un tesoro nascosto
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un tesoro nascosto
“UN TESORO NASCOSTO” Corso d’idoneità IRC educatrici Nidi Integrati FISM Anno educativo 2011-2012 Bertagna Martina Bertagna Martina Burati Anna Burati Anna Farano Valentina Farano Valentina Gueresi Susanna Gueresi Susanna Lastoria Lorena Lastoria Lorena Merci Stefania Merci Stefania Pasquali Tania Pasquali Tania Righetti Alice Righetti Alice Zanetti Giulia Zanetti Giulia ...Una piccola premessa... “la struttura pasquale della vita umana” "C’è un tempo per ogni cosa" Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il sole. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. L'uomo è fatto di opposti, un amalgama di irrazionalità e ragionevolezza, ha un lato di luce e uno d'ombra. Il fascino dell'animo umano è nella sintesi degli opposti, nella lotta incessante tra essere e dover essere, reale e ideale, rassegnazione e desiderio. Sentimenti di altruismo e di benevolenza verso il prossimo e il mondo si alternano ad altri opposti, come l'egoismo, l'invidia, la superbia. Le lacrime e il riso, il lamento e la danza, definiscono i giorni dell’uomo, che in tal modo manifesta esteriormente la sua vita interiore, caratterizzata dalla gioia e dalla sofferenza. Nel contesto storico attuale, segnato da complessità, pluralismo di modelli e di valori e da continue e rapide trasformazioni, si fa sempre più forte ed urgente l'esigenza di un impegno educativo a favore delle giovani generazioni. Sembra una tendenza generale quella di evitare il più possibile ogni fatica, cancellare la parola sacrificio. Si cerca sempre più la via più semplice, la più comoda e gratificante: tanti "cattivi maestri" ci invitano a faticare di meno; lo spirito giusto, invece, è quello che accetta le difficoltà senza sfuggire davanti ad esse. La fatica accettata quotidianamente è l'essenza stessa della vita. Evitandola non si fa altro che costruire sulla sabbia, lasciando tutto in balia dei venti che inevitabilmente soffieranno portando depressione e sensazione di mancanza di senso. La nostra vita conosce anche la prova e gli insuccessi, legati alla condizione di povertà e alla precarietà dell'esistenza. Come il nocciolo del frutto deve rompersi per esporsi al sole, così dobbiamo conoscere il dolore. La vita non è senza sofferenze, il dolore fa parte dell'esistenza umana. L'uomo trova insidie, ha le sue lotte. Sono mali fondamentali dello spirito. Dio ci ha fatto cosi: fragili. Ma ci ha anche dato i mezzi per combattere. A volte, lo sforzo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita. Se Dio ci permettesse di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo. Non potremmo mai volare! Chiesi la forza... e Dio mi ha dato le difficoltà per farmi forte. Chiesi la sapienza... e Dio mi ha dato problemi da risolvere. Chiesi la prosperità... e Dio mi ha dato cervello e muscoli per lavorare. Chiesi di poter volare... e Dio mi ha dato ostacoli da superare. Chiesi l’amore... e Dio mi ha dato persone con problemi da poter aiutare. Chiesi favori... e Dio mi ha dato opportunità. Non ho ricevuto niente di quello che chiesi... Però ho ricevuto tutto quello di cui avevo bisogno. ...Motivazione: “uno sguardo sul bambino”... Attente alle esigenze dei nostri tempi, in perfetta consonanza e armonia con la dottrina e con le indicazioni della moderna psico-pedagogia, è stato elaborato un progetto che ha come tema centrale la relazione. Dopo un'attenta riflessione e discussione in gruppo, si ritiene sia possibile avviare anche i bambini grandi dell'asilo nido ad una prima scoperta di alcuni valori religiosi che sono e saranno alla base della loro crescita. La proposta è stata formulata sulla convinzione che una dimensione religiosa sia necessaria fin da piccoli. Le parole della fede e un primo avvio alla spiritualità, sono componenti fondamentali per l'infanzia perché aiutano a dirigere verso l'ottimismo, tanto necessario per affrontare oggi le dure prove della vita: la dimensione religiosa deve essere curata almeno quanto vengono coltivate l'intelligenza, l'affettività, la socialità. Essa è da considerarsi, anche al nido, elemento importante, insostituibile, per uno sviluppo armonico e integrale del bambino. Come scuola di ispirazione cristiana, promuoviamo l'espressione dei valori evangelici e la trasmissione del modello di vita incarnato da Gesù, alla quale si ispira tutta la nostra attività educativa e didattica. Educare ai valori (affidamento a Gesù, ”perla preziosa”) Emozioni, espressione del sé (identità) Centralità del bambino Piccoli gesti nell'azione (sentirsi amato) Emozioni,espressione del sé Passaggio dal “io” al “noi” Gestione delle relazioni pari/adulto (appartenenza alla “famiglia umana”) Emozioni, espressione del sé (identità) E' necessario favorire un costante allenamento alla migliore decodifica e alla più opportuna modulazione delle proprie sensazioni, stati d'animo, affetti ed emozioni. Le sensazioni belle o brutte che siano, vanno riconosciute, mai nascoste o represse. Ogni emozione ha un volto, una faccia, un'espressione ben precisa e utilizzando la mimica facciale impariamo a conoscere, a comprendere e padroneggiare l'alfabeto dei sentimenti. Piccoli gesti nell'azione (sentirsi amato) L'amore è la base per riempire il serbatoio emozionale del bambino. Il carattere di prevedibilità proprie delle routine che scandiscono il tempo al nido, consente ai bimbi di fronteggiare i sentimenti di confusione, preoccupazioni, paure e conflitti che spesso li riguardano. Il nostro impegno quotidiano è rivolto alla crescita dei bambini "dall'interno”, per invogliarli con gioia e soddisfazione verso il bene. Fondando ogni relazione sull'amorevolezza, intesa come accoglienza incondizionata che traduce con segni l'amore educativo, il fine ultimo è di "far capire al singolo di essere amato". C'era una volta una virgola seccata dalla poca considerazione in cui tutti la tenevano. Perfino i bambini delle elementari si facevano beffe di lei. Che cos'è una virgola dopo tutto?Nei giornali nessuno la usa più. La buttano, a casaccio. Un giorno la virgola si ribellò. Il presidente scrisse un breve appunto dopo il lungo colloquio con il presidente avversario: "Pace, impossibile lanciare i missili" e lo passò frettolosamente al generale. In quel momento la piccola trascurata virgola mise in atto il suo piano e si spostò. Si spostò solo di una parola, appena un saltino. Quello che lesse il generale fu: "Pace impossibile, lanciare i missili" e scoppiò la guerra mondiale. Fai attenzione alle piccole cose: sono il seme di quelle grandi. Il testo preso in considerazione si riferisce al lavoro di cura che gli educatori svolgono all'interno della struttura per l'infanzia percorrendo una quotidianità fatta di piccoli gesti da cui scaturiscono grandi emozioni: piccole attenzioni e gesti di cura che gettano le basi per un futuro benessere interiore del bambino. Il bambino che vive in un'atmosfera serena, si sa, si apre ai valori della vita con più facilità. Gestione delle relazioni pari/adulto (appartenenza alla “famiglia umana”) Dio ci ha creato per essere beati, contenti, gioiosi ma non si può esserlo da soli. La relazione è la condizione necessaria per la felicità. L'amore in tutte le sue forme: amicizia, affetto, comunione, rendono la persona felice. Siamo esseri di relazione! Il cammino verso la pienezza della nostra umanità, che noi chiamiamo educazione, non si percorre in solitudine. Nello specifico viene promossa l'identità del bambino sviluppandone il sentimento di appartenenza alla famiglia, ma anche l'appartenenza al più ampio contesto di gruppo e dell'intera “famiglia umana”. E' perciò necessario “provvedere ad un sistema di rapporti interattivi” con gli altri bambini che consenta di fruire delle risorse umane ma anche culturali presenti. In questo modo la scuola, come prima esperienza di vita sociale, dopo il contesto famigliare, diventa luogo idoneo di crescita, di incontro con il diverso; ambiente sereno dove il bambino, imparando a conoscere sé stesso e il mondo che lo circonda, si apre ai grandi valori della vita in una comunità fondata sui valori dell'uguaglianza, solidarietà, fraternità. Il nido diviene luogo in cui ogni momento quotidiano è impregnato di relazioni, grazie alle quali impara, cominciando a fare delle prime prove, a gestire emozioni nuove nell'affrontare i rapporti con i pari e gli adulti. E' un luogo dove può “studiare come si fa a diventare grande”, un percorso certamente non privo di ostacoli: non mancano, infatti, le occasioni in cui si trova spaesato e incontra difficoltà nella relazione stessa. Per questo è importante sostenerlo nei momenti di crisi, accompagnandolo nella piacevole scoperta di stare insieme e condividere con gioia la vita con i compagni e le persone adulte che “abitano il nido”. Da non dimenticare che le componenti sociali della convivenza e la solidarietà delle vicende umane si devono sempre affermare nel rispetto della persona, la cui singolarità deve sempre essere riconosciuta e valorizzata. Educare ai valori (affidamento a Gesù, “perla preziosa”) Imparando a gestire i rapporti e a relazionarsi con sicurezza, il bambino riuscirà anche a sviluppare altre competenze. Ciò può avvenire solo valorizzando le sue esperienze personali e ambientali, riconducendole ad un significato religioso più profondo, legato alla figura di Gesù. Abbiamo scelto come testo religioso, cui far riferimento nel nostro progetto, la parabola "il tesoro e la perla", mettendo in luce la figura di Gesù, pienezza del Regno, tesoro nascosto, perla da ricercare, che ci ha reso fratelli e ci ha immesso nella relazione. Gesù è infatti via, verità e relazione con il Padre e quindi con i fratelli. L'incontro con Gesù, e cioè con il Regno di Dio fra noi -ecco la perla!- è quindi quell'occasione univoca che bisogna prendere al volo, impegnando fino in fondo tutte le proprie energie e ciò che si possiede. "Il Regno dei Cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra" (Mt 13,45-46) “La vita umana è un meraviglioso girotondo di esperienze che solo la presenza di Dio può rendere un vero girotondo d'amore”. ...Obiettivi di apprendimento... Valori e Obiettivi si ricavano dalla nostra tradizione umanistica e cristiana e dalle Indicazioni Nazionali per i Piani personalizzati delle Attività Educative. Il nostro lavoro, che si basa principalmente sul curricolo implicito (gesti di cura), ha come aspetto fondamentale quello della centralità del soggetto, centralità fatta di bisogni e amore personalizzato, accoglienza, percezione del valore della persona secondo la prospettiva olistica (corporeità, emozionalità, spiritualità, razionalità). Il nostro atteggiamento abituale è improntato al rispetto, al pudore, alla delicatezza, all'accoglienza, alla disponibilità. Ci proponiamo come Obiettivo formativo generale per il bambino, quello di avviarlo verso la conoscenza di Gesù, che lo arricchisce perché con il messaggio del suo amore lo orienta a maturare il senso dell'apertura all'altro, accolto come fratello. Questi sono invece gli Obiettivi di apprendimento finalizzati ai traguardi per lo sviluppo delle competenze del bambino cui faremo riferimento (tratti dalle “Indicazioni per il curricolo”): Il sé e l'altro Scopre nei racconti del vangelo la persona e l'insegnamento di Gesù, da cui apprende che Dio é Padre di ogni persona e che la Chiesa è la comunità di uomini e donne unita nel suo nome, per iniziare a maturare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose. Il corpo in movimento Riconosce nei segni del corpo l'esperienza religiosa propria e altrui per cominciare a manifestare anche in questo modo la propria interiorità, immaginazione e le emozioni. Linguaggi, creatività, espressione Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle tradizioni e della vita dei cristiani (segni, feste, preghiere, canti, gestualità, spazi, arte), per poter esprimere con creatività il proprio vissuto religioso. La conoscenza del mondo Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà abitandola con fiducia e speranza. L’impegno delle educatrici per quanto riguarda gli Obiettivi di apprendimento del bambino, prende in considerazione quattro nuclei essenziali: il bambino ricerca il tesoro nascosto e scopre Gesù il bambino scopre l'importanza di Gesù e della relazione con Lui il bambino scopre l'importanza della relazione con gli altri il bambino scopre la ricchezza e la gioia dello stare con gli altri Per quanto riguarda le competenze nello specifico il bambino: Il sé e l'altro o rafforza l' autonomia, la stima di sé, l' identità o esprime la propria emotività e affettività o rispetta, aiuta e valorizza gli altri sperimentando il senso di appartenenza al gruppo (qualificate relazioni positive con gli adulti e il gruppo dei pari) o lavorando in gruppo, discutendo per darsi regole di azione e progettando insieme, impara sia a valorizzare le collaborazioni e condivisioni sia ad affrontare eventuali ostacoli attraverso piccoli gesti quotidiani o scopre la gioia dello stare in relazione con i pari, la famiglia, la comunità di appartenenza, con l'intera “famiglia umana” o coglie e rispetta la diversità, intesa come ricchezza, accettando le differenze culturali, fisiche o di altro genere che siano. Il corpo in movimento Si relaziona attraverso piccoli gesti quotidiani con i pari (fare il trenino, darsi la mano, fare il girotondo, accorgersi di chi manca, andare a consolare chi piange, portare il ciuccio a un bambino) e con le figure religiose (fare il segno della croce, mandare un bacio a Gesù o all’angelo custode). Linguaggi, creatività, espressione o riconosce alcuni linguaggi cristiani (canti, preghiere) o sperimenta i valori dell’amicizia e della solidarietà attraverso il gioco ...Sviluppo delle proposte operative... Persone coinvolte Protagonisti del progetto sono le educatrici e tutti i bambini. Abbiamo preso in considerazione i bambini della sezione grandi, ovvero dai 24 ai 36 mesi. Tempi Il progetto sarà sviluppato a partire dal mese di gennaio 2012, per una volta alla settimana, con la durata di circa tre mesi (conclusione marzo 2012). Organizzazione dell'ambiente e degli spazi Ambienti e spazi sono predisposti e studiati per sostenere l'intreccio di relazioni e incontri tra adulti e bambini, tra bambini e bambini, tra adulti e adulti. L'ambiente è concepito e vissuto come interlocutore educativo che con le sue opportunità, con i suoi spazi strutturati sollecita i bambini a esperienze di conoscenza, di gioco, di scoperta e di ricerca. Gli spazi sono definiti e organizzati per permettere ai piccoli di muoversi in modo autonomo e di sperimentare attivamente le proprie competenze. Devono, inoltre, garantire la possibilità di svolgimento delle attività in diversi contesti interattivi: interazione tra coetanei in coppie, in piccoli gruppi e in grandi gruppi. Verranno predisposti spazi per la realizzazione di laboratori, intesi come possibilità quotidiane, di avere incontri con più materiali, più linguaggi, più punti di vista, valorizzando l'espressività e la creatività di ciascun bambino. Verranno messi a disposizione la sezione di riferimento, il salone, gli spazi esterni della scuola. Materiali Il bambino ha la possibilità di disegnare, dipingere, modellare, dare forma all'esperienza individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di strumenti e materiali, lasciando “traccia di sé”. I materiali usati saranno: cartoncini colorati, colori, fotografie, das, materiale di recupero (conchiglia, pallina di plastica), letture varie (preghiere, testo della parabola) e canzoncine. Proposte di attività o lettura della parabola, con supporto di una conchiglia o ascolto della canzone “Il tesoro e la perla” da “Racconti del Vangelo” o cerchiamo la perla: il gioco durante il quale i bambini dovranno trovare una sfera di plastica, contenente l’immagine di Gesù che abbraccia i bimbi, in una bacinella di acqua e schiuma o il bambino costruisce con il das la propria perla da inserire in una scatolina o creiamo una collana con perle di diversa dimensione e una più grande al centro che simboleggia Gesù o coloriamo con i colori a dita le sequenze della parabola che poi attaccheremo insieme in sezione o creazione di un cartellone con l'immagine di Gesù al centro di un cerchio di stampi dei piedi di ogni bambino, che simboleggiano il cammino fatto insieme a Lui o osservazione dell’immagine di Gesù con i bambini e ripetizione dei gesti di affetto e cura raffigurati (abbraccio, carezza, ecc.) o ascolto della canzone “Girotondo dell’Amore” e gioco del Girotondo o creazione di un libretto con le foto di momenti di gesti di cura tra i bambini (porgere il ciuccio al compagno, aiutarlo a mangiare imboccandolo, aiutarlo a mettersi il bavaglio, ecc.) o lettura della preghiera “La felicità è giocare tutti insieme, è volersi bene, è correre nei prati, è sentirsi amati. Grazie Gesù” o ci diamo la mano in segno di comunione e amicizia in determinati momenti di routine durante la giornata al nido o leggiamo libretti e impariamo alcune preghiere ...Strumenti di verifica delle competenze... Osservazioni dirette La verifica e la successiva valutazione dei risultati e della qualità del progetto, verranno effettuate utilizzando diverse metodologie e strumenti. In primo luogo, si fonderanno sull'osservazione del comportamento dei bambini durante le attività educative e di routine. Una delle caratteristiche centrali della metodologia osservativa utilizzata è l’essere fondata su un processo induttivo di indagine: l'educatore formula ipotesi interpretative a partire da ciò che i bimbi fanno nella loro vita quotidiana, quindi dalle loro azioni, dai loro discorsi, ma anche dalle loro emozioni che manifestano fra di loro e con gli adulti. Partendo dal presupposto dell'importanza del tempo riflessivo, interroghiamoci sulla qualità: "quando rispondiamo ai bisogni più concreti e particolari dei bambini, stiamo in realtà rispondendo al bisogno costitutivo dell'essere umano, che è quello di trovare una propria forma, di tessere uno sguardo autonomo su sé e sul mondo”. L'osservazione e l'ascolto empatico possono aiutarci. Raramente le emozioni dei piccini vengono verbalizzate, molto spesso sono espresse attraverso altri segni. La chiave per comprendere i loro sentimenti sta nella capacità di leggere i messaggi che viaggiano su canali di comunicazione non verbali: il tono di voce, i gesti, l'espressione, la modalità con cui si avvicina alle diverse relazioni con i pari e l'adulto e ancora l'approccio alle diverse routine. Osservazioni indirette “La funzione catartica del disegno” E' un grande mondo quello degli scarabocchi. Sono ricchi di elementi espressivi, di sensibilità, di eccitazione e di inibizione, aprono spazi di intimità. Sono un sistema di comunicazione interno alla stessa persona e possono guidarci ad approfondire la conoscenza diretta dei bambini. Lo scarabocchio è in grado di fornirci indicazioni sul loro mondo interiore, indicazioni da guardare con attenzione. “La funzione catartica del gioco” E' importante favorire l'espressione del sé attraverso il gioco a cavallo tra il mondo interno e il mondo esterno, in un luogo atemporale dove tutto è possibile. ...Documentazione, allegati... o o o o o parabola raffigurata e conchiglia testo e audio della canzone “Il tesoro e la perla” testo e audio della canzone “Girotondo dell’amore” poesia da “Le mie preghiere”, Elledici libretti “Primi passi”, Paoline ...Elaborati “sulle tracce dei bambini”... o o o o perla creata con il das collana di perle cartellone di Gesù libretto foto bambini ...Metodologia: approccio esperienziale e linguaggi... Questi sono i passaggi essenziali grazie ai quali il bambino fa proprio il progetto: 1) 2) 3) 4) esperienza diretta problematizzazione l'esperienza intuizione del senso dell'esperienza intuizione del significato religioso dell’esperienza I linguaggi che consentono al bambino di far propria l'esperienza riguardano la sfera: - valoriale - emozionale-emotivo - metaforico-simbolico - ludico - corporeo - musicale - rappresentativo - verbale - drammatizzazione - iconico - sensoriale ...Scelta di metodo “continuità nelle scelte educative”... Gli attori principali nel contesto nido, sono tre: l'educatore, il bambino, il genitore. Questi attori sono costantemente presenti e interagiscono tra di loro ciascuno portandosi dietro il proprio mondo emotivo, affettivo, la propria esperienza, i propri valori, ciascuno portandosi dietro quello che è. In generale, il bambino nel suo processo di crescita ha bisogno di linearità; il bambino sta definendosi, sta cercando di capire chi è e come è fatto. Se noi gli presentiamo un'immagine di sé diversa a casa e a scuola, se gli spezzettiamo questa immagine, evidentemente gli rendiamo la vita oltremodo difficile, proprio perché ha bisogno di linearità. Una linearità che deve essere garantita dagli adulti che hanno a che fare con il bambino. La continuità deve tener conto dell'unitarietà delle esperienze che il bambino fa, dentro e fuori della scuola, degli stili educativi, della coerenza degli interventi e si assicura con opportuni raccordi con gli ambienti e gli attori dell'esperienza precedente, presente e futura che costituisce la “storia personale di ogni bambino”. ...Uno sguardo sul "diverso": integrazioni per bambini diversamente abili... E' l'articolo 12 della legge 104/92, che sancisce il Diritto all'educazione e all'istruzione per tutti i disabili a prescindere dalle difficoltà di qualunque tipo, garantendone il pieno inserimento all'asilo nido, nel pieno rispetto delle variabili connesse con l'individualità di ciascun caso. Un'educazione inclusiva permette alla scuola regolare di riempirsi di qualità: ciascuno è benvenuto, può imparare con i propri tempi e soprattutto può partecipare e tutti riescono a comprendere che le diversità sono un arricchimento. Lo scopo è quello di combattere la discriminazione nei confronti dei bambini disabili e aiutare i loro genitori a superare i rischi di emarginazione a cui vanno incontro. Un'occasione, insomma, per abbattere non solo le barriere architettoniche, ma anche e soprattutto culturali, che nei bambini disabili possono nascere dal non sentirsi accettati, dal sentirsi diversi, emarginati. Il bambino con difficoltà va considerato sempre un soggetto da “coinvolgere”, nel senso che occorre sostenerlo, aiutarlo, stargli dietro, sollecitarlo in ogni modo, perché egli possa capire, decodificare, interagire, saper vivere una relazionalità di riscontro. Questa relazionalità può essere individuata nel dimostrare attenzione al bambino con handicap, nel rivolgersi a lui sempre in termini di rispetto e di interesse, nel riconoscergli un’esistenza diversa. Bisogna acquisire un atteggiamento che esclude la valutazione. Da qui l’esigenza di un rapporto in grado appunto di stabilire una relazione che, si preoccupa di creare situazioni di sicurezza, incoraggiandolo nelle sue manifestazioni espressive e comunicative, e rafforzandolo nel suo pur faticoso processo di apprendimento. La “didattica speciale” si fonda sul fatto che la diversità del soggetto con handicap non è solo “scarto dalla norma”, né si configura come una negatività, ma costituisce addirittura un potenziale positivo da valorizzare: un soggetto identificato nella sua specificità di essere se stesso e non altri. Il principio da mettere a fondamento di tutta la didattica dell’Irc è il valore della persona perseguendo i seguenti obiettivi: - promozione delle autonomie di base - sviluppo della socializzazione - integrazione con i coetanei, la scuola, il territorio. ..Chi siamo: cultura del gruppo... Le nostre esperienze professionali e personali sono state la fonte primaria del nostro lavoro di progettazione. Ognuna di noi ha donato al gruppo la propria visione sul lavoro di educatrice e sulla difficile missione che richiede un costante impegno nella quotidianità con i bambini. Fondamentali sono stati i due anni di frequenza del corso Irc nei quali ognuna di noi ha potuto riflettere su alcuni temi religiosi che fanno parte della nostra vita e che abbiamo il dovere di mediare alle nuove generazioni. Inoltre la giornata pedagogica sulla struttura pasquale della vita umana ha dato un forte input sulla tematica della gioia, che è diventata filo conduttore delle esperienze che abbiamo deciso di proporre ai bambini. Altre fonti di supporto: o Vangelo “il tesoro, la perla, la rete “ (Mt 13,45-46) o periodici “educatori di vita” appunti di pedagogia salesiana per le famiglie o fascicolo sulla “dottrina e valori per l'educazione dell'infanzia” o sito internet “www.qumran2.net” ...Qualche considerazione: autovalutazione di gruppo... Il nostro progetto è ricchezza, risorsa perché nato dal confronto di diverse esperienze personali e professionali. Ognuna di noi ha donato qualcosa di sé, mettendosi in gioco per cercare di offrire ai bambini un percorso di crescita religiosa. In un primo momento abbiamo incontrato difficoltà nel trovare le modalità adeguate all'età dei bambini nel proporre l'argomento avviandoli ad una prima dimensione spirituale. Discutendo in gruppo ci siamo rese conto che anche ai bambini così piccoli è possibile lasciare un messaggio dell'amore proposto da Gesù. Le difficoltà emerse dal confronto ci hanno dato nuovi spunti per poter crescere professionalmente ma anche e soprattutto umanamente. Abbiamo realizzato questo lavoro sottolineando la complessità delle dinamiche relazionali all'interno del nido. Abbiamo cercato di guardare, osservare interpretando, andando cioè al di là di quello che ci appare davanti agli occhi, mettendoci in gioco a 360° con i nostri bambini. Winnicott usa una bellissima espressione: ”Quando si coltivavano i campi naturalmente, a ciclo per un anno un campo non veniva coltivato; il campo così si preparava, stava li per ricevere, per essere poi in grado di ricevere, per prendere respiro”. Anche noi dobbiamo metterci a maggese: ci siamo, siamo disponibili, ma non facciamo niente, non produciamo niente. Può essere utile quindi saper perdere tempo, opporre il valore dell’indugio, dell’attesa, della riflessione, come ricerca del tempo giusto. Rousseau affermava che talvolta il "perdere tempo" poteva essere “un guadagno” dal punto di vista pedagogico. Il differire, il saper attendere, il non essere frettoloso si configura come il riconoscimento del primato del tempo del bambino, ossia della crescita non subordinata a punti di arrivo alimentati da attese. Mettersi in gioco come persone, capire quello che sta succedendo nella relazione, dare alla luce la relazione stessa, implica un grosso mestiere: non c'è vacanza in educazione e non esistono brevetti per educare. Il manuale del perfetto educatore di bimbi, sono i bimbi stessi: ascoltiamoli, guardiamoli, accogliamoli così come sono, a occhio nudo, a mani nude, senza pretese e neppure attese. Guardare un po’ di più verso il basso, chinarsi come un albero pieno di frutti che si curva verso tutti, é prerogativa essenziale dell'educazione perché “chi insegna al proprio figlio, insegna anche al figlio del figlio”.