la previdenza complementare affila le armi
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la previdenza complementare affila le armi
previdenza pensioni del futuro La previdenza complementare affila le armi I principali operatori del settore si stanno riorganizzando con nuovi prodotti e servizi per colmare il gap di previdenza e di welfare degli italiani di Massimiliano volpe L a previdenza integrativa in Italia non ha mai registrato la crescita desiderata. Negli ultimi 12 mesi si sono susseguiti poi una serie di provvedimenti contradditori che potrebbero incide sul settore. Da un lato alcune novità volte a favorire la previdenza come le norme presenti nel Ddl sulla concorrenza e l'invio della famosa busta arancione da parte dell'Inps per sensibilizzare gli italiani e dall'altra misure che potrebbero frenare il settore come l’incremento dall'11% al 20% della tassazione sui rendimenti annui dei fondi pensione e la possibilità di ricevere in busta paga, per un periodo limitato di tempo, anche il Tfr destinato alla previdenza integrativa. F Risparmio&Investimenti ha avuto modo di confrontarsi con alcuni protagonisti del settore per capire le prossime mosse in relazione al lancio di nuovi prodotti e servizi durante la tavola rotonda dal titolo "Previdenza integrativa. Rimodellare le strategie per far ripartire il business" svoltasi a Milano nel corso dell’evento Italy Protection ForumForum 2015 organizzato da EMFgroup. Num.05 - Mag 2015 Concorrenza tra fondi aperti e chiusi 58 Per fare ripartire il business della previdenza e favorire la concorrenza tra gli operatori, il governo ha introdotto alcuni provvedimenti nel Ddl concorrenza Secondo Luigi di Falco, responsabile servizio Vita e welfare dell’Ania “il disegno di legge sulle concorrenza risponde al alcune richieste dell’Ania fatte da tempo in tema di previdenza complementare. All’interno del Ddl ci sono novità in tema di portabilità della posizione previdenziale, di maggiore apertura nel mercato della previdenza e di un ruolo più incisivo dei prodotti previdenziali. In particolare il Ddl, che deve terminare l’iter parlamentare, favorisce l'equiparazione tra le diverse tipologie di previdenza complementare. Fino a questo momento, infatti, solo gli iscritti ai fondi pensione negoziali o chiusi, cioè quelli riservati ai lavoratori di uno specifico settore, hanno diritto al contributo aggiuntivo da parte del datore di lavoro che si aggiunge al Tfr arrotondando la posizione del titolare. Grazie al Ddl, se verrà confermato nell'attuale versione a seguito del vaglio del Parlamento, il lavorato- re potrà trasferire automaticamente a un’altra forma pensionistica complementare, anche un fondo aperto o un PIP, il contributo che il datore di lavoro versa a favore del proprio dipendente. Prevista poi la possibilità per i fondi pensione negoziali di rivolgersi anche a platee diverse dalla propria categoria di riferimento e anche alla adesioni individuali. I fondi negoziali potranno operare come i fondi aperti o i Pip nella raccolta di adesioni da parte di lavoratori, che potranno quindi essere anche diversi da quelli del proprio comparto di riferimento. La novità rappresenta una sfida per le compagnie assicurative, che tuttavia vediamo con favo- Inps, busta arancione in arrivo a maggio È stata annunciata per anni, ma sempre rinviata a tempi migliori. Ora la busta arancione è realtà. L’operazione di sensibilizzazione dell’Inps che permetterà a 23 milioni di contribuenti di prevedere quando andranno in pensione e quale sarà il loro assegno è iniziata alla fine di aprile. Più che una busta, almeno all’inizio, la simulazione sarà un documento interattivo, consultabile su internet. Si accede con il Pin dell’Inps, e i primi a poterlo fare saranno tre milioni di under 40: i lavoratori autonomi, i coltivatori diretti, gli iscritti alla gestione separata e al fondo lavoratori dipendenti. Ad annunciare l’arrivo del materiale saranno un messaggio di posta elettronica e un sms: sul sito si potrà simulare il trattamento pensionistico con dei parametri di massima. L’Inps ha preso come riferimento per la crescita del Paese le stime sul Pil contenute nel Def, ma i fattori si potranno modificare. Il risultato è una fotografia divisa in quattro parti: l’età in cui si raggiungerà la pensione di vecchiaia, la previsione dell’ultimo stipendio, l’ammontare dell’assegno e il tasso di sostituzione. re, perchè comporta una maggiore apertura del mercato, più concorrenzialità e più opzioni per i potenziali aderenti. Infine, in materia di prestazioni pensionistiche il Ddl vuole rendere più agevole l’accesso in via anticipata alla pensione integrativa in caso di perdita dell'attività lavorativa che comporti l'inoccupazione per più di 24 mesi, riducendo i tempi previsti dalla normativa attuale di 48 mesi, con un anticipo massimo di 10 anni rispetto ai requisiti per l'accesso alle prestazioni. Più convinzione tra i gli operatori Per alcuni operatori del settore la scarsa penetrazione dei prodotti previdenziali tra gli italiani è da ricercare nell’effettiva convenienza e convinzione degli operatori attivi in questo settore e non tanto nei meccanismi di funzionamento del mercato. Secondo Claudio Raimondi, direttore vita e welfare di Poste Vita, compagnia leader nella previdenza complementare con una quota di mercato del 33%, “sono anni che si parla dell’esigenza di sviluppare il business della previdenza ma i numeri ci dicono che per gli operatori del mercato è stato un insuccesso. Il tasso di partecipazione alla previdenza complementare è basso, intorno al 25,6% della forza lavoro. Negli ultimi anni la crescita è stata realizzata in gran parte dalle compagnie tradizionali e meno dal canale bancario. Numeri che si confrontano con alcune ricerche dalle quali emerge che gli italiani sono oggi consapevoli dello scoperto assicurativo e sono quindi tutti potenziali acquirenti di questi prodotti. E con la crisi stiamo assistendo alla frenata nella vendita di queste soluzioni”. “Se gli operatori non sono riusciti a cogliere tutte le potenzialità della previdenza – prosegue Raimondi - c’è qualcosa che non va. Dal punto di vista del business è necessario considerare che la previdenza complementare consente di fidelizzare i clienti per tutta la vita. Tra i principali limiti nella vendita di prodotti previdenziali vedo però il fatto che l’uomo di marketing non è mai stato abituato a lavorare su un prodotto di lungo termine necessario al cliente per tutta la vita. Inoltre la previdenza è un prodotto di massa e non ci sono target di riferimento. Le compagnie e il canale bancario devono avere un ruolo più attivo nello stimolare l’interesse per il welfare e in questo senso è necessario incrementare l’offerta e migliorare la proposizione del prodotto. Consulenti specializzati per le banche Negli ultimi anni il canale bancario italiano è diventato leader nella distribuzione di prodotti vita ma non di quelli previdenziali. Gli istituti di credito hanno preferito concen- previdenza trarsi sulla vendita di altri prodotti ma qualcosa sta cambiando. Secondo Alessandro Bianco, responsabile prodotti & marketing di Popolare Vita “negli ultimi due anni dal nostro osservatorio noi abbiamo registrato percentualmente buoni risultati nel settore della previdenza. In Popolare Vita abbiamo ripensato non solo al prodotto previdenziale, arricchendolo con nuove coperture assicurative, ma abbiamo rivisto anche alcune strategie di comunicazione all’interno del nostro distributore ovvero le filiali del Banco Popolare. Per permettere una maggiore visibilità all’offerta assicurativo-previdenziale il Banco Popolare ha creato e implementato negli ultimi anni una struttura di specialisti, ognuno dei quali opera su un bacino di circa 20 filiali sul territorio, ma che non sono in competizione con la rete. Ora iniziamo a vedere degli ottimi risultati. Guardando alle esperienze internazionali per cogliere nuove tendenze vediamo che nei prodotti previdenziali distribuiti nei Paesi del Nord Europa c’è una maggiore attenzione per la fase di decumolo, al fine di abbinare finalità previdenziali a quelle di investimento. Crediamo che avere a disposizione anche in Italia prodotti più efficienti dal punto di vista fiscale e finanziario sul fronte di decumolo possa aiutare allo sviluppo della previdenza anche nel nostro Paese”. Attenzione alle interruzione dei versamenti La crisi economica ha presentato degli inevitabili riflessi anche nel settore della previdenza complementare. “L’adesione in termini di raccolta ai prodotti previdenziali su tutti i canali in cui operiamo, agenti, reti bancarie e promotori, è in linea con la media di mercato” precisa Maurizio Binetti, responsabile bancassurance Vita di Allianz. “Una tendenza che stiamo osservando su tutti i canali di distribuzione è il fenomeno dell’interruzione da parte dei lavoratori dei versamenti per fare fronte alle esigenze di breve periodo. In passato non si era mai verificato e le ultime disposizioni del governo in tema di tassazione e distribuzione in busta paga del Tfr non aiutano. Questo fenomeno è presente in tutta la nostra popolazione, lavoratori au- ► Num.05 - Mag 2015 Da sinistra a destra: Luigi di Falco - responsabile servizio vita e welfare di Ania, Claudio Raimondi - direttore vita e welfare di Poste Vita, Alessandro Bianco responsabile prodotti di Popolare Vita, Maurizio Binetti - responsabile bancassurance Vita di Allianz, Massimiliano Volpe - vicedirettore editoriale di Brown Editore, Marco Brega - responsabile direzione rami vita di Vittoria Assicurazioni, Graziano Mollicone head of pension di Axa Italia, Anna Deambrosis - direttore vita e salute di Reale Mutua e Alessio Garbin - director di Previnet. 59 previdenza tonomi e dipendenti ed è un fattore da tenere in seria considerazione. Quanto ai fattori in grado di ridare slancio al business della previdenza complementare, lo scorso anno abbiamo semplificato la gamma dei Pip e rafforzata con nuove coperture assicurative per allinearci all’offerta di mercato. Quest’anno ci concentreremo anche sui fondi pensione aperti, aggiungendo coperture accessorie a cui aderire in maniera facoltativa. In ogni caso riteniamo che non siano questi fattori quelli determinanti per favorire la crescita della previdenza complementare in Italia ma serve sicuramente una maggiore consapevolezza tra i risparmiatori”. Num.05 - Mag 2015 Visione integrata di protezione 60 Numerosi osservatori sottolineano l’assenza di una visione organica nella previdenza complementare da parte del governo e delle istituzioni. “In realtà anche il settore assicurativo non ha mai avuto al suo interno una approccio organico sulla previdenza" precisa Marco Brega, responsabile direzione rami vita di Vittoria Assicurazioni. “Per cercare di rilanciare il business - prosegue Brega - ci sono tre messaggi da tenere in considerazione. Il primo è legato al punto di vista del cliente, il secondo alla ridefinizione del concetto di protection e il terzo è legato a cosa fare per coniugare questi due aspetti. Per le compagnie è necessario affrontare il problema della previdenza dal punto di vista del cliente e non più con l'ottica di prodotto. Il cliente deve essere seguito in tutte le fasi della sua vita lavorativa e non più ad intervalli sporadici. Le compagnie devono pertanto organizzarsi per seguire il cliente da quando ha 18 anni in poi offrendo prodotti in grado di fare fronte a tutte le sue esigenze. Ci vogliono quindi capacità di prodotto e di competenza della rete per seguire i bisogni di protezione del cliente con una gamma di prodotti composta da piani di accumulo del risparmio, tutela del patrimonio, temporanea caso morte, ltc e prodotti previdenzali. Il secondo elemento è quello di avere la capacità di riuscire a trasferire il messaggio integrato di protezione al cliente per fidelizzarlo nel corso degli anni. Per fare fronte ai primi due punti una compagnia tradizionale come Vittoria Assicura- zioni ha formato un nuovo nucleo di operatori specializzati che abbiamo chiamato promotori assicurativi, in grado di proporre prodotti assicurativi e previdenziali lungo tutta la vita del cliente. Abbiamo predisposto un piano di accompagnamento di questi collaboratori con una struttura interna dedicata per fare fronte a tutte le loro esigenze". Offerta a 360° per i bisogni di welfare “In Reale Mutua da circa due anni stiamo lavorando sulla previdenza complementare ma in una logica integrata di welfare” precisa Anna Deambrosis, direttore welfare di Reale Mutua. “La previdenza complementare è per noi solo uno degli strumenti di welfare. La nostra strategia, infatti, investe nel rapporto con il cliente per affrontare con lui, in maniera integrata, tutti i problemi di welfare. I nostri progetti in questo ambito prevedono la predisposizione di un’offerta a 360 gradi intorno ai tanti bisogni di welfare della persona come infortuni, malattie, protection e previdenza complementare con caratteristiche di innovazione, modularità e scalabilità nel tempo. Per fare questo abbiamo predisposto anche un nuovo tool informatico che determina il fabbisogno integrale di welfare del cliente e indica le necessità di copertura nel corso della sua vita. Questo simulatore consentirà alla nostra rete di poter costruire soluzioni meglio profilate sul cliente. Inoltre stiamo investendo in formazione per creare figure specializza- te nelle agenzie, i cosiddetti “welfaristi”, che siano in grado di fornire questo tipo di consulenza così qualificata. Indicativamente vorremmo formare oltre 500 specialisti nell’arco di due anni che ci aspettiamo siano pronti in qualche mese”. Nuovi strumenti online Per Axa il tema della sensibilizzazione e l’educazione previdenziale sono fondamentali e costituiscono un tassello importante della sua strategia nel settore del welfare. "Le nostre esperienze online sono in continua evoluzione" spiega Graziano Mollicone, head of pension di Axa Italia. La comunicazione in tema di previdenza complementare era a nostro avviso divenuta troppo complessa, sia all’interno della rete sia verso il cliente. Ci siamo pertanto posti l’obbiettivo di semplificare i contenuti da trasmettere, centralizzando i temi più complessi e lasciando alla rete messaggi semplici da condividere sul territorio e con i clienti. Abbiamo iniziato nel 2010 con Previsio, un portale dedicato all’assessment previdenziale all’interno del sito istituzionale. Il feedback è stato positivo: la rete si è sentita supportata visto che in media l’operatore ha al massimo 3-4 minuti per trasferire concetti complessi al cliente. L’utilizzo di questi contenuti e dei simulatori presenti all’interno di questa sezione ha portato evidenti riflessi commerciali con tassi di conversione significativi fino a punte del 24%. Nel 2012 abbiamo deciso di ampliare l’attività con un Secondo una ricerca del servizio studi della Bnl, alla fine del 2014 le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari rappresentano circa il 3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane, un valore ancora contenuto anche se quasi doppio rispetto a quello del 2006. Gli iscritti alle forme pensionistiche complementari, a fine 2014 ammontano a circa 6,6 milioni e le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 126 miliardi di euro. Rispetto alla forza lavoro, una platea potenziale di 25,5 milioni di unità, il tasso di partecipazione alla previdenza complementare è del 25,6%. A poter contare su una copertura previdenziale di secondo livello (fondi pensione aperti o negoziali) sono soprattutto i lavoratori delle classi di età più avanzate. Solo il 15% per cento della forza la- sti presso i patronati magari estendendoli anche ai Caf. Questi centri, che hanno attivato convenzioni con i diversi fondi pensione di categoria, rappresentano un punto di appoggio per i lavoratori dove chiedere informazioni e svolgere le attività di post vendita.” “Un ulteriore fattore in grado di favorire la diffusione del Fondi negoziali in cerca di visibilità welfare integrativo è la elaborazione “Nonostante gli ottimi rendimenti per categoria di lavoratori e aziende, registrati dai fondi pensione negodi un piano che tenga conto dei biziali rispetto al Tfr, la loro diffusione sogni e delle priorità dei lavoratori tra i lavoratori è ancora bassa. Anzi stessi e delle loro famiglie, che constiamo assistendo a un ulteriore ralsideri le esigenze di massimizzaziolentamento delle adesioni e una crene della produttività aziendale con il scita delle richieste di prestazioni ed benessere delle famiglie e dei lavoanticipazioni” precisa Alessio Garratori, che tocchi tutti gli ambiti del bin director di Previnet. “Quello che benessere personale e familiare e la manca ancora per favorire la diffucui attuazione possa essere effettuasione dei fondi negoziali è ta in un’ottica integrata tale una forte comunicazioda permettere l’ottimizne per sensibilizzare zazione dei costi e la i lavoratori nonoLe compagnie stanno massimizzazione stante nelle ultime dei benefici deripreparando strutture di vanti. Il tutto svisettimane siano state annunciate luppato in modo consulenti specializzati alcune iniziatiintegrato attranell'offrire prodotti ve che potrebbeverso un portale ro contribuire ad unico, quale moprevidenziali e di una maggiore condalità di accesso protezione sapevolezza come per le diverse catela nuova campagna gorie di lavoratori. In di sensibilizzazione lanquesto modo il lavoratociata da Assofondipensione re potrà avere accesso alla sua e la decisione dell’Inps di inviare a posizione previdenziale e interagire casa degli italiani la cosiddetta busta con il fondo pensione, accedere al arancione. I fondi negoziali dovrebproprio fondo sanitario per interabero quindi avviare delle campagne gire con esso in modo attivo, veridi marketing all’interno delle azienficare lo stato di avanzamento delde, anche con il supporto dei sindale pratiche, e per usufruire di tutte le cati. Inoltre riteniamo che debbano ulteriori opportunità che il sistema essere aumentati i cosiddetti punti di welfare per la sua categoria metdi riferimento, oltre a quelli previte a disposizione”. F del Monte dei Paschi e la rete Agenti, come primo approccio nella relazione con la clientela. Con Mps organizziamo anche degli incontri sul territorio per sensibilizzare i clienti sul tema della previdenza complementare, utilizzando format specifici con un linguaggio immediato. Num.05 - Mag 2015 sito dedicato, www.previsionari.it, che nasce con l’obiettivo di avvicinare chi è molto in periferia, ovvero chi non sente il bisogno e l’esigenza di costruirsi un futuro previdenziale. All’interno del portale sono presenti un blog e una wiki. Nel 2014 abbiamo superato i 400 mila accessi. Oggi viaggiamo intorno a 60-70 mila accessi al mese e pensiamo di chiudere il 2015 con 600 mila accessi. Previsionari è nato per parlare di previdenza con un linguaggio diverso: la wiki ha una veste enciclopedica ma i termini presenti vengono spiegati anche attraverso il linguaggio comune e con esempi concreti. Puntiamo molto sul supporto digitale e per questo abbiamo proseguito nel percorso evolutivo degli strumenti mediante un nuovo tool di simulazione che sostituisce Previsio. Disegnato per i dispositivi mobile come tablet e smartphone, esso vuole rivoluzionare l’approccio ai temi previdenziali. Il nuovo simulatore si focalizzerà sullo stile di vita del risparmiatore per capire le reali esigenze finanziarie di cui si avrà bisogno in futuro. Oltre ai dati fondamentali, viene richiesto di disegnare lo stile di vita componendo il proprio mosaico. Ogni tassello rappresenta un’informazione come la composizione del nucleo familiare, l’utilizzo dei trasporti, gli hobby, lo shopping ecc. per determinare quanto è necessario risparmiare nel corso della vita lavorativa per mantenere lo stile di vita desiderato. E con questo processo genereremo anche dei lead. Le iniziative digitali sono pensate per gli utenti web ma aiutano anche le reti distributive, in particolare quella voro al di sotto dei 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare. Nel 2014 i risultati di gestione delle forme pensionistiche complementari sono stati ampiamente superiori al tasso di rivalutazione del Tfr. I fondi pensione negoziali si sono rivalutati in media del 7,3%, i fondi pensione aperti del 7,5%, i Pip nuovi del 7,3% a fronte dell’1,3% del Tfr. Analizzando i portafogli dei fondi pensione a fine 2013 è possibile osservare come lo stock di investimenti indirizzati in Italia ammontava a 30 miliardi di euro, il 35% circa del patrimonio totale. In gran parte (23,9 miliardi) si tratta di titoli Stato, per un controvalore pari all’1,1% del debito pubblico in circolazione. Più ridotta invece la componente di finanziamento indirizzata alle imprese italiane pari a 2,1 miliardi di euro (2,5% del totale). previdenza I numeri delle pensioni complementari 61