pag. 3-6 - Arcidiocesi di Benevento

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pag. 3-6 - Arcidiocesi di Benevento
Chiesa i
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n f o r m a
Novembre 2013
Omelia di Papa Francesco
per la giornata della famiglia
Stop al femminicidio!
Lo sportello ascolto donna
pag. 3-6
XIII edizione del premio
Padre Pio da Pietrelcina
pag. 10
Il presente vivente di Baselice
“Sulla via di Betlemme”
pag. 12
pag. 13
Chiesa
I n f o r m a
Supplemento a
Periodico di impegno religioso-socio-culturale
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n f o r m a
giornata della famiglia
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OMELIA
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
PER LA GIORNATA
DELLA FAMIGLIA
«Vorrei chiedere
a voi, care famiglie:
pregate qualche
volta in famiglia?
Qualcuno sì,
lo so.
Ma tanti mi dicono:
ma come si fa?
Ma, si fa come
il pubblicano,
è chiaro:
umilmente,
davanti a Dio»
Le Letture di questa domenica 27 ottobre 2013 ci invitano a meditare su alcune caratteristiche fondamentali della famiglia cristiana.
1. La prima: la famiglia che prega. Il brano del Vangelo mette in evidenza due modi
di pregare, uno falso – quello del fariseo – e l’altro autentico – quello del pubblicano.
Il fariseo incarna un atteggiamento
che non esprime il rendimento di grazie a Dio per i suoi benefici e la sua
misericordia, ma piuttosto soddisfazione di sé. Il fariseo si sente giusto, si
sente a posto, si pavoneggia di questo
e giudica gli altri dall’alto del suo piedestallo. Il pubblicano, al contrario,
non moltiplica le parole. La sua preghiera è umile, sobria, pervasa dalla
consapevolezza della propria indegnità, delle proprie miserie: quest’uomo
davvero si riconosce bisognoso del
perdono di Dio, della misericordia di
Dio. Quella del pubblicano è la preghiera del povero, è la preghiera gradita a Dio che, come dice la prima
Lettura, «arriva fino alle nubi» (Sir
35,20), mentre quella del fariseo è
appesantita dalla zavorra della vanità.
Alla luce di questa Parola, vorrei
chiedere a voi, care famiglie: pregate
qualche volta in famiglia? Qualcuno
sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro:
umilmente, davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede
la sua bontà, che venga a noi. Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera è sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in
famiglia … Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo
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bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie,
abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto,
della sua forza,
della sua benedizione, della sua
del
«Come va la gioia, misericordia,
suo perdono. E ci
vuole semplicità:
a casa tua?
per pregare in famiCome va la gioia
glia, ci vuole semPregare
nella tua famiglia? plicità!
insieme il “Padre
nostro”,
intorno
Eh, date voi
alla tavola, non è
la risposta.
una cosa straordinaria: è facile. E
Care famiglie,
pregare insieme il
voi lo sapete bene: Rosario, in famiglia, è molto bello,
la gioia vera
dà tanta forza! E
anche pregare l’uno
che si gusta
per l’altro: il marito
nella famiglia
per la moglie, la
moglie per il marinon è qualcosa
to, ambedue per i
di superficiale...
figli, i figli per i
per i nonni
viene da un’armonia genitori,
… Pregare l’uno
per l’altro. Questo
profonda tra
è pregare in famile persone»
glia, e questo fa
forte la famiglia: la
preghiera.
2. La seconda
Lettura ci suggerisce un altro spunto: la famiglia custodisce la
fede. L’apostolo Paolo, al tramonto della sua vita, fa un bilan-
cio fondamentale, e dice: «Ho conservato la fede» (2 Tm 4,7).
Ma come l’ha conservata? Non in una cassaforte! Non l’ha
nascosta sottoterra,
come quel servo un
po’ pigro. San
Paolo paragona la
«A me piacerebbe
sua vita a una battaglia e a una corsa.
fare una domanda,
Ha conservato la
oggi. Ma, ognuno
fede perché non si è
limitato a difender- la porta nel suo cuore,
la, ma l’ha annunciata, irradiata, l’ha
a casa sua, eh?,
portata lontano. Si
come un compito
è opposto decisamente a quanti
da fare.
volevano conservare, “imbalsamare” E si risponde da solo...
il messaggio di
Alla base
Cristo nei confini
della Palestina. Per
di questo sentimento
questo ha fatto
di gioia profonda
scelte coraggiose, è
andato in territori c’è la presenza di Dio
ostili, si è lasciato
nella famiglia
provocare dai lontani, da culture
c’è il suo amore
diverse, ha parlato
francamente senza
accogliente,
paura. San Paolo ha
conservato la fede rispettoso verso tutti»
perché, come l’aveva ricevuta, l’ha
donata, spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni difensive.
Anche qui, possiamo chiedere: in che modo noi, in famiglia,
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custodiamo la nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra
famiglia, come un bene privato, come un conto in banca, o
sappiamo condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri? Tutti sappiamo che le famiglie,
specialmente quelle giovani, sono spesso “di corsa”, molto
affaccendate; ma qualche volta ci pensate che questa “corsa”
può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane
sono famiglie missionarie. Ma, ieri abbiamo sentito, qui in
piazza, la testimonianza di famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di
tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede!
Conservare la fede in famiglia e mettere il sale e il lievito
della fede nelle cose di tutti i giorni.
3. E un ultimo aspetto ricaviamo dalla Parola di Dio: la famiglia che vive la gioia.
Nel Salmo responsoriale si trova questa espressione: «i poveri ascoltino e si rallegrino» (33/34,3). Tutto questo Salmo è
un inno al Signore, sorgente di gioia e di pace. E qual è il
motivo di questo rallegrarsi? E’ questo: il Signore è vicino,
ascolta il grido degli umili e li libera dal male. Lo scriveva
ancora san Paolo: «Siate sempre lieti … il Signore è vicino!»
(Fil 4,4-5). Eh … a me piacerebbe fare una domanda, oggi.
Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un
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compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a
casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Eh,date voi la
risposta.
Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta
nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle
cose, dalle circostanze favorevoli… La gioia vera viene da
un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel
cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di
sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di
questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la
presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente,
misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore
paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere
pazienza tra di noi. Amore paziente. Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze.
Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia,
prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la
famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta
la società. Care famiglie, vivete sempre con fede e semplicità, come la santa Famiglia di Nazaret. La gioia e la pace del
Signore siano sempre con voi!
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sociale
CIVES: NECESSARIA
UNA GRANDE ALLEANZA
PER IL LAVORO
Si è svolta giovedì 7 novembre la prolusione ufficiale della
settima edizione di “CIVES – Laboratorio di Formazione al
Bene Comune”, consolidato appuntamento della Diocesi di
Benevento promosso dall’Ufficio per i problemi sociali e il
lavoro, in sinergia con l’Università Cattolica del Sacro Cuore
ed il Centro di Cultura “Raffaele Calabria”. Una prolusione
ampiamente partecipata, con autorevoli interventi che hanno
introdotto i temi di questa edizione del Laboratorio, partendo
dal più urgente: quello del lavoro. Come introdotto da
Pasquale Gallucci Presidente del Centro di Cultura R.
Calabria: “Il progetto formativo CIVES che ci avviamo a
condurre è costruito sul capire e sul trasformare. Capire è
fondamentale, affinché si evitino improvvisazioni incontrollate. Il mio personale augurio a voi partecipanti è che le
vostre motivazioni trovino, in questo percorso, riscontri e
soddisfazioni.” L’iniziativa è stata poi presentata nei suoi
particolari da Ettore Rossi (Direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Diocesi di Benevento), il quale
ha precisato le motivazioni che hanno determinato la scelta
dei temi di quest’anno: “Abbiamo scelto una delle idee fondamentali del pontificato di Papa Francesco, le periferie geografiche ed esistenziali, il quale ci invita costantemente ad
uscire dalle nostre comunità per andare incontro agli altri. La
realtà si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie.
Come emerge dal rapporto-proposta Per il Lavoro a cura del
Progetto Culturale della CEI, dobbiamo concentrare i nostri
sforzi per riscoprire il lavoro ben fatto, alla riscoperta del
lavoro artigianale e puntando sulla valorizzazione del nostro
patrimonio artistico-culturale e quello scientifico-tecnologico.” Dopo l’introduzione al Laboratorio CIVES, si è svolto
l’intervento del prof. Sergio Belardinelli (Docente di
Sociologia dei processi culturali e coordinatore del
Rapporto-Proposta sul lavoro del Progetto Culturale della
CEI): “Il Rapporto – ha precisato il docente – non credo vada
verso una direzione scontata. Esso pone l’accento sulla progressiva perdita di senso del lavoro stesso, che è il vero,
grande, problema di oggi. Si tratta del lato soggettivo del
lavoro. La sua grandezza antropologica, infatti, consiste nel
fatto che il lavoratore mette in quello che produce la propria
vita. Senza questa consapevolezza, come si può pensare di
educare al lavoro ben fatto?”. A partire da questa appassionata analisi, l’intervento di Belardinelli si è poi soffermato sulle
possibili soluzioni, che questo nostro Paese non sembra però
ancora aver recepito: “Coltivare il lavoro di ricerca è una prerogativa alla quale non possiamo permetterci di rinunciare,
perché è l’anticamera dell’innovazione e della creazione di
posti di lavoro qualificati. Come, del resto, il nostro patrimonio artistico e paesaggistico, che gode di talmente tanta bellezza che è troppo importante per non essere tenuto in considerazione. Qui c’è bisogno di una grande alleanza per il lavoro tra imprese, sindacati, chiesa…, affinché la crisi possa
davvero trasformarsi in opportunità”. Una lucida disanima
anche quella del prof. Giuseppe Acocella (Docente di
Filosofia del Diritto e coordinatore della V commissione per
le politiche sociali del C.N.E.L.), il quale ha individuato
chiaramente alcune delle cause che impediscono sia l’occupazione che gli investimenti nel capitale umano: “Siamo al
centro di un forte processo di deindustrializzazione, sul quale
non possono evitare di interferire altri problemi come la pressione fiscale, ormai giunta a livelli insostenibili, e una mancata resa funzionale dell’amministrazione pubblica.
Riguardo il capitale umano, la formazione nelle nostre regioni possiamo ritenere sia coerente?
Inoltre, quanto sono possibili politiche attive del lavoro,
senza adeguate risorse? Solo il puntare sull’innovazione può
permetterci di contrastare fenomeni quali la fuga dei cervelli
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sociale
e i neet.” Un filo rosso, dunque, al quale
si è collegato anche l’intervento di
Annamaria
Furlan
(Segretaria
Confederale Nazionale della CISL), che
precisa: “Il sistema lavoro cede nel
momento in cui si arriva a pensare che la
produzione della ricchezza può avvenire
anche senza di esso, ma con la prevalenza della finanza speculativa. In questo
caso anche i luoghi del lavoro perdono
identità. Come possiamo creare una
nuova comunità globale del lavoro? Le
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parole d’ordine devono essere qualità,
innovazione, ricerca. Il lavoro deve essere visto come elemento di prospettiva, di
sogno, un riflesso del diritto di cambiare
il mondo.
E su questi temi le istituzioni stanno
dimostrando davvero poca responsabilità, mentre il ritardo culturale italiano è
soprattutto sulla partecipazione, perché
non si arriva a capire che essa porta inevitabilmente con sé il senso di responsabilità.” L’incontro si è concluso con l’in-
tervento di mons. Pompilio Cristino
(Vicario Generale dell’arcidiocesi di
Benevento), il quale ha sottolineato che
la Chiesa locale con l’esperienza di
Cives si pone al servizio della comunità
ed ha insistito sul bisogno di ridare speranza e sulla necessità di nuove alleanze
sinergiche, in prospettiva di una nuova
presa di coscienza che trovi concretezza
nelle ormai celebri parole di Papa
Francesco a Cagliari: “Signore, insegnaci a lottare per il lavoro”.
Tifone Filippine: un’emergenza
umanitaria di massa
L’azione della Caritas sul posto. Stanziati 100.000 euro da Caritas
Italiana per i primi interventi. Il tifone Haiyan che ha colpito negli
ultimi giorni le Filippine, ha lasciato dietro di sé, secondo fonti
Caritas, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente
con numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità
della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime
regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori,
cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle
vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere. La regione
centrale delle Filippine, il gruppo di grandi isole “Visayas”, già
recentemente colpita da un grave terremoto nell’isola di Bohol, è
storicamente quella più a rischio sia dal
punto di vista della vulnerabilità alle frequenti tempeste tropicali, sia per la scarsa
qualità delle abitazioni. Il devastante tifone Haiyan, chiamato localmente Yolanda
e definito una tempesta “killer”, ha colpito proprio le isole più povere del gruppo
delle Visayas, quelle meno raggiungibili
anche logisticamente, Samar in particolare e Leyte. Più di 4 milioni di persone
avrebbero perso tutto, dovendo abbandonare le proprie case distrutte e rifugiandosi in ripari di fortuna. Oltre ai drammi vissuti dalla popolazione, i danni alle infrastrutture sarebbero incalcolabili: numerose frane hanno, infatti, distrutto linee elettriche e strade, manca
l’acqua potabile in numerose provincie, le comunicazioni sono
completamente interrotte in ampie porzioni di territorio. Padre
Edwin Gariguez, direttore di Caritas Filippine-NASSA, in contatto con le équipes delle Caritas Diocesane delle Visayas, raggiunto
al telefono sul posto, ha riferito alla rete internazionale Caritas che
“Haiyan è il più forte e devastante tifone che abbia mai colpito il
Paese. Caritas Filippine, col supporto della rete Caritas, sta invian-
do localmente ulteriori aiuti umanitari e operatori specializzati,
oltre a quelli già attivi, per raggiungere le zone più gravemente
colpite e più remote”. Migliaia di persone sono, infatti, già ospitate presso Istituti, Parrocchie e strutture Caritas, e ad altre 8.000
persone verranno forniti brevemente generi di prima necessità.
Il Direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, unendosi alle
intenzioni di Papa Francesco, in solidarietà con tutte le vittime di
tale catastrofe, ha sottolineato “l’importanza di un aiuto concreto
e immediato”. Ora il tifone rischia di colpire e di causare disastri
anche in altri Paesi, come il Vietnam e il Laos.
Di conseguenza Caritas Italiana ha già stanziato 100.000 € per
questa terribile emergenza. Caritas Italiana è attiva da decenni
nelle Filippine, in particolare nell’ambito delle ricorrenti emergenze naturali, come terremoti, alluvioni,
frane, tempeste e tifoni tropicali.
L’intervento si realizza a supporto di
Caritas Filippine e in collaborazione con
altre realtà locali, lavorando anche nella
ricostruzione e nelle fasi successive. Per
sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via
Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C
POSTALE N. 347013 specificando nella
causale: “Filippine” Donazioni on line su
www.caritas.it Offerte sono possibili
anche tramite altri canali, tra cui: ·
UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban:
IT 88 U 02008 05206 000011063119 ·
Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A
03359 01600 100000012474 · Banco Posta, viale Europa 175,
Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013 · Banca
Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200
000000011113.
In tutte le parrocchie della Diocesi di Benevento la giornata
pro-Filippine si terrà l’8 dicembre.
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tematiche
CELLULE STAMINALI ETICHE
OPPORTUNITA’ E RISORSA
Paolo Palumbo
Molte trasmissioni televisive e diversi organi di stampa si stanno
interessando ripetutamente al tema dell’utilizzo delle cellule staminali. Anche sul web si rincorrono le immagini strazianti e commoventi
dei bambini colpiti da gravissime patologie neurodegenerative che
richiedono con forza di poter accedere alle cure con dette cellule.
Senza voler entrare in questioni scientifiche e politiche, è bene però
precisare che non è opportuno che sia solo il sentimentalismo ed il
Unione di Benevento
pietismo a guidare le nostre riflessioni e le nostre conclusioni sulla necessità dell’utilizzo di tali cellule, prescindendo da un approfondimento serio sulla loro provenienza.
Le cellule staminali sono cellule indifferenziate che
possiedono due caratteristiche fondamentali: a) la capacità prolungata di moltiplicarsi senza differenziarsi; b)
la capacità di dare origine a cellule progenitrici di transito, dalle quali discendono cellule altamente differenziate, per esempio, nervose, muscolari, ematiche.
Da quando si è verificato sperimentalmente che le cellule staminali, se trapiantate in un tessuto danneggiato,
tendono a favorire la ripopolazione di cellule e la rigenerazione di tale tessuto, si sono aperte nuove prospettive per la medicina rigenerativa, che hanno suscitato
grande interesse tra i ricercatori di tutto il mondo.
Nell’uomo, le fonti di cellule staminali finora individuate sono: l’embrione nei primi stadi del suo sviluppo,
il feto, il sangue del cordone ombelicale, vari tessuti
dell’adulto (midollo osseo, cordone ombelicale, cervello, mesenchima di vari organi, ecc.) e il liquido amniotico. Inizialmente, gli studi si sono concentrati sulle
cellule staminali embrionali, poiché si riteneva che solo
queste possedessero grandi potenzialità di moltiplicazione e di differenziazione.
Numerosi studi, però, dimostrano che anche le cellule
staminali adulte presentano una loro versatilità. Anche
se tali cellule non sembrano avere la medesima capacità di rinnovamento e la stessa plasticità delle cellule
staminali di origine embrionale, tuttavia studi e sperimentazioni di alto livello scientifico tendono ad accreditare a queste cellule dei risultati più positivi se confrontati con quelle embrionali. I protocolli terapeutici
attualmente praticati prevedono l’uso di cellule staminali adulte e sono al riguardo state avviate molte linee
di ricerca, che aprono nuovi e promettenti orizzonti.
La posizione della Chiesa sulla ricerca e sulle applicazioni terapeutiche delle staminali è chiara. Si accetta e
addirittura si incoraggia la ricerca sulle staminali adulte e quelle provenienti dal sangue del cordone ombelicale o dal liquido amniotico in seguito ad un normale
parto (sono sempre in aumento le biobanche dove conservare tali cellule dopo il parto), mentre si rinnega
quella sulle staminali embrionali, che pretende di sacrificare la vita di molti embrioni per la cura anche solo di
una singola persona. Nel settembre del 2006, Benedetto
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tematiche
XVI, rivolgendosi ai medici cattolici, riferendosi alla ricerca
sulle cellule staminali tra l’altro disse: “merita approvazione
ed incoraggiamento quando coniuga felicemente insieme il
sapere scientifico, la tecnologia più avanzata in ambito biologico e l’etica che postula il rispetto dell’essere umano in ogni
stadio della sua esistenza. Le prospettive aperte da questo
nuovo capitolo della ricerca sono in se stesse affascinanti, perché lasciano intravedere la possibilità di curare malattie che
comportano la degenerazione dei tessuti, con i conseguenti
rischi di invalidità e di morte per chi ne è affetto»”.
Il Pontefice volle lodare i protagonisti di questa nuova sfida
contro la malattia ma nella stessa occasione condannò l’uso
delle cellule staminali embrionali: “Se resistenza c’é stata, e
c’é tuttora, essa era ed è nei confronti di quelle forme di ricerca che prevedono la programmata soppressione di esseri
umani già esistenti, anche se non ancora nati. In tali casi la
ricerca, a prescindere dai risultati di utilità terapeutica, non si
pone veramente a servizio dell’umanità.
Passa infatti attraverso la soppressione di vite umane che
hanno uguale dignità rispetto agli altri individui umani e agli
stessi ricercatori”. Secondo la Chiesa l’impiego di cellule
embrionali staminali pone tre fondamentale problemi etici: 1)
È moralmente lecito produrre e /o utilizzare embrioni umani
viventi per la preparazione di Staminali embrionali? 2) È
moralmente lecito eseguire la cosiddetta «clonazione terapeutica» attraverso la produzione di embrioni umani e la loro successiva distruzione per la produzione di staminali embrionali?
3) È moralmente lecito utilizzare le cellule embrionali staminali, e le cellule differenziate da quelle ottenute, eventualmente fornite da altri ricercatori o reperibili in commercio? La
Pontificia Accademia per la Vita, in un documento del 24
Agosto 2000, ha dato ai tre quesiti, tre risposte negative. Più
recentemente il documento Dignitas personae della
Congregazione per la dottrina della fede dell’8 settembre 2008
ha specificato che per la valutazione etica dell’utilizzo di dette
cellule occorre considerare sia i metodi di prelievo delle cellule staminali sia i rischi del loro uso clinico o sperimentale. Per
ciò che concerne i metodi, essi vanno considerati in rapporto
alla loro origine. Sono da considerarsi lecite quelle metodiche
che non procurano un grave danno al soggetto da cui si estraggono le cellule staminali. Tale condizione si verifica, generalmente, nel caso di prelievo: a) dai tessuti di un organismo
adulto; b) dal sangue del cordone ombelicale, al momento del
parto; c) dai tessuti di feti morti di morte naturale. Il prelievo
di cellule staminali dall’embrione umano vivente, al contrario,
causa inevitabilmente la sua distruzione, risultando di conseguenza gravemente illecito. Per quanto riguarda l’uso clinico
di cellule staminali ottenute mediante procedure lecite non ci
sono obiezioni morali. Vanno tuttavia rispettati i comuni criteri di deontologia medica.
È quindi sul versante della ricerca e dell’utilizzo di staminali
etiche che la ricerca deve dirigersi , nel rispetto del bene della
vita di ogni uomo. Se si pensa ad esempio alle cellule staminali da sangue cordonale, numerosi studi e sperimentazioni
hanno confermato la possibilità di utilizzare il sangue preleva-
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to dal cordone ombelicale come fonte alternativa di staminali
emopoietiche a scopo di trapianto. A fine 2012 s’è raggiunto il
milione di trapianti con l’utilizzo delle cellule del sangue del
cordone ombelicale, 50.000 ogni anno e ormai 20.000 con le
cellule estratte da sangue cordonale. Nel 53% dei casi sono
trapianti autologhi, in cui donatore e ricevente sono la stessa
persona, mentre il rimanente 47% riguarda trapianti allogenici, dove donatore e ricevente sono persone distinte. La ricerca
avanza, anche quella italiana compie passi quotidiani ed il
tema di rendere disponibili staminali da nuove fonti, come il
cordone ombelicale che in Italia viene raccolto nello 0,4% dei
parti, su una media europea dell’1%. Occorre far conoscere e
diffondere il pensiero della Chiesa sulle cellule staminali etiche, ma occorre soprattutto ricordare che sempre il rispetto
della dignità umana, che è presupposto di ogni ricerca scientifica, implica il coraggio di opporsi a tutte quelle pratiche che
determinano una grave e ingiusta discriminazione nei confronti degli esseri umani non ancora nati, evitando che le ragioni
del cuore soppiantino quelle della dignità umana. Dietro ogni
“no” rifulge sempre, come ricorda la Dignitas personae, nella
fatica del discernimento tra il bene e il male, un grande “sì” al
riconoscimento del valore inalienabile di ogni singolo ed irripetibile essere umano chiamato all’esistenza.
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iniziative
ABBIATE IL CORAGGIO
DI FARVI AIUTARE
Sono ancora moltissime le donne italiane vittime della violenza maschile. Secondo i dati
dell’Istat ogni anno in Italia più di un milione di
donne subisce forme di violenza. Il 70 % degli
stupri è opera dei partner e dei familiari. Più di
due milioni di donne subiscono comportamenti persecutori e più di 7milioni violenza psicologica. Una recente ricerca ha rilevato che il
98% delle vittime della violenza domestica
sono donne. Il dato più sconcertante è che solo
il 18% delle donne, che ha subito violenza fisica in famiglia, non lo considera reato, e il più
del 70 % delle donne non ne ha mai parlato con
nessuno. Uno dei dati più allarmanti è, senza
dubbio, la percentuale delle donne che non
denuncia uno stupro o un maltrattamento.
Secondo l’Istat, il 95% delle vittime non
denuncia la violenza subita. I dati sono davvero
preoccupanti e la tragedia delle donne vittime
di violenza non andrebbe mai dimenticata. La
famiglia non è sempre quel luogo magico dove
tutto è amore. La cittadina di Benevento,
purtroppo, non può non vantare di alimentare,
anche se in piccola parte, questi orribilanti dati
statistici. Per questo motivo la Caritas della
Diocesi di Benevento, ha deciso di aprire al
pubblico “lo sportello Ascolto Donna” con la
collaborazione di professioniste volontarie
munite di non comune carità, solidarietà e
senso civico, da offrire alle donne vittime e
sole. L’ idea dell’ apertura del punto di ascolto
è nata ad aprile e ha preso legalmente forma il
5 settembre di quest’anno grazie all’assiduo
impegno delle operatrici che lo costituiscono,
ovvero la dr.ssa Mariaelena Morelli psicologa e
terapeuta, la dr.ssa Giovanna Zollo assistente
sociale , la dr.ssa Paola Ferrannini avvocato e
infine la dr.ssa Tiziana Capaldo psicologa e
psicoterapeuta. Lo sportello Ascolto Donna è
stato dedicato alla mamma coraggio di Peppino
Impastato, Felicia Bartolotta, che ha prodicato
la sua intera esistenza ad onorare la memoria
del figlio e ha fatto della sua casa un luogo di
incontro e passione civile. È stato grazie alla
sua assidua attività, seppur dopo più di vent’anni dalla morte del figlio, che viene riconosciuta
la matrice mafiosa dell’omicidio di Peppino e
condannato all’ergastolo Tano Badalamenti.
Attraverso questo valido esempio, le operatrici
del punto di ascolto, augurano lo stesso coraggio alle donne vittime di violenza affinché riescano a denunciare a testa alta i maltrattamenti e
i soprusi di cui sono quotidianamente vittime.
Lo sportello Ascolto Donna vuole porsi come
luogo preposto all’accoglienza e alla solidarietà, dove le parole possono trasformarsi in
progetti e azioni volti alla tutela di chi vive e, il
più delle volte, subisce una situazione di
fragilità.
Sono diversi i servizi che vengono offerti dalle
operatrici del centro:
- telefono Rosa per accogliere segnalazioni e
richieste d’aiuto;
- colloqui di accoglienza per analizzare le situazioni problematiche elaborando piani personalizzati di recupero e reinserimento sociale;
- sostegno psicologico e consulenza legale;
- attività di rete con servizi pubblici e privati e
con le associazioni presenti sul territorio;
- collaborazione con i Servizi per le
Tossicodipendenze (SerT);
- formazione, prevenzione e aggiornamento
attraverso corsi, convegni, seminai per operatori sociali, insegnanti, forze dell’ordine e operatori di giustizia;
- interventi di sensibilizzazione sul territorio e
molto altro ancora;
Donne non abbiate paure, ma abbiate il coraggio di farvi aiutare.
Marianna Tomei
Sportello
ascolto donna
L’iniziativa nasce in aprile, per volontà
della Caritas diocesana, ispirata dalle segnalazioni dei parroci delle varie comunità
diffuse sul territorio del capoluogo sannita.
I sacerdoti durante le confessioni apprendevano da parte di alcune donne di ogni età,
la difficoltà di rappresentare e trovare un
aiuto sostanziale, per far fronte al fenomeno sempre più diffuso e dilagante della violenza sulla propria persona da parte di un
uomo. Lo sportello ascolto donna offre
questa opportunità: attraverso i dialoghi
con professionisti volontari, le donne,
avranno un valido supporto psicologico e
legale, dando vita con gli incontri ad un
vero e proprio percorso di accompagnamento nel processo di uscita dalla violenza.
È fondamentale che la donna resti protagonista delle sue scelte, accompagnata da quel
giusto supporto molto spesso inesistente.
Dal 5 settembre ogni giovedì dalle 15 alle
18, lo “sportello ascolto donna” ha iniziato
la sua assidua attività presso i locali Caritas
della Diocesi di Benevento siti in Piazza
Orsini, 31.
Per maggiori informazioni scrivere a
[email protected] o contattare il numero 0824-323307. Per ulteriori
informazioni è possibile visitare la pagina
facebook: Sportello Ascolto Donna
“Felicia Bartolotta Impastato”.
m.t.
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n f o r m a
tematiche
“RETE SOCIALE
ONLUS:
SI PUÒ FARE”
“Dopo anni di denunce la Regione, in accordo con quanto stabilito anche dall’Europa già a partire dal 2000, ha accolto le proposte in merito alla cura e all’assistenza dei malati psichiatrici: non
più casermoni da accreditare, ma piani terapeutici individualizzati che si prendano carico dei pazienti quali “Persone”, costruendo
un intervento mirato di supporto. Per il momento solo Caserta è
stata solerte nell’applicare le novità in materia.”
A parlare è la giornalista Serena Romano, moderatrice in occasione della conferenza stampa tenutasi presso la Caritas diocesana di
Benevento, nonché Presidente dell’Associazione “La rete sociale” che ha promosso l’incontro.
Tra il pubblico, presenze speciali: alcuni pazienti con disagi psichici che hanno avuto modo di sperimentare a titolo gratuito, nel
periodo estivo, l’esperienza della “Casa alloggio di
Chianche”(AV), inserita all’interno del progetto “Si può fare”,
finanziato dalla fondazione “Con il Sud” e realizzata con 21 partner tra cui l’arcidiocesi di Benevento.
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Novembre 2013
Diversi i relatori che si sono alternati nella discussione, presente
anche don Nicola De Blasio, direttore della Caritas diocesana,
che ha sottolineato: “a noi interessa la persona, non la parte economica; l’uomo e la sua dignità prima di tutto.” Che questa idea
non sia più appannaggio sociale, ma divenga parte delle politiche
sanitarie. Rivedendo i trend di spesa pubblica si faccia in modo
che questa operazione sia un’occasione di riqualificazione vera,
per spendere in modo diverso in ambito di disagio psichico e di
disagio sociale, tendendo al recupero e non all’assistenzialismo.
La “Casa alloggio di Chianche” ad oggi non può accogliere
pazienti, poiché ancora non figura nell’elenco delle strutturealloggio regionali. Superando questo gap, il progetto permetterebbe un trattamento mirato capace di valorizzare le diversità di
ognuno e capace di offrire supporto e formazione per il recupero,
il tutto con un notevole risparmio sui costi.
Istituzione di nuovi accoliti e di un lettore
Nella giornata di giovedì 31 ottobre, presso la Cattedrale beneventana,
S.E. mons. Andrea Mugione ha conferito in modo ufficiale e permanente il ministero dell’accolitato e del lettorato a quattro laici. Con la
cerimonia liturgica si è celebrato l’ingresso dei tre accoliti: Vincenzo
Romano della parrocchia del Sacro Cuore (BN); Alessandro
Pietronigro della parrocchia di Santa Sofia (BN); Giuseppe
Iannazzone della parrocchia di San Marco Evangelista in San Marco
ai Monti; e l’ingresso di un lettore: Domenico Moccia della parrocchia
del Sacro Cuore (BN). Ad istituire i ministeri di “lettore” e di “accolito” fu Papa Paolo VI nel 1972 con il documento pontificio Ministeria
quaedam. I ministeri del lettorato e dell’accolitato, anche se profondamente radicati nell’esperienza più antica della Chiesa, acquistano oggi
dimensioni e prospettive nuove in una comunità ecclesiale chiamata ad
essere «serva» del Signore e degli uomini.
Questi due ministeri, anche se si integrano a vicenda, sono distinti: il
lettorato fa direttamente riferimento all’annuncio della parola di Dio,
mentre l’accolitato è più specificamente orientato alla celebrazione
liturgico-sacramentale e all’impegno di carità e di promozione umana.
Il loro corretto e fedele esercizio suppone, pertanto, sempre una vita di
comunità molto dinamica.
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Chiesa i
Novembre 2013
n f o r m a
iniziative
XIII EDIZIONE DEL PREMIO
PADRE PIO DA PIETRELICINA
di Nicola Mastrocinque
Nella suggestiva cornice del Pala Verde dell’Area Fiera di Morcone, si
è svolta la XIII Edizione del Premio Internazionale Padre Pio da
Pietrelcina, presentata nuovamente da Claudio Lippi, dedicato a Padre
Antonio Gambale, il compianto confratello, il fedele amico ed uno degli
ultimi seguaci del santo, ritornato nella Gerusalemme Celeste, il 10 aprile 2013. Il religioso cappuccino Antonio Gambale, originario di
Montemarano (AV) nel 1998, memore degli insegnamenti di Padre Pio
e della sua instancabile testimonianza al servizio del Vangelo, volle istituire un premio ad hoc, affinchè la sua inestimabile eredità spirituale,
pervasa dagli autentici valori cristiani e dalla ricchezza inesauribile della
preghiera, lasciasse tracce indelebili nel tempo e nello spazio, al fine di
conferire eminenti riconoscimenti a quanti nei diversi settori della società si distinguessero per professionalità e sensibilità verso il prossimo. Gli
indirizzi di saluto sono stati rivolti
alle autorità religiose, civili, militari e al numeroso pubblico presente
dal Presidente della Commissione
Premio Padre Pio, Don Nicola
Gagliarde, parroco di Morcone, dal
Vice-Sindaco Ester D’Afflitto nonché assessore alla Cultura e dal
Presidente del Centro Fiera
Ferdinando Pisco. L’Arcivescovo
di Benevento Andrea Mugione, per
concomitanti ed inderogabili impegni pastorali, ha delegato il Vicario
Generale mons. Pompilio Cristino a
partecipare ad un evento in cui fede
e devozione si coniugano mirabilmente, per ripercorrere le orme del
Frate delle Stimmate.
Mons. Cristino ha evidenziato:”Seguendo il magistero di Papa
Francesco dalla cattedra di Pietro, dobbiamo andare alle periferie per
raggiungere i cristiani. Padre Pio andava alle periferie per toccare i
cuori”. Numerosi sono stati i premiati: i ricercatori della Casa Sollievo
della Sofferenza (inaugurata dal Frate di Pietrelicina, nel 1956), i Gruppi
di Preghiera, che volgono lo sguardo verso gli orizzonti di senso sulla
scia del Poverello d’Assisi, i dirigenti scolastici che profondono le
migliori energie per formare le future generazioni, gli imprenditori che
pongono al centro la persona nei processi produttivi, gli operatori sociali che nelle carceri attraverso progetti mirati riconducono i ragazzi sulle
rotte della legalità, gli uomini di cultura che con le pubblicazioni edificano la Civiltà dell’Amore nei contesti contemporanei, i personaggi
dello sport e dello spettacolo che con la voci ed i gesti atletici esaltano i
doni ricevuti dal Signore. E’ stato premiato il sannita Franco Martone,
originario di Vitulano, da Padre Gerardo Saldutto, figlio spirituale del
santo pietralcinese ed uno dei massimi conoscitori della sua esistenza.
Egli gestisce un ristorante con i suoi fratelli, è anche imprenditore edile,
ricopre la carica di Presidente dell’Associazione Campani di Scozia e
dell’Irlanda del Nord, vive ad Edimburgo con la sua famiglia da 35 anni.
Ha fondato l’Associazione Amici di Padre Pio, costituita da circa 3.000
devoti in tutta la Gran Bretagna, promosso l’installazione di una statua
del santo nella Cattedrale St. Mary, s , in Edimburgo. L’effige del santo
è stata benedetta il 15 settembre da Padre Gerardo da Flumeri, conosciuto in San Giovanni Rotondo. In prima fila i frati Cappuccini del
Convento di Morcone, i sacerdoti, mons. Oscar Rizzato, già elemosiniere di Sua Santità, l’On. Mara Carfagna. La serata è stata allietata da emozionanti momenti musicali, le note del pianoforte subito hanno introdotto gli ospiti ed il folto pubblico in sala, a riflettere sul “Cibo
dell’Anima”, mediante l’ascolto di
“Panis Angelicus”. Altri brani
hanno intervallato la consegna dei
premi, alla chitarra classica con una
tecnica ragguardevole si è esibito il
M.stro Espedito De Marino con
“Granada”. Indicibili emozioni
hanno vissuto i devoti di Padre Pio
con la celebre “Ave Maria” di Bach.
L’artista partenopeo Sal Da Vinci, a
cui è stato conferito il premio, a pianoforte ha cantato “Tu si ‘na cosa
grande”, portata al successo da
Mister Volare, noto come
Domenico Modugno.
L’indimenticabile manifestazione si
è conclusa con il brano musicale
“Mamma”, che suscitava profonda
commozione all’umile frate, canonizzato dal Sommo Pontefice
Giovanni Paolo II, di venerata memoria. Il Santo Padre di origine polacca scriveva:” Padre Pio con il suo insegnamento e il suo esempio ci invita alla preghiera, al ricorso alla misericordia divina mediante il sacramento della confessione e dell’amore per il prossimo. Autentico figlio di
san Francesco, dal quale aveva appreso a rivolgersi a Maria con splendide espressioni di lode e di amore, non si stancava mai di inculcare nei
fedeli una devozione alla Madonna tenera, profonda e radicata nella
genuina tradizione della Chiesa”.
Il Vicario di Cristo Giovanni Paolo II aggiungeva:” Padre Pio, figlio
amatissimo della Regina del Cielo, interceda per noi e per tutti, perché
dal cuore degli uomini sgorghino sentimenti di perdono,di riconciliazione e di pace”.
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n f o r m a
incontri
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PRESEPE VIVENTE
DI BASELICE:
“SULLA VIA DI BETLEMME”
Baselice, in provincia di Benevento, borgo medievale di circa 2600
abitanti a 620 m.s.l.del mare ai confini tra la Puglia e Molise, si
prepara con entusiasmo ad allestire il grandioso presepe vivente.
Il borgo antico del paese di origine medievale fa da palcoscenico
d’eccezione alle rappresentazioni dei vari mestieri del “presepe
storico” ambientato nella Palestina di 2000 anni fa mettendo a
disposizione di curiosi e appassionati tutta la bellezza e il valore
storico che lo caratterizzano in ogni suo angolo. 45 sono le scene,
ambientate in cantine, case e palazzi del Centro medievale, raffiguranti mestieri tradizionali, un mercato all’aperto il palazzo di
Erode con la sua corte, l’accampamento dei Magi e la capanna
della Natività con l’arrivo dei pastori. I visitatori accompagnati da
una guida, possono passeggiare per oltre un chilometro e mezzo,
dai caratteristici archi delle Porte Medievali fino alla Torre del
Capitano, tra le storiche cantine scavate nel tufo, molte delle quali
aperte solo per l’occasione.
I Re Magi poi partiti, insieme a tutti i 350 figuranti, dal Palazzo
Lembo, per circa un altro chilometro, giungono alla Capanna della
Natività. L’illuminazione pubblica viene sospesa per lasciare il
posto alle fiaccole che illuminano i vicoli medievali rendendo
magica l’atmosfera.
Il paese si trasforma per far dimenticare al visitatore la sua epoca
e fargli rivivere le scene della nascita del Bambino Gesù andando
indietro nel tempo. La rappresentazione si chiude con l’arrivo alla
capanna di Maria in groppa ad un asinello e Giuseppe per la nascita di Gesù (l’ultimo bambino nato a Baselice).
Le date della sacra rappresentazione sono il 28/29/30 dicembre
dalle ore 17 alle 22.
Un Natale… nella Verità
La parrocchia di San Modesto in Benevento presenta la V edizione del Premio artistico letterario “Un Natale nella Verità” indirizzato a
studenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. Il premio si articola in tre sezioni: a) Letteraria; b) Figurativa;
Artistica. Quest’anno il tema del concorso è dedicato a due figure mirabili di testimoni della fede: Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII
che saranno presto proclamati santi.
I lavori dovranno pervenire entro e non oltre le 24.00 del 24 dicembre 2013, indirizzati a Concorso “Un Natale… nella verita’”, presso
la parrocchia San Modesto o consegnati presso l’Ufficio parrocchiale. Le opere saranno selezionate da un’apposita giuria, esperta sia
della tematica del concorso che delle tecniche delle diverse sezioni. La premiazione si svolgerà il 6 gennaio 2014 alle ore 10.00 presso
la parrocchia: ai primi classificati sarà consegnato un PC portatile. Per maggiori info e per il bando completo del concorso è possibile
consultare il sito www.uspbenevento.it, www.diocesidibenevento.it o contattare il numero 328.1835632.
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Diario Arcivescovo
1 novembre - 30 novembre 2013
1
Cimitero di Paduli
10.30
Santa Messa
Sabato
2
Cimitero di Benevento
10.30
Santa Messa
Cripta della Cattedrale
18.30
Santa Messa in Suffragio Vescovi defunti
Monterocchetta
11.30
Santa Messa
Diario
Venerdì
Domenica
3
4 – 8 ottobre
Pianura (NA)
Esercizi Spirituali con i Sacerdoti diocesani
Sabato
9
San Giorgio del Sannio
10.30
Benedizione Monumento
Domenica
10
San Bartolomeo in Galdo
11.30
Santa Messa
Lunedì
11
Episcopio
9.30
Udienze
Martedì
12
Episcopio
9.30
Collegio Vicari Foranei
Seminario Minore
19.00
Santa Messa e Cena
Seminario Maggiore
7.00
Santa Messa
Episcopio
9.30
Udienze
Mercoledì
13
Giovedì
14
Rotondi
18.00
Visita Pastorale
Venerdì
15
Rotondi
10.00
Visita Pastorale
Sabato
16
Rotondi
10.00
Visita Pastorale
Domenica
17
Rotondi
10.00
Visita Pastorale
Lunedì
18
Pompei
9.30
Commissione Missionaria Regionale
Par. “S.Giuseppe Moscati” (Bn) 18.00
Santa Messa
Martedì
19
Episcopio
9.30
Udienze
Mercoledì
20
Seminario Maggiore
7.00
Santa Messa
Episcopio
9.30
Udienze
Giovedì
21
Par. “S. Gennaro “ (Bn)
10.30
Santa Messa “Virgo Fidelis”
Venerdì
22
Episcopio
9.30
Udienze
Sabato
23
Episcopio
9.30
Udienze
Domenica
24
Par. “S. Donato” (Bn)
11.30
Santa Messa
Cattedrale
17.30
Concelebrazione in occasione
Chiusura Anno della fede
25 – 29 ottobre
Mugnano del Cardinale (Av)
Venerdì 29
Seminario
17.00
Cantata dedicata a Sant’Andrea Apostolo
Sabato
Episcopio
9.30
Udienze
Cattedrale
18.00
S. Messa in occasione Festa pro episcopo
30
Chiesa i
Esercizi Spirituali con i Sacerdoti diocesani
n f o r m a