Irrigazione Kinta
Transcript
Irrigazione Kinta
Area di Intervento IL PAESE La Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) è uno Stato dell’Africa Centrale. Si estende dall’Oceano Atlantico alle pianure dell’est e coincide per la maggior parte col bacino del fiume Congo. La Repubblica Democratica del Congo è il terzo paese africano per popolazione, ricchissimo di risorse naturali, forestali e minerarie (rame, cobalto, diamanti, oro, zinco e coltan) e di petrolio. Il paese è il terzo produttore mondiale di diamanti in volume. Possiede la seconda foresta pluviale al mondo, dotato di ampi terreni fertili e di vaste risorse idriche. Nonostante l’abbondanza di risorse naturali, l’economia formale del paese è quasi letteralmente crollata negli ultimi decenni, quale risultato di cattiva gestione e di perenni conflitti civili; si è assistito per contrasto ad un forte sviluppo dell’economia informale. L’impatto della lunga guerra civile (dal 2004 le vittime sono state circa 5.000.000, per la maggior parte bambini) è stato disastroso, con effetti particolarmente deleteri sulla distruzione delle infrastrutture fisiche e sull’indebolimento delle istituzioni di mercato e l’assoluta assenza di servizi (sanità e istruzione sono a pagamento), con perdita totale dei beni posseduti da persone ed imprese. IL TERRITORIO Superficie: 2.345.410 km² Popolazione Totale: 65.705.093 (Indipendenza: 30 giugno 1960) % popolazione femminile: 50,3 % Struttura popolazione per età: 0-14 anni: 45,11 %; 15-64 anni: 52,04 %; più di 65 anni: 2,84 % Età media: 17,27 Crescita annua della popolazione: 2,74 % Tasso di natalità: 43,585 per 1000 abitanti Tasso di mortalità: 15,963 per 1000 abitanti ISU – Indice Sviluppo Umano: 0,304 (186º su 187 Paesi e territori - 2012) Aspettativa di vita alla nascita: 48,7 anni Anni medi di scolarizzazione: 3,5 PIL pro capite (PPA): 319$ MPI - indice di povertà multidimensionale: 0,392 % Tasso mortalità neonatale: 4,7%; Minori di 1 anno 11,1%; minori di 5 anni 16,8% Tasso di malnutrizione acuta: 11,2% Tasso di malnutrizione cronica: 23,4% La Repubblica Democratica del Congo è uno dei paesi più poveri del mondo. I bambini sono le vittime principali della guerra civile, delle malattie e delle credenze popolari. Nelle zone urbane e suburbane l’emergenza economica e sociale è estrema. Kinshasa, la capitale, è sia una città che una provincia; ha circa 10 milioni di abitanti, una superficie di 9.965 km², una densità di popolazione 1011,15 ab./km². È la terza grande area metropolitana dell’Africa e la seconda città di lingua francese al mondo. Negli ultimi dieci anni, con il susseguirsi di guerre e crisi politico/economiche, intere etnie hanno migrato verso la capitale abbandonando i propri territori rurali di origine per riversarsi nelle periferie di una megalopoli sempre più devastata dalla miseria. L’impoverimento riguarda di conseguenza l’intero territorio con un aumento elevatissimo dell’urbanizzazione e la perdita di terreni e attività agricole sedentarie, di cultura tradizionale di origine, di valori etici tipici del clan familiare africano. La promiscuità di etnie e tribù che abitano Kinshasa e tutta la sua provincia ha aumentato il tasso di criminalità e causato la perdita dei valori familiari dell’originaria cultura di un intero popolo. Il fenomeno della corruzione si inserisce in tutti gli ambiti istituzionali costringendo la popolazione a subire prepotenze e privazioni dei diritti fondamentali dell’uomo. Le forze di polizia e militari non garantiscono la sicurezza delle classi più povere, ma spesso sono per esse una minaccia. Tra le piaghe che dilaniano il paese, una delle più importanti è il fenomeno dei bambini di strada. Nella famiglia tradizionale congolese, non è contemplato l’abbandono o il non riconoscimento della prole. Le donne si prendono cura di tutti i bambini del villaggio, al di la del rapporto diretto di parentela. Il massiccio esodo verso la capitale ha visto inoltre la comparsa di nuove sette religiose che estremizzano le credenze animiste tipiche della fede africana sfruttando la miseria della gente: è così nato un nuovo fenomeno, quello degli “enfants sorciers”, i bambini ndoki , cioè portatori di sfortuna e di male. I più piccoli, poveri e malati vengono indicati come responsabili di avvenimenti spiacevoli in una famiglia o in un quartiere, vengono accusati di stregoneria, “esorcizzati” con torture e sevizie, per poi essere abbandonati se non uccisi. Si stima che oggi oltre 100.000 bimbi senza famiglia vagano per il Paese alla ricerca di cibo e di protezione. L’AREA DI KINTA Il Plateau di Bateke è un immenso altopiano (patrimonio dell’Unesco) che si estende tra Gabon e RD Congo. Sul suolo congolese è situato nella provincia di Kinshasa, a circa 150 km dalla stessa. La popolazione locale vive arretratezza e povertà estreme. La struttura sociale, isolata da cinque/sei ore di viaggio dalla città, è tradizionale e basata sull’autosufficienza. La sussistenza è garantita da una piccola produzione agricola autonoma, realizzata con tecniche tradizionali e senza l’ausilio di tecnologie appropriate. Il Plateau è attraversato da un’unica strada, via di commercio tra Mbankana, unico centro urbano, e la capitale. Mancano totalmente altre vie di comunicazione ed i villaggi sono di tipo primitivo, estremamente lontani dai centri importanti e sprovvisti di ogni struttura. La quasi totalità degli adulti è analfabeta e pochissimi sono i giovani in grado di leggere e scrivere. Questa provincia è una grande tribù governata dall’autorità del grande capo Coutumier cui fanno riferimento i capovillaggio di 20 insediamenti popolati da circa 5000 persone. L’età media di questa parte della popolazione congolese è di 39 anni; le famiglie sono molto numerose (11 o 12 figli) e la concentrazione di bambini è estremamente elevata. E’ un luogo di drammatica ed estrema marginalità. Kinta è un agglomerato di villaggi nel Plateau de Bateke. L’AREA DI KIMBONODO Il distretto di Mont Ngafula, uno dei 24 comuni di cui è composta la capitale, sta subendo un eccezionale processo di insediamento abitativo. Le popolazioni rurali migranti e i profughi provenienti dalle zone di guerra, stanno progressivamente occupando le colline dell’area, la prima grande fascia suburbana di Kinshasa (30 chilometri dal centro). Stando a stime delle locali stazioni di polizia e di centri religiosi, la popolazione attuale è compresa tra 20.000 e 40.000 persone. Nella zona non vi è una produzione agricola di qualche importanza e l’area si configura come quartiere dormitorio per maestranze che si riversano ogni giorno nella metropoli per trovare impieghi giornalieri. Il 20% della popolazione locale è di nuclei familiari che intraprendono piccoli commerci. Le famiglie fanno molti sacrifici per dare istruzione e cure alla prole che spesso risultano assolutamente insufficienti. Kimbondo è un villaggio nel comune di Mont Ngafula. Il soggetto proponente e beneficiario dell’intervento La Fondation Pediatrique de Kimbondo (di seguito chia- mata FPK) è stata creata nel 1989 dalla dottoressa Laura Perna, pneumologa e docente universitaria a Siena e Cavaliere delle Repubblica Italiana per merito Civile e Sociale, e da padre Hugo Rios Diaz, medico cileno e sacerdote della Comunità dei Missionari Claretiani. E’ un organismo di Utilità Pubblica, con durata illimitata che ha per oggetto di accogliere benevolmente tutti i bambini malati, abbandonati, orfani, sguarniti di mezzi per farsi curare, in vista di portar loro un’assistenza sanitaria e socioculturale (da Statuto FPK, art. 4 Obiettivo Sociale). E’ una fondazione senza scopo di lucro avente come attività l’assistenza ospedaliera pediatrica e l’accoglienza ai bambini in situazione di difficoltà. Gli obiettivi sono quelli di erogare il servizio ospedaliero garantendo la gratuità per le classi sociali più povere (unica struttura in tutta la provincia di Kinshasa), ed accogliere totalmente i bambini orfani o abbandonati garantendo loro sopravvivenza, protezione, crescita ed un futuro. La FPK possiede personalità giuridica, riconosciuta come Fondazione di diritto Congolese; ha autorizzazione al funzionamento come struttura sanitaria dal Ministro della Sanità; ha autorizzazione come struttura a carattere sociale e caritatevole dalla Divisione Urbana degli Affari Sociali. La Pediatria è sita a Kimbondo, nel comune di Mont Ngafula, nella periferia di Kinshasa. Nata come Centro Nutrizionale e Dispensario, è attualmente composta da un Ospedale Pediatrico (200 posti letto – 5 reparti - circa 40 aperture di cartelle al giorno per un totale di 15.000 accessi ospedalieri annui + 95 accessi quotidiani ad ambulatori, laboratori e Centro Trasfusionale – dati 2013), da un Orfanotrofio (500 bambini circa), da un Complesso Scolastico (dalla scuola materna alle professionali per un totale di 450 alunni) e da un Polo Agricolo sito a Kinta (1200 ettari, a 150 km da Kimbondo). L’Ospedale Pediatrico di Kimbondo è noto in tutto il paese come Maman Koko, soprannome dato alla dottoressa Perna dai primi bimbi accolti che in lingala (la lingua di questa regione del Congo) significa mamma-nonna: oggi Laura Perna ha 94 anni e vive nella stanza della Pediatria che è stata allora il primo edificio, il dispensario. All’ospedale arrivano centinaia di bambini all’anno da ogni provincia vicina e lontana. Molti di essi sono abbandonati o orfani e questi, al termine delle cure, vengono accolti nelle case dell’Orfanotrofio. Da 25 anni la Pediatria di Kimbondo cresce così come garantisce la crescita di tutti i ‘suoi’ bambini, in un costante intreccio tra risposta all’aggravarsi del bisogno sociale con le sue continue emergenze ed espansione delle sue strutture sanitarie e di accoglienza. Risponde quotidianamente alla cura delle gravissime patologie che affliggono il paese e colpiscono in particolare i piccoli: malaria, la tubercolosi, le malattie cardiovascolari, la drepanocitosi, l’aids e la gastroenterite. Si occupa di tutti i bambini malnutriti, esposti all’altissimo rischio di insorgenza di patologie correlate e gravi infezioni. Dà protezione ai minori in pericolo, abbandonati e seviziati. Ospita quei bambini le cui famiglie d’origine non riescono a garantire gli standard minimi di sopravvivenza. Dal 2009 dà istruzione diretta a ciascuno dei bambini accolti nella Scuola di St. Claret, nata a 1km dall’ospedale e aperta alla popolazione povera di tutto il territorio circostante. Il contributo economico diretto dei suoi due fondatori e gli aiuti dei loro molti amici hanno consentito la sopravvivenza e l’espansione di quest’opera per lunghi anni. Ma l’esponenziale crescita del numero dei bambini accolti (più che raddoppiati nell’ultimo quinquennio) e la necessità di rispondere a tutte le esigenze nutrizionali, sanitarie e strutturali, hanno portato padre Hugo a scegliere (o come lui dice a sognare) di acquistare la terra: proveniente da una famiglia che in Cile aveva possedimenti terrieri, sapeva bene il valore nel tempo che coltivare la terra può dare e dunque ha realizzato quel sogno per garantire il futuro ai figli del suo paese d’adozione. Nasce così nel 2010 il Polo Agricolo di Kinta sul Plateau de Bateke: un’impresa agricola totalmente autoctona i cui lavoratori provengo esclusivamente dai villaggi limitrofi e sono stati formati da agricoltori esperti provenienti dall’unica zona a tradizione agricola dell’intero paese, il Bas-Congo. All’acquisto del terreno padre Hugo ha scelto di perseguire anche nel progetto agricolo la vocazione comunitaria che fonda e anima la FPK e, al di là delle delimitazioni della proprietà privata, ha deciso che il terreno non dovesse pertanto essere di utilizzo esclusivo della Pediatria ma potesse essere messo al servizio delle popolazioni che abitano l’intero Plateau, per loro la sopravvivenza e sviluppo, evitandone l’esodo verso la capitale. L’agglomerato di Kinta è un classico villaggio africano “sparso” composto di 9 insediamenti. In un’area che oltrepassa i 10.000 ettari di estensione, si trovano 900 famiglie (3500 abitanti circa). L’area acquistata dalla FPK comprende il villaggio di Kinta (che da il nome al territorio) sito a 20 km di sterrato dalla strada di collegamento tra Mbankana e Kinshasa, all’autorità del cui capovillaggio rispondono tutti i villaggi limitrofi. Il progetto del polo agricolo prevede anche opere di sviluppo sociale per la comunità residente all’interno del terreno di Kinta e per le popolazioni dei villaggi circostanti che contribuiscano al miglioramento delle condizioni di vita attraverso sinergie positive e produttive. La messa in produzione di un terreno grande e ricco di potenzialità, che dia cibo e rendita, è una risposta coerente e adeguata per la messa in sicurezza alimentare di una comunità, quella dei bambini malati e orfani della Pediatria, e garanzia di proseguimento dell’opera di assistenza sanitaria gratuita e accoglienza totale. Il protagonismo della popolazione locale, in un contesto di povertà estrema e incompetenza agricola, genererà ricchezza e prospettive per il futuro. Dal 2010 sono stati realizzati tre progetti consecutivi e tra loro correlati che hanno beneficiato di finanziamenti per 442mila €, inclusi cofinanziamenti pubblici italiani, attraverso i quali si è avviata la coltivazione dei prodotti (manioca, fagioli, palma da olio, mais, patate dolci, alberi da frutta), si sono realizzate le strutture necessarie al ciclo di lavorazione e trasformazione della manioca (vasche, essiccatoi, magazzino, mulino), gli alloggi per il personale e si è dato l’avvio allevamento (bovini, ovini, suini e Tilapie, piccoli pesci d’acqua dolce). La gran parte del terreno del Polo Agricolo di Kinta viene coltivata a manioca (tubero autoctono di cui si mangiano le foglie e si lavora il resto per la produzione della farina) che è un bene di prima necessità in RDCongo e un alimento tradizionale della dieta congolese. Donne e giovani vengono coinvolti ed impiegati lavorativamente, vengono formati professionalmente e sui temi di alimentazione e salute. Il Polo inoltre rappresenta una prospettiva di inserimento lavorativo e nel tessuto sociale per i giovani (15-18 anni) dell’orfanotrofio che vengono formati nel centro professionale in agro-veterinaria della struttura scolastica di St Claret di Kimbondo e realizzano stage pratici nella fattoria di Kinta. Il canale commerciale prevede l’utilizzo dell’Interporto che sarà realizzato nel terreno della FPK sito dove la pista sterrata proveniente da Kinta si congiunge alla strada provinciale Mbankana-Kinshasa (magazzino, oleificio, negozio, posto di ristoro). Saranno utilizzati inoltre i canali commerciali che si stanno finalizzando dal 2013 per il trasporto e la vendita dei prodotti agricoli e dei residui di lavorazione della manioca (compost ed acido cianidrico). Si stima che la produzione del Polo arrivi a coprire il fabbisogno alimentare dei bambini della FPK entro il 2016. L’avvio dell’attività commerciale di vendita dei prodotti sui mercati della provincia di Kinshasa si stima possa arrivare a garantire una copertura del 40% dei costi gestionali e di funzionamento della FPK entro il 2018. Attualmente la Fondazione Pediatrica di Kimbondo assiste e accoglie complessivamente 700 bambini e dà lavoro stabile e regolarizzato a 146 persone congolesi. Le donazioni internazionali che si aggiungono ai ricavi propri (12%) coprono il 98% del costo annuo complessivo che nel 2013 è stato di 1.506.930$. Si stima che la produzione del Polo arrivi a coprire il fabbisogno alimentare dei bambini della FPK entro il 2015. L’avvio dell’attività commerciale di vendita dei prodotti sui mercati della provincia di Kinshasa si stima possa arrivare a garantire una copertura del 40% dei costi gestionali e di funzionamento della FPK entro il 2018. Il progetto Se vogliamo partecipare ad una delle più alte sfide che l’uomo di oggi si è dato che è quella di assicurare la sicurezza alimentare di tutta l’umanità (7.227.247.837), non possiamo che iniziare dal piccolo, dal semplice, dal fattibile per ciascuno. Noi abbiamo scelto di accettare questa sfida, di partecipare, di cooperare. 500 Iniziamo da …i bambini della Pediatria di Kimbondo. Qualcuno di noi lo ha scelto molto tempo fa, dedicando interamente la sua vita a questo scopo ma capendo subito che da solo non ce l’avrebbe fatta. 1 2 più di 1000. sono diventati e poi molti, E allora Come le gocce del mare, come le molecole d’acqua che compongono il nostro corpo e ne garantiscono, tutte insieme e solo perché insieme, l’esistenza, il nutrimento, la vita. Una persona su otto nel mondo soffre di fame cronica e l’Africa, soprattutto quella sub-sahariana, resta il continente più colpito, col livello di denutrizione più alto del mondo: il 21% della popolazione (rapporto 2013 della Fao - ONU). E poi la Repubblica Democratica del Congo col suo triste primato di ultimo paese del pianeta. E poi ancora le periferie della sua capitale, megalopoli di miseria e disperazione. i bambini che sono i più piccoli e indifesi, E infine, o meglio…in principio, che sono i più colpiti e uccisi, che sono il futuro del mondo e la sua speranza. L’acqua è l’ARCHE’, l’elemento primordiale, origine di tutte le cose: senza acqua risulta impossibile la vita. (Talete) Secondo la tradizione popolare africana, l’acqua è il seme divino che feconda la terra. Qualsiasi cosa che venga a contatto con l’acqua può essere vivificata, ed in questa concezione essa viene ad assumere l’aspetto del sentimento materno e amorevole, che è quello che fonda la cura dedicata ai bambini della Pediatria di Kimbondo. Dare acqua alla terra significa far crescere radici da cui nascono primizie - i frutti fuori stagione- che danno nutrimento a quelle primizie dell’umanità che sono i bambini. Questo progetto parla di acqua e di primizie. Vuole essere un contributo che assicuri un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile; un contributo alla ricerca di modelli di sviluppo in grado di ottimizzare la catena alimentare proponendo nuove prospettive, riducendo gli sprechi, aumentando la sicurezza alimentare, recuperando il valore nutrizionale del cibo, tutelando la biodiversità indispensabile per la salute del Pianeta. Descrizione del progetto La Repubblica Democratica del Congo è ricchissima di acqua: il fiume Congo, che attraversa l’intero Paese, è il secondo al mondo per portata d’acqua e il primo per potenza. Ma l’acqua rimane difficilmente accessibile alla popolazione e non solo per rispondere al bisogno primario di soddisfare la sete ma anche rispetto al suo utilizzo per l’agricoltura. La ragione principale di questa difficoltà è da rintracciarsi nella carenza di risorse, sia economiche che strumentali. Il Polo Agricolo di Kinta è attraversato da un fiume, il Lumene, in cui si immette un ruscello. Il fiume divide la parte collinare del terreno (destinata al pascolo e all’allevamento, circa 550 ettari) da quella più pianeggiante (destinata alle colture, circa 650 ettari). Ma il dislivello che separa il fiume dal punto più alto della proprietà è di circa 170 mt. Tutto ciò che fino ad ora è stato realizzato nei 200 ettari già messi in produzione, ha visto le piogge come unico strumento di irrigazione dei campi. Questa parte del paese è una savana, soggetta a due stagioni: quella umida e quella secca. Durante la stagione secca la terra diventa sabbia e non produce alcun frutto. Ma l’acqua continua a scorrere nel fiume Lumene. Irrigare artificialmente una parte dei campi consentirà la coltivazione fuori stagione. I prodotti coltivati garantiranno il mantenimento di un’alimentazione completa ai bambini della Pediatria anche nei mesi secchi, con un apporto nutrizionale e calorico adeguato che consentirà loro di far fronte all’abbassamento delle temperature e alle malattie insorgenti. Inoltre la vendita di questi prodotti, introvabili sui mercati agricoli di Kinshasa nella stagione secca, daranno un elevato introito grazie ai prezzi che potranno avere in quanto primizie. Infine tutta l’area limitrofa al Polo Agricolo potrà beneficiare dell’apporto alimentare viceversa negato dalle arretratezze già descritte. Creare un bacino idrico (serbatoio) nel punto più alto del terreno consentirà di irrigare i campi già produttivi, con una stima attendibile di triplicarne il racconto. Sarà inoltre possibile mettere a coltura nuovi appezzamenti di terreno, aumentando la produzione complessiva. Il presente progetto si centra su un obiettivo principale: PORTARE L’ACQUA ALLA TERRA PER FAR CRESCERE FRUTTI (ANCHE) FUORI STAGIONE. Le modalità di irrigazione che verranno utilizzate sono due: a caduta (detta anche a goccia) e a getto. La prima sfrutta la forza di gravità e porta acqua attraverso piccoli tubi in tutti i campi sottostanti il bacino; la sua realizzazione e il suo eventuale ampliamento sono estremamente semplici e molto economiche. La seconda prevede l’utilizzo di cannoni per l’irrorazione per le colture particolarmente distribuite (per es. il mais) che beneficerebbero notevolmente di questo tipo di irrigazione. Per sollevare l’acqua dal fiume si installerà una turbopompa che alimenterà anche i cannoni. Grazie ad una donazione ricevuta dalla multinazionale Saint Gobain che ha fornito il Polo Agricolo di pannelli solari per la messa in opera di un impianto fotovoltaico da 15 kw, verrà alimentata la pompa idraulica. Per la costruzione del bacino verrà realizzato uno studio che individui la tecnica di maggior efficacia e durata nel tempo e ecosostenibile. La modalità utilizzata nel Polo Agricolo per costruzioni e procedure ha infatti sempre due caratteristiche: il rispetto delle pratiche in uso con l’integrazione delle nuove tecnologie e un’assoluta attenzione al territorio al fine di sfruttare il più possibile le risorse naturali locali. Il sistema idrico consentirà di migliorare e aumentare la produzione agricola e dare continuità ai raccolti durante tutti i mesi dell’anno. I prodotti in eccedenza rispetto al soddisfacimento del fabbisogno alimentare dei bambini della Pediatria, verranno venduti sia direttamente sul Plateau de Bateke, che ai dipendenti dei FPK, che infine sui mercati della capitale. I ricavi derivanti dalla realizzazione del presente progetto verranno reinvestiti nel potenziamento del canale commerciale -Interporto in via di finalizzazione- e nei mezzi meccanici per migliorare la produzione e la vendita -acquisto di altro trattore e camion. Azioni previste Il progetto, attraverso le sue azioni specifiche, intende proseguire, incrementare e dare continuità al programma agricolo in corso realizzando così un processo di accelerazione degli obiettivi del piano di sviluppo previsti per il Polo di Kinta. 1. Progettazione del sistema di irrigazione attraverso studio del territorio e delle tecniche di realizzazione adeguate 2. Progettazione dell’impianto fotovoltaico 3. Istallazione dell’impianto fotovoltaico e collegamento per alimentazione della turbopompa 4. Realizzazione del sistema di tubazioni per pompaggio dell’acqua dal fiume al bacino con gli ‘stacchi’ per il collegamento dei cannoni e la distribuzione dell’acqua a caduta 5. Creazione del bacino idrico 6. Realizzazione del sistema di presa ed installazione della pompa 7. Installazione della turbopompa idraulica 8. Realizzazione dei collegamenti del sistema di controllo 9. Collaudo e messa in funzione 10. Impiego di mano d’opera per la realizzazione dei lavori Obiettivi Il progetto ha come obiettivo finale il contribuire al sostentamento presente e all’autosostentamento futuro della Pediatria di Kimbondo attraverso la valorizzazione delle risorse umane e naturali locali, garantendo il miglioramento quantitativo e qualitativo dell’alimentazione di tutti i bambini accolti. • Irrigare le coltivazioni per una produzione anche nella stagione secca • Ampliare gli ettari di terreno coltivato e triplicare il racconto • potenziare la produttività del terreno e incrementare la reciprocità di sostegno e opportunità tra Kinta e Kimbondo • coprire il fabbisogno alimentare degli ospiti della Pediatria e accrescere la sicurezza sanitaria • offrire conoscenze e opportunità lavorative per giovani e donne dei villaggi circostanti il terreno • creare un contesto di formazione e inserimento lavorativo e per i ragazzi della FPK • migliorare la qualità della vita delle popolazioni residenti nei villaggi e accrescere la sicurezza sanitaria Risultati attesi 1. Quantità di produzione annua in tonnellate a partire dal 2016: 528 manioca; 20 patate; 4,8 fagioli; 3 frutta; 50 mais. 2. N° di persone impiegate per la realizzazione dell’impianto: 10 3. N° di persone impiegate per coltura, raccolto e vendita nei successivi anni: 8 4. Percentuale di copertura dei costi gestionali della Pediatria, tra soddisfacimento del fabbisogno alimentare e ricavi da vendita del surplus, nel 2018: 25% Risorse umane - mano d’opera per la costruzione - cooperante per la consulenza, la supervisione e il coordinamento (già presente in loco) - progettista - capo cantiere Strumentazione - turbopompa per adduzione e materiale elettrico correlato - tubazioni e valvole per il trasporto e la distribuzione delle acque - materiali per costruzione e impermeabilizzazione del bacino - mezzi di trasporto, macchine scavatrici e trattore per il cantiere e la realizzazione dell’impianto Situazioni e problematiche a cui si indirizza la proposta Arretratezza in agricoltura (Plateau de Bateke e Kinta) La proposta intende promuovere lo sviluppo agricolo di un’area estremamente fertile ma sottosviluppata a causa della miseria, della guerra civile e dell’assenza di competenze, mezzi e pratiche per la coltivazione e lavorazione dei prodotti della terra. A lungo termine intende inoltre far fronte all’estrema carenza di opportunità di lavoro stabile e acquisizione di competenze professionali nel paese. La presenza di un cooperante italiano (ingegnere agricolo) nel Polo di Kinta dal 2012 consente il trasferimento di know how (competenze, tecnologie e strumenti): l’opera verrà progettata e costruita a partire da uno studio delle condizioni territoriali ed una valorizzazione delle risorse, metodiche e capacità esistenti e rimarrà a supporto della produzione dei beni di consumo. Come già avviene per la lavorazione della manioca, dove il sistema tradizionale manuale è stato coadiuvato da macchinari tecnologici, così sarà per l’irrigazione artificiale per la quale le pratiche e i modelli locali verranno intrecciate alle possibilità che la moderna tecnologia offre, nel rispetto del contesto di realizzazione e della sostenibilità e durata della produzione. Anche la formazione degli operai agricoli e i corsi di formazione al lavoro per i giovani della Pediatria seguono la stessa impostazione e matrice. Emergenza socio-sanitaria e insicurezza alimentare (Kimbondo e Kinta) Il grave problema socio-sanitario presente all’interno della Pediatria così come nel resto del Paese, è quello dell’insicurezza alimentare sia in termini quantitativi che qualitativi (colpisce il 99,9% dei bambini sotto i 5 anni). La situazione è caratterizzata da un elevato deficit proteico nella dieta (malnutrizione: ipoproteinemia primaria) e da un’alta incidenza della verminosi intestinale (patologia correlata: ipoproteinemia di carattere secondario). I bambini passano dalla dieta basata esclusivamente sul latte materno a quella dell’adulto, costituita quasi esclusivamente da vegetali e carboidrati, priva di proteine animali e di vitamine A e B. L’alimentazione povera e non equilibrata, unita in molti casi alle gravi malattie che colpiscono molti bambini che arrivano alle cure in Pediatria, portano spesso ad un aggravamento delle condizioni di salute. Inoltre questa dieta insufficiente e incompleta ha conseguenze sia a livello fisico (danni a fegato, cuore, reni e pelle) che psicologico (bassi livelli di attenzione, aggressività, perdita di interesse per il gioco, disturbi comportamentali e rifiuto degli alimenti). Tutto questo, se non trattato, può condurre a deficit dell’accrescimento permanenti e in alcuni casi al decesso. Il presente progetto risponde al bisogno attraverso la messa in sicurezza alimentare della FPK, garantendo nel tempo la correzione dell’apporto nutrizionale quantitativamente e qualitativamente. Beneficiari diretti e indiretti: impatti sociali generati Beneficiari diretti e indiretti: impatti sociali generati 1. I 500 bambini accolti nell’Orfanotrofio della Pediatria di Kimbondo e i 15000 pazienti annui dell’Ospedale Pediatrico dal progetto avranno garantito il sostentamento alimentare sufficiente durante tutti i mesi dell’anno e una nutrizione completa, buona e sana: manioca, mais, patate dolci daranno l’apporto di carboidrati e vitamine B; i fagioli forniranno proteine e vitamine B; la frutta provvederà all’aumento di vitamine A, sali minerali e fibre; l’olio a quello di grassi. Attualmente i bimbi mangiano due volte al giorno una ciotola di riso, fagioli e poca carne: in futuro potranno contare sull’introduzione stabile di frutta, mais, olio e soprattutto manioca, prodotto necessario e integrante per la dieta alimentare locale (sia foglie che farina). Questo verosimilmente migliorerà l’efficacia delle terapie mediche e farmacologiche dei bambini malati (perché meno malnutriti) e innalzerà le possibilità di sopravvivenza. Il ricavato della vendita dei prodotti sosterrà gradualmente sempre più le spese di gestione dell’intera struttura (costi per personale, medicinali, istruzione, manutenzioni, carburante). 2. Tra i minori della Pediatria ce ne sono oggi 42 tra i 16 e i 18 anni: sono i primi bimbi accolti molti anni fa e lì cresciuti; nel 2016 saranno 89. Una parte di loro beneficerà direttamente del progetto attraverso l’opportunità di formazione professionale programmata e questo rappresenta il futuro: un reinserimento sociale e lavorativo in un paese che non offre possibilità di sostentamento. 3. I beneficiari diretti del progetto sono anche gli abitanti dei villaggi circostanti il grande terreno di Kinta che potranno fruire di una nuova occasione di lavoro e anche di un approvvigionamento alimentare più elevato e vario di quello attuale. Nel Polo Agricolo sono già state realizzate opere per la popolazione residente: la scuola saint Marie Claret Kinta (che porta il nome di quella di Kimbondo e ne è gemellata) che garantisce l’istruzione a tutti i bambini e ragazzi del territorio ed un dispensario (in via di realizzazione) presso il villaggio di Kinta il cui personale sanitario ed i medicinali saranno assicurati direttamente dall’Ospedale Pediatrico di Kimbondo. Tali popolazioni ricevono inoltre azioni di sensibilizzazione sociale (fatte da cooperanti e volontari già presenti e operativi in loco) circa i temi della corretta e bilanciata alimentazione e della cura sanitaria. 4. Beneficiaria indiretta sarà la popolazione del Plateau di Bateke che potrà ricevere maggiori derrate alimentari a base di manioca e degli altri prodotti coltivati fuori stagione grazie all’irrigazione del terreno, acquistabili nel punto vendita posto sulla strada principale, unica via commerciale che vede il passaggio continuo di camion in grado di distribuire a tutti i mercati della provincia. Valore aggiunto, innovazione e capitalizzazione del progetto In un paese totalmente privo di aiuti statali e di welfare dove le iniziative missionarie e di cooperazione internazionale sono ad oggi l’unica risorsa che garantisce alimentazione, sanità ed istruzione alla popolazione, il presente progetto verrà realizzato da un ente locale che ne sarà il beneficiario diretto. Questo crediamo che rappresenti un valore aggiunto nella misura in cui l’opera verrà finalizzata e utilizzata direttamente dal soggetto proponente e rimarrà di proprietà dello stesso, rappresentando lo strumento che attualmente manca per un’efficacie resa nella produzione agricola. Le ripercussioni positive si avranno, come già descritto, sull’intera FPK e sulla sua possibilità di continuità nel tempo in autosostentamento. La FAO (rapporto 2013) ritiene che l’obiettivo di dimezzare il numero di malnutriti entro il 2015 ‘’può ancora essere raggiunto’’ da parte di tutti i Paesi in via di sviluppo, a condizione che siano messi in campo sforzi supplementari per ridurre la fame, anche con maggiori investimenti in agricoltura. La presente proposta è un piccolo contributo in questa direzione e rientra inoltre nella logica di perseguimento degli obiettivi del programma mondiale di “Sustainable food production and income generation” (IUCN e FAO - conferenza sulla sicurezza alimentare, Roma 2010). L’aspetto innovativo del progetto è rappresentato dall’intenzione di conseguire gli obiettivi proposti attraverso il perseguimento di logiche di permacultura che sottendono l’intero programma in realizzazione nel Polo Agricolo di Kinta: progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali. Crediamo infatti che “Una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed un’etica dell’uso della terra” (Bill Mollison). Per ogni esigenza infrastrutturale sono stati e saranno allestiti pannelli solari per la generazione dell’energia, pompe a rimbalzo per l’approvvigionamento idrico, strutture costruite con la tecnica dei sacchi di sabbia, forni pirolitici per la produzione di calore i cui scarti sono un combustibile ecologico, etc. Il presente progetto prosegue l’opera avviata dai tre precedentemente realizzati: questo rappresenta il maggior sforzo di capitalizzazione della proposta. Garanzia di sostenibilità del progetto La prima garanzia di sostenibilità del progetto è rappresentata dalla sua specifica azione di continuità dell’esistente. Il sito agro-alimentare di Kinta è attivo e produttivo: il progetto ne rappresenta un possibile ampliamento ed incremento. La manioca rimarrà il prodotto maggiormente coltivato: ha un’ottima resa e può raggiungere le 13 tonnellate per ettaro con raccolto ogni 12 mesi, se irrigato il raccolto può triplicare. Programmando una messa a manioca di almeno 30-50 ettari all’anno all’interno della tenuta di Kinta è possibile raggiungere una produzione di 420 tonnellate di manioca solo al primo anno. Secondo dati della FAO ogni africano mangia ogni anno 80 kg di manioca. Se si pensa che Kinshasa ha una popolazione di 10 milioni di abitanti, il fabbisogno della sola capitale è di 800 milioni di tonnellate di manioca l’anno. Il tubero, inoltre, sta diventando sempre più richiesto anche al di là del continente africano per la produzione di etanolo, glucosio, amido o farine, in particolar modo in seguito all’impennata dei prezzi dei beni di prima necessità cominciata nel 2008. Il costo al mercato congolese della manioca è di circa 1$/kg. Il costo di acquisto del grossista al produttore è di 0,25$/kg al netto dei costi di trasporto. Al termine del presente progetto sarà raggiunto l’obiettivo di food protection per tutti i bambini ospiti della FPK. Il sovrappiù di produzione sarà destinato alla vendita e quindi rappresenterà l’income generation, garanzia di sostenibilità del progetto e ulteriore passo verso l’autosostentamento della FPK. Ulteriore e indispensabile garanzia di sostenibilità del presente progetto è data della rete di aiuti economici e coordinamento di cui la FPK si è fornita in questi ultimi anni. L’Associazione comprende attualmente 14 organizzazioni italiane e un social network internazionale per un totale di più di 1000 persone; ottimizza le donazioni indirizzate a FPK e coordina gli interventi e la realizzazione dei progetto di sviluppo; è l’ente di garanzia per la totale copertura dei costi di gestione e funzionamento della FPK sino al raggiungimento dell’autosostentamento della Fondazione. Il sistema di irrigazione che il progetto realizzerà richiede infine un investimento economico nel tempo per i costi di manutenzione e soprattutto per i salari dei lavoratori che verranno impiegati a fronte dell’aumento di produzione: di questo si occuperà HFK proseguendo e rafforzando tutte le azioni già in atto di fund raising a sostegno di FPK. Comunicazione del progetto L’Associazione Hub for Kimbondo è la rete di sostegno della Fondazione Pediatrica di Kimbondo. I suoi più di 1000 volontari, distribuiti in più di 30 città, rappresentano un costante collegamento tra Italia e Congo. Nel 2013 si sono svolte 114 missioni presso la Pediatria. Budget e schedula temporale La FPK è attualmente organizzata in 4 divisioni (sanitaria, accoglienza, polo agricolo e scuola) ed ha sviluppato una buona capacità gestionale e di pianificazione e controllo. Sarà quindi garantita una rendicontazione delle attività di progetto in una contabilità già predisposta. Cam biar cor so d e il el f per cam iume il de biar e stin dei bam o bin i! Per concludere… «Più ci saranno gocce d’acqua pulita, più il mondo risplenderà di bellezza» santa Teresa di Calcutta Questo progetto parla di acqua, di radici e di primizie. Questo progetto parla quindi del ciclo della vita. Questo progetto parla di nutrimento. Il nutrimento dato alle radici dall’acqua e il nutrimento dato ai bambini dal cibo, possibilmente ogni giorno dell’anno. Quindi questo progetto parla di sopravvivenza e di crescita delle piante come dei bambini. Questo progetto parla di certo di un forte legame tra la vita e ciò che la nutre. Ogni essere vivente per esistere ha bisogno di nutrimento. Fin dal primo momento in cui si è formato nel grembo, il seme-feto si nutre assorbendo dal corpo della madre-terra tutto ciò di cui necessita per svilupparsi e arrivare alla piena formazione prima di venire alla luce. Una volta nato, assorbirà il nutrimento per trasformarlo, oltre che in crescita fisica, anche in energia, calore, movimento. Ma l’uomo, oltre a nutrire il proprio corpo, ha bisogno di un altro nutrimento: il nutrimento interiore, che abita quel corpo e se ne serve per fare esperienza in questo mondo, per vivere in pienezza e bellezza. Di cosa ci nutriamo per dare nella vita buoni frutti? FONDATION PEDIATRIQUE DE KIMBONDO B.P.7245 KINSHASA 1, Route Telecom, parcelle N° 6661 MONT NGAFULA KIMBONDO Referente: padre Hugo Rios Diaz amministratore delegato pè[email protected] tel. 00243816907184 Contatto in Italia: Laura Ossiri presidente Hub for Kimbondo [email protected] tel. 00382181475 www.pediatriedekimbondo.net