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FRANK ZAPPA
Affermare che nel panorama della musica contemporanea ci sia stato un artista più grande di altri è difficile e probabilmente inutile; abbiamo avuto straordinari chitarristi, tastieristi , bassisti e batteristi di cui abbiamo già avuto modo di parlare e polistumentisti, animali da palcoscenico (Ian Anderson, Peter Gabriel); inarrivabili talenti vocali (Freddy Mercury) e gruppi innovativi (Gentle Giant, Van der Graf Generator), colti e raffinati ( Genesis) , semplici e geniali ( Pink Floyd). Insomma ognuno di noi può indicare decine di “più grandi”, quindi perché stare a discutere o a pensarci. Però (il lungo preludio , presumeva un “però”), se proprio mi dovessero costringere sotto tortura, un nome alla fine lo farei: Frank Zappa. Il suo talento e la sua creatività sono stati così smisurati da rendere ingiusta la recensione di un solo disco. Anche perché nel breve, folgorante, arco della sua vita ne ha composti più di 50, altri 35 sono stati pubblicati postumi e a questi si aggiungono un numero imprecisato di bootleg. Frank Vincent Zappa nasce a Baltimora il 21 dicembre 1940 da padre italiano e madre franco italiana. I motivi di lavoro del padre Francesco e la cagionevole salute del ragazzino (la stessa che lo tradirà a morte ancora giovane) inducono la famiglia Zappa a trasferirsi a Miami, dove riceve in regalo il suo primo strumento musicale, pare un batteria. Tra continui spostamenti di residenza e studi con alterne fortune il giovane Frank sviluppa la sua personalità anticonformista sostenuta da un cervello che viaggia evidentemente a una velocità molto superiore alla norma , frequentando dimensioni e spazi che non sono quelli usuali, meno che meno quelli della squallida e bigotta morale degli USA anni ’60. Il giovane non tollera le convenzioni meschine, la religiosità ipocrita, la sessuofobia e tutte le altre menate american style tipiche dell’epoca. Per vivere comincia a scrivere canzonette e lavora come commesso in un negozio di dischi; un giorno tira un atroce scherzo a un poliziotto di quartiere facendogli credere di girare film porno nel suo studio di registrazione e colleziona così la sua prima grana legale. Non ha il desiderio di piacere a nessuno né la paura di dispiacere a tutti. Nonostante ciò, abbastanza inspiegabilmente nel 1965 la MGM mette sotto contratto Frank Zappa e il suo gruppo: The Mothers of Invention. Un dettaglio che dice molto sul personaggio è che Frank Zappa non tollera l’uso di qualsiasi droga e butta regolarmente fuori dalla band chi ne fa uso. Dati i tempi quello sì che era anticonformismo. E la ragione, naturalmente non era riconducibile al perbenismo o al salutismo, di cui Zappa si stropicciava altamente. La ragione stava nell’assoluta concentrazione e dedizione richiesta nella composizione ed esecuzione della musica. Definire il genere musicale di Frank Zappa è impossibile : egli ha frequentato e padroneggiato tutti i generi musicali : rock, blues,operistica, jazz, classica, folk e spesso ha inserito nelle sua opere recitazione, cabaret, satira, cinema, arte figurativa. È stato oltre che musicista e compositore, arrangiatore, regista, attore, produttore, mostrando ogni volta un genio senza pari. Se l’arte è raffigurazione e trasfigurazione della realtà, è immaginazione che rappresenta, descrive e drammatizza l’esistente, ebbene Frank Zappa ha fatto tutto questo e molto di più. Inizia così una carriera nella quale Frank Zappa riuscirà a fare incazzare praticamente tutti: conservatori e progressisti , femministe, religiosi , critici, comunità ebraiche,altri musicisti , associazioni dei genitori e chi più ne ha più ne metta. Il primo di una serie impressionante di lavori è l’album “Freak out” (vedi), album doppio, in un epoca in cui nessuno o quasi se lo permetteva, costituito da un delirante incastro di rock (“Hungry freaks daddy”), canzoni di protesta, parodia, dissacrazione e satira . Ancora mi chiedo cosa abbia spinto la MGM a pubblicare nel ’66 una cosa del genere. Di idee già pronte FZ ne doveva avere molte; passa infatti poco tempo ed esce “Absolutely free” (vedi), in cui si mescolano citazioni classiche (Stravinskij) e prese in giro della società americana; brani che resteranno celebri marchi di fabbrica come “The duke of prunes” e “Invocation&ritualdance of the young pumpinks” con un’ interminabile improvvisazione di chitarra di grande tecnica, abilità e inventiva. Il gruppo cresce e si arricchisce di musicisti di talento (Ian Underwood alle tastiere) e pubblica il terzo lavoro (“We’re only in it for money”, vedi) di pura irrisione ai Beatles e al loro celebratissimo Sgt.Pepper (guardate le due copertine). E si continua così fra invenzione, umorismo, demenzialità, genio creativo, irriverenza verso chiunque, pubblico compreso, e avanguardia, tale da rendere molta sua musica ancora troppo avanti anche oggi ( “sono un tizio che scrive musica che nessuno riesce a suonare”) “Lumpy Gravy” (vedi) in cui chiacchiere e citazioni ( l’intro ricorda “Apache”) si fondono a brani orchestrali; poi FZ e il gruppo si fingono una band Grease e sotto il falso nome di Ruben and the jets pubblicano un album di canzoncine nostalgiche anni ’50 definita nella note di copertina “Greasy love songs and cretin simplicity”, le melodie , volutamente sciocche sono però farcite da testi acidi o allusivi, insomma una solare presa in giro a 360°. Gli album prodotti da Zappa sono troppi per essere elencati e descritti tutti, ricordiamo dunque “Guitar” (vedi) dove FZ si dedica al suo strumento preferito con uno stile e una tecnica unici e personali: certo, forse non è il più grande chitarrista di sempre, però questa musica l’ ha fatta soltanto lui. “Hot rats” (vedi) forse uno dei lavori più belli. Ascoltatelo per fare una prova. L’acido e sintetico “Jazz from hell” (vedi); “L’apostrophe” (vedi), con il quale vince il suo unico disco d’oro e che non è certo il suo album migliore , non a caso una volta disse: “suono per un pubblico che applaude sempre al momento sbagliato”. O “Sheik Yerbouti”(vedi) altro capolavoro con pezzi memorabili quali “Rat tomago” “City of tiny lites” “Yo’Mama” e la irriverente “Jewish princess” che riesce a mandare fuori dai gangheri la comunità ebraica . Il triplo “Joe’s garage” (vedi), in cui invade il territorio del musical con una storia distopica , allucinata e sciocca allo stesso tempo, che va assai per traverso all’ amministrazione Reagan. E mille altre perle come le bellissime “The torture never stops” “Waka-­‐Jawaka” “The Grand Wazoo”, “Filthy habits”, tutti scaricabili almeno in parte dalla Rete. Fino all’ ultimo “Yellow shark” (vedi) composto e registrato dopo la diagnosi di cancro. Nonostante la malattia e le terapie cui deve sottoporsi, FZ si produce nell’ultimo sberleffo: dolce, esilarante, elegante, musicalmente innovativo e impeccabile. Frank Zappa muore a Los Angeles il 4 dicembre 1993. Lascia una produzione musicale ed artistica senza eguali, un tesoro di idee e sperimentazione di ironia e dissacrazione senza riguardi per nessuno. Pensiamo a quanti poveretti si sono voluti attribuire l’etichetta di “politicamente scorretti” solo perché si esibivano in qualche trita battuta sul politico di turno già ampiamente sputtanato di suo. No, miseri conformisti, il politicamente scorretto non esiste , non deve esistere. Esistono le cose vere , che non si possono dire e quelle false o edulcorate che si devono dire Il politicamente scorretto è stato inventato per far credere che in questo sistema si è liberi di dire ciò che si vuole senza pagar dazio col potere. Ma non è così. Frank Zappa è andato…. in quel posto a chiunque non andasse a genio, ha preso in giro tutti per quello che erano, senza cattiveria, perché era anche una persona buona. Il male non doveva metterlo lui, lo portavano in dote gratuitamente i molteplici soggetti della sua ironia. Infatti nel 1985 fu interrogato presso il Senato degli Stati Uniti circa la natura eversiva, blasfema e volgare della sua opera, l’udienza durò cinque ore, e fu trasmessa da più di 30 canali televisivi oltre che ripresa da giornali e stazioni radiofoniche. La deposizione dell’ artista fu, come è facile immaginare , corrosiva e intelligente, tale da ridicolizzare davanti a tutta la nazione e tutto il mondo i suoi accusatori,in particolare una certa senatrice Gore . Zappa paragonò l’ associazione dei genitori, quella che ancora oggi impone negli States l’ etichetta “parental advisory” per tutelare i giovani da testi osceni, a chi «si propone di eliminare la forfora tramite la decapitazione». Per tutta risposta l’associazione genitori puritani fece applicare l’ etichetta di disco dai contenuti volgari a un suo album solo strumentale , senza testi!!!( “jazz from hell”) proprio a dimostrare che non era lui a trattarli da idioti. Erano loro ad essere idioti. Resta il fatto che gran parte della sua creatività è ancora ignota ed è oggetto di studio e di ricerca anche per merito della sua compagna Gail e dei figli Dweezil , Diva, Moon e Ahmet. Ci sarebbe molto da dire eppure altre cose da dire non ne trovo . La chiusura migliore è una sua frase memorabile: « L'informazione non è conoscenza / La conoscenza non è saggezza / La saggezza non è verità / La verità non è bellezza / La bellezza non è amore / L'amore non è musica / la musica è tutto » Antonio Ferrero