TIC e formazione dei formatori: lo standard UNESCO

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TIC e formazione dei formatori: lo standard UNESCO
TIC e formazione dei formatori: lo standard
UNESCO e il modello EPICT
Sugliano Angela Maria*, Giuliana Lo Giudice**,Serena Battigelli*
*Università di Genova, Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica
Laboratorio di E-Learning & Knowledge Management
Viale Causa 13, 16145 Genova, Italia
{sugliano, battigelli}@unige.it
http://www.elkm.unige.it
**Liceo Ginnasio Giorgione
Via Verdi 25, Castelfranco Veneto TV, Italia
[email protected]
http://www.liceogiorgione.tv.it
I formatori del nuovo millennio usano le tecnologie per la
comunicazione e l’informazione nella loro pratica scolastica
con diversi livelli di competenza e con diverse finalità. Per
valutare e certificare la competenza d’uso delle tecnologie in
ambito scolastico, Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni
Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, ha proposto
un modello di competenza per i docenti che usano le
tecnologie a scuola. Si tratta dell’UNESCO ICT Competency
Standards for Teachers, sviluppato nell’ambito di un
progetto che nella sua seconda fase vede la validazione del
modello sviluppato e la costituzione di un Organismo di
riconoscimento (Endorsement Board) a cui i provider di
formazione sottoporranno i propri corsi “spiegandoli” nei
termini dello standard; tali corsi verranno (se giudicati capaci
di raggiungere gli scopi fissati dallo Standard) riconosciuti
come “Unesco compliant”.
Il consorzio europeo EPICT (Patente Pedagogica Europea
sulle TIC) è il primo partner di UNESCO nella seconda fase
di validazione dello standard sviluppato.
Nel presente contributo viene illustrato come il modello e il
syllabus EPICT rispondono ai livelli di qualità richiesti dallo
standard UNESCO.
1. Backgroud e finalità dello standard UNESCO
“Per vivere, imparare e lavorare con successo in una società sempre più
complessa, basata sull'informazione e sulla conoscenza, gli studenti e gli
insegnanti devono sapere usare le tecnologie efficacemente”. Questo è quanto
si afferma nell’introduizione al ICT Competency Standards for Teachers,
sviluppato da UNESCO [1] documento che si pone l’obiettivo di divenire punto
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di riferimento per l’individuazione delle competenze necessaria el docente del
terzo millennio, docente che diventa la guida per formare futuri cittadini
consapevoli, forza lavoro preparata e innovativa per il proprio Paese. La chiave
di volta del processo di innovazione della società, è dunque l'insegnante.
L'assunto di fondo è che gli insegnanti di oggi devono essere preparati a
modalità di insegnamento-apprendimento supportato dalle nuove tecnologie,
nella consapevolezza che esse sviluppano nuove competenze intellettive e
relazionali nei discenti. Scuole e classi reali e virtuali devono poter fare
affidamento su insegnanti preparati a governare tecnologia. Simulazioni
interattive al computer, risorse educative digitali aperte, strumenti evoluti di
raccolta, analisi e condivisione di dati sono solo alcune delle opportunità che
l'insegnante di oggi può mettere in campo per condurre i discenti ad una
comprensione concettuale della nostra era ed una comunicazione efficace col
mondo. Gli strumenti educativi tradizionali non sono più in grado di fornire agli
studenti le necessarie competenze per sopravvivere all'evoluzione economica e
sociale di oggi.
Queste sono le considerazioni con cui si apre una serie di tre documenti che
Unesco ha pubblicato nel 2008 al termine della prima fase del progetto ‘ICT
Competency Standards for Teachers’ (ICT-CST): Policy Framework (Scenario
politico di riferimento), Competency Standard Modules (Moduli delle
competenze standard), Implementation Guidelines (Linee guida per
l'implementazione).
L'obiettivo del progetto ICT-CST è quello di fornire le linee guida per lo
sviluppo della didattica attraverso le ICT (le tecnologie della comunicazione e
dell'informazione). Del team guidato da Unesco (l'Organizzazione delle Nazioni
Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) fanno parte enti intergovernativi
e non-governativi, importanti istituzioni nazionali come Università, musei, centri
culturali e aziende leader nel settore informatico, nell'ottica di una cooperazione
transnazionale la cui mission è contribuire alla pace e allo sviluppo dell'uomo
nell'era della globalizzazione.
Il progetto stabilisce linee guida sia per lo sviluppo professionale degli
insegnanti che usano le tecnologie, sia sugli standard richiesti ad agenzie di
formazione per ciò che attiene tutti gli aspetti del training sulle ICT orientato ai
docenti.
Nella seconda fase è previsto un meccanismo con il quale, attraverso un
apposito organismo, il progetto fornirà supporto e validazione a percorsi
formativi che vorranno riferirsi e uniformarsi agli standard Unesco. Gli enti di
formazione potranno così ottenere il riconoscimento da parte di UNESCO che
attesterà il raggiungimento di standard di qualità internazionali.
2. Uno standard a tre livelli
Quando si parla di sistema educativo non si può prescindere da un quadro
più ampio di politiche scolastiche e di sviluppo sostenibile. UNESCO riconosce
che l'educazione scolastica è un fattore strategico per ogni nazione e comunità
su cui si indirizzano e focalizzano diversi obiettivi: inculcare il valore dell'eredità
culturale dei popoli; supportare la crescita personale di giovani e adulti;
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promuovere la democrazia e la cittadinanza attiva, soprattutto delle donne e
delle minoranze; incoraggiare la comprensione “cross-culturale”, l'accettazione
e l'integrazione delle diversità, per redimere i conflitti; sviluppare il benessere e
salvaguardare la salute; supportare lo sviluppo economico per ridurre la
povertà, migliorare la qualità di vita e diffondere una maggior prosperità nel
mondo.
La cultura e l'educazione sono fattori essenziali per la realizzazione di questi
obiettivi, e non riguardano solo i sistemi educativi intesi tradizionalmente e
orientati alle nuove generazioni, ma si riferiscono anche all'educazione
permanente degli adulti, ai nuovi obiettivi di apprendimento, all'inclusione
digitale, alla partecipazione alla società della conoscenza.
Non si possono quindi disgiungere progresso scolastico-culturale e sviluppo
economico. Di più. L’investimento sul capitale umano diventa fattore di crescita
economica sistemica, come testimoniano le vicende di alcuni Paesi, tra i quali
Singapore, la Finlandia, l'Irlanda, la Corea, che fino a 35 anni fa erano
considerati poveri. Gli economisti hanno individuato tre fattori che conducono
alla crescita economica: l'abilità della forza lavoro di usare strumenti sempre più
produttivi, la capacità cognitiva di aggiungere valore ai prodotti, e l'innovazione
tecnologica che permette alla forza lavoro di creare, diffondere e condividere
nuova conoscenza. Lo standard UNESCO riprende tali tre fattori economici e li
trasferisce al settore dell’educazione, in particolare della formazione che vede
l’uso delle ICT: un Paese, una scuola, o un singolo che vogliano usare le ICT
nella didattica hanno tre diversi livelli di obiettivi ai quali puntare; se al primo, di
“semplice” alfabetizzazione digitale, al secondo e più complesso, che vede l’uso
delle ICT per un approfondimento culturale (saper risolvere problemi reali,
anche complessi), o al terzo obiettivo, quello più alto e cioè l’uso creativo e
innovativo delle ICT (saper produrre nuova conoscenza, di cui beneficiare
direttamente).
I tre obiettivi sono declinati secondo gli elementi individuati da UNESCO
come caratteristici di ogni sistema educativo: politiche e visioni strategiche,
contenuti e curriculum, azione didattico/pedagogica, uso/gestione della
tecnologia, aspetti di organizzazione e gestione della scuola, formazione e
aggiornamento dei docenti. Il razionale è il seguente: le competenze ICT del
docente saranno cruciali, ma la sua azione avrà impatto solo se sarà
concentrata su specifici comportamenti che sono propri dei diversi elementi che
caratterizzano il sistema educativo.
Il risultato è uno schema rappresentato da una matrice a doppia entrata in
cui le colonne sono i tre gradi dei fattori culturali evidenziati, mentre le righe
delineano i vari aspetti che caratterizzano gli ambienti educativi (figura 1).
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Figura 1 – Sintesi dello Standard UNESCO ICT-CST
3. Contenuti e metodo EPICT
Quali contenuti e quale metodo per raggiungere gli obiettivi di performance
posti dallo standard UNESCO?
Il Consorzio EPICT (European Pedagogical ICT Licence) a livello europeo e
il nodo italiano EPICT a livello nazionale, propongono un modello didattico
(contenuti e metodo) fortemente in sintonia con il modello UNESCO. I contenuti
sono infatti finalizzati all’acquisizione di competenza d’uso della tecnologia per
raggiungere obiettivi pedagogici, una competenza mirata non solo a un uso
corretto e sicuro degli strumenti, ma anche e soprattutto a un loro utilizzo per la
crescita complessiva dello studente, futuro cittadino e forza lavoro del suo
Paese. La Patente Pedagogica Europea sulle TIC si propone infatti l’obiettivo
generale di attivare nei docenti che si preparano a usare le tecnologie per fare
didattica, un processo di crescita, di presa di consapevolezza, di acquisizione di
abilità e competenze sull’uso delle tecnologie come strumento per amplificare le
potenzialità degli studenti e le strategie didattiche degli insegnanti. In particolare
si pone l’obiettivo di far acquisire competenze d’uso dei vari strumenti ICT
(oggetto dei moduli didattici proposti), non in se stessi, ma in riferimento all’uso
pedagogico che di quegli strumenti si può fare nei contesti didattici particolari. Il
metodo per raggiungere tale competenza si basa sul lavoro di gruppo (che
favorisce lo scambio di conoscenze, abilità, competenze ed esperienze
specifiche) e sullo sviluppo di scenari di apprendimento che vedano l’uso delle
tecnologie ICT finalizzato a realizzare classi socialmente attive, in cui si
privilegia l’interazione collaborativa fra studenti.
In Italia il Nodo Nazionale EPICT è costituito presso il Dipartimento di
Informatica, Sistemistica e Telematica dell’Università di Genova con il
partenariato del Liceo Ginnasio Giorgione di Castelfranco Veneto (Treviso). I
corsi EPICT in Italia vengono erogati come Corso di Perfezionamento e Master
Universitario dall’Università degli Studi di Genova.
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3.1 Contenuti
I Contenuti EPICT sono stati sviluppati nella loro versione base in lingua
inglese per il progetto europeo EPICT (nel più vasto progetto eContent 2003 –
2005) e quindi localizzati (rispetto a lingua e cultura) inizialmente dai primi
Paesi partner del progetto (Danimarca, Grecia, Ungheria e Italia) e poi dai
Paesi in cui EPICT è stato diffuso al termine del progetto con la costituzione del
Consorzio Europeo EPICT(attualmente Regno Unito, Austria, Islanda, Australia,
Sry Lanka, Uganda).
I moduli EPICT sono 17, ognuno ha come oggetto una determinata
tecnologia: il Web come contenitore di risorse, scrittura in rete, strumenti e
ambienti di comunicazione in rete, immagini elettroniche, fogli di calcolo,
strumenti di presentazione, pagine web, database, simulazioni, desktop
publishing, software didattico, metodi di lavoro con le TIC, disabilità e
tecnologie, abilità di lettura in rete, computer games, video, Istituzione
scolastica e TIC. Essi sono articolati in 4 distinti elementi: (1) descrizione delle
caratteristiche delle varie tecnologie in relazione agli obiettivi pedagogici che è
possibile con quelle raggiungere, (2) buone pratiche, (3) manuali d’uso dei
diversi strumenti (con attenzione sia al mondo proprietario sia a quello
opensource), (4) approfondimenti sitografici e bibliografici. Il Syllabus EPICT1
(http://www.epict.it/documents/Syllabus_EPICT_2008.pdf) illustra, modulo per
modulo, quali conoscenze legate ad una determinata tecnologia e quali
competenze di utilizzo in ambito didattico si otterranno (v. esempio in figura 2).
Da sottolineare la proposta ai corsisti di un elenco di obiettivi pedagogici e
della loro definizione operativa in termini (anche) di tecnologia: ad esempio,
sviluppare un atteggiamento critico significa anche saper valutare un sito web o
il software più opportuno per un determinato obiettivo didattico, o saper
riconoscere una foto ritoccata e capire il valore reale del messaggio da essa
veicolato.
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Modulo A – Cerchiamo qualcosa sul web!
OBIETTIVO DI CONOSCENZA RELATIVO ALLA SEZIONE 3.2
3.2.1 Conoscere cos’è Internet (il concetto di base, gli usi principali,
gli strumenti per connettersi).
3.2.2 Conoscere cos’è un server e un protocollo TCP IP.
3.2.3Sapere quali sono i diversi supporti di trasmissione fisica dei
segnali: linea telefonica, fibra ottica, satellite, onde radio, raggi
infrarossi.
OBIETTIVO RELATIVO ALLA SEZIONE 8.1
8.1.1 Saper individuare le problematiche e i vantaggi dell’uso di
Internet in un contesto educativo/pedagogico.
8.1.2 Saper individuare le condizioni necessarie e i problemi d' uso
di Internet in ambito scolastico.
8.1.3 Saper come sfruttare il potenziale di Internet (aggiornamento
costante di informazioni, personalizzazione di percorsi formativi,
collaborazione tra studenti).
8.1.4 Conoscere gli obiettivi pedagogici che si possono
raggiungere
attraverso l’utilizzo di Internet nella didattica (v. Buone Pratiche).
Fig. 2 – Obiettivi di conoscenza tratti dal Syllabus EPICT
3.2 Metodo
Come raggiungere e garantire il successo di acquisizione delle competenze
oggetto dei moduli EPICT? Attraverso il metodo di lavoro sviluppato e testato
durante il Progetto europeo e costantemente validato e ri-aggiornato nel corso
delle diverse edizioni dei corsi EPICT [2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11].
I corsi EPICT vengono erogati in modalità e-learning con l’obiettivo di far
praticare le tecnologie ai corsisti durante il percorso formativo. Sono previsti
due incontri in presenza, uno ad inizio corso e uno al termine, per la
certificazione, nel rispetto del decreto interministeriale sulle Università
Telematiche [12]. Il percorso prevede lo sviluppo di 8 fra i 17 moduli EPICT, 4
obbligatori e 4 scelti nella rosa degli opzionali.
I corsisti durante l’incontro iniziale vengono suddivisi in gruppi secondo due
criteri base: interesse verso i moduli opzionali e appartenenza ad uno stesso
ordine di scuola. Il secondo criterio è funzionale al compito richiesto per i singoli
moduli; infatti, per ogni modulo, i corsisti sono chiamati a progettare uno
scenario di apprendimento che veda l’impiego di una specifica tecnologia: la
condivisione e il lavoro collaborativo richiesti per l’elaborazione dello scenario
d’apprendimento risulta ottimale se i membri del gruppo sono orientati e
competenti rispetto a un medesimo target di riferimento.
Il lavoro collaborativo – oltre allo studio individuale del modulo didattico risulta essere il primo elemento per l’acquisizione di competenze d’uso
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pedagogico delle ICT. Ma un ulteriore attore risulta essere elemento critico per
il successo del processo di apprendimento: il facilitatore.
Il facilitatore EPICT è un ex-corsista EPICT che ha frequentato uno specifico
corso di formazione finalizzato all'acquisizione di competenza specifica nel
settore della formazione dei formatori; suo compito infatti è guidare i corsisti
(tutti già docenti e formatori) nel percorso verso il conseguimento degli obiettivi
finali. L’attività richiesta al facilitatore - oltre a quella di gestire e condurre la
classe virtuale – è quella di fornire un feedback significativo al lavoro di
progettazione svolto dal gruppo. E’ grazie ai puntuali stimoli del facilitatore volti
a validare la coerenza e correttezza di utilizzo delle tecnologie e la concreta
fattibilità degli scenari disegnati, che il gruppo e i singoli partecipanti sviluppano,
modulo dopo modulo, la competenza richiesta per la certificazione finale.
Il facilitatore usufruisce di un puntuale Manuale del Facilitatore dove sono
contenuti i criteri che lo devono guidare nella lettura e validazione dei progetti
presentati. Sulla base dei criteri proposti e della personale esperienza, il
facilitatore pone al gruppo questioni e stimoli rispetto: alla realizzazione
dell’intero progetto (elementi di project management), alla gestione del gruppo
classe nelle aule informatiche, ai prerequisiti richiesti, alle problematicità
derivanti dalla presenza di eventuali studenti diversamente abili, alla puntuale
valutazione del raggiungimento degli obiettivi didattici – pedagogici –
tecnologici. Inoltre il facilitatore dispone, modulo per modulo, di un’ampia
casistica di potenziali suggerimenti, approfondimenti e stimoli da proporre ai
corsisti nell’ottica di portarli a elaborare progetti corretti, coerenti, efficaci,
innovativi.
Il Syllabus EPICT recupera la dimensione metodologica proponendo una
sezione in cui vengono esposte le competenze generali ottenibili con il corso
EPICT.
Un ultimo elemento di metodo consiste nella presenza della Comunità
EPICT [13], luogo virtuale ospitato nella piattaforma di e-learning (opensource
Eiffe-l, sviluppata dall’Università di Genova nell’ambito del progetto
CampusOne) [14] dove i corsisti si confrontano su singoli temi e su quello più
generale dell’uso delle ICT in ambito scolastico.
4. EPICT e lo standard UNESCO
Sulla base dei suoi contenuti e del suo metodo, EPICT si propone come un
percorso che garantisce a tutti i corsisti il conseguimento delle competenze
descritte nel primo e secondo livello di competenza ICT (alfabetizzazione
digitale e approfondimento cognitivo e culturale attraverso le ICT) stimolando
all'uso della tecnologia per creare scenari di apprendimento innovativi. Il terzo
livello descritto dallo standard UNESCO (creazione di nuova conoscenza) si
può realizzare sulla base di specifiche competenze e abilità dei singoli
partecipanti: il facilitatore stimola gruppo e singoli nella direzione della crescita
e chi, per le sue condizioni personali e di contesto (disponibilità di risorse,
empatia nell’ambiente di lavoro,..), aspira ad un ruolo trainante e innovativo
rispetto all’uso delle ICT per far didattica, trova nei moduli e nel metodo EPICT
un efficace strumento di formazione [2].
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Scorrendo il documento Implementation Guidelines dello Standard, si può
evidenziare nel breve spazio del presente rapporto come i moduli EPICT, sia
nella loro struttura sia nei loro contenuti (e per questi si rimanda il lettore al
Syllabus), rispondano alle richieste relative agli obiettivi posti (sezione Teachers
should be able to:…); e come il metodo EPICT sia completamente in linea con i
metodi proposti dallo standard come utili per il raggiungimento degli obiettivi
posti (sezione Example Methods). I concetti chiave del metodo proposto sono:
la progettazione di lezioni e scenari di apprendimento che vedano l’uso delle
ICT; il metodo collaborativo; il confronto sulle problematiche di utilizzo delle ICT
in ambito scolastico sia per la didattica, sia per la gestione delle aule
informatiche, sia per la gestione degli aspetti organizzativi della scuola; la
frequentazione di diversi pacchetti software e strumenti ICT; l’uso delle ICT per
la valutazione; la proposta di buone pratiche; il suggerimento di software
proprietari e open source per sviluppare progetti con gli studenti; la
considerazione del ruolo del docente nelle attività collaborative proposte agli
studenti; la partecipazione in rete a comunità di esperti per l’aggiornamento
professionale; la capacità di analizzare gli stili di apprendimento degli studenti e
i propri per progettare adeguati percorsi formativi sia in termini di strategie
didattiche che di materiali a supporto di queste [15].
5. Conclusioni
Il Consorzio Europeo EPICT è partner di UNESCO nella seconda fase del
progetto CST ICT che prevede la validazione del modello e la costituzione di un
Organismo apposito per il conferimento della certificazione UNESCO ai corsi
che ne faranno richiesta.
Il prossimo passo del Consorzio Europeo e del nodo italiano in particolare è
la costruzione di uno strumento operativo che consenta ai provider di corsi
sull’uso delle TIC nella didattica di valutare il proprio modello (contenuti e
metodo) sul modello UNESCO e chiedere quindi il riconoscimento della loro
offerta formativa come conforme allo standard. Validatore del modello sarà in
primis il Consorzio EPICT con il lavoro dei partner del Consorzio e dei fornitori
di corsi EPICT nel mondo.
Bibliografia
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UNESCO
ICT
http://portal.unesco.org
Competency
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[4] Lo Giudice G., Rebellato F., 2008, EPICT, Patente Pedagogica Europea per l'uso
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[6] Barca D., 2006, Percorsi di formazione in rete, La Tecnica della Scuola, 20
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[10] Fabbri M. (a cura di) , 2004 Arriva la patente pedagogica, Il Sole 24 Ore Scuola,
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[11] Barca D., 2004, Una “Patente” per insegnare, La Tecnica della Scuola, 5
settembre 2004, 24
[12] http://www.palazzochigi.it/GovernoInforma/Dossier/università_distanza/decreto.htm,
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[13] Battigelli S., Sugliano A.M.,2008, Ambienti di comunicazione per l’apprendimento
formale e informale: analisi delle funzioni d’uso dei diversi ambienti di comunicazione
nella comunità e nel corso EPICT, Siel 2008, 9-10-11 Ottobre 2008
[14] Adorni, A., The EIFFE-L (Environment For Freedom in E-Learning) Project,
http://sourceforge.net/projects/eiffe-l
[15] Battigelli S., Sugliano A.M., 2008, Le TIC per raggiungere obiettivi pedagogici e
soddisfare i bisogni dello studente: una proposta dal modello EPICT, Patente
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