toscana - Corriere Fiorentino
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www.corrierefiorentino.it Lunedì, 7 Dicembre 2015 Il punto Locomotive Territori Etruria, no risarcimenti sì al piano aiuti Ma non per tutti L’esplosione Enegan dà energia (pulita) anche ai giovani artisti Così si trovano i capitali per crescere Oltre le banche 2 5 7 IMPRESE TOSCANA UOMINI, AZIENDE, TERRITORI Ieri, oggi, domani IL VALORE (AGGIUNTO) DA USARE di Fabio Filocamo Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera U n portone che si chiude. Il mondo intorno è cambiato e l’impresa non ce l’ha fatta: fine del capannone, dipendenti a spasso, macchinari forse destinati alla ruggine. Potrebbe essere la scena di un film, ma di quelli ispirati a una storia vera. Una storia che molti toscani possono dire di avere già visto. Perché, nella stagione in cui passava il treno della globalizzazione, molti imprenditori di una pur eccellente manifattura sono rimasti a terra. Pochi anni fa, tanti piccoli e medi imprenditori hanno avviato un’attività nei celebri distretti. Alcuni son diventati grandi e, tutti, il vanto di un territorio che, anche grazie a loro, è famoso nel mondo. Secoli fa, i loro antenati erano alla testa del Rinascimento. Momenti diversi, due funzioni in comune: il tempo che cambia gli scenari e la capacità di società e individui di interpretarlo e di adattarsi. La Toscana è stata culla di cultura, così come oggi è laboratorio di problemi. Ma non sono tutte ombre, anzi. Il Rinascimento fu una rivoluzione culturale e per le imprese anche commerciale. Nacquero banchieri e contabili, per qualcuno persino il capitalismo. Sicuramente non ci fu timore di cambiare, fissando modelli e regole che non esistevano e che poi hanno resistito nel tempo. Oggi, è più facile: non c’è da ripartire da zero. Esiste un enorme patrimonio di conoscenza e una ricchezza di mezzi straordinaria di cui, a volte, pare mancare la consapevolezza. Laurea ad honorem Quanto paga il titolo di studio? Cinque anni dopo la fine dell’Università la maggior parte dei giovani guadagna meno di un operaio in una media azienda e resta un divario forte tra gli stipendi degli uomini e quelli delle donne Indagine sul rapporto difficilissimo tra gli Atenei e il mondo del lavoro a pagina 3 Cervone continua a pagina 7 Sguardi ASPETTANDO LA FINE DEL CIRCO di David Allegranti I n attesa che il ponte sullo stretto di Messina venga fatto. In attesa che la Salerno-Reggio Calabria sia interamente percorribile entro il 2016 (certifica Graziano Delrio). In attesa che il ministro Giuliano Poletti esterni pure sul tunnel fra il Cern e il Gran Sasso, come ai tempi di Mariastella Gelmini. In attesa che il ministro Andrea Orlando ci illustri le misure antiterrorismo per intercettare le chat delle PlayStation. In attesa che la Leopolda produca classe dirigente spendibile oltre il Comune di Rignano. In attesa che Salvini la smetta di arraffare voti per interposta tragedia. In attesa che a Livorno Pd e M5S mettano fine allo scontro sul sudicio e alla gara a chi puzza di più. In attesa dunque della fine del circo, ci concentriamo sulle notizie positive. I trentenni andranno in pensione a 75 anni con il 25 per cento in meno e, fonte Banca d’Italia, la disparità generazionale è aumentata. «La ricchezza media delle famiglie con capofamiglia tra i 18 e i 34 anni è meno della metà di quella registrata nel 1995, mentre quella delle famiglie con capofamiglia con almeno 65 anni è aumentata di circa il 60 per cento». Ma per fortuna con i 500 euri del governo i diciottenni si potranno comprare l’ultimo libro di Fabio Volo. @davidallegranti © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 Lunedì 7 Dicembre 2015 Corriere Imprese FI IL PUNTO di Silvia Ognibene ETRURIA: RISARCIMENTI NO, AIUTI FORSE (A CHI?) I l presidente del Consiglio è intervenuto nel vespaio di polemiche generate dal decreto salva banche per dire che il governo se ne farà carico e sta studiando un’operazione per dare «una qualche forma di sollievo a un particolare tipo di obbligazionisti». Operazione la cui fattibilità l’esecutivo valuta «anche in Europa». Perché alla fine il punto è sempre quello: i paletti di MOBILITÀ QUATTRO RUOTE, ZERO EMISSIONI: OBIETTIVO EUROPA N E W S Piazza Affari 0,0365 0,0363 Settimana dal 30 novembre Dada S.p.A. al 4 dicembre 2,2 7,59 7,60 7,59 1,46 1,422 43 7,65 Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. 1,486 1,482 5,66 42,77 43,70 42,73 5,665 Intek Spa 0,58 0,58 0,58 0,6720 0,6250 0,6150 5,65 0,58 1,0090 1,0040 0,32595 2,28 2,276 1 0,979 2,28 0,95 Salvatore Ferragamo S.p.A. 42,99 22,52 22,75 23,16 22,52 22,28 15,50 15,50 15,47 15,42 15,37 0,083 0,0822 Snai S.p.A. FrendyEnergy 5,735 2,30 Sesa 1,1250 1,1190 1,1130 Borgosesia 0,58 2,02 2,208 2,204 2,032 Eukedos 5,75 2,3120 0,0362 1,102 1,108 0,9305 0,9 0,8825 0,867 Softec S.p.A. 0,6265 7,1 0,614 6,75 6,75 6,75 6,75 Toscana Aeroporti S.p.A. 0,3290 0,33 0,3275 La Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e Piaggio hanno firmato un contratto di finanziamento di 70 milioni di euro a sostegno del settore ricerca e sviluppo del gruppo di Pontedera. Il finanziamento ha durata di sette anni ma riguarda soprattutto i progetti (scooter, moto, veicoli ecocompatibili) che saranno realizzati presso i laboratori italiani di Piaggio nel prossimo trienno 2016- 0,9055 0,315 14,88 15,46 15 14,91 14,79 2018. Buone nuove anche per BioDue che è stata premiata alla Small Cap Conference, evento di Borsa Italiana dedicato alle società quotate di piccola e media capitalizzazione. L’azienda di Tavarnelle Val di Pesa, sbarcata in Piazza Affari nel maggio scorso, ha ricevuto il premio «Liquidità» per la miglior media giornaliera in termini di controvalore scambiato. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ UN CANTUCCINO CON VISTA (SULL’HUDSON) L’ELETTRICITÀ PERDE I FILI: BASTA UNA PARETE MAMME SICURE, UN INVESTIMENTO PER IL SENEGAL I P © RIPRODUZIONE RISERVATA La bussola della settimana ENERGIA Briefing GUSTO «cittadini» di Manhattan chiamano spregiativamente «bridge and tunnel» (letteralmente «ponte e galleria») i pendolari che, dal vicino New Jersey, attraversano l’Hudson, per arrivare nella metropoli. Ora però c’è chi fa il percorso inverso, per la schiacciata e i cantuccini. Sì perché da quando, nei mesi scorsi, il pratese Simone Bertini e la moglie Teresa hanno chiuso il loro «Cantuccio» nel West Village, Manhattan ha perso i biscotti e la schiacciata. Di loro si era occupato persino il New York Times e, nonostante ICONE questo, la coppia non ha avuto paura di lasciare la grande mela. Così, via a Jersey City (tradizionalmente colonia italiana), dove «Prato bakery» va avanti a colpi di pan di ramerino, ciabatta e l’immancabile cantuccio. Con buona pace degli «orfani» di New York City. Edoardo Lusena areti che forniscono corrente a basso costo e ad alta efficienza per qualsiasi dispositivo. Potrebbero presto comparire nelle case e negli uffici pubblici grazie al progetto perfezionato da alcuni ricercatori dell’Università di Pisa. «Jos Technology», questo il nome dello spin off, ha vinto un bando finanziato dall’Ue dedicato alle aziende innovative: 50 mila euro a ciascuna impresa neonata, destinati all’approfondimento del business plan. Jos Technology ha proposto la sua «Energy Surface»: un sistema di conduzione elettrica senza fili ad alta potenza ed efficienza, in grado di portare energia elettrica a basso voltaggio su superfici molto ampie con un unico alimentatore. «Volevamo coniugare risparmio energetico e flessibilità per l’illuminazione — spiega Eleonora Romiti, cofondatrice del progetto assieme all’architetto Marco Ariani — Dopo vari tentativi abbiamo messo a punto una superficie libera, senza limiti di estensione, con innumerevoli punti di connessione». Giorgio Bernardini © RIPRODUZIONE RISERVATA RICERCA digerire alle banche un ulteriore esborso: la proposta presentata dal Pd prevede che il Fondo per i risparmiatori ridotti all’indigenza dal salva-banche ammonti a 120 milioni, 80 dei quali in arrivo dal mondo bancario. Già poco entusiasta di aver dovuto scucire i soldi per il salvataggio delle quattro banche decotte. © RIPRODUZIONE RISERVATA EDILIZIA Rosss S.p.A. 0,0853 0,0849 0,0840 SOSPESA definizione della platea, che si punta a rendere più esigua possibile. Qual è la soglia dell’indigenza? A quanto ammonta il massimo investito per essere definito un «piccolo» risparmiatore? Chi decide se il correntista era in grado di comprendere il livello di rischio di un’obbligazione subordinata oppure no? Fatto questo (e non sarà facile) ci sarà eventualmente anche da far Piaggio & C. S.p.A. Ergy Capital 1,384 Banca Etruria BioDue Spa 0,0371 0,0368 El.En. S.p.A. B & C Speakers S.p.A. 7,5750 indigenza a seguito dell’operazione di salvataggio, non a chi ha consapevolmente sottoscritto uno strumento finanziario rischioso. Per il presidente della Consob, ad esempio, «i risparmiatori che hanno sottoscritto i bond subordinati delle quattro banche salvate dal governo erano informati dei rischi cui andavano incontro». Il primo nodo sarà quindi la CHL S.p.A. I l quadriciclo elettrico compatto di Alfazero (società partecipata da Bassilichi, Ramera e Xentrum) che a Colle Val d’Elsa realizza sistemi per la Smart Mobility punta ai mercati di Germania, Austria, Svizzera, Francia, Olanda, Norvegia, Gran Bretagna e Spagna, oltre che a quello domestico. In occasione dell’eCarTec di Monaco di Baviera, Alfazero ha svelato forme e soluzioni tecnologiche del quadriciclo a zero MERCATI emissioni che verrà lanciato nel primo trimestre del 2016 ed ha presentato la gamma di colonnine per la ricarica elettrica Fillgreen ed Home Energy, che possono essere installate anche dai privati. I soci hanno sostenuto un nuovo round di investimenti per 4 milioni di euro nella società che in tre anni ha triplicato i dipendenti e nominato presidente Simone Bellocci, manager proveniente da Arval. Bruxelles. La strada è stretta e, come ha spiegato il titolare del Tesoro Padoan, i piccoli risparmiatori più colpiti potranno essere «sostenuti, non risarciti». L’Ue non vuole sentir parlare di risarcimenti e anche i centristi della maggioranza temono la creazione di un precedente «pericoloso». Dovrà trattarsi quindi di un intervento «sociale», rivolto a chi si trova in condizioni di G ravidanze sicure in Senegal grazie agli investimenti della Regione. Negli ultimi due anni sono stati stanziati circa 320 mila euro per migliorare la salute delle donne in maternità nei dipartimenti africani di Thies, Tivaouane, Louga e Touba, dove la mortalità delle donne incinte e dei bambini appena nati è altissima. Un finanziamento che serve principalmente per formare gli operatori sanitari senegalesi (anche con corsi specifici nelle strutture toscane), ma anche per migliorare le condizioni igienico-sanitarie negli ospedali africani, per fornire attrezzature, per installare pannelli fotovoltaici negli edifici privi di corrente elettrica e per la realizzazione di una campagna informativa rivolta alle donne senegalesi e a quelle emigrate in Toscana sull’importanza della consultazione prenatale, del parto assistito e della prevenzione. In progetto, anche la costruzione di un’area ospedaliera con una superficie di 416 mq dedicata alla nuova maternità. Jacopo Storni © RIPRODUZIONE RISERVATA SOCIALE 320 Mila euro investiti dalla Regione Toscana nel progetto maternità MINI CONDONO, LA CONSULTA BOCCIA LA REGIONE L a Corte costituzionale, con una sentenza depositata il 19 novembre, ha accolto il ricorso del Governo contro i commi (207 e 208) della legge urbanistica toscana che introducevano una sorta di «condono edilizio straordinario» prevedendo regole diverse da quelle indicate nel Testo unico dell’edilizia. Paradossalmente, la legge promossa dall’ex assessore Anna Marson, secondo i giudici supremi, introduceva di fatto un condono extra che va bocciato. L’obiettivo della legge regionale, in realtà, era fare una sorta di mini-sanatoria che pagando una sanzione consentiva di mettere in regola tanti immobili, non sono residenziali, nati durante il boom edilizio negli anni ‘60 e ‘70 — quando ancora molti Comuni non avevano piani regolatori — che presentaROMA no piccole difformità. Difformità a volte banali, (un muro che non appare o L’anno spostato di dell’ultimo 30 cm, i casi condono più frequenti, edilizio, oltre a veran- governo de decennali) Berlusconi che sono lì da sempre e vengono fuori solo al momento della vendita, con i termini dei condoni ormai scaduti. Per mettersi in regola si doveva passare attraverso pratiche, professionisti, ritardi. Per la Corte costituzionale, però, questo tipo di «sanatoria» è appannaggio solo del Parlamento, le Regioni non possono legiferare. Ipotizzando il conflitto di competenze tra lo Stato e la Regione, molti Comuni toscani non avevano usato la «mini-sanatoria» prevista dalla legge urbanistica, proprio in attesa del giudizio della Corte. I privati che vogliono mettersi in regola dovranno quindi passare dai professionisti che, forti di alcuni pareri giurisprudenziali, riescono a volte a «sanare» la difformità di questi immobili, ma mantenendo un certo grado di incertezza a seconda del Comune in cui l’immobile si trova. Tutto questo in attesa di un provvedimento nazionale, una lacuna su cui la Regione (d’intesa con Anci) voleva mettere una pezza. Ma non poteva. Ora tocca a Roma. Marzio Fatucchi 2004 © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere Imprese Lunedì 7 Dicembre 2015 3 FI PRIMO PIANO Stipendi a cinque anni dalla laurea Uomini Donne Uomini UNIVERSITÀ DI PISA 1.525 Architettura 1.606 1.323 Economia Giurisprudenza 1.341 Economia 1.850 957 Lingue e Letterature straniere Medicina e Veterinaria 625 Psicologia n.d. Scienze della Formazione Scienze Matematiche, fisiche e natura 1.700 Medicina e Chirurgia 1.721 1.644 Scienze Politiche LAUREA CICLO UNICO 1.222 1.119 1.433 1.353 1.467 928 1.817 1.500 Architettura Farmacia 1.551 1.323 Giurisprudenza 1.306 1.268 Scienze Politiche Lettere e Filosofia Medicina e Chirurgia 1.453 1.154 Scienze Matematiche, fisiche e naturali Giurisprudenza Ingegneria 1.726 1.632 Ingegneria Medicina e Chirurgia Fonte: Consorzio Stella, condizione occupazionale laureati. Dati elaborati e forniti dagli uffici Jobplacement dell'Università di Pisa LAUREA MAGISTRALE/SPECIALISTICA 1.310 1.092 1.336 1.118 1.610 1.359 1.676 1.190 1.665 1.479 931 945 1.820 1.534 1.101 890 1.653 1.182 1.592 1.305 1.511 1.309 Agraria Donne UNIVERSITÀ DI SIENA LAUREA MAGISTRALE/SPECIALISTICA 1.000 Lettere e Filosofia Uomini UNIVERSITÀ DI FIRENZE Dati in euro relaltivi ai laureatI nel 2009 LAUREA MAGISTRALE/CICLO UNICO Agraria Donne 1.573 1.376 Economia 1.172 1.008 Giurisprudenza 1.483 1.438 Ingegneria Lettere e Filosofia (sede di Siena) 1.138 997 Lettere e Filosofia (sedi di Arezzo) 1.223 1.040 Scienze Matematiche 1.206 1.172 Scienze Politiche 1.361 1.108 LAUREA CICLO UNICO 1.526 1.398 Farmacia 1.746 1.650 Medicina Fonte: Almalaurea, XVII indagine (2015) condizione occupazionale laureati GLI STIPENDI DEGLI OPERAI Retribuzione annua lorda (RTA) media nazionale Piccola impresa OPERAI 2015* Media impresa 26.016 euro Grande impresa 23.761 Retribuzioni più elevate: Industria petrolifera 29.072 Differenza retributiva fra giovani laureati e non laureati CATEGORIA: IMPIEGATI con 3-5 anni di esperienza Dati in euro lordi annuali 27.203 Engineering 29.070 Laureati 28.050 Auto 29.032 Fonte: XX Rapporto sulle Retribuzioni in Italia - OD&M Consulting (Gi Group) 29.491 24.760 Non laureati *Il dato fa riferimento alla tendenza considerando profili retributivi raccolti fra 1 luglio 2014 e 30 giugno 2015 Quanto vale un laureato? Sul mercato del lavoro poco A 5 anni dal titolo di studio in molti guadagnano meno di un operaio in una media impresa Indagine sui tre Atenei toscani, per scoprire che il ministro Poletti non aveva poi tutti i torti di Gaetano Cervone Il caso Lo scorso 26 novembre, inaugurando a Verona la fiera «Jobs & Orienta», il ministro del Lavoro Poletti ha detto: «Prendere 110 e lode a 28 anni non serve, meglio laurearsi con 97 a 21 anni: rovesciamo questo criterio, serve un cambio di cultura». Sono seguite polemiche, sia dal mondo accademico che dalla Cgil e da esponenti della sinistra È l’enigma della maggior parte degli universitari: fare più esami possibili senza farsi frenare dal voto o non lasciarsi prendere dalla fretta e puntare sulla qualità? Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha sentenziato: «Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio un 97 a 21 anni». Un’uscita che gli ha attirato diverse critiche, anche perché il ministro ha poi definito «un attrezzo vecchio» l’orario di lavoro. Ma non sono (solo) provocazioni, il tema del rapporto tra Università e mondo del lavoro è centrale e molto delicato. Sul palco della stazione Leopolda, nella serata di Corriere Imprese Toscana, il sottosegretario Luca Lotti ha ammesso al direttore Paolo Ermini: «Quella di Poletti è stata una risposta un po’ goffa, ma il tema di come è cambiato il mercato del lavoro è IMPRESE A cura della redazione del Corriere Fiorentino Direttore responsabile: Paolo Ermini Vicedirettore: Eugenio Tassini Caporedattore centrale: Carlo Nicotra Gli studenti fiorentini della European School of Economics all’ingresso in Palazzo Vecchio Editoriale Fiorentina s.r.l. Presidente: Marco Bassilichi Amministratore Delegato: Massimo Monzio Compagnoni Sede legale: Lungarno delle Grazie 22 50122 Firenze Reg. Trib. di Firenze n. 5642 del 22/02/2008 Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Paolo Ermini decisivo: occorre smettere di leggerlo con gli schermi di 40 anni fa». Il tutto a pochi giorni dall’annuncio dell’Ocse che colloca l’Italia all’ultimo posto per numero di giovani laureati tra i 34 Paesi più industrializzati al mondo e in una difficile fase per il sistema universitario alle prese con l’emorragia di matricole. L’Italia non è (più) un Paese per laureati? I numeri non so- no incoraggianti, e non solo quelli dell’occupazione. Brutte notizie arrivano anche dalla voce stipendi: basta leggere quanto guadagnano i laureati dei tre atenei toscani a 5 anni dalla laurea magistrale per chiedersi — a conti fatti — quanto valga non solo il voto, ma proprio il titolo di studio, nel mondo del lavoro. Sono bassi i salari dei laureati toscani, seppur alla pari con quelli delle altre regioni. A 5 anni dalla laurea specialistica guadagnano mediamente 1.300 euro al mese, secondo i dati di Almalaurea. L’ultimo rapporto del consorzio (XVII indagine, 2015) mostra un quadro in cui anche chi guadagna di più è decisamente lontano dalla soglia dei 2 mila euro: 1.817 euro è lo stipendio mensile di un laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Firenze nel 2009, 1.665 quello di un Ingegnere, 1.676 quello di chi ha studiato Legge, 1.610 per chi si è laureato in Economia. E queste sono le cifre COMITATO SCIENTIFICO Paolo Barberis fondatore di Nana Bianca e Dada, consigliere per l’ innovazione della Presidenza del Consiglio Fabio Pammolli Professore di Economia e Management IMT Alti Studi Lucca Fabio Filocamo Presidente Harvard Alumni Italia, CEO Dynamis, Member of Board Principia SGR Alessandro Petretto Professore Ordinario di Economia Pubblica Università degli Studi di Firenze della retribuzione maschile, perché alle donne — anche se laureate nello stesso anno e nella stessa (ex) Facoltà — va ancora peggio, con un ribasso di 200 o addirittura 300 euro sullo stipendio mensile. Anche all’Università di Siena a guadagnare di più sono i laureati uomini in Medicina (1.746), Economia (1.573), Ingegneria (1.483), stesso discorso a Pisa dove secondo i dati raccolti dal Consorzio Aiello (Economia) L’Università ha le sue colpe, però non è da sola Più del tempo passato in Facoltà il problema è come vengono spesi quegli anni Stella (ed elaborati dagli uffici dell’Ateneo) a sorridere sono soltanto i laureati in Giurisprudenza (1.850), in Ingegneria (1.726) e Medicina (1.721). Il resto, la fetta più grossa dei laureati, porta a casa meno di un operaio. Dal XX rapporto sulle retribuzioni in Italia elaborato da Od&M emerge infatti che un operaio di una grande azienda guadagna 28.050 euro lordi (27.203 per la media impresa), ovvero circa 1.500 euro netti al mese escluse tredicesima e quattordicesima. E la retribuzione arriva fino a 29 mila euro l’anno in settori come engineering, auto, industrie petrolifere. Cifre ampiamente superiori rispetto ai 950 euro al mese di chi si laurea in Lettere e Filosofia (in tutti e tre gli atenei), più del doppio di un laureato in Lingue e Letterature straniere a Pisa (625 euro), in linea con gli stipendi di chi ha in tasca una laurea magistrale in Scienze Politiche, Architettura, Scienze Matematiche, Agraria ed ha trascorso almeno 5 anni alle prese con libri ed esami. «Le retribuzioni dei laureati sono medio-basse e rispecchiano la storia della mancata evoluzione del mercato retributivo in questi anni e dunque la perdita di competitività che abbiamo avuto come sistema Paese — conferma Simonetta Cavasin, Ad di OD&M Consulting — I laureati recuperano competitività con gli anni, però nell’ultimo periodo questo non è avvenuto: con Jobs Act e legge di stabilità assistiamo ad una rimessa in moto, ma affinché si crei un mercato competitivo per i laureati ci vorrà un po’ di tempo». Quelli appena trascorsi sono stati anni terribili per i laureati. E non è certo che sia finita: «Al momento l’Italia non è un Paese per laureati — ammette Gaetano Aiello, direttore del dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell’Ateneo fiorentino — Anche l’Università ha le sue colpe, ma tutti devono assumersi le proprie responsabilità: bisogna favorire un circolo virtuoso, dove gli Atenei laureano più persone di qualità e in tempi brevi mentre le aziende si impegnano ad investire sui laureati come fonte di innovazione. Il problema non è solo quanto si resta all’Università, ma come sono stati spesi quegli anni». © RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Editoriale Fiorentina s.r.l. Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A. Dir. Communication Solutions Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02.2584.1 www.rcscommunicationsolutions.it Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, Art.1, c.1, DCB Milano Stampa: RCS Produzioni S.p.A. 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Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. 4 FI Lunedì 7 Dicembre 2015 Corriere Imprese Corriere Imprese Lunedì 7 Dicembre 2015 5 FI LOCOMOTIVE Un’esplosione che non inquina E dà energia ai giovani artisti La scalata di Enegan: nata a Montelupo 5 anni fa oggi vende gas e luce in Italia e non solo Con una scommessa: investimenti nel sociale e mecenatismo attento al contemporaneo B&C Speakers 150 I re degli amplificatori cercano il futuro Dentro le gallerie Milioni il fatturato raggiunto nell’ultimo bilancio da Enegan 40 P artire da un 2015 positivo e dal core business per cercare nuove strade (e chiavi) di sviluppo. Questa la strategia di B&C Speakers, l’azienda fiorentina di altoparlanti nata 70 anni fa e che vede al vertice la terza generazione della famiglia fondatrice ma che nel frattempo è anche protagonista a Piazza Affari. «I dati della terza trimestrale 2015 sono tutti con segno più (utili più 6,4%, ricavi più 13%) e contiamo di chiudere l’anno positivamente, con buone prospettive per il futuro — afferma Lorenzo Coppini, amministratore delegato dell’azienda che conta 120 addetti — Oggi la competizione è serrata, mondiale, siamo tutti “sotto assedio” ma noi abbiamo tenuto negli anni più difficili della crisi e puntando su innovazione, saper fare e qualità siamo riusciti ad essere competitivi». Nell’anno che si sta chiudendo B&C è Lorenzo andata bene anche in Cina Coppini — «La loro classe media vuole ormai solo la qualità» — e l’impresa scommette su ricerca e diversificazione. «Il nostro staff di ricercatori è di 15 persone, molte non italiane, con competenze diverse, cui aggiungiamo collaborazioni con università e centri esterni, perché non fermarsi è essenziale. Come lo è cercare nuovi prodotti o settori di mercato — sottolinea Coppini — E noi accanto ai nostri altoparlanti di alta gamma stiamo seguendo nuove linee di applicazione di tecnologia, grazie ad un settore che abbiamo creato di “architetture sonore”: la prima è data dalla nuova legge che impone a tutte le gallerie autostradale di essere dotati di dispositivi acustici di allarme; la seconda da un trattamento del rumore fisso, come quello prodotto da generatori, che riduce il loro inquinamento acustico». Mauro Bonciani © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli addetti della sede aperta a Grosseto nel 2012 150 in tutto 200 Gli agenti di vendita in Italia assunti pochi mesi fa G iovani, sostenibili e in fortissima ascesa. Partiti solo cinque anni fa da Montelupo Fiorentino, dove si trova tutt’ora la sede principale, quelli di Enegan hanno presto messo in pratica la loro filosofia industriale rivolgendosi a clienti di tutto il Paese. Vendono energia, gas e luce prodotte esclusivamente da fonti rinnovabili, con un modello di business che loro stessi definiscono «umano e solidale». E i risultati sono questi: se nel 2010, agli albori, l’impresa poteva contare su un fatturato di qualche migliaio di euro, nell’ultimo bilancio sono stati raggiungi centocinquanta milioni. Oggi Enegan è il primo trader privato tosca- no, presente in tutto il territorio nazionale, conta centocinquanta dipendenti e continua ad assumere. Fa parte del Gruppo Gan, nato nel 1991 per offrire una piattaforma completa di servizi a disposizione delle imprese, dalla telefonia alla gestione dei bisogni energetici. Per sostenere la crescita di Enegan, nel 2013 il Gruppo ha creato due società specializzate nel trading di energia e gas: Enegan Power Trading e Enegan Gas Trading operano con gli indici internazionali sia nei mercati spot che in quelli a termine riuscendo a strappare il miglior prezzo alle migliori condizioni, fungendo così da supporto operativo strategico per Enegan che può essere co- sì maggiormente competitiva nel rivendere energia pulita sul mercato nazionale. La formula del successo è stata investire esclusivamente nelle rinnovabili, vendendo solo energia prodotta senza l’impiego di combustibili fossili e senza emissioni di gas serra nell’atmosfera, fornire soluzioni La sede Enegan a Montelupo In alto, una delle opere vincitrici del concorso «EneganArt» personalizzate sulla base dei bisogni del cliente e scommettere sui giovani (basta pensare che il responsabile marketing, Morad Giacomelli, attorno a cui ruotano le strategie di espansione dell’impresa ha appena venticinque anni). Dopo aver aperto, nel 2012, una nuova sede a Grosseto che ha portato quaranta nuovi posti di lavoro, Enegan continua a crescere: in questi giorni è in corso una nuova campagna di selezione che ne segue un’altra — ultimata solo qualche mese fa — nella quale sono stati assunti circa duecento nuovi agenti sul territorio nazionale. Viaggia a pieni giri, ovviamente, il dipartimento Ricerca&Sviluppo, incaricato di perseguire tutte le strade per favorire il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto entro il 2020, anche nella veste aggiornata che uscirà dal COP21 di Parigi. L’energia di Enegan ha anche un cuore sociale, che si traduce nel sostegno a fondazioni come Save the Children e quella dell’ospedale pediatrico Meyer, oltre che un occhio puntato sull’arte contemporanea. Anzi, arte «attuale» come amano chiamarla: EneganArt è il dipartimento creato per occuparsi a tempo pieno del sostegno ai giovani artisti, che nel novembre scorso ha bandito un concorso nazionale offrendo l’opportunità a una cinquantina di «promesse» di esporre nell’ex tribunale di Firenze. Le opere vincitrici sono state acquistate da Enegan che, in un’ottica di mecenatismo puro, punta a creare una collezione di sua proprietà acquistando pezzi d’arte con gli utili generati dalla vendita di energia pulita. «L’energia è fonte di vita e motore di crescita — spiega l’azienda — vogliamo continuare a crescere sul territorio nazionale e far sentire la nostra attenzione e vicinanza al territorio dove siamo nati». Un segnale di questa filosofia arriverà anche con la partecipazione a F-Light, il Festival delle luci fiorentino in programma nel periodo natalizio, dove Enegan produrrà uno spettacolo di luci con la tecnica del video mapping sulla facciata di Palazzo Pitti, sull’ex tribunale in San Firenze e sul Ponte Vecchio. Giorgio Bernardini © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 FI Lunedì 7 Dicembre 2015 Corriere Imprese Corriere Imprese Lunedì 7 Dicembre 2015 7 FI DISTRETTI E TERRITORI Come ti trovo un capitale (senza passare in banca) La Toscana e la qualità Ieri, oggi, domani IL VALORE IN PIÙ CHE VA USATO Il babbo chiedeva il prestito, il figlio si destreggia tra advisor, minibond, Spac Così le imprese cercano soldi per crescere, al riparo dai predatori stranieri T rovare i soldi, ma senza andare in banca. È la necessità di molte aziende toscane, sane, sopravvissute alla crisi e che oggi hanno voglia di crescere. Spesso, però, i tradizionali prodotti offerti allo sportello bancario non fanno al caso loro e quindi servono canali alternativi: si chiama finanza d’impresa e offre un ampio spettro di opportunità alle quali le Pmi guardano con crescente interesse. Qualcuno ha trovato capitali con il crowdfunding (ad esempio Kiunsys di Pisa), ma la «colletta online» è adatta soprattutto a realtà giovani come le startup. Le medie imprese possono sperimentare meccanismi collaudati come l’ingresso nel capitale di fondi di private equity e la quotazione in Borsa, ma anche soluzioni più innovative come i minibond e le Spac, arrivate in Italia in tempi recentissimi. L’imprenditoria toscana post crisi è vivace, come dimostra la consistente pattuglia delle aziende toscane — tra le altre Giunti, Aboca, Molteni, Pan Urania — che aderiscono al programma Elite di Borsa Italiana. Altro buon segnale, sottolinea Francesco Ferragina della società di advisory Kon spa, è che «sono tornati gli investitori industriali. Le multinazionali, soprattutto statunitensi, si stanno riaffacciando in Toscana perché questo territorio esce dalla crisi con un tessuto rinnovato di aziende con grandi potenzialità. Gli investitori stranieri, contrariamente al passato, cercano anche aziende piccole e medie». Lo zio d’America che porta soldi è sempre una soluzione. Così come il fondo di private equity che, però, prosegue Ferragina «essendo mosso dalla volontà di realizzare un guadagno in tempi brevi, spesso non intercetta le esigenze degli imprenditori che invece hanno bisogno di più tempo per concretizzare i Style L’anima doppia del casco I centauri urbani hanno trasformato il casco in un vezzo irrinunciabile, da abbinare alle due ruote ma anche da cambiare con il vestito. Questo appena lanciato dalla Nolan ha una calda imbottitura interna lavabile concepita per offrire la leggerezza tipica del casco jet e, al tempo stesso, l’avvolgenza del casco integrale. (L.A.) 229,99 euro Motorama, via Mannelli 79 piani di sviluppo». Una risposta possibile sono i minibond: un’azienda in salute che cerchi capitale per crescere emette obbligazioni (generalmente per un massimo di 10 milioni di euro) che l’advisor si occupa di piazzare presso investitori istituzionali. «È un’opportunità per chi cerca un finanziamento costruito su misura, in base al proprio progetto di sviluppo. Le banche hanno generalmente prodotti più rigidi e perciò poco adatti» dice ancora Ferragina. Lo conferma Kevin Tempestini, advisor fiorentino che aiuta le Pmi a interagire con il mercato non bancario per ricercare capitali. «Le aziende fortemente orientate all’export hanno iniziato questo percorso già da due o tre anni, ora si muovono anche quelle rivolte al mercato interno», spiega. Secondo Tempestini «in Italia c’è uno stock di risparmio enorme e il debito pubblico rende meno dell’1%, mentre i minibond rendono fra il 6 e l’8%. Una soluzione anche per le fusioni tra Pmi, in ambiti distrettuali e di filiera che hanno in Toscana terreno fertilissimo». La crisi ha cambiato anche la mentalità degli imprenditori, spesso giovani: se per il babbo era normale andare a chiedere i soldi in banca, per il figlio lo è trovarsi un advisor che sondi investitori stranieri o proponga la quotazione. La Borsa ha il vantaggio di tenere l’azienda al riparo da soci «ingombranti», ma spesso il percorso è lungo. A meno che non si prenda la scorciatoia della Spac (Special Purpose Acquisition Company), veicolo di investimento costituito per raccogliere capitale per operazioni di fusione o acquisizione di aziende da portare in Borsa. Simone Strocchi è pioniere delle Spac in Italia, che con MadeinItaly1 ha portato sul mercato dei capitali la Sesa di Empoli, il primo esempio italiano che oggi fa un miliardo di fatturato: «I promotori della Spac raccolgono il capitale in circa un anno e poi sottop o n g o n o a g l i i n ve s t i to r i un’unica opportunità di investimento in una media azienda che così, attraverso una negoziazione privata, ha la certezza di raccogliere il denaro senza indebitarsi e senza correre rischi, per poi accedere direttamente in Borsa», spiega. Un’iniezione massiccia di capitale, poi la fusione e la rapida quotazione del veicolo che a quel punto ha «in pancia» la Pmi. «Le Spac non sono una soluzione solo per la dot.com — prosegue Strocchi — la Toscana è terra di manifattura e questa può essere una soluzione che massimizza le potenzialità di crescita, arginando la minaccia dei predatori internazionali che sono a caccia di eccellenze nel nostro Paese». Silvia Ognibene © RIPRODUZIONE RISERVATA SEGUE DALLA PRIMA Parole Crowdfunding Finanziamento collettivo: un gruppo di persone mette (spesso via web) il proprio denaro in un fondo comune per sostenere progetti di persone o organizzazioni Private equity L’attività dei fondi che investono in capitale di rischio per supportare la crescita delle imprese non quotate in Borsa Minibond Obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine emessi da Pmi non quotate, destinati a piani di sviluppo, investimenti straordinari o refinancing Spac Acronimo di Special Purpose Acquisition Company, veicoli di investimento costituiti per raccogliere capitale per operazioni di fusione e/o acquisizione di aziende da portare in Borsa Così qualcuno, senza pensarci, si è messo a rincorrere la competizione sbagliata. Come alcune imprese tessili pratesi che, in fatale affanno, hanno cominciato ad offrire lo stesso prodotto a un prezzo più basso. Mentre altri, tenendosi stretta la conoscenza, hanno puntato sulla qualità, planando sui mercati emergenti. Gli imprenditori toscani sanno fare, eccome, ma talvolta hanno avuto paura di cambiare, traducendo una minaccia che veniva dall’esterno in un problema interno all’impresa. Nello stesso settore sono le aziende a basso contenuto tecnologico che soffrono di più la crisi. Significa che deve essere il valore aggiunto della manifattura, non il prezzo, a fare la differenza. Ed è stata proprio questa la conclusione della tavola rotonda organizzata dal Corriere Fiorentino alla Leopolda il 30 novembre per presentare Corriere Imprese Toscana. Vale per tutto il made in Tuscany, che si avvale di un’identità apprezzatissima nel mondo. Se il saper fare è fattore chiave la Toscana ha un posto esclusivo sullo scacchiere internazionale e un enorme vantaggio competitivo. Vino, ma anche moda, pelle, un certo tessile. Tutto deve però tradursi anche in capacità di innovare nella produzione e nella commercializzazione. Utilizzando la leva finanziaria e investendo il massimo in formazione, ricerca e sviluppo. La sfida della qualità è in discesa per chi da secoli è in grado di imporre una linea, un modello, uno stile. Col tempo, i vecchi saperi non perdono valore. Semmai, consentono nuovi mestieri e prodotti migliori. Purché non si stia seduti sugli allori mancando le nuove opportunità, come il digitale: dalla messa a giorno dei processi gestionali o di produzione ai nuovi canali distributivi (c’era una volta a Firenze il negozio di via Roma, oggi è un global e-tailer). Come per un qualunque software, anche le nostre imprese devono scaricare gli aggiornamenti. Ma anche le istituzioni devono fare la loro parte. Anzitutto, riducendo i costi del fare in casa nostra, per consentire maggiori investimenti. La banda larga poi è misura infrastrutturale considerevole in funzione del potenziamento ed aggiornamento dell’economia regionale. Come aumentare il dialogo tra pubblico e privato per verificare i provvedimenti più utili a tenere il sistema in forma. Diceva il poeta che anticipò il Rinascimento: «Le opere del passato sono come i fiori da cui le api traggono il nettare per fare il miele». Fare, saper fare, ricreare. Fabio Filocamo @FilocamoF © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 FI Lunedì 7 Dicembre 2015 Corriere Imprese