Principi di Organizzazione Aziendale LICEO
Transcript
Principi di Organizzazione Aziendale LICEO
PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Indice Principi di organizzazione aziendale 1 Introduzione all’organizzazione aziendale 2 Tipologie di struttura e meccanismi di coordinamento 3 Dalle strutture ai processi 2 L’efficacia di u ’orga izzazio e: le prestazio i Sono passati solo pochi minuti da un incidente d'auto a Tampa in Florida, e Lance Edgy è già sulla scena: provvede a calmare gli infortunati, a consigliare le opportune cure mediche, a organizzare la ripararazione delle vet i e dei egozi. E lui che da supporto alla preparazione dei rapporti per la polizia e che avvia le procedure legali. Prima che i carroattrezzi abbiano sgombrato la carreggiata, Edgy, ventiseienne, rappresentante senior della Progressive Corp., ha già offerto al suo cliente un risarcimento per il valore di mercato della sua automobile. Il suo "ufficio" è un furgone dotato di aria condizionata con una piccola scrivania, telefoni cellulari e poltrone molto comode, dove i clienti possono rilassarsi affidando ad Edgy la responsabilità di provvedere a tutte le incombenze. Progressive Corp. presenta oggi molte delle caratteristiche che una persona che subisce un incidente chiede alla propria assicurazione, e ... forse anche qualcuna in più! Non solo un risarcimento veloce e adeguato al valore del sinistro, ma anche un contatto amichevole, un sostegno psicologico, un supporto qualificato per gestire ogni difficoltà. Ma Progressive Corp. non è solo un azienda che serve bene i propri clienti, è anche un azienda che, con i suoi utili al Top del settore e un tasso di crescita assai elevato, fa anche un ottimo servizio ai propri azionisti. Ma non è sempre stato così. Ve so la fi e degli a i 80, P og essive, spe ializzata i auto o ilisti ad alto is hio, si t ovava i u a situazio e di p ofonda crisi: a fronte di costi interni elevati, il livello di servizio era percepito come complessivamente scadente e le lamentele da pa te dei lie ti e a o o ti ue. Il pe so ale ualifi ato estava olto po o all i te o dell azie da e uesto tu ove o consentiva di sviluppare competenze nè di i stau a e appo ti pe so ali o i lie ti. No e a d alt a pa te al u a apa ità di sf utta e si e gie o oo di a e l offe ta assie e alle alt e o ga izzazio i he fo is o o se vizi o ple e ta i, o e ad esempio soccorso stradale, assistenza medica, ... pompe funebri. L'amministratore delegato Peter Lewis vide in questa crisi la necessità e l'opportunità di creare una nuova tipologia di azienda. "La gente viene continuamente strizzata in mille modi dalle compagnie di assicurazione per auto. Le persone vengono trattate male e in tempi molto lunghi. Perché non cambiare? Perché non iniziare a trattare i clienti come amici e non come avversari? Sarebbe una rivoluzione per il nostro settore". 3 L’efficacia di u ’orga izzazio e: le prestazio i Oggi, attraverso il programma Risposta Immediata di Progressive, i rappresentanti dell'azienda prendono contatto con l'80% degli infortuni per incidenti entro 9 ore, i meccanici controllano il 70% dei veicoli danneggiati in una giornata e gran parte dei reclami per i danni vengono sbrigati in una settimana. I meccanici lavorano in team composti da 6 persone e vengono sottoposti a formazione non solo riguardante le norme assicurative e legali, ma anche sull'arte della negoziazione e sul sostegno psicologico, in quanto il loro lavoro richiede di trattare con i congiunti delle vittime di incidenti. I team hanno la responsabilità di occuparsi di ogni problema si presenti nella gestione del sinistro. I salari sono alti, e un programma di condivisione dei guadagni offre ai lavoratori l'opportunità di aumentarlo ancora di migliaia di dollari. Progressive garantisce ai dipendenti remunerazioni ai vertici del mercato in quanto vuole le persone migliori ad ogni livello dell'azienda. Per Progressive, formare e mantenere buoni dipendenti è fondamentale pe a te e e uo i lie ti. Oggi P og essive è u o ga izzazio e dove gli i dividui a a o lavo a e perchè si sentono valorizzati e trattati come persone. I rapporti umani sono intensi e il lavoro di gruppo offre continue opportunità di socializzazione e crescita sia professionale che umana. Lewis, dal canto suo, ha avuto conferma della sua convinzione che investire nelle persone ripaghi: l'utile di Progressive è aumentato ad un tasso medio di crescita annuale del 20% a partire dal 1989 e la società è oggi considerata come una delle più interessanti e innovative del suo settore. Adattato da: Ronald Henkoff, "Service Is Everybody's Business," Fortune, 27 June 1994, 48-60. ¶ SPUNTI PER LA DISCUSSIONE I ase a osa è possi ile di e he oggi P og essive ha p estazio i iglio i di ua to avve iva alla fi e degli a i 80? • Come è possibile misurare tali prestazioni? • Come è possibile caratterizzare il nuovo modo di operare di Progressive? • Quali ostacoli può aver incontrato Progressive nella attuazione di questo nuovo modo di operare? Perchè le altre società non l ha o su ito i itata? 4 Eco o icita’ Adeguatezza del contributo fornito al conseguimento delle finalità istituzionali Possibili indicatori: Redditività (es. utile) Crescita (es. crescita fatturato) Capacità di attrazione capitali (es. prezzo azioni sul mercato azionario o tassi di interesse praticati dalle banche) Innovatività (es. percentuale fatturato da prodotti introdotti negli ultimi quattro anni) 5 Soddisfazione dei lavoratori Grado di soddisfacimento dei bisogni delle persone che operano nell’organizzazione Cfr. Piramide dei bisogni di Maslow Status Auto realizzazione Appartenenza Sicurezza Elementari Fattori chiave: Individuare i veri fattori motivanti Atte zio e ai isog i supe io i e all e uili io apa ità - mansioni richieste Possibili indicatori Turn Over e apa ita di attrarre e mantenere lavoratori qualificati Assenteismo Equità e qualità percepita del clima organizzativo percepita 6 Soddisfazione dei clienti Soddisfazione del cliente GRADO DI SODDISFAZIONE DEI CLIENTI Una definizione allargata: il modello di Kano requisiti attrattivi requisiti mono dimensionali grado di ottenimento FATTORI CHIAVE: Differenziazione su requis. attrattivi requisiti “dovuti” Attenzione a richieste implicite Valutazione trade-off 7 Trade off o complementarietà ALTA ECONOMICITA’ BASSA ALTA SODDISFAZIONE INDIVIDUI BASSA Robert Waterman “...Today’s top enterprise does the best job for its shareholders by threating them as only one of the three main constituent group essential to their success. The other are quite clearly their people and their customers...” “What America does right: learning from companies that put people first” 8 L’azie da: u siste a aperto 9 Organizzazione aziendale La mission “La missione aziendale rappresenta la ragione per la quale un’azienda è presente sul mercato, ovvero il motivo primo della sua attività, ciò che identifica gli elementi caratteristici e specifici dell’azienda stessa e, quindi, ciò che la rende diversa dalle altre” Es. Si pensi ad un viaggio. La missione e la ragione del viaggio La strategia “Determinazione delle mete fondamentali e degli obiettivi di lungo periodo di un’impresa, la scelta dei criteri d’azione ed il tipo di allocazione delle risorse necessarie alla realizzazione degli obiettivi stessi” A.D. Chandler 10 Struttura Modalità di ripartizione delle attività Modalità di ripartizione delle responsabilità Modalità di ripartizione di informazioni Modalità di ripartizione delle risorse Modalità di ripartizione del potere 11 Meccanismi operativi Sono i grandi canali (procedure) entro cui circolano le informazioni necessarie alla sopravvivenza aziendale e contengono le regole per elaborare le informazioni necessarie ai processi aziendali. Rappresentano i “sistemi di orientamento” per il comportamento degli uomini e ne modellano il pensiero e la condotta. I meccanismi operativi sono: • • • • • Sistemi informativi Sistemi decisionali Sistemi di pianificazione Sistemi di programmazione economica e di controllo Sistemi di sviluppo delle risorse umane 12 Gli uomini Insieme degli uomini e delle donne che lavorano nell’azienda e che esprimono: I propri valori I propri bisogni Le proprie conoscenze 13 Sistemi di comportamento I sistemi di comportamento trovano fondamento nei principi di fondo che un gruppo ha inventato, sviluppato o scoperto in relazione all’interazione fra i propri membri e nei rapporti con altri gruppi che hanno funzionato abbastanza bene da essere ritenuti validi. Tali principi di fondo vengono insegnati ai nuovi membri come il “modo giusto” di percepire, pensare e agire. I sistemi di comportamento influenzano: • • • • • • • • • • • Il linguaggio dell’organizzazione I confini dell’organizzazione I rapporti con le altre organizzazioni Il livelli gerarchici e la diffusione del potere I rapporti superiore-subordinato I rapporti tra pari I sistemi di ricompensa e punizione I criteri di entrata ed uscita Il dinamismo dell’organizzazione Gli obiettivi dell’organizzazione I mezzi per raggiungere degli obiettivi 14 Il sistema premiante 15 Indice Principi di organizzazione aziendale 1 Principi di organizzazione aziendale 2 Tipologie di struttura e meccanismi di coordinamento 3 Dalle strutture ai processi 16 Tipologia di struttura Ogni azienda può adottare la propria struttura organizzativa in base alla mission e agli obiettivi prefissati. La struttura organizzativa dipende, cioè, dall’assetto organizzativo dell’azienda, dalla strategia e dallo stile di direzione che si vuole adottare. Le principali tipologie sono: Struttura gerarchica Struttura funzionale Mission A matrice Strategie Con product manager Per progetti Multidivisionale Funzioni aziendali Funzioni aziendali Funzioni aziendali Orizzontale 17 Struttura gerarchica Forma dell’organizzazione il cui coordinamento e l’unità di indirizzo sono lineari e semplificati e dove vi è corrispondenza tra ambito di autorità e responsabilità Direttore Generale Segreteria Lavorazione Lavorazione Vantaggi Unicità del comando Chiara definizione delle mansioni Contatti tra superiore e immediato inferiore Sicurezza degli ordini e osservanza della disciplina Lavorazione Lavorazione Limiti Perdita di efficienza (dovuta ai tempi lunghi di trasmissione delle informazioni e degli ordini Minori possibilità di sfruttamento dei vantaggi della specializzazione 18 Struttura funzionale Forma dell’organizzazione il cui processo di differenziazione tra attività, compiti, obiettivi ha trovato un suo assetto stabile in una (più o meno ampia) articolazione di servizi (o funzioni) specialistici che operano come staff al processo principale o svolgono essi stessi processi specifici Dir. Generale Personale Commerciale Vend. Italia Marketing Sist. informativi Produzione Vend. estere Vantaggi Massimizza le economie di scala per ogni funzione tramite la ripetizione di operazioni note Bassi costi operativi Chiara delimitazione dei compiti e dell’autorità Stabilimento 1 Finanza e amministrazione Stabilimento 2 Limiti Inefficiente nella gestione delle eccezioni e lenta nella risposta alle dinamiche ambientali Rischio che le funzioni si sovraspecializzino e perseguano obiettivi propri Inadatta a strategie di diversificazione 19 Struttura a matrice Struttura che combina in modo stabile e permanente la forma organizzativa gerarchico funzionale con raggruppamenti per progetto/prodotto venendo così a determinare un reticolo organizzativo che produce doppia appartenenza. Dir. Amministr. Dir. Vendite Dir. Personale Dir. Produz. Dir. Ricerche Direz. prog./prod. A Direz. prog./prod. B Direz. prog./prod. C Vantaggi Limiti Elevata efficienza in situazioni che esigono lo sfruttamento di economie di scala ed un elevato grado di incertezza ambientale Favorisce lo sviluppo di capacità direttive Adatta a gestire imprese con personale professionalmente molto qualificato Molte risorse vengono impiegate in attività di coordinamento “Crisi di rigetto” in tessuti culturali non adatti Criticità dei titolari nelle posizioni a doppia dipendenza gerarchica (two-boss managers) 20 Struttura con Product Manager Struttura con product managers (PM) nasce nel momento in cui un’impresa, nel perseguire obiettivi di sviluppo e diversificazione, cerca uno strumento capace di focalizzare e coordinare l’azione relativa a combinazioni di prodotto/mercato relativamente omogenee Direttore Generale Personale Product Managers Marketing Sistemi informativi Produzione Amministrazione Acquisti Commerciale PM 1 PM 2 PM 3 Vantaggi Taglio orizzontale della gerarchia Maggiore coordinamento Limiti In una struttura di questo tipo sono necessari meccanismi di integrazione diversificati (es. piani di marketing, linee guida, riunioni, comitati etc.) visto che i PM non hanno autorità gerarchica 21 Strutture per progetti Struttura che combina una forma organizzativa di tipo gerarchico funzionale (stabile) con strutture più flessibili e temporanee, normalmente interfunzionali cui è affidata la realizzazione di specifici progetti Direzione generale Amministrazione Direzione ricerche Capo prog.1 Capo prog.2 Personale Direzione vendite Direzione produzione Vantaggi Limiti Migliore controllo di attività tecnologicamente complesse Maggiore orientamento agli obiettivi Più elevata qualità Efficiente gestione dei tempi di sviluppo del progetto Genera possibili conflitti sulla priorità dei progetti e sull’allocazione delle risorse E’ vincolante la scelta dei capi progetto Elevato numero di spostamenti di personale Complessità interna molto alta Capo prog.3 22 Struttura multidivisionale Struttura separata per fini: (prodotti, mercati) Vantaggi Direzione Generale Personale Pianificazion e Divisione A Ricerca e sviluppo Finanza Divisione B Si adatta bene a strategie di diversificazione e ad ambienti ad alta dinamicità Permette lo sviluppo di una cultura imprenditoriale a livello di divisione Consente un controllo basato su centri di profitto e non solo di costo Limiti Amministraz. Amministraz. Marketing Produzione Vendite Vendite Alti costi di funzionamento dovuti allo sviluppo di sistemi di coordinamento complessi Rende difficoltoso lo sfruttamento di economie di scala Implica la duplicazione di alcune funzioni aziendali 23 Struttura orizzontale Vantaggi: Flessibilità e capacità di risposta ai cambiamenti dei bisogni del cliente Focalizzazione dell’attenzione sulla produzione di valore per il cliente Visione più diffusa e strategica degli obiettivi organizzativi Maggiore attenzione alla collaborazione e al teamworking Arricchimento dei contenuti del lavoro e più stimoli e responsabilizzazione ai prestatori d’opera Top Management Team Process Owner Team 1 Team 2 Team 3 Market Product Research Testing Analysis Planning Customer New Product Development Process Svantaggi : Process Owner Team 1 Team 2 Material AnalysisPurchasing Flow Team 3 Distrib. Procurement and Logistics Process Customer Difficoltà nella determinazione dei core process attorno ai quali organizzarsi Richiede un forte cambiamento culturale, la riprogettazione delle mansioni, dello stile di management e dei sistemi informativi e di incentivazione Resistenza da parte del management tradizionale Necessità di training Limiti nella possibilità di specializzarsi 24 Tipologie di struttura Esercitazione L'azienda DATACOM S.p.A. offre servizi di telecomunicazione su tecnologia mobile. Attualmente dall’alta direzione dipendono due staff (Pianificazione strategica e gestione delle risorse umane) e tre direzioni: • Direzione Generale Reti: si occupa dello sviluppo e della manutenzione dell’infrastruttura tecnologica: • Chief Financial Office: si occupa dell’amministrazione, della finanza e degli acquisti; • Direzione Generale Mercato: si occupa del presidio e dello sviluppo del mercato e delle attività di vendita di servizi. A seguito di una maggiore dinamicità e apertura del mercato, l'azienda ha deciso di intraprendere un processo di ampia ristrutturazione con l’obiettivo di facilitare l’innovazione e la diversificazione dei servizi. Quale configurazione organizzativa l’impresa adotta attualmente e quali ne possono essere i limiti nella situazione prospettata? Quali modelli organizzativi alternativi l’azienda potrebbe adottare? Quali ne sono i vantaggi e i possibili limiti rispetto alla situazione attuale? 25 I meccanismi operativi Sono i grandi canali entro cui circolano le informazioni necessarie alla sopravvivenza aziendale e contengono le regole per elaborare le informazioni necessarie ai processi aziendali. ‘app ese ta o i siste i di o ie ta e to pe il o po ta e to degli uomini e ne modellano il pensiero e la condotta. I meccanismi operativi sono: Sistemi informativi Sistemi decisionali Sistemi di pianificazione Sistemi di programmazione economica e di controllo Sistemi di sviluppo delle risorse umane 26 Meccanismi operativi Il problema del coordinamento Raggruppare le attività legate da interdipendenza e da affinità significa dar vita ad organi complessi Maggiore è il grado di differenziazione e maggiore è il fabbisogno di integrazione e coordinamento Il problema del coordinamento può essere affrontato tramite gerarchia o con i meccanismi di integrazione 27 IL CASO CERAMICS INC. Fino ad allora la Signora Raku era stata una tranquilla casalinga con l ho y della ceramica. Tutto cominciò quando una conoscente che aveva un piccolo negozio di artigianato vedendo tre suoi vasi ne rimase colpita e chiese alla signora Raku di lasciarglieli mettere in vendita nel negozio. In capo ad una settimana erano stati venduti. La Signora Raku decise così di aprire un piccolo laboratorio di ceramica nello scantinato della sua abitazione. Ciò richiedeva lo svolgimento di alcuni compiti diversi: impastare l a gilla, modellare i vasi, decorarli quando erano semiasciutti, verniciarli e infine cuocerli in forno. Il coordinamento di questi compiti era semplicissimo: la signora Raku li svolgeva tutti da sola. I problemi sorsero a seguito di due fatti: la sua ambizione sfrenata e l oggettiva bellezza dei suoi vasi. Gli ordini fioccarono e superarono presto la sua capacità di produzione. La signora Raku assunse allora u assiste te, la signorina Bisque, desiderosa di apprendere l a te della ceramica. La signora Raku fu costretta a dividere il lavoro. Infatti, i negozi artigianali chiedevano che i vasi fossero creati effettivamente dalla signora Raku e si decise dunque che la Bisque avrebbe pesato l a gilla e preparato le vernici, mentre la signora Raku avrebbe effettivamente modellato e dipinto i vasi. Ciò richiedeva però un coordinamento, problema invero limitato, visto che riguardava solo due persone, che potevano comunicare tra loro in modo diretto e informale. La soluzione funzionò così bene che presto gli ordini sommersero nuovamente la signora Raku, la quale decise di trasferire la sede dell attività in uno spazio più grande. Inoltre, ella si rese conto che occorrevano più assistenti. Questa volta, tuttavia, prevedendo che in futuro questi assistenti avrebbero dovuto modellare i vasi, la signora Raku decise di assumerli operando una selezione tra i diplomati di una nota scuola di ceramica. Di conseguenza, mentre per addestrare la signorina Bisque era stata necessario del tempo, i tre nuovi assistenti erano già a conoscenza di ciò che dovevano fare e si inserirono rapidamente. Anche con cinque persone il coordinamento risultò semplice. 28 Quando però furono introdotti altri due assistenti i problemi di coordinamento cominciarono a porsi: un giorno la Bisque inciampò su un barattolo di vernice e ruppe diversi vasi. Un altro giorno la Raku aprendo il forno si accorse che per errore tutti ivasi erano stati verniciati di rosso e non di verde come richiesto da un cliente. A questo punto la Signora Raku si rese conto che sette persone in un laboratorio non potevano essere coordinate in modo semplicemente informale. A peggiorare le cose, concorreva il fatto che la Signora Raku spendeva sempre più tempo nei contatti con i clienti. In realtà in quel periodo era più facile trovarla con un vestito di sartoria nello studio o nel negozio di un cliente piuttosto che con un paio di jeans in laboratorio. Nominò dunque la signorina Bisque capo del laboratorio: ella doveva a tempo pieno attribuire compiti specifici agli assistenti e coordinarne il lavoro. Il laboratorio continuo ad ampliarsi e assunse il nome di Ceramics Inc. Fu assunto un esperto di problemi del lavoro che suggerì cambiamenti secondo i quali ogni persona doveva essere specializzata e svolgere un solo compito per una sola delle ormai numerose linee di prodotto (vasi, posacenere, portavasi, animali in ceramica). Una persona pesava l a gilla, u alt a la impastava, una terza modellava gli oggetti, una quarta li decorava, u alt a ancora li introduceva nei forni e seguiva la cottura. Ogni persona seguiva un insieme di istruzioni standard, elaborate in precedenza per garantire il coordinamento automatico tra le attività. In effetti il bisogno di comunicazione continua tra le persone addette al processo era ora notevolmente diminuito. Naturalmente la Ceramics Inc non vendeva più ai negozi artigianali, bensì alle grandi catene di distribuzione e la signora Raku accettava ordini solo per quantitativi non inferiori ai cento pezzi. 29 I meccanismi di coordinamento La izio e della signora Raku era però senza limiti e quando si presentò l o asio e di diversificare ulteriormente la produzione, la colse inserendo dapprima le mattonelle in ceramica e successivamente gli arredi da bagno. La Ceramics Inc. fu poi articolata in tre divisioni: prodotti di consumo, prodotti per l edilizia e prodotti industriali. Dal suo ufficio al cinquantesimo piano della Pottery Tower, la signora Raku coordinava le attività delle divisioni, controllando budget e consuntivi delle tre divisioni, definendo obiettivi di crescita con i suoi collaboratori, trattando con le banche e gli investitori i finanziamenti per le nuove operazioni di sviluppo della sua azienda. Spunti per la discussione: Quali sono le fasi ell evoluzio e della ceramics? Cosa spinge al cambiamento da una fase all alt a? Quali sono in ciascuna fase i principali criteri di divisione lavoro e coordinamento? Caso tratto da Mintzberg, La progettazione dell’organizzazione aziendale 30 I cinque meccanismi di coordinamento • Manager Analista Mutuo adattamento Operatore • Supervisione diretta Analista Operatore Manager Operatore • • Standardizzazione – Processi – Output (o obiettivi) – Input (o Capacità) Analista Operatore Manager Operatore Operatore Funzionamento al crescere della complessità Adattam. Rec. Superv. Dir. Standardizzazione Output-> Input -> Proc. di lav. 31 Il coordinamento tramite gerarchia • Span of control (Ampiezza del controllo) – Quale è il n°ottimale di persone che possono dipendere da un capo? • Lattività del o t ollo è osta olata: – – – – Dalla differenziazione dei compiti dei subordinati Dalla loro dispersione fisica Dall innovatività del lavoro dei subordinati Dall i ide za di o piti o ge a hi i da pa te del apo • Lattività del o t ollo è favo ita: – – – – Dalla standardizzazione dei compiti Dalla competenza manageriale del capo Desiderio di autonomia dei collaboratori Competenza ed esperienza dei subordinati 32 I meccanismi di coordinamento I limiti del coordinamento tramite gerarchia • Va taggi dell’adozio e di u a struttura alta • Svantaggi – Maggiore controllo sui risultati delle singole unità – Maggiore facilità di rapporto tra capi e subordinati a causa della affinità di specializzazione – Riduzione dei carichi di lavoro connessi al controllo gerarchico dei singoli capi – Migliori prospettive di carriera manageriale – – – – – Alti costi di struttura Pe dita di o t ollo sull a da e to o plessivo dell azie da pe le diffi oltà i fo ative ausate dai numerosi livelli Relativa lentezza del processo decisionale (necessità di coinvolgere numerosi ruoli ai diversi livelli) Demotivazione a causa della scala gerarchica Rigidità al cambiamento 33 I limiti del coordinamento tramite gerarchia DA ORGANIZZAZIONE “PALO” A ORGANIZZAZIONE “SQUADRA” 34 I meccanismi di coordinamento I meccanismi di integrazione (1/3) I e a is i di i teg azio e app ese ta o l i sie e degli st u e ti he u o ga izzazio e utilizza pe ette e i elazio e u ità t a lo o differenziate Si tratta di agire, ad esempio, cambiando il criterio di aggregazione degli o ga i, odifi a do il peso dei livelli ge a hi i e ette do i rapporto, per vie orizzontali o oblique, le diverse unità organizzative I meccanismi di integrazione si distinguono in strutturali e non strutturali (sistemi operativi) 35 I meccanismi di coordinamento Necessità di coordinamento I meccanismi di integrazione (2/3) Matrice ALTO Figure di collegamento Manager Integratori Comitati e task force Contatti diretti BASSO Sistemi inform. E reporting BASSO ALTO Costo del coordinamento e impatto sulla struttura 36 I meccanismi di coordinamento I meccanismi di integrazione (3/3) Una chiave di lettura per alcuni meccanismi di integrazione INTENSITA’ COLLABORAZIONE DISCONTINUA CONTINUA PERMANENTE TEAM INTERFUNZIONALI COMITATI ORIZZONTE COLLABORAZIONE TASK FORCE RIUNIONI TEMPORANEO 37 I manager integratori Esempi di manager integratori – Product Manager – Project Manager – Account Manager Problemi – Gap Responsabilità-Autorità Fonti di autorità/autorevolezza – – – – – ratifica dal management e visibilità/riferimento top presidio di informazioni critiche esperienza e competenza (autorevolezza) disponibilità di un budget partecipazione a valutazione risorse 38 I meccanismi di coordinamento Limiti dei meccanismi di integrazione • I effi ie ze he evide zia o l e ata s elta dei meccanismi di integrazione – – – – – – Conflitto tra unità organizzative Proliferazione dei comitati Sovraccarico dei ruoli manageriali Rigetto delle procedure Trasposizione dei fini delle unità di coordinamento “eg ali o t asta ti ve so l este o • Cosa si può fare – Partire dai meccanismi meno costosi e più semplici 39 Meccanismi operativi • Il coordinamento tramite meccanismi di integrazione non strutturali Meccanismo Supporto al fabbisogno di integrazione quando vi è: Pianificazione Partecipazione Programmazione e controllo Diffusione/partecipazione/standardizzazione/trasparenza Decisione Di gruppo/relazioni laterali Retribuzione Omogeneità dei criteri/uniformità di trattamento dei sottosistemi Piani di incentivazione Ricompense di gruppo/profit sharing Carriera Rotazioni/passaggi obbligati comuni Formazione Interazione/diffusione dei linguaggi comuni Selezione Ingressi omogenei e coerenti con la cultura aziendale Informazione Sistema globale integrato o articolato con sottosistemi di integrazione 40 Principi di organizzazione aziendale 1 Introduzione all’organizzazione aziendale 2 Tipologie di struttura e meccanismi di coordinamento 3 Dalle strutture ai processi 41 I NUOVI ORIENTAMENTI ORGANIZZATIVI Quali decisioni organizzative concrete le organizzazioni devono prendere per restare competitive conciliando efficienza e capacità di anticipare ed orientare il cambiamento Quali logiche adottare per avere successo come innovatori all’interno di queste organizzazioni Esempio di organizzazione eccellenti orientamento ai processi orientamento al servizio orientamento alle risorse e competenze 42 L’ORIENTAMENTO AI PROCE““I IPOTESI DI FONDO L o ga izzazio e ge e a valo e e p ofitto o edia te le sue fu zio i bensì attraverso i Processi Insiemi organizzati di attività e decisioni, finalizzate alla creazione di un output effettivamente richiesto da un cliente, e al quale è attribuibile un valore ben definito Vantaggi dell’orientamento ai processi Focalizzazione su richieste effettive del cliente Presidio delle prestazioni critiche Eliminazione delle attività a basso valore aggiunto 43 Elementi di base caratterizzanti i processi CLIENTE INPUT OUTPUT RISORSE GESTIONE Interdipendenze deboli Interdipendenze forti 44 Processi primari e di supporto Processi primari: creano direttamente valore riconosciuto dal cliente esterno; le loro performance impattano sul livello di soddisfazione del cliente Processi di supporto: necessari alla gestione dei processi primari; ha o lie ti i te i; so o spesso u ale e essa io 45 Processi strategici e processi operativi Processi strategici: att ave so i uali l azie da pia ifi a e sviluppa il suo futu o (es.: pianificazione strategica, sviluppo nuovi prodotti, processo di marketing) Processi operativi: ostituis o o l attività uotidia a dell azie da (es.: acquisizione clienti, produzione e logistica, servizio postvendita) 46 Processi in una organizzazione che eroga servizi SVILUPPO NUOVI SERVIZI GESTIONE DEL CLIENTE PROVISIONIN G PRESTAZIONI - Soddisfazione/ fedeltà clienti - Soddisfazione -Economicità lavoratori 47 La gestione per processi Approccio innovativo alla gestione e organizzazione delle attività aziendali volto ad ottenere: • Integrazione delle attività, visione di insieme • Prestazioni globali (di processo), invece di semplici ottimizzazioni locali (funzionale) “i ollo a ell a ito di u ge e ale ripensamento dei principi di gestione delle imprese a seguito di mutamenti nel contesto competitivo: • Competizione internazionale più aggressiva – aumento della competitività – au e to del aggio d azio e – internazionalizzazione • Riorganizzazione della catena di fornitura • Modifiche legislative normative • Nuove tecnologie (Internet,..) 48 I principi della gestione per Processi • • • • • • • • • Diffo de e la ultu a di p o esso Attivare catene interne di clienti e fornitori Individuare il process owner Bila ia e l utilizzo della logi he pull e push Decentrare i processi di supporto e la gestione delle informazioni Usa e le te ologie dell i fo azio e e della comunicazione per ridisegnare i processi, migliorare il coordinamento e accelerare la risoluzione dei problemi Ricomporre le attività frammentate Introdurre la delega decisionale ‘ealizza e u o ga izzazio e s ella 49 Diffo dere la cultura di processo Le leve: • Riconoscere e mappare i processi • Individuare i clienti dei processi • Misurare le prestazioni Ostacoli: • visione strutturale • ipersensibilità economico-patrimoniale (controllo di gestione) Implicazioni: • misura delle performance globali del processo • allineamento dei sistemi di incentivo • miglioramento continuo attraverso team interfunzionali 50 Attivare catene interne di clienti-fornitori Azienda Fornitore Cliente Funzioni ? ? ? ? ? ? Richiesta Consiste nel trasformare gli obiettivi del cliente finale in obiettivi per i clienti dei processi intermedi (deployment) Output Richiede di: trattare le u.o. a valle come clienti esterni flessibilità e rapidità di risposta (MBO) lavorare per il cliente e non tanto per il capo estendere la logica a monte e a valle (partnership cliente-fornitore) 51 I dividuare il process owner • • • Funzione Capo funzionale Presidia gli obiettivi globali e la continuità operativa del processo Responsabile di fronte al cliente Promuove il miglioramento continuo • • P.O. è diverso dal Capo (mediazione) Ha competenze prevalentemente relazionali e di leadership (mediazione, convinzione, incentivazione, motivazione) • Ambito di responsabilità maggiore di quello di autorità ‘ottu a del dog a dell unicità di comando Processo • Process owner • • 52 Non è un ruolo di collegamento (ad es. manager integratore) Scelto solitamente nella funzione più coinvolta Bila ciare l’utilizzo delle logiche pull e push Pull: attivare un processo aziendale solo quando un cliente richiede effettivamente l’output del processo, e non prima Push: far partire un processo aziendale in anticipo “prevedendo” la domanda e “spingendo” le attività da monte a valle La scelta tra pull e push dipende da: Grado di conoscenza della domanda (gamma/livello di personalizzazione dei prodotti, numero di clienti) Rapporto tra tempo di consegna richiesto dal mercato e lead time del processo Occorre determinare punto di snodo tra pull e push e spostare il più possibile a valle del punto di snodo le attività che determinano la differenziazione dei prodotti ESEMPI: Processo produttivo: da produzione a stock a produzione o assemblaggio su ordine Processo sviluppo nuovi prodotti: da progettazione prodotto a progettazione piattaforme 53 Decentrare i processi di supporto e la gestione delle informazioni Tre malattie della crescita: • Centralizzazione dei processi di supporto (straniamento, autoreferenzialità) • Burocratizzazione (alibi delle procedure standard) • I a essi ilità dell i fo azio e status Soluzioni: • Scorporare le attività critiche e rimetterle nei processi primari (e.g. gestione operativa degli acquisti) • In particolare. informazione elaborata e gestita il più possibile da chi opera nei processi primari (e.g. case management) • Responsabilizzare gli staff di supporto (indicatori di interfaccia, incentivi sul servizio) • Outsourcing dei processi di supporto 54 Usare le TIC per ridisegnare i processi • Possibilità di migliorare il coordinamento e accelerare la soluzione dei problemi – Uso tipico delle TIC: automazione del lavoro, controllo gerarchico, automazione dei flussi informativi verticali – Uso avanzato: comunicazione orizzontale e integrazione dei processi; BPR Attenzione: le TIC non devono guidare la riprogettazione dei processi, ma seguirla e supportarla 55 Ricomporre le attività frammentate • Non solo aumento delle capacità di integrazione dei processi, ma anche riduzione della necessità di integrazione ricomponendo attività frammentate • Integrazione orizzontale - Job enlargement (e.g. case management) • Integrazione verticale - Job enrichment (funzioni manageriali nei ruoli esecutivi) • Lavoro in gruppo e team interfunzionali (meno procedure, migliore qualità del lavoro) Funzioni Capo funzionale Capo funzionale Capo funzionale Processo Team interfunzionale Process owner 56 Introdurre la delega decisionale Gruppi di lavoro autonomi Empowerment Team interfunzionali Responsabilità su processi e decisioni s Gruppi di miglioramento Circoli di qualità Delega di Suggerimenti potere e Job redesign/ autorità Enrichment Autonomia decisionale Partecipazione alle decisioni Contributi di idee e informazioni Assenza di autonomia decisionale Competenze richieste al personale57 Realizzare u ’orga izzazio e s ella Staff Staff Staff L’organizzazione tradizionale piramidale Staff Meno manager Meno gerarchia Ampiezza dello “span of control” Meno staff Meno controllo più supporto e indirizzo Flussi informativi orizzontali … i rischi del “troppo snello”: Mancanza di risorse per sostenere il cambiamento Perdita di competenze Organizzazione snella senza empowerment “collassa” L’organizzazione piatta e snella 58 Caratteristiche delle organizzazioni orientate ai processi Struttura organizzata attorno ai processi Gerarchia appiattita Empowerment delle risorse umane Orientamento al cliente Attenzione a innovazione e miglioramento continuo Presenza di gruppi autonomi multidisciplinari Focalizzazione su competenze core e collaborazione interaziendale 59 L’orga izzazio e per processi Top Management Coordinatori processo Team Team Team Team Team Team Team PROCESSO 1 Coordinatori processo Team PROCESSO 2 Coordinatori processo Team PROCESSO 3 60 L’orie ta e to al servizio: organizzazioni di prodotto e servizio ORGANIZZAZIONE TIPICA DI PRODOTTO ORGANIZZAZIONE TIPICA DI SERVIZIO Produz. immagazinata per uso Integrazione tra produzione e Produzione simultanea consumo successivo (stoccabilità) all’uso Output standardizzato Standardizzazione dell’output Risorse tecniche accentrate e Localizzazione risorse separate dal cliente Output customizzato Risorse tecniche decentrate presso il cliente Misurabile e tangibile Misura qualità dell’output Percettiva e intangibile Capital intensive Fattore produttivo chiave Labour Intensive 61 L’orie ta e to al servizio co e tre d di natura generale ORGANIZZAZIONE TIPICA DI PRODOTTO ORGANIZZAZIONE TIPICA DI SERVIZIO BENI DI LARGO CONSUMO SIDERURGIA BANCHE FAST FOOD AGENZIE IMMOBILIARI GRANDE DISTRIBUZIONE COMPAGNIE AEREE ALBERGHI CONSULENTI OSPEDALE TREND ESEMPI DI STRATEGIE DI RIPOSIZIONAMENTO CON ORIENTAMENTO AL SERVIZIO: BENETTON FIAT 62 Implicazioni del passaggio ad una logica di servizio LOGICA DI PRODOTTO Bassa LOGICA DI SERVIZIO Importanza ruoli di confine Alta Bassa Dispersione attività Alta Accentrata Struttura di potere Decentrata Alta Formalizzazione Bassa Bassa Ampiezza competenze Alta 63 Criticità ell’orga izzazio e orie tata ai servizi (1) • Interatività Il valore (economicità + soddisfazione dei clienti + soddisfazione dei prest. d’opera) si produce per effetto di un’ interazione tra cliente e prestatore d’opera PRESTATORE D’OPERA CLIENTE Soddisfazione cliente Piattaforma di interazione • servizio • organizzazione Valore Economicità 64 Soddisfazione lavoratore Criticità ell’orga izzazio e orie tata ai servizi 2 • Intensità di lavoro Importanza del coinvolgimento e della soddisfazio e dei p estato i d ope a QUALITY OF WORKING LIFE SODDISFAZ. LAVORATORI FEDELTÀ LAVORATORI QUALITÀ DEL SERVIZIO SODDISFAZ. CLIENTI PRODUTTIV. LAVORATORI CRESCITA PROFITTABILITÀ. Dinamicità e intensità di conoscenza Importanza del contributo diffuso al miglioramento e dell’innovazione continua Esempi eccellenti nel mondo dei servizi Xerox, Banc one, Southwest Airlines, Progressive 65 Principi chiave nella progettazione di una organizzazione orientata al servizio (1) 1. Conoscere il cliente 2. Analizzare i bisogni del cliente e progettare la risposta attraverso servizi core e supplementari 3. Definire il posizionamento competitivo e le fonti differenziali 4. Sviluppare congiuntamente: – – – – Sevizio Sistema Organizzativo Strumenti e tecnologie Politiche di gestione delle Risorse Umane 5. P ogetta e il se vizio ell otti a del lie te e delle iso se umane 6. Minimizzare i passaggi di responsabilità attraverso mansioni allargate e team 66 Principi chiave nella progettazione di una organizzazione orientata al servizio (2) 7. Progettare i processi di supporto (back office) prendendo il front office come cliente 8. Incorporare i meccanismi per la raccolta delle informazioni nei processi stessi 9. Analizzare il livello di coinvolgimento del cliente e progettare un livello di supporto coerente 10. Progettare flessibilità e robustezza nel sistema 11. Progettare le condizioni per la fedeltà dei clienti e dei dipendenti 12. Progettare condizioni per il miglioramento e l i ovazio e o ti ua 67 IMPLICAZIONI DEL PASSAGGIO AD UNA LOGICA DI SERVIZIO LOGICA DI PRODOTTO Bassa LOGICA DI SERVIZIO Importanza ruoli di confine Alta Bassa Dispersione attività Alta Accentrata Struttura di potere Decentrata Alta Formalizzazione Bassa Bassa Ampiezza competenze Alta 68