pag. 3-6 - Arcidiocesi di Benevento
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Chiesa i 2 n f o r m a Novembre 2013 Omelia di Papa Francesco per la giornata della famiglia Stop al femminicidio! Lo sportello ascolto donna pag. 3-6 XIII edizione del premio Padre Pio da Pietrelcina pag. 10 Il presente vivente di Baselice “Sulla via di Betlemme” pag. 12 pag. 13 Chiesa I n f o r m a Supplemento a Periodico di impegno religioso-socio-culturale Ufficio Comunicazioni Sociali - Benevento Direzione e Redazione: Piazza Orsini, 33 (Bn) Tel. 0824 323326 Fax 0824 323344 [email protected] www.diocesidibenevento.it Grafica e Impaginazione Stampa Via Provinciale - San Leucio del Sannio (Bn) www.stampamania.org - [email protected] Zona Ind.le 18/A - 82026 Morcone (Bn) Chiesa i n f o r m a giornata della famiglia 3 Novembre 2013 OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA DELLA FAMIGLIA «Vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente, davanti a Dio» Le Letture di questa domenica 27 ottobre 2013 ci invitano a meditare su alcune caratteristiche fondamentali della famiglia cristiana. 1. La prima: la famiglia che prega. Il brano del Vangelo mette in evidenza due modi di pregare, uno falso – quello del fariseo – e l’altro autentico – quello del pubblicano. Il fariseo incarna un atteggiamento che non esprime il rendimento di grazie a Dio per i suoi benefici e la sua misericordia, ma piuttosto soddisfazione di sé. Il fariseo si sente giusto, si sente a posto, si pavoneggia di questo e giudica gli altri dall’alto del suo piedestallo. Il pubblicano, al contrario, non moltiplica le parole. La sua preghiera è umile, sobria, pervasa dalla consapevolezza della propria indegnità, delle proprie miserie: quest’uomo davvero si riconosce bisognoso del perdono di Dio, della misericordia di Dio. Quella del pubblicano è la preghiera del povero, è la preghiera gradita a Dio che, come dice la prima Lettura, «arriva fino alle nubi» (Sir 35,20), mentre quella del fariseo è appesantita dalla zavorra della vanità. Alla luce di questa Parola, vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente, davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bontà, che venga a noi. Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera è sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia … Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo 4 Novembre 2013 Chiesa i n f o r m a giornata della famiglia bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua del «Come va la gioia, misericordia, suo perdono. E ci vuole semplicità: a casa tua? per pregare in famiCome va la gioia glia, ci vuole semPregare nella tua famiglia? plicità! insieme il “Padre nostro”, intorno Eh, date voi alla tavola, non è la risposta. una cosa straordinaria: è facile. E Care famiglie, pregare insieme il voi lo sapete bene: Rosario, in famiglia, è molto bello, la gioia vera dà tanta forza! E anche pregare l’uno che si gusta per l’altro: il marito nella famiglia per la moglie, la moglie per il marinon è qualcosa to, ambedue per i di superficiale... figli, i figli per i per i nonni viene da un’armonia genitori, … Pregare l’uno per l’altro. Questo profonda tra è pregare in famile persone» glia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera. 2. La seconda Lettura ci suggerisce un altro spunto: la famiglia custodisce la fede. L’apostolo Paolo, al tramonto della sua vita, fa un bilan- cio fondamentale, e dice: «Ho conservato la fede» (2 Tm 4,7). Ma come l’ha conservata? Non in una cassaforte! Non l’ha nascosta sottoterra, come quel servo un po’ pigro. San Paolo paragona la «A me piacerebbe sua vita a una battaglia e a una corsa. fare una domanda, Ha conservato la oggi. Ma, ognuno fede perché non si è limitato a difender- la porta nel suo cuore, la, ma l’ha annunciata, irradiata, l’ha a casa sua, eh?, portata lontano. Si come un compito è opposto decisamente a quanti da fare. volevano conservare, “imbalsamare” E si risponde da solo... il messaggio di Alla base Cristo nei confini della Palestina. Per di questo sentimento questo ha fatto di gioia profonda scelte coraggiose, è andato in territori c’è la presenza di Dio ostili, si è lasciato nella famiglia provocare dai lontani, da culture c’è il suo amore diverse, ha parlato francamente senza accogliente, paura. San Paolo ha conservato la fede rispettoso verso tutti» perché, come l’aveva ricevuta, l’ha donata, spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni difensive. Anche qui, possiamo chiedere: in che modo noi, in famiglia, Chiesa i n f o r m a giornata della famiglia custodiamo la nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene privato, come un conto in banca, o sappiamo condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri? Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle giovani, sono spesso “di corsa”, molto affaccendate; ma qualche volta ci pensate che questa “corsa” può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Ma, ieri abbiamo sentito, qui in piazza, la testimonianza di famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglia e mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni. 3. E un ultimo aspetto ricaviamo dalla Parola di Dio: la famiglia che vive la gioia. Nel Salmo responsoriale si trova questa espressione: «i poveri ascoltino e si rallegrino» (33/34,3). Tutto questo Salmo è un inno al Signore, sorgente di gioia e di pace. E qual è il motivo di questo rallegrarsi? E’ questo: il Signore è vicino, ascolta il grido degli umili e li libera dal male. Lo scriveva ancora san Paolo: «Siate sempre lieti … il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). Eh … a me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un 5 Novembre 2013 compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Eh,date voi la risposta. Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli… La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente. Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze. Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società. Care famiglie, vivete sempre con fede e semplicità, come la santa Famiglia di Nazaret. La gioia e la pace del Signore siano sempre con voi! 6 Chiesa i Novembre 2013 n f o r m a sociale CIVES: NECESSARIA UNA GRANDE ALLEANZA PER IL LAVORO Si è svolta giovedì 7 novembre la prolusione ufficiale della settima edizione di “CIVES – Laboratorio di Formazione al Bene Comune”, consolidato appuntamento della Diocesi di Benevento promosso dall’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro, in sinergia con l’Università Cattolica del Sacro Cuore ed il Centro di Cultura “Raffaele Calabria”. Una prolusione ampiamente partecipata, con autorevoli interventi che hanno introdotto i temi di questa edizione del Laboratorio, partendo dal più urgente: quello del lavoro. Come introdotto da Pasquale Gallucci Presidente del Centro di Cultura R. Calabria: “Il progetto formativo CIVES che ci avviamo a condurre è costruito sul capire e sul trasformare. Capire è fondamentale, affinché si evitino improvvisazioni incontrollate. Il mio personale augurio a voi partecipanti è che le vostre motivazioni trovino, in questo percorso, riscontri e soddisfazioni.” L’iniziativa è stata poi presentata nei suoi particolari da Ettore Rossi (Direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Diocesi di Benevento), il quale ha precisato le motivazioni che hanno determinato la scelta dei temi di quest’anno: “Abbiamo scelto una delle idee fondamentali del pontificato di Papa Francesco, le periferie geografiche ed esistenziali, il quale ci invita costantemente ad uscire dalle nostre comunità per andare incontro agli altri. La realtà si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie. Come emerge dal rapporto-proposta Per il Lavoro a cura del Progetto Culturale della CEI, dobbiamo concentrare i nostri sforzi per riscoprire il lavoro ben fatto, alla riscoperta del lavoro artigianale e puntando sulla valorizzazione del nostro patrimonio artistico-culturale e quello scientifico-tecnologico.” Dopo l’introduzione al Laboratorio CIVES, si è svolto l’intervento del prof. Sergio Belardinelli (Docente di Sociologia dei processi culturali e coordinatore del Rapporto-Proposta sul lavoro del Progetto Culturale della CEI): “Il Rapporto – ha precisato il docente – non credo vada verso una direzione scontata. Esso pone l’accento sulla progressiva perdita di senso del lavoro stesso, che è il vero, grande, problema di oggi. Si tratta del lato soggettivo del lavoro. La sua grandezza antropologica, infatti, consiste nel fatto che il lavoratore mette in quello che produce la propria vita. Senza questa consapevolezza, come si può pensare di educare al lavoro ben fatto?”. A partire da questa appassionata analisi, l’intervento di Belardinelli si è poi soffermato sulle possibili soluzioni, che questo nostro Paese non sembra però ancora aver recepito: “Coltivare il lavoro di ricerca è una prerogativa alla quale non possiamo permetterci di rinunciare, perché è l’anticamera dell’innovazione e della creazione di posti di lavoro qualificati. Come, del resto, il nostro patrimonio artistico e paesaggistico, che gode di talmente tanta bellezza che è troppo importante per non essere tenuto in considerazione. Qui c’è bisogno di una grande alleanza per il lavoro tra imprese, sindacati, chiesa…, affinché la crisi possa davvero trasformarsi in opportunità”. Una lucida disanima anche quella del prof. Giuseppe Acocella (Docente di Filosofia del Diritto e coordinatore della V commissione per le politiche sociali del C.N.E.L.), il quale ha individuato chiaramente alcune delle cause che impediscono sia l’occupazione che gli investimenti nel capitale umano: “Siamo al centro di un forte processo di deindustrializzazione, sul quale non possono evitare di interferire altri problemi come la pressione fiscale, ormai giunta a livelli insostenibili, e una mancata resa funzionale dell’amministrazione pubblica. Riguardo il capitale umano, la formazione nelle nostre regioni possiamo ritenere sia coerente? Inoltre, quanto sono possibili politiche attive del lavoro, senza adeguate risorse? Solo il puntare sull’innovazione può permetterci di contrastare fenomeni quali la fuga dei cervelli Chiesa i n f o r m a sociale e i neet.” Un filo rosso, dunque, al quale si è collegato anche l’intervento di Annamaria Furlan (Segretaria Confederale Nazionale della CISL), che precisa: “Il sistema lavoro cede nel momento in cui si arriva a pensare che la produzione della ricchezza può avvenire anche senza di esso, ma con la prevalenza della finanza speculativa. In questo caso anche i luoghi del lavoro perdono identità. Come possiamo creare una nuova comunità globale del lavoro? Le 7 Novembre 2013 parole d’ordine devono essere qualità, innovazione, ricerca. Il lavoro deve essere visto come elemento di prospettiva, di sogno, un riflesso del diritto di cambiare il mondo. E su questi temi le istituzioni stanno dimostrando davvero poca responsabilità, mentre il ritardo culturale italiano è soprattutto sulla partecipazione, perché non si arriva a capire che essa porta inevitabilmente con sé il senso di responsabilità.” L’incontro si è concluso con l’in- tervento di mons. Pompilio Cristino (Vicario Generale dell’arcidiocesi di Benevento), il quale ha sottolineato che la Chiesa locale con l’esperienza di Cives si pone al servizio della comunità ed ha insistito sul bisogno di ridare speranza e sulla necessità di nuove alleanze sinergiche, in prospettiva di una nuova presa di coscienza che trovi concretezza nelle ormai celebri parole di Papa Francesco a Cagliari: “Signore, insegnaci a lottare per il lavoro”. Tifone Filippine: un’emergenza umanitaria di massa L’azione della Caritas sul posto. Stanziati 100.000 euro da Caritas Italiana per i primi interventi. Il tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni le Filippine, ha lasciato dietro di sé, secondo fonti Caritas, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente con numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere. La regione centrale delle Filippine, il gruppo di grandi isole “Visayas”, già recentemente colpita da un grave terremoto nell’isola di Bohol, è storicamente quella più a rischio sia dal punto di vista della vulnerabilità alle frequenti tempeste tropicali, sia per la scarsa qualità delle abitazioni. Il devastante tifone Haiyan, chiamato localmente Yolanda e definito una tempesta “killer”, ha colpito proprio le isole più povere del gruppo delle Visayas, quelle meno raggiungibili anche logisticamente, Samar in particolare e Leyte. Più di 4 milioni di persone avrebbero perso tutto, dovendo abbandonare le proprie case distrutte e rifugiandosi in ripari di fortuna. Oltre ai drammi vissuti dalla popolazione, i danni alle infrastrutture sarebbero incalcolabili: numerose frane hanno, infatti, distrutto linee elettriche e strade, manca l’acqua potabile in numerose provincie, le comunicazioni sono completamente interrotte in ampie porzioni di territorio. Padre Edwin Gariguez, direttore di Caritas Filippine-NASSA, in contatto con le équipes delle Caritas Diocesane delle Visayas, raggiunto al telefono sul posto, ha riferito alla rete internazionale Caritas che “Haiyan è il più forte e devastante tifone che abbia mai colpito il Paese. Caritas Filippine, col supporto della rete Caritas, sta invian- do localmente ulteriori aiuti umanitari e operatori specializzati, oltre a quelli già attivi, per raggiungere le zone più gravemente colpite e più remote”. Migliaia di persone sono, infatti, già ospitate presso Istituti, Parrocchie e strutture Caritas, e ad altre 8.000 persone verranno forniti brevemente generi di prima necessità. Il Direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, unendosi alle intenzioni di Papa Francesco, in solidarietà con tutte le vittime di tale catastrofe, ha sottolineato “l’importanza di un aiuto concreto e immediato”. Ora il tifone rischia di colpire e di causare disastri anche in altri Paesi, come il Vietnam e il Laos. Di conseguenza Caritas Italiana ha già stanziato 100.000 € per questa terribile emergenza. Caritas Italiana è attiva da decenni nelle Filippine, in particolare nell’ambito delle ricorrenti emergenze naturali, come terremoti, alluvioni, frane, tempeste e tifoni tropicali. L’intervento si realizza a supporto di Caritas Filippine e in collaborazione con altre realtà locali, lavorando anche nella ricostruzione e nelle fasi successive. Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Filippine” Donazioni on line su www.caritas.it Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: · UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119 · Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474 · Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013 · Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113. In tutte le parrocchie della Diocesi di Benevento la giornata pro-Filippine si terrà l’8 dicembre. 8 Novembre 2013 Chiesa i n f o r m a tematiche CELLULE STAMINALI ETICHE OPPORTUNITA’ E RISORSA Paolo Palumbo Molte trasmissioni televisive e diversi organi di stampa si stanno interessando ripetutamente al tema dell’utilizzo delle cellule staminali. Anche sul web si rincorrono le immagini strazianti e commoventi dei bambini colpiti da gravissime patologie neurodegenerative che richiedono con forza di poter accedere alle cure con dette cellule. Senza voler entrare in questioni scientifiche e politiche, è bene però precisare che non è opportuno che sia solo il sentimentalismo ed il Unione di Benevento pietismo a guidare le nostre riflessioni e le nostre conclusioni sulla necessità dell’utilizzo di tali cellule, prescindendo da un approfondimento serio sulla loro provenienza. Le cellule staminali sono cellule indifferenziate che possiedono due caratteristiche fondamentali: a) la capacità prolungata di moltiplicarsi senza differenziarsi; b) la capacità di dare origine a cellule progenitrici di transito, dalle quali discendono cellule altamente differenziate, per esempio, nervose, muscolari, ematiche. Da quando si è verificato sperimentalmente che le cellule staminali, se trapiantate in un tessuto danneggiato, tendono a favorire la ripopolazione di cellule e la rigenerazione di tale tessuto, si sono aperte nuove prospettive per la medicina rigenerativa, che hanno suscitato grande interesse tra i ricercatori di tutto il mondo. Nell’uomo, le fonti di cellule staminali finora individuate sono: l’embrione nei primi stadi del suo sviluppo, il feto, il sangue del cordone ombelicale, vari tessuti dell’adulto (midollo osseo, cordone ombelicale, cervello, mesenchima di vari organi, ecc.) e il liquido amniotico. Inizialmente, gli studi si sono concentrati sulle cellule staminali embrionali, poiché si riteneva che solo queste possedessero grandi potenzialità di moltiplicazione e di differenziazione. Numerosi studi, però, dimostrano che anche le cellule staminali adulte presentano una loro versatilità. Anche se tali cellule non sembrano avere la medesima capacità di rinnovamento e la stessa plasticità delle cellule staminali di origine embrionale, tuttavia studi e sperimentazioni di alto livello scientifico tendono ad accreditare a queste cellule dei risultati più positivi se confrontati con quelle embrionali. I protocolli terapeutici attualmente praticati prevedono l’uso di cellule staminali adulte e sono al riguardo state avviate molte linee di ricerca, che aprono nuovi e promettenti orizzonti. La posizione della Chiesa sulla ricerca e sulle applicazioni terapeutiche delle staminali è chiara. Si accetta e addirittura si incoraggia la ricerca sulle staminali adulte e quelle provenienti dal sangue del cordone ombelicale o dal liquido amniotico in seguito ad un normale parto (sono sempre in aumento le biobanche dove conservare tali cellule dopo il parto), mentre si rinnega quella sulle staminali embrionali, che pretende di sacrificare la vita di molti embrioni per la cura anche solo di una singola persona. Nel settembre del 2006, Benedetto Chiesa i n f o r m a tematiche XVI, rivolgendosi ai medici cattolici, riferendosi alla ricerca sulle cellule staminali tra l’altro disse: “merita approvazione ed incoraggiamento quando coniuga felicemente insieme il sapere scientifico, la tecnologia più avanzata in ambito biologico e l’etica che postula il rispetto dell’essere umano in ogni stadio della sua esistenza. Le prospettive aperte da questo nuovo capitolo della ricerca sono in se stesse affascinanti, perché lasciano intravedere la possibilità di curare malattie che comportano la degenerazione dei tessuti, con i conseguenti rischi di invalidità e di morte per chi ne è affetto»”. Il Pontefice volle lodare i protagonisti di questa nuova sfida contro la malattia ma nella stessa occasione condannò l’uso delle cellule staminali embrionali: “Se resistenza c’é stata, e c’é tuttora, essa era ed è nei confronti di quelle forme di ricerca che prevedono la programmata soppressione di esseri umani già esistenti, anche se non ancora nati. In tali casi la ricerca, a prescindere dai risultati di utilità terapeutica, non si pone veramente a servizio dell’umanità. Passa infatti attraverso la soppressione di vite umane che hanno uguale dignità rispetto agli altri individui umani e agli stessi ricercatori”. Secondo la Chiesa l’impiego di cellule embrionali staminali pone tre fondamentale problemi etici: 1) È moralmente lecito produrre e /o utilizzare embrioni umani viventi per la preparazione di Staminali embrionali? 2) È moralmente lecito eseguire la cosiddetta «clonazione terapeutica» attraverso la produzione di embrioni umani e la loro successiva distruzione per la produzione di staminali embrionali? 3) È moralmente lecito utilizzare le cellule embrionali staminali, e le cellule differenziate da quelle ottenute, eventualmente fornite da altri ricercatori o reperibili in commercio? La Pontificia Accademia per la Vita, in un documento del 24 Agosto 2000, ha dato ai tre quesiti, tre risposte negative. Più recentemente il documento Dignitas personae della Congregazione per la dottrina della fede dell’8 settembre 2008 ha specificato che per la valutazione etica dell’utilizzo di dette cellule occorre considerare sia i metodi di prelievo delle cellule staminali sia i rischi del loro uso clinico o sperimentale. Per ciò che concerne i metodi, essi vanno considerati in rapporto alla loro origine. Sono da considerarsi lecite quelle metodiche che non procurano un grave danno al soggetto da cui si estraggono le cellule staminali. Tale condizione si verifica, generalmente, nel caso di prelievo: a) dai tessuti di un organismo adulto; b) dal sangue del cordone ombelicale, al momento del parto; c) dai tessuti di feti morti di morte naturale. Il prelievo di cellule staminali dall’embrione umano vivente, al contrario, causa inevitabilmente la sua distruzione, risultando di conseguenza gravemente illecito. Per quanto riguarda l’uso clinico di cellule staminali ottenute mediante procedure lecite non ci sono obiezioni morali. Vanno tuttavia rispettati i comuni criteri di deontologia medica. È quindi sul versante della ricerca e dell’utilizzo di staminali etiche che la ricerca deve dirigersi , nel rispetto del bene della vita di ogni uomo. Se si pensa ad esempio alle cellule staminali da sangue cordonale, numerosi studi e sperimentazioni hanno confermato la possibilità di utilizzare il sangue preleva- 9 Novembre 2013 to dal cordone ombelicale come fonte alternativa di staminali emopoietiche a scopo di trapianto. A fine 2012 s’è raggiunto il milione di trapianti con l’utilizzo delle cellule del sangue del cordone ombelicale, 50.000 ogni anno e ormai 20.000 con le cellule estratte da sangue cordonale. Nel 53% dei casi sono trapianti autologhi, in cui donatore e ricevente sono la stessa persona, mentre il rimanente 47% riguarda trapianti allogenici, dove donatore e ricevente sono persone distinte. La ricerca avanza, anche quella italiana compie passi quotidiani ed il tema di rendere disponibili staminali da nuove fonti, come il cordone ombelicale che in Italia viene raccolto nello 0,4% dei parti, su una media europea dell’1%. Occorre far conoscere e diffondere il pensiero della Chiesa sulle cellule staminali etiche, ma occorre soprattutto ricordare che sempre il rispetto della dignità umana, che è presupposto di ogni ricerca scientifica, implica il coraggio di opporsi a tutte quelle pratiche che determinano una grave e ingiusta discriminazione nei confronti degli esseri umani non ancora nati, evitando che le ragioni del cuore soppiantino quelle della dignità umana. Dietro ogni “no” rifulge sempre, come ricorda la Dignitas personae, nella fatica del discernimento tra il bene e il male, un grande “sì” al riconoscimento del valore inalienabile di ogni singolo ed irripetibile essere umano chiamato all’esistenza. 10 Novembre 2013 Chiesa i n f o r m a iniziative ABBIATE IL CORAGGIO DI FARVI AIUTARE Sono ancora moltissime le donne italiane vittime della violenza maschile. Secondo i dati dell’Istat ogni anno in Italia più di un milione di donne subisce forme di violenza. Il 70 % degli stupri è opera dei partner e dei familiari. Più di due milioni di donne subiscono comportamenti persecutori e più di 7milioni violenza psicologica. Una recente ricerca ha rilevato che il 98% delle vittime della violenza domestica sono donne. Il dato più sconcertante è che solo il 18% delle donne, che ha subito violenza fisica in famiglia, non lo considera reato, e il più del 70 % delle donne non ne ha mai parlato con nessuno. Uno dei dati più allarmanti è, senza dubbio, la percentuale delle donne che non denuncia uno stupro o un maltrattamento. Secondo l’Istat, il 95% delle vittime non denuncia la violenza subita. I dati sono davvero preoccupanti e la tragedia delle donne vittime di violenza non andrebbe mai dimenticata. La famiglia non è sempre quel luogo magico dove tutto è amore. La cittadina di Benevento, purtroppo, non può non vantare di alimentare, anche se in piccola parte, questi orribilanti dati statistici. Per questo motivo la Caritas della Diocesi di Benevento, ha deciso di aprire al pubblico “lo sportello Ascolto Donna” con la collaborazione di professioniste volontarie munite di non comune carità, solidarietà e senso civico, da offrire alle donne vittime e sole. L’ idea dell’ apertura del punto di ascolto è nata ad aprile e ha preso legalmente forma il 5 settembre di quest’anno grazie all’assiduo impegno delle operatrici che lo costituiscono, ovvero la dr.ssa Mariaelena Morelli psicologa e terapeuta, la dr.ssa Giovanna Zollo assistente sociale , la dr.ssa Paola Ferrannini avvocato e infine la dr.ssa Tiziana Capaldo psicologa e psicoterapeuta. Lo sportello Ascolto Donna è stato dedicato alla mamma coraggio di Peppino Impastato, Felicia Bartolotta, che ha prodicato la sua intera esistenza ad onorare la memoria del figlio e ha fatto della sua casa un luogo di incontro e passione civile. È stato grazie alla sua assidua attività, seppur dopo più di vent’anni dalla morte del figlio, che viene riconosciuta la matrice mafiosa dell’omicidio di Peppino e condannato all’ergastolo Tano Badalamenti. Attraverso questo valido esempio, le operatrici del punto di ascolto, augurano lo stesso coraggio alle donne vittime di violenza affinché riescano a denunciare a testa alta i maltrattamenti e i soprusi di cui sono quotidianamente vittime. Lo sportello Ascolto Donna vuole porsi come luogo preposto all’accoglienza e alla solidarietà, dove le parole possono trasformarsi in progetti e azioni volti alla tutela di chi vive e, il più delle volte, subisce una situazione di fragilità. Sono diversi i servizi che vengono offerti dalle operatrici del centro: - telefono Rosa per accogliere segnalazioni e richieste d’aiuto; - colloqui di accoglienza per analizzare le situazioni problematiche elaborando piani personalizzati di recupero e reinserimento sociale; - sostegno psicologico e consulenza legale; - attività di rete con servizi pubblici e privati e con le associazioni presenti sul territorio; - collaborazione con i Servizi per le Tossicodipendenze (SerT); - formazione, prevenzione e aggiornamento attraverso corsi, convegni, seminai per operatori sociali, insegnanti, forze dell’ordine e operatori di giustizia; - interventi di sensibilizzazione sul territorio e molto altro ancora; Donne non abbiate paure, ma abbiate il coraggio di farvi aiutare. Marianna Tomei Sportello ascolto donna L’iniziativa nasce in aprile, per volontà della Caritas diocesana, ispirata dalle segnalazioni dei parroci delle varie comunità diffuse sul territorio del capoluogo sannita. I sacerdoti durante le confessioni apprendevano da parte di alcune donne di ogni età, la difficoltà di rappresentare e trovare un aiuto sostanziale, per far fronte al fenomeno sempre più diffuso e dilagante della violenza sulla propria persona da parte di un uomo. Lo sportello ascolto donna offre questa opportunità: attraverso i dialoghi con professionisti volontari, le donne, avranno un valido supporto psicologico e legale, dando vita con gli incontri ad un vero e proprio percorso di accompagnamento nel processo di uscita dalla violenza. È fondamentale che la donna resti protagonista delle sue scelte, accompagnata da quel giusto supporto molto spesso inesistente. Dal 5 settembre ogni giovedì dalle 15 alle 18, lo “sportello ascolto donna” ha iniziato la sua assidua attività presso i locali Caritas della Diocesi di Benevento siti in Piazza Orsini, 31. Per maggiori informazioni scrivere a [email protected] o contattare il numero 0824-323307. Per ulteriori informazioni è possibile visitare la pagina facebook: Sportello Ascolto Donna “Felicia Bartolotta Impastato”. m.t. Chiesa i n f o r m a tematiche “RETE SOCIALE ONLUS: SI PUÒ FARE” “Dopo anni di denunce la Regione, in accordo con quanto stabilito anche dall’Europa già a partire dal 2000, ha accolto le proposte in merito alla cura e all’assistenza dei malati psichiatrici: non più casermoni da accreditare, ma piani terapeutici individualizzati che si prendano carico dei pazienti quali “Persone”, costruendo un intervento mirato di supporto. Per il momento solo Caserta è stata solerte nell’applicare le novità in materia.” A parlare è la giornalista Serena Romano, moderatrice in occasione della conferenza stampa tenutasi presso la Caritas diocesana di Benevento, nonché Presidente dell’Associazione “La rete sociale” che ha promosso l’incontro. Tra il pubblico, presenze speciali: alcuni pazienti con disagi psichici che hanno avuto modo di sperimentare a titolo gratuito, nel periodo estivo, l’esperienza della “Casa alloggio di Chianche”(AV), inserita all’interno del progetto “Si può fare”, finanziato dalla fondazione “Con il Sud” e realizzata con 21 partner tra cui l’arcidiocesi di Benevento. 11 Novembre 2013 Diversi i relatori che si sono alternati nella discussione, presente anche don Nicola De Blasio, direttore della Caritas diocesana, che ha sottolineato: “a noi interessa la persona, non la parte economica; l’uomo e la sua dignità prima di tutto.” Che questa idea non sia più appannaggio sociale, ma divenga parte delle politiche sanitarie. Rivedendo i trend di spesa pubblica si faccia in modo che questa operazione sia un’occasione di riqualificazione vera, per spendere in modo diverso in ambito di disagio psichico e di disagio sociale, tendendo al recupero e non all’assistenzialismo. La “Casa alloggio di Chianche” ad oggi non può accogliere pazienti, poiché ancora non figura nell’elenco delle strutturealloggio regionali. Superando questo gap, il progetto permetterebbe un trattamento mirato capace di valorizzare le diversità di ognuno e capace di offrire supporto e formazione per il recupero, il tutto con un notevole risparmio sui costi. Istituzione di nuovi accoliti e di un lettore Nella giornata di giovedì 31 ottobre, presso la Cattedrale beneventana, S.E. mons. Andrea Mugione ha conferito in modo ufficiale e permanente il ministero dell’accolitato e del lettorato a quattro laici. Con la cerimonia liturgica si è celebrato l’ingresso dei tre accoliti: Vincenzo Romano della parrocchia del Sacro Cuore (BN); Alessandro Pietronigro della parrocchia di Santa Sofia (BN); Giuseppe Iannazzone della parrocchia di San Marco Evangelista in San Marco ai Monti; e l’ingresso di un lettore: Domenico Moccia della parrocchia del Sacro Cuore (BN). Ad istituire i ministeri di “lettore” e di “accolito” fu Papa Paolo VI nel 1972 con il documento pontificio Ministeria quaedam. I ministeri del lettorato e dell’accolitato, anche se profondamente radicati nell’esperienza più antica della Chiesa, acquistano oggi dimensioni e prospettive nuove in una comunità ecclesiale chiamata ad essere «serva» del Signore e degli uomini. Questi due ministeri, anche se si integrano a vicenda, sono distinti: il lettorato fa direttamente riferimento all’annuncio della parola di Dio, mentre l’accolitato è più specificamente orientato alla celebrazione liturgico-sacramentale e all’impegno di carità e di promozione umana. Il loro corretto e fedele esercizio suppone, pertanto, sempre una vita di comunità molto dinamica. 12 Chiesa i Novembre 2013 n f o r m a iniziative XIII EDIZIONE DEL PREMIO PADRE PIO DA PIETRELICINA di Nicola Mastrocinque Nella suggestiva cornice del Pala Verde dell’Area Fiera di Morcone, si è svolta la XIII Edizione del Premio Internazionale Padre Pio da Pietrelcina, presentata nuovamente da Claudio Lippi, dedicato a Padre Antonio Gambale, il compianto confratello, il fedele amico ed uno degli ultimi seguaci del santo, ritornato nella Gerusalemme Celeste, il 10 aprile 2013. Il religioso cappuccino Antonio Gambale, originario di Montemarano (AV) nel 1998, memore degli insegnamenti di Padre Pio e della sua instancabile testimonianza al servizio del Vangelo, volle istituire un premio ad hoc, affinchè la sua inestimabile eredità spirituale, pervasa dagli autentici valori cristiani e dalla ricchezza inesauribile della preghiera, lasciasse tracce indelebili nel tempo e nello spazio, al fine di conferire eminenti riconoscimenti a quanti nei diversi settori della società si distinguessero per professionalità e sensibilità verso il prossimo. Gli indirizzi di saluto sono stati rivolti alle autorità religiose, civili, militari e al numeroso pubblico presente dal Presidente della Commissione Premio Padre Pio, Don Nicola Gagliarde, parroco di Morcone, dal Vice-Sindaco Ester D’Afflitto nonché assessore alla Cultura e dal Presidente del Centro Fiera Ferdinando Pisco. L’Arcivescovo di Benevento Andrea Mugione, per concomitanti ed inderogabili impegni pastorali, ha delegato il Vicario Generale mons. Pompilio Cristino a partecipare ad un evento in cui fede e devozione si coniugano mirabilmente, per ripercorrere le orme del Frate delle Stimmate. Mons. Cristino ha evidenziato:”Seguendo il magistero di Papa Francesco dalla cattedra di Pietro, dobbiamo andare alle periferie per raggiungere i cristiani. Padre Pio andava alle periferie per toccare i cuori”. Numerosi sono stati i premiati: i ricercatori della Casa Sollievo della Sofferenza (inaugurata dal Frate di Pietrelicina, nel 1956), i Gruppi di Preghiera, che volgono lo sguardo verso gli orizzonti di senso sulla scia del Poverello d’Assisi, i dirigenti scolastici che profondono le migliori energie per formare le future generazioni, gli imprenditori che pongono al centro la persona nei processi produttivi, gli operatori sociali che nelle carceri attraverso progetti mirati riconducono i ragazzi sulle rotte della legalità, gli uomini di cultura che con le pubblicazioni edificano la Civiltà dell’Amore nei contesti contemporanei, i personaggi dello sport e dello spettacolo che con la voci ed i gesti atletici esaltano i doni ricevuti dal Signore. E’ stato premiato il sannita Franco Martone, originario di Vitulano, da Padre Gerardo Saldutto, figlio spirituale del santo pietralcinese ed uno dei massimi conoscitori della sua esistenza. Egli gestisce un ristorante con i suoi fratelli, è anche imprenditore edile, ricopre la carica di Presidente dell’Associazione Campani di Scozia e dell’Irlanda del Nord, vive ad Edimburgo con la sua famiglia da 35 anni. Ha fondato l’Associazione Amici di Padre Pio, costituita da circa 3.000 devoti in tutta la Gran Bretagna, promosso l’installazione di una statua del santo nella Cattedrale St. Mary, s , in Edimburgo. L’effige del santo è stata benedetta il 15 settembre da Padre Gerardo da Flumeri, conosciuto in San Giovanni Rotondo. In prima fila i frati Cappuccini del Convento di Morcone, i sacerdoti, mons. Oscar Rizzato, già elemosiniere di Sua Santità, l’On. Mara Carfagna. La serata è stata allietata da emozionanti momenti musicali, le note del pianoforte subito hanno introdotto gli ospiti ed il folto pubblico in sala, a riflettere sul “Cibo dell’Anima”, mediante l’ascolto di “Panis Angelicus”. Altri brani hanno intervallato la consegna dei premi, alla chitarra classica con una tecnica ragguardevole si è esibito il M.stro Espedito De Marino con “Granada”. Indicibili emozioni hanno vissuto i devoti di Padre Pio con la celebre “Ave Maria” di Bach. L’artista partenopeo Sal Da Vinci, a cui è stato conferito il premio, a pianoforte ha cantato “Tu si ‘na cosa grande”, portata al successo da Mister Volare, noto come Domenico Modugno. L’indimenticabile manifestazione si è conclusa con il brano musicale “Mamma”, che suscitava profonda commozione all’umile frate, canonizzato dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, di venerata memoria. Il Santo Padre di origine polacca scriveva:” Padre Pio con il suo insegnamento e il suo esempio ci invita alla preghiera, al ricorso alla misericordia divina mediante il sacramento della confessione e dell’amore per il prossimo. Autentico figlio di san Francesco, dal quale aveva appreso a rivolgersi a Maria con splendide espressioni di lode e di amore, non si stancava mai di inculcare nei fedeli una devozione alla Madonna tenera, profonda e radicata nella genuina tradizione della Chiesa”. Il Vicario di Cristo Giovanni Paolo II aggiungeva:” Padre Pio, figlio amatissimo della Regina del Cielo, interceda per noi e per tutti, perché dal cuore degli uomini sgorghino sentimenti di perdono,di riconciliazione e di pace”. Chiesa i n f o r m a incontri 13 Novembre 2013 PRESEPE VIVENTE DI BASELICE: “SULLA VIA DI BETLEMME” Baselice, in provincia di Benevento, borgo medievale di circa 2600 abitanti a 620 m.s.l.del mare ai confini tra la Puglia e Molise, si prepara con entusiasmo ad allestire il grandioso presepe vivente. Il borgo antico del paese di origine medievale fa da palcoscenico d’eccezione alle rappresentazioni dei vari mestieri del “presepe storico” ambientato nella Palestina di 2000 anni fa mettendo a disposizione di curiosi e appassionati tutta la bellezza e il valore storico che lo caratterizzano in ogni suo angolo. 45 sono le scene, ambientate in cantine, case e palazzi del Centro medievale, raffiguranti mestieri tradizionali, un mercato all’aperto il palazzo di Erode con la sua corte, l’accampamento dei Magi e la capanna della Natività con l’arrivo dei pastori. I visitatori accompagnati da una guida, possono passeggiare per oltre un chilometro e mezzo, dai caratteristici archi delle Porte Medievali fino alla Torre del Capitano, tra le storiche cantine scavate nel tufo, molte delle quali aperte solo per l’occasione. I Re Magi poi partiti, insieme a tutti i 350 figuranti, dal Palazzo Lembo, per circa un altro chilometro, giungono alla Capanna della Natività. L’illuminazione pubblica viene sospesa per lasciare il posto alle fiaccole che illuminano i vicoli medievali rendendo magica l’atmosfera. Il paese si trasforma per far dimenticare al visitatore la sua epoca e fargli rivivere le scene della nascita del Bambino Gesù andando indietro nel tempo. La rappresentazione si chiude con l’arrivo alla capanna di Maria in groppa ad un asinello e Giuseppe per la nascita di Gesù (l’ultimo bambino nato a Baselice). Le date della sacra rappresentazione sono il 28/29/30 dicembre dalle ore 17 alle 22. Un Natale… nella Verità La parrocchia di San Modesto in Benevento presenta la V edizione del Premio artistico letterario “Un Natale nella Verità” indirizzato a studenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. Il premio si articola in tre sezioni: a) Letteraria; b) Figurativa; Artistica. Quest’anno il tema del concorso è dedicato a due figure mirabili di testimoni della fede: Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII che saranno presto proclamati santi. I lavori dovranno pervenire entro e non oltre le 24.00 del 24 dicembre 2013, indirizzati a Concorso “Un Natale… nella verita’”, presso la parrocchia San Modesto o consegnati presso l’Ufficio parrocchiale. Le opere saranno selezionate da un’apposita giuria, esperta sia della tematica del concorso che delle tecniche delle diverse sezioni. La premiazione si svolgerà il 6 gennaio 2014 alle ore 10.00 presso la parrocchia: ai primi classificati sarà consegnato un PC portatile. Per maggiori info e per il bando completo del concorso è possibile consultare il sito www.uspbenevento.it, www.diocesidibenevento.it o contattare il numero 328.1835632. 14 Diario Arcivescovo 1 novembre - 30 novembre 2013 1 Cimitero di Paduli 10.30 Santa Messa Sabato 2 Cimitero di Benevento 10.30 Santa Messa Cripta della Cattedrale 18.30 Santa Messa in Suffragio Vescovi defunti Monterocchetta 11.30 Santa Messa Diario Venerdì Domenica 3 4 – 8 ottobre Pianura (NA) Esercizi Spirituali con i Sacerdoti diocesani Sabato 9 San Giorgio del Sannio 10.30 Benedizione Monumento Domenica 10 San Bartolomeo in Galdo 11.30 Santa Messa Lunedì 11 Episcopio 9.30 Udienze Martedì 12 Episcopio 9.30 Collegio Vicari Foranei Seminario Minore 19.00 Santa Messa e Cena Seminario Maggiore 7.00 Santa Messa Episcopio 9.30 Udienze Mercoledì 13 Giovedì 14 Rotondi 18.00 Visita Pastorale Venerdì 15 Rotondi 10.00 Visita Pastorale Sabato 16 Rotondi 10.00 Visita Pastorale Domenica 17 Rotondi 10.00 Visita Pastorale Lunedì 18 Pompei 9.30 Commissione Missionaria Regionale Par. “S.Giuseppe Moscati” (Bn) 18.00 Santa Messa Martedì 19 Episcopio 9.30 Udienze Mercoledì 20 Seminario Maggiore 7.00 Santa Messa Episcopio 9.30 Udienze Giovedì 21 Par. “S. Gennaro “ (Bn) 10.30 Santa Messa “Virgo Fidelis” Venerdì 22 Episcopio 9.30 Udienze Sabato 23 Episcopio 9.30 Udienze Domenica 24 Par. “S. Donato” (Bn) 11.30 Santa Messa Cattedrale 17.30 Concelebrazione in occasione Chiusura Anno della fede 25 – 29 ottobre Mugnano del Cardinale (Av) Venerdì 29 Seminario 17.00 Cantata dedicata a Sant’Andrea Apostolo Sabato Episcopio 9.30 Udienze Cattedrale 18.00 S. Messa in occasione Festa pro episcopo 30 Chiesa i Esercizi Spirituali con i Sacerdoti diocesani n f o r m a