Opuscolo informativo per i genitori

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Opuscolo informativo per i genitori
SCUOLA DELL’INFANZIA
DON FRANCESCO SAN GIORGIO
COMUNE DI BULGAROGRASSO
SCUOLA DELL’INFANZIA
DON FRANCESCO SAN GIORGIO
ORGANIGRAMMA
Sindaco: Cusini Giampaolo
Responsabile: Vicesindaco Clerici Giuseppe
Docenti: Antonella, Barbara, Chiara, Cristina, Elisa, Katia
Personale: Elvira, Silvia
Questo opuscolo è un messaggio rivolto in particolare ai genitori di bambine e
bambini che entrano per la prima volta nella Scuola dell’Infanzia Don Francesco
Sangiorgio ed attraverso la quale compartecipano direttamente alla vita
democratica della nostra scuola preparatoria di base, gestita dal Comune di
Bulgarograsso.
Questo libro per i genitori riveste una funzione di
accompagnamento nell’esplorazione della nostra
Scuola dell’Infanzia. Abbiamo cercato di dare una
risposta a tutti i quesiti che Voi genitori avete posto
in questi anni agli Amministratori ed al Personale
della Scuola. Di conseguenza, abbiamo pensato di
accompagnarVi in una giornata tipo descrivendo ciò
che accade e ciò che si fa. Ma ancor di più pensiamo
di stimolare in Voi curiosità e voglia di conoscere
sempre di più questo piccolo mondo che non stanca
mai di riservarci le maggiori e più concrete
speranze.
Quando giunge il momento di inserire il/la proprio/a bambino/a nella Scuola
dell’Infanzia affiorano aspettative ed incertezze. E’ un momento importante che segna
una tappa di crescita del bambino e della bambina; costituisce l’apertura del suo mondo
a nuove conoscenze , situazioni ed emozioni.
Per alcune famiglie si tratta di un passo facilitato dalla preliminare esperienza dell’asilo
nido, ma per molte è un primo momento in cui la “cura” educativa viene ad essere
condivisa con altre persone. Entra in gioco la fiducia, il senso di affidabilità, l’intesa
rispetto alla relazione con il bambino; ovvero inizia un cammino che sul piano emotivo,
ma non solo, impegna sia i bambini sia gli adulti.
La descrizione che segue dei vari momenti tipici della scuola vuole rispondere al bisogno
immediato di ogni genitore: “SAPERE”.
Saper prima può essere di aiuto dopo, consente di accostare meglio un mondo non
conosciuto pienamente.
L’INSERIMENTO
L’inserimento non è una fase circoscritta ai primi giorni d’ingresso
nella scuola bensì è un processo che richiede di essere pensato nei
modi e nelle forme.
Può richiedere tempi diversi per ogni bambino o bambina ed anche i
segnali della “fatica” non sono gli stessi.
È necessario sempre imparare a riconoscerli…
Per il bambino è l’incontro tra il “nuovo” e la storia
che ciascuno porta con sé
Per la famiglia si avvia la delicata fase di costruzione della
fiducia
Per la scuola è un momento pensato e programmato nelle condizioni organizzative e nello
stile di accoglienza. L’educatrice si affianca anche al genitore per trovare con lui/lei i modi
personalizzati per gestire il difficile processo di separazione.
Ecco alcune strategie d’aiuto primi giorni…
 Il primo giorno piange…è normale, non è facile staccarsi dai genitori. Ci vuole tempo per entrare in
contatto con persone non conosciute.
Il pianto del bambino poi passa…c’è l’insegnante che si avvicina a lui e ci sono anche i compagni, della
stessa età ed anche più grandi. Loro lo assicurano, lo distraggono e lo invitano a fare delle cose insieme.
 Piange dopo molti giorni dall’avvio della frequenza…non bisogna allarmarsi, può capitare che nella fase
iniziale il bambino venga attratto dalla novità, dalla curiosità verso un nuovo ambiente e che anche dopo
diversi giorni pianga. Tale "crisi" non è legata a qualche problema particolare nel frattempo intervenuto,
fa parte dei diversi modi di essere bambini.
 Il bambino non vuole staccarsi…in tal caso si potrebbe aspettare il momento in cui il bimbo è distratto.
Questo però non è il modo più efficace in quanto può acuire il pianto e dare un senso di abbandono.
.
Il metodo consigliato consiste nel salutare il bambino perché le parole gli danno sicurezza di un
ritrovo, di un legame che non si perde.
.
 Chiede che il genitore rimanga…stare un po’ con il bambino durante i primi
giorni può essere d’aiuto in quanto accorcia il tempo di distacco ed il bimbo
viene rassicurato. In questa casistica il genitore può svolgere un ruolo di
mediazione…si sa che per il tramite di una mano fidata è facile esplorare,
guardarsi attorno e prendere coraggio per "buttarsi".
 Non vuole stare con l’insegnante…se il genitore consola il bambino in modo
esclusivo senza lasciargli spazio, difficilmente il bimbo riuscirà ad andare verso
l’insegnante.
L’inserimento riesce tanto meglio quanto più sono concordate anche le modalità
di gestione tra insegnanti e genitori.
 Il bambino chiede di portare i propri giochi a scuola…durante il primo
periodo può essere una richiesta frequente in quanto un oggetto portato da
casa rende il distacco meno doloroso dando un senso di familiarità e
tranquillità.
La prima priorità della Scuola: CONOSCERE I BAMBINI
COME??
Il primo colloquio tra insegnanti e genitori fornisce il primo
passo per capire il bambino al fine di attrezzarsi al meglio per il suo
arrivo.
Il primo incontro è importante anche per i genitori dato che
rappresenta il momento in cui si comincia a costruire lo spazio della
conoscenza reciproca ed a dare corso alla comune responsabilità
educativa.
I PUNTI PORTANTI DELL’ACCOGLIENZA:
Perché
Le informazioni sui singoli bambini entrano a far parte di un progetto di
accoglienza più ampio da parte della scuola, sono utili per strutturare lo spazio in
base alle prime esperienze da proporre.
Tempo
Durante il primo periodo è auspicabile che la permanenza del bambino
sia graduale in modo che egli possa padroneggiare i diversi momenti: dalle prime
ore del mattino, al pasto, al sonno…
Spazio
Lo spazio di accoglienza dei bambine è progettato in funzione dello stare
insieme ma è stato allestito anche uno spazio personale per il bambino:
l’armadietto in cui riporre le proprie cose, lo scaffale della bavaglia, ecc..
GIOCARE
Questa capacità di “leggere dentro”…diventa
per noi il compito basilare della
progettazione; fa parte dell’intenzionalità
educativa…perché se sai capire sai educare e
formare!
Non bisogna sottovalutare o pensare che, prima o poi… A volte basta che l’adulto si
metta a suo fianco; giocare insieme con … non è mai giocare da soli!!!
E’ importante osservare i giochi spontanei dei bambini perché rivelano tante cose
come…le tappe da raggiungere, le maturazioni da consolidare, le competenze da
sostenere, le propensioni da valorizzare…
Quali sono i giochi più frequenti?
 Il gioco del “far finta”
I travestimenti e le conversazioni spontanee fra bambini e bambine, sono occasioni da cogliere sul
piano educativo perché dense di emozioni, desideri, teorie su cose ed eventi ma possono esprimere
anche paure ed anche bisogni affettivi.
 Il gioco di ruolo “della mamma e del papà”
Con due bambole ed un tavolo nasce l’imitazione della vita sociale degli adulti con i primi
riconoscimenti dell’identità del ruolo maschio e del ruolo femmina, delle routine maschili e di
quelle femminili. Gli intrecci fra finzione e realtà, favoriscono amicizie tra pari, si ritrova il fratellino
e/o la sorellina che non c’è ancora, fanno apprendere e consolidare la necessità di avere al fianco i
grandi.
 Il gioco della “manipolazione”
oggi costruiamo con materiali plastici o materiali che possono stimolare la creatività.
Il veder fare aiuta a saper essere. Manipolare esercita l’occhio e la mano; rappresentare rinforza
l’elaborazione mentale; l’agire finalizzato li educa al compito; dedicare il regalino aiuta alla
condivisione; decidere aiuta a tentare un’ipotesi; provare insegna a rischiare, a sbagliare, a
ricominciare ecc..
Il bambino gioca in maniera diversa a scuola rispetto a casa?
Non c’è da preoccuparsi. La casa è un’ambiente familiare mentre nella scuola si è in tanti percui si
può far fatica. Inizialmente anche i giochi consueti e familiari possono essere abbandonati dal
bambino, per essere ripresi quando è più sereno.
Pian piano casa e scuola diventano due ambienti di vita sempre più vicini tra loro; il bambino
comincia a portare a casa la propria esperienza il proprio vissuto diventa un piacere mostrare”
quanto è bravo” o “quanto è grande”.
Cosa cambia quando il gioco diventa un’attività?
Prima di tutto la situazione è più organizzata: c’è uno spazio definito all’interno ed
all’esterno della sezione; c’è un tempo riservato; c’è un lavoro da portare a termine
o un’esperienza da affrontare; c’è l’insegnante che guida ogni passaggio, raccoglie
anche lo spunto occasionale e lo fa diventare un “motivo” comune. Ci sono gli altri
bambini che, con il loro agire contento e felice, testimoniano e stimolano
direttamente il bambino pigro o non interessato ad iniziare ed a provare.
- I materiali e gli oggetti a disposizione sono selezionati in base al tipo di proposta,
all’età ed alla situazione emotiva.
- Il gruppo di bambini è generalmente di dimensioni consone al compito, vicino per
età e quindi per bisogni e competenze, l’esplorazione riguarda contenuti più ampi e
strutturati.
- Alcune delle strade conoscitive preferite dai bambini: entrare in relazione con
materiali diversi attraverso i sensi, trovare legami, scoprire differenze è
rappresentare mediante i simboli è prassi quotidiana.
Le rassicuranti routines
Che cosa sono?
Sono momenti ricorrenti della vita della scuola come il distacco ed il ricongiungimento dai genitori, il
pasto, il sonno e le cure igieniche.
Sono importanti perché regolano la giornata rendendola prevedibile e per il bambino è importante
sapere cosa c’è prima, cosa succede dopo…
L’inizio e la chiusura della giornata gli danno il senso del tempo e la “cornice” per diventare via, via, più
padrone del l’ambiente .
L’ingresso e l’uscita
Sono entrambi momenti in cui il bambino si stacca da qualcuno e ritrova qualcun altro: al mattino dai
genitori… verso l’insegnante ed i compagni…; al pomeriggio dall’ambiente scolastico… verso i genitori.
“Lasciare e ritrovare si accompagnano a volte a timori e insicurezze che, in qualche giornata, possono
farsi sentire maggiormente, anche trascorso il primo periodo di inserimento. Oppure c’è la giornata “no”
quella in cui va tutto storto… o la giornata dei “capricci” che in fondo sono un momento per provare,
per richiedere più attenzione o per comunicare qualcosa d’altro…
Che cosa può aiutare?
Piccoli gesti del genitore spesso possono bastare: soffermarsi un attimo di più col bambino, entrare
insieme a lui per prendere confidenza con l’ambiente, portare qualcosa da casa così come portare a casa
qualcosa di proprio, realizzato durante la giornata, è gratificante.
Il saluto da parte dell’insegnante e/o all’insegnante crea da subito familiarità, dà il senso di essere attesi
e comunica la fiducia del genitore .
LE CURE IGIENICHE
Lavarsi le mani ed i denti oppure andare in bagno
sono azioni regolari che il bambino compie con
naturalezza, sulla scorta di abitudini acquisite
anche all’interno della propria famiglia.
Sono importanti per tre ragioni:
→ Garantiscono il soddisfacimento di bisogni fisiologici
→ Consolidano le abitudini legate all’igiene personale
→ Segnano i passi di conquista dell’autonomia: fare da soli
I bambini vanno in bagno da soli oppure vengono accompagnati?
Sono possibili entrambe le opzioni…ovviamente un bambino piccolo che entra nella scuola, preso
ancora dall’emozione di questo passaggio, viene accompagnato, in qualsiasi momento abbia
bisogno, dall’insegnante o dall’ausiliaria che rappresenta una figura affettiva molto forte per i bimbi.
Inoltre, in tempi regolari scanditi nella giornata, ovvero prima e dopo il pasto, il sonno e la merenda,
tali azioni vengono svolte a piccoli gruppi di bambini e nell’attesa del proprio turno si può anche
giocare.
Ma se succede qualche piccolo imprevisto nel corso della giornata??
Nessun problema! la mamma ha provveduto a fornire il cambio ed il bambino è immediatamente
pulito , sistemato, asciutto e contento!! 
IL BENESSERE E’ PRIMARIO
Ecco perché vengono richiesti indumenti comodi e facilmente sostituibili!
Perché si parla di cure?
Gli aspetti pratici, legati all’assistenza fisica dei bambini, si mescolano con l’attenzione alla sfera
emotiva… si gioca un equilibrio continuo tra la tutela di uno spazio intimo, che va conservato, e la
risposta ad una richiesta di aiuto spesso posta dal bambino. Anche in questi particolari momenti si
misura la professionalità.
IL PASTO
È una delle esperienze più significative del passaggio dall’intimità familiare ad una situazione sociale nuova e
particolare. Il piacere di mangiare insieme è il piacere di appartenere ad una comunità ovvero il pasto
rappresenta un punto d’incontro sociale e culturale. Durante il pasto il bambino vive veri contatti affettivi ed
interscambi di amicizia, simpatia ed auto-stimolo per altri bambini. Prima di ogni pasto viene recitata una
preghiera nella forma più opportuna per il bambino. Mentre durante si parla ma si sta anche in silenzio e se
necessario si ascolta qualche canzoncina piacevole! Cresce un dialogo spontaneo e si scambiano pareri e gusti.
Dalla iterazione a due nella quale il compagno vicino diventa l’"amicone« si passa alla relazione allargata con i
compagni di tavolata. L’informalità dello scambio spesso agisce come forma liberatoria anche con i bambini
più riservati; diventa il momento di scarico delle piccole tensioni, diventa il momento dove il racconto e la
fantasia viaggiano…diventa il momento dove la mamma e la nonna sono maggiormente evocate…la mia
mamma mi ha fatto…la mia nonna ha cucinato….il nonno poche volte! 
Ci sono figure professionali specifiche: la cuoca e l’aiuto cuoca, aggiornate sugli aspetti sanitari ed
organolettici eseguono quanto definito dall’ASL, rispettando tutti i parametri igienico-sanitari dalla dispensa
alla sala da pranzo.
E’ possibile sapere cosa si mangia?
Il menù deciso dalla dietologa ASL è esposto giornalmente in bacheca così il genitore può sapere
cosa mangerà il proprio figlio e, se necessario, suggerire alternative motivate.
Copia del menù stesso viene inviato alle famiglie all’inizio dell’anno scolastico
IL SONNO
Il sonno è un tempo prezioso anche per conoscere meglio i bambini. I bambini hanno bisogno
di essere rassicurati; la fase di addormentamento è garantita dalla presenza costante
dell’educatrice incaricata e la vigilanza è costantemente garantita fino al risveglio. Ciascun
bambino ha un suo modo di vivere questo momento; molti scelgono un oggetto da tenere
vicino, da toccare, da coccolare …L’oggetto rappresenta un legame affettivo, allenta le difese, i
timori e l’ansia della separazione “dell’essere soli”. Tenere il filo con ciascun bambino significa
per la docente conoscere anche le piccole sfumature del suo comportamento, i tempi di
convinzione, di controllo; sapere accostarsi, sapere cosa il bambino accetta è un cammino che
bisogna fare insieme, anche con i suggerimenti di mamma…
Come ci si prepara al sonno?
Ci si raccoglie in una spazio dedicato, si va in bagno, si svolgono tutte le azioni
pratiche fino al momento della sistemazione nel proprio lettino ed ascoltando una dolce
musichetta o una favola ci si rilassa in attesa del sonno…ricordando che anche il risveglio è
dolce e personalizzato!
IL TEMPO PROLUNGATO
Il tempo prolungato è nato come risposta alle esigenze sociali e lavorative delle famiglie, specie quelle che non
hanno parenti vicini. E’ un servizio al quale le famiglie concorrono economicamente, con una quota fissa.
Si parla di tempo prolungato sia per le ore del mattino –anticipo- che per le ore del pomeriggio –posticipo- per
un massimo di tre ore giornaliere.
Qual è la sua caratteristica?
E’ un momento particolare, diverso dalla normale giornata educativa, ma di pari valore sul piano educativo.
Per molti bambini rappresenta il momento di avvio e di chiusura di una giornata; porta con sé quindi
dinamiche legate al distacco dalle figure genitoriali o al ricongiungimento.
LA PEDAGOGIA DEL TEMPO PROLUNGATO
I bambini hanno specifici bisogni in base ai diversi momenti quali per esempio: rilassarsi, allentare il ritmo,
stabilire nuove relazioni, ecc.
Quante volte abbiamo visto bambini “un po’ più vispi” riconquistare un ruolo diverso!
Dedicare del tempo alla conversazione, alla narrazione, alla possibilità di “autogestirsi” crea nel bambino
ulteriori sicurezze che lo preparano “meglio” alla giornata seguente; anche perché questi momenti sono
similari al tempo gestito a casa, nell’angolino della propria cameretta o sul tappeto del salotto!
Fare cose diverse non vuol dire perdere la continuità con gli altri momenti della giornata: la continuità è data
soprattutto dallo stile educativo della scuola, dagli atteggiamenti, dal tipo di richieste poste ai bambini.
Certo dispiace per gli ultimi quando si accorgono che il genitore si attarda: cosa sarà successo?....
LA SCUOLA DELL’INFANZIA IN RELAZIONE…
È l’elemento più vero e più difficile d’attuare
Cosa vuol dire creare rete?
Significa creare legami e non fermarsi ad una generica collaborazione e saper mettere a confronto il
proprio specifico tendendo conto di quello degli altri.
Le relazioni dentro
Con bambini e bambine che esprimono competenze già nei primi anni di vita, equipaggiati di capacità
un tempo attribuite tipicamente solo agli adulti, disposti ad interrogarsi ed a mettersi alla prova.
L’adulto svolge un ruolo da mediatore: predispone situazioni, favorisce lo sviluppo delle competenze
cognitive più evolute ed infine offre supporto ai bisogni dei bambini.
Con gli altri adulti e genitori
La relazione insegnanti- genitori trova nella quotidianità della scuola il suo habitat naturale. La
regolarità degli scambi, i contatti nell’avvio e nella chiusura della giornata sono utili per dare quelle
informazioni essenziali sulla giornata trascorsa. Nei momenti organizzati, il rapporto scuola-famiglia
trova poi la cornice ideale per affermarsi in termini di confronto educativo/formativo.
In quali momenti?
Gli incontri sono a più livelli: generali, di sezione e privati. Sono momenti riservati alla descrizione della
vita della scuola rispondendo ai vari quesiti.
I colloqui
In una cornice di relazione più a “misura”, l’attenzione è rivolta al singolo scolaretto, al suo
percorso, ma anche agli adulti, alle difficoltà incontrate, alle domande che possono nascere.
La collaborazione
Il genitore entra nella scuola per dare il proprio contributo. Sono tante le occasioni
sperimentate ed altre ne verranno promosse! I genitori possono così avvicinarsi alle esperienze
fatte dai propri figli, familiarizzare tra genitori ed educatori su un obiettivo condiviso e di
portata generale per la scuola, ma è anche l’occasione per i bambini di vedere all’opera
mamma e papà!
Le feste
Quasi tutte organizzate in collaborazione con i genitori, sono delle occasioni conviviali fatte
anche di torte e spumante che aiutano a creare un clima di famiglia dove ognuno svolge un
ruolo attivo ed importante. Da cosa può nascere cosa e spesso da queste occasioni ufficiali se
ne programmano altre con iniziative a favore di tutti i bambini .
Le relazioni fuori
L’appartenenza al proprio territorio è fondamentale e da sempre si è collaudata una sinergia
con il “mondo paese” che può permettere visite guidate, scampagnate ecc.
LA SCUOLA PROGETTA
Dietro ad ogni organizzazione formativa c’è sempre impegno e riflessione sui modi di impostare
i vari momenti della giornata scolastica: di stare con i bambini/e, di osservarli, di proporre le
esperienze, di sperimentare nuove strategie…
Il progetto è simile alla costruzione di un oggetto fatto di mattoncini Lego: giorno dopo giorno
si devono assemblare, con logica professionale, per aggregarli e dare ad essi un senso, una
forma!
I mattoncini sono le attività, i percorsi di lavoro, l’organizzazione degli spazi, dei tempi, le
iniziative, le verifiche ma anche gli incontri in programma con i genitori e con le altre istituzioni
scolastiche.
Il progetto cresce pian piano ed accompagna l’intero percorso di un anno scolastico. E’
personalizzato e strutturato a tappe per poter permettere al corpo docente di effettuare le
relative valutazioni necessarie ed individuare l possibili correzioni
L’autonomia scolastica però è solo nell’azione! Il quadro di riferimento dei contenuti specifici è
dato dalle disposizioni ministeriali dove sono indicati finalità, mete, ambiti educativi-didattici e
criteri metodologici.
Come si programma?
L’organizzazione della scuola non è terreno esclusivo di singole persone bensì il risultato di
tanti apporti condivisi, dati da ciascuno per il suo ruolo e per la sua funzione.
Il progetto della scuola nasce armonicamente in quanto espressione delle linee educative
dove la collegialità diventa indispensabile ed obbligatoria per costruire un pensiero
comune, per definire gli obiettivi per stabilire i criteri e gli strumenti per la verifica
settimanale e periodica.
LA FORMAZIONE DEI DOCENTI
Le risorse e le competenze professionali sono un elemento essenziale nella crescita
qualitativa della nostra scuola. La formazione non rappresenta solo un obbligo
professionale bensì un’occasione di confronto che si espande, dentro un servizio
pubblico, tra insegnanti e formatori.
Il significato
La formazione è uno strumento per consolidare le competenze e renderle attuali nel complesso
sistema delle relazioni sociali ed istituzionali; è la possibilità di riflettere sul proprio operato e di
controllare l’impatto con la realtà educativa, inoltre costituisce una strategia di rinnovamento e di
crescita della professionalità.
Come?
Grazie ai suggerimenti del personale, alle proposte della Direzione scolastica, agli impulsi
dell’Amministrazione comunale, si cerca di favorire questo diritto/dovere senza creare problemi
funzionali alla Scuola, che deve sempre garantire il massimo dell’efficienza.
Le forme
La formazione del personale si sostanzia in molteplici iniziative, tra le quali: corsi, laboratori e
forum, privati o autorizzati.
Le insegnanti e l’Amministrazione comunale auspicano che questo
opuscolo sia stato utile e di Vostro interesse.
Le maestre aspettano a braccia aperte i Vostri bambini!!
Grazie…