IL SEICENTO e IL SETTECENTO - intro

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IL SEICENTO e IL SETTECENTO - intro
IL SEICENTO
L’Età della Controriforma, dal Concilio di Trento (1545) al 1690, si può dividere in due fasi:
1) 1545-1610 = resistenza dei modelli classicistici, per quanto già corrosi dall’interno
(Manierismo);
2) 1610-1690 = abbandono dei criteri classicistici, affermazione di una nuova maniera di
percepire il mondo (Barocco).
Nel 1690 nasce l’Accademia d’Arcadia, che segna un momento di decisa presa di posizione
polemica antibarocca.
BAROCCO  movimento artistico, letterario e musicale sviluppatosi nel Seicento caratterizzato
dalla tendenza al virtuosismo formale e alla produzione di effetti sorprendenti. Forse deriva dal
portoghese barroco, che significa “perla irregolare, non sferica, perciò strana e anomala”, attraverso
il francese baroque, attestato nel XVII sec. con il significato di “stravagante, bizzarro”. Potrebbe
essersi incrociato poi con baroco, termine desunto dal latino della filosofia scolastica che indicava
una forma di sillogismo cavilloso.
Il Barocco respinge la tradizione di misura ed equilibrio del classicismo, perché si ispira a una
nuova visione del mondo e a un nuovo modo di percepire le cose, prodotti dalla rivoluzione
scientifica e dalla fine delle vecchie certezze. L’uomo è ormai solo, inquieto, smarrito, in un
universo sconfinato e complicato; può solo cercare di collegare le cose con i sensi e la ragione
grazie all’ingegno individuale: tali collegamenti si esprimono in poesia con l’uso insistito e
disinvolto della metafora. In questo modo si cerca di conquistare il lettore, suscitando in lui stupore
e meraviglia: il Barocco si rivolge sempre al pubblico per colpirne la fantasia ed è quindi diverso
dal Manierismo che invece si poneva come una tendenza culturale fortemente elitaria.
INTELLETTUALI  l’editoria conosce un momento di crisi, in virtù della censura. Così
l’intellettuale lavora più che altro nelle corti, trasformandosi in cortigiano con funzioni di segretario
del signore e o di altri nobili, o presso la corte pontificia: in entrambi i casi gli si richiedono
mansioni di tipo tecnico. Tuttavia, solo pochi letterati potevano ambire a questi posti, mentre gli
altri vivevano nelle angustie; in quelli che aspiravano a diventare letterati di corte si diffonde la
tendenza opportunistica al trasformismo intellettuale, cioè a cambiare atteggiamento a seconda della
situazione per riceverne benefici.
L’unico strumento di protezione dell’identità intellettuale nel nostro paese sono le accademie.
RIVOLUZIONE SCIENTIFICA  il Seicento è il secolo della rivoluzione scientifica, in cui si
afferma un nuovo modo di concepire la scienza: si introduce il concetto di autonomia della scienza,
indipendente dalla religione e dalla magia, che si avvale della collaborazione della matematica, che
consente di stabilire tra i fenomeni nessi esatti e rigorosi. Il mondo comincia a essere immaginato
come una macchina o un orologio, dai meccanismi da indagare. Importanti diventano l’osservazione
diretta, la sperimentazione, la manipolazione tecnica. In generale, se la scienza rivendica la propria
autonomia da qualsiasi autorità esterna, sia religiosa che politica, per obbedire solo alle esigenze
della propria ricerca, dall’altro lato ha bisogno di appoggiarsi al potere politico esistente: legandosi
alla tecnica e diventando tecnologia, ha bisogno di ampi finanziamenti e dunque della protezione
del ceto dominante.
VISIONE DEL MONDO  la scienza, affrancandosi dalla religione, diventa una ricerca del tutto
laica e sperimentale. Nello stesso tempo però non può più aspirare a dettare verità universali e
assolute: quando la verità scientifica coincideva con quella religiosa, essa dava agli uomini la
sicurezza di un valore generale ed eterno; ora invece acquisisce la coscienza del valore relativo e
precario delle proprie conoscenze, che nascono da una ricerca umana in perpetuo divenire e dunque
suscettibile di ogni mutamento. L’uomo comincia quindi a sentirsi insicuro e il senso di paura e di
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precarietà si traduce in un bisogno d’ordine, di sicurezza e di autorità: nasce il concetto di
“devianza”, insieme a ospedali e case di lavoro per vagabondi e poveri.
PUBBLICO E GENERI LETTERARI  si riduce il numero dei lettori, limitati al ceto nobiliare.
L’editoria italiana stampa libri di devozione e per un pubblico locale, oppure per la produzione delle
accademia. La riduzione del pubblico lo rende più omogeneo e più facilmente influenzabile: si
cerca di colpirlo attraverso la bizzarria e la ricerca del nuovo a tutti i costi. Ciò favorisce la
trasformazione dei generi, la loro mescolanza e la loro parodia, anche se in Italia le tendenze
conservatrici rimangono molto forti: nel 1612 si pubblica il Vocabolario degli Accademici della
Crusca, basato sul lessico del Trecento (quello di Dante, Petrarca e Boccaccio), appena integrato da
termini usati da autori cinquecenteschi di ispirazione bembesca.
Tra i nuovi generi c’è il POEMA EROICOMICO: ci si rende conto che il genere epico non è più
proponibile e si ricorre al comico e alla parodia. Il poema eroicomico, in ottave, riprende i temi
epici stravolgendoli nel ridicolo. Iniziatore è il modenese Alessandro Tassoni con La secchia rapita:
rispettando volutamente le unità aristoteliche, racconta della guerra fra Modena e Bologna facendo
nascere lo scontro da futili motivi (il ratto di una secchia di legno, non di Elena!).
LA POESIA LIRICA  nel Seicento si assiste a una rottura del classicismo e del petrarchismo
dominanti. L’affermazione del nuovo gusto coincide con la pubblicazione della raccolta di liriche
La lira di Giambattista Marino nel 1614: si estremizza la tendenza al nuovo, con l’esigenza di
colpire sempre l’attenzione del pubblico. Sul piano tematico, prevale la frammentazione dei
particolari: le poesie sono dedicate a piccoli elementi del corpo femminile isolati dal resto, ad
aspetti del vestiario, ad atti di vita quotidiana. L’idealizzazione petrarchesca della figura femminile
s’attenua e anzi spesso scompare fino a privilegiare il brutto e l’osceno. Ne deriva un drastico
ridimensionamento dell’aspetto intimo, esistenziale e psicologico.
La poetica barocca non rispetta più le regole del mondo classico, ma le vuole violare per suscitare
maggiore meraviglia, giocando sull’effetto di imprevisto. Per fare questo si ricorre alla metafora,
che istituisce analogie tra campi diversi e lontani.
GIAMBATTISTA MARINO afferma: “E’ del poeta il fin la meraviglia / (parlo de l’eccellente, non
del goffo): / chi non sa stupir, vada alla striglia” [chi non riesce a far stupire il lettore deve cambiare
mestiere e diventare uno stalliere]. Il suo Canzoniere (La lira) non scandisce più le tappe di una
storia d’amore, ma è per generi e per temi. Marino scrive anche il poema eroico Adone: immaginato
in opposizione alla Gerusalemme liberata di Tasso, è volutamente più ampio e complesso; il privato
e l’amore prevalgono nettamente sul tema pubblico e sulla guerra.
Marino, l’autore di maggior successo, diede il proprio nome, marinismo, alla prevalente tendenza
barocca. È per questo motivo che tra i poeti di questo periodo si distingue una linea “marinista” da
una “antimarinista”, più legata ai moduli del classicismo.
Lettura: Onde dorate, pag. 30 vol. 3
GALILEO GALILEI  pag. 184 e seguenti;
Lettura: Elogio dell’intelligenza dell’uomo, pag. 212 vol. 3
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L’ETA’ DELLA RAGIONE E L’ARCADIA
Nel Settecento si risolve la serie di conflitti che si erano aperti nel Seicento con la crisi dei modelli
tradizionali: questo secolo si apre con il dominio del Re Sole, Luigi XIV di Francia, anche se presto
l’egemonia francese dovrà cedere il primato all’Inghilterra, che darà avvio alla Rivoluzione
Industriale. È un periodo di ripresa economica dopo la crisi del Seicento.
Il metodo scientifico-matematico derivato dalle scienze naturali è dal Settecento applicato a ogni
campo dello scibile umano: nessun settore, nessuna autorità o modello sfugge al vaglio critico della
ragione, criterio superiore di verifica. La cultura del Settecento è inoltre finalizzata all’azione,
all’attuazione di un oggetto (di un macchinario industriale, per esempio), o di un sistema giuridico e
costituzionale; nasce anche il concetto di “progresso”.
LA CULTURA IN ITALIA
In Italia Muratori cerca di raccogliere gli intellettuali dispersi nella penisola, al di là delle loro
mansioni e della loro provenienza, per costituire un’accademia nazionale, la “Repubblica dei
letterati d’Italia”, con l’obiettivo di discutere e risolvere insieme i problemi pratici del paese: è un
invito alle élites intellettuali perché si impegnino nella società e nella vita politica. Tale progetto
prefigura il sodalizio degli intellettuali milanesi che daranno inizio, sessant’anni più tardi, al
“Caffè”, rivista degli illuministi lombardi.
Tuttavia, la frammentazione politica rende questo progetto difficile da realizzare: la cultura italiana
non presenta l’uniformità francese o inglese, dove si fa spazio la borghesia. I nostri intellettuali così
cercano nella tradizione elementi per comprendere il presente e studiano i problemi attraverso
l’accertamento rigoroso dei fatti e dei giudizi. Il “Classicismo” per gli autori del Settecento
(Metastasio, Parini, Goldoni, Alfieri) non è solo fedeltà a un modello di chiarezza e concretezza, ma
apertura critica alla realtà.
Fondamentale è inoltre definire una lingua comune, che assicuri una circolazione delle idee
sufficientemente ampia. Nella prosa si adotta una sintassi lineare come quella francese, mentre in
campo poetico il modello è sempre Petrarca, cosa che comporta l’uso di una lingua specialistica e di
circolazione ristretta, elitaria e sofisticata per esprimere però contenuti originali.
In Inghilterra e in Francia l’intellettuale comincia a essere espressione della nuova classe che sta
emergendo sulla scena economica e politica: la borghesia.
In Italia come luoghi di cultura prevalgono le università e le accademie, mentre in Inghilterra e in
Francia si impongono salotti e caffè. L’accademia tende a trasformarsi da luogo del libero dialogo
in istituzione civile: la sua struttura perciò si irrigidisce.
L’ARCADIA = l’Accademia d’Arcadia nasce il 5 ottobre 1960 a Roma, grazie a quattordici letterati
(tra cui Giovan Mario Crescimbeni, Gian Vincenzo Gravina, Giambattista Zappi) appartenenti al
circolo letterario della regina Cristina di Svezia, morta l’anno precedente. Il nome deriva da
un’antica regione della Grecia e rinvia al mondo fittizio della poesia pastorale. L’attività poetica ha
quindi carattere d’evasione e l’organizzazione ha carattere ufficiale e filoclericale. Ciascun arcade
assume un nome greco: tutto ciò risponde a una volontà di separatezza e autonomia di questi
letterati, che vogliono restaurare il buon gusto nella poesia, dopo il disordine del Seicento. Nella
seconda fase della sua vita l’Arcadia, controllata dalla curia, diventa il suo strumento nel controllare
le aspirazioni al nuovo in poesia. A causa di ciò, alcuni arcadi abbandonano l’accademia. La
circolazione di opere che dovevano creare uno standard politico comune contribuisce però alla
formazione di un pubblico omogeneo.
Il linguaggio e il repertorio dell’Arcadia giungeranno fino a Leopardi.
LA TRATTATISTICA = autori come Ludovico Antonio Muratori, Pietro Giannone e Giambattista
Vico. Obiettivo comune è ricostruire il passato secondo criteri e prospettive nuove, alla ricerca di
risposte utili a spiegare il presente e orientare l’azione futura. Il nuovo modello d’indagine è fondato
sul rigore scientifico e orientato alla pubblica utilità.
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Vico nella sua opera Scienza nuova ricostruisce l’evoluzione della mentalità umana in ogni fase
dello sviluppo dell’uomo storico.
La storia dell’umanità segue un’evoluzione simile a quella del singolo uomo:
Tre fasi distinte della civiltà
Tre stadi delle
Tre età dell’essere
modalità
umano
NOMI
CARATTERISTICHE
GOVERNO
conoscitive
Gli uomini prima FANCIULLEZZA,
Età degli Prevalere dei sensi, Teocrazia
sentono
governata da sensi e dei
nascita della fantasia; (governo delle
senz’avvertire…
immaginazione
timore degli eventi caste
naturali,
credenze sacerdotali)
religiose; si fonda sul
diritto divino.
...dappoi
GIOVINEZZA, in Età degli Animata dalla fantasia e Governi
avvertiscono con cui prevalgono la eroi
dalle passioni, produce guerrieri
e
animo perturbato fantasia e le passioni
un’organizzazione
aristocratici
e commosso…
sociale e un diritto basati
sulla forza
…finalmente
MATURITA’,
Età degli Civiltà
fondata Governi
riflettono
con segnata dal prevalere uomini
sull’intelligenza, con un “umani”
mente pura
dell’intelletto
diritto dettato dalla
ragione.
Il percorso storico non esclude la possibilità di processi regressivi (“ricorsi”).
LA LIRICA ARCADICA = la reazione agli eccessi del marinismo favorisce la nascita
dell’Accademia d’Arcadia. La prima fase è all’insegna dell’imitazione petrarchesca, con la
predilezione del sonetto. Il loro obiettivo è moralistico: la poesia deve esprimere solo sentimenti
sani e le passioni sono sottoposte a un severo controllo razionale.
L’Arcadia si diffonde presto in tutta Italia e la sua produzione è soprattutto di poesie d’occasione; i
poeti di quest’accademia restano però lontani dai problemi concreti del paese: i versi restano privi
di spunti intellettuali ed etici, ma vagheggiano spesso immagini di una vita ideale, isolata dalla
realtà storica.
IL TEATRO
• Pietro Metastasio restituisce importanza al libretto nel melodramma, riscuotendo grande
successo in tutta Europa;
• Per quanto riguarda la Commedia dell’Arte, dopo i successi del barocco l’Arcadia non ama la
sua spettacolarità e alcuni letterati cominciano ad allontanarsi da essa, riallacciandosi a modelli
come Plauto, la commedia italiana del Cinquecento e Molière;
• Ci si lamenta che la tragedia, che dovrebbe essere il genere più alto, non ha conseguito risultati
poeticamente rilevanti: si avverte la necessità di una sua riforma.
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L’ILLUMINISMO
ILLUMINISMO = movimento sviluppatosi in Europa nella seconda metà del Settecento, che vuole
lottare contro i residui irrazionali ancora presenti nella vita politica, economica, sociale, morale e
intellettuale e contro l’ignoranza, i pregiudizi e le superstizioni. Lo strumento con cui portare avanti
questa lotta è la ragione: essa è vista come la luce che caccia le tenebre dell’ignoranza.
Gli illuministi:
• Sottopongono tutte le manifestazioni della realtà all’esame critico della ragione, assunta come
metro di giudizio assoluto.
• Guardano al passato come a una lunga serie di errori da criticare per dare inizio a un mondo
nuovo e migliore, conforme alla ragione, che permetterà inoltre di vincere tutti i mali
(ottimismo).
• Sono aperti verso qualunque civiltà e disponibili ad accettare serenamente e senza pregiudizi
l’altro e il diverso, perché tutti gli uomini sono comunque portatori di ragione: cosmopolitismo,
filantropismo e tolleranza.
• Criticano le religioni tradizionali: per loro la religiosità dovrebbe scaturire dal convincimento
razionale.
Tuttavia il primato della ragione non fa essere gli illuministi aridi: nella seconda metà del secolo,
grazie al sensismo, si tende a privilegiare le sensazioni e i sentimenti. Per la filosofia sensista, ogni
contenuto e atto del conoscere è da ricondurre all’esperienza sensibile, chiamata allora “natura”; tra
natura e ragione non deve esserci scontro ma armonia, equilibrio: la vita sentimentale e affettiva
deve essere guidata razionalmente.
Il movimento illuminista è espressione della classe emergente, la borghesia; anche se gli intellettuali
spesso sono aristocratici di nascita, si fanno comunque portavoce di questa classe. La fiducia nella
ragione come forza che può trasformare il mondo diventa quindi l’emblema della borghesia.
IN INGHILTERRA = nasce il romanzo realistico e la stampa periodica: importante è “The
Spectator”, che influenzerà anche l’italiano “Il Caffè”.
IN FRANCIA = l’intellettuale francese, dissidente nei confronti dell’antico regime e desideroso di
innovazione, vuole raggiungere il pubblico con le sue idee attraverso brevi opere saggistiche
(pamphlets). stampate in clandestinità per aggirare la censura, che trattano di temi di attualità per
convincere i lettori della fondatezza delle tesi sostenute e smuoverne le coscienze.
Da ricordare la stesura dell’Enciclopedia, che ha come obiettivi ridefinire il sapere umano,
sistematizzare e inventariare la globalità delle conoscenze del tempo, organizzate come le voci di un
dizionario; in essa è anche dato spazio all’ambito della tecnologia, che entra per la prima volta nel
mondo della cultura. Alla realizzazione del progetto collaborano Jean-Baptiste D’Alembert e Denis
Diderot, oltre a centinaia di collaboratori. L’opera ha un successo immediato.
IN ITALIA = l’Illuminismo italiano prende le mosse da quello francese, raggiungendo però esiti
originali, anche se in Italia è ancora molto debole la borghesia, classe propulsiva e propositiva in
Inghilterra e Francia; di conseguenza, il rinnovamento civile e sociale stenta a decollare.
Città che vedono il diffondersi delle idee illuministe sono
• NAPOLI, dove i Borboni inaugurano una politica di riforme e si vede la presenza di studiosi
come Antonio Genovesi e Gaetano Filangieri. L’illuminismo napoletano si forma in ambito
accademico-universitario.
• MILANO, dove il dominio austriaco favorisce la collaborazione con i ceti borghesi in vista dello
svecchiamento delle strutture feudali e della riorganizzazione dell’apparato amministrativo.
Intellettuali presenti qui sono Pietro e Alessandro Verri e Cesare Beccaria. L’illuminismo
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lombardo divulga le proprie idee attraverso un giornale, “Il Caffè”, che punta su una letteratura
fatta di argomenti vivi e attuali, impegnata civilmente, si scaglia contro la cultura accademica e
vuole l’uso di un linguaggio chiaro e immediato, non legato al classicismo dell’Accademia della
Crusca ma con un lessico e una sintassi aperti alla lingua dell’uso.
L’INTELLETTUALE
 Rapporto intellettuale-potere = l’intellettuale guadagna sempre più autonomia e
consapevolezza delle proprie capacità, in virtù dell’importanza delle funzioni a lui
delegate dai governi: egli è incaricato di studiare e realizzare interventi legislativi ed
economici necessari per lo stato. Il rapporto intellettuale-potere si interromperà
quando sarà chiaro che i sovrani vogliono un riformismo contenuto e dettato
dall’alto, mentre gli intellettuali vogliono soddisfare richieste di autentica
uguaglianza.
 Condizione economica = la maggior parte dei letterati italiani proviene da famiglie
agiate e vede la letteratura come un passatempo: l’attività letteraria non consente
ancora di vivere unicamente di essa. Poche le eccezioni, tra cui Carlo Goldoni,
commediografo professionista. Vittorio Alfieri rinuncia al titolo di conte in cambio
di un vitalizio per liberarsi dagli obblighi personali che lo legavano, in quanto nobile,
al re piemontese. In Francia e in Inghilterra invece la figura del letterato che vive del
proprio mestiere è sempre più frequente.
I LUOGHI DELLA CULTURA
1) Le accademie perdono di prestigio, soprattutto quelle legate a contesti provinciali. Rimangono
quelle più innovative, come quelle milanesi dei Trasformati (dove opera Parini) e dei Pugni
(dove si forma “Il Caffè”). L’Accademia d’Arcadia non ha più l’importanza di prima.
2) La stampa periodica ha sempre più peso: usa uno stile divulgativo e vivace, uno stile diretto, a
volte polemico, libero da costrizioni accademiche, spesso incline all’ironia. Esemplare è la
rivista “La frusta letteraria” di Giuseppe Baretti, che stronca senza pietà la cultura provinciale
degli arcadi. Fatta eccezione per “Il Caffè”, dedicato soprattutto alla divulgazione e discussione
di nozioni tecniche e scientifiche, la maggior parte dei periodici italiani mantiene un carattere
letterario.
3) Le corti perdono progressivamente importanza, anche in virtù del legame sempre più stretto tra
intellettuali e apparato statale; tuttavia alcune eccezioni restano: Federico II di Prussia e
Caterina II di Russia ospitano Voltaire e Diderot, per esempio.
4) Salotti delle case nobili (soprattutto in Francia).
5) Caffè, ritrovi pubblici aperti a chiunque.
Letture:
1) Cesare Beccaria, Contro la tortura e la pena di morte, verso un governo “illuminato” dello
Stato, pag. 355 e segg.
2) Pietro Verri, Cos’è questo “Caffè”?, pag. 367 e segg.
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