2015 primavera 1 - Il Corriere delle Donne
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2015 primavera 1 - Il Corriere delle Donne
il Corriere delle Donne PRIMAVERA 2015 | n. 90 Edizioni LARaffaella NEREIDE Mauceri ® di TRIBUNALE DI SIRACUSA - REGISTRAZIONE N. 16 DEL 07/09/92 - P. IVA 00959430893 MARCHIO DEPOSITATO UFFICIO MINISTERIALE BREVETTI E MARCHI N° 0001075124 06/11/2007 Dai forza a questo giornale! Dai forza alle donne! Sommario Ehi, gente! Siamo qui: www.ilcorrieredelledonne.com. . . . . . . . . . . 3 Ci chiamavano “Nereidi”… e continuano . . . . . . . . . . . . . . . 5 La fatica di essere donna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Egitto: nozze di sangue. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Nel femminismo il mio essere donna . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Incontro Rete antiviolenza e Procura . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Caro Napolitano ti scrivo… anzi: ti scrissi . . . . . . . . . . . . . . 13 Nasce l’ufficio legale del CDS. . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Quello che il nazismo fece alle donne . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Lezione antiracket alla scuola media “Paolo Orsi” . . . . . . . . . . . . 20 direttora responsabile Raffaella MAUCERI IN QUESTO NUMERO LE FIRME DI: Giada BARUCCO Giorgia FAUSTI Marida LOMBARDO Elena TEBANO REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Via Acquaviva Platani, 12 96100 Siracusa Tel. 0931 492383 Fax 0931 1846186 Cell. 347 7758401 E-mail: [email protected] Sito: www.lanereide-edizioni.it REalizzazione e stampa grafica & stampa 339 7708276 - SR [email protected] NEREIDE il Corriere delle Donne Edizioni LARaffaella Mauceri ® di at t ua l i t à | s c i e n z e | c u lt u r a | o p i n i o n i Prenota la tua copia omaggio presso questi punti di diffusione: Edicole Barreca V.le scala Greca c/o Bar Conchiglia Buccheri Via Siracusa, 146 Belvedere Tel. 0931 711125 Cacciola Piazza Dolomiti Villaggio Miano Tel. 0931 746050 Calvo V.le S. 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Papiro, 56 Tel./Fax 0931 711100 Tribunale / Carabinieri Questura / Polizia Municipale Farmacie diurne e notturne Angelo Custode via Custode, 6 Priolo Tel. 0931 769260 Bongiovanni V.le Teracati, 106 Tel. 0931 413884 Caruso Salvatore via N. 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Panagia, 204 - Tel. 0931 758044 Santa Panagia V.le S. Panagia, 92 Tel. 0931 750042 Tisia via Tisia, 56 Tel. 0931 33020 Turco via Monteforte, 11 - Tel. 0931 701933 Valvo largo XXV luglio, 6 - Tel. 0931 67670 Vitale via Mostringiano, 11 Priolo Tel. 0931 760755 Zecchino V.le Zecchino, 199 - Tel. 0931 783384 Ospedali, cliniche, consultori guardie mediche editoriale Ehi, gente! Siamo qui: www.ilcorrieredelledonne.com VISITA IL SITO E METTI “il delle Donne” nasce da un insolito, fantastico mix di competenze, fantasia, professionalità, poesia, creatività, bellezza, Ed Corriere ecco la Redazione: entusiasmo, cultura, sentimento, sorellanza e tutto quello che da sempre le donne riescono magicamente a coniugare, mescolare, frullare insieme! Nato nel 1992 “il Corriere delle Donne” è l’unica testata siciliana edita da una donna e a conduzione interamente ed esclusivamente femminile, che si mette al passo con i tempi dell’informazione d’oggi: lanciandosi nell’infinito spazio! www.ilcorrieredelledonne.com il quotidiano per te che sei donna il quotidiano che ti fa più donna donna che pensa donna che sa donna che vuole donna che pensa e sa quello che vuole La Direttora responsabile Raffaella Mauceri La Caporedattrice Nadia Germano La Redattrice Silvana Baracchi il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 3 La Collaboratrice Guendalina Giusto il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2014 6 cultura Ci chiamavano “Nereidi”… e continuano DI Giada Barucco Era il mese di giugno del lontano 2002, quando nasceva il Centro antiviolenza “Le Nereidi” fondato da Raffaella Mauceri (*) la quale, ripetutamente eletta con voto plebiscitario, lo presiede da allora ad oggi senza soluzione di continuità. La frenetica attività che ci ha sempre contraddistinte, ha fatto sì che in capo ai primi tre anni eravamo già capillarmente conosciute in tutta la provincia siracusana. Dovunque, infatti, lasciavamo segni tangibili della nostra presenza e del nostro lavoro. Nel 2009 siamo diventate una realtà di 15 presidi nel territorio provinciale e abbiamo cambiato la nostra denominazione nell’attuale “Rete Centri antiviolenza”. Ma con la precedente denominazione “Le Nereidi” erano stati già distribuiti più di 30.000 bigliettini in formato card da mettere dentro il portafoglio, erano state attaccate centinaia di locandine, e consegnati attestati di frequenza (dei nostri corsi e seminari) a centinaia di persone (operatrici di centri antiviolenza, operatori della sanità, delle forze dell’ordine, del mondo della scuola, della stampa e così via) che li hanno inseriti nei loro curriculum. Fra radio, giornali e tv, almeno 3000 servizi avevano parlato delle “Nereidi”, soprattutto ne parlava a iosa questo periodico che la nostra presidente edita da vent’anni, dove non meno di 10 pagine erano dedicate all’ormai popolarissimo Centro antiviolenza Le Nereidi, per un totale di 28 edizioni diffuse in complessive 140.000 copie! Insomma per Siracusa e non solo, noi eravamo e continuiamo ad essere e sempre saremo le Nereidi perché il nostro nome di battesimo è ormai incancellabile. Lo prova la posta che riceviamo, tutta regolarmente intestata a “Le Nereidi”. Lo prova internet dove alla voce “Nereidi” trovate tante delle nostre migliaia di foto. Lo prova chi ci chiama al telefono: “Pronto, parlo con le Nereidi?”. Lo provano i messaggi che ci arrivano sui cellulari “Brave Nereidi! Complimenti Nereidi! Auguri care Nereidi!”. Lo prova il nostro bellissimo logo, piccola opera artistica di una nostra socia che raffigura le Nereidi. Ed è appena il caso di aggiungere che le Nereidi restano la nostra figura di riferimento, il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 5 perché esprimono il valore fondamentale su cui si incardina il nostro impegno di donne per le donne: la solidarietà femminile. Un valore che come dice la nostra Raffaella: “è il nostro distintivo, la sorgente della nostra forza e della nostra reciprocità fra donne”. Un valore che si rafforza giorno dopo giorno perché la violenza che cerchiamo di prevenire, contrastare, arginare, non riguarda solo le nostre utenti, riguarda tutte noi e tutte le donne del mondo. Perciò ringraziamo le amiche e gli amici che non hanno mai smesso di chiamarci Nereidi. In particolare ringraziamo tutti coloro che con orgoglio tengono in bella mostra i nostri bellissimi attestati incorniciati nei propri uffici e studi professionali rendendoci così un pochino “immortali”. Proprio come immortali erano le belle ninfe Nereidi, sirene del mare che ammaliavano i naviganti e hanno ammaliato anche noi volontarie della Rete Centri antiviolenza di Siracusa che Nereidi continueremo ad esserlo nel cuore. Per sempre. (*) Il Corriere delle Donne è una produzione delle Edizioni “La Nereide” di Raffaella Mauceri Marchio depositato Ufficio Ministeriale Brevetti e Marchi n. 0001075124 Tribunale di Siracusa registrazione n. 16 del 07.09.1992 - www.lanereide-edizioni.it www.ilcorrieredelledonne.com attualità Maschi italiani primi in Europa Primi in Europa nel femminicidio. Primi in Europa per la discriminazione sessuale. Primi in Europa per la pubblicità pornografica. Primi in Europa nel turismo sessuale cioè stupratori di bambine all’estero. Nei poverissimi paesi asiatici. Sono così piccole da non raggiungere in altezza l’anca dei predatori che se le vanno a comprare nei bordelli, e poi le stuprano, e prima trattano il prezzo parlando quasi sempre lingue occidentali, e 80.000 volte all’anno in media la lingua è l’italiano. Sono così leggere che a prenderle in braccio pesano poco più di un bebè. Sono così truccate che sembrano bimbe a Carnevale. Le stuprano, tra gli altri, certi italiani che a casa sembrano uomini a posto, uomini che mai e poi mai potreste riconoscerli dal modo di fare né dalla morfologia. Figli, mariti, padri, lavoratori. E poi un aereo. E poi in vacanza al Sud del mondo. E poi diventano il demonio. Italiani, tra quelli che ”consumano” di più a Santo Domingo, in Colombia, in Brasile. Italiani, i primi pedofili del Kenya. Attivissimi, nell’olocausto che travolge 15.000 creature, il 30 per cento di tutte le bambine che vivono tra Malindi, il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Inverno 2014-2015 6 Bombasa, Kalifi e Diani. Piccole schiave del sesso per turisti. In vendita a orario continuato, per mano, talvolta, dai loro genitori. In genere hanno tra i 14 e i 12 anni. Ma possono averne anche 9, anche 7, anche 5. Minuscoli bottini per turisti. Burattini di carne da manipolare a piacimento. Foto e filmati da portare a casa come souvenir. Costa quanto una buona cena o un’escursione. Puoi fare anche un pacchetto all inclusive: alloggio, vitto, viaggio, drink, preservativi e ragazzine per un tot. Puoi cercare nei forum in Rete le occasioni, ci sono i siti apposta. Puoi scegliere tra ”20 mixt age prostitutes”, dalla prima infanzia in su. Puoi avere anche le vergini, mille euro in più. E poi torni da mamma, dai figli, dalla moglie, in ufficio. E poi bentornato, e quello che è successo chi lo sa? (Marida Lombardo Pijola) attualità La fatica di essere donna DI raffaella mauceri Capita a tutte noi che ci lamentiamo di subire ogni sorta di violenza, di sentire uomini adulti che piagnucolano come poppanti: “Anche gli uomini subiscono violenza! E dove sono i centri antiviolenza per noi?”. Di fatto, una società patriarcale e sessista fa male anche agli uomini, è ovvio, ma la violenza di cui si lamentano la subiscono da altri uomini e non certo dalla donne come vorrebbero farci credere rendendosi anche un po’ ridicoli. Perché in ogni società, in ogni luogo, in ogni caso, gli uomini restano quelli che rispetto a noi donne hanno più denaro (il 90% di tutto quello che circola nel pianeta), più proprietà, più opportunità e più potere contrattuale. Quindi più seggi in parlamento, più posti nei governi, nelle alte sfere della magistratura e nei consigli d’amministrazione, più cariche pubbliche ecc. ecc. Ma soprattutto un governo domestico prettamente maschile nella misura in cui, a dispetto dell’attuale diritto di famiglia del lontano 1975, il capo di famiglia resta “Lui” e sempre “Lui”. Donne! Ma, dico io, come fate a non accorgervi che perfino i capi di tutte le religioni del mondo sono maschi? che anche dio è un padre, cioè un maschio? come fate a non vedere che a decidere quello che è o non è giustonormale-legittimo-permesso-consentito-accettabile-desiderabile… è una enorme, sproporzionata, assoluta maggioranza maschile. Qualsiasi uomo può essere protagonista e testimone ad un tempo, di una serie di vantaggi di cui gode in prima persona o per interposta persona (maschile) rispetto a qualsiasi donna che, al contrario, non sempre si rende conto di come e quanto viene sistematicamente discriminata e offesa. Tant’è che, addirittura, ci sono donne che trasformano la mortificazione e la discriminazione in un vanto. Ad esempio quelle che continuano a chiamarsi avvocatO, psicologO, sindacO… senza rendersi conto che accettano una sottile e perfida violenza che le oscura come donne e le omologa al genere maschile. Per non parlare di certe ragazze che orgogliosamente dicono alle amiche: “Il mio fidanzato è geloso pure dell’aria che respiro! E se soltanto mi arrischio a guardare un altro uomo, mi prende a schiaffi!”… E a me che ascolto, invece, mi si torcono le budella. E che dire delle prospettive di lavoro? Se soltanto hanno un po’ di voglia di studiare, gli uomini possono diventare fisici nucleari, chimici, ricercatori, ingegneri elettronici, sindaci, deputati, ministri, astronauti e presidenti della repubblica. Le ragazze, invece, anche se hanno una laurea nel cassetto (oggi in Italia sono il 60% dei laureati) possono diventare casalinghe a tempo pieno, parrucchiere, manicure, baby sitter, e qualora mai puntassero più in alto, possono diventare “veline”, “letterine”, “meteorine”, miss di questo e di quello, cover girl e pornodive ...Insomma tutte opportunità lavorative dove la devono dare. Se tu donna ti presenti ad un colloquio di lavoro, è sicuro come la morte che ti chiedono: Matrimonio in vista?, Figli in programma? e se dici di sì, su quel lavoro ci puoi fare una croce. Se invece dici di no e ti assumono, i tuoi colleghi, e non soltanto loro, pensano subito che a qualcuno se non gliel’hai ancora data, di sicuro gliel’hai promessa. Del resto nessuno ti salverà dalle molestie sessuali e pure lo stupro è una eventualità il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 7 che dovrai mettere in conto. Se poi diventi madre, le opportunità di lavoro, belle brutte serie ridicole ben pagate sottopagate, semplicemente crollano. D’altra parte se rinunci ad avere figli, ti dicono che sei una carrierista senza scrupoli, una donna mascolina, anzi “peggio di un maschio”. Se invece hai figli e magistralmente riesci pure a lavorare e fare carriera, allora ti dicono che sei una madre di merda perché pur di realizzarti, li trascuri ed è così che diventeranno dei fannulloni delinquenti e tossicomani. E com’è che se sbagli (e sbagli praticamente sempre) a prescindere da quello che sbagli, ti dicono puttana? Se parcheggi male che diavolo c’entra la tua vita sessuale? E come mai gli stessi insulti volti al maschile diventano complimenti? Non “troio” né “sgualdrino” né “puttano” ma puttaniere, sciupafemmine, dongiovanni, seduttore, tomber de femmes e via lodando. E pensare che non ha nemmeno l’obbligo di essere bello né piacente. Deve soltanto essere “maschio”. Anzi “maschione”. Cioè macho. Cioè forte. Cioè rude e prepotente. E poi ci chiedono perché gli uomini picchiano le donne. Maledetti ipocriti. La pedofilia è servita attualità Egitto: nozze di sangue DI raffaella mauceri “In casa, sottoposte ai pestaggi dei mariti – dice Hassiba Hadj Sahraoui, di Amnesty International – fuori sottoposte a continue molestie e aggressioni di gruppo, cui si aggiunge la violenza dei poliziotti che invece di proteggerle ne abusano anch’essi”. Parliamo dell’Egitto, un paese ad altissimo tasso di infibulazione, l’antica infibulazione faraonica, la più atroce in assoluto… e ci asteniamo dal descriverla. Lo stesso paese in cui è stata avanzata una proposta di legge necrofila, detta “rapporto d’addio” che sta per: abuso sessuale sul cadavere ancora caldo della moglie appena morta. E gli orrori egiziani non finiscono qui. Bambine di pochi anni vengono vendute ai magnati arabi del Golfo Persico che le “sposano”. Matrimonio-farsa che serve soltanto perché questi uomini abominevoli possano legalmente e ripetutamente violentarle, picchiarle e, dopo pochi giorni, ripudiarle. Matrimoni express, insomma: 500 euro e la sposa di sei-sette anni è tua. A maggior ragione il mercato vale per le ragazze che, nella folle speranza di salvarsi dalla miseria, scelgono l’unica via di fuga: vendersi come spose. Bastano 5.000 sterline egiziane, al cambio 580 euro, somma che viene utilizzata per la messinscena della cerimonia nuziale, ragion per cui alle vittime del mercimonio non resta quasi nulla. Nel 99% dei casi, il destino che le attende è catastrofico: uomini violenti, già sposati, che non tardano a ripudiarle. Con grande fatica e sprezzo del pericolo, il regista egiziano Sokar Barra ha realizzato un documentario su questo scempio, e più volte è stato censurato e minacciato: “Abbiamo dovuto cancellare la prima edizione del documentario – dice – perché temevamo che i compratori si rivalessero sulle ragazze che ci avevano raccontato le loro storie, uccidendole. Ma noi speriamo che un giorno venga proiettato perché tutto il mondo sappia”. E di fatto, il documentario che svela uno dei tabù più vergognosi della società egiziana è arrivato nelle sale spagnole. Da lì è emerso anche un aspetto politico della violenza. “Nel corso degli anni - spiega Amnesty International nell’ultimo rapporto - i vari governi egiziani hanno da un lato esaltato i diritti delle donne in quello che è risultato un mero esercizio di pubbliche relazioni, e dall’altro hanno usato la violenza contro le donne per guadagnare vantaggi politici contro i loro avversari”. Come una palla da ping pong scagliata contro l’opposizione per accrescere il consenso e deposta a carica ottenuta: così, in Egitto, la questione di genere continua ad essere strumentalizzata dal potere. L’impegno dell’attuale presidente, Abdel Fattah al Sisi, che ha annunciato l’introduzione di una legge contro le molestie sessuali, non trova alcun riscontro nella realtà. E, nemmeno la legislazione introdotta nel 2014 tutela le vittime, stante che le condanne sono pochissime e in molte attendono ancora che il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 8 venga fatta giustizia. Per questo motivo, Amnesty ha lanciato un ultimatum al governo egiziano: “Le misure recentemente adottate per proteggere le donne sono assolutamente simboliche. Le autorità devono dimostrare che non si tratta di misure di facciata, facendo tutto il necessario per attuare il cambiamento e contrastare le attitudini dominanti nella società egiziana”. E gli italiani? Non sono da meno: vai a pag. 6. Riflessioni di una corsista della Rete Centri Antiviolenza di Raffaella Mauceri attualità Nel femminismo il mio essere donna Ho voluto fortemente frequentare questo corso di formazione, scossa dai sempre più frequenti episodi di violenza contro le donne e che spesso sfociano nel femminicidio. Una vera e propria mattanza del genere femminile che colpisce trasversalmente tutte noi, senza alcuna distinzione di estrazione sociale, cultura e religione, posizione economica e geografica. E avendo intrapreso un percorso formativo e professionale che mi spinge ad occuparmi di chi versa in condizione di disagio e ai margini della società, sentivo di non poter restare indifferente a tutto questo. Ed così ho scoperto che dietro questi eventi di cronaca nera c’è molto di più, che il femminicidio inteso come omicidio di una donna, è solo l’aspetto più cruento e la soluzione più drastica e senza possibilità di ritorno, all’interno di un quadro più ampio che vede da secoli scontrarsi il genere maschile e quello femminile, in una guerra che il primo ha dichiarato al secondo e che da sempre viene combattuta ad armi impari. Sono nata alla fine degli anni ’70, anni in cui proprio qui in Italia, il femminismo vinceva alcune delle sue più importanti battaglie e raggiungeva traguardi storici. Sono figlia di quegli anni, cresciuta beneficiando delle vittorie di chi si è battuta anche per me, quando ancora dovevo venire al mondo. Il diritto all’aborto, la possibilità di divorziare, l’assunto che la violenza sessuale fosse reato alla persona e non alla morale pubblica (tanto per citarne alcune), erano realtà culturali e giuridiche ben consolidate e quindi date per scontate. Non mi ero mai chiesta come fossero cose prima, anzi per me, dovevano essere sempre state così. Ho così appreso e soprattutto compreso, che il femminismo non è stato semplicemente un movimento sociale, collocabile in determinati periodi storici, esso è una cultura ed un modo di essere, è la critica mossa dalle donne che in quanto soggetto sociale si oppongono alla cultura patriarcale dominante e di tipo autoritario che antepone il potere e la forza alla vita e all’amore, che preferisce distruggere o ridurre l’altro a sé piuttosto che costruire e rispettare la diversità, arricchendosi delle reciproche differenze. È l’affermazione intellettuale e spirituale, teorico e giuridica di una nuova concezione del mondo che impone di modificare fatti, relazioni ed istituzioni. Il femminismo introduce nuove forme di legami, affetti, linguaggi e norme, si fa portavoce di un’etica che si traduce in comportamenti nuovi tanto per le donne quanto per gli uomini. Esso riassume l’esperienza storica ed umana di un genere, quello femminile, nel quale le dimensioni corpo-mente, corpo-sentimento, ragione-sentimento non possono essere disgiunte o viaggiare su binari diversi e/o paralleli. Perché noi donne siamo corpo ma soprattutto anima e cuore. Il femminismo è una rivoluzione che si verifica quotidianamente e nel suo divenire trasforma donne e uomini (?), istituzioni, norme e relazioni; esso sfida le fondamenta dei vecchi tabù, dei riti e dei miti e la loro rappresentazione simbolica. E si fa “Verbum” che nomina, enuncia, svela, analizza, dubita e mette in discussione. Per questo, il femminismo è stato e DEVE continuare ad essere anche movimento politico, una rivoluzione prima di tutto personale e privata che investe ogni singola donna con una restituzione emotiva del suo vissuto che il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 9 si riversi nelle piazze attraverso l’azione sinergica e congiunta di tante rivoluzioni personali. Infatti il femminismo sorge dai modi diversi di essere donna e poiché, come giustamente dice Simone De Beauvoir: “ Donne non si nasce, si diventa”… ad ogni singola rivoluzione personale e presa di coscienza dell’essere donna e soprattutto di cosa voglia dire essere donna, bisogna dare una voce comune, organizzare un coro o piuttosto trovare una posizione ottimale per dare un’eco a questa voce che ci guidi verso gli stessi principi e valori e la condivisione dei medesimi intenti. Perché questo si possa realizzare, oggi come ieri e più di ieri, è necessario risvegliare dentro e attorno a noi tutte, quel sentimento che fa da collante e da motore al movimento stesso: la sorellanza. Un sentimento che ci spinge ad intraprendere un viaggio dentro noi stesse ma che per tutte ha un’unica meta, ossia riscoprire quelle radici storiche, culturali ed emotive che gli uomini e la loro cultura patriarcale hanno violentemente estirpato. Dobbiamo, tutte insieme, riappropriarci di esse, piantarle, curarle, proteggerle, custodirle e fare di tutto affinché crescano ancora più forti e radicate che mai, nel terreno dei nostri cuori e delle nostre coscienze. Ritrovare il mio Io ed il senso del mio essere donna attraverso il senso del “Noi”… un imperativo categorico, un dovere morale, lo spirito guida per tutte noi femministe, sì, ma soprattutto donne e sorelle. Dott.ssa Giorgia Fausti (nella foto) attualità Incontro Rete antiviolenza e Procura Martedì 3 febbraio alle 15,30 negli uffici della Procura ha avuto luogo un incontro di lavoro fra una rappresentanza della Rete Centri Antiviolenza di Raffaella Mauceri e un pool di magistrati che, a vario titolo, e da diverse angolature, si occupano di violenza di genere, violenza domestica e violenza sui minori. Si tratta di un’iniziativa personale del Procuratore Capo, dott. Francesco Paolo Giordano, che, a seguito del seminario tenuto lo scorso 12 dicembre dalla Rete per gli avvocati del Foro siracusano, ha voluto questo incontro al fine di tradurre nella pratica quotidiana quella sinergia necessaria a rendere alle vittime un intervento più efficiente, più intelligente e soprattutto più tempestivo per prevenire la piaga del femminicidio “annunciato” e spesso ripetutamente denunciato. A questo scopo, dunque, il Procuratore Giordano ha ritenuto di coniugare le competenze della magistratura, con i suoi compiti istituzionali, e le competenze delle volontarie della Rete con il loro impegno quotidiano che da tanti anni ormai si occupano delle vittime a rischio di letalità e che, ad oggi hanno accolto oltre 1700 donne con i loro figli minori al seguito. Occorre sapere, infatti, che, in rapporto alla popolazione delle altre A sinistra il Procuratore Capo Dott. Francesco Paolo Giordano province siciliane, Siracusa ha il triste primato dei femminicidi (20 contro i 24 di Palermo) e questo dato la dice lunga sulla necessità di attivarsi mettendo in campo tutti i mezzi possibili e soprattutto mettendoli in sinergia fra di loro. “Confermo– scriveva il Procuratore alla presidente Raffaella Mauceri - il briefing operativo col sottoscritto e con i sostituti procuratori dottori Bonfiglio, Guarnaccia, Nitti, Grillo e Nicastro, per il giorno 3 Febbraio 2015, alle ore 15,30 nel mio ufficio. Saluti e a presto, Francesco Paolo Giordano”. La Rete era rappresentata dalla Presidente Raffaella Mauceri e dalle avvocate Loredana Battaglia, Daniela La Runa, Alessia Lo Tauro ed Ester Malvagna che operano dai 10 ai 18 anni nel settore e sono docenti nei corsi di formazione alle nuove leve e nei circa duecento seminari tenuti agli operatori di tutte le categorie istituzionali. “La violenza sulle donne è una realtà antichissima – ha detto la Presidente Mauceri - che ha attraversato i millenni proprio perché è stata coperta Da destra le avvocate Loredana Battaglia, Alessia Lo Tauro ed Ester Malvagna dal silenzio delle vittime, quel silenzio che si nutre di terrore e riesce così a trasformare le iniquità più vergognose nella più perfetta e assoluta conuna rubrica televisiva. Negli anni a seguire, suetudine”. poi, insieme alle mie volontarie abbiamo al“Il bubbone della violenza scoppiò negli anni 70, quando le donne (alcune donne) decisero che fabetizzato questo territorio sulla violenza avevano sopportato troppo e che era giunta l’ora di voltare pagina. Si chiamava MLD Movidi genere. Molte donne a rischio le abbiamo mento di Liberazione della Donna e nell’arco di pochi anni, si sparse per tutto l’Occidente. Fu letteralmente salvate dal femminicidio. un autentico terremoto culturale. E poiché la schiavizzazione delle donne aveva attraversato Oggi, la nostra Rete opera su 15 presidi tutti i tempi della storia conosciuta, fu definita “La più grande rivoluzione culturale di nella provincia siracusana e il nostro Coortutti i tempi”. La risposta maschile-maschiocentrica fu quella di un ulteriore incremento della dinamento regionale opera con 527 volonviolenza sulle donne. Ed è così che oggi il femminicidio ha assunto le proporzioni della strage”. tarie su 82 presidi in Sicilia. Tutte atti“I centri antiviolenza sono una creazione dell’MLD. – dice ancora la Mauceri - Io milito ve 24 H ininterrottamente per 365 giorni nell’MLD sin dagli anni 70, e ho contribuito in prima persona alla creazione dei centri antivioall’anno”. lenza. Come giornalista ho cominciato a parlare di violenza sulle donne nel lontano 1979 con il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 10 il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 11 il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Estate 2014 12 attualità Caro Napolitano ti scrivo… anzi: ti scrissi DI raffaella mauceri Martedì 2 aprile 2013 Ill.mo Signor Presidente Giorgio Napolitano Ormai sta per lasciarci e a noi povere donne italiane tocca elaborare il dolore di avere avuto un ennesimo presidente maschilista che ha dato conferma della nostra cultura italiana/talebana. Per sette lunghi anni, infatti, siamo state particolarmente colpite dalla sua serafica indifferenza davanti alla morte atroce di centinaia di donne assassinate proprio perché donne, e per le quali non ha mai sprecato una parola di indignazione e di dolore. Non si pretendevano i funerali di stato, per carità, perché le donne non sono mai eroine da vive figuriamoci da morte, ma uno straccetto di condoglianze anche pro-forma, no? E di tanto in tanto, una visita in chiesa per l’ultimo saluto, a questa o quella vittima, no? Nemmeno quello? Ma dopotutto, la presenza femminile nelle istituzioni italiane è sempre stata ridicola e inconsistente. Dunque a che pro questo spreco di attenzioni? Ci avete già tappato la bocca con l’incarico alla Boldrini (classica token) e tanto ci basta. Ma, ci scusi la domanda indiscreta: ogni tanto, per caso, lei se lo ricorda che sua madre era una donna? e si è mai chiesto come sarebbe stata la sua vita senza sua madre? Semplicemente non sarebbe neanche nato, guarda un po’! In fin dei conti le donne ci siamo proprio per questo: per sfornare figli e fare gli angeli del focolare. E così, chiude ingloriosamente il suo mandato, con la nomina di un pool di dieci saggi, tutti maschi come lei, ché se soltanto fossero stati dodici, quasi quasi avrebbe potuto nominarli apostoli! Mannaggia, a pensarci prima! Ebbene, adesso che sta per tramontare il suo settennato straordinariamente pieno di insuccessi, violenza, degrado e miseria, adesso che non siamo più tenute a fare le pecorelle belanti e deferenti al suo cospetto, glielo possiamo dire? Ecco qui, Signor Presidente: le donne di questo paese ci vergogniamo di lei. E non per la retorica dei suoi discorsi, con la quale ci ha asfissiate per sette lunghi anni, non per la sua incapacità di far un discorso col cuore senza leggere fogli prestampati. Ma perché lei, Signor Presidente, ha dato un perfetto esempio di misoginia a tutti i maschi italiani confermando nella testa dei più che, ufficialmente e formalmente, in Italia non esistono donne sagge. Perché lei, Signor Presidente, ha trasmesso un pericoloso messaggio subliminale: la sua indiretta (ma ideologica e culturale) complicità con i discriminatori di donne, con i denigratori di donne, con gli stupratori di donne, con gli assassini di donne. Ma soprattutto, Signor Presidente, perché ha fatto quanto di più illogico lei potesse fare. E difatti, dobbiamo forse ringraziare la saggezza maschile se l’Italia è ridotta in questo stato di povertà economica, morale e istituzionale? Dobbiamo ringraziare la saggezza maschile se in Italia, mentre affoghiamo nella miseria e nel marasma, ci sono maschi che vogliono comprare i cacciabombardieri, maschi che vogliono fare il ponte sullo stretto, maschi che vogliono metterci i Muos, maschi che rubano, maschi che evadono le tasse, maschi che bivaccano in parlamento e pretendono il rimborso dei caffè e, udite udite, anche dei gratta e vinci!, maschi che dovrebbero stare in carcere per sempre e ci fanno soltanto qualche breve puntatina… Maschi che tutto ciò malgrado, costituiscono il 96% della popolazione carceraria! il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 13 Ripeto: il 96%! Ohibò, saranno forse un tantino più delinquenti delle donne? Più delinquenti ma ugualmente più saggi, Signor Presidente, stando alla sua scelta totalitaria: dieci su dieci, il 100%, cioè TUTTI! Eppure è bastata la trovata di una mattacchiona la quale, fingendosi Margherita Hack, ha fatto dire ad uno dei suoi grandi saggi, che erano inutili tutti e 10! Bingo! Una sola donna, un’attrice, ha messo sotto scacco i suoi 10 presunti saggi ma di fatto i suoi 10 babbioni! Per tutto quanto sopra, Signor Presidente, ci consenta di dirle che delle sue grottesche e inaccettabili scuse secondo le quali non ci sarebbero, in Italia, donne esperte nei vari settori, non sappiamo che farcene. Anche perché, se ci fa caso, somigliano tanto alle altre scuse, quelle che tempo addietro ci fece Wojtyla, ricorda? Scuse per l’ “errore” della Chiesa cattolica che torturò e bruciò vive due milioni di nostre sorelle sui roghi del Sant’Uffizio di tutta Europa. Troppo facile, Signor Presidente, troppo comodo. Per essere quelle che vi mettiamo al mondo, quelle che vi crescono, che vi trasmettono il dono della parola e che vi dedicano la vita, avremmo diritto a qualcosina di più, non le pare? Ma finché l’Italia sarà governata dai penati, non ci aspettiamo più niente, Signor Presidente, niente di niente. Perché questo povero e dannato paese non vuole conoscere la saggezza, la bravura, le competenze, l’amore delle donne. E non le vuole conoscere perché i suoi maschi, più o meno saggi, più o meno tetragoni, misogini e buffoni, ne rimarrebbero umiliati e annichiliti! attualità Nasce l’ufficio legale regionale Coordinamento Donne Siciliane In anteprima sull’8 marzo il C.D.S., il Coordinamento Donne Siciliane contro la violenza fondato nel 2008 per iniziativa della Rete antiviolenza di Siracusa e presieduto da Raffaella Mauceri, mette a segno una prestigiosa iniziativa: la costituzione di un organismo unico nel suo genere: l’Ufficio Legale Regionale delle 26 associazioni che compongono il Coordinamento. In tale contesto di svolgeranno i lavori di avvio dell’Ufficio medesimo, con la messa a punto di un programma di massima delle attività che si prefigge di realizzare. L’avvocata Pilar Castiglia Dopo l’ufficializzazione dell’incarico di Capogruppo dell’Ufficio Legale che la presidente Raffaella Mauceri ha affidato all’avvocata Pilar Castiglia (responsabile del centro antiviolenza di Biancavilla di Sicilia) le 19 avvocate provenienti da tutte le province hanno discusso, in primissima battuta, sulle azioni da intraprendere per sollecitare l’emanazione dei decreti attuativi della legge regionale n. 3/gennaio 2012 “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere” per una corretta applicazione della legge medesima affinché l’ARS proceda ad un controllo a tappeto dei centri operanti in Sicilia nonché alla chiusura dei centri che presentano anomalie di vario tipo. Si ricorderà infatti che la legge fu concepita da Raffaella Mauceri con il contributo tecnico delle avvocate della Rete siracusana, e lanciata al preciso scopo di arginare il proliferare selvaggio di centri antiviolenza privi di titoli, formazione, competenza, credibilità che arrecano ulteriore violenza alle malcapitate vittime gettando discredito su tutti i Centri antiviolenza siciliani. il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 14 Accade infatti che, in assoluta e totale inosservanza della citata legge, la Sicilia pulluli di Centri che, laddove dovrebbero essere rigorosamente e assolutamente laici, cioè a-partitici e a-confessionali, sono invece note e lapalissiane “emanazioni” di questo o quel partito o di questa o quella confessione religiosa. La tardiva emanazione dei decreti delegati relativi ad ogni nuova legge, è un male che affligge ogni ambito della realtà italiana, ma poiché nel caso della legge in questione è in ballo l’incolumità e la vita stessa di donne e bambini, il C.D.S. non intende adeguarsi a questo malcostume e restare a guardare con le mani in mano. Si farà dunque il possibile perché l’8 marzo un documento unitario arrivi all’Ars che prenda atto della serietà del problema e si impegni a risolverlo in tempi brevi. Un gruppo di avvocate il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Inverno 2014-2015 15 il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Inverno 2014-2015 16 Elena Tebano intervista Antonella Petricone sulla prostituzione forzata nei lager nazisti attualità Anche questa era una forma di controllo. C’era un sistema di funzionari tra gli internati: venivano usati per sorvegliare gli altri. Oppure c’era chi lavorava per l’industria tedesca. Erano due delle categorie che potevano “guadagnare” l’accesso al bordello grazie a buoni premio. Era tutto organizzato e pianificato in Quello che il nazismo fece alle donne Quando si parla dei crimini del nazismo, si pensa al genocidio degli ebrei. Voi mettete in evidenza un ulteriore elemento, poco conosciuto: la prostituzione forzata. Cos’è? L’11 giugno 1942, Heinrich Himmler, il capo supremo delle SS, autorizzò i comandanti dei lager “a fornire femmine nei bordelli ai detenuti più laboriosi”. Le donne erano costrette a fornire servizi di sottomissione sessuale per motivare i militari e i prigionieri dei campi. Erano ridotte in schiavitù? Di fatto. L’oppressione delle donne, l’esistenza di torture legate al “genere”, è un aspetto poco conosciuto del nazismo e del fascismo. Questa mostra, creata nel 2005 dal gruppo viennese “Die Austeller” e dall’università delle Arti di Berlino, cerca di documentarne una parte. Perché fino a pochi anni fa non se ne sapeva praticamente niente? Le vittime non ne hanno mai parlato per vergogna di essere considerate prostitute. O per paura che le accusassero di collaborazionismo. Nessuna è stata risarcita per lo sfruttamento sessuale nei lager. Anche i nazisti, all’epoca, cercarono di nasconderne il più possibile l’esistenza. I bordelli erano in tutti campi? Sappiamo che strutture di questo tipo, chiamate “edifici speciali”, esistevano in almeno 10 campi. Tra cui Mauthausen, Auschwitz, Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen. Le prigioniere fatte prostituire venivano soprattutto dal lager di Ravensbrück (a 80 km da Berlino), che era tutto femminile, e da quello di Auschwitz-Birkenau, anch’esso femminile. Quante donne sono state coinvolte? Erano ebree? Almeno duecento. Non erano tutte ebree. La maggior parte di loro era di origine tedesca, imprigionate nei campi con l’accusa di essere “asociali” – categoria nella quale rientravano sia le persone con problemi mentali, che quelle considerate “immorali”. C’erano anche molte prigioniere politiche: tedesche, polacche, ucraine, russe o dei Paesi Bassi. Ufficialmente, sotto il nazismo la prostituzione era osteggiata. Perché allora aprire bordelli nei campi? Era un “divertimento” per “rinfrancare” i militari tedeschi, soprattutto nella Polonia occupata. Inoltre Himmler lo considerava “un incentivo” per la produttività dei deportati, che dovevano lavorare nei lager a sostegno dell’economia tedesca. Era una sorta di “premio di produzione” per i più instancabili. Quindi era usato per “controllare” meglio soldati e internati nei lager? Esatto. Doveva anche servire a prevenire pratiche omosessuali, che il regime considerava peggiori della prostituzione. Ma quali prigionieri potevano “usufruirne”: anche gli ebrei? Assolutamente no. Era un privilegio riservato ai detenuti di origine tedesca, “asociali” oppure criminali comuni, e a quelli “politici” o di guerra – con la sola eccezione dei sovietici, che erano considerati quasi al pari degli ebrei. Bisogna dire che molti prigionieri politici protestarono come poterono contro i bordelli. C’era un diverso trattamento a seconda dei “tipi” di prigionieri… il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 17 modo “razionale” – per quanto l’insieme fosse un meccanismo assurdo, folle. Sì, è una delle caratteristiche del nazismo. Gli “edifici speciali” erano confortevoli e ben organizzati. In più avevano ferree regole igieniche. Le donne, prima di essere costrette a prostituirsi, erano visitate, nutrite e tenute in quarantena. Erano obbligate a lavarsi dopo ogni rapporto sessuale e sottoposte a controlli medici. Non per il loro benessere, immagino. Per evitare la diffusione di malattie nei campi. Tutto era organizzato come un sistema produttivo. Non c’era niente di “umano”: le stanze dei bordelli erano dotate di spioncini, perché le sorveglianti potessero controllare che i rapporti sessuali avvenissero a dovere. E, soprattutto, per evitare che prigionieri e prostitute forzate parlassero e solidarizzassero. È incredibile. Sì, avevano previsto tutto, e in modo da evitare qualsiasi forma di ribellione o sabotaggio. Un sistema di burocratizzazione dell’orrore e dello sterminio. Ogni giorno dovevano concedersi a un’infinità di uomini. Uscirono dai lager distrutte, rovinate per sempre, molte sull’orlo della morte”. il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Inverno 2014-2015 18 il Corriere delle Donne Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 19 attualità Lezione antiracket alla scuola media “Paolo Orsi” Valore delle associazioni di volontariato, consumo critico, violenza, bullismo, stalking e ludopatia: di tutto questo Giuseppe Barreca, presidente dell’associazione “Salvatore Raiti” ha parlato ai ragazzi delle terze classi nella palestra della scuola media “Paolo Orsi” catturando la loro attenzione. “A rendere possibile questo incontro dei giovani studenti con la dura realtà del crimine – ha detto Barreca - è stata la disponibilità e la collaborazione della Preside, dott.ssa Lucia Pistritto, e del corpo insegnanti del prestigioso istituto cui va il nostro più sentito ringraziamento e con cui si è istaurato un rapporto di reciproca fiducia e collaborazione. Rapporto che ha cominciato a dare i primi frutti e altri ne seguiranno in un prossimo futuro”. La lezione è stata recepita dagli studenti con grande interesse soprattutto in riferimento al fenomeno del bullismo, piaga particolarmente sentita e temuta dai ragazzi molti dei quali, statisticamente, lo vivono in prima persona. Barreca ha spiegato come si riconosce un bullo perché, strano a dirsi ma vero, spesso chi pratica il bullismo non se ne rende conto. Il bullo – ha detto - si riconosce perché è un arrogante, un prepotente, un tipo irrispettoso verso i coetanei e gli adulti. Messo davanti alle proprie responsabilità, il bullo è capace di negare fin anche l’evidenza. Altri argomenti che li hanno molto interessati sono lo stalking e la ludopatia. Il termine stalking, ha spiegato Barreca, deriva dal sostantivo inglese stalk, ovvero pedinamento furtivo. Questo termine indica una serie di comportamenti tenuti al preciso scopo di affliggere una persona, perseguitandola, generandole stati di paura e ansia e arrivando così a compromettere la sua normale vita quotidiana. La ludopatia non dovrebbe colpire i minorenni in quanto lo Stato vieta espressamente qualsiasi tipo di gioco a fine di lucro ai minori di 18 anni, però succede spesso che dei gestori irresponsabili, vendono anche ai minori tutta quei giochi che lo Stato mette in vendita per autofinanziarsi, unitamente ai gestori di sale scommesse, slot machine, video poker e quant’altro. La lezione si è conclusa con un lungo applauso che ha gratificato il corpo insegnanti e il presidente Barreca unitamente ai componenti del direttivo dell’associazione “Salvatore Raiti” il vice presidente Alessandro Cassarino e la signora Anna Augello Scariolo. Sono seguiti i vivaci interventi di alcuni alunni che hanno argomentato su bullismo, stalking e ludopatia. Qualcuno di essi ha parlato anche di racket perché la sua famiglia ha sofferto di questo gravissimo male che a tutt’oggi affligge le popolazioni del sud d’Italia. Casa di riposo per anziane 4 Ambiente affettuoso, familiare e signorile che si coniuga con rette ragionevoli. 4 Possibilità di ospitalità diurna (ore 8.00 - 21.00 circa) anche non continuativa. 4 Si accolgono anche anziane non autosufficienti. Via Sen. Di Giovanni, 41 Tel. il0931 96100 Siracusa Corriere 37757 delle Donne -Edizioni La Nereide di Raffaella Mauceri Primavera 2015 20