31 ottobre 2017 cadrà il V centenario della pubblicazione, da parte di Martin Lutero, delle 95 Tesi sulle indulgenze. Che sia avvenuto come dice la tradizione, secondo cui Lutero, in questo giorno di 500 anni fa, avrebbe affisso le sue tesi, sulla questione, al portale della Chiesa del Castello di Wittenberg, o che si ritenga questa una leggenda edificante, non corroborata dalle fonti, resta certo che Lutero, con le sue Tesi, e le reazioni di rigetto che ne derivarono, misero in moto un processo teologico che fece epoca e che, a posteriori, è stato chiamato Riforma. Per comprendere le 95 Tesi di Lutero, è importante non proiettare già sugli enunciati teologici di Lutero, e sull’incipiente polemica sulle indulgenze, il risultato, cioè la divisione della cristianità occidentale; ma è importante, invece, considerare lo sviluppo dei fatti in prospettiva storica, domandandosi come apparissero la prassi e dottrina del pentimento, nel tardo Medio Evo; quali fossero i motivi che spinsero Lutero a redigere le 95 Tesi e come sorse, dalle reazioni alle Tesi di Lutero, un confronto conflittuale. Siamo molto lieti che il Prof. Dr. Lothar Vogel, uno dei migliori esperti della polemica sulle indulgenze, abbia accettato di tenere, nell’ambito del ciclo “1517-1817-2017“ una conferenza, in cui illustrerà il contesto storico della prassi delle indulgenze, le 95 Tesi di Lutero e lo svolgimento della polemica sulle indulgenze. Il Professor Dr. Lothar Vogel ha studiato Teologia evangelica nelle Università di Marburgo e di Tubinga. La sua tesi di laurea è stata sulla 43 Anno della Riforma Vita Corbiniani del Vescovo Arbeo di Frisinga e ha ottenuto l’abilitazione con una ricerca sul secondo colloquio religioso di Ratisbona del 1546. Dal 1997 al 2006 è stato pastore della Chiesa regionale del Württemberg. Ha insegnato, dal 2002 al 2006, Storia della Chiesa alla Scuola Superiore Ecclesiastica di Neuendettelsau; dal 2006 insegna Storia del Cristianesimo alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma. Nella sua attività di ricerca, si è occupato intensamente di storia, politica e teologia nel Medio Evo e in Età Moderna. Vi invitiamo sentitamente, per il ciclo “1517-1817-2017“ alla conferenza del Professor Dr. Lothar Vogel (Roma) “Martin Lutero e le sue 95 Tesi sulle indulgenze“ Mercoledì 11 gennaio 2017 h. 19.30 Casa della Comunità, Via Toscana 7 44 Anno della Riforma ”Roma – Porta dell'ecumenismo“ Un itinerario europeo Le idee della Riforma nacquero, nei primordi dell’Età Moderna, in luoghi come Praga, Wittenberg, Zurigo e Roma. I movimenti che 45 Anno della Riforma sorsero da esse hanno trasformato e improntato l’Europa e poi il mondo. Le tracce lasciate dalla Riforma negli ambiti di fede, cultura, storia e politica saranno ripercorse, nell’Anno della Riforma, da un itinerario europeo. Dall’Italia all’Inghilterra, passando per Svezia e Finlandia, per finire in Lettolia e Romania, saranno 67 le città e 18 le nazioni che riunite nel progetto, valicando confini nazioni e culturali, differenze linguistiche e politiche. Il progetto , quindi, riveste anche importanza europea, ragion per cui il Presidente dell’EKD, Vescovo Heinrich Bedford-Strohm, ha dichiarato: “L’itinerario europeo è proprio l’idea che ci occorre adesso, in Europa. Dobbiamo andare oltre i confini.“ L’itinerario europeo parte il 3 novembre 2016 da Ginevra e terminerà a Wittenberg il 20 maggio 2017, dove le storie, raccolte strada facendo, saranno incluse in una mostra mondiale. Ulteriori informazioni sull’itinerario europeo, ed anche una lista dei luoghi interessati, sono disponibili a questo link: www.r2017.org/europaeischer-stationenweg. Mercoledì 18 gennaio 2017 l’itinerario europeo farà tappa a Roma. In questo giorno comincia anche la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani e quindi intendiamo la nostra stazione, intitolata “Roma, Porta dell’ecumenismo”, come contributo, che viene da Roma, alla riflessione sulla Riforma e come segnale robusto e lieto di ecumenismo. Il programma della giornata è stato elaborato da un gruppo ristretto, insediato all’Ambasciata di Germania presso la S. Sede, e include i punti seguenti: 46 Anno della Riforma h. 9.30-18 Mostra di scritti originali dell’inizio della Riforma, di proprietà del Vaticano Luogo: Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70 h. 10.30 Udienza generale di Papa Francesco h. 18 ”Dal conflitto alla comunione. Riflessione comune sulla Riforma nel 2017” Conferenza del Prof. Dr. Wolfgang Thönissen (Paderborn) Luogo: Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70 h. 19 Vespro ecumenico per l’inizio della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani del Collegium Germanicum et Hungaricum, della Parrocchia di S. Maria dell'Anima e della Comunità Evangelica Luterana di Roma Predica: S.E. Card. Koch Liturgia: Rettore Dartmann SJ, Rettore Brandmayr, Pastore Kruse Luogo: Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70 h. 20 Ricevimento nella Sala della Comunità Luogo: Casa della Comunità, Via Toscana 7. 47 Ecumenismo Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2017 Il tema e la liturgia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sono stati elaborati, questa volta, dal Coordinamento di Chiese Cristiane in Germania (ACK), terra della Riforma luterana. Dialogo teologico intenso ed esperienze ecumeniche che hanno fatto stringere legami hanno fatto sì che, secoli dopo le vicendevoli condanne e discriminazioni, cristiani luterani e cattolici affrontassero, per la prima volta insieme, il ricordo della Riforma, i cui inizi si ebbero giusto 500 anni fa. Questo cammino dal “Conflitto alla comunione” si esprime nella decisione di celebrare in comunione ecumenica la Riforma, come “Festa di Cristo”; il motto della Settimana di preghiera di quest’anno è: “ L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” (II Corinzi 5, 14) La Riforma pose di nuovo al centro l’idea che la salvezza ci viene donata, per grazia, mediante la fede in Gesù Cristo, che è morto in 48 Ecumenismo croce per i nostri peccati. Il perdono, che avviene sulla croce, sana anche le divisioni tra le Chiese e le fa diventare una cosa sola. Nella liturgia, quale è stata elaborata per i culti della Settimana di preghiera, al centro ci sono la confessione del peccato di divisione, conseguenza della Riforma, e la preghiera di perdono per esso. Celebriamo Gesù Cristo e il suo agire salvifico, che urge i cuori dei cristiani divisi a diventare inviati, al posto di Cristo, e servitori della riconciliazione. Un’occasione importante per il tema della Settimana lo dobbiamo allo scritto apostolico “Evangelii gaudium“, in cui Papa Francesco scrive: “Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza autentica di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri. Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa. Per questo, chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che riconoscere l’altro e cercare il suo bene. Non dovrebbero meravigliarci allora alcune espressioni di san Paolo: «L’amore del Cristo ci possiede» (2 Cor5,14); «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16).“ L’amore di Cristo diventa forza trainante, che ci spinge a superare le nostre divisioni e a sforzarci per ottenere la riconciliazione. 49 Ecumenismo Preghiera di Martin Lutero per l’unità della cristianità O Dio eterno, misericordioso, Tu sei Dio di pace, d’amore e d’unità, non di divisione. Ma poiché la Tua cristianità Ti ha abbandonato, allontanandosi dalla Tua verità, Tu hai lasciato che si separasse e si dividesse, affinché, con la sua presunta sapienza, si coprisse di vergogna nella disunità e tornasse a Te, che solo doni l’unità. Noi poveri peccatori Ti preghiamo: rimetti insieme, mediante lo Spirito Santo, tutto ciò che è disperso; riunisci ciò che è diviso e ricostituiscilo in unità. Donaci, anche, di cercare la Tua verità unica, eterna; di allontanarci dalla divisione, affinché siamo di una sola mente e una sola comprensione, orientate a Gesù Cristo, nostro Signore, affinché possiamo glorificare e lodare Te, Padre celeste, con una sola voce, per mezzo del Signore Gesù Cristo, nello Spirito Santo. Amen. 50 Ecumenismo Siete invitati a tutti i culti e manifestazioni della Settimana di preghiera. Ecco date che potete già annotare: Mercoledì 18.1. h. 19 Vespro ecumenico col Collegium Germanicum e la Parrocchia di S. Maria dell'Anima; nella Chiesa luterana Predica: S.E. Card. Koch Domenica 19.1. h. 18 Veglia Ecumenica Diocesana presso la Parrocchia di S. Ponziano, Via Franco Sacchetti (Montesacro-Talenti) Martedì 24.1. h. 18.30 Vespro ecumenico nella Chiesa di S. Prisca; al termine, cena con la Parrocchia Predica: Pastore Dr. Kruse Mercoledì 25.1. h. 17.30 Vespro ecumenico nella Basilica di S. Paolo Fuori le Mura A gennaio, cercate il programma definitivo, con altri culti e manifestazioni della Settimana di preghiera. 51 51 Calendario d'Avvento IV Avvento - “... Oggi è nato per voi un Salvatore“ (Luca 2, 11) “È la fede che rettamente deve essere intesa per prima in tutte le parole di Dio. La fede stessa non è soltanto che tu creda che questa storia sia vera così com’è raccontata. Questo non serve, perché tutti i peccatori, anche i dannati, lo credono. La Scrittura e Parola di Dio non insegna, riguardo alla fede, che essa sia opera naturale, senza intervento della grazia; ma che la fede retta, colma di grazia, promossa dall’opera e dalla Parola di Dio, è che tu creda fermamente che Cristo è nato per te e che la sua nascita sia avvenuta per te, per il tuo bene. Poiché il Vangelo non insegna che Cristo sia nato per causa nostra e che abbia fatto e sofferto tutto per causa nostra; come dice l’angelo: «Vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: "Oggi è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore“.» In queste parole vedi chiaramente che è nato per noi. Non dice semplicemente che Cristo è nato, ma dice: per voi, è nato per voi. Idem, non dice: annuncio una grande gioia, ma: a voi, annuncio a voi una grande gioia. Idem, tale gioia non resterà in Cristo, ma sarà per tutto il popolo etc. Questa fede non l’ha né può averla un essere umano dannato o malvagio. Perché questo è il retto fondamento di ogni beatitudine, che unisce Cristo e il cuore credente così che viene ad essere in comune tutto quel che le due parti hanno.“ (Martin Lutero, Predica sul Vangelo del culto della Vigilia di Natale (1522), in: Mü Erg 4, p. 117) 52 52 Anno della Riforma Ciclo di conferenze “1517-1817-2017” “L’importanza di Martin Lutero e della Riforma per l’ecumenismo, oggi“ “La Riforma“, ha detto, a ragione, il teologo evangelico Wolfhart Pannenberg, ”non voleva fondare una nuova Chiesa, ma voleva la riforma, il rinnovamento dell’intera cristianità, grazie allo Spirito di Verità di Dio.” Il fatto che la lotta per questa verità, nel Cinquecento, abbia portato alla perdita dell’unità della cristianità occidentale, fa parte delle pagine oscure della Storia della Chiesa. La commemorazione degli inizi della Riforma, nel 2017, avviene, pertanto, in modo consono, se noi ci sforziamo di guarire i ricordi e di riottenere l’unità visibile della cristianità. Compito importante, nel contesto del 2017, consiste di analizzare, nel dialogo, i temi e le conseguenze della Riforma di Wittenberg, che ha il suo centro nella persona e nel pensiero di Martin Lutero, cercando impulsi, nella sua teologia, che possano schiudere prospettive utili per l’ecumenismo, oggi, e per l’approfondimento della comunione tra le Chiese. Per avere una conferenza che introducesse a questo tema, molto rilevante per l’ecumenismo, siamo riusciti ad ottenere l’adesione della Professoressa Dr. Nüssel, scienziata di ottima fama a livello internazionale, che è a suo agio con la teologia luterana ed è coinvolta in molti dialoghi ecumenici internazionali. 53 Anno della Riforma La Professoressa Dr. Friederike Nüssel ha studiato Teologia Evangelica e Filosofia della Religione a Tubinga, Gottinga, Londra e Monaco. Dal 1990 al 2001 è stata assistente all’ Institut für Fundamentaltheologie und Ökumene di Monaco, fondato dal Prof. Wolfhart Pannenberg. Nel 1994 si è laureata e, nel 1998, ha ottenuto l’abilitazione in Teologia Sistematica. Nel 2001 è diventata docente di Teologia Sistematica a Münster. Dal 2006 è docente di Teologia Sistematica all’ateneo Ruprecht-Karls-Universität di Heidelberg e direttrice dell’Ökumenischen Institut. Nella primavera del 2016 è stata Visiting Professor alla Gregoriana. È membro di diversi organismi ecumenici e del Coordinamento ecumenico di teologi evangelici e cattolici, del Joint Working Group Vatikan-World Council of Churches e della Commissione Internazionale LuteranoCattolica Romana per l’Unità. Vi invitiamo sentitamente, per il ciclo „1517-1817-2017“ alla conferenza della Professoressa Dr. Friederike Nüssel (Heidelberg) “L’importanza di Martin Lutero della Riforma per l’ecumenismo, oggi“ lunedì 30 gennaio 2017 h. 19.30 Casa della Comunità, Via Toscana 7 54 Anno della Riforma “Leggiamo Lutero“ “La libertà del cristiano“ (1520) Mercoledì 8 febbraio 2017 h. 18-19 Casa della Comunità Via Toscana 7 Lo scritto di Lutero “La libertà del cristiano“ (or. “Von der Freiheit eines Christenmenschen“) rappresenta, secondo il parere di Walter Card. Kasper, il “più piacevole tra i suoi scritti principali, dedicati alla teologia della Riforma“. Secondo le parole di Lutero, questo libriccino contiene “l’intera summa della vita cristiana”. Il contesto in cui nacque questo scritto, nel 1520, è però altamente drammatico. Perché Lutero era stato scomunicato. L’ultimo tentativo di conciliazione fu intrapreso, nell’autunno del 1520, dal nunzio papale von Miltitz, che incontrò personalmente Lutero e che lo spinse a scrivere la “Lettera a Papa Leone X”, in cui, ancora una volta, doveva illustrare il suo caso, assicurando di non aver mai attaccato lui, il papa. A questa lettera, Lutero accluse lo scritto sulla libertà, come esposizione della sua fede. Con tale scritto, Lutero fonda la libertà del cristiano, operata dal Vangelo, che vede contraddistinta da un paradosso apparente: “Il 55 Anno della Riforma cristiano è libero signore su ogni cosa e non è soggetto a nessuno. Il cristiano è servo volonteroso in ogni cosa ed è soggetto ad ognuno.” Lutero, con quest’affermazione, prende lo spunto essenziale dall’apostolo Paolo. La libertà non è ritiro nella vita meramente spirituale. Invece, l’essere umano spirituale è tutto l’essere umano nella sua totalità, compresa la sua parte corporea, ma come persona nuova in Cristo. Quindi, la libertà è, per Lutero, un evento operato da Cristo, ma che continua a vivere anche nell’agire in questo mondo: “Ecco, allora voglio fare, in modo libero, lieto e gratuito, in risposta a un tale padre, che mi ha dato in sovrabbondanza doni enormi, quel che gli piace ed essere, anche verso il mio prossimo, un cristiano che si comporta verso di lui così come Cristo ha fatto con me; e non voglio fare altro che quel che vedo essergli necessario, utile e buono, perché, per mezzo della mia fede, in Cristo ho a sufficienza tutte le cose. Ecco, così dalla fede fluisce l’amore e il desiderio di Dio; e dall’amore viene una vita libera, che vuole lietamente servire gratuitamente il prossimo. Perché, così come il nostro prossimo soffre disgrazia e abbisogna del nostro superfluo, così anche noi abbiamo sofferto disgrazia e abbiamo avuto bisogno della sua grazia. Perciò , così come Dio, mediante Cristo, ci ha aiutati gratuitamente, anche noi, per mezzo del corpo e delle sue opere non dobbiamo far altro che aiutare il prossimo. Vediamo così quale nobilissima vita sia una vita cristiana, che, purtroppo, in tutto il mondo non solo ristagna, ma non è più conosciuta o predicata.” Il prossimo testo di cui ci occuperemo, per questo ciclo, sarà la “Predica della Domenica Invocavit” (1522), il 1° marzo 2017. 56 Anno della Riforma Ciclo di conferenze “1517-1817-2017” “la Rifomra in Italia“ Come in molti altri Paesi europei, anche in Italia si diffusero, nel Quattrocento e nel Cinquecento, molti nuovi raggruppamenti religiosi, movimenti spirituali e riformistici. Lo sviluppo in Italia è contraddistinto da uno spettro, ampio e vario, di idee teologiche e di personalità religiose. Filosofia dell’Umanesimo e del Rinascimento, “Evangelismo” e “Spirituali“, personalità, diverse tra loro, come Girolamo Savonarola, Bernardino Ochino, Juan de Valdés e i cardinali Gasparo Contarini e Giovanni Morone e come la cerchia riunita intorno al Card. Reginald Pole, a Viterbo. In taluni temi ci furono punti di contatto con la teologia della Riforma, come era sorta in Nordeuropa. In molti ambienti, però, si formarono propri approcci alla Riforma; finché, a metà del Cinquecento, in Italia essi furono presso che completamente troncati dall’Inquisizione. Klaus Ganzer, storico della Chiesa, osserva: “I movimenti religiosi nell’Italia del Cinquecento testimoniano di inizi pieni di speranza e di occasioni mancate; di impulsi di ampia portata e di destini tragici. Alcuni impulsi teologici e spirituali dell’epoca poterono trovare applicazione parziale solo sei secoli seguenti.” Si tratta di approcci riformistici piccoli nei numeri, ma molto interessanti, che vale la pensa scoprire nell’Italia cinquecentesca. “Qualità, non quantità: in questo consiste la forza del movimento filoprotestante italiano“: così si è espressa Silvana Seidel Menchi, storica, uno dei migliori esperti riguardo quell’epoca, che, nell’ambito del nostro ciclo di conferenze, parlerà su “La Riforma in Italia”. 57 Anno della Riforma La Prof. Dr. Seidel Menchi ha studiato Storia all’Università di Firenze e Filologia Latina all’Università di Monaco. Ha insegnato all’Università di Trento, all’École des Hautes Études en Sciences Soziales (EHESS) di Parigi, all’ Università degli Studi di Pisa ed è stata assistente ricercatrice all’Harvard University Center for Italian Renaissance Studies. Nelle sue ricerche, si è occupata a fondo di Erasmo e dell’Umanesimo, della Riforma in Italia e dei rapporti tra i sessi nella prima Età Moderna. Alcune delle sue pubblicazioni importanti riguardano Erasmo in Italia, le persecuzioni degli eretici nel Cinquecento e nel Seicento e il matrimonio in Europa tra 1400 e 1800 e “L'Italia della Riforma, l'Italia senza Riforma“. Vi invitamo sentitamente al ciclo di conferenze “1517-1817-2017“ alla relazione della Prof. Dr. Silvana Seidel Menchi“ (Pisa) “La Riforma in Italia“ venerdì 10 febbraio 2017 h. 19.30 Sala della Comunità, Via Toscana 7. La data del 10 febbraio 2017, provvisoria, sostituisce quella originaria del 7 dicembre 2016, in cui la conferenza non si è potuta tenere. Vi invitiamo a sincerarvi della data, telefonando in segreteria: tel. 06-4817519. 58 Anno della Riforma Culti con inni di Lutero “Cristo, nostro Signore, andò al Giordano“ Musica e Riforma sono parti integranti l’una dell’altra fin dall’inizio. A portare nei cuori e nelle meni il Vangelo riscoperto non fu soltanto la traduzione in tedesco della Bibbia, fatta da Lutero (1483-1546), ma furono anche i suoi inni. Nell’Anno della Riforma, vogliamo riscoprire questo tesoro, cantando gli inni di Lutero durante il culto, ascoltando interpretazioni musicali e meditando sul loro significato nelle prediche. Domenica Septuagesimæ, 12 febbraio 2017, al centro del culto delle 10, nella Chiesa luterana, ci sarà l’inno battesimale di Lutero “Cristo, nostro Signore, andò al Giordano” (or. “Christ, unser Herr, zum Jordan kam“). Nelle sette strofe di cui è composto, Lutero illustra il Battesimo di Gesù nel Giordano, ad opera di Giovanni Battista, e spiega il significato del Battesimo per la fede. L’inno fa parte della serie degli inni catechetici, con cui Lutero dà forma di canto ai pilastri della fede cristiana, in modo che fossero memorizzati dalla comunità. Nella seconda strofa, Lutero esprime chiaramente quest’intenzione: “Così tutti sentono e vedono che Dio stesso nomina il Battesimo; e quel che un cristiano deve credere, che si professa per lui. Dio parla e vuole che ci sia acqua, ma non soltanto acqua: c’è anche la sua santa Parola, con Spirito ricco smisuratamente, che qui è colui che battezza.” Anno della Riforma È per noi una grande gioia che la predica, sull’inno battesimale di Lutero, sia tenuta dal Prof. Dr. Christoph Markschies. Il Prof. Markschies è legato da molti anni alla nostra comunità, grazie ad incontri, conferenze e prediche. Insegna Storia della Chiesa Antica (Patristica) alla Facoltà Teologica dell’ateneo Humbold-Universität di Berlino. È Decano dell’Ordine dei Cavalieri Giovanniti e Presidente della Camera Teologica dell’EKD (Chiesa Evangelica di Germania). In questa fine settimana, il Prof. Markschies riceverà un’onorificenza scientifica speciale: l’Institutum Patristicum Augustinianum gli conferirà la laurea honoris causa in Teologia. Gli facciamo le nostre vive congratulazioni per questo segno di ecumenismo. Pastore Dr. Kruse Anno della Riforma “Dimmi, che cosa è vero“: L’attualità di Martin Lutero un programma di e con Friedrich Schorlemmer (Wittenberg) 15 febbraio 2017, h. 19.30 “Una fede che non si spinga dentro il cuore, ma che resti al portafogli, è una bestemmia e le azioni di penitenza religiosa più estreme non servono a niente, se l’essere umano non c’è con tutto se stesso e se la sua intera vita non è una conversione“, constata Friedrich Schorlemmer in un testo in cui descrive il nucleo centrale dell’opera di Lutero. Ancora, Schorlemmer fa il punto delle idee salienti di Lutero con queste parole: “Ira santa coglie questo figlio di minatori di Eisleben. Lotta con se stesso nel dubbio, di notte e di giorno, per arrivare a certezze e osa contrastare, singolo individuo della grande Chiesa del potere e dello sfarzo di Roma, con nient’altro in mano che la Sacra 61 APPUNTAMENTI UCULTI Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70. IN ITALIANO i culti hanno luogo di norma la seconda domenica del mese alle h. 17. Sono preceduti da un concerto alle h. 16.30. Prossimi culti: 8 gennaio, 12 febbraio, 12 marzo. BILINGUI La quarta domenica del mese il culto delle h. 10 è bilingue tedesco/ italiano. CULTI SPECIALI (se non altrimenti specificato, nella nostra chiesa) 24 dicembre h. 15.30 Culto delle famiglie 24 dicembre h. 17 Culto della Vigilia di Natale 24 dicembre h. 23 Culto di Mezzanotte in italiano 25 dicembre h. 10 Culto di Natale con S. Cena. GRUPPO IN ITALIANO Una volta al mese ci vediamo col Pastore per parlare di teologia, fede e altri temi spirituali, di martedì alle h. 18, Via Toscana 7. Date: 17 gennaio 2016; 28 febbraio, 21 marzo 2017. J CONFERENZE Venerdì 10 febbraio 2017 h. 19.30 Conferenza della Prof. Dr. Silvana Seidel Menchi“ (Pisa) su “La Riforma in Italia“; Sala della Comunità, Via Toscana 7. M����� Sabato 25 marzo 2017, alle h. 20, nella Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70, opere di Max Reger e di Giovanni Battista Pergolesi; Frohnauer Kammerorchester diretto da Jörg Walter. Domenica 26 marzo 2017, alle h. 10 durante il culto, Cantata “Tilge, Höchster, meine Sünden“ (“Annienta, Altissimo, i miei peccati“) di J.S. Bach, BWV 1083; Frohnauer Kantatenchor diretto da Jörg Walter. 62 APPUNTAMENTI Festival MUSICOMETA XXII edizione - “Contrappunti luterani a 5 secoli dalla Riforma“ – Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70 Giovedì 15 dicembre 2016 h. 20 Contrapunctus I: Martin Lutero“ La vita e le gesta raccontate dal fim muto ”Luther“ di Hans Kyser (1927) sonorizzato dall'organista-improvvisatore Ansgar Wallenhorst (Rattingen) Mercoledì 21 dicembre 2016 h. 21 Contrapunctus II: Max Reger – Brani “protestanti“ interpretati dall'organista Alberto Pavoni e introdotti dallo studioso Claudio Strinati Lunedì 26 dicembre 2016 h. 21 Contrapunctus III: Dietrich Bonhoeffer – Le sue poesie, in un intreccio improvvisato di danza e musica; con Emanuele Carucci Viterbi, recitazione; Francesca Alterio, danza; Mohssen Kasirrosafar, zarb, darf; Livia Mazzanti, organo. FCD E LIBRI CD È uscito, per celebrare l’Anno della Riforma; s’intitola “7 inni di Lutero a Roma“, che contiene improvvisazioni di Livia Mazzanti (Organo) e Marika Lombardi (Oboe, Paris). Gli inni sono quelli di cui il Riformatore compose tanto il testo quanto la melodia. Aquistabile in segreteria o nell’atrio della chiesa per EUR 10. LIBRO Papa Francesco “Martin Lutero. Dialogo sulla fede – un colloquio atteso da cinquecento anni”, edizioni San Paolo. Brani di Papa Francesco e di Lutero su temi basilari di fede e teologia, come fede, Chiesa, Parola di Dio, indulgenze, giustificazione, sacramenti e preghiera, scelti e affiancati da Luca Crippa. Ne nasce, appunto, un dialogo a distanza di cinque secoli. 63 Anno della Riforma Scrittura. Essa gli trasmette la certezza che è Cristo a spingerlo. In lui, Lutero ripone ogni sua speranza e da lui trae la forza di resistere, perché è certo che, in vita e in morte, sarà accolto da Cristo.” Martin Lutero è una grandezza rilevante, nei discorsi e nel pensiero di Friedrich Schorlemmer. Con grande sensibilità, conoscenze teologiche profonde e un patrimonio linguistico impressionante, in conferenze, libri e saggi Schorlemmer divulga per il vasto pubblico, in modo benevolo, critico e costruttivo, la vita e la teologia di Lutero. Friedrich Schorlemmer vive, da molti anni, a Wittenberg, dove è stato a lungo docente al Seminario Evangelico per Predicatori., predicatore alla Chiesa del Castello e direttore degli studi dell’Accademia Evangelica di Sassonia-Anhalt. È teologo evangelico, difensore dei diritti civili ed è, in quanto scrittore, tra gli intellettuali di punta in Germania. È stato protagonista preminente dell’opposizione nella DDR. Al Kirchentag del 1983, a Wittenberg, sotto la sua responsabilità fu effettuata la trasformazione simbolica di una spada in aratro. Quest’atto fece conoscere Schorlemmer in tutto il mondo ed esso divenne segno di speranza per il movimento pacifista nella DDR. In una “Lettera da Wittenberg a Roma“, Schorlemmer si rivolge, contenuta nel suo libro dell’estate 2016, intitolato ”Unsere Erde ist zu retten. Haltungen, die wir jetzt brauchen“ [La nostra Terra va salvata. Atteggiamenti di cui abbiamo bisogno adesso], si rivolge a Papa Francesco, rispondendo ecumenicamente all’enciclica “Laudato si’“. 64 Anno della Riforma “Leggiamo Lutero“ “Otto sermoni del Dr. Martin Lutero, da lui predicati a Wittenberg durante la Quaresima” (1522) Mercoledì 1° marzo 2017 h. 18-19 Casa della Comunità Via Toscana 7 Dopo la Dieta di Worms, Lutero fu rapito, per ordine del suo Principe elettore, Federico il Savio, e nascosto alla Wartburg. Durante la sua assenza, a Wittenberg fu introdotta una serie di riforme; in questo quadro, nella primavera del 1522 si arrivò agli attacchi degli iconoclasti. Gli sviluppi a Wittenberg preoccuparono molto Lutero, che, all’inizio del marzo 1522, contro l’espresso volere del Principe, tornò in città. Nella domenica Invocavit, dopo un’interruzione durata un anno, si rivolse di nuovo, dal pulpito della Chiesa Cittadina, alla comunità wittemberghense. Coerentemente con la sua concezione della realtà della Parola di Dio e col suo compito di “evangelista”, questo era il luogo appropriato per intervenire nel corso delle riforme a Wittenberg. A partire dalla domenica Invocavit, Lutero prese posizione, 65 Anno della Riforma quotidianamente, sulle modifiche intraprese in città. Perciò queste prediche sono chiamate “le prediche Invocavit”. Lutero si trovava davanti al compito di non dare alle “due parti” occasione di polemica e di trovare una via che rendesse possibili sia le riforme necessarie, da lui approvate, sia il rispetto per le coscienze dei deboli. Questa “via mediana” di Lutero era caratterizzata anche dal rapporto tra fede e amore: “Guardate questi due pezzi: ’dover essere’ e ’essere libero’. Perché ciò che ‘deve essere’ è ciò che esige la necessità e che deve sussistere immotamente, come la fede, che io non mi lascio togliere, ma che devo avere sempre nel mio cuore e professare liberamente davanti a ciascuno. ‘Essere libero’, però, è ciò in cui ho libertà e posso usarla o no; ma in modo tale che mio fratello ne tragga frutto e non io. Ora, non trasformate l’’essere libero’ in ‘dover essere’, come avete fatto, affinché non dobbiate rendere conto a coloro che avete sviato con la vostra libertà senza amore.“ Quest’argomentazione corrisponde anche alla concezione di riforma, propria di Lutero: “Summa summarum: voglio predicarlo, voglio dirlo, voglio scriverlo. Ma non voglio costringere nessuno, con la violenza, poiché la fede vuole essere accettata per volontà, senza coercizione. Prendete me, ad esempio. Sono intervenuto, opponendomi alle indulgenze e a tutti i papisti, ma senza violenza. Ho promosso, predicato e scritto soltanto la Parola di Dio; non ho fatto altro.” Il prossimo testo di questa serie sarà, il 5 aprile 2017, lo scritto di Lutero “Dell’autorità secolare, quanto gli si debba ubbidienza” (or. “Von weltlicher Obrigkeit, wie weit man ihr Gehorsam schuldig sei“, 1523). 66 Anno della Riforma Laboratorio di canto corale su inni di Lutero 3 – 5 marzo 2017 Martin Lutero non ha inventato l’inno sacro, ma lo ha riscoperto: come testimonianza personale di fede; come modo importante di annunciare il Vangelo e della partecipazione della comunità al culto. Lui stesso ne compose 45. Lutero scrisse i suoi inni per il canto della comunità. I testi sono chiari, semplici e facili da ricordare e le melodie, di cui Lutero ne compose una parte, sono vivide e si cantano facilmente. Gli inni di Lutero sono piccoli tesori della fede evangelica. Chi li canti, impara a conoscere Martin Lutero nella sua devozione e, al tempo stesso, trova testi, in cui i fondamenti della fede cristiana sono espressi con parole proprie. Nel laboratorio di canto corale, vogliamo riscoprire questi tesori e imparare alcuni inni di Lutero in arrangiamenti vecchi e nuovi. 67 Anno della Riforma Il laboratorio si svolgerà dal 3 al 5 marzo 2017 nella Casa della Comunità, Via Toscana 7, e sarà diretto da Heiny-Hermann Grube, specialista in musica sacra, di Lübbecke/Vestfalia. Il signor Grube ha studiato Musica Sacra e Teologia a Düsseldorf, Wuppertal e Heidelberg. Dopo il primo esame finale di Musica Sacra, ha operato a Espelkamp; dal 1992 è Kantor e organista alla Chiesa di S. Andrea a Lübbecke. Il laboratorio comincia venerdì sera, con una prova dalle h. 19.30 alle h. 21.30. Sabato staremo insieme tutto il giorno, dalle h. 9.30 alle h. 18., e pranzeremo nella Sala della Comunità. Domenica, ci troviamo alle h. 9 per la prova e poi canteremo durante il culto. La partecipazione è aperta a tutti gli interessati, dentro e fuori la comunità. Per organizzare il pranzo di sabato, sarebbe utile che vi prenotaste per il laboratorio, contattando la segreteria: tel. 06.4817519. 68 Anno della Riforma Ciclo di conferenze “1517-1817-2017” “L’apostolo Paolo e Martin Lutero“ Tutti i grandi teologi della Chiesa antica e del Medio Evo sono diventati teologi grazie a Paolo. Le sue lettere sono gli scritti più antichi del Nuovo Testamento e il suo annuncio è espressione completa della fede cristiana. In questa tradizione è anche Martin Lutero, che, da professore di Teologia Biblica, nello studio intenso e approfondito delle lettere paoline, in particolare di quella ai Romani, riscoprì il messaggio liberatorio della giustificazione dell’essere umano soltanto per fede, ponendola poi al centro del suo annuncio e della sua opera. “Paolo e Lutero“: la riflessione sul rapporto tra di loro conduce al centro della teologia cristiana. In questo tema si incrociano prospettive storiche ed esegetiche, spirituali ed ecumeniche. Questi e aspetti importanti sono: come ha acquisito, Lutero, la sua comprensione basilare della teologia paolina? Nella sua interpretazione di Paolo, Lutero ha compreso l’apostolo in modo esatto? Quale significato ecumenico ha l’interpretazione di Paolo da parte di Lutero e in quale modo i cristiani, oggi, possono accertarsi, per la loro fede, della forza della predicazione paolina, che tutti unisce? È con particolare gioia che il Professor Dr. Jens Schröter, legato da molti anni alla nostra comunità, domenica 19 marzo 2017 predicherà, durante il culto, sull’importanza della teologia neotestamentaria per la nostra fede e, al termine, terrà una conferenza sul tema: “L’apostolo Paolo e Martin Lutero”. Il Prof. Dr. Jens Schröter ha studiato Teologia Evangelica a Jena, 69 Anno della Riforma Amburgo e Heidelberg. Dopo la laurea, nel 1992, ha conseguito l’abilitazione nel 1996, in Nuovo Testamento. Ha insegnato ad Amburgo e a Lipsia; dal 2008 detiene la cattedra di Esegesi e Teologia del Nuovo Testamento all’ateneo Humboldt-Universität di Berlino. Tra le sue pubblicazioni importanti ci sono “Jesus und die Anfänge der Christologie“, ”Jesus von Nazaret. Jude aus Galiläa – Retter der Welt“, “Nehmt – esst und trinkt. Das Abendmahl verstehen und feiern“ [Gesù e gli inizi della cristologia; Gesù di Nazareth, ebreo di Galilea; Prendete, mangiate e bevete. Comprendere e celebrare la S. Cena]. Sta preparando un commento teologico alla Lettera ai Romani di Paolo. Vi invitiamo sentitamente, per il ciclo „“1517-1817-2017“ alla conferenza del Prof. Dr. Jens Schröter (Berlin) “L’apostolo Paolo e Martin Lutero“ domenica 19 marzo 2017 h. 11.30 Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70 70 Vita di comunità Fare tirocinio a Roma: Tomke Hannemann si presenta Cara Comunità, nel marzo 2017 svolgerò un tirocinio di 4 settimane presso di voi. Mi chiamo Tomke Hannemann, ho 24 anni e vengo dalla Frisia Orientale. Ho cominciato gli studi universitari a Lipsia e, attualmente, li proseguo a Halle (Saale). Guardo con gratitudine alle esperienze fatte durante il mio anno all’estero, in Israele, all’Università Ebraica di Gerusalemme, città in cui ho potuto vedere anche un po’ com’è la vita di una comunità luterana all’estero. Adesso sono molto curiosa di conoscere voi della comunità di Roma. Mi rallegro all’idea degli incontri che faremo e dei discorsi e delle esperienze che mi attendono nella vostra comunità! Cordiali saluti, Vostra Tomke Hannemann 71 Anno della Riforma Riforma e Musica Concerto della Riforma in spirito ecumenico La musica, in questo concerto, si basa su due testi, che rappresentano forme espressive importanti della devozione evangelica e cattolica romana: l’inno di Lutero “È forte rocca il Signor” (or. “Ein feste Burg ist unser Gott”) e la poesia medioevale “Stabat Mater”, che canta la madre di Gesù nel suo dolore per il Crocifisso. Nel Concerto della Riforma, cui vi invitamo, sabato 25 marzo 2017, alle h. 20, nella Chiesa luterana di Roma, Via Sicilia 70, le due tradizioni risuoneranno nelle opere di Max Reger (1873-1916) e di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), facendo del concerto un evento ecumenico. Anzitutto, Jörg Walter, specialista di musica sacra e Kantor della Comunità di Berlino-Frohnau, eseguirà la Fantasia per organo di Max Reger ”Ein feste Burg ist unser Gott“ (op 27.). L’inno è, fino ad oggi, uno dei corali più famosi di Lutero. Con la sua promessa del messaggio consolatorio del Vangelo, esprime il nucelo della teologia di Lutero e, al tempo stesso, rappresenta simbolicamente gli enunciati fondamentali della fede evangelica. La Fantasia per organo di Max Reger è interpretazione musicale, congeniale e temperamentosa, dell’inno 72 Anno della Riforma di Lutero. Reger interpreta in musica ogni verso. Compose questo capolavoro della letteratura organistica nel giugno del 1898, in tre giorni. Il suo ex insegnante di pianoforte ed organo scrisse, su questa fantasia: “Sentii chiaramente che questi erano suoni di una tale inflessibile potenza, magnificente maestà e solennità, come non ne erano stati più pensati da spirito mortale fin dai tempi di Johann Sebastian Bach“. Nella seconda parte del concerto della Riforma, l’ensemble Frohnauer Kammerorchester, diretto da Jörg Walter, eseguirà lo ”Stabat Mater“ per Soprano, Contralto e Violini di Giovanni Battista Pergolesi. È l’ultima composizione completa di Pergolesi, composta poco prima della morte prematura, a 26 anni. La musica commuove, fino ad oggi, per la tristezza, profondamente sentita, di Maria per suo Figlio crocifisso. Anche Johann Sebastian Bach fu impressionato da quest’opera. Rielaborò lo “Stabat Mater“ per la Cantata “Annienta, Altissimo, i miei peccati“ (or. “Tilge, Höchster, meine Sünden“, BWV 1083), che sarà cantata dalla corale Frohnauer Kantatenchor durante il culto di domenica Lætare, il 26 marzo 2017, alle h. 10. 73 Anno della Riforma Riforma e Musica Culto con cantata È molto diffusa ancora oggi l’opinione che, nella devozione evangelica, Maria non abbia alcuna importanza. Maria sarebbe stata cancellata dagli inni e dalle prediche della Chiesa evangelica per distinguersi dalla pietà mariana di stampo cattolico. Certo, la Chiesa evangelica ha incentrato la tradizione cristiana nuovamente sulla Bibbia come unico parametro di riferimento. Ma non si è mai svincolata dalla tradizione cristiana comune. Ha posto al centro soltanto Gesù Cristo, ma ha considerato nella giustizia anche la “nuvola di testimoni” (Ebrei 12, 1), in cui Maria ha una posizione speciale. Ciò risulta chiaro, per esempio, dal commento di Lutero al cantico di Maria, come anche dalla cantata di Bach “Cancella, Altissimo, i miei peccati” (or. “Tilge, Höchster meine Sünden“). Johann Sebastian Bach (1685-1750) non venne mai in Italia, ma si confrontò intensamente con le opere dei compositori italiani. Eseguì i lavori di Palestrina ed elaborò concerti di Vivaldi. Studiò su una copia manoscritta lo “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesis (17101736) e, tra il 1745 e il 1747, sostituì il testo latino di questa poesia con un testo tedesco del salmo 51. Questo salmo fa parte dei salmi penitenziali e comincia con le parole: “Abbi pietà di me, o Dio, per la tua bontà; nella tua grande misericordia cancella i miei peccati”. Bach adattò la musica al nuovo testo e fece alcune modifiche, ma, nel complesso, lasciò intatta la musica di Pergolesi. 74 Anno della Riforma Nel culto di domenica 26 marzo 2017, la corale Frohnauer Kantatenchor, diretta da Jörg Walter, canterà la cantata “Tilge, Höchster, meine Sünde“. Il coro, fondato nel 2013, si dedica in modo particolare ad opere ambizione, ma poco conosciute, del repertorio sacro, che si eseguono durante il culto. Foto: Ellinor Blankenfeld Nella predica, il Prof. Dr. Notger Slenczka (Berlin) tratterà il tema: “Il ruolo di Maria e la Riforma“. Vi invitiamo sentitamente al Culto con cantata “Tilge, Höchster, meine Sünden“ Adattamento dello “Stabat Mater“ di Pergolesi cantato dal Frohnauer Kammerchor diretto da Jörg Walter Predica del Prof. Dr. Notger Slenczka 75 Vita di comunità Viaggio della Comunità in Terra Santa “Venite a vedere il luogo dove giaceva” (Mt 28, 6). Quest’invito, rivolto dall’angelo alle donne venute alla tomba, la mattina di Pasqua, può essere inteso anche nel senso di seguire le orme di Gesù in Terra Santa. Secondo la testimonianza della Bibbia, è Dio stesso che, per amore dell’umanità, si è concretamente “spostato“. Non è restato in cielo, ma ha incontrato le persone nella loro concreta vita quotidiana, così che luoghi e paesaggi, ancora oggi, ricordano questi incontri con Gesù e ci fanno venire in contatto, in modo speciale, con la sua vita e il suo messaggio; cosa che, oltre ad essere un’esperienza formativa, può portare anche ad approfondire la fede. Così, anche quest’anno vogliamo fare, come comunità, un viaggio in Terra Santa, con l’idea teologica basilare di Lutero di distogliere da sé per indicare Gesù Cristo. 76 Vita di comunità Un viaggio in Terra Santa è un’esperienza dai molti livelli. Oltre ai luoghi che, per la nostra fede, sono legati ad episodi biblici; ci sono anche gli sviluppi politici attuali; ci sono le schermaglie tra ebraismo, cristianesimo e islam; ci sono le diverse culture, gli stili di vita e le ussanze, le cose da vedere, i paesaggi e le scoperte gastronomiche, gli incontri e le discussioni e molto altro ancora. I primi giorni alloggeremo al Lutherisches Hospiz, struttura ricettiva luterana nella Città Vecchia di Gerusalemme, e partendo da lì visiteremo questa città impressionante. Qualcosa del fascino di Gerusalemme riluce nelle parole di Wolfgang Büscher che, nel suo libro “Frühling in Jerusalem“ [Primavera a Gerusalemme], scrive: “Il cielo della sera riversò prodigo la sua luce. Ciò che era di pietra bianca e di pietra grigia, dunque tutto, qui, adesso era arrossato. Tutto giaceva disteso, città e mondo, un corpo solo, tutte le parti formate, le valli e le colline grandiosamente illuminate; la città, cinta dalle mura, e sotto di essa la grane piega, la Valle di Kidron; sopra, sul Monte degli Olivi, il Getsemani, giardino dell’ultima notte prima della Passione; dietro il Monte degli Olivi, il Deserto di Giudea. Fino allo scendere della notte, stetti su; poi, scesi d nuovo nell’eterna penombra di grotte, tunnel, conventi, che furante il giorno restano nell’ombra permanente, solo debolmente illuminati, e mi domando se a Gerusalemme ci fosse uno, uno solo che potesse dire di sé di conoscere la città. Ne dubito.“ 77 Vita di comunità Dopo le giornate nell’irrequieta Gerusalemme, andremo col pullman a Gerico e al luogo del battesimo di Gesù, in riva al Giordano, per continuare poi per il Lago di Genezareth. Passeremo due notti nella struttura ricettiva per pellegrini Tabgha e, da qui, faremo escursioni nella Galilea biblica, scoprendo molti piccoli posti legati alla vita di Gesù. Se avete interesse e voglia di partecipare a questo viaggio, rivolgetevi alla Signora Christiane Bremer e al Pastore Dr. Jens-Martin Kruse. Viaggio in Terra Santa Quando? dal 7 al 14 giugno 2017 Dove? Gerusalemme e Lago di Genezareth Costi: ca. EUR 1600,00 (volo, vitto e alloggio, transfer) Direzione: Christiane Bremer e Pastore Dr. Kruse Iscrizioni: entro il 15 gennaio 2017 in segreteria, tel. 06.4817519 78 Ecumenismo Meditazione di Papa Francesco per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace, Assisi, Basilica Inferiore, 20 settembre 2016 Di fronte a Gesù crocifisso risuonano anche per noi le sue parole: «Ho sete» (Gv 19,28). La sete, ancor più della fame, è il bisogno estremo dell’essere umano, ma ne rappresenta anche l’estrema miseria. Contempliamo così il mistero del Dio Altissimo, divenuto, per misericordia, misero fra gli uomini. Di che cosa ha sete il Signore? Certo di acqua, elemento essenziale per la vita. Ma soprattutto ha sete di amore, elemento non meno essenziale per vivere. Ha sete di donarci l’acqua viva del suo amore, ma anche di ricevere il nostro amore. Il profeta Geremia ha espresso il compiacimento di Dio per il nostro amore: «Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento» (Ger 2,2). Ma ha dato anche voce alla sofferenza divina, 79 Ecumenismo quando l’uomo, ingrato, ha abbandonato l’amore, quando – sembra dire anche oggi il Signore – «ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua» (Ger 2,13). È il dramma del “cuore inaridito”, dell’amore non ricambiato, un dramma che si rinnova nel Vangelo, quando alla sete di Gesù l’uomo risponde con l’aceto, che è vino andato a male. Come, profeticamente, lamentava il salmista: «Quando avevo sete mi hanno dato aceto» (Sal 69,22). “L’Amore non è amato”: secondo alcuni racconti era questa la realtà che turbava San Francesco di Assisi. Egli, per amore del Signore sofferente, non si vergognava di piangere e lamentarsi a voce alta (cfr Fonti Francescane, n. 1413). Questa stessa realtà ci deve stare a cuore contemplando il Dio crocifisso, assetato di amore. Madre Teresa di Calcutta volle che nelle cappelle di ogni sua comunità, vicino al Crocifisso, fosse scritto “Ho sete”. Estinguere la sete d’amore di Gesù sulla croce mediante il servizio ai più poveri tra i poveri è stata la sua risposta. Il Signore è infatti dissetato dal nostro amore compassionevole, è consolato quando, in nome suo, ci chiniamo sulle miserie altrui. Nel giudizio chiamerà “benedetti” quanti hanno dato da bere a chi aveva sete, quanti hanno offerto amore concreto a chi era nel bisogno: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Le parole di Gesù ci interpellano, domandano accoglienza nel cuore e risposta con la vita. Nel suo “Ho sete” possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace. Implorano pace le vittime delle guerre, che inquinano i popoli di odio e la Terra di armi; implorano pace i nostri fratelli e sorelle che vivono sotto la minaccia dei bombardamenti o sono costretti a 80 Ecumenismo lasciare casa e a migrare verso l’ignoto, spogliati di ogni cosa. Tutti costoro sono fratelli e sorelle del Crocifisso, piccoli del suo Regno, membra ferite e riarse della sua carne. Hanno sete. Ma a loro viene spesso dato, come a Gesù, l’aceto amaro del rifiuto. Chi li ascolta? Chi si preoccupa di rispondere loro? Essi incontrano troppe volte il silenzio assordante dell’indifferenza, l’egoismo di chi è infastidito, la freddezza di chi spegne il loro grido di aiuto con la facilità con cui cambia un canale in televisione. Di fronte a Cristo crocifisso, «potenza e sapienza di Dio» (1 Cor 1,24), noi cristiani siamo chiamati a contemplare il mistero dell’Amore non amato e a riversare misericordia sul mondo. Sulla croce, albero di vita, il male è stato trasformato in bene; anche noi, discepoli del Crocifisso, siamo chiamati a essere “alberi di vita”, che assorbono l’inquinamento dell’indifferenza e restituiscono al mondo l’ossigeno dell’amore. Dal fianco di Cristo in croce uscì acqua, simbolo dello Spirito che dà la vita (cfr Gv 19,34); così da noi suoi fedeli esca compassione per tutti gli assetati di oggi. Come Maria presso la croce, ci conceda il Signore di essere uniti a Lui e vicini a chi soffre. Accostandoci a quanti oggi vivono da crocifissi e attingendo la forza di amare dal Crocifisso Risorto, cresceranno ancora di più l’armonia e la comunione tra noi. «Egli infatti è la nostra pace» (Ef 2,14), Egli che è venuto ad annunciare la pace ai vicini e ai lontani (cfr Ef 2,17). Ci custodisca tutti nell’amore e ci raccolga nell’unità, nella quale siamo in cammino, perché diventiamo quello che Lui desidera: «una sola cosa» (Gv 17,21). © Libreria Editrice Vaticana 81 Ecumenismo Appello di Papa Francesco alla Giornata Mondiale per la Pace, Assis, 20 settembre 2016 Uomini e donne di religioni diverse, siamo convenuti, come pellegrini, nella città di San Francesco. Qui, nel 1986, trent’anni fa, su invito di Papa Giovanni Paolo II, si riunirono Rappresentanti religiosi da tutto il mondo, per la prima volta in modo tanto partecipato e solenne, per affermare l’inscindibile legame tra il grande bene della pace e un autentico atteggiamento religioso. Da quell’evento storico, si è avviato un lungo pellegrinaggio che, toccando molte città del mondo, ha coinvolto tanti credenti nel dialogo e nella preghiera per la pace; ha unito senza confondere, dando vita a solide amicizie interreligiose e contribuendo a spegnere non pochi conflitti. Questo è lo spirito che ci anima: realizzare l’incontro nel dialogo, opporsi a ogni forma di violenza e abuso della religione per giustificare la guerra e il terrorismo. Eppure, negli anni trascorsi, ancora tanti popoli sono stati dolorosamente feriti dalla guerra. Non si è sempre compreso che la 82 Ecumenismo guerra peggiora il mondo, lasciando un’eredità di dolori e di odi. Tutti, con la guerra, sono perdenti, anche i vincitori. Abbiamo rivolto la nostra preghiera a Dio, perché doni la pace al mondo. Riconosciamo la necessità di pregare costantemente per la pace, perché la preghiera protegge il mondo e lo illumina. La pace è il nome di Dio. Chi invoca il nome di Dio per giustificare il terrorismo, la violenza e la guerra, non cammina nella Sua strada: la guerra in nome della religione diventa una guerra alla religione stessa. Con ferma convinzione, ribadiamo dunque che la violenza e il terrorismo si oppongono al vero spirito religioso. Ci siamo posti in ascolto della voce dei poveri, dei bambini, delle giovani generazioni, delle donne e di tanti fratelli e sorelle che soffrono per la guerra; con loro diciamo con forza: No alla guerra! Non resti inascoltato il grido di dolore di tanti innocenti. Imploriamo i Responsabili delle Nazioni perché siano disinnescati i moventi delle guerre: l’avidità di potere e denaro, la cupidigia di chi commercia 83 Ecumenismo armi, gli interessi di parte, le vendette per il passato. Aumenti l’impegno concreto per rimuovere le cause soggiacenti ai conflitti: le situazioni di povertà, ingiustizia e disuguaglianza, lo sfruttamento e il disprezzo della vita umana. Si apra finalmente un nuovo tempo, in cui il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli. Si attui la responsabilità di costruire una pace vera, che sia attenta ai bisogni autentici delle persone e dei popoli, che prevenga i conflitti con la collaborazione, che vinca gli odi e superi le barriere con l’incontro e il dialogo. Nulla è perso, praticando effettivamente il dialogo. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace; da Assisi rinnoviamo con convinzione il nostro impegno ad esserlo, con l’aiuto di Dio, insieme a tutti gli uomini e donne di buona volontà. © Libreria Editrice Vaticana 84 Ecumenismo Pellegrinaggio ecumenico in Terra Santa Un pellegrinaggio ecumenico in Terra Santa, di 18 vescovi e vescove della Chiese evangelica e cattolica di Germania, si è svolto dal 16 al 2 ottobre scorsi. Il programmam comprendeva preghiere comuni, studi biblici e culti, oltre ad incontri con cristiani, al dialogo interreligioso , una visita allo Yad Vashem, memoriale dell’Olocausto e discussioni politiche. Il pellegrinaggio voleva essere l’avvio comune della festa di Cristo, concordata tra le due Chiese. Sulle orme di Gesù, i vescovi si sono recati nei luoghi di origine del cristianesimo, esprimendo così il legame nella fede. Il messaggio congiunto rimarca l’importanza peculiare, per la commemorazione della Riforma nel 2017, di queste esperienze comuni in Terra Santa; il messaggio è stato presentato, al termine del viaggio, dal Presidente dell’EKD, Vescovo Heinrich Bedford-Strohm, e dal Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, Card. Reinhard Marx. Nel testo, che ha un tono molto incoraggiante, è detto: “Il nostro pellegrinaggio comune, alle fonti della fede, ci ha fatto riscoprire ciò che costituisce il centro della nostra fede comune: Cristo! Nel nostro essere in cammino insieme, nei discorsi fatti insieme e negli impulsi spirituali che ci siamo scambiati, abbiamo imparato ad 85 Ecumenismo ascoltare con le orecchie dell’altro e a comprenderlo col cuore, nella sua fede. Come festa di Cristo, nell’anno venturo, vogliamo celebrare ecumenicamente il ricordo dell’avvio della Riforma, 500 anni fa. Così, membri della Conferenza Episcopale Tedesca e rappresentanti del Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania si sono messi in cammino per andare in Terra Santa e visitare i luoghi d’origine della nostra comune fede cristiana. Diversamente dalle celebrazioni dei centenari precedenti, questa volta non sarà sottolineata la discriminante confessionale, ma la responsabilità comune della nostra fede. La Riforma non voleva fondare una nuova Chiesa né dividere quella vecchia. Nel nucleo della Riforma, pertanto, c’è un’intenzione che deve essere dietro ogni rinnovamento della Chiesa: il rimando a Gesù Cristo come Parola di Dio, divenuta uomo, e al suo Vangelo. Questo costituisce anche il nucleo delle celebrazioni della Riforma nel 2017. Ed è questo che esprimiamo, qui, col nostro viaggio in Terra Santa; ci siamo messi sulle orme della storia di salvezza di Dio con l’umanità, come la troviamo in Gesù di Nazareth. Ci poniamo consapevolmente nella lunga tradizione di cristiani e cristiane di tutte le confessioni, che vennero e vengono pacificamente in Terra Santa per avvertirvi un po’ della presenza di Dio e per chiedere in preghiera la sua pace (....)“ 86 Ecumenismo Predica del Pastore Martin Junge, Segretario generale della Federazione Luterana Mondiale Lund, 31 ottobre 2016 Cari Sorelle e Fratelli in Cristo, da secoli, generazione dopo generazione, leggiamo questo testo del Vangelo che ci presenta Gesù come la vera vite. Ma invece di leggerlo come testo che incoraggia all’unità, ci siamo concentrati sui tralci che vengono potati perché non danno frutto. Ed è così che ci siamo considerati reciprocamente: come tralci separati da Cristo, la vera vite. Ma già ai tempi in cui era impensabile una commemorazione comune della Riforma, come possiamo fare oggi, ci furono donne e uomini che si riunirono per pregare per l’unità o per fondare comunioni ecumeniche. Teologi, uomini e donne, avviarono già allora il dialogo, sforzandosi di superare le differenze dottrinali e teologiche. Molti operarono nel servizio comune ai poveri e agli oppressi. Sì, alcuni subirono il martirio per amore del Vangelo. Sono profondamente grato dell’esistenza di questi profeti coraggiosi, uomini e donne. Il loro stare insieme, nella vita e nella testimonianza, insegnò loro a non considerarsi più, gli uni gli altri, come tralci separati, ma come tralci che sono uniti nella vite, Cristo. 87 Ecumenismo Anzi, di più: cominciarono a considerare Cristo in mezzo a loro e a diventare consapevoli che, perfino in quelle fasi storiche, in cui il dialogo tra noi era interrotto, egli continuava a parlarci. Gesù non ci ha dimenticati nemmeno per un istante, perfino quando sembrava che noi avessimo dimenticato lui e ci perdemmo in violenze e azioni guidate dall’odio. Considerando, dunque, Cristo presente tra noi, cominciamo anche a vederci gli uni gli altri in luce nuova. Siamo consapevoli che ci sono più cose a unirci che a dividerci. Siamo tralci della medesima vite. Siamo una cosa sola nel Battesimo. Perciò celebriamo questo ricordo comune della Riforma: per riscoprire chi siamo davvero in Cristo. La manifestazione di quest’unità in Gesù Cristo, però, è in contrasto netto con la realtà di frammentazione che caratterizza la Chiesa, Corpo di Cristo. La visione di una comunione, fondata in Gesù Cristo, con tutta la bellezza e speranza che desta in noi, significa anche che soffriamo più dolorosamente delle ferite della nostra fragilità. Ciò che mai si sarebbe dovuto rompere, è stato rotto: l’unità del Corpo di Cristo. Abbiamo perso quel che ci era stato donato. Come possiamo, oggi, procedere, con coraggio e con speranza, come fecero coloro che hanno fatto questo pellegrinaggio ecumenico verso l’unità? Come orientiamo i nostri passi a un futuro nella comunione, cui Dio ci chiama? Come possiamo diventare un intero, in modo che diventiamo, infine, ciò che siamo già in Cristo: tralci di una sola vite? Il pensatore latinoamericano Eduardo Galeano ha detto: “La Storia è una profetessa dallo sguardo retrospettivo: annuncia ciò che sarà basandosi su quel che è stato e in contraddizione con ciò che è stato.“ 88 Ecumenismo Propongo che noi, da oggi, si usi questa chiave, quando leggiamo la parabola della vera vite. Che essa possa essere, per noi, l’annuncio, ricco di speranza e profetico, del legame solido tra vite e tralci che portano in abbondanza i frutti della salvezza e della vita. Possa essere questo lo spirito, con cui affrontiamo questo momento storico, in cui noi, cristiani e cristiane cattolici e luterani, ci impegniamo ad allontanarci da conflitto e divisione, che hanno gettato le loro ombre sul passato, perfare insieme il cammino della comunione. Senza dubbio, è un cammino promettente, ma è anche ambizioso. Si compie in un’epoca di grande frammentazione e carica di conflitti. Massicci movimenti di discriminazione estraneano singoli e gruppi, così che essi non sono più in grado di comunicare tra loro. Ma il cammino cui siamo chiamati dovrà poggiare su dialoghi ancora più intensi. La rappresentazione della nostra identità e di quella della nostra controparte, di norma sottolinea le differenze e le mette bene in vista. I nostri ricordi sono spesso intrisi di dolore e conflitto. Nella consapevolezza dell’esistenza di tutte queste forze centrifughe, che recano sempre in sé il rischio di separarci gli uni dagli altri, io incoraggio a confidare nella forza centripeta del Battesimo. La grazia liberante del Battesimo è dono di Dio che ci chiama a radunarci e che ci unisce! Il Battesimo è l’annuncio profetico della salvezza e dell’unità, in mezzo al nostro mondo sfiancato e, così, è dono di speranza all’umanità, che aspira a una vita nella pace, in cui vi siano giustizia e diversità riconciliata. Che mistero profondo: il grido dei popoli e degli individui, la cui vita è caratterizzata da violenza e oppressione, risuona insieme con ciò 89 Ecumenismo che Dio ci sussurra costantemente, mediante Gesù Cristo, la vera vite, in cui siamo una cosa sola. Se restiamo uniti a questa vite, allora portiamo frutti di pace, giustizia e riconciliazione, misericordia e solidarietà. Proseguiamo, dunque, su questo cammino; rispondiamo nella fede alla chiamata di Dio e rispondiamo, così, anche al grido d’aiuto, alla sete e alla fame di un’umanità ferita e spezzata. E se, domani, domani Dio dovessse trovarci con in mano delle pietre, come quelle che tenevano prima, che non si debba pensare che le abbiamo per tirarcele gli uni gli altri. Ma chi potrebbe gettare la prima pietra, dopo che abbiamo riconosciuto che la nostra identità è fatta in Cristo? Possano, queste pietre, non essere usate per costuire muri o per discriminare. Come potremmo agire così, se Gesù Cristo ci chiama ad essere ambasciatori ed ambasciatrici di riconciliazione? Possa Dio incontrarci mentre costruiamo ponti, per avvicinarci gli uni agli altri; mentre costruiamo case, in cui ci riuniamo, condividendo tavole, sì, tavole, su cui ci sono pane e vino, presenza di Cristo. Cristo, che non ci ha mai abbandonato neanche per un istante, e che ci chiama a restare con lui, affinché il mondo creda.“ 90 Ecumenismo Predica di Papa Francesco Lund, 31 ottobre 2016 «Rimanete in me e io in voi» (Gv 15,4). Queste parole, pronunciate da Gesù nel contesto dell’Ultima Cena, ci consentono di accostarci al cuore di Cristo poco prima del suo donarsi definitivo sulla croce. Possiamo sentire i suoi battiti di amore per noi e il suo desiderio di unità per tutti coloro che credono in lui. Ci dice che lui è la vera vite e noi i tralci; e che, come Egli è unito al Padre, così noi dobbiamo rimanere uniti a lui, se vogliamo portare frutto. In questo incontro di preghiera, qui a Lund, vogliamo manifestare il nostro comune desiderio di rimanere uniti a lui per avere la vita. Gli chiediamo: “Signore, aiutaci con la tua grazia a essere più uniti a te per dare insieme una testimonianza più efficace di fede, speranza e carità”. E’ anche un momento per rendere grazie a Dio per l’impegno di tanti nostri fratelli, di diverse comunità ecclesiali, che non si sono rassegnati alla divisione, ma che hanno mantenuto viva la speranza della riconciliazione tra tutti coloro che credono nell’unico Signore. 91 Ecumenismo Cattolici e luterani abbiamo cominciato a camminare insieme sulla via della riconciliazione. Ora, nel contesto della commemorazione comune della Riforma del 1517, abbiamo una nuova opportunità di accogliere un percorso comune, che ha preso forma negli ultimi cinquant’anni nel dialogo ecumenico tra la Federazione Luterana Mondiale e la Chiesa Cattolica. Non possiamo rassegnarci alla divisione e alla distanza che la separazione ha prodotto tra noi. Abbiamo la possibilità di riparare ad un momento cruciale della nostra storia, superando controversie e malintesi che spesso ci hanno impedito di comprenderci gli uni gli altri. Gesù ci dice che il Padre è il padrone della vigna (cfr v. 1), che la cura e la pota perché dia più frutto (cfr v. 2). Il Padre si preoccupa costantemente del nostro rapporto con Gesù, per vedere se siamo veramente uniti a lui (cfr v. 4). Ci guarda, e il suo sguardo di amore ci incoraggia a purificare il nostro passato e a lavorare nel presente per realizzare quel futuro di unità a cui tanto anela. Anche noi dobbiamo guardare con amore e onestà al nostro passato e riconoscere l’errore e chiedere perdono: Dio solo è il giudice. Si deve riconoscere con la stessa onestà e amore che la nostra divisione si allontanava dalla intuizione originaria del popolo di Dio, che aspira naturalmente a rimanere unito, ed è stata storicamente perpetuata da uomini di potere di questo mondo più che per la volontà del popolo fedele, che sempre e in ogni luogo ha bisogno di essere guidato con sicurezza e tenerezza dal suo Buon Pastore. Tuttavia, c’era una sincera volontà da entrambe le parti di professare e difendere la vera fede, ma siamo anche consapevoli che ci siamo chiusi in noi stessi per paura o pregiudizio verso la fede che gli altri professano con un accento e un linguaggio diversi. Papa Giovanni Paolo II diceva:«Non dobbiamo lasciarci guidare dall’intento di ergerci a giudici della storia, ma 92 100 Ecumenismo unicamente da quello di comprendere meglio gli eventi e di diventare portatori di verità» (Messaggio al Cardinale Johannes Willebrands, Presidente del Segretariato per l’Unità dei Cristiani, 31 ottobre 1983).Dio è il padrone della vigna, e con amore immenso la nutre e la protegge; lasciamoci commuovere dallo sguardo di Dio; l’unica cosa che egli desidera è che rimaniamo uniti come tralci vivi a suo Figlio Gesù. Con questo nuovo sguardo al passato non pretendiamo di realizzare una inattuabile correzione di quanto è accaduto, ma «raccontare questa storia in modo diverso» (Commissione LuteranaCattolica Romana per l’unità, Dal conflitto alla comunione, 17 giugno 2013, 16). Gesù ci ricorda: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Egli è colui che ci sostiene e ci incoraggia a cercare i modi per rendere l’unità una realtà sempre più evidente. Indubbiamente la separazione è stata un’immensa fonte di sofferenze e di incomprensioni; ma al tempo stesso ci ha portato a prendere coscienza sinceramente che senza di lui non possiamo fare nulla, dandoci la possibilità di capire meglio alcuni aspetti della nostra fede. Con gratitudine riconosciamo che la Riforma ha contribuito a dare maggiore centralità alla Sacra Scrittura nella vita della Chiesa. Attraverso l’ascolto comune della Parola di Dio nelle Scritture, il dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana Mondiale, di cui celebriamo il 50° anniversario, ha compiuto passi importanti. Chiediamo al Signore che la sua Parola ci mantenga uniti, perché essa è fonte di nutrimento e di vita; senza la sua ispirazione non possiamo fare nulla. L’esperienza spirituale di Martin Lutero ci interpella e ci ricorda che non possiamo fare nulla senza Dio. “Come posso avere un Dio misericordioso?”. Questa è la domanda che costantemente tormentava Lutero. In effetti, la questione del giusto rapporto con Dio 93 Ecumenismo è la questione decisiva della vita. Come è noto, Lutero ha scoperto questo Dio misericordioso nella Buona Novella di Gesù Cristo incarnato, morto e risorto. Con il concetto di “solo per grazia divina”, ci viene ricordato che Dio ha sempre l’iniziativa e che precede qualsiasi risposta umana, nel momento stesso in cui cerca di suscitare tale risposta. La dottrina della giustificazione, quindi, esprime l’essenza dell’esistenza umana di fronte a Dio. Gesù intercede per noi come mediatore presso il Padre, e lo prega per l’unità dei suoi discepoli «perché il mondo creda» (Gv 17,21). Questo è ciò che ci conforta e ci spinge a unirci a Gesù per chiederlo con insistenza: «Dacci il dono dell’unità perché il mondo creda nella potenza della tua misericordia». Questa è la testimonianza che il mondo sta aspettando da noi. Come cristiani saremo testimonianza credibile della misericordia nella misura in cui il perdono, il rinnovamento e la riconciliazione saranno un’esperienza quotidiana tra noi. Insieme possiamo annunciare e manifestare concretamente e con gioia la misericordia di Dio, difendendo e servendo la dignità di ogni persona. Senza questo servizio al mondo e nel mondo, la fede cristiana è incompleta. Luterani e cattolici preghiamo insieme in questa Cattedrale e siamo consapevoli che senza Dio non possiamo fare nulla; chiediamo il suo aiuto per essere membra vive unite a lui, sempre bisognosi della sua grazia per poter portare insieme la sua Parola al mondo, che ha bisogno della sua tenerezza e della sua misericordia. © Libreria Editrice Vaticana 94 Ecumenismo Dichiarazione congiunta in occasione della commemorazione congiunta cattolicoluterana della Riforma Lund, 31 ottobre 2016 «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me» (Gv 15,4). Con cuore riconoscente Con questa Dichiarazione Congiunta, esprimiamo gioiosa gratitudine a Dio per questo momento di preghiera comune nella Cattedrale di Lund, con cui iniziamo l’anno commemorativo del cinquecentesimo anniversario della Riforma. Cinquant’anni di costante e fruttuoso 95 Ecumenismo dialogo ecumenico tra cattolici e luterani ci hanno aiutato a superare molte differenze e hanno approfondito la comprensione e la fiducia tra di noi. Al tempo stesso, ci siamo riavvicinati gli uni agli altri tramite il comune servizio al prossimo, spesso in situazioni di sofferenza e di persecuzione. Attraverso il dialogo e la testimonianza condivisa non siamo più estranei. Anzi, abbiamo imparato che ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide. Dal conflitto alla comunione Mentre siamo profondamente grati per i doni spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma, confessiamo e deploriamo davanti a Cristo il fatto che luterani e cattolici hanno ferito l’unità visibile della Chiesa. Differenze teologiche sono state accompagnate da pregiudizi e conflitti e la religione è stata strumentalizzata per fini politici. La nostra comune fede in Gesù Cristo e il nostro battesimo esigono da noi una conversione quotidiana, grazie alla quale ripudiamo i dissensi e i conflitti storici che ostacolano il ministero della riconciliazione. Mentre il passato non può essere cambiato, la memoria e il modo di fare memoria possono essere trasformati. Preghiamo per la guarigione delle nostre ferite e delle memorie che oscurano la nostra visione gli uni degli altri. Rifiutiamo categoricamente ogni odio e ogni violenza, passati e presenti, specialmente quelli attuati in nome della religione. Oggi ascoltiamo il comando di Dio di mettere da parte ogni conflitto. Riconosciamo che siamo liberati per grazia per camminare verso la comunione a cui Dio continuamente ci chiama. Il nostro impegno per una testimonianza comune Mentre superiamo quegli episodi della storia che pesano su di noi, ci impegniamo a testimoniare insieme la grazia misericordiosa di Dio, 96 Ecumenismo rivelata in Cristo crocifisso e risorto. Consapevoli che il modo di relazionarci tra di noi incide sulla nostra testimonianza del Vangelo, ci impegniamo a crescere ulteriormente nella comunione radicata nel Battesimo, cercando di rimuovere i rimanenti ostacoli che ci impediscono di raggiungere la piena unità. Cristo desidera che siamo uno, così che il mondo possa credere (cfr Gv 17,21). Molti membri delle nostre comunità aspirano a ricevere l’Eucaristia ad un’unica mensa, come concreta espressione della piena unità. Facciamo esperienza del dolore di quanti condividono tutta la loro vita, ma non possono condividere la presenza redentrice di Dio alla mensa eucaristica. Riconosciamo la nostra comune responsabilità pastorale di rispondere alla sete e alla fame spirituali del nostro popolo di essere uno in Cristo. Desideriamo ardentemente che questa ferita nel Corpo di Cristo sia sanata. Questo è l’obiettivo dei nostri sforzi ecumenici, che vogliamo far progredire, anche rinnovando il nostro impegno per il dialogo teologico. Preghiamo Dio che cattolici e luterani sappiano testimoniare insieme il Vangelo di Gesù Cristo, invitando l’umanità ad ascoltare e accogliere la buona notizia dell’azione redentrice di Dio. Chiediamo a Dio ispirazione, incoraggiamento e forza affinché possiamo andare avanti insieme nel servizio, difendendo la dignità e i diritti umani, specialmente dei poveri, lavorando per la giustizia e rigettando ogni forma di violenza. Dio ci chiama ad essere vicini a coloro che aspirano alla dignità, alla giustizia, alla pace e alla riconciliazione. Oggi, in particolare, noi alziamo le nostre voci per la fine della violenza e dell’estremismo che colpiscono tanti Paesi e comunità, e innumerevoli sorelle e fratelli in Cristo. Esortiamo luterani e cattolici a lavorare insieme per accogliere chi è straniero, per venire in aiuto di quanti 97 Ecumenismo sono costretti a fuggire a causa della guerra e della persecuzione, e a difendere i diritti dei rifugiati e di quanti cercano asilo. Oggi più che mai ci rendiamo conto che il nostro comune servizio nel mondo deve estendersi a tutto il creato, che soffre lo sfruttamento e gli effetti di un’insaziabile avidità. Riconosciamo il diritto delle future generazioni di godere il mondo, opera di Dio, in tutta la sua potenzialità e bellezza. Preghiamo per un cambiamento dei cuori e delle menti che porti ad una amorevole e responsabile cura del creato. Uno in Cristo In questa occasione propizia esprimiamo la nostra gratitudine ai fratelli e alle sorelle delle varie Comunioni e Associazioni cristiane mondiali che sono presenti e si uniscono a noi in preghiera. Nel rinnovare il nostro impegno a progredire dal conflitto alla comunione, lo facciamo come membri dell’unico Corpo di Cristo, al quale siamo incorporati per il Battesimo. Invitiamo i nostri compagni di strada nel cammino ecumenico a ricordarci i nostri impegni e ad incoraggiarci. Chiediamo loro di continuare a pregare per noi, di camminare con noi, di sostenerci nell’osservare i religiosi impegni che oggi abbiamo manifestato. Appello ai cattolici e ai luterani del mondo intero Facciamo appello a tutte le parrocchie e comunità luterane e cattoliche, perché siano coraggiose e creative, gioiose e piene di speranza nel loro impegno a continuare la grande avventura che ci aspetta. Piuttosto che i conflitti del passato, il dono divino dell’unità tra di noi guiderà la collaborazione e approfondirà la nostra solidarietà. Stringendoci nella fede a Cristo, pregando insieme, ascoltandoci a vicenda, vivendo l’amore di Cristo nelle nostre Ecumenismo relazioni, noi, cattolici e luterani, ci apriamo alla potenza di Dio Uno e Trino. Radicati in Cristo e rendendo a Lui testimonianza, rinnoviamo la nostra determinazione ad essere fedeli araldi dell’amore infinito di Dio per tutta l’umanità. 99 Ecumenismo Impressioni di Lund – di Theodor Dieter Il Prof. Dr. Theodor Dieter è Direttore dell’Istituto di Ricerche Ecumeniche della Federazione Luterana Mondiale, con sede a Strasburgo; ha collaborato intensamente al documento “Dal confllitto alla comunione“ e alla preghiera congiunta di Lund. In quest’articolo, scritto per il nostro Notiziario, illustra le sue impressioni dell’evento e spiega qual è stata la sua esperienza di Lund. Se ripenso alla celebrazione ecumenica del 31 ottobre 2016, a Lund, non posso far altro che tornare a stupirmi, colmo di gioia. Si deve aver chiaro questo: nel 1521, Papa Leone X, con la sua bolla, estromise Lutero dalla Chiesa; 495 anni dopo, il successore di quel pontefice, Papa Francesco, si reca in Svezia per ricordare la Riforma, congiuntamente ai cristini evangelici, uomini e donne. E non basta: alla presenza del papa, si ringrazia Dio per tutto il bene che l’intera Chiesa ha ricevuto, mediante la Riforma! E questo è l’incipit del culto! Il papa stesso prega così: “O Spirito Santo, aiutaci a rallegraci dei doni che sono venuti nella Chiesa, per mezzo della Riforma“. Questo sì che è un evento da libro di Storia! Il Papa incede nel Duomo di Lundia; a sinistra e a destra ci sono il Presidente della Federazione Luterana Mondiale, Vescovo Munib Younan, e il Segretario generale, Martin Junge. Tutti e tre sono abbigliati in modo simile, con albe bianche e stole rosse, colore della festa della Riforma! Guardando i tre uomini biancovestiti, in piedi davanti all’altare, ad uno spettatore ignaro non verrebbe in mente che uno dei tre abbia un posto speciale, nella Chiesa! 100 Ecumenismo Che segno impressionante! Qualcuno, la mattina della Festa della Riforma, disse che il Papa avrebbe rubato la scena a tutti. Ma è esattamente quel che non ha fatto. Quale forza c’è, in questo: il Papa, e con lui la Chiesa cattolica, è stato capace di tirarsi un po’ indietro, in modo che davvero il culto fosse guidato, congiuntamente, dal Papa e dal Presidente Younan, dal Cardinal Koch e dal Segretario generale Junge. Nella sua omelia, Papa Francesco ha espressamente riconosciuto che Lutero ha aiutato la Chiesa a mettere con più forza la Bibba al centro della vita ecclesiastica. Con Lutero, il Papa ha sottolineato che è sempre Dio colui che, nella sua grazia, prende l’iniziativa e chiama gli esseri umani a rispondere; e, con Lutero, ha convenuto che la dottrina della giustificazione esprime l’essenza dell’esistenza umana davanti a Dio. 101 Ecumenismo Per converso, è un segno altrettanto chiaro che la Federazione Luterana Mondiale non celebra il culto centrale delle celebrazioni della Riforma come servizio divino luterano, cui sono invitati gli interlocutori ecumenici, e neanche come culto insieme colle Chiese evangeliche, ma, appunto, come funzione ecumenica, cui i dirigenti della FLM congiuntamente al Papa invitano i partner ecumenici. Non è ovvio! Prende sul serio che i riformatori volevano rinnovare la Chiesa, e non dividerla. Perciò è adeguato che, dopo 50 anni di dialogo ecumenico, si affronti insieme il ricordo della Riforma, proprio insieme coi cristiani da cui i cristiani evangelici furono separati, ecclesiasticamente, dagli eventi del Cinquecento. Sul cammino verso Lund, il documento cattolico-luterano “Dal conflitto alla comunione“ ha rappresentato un passo decisivo, perché, qui, si distingue tra diverse accezioni del termine “Riforma“ e sono state nominate chiaramente le idee, tipiche della Riforma, con cui, alla luce del dialogo ecumenico, possono concordare anche i cattolici e per le quali essi possono ringraziare e di cui possono rallegrarsi , e quelle idee di cui rammaricarsi e quelle cose rispetto alle quali confessare la colpa. Queste riflessioni hanno dato forma al culto, articolandolo in tre fasi: ringraziamento - confessione di colpa impegno a proseguire sul cammino verso la comunione. Segno eloquente è stato che entrambe le prediche, durante la funzione, siano state tenute in spagnolo. Le Chiese luterane non si trovano solo in Germania e in Europa, ma in tutto il mondo; ed è stato un uomo che, come egli stesso ha detto, è venuto dalla fine dal mondo, chiamato ad essere Vescovo di Roma, a dare questo insolito impulso ecumenico. 102 Ecumenismo È stato meraviglioso, il modo in cui la Chiesa di Svezia ha accompagnato il culto con la musica; ed è stato commovente vedere i cinque bambini che hanno portato i ceri all’altare per sottolineare i cinque imperativi ecumenici. Il giorno dopo il culto ecumenico sono tornato al Duomo. I cinque ceri continuavano ad ardere. Allora mi sono reso conto di quanto siano grandi: grandi come l’impegno, che abbiamo preso in quella celebrazione, e ho pensato a quanto debbano ardere a lungo, prima che gli imperativi siano attuati. Ma adesso, prima di tutto e soprattutto, questo culto è associato a gioia grande per questo miracolo ecumenico ed è motivo di ringraziare Dio, che ce lo ha donato! Professor Dr. Theodor Dieter 103 Ecumenismo Impressioni di Lund – di Heike Vesper Heike Vesper ha partecipato all’evento ecumenico nell’Arena di Malmö. Cristiana evangelica, lavora da molti anni al “Centro Uno“, l’agenzia ecumenica del Movimento dei Focolari, ed è membro della nostra comunità. Durante tutti i preparativi per il cinquecentenario della Riforma, nessuno avrebbe potuto pianificare, organizzare o prevedere “Lund“. Guardando le cose dall’Italia, ero molto preoccupata per le discussioni e le attese in Germania; come, per esempio, quelle connesse, direttamente o meno, con l’incontro, del 2011, di Papa Benedetto XVI e rappresentanti dell’EKD, la Chiesa Evangelica in Germania. La pubblicazione del documento “Dal conflitto alla comunione. L’interpretazione luterano-cattolica della Riforma nel 2017”, da parte della Commisione per l’unità luterano-cattolica, nel 2013, costituì già un grande sollievo e un indicatore di direzione, nel labirinto dell’eredità storica e delle sensibilità diverse del presente. In molte conferenze e incontri, anche qui nella comunità, ho avuto occasione di approfondire questo documento e di conoscere persone che vi hanno lavorato. Di tutto questo sono molto grata. Quando, in gennaio, fu reso noto che le celebrazioni per l’inizio dell’Anno della Riforma averebbero avuto lugo a Lund, e che vi avrebbe partecipato Papa Francesco, questa fu già una vera sorpresa; stentavo a crederci. Ho seguito con grande interesse i preparativi. Quando si seppe che ci sarebbe stato un evento anche all’Arena di Malmö, desiderai essseri; queso desideriio si è realizzato. 104 Ecumenismo Domenica pomeriggio, 30 ottobre 2016, dopo il culto commovente col Card. Marx, nella Chiesa luterana di Roma, piena zeppa di partecipanti, sono andata a Ciampino per prendere il volo per Copenhagen. Con alcuni amici di Copenhagen, lunedì siamo andati in Svezia, a nach Malmö, passando per il ponte che unisce Svezia e Danimarca; già questo sengo di ciò che è avvenuto quel giorno. A noi si unirono alcuni focolarini di Stoccolma e di Oslo. Abbiamo assistito all’arrivo di gente, da tutti i punti cardinali. Il cielo era grigio, nebbioso; il freddo, già quasi invernale (almeno per chi, come me, aveva lasciato a Roma 27 °C) e ogni tanto pioveva. Tanto più calda e radiosa era l’atmosfera dentro l’Arena. Si incontravano di continuo facce note; in tutti c’era grande gioia. Era un popolo della Chiesa molto misto, con tutte le sfumature di colore della pelle; c’erano religiosi; giovani dai capelli colorati; famiglie; sacerdoti; vescovi; in breve: c’era l’intero popolo mondiale di Dio. 105 Ecumenismo Dal palco, provenivano già musica e canti di culture molto diverse tra loro, e testimonianze personali di fede vissuta. Talvolta, mi veniva la pelle d’oca, ascoltando le melodie, ben note, cantate in molte lingue. In un momento solenne, sono stati letti e assimilati insieme i cinque imperativi del documento “Dal conflitto alla comunione“: “sempre partire dalla prospettiva dell’unità (...) lasciarsi continuamente trasformare dall’incontro con l’altro (...) ricercare l’unità visibile (...) riscoprire congiuntamente la potenza del Vangelo (...) rendere insieme testimonianza della misericordia di Dio nell’annuncio del Vangelo e nel servizio al mondo.“ Gli imperativi sono stati espressi in forma fortemente sintetica. Quando è cominciata la dirette, nella Cattedrale di Lund, anche nell’Arena, dove c’erano oltre diecimila persone, è subentrato un profondo silenzio. E poi, si è sentita la voce delle campane di Lund: con essa, è risuonata una svolta epocale. Un altro momento che desidero evidenziare è quello dello scambio della pace: tra il Papa e il Vescovo Younan e poi tra tutte le persone nella cattedrale e nell’Arena! Quel che mi ha rallegrato di più è stata la presenza dei rappresentanti ortodossi, delle Chiese orientali antiche e di molte altre Chiese: tra loro, c’era anche l’ex Presidente della Conferenza Mennonita Mondiale, che oggi è il Segretario generale del Global Christian Forum, Larry Miller. Alcuni anni fa, le Chiese luterane chiesero perdono a quelle mennonite per le crudeli persecuzioni nei secoli. Non si deve tacere che non si tratta di ripristinare l’unità solo tra luterani e cattolici; molte sono le separazioni da superare e le differenze da riconciliare, anche nelle Chiese evangeliche. 106 Ecumenismo Ma siamo già una cosa sola nel Corpo di Cristo, inseparabilmente in lui, per mezzo del Battesimo. È stata un’esperienza forte di Chiesa mondiale, e non solo da parte della Chiesa cattolica (ci siamo abituati): anche da parte evangelica, luterana è stata una Chiesa mondiale, ed è stata una grande gioia essre cristiani, insieme, nel mondo e per il mondo. Si capiva già dall’uso delle lingue: inglese, svedese e spagnolo. Quali novità deriveranno, da questa preghiera, per le relazioni delle nostre Chiese, a proposito di riconciliazione, e come possiamo imparare, gli uni dagli altri, nella diversità, lo vedremo col passare del tempo e dipenderà da ogni persona. Il messaggio che viene da Lund è importante: il dialogo teologico deve contribuire a rendere possibile la celebrazione comune della Mensa del Signore. Secondo: la nostra credibilità di cristiani: evangelici, cattolici, ortodossi, membri di Chiese libere, risiede nel fatto che riusciamo a fondare la pace e a salvaguardare il creato. Posso concludere con una riflessione molto personale? Oltre 35 anni fa, a Lipsia, ero molto impegnata con i giovani del Movimento dei Focolari e col gruppo giovani della mia comunità evangelica. In un’epoca in cui vedevo franare i ponti tra le nostre Chiese, intuii che l’unità è possibile a Dio. Questo, per me, vuol dire vivere, col suo aiuto, per l’unità dei cristiani. Dopo qualche esitazione e difficoltà, gli ho dato il mio “sì“, contro ogni considerazione razionale e con un po’ di timore; e, da allora, vivo in una comunità dei Focolari, insieme con 107 Ecumenismo fratelli e sorelle cattolici, ortodossi, anglicani. Tra alti e bassi, come è normale che sia in ogni cammino di vita. È un grande arricchimento, che ci fa sperimentare che siamo una sola famiglia, anche se le nostre Chiese sono ancora separate. Se penso a Lund, mi viene ancora la pelle d’oca. Questa celebrazione non era scontato che avesse luogo; ma, al tempo steso, è stata la conseguenza logica degli ultimi anni. Grazie a Dio per tutto quello che opera nella sua Chiesa e per la sua Chiesa. Heike Vesper 108 Ecumenismo e libri Recensione: “Dialogo sulla fede“ L’abbondanza di libri su Martin Lutero, dato il contesto di Anno della Riforma, è tale che se ne perde il conto. È certo uno sviluppo positivo, perché così ci sono possibilità diverse, anche molto diverse, di avvicinare Lutero e la Riforma. Ma, in tutto questo, ogni tanto capitano anche libri che deludono e che uno smette di leggere dopo poche pagine. D’altra parte, tra le nuove pubblicazioni si trovano, ogni tanto, delle vere, piccole perle, che allietano il cuore, perché arricchiscono l’intelletto, e fanno provare gratitudine. Tra queste perle c’è, secondo me, il libro “Papa Francesco – Martin Lutero. Dialogo sulla fede.“ Luca Crippa ha scelto, affiancandoli, testi di Papa Francesco e di Lutero su temi come fede, Chiesa, Parola di Dio, indulgenze, giustificazione, sacramenti e preghiera. Le loro voci , alternandosi, formano un dialogo a distanza di cinque secoli; infatti il sottotitolo del libro è: “Un colloquio atteso da cinquecento anni“. Con le sue 95 Tesi sulle indulgenze, Lutero, nel 1517, aveva proprio inteso invitare a un colloquio di questo genere. 109 Ecumenismo Ma, scrive Luca Crippa nell’introduzione, “il dibattito non avvenne come Lutero si aspettava. Accadde invece una tragica e sempre più aspra contrapposizione, che portò a una divisione della Chiesa cristiana d'Occidente, a tutt'oggi concreta e difficile da superare. Nei secoli successivi, mettendocisi di mezzo anche interessi politici ed economici, ci furono condanne reciproche, guerre, massacri. Oggi tutti i cristiani di buona volontà, da una parte e dall'altra, hanno appreso da questo disastro una grande lezione: possiamo, dobbiamo ripartire da ciò che ci unisce in quanto discepoli di Gesù. E questo senza nascondere le differenze, ma condividendo la stessa passione per il bene integrale degli uomini e per la verità del Vangelo che a tutti si rivolge.“ In tal modo, il lettore non solo trae dalla lettura illuminazioni interessanti sulle idee di entrambi questi teologi, ma resta affascinato e stupito, soprattutto, per il fatto che, mediante questo dialogo, si veda chiaramente come Lutero e Papa Francesco concordino sui temi fondamentali della fede. Quest’opera fa capire chiaramente che cosa è nato, riguardo al consenso e alla comunione, nel corso dei cinquant’anni passati, per mezzo dei dialoghi tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa luterana. Raccomandiamo questo libro a chi si rallegrai di questi grandi progressi ecumenici e così pure lo consigliamo a chi voglia spiegare, ai suoi amici e vicini italiani, chi fosse Lutero e in che cosa consista la sua importanza per la nostra fede. Pastore Dr. Kruse Vita di comunità Dalla Terra Santa, pensando a Roma Lo Spirito Santo c’era prima della teologia, prima della creazione del mondo, “poiché egli c’era, ed c’era insieme col Padre e il Figlio, prima del tempo“. Così scriveva Basilio Magno, uno dei padri delle regole monastiche e della nostra liturgia del culto, oltre ad essere stato uno dei maggiori dottori della Chiesa, all’inizio della sua storia, qualche decennio dopo il primo conciliio di Nicea, nel IV secolo. È passato molto tempo e i testi di quel periodo possono apparire duri da digerire, sul piano teologico. Ma non è vero: Basilio, Vescovo di Cesarea di Ponto, nei pressi dell’attuale città turca di Nissar, scriveva nel fuoco dell’oppressione, contestando l’Imperatore d’Oriente e la sua Chiesa di stato, che rifiutavano il dogma della Trinità di Dio e che avevano tolto l’episcopato e mandato in esilio suo fratello, Gregorio di Nissa, altro dottore della Chiesa. Si avverte che Basilio scriveva in presenza dello Spirito Santo. Non aveva bisogno di richiamarsi ad altri dottori della Chiesa. La sua opera costituì l’inizio e il fondamento di tutte le riflessioni che seguirono, su questo tema. La notte è scesa da tempo, sulla terrazza della casa per pellegrini di Tabgha, in riva al Lago di Genezareth, quando il gruppo di quest’anno della “gioventù dell’ordine“ dei Giovanniti, stanchi per le escursioni agli scavi di Tel Dan, della fortezza di Nimrod e poi di Banias, si occupano, ognuno per sé, di questo passo di Basilio. Alla lettura silenziosa segue la discussione con la pastora Petra Heldt, di Gerusalemme. Passate le dieci di sera, i 25 giovani vogliono continuare a discutere. 111 Vita di comunità Non è solo la volontà di confrontarsi seriamente con la fede e la teologia, ciò che si palesa. È chiaro anche che una lettura così lontana nel tempo può essere vicina e avvincere il lettore. Ma ciò avviene, sia per i testi antichi sia per quelli recenti, solo se, in ogni riga, riluce l’onestà del messaggio; solo se l’autore è mosso dall’urgenza di trasmettere, con chiarezza adamantina, ciò che è importante per lui e se non si lascia frenare dal rispetto per altri autori od opinioni. Il testo arriva se chi lo ha scritto si tira da parte e lascia parlare lo Spirito Santo, poiché egli è sempre nuovo e, anche dopo 1700 anni, esce giovane dalle antiche righe. Queste riflessioni si aggirano nella mente, pensando alle critiche ai testi ed esternazioni di Papa Francesco, che è accusato di essere “maestro nel minimizzare i contesti storici“. A queste critiche, il Papa 112 Vita di comunità ribatte che egli non cesella “formule univoche sul piano del diritto canonico“ perché vuole riconciliazione e affratellamento sminuendo l’importanza delle “differenze nel pensiero teologico“, preferendo formule da sincretistiche a eretiche. Dopo 2000 anni di Storia della Chiesa, dopo l’opera di Basilio ne sono state scritte e pubblicate certo altre 2000 sullo Spirito Santo, tema considerato con diverse accentuazioni e con diverse opinioni. Ne è sorta una molteplicità; ma questi teologi del presente, con le critiche al Papa, sembrano sapere quali debbano essere le espressioni e le formulazioni adeguate. Naturalmente, i critici cattolici del Papa si orientano alla tradizione della loro Chiesa parziale occidantale romana, che, per inciso, fu criticata già da Basilio perché, di regola, si considerava superiore a ogni critica. Questo rimando alla tradizione romana di una Chiesa mondiale può raggiungere coloro che, in mezzo a un modo secolarizzato e lontano da Dio, vuole riportare la Trinità all’uomo e alla donna? Il confronto con teologi autonomi, da Basilio a Lutero, potrebbe servire? In effetti, però, proprio taluni cattolici di stretta osservanza non mandano già che Papa Francesco e i suoi gesuiti, 500 anni dopo l’inizio della Riforma a Wittenberg, prendano sul serio Lutero, in modo nuovo, preferendo asserragliarsi nelle loro piazzeforti, contro lo straniero, a lungo stigmatizzato come eretico. Anche pensatori evangelici lasciano trasparire la paura di perdere le loro costruzioni concettuali, risultato di 500 anni di teologia. Da entrambe le parti, scrittori eruditissimi si concentrano sulla propria logica teologica di un’argomentazione, formatasi nei secoli; logiche teologiche orientate in modo avverso come le torri delle 113 Vita di comunità famiglie potenti dell’Italia del Rinascimento. Vero è che, dal secolo scorso, intoniamo peana all’epoca dell’ecumenismo, cercando di parlarci in categorie “post-confessionali“, nella “diversità riconciliata; ma le torri continuano a sbarrarci la strada. Finora, le torri hanno avuto effetto di tradizioni divenute care; viste dall’interno, hanno qualcoa di confortevolmente intimo. Ma, viste dall’esterno, restano edifici alti, pesanti, dalle finestre piccole, in cui non si può guardare dentro e da cui è arduo riuscire a guardare fuori. E poiché limitano così tanto la visuale, consentono raramente lo “stupore sconfinato“ di cui parla Basilio, quando scuote i nostri cuori e le nostre anime perché lascia parlare lo Spirito Santo che provvede ogni uomo e ogni donna di sapienza e forza divine, per mezzo della fede nel Figlio di Dio divenuto uomo. Spirito Santo che, come scrive Basilio, “contribuice alla trasformazione dei costumi e al miglioramento di chiunque cada, a causa del peccato“. Lo Spirito Santo conduce l’essere umano fuori dalla schiavitù riferita a se stessa, verso la libertà in Dio, e “non in qualche modo piccino e debole, ma in maniera degna di chi è illuminato dallo Spirito“. I volti dei giovani di Tabgha, nonostante l’ora tarda, sono radiosi. Durante la lettura, il cielo sul lago sembra aprirsi; il lago su cui Gesù disse ai suoi discepoli di diventare pescatori di uomini. E la lettura desta il coraggio di prendere sul serio questo Spirito Santo, come forza della Trinità che può cogliere, improntare e guidare ogni individuo. 114 Vita di comunità Nella comunione in riva al Lago di Genezareth, dove questa sera si odono di nuovo le barche dei pescatori, nasce l’aspirazione a vivere la Chiesa in modo diverso da quello, comunemente possibile oggi, negli spazi vuoti davanti alla croce posta sull’altare. Questo sembra muovere anche Papa Francesco, che, durante il primo incontro, domandò al suo amico, il Patriarca ecumenico Bartolomeo, se fosse vera l’affermazione del suo predecessore, Atenagora I, rivolta a Paolo VI che, nel 1964, fu il primo Papa lasciare Roma per andare a Gerusalemme per superare lo scisma con gli ortodossi, vecchio di 1000 anni. Sì, in effetti Atenagora avrebbe detto a Paolo VI: “Vieni; noi due procediamo e spediamo i teologi su un’isola, dove possano dibattere fra loro“. 115 Vita di comunità Questa citazione Papa Francesco l’avrà trovata nei libri. Ma è anche possibile che l’aneddoto gli sia stato riferito dal suo predecessore, Benedetto XVI, perché il teologo Ratzinger, che viene considerato un conservatore, non fa parte di quelli che vogliono conservare acriticamente il patrimonio teologico. Lo ha dimostrato, non per ultimo, a Erfurt, dove, nel convento di Lutero, rese onore alla cristologia del Riformatore fece della sua “questione del Dio misericordioso“ anche la propria questione principale riguardo alla Chiesa. Papa Francesco, di fatto, non è un cesellatore della parola; le finezze teologico-liturgiche non lo smuovono. Fino ad ora, si è espresso alla buona. Ma, dopo questo inizio alla buona della risposta a una domanda, il gesuita, ogni volta, medita a fondo, in ascolto dentro se stesso, per poi rispondere da pastore. È avvenuto così, non per ultimo, anche nella Chiesa evangelica luterana del Pastore Jens-Martin Kruse, fratello Giovannita, a Roma, quando incoraggiò una coppia cattolico-evangelica a ricevere l’eucarestia, dopo un esame comune; la premessa essendo che entrambi siano battezzati, leggano la Bibbia insieme e facciano penitenza. Poi, “Chiedete a Lui e andate avanti“. Più tardi, Francesco ha domandato al Card. Kurt Koch, capo del Consiglio per l’unità dei cristiani, se tale affermazione, cui si era aggiunto il dono di un calice per la S. Cena, fosse stata eretica. Il cardinale ha fatto un gesto vago. Di certo c’è che al Papa non era piaciuto il discorso che il consiglio gli aveva scritto per l’occasione. In esso, infatti, non c’era nulla che potesse essere interessante per le persone, e allora il Papa lo lasciò perdere e disse quel che lo Spirito Santo gli comandava di dire. 116 Vita di comunità Papa Francesco vuole ricollocare la sua Chiesa sulla roccia originaria della Trinità. E quindi, le sue parole critiche alla Chiesa mondanizzata, che gira in tondo, piacciono molto poco, come anche gli appelli alla gente per salvare il creato, essere aperti al prossimo in fuga o povero e a farla finita con le guerre, non per ultimo anche col commercio delle armi, come sottolinea spesso. Questo papa pretende dunque molto dal suo clero e dai suoi credenti. Riporta all’inizio della Chiesa e pone al centro i comandamenti di gesù. Il papa ci tiene ogni giorno la predica delle Beatitudini, che Gesù lasciò in eredità ai suoi discepoli affinché essi, con l’aiuto dello Spirito Santo, ne diffondessero il contenuto. Il papa, facendo questo, sa benissimo che è quasi impossibile amare i propri nemici o liberare il mondo dal commercio di armi. Ma lo Spirito Santo, evidentemente, gli ha ordinato di tornare di continuo ad ammonire la gente. In tutto questo, il rapporto con lo Spirito Santo è una lama a due tagli. Da una parte, ogni giorno veniamo brutalmente scacciati dal paradiso, perché non siamo all’altezza delle Beatitudini di Gesù. D’altra parte, Paolo ci insegna che non possiamo essere all’altezza delle Beatitudini, ma che, a partire dalla morte e resurrezione di Gesù, la fede e la coscienza della nostra colpa ci giustificano davanti a Dio. Nel contesto di tale tensione, che cos’è, dunque, compito della Chiesa, compito di Papa Francesco come di ogni singolo sacerdote e pastore evangelico tra Wittenberg e Winnipeg? In effetti, è semplicissimo: Basilio spiega che lo Spirito Santo ha la forza di vincere questa tensione, apparentemente invincibile. Certo non si può “attendere lo Spirito Santo“ dentro le torri della propria famiglia, come fanno molti teologi, quando, per esempio, 117 Vita di comunità spostano nel futuro la riconciliazione tra la Chiesa cattolica e la Riforma. Lo Spirito Santo, infatti, è qui da molto tempo. Ma dobbiamo ascoltarlo e seguirlo e, in questo, possiamo prendere ad esempio Papa Francesco. Uno dei pellegrini in riva al lago, a Tabgha, al termine della discussione ha detto che la Chiesa non ha altro senso che quello di indicare alle persone la via che conduce a Dio, e che passa per l’adorazione, la preghiera e la penitenza; “se la Chiesa non fa questo, manca al suo senso. Allora, muore. Rimarranno Dio e Cristo e lo Spirito Santo“. Jörg Bremer 118 Anno della Riforma Anno della Riforma, nuovo CD con inni di Lutero Se state cercando qualcosa di speciale, da regalare a Natale, ecco un CD che può interessarvi. È appena uscito, per celebrare l’Anno della Riforma; s’intitola “7 inni di Lutero a Roma“ e contiene improvvisazioni ideate da Livia Mazzanti (Organo) e Marika Lombardi (Oboe, Paris). Gli inni sono quelli di cui il Riformatore compose tanto il testo quanto la melodia. Potete acquistarlo in segreteria o nell’atrio della chiesa al prezzo di EUR 10. 119 Vita di comunità Gruppo Donne Incontri di mercoledì alle h. 16 nella Sala della Comunità. Scambi di opinioni, caffè e dolci, portati dai partecipanti. Si fa amicizia e ci si ascolta. Tutti sono invitati. Conferenze : 11/01 “Dio dice: io vi dono un cuore nuovo e uno spirito nuovo.“ (Ezechiele 36,26) – versetto biblico 2017 (Pastore Dr. Kruse) 25/01 Le poesie preferite; ognuno porta le proprie e le spiega 8/02 Studio biblico della Giornata Mondiale di Preghiera 2017 23/02 Filippine – povertà, disuguaglianza sociale e nessuna vera riforma fondiaria. Informazioni sul Paese della Giornata Mondiale di Preghiera del 3 marzo 2017 8/03 Iolando Scarpa introduce ai “Pensieri musicali sulla morte“ di Johann Pachelbel 120 Info Vicinati Casal Palocco Incontri il primo lunedı̀ del mese. Roma Nord-Ovest Incontri il secondo giovedı̀ del mese. Con‑ tatto: Gemeindebüro (tel.: 06.4817519) Roma Sud Incontri il secondo lunedı̀ del mese. Con‑ tatto: Maria Alberti (tel.: 06.5041443) Gruppo Italiano Incontri mensili. Contatto: Anna Belli (tel.: 06.7915596) Giovani Contatto: Pastore Dr. Jens-Martin Kruse (tel.: 06.4817519) Atti amministrativi Esequie Cecilia Giovanna Pandolfo Casali, 13 ottobre 2016 Rotraud Witschnig, 11 novembre 2016 Nuovi membri della comunità Edina-Melania Hadnagy 121 Info Coordinate bancarie Deutsche Bank Pforzheim Banca Popolare di Novara DE18 666 700 060 090059700 BIC: DEUT DE SM 666 IT55 X 05034 03255 0000 0000 2750 BIC: BAPPIT 21AI9 Editore Consiglio della Comunità Evangelica Luterana di Roma Redazione e impaginazione Pastore Dr. Jens-Martin Kruse Volontaria Milena Tempel Collaboratori M. Schulz, N. Bewerunge, J. Bremer, G. Wiedmer, A. Belli (traduzione) Periodicità trimestrale Tiratura 100 Exemplarer Tipografia www.gemeindebrief-in-farbe.de 122 Culti Culti e Musica nella Chiesa luterana Legenda: P = Pastore; PR = Predicatore/trice; CB = culto dei bambini; I = culto in italiano 18 dicembre IV Dom. d’Avvento 24 dicembre Vigilia di Natale 25 dicembre Natale 31 dicembre Ultimo dell’Anno 1 gennaio 2017 Capodanno 8 gennaio I Dom. dopo l’Epifania 15 gennaio II Dom. dopo l’Epifania 18 gennaio Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 19 gennaio Settimana di preghiera 20 gennaio Settimana di preghiera 22 gennaio III Dom. dopo l’Epifania 24 gennaio Settimana di preghiera 25 gennaio Settimana di preghiera 29 gennaio IV Dom. dopo l’Epifania 5 febbraio Ultima Dom. d. l’Epifania 12 febbraio Septuagesimæ 19 febbraio Sexagesimæ 26 febbraio Estomihi 5 marzo Invocavit 12 marzo Reminiscere 19 marzo Oculi 26 marzo Lætare h. 10.00 Culto delle famiglie con inni d’Avvento e addobbo dell’Albero di Natale h. 15.30 Culto con presepio vivente h. 17.00 Culto della Vigilia h. 23.00 Culto di mezzanotte I h. 10.00 Culto con S. Cena P. Dr. Kruse h. 18.00 Culto con S. Cena per Fine d’Anno P. Dr. Kruse h. 10.00 Culto con S. Cena per l’Anno Nuovo P. Dr. Kruse h. 10.00 Culto con S. Cena h. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena I h. 10.00 Culto di predicazione CB P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse h. 19.00 Celebrazione ecumenica col Collegium Germanicum et Hungaricum e la Parrocchia di S. Maria dell'Anima h. 18.00 Veglia Ecumenica Diocesana presso la Parrocchia S. Ponziano, Via Franco Sacchetti h. 18.00 Celebrazione ecumenica nella Basilica di S. Paolo Fuori le Mura h. 10.00 Culto con S. Cena h. 16.00 Ecumenical Service (Churches Together) h. 18.30 Celebrazione ecum. nella Chiesa di S. Prisca; segue cena con la comunità parrocchiale h. 17.30 Celebrazione ecumenica conclusiva della Settimana, Basilica di S. Paolo Fuori le Mura h. 10.00 Culto di predicazione h. 10.00 Culto con S. Cena CB h. 10.00 Culto con S. Cena h. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena I h. 10.00 Culto di predicazione h. 10.00 Culto di predicazione h. 10.00 Culto con S. Cena; con laboratorio di canto corale di H.H. Grube CB h. 10.00 Culto di predicazione CB h. 16.30 Concerto e Culto con S. Cena I h. 10.00 Culto con S. Cena h. 11.30 Conferenza del Prof. Dr. Jens Schröter h. 10.00 Culto con cantata: “Tilge, Höchster, meine Sünden“ (J.S. Bach) P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse Rett. Brandmayr, Rett. Dartmann, P. Kruse Pr.: S.Em. Card. Koch Predica: P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse L..: P. Dr. Kruse Pr.:Prof. Dr.Chr. Markschies P. Dr. Kruse PR Anna Belli P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse P. Dr. Kruse Pr.: Prof. Dr. J. Schröter P. Dr. Kruse Pr.: Prof. Dr. N. Slenczka 123 Comunità Evangelica Luterana di Roma Pastorato Via Toscana 7, 00187 Roma Tel.: 06.4817519 Fax: 06.4817519 E-Mail: [email protected] Web: www.ev-luth-gemeinde-rom.org Twitter: @RomaLuterani Orario d’ufficio dal lunedì al venerdì h. 9 - 13 Pastore Dr. Jens-Martin Kruse Segretaria Marion Schulz Volontaria Milena Tempel Il nostro Consiglio Anna Belli Via Gorizia 22, 00043 Ciampino [email protected] / 06.7915596 Nina Bewerunge Via Aventina 32 int. 4, 00153 Roma [email protected] / 06.5743939 Christiane Bremer, Vicepresidente Via di Santa Chiara 57, 00186 Roma [email protected] / 06.87786696 Anna-Claudia Teramo Piazza Verbano 8, Sc.2 Int.12, 00199 Roma [email protected] / 06.8555686 Prof. Dr. Wolfram Thomas, Presidente Via Teheran 15, 00135 Roma [email protected] / 06.3296517 Dr. Johannes Timpe Via della Lungara 18, 00165 Roma [email protected]/ 06.45492897 Gertrud Wiedmer Via Michele Cantone 4, 00166 Roma [email protected] / 06.6693290 124 Siamo membri della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) www.chiesaluterana.it/de