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Assinform: cloud e IoT enabler del mercato digitale italiano
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Assinform: cloud e IoT enabler del
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Antonella Camisasca - 11 ottobre 2016
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Nei primi sei mesi del 2016, il mercato digitale italiano nel suo complesso è cresciuto dell’1,2%,
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rispetto al medesimo periodo del 2015, e si è attestato su un valore di 31.953 milioni di euro.
È questa la prima evidenza emersa dai dati a consuntivo del primo semestre di quest’anno prodotti
da Assinform in collaborazione con NetConsulting Cube e che, per il secondo anno consecutivo,
riportano un dato in crescita che, oltre a confermarsi più elevato di quello del Pil italiano, lascia
intravvedere una crescita per tutto il 2016 nell’ordine dell’1,3 per cento, per un valore di 65.759
milioni di euro.
A confermarlo ci pensano i numeri riportati con la consueta puntualità da Giancarlo Capitani,
Presidente di NetConsulting Cube, attento a interpretare anche l’andamento dell’economia per
offrire una visione complessiva del fenomeno.
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16 luglio 2016
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«Nel 2016 in corso, una serie di fattori intangibili, tra cui l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, gli
attacchi terroristici in Francia e Belgio, le imminenti elezioni negli Stati Uniti e il referendum che
ci attende a dicembre, hanno, e stanno, condizionando gli andamenti macroenomici inducendo a
un clima di incertezza che induce prudenza sia nel mondo delle famiglie, sia in quello delle
imprese».
Da qui un secondo trimestre 2016 meno “brillante” del primo che ha prodotto una costante crescita
delle componenti nativamente digitali, anche se si è verificato un rallendamento del digital
advertising.
«La componente dei servizi di rete e telecomunicazioni, in decrescita del 2,2% – continua
Capitani – è l’unica a non contribuire fattivamente alla crescita, mentre è riportato un andamento
positivo sia dei servizi Ict (+2%), sia della componente software e soluzioni (+4,8%), che hanno
raggiunto rispettivamente un valore pari a 5.198,5 e a 2.863 milioni di euro».
A sua volta, il segmento dei dispositivi e dei sistemi risulta ancora condizionato dall’andamento
dei pc calato, nei primi sei mesi di quest’anno, dell’8% in termini di volumi. In questo contesto di
decrescita si è però registrato un aumento, sempre in termini di unità vendute, del 10,3% dei pc
server, «a riprova della trasformazione in atto nelle aziende, ma anche dell’ingresso sul mercato di
server sempre più performanti e della realizzazione di nuovi datacenter, specie nell’area
lombarda».
Ciò detto, anche i notebook cominciano a subire una significativa concorrenza dei tablet in
configurazione enterprise, «per i quali si comincia a evidenziare un ingresso importante, in grado
di gettare l’ombra della concorrenza su altri device mobili utilizzati abitualmente all’interno delle
aziende».
IoT e piattaforme Web: il nuovo che avanza
Il software, «sempre più protagonista del mercato digitale italiano, ma sempre più invisibile, nella
misura in cui viene incorporato negli oggetti del mondo tradizionale», registra, invece, andamenti
differenziati in cui il comparto del system software (-0,4%) è condizionato dal calo della vendita
dei pc e quello del middleware passa al negativo (-03%), contro il +2,6% dei primi sei mesi dello
scorso anno, «quale riflesso della trasformazione in cloud di acquisti precedentemente effettuati
sotto forma di licenze».
Infine, la parte più importante del mercato, per dimensione, è rappresentata dal software
applicativo, che con una crescita del +7,1% ha raggiunto i 2.034 milioni di euro di valore, «e che
dalla sua ha anche due digital enabler. Il primo – enfatizza Capitani – è l’IoT, destinato a crescere
in modo significativo anche nei prossimi semestri, il secondo è rappresentato dalle piattaforme
Web».
In questo contesto, pur continuando a mantenere una certa importanza, i servizi di outsourcing
risentono di una decrescita fisiologica dovuta alla rinegoziazione dei contratti in essere e
all’adozione di sistemi e servizi tecnologicamente più avanzati, mentre la domanda di servizi in
cloud e dei datacenter (+18,8% a 1.074,8 milioni di euro) «vede una propensione crescente delle
aziende, anche di piccole e medie dimensioni, a sostituire una progettualità interna per acquisire
servizi esternalizzati, a conferma che il cloud sta assumendo sempre di più una valenza strategica
e meno opportunistica».
Componenti in crescita da qui al 2018
Ma se gli smartphone (che con un +9,8% sono prossimi a raggiungere nel 2016 i 15 milioni di unità
vendute) stanno diventando uno strumento fondamentale di accesso ad applicazioni e servizi in
mobilità ed evidenziano il quadro di un’Italia sempre più connessa, il sentiment delle imprese
italiane rispetto alle prospettive, è negativo, come pure l’indicatore anticipatore elaborato da Istat,
che ha di recente evidenziato una prospettiva di decrescita economica per i prossimi due
trimestri.
Ciò detto, la buona notizia per Capitani c’è ed è che «il mercato digitale comincia a diventare un
mercato anticiclico, ossia resiliente, nel senso che non solo reagisce alla negatività ma anche
rispetto a un andamento di un’economia che non si prospetta altrettanto positivo».
Da qui una privisione di crescita per Big data e cloud, piattaforme di gestione Web, mobile
business e sicurezza, che «rappresentano funzioni e applicazioni sempre più intrecciate tra loro».
Data pubblicazione: 11/10/2016
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Tre ragionamenti su Industria HiQPdf Evaluation 10/11/2016
4.0
A chiusura, non poteva mancare una riflessione su Industria 4.0, vero e proprio programma di
politica industriale che, per Capitani, «sarà efficace e genererà effetti sensibili solo se i 13 miliardi
di euro promessi per i prossimi tre anni verranno fattivamente inclusi nel DEF in discussione in
questi giorni e se verranno ridefiniti gli oggetti finanziati, che non possono limitarsi alle
componenti di hardware avanzate. Altrettanto importante sarà, infine, la velocità con cui il
programma verrà realizzato».
Ne è più che mai convinto il presidente di
Assinform in carica, Agostino Santoni, attento a
sottolineare come «la crescita dell’1,2% del mercato
digitale in Italia ci dice che la crescita non è ancora
per tutti e che l’accelerazione delle nuove tecnologie
richiede un riallineamento veloce delle competenze
della nostra industria, del mercato del lavoro e della
domanda per realizzare davvero la rivoluzione, che
non è solo digitale, ma riguarda l’intero Sistema
Paese».
Da sx, Giancarlo Capitani, NetConsulting Cube, e
Agostino Santoni, Assinform
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