Commento dei ragazzi della 1F del Liceo Classico Ernesto Cairoli di
Transcript
Commento dei ragazzi della 1F del Liceo Classico Ernesto Cairoli di
GLI INCONTRI VISTI DAI RAGAZZI I ragazzi della 1F – Liceo Classico “Ernesto Cairoli” di Varese 28 novembre 2012 – Milano, Palazzo Litta Il valore del patrimonio culturale per lo sviluppo sociale ed economico dei territori Relatore: Walter Santagata GIANMARCO AZZOLIN Il giorno 28 novembre 2012 io e alcuni miei compagni ci siamo recati a Milano ad assistere ad una conferenza presso il palazzo Litta, nell’ambito del progetto sull’art.9 della Costituzione. Il tema principale riguardava la stretta correlazione tra economia e cultura, un legame indissolubile al quale spesso non prestiamo molta attenzione. È stato interessante notare come ancora oggi la cultura, ma soprattutto la “produzione di cultura” sia un grande beneficio per l’economia di uno Stato. Senza di essa, infatti, non esisterebbe il turismo, una grande risorsa economica e una grande fonte di ricchezza dalla quale possono attingere anche i paesi meno sviluppati. Purtroppo la produzione di cultura non è il principale interesse di alcuni governi, che, invece, prediligono e finanziano la conservazione delle maggiori opere d’arte, della musica ecc. ecc. Lo sviluppo della cultura è strettamente legato alla creatività del singolo individuo, ai talenti che ognuno di noi possiede, alle idee, all’inventiva che rendono unica ogni opera d’arte, ogni canzone. A mio parere creatività è quindi sinonimo di libertà, soprattutto di espressione, di indipendenza, di originalità, ovvero delle basi su cui si fonda una democrazia. Perciò penso che il progresso di una società non si debba valutare secondo un giudizio puramente finanziario, ma penso che si debba anche osservare il livello della diffusione della cultura all’interno della società. Infatti è solamente attraverso essa che un cittadino può sviluppare un proprio spirito critico, affinché non si lasci influenzare passivamente dall’opinione pubblica, ma rifletta libero da ogni genere di condizionamento. Purtroppo ancora oggi si preferisce in molti Stati salvaguardare la cultura, finanziando musei, gallerie d’arte, archivi. Il lato negativo di questo tipo di politica è rappresentato dal fatto che spesso si tende a “imprigionare” il patrimonio artistico di un’intera nazione all’interno di luoghi chiusi e alcune volte non accessibili a tutti. A mio parere anche qui in Italia, come già accade in grandi città dell’Europa come Londra, i musei non dovrebbero essere a pagamento, perché la cultura non deve essere assolutamente un bene per pochi, come in età passata, ma un vantaggio per l’intera comunità. Un altro problema che ostacola il progresso della cultura nella società è rappresentato dal fatto che solo pochi artisti vengono veramente valorizzati e sostenuti economicamente, mentre al contrario la maggior parte di essi non viene neanche presa in considerazione. In questo modo diminuisce la qualità artistica di un Paese, che si ritrova così a poter usufruire delle poche opere e dei pochi monumenti rimasti, che riescono ad attirare, anche se a stento, i turisti ogni anno. È questo il motivo principale del progetto relativo alla materia di Cittadinanza e Costituzione al quale come classe stiamo partecipando, la speranza che così facendo si possano trasmettere anche ai cittadini più giovani l’amore verso il patrimonio artistico della nostra nazione che non solo deve essere salvaguardato, ma anche incrementato. Solo in questo modo potremo essere dei cittadini attivi, che contribuiscono attivamente al bene dello Stato e alla salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente. Siamo noi il cuore pulsante del Paese, il motore che fa muovere gli ingranaggi dell’economia della società, l’energia che dà vita e speranza. GLI INCONTRI VISTI DAI RAGAZZI LUCIONI FEDERICA Emozioni e riflessioni “Sono le persone che fanno viaggiare le istituzioni; i cittadini non possono rimanere indifferenti, devono fare domande, indagare e avere sempre qualcosa da dire.” (professor Walter Santagata) Ho scelto di iniziare questo momento di riflessione a partire dalla frase soprascritta perché sono estremamente convinta che sia, con le sue parole semplici, chiare ma davvero efficaci, la più bella sintesi e il senso ultimo e più vero di tutto il percorso che stiamo seguendo nell’analisi dell’articolo 9 della Costituzione, che passo dopo passo ci sta insegnando a osservare con occhi diversi la bellezza di tutto ciò che ci circonda, cioè non con uno sguardo passivo, indifferente, che attribuisce agli altri la responsabilità di tutelare il nostro patrimonio artistico, ma vivace, attivo, che mira a vedere noi, in prima persona, protagonisti e tramite per rendere la Costituzione non un corpo di leggi scritte e lontane che riguardano solo chi è incaricato di studiarle e farle applicare, ma vive e “presenti” nella nostra vita. Dopo aver preso parte alla conferenza organizzata a l’Aquila, ed essere rimasta estremamente colpita dalle ferite che porta ancora evidenti questa città, ma anche dalla grandiosa forza di volontà dei cittadini che instancabilmente si impegnano per aiutarla a rinascere, io e alcuni miei compagni ci siamo avvicinati alla conferenza sul tema “Il valore del patrimonio culturale per lo sviluppo sociale ed economico dei territori”tenuta dal professor Santagata, in un contesto completamente diverso: Milano, città più vicina alla nostra Varese, ma che almeno per me, è sempre motivo di stupore: è una metropoli immensa, sede di grandi università, di famosissimi teatri (primo fra tutti il teatro alla Scala), città affascinante ma anche caotica, un continuo passare di tram, bus, e lampeggiare di semafori, molto spesso accompagnati dal suono dei clacson degli automobilisti milanesi, frettolosi, impulsivi e impazienti...Milano è anche città dalle grandi contraddizioni, da una parte Piazza Affari, ville lussuose e limousine, dall’altra grattacieli fatiscenti e quartieri in degrado . Questo non poteva essere contesto migliore per affrontare una tematica delicata, come quella della differenza tra conservare e produrre cultura. Durante la conferenza ho provato a immaginare, su invito del professor Santagata, Leonardo da Vinci, che, come il professore illustra in un suo celeberrimo libro “La fabbrica della cultura”, si aggirava incredulo per le strade di Milano, iniziando a coltivare domande nel cuore, osservando con occhi stupefatti la grandezza della città, la presenza di tanti musei, cioè luoghi atti alla conservazione, alla tutela e alla protezione di un’opera d’arte e che tutt’oggi permettono ai visitatori di ammirare le elaborazioni artistiche di chi ci ha preceduto. Il protagonista, a un certo punto sorseggiando un caffè, bevanda a lui sconosciuta, iniziò però a interrogarsi su dove siano gli artisti, le loro botteghe, insomma, su come e dove si “produca” arte nel mondo contemporaneo...e le risposte ricevute furono a dir poco confusionarie e superflue. L’analisi di questo breve passaggio del libro mi ha permesso di approfondire l’importanza della conservazione di opere d’arte, operazione che permette a tutti noi ammirare i risultati dell’operato artistico di chi ci ha preceduto, della tutela di queste, sicuramente indispensabile per eliminare i segni del tempo senza sopraffare l’operato dell’artista , ma soprattutto a rivalutare l’importanza decisiva della produzione di arte, tassello fondamentale perché sia possibile la conservazione in futuro. La selezione di artisti avviene per gradi, cominciando nelle scuole, nelle accademie, attraverso mecenatismo o nel mercato. L’opera degli artisti, che viene protetta dal plagio, la valorizzazione delle loro idee e la capacità di “trasformarle” in espressione artistica e poi il consumo sono le successive fasi. Mi è piaciuta molto la sottolineatura fatta dal professore per enfatizzare la nostra posizione decisiva in quest’ultima fase; infatti noi siamo protagonisti del mercato, che deve rispondere alle necessità dei consumatori e a una società che cambia continuamente. Se una volta l’essenziale era produrre in grande quantità, oggi è curare anche la qualità, con l’intrusione di una componete simbolica che attrae il consumatore. Ho trovato interessante anche la visione dell’economia non solo come disciplina scientifica, ma come tramite per la completa comprensione delle materie umanistiche. GLI INCONTRI VISTI DAI RAGAZZI Definirei le attività del pomeriggio a dir poco “eccezionali”; non capita tutti i giorni di poter ammirare da vicino opere famosissime come il Cenacolo di Leonardo presentate da guide d’eccezione e ho trovato innegabilmente sorprendente lasciarmi guidare e affascinare dalle parole della dott.ssa Daffra che, in modo personale e attento ci ha illustrato i capolavori contenuti nelle sale della Pinacoteca di Brera, non tralasciando però di raccontarci i “segreti” celati da quei capolavori, come le mani attenti di chi li ha restaurati o di chi li ha donati a beneficio di tutti. In questa giornata più volte ci è stata ribadita l’importanza di ognuno di noi come componente attiva del progresso della società e della cultura della nostra Italia. Per noi ragazzi produrre arte significa dare sfogo alla creatività, come sottolineato anche dal professore, che è l’indice di originalità che rende ognuno di noi unico. DAVIDE PIANA Nell’ambito del progetto riguardante l’articolo 9 della Costituzione, il giorno 28 novembre ’12 si è svolta presso il teatro del palazzo Litta a Milano una conferenza sulla cultura tenuta dal prof. Walter Santagata, docente universitario e economista. Il prof. Santagata ha illustrato attraverso il suo discorso due particolari aspetti della cultura sul territorio italiano: la politica della conservazione della cultura e la politica della produzione. Dalle parole del docente è emersa la necessità di tutelare tutte le opere e i prodotti che nel corso dei secoli hanno contribuito a formare l’identità culturale dell’Italia nei diversi ambiti (l’arte, la letteratura, il design, la moda…). Il patrimonio culturale e artistico Italiano, che rappresenta una notevole fonte di ricchezza e di guadagno, necessita infatti non solo di essere preservato dal progressivo deterioramento a cui inevitabilmente il tempo lo sottopone ma anche dalle speculazioni di tipo economico spesso insite nel mercato. Inoltre per lo sviluppo della cultura è importante applicare una corretta e proficua politica della produzione, dando la possibilità anche ai giovani artisti di emergere e valorizzando ogni forma di arte che possa contribuire ad arricchire il patrimonio culturale italiano. Nel corso dei secoli fino ai giorni nostri l’Italia è sempre stata caratterizzata da una fiorente produzione artistica, letteraria, pittorica… Il popolo italiano si è sempre distinto per le proprie qualità produttive e creative, e ancora oggi il made in Italy gode di una considerevole notorietà e fama anche a livello mondiale nei diversi ambiti (il design, la moda, la gastronomia…). Allo Stato, alla politica, alla popolazione italiana e in particolare a noi giovani spetta quindi il compito di conservare e tutelare questo ricco e significativo patrimonio culturale e artistico che abbiamo ricevuto in eredità dalle generazioni che ci hanno preceduto e che, soprattutto in questo periodo di crisi che il nostro paese sta attraversando, rappresenta anche una risorsa economica da non sottovalutare. Altrettanto importante e fondamentale è lo sviluppo della creatività e delle attitudini attraverso le quali si può arricchire e accrescere questo patrimonio, mantenendo vive le qualità e il valore della cultura, dell’arte e di ogni tipo di produzione made in italy.