Squilla pg 1.pmd - Socialisti San Lazzaro

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Squilla pg 1.pmd - Socialisti San Lazzaro
SPECIALE SAN LAZZARO
La Squilla San Lazzaro - marzo 2008 - contatti: [email protected] - www.sdionline.it
EUROPEO, RIFORMISTA E LAICO
ECCO IL PARTITO SOCIALISTA
2
Manifesto dei Valori
Il Partito Socialista è una novità nel panorama
politico italiano, una speranza per il
rinnovamento e la modernizzazione del Paese,
contro ogni forma di conservazione politica,
economica e culturale. Una forza politica rivolta
a valorizzare i meriti e a rispondere ai bisogni
individuali e collettivi.
Per queste ragioni il socialismo democratico è
oggi di attualità per saldare le attese delle vecchie
e delle nuove generazioni, per dare un contributo
a una moderna società della conoscenza, per
riaffermare, insieme alla battaglia per nuovi
diritti, l’etica dei doveri e della responsabilità.
Il Partito Socialista, in Italia come nel resto
d’Europa, intende riunire uomini e donne che,
partendo da esperienze, culture e sensibilità
diverse, si riconoscono in politiche riformiste,
democratiche e liberali; si rivolge a tutti i
cittadini senza distinzioni di genere e di
orientamento sessuale, di etnia, di nazionalità e
di religione e vuole dare voce a tutti coloro a cui
vengono negati diritti ed interessi fondamentali.
Il Partito Socialista si propone di realizzare, con
forme nuove e adeguate ai tempi e per via
democratica nella partecipazione dei cittadini,
una società che sia retta da valori di libertà, di
uguaglianza, di giustizia, di responsabilità, di
solidarietà e di progresso.
destino. L’uguaglianza e la libertà delle persone
sono indivisibili.
Il Partito Socialista crede nella libertà e nelle
libertà intese come possibilità di scegliere sulla
base della propria responsabilità: contrasta i
ricorrenti tentativi di invadenza delle burocrazie
statali, delle religioni e delle ideologie nella sfera
della libertà individuale; fonda la sua azione sul
rispetto dei diritti civili ed umani in Italia come
nel mondo.
Il Partito Socialista difende il principio della
laicità, che garantisce la convivenza tra culture
e idee diverse; crede nella libertà di pensiero e
nel valore della diversità delle opinioni e delle
fedi. Contrasta con ogni forma di
fondamentalismo che vuole trasformare i propri
precetti in leggi dello Stato.
Il Socialismo considera il lavoro come
l’espressione più alta della persona e persegue
politiche della piena occupazione, secondo
principi di flessibilità e sicurezza, promuovendo
l’istruzione e la formazione durante l’arco di tutta
la vita.
Il Partito Socialista crede nel valore
dell’uguaglianza che si realizza attraverso
l’allargamento delle libertà; opera concretamente
affinché sia garantito a tutti il massimo delle
opportunità; promuove le condizioni perché
ciascun individuo possa decidere il proprio
Il Partito Socialista vuole che il lavoro sia
adeguatamente retribuito e riconosciuto, e
sostiene la necessità per tutti coloro che non siano
in condizioni di lavorare di ricevere un reddito
di base adeguato ai loro meriti e alla loro
condizione.
3
ELEZIONI ITALIANE
L’INTERNAZIONALE
SOCIALISTA SI SCHIERA:
ITALIANI, VOTATE PER
BOSELLI
Appello del
presidentedell’Internazionale socialista
Il Partito Socialista continua la sua battaglia
secolare per una maggiore giustizia sociale
lottando contro le diverse forme di povertà e di
emarginazione, fin da quelle che riguardano i
primi anni di vita. I sistemi di sicurezza sociale,
a cominciare da quelli della casa, della sanità,
dell’istruzione e della previdenza devono
contribuire a migliorare le condizioni di vita dei
cittadini, devono prevenire i rischi di
impoverimento e di esclusione e devono essere
completati abolendo privilegi e garanzie
corporative che danneggiano gli interessi dei più
bisognosi.
Le politiche per la giustizia sociale comprendono
la lotta contro il crimine e contro le cause che lo
producono, per rimuovere le condizioni che
incentivano i comportamenti violenti e
comunque illegali. La difesa della sicurezza non
ammette acquiescenza nei confronti della grande
criminalità, della violenza razzista e xenofoba,
dei fenomeni diffusi di violenza, con particolare
riferimento alle donne ed ai minori, e nei
confronti della piccola criminalità che colpisce
soprattutto gli strati deboli della società.
I socialisti e le socialiste lavorano per ampliare i
diritti e le libertà che le donne hanno conquistato
e continuano a lottare per eliminare le gravi
discriminazioni ancora esistenti. Il Partito
Socialista garantisce nelle sue strutture e nella
pratica politica le pari opportunità tra uomini e
donne.
Il Partito Socialista s’impegna per lo sviluppo
della democrazia economica, politica e culturale;
opera per un rafforzamento continuo della
democrazia rappresentativa, per dare più
credibilità delle istituzioni e per consentire ai
cittadini attraverso il voto libero e segreto di
scegliere una politica, un partito e i propri
rappresentanti.
In un videomessaggio trasmesso nel
corso dell’iniziativa socialista promossa
all’auditorium del Massimo, a Roma,
Gheorges Papandreu, Presidente
dell’Internazionale Socialista, invita gli
italiani a dare fiducia al Partito
Socialista e al candidato premier
Boselli: “Mi rivolgo agli elettori italiani,
in Italia, in Europa e nel mondo, per
chiedere di dare forza al Partito
socialista nelle prossime elezioni”, è
l’appello
del
presidente
dell’Internazionale
socialista.
Papandreu ha chiesto agli elettori
italiani di votare “per chi ha dato alla
cittadinanza e alla solidarietà sociale
significato, in Europa e nel mondo.
Votate per Enrico Boselli, un uomo integro, coerente nei valori e negli ideali,
in Italia, a Bruxelles, nel mondo. Ciò
che unisce i socialisti è l’impegno per
la responsabilità sociale e la
partecipazione al benessere. Queste
sono le basi della nostra solidarietà,
quello per cui abbiamo lottato, fianco a
fianco. Ora che aprite la campagna
elettorale, come amico e compagno,
come presidente del Pasok e
dell’Internazionale socialista, vi auguro
buon lavoro e buona fortuna”, ha
concluso Papandreu.
4
Un problema sociale: il costo delle case di riposo per anziani
E’ ormai un problema sociale che investe le famiglie e
gli anziani: il costo delle rette nelle case di riposo (o
strutture similari) è eccezionalmente elevato e diventa
anno dopo anno più insostenibile, in misura particolare
a Bologna e provincia. L’attenzione dei pubblici
amministratori su questo argomento è scarsa, se non
assente. Lo SDI, già qualche tempo fa mandò una nota
per sollecitare un dibattito pubblico che consentisse di
assumere iniziative tese a monitorare l’andamento dei
prezzi con l’obiettivo di sollecitare interventi da parte
delle amministrazioni locali.
La questione è stata ripresa in queste settimane da alcuni
organi d’informazione, e comunque, come afferma
Franco Franchi, Segretario provinciale SDI e membro
del Coordinamento per la Costituente socialista, “non
può più essere sottovalutata da chi ha responsabilità
pubbliche: anche tenuto conto che nel nostro territorio
le famiglie subiscono un costo della vita complessivo
particolarmente pesante. Da tante parti, talora in modo
confuso, si parla di aiuti alle famiglie. Cominciamo
allora ad affrontare anche questo problema!
L’alternativa al ricovero è il ricorso alle “badanti”: un
altro percorso difficile e complesso che mette
economicamente in crisi chi tenta di cavarsela da solo
entro le mura domestiche”.
Della questione se ne è occupato ripetutamente
Giuliano Vincenti. “Nelle cronache bolognesi
continuano ad apparire, con evidente frequenza, lettere
di cittadini che richiamano l’attenzione di pubblici
amministratori e sindacati sul problema degli anziani
e delle case di riposo, sempre più numerose nella nostra
realtà e sempre più costose. Malgrado ciò, pare che
anche chi ne avrebbe il potere, non si decida, almeno,
a condurre una ricerca su trattamenti e rette nei luoghi
sempre più affollati da anziani o da persone che, pur
non potendo essere accolte negli ospedali per acuti,
non possono essere opportunamente assistite presso
familiari più o meno prossimi. Non a caso il giornalista
Cesare Sughi, rispondendo ad un lettore sul Resto del
Carlino, ha sottolineato che gli anziani sono sul
mercato. Fanno mercato. Sono sempre di più. Quindi
fanno business. E allora, ha rilevato ancora Sughi,
purtroppo “il business, come lo show, deve continuare”.
Vincenti così continua: Anche chi ha tentato di
conoscere le rette minime e massime praticate nel
bolognese, è rimasto a bocca asciutta. Gli ultimi dati
certi furono forniti dal socialista Davide Zucchini,
all’epoca presidente dell’Opera Pia Poveri Vergognosi,
e pubblicati integralmente ne “La Squilla”.
Quei dati, pur se riferiti alla fine dell’anno 1999,
possono essere utili per eventuali raffronti con dati più
freschi. Col risultato di constatare che i costi sono
fortemente aumentati, ben oltre l’incremento del costo
della vita.
Come molti sanno, i Comuni erogano aiuti alle famiglie
indigenti costrette a far ricoverare un congiunto. Si
tratta però di aiuti limitati e insufficienti.
Federazione provinciale SDI Bologna
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PROGRAMMA DEL PARTITO SOCIALISTA
Per un’Italia laica civile e moderna
All'Italia occorrono cambiamenti profondi, una forte
innovazione, una modernizzazione della vita civile, una
maggiore efficienza delle nostre istituzioni, minori
disuguaglianze e più equità. Costante è il riferimento
ai valori e ai principi della nostra Costituzione, frutto
della lotta di Liberazione. Ripartiamo da quei valori di
giustizia, democrazia, libertà e uguaglianza, che hanno
accompagnato la storia della Repubblica, per un’Italia
laica, civile e moderna. Diritti e doveri, giustizia ed
equità, merito e bisogni non siano chimere ma la
bussola per un programma riformista.
Le sfide globali
Il Partito Socialista è l’unico in Italia che si riconosce
nel Partito Socialista Europeo e nell’Internazionale
socialista. Il primo pilastro della nostra politica estera
è l’unità dell’Europa. Il secondo pilastro è l’Alleanza
Atlantica, che deve essere consolidata su un piano di
parità, attraverso l’unità europea. Il terzo pilastro è la
cooperazione con i paesi del Mediterraneo, che può
dare una spinta decisiva allo sviluppo economico.
L'Italia è la nuova frontiera meridionale d'Europa nel
rapporto con questi paesi. Occorre sviluppare tutte le
potenzialità fornite da questo ruolo geopolitico, che
comporta l'assunzione di nuove responsabilità nella
regolazione dei flussi migratori e nella capacità di
intercettare al meglio le rotte commerciali ed
economiche che si stanno sviluppando.
I socialisti guardano lontano nel futuro. Se Turati nel
1929 sognava gli “Stati Uniti d’Europa”, oggi si
possono sognare gli “Stati Uniti del mondo”. Sul piano politico fondamentale è il ruolo delle Nazioni Unite,
per affermare una concezione multilaterale dei rapporti
internazionali. L’Italia contribuisce ovunque alle
missioni di pace sotto l’egida dell’Onu, dal Libano
all’Afghanistan. Sul piano materiale, con l’impegno
contro il sottosviluppo e la povertà, serbatoi inesauribili
delle organizzazioni terroristiche di tutte le matrici. Su
quello morale, con l’impegno per i diritti umani, che è
la stella polare della nostra politica estera. L’Italia ha
guidato con successo la campagna per la moratoria della
pena di morte, finalmente raggiunta. Un mondo senza
tortura, senza sentenze capitali, senza censura né
oppressione, senza doppi standard sui diritti umani tra
Paesi ricchi e poveri sarà più sicuro, più ricco, più
tollerante, multi-culturale e multi-etnico.
Il contrasto ai cambiamenti climatici è la sfida più
rilevante: energia pulita, risparmio energetico ed
efficienti sistemi di smaltimento dei rifiuti sono obiettivi
da perseguire con determinazione. La tutela
dell’ambiente costituisce un aspetto fondamentale di
uno sviluppo sostenibile. Le imprese sono un soggetto
attivo nel definire la nostra collocazione internazionale.
È compito dello Stato premiare, anche con il fisco, le
imprese che esportano, che operano salti di crescita e
che contribuiscono a un nuovo modello di
specializzazione dell’Italia nel contesto dell’economia
mondiale.
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“100 anni di lotte con le donne”
(8 marzo 1908 - 8 marzo 2008)
Non solo una giornata all’anno, ma un impegno di tutti i giorni per raggiungere le pari
opportunità tra donne e uomini!
100 anni di “impegno sociale” molto è stato fatto ma non si è ancora affermata la piena
emancipazione femminile; tuttora, infatti, occorre rimuovere gli ostacoli che impediscono
alle donne di partecipare con pari diritti e doveri alla vita pubblica, sociale, economica,
lavorativa e culturale.
Ostacoli da superare:
- più servizi sociali e sanitari (asili, scuole, strutture residenziali per anziani, assistenza
domiciliare, ecc. ) per superare la oggettiva disuguaglianza tra i sessi che le donne affrontano
tutti i giorni;
- più sostegno e collaborazione all’interno della famiglia per sollevare i carichi di lavoro
domestico e parentale per consentire la partecipazione delle donne alla vita politica;
- maggiore ed imprescindibile consapevolezza dei propri diritti e doveri;
- medesime opportunità e retribuzioni nell’ambito lavorativo;
- più consapevolezza delle donne per sostenere una maggiore rappresentanza politica femminile
negli organi decisionali.
La cultura riformista e pluralista dei Socialisti in questi 100 anni è stata, è e
sempre sarà in prima fila nelle lotte per le pari opportunità tra donne e uomini!
Mirna Stupazzoni
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PROGRAMMA DEL PARTITO SOCIALISTA
Diritti e doveri
Il rapporto tra Stato e cittadini si basa sul rispetto dei
diritti e dei doveri. Occorre diffondere il rispetto della
legalità. L'Italia deve maturare un’etica della
responsabilità individuale. Proseguire nella lotta
all'evasione fiscale e contributiva è un obiettivo
primario. Equità nei carichi fiscali, snellimento delle
pratiche burocratiche sono essenziali per un buon
rapporto tra fisco e cittadino. Le famiglie italiane sono
cambiate come dimostrano i dati statistici più recenti.
Aumentano i single e le coppie di fatto. La politica
non può ignorare queste nuove realtà e deve
riconoscere pari dignità giuridica a tutte le cittadine
e a tutti i cittadini. Occorre regolamentare le unioni
civili riconoscendo alle coppie stabili di poter
formalizzare il proprio rapporto con un contratto che
abbia natura personale e patrimoniale, con effetti
anche rispetto ai terzi. In questo contesto si deve
riconoscere alle coppie formate da persone dello
stesso sesso un rafforzamento di questo istituto.
Parallelamente per le coppie sposate senza figli deve
essere introdotto il divorzio breve, semplificando
lunghe, costose e inutili pratiche burocratiche. Va
intensificata la promozione di campagne a favore
degli anticoncezionali rendendoli più facilmente
disponibili. Le politiche della parità tra uomini e
donne favoriscono l’occupazione e la crescita. Una
pari indipendenza economica per le donne e gli
uomini, l’equilibrio tra attività professionale e vita
privata, la pari rappresentanza nel processo
decisionale, l’eradicazione di tutte le forme di
violenza fondate sul genere, l’eliminazione di
stereotipi sessisti e la promozione della parità tra i
generi nelle politiche esterne e di sviluppo: questi
sono gli ambiti prioritari di intervento. Le quote rosa
sono uno strumento discutibile, ma è l’unico che si è
rivelato efficace in tutto il mondo per garantire
accesso alle donne nelle istituzioni. Una volta che
una presenza equilibrata di donne e di uomini sia
diventata normale, si potrà abbandonare questo
strumento, che ha unicamente uno scopo pratico. La
194 è una legge di civiltà che ha ridotto le pratiche
dell’aborto e i rischi per la salute e la vita delle donne.
Non esiste un diritto all’aborto, ma esiste un diritto
alla maternità consapevole da parte delle donne. La
legalizzazione della RU486 è positiva perché riduce
l’impatto di un atto che resta comunque un dramma.
Bisogna giungere ad una profonda modifica della
legge sulla fecondazione assistita con lo scopo di
tutelare la salute delle donne. I diritti vanno
riconosciuti a tutti, sia ai cittadini italiani sia agli
stranieri. L’Italia deve finalmente regolamentare tutti
gli stranieri che hanno un lavoro stabile e che non
hanno commesso reati. Il diritto d’asilo deve essere
garantito secondo il dettato costituzionale gli impegni
internazionali dell’Italia.
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PROGRAMMA DEL PARTITO SOCIALISTA
Per una maggiore tutela del lavoro
Il disagio sociale in cui vertono sempre più i lavoratori
dipendenti necessita un incremento immediato dei salari
e degli stipendi, attualmente i più bassi in Europa. La
buona e piena occupazione è un obiettivo che l'Italia può
e deve raggiungere. A tal fine occorre anzitutto superare
la precarietà del lavoro, per una flessibilità nella sicurezza
sociale. Il nuovo modello di welfare deve gradualmente
spostare le tutele dal posto di lavoro all’individuo. Non
si tratta di ridurre i diritti ma di introdurne di nuovi e più
forti. A dover essere contrastati sono soprattutto gli abusi
e le illegalità nel mercato del lavoro che generano livelli
ancora più elevati di precarietà e di insicurezza. E'
essenziale garantire una formazione continua dei
lavoratori, giovani e anziani, i cui costi siano a carico
delle imprese. Occorre trasformare la perdita del lavoro
da dramma a occasione di riqualificazione professionale.
L’erogazione delle tutele monetarie deve essere
subordinata alla partecipazione a programmi di
reinserimento nel mercato del lavoro, che consenta a chi
ha perso il lavoro di essere pronto a lavori di maggiore
qualità. Garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro è un
dovere civile e morale per cancellare la vergognosa e
tragica sequenza di omicidi bianchi. Bisogna prevedere
più formazione alla sicurezza per chi fa impresa e per
chi vi lavora, nonché investire maggiori risorse per
potenziare le ispezioni con un personale adeguatamente
professionalizzato. Il problema della casa è diventato un
dramma per i giovani e per gli strati più deboli.
Investimenti in edilizia pubblica non sono un retaggio
del passato, ma sono una necessità per andare incontro a
chi ha redditi più bassi e non ha casa in proprietà.
Occorrono misure di assistenza e di sostegno al reddito
per gli anziani non autosufficienti e per i disabili, che
non possono essere lasciati a carico delle proprie
rispettive famiglie. Nel quadro di una vasta opera di
privatizzazione dei servizi la sanità deve restare pubblica,
cercando di uniformare le prestazioni che sono sempre
più disuguali tra Nord e Sud. Il futuro dell'Italia è
strettamente legato al potenziamento dell'autonomia
energetica. Attraverso un maggiore sfruttamento delle
fonti rinnovabili, la costruzione di nuovi rigassificatori
e politiche attive di risparmio; il rafforzamento dei
programmi di ricerca su tutte le fonti a partire dal sistema
a idrogeno, fino ad una riconsiderazione dell’energia
nucleare di ultima generazione, si può generare sviluppo
e rendere l'Italia meno dipendente dall'estero.
Formazione per tutti
Una Scuola Pubblica di qualità, riformata sulle esigenze
della società della conoscenza, è una condizione
irrinunciabile per garantire a tutti la possibilità di
costruirsi il proprio futuro. Occorre difendere la scuola
pubblica perché soltanto lo Stato deve garantire pari
opportunità per tutti. Non deve esistere una scuola per i
poveri ed una per i ricchi. Le scuole private devono essere
libere, ma non possono pretendere di essere finanziate
dallo Stato. La diffusione delle reti telematiche è divenuta
uno strumento per assicurare pari opportunità a tutti nel
nuovo mondo delle comunicazioni. Lo Stato deve
assicurare la concorrenza con una netta separazione tra
chi gestisce le reti e chi offre i servizi.
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Non condividiamo un’ulteriore aumento della tassazione sui cittadini
I socialisti con i Sindacati e le Associazioni di Categoria criticano il bilancio del Comune
Saremo ultimi nella crescita tra i Paesi dell’euro.
Una pessima notizia che in febbraio è emersa a
seguito delle valutazioni che il Commissario
Europeo agli Affari economici, Joaquin Almunia
ha sviluppato diffondendo le stime di crescita
per l’anno in corso. L’Italia è lo Stato europeo,
tra i grandi, che nell’anno in corso crescerà di
meno. Per precisione mentre la Spagna crescerà
del 2,7 %, la Francia + 1,7 %, la Germania + 1,6
%, l’Italia crescerà dello 0,7 % solamente. La
nostra economia non decolla in quanto il potere
d’acquisto dei cittadini diminuisce enormemente
anche in ragione dell’aumento della tassazione
che li colpisce oltre all’aumento dei prezzi dei
prodotti, del petrolio e di quanto è ad esso
collegato. L’italia deve rispettare il patto di
stabilità definito a livello europeo. E di questo
ne siamo pienamente consapevoli e lo
condividiamo. Ma per raggiungere gli obiettivi
previsti nel rispetto del patto di stabilità e nelle
scelte definite dalla Finaziaria 2008 le strade da
percorrere sono diverse. Strade che negli anni
di impegno amministrativo abbiamo evidenziato,
sostenuto e più volte rimarcato. In primo luogo
la gestione in forma associata di certi servizi
comunali in modo da ottenere economie
finanziarie di scala senza mettere a rischio la
qualità dei servizi. Congiuntamente a ciò una
reale verifica delle priorità di certi servizi
congiuntamente ad un rallentamento di nuovi
servizi se non veramente prioritari ed
indispensabili. Una politica amministrativa
riformista che sappia ordinare le priorità sociali
in modo da tutelare le fasce sociali più deboli.
Di pari passo c’è la necessità di rilanciare gli
investimenti stategici in modo da portare a
completamento le infrastrutture che da anni
attendono soprattutto se risolvono la mobilità
pubblica (SFM), pedonale, ciclabile e parcheggi.
In un panorama di difficoltà generale che ci ha
portato a condividere diverse analisi politiche e
scelte amministrative, facciamo fatica a
comprendere l’appesantimento dell’addizionale
IRPEF che passa dallo 0,2% allo 0,55%, dell’ICI
strutturale che raggiunge il 6,9% congiuntamente
all’aumento dei costi dei servizi a domanda
individuale. Aumenti che, in questa fase, si vanno
a sommare agli aumenti che i cittadini subiranno
a seguito delle decisini assunte a livello nazionale
e regionale. A nostro avviso una fase di attesa,
congiuntamente ad un rallentamento
dell’attivazione di servizi fortemente strutturati,
avrebbe favorito il potere d’acquisto delle
famiglie fornendo alle stesse una “boccata
d’ossigeno”.
Nelle settimane di discussione del bilancio di
previsione 2008 abbiamo seguito con interesse
il confronto concertativo con le Organizzazioni
sindacali, con le Associazioni di categoria delle
attività economiche e produttive in modo da
comprenderne le valutazioni condivise e le
perplessità. Valutazioni che riteniamo ponderate
e per molti aspetti condivisibili. Anche noi
riteniamo che: “non si deve buttato via il
bambino con l’acqua sporca”. Il tavolo del
confronto o il laboratorio di lavoro deve poter
continuare in modo da raggiungere obiettivi
condivisi e rispettosi delle perplessità evidenziate
nella consapevolezza che gli equilibri di bilancio
possano essere raggiunti anche attraverso
l’innovazione amministrativa talvolta sviluppata
a mantenere in essere servizi non più prioritari e
che comunque possono subire rimodellazioni
adeguate alle nuove impostazioni dei tempi.
Se il cantiere è veramente aperto noi ci
presenteremo al lavoro con la convinzione che
la cultura riformista dalla Spagna soffi verso
l’Italia.
Mauro Ottavi
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CRISI DI IDENTITA’
VOTARE IL PARTITO SOCIALISTA PER IL BENESSERE
MORALE E MATERIALE DEI NOSTRI FIGLI
Lo scenario della politica italiana, che si presenta
alla ribalta delle prossime elezioni politiche di
aprile è caratterizzato da una retorica e da un
vuoto di contenuti allarmante.
Il partito di Berlusconi e quello di Veltroni sono
il trionfo dell’indistinto; vengono candidati
l’industriale, l’imprenditore, l’operaio, il
cattolico integralista, l’ateo radical-chic
materialista, l’attore, il prefetto, ecc. ecc. Tutti
insieme appassionatamente. Non ci sono più
partiti ma enormi scatoloni dove infilare persone
a più non posso per sperare di rappresentarli tutti.
Da questo scenario però si possono trarre delle
indicazioni; a questo gioco non partecipano
personalità di spicco della cultura, delle
professioni e del mondo religioso. Vediamo nelle
liste personaggi di basso profilo, di secondo piano, mentre i portatori di valori e di chiara
identità se ne stanno da parte, preferendo così
non piegarsi alla logica del contenitore indistinto
per non perdere la propria credibilità personale.
Purtroppo i leader politici pensano che vendendo
la merce posta in questi gran contenitori, si possa
continuare impunemente a gestire la cosa
pubblica. Questi leader politici sono sempre più
soli , senza una classe dirigente alle spalle che li
sostenga e ormai incapaci di vendere se stessi.
Le esternazioni di Ciarrapico del Pdl e
dell’industriale Calearo del Pd sono illuminanti
e deprimenti per la parte responsabile del paese,
che vede con sgomento avanzare la crisi
economico sociale.
La speranza di chi scrive è che gli italiani si
rendano conto di quello che sta per accadere e
che nel segreto dell’urna votino per quelle forze
politiche propugnatrici di valori etici, riformisti
e di giustizia sociale che devono contrapporsi
all’appiattimento culturale e sociale di fatto
propugnato dai grandi partiti.
Votare per un partito Socialista moderno che, con
serie riforme vuole imprimere una spinta
propulsiva alla società italiana, è un dovere da
parte di chi non vuole che i propri figli domani
non possano superare i padri nel benessere morale e materiale. Si deve avere una speranza per
il futuro, bandendo il partito di plastica di
Berlusconi e il buonismo stucchevole della
proposta veltroniana. Servono serietà e chiarezza
nella proposta politica.
E’ un imperativo categorico! Un’ultima ciliegina,
l’ex ministro Visco non si ricandiderà, il titolare
del Dicastero delle Finanze non è mai amato, a
prescindere dalle sue capacità; ma preferirgli
l’industriale Calearo propugnatore dello sciopero
fiscale del nordest è veramente troppo e si
commenta da sè.
Francesco Capomolla
“Ringraziamo il PD. Essere
riconosciuti come
rompicoglioni in questo
clima da Disneyland
elettorale è un ottimo
titolo.”
Lanfranco Turci, Partito
Socialista
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“Z” e il limbo italiano
Il Pd, rispetto al socialismo europeo, non può “né aderire né sabotare”, resta nel
limbo e senza riferimenti.
La vittoria di Zapatero in Spagna e la rimonta
socialista in Francia hanno fatto dire a Veltroni che
negli Stati Uniti e in Europa “c’è un vento nuovo”.
Forse è vero. Anche la sinistra radicale è entusiasta:
lunedì sul Manifesto c’era una grande foto con
Zapatero sorridente e Sarkozy accigliato e una
didascalia che diceva: “Qui, se puede”-”Si può fare”.
Ma ancora una volta si può con i socialisti che in
Europa sono la sola, ripeto, la sola alternativa alla
destra reazionaria o moderata.
Eppure in Italia nei mesi scorsi quando si diede vita
al Pd abbiamo letto e riletto che il socialismo (quale?)
è un “cane morto” o, più benevolmente, si diceva
che era un residuato del secolo scorso, roba vecchia.
Eppure proprio i partiti socialisti negli anni della
“rivoluzione conservatrice” della Thatcher o dei
governi cristiano-moderati in Germania, stando
all’opposizione o al governo come in Francia e
Spagna, seppero rinnovare profondamente la loro
cultura politica e i loro programmi in modo da poter
vincere la sfida sul terreno nuovo del capitalismo
globalizzato e della modernizzazione. Chi in questi
anni ha seguito il travaglio di tutti i partiti socialisti
europei ha potuto misurare il lavoro straordinario che
è stato fatto per rinnovare le piattaforme politicoprogrammatiche rispettando la storia e l’autonomia
di ogni partito. Tutti hanno avviato un processo di
liberalizzazione nell’economia, la riforma del
Welfare e la ridefinizione del ruolo dello Stato
nell’economia. E le liberalizzazioni hanno coinvolto
la società attraverso l’estensione di nuovi diritti civili,
frutto di una modernizzazione, di una
secolarizzazione e di una laicità che non ha nulla a
che vedere con antiche forme di clericalismo.
In Italia, nella sinistra questo processo politicoculturale non c’è stato: negli Anni Novanta il PSI
praticamente non c’era più e gli eredi del PCI, che
con Occhetto nell’89 fecero la svolta, mantennero
una riserva di fondo nei confronti del socialismo
italiano ed europeo che avrebbe dovuto essere
superata prima con D’Alema e poi con Fassino. I
quali nei congressi mossero dei passi significativi in
quella direzione senza però fare un’opera di revisione
tale da collocare stabilmente i Ds nell’alveo del
socialismo europeo.
La nascita del Pd è stata segnata invece da un distacco
da esso. Non poteva essere diversamente data la
presenza nel nuovo partito di una componente la
storia della Dc e la presenza di un gruppo di cattolici
integralisti. I quali, non a caso, hanno parlato
sprezzantemente di “una deriva zapaterista” da cui
il Pd doveva vaccinarsi. Ha ragione Gian Enrico
Rusconi nell’affermare che “l’eutanasia del
socialismo nel nostro Paese impedisce di cogliere il
nesso fecondo tra socialismo della cittadinanza e
diritti civili”.
Insomma il Pd può salutare i successi dei socialisti
ma non identificarsi con la loro storia e il loro
avvenire. Veltroni aveva parlato di un superamento
del PSE attraverso la formazione di un partito
democratico europeo, che coinvolgesse i centristi del
francese Bayrou (3% nelle recenti elezioni). Ma sono
i socialisti francesi che ieri hanno dichiarato che con
il Modem Bayrou sono possibili alleanze locali, ma
“”senza rinnegarsi”.
La verità è che il Pd, rispetto al socialismo europeo,
non può “né aderire né sabotare”, resta nel limbo e
senza riferimenti.
La sinistra radicale registra, in Francia e in Spagna,
una sconfitta. E l’Arcobaleno italiano in Europa è
collegato con essa e si contrappone ai socialisti senza
alcuna prospettiva. In questo quadro Bertinotti
accentua la separazione con le forze che nel concreto
della lotta politica sono alternative alla destra e ai
conservatori moderati. Quindi il tentativo fatto con
le elezioni del 2005 di collocarsi come forza di
governo appare una piccola parentesi di un percorso
senza prospettive, nemmeno come forza consistente
di opposizione.
In conclusione il Pd di centrosinistra e la sinistra
radicale, in modo diverso, si estraniano dai processi
politico-culturali che coinvolgono tutta l’Europa. E’
questo il dato su cui riflettere, perché non riguarda
solo la sinistra ma il Paese.
Emanuele Macaluso (La Stampa 12 marzo 2008)
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I SOCIALISTI VINCONO LE AMMINISTRATIVE IN FRANCIA
Il Partito socialista francese conferma i risultati
del primo turno e alle elezioni amministrative
ottiene il 49,5 per cento contro il 47,5 per cento
dell'Ump. Il rinnovo dei consigli municipali e
cantonali, era considerato una prova importante
per la destra e per lo stesso Sarkozy, ma il neo
presidente è stato costretto a constatare
l’arretramento del suo schieramento e una prima
sonora bocciatura al suo operato. A Strasburgo
il socialista Roland Ries è stato eletto con il 58
per cento sindaco, sconfiggendo l'uscente
dell'Ump Fabienne Keller. L'Ump ha perso il
controllo anche di Tolosa., mentre a Parigi
conferma ampia per il sindaco uscente, il
socialista Bertrand Delanoe.
“Vorremmo - dichiara Enrico Boselli - che l'Italia
non rappresentasse un'eccezione: nei comuni
francesi hanno vinto i socialisti che lì hanno
istituito i pacs, proprio come i registri delle
unioni civili che il Partito Socialista in prima fila
nella battaglia per i nuovi diritti, vuole istituire
in tutte le città italiane". Ha proseguito Boselli:
"Oggi tutti i socialisti italiani festeggiano i
compagni francesi per il grande successo
elettorale delle amministrative d'oltralpe. In
quasi tutte le principali città francesi i
conservatori di Sarkozy e i centristi di Bayrou
sono stati sconfitti da una ventata riformista che
soffia in tutta Europa, come ha dimostrato anche
la Spagna di Zapatero".
“Il successo socialista francese ai ballottaggi,
pensiamo solo alle vittorie di Strasburgo e Metz,
- ha aggiunto Valdo Spini - sono un nuovo
segnale da un lato che l’Europa non va a destra
e dall’altro che , a differenza di quanto pensano
i democratici italiani, non occorre mettere in
soffitta il nome e l’appartenenza socialista per
vincere. È una conferma della giustezza della
battaglia dei socialisti italiani per difendere
simbolo, nome e appartenenza socialista in
Italia.”
Angius: truffaldino non definire
Zapatero socialista
"E' ridicola e meschina la corsa
all'accaparramento della vittoria di Zapatero in
Spagna. In Spagna ha vinto Zapatero perché è
socialista". Lo afferma il vicepresidente Gavino
Angius. "Zapatero non ha rinunciato e non si
vergogna della storia del suo partito che infatti
si chiama Socialista ed Operaio. In questi anni
di governo ha portato la Spagna ad incredibili
livelli di crescita economica, sociale e civile,
senza mai tradire i principi e i valori in cui crede.
E' un leader che ha il coraggio di scegliere sui
diritti civili, anche scontrandosi con i vescovi
spagnoli, e sui diritti di tutte le persone, e sulle
politiche sociali affrontando l'ostilità della
Confindustria spagnola. E' quindi penoso
assistere all'uso di molti aggettivi per qualificare
Zapatero senza mai chiamarlo socialista, compito
nel quale ho visto si stanno esercitando gli
acrobati del Pd, Fassino e Veltroni, con l'aggiunta
di Bertinotti che invece ha deciso di cancellare
il Partito Socialista in Italia. Perché non hanno
l'onestà di riconoscere che quel vento nuovo che
soffia in Europa è l'effetto delle culture e del
pensiero politico più innovativo che è quello
socialista? C'è infine da sottolineare l'assordante
silenzio dei dirigenti del PD, provenienti dalla
Margherita, che evidentemente sono ancora
senza parola per la vittoria socialista in Spagna".
LA SQUILLA - Bologna 20 marzo 2008 n° 3
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