Squilla pg 1.pmd - Socialisti San Lazzaro
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SPECIALE SAN LAZZARO La Squilla San Lazzaro - marzo 2008 - contatti: [email protected] - www.sdionline.it EUROPEO, RIFORMISTA E LAICO ECCO IL PARTITO SOCIALISTA 2 Manifesto dei Valori Il Partito Socialista è una novità nel panorama politico italiano, una speranza per il rinnovamento e la modernizzazione del Paese, contro ogni forma di conservazione politica, economica e culturale. Una forza politica rivolta a valorizzare i meriti e a rispondere ai bisogni individuali e collettivi. Per queste ragioni il socialismo democratico è oggi di attualità per saldare le attese delle vecchie e delle nuove generazioni, per dare un contributo a una moderna società della conoscenza, per riaffermare, insieme alla battaglia per nuovi diritti, l’etica dei doveri e della responsabilità. Il Partito Socialista, in Italia come nel resto d’Europa, intende riunire uomini e donne che, partendo da esperienze, culture e sensibilità diverse, si riconoscono in politiche riformiste, democratiche e liberali; si rivolge a tutti i cittadini senza distinzioni di genere e di orientamento sessuale, di etnia, di nazionalità e di religione e vuole dare voce a tutti coloro a cui vengono negati diritti ed interessi fondamentali. Il Partito Socialista si propone di realizzare, con forme nuove e adeguate ai tempi e per via democratica nella partecipazione dei cittadini, una società che sia retta da valori di libertà, di uguaglianza, di giustizia, di responsabilità, di solidarietà e di progresso. destino. L’uguaglianza e la libertà delle persone sono indivisibili. Il Partito Socialista crede nella libertà e nelle libertà intese come possibilità di scegliere sulla base della propria responsabilità: contrasta i ricorrenti tentativi di invadenza delle burocrazie statali, delle religioni e delle ideologie nella sfera della libertà individuale; fonda la sua azione sul rispetto dei diritti civili ed umani in Italia come nel mondo. Il Partito Socialista difende il principio della laicità, che garantisce la convivenza tra culture e idee diverse; crede nella libertà di pensiero e nel valore della diversità delle opinioni e delle fedi. Contrasta con ogni forma di fondamentalismo che vuole trasformare i propri precetti in leggi dello Stato. Il Socialismo considera il lavoro come l’espressione più alta della persona e persegue politiche della piena occupazione, secondo principi di flessibilità e sicurezza, promuovendo l’istruzione e la formazione durante l’arco di tutta la vita. Il Partito Socialista crede nel valore dell’uguaglianza che si realizza attraverso l’allargamento delle libertà; opera concretamente affinché sia garantito a tutti il massimo delle opportunità; promuove le condizioni perché ciascun individuo possa decidere il proprio Il Partito Socialista vuole che il lavoro sia adeguatamente retribuito e riconosciuto, e sostiene la necessità per tutti coloro che non siano in condizioni di lavorare di ricevere un reddito di base adeguato ai loro meriti e alla loro condizione. 3 ELEZIONI ITALIANE L’INTERNAZIONALE SOCIALISTA SI SCHIERA: ITALIANI, VOTATE PER BOSELLI Appello del presidentedell’Internazionale socialista Il Partito Socialista continua la sua battaglia secolare per una maggiore giustizia sociale lottando contro le diverse forme di povertà e di emarginazione, fin da quelle che riguardano i primi anni di vita. I sistemi di sicurezza sociale, a cominciare da quelli della casa, della sanità, dell’istruzione e della previdenza devono contribuire a migliorare le condizioni di vita dei cittadini, devono prevenire i rischi di impoverimento e di esclusione e devono essere completati abolendo privilegi e garanzie corporative che danneggiano gli interessi dei più bisognosi. Le politiche per la giustizia sociale comprendono la lotta contro il crimine e contro le cause che lo producono, per rimuovere le condizioni che incentivano i comportamenti violenti e comunque illegali. La difesa della sicurezza non ammette acquiescenza nei confronti della grande criminalità, della violenza razzista e xenofoba, dei fenomeni diffusi di violenza, con particolare riferimento alle donne ed ai minori, e nei confronti della piccola criminalità che colpisce soprattutto gli strati deboli della società. I socialisti e le socialiste lavorano per ampliare i diritti e le libertà che le donne hanno conquistato e continuano a lottare per eliminare le gravi discriminazioni ancora esistenti. Il Partito Socialista garantisce nelle sue strutture e nella pratica politica le pari opportunità tra uomini e donne. Il Partito Socialista s’impegna per lo sviluppo della democrazia economica, politica e culturale; opera per un rafforzamento continuo della democrazia rappresentativa, per dare più credibilità delle istituzioni e per consentire ai cittadini attraverso il voto libero e segreto di scegliere una politica, un partito e i propri rappresentanti. In un videomessaggio trasmesso nel corso dell’iniziativa socialista promossa all’auditorium del Massimo, a Roma, Gheorges Papandreu, Presidente dell’Internazionale Socialista, invita gli italiani a dare fiducia al Partito Socialista e al candidato premier Boselli: “Mi rivolgo agli elettori italiani, in Italia, in Europa e nel mondo, per chiedere di dare forza al Partito socialista nelle prossime elezioni”, è l’appello del presidente dell’Internazionale socialista. Papandreu ha chiesto agli elettori italiani di votare “per chi ha dato alla cittadinanza e alla solidarietà sociale significato, in Europa e nel mondo. Votate per Enrico Boselli, un uomo integro, coerente nei valori e negli ideali, in Italia, a Bruxelles, nel mondo. Ciò che unisce i socialisti è l’impegno per la responsabilità sociale e la partecipazione al benessere. Queste sono le basi della nostra solidarietà, quello per cui abbiamo lottato, fianco a fianco. Ora che aprite la campagna elettorale, come amico e compagno, come presidente del Pasok e dell’Internazionale socialista, vi auguro buon lavoro e buona fortuna”, ha concluso Papandreu. 4 Un problema sociale: il costo delle case di riposo per anziani E’ ormai un problema sociale che investe le famiglie e gli anziani: il costo delle rette nelle case di riposo (o strutture similari) è eccezionalmente elevato e diventa anno dopo anno più insostenibile, in misura particolare a Bologna e provincia. L’attenzione dei pubblici amministratori su questo argomento è scarsa, se non assente. Lo SDI, già qualche tempo fa mandò una nota per sollecitare un dibattito pubblico che consentisse di assumere iniziative tese a monitorare l’andamento dei prezzi con l’obiettivo di sollecitare interventi da parte delle amministrazioni locali. La questione è stata ripresa in queste settimane da alcuni organi d’informazione, e comunque, come afferma Franco Franchi, Segretario provinciale SDI e membro del Coordinamento per la Costituente socialista, “non può più essere sottovalutata da chi ha responsabilità pubbliche: anche tenuto conto che nel nostro territorio le famiglie subiscono un costo della vita complessivo particolarmente pesante. Da tante parti, talora in modo confuso, si parla di aiuti alle famiglie. Cominciamo allora ad affrontare anche questo problema! L’alternativa al ricovero è il ricorso alle “badanti”: un altro percorso difficile e complesso che mette economicamente in crisi chi tenta di cavarsela da solo entro le mura domestiche”. Della questione se ne è occupato ripetutamente Giuliano Vincenti. “Nelle cronache bolognesi continuano ad apparire, con evidente frequenza, lettere di cittadini che richiamano l’attenzione di pubblici amministratori e sindacati sul problema degli anziani e delle case di riposo, sempre più numerose nella nostra realtà e sempre più costose. Malgrado ciò, pare che anche chi ne avrebbe il potere, non si decida, almeno, a condurre una ricerca su trattamenti e rette nei luoghi sempre più affollati da anziani o da persone che, pur non potendo essere accolte negli ospedali per acuti, non possono essere opportunamente assistite presso familiari più o meno prossimi. Non a caso il giornalista Cesare Sughi, rispondendo ad un lettore sul Resto del Carlino, ha sottolineato che gli anziani sono sul mercato. Fanno mercato. Sono sempre di più. Quindi fanno business. E allora, ha rilevato ancora Sughi, purtroppo “il business, come lo show, deve continuare”. Vincenti così continua: Anche chi ha tentato di conoscere le rette minime e massime praticate nel bolognese, è rimasto a bocca asciutta. Gli ultimi dati certi furono forniti dal socialista Davide Zucchini, all’epoca presidente dell’Opera Pia Poveri Vergognosi, e pubblicati integralmente ne “La Squilla”. Quei dati, pur se riferiti alla fine dell’anno 1999, possono essere utili per eventuali raffronti con dati più freschi. Col risultato di constatare che i costi sono fortemente aumentati, ben oltre l’incremento del costo della vita. Come molti sanno, i Comuni erogano aiuti alle famiglie indigenti costrette a far ricoverare un congiunto. Si tratta però di aiuti limitati e insufficienti. Federazione provinciale SDI Bologna 5 PROGRAMMA DEL PARTITO SOCIALISTA Per un’Italia laica civile e moderna All'Italia occorrono cambiamenti profondi, una forte innovazione, una modernizzazione della vita civile, una maggiore efficienza delle nostre istituzioni, minori disuguaglianze e più equità. Costante è il riferimento ai valori e ai principi della nostra Costituzione, frutto della lotta di Liberazione. Ripartiamo da quei valori di giustizia, democrazia, libertà e uguaglianza, che hanno accompagnato la storia della Repubblica, per un’Italia laica, civile e moderna. Diritti e doveri, giustizia ed equità, merito e bisogni non siano chimere ma la bussola per un programma riformista. Le sfide globali Il Partito Socialista è l’unico in Italia che si riconosce nel Partito Socialista Europeo e nell’Internazionale socialista. Il primo pilastro della nostra politica estera è l’unità dell’Europa. Il secondo pilastro è l’Alleanza Atlantica, che deve essere consolidata su un piano di parità, attraverso l’unità europea. Il terzo pilastro è la cooperazione con i paesi del Mediterraneo, che può dare una spinta decisiva allo sviluppo economico. L'Italia è la nuova frontiera meridionale d'Europa nel rapporto con questi paesi. Occorre sviluppare tutte le potenzialità fornite da questo ruolo geopolitico, che comporta l'assunzione di nuove responsabilità nella regolazione dei flussi migratori e nella capacità di intercettare al meglio le rotte commerciali ed economiche che si stanno sviluppando. I socialisti guardano lontano nel futuro. Se Turati nel 1929 sognava gli “Stati Uniti d’Europa”, oggi si possono sognare gli “Stati Uniti del mondo”. Sul piano politico fondamentale è il ruolo delle Nazioni Unite, per affermare una concezione multilaterale dei rapporti internazionali. L’Italia contribuisce ovunque alle missioni di pace sotto l’egida dell’Onu, dal Libano all’Afghanistan. Sul piano materiale, con l’impegno contro il sottosviluppo e la povertà, serbatoi inesauribili delle organizzazioni terroristiche di tutte le matrici. Su quello morale, con l’impegno per i diritti umani, che è la stella polare della nostra politica estera. L’Italia ha guidato con successo la campagna per la moratoria della pena di morte, finalmente raggiunta. Un mondo senza tortura, senza sentenze capitali, senza censura né oppressione, senza doppi standard sui diritti umani tra Paesi ricchi e poveri sarà più sicuro, più ricco, più tollerante, multi-culturale e multi-etnico. Il contrasto ai cambiamenti climatici è la sfida più rilevante: energia pulita, risparmio energetico ed efficienti sistemi di smaltimento dei rifiuti sono obiettivi da perseguire con determinazione. La tutela dell’ambiente costituisce un aspetto fondamentale di uno sviluppo sostenibile. Le imprese sono un soggetto attivo nel definire la nostra collocazione internazionale. È compito dello Stato premiare, anche con il fisco, le imprese che esportano, che operano salti di crescita e che contribuiscono a un nuovo modello di specializzazione dell’Italia nel contesto dell’economia mondiale. 6 “100 anni di lotte con le donne” (8 marzo 1908 - 8 marzo 2008) Non solo una giornata all’anno, ma un impegno di tutti i giorni per raggiungere le pari opportunità tra donne e uomini! 100 anni di “impegno sociale” molto è stato fatto ma non si è ancora affermata la piena emancipazione femminile; tuttora, infatti, occorre rimuovere gli ostacoli che impediscono alle donne di partecipare con pari diritti e doveri alla vita pubblica, sociale, economica, lavorativa e culturale. Ostacoli da superare: - più servizi sociali e sanitari (asili, scuole, strutture residenziali per anziani, assistenza domiciliare, ecc. ) per superare la oggettiva disuguaglianza tra i sessi che le donne affrontano tutti i giorni; - più sostegno e collaborazione all’interno della famiglia per sollevare i carichi di lavoro domestico e parentale per consentire la partecipazione delle donne alla vita politica; - maggiore ed imprescindibile consapevolezza dei propri diritti e doveri; - medesime opportunità e retribuzioni nell’ambito lavorativo; - più consapevolezza delle donne per sostenere una maggiore rappresentanza politica femminile negli organi decisionali. La cultura riformista e pluralista dei Socialisti in questi 100 anni è stata, è e sempre sarà in prima fila nelle lotte per le pari opportunità tra donne e uomini! Mirna Stupazzoni 7 PROGRAMMA DEL PARTITO SOCIALISTA Diritti e doveri Il rapporto tra Stato e cittadini si basa sul rispetto dei diritti e dei doveri. Occorre diffondere il rispetto della legalità. L'Italia deve maturare un’etica della responsabilità individuale. Proseguire nella lotta all'evasione fiscale e contributiva è un obiettivo primario. Equità nei carichi fiscali, snellimento delle pratiche burocratiche sono essenziali per un buon rapporto tra fisco e cittadino. Le famiglie italiane sono cambiate come dimostrano i dati statistici più recenti. Aumentano i single e le coppie di fatto. La politica non può ignorare queste nuove realtà e deve riconoscere pari dignità giuridica a tutte le cittadine e a tutti i cittadini. Occorre regolamentare le unioni civili riconoscendo alle coppie stabili di poter formalizzare il proprio rapporto con un contratto che abbia natura personale e patrimoniale, con effetti anche rispetto ai terzi. In questo contesto si deve riconoscere alle coppie formate da persone dello stesso sesso un rafforzamento di questo istituto. Parallelamente per le coppie sposate senza figli deve essere introdotto il divorzio breve, semplificando lunghe, costose e inutili pratiche burocratiche. Va intensificata la promozione di campagne a favore degli anticoncezionali rendendoli più facilmente disponibili. Le politiche della parità tra uomini e donne favoriscono l’occupazione e la crescita. Una pari indipendenza economica per le donne e gli uomini, l’equilibrio tra attività professionale e vita privata, la pari rappresentanza nel processo decisionale, l’eradicazione di tutte le forme di violenza fondate sul genere, l’eliminazione di stereotipi sessisti e la promozione della parità tra i generi nelle politiche esterne e di sviluppo: questi sono gli ambiti prioritari di intervento. Le quote rosa sono uno strumento discutibile, ma è l’unico che si è rivelato efficace in tutto il mondo per garantire accesso alle donne nelle istituzioni. Una volta che una presenza equilibrata di donne e di uomini sia diventata normale, si potrà abbandonare questo strumento, che ha unicamente uno scopo pratico. La 194 è una legge di civiltà che ha ridotto le pratiche dell’aborto e i rischi per la salute e la vita delle donne. Non esiste un diritto all’aborto, ma esiste un diritto alla maternità consapevole da parte delle donne. La legalizzazione della RU486 è positiva perché riduce l’impatto di un atto che resta comunque un dramma. Bisogna giungere ad una profonda modifica della legge sulla fecondazione assistita con lo scopo di tutelare la salute delle donne. I diritti vanno riconosciuti a tutti, sia ai cittadini italiani sia agli stranieri. L’Italia deve finalmente regolamentare tutti gli stranieri che hanno un lavoro stabile e che non hanno commesso reati. Il diritto d’asilo deve essere garantito secondo il dettato costituzionale gli impegni internazionali dell’Italia. 8 PROGRAMMA DEL PARTITO SOCIALISTA Per una maggiore tutela del lavoro Il disagio sociale in cui vertono sempre più i lavoratori dipendenti necessita un incremento immediato dei salari e degli stipendi, attualmente i più bassi in Europa. La buona e piena occupazione è un obiettivo che l'Italia può e deve raggiungere. A tal fine occorre anzitutto superare la precarietà del lavoro, per una flessibilità nella sicurezza sociale. Il nuovo modello di welfare deve gradualmente spostare le tutele dal posto di lavoro all’individuo. Non si tratta di ridurre i diritti ma di introdurne di nuovi e più forti. A dover essere contrastati sono soprattutto gli abusi e le illegalità nel mercato del lavoro che generano livelli ancora più elevati di precarietà e di insicurezza. E' essenziale garantire una formazione continua dei lavoratori, giovani e anziani, i cui costi siano a carico delle imprese. Occorre trasformare la perdita del lavoro da dramma a occasione di riqualificazione professionale. L’erogazione delle tutele monetarie deve essere subordinata alla partecipazione a programmi di reinserimento nel mercato del lavoro, che consenta a chi ha perso il lavoro di essere pronto a lavori di maggiore qualità. Garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro è un dovere civile e morale per cancellare la vergognosa e tragica sequenza di omicidi bianchi. Bisogna prevedere più formazione alla sicurezza per chi fa impresa e per chi vi lavora, nonché investire maggiori risorse per potenziare le ispezioni con un personale adeguatamente professionalizzato. Il problema della casa è diventato un dramma per i giovani e per gli strati più deboli. Investimenti in edilizia pubblica non sono un retaggio del passato, ma sono una necessità per andare incontro a chi ha redditi più bassi e non ha casa in proprietà. Occorrono misure di assistenza e di sostegno al reddito per gli anziani non autosufficienti e per i disabili, che non possono essere lasciati a carico delle proprie rispettive famiglie. Nel quadro di una vasta opera di privatizzazione dei servizi la sanità deve restare pubblica, cercando di uniformare le prestazioni che sono sempre più disuguali tra Nord e Sud. Il futuro dell'Italia è strettamente legato al potenziamento dell'autonomia energetica. Attraverso un maggiore sfruttamento delle fonti rinnovabili, la costruzione di nuovi rigassificatori e politiche attive di risparmio; il rafforzamento dei programmi di ricerca su tutte le fonti a partire dal sistema a idrogeno, fino ad una riconsiderazione dell’energia nucleare di ultima generazione, si può generare sviluppo e rendere l'Italia meno dipendente dall'estero. Formazione per tutti Una Scuola Pubblica di qualità, riformata sulle esigenze della società della conoscenza, è una condizione irrinunciabile per garantire a tutti la possibilità di costruirsi il proprio futuro. Occorre difendere la scuola pubblica perché soltanto lo Stato deve garantire pari opportunità per tutti. Non deve esistere una scuola per i poveri ed una per i ricchi. Le scuole private devono essere libere, ma non possono pretendere di essere finanziate dallo Stato. La diffusione delle reti telematiche è divenuta uno strumento per assicurare pari opportunità a tutti nel nuovo mondo delle comunicazioni. Lo Stato deve assicurare la concorrenza con una netta separazione tra chi gestisce le reti e chi offre i servizi. 9 Non condividiamo un’ulteriore aumento della tassazione sui cittadini I socialisti con i Sindacati e le Associazioni di Categoria criticano il bilancio del Comune Saremo ultimi nella crescita tra i Paesi dell’euro. Una pessima notizia che in febbraio è emersa a seguito delle valutazioni che il Commissario Europeo agli Affari economici, Joaquin Almunia ha sviluppato diffondendo le stime di crescita per l’anno in corso. L’Italia è lo Stato europeo, tra i grandi, che nell’anno in corso crescerà di meno. Per precisione mentre la Spagna crescerà del 2,7 %, la Francia + 1,7 %, la Germania + 1,6 %, l’Italia crescerà dello 0,7 % solamente. La nostra economia non decolla in quanto il potere d’acquisto dei cittadini diminuisce enormemente anche in ragione dell’aumento della tassazione che li colpisce oltre all’aumento dei prezzi dei prodotti, del petrolio e di quanto è ad esso collegato. L’italia deve rispettare il patto di stabilità definito a livello europeo. E di questo ne siamo pienamente consapevoli e lo condividiamo. Ma per raggiungere gli obiettivi previsti nel rispetto del patto di stabilità e nelle scelte definite dalla Finaziaria 2008 le strade da percorrere sono diverse. Strade che negli anni di impegno amministrativo abbiamo evidenziato, sostenuto e più volte rimarcato. In primo luogo la gestione in forma associata di certi servizi comunali in modo da ottenere economie finanziarie di scala senza mettere a rischio la qualità dei servizi. Congiuntamente a ciò una reale verifica delle priorità di certi servizi congiuntamente ad un rallentamento di nuovi servizi se non veramente prioritari ed indispensabili. Una politica amministrativa riformista che sappia ordinare le priorità sociali in modo da tutelare le fasce sociali più deboli. Di pari passo c’è la necessità di rilanciare gli investimenti stategici in modo da portare a completamento le infrastrutture che da anni attendono soprattutto se risolvono la mobilità pubblica (SFM), pedonale, ciclabile e parcheggi. In un panorama di difficoltà generale che ci ha portato a condividere diverse analisi politiche e scelte amministrative, facciamo fatica a comprendere l’appesantimento dell’addizionale IRPEF che passa dallo 0,2% allo 0,55%, dell’ICI strutturale che raggiunge il 6,9% congiuntamente all’aumento dei costi dei servizi a domanda individuale. Aumenti che, in questa fase, si vanno a sommare agli aumenti che i cittadini subiranno a seguito delle decisini assunte a livello nazionale e regionale. A nostro avviso una fase di attesa, congiuntamente ad un rallentamento dell’attivazione di servizi fortemente strutturati, avrebbe favorito il potere d’acquisto delle famiglie fornendo alle stesse una “boccata d’ossigeno”. Nelle settimane di discussione del bilancio di previsione 2008 abbiamo seguito con interesse il confronto concertativo con le Organizzazioni sindacali, con le Associazioni di categoria delle attività economiche e produttive in modo da comprenderne le valutazioni condivise e le perplessità. Valutazioni che riteniamo ponderate e per molti aspetti condivisibili. Anche noi riteniamo che: “non si deve buttato via il bambino con l’acqua sporca”. Il tavolo del confronto o il laboratorio di lavoro deve poter continuare in modo da raggiungere obiettivi condivisi e rispettosi delle perplessità evidenziate nella consapevolezza che gli equilibri di bilancio possano essere raggiunti anche attraverso l’innovazione amministrativa talvolta sviluppata a mantenere in essere servizi non più prioritari e che comunque possono subire rimodellazioni adeguate alle nuove impostazioni dei tempi. Se il cantiere è veramente aperto noi ci presenteremo al lavoro con la convinzione che la cultura riformista dalla Spagna soffi verso l’Italia. Mauro Ottavi 10 CRISI DI IDENTITA’ VOTARE IL PARTITO SOCIALISTA PER IL BENESSERE MORALE E MATERIALE DEI NOSTRI FIGLI Lo scenario della politica italiana, che si presenta alla ribalta delle prossime elezioni politiche di aprile è caratterizzato da una retorica e da un vuoto di contenuti allarmante. Il partito di Berlusconi e quello di Veltroni sono il trionfo dell’indistinto; vengono candidati l’industriale, l’imprenditore, l’operaio, il cattolico integralista, l’ateo radical-chic materialista, l’attore, il prefetto, ecc. ecc. Tutti insieme appassionatamente. Non ci sono più partiti ma enormi scatoloni dove infilare persone a più non posso per sperare di rappresentarli tutti. Da questo scenario però si possono trarre delle indicazioni; a questo gioco non partecipano personalità di spicco della cultura, delle professioni e del mondo religioso. Vediamo nelle liste personaggi di basso profilo, di secondo piano, mentre i portatori di valori e di chiara identità se ne stanno da parte, preferendo così non piegarsi alla logica del contenitore indistinto per non perdere la propria credibilità personale. Purtroppo i leader politici pensano che vendendo la merce posta in questi gran contenitori, si possa continuare impunemente a gestire la cosa pubblica. Questi leader politici sono sempre più soli , senza una classe dirigente alle spalle che li sostenga e ormai incapaci di vendere se stessi. Le esternazioni di Ciarrapico del Pdl e dell’industriale Calearo del Pd sono illuminanti e deprimenti per la parte responsabile del paese, che vede con sgomento avanzare la crisi economico sociale. La speranza di chi scrive è che gli italiani si rendano conto di quello che sta per accadere e che nel segreto dell’urna votino per quelle forze politiche propugnatrici di valori etici, riformisti e di giustizia sociale che devono contrapporsi all’appiattimento culturale e sociale di fatto propugnato dai grandi partiti. Votare per un partito Socialista moderno che, con serie riforme vuole imprimere una spinta propulsiva alla società italiana, è un dovere da parte di chi non vuole che i propri figli domani non possano superare i padri nel benessere morale e materiale. Si deve avere una speranza per il futuro, bandendo il partito di plastica di Berlusconi e il buonismo stucchevole della proposta veltroniana. Servono serietà e chiarezza nella proposta politica. E’ un imperativo categorico! Un’ultima ciliegina, l’ex ministro Visco non si ricandiderà, il titolare del Dicastero delle Finanze non è mai amato, a prescindere dalle sue capacità; ma preferirgli l’industriale Calearo propugnatore dello sciopero fiscale del nordest è veramente troppo e si commenta da sè. Francesco Capomolla “Ringraziamo il PD. Essere riconosciuti come rompicoglioni in questo clima da Disneyland elettorale è un ottimo titolo.” Lanfranco Turci, Partito Socialista 11 “Z” e il limbo italiano Il Pd, rispetto al socialismo europeo, non può “né aderire né sabotare”, resta nel limbo e senza riferimenti. La vittoria di Zapatero in Spagna e la rimonta socialista in Francia hanno fatto dire a Veltroni che negli Stati Uniti e in Europa “c’è un vento nuovo”. Forse è vero. Anche la sinistra radicale è entusiasta: lunedì sul Manifesto c’era una grande foto con Zapatero sorridente e Sarkozy accigliato e una didascalia che diceva: “Qui, se puede”-”Si può fare”. Ma ancora una volta si può con i socialisti che in Europa sono la sola, ripeto, la sola alternativa alla destra reazionaria o moderata. Eppure in Italia nei mesi scorsi quando si diede vita al Pd abbiamo letto e riletto che il socialismo (quale?) è un “cane morto” o, più benevolmente, si diceva che era un residuato del secolo scorso, roba vecchia. Eppure proprio i partiti socialisti negli anni della “rivoluzione conservatrice” della Thatcher o dei governi cristiano-moderati in Germania, stando all’opposizione o al governo come in Francia e Spagna, seppero rinnovare profondamente la loro cultura politica e i loro programmi in modo da poter vincere la sfida sul terreno nuovo del capitalismo globalizzato e della modernizzazione. Chi in questi anni ha seguito il travaglio di tutti i partiti socialisti europei ha potuto misurare il lavoro straordinario che è stato fatto per rinnovare le piattaforme politicoprogrammatiche rispettando la storia e l’autonomia di ogni partito. Tutti hanno avviato un processo di liberalizzazione nell’economia, la riforma del Welfare e la ridefinizione del ruolo dello Stato nell’economia. E le liberalizzazioni hanno coinvolto la società attraverso l’estensione di nuovi diritti civili, frutto di una modernizzazione, di una secolarizzazione e di una laicità che non ha nulla a che vedere con antiche forme di clericalismo. In Italia, nella sinistra questo processo politicoculturale non c’è stato: negli Anni Novanta il PSI praticamente non c’era più e gli eredi del PCI, che con Occhetto nell’89 fecero la svolta, mantennero una riserva di fondo nei confronti del socialismo italiano ed europeo che avrebbe dovuto essere superata prima con D’Alema e poi con Fassino. I quali nei congressi mossero dei passi significativi in quella direzione senza però fare un’opera di revisione tale da collocare stabilmente i Ds nell’alveo del socialismo europeo. La nascita del Pd è stata segnata invece da un distacco da esso. Non poteva essere diversamente data la presenza nel nuovo partito di una componente la storia della Dc e la presenza di un gruppo di cattolici integralisti. I quali, non a caso, hanno parlato sprezzantemente di “una deriva zapaterista” da cui il Pd doveva vaccinarsi. Ha ragione Gian Enrico Rusconi nell’affermare che “l’eutanasia del socialismo nel nostro Paese impedisce di cogliere il nesso fecondo tra socialismo della cittadinanza e diritti civili”. Insomma il Pd può salutare i successi dei socialisti ma non identificarsi con la loro storia e il loro avvenire. Veltroni aveva parlato di un superamento del PSE attraverso la formazione di un partito democratico europeo, che coinvolgesse i centristi del francese Bayrou (3% nelle recenti elezioni). Ma sono i socialisti francesi che ieri hanno dichiarato che con il Modem Bayrou sono possibili alleanze locali, ma “”senza rinnegarsi”. La verità è che il Pd, rispetto al socialismo europeo, non può “né aderire né sabotare”, resta nel limbo e senza riferimenti. La sinistra radicale registra, in Francia e in Spagna, una sconfitta. E l’Arcobaleno italiano in Europa è collegato con essa e si contrappone ai socialisti senza alcuna prospettiva. In questo quadro Bertinotti accentua la separazione con le forze che nel concreto della lotta politica sono alternative alla destra e ai conservatori moderati. Quindi il tentativo fatto con le elezioni del 2005 di collocarsi come forza di governo appare una piccola parentesi di un percorso senza prospettive, nemmeno come forza consistente di opposizione. In conclusione il Pd di centrosinistra e la sinistra radicale, in modo diverso, si estraniano dai processi politico-culturali che coinvolgono tutta l’Europa. E’ questo il dato su cui riflettere, perché non riguarda solo la sinistra ma il Paese. Emanuele Macaluso (La Stampa 12 marzo 2008) 12 I SOCIALISTI VINCONO LE AMMINISTRATIVE IN FRANCIA Il Partito socialista francese conferma i risultati del primo turno e alle elezioni amministrative ottiene il 49,5 per cento contro il 47,5 per cento dell'Ump. Il rinnovo dei consigli municipali e cantonali, era considerato una prova importante per la destra e per lo stesso Sarkozy, ma il neo presidente è stato costretto a constatare l’arretramento del suo schieramento e una prima sonora bocciatura al suo operato. A Strasburgo il socialista Roland Ries è stato eletto con il 58 per cento sindaco, sconfiggendo l'uscente dell'Ump Fabienne Keller. L'Ump ha perso il controllo anche di Tolosa., mentre a Parigi conferma ampia per il sindaco uscente, il socialista Bertrand Delanoe. “Vorremmo - dichiara Enrico Boselli - che l'Italia non rappresentasse un'eccezione: nei comuni francesi hanno vinto i socialisti che lì hanno istituito i pacs, proprio come i registri delle unioni civili che il Partito Socialista in prima fila nella battaglia per i nuovi diritti, vuole istituire in tutte le città italiane". Ha proseguito Boselli: "Oggi tutti i socialisti italiani festeggiano i compagni francesi per il grande successo elettorale delle amministrative d'oltralpe. In quasi tutte le principali città francesi i conservatori di Sarkozy e i centristi di Bayrou sono stati sconfitti da una ventata riformista che soffia in tutta Europa, come ha dimostrato anche la Spagna di Zapatero". “Il successo socialista francese ai ballottaggi, pensiamo solo alle vittorie di Strasburgo e Metz, - ha aggiunto Valdo Spini - sono un nuovo segnale da un lato che l’Europa non va a destra e dall’altro che , a differenza di quanto pensano i democratici italiani, non occorre mettere in soffitta il nome e l’appartenenza socialista per vincere. È una conferma della giustezza della battaglia dei socialisti italiani per difendere simbolo, nome e appartenenza socialista in Italia.” Angius: truffaldino non definire Zapatero socialista "E' ridicola e meschina la corsa all'accaparramento della vittoria di Zapatero in Spagna. In Spagna ha vinto Zapatero perché è socialista". Lo afferma il vicepresidente Gavino Angius. "Zapatero non ha rinunciato e non si vergogna della storia del suo partito che infatti si chiama Socialista ed Operaio. In questi anni di governo ha portato la Spagna ad incredibili livelli di crescita economica, sociale e civile, senza mai tradire i principi e i valori in cui crede. E' un leader che ha il coraggio di scegliere sui diritti civili, anche scontrandosi con i vescovi spagnoli, e sui diritti di tutte le persone, e sulle politiche sociali affrontando l'ostilità della Confindustria spagnola. E' quindi penoso assistere all'uso di molti aggettivi per qualificare Zapatero senza mai chiamarlo socialista, compito nel quale ho visto si stanno esercitando gli acrobati del Pd, Fassino e Veltroni, con l'aggiunta di Bertinotti che invece ha deciso di cancellare il Partito Socialista in Italia. Perché non hanno l'onestà di riconoscere che quel vento nuovo che soffia in Europa è l'effetto delle culture e del pensiero politico più innovativo che è quello socialista? C'è infine da sottolineare l'assordante silenzio dei dirigenti del PD, provenienti dalla Margherita, che evidentemente sono ancora senza parola per la vittoria socialista in Spagna". LA SQUILLA - Bologna 20 marzo 2008 n° 3 Direttore responsabile Gianprimo Quagliano - Direzione e redazione via G. Fattori n° 8 Bologna tel. 051.385814 051.385933 - Fax. 051.311322 - Autorizzazione del Tribunale di Bologna n° 25 del 23/10/1948 - Pubblicazione in distribuzione gratuita - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c L. 662/96 filiale di BO. Stampa: Tipografia Moderna srl Via dei Lapidari, 1/2 - 40129 Bologna tel. 051.326689. Il Mandatario Luigi Primavera CENTRO STUDI SUI VALORI E TRADIZIONI SOCIALISTE VIA REPUBBLICA, 38 SAN LAZZARO DI SAVENA (BO)