3. pensieri – novembre 2016

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3. pensieri – novembre 2016
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Mercoledì 02 novembre 2016
«L'uomo ha questa scelta: lasciar entrare la luce o tenere le imposte chiuse»
Henry Miller
In ogni circostanza della vita - diceva Jean Cazeneuve in un libro dedicato
all'ottimismo - ci si può comportare da Dottor Tanto-meglio o da Dottor Tantopeggio. La sfida o il dispetto. La speranza o la mancanza di fiducia. L'apertura o il
ripiegamento su se stessi. Tutto dipende dall'interpretazione che abbiamo degli
avvenimenti. Nel susseguirsi di immagini, di avvenimenti, di informazioni che vi
assale quotidianamente, su che cosa fissate la vostra attenzione, che cosa rimane al
vostro spirito? Qual è il fermo immagine che riassume la vostra giornata? Questa
immagine nutre per natura l'incertezza o la serenità? In generale, siete più pronti a
indignarvi o a rallegrarvi? Di fronte a un ostacolo più grande, siete inclini al
disfattismo o alla sfida? Osservate come si formano in voi i motivi di timore o di
speranza e ditevi che si può passare dall'uno all'altro con un impercettibile
cambiamento di prospettiva, semplicemente lasciando entrare la luce dove finora
regnava l'oscurità.
Giovedì 03 novembre 2016
«Esistere significa coesistere »
Gabriel Marcel
Essere amati significa esistere nello sguardo di un altro. Siamo nati per essere in
relazione, per essere collegati. Ed è la forza dei legami che ci rende forti. Se le nostre
società sono devitalizzate, è perché abbiamo perso di vista la necessità di vivere
insieme, la forza dei legami comunitari. La cosa tragica dell'individualismo non è il
desiderio personale di controllare la propria vita, ma l'illusione di credere che si possa
fare a meno degli altri e astrarsi dal mondo per seguire tranquillamente la propria
strada. L'indifferenza per la sorte degli altri e del mondo è limitante. Non siamo su
questa terra per compiere un cammino personale, ma per condividere l'entusiasmo di
chi ci somiglia. Esistere soltanto per se stessi non ha senso. Esistere significa
coesistere.
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Venerdì 04 novembre 2016
«La frontiera tra il regno del Bene e il regno del Male passa attraverso il mio
cuore»
san Francesco di Sales
Quanto è facile classificare il mondo in due categorie: i buoni e i cattivi, e scegliere
naturalmente il proprio posto nella prima! La debolezza delle «persone perbene» è
credersi al riparo da ogni male, mentre ci sono modi molto subdoli di scendere a patti
con il male senza accorgersene... a cominciare dalla propensione a credersi meglio
degli altri. Il vero realismo consiste nel rendersi conto di dove il male si introduce, e
il verdetto della coscienza è generalmente schiacciante: il male si intrufola in
ciascuno di noi! Sì, il nostro cuore è simile a un campo di battaglia, e i due campi
sono dentro di noi: uno accanto all'altro stanno il debole e l'audace, l'eroe e il
miserabile, il generoso e l'egoista, il perseverante e il vigliacco, l'entusiasta e lo
scoraggiato. Quando dei conflitti ci mettono contro noi stessi, è positivo saper
identificare i personaggi che dimorano in noi, per disarmare la loro violenza o
fortificare la loro speranza. Se pensiamo che il male sia al di fuori di noi stessi, come
sapremo vincere i nemici che subdolamente possono occupare il nostro intimo e
fomentare l'agitazione e il turbamento?
Lunedì 07 novembre 2016
«Oserei esporre qui la più grande, la più importante, la più utile regola di
tutta l'educazione? Non si tratta di guadagnare tempo, ma di perderne»
Jean-Jacques Rousseau
L'infanzia è quasi interamente fatta di tempo perso. Un tempo di attesa, di continuo
divenire, un tempo di fioritura, un tempo in cui si imparano le cose senza sapere
davvero «a che cosa servono», in cui si è sempre in attesa della tappa successiva. Ed
è proprio questo tempo perso, questo potenziale inespresso che fondano il nostro
destino. Il tempo vacante, quello che affrontiamo senza saperne troppo, e che stimola
la nostra attenzione e disponibilità è proprio quello che manca all'adulto, troppo
assorbito da mille cose, troppo impaziente di concludere. Durante l'infanzia, il tempo
passa lentamente, in armonia con le stagioni e le lunghe maturazioni. I momenti in
cui non sembra accadere nulla e in cui ciò nonostante maturano i nostri pensieri, le
lunghe giornate oziose e la sensazione di noia se non di inutilità che le accompagna:
ecco esattamente le materie prime più preziose per lo sviluppo futuro. Perché è allora
che il tempo (che chiamiamo perso) ci modella, è allora che gli orientamenti più
importanti si decidono attraverso di noi e quasi malgrado noi, in ogni caso senza che
lo sappiamo prima.
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Martedì 08 novembre 2016
«Il paradiso è sparso qua e là, lo so. È il compito terreno riconoscerne i fiori
disseminati tra la povera erba»
Yves Bonnefoy
Abbiamo un immaginario classico o sdolcinato sul paradiso, come se si trattasse di
un luogo di nettare e delizie. Eppure, se vi prestiamo più attenzione, possiamo
riconoscerne frammenti disseminati un po' dappertutto nel mondo, nella nostra vita e
nel nostro ambito quotidiano. Il paradiso è quando il nostro cuore si apre, quando
prestiamo orecchio, e tutta la nostra attenzione si mobilita in uno slancio di amore e
di speranza. Il paradiso è quando uno slancio entusiasta ci fa gustare l'indimenticabile
sapore della fraternità, e sentiamo quanto è dolce la terra quando la pace del cuore ci
sommerge. Il paradiso è quando convertiamo la nostra libertà in impegno, i nostri
rapporti in moti di alleanza e non cerchiamo più la ricchezza nel possesso e
nell'accumulo, ma nella gratuità e nel dono di sé. Il paradiso è quando ciò che non
osiamo sperare si accorda alla nostra speranza, e l'imprevedibile fa danzare l'istante.
E se accordassimo una maggiore attenzione a scoprire tutte le tracce del paradiso
nella nostra vita? Non sarebbe già un avvenimento?
Mercoledì 09 novembre 2016
«Un bambino non è un vaso da riempire, è un fuoco da accendere»
Montaigne
Come favorire lo sviluppo di un bambino? La pedagogia della vigilanza e della
fiducia è ciò che possiamo dare di meglio a un piccolo uomo. Troppo spesso, il
sistema scolastico si dà la missione di trasmettere conoscenze e convalidare
esperienze, cosa sicuramente formativa e rispettabile. Ciò nonostante, il bambino non
è un serbatoio di conoscenze da riempire fino all'orlo! È una sensibilità da risvegliare,
un movimento da mettere in cammino e da orientare, un'energia da canalizzare.
Françoise Dolto, celebre pioniera della psicanalisi infantile, esprimeva le cose in
questo modo: «Educare significa stimolare l'intelligenza, le forze creative di un
bambino, dandogli i suoi limiti, perché si senta libero di pensare, di uscire e di
giudicare da solo, pur amandoci». Cerchiamo di accendere il fuoco che porterà il
bambino all'ebollizione del suo talento, della sua passione, della sua vocazione!
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Giovedì 10 novembre 2016
«L'uomo non è nulla in se stesso. È solo una possibilità infinita. Ma è il
responsabile infinito di questa possibilità»
Albert Camus
Quando si considera un neonato, si rimane affascinati nel constatare che questo
piccolo essere, nonostante la sua estrema vulnerabilità e nonostante ancora non abbia
consapevolezza del mondo, è già portatore di un destino. Siamo portatori di
possibilità fin dalla nascita, e tutto il tempo della nostra educazione e della nostra
istruzione esiste per permetterci di addomesticare le grandi inclinazioni e le grandi
capacità che sono in noi. Nietzsche esclamava: «Devi diventare l'uomo che sei. Fa'
ciò che tu solo puoi fare. Diventa continuamente ciò che sei »... Robert H. Schuller
aggiungeva, in una prospettiva più teocentrica: «Ciò che sei è un dono di Dio. Ciò
che diventi è il tuo dono a Dio ». Alla domanda: «Che cos'hai fatto del tuo talento?»
bisognerebbe essere sicuri di poter rispondere senza abbassare gli occhi.
Venerdì 11 novembre 2016
«Andare fino in fondo non significa soltanto resistere, ma anche lasciarsi
andare»
Albert Camus
La nostra educazione, molto orientata alle virtù della volontà, ci lascia immaginare di
poter venire a capo di ogni situazione se siamo mossi da un'appassionata
determinazione. Il che non è falso. Ma fondamentalmente ciò non è nemmeno vero...
La volontà è davvero necessaria quando si tratta di esprimere le nostre scelte, il
nostro libero arbitrio, e di affermare ciò che desideriamo davvero. Ma può essere un
alleato imbarazzante che influenza il nostro comportamento in ogni occasione,
imbarazzante quanto può esserlo l'attivismo per l'azione... Manteniamo il giusto ritmo
e la giusta misura. È vano pretendere che sia sufficiente volere per potere. La nostra
volontà non può tutto. Talvolta dobbiamo entrare nella modalità «obbedienza»,
tranquilla accettazione dell'imprevisto, consenso a ciò che non potrebbe dipendere in
alcun modo dalla nostra volontà. Anche quando pretendiamo di controllare la nostra
vita, intuiamo che qualche cosa ci sfugge, ha luogo dentro di noi e di noi si prende
gioco e non può dipendere solo dalla nostra volontà, per quanto tenace. Questa forza
dell'abbandono non è né la volontà né il suo contrario. Non è né fatalismo né libertà
totale. Ci fa comprendere la necessità di agire ma anche di «lasciarsi agire», lasciarsi
vivere, nel senso più spirituale del termine.
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Lunedì 14 novembre 2016
«Ogni immersione dentro di sé, ogni sguardo verso l'interiorità è allo stesso
tempo ascensione - assunzione -, sguardo verso la vera realtà esterna»
Novalis
Più si scende all'interno di se stessi, più si sale nell'universo esteriore che è la vita.
La profondità raggiunge la vetta: per essere profondi, bisogna elevarsi. E tutto ciò che
contribuisce alla chiarezza dello spirito - il discernimento, la lungimiranza, la lucidità
- sono moti dell'intelligenza che si coltivano del tutto interiormente... e grazie a loro
siamo armati per affrontare le grandi lotte dell'esterno. È forse questo che ha portato
André Maurois a dire questa frase sibillina: «I l vero mondo interiore è il vero mondo
esteriore ». C'è spesso un divario tra il mondo com'è e la percezione che ne abbiamo.
Ma quando le due cose si sovrappongono, allora brilla la luce della verità. Quindi
rispondiamo subito agli appelli del nostro intimo, disponiamoci in un atteggiamento
sereno di silenziosa ricettività, scendiamo fin nel profondo di noi stessi come in un
retroterra nascosto dove i valori originari sono rimasti intatti e dove si distillano tutti i
sapori della vita, nei preziosi alambicchi della coscienza e del subconscio.
Martedì 15 novembre 2016
«Alla prima occasione, rivediamoci. La vita, che pur sembra lunga, è in realtà
davvero troppo corta»
Eiji Yoshikawa
Il desiderio di incontro è probabilmente il più insistente e il più vivo dei nostri
desideri. Incontrare significa conoscere... Così sono i nostri movimenti, maldestri,
frettolosi, disordinati, quando ci accorgiamo, grazie all'incontro con la persona amata,
che il nostro destino sta per essere rivoluzionato. Tutto nella vita è incontro. L'altro
appare come guida, luce, rivelatore, conduttore di energia, creatore di gioia duratura,
intermediario. Un incontro crea un prima e un dopo; è ciò che scombussola e
stravolge la maggior parte delle cose dentro di noi. Francois Mauriac sosteneva che
«meritiamo tutti i nostri incontri. Essi sono in armonia con il nostro destino». E
spesso un incontro, con il suo carattere decisivo, fa sì che non vedremo mai più la
vita come prima. Tutte queste virtù dell'incontro, in ciò che ha di determinante e di
provvidenziale, fanno in modo che siamo in uno stato di perpetua aspettativa, come
nell'attesa di un po' di vita in più, e che sembriamo mendicanti della relazione viva
che permette l'incontro: per alcuni, frutto del caso e della necessità, per altri, traccia
interiore in noi del progetto divino...
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Mercoledì 16 novembre 2016
«Non avere fretta: è una cosa che opprime»
Claude Roy
Gli obblighi imperiosi della vita moderna ci costringono ad andare contro alla
nostra natura e a sfidare rischi che sappiamo essere pericolosi. Questa scissione nasce
dallo scarto tra ciò che crediamo positivo nel modo di compiere il nostro destino e ciò
che facciamo effettivamente «per forza di cose». Il principio sacrosanto della realtà
spazza via le nostre risoluzioni più salde, come se la forza delle cose fosse più
potente della nostra volontà, della nostra coscienza e del nostro libero arbitrio messi
insieme! «La cosa tragica dei tempi moderni», si allarmava Michel Random, « è che
l'uomo, vivendo fuori dal ritmo delle stagioni, dai ritmi del proprio corpo, dai ritmi
della propria psiche, vive in definitiva contro se stesso». Non prendiamo troppo le
distanze dalle nostre fondamenta e dai nostri ritmi naturali: la nostra natura potrebbe
ribellarsi in modo distruttivo!
Giovedì 17 novembre 2016
«Il re di Prussia diceva che non può esistere uomo che abbia fatto la metà di
ciò che avrebbe potuto fare»
Chamfort
Alcuni psicologi sostengono che utilizziamo soltanto il 10% delle nostre capacità.
Questa quantificazione è un po' sospetta, perché non siamo macchine tenute a un
rendimento e resta da capire come viene determinata una simile percentuale! Inoltre,
persino le macchine non vengono sollecitate al massimo della loro potenza: quando
utilizziamo la nostra auto, non è per guidarla continuamente a pieno regime. È quindi
meno importante sapere se abbiamo fatto solo una parte di ciò che avremmo potuto
fare, piuttosto che sapere se ciò che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in pienezza, al
100%! Non colpevolizziamoci per il resto. Alcuni sostengono che «bisogna riempire
la propria vita fino all'orlo», ma non è certo che la loro teoria sia quella ottimale. Non
cerchiamo di fare tutto ciò che ci è accessibile. Sforziamoci piuttosto di fare bene ciò
che siamo impegnati a fare...
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Venerdì 18 novembre 2016
«Avere degli obiettivi è non solo necessario per motivarci, ma anche essenziale
per farci rimanere in vita »
Robert H. Schuller
Una persona senza progetti è una persona che si separa dalla dinamica della vita. Un
progetto fa sì che vengano utilizzate diverse preziose facoltà vitali: quella di sognare,
di credere, di entusiasmarsi, di perseverare, di sperare. Ecco perché dobbiamo sempre
coltivare dei progetti, alimentare una passione, fissare degli obiettivi. È quasi una
questione di salute mentale. La mente umana non è fatta per vivere soltanto
nell'istante, anche se numerosi filosofi, saggi e poeti hanno celebrato le virtù del «qui
e ora». Se abbiamo la facoltà di proiettarci nel futuro, è proprio per organizzarci,
costruire, essere innovativi, addomesticare il futuro. Non lasciamo che la vita decida
da sola al nostro posto quali momenti vivremo. Teniamo saldamente il timone, per
orientare la nostra rotta secondo il nostro intuito, i nostri desideri e i nostri principi,
nella direzione che avevamo scelto. E facciamo ciò qualunque sia la forza della
corrente della vita.
Lunedì 21 novembre 2016
«Non succedono mai grandi avvenimenti interiori a chi non ha fatto nulla per
chiamarli a sé; e ciò nonostante il più piccolo caso della vita porta in sé il seme di
un grande avvenimento interiore»
Maurice Maeterlinck
Tutto ciò che accade dentro di voi ha senza dubbio una risonanza più duratura degli
avvenimenti in cui vi imbattete quotidianamente e cui attribuite troppo spesso
un'importanza eccessiva. L'avvenimento sta sempre in disparte rispetto alla
percezione che ne abbiamo. Perché vi rattrista così tanto quel fallimento, mentre
potreste considerarlo un segno del destino, un invito a ripartire in un'altra direzione,
più conforme alla vostra verità? Tutto ciò che siamo portati a vivere ha un suo senso
profondo, nulla è inutile, tutto è capacità. E, in primo luogo, capacità di
trasformazione. Infatti, quali che siano i favori o i capricci del destino, una cosa è
certa: siamo chiamati a trasformarci, ad abbandonare la pelle vecchia per far nascere
l'uomo nuovo. Tutti gli avvenimenti che viviamo contribuiscono a questo
cambiamento. E importante semplicemente non avere una percezione minacciosa, ma
benevola di ciò che ci circonda. Tutto può contribuire alla nostra evoluzione e al
nostro sviluppo, comprese le prove.
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Martedì 22 novembre 2016
«Noi non scegliamo nulla. Il nostro destino sceglie. E la saggezza sta nel
mostrarci degni della sua scelta, qualunque essa sia»
Romain Rolland
«Vivere significa scegliere. Essere felici significa saper scegliere». Questa
bellissima frase di Frane Nohain ci provoca. Infatti è piena di verità e, allo stesso
tempo, sentiamo che la vita non è unicamente composta di questa determinazione
intraprendente, di questo movimento sincero e strano che consiste nel scegliere e
nell'impegnarsi. La vita non si presenta sempre sotto forma di domande cui si tratta di
rispondere con un sì o con un no e che effettivamente, in questo caso, richiedono una
scelta, un'opzione di valore. Abbiamo sperimentato, in molte circostanze, che
l'atteggiamento più giusto non sta tanto nella scelta quanto nel consenso, in una
ricettività silenziosa. Come se da noi ci si aspettasse non che ci mettiamo in
movimento, ma che seguiamo un movimento. A questo proposito lo slancio amoroso
rappresenta molto bene tale ambiguità. Deve aver luogo in noi una sottile mescolanza
di lucidità controllata e di accettazione di forze che ci superano. Saint-Exupéry
gettava una luce interessante su questa misteriosa organizzazione della nostra vita: «Il
futuro è sempre soltanto un presente da mettere in ordine. Non devi prevederlo, ma
permetterlo».
Mercoledì 23 novembre 2016
«Per avere labbra affascinanti, pronunciate parole di bontà.
Per avere begli occhi, guardate ciò che le persone hanno di bello.
Per restare magri, condividete i vostri pasti con chi ha fame.
Per avere bei capelli, fate in modo che un bambino vi passi la mano ogni
giorno...»
Audrey Hepburn
Audrey Hepburn non fu soltanto una delle più brillanti rappresentanti della settima
arte, ma una personalità di grande generosità, come testimonia il suo impegno come
ambasciatrice dell'Unicef. Esprimeva la ricerca di autenticità che la tormentava con
parole molto toccanti sulle quali tutti guadagneremmo se le meditassimo, perché
rivedono la gerarchia dei valori in modo magistrale. Così, la bontà, la bellezza,
l'immagine di sé, il successo, sono nozioni astratte e futili se non si convertono in
dono di sé. Tutto ciò che la Provvidenza favorisce nel nostro destino si impoverisce,
si devitalizza e sfiorisce in brevissimo tempo se ci mancano l'amore, l'attenzione e la
generosità. Per essere sicuri di far prosperare ciò che avete, e di farne tesoro per
sempre, c'è un'unica possibilità: donatelo! Ecco il segreto della felicità.
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Giovedì 24 novembre 2016
«Più profondamente il dolore vi scaverà, più gioia potrete contenere»
Kahlil Gibran
San Francesco d'Assisi chiamava «gioia perfetta» non gli istanti di pienezza
permessi dalla convergenza di circostanze felici, ma al contrario la capacità della
persona di sopportare serenamente le difficoltà della vita, e di farne persino un
cammino di speranza. Non si tratta di un'ascesa dolorista o di una mistica
dell'autoflagellazione, ma della concezione stoica secondo cui dobbiamo abbracciare
tutto quanto c'è di vivo nella vita, senza escluderne nulla. Se tutto deve avere un
senso, allora anche la sofferenza, anche l'ingiustizia possono avere una
giustificazione. Non che siano auspicabili ma, poiché esistono, dobbiamo farne
strumenti di purificazione interiore. Se le difficoltà della vita non provocano un
turbamento duraturo in noi, allora una pace del cuore e una serenità dell'anima si
radicano nel profondo della nostra vita. Non è proprio questa la gioia perfetta? Daniel
Defoe aveva questa percezione delle cose: «Il più alto grado della saggezza umana è
saper piegare il proprio carattere alle circostanze e rimanere calmi interiormente a
dispetto delle tempeste all'esterno».
Venerdì 25 novembre 2016
«Non ci può essere vero progresso se non interiore. Il progresso materiale non
è nulla»
Julien Green
Spinoza sosteneva che «la soddisfazione interiore è in verità ciò che possiamo
sperare di più grande». La nostra vera prosperità, il nostro vero modo di crescere,
hanno luogo dentro di noi. Alcune persone, straordinariamente celebri nella vita,
possono avere come unica ricchezza l'immagine che proiettano. Possiamo considerare
che consista in questo riuscire la propria vita? Tutto ciò che accumuliamo, al di fuori
delle ricchezze del cuore e dello spirito, è chiamato a scomparire un giorno. Che cosa
rimarrà del vostro passaggio sulla terra? Non la fortuna che avete costituito, non i
beni che avete lasciato in eredità, ma una certa densità dell'essere, la parte più
inquantificabile di voi stessi. Quella che, precisamente, non ha prezzo...
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Lunedì 28 novembre 2016
«La persona è una molteplicità interiore, incompiuta, chiamata a darsi delle
regole, a unificarsi. Dio dà solo forma all'uomo, è sulla terra che ognuno si crea»
Proverbio africano
«Diventa ciò che sei». Questa massima, che Nietzsche attribuisce a Pindaro, uno
dei più celebri poeti lirici greci, è sempre un po' sorprendente da sentire. Perché
infatti diventare ciò che si è già? Perché in realtà siamo sempre «in divenire», la
nostra personalità non è fissata una volta per tutte, è portata a seguire le oscillazioni
della realtà, i meandri delle circostanze, il flusso e il riflusso delle maturazioni
interiori. Questo approccio ci allontana dal determinismo, poiché lascia intendere che
abbiamo la scelta di seguire o no la nostra inclinazione naturale. Vi è dunque la
possibilità di libero consenso o di rinuncia. Ciò nonostante, per uscire dalla spirale
del senso di colpa (che impone il concetto di retta via o di cattiva strada), non c'è
niente di meglio che far sovrapporre la propria vita al nucleo primordiale di noi stessi,
di scegliere di vivere al centro di noi stessi e non in periferia. Questo approccio si
ricollega a quello di Kant, per il quale siamo liberi a partire dal momento in cui
scegliamo, consapevolmente, una legge che ci siamo imposti.
Martedì 29 novembre 2016
«È una legge ineluttabile che ognuno passi accanto alla sua felicità e si adoperi
a mendicarla altrove?»
Rex Desmarchais
L'erba del vicino, si dice, è sempre più verde... Questa affermazione bucolica e
nostalgica traduce bene la nostra difficoltà ad accontentarci. In essa vi è soprattutto
l'idea che il nostro sguardo sia singolarmente sbagliato, poiché vediamo negli altri
esclusivamente ciò che hanno, mentre percepiamo la nostra sorte innanzitutto
nell'ottica di ciò che ci manca. Nell'uno e nell'altro caso, la soggettività offusca la
nostra lungimiranza e forse anche una forma di invidia complessa che ritroviamo in
altre circostanze. Così, ciò che chiamiamo fortuna negli altri, la definiamo volentieri
merito quando si tratta di noi, come se tutto ciò che ci capita di positivo fosse frutto
esclusivo dei nostri sforzi e della nostra volontà. Se vi chiedete con insistenza: «Dove
trovare la felicità?», sentirete, in modo lieve e discreto, una vocina mormorarvi:
«Dentro di te, quando il tuo cuore è in pace e il tuo sguardo si apre sulla vera realtà
delle cose, e sulla prospettiva della loro bontà»...
PENSIERI DEL MATTINO - A.S. 2016-17
Mercoledì 30 novembre 2016
«La morte (o la sua allusione) rende gli uomini preziosi e patetici »
Jorge Luis Borges
Il concetto di rinvio rende drammatico il destino e ci pone di fronte alle basi stesse
delle nostre scelte. No, non abbiamo l'eternità per agire. Si, gli uomini, per quanto
ricchi, famosi e invidiabili, sono tutti destinati a diventare polvere... In questo senso,
ogni uomo è straordinariamente fragile. Meravigliosamente fragile, dobbiamo
affrettarci ad aggiungere, perché è questa fragilità che lo rende capace di amare, di
commuoversi, di essere alla fine «umano». L'uomo più potente del mondo è
vulnerabile quanto il senzatetto, perché nessuno è al riparo dalla morte e nessuno può
dire la durata e il valore di ciò che gli resta da vivere.
Elsa Triolet suggeriva: «Si dovrebbe sempre vedersi come persone che moriranno il
giorno dopo. È il tempo che si crede di avere davanti a sé che uccide». In realtà, ciò
che ci deve tormentare non è che la nostra vita un giorno deve finire, ma sapere che
cosa avrà meritato di essere vissuto in pienezza e che cosa, di quanto abbiamo fatto,
avrà arricchito il capitale d'amore di tutta l'umanità...