Diario di Viaggio nelle oasi egiziane
Transcript
Diario di Viaggio nelle oasi egiziane
Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Mi avevano tanto parlato della zona legata alle distese nord orientali del Sahara, un oceano di dune intriganti e vallate sperdute, mi avevano descritto anche la bellezza di alcune fertili oasi adagiate in suggestive conche che riuscivano ad interrompere l’affascinante aridità del paesaggio attorno a loro.. un mondo di sabbia. Allora perché non andare? Un viaggio in Egitto non era nuovo, ma anche rivedere, oltre alle zone ancora non visitate, altre conosciute ed amate, splendida testimonianza di un’epoca passata, era sempre troppo invitante. Senza molti ripensamenti, insieme alla mia carissima amica Simonetta, una “romana verace e grande viaggiatrice”, mi sono decisa a scegliere un itinerario che sarebbe certamente stato ricco di suggestioni… la pace del deserto, il silenzio delle oasi e tutto un mondo di archeologia legata alla magia e all’immaginario dell’antico Egitto. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Quando sono arrivata al Cairo, mi sono subito ricordata di una bella descrizione che avevo letto dello scrittore premio Nobel per la letteratura, Naghib Mahfur, che parlava con amore della sua città: “C’è chi ha girato il mondo e lo descrive come fosse un vicolo. C’è chi conosce solo un vicolo e lo descrive come fosse il mondo. Il mio “vicolo” è l’Egitto, perché per me l’Egitto è il mondo. Ho viaggiato pochissimo nella mia vita forse perché l’immensa Cairo, dove sono nato, dove ho una casa affacciata sulla maestà del Nilo.. è il mio solo amato mondo!” Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Avevo visitato varie volte il Cairo, ma ancora una volta avevo trovato il suo spirito immutato. Il suo disordine, i suoi celebri monumenti, le moschee, i suoi quartieri popolari erano rimasti nel mio ricordo e rivederli, anche se in una sola giornata “di passaggio”, quasi nello “spazio temporale di un respiro”, era un modo particolare per poterli approfondire, gustare con maggior intensità. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Siamo saliti ai bastioni turriti della Cittadella di Salah el Din o del Saladino e dalla terrazza-giardino, quella città chiamata anche “dei mille minareti”, capitale del mondo islamico, mi è apparsa come un pulviscolo dorato… ogni epoca pareva aver lasciato la sua impronta nei palazzi e nelle moschee che sembravano una vera e propria fitta foresta di pietra. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Poi in quella cittadella, sempre bella ed imponente mi è apparsa la moschea voluta da Muhammad Alì nel 1830, in memoria di Tusun Pasha, il figlio maggiore morto nel 1813. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia L’edificio ottomano era stato costruito sul sito del vecchio palazzo reale dei Mamelucchi, circondato da un ampio piazzale squadrato, spiccava con le sue suggestive cupole, una centrale, circondata da quattro più piccole cupole semicircolari ricoperte di piombo e dipinte con motivi in rilievo e gli snelli minareti cilindrici, di foggia turca, con piccoli balconi situati sul lato occidentale della moschea, che si stagliavano nell’azzurro del cielo per ben 82 metri di altezza! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Anche l’interno, pur spoglio e privo di qualsiasi figurazione umana e divina, a causa dell’espresso divieto della religione musulmana, mi è apparso notevole nel suo spazio circolare… tutto era luce e splendore per la gloria di Allah. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Mi sono seduta sul grande tappeto al centro della moschea e mi sono persa ad osservare l’insieme: molti erano i temi decorativi geometrici e varie le forme di calligrafia con frasi arabescate che riportavano versetti del corano. Mi hanno detto che le scritture erano talmente elaborate che solo gli specialisti riuscivano a leggerle! Le vetrate erano coloratissime e gli immensi lampadari illuminavano ogni angolo di una luce soffusa. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Nel cortile della moschea che non era stata ancora completata alla sua morte, abbiamo poi ammirato la semplice tomba di Muhammad Ali Pasha scolpita in marmo di Carrara solo nel 1857. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Scesi nella città bassa abbiamo percorso strade ricche di un considerevole numero di palazzi e monumenti. Le moschee, le madrase, famose scuole coraniche e i mausolei scorrevano davanti ai nostri occhi con il loro stile omogeneo e originale per il contrasto tra le grandi superfici nude, austere e la ricchezza di elementi decorativi come portali, minareti con epigrafi, cupole.. quelle bellezze architettoniche sorgevano dall’intreccio dei vicoli dove pedoni, vetture e carretti si muovevano incessantemente fra la confusione, il rumore e la polvere. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Siamo entrati nella zona del bazar dove oltre ai negozi abbiamo scoperto vecchie case bellissime, con portali riccamente intarsiati, antiche piccole moschee senza nome che nella loro elaborata semplicità non erano di certo inferiori a quelle più conosciute… Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia ...e sempre ciò che mi ha colpito di questa città è stata la folla, veramente troppa, il caos, il traffico negli svincoli, nelle vie, nelle piazze.. abbiamo vagato libere da itinerari prestabiliti dato che il tempo a nostra disposizione non era molto e poi il giorno dopo ci siamo spostati in aeroporto per il volo diretto ad Alessandria d’Egitto. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Arrivati in quella splendida città fondata sul Mediterraneo da Alessandro Magno, ci siamo subito diretti a visitare la famosa biblioteca. A volerla era stato il filosofo greco Aristotele che l’aveva chiamata “Bruchium”, un luogo che doveva contenere tutta la linfa vitale del sapere, e Tolomeo I, seguendo il suggerimento del filosofo e anche il suo sconfinato amore per la conoscenza, aveva mandato in giro per il mondo i suoi uomini più eruditi alla ricerca di tutto ciò che capitava loro sotto mano e che ritenevano degno di essere conservato e poi aveva affidato il progetto a Demetrius Phaleirus la cui statua, severa e ieratica troneggiava nell’atrio della biblioteca! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il “Bruchium” rimase per molto tempo la maggiore biblioteca non solo d’Egitto, perché conteneva il sapere di un’intera civiltà, dall’astronomia alla letteratura, con una predominanza di cultura greca ed egizia. La fine poi di quella struttura unica era ancora avvolta nel mistero.. forse era stata bruciata per errore da Giulio Cesare nel suo attacco alla flotta di Cleopatra? Forse invece era stata volutamente incendiata da una folla fanatica di cristiani, sobillati dal patriarca di Alessandria Teofilo, che volevano cancellare il “sapere pagano”, e soprattutto quei testi di scienza ed alchimia che facevano paura per i loro contenuti all’avanguardia. La biblioteca era poi stata ricostruita a partire dal 1995 con un progetto sponsorizzato dall’UNESCO e finanziato da donazioni di denaro e di libri arrivati da tutto il mondo. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Devo confessare che quando mi sono trovata di fronte a quella splendida ricostruita biblioteca ho provato una sorta di emozione profonda.. l’edificio moderno era là dove un tempo sorgeva l’antica biblioteca… Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia ...tutti gli enigmi del passato erano stati cancellati e quella architettura rappresentava una sfida, uno spazio prezioso di rivincita contro l’antica ignoranza e la superstizione, era bellissima e simbolica; nella struttura esterna si ispirava al disco solare splendente che sorgeva, circondato dal mare. Mi ha molto colpito il muro, tutto in granito, la pietra preferita dei faraoni, con incisi i quattromila caratteri che rappresentavano gli alfabeti del mondo! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La gigantesca statua di Ramesse II sembrava poi fare la guardia all’ingresso preannunciando un’atmosfera avveniristica ed in effetti entrati all’interno si rimaneva colpiti dai giochi di luce spettacolari, dai particolari soffitti in alluminio.. ci hanno specificato che erano “a prova d’incendio”! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia C’era anche, nel lato nord, l’area di consultazione con le pareti in vetro illuminate dalla luce del sole e allora i colori grigio metallici della struttura risplendevano, brillavano di una luminosità riflessa. E poi ero attorniata da tanti libri, tutti i volumi del sapere che erano dislocati su vari piani, ben undici, per una superficie di 45.000 mq… quattro piani scavati nel sottosuolo e sette che si alzavano verso il cielo, e poi ancora musei, stanze per i congressi, sale di consultazione anche con computer all’avanguardia. Ci hanno spiegato che la disposizione dei volumi voleva simboleggiare l’incontro tra il passato e il presente, tra storia antica e moderna, quest’ultima in continua evoluzione. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Siamo poi uscite frastornate dalla biblioteca e ci siamo avventurate sul lungomare dove un vento pazzesco soffiava con forza, tagliava le creste delle onde e le spingeva a infrangersi sulla battigia creando altissimi spruzzi. Eravamo in balia del vento che ci portava i profumi marini e molte gocce simili a perle di acqua salata, ma non potevamo non ammirare alcuni scorci della bella Alessandria con la sua baia cosparsa di barche ed il mare azzurro. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Mi è piaciuto anche il castello quattrocentesco di Qa’itbey, ormai diroccato e non visitabile che si protendeva sul mare, sfidando il vento. Quel castello era stato una delle fortezze più importanti non solo in Egitto, ma in tutta l’ansa del Mediterraneo. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La sua costruzione risaliva al 1480 quando il sultano Ashraf aveva voluto dare una forte impronta al sistema di fortificazione della città in vista degli attacchi ottomani. Il castellofortezza era stato costruito sulle rovine dell’antico faro che rappresentava una delle sette meraviglie del mondo antico… purtroppo però vari terremoti avevano provocato ingenti danni e l’edificio, in parte distrutto, non era stato più sfruttato. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Essendo ad Alessandria era quasi un dovere andare a visitare lungo la costa il sacrario di El Alamein, simbolo della resistenza dell’esercito regio italiano, nel corso della seconda guerra mondiale, quando i nostri mitici paracadutisti della “Folgore” resistettero per tredici giorni all’attacco inglese.. alla resa ebbero infine l’onore delle armi! Il sacrario era diviso in tre zone: c’era quello italiano che ospitava le spoglie di circa 5200 caduti e molti Ascari libici, c’era il cimitero del Commonwealth con le tombe di vari soldati che avevano combattuto con gli alleati britannici e infine c’era il sacrario tedesco, un ossario costruito nello stile di una fortezza militare, che conteneva i resti di 4200 soldati. Che tristezza vedere tutta quell’atmosfera di morte intorno a noi… tante vite umane stroncate da guerre inutili legate ai sogni di gloria di qualche pazzoide fanatico! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La sera dal balcone del mio hotel sul mare ho cercato di assaporare la bellezza di un tramonto sul mare.. la luce ramata all’orizzonte aveva screziato di cielo di una bella colorazione arancione che cercava di farsi strada tra le nuvole di passaggio. La spiaggia era deserta e silenziosa, con qualche palma che sembrava riposare dopo una giornata di caldo sole.. tra tante immagini di morte sentivo come non mai il piacere di esistere e restavo attaccata al mio tramonto sul mare per non rompere l’incanto di quella sensazione. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il giorno dopo siamo partiti in pullman alla volta della rigogliosa oasi di Siwa situata in una depressione profonda 18 metri sotto il livello del mare, un’oasi ricca di acque, di palme da dattero e abitata da una popolazione berbera. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Siamo saliti all’antica cittadella molto suggestiva anche se, essendo stata costruita con materiali salini presi sul luogo, con l’umidità, le piogge, tendeva a sciogliersi… qui c’era il tempio dedicato al dio Sole o Amon che ospitava il celebre Oracolo. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Proprio a questo oracolo si era rivolto anche Alessandro Magno e ne aveva ricevuto un vaticinio particolarmente favorevole e soprattutto la consacrazione al fatto di essere figlio della divinità! Il tempio dell’oracolo e tutte le case della cittadella erano diventate purtroppo un ammasso di ruderi in quanto la zona era stata invasa dalla popolazione dell’oasi con le loro coltivazioni… Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia ...inoltre molte pietre erano state portate via sempre dai berberi e usate per la costruzione delle loro case, sopra i resti archeologici… quindi era molto difficile ricostruire la storia del passato. Comunque ci è stato detto che per i forti vincoli che univano Alessandro Magno all’oracolo, molti studiosi avevano ritenuto che il conquistatore macedone avesse scelto di essere seppellito proprio nell’oasi e non ad Alessandria, come altri ritenevano. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Siamo poi scesi al centro di Siwa, nella piazza centrale del mercato dominata dai resti dell’enclave di Shali del XII secolo, realizzata in mattoni di fango. Qui sembrava di respirare un’atmosfera atemporale, scandita dai ritmi di una comunità agreste lontana mille miglia dalla frenesia occidentale …era un mondo chiuso, preservato dal deserto. Ci hanno raccontato che proprio in quel luogo si era sviluppato il primo insediamento berbero dell’oasi.. gli abitanti lo avevano circondato da alte mura poste a protezione degli attacchi dei predoni beduini, molto frequenti in passato. Poi nel 1926 un’anomalia meteorologica aveva provocato tre giorni di intensa pioggia che aveva sgretolato parte delle case, delle costruzioni.. e la cittadella di Shali era stata abbandonata e mai più ricostruita. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ci siamo poi spostate alla Montagna dei Morti, “Gebel el Mawta”, dove scavate nella roccia si trovavano numerose tombe faraoniche legate al periodo tolemaico della XXVI dinastia. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Alcune mi sono apparse ancora ben conservate, altre dei semplici buchi ormai abbandonati e depredati di ogni ricchezza in quanto la popolazione dell’oasi vi aveva trovato rifugio durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La tomba più importante era l’ipogeo di Si Amon Messi ed apparteneva ad un greco benestante seguace della religione dell’antico Egitto.. bellissime alcune raffigurazioni con immagini e colori molto vivi, della dea Nut che si erano in parte preservate. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Più misera ed un po’ abbandonata all’incuria del tempo nel suo interno, ma comunque con un elegante portale di ingresso, era la tomba della moglie Misuris che stava accanto. Altre tombe anche anonime o di notabili di cui non ricordo il nome, presentavano alcuni rilievi interessanti come quella detta del “coccodrillo” proprio perché al suo interno era raffigurato un coccodrillo, o dipinti con un rosso pigmento utilizzato spesso nelle famose ceramiche prodotte a Siwa. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Dopo quella necropoli ci siamo spostati in un luogo più ameno, i “Bagni di Cleopatra”, una grande piscina di acqua sorgiva rotonda con un diametro di circa venti metri, nelle cui acque una leggenda raccontava che la bella faraona d’Egitto era solita andare a bagnarsi. Ci hanno raccontato che proprio quelle acque avevano un effetto benefico in chi si bagnava.. non abbiamo avuto il tempo di verificare la diceria! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il mattino dopo siamo arrivati ad un’altra necropoli, quella di Bilad al Rum, un luogo abbandonato, triste e sporco, dove avevo la netta sensazione che anche i morti dovessero sentirsi molto lontani dalla pace sperata a causa dei vandalismi, dei molti trafugamenti e delle violazioni… Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Eppure in questo luogo, situato sempre nell’oasi di Siwa, un’archeologa greca, Liana Souvaltzi aveva affermato di aver trovato la tomba di Alessandro Magno.. era vero? Le autorità egiziane le avevano impedito scavi approfonditi e verifiche ulteriori, affermando che la studiosa aveva tradotto in modo errato delle iscrizioni tombali che si riferivano invece ad Iside o addirittura ad un generale dell’antico esercito egizio, ma non assolutamente al condottiero macedone. E così il dubbio è rimasto: dove riposava allora il corpo mortale di Alessandro? In questa necropoli abbandonata o nel tempio dell’Oracolo? O ancora ad Alessandria d’Egitto?... non si è mai saputo con certezza la verità e quei luoghi continuavano a contendersi le sue spoglie mortali! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Bilad al Rum, pur nella sua originalità, mi aveva lasciato negli occhi un’immagine di morte e sentivo, più che mai, il desiderio di atmosfere vive e palpitanti di energia. Il vento aveva pulito aria e terra lustrandole come argenti e l’oasi di Siwa risplendeva… il verde delle palme pareva fondersi con un cielo grigio-azzurro e la sabbia del deserto, dove stavamo avventurandoci, aveva il colore un po’ pallido dell’ocra. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ci siamo fermati ad ammirare quel panorama in una zona che aveva ancora il leggiadro nome di “Valle delle Gazzelle” anche se le gazzelle se ne erano andate da tempo dato l’avanzare del deserto e la siccità! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Poi più avanti ci è sembrato di recuperare il contatto con l’essenza della vita: il lago di Shyata con le sue vive tonalità di azzurro e verde ci è apparso quasi come un miraggio. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il panorama era veramente suggestivo, Shyata era un piccolo lago salato in mezzo al nulla, l’acqua era molto fredda, ma sentivo ugualmente il desiderio di tuffarmi e avvertire il piacere di piccoli brividi sulla pelle.. mi stavo riempiendo gli occhi della bellezza di un mondo che sempre più mi appariva come un sogno velato di paradiso! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Risaliti in jeep dopo un frugale pranzo ci siamo diretti verso “il gran mare di sabbia” com’era chiamata quella parte di deserto, ed io continuavo ad esserne affascinata. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Purtroppo un vento pazzesco ha cominciato ad avvolgerci tanto che durante le piccole soste, per non essere sopraffatti dalla sabbia, ci siamo tutti intabarrati come beduini e solo in quel travestimento abbiamo avuto la possibilità di scendere dalla jeep ed esplorare a piedi alcune zone dove c’erano i resti di un piccolo meteorite, una preistorica pietra nera che era caduta in tempi lontani e chissà da quale parte dell’immenso universo! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Sempre riparandoci dal vento e dalla sabbia, ricordo che ci lamentavamo un poco della sfortuna di non godere appieno della bellezza del paesaggio, ma la nostra saggia guida egiziana, cercava di ammorbidirci con i suoi proverbi: “cari miei viaggiatori, le tempeste dell’animo sono di gran lunga peggiori delle tempeste di sabbia!”.. e tutto si concludeva con una piacevole risata. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Proseguendo in jeep ci siamo poi fermati in una piccola oasi quasi minuscola in quel gran mare di sabbia.. qui ci è stata indicata una pozza d’acqua calda, la sorgente di acqua termale sulfurea di Fatmas, già menzionata anche da Erodoto. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La pozza d’acqua confluiva poi in un lago più grande circondato da un canneto .. e mentre il vento mi portava il profumo della terra umida che il sole aveva riscaldato, io mi sentivo presa da quel paesaggio unico intorno a me.. solo un’immensa distesa di sabbia giallastra tendente al grigio, di cui non vedevo la fine! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Singolare e sorprendente poi, in questo gran mare di sabbia, imbattersi in resti fossili in luoghi ora deserti ma un tempo coperti dalle acque del Mar Mediterraneo. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il giorno dopo in jeep abbiamo lasciato la verde oasi di Siwa diretti, sempre attraversando il gran mare di sabbia e poi percorrendo una stretta strada che si incuneava tra due grandi laghi salati, verso l’altra bella oasi di Bahariya. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Abbiamo attraversato la depressione di Qattara, una delle più vaste in tutta l’Africa (18.000 Kmq.), situata nella parte settentrionale del deserto libicoegiziano. Recintata da dune scendeva fino a 133 metri sotto il livello del mare! In alcune zone il panorama arido e selvaggio era tappezzato da grandi acquitrini e laghi salati.. che però in altre stagioni si asciugavano lasciando sul terreno immense distese di sale. Abbiamo così avuto la fortuna di vedere un paesaggio lunare molto suggestivo, arricchito da laghi, canneti che davano un tono di freschezza in quella bianca distesa arida. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Nella Depressione di Kattara le necropoli abbondavano, tombe tristemente abbandonate che venivano ormai sfruttate dai beduini solo come riparo dal vento. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Poi è arrivato il percorso magnifico attraverso il deserto, verso l’oasi di Bahariya, chiamata anche “l’oasi del nord”… il viaggio era un’incessante riscoperta del fascino del deserto che ormai ci stava entrando nello spirito. Mi guardavo intorno dal finestrino della jeep ed avvertivo, come non mai, la vastità di quel nulla. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia A dare un tocco magico in più a questa atmosfera c'è stato l'inaspettato incontro con un gruppo di beduini che, sui loro cammelli dalle colorate cavalcature, avanzavano lentamente lungo una pista appena visibile tra le bianche dune. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Siamo così arrivati nel centro maggiore dell’oasi, a El Bawiti, un villaggio con palmeti che circondavano le tipiche case di fango in un affollamento disordinato e caotico. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia L’importanza di quest’oasi era data anche dalla recente ed esaltante scoperta della vasta e ricca necropoli di Ayn al Muftillah, con quattro tombe particolari e nelle fondamenta la bellezza di 105 mummie, alcune delle quali ricoperte d’oro, per cui il sito era diventato famoso per le “mummie d’oro”! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La cosa fantastica era che quei reperti avevano resistito all’erosione ed ai vandalismi per 2000 anni.. La guida ci ha raccontato il fatto legato alla loro scoperta: nel 1996, un sorvegliante delle antichità, preposto al servizio del Tempio di Alessandro Magno, stava attraversando il deserto sul suo asino, diretto all’oasi di Faretra, quando inavvertitamente la gamba dell’asino era inciampata in qualcosa e tutti e due erano ruzzolati in una fossa, una specie di pozzo abbastanza profondo! Nel recuperare i malcapitati gli archeologi hanno scoperto la mummia di una giovane donna vestita con abiti romani del III secolo, in una tomba scavata nella roccia e poi sono seguite tutte le altre scoperte sensazionali.. la valle delle mummie luccicanti d’oro, appartenenti a tutti gli strati sociali, tombe di famiglia inviolate, con piccoli tesori non saccheggiati o trafugati dagli sciacalli! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia All’interno dell’oasi di Bahariya abbiamo anche visto i resti di un tempio dedicato ad Alessandro Magno, ormai distrutto.. con enormi blocchi di pietra che potevano dare una velata idea di come doveva essere stata la sua grandezza. Gli egittologi ritenevano che il condottiero macedone l’avesse fatto edificare durante il suo passaggio nell’oasi, sulla via del ritorno dalla visita al Tempio dell’Oracolo di Siwa. Se l’esterno era distrutto, l’interno invece era stato in parte ricostruito e si poteva in questo modo avere un’idea dell’imponenza e delle idee grandiose di Alessandro che voleva essere considerato, a tutti gli effetti, un faraone figlio del dio Amon. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ma l’oasi di Bahariya era anche famosa per la bellezza e la suggestione dei deserti circostanti per cui non potevamo esimerci da una spedizione verso quelle meraviglie della natura. Ci siamo dunque diretti verso il “Sahra as-Sauda”, il “Deserto Nero”, uno spettacolo stupefacente, mozzafiato, prodotto dall’erosione delle montagne di basalto che rivestivano il deserto con uno strato di polvere e rocce nere, laviche. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ci siamo fermate incantate da ciò che ci circondava… calpestavamo una sabbia che scricchiolava sotto i nostri piedi, alture coperte di colori diversi prevalentemente nero e marrone tanto da dare l’impressione di piccoli vulcani e intorno vedevamo solo sabbia nera, una distesa che pareva lunga e senza fine. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Un’altra sosta durante il nostro percorso esplorativo è stato alla “Montagna di Cristallo”, così chiamata per i cristalli di quarzo che la componevano interamente, tanto da mandare strani riflessi trasparenti e luccichii sotto il sole. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Dopo la magia un po’ surreale di quei sassolini di quarzo che invitavano alla gioia, ci siamo diretti verso una zona, a mio avviso, tra le più belle di questo percorso, verso “il Deserto Bianco”, con le sue strane formazioni rocciose quasi ultraterrene e le vaste bianche pianure aperte.. mi sentivo emozionata perché stavo vivendo un’esperienza che avevo tanto atteso e che si prospettava, a dir poco, unica ed esaltante! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ed ecco avvistare le prime propaggini del Deserto Bianco, un incredibile paesaggio lunare, una sublime rappresentazione della bellezza che esaltava l’animo e che dava spazio all’immaginazione. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Questo deserto si era formato dopo la scomparsa delle acque interne, faceva parte della depressione di Farafra, lunga ben 200 Km e il risultato voluto da madre natura erano proprio quelle rocce bianche, di un candore abbacinante, onirico, surreale che durante il forte sole, costringevano chi le guardava a chiudere gli occhi dopo essere stato abbagliato. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia I locali chiamavano quella formazione di varie rocce “Le lacrime di Isidora” perché narrava una leggenda che una fanciulla innamorata, dopo la morte del fidanzato che genitori crudeli non le avevano fatto sposare, era fuggita qui nel deserto a piangere disperata, e le sue copiose lacrime si erano, per volontà degli dei, trasformate in massi bianchi! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia A parte la poetica leggenda, qui gli aggettivi si sprecavano, perché il mio stato d’animo e quello di tutti era di assoluto stupore, tanto che, guardandomi intorno, mi chiedevo se ero di fronte ad un miraggio o tutto era pura e bella realtà! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La natura pareva sbizzarrirsi in giochi architettonici che incantavano. La bianca pietra calcarea del suolo, rendeva il paesaggio unico, tale da mozzare letteralmente il respiro.. ...avvertivo tutta la magia di quel luogo, il suo fascino continuava a conquistarmi, così come aveva conquistato i primi esploratori, ed ero convinta che nessun grande artista, avrebbe saputo renderlo più bello. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Eravamo in pieno deserto, eppure da lontano tutte le rocce sculture, il terreno, i rilievi, apparivano quasi ammantati di bianca neve. Le strane e svariate forme delle rocce erano degne dello scultore più esperto, ecco allora il gigantesco fungo, una formazione di polvere di Diatomiti, le micidiali conchiglie che furono capaci di mangiare la barriera corallina, quando qui c’era il mare… e poi le case dei Puffi, il dinosauro, la sfinge, la gallina ai piedi di un albero, il pavone e.. poi via, si poteva dare spazio alla fantasia e alle varie interpretazioni! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Mentre il sole calava, le ombre iniziarono ad avvolgere tutte le formazioni rocciose, dando loro un senso di magica profondità. Qui, nel silenzio di questo paradiso surreale, dovevamo trascorrere la notte, al sicuro dai fantasmi del deserto, nelle piccole tende ad igloo. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia L’avventura ci esaltava, eravamo tutte un po’ intimorite, ma cariche di entusiasmo: questa parte di deserto era stata un’esperienza molto più intensa di quello che ci eravamo aspettate, era pura poesia e non riuscivamo ad avvertire totalmente le difficoltà logistiche, non sentivamo neppure il freddo pungente che ci circondava in quella piccola e precaria tenda sulla sabbia… forse durante la notte io avrei sognato la giovane Isidora che piangeva tutte le sue calde lacrime che si trasformavano in sogni!! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il mattino dopo, all’alba mi aspettavano immagini e colori ancora più intensi sotto i raggi del sole, abbiamo guardato incantate quel paesaggio e non ci stancavamo di fotografare con l’intento di fissare le immagini che tanto ci piacevano, abbiamo persino toccato quelle rocce come fossero state dei talismani ed abbiamo raccolto per terra qualche conchiglia, poi come tutte le avventure belle, anche questa doveva avere fine, siamo risalite sulla jeep dirette ad altri lidi, ad altre meraviglie… Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Una breve sosta è stata fatta nell’oasi di Farafra.. un complesso di case decrepite e fatiscenti, abbandonate all’incuria del tempo, piccoli ruderi tra i palmeti. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia L’unica nota un po’ interessante in questo luogo è stata la visita al museo Badr, una casa con richiami pseudo egizi, molto stravagante ed inquietante dove viveva un artista locale, di nome Badr. Questo personaggio che dicevano famoso nella zona aveva esposto sia all’esterno che all’interno della casa, una specie di galleria d’arte in cui erano raffigurare sculture ed immagini legate alla dura e difficile vita del suo villaggio. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Da Farafra ci siamo poi diretti verso un’altra oasi, quella di Dakhla dove ci aspettava una piacevole sorpresa, il tempio restaurato di Deir el Haggar, databile al tempo di Nerone e poi anche di Vespasiano e Tito, intorno al 53 a. C. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il tempio era dedicato ad Amon Ra e sia nel cortile, all’aperto, lungo i muri, sia all’interno era possibile ammirare bassorilievi del faraone e degli dei… ovviamente il faraone era l’imperatore romano ed era abbigliato nel costume degli antichi egizi, per ingraziarsi i sacerdoti locali che dovevano fornire il grano a Roma! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Questo tempio, abbastanza imponente era stato in seguito trasformato in un monastero… un luogo cristiano con il compito di proteggere chiunque vi si fosse rifugiato. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Abbastanza vicino a Dakhla abbiamo anche visitato la necropoli romana di El Muzawaka con circa 300 tombe.. Le due più belle erano anche ornate da rilievi con colori vivaci, decorazioni parietali e una conteneva addirittura quattro mummie! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ma al di là della necropoli il nostro interesse si è rivolto alla perlustrazione della città vecchia di Dakhla, el Qsar, dal termine arabo che significa fortezza, l'antica Ibis dei Greci, poi diventata romana e infine musulmana. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia El Qsar si è presentata con il suo intrico di stradine dissestate, fiancheggiate da case con le pareti ricoperte di argilla, sorrette da elaborate architravi in legno dal disegno abbastanza elaborato che chiariva il nome del proprietario. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Con grande interesse abbiamo percorso quel complicato labirinto che collegava in passaggi segreti, i cortili isolati nelle varie abitazioni, un ambiente avvolto non solo da una decisa atmosfera medioevale, ma anche dal buio silenzio di un luogo abbandonato. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Tra i vari ruderi in rovina abbiamo visto anche una moschea del XII secolo e una madrasa del X secolo dal cui tetto si poteva godere lo scenario suggestivo delle bianche dune che circondavano l’oasi in un dolce abbraccio. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia I nostri percorsi di scoperta della zona così ricca di reperti sono arrivati al villaggio islamico medioevale di Balat con le sue case di fango in stile sudanese che ricordavano l’influenza esercitata dal regno dei Mamelucchi e degli Ottomani in Egitto. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Vicino al villaggio spiccava l’antica necropoli di Balat costituita da cinque mastabe, una delle quali anche in restauro. Su una delle tombe la guida ci ha detto che era stata scoperta una iscrizione costituita da geroglifici secondo la quale in quel luogo era stato sepolto il governatore dell’oasi, il più potente del deserto. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Molto più ricca ed interessante di Balat è stata invece la necropoli di El Bagawatt, uno dei più antichi cimiteri cristiani al mondo, con ben 263 tombe di vario genere, spesso cripte spoglie in mattoni di argilla, quasi tutte a cupola semplice o doppia, alcune meglio conservate con incredibili disegni alle pareti. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La guida ci ha spiegato che molte tombe erano state ispirate dall’architettura sepolcrale alessandrina .. erano infatti visibili gli elementi decorativi delle pareti esterne con l’uso di due ordini di pilastri parietali e di nicchie incorniciate da colonnette, archi portanti, arcate cieche.. e poi stupefacenti erano anche quelle che venivano definite tombe di famiglia a più arcate che rispecchiavano alcuni caratteri bizantini. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ma il vero spettacolo che mi è apparso come una vera e propria visione è stato l’ingesso nelle due cappelle cristiane del V e VI secolo, a pianta quadrata, chiamate per i loro affreschi favolosi che si erano preservati, “Cupola della Pace” e “Cupola dell’Esodo degli Ebrei”. Siamo entrate in quel luogo di morte con grande emozione, tanto che ci è apparso vivo e spettacolare per la sua monumentalità, per la ricchezza degli apparati architettonici e decorativi, per i dipinti colorati che ritraevano episodi biblici, personaggi dell’antico testamento come Mosè, Gesù, Abramo.. e poi anche figure cristiane, rappresentazioni e personificazioni simboliche relative ad episodi religiosi, unici nell’età paleocristiana! Eravamo incantati con lo sguardo che non di staccavano dalla cupola, dalle pareti, da quei colori che erano sopravvissuti all’incuria del tempo. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Al centro della necropoli si ergeva poi una basilica sepolcrale, attribuita al V secolo, in mattoni crudi, con la classica forma architettonica copta, chiusa a tre navate, con gallerie e senza abside… riprendeva quasi totalmente la forma dell’arca di Noè ed era insolitamente circondata anche da una serie di dodici colonne murate che forse in origine avevano sorretto un tetto in modo da dare vita ad un nartece. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Dopo aver esplorato in lungo ed in largo, senza mai stancarci, quel luogo ricco di reperti, abbiamo ripreso il viaggio.. una breve sosta al tempio di Ibis che abbiamo ammirato solo dall’esterno perché era chiuso e… poi via verso altri templi che in questa zona pullulavano come funghi! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il giorno dopo, sempre sotto un sole cocente che ci riscaldava le ossa, ci siamo fermati ai resti del tempio romano di Nadura, trasformato in seguito in un posto di guardia ed infine quasi completamente distrutto dai Mamelucchi. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Dopo questi resti archeologici abbiamo ripreso il viaggio attraverso un antico tracciato nel deserto. Ogni tanto le nostre jeep si fermavano e tra sabbia e sole potevamo godere bellissimi momenti di relax e di pace. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ci siamo poi spostati a Labaka dove ci siamo trovati di fronte ad un antico tempio faraonico diventato in seguito un castello fortezza romana. Esso dominava solitario il deserto che si stendeva attorno a noi. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Il viaggio è proseguito verso la magica e ricca Luxor, attraverso ambienti e situazioni sempre diverse. Abbiamo costeggiato le rovine del castello di El Zayan che attestavano la grandezza romana di un passato imperiale di conquiste e di gloria, e poi un paesaggio lunare di bianca sabbia con sfumature dorate. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Infine le prime avvisaglie della periferia di Luxor ci hanno preparato all'impatto grandioso del faraonico tempio di Amon Ra, il re degli dei, con la corte di Nectanebo e il pilone con la statua di Ramsete II. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Quella monumentale struttura, addossata ormai alle case della città, fu riportata alla luce nel 1883, ma la sua costruzione ad opera dell'architetto Amenofi, figlio di Hopu, era legata essenzialmente a due faraoni: Amon Ofis III che lo iniziò nel XIV secolo a.C. e Ramsete II che la portò a termine aggiungendo cortili e colonnati ancora più monumentali. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Ed è proprio quel cortile a colonne di Amon Ofis III, incredibile, eccessivo, composto da due file di sette colonne campaniformi, lungo 52 metri, che faceva rimanere senza fiato. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Oltrepassato l’ingresso trionfale siamo entrati nella corte di Ramsete II e ci siamo sentiti tutti piccoli piccoli... Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia ...eravamo sopraffatti, ancora una volta, dalla doppia fila di colonne con capitelli a papiro chiuso e statue osiriache che spuntavano come funghi… una grande foresta pietrificata di grande suggestione con Ramsete e la sua sposa che troneggiavano nonostante fossero un po’ deturpati dal tempo, sempre maestosi, tali da incutere una totale sottomissione! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia A circa tre chilometri dal tempio di Luxor si stendeva la vasta zona monumentale di Karnak che i greci avevano chiamato Hermonthis.. ebbene, un lungo “dromos” lastricato di pietra, un viale processionale fiancheggiato da sfingi a testa umana portava da Luxor a Karnak. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia La strada non era stata riportata alla luce nella sua integrità, ma quando siamo arrivati in vista del dromos di sfingi criocefale che conducevano al primo pilone, nonostante la folla, abbiamo avuto la sensazione di rivivere il passato. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Karnak era ancora più monumentale di Luxor, più estesa, più divina… si avvertiva nei cortili il dominio del dio Amon e in altri quello della dea Mut, moglie di Amon e raffigurata simbolicamente sotto forma di avvoltoio. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia In quel complesso templare, i faraoni che si erano avvicendati sul trono, avevano lasciato il proprio segno, a volte aggiungendo sale o cortili, altre volte ampliando il tempio con cappelle e obelischi. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Bellissimo mi è apparso il lago sacro del dominio di Amon, usato per le cerimonie, un esteso lago di forma quadrangolare, circondato non solo dai vari edifici religiosi, ma anche da magazzini, abitazioni dei sacerdoti.. in quelle acque, ogni mattina, proprio i sacerdoti di Amon solevano purificarsi prima di dare inizio ai riti sacri quotidiani. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Mi sono piaciute poi le sfingi a testa d’ariete, l’animale sacro ad Amon, che avevano il compito di proteggere il faraone raffigurato tra le zampe dell’animale! Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia E che dire dei pilastri unici osiriaci che sostenevano il portico del tempio di Ramsete III? Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia E gli obelischi con iscrizioni finemente elaborate? Ci trovavamo ancora sopraffate dalla foresta di incredibili colonne le cui dimensioni e i giochi d’ombra e di luce provocavano in tutti noi forti emozioni. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Durante quella visita che mi faceva rivivere ciò che in passato avevo già visto… ma mai abbastanza.. ho pensato all’incredibile capacità dell’uomo di poter realizzare dei monumenti così grandi ed imponenti.. ho pensato alle migliaia di persone che vi avevano lavorato, guardiani, operai, contadini, oltre ai sacerdoti che vi avevano vissuto. Era un complesso che godeva di ricchezza, del favore del faraone che qui ammassava i suoi bottini di guerra, qui ricercava con continue costruzioni la benevolenza degli dei per la sua prosperità.. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia E con quelle monumentali immagini che si elevavano dal terreno, di una perfezione quasi soprannaturale, perse nella notte dei tempi.. mi sono preparata al mio ritorno in Italia. Diario di Viaggio nelle oasi egiziane Percorrendo zone archeologiche, rigogliose oasi e un gran mare di sabbia Quante emozioni, quanti ricordi, quante immagini da elaborare e cercare di ricostruire… mi sentivo sopraffatta dall’intensità di ciò che avevo vissuto, ero passata dal silenzio del deserto al caos disordinato di villaggi e città, ma l’arte, la grandezza dell’uomo e della natura avevano sempre fatto a gara per stupirmi, per incantarmi, per farmi apprezzare ancora una volta il piacere di viaggiare!