Rapporto 2005
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Rapporto 2005
Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute Studio SSttuuddiioo ““PPA ASSSSII PPEER R LL’’IITTA ALLIIA A””:: PPrrooggrreessssii ddeellllee A Azziieennddee SSaanniittaarriiee ppeerr llaa SSaalluuttee iinn IIttaalliiaa SSppeerriim meennttaazziioonnee ddeeii m meettooddii ppeerr llaa ssoorrvveegglliiaannzzaa . R Reeggiioonnee ddeell V Veenneettoo A Miirraannoo Azziieennddaa S Saanniittaarriiaa nn°°1133 M D Diippaarrttiim meennttoo ddii PPrreevveennzziioonnee Rapporto 2005 1 A cura di: Silvia Milani - Coordinatore aziendale dello studio PASSI Dipartimento di Prevenzione AULSS 13 Regione del Veneto Gruppo PROFEA del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS ISS) dell’Istituto Superiore di Sanità (CNESPS ISS): Carla Bietta, Giovanna De Giacomi, Pirous Fateh-Moghadam, Tolinda Gallo, Francesco Sconza, Massimo Oddone Trinito Con la supervisione di Nicoletta Bertozzi, Nancy Binkin e Alberto Perra (CNESPS ISS) Con il prezioso supporto di Antonino Bella, Bruno Caffari, Chiara Cattaneo, Silvia Colitti e Paola Scardetta (CNESPS ISS) Si rivolge un vivo ringraziamento a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione dello studio: Pietro Lavezzo Direttore Generale dell’AULSS 13 Flavio Valentini Direttore Dipartimento di Prevenzione AULSS 13 Federica Michieletto Direzione per la Prevenzione Regione del Veneto Antonio Ferro Direzione per la Prevenzione Regione del Veneto Si ringraziano i Medici di Medicina Generale e i Sindaci dei comuni dell’Azienda per la preziosa collaborazione fornita Questo studio non sarebbe stato possibile senza la collaborazione attiva e competente degli operatori coinvolti nell’organizzazione dell’inchiesta e nell’esecuzione delle interviste: Campionamento Calzavara Alessandro Intervistatori Dal Pra Antonella Fattoretto Magda Ferrarese Paola Meneghetti Maurizia Pietrobon Valeria Rizzato Laura Terrin Monica Zuin Giorgia Organizzazione interviste Dalla Costa Damiano Abiad Suhad Marta Dipartimento Organizzazione, Sviluppo e Gestione del Sistema Informativo Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Prevenzione Dipartimento di Prevenzione Scuola di Specialità in Igiene e Medicina Preventiva Università di Padova Si ringraziano inoltre tutte le persone che ci hanno generosamente dedicato tempo e attenzione per la raccolta delle informazioni e dei dati necessari alla realizzazione di questo Studio. _______________________________________________________ Per qualsiasi informazione o chiarimento contattare: Silvia Milani 041 5133932/422 – [email protected] Dipartimento di Prevenzione – Riviera XXIX Aprile,2 – 30031 Dolo (Venezia) 2 INDICE SINTESI INTRODUZIONE OBIETTIVI METODI RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE DESCRIZIONE DEL CAMPIONE AZIENDALE Aspetti socio-demografici Conclusioni e raccomandazioni PERCEZIONE DELLO STATO DI SALUTE Buona percezione del proprio stato di salute Giorni in cattiva salute percepiti al mese Conclusioni e raccomandazioni ATTIVITÀ FISICA Sedentari e attivi Promozione attività fisica Conclusioni e raccomandazioni ABITUDINE AL FUMO Distribuzione dell’abitudine al fumo Caratteristiche dei fumatori Informazione sull’abitudine al fumo da parte di un operatore sanitario Consigli sullo smettere di fumare Come hanno smesso di fumare gli ex fumatori Esposizione al fumo in ambiente domestico Esposizione al fumo nel luogo di lavoro Conclusioni e raccomandazioni ABITUDINI ALIMENTARI Quanti mangiano 5 porzioni di frutta e verdura al giorno Quanti conoscono il “5 a day” Conclusioni e raccomandazioni CONSUMO DI ALCOL Quante persone devono Quanti i bevitori a rischio Quali sono le caratteristiche dei bevitori “binge” Informazione sul consumo di alcol da parte di un operatore sanitario Conclusioni e raccomandazioni SICUREZZA STRADALE L’uso dei dispositivi di sicurezza Quanti guidano in stato di ebbrezza Conclusioni e raccomandazioni pag. 4 pag. 6 pag. 7 pag. 9 pag. 11 pag. 15 pag. 18 pag. 20 pag. 22 pag. 26 pag. 28 pag. 31 3 VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE Quanti si vaccinano Conclusioni e raccomandazioni VACCINAZIONE ANTIROSOLIA Quante donne sono vaccinate Quante donne sono suscettibili Conclusioni e raccomandazioni IPERTENSIONE ARTERIOSA L’ultima misurazione della pressione arteriosa Quanti sono ipertesi Come viene trattata l’ipertensione Conclusioni e raccomandazioni COLESTEROLEMIA Quanti hanno effettuato una misurazione del colesterolo Quanti hanno livelli alti di colesterolemia Come viene trattata l’ipercolesterolemia Perché non si assumono farmaci Conclusioni e raccomandazioni SITUAZIONE NUTRIZIONALE Qual è lo stato nutrizionale della popolazione Quanti sono in eccesso ponderale Conclusioni e raccomandazioni CARTA DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE A quanti è stato calcolato il punteggio di rischio cardiovascolare Conclusioni e raccomandazioni SCREENING NEOPLASIA DEL COLLO DELL’UTERO Quante hanno eseguito un pap test Qual è l’adesione alle linee guida/raccomandazioni Consigliato il pap test Conclusioni e raccomandazioni SCREENING NEOPLASIA DELLA MAMMELLA Quante hanno eseguito una mammografia Qual è l’adesione alle linee guida/raccomandazioni Consigliata la mammografia Conclusioni e raccomandazioni SCREENING TUMORE DEL COLON RETTO Quanti hanno effettuato un test per il tumore del colon retto Conclusioni e raccomandazioni TABELLA RIASSUNTIVA DEI RISULTATI DELLO STUDIO PASSI pag. 33 BIBLIOGRAFIA pag. 53 pag. 34 pag. 36 pag. 38 pag. 40 pag. 42 pag. 43 pag. 46 pag. 48 pag. 49 4 Sintesi del rapporto aziendale Quali sono i risultati principali? Descrizione del campione aziendale: Nella nostra Azienda sono state intervistate un campione casuale di 200 persone, selezionate dalla lista di anagrafe sanitaria dell’AULSS. Il 52% degli intervistati è rappresentato da donne e il 48% da uomini con un’età media di 44 anni. Il 41,5% ha un livello di istruzione alto e il 66% ha un lavoro regolare. Percezione dello stato di salute: Il 34% delle persone intervistate ritiene appena sufficiente o cattivo il proprio stato di salute mentre il 48% dei soggetti con almeno una patologia severa ha una percezione positiva del proprio stato di salute. Attività fisica: È completamente sedentario il 17% del campione e solo il 40,5% aderisce alle raccomandazioni sull’attività fisica. In poco più di un terzo dei casi i medici si informano se i propri pazienti svolgono attività fisica e li consigliano genericamente di svolgerla. Abitudine al fumo: Il 26% si dichiara fumatore e il 22% ex fumatori. Quasi tutti hanno smesso di fumare da soli e appena il 7% dichiara di aver avuto aiuto da parte di un operatore sanitario. A quasi un anno dall'entrata in vigore della nuova normativa, il 66% dichiara che sul luogo di lavoro viene sempre rispettato il divieto sul fumo. Abitudini alimentari: Si osserva un buon livello di consumo di frutta e verdura anche se solo il 18,5% aderisce alle raccomandazioni internazionali consumando frutta e verdura cinque volte al giorno, abitudine questa scarsamente diffusa nelle persone tra i 18-34 anni e negli uomini. Consumo di alcol: Si stima che oltre due terzi della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche e un terzo circa abbia abitudini di consumo considerate a rischio. (complessivamente il 32% è forte bevitore o “binge”). Pochi intervistati dichiarano di essere interpellati dagli operatori sanitari sulle loro abitudini al consumo dell’alcol e di ricevere raramente il consiglio di moderarne il consumo. Sicurezza stradale: Si osserva invece un buon livello dell’uso dei dispositivi di sicurezza (90% cintura anteriore sempre) fatta eccezione per l’uso della cintura di sicurezza sui sedili posteriori che viene utilizzata sempre solo nel 27% degli intervistati. Il 19% degli intervistati dichiara di aver guidato in stato di ebbrezza nel mese precedente all’intervista e il 18% di essere stato trasportato da chi guidava in stato di ebbrezza. Vaccinazione antinfluenzale: In media solo il 17% delle persone, tra i 18 e i 65 anni, con almeno una condizione a rischio per le complicanze dell'influenza (diabete, tumore, malattie cardiovascolari) si è vaccinata lo scorso anno. Vaccinazione antirosolia: È possibile quantificare lo stato immunitario di appena il 78% delle donne in età fertile: in particolare, il 70% riferisce di essere stato vaccinato e l’ 8% di avere eseguito un rubeotest (con esito positivo il 6%; negativo il 2%). Pertanto, la percentuale di donne in età fertile suscettibile alla rosolia (22%) è ancora superiore ai valori ritenuti necessari per l’eradicazione della rosolia congenita. 5 Ipertensione arteriosa: Si stima che sia iperteso più di un sesto della popolazione tra i 18 e 69 anni, di cui il 76% è in trattamento farmacologico. All’ 8% degli intervistati non è mai stata misurata la pressione arteriosa. Colesterolemia: Più di un quarto della popolazione dichiara di avere valori elevati di colesterolemia, il 21% degli ipercolesterolemici dichiara di essere sotto trattamento farmacologico. Uno su cinque dichiara che non gli è mai stato misurato il colesterolo. Situazione nutrizionale: È in sovrappeso il 32% del nostro campione e gli obesi sono il 9%. L’eccesso ponderale è trattato nel 25% dei casi con la dieta e solo nel 23% con lo svolgimento di attività fisica regolare. Punteggio di rischio cardiovascolare: Ancora scarsamente utilizzata la carta del rischio cardiovascolare il punteggio di rischio cardiovascolare da parte dei medici (solo nel 6% degli ultra quarantenni intervistati). Screening neoplasia del collo dell’utero: Il 91% delle donne tra 25 e 64 anni ha eseguito almeno un pap test nella vita e l’83% l'ha eseguito almeno ogni tre anni come raccomandato. Screening neoplasia della mammella: Il 74% delle donne tra 50 e 69 anni ha effettuato almeno una mammografia, ma una proporzione minore (65%) l'ha eseguita a intervalli di due anni. Screening tumore del colon retto: Il 71% degli ultracinquantenni ha eseguito un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, o una sigmoidoscopia, o una colonscopia, a scopo preventivo. 6 Introduzione Lo studio PASSI si inserisce tra le attività promosse dal Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM), recentemente istituito in Italia, che riconosce tra i propri obiettivi strategici la promozione di stili di vita sani. L’adozione di stili di vita non corretti rappresenta oggi una vera e propria emergenza sanitaria, che comporta l’aumento di rischio delle principali cause di mortalità e morbosità nella popolazione adulta (malattie cardiovascolari, tumori, diabete, incidenti stradali …). Il Ministero della Salute e le Regioni hanno identificato la necessità di attivare una sorveglianza sui fattori di rischio comportamentali ed i programmi di intervento realizzati per la promozione di comportamenti di vita più sani. A tale scopo il CCM ha affidato al Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (CNESPS) dell'Istituto superiore di Sanità (in particolare il gruppo PROFEA) l'incarico di sperimentare la realizzazione di uno studio di popolazione, denominato PASSI, con la prospettiva di una messa a regime di tale sorveglianza a livello nazionale nei prossimi anni. I principali argomenti studiati sono attività fisica, fumo, alimentazione, consumo di alcol, sicurezza stradale, ipertensione e ipercolesterolemia, screening del cancro della mammella, del collo dell’utero e del colon retto. Inoltre sono stati raccolti dati su alcune variabili demografiche e caratteristiche fisiche, sulla percezione dello stato di salute, sulle vaccinazioni in età adulta e sullo stato dell’utilizzo del punteggio di rischio cardiovascolare. Attualmente i dati sui determinanti di salute e sull’adozione di misure di prevenzione vengono raccolti a livello nazionale e regionale attraverso indagini periodiche multiscopo dell’Istat. Le informazioni a livello locale sono carenti: questo limite rende difficile la valutazione degli effettivi progressi di salute ottenuti a seguito dell’adozione dei programmi di prevenzione attivati dalle aziende sanitarie locali. Con PASSI i dati sono stati tempestivi e rappresentativi non solo della realtà regionale, ma anche aziendale. Lo studio sancisce così l’idea che il progresso sanitario di un sistema di salute (anche quello aziendale) passa attraverso una maggiore interazione fra domanda e offerta dei servizi, fra utenti ed erogatori di cure. Nel contempo il sistema salute deve essere in grado di individuare quali siano le priorità di salute per adeguare gli interventi all’evoluzione del bisogno. 7 Obiettivi Obiettivo generale Monitorare alcuni aspetti della salute della popolazione italiana di età compresa fra i 18 e i 69 anni in rapporto ad interventi e programmi specifici (in atto o in via di realizzazione) relativi ai principali fattori di rischio comportamentali e all’adozione di misure preventive previste. Obiettivi specifici 1. Aspetti socio-demografici - descrivere le variabili socio-demografiche principali del campione (età, sesso, livello di istruzione, cittadinanza, stato civile) e valutare eventuali correlazioni tra questi e i fattori di rischio indagati. 2. Salute e qualità di vita percepita - stimare lo stato di salute percepito dalla popolazione in studio, compresa la media dei giorni in cattiva salute per cause fisiche e mentali e dei giorni limitanti le abituali attività. 3. Attività fisica - stimare la proporzione di persone che praticano attività fisica moderata e intensa - stimare la proporzione di popolazione che aderisce alle raccomandazioni internazionali sull’attività fisica - individuare gruppi a rischio per sedentarietà ai quali indirizzare gli interventi di promozione - stimare la proporzione di persone beneficiari di interventi di promozione individuale dell’attività fisica da parte degli operatori sanitari. 4. Abitudine al fumo - stimare la prevalenza di fumatori, non fumatori ed ex-fumatori - stimare il livello di attenzione degli operatori sanitari al problema del fumo - stimare la prevalenza di fumatori ai quali è stato rivolto il consiglio di smettere di fumare da parte di operatori sanitari - descrivere le modalità più frequenti di disassuefazione al fumo - stimare il livello del rispetto delle norme anti-fumo sul posto di lavoro - stimare il livello dell’esposizione al fumo passivo in ambito domestico - descrivere la ricaduta della legge sul divieto di fumare nei luoghi pubblici. 5. Abitudini alimentari - stimare le prevalenze riferite di soggetti sottopeso, normopeso, sovrappeso ed obesi tramite il calcolo dell’Indice di Massa Corporea - stimare la proporzione di popolazione che ha ricevuto consigli su consumi alimentari corretti da operatori sanitari - stimare la proporzione di popolazione che adotta consumi alimentari corretti (consumo giornaliero di 5 porzioni di frutta e verdura) - stimare la proporzione di popolazione che ha ricevuto consigli da operatori sanitari riguardo il peso corporeo, che ha tentato di perdere o mantenere il peso e che ha intrapreso azioni (dieta, attività fisica) per farlo. 8 6. Consumo di alcol - stimare la proporzione di consumatori di alcol distinguendo consumatori modesti e forti - stimare la frequenza di consumo a rischio (binge e consumo fuori pasto) - valutare il grado di attenzione degli operatori sanitari all’uso dell’alcol - stimare la prevalenza di forti consumatori o consumatori a rischio ai quali è stato consigliato di ridurre il consumo di alcol. 7. Sicurezza stradale - stimare la prevalenza di persone che utilizzano i dispositivi di sicurezza (cintura anteriore, cintura posteriore, casco) - stimare la proporzione di persone che riferiscono di aver guidato dopo assunzione di alcolici - stimare la proporzione di persone trasportate da chi ha assunto alcolici. 8. Vaccinazioni in età adulta - stimare la prevalenza di donne 18-45 anni che sono state vaccinate contro la rosolia - stimare la prevalenza di donne 18-45 anni che hanno effettuato un rubeo-test - stimare la percentuale di soggetti appartenenti a gruppi a rischio vaccinati contro l’influenza. - stimare la prevalenza dei soggetti di 18-65 anni affetti da patologie croniche che hanno effettuato la vaccinazione antinfluenzale. 9. Fattori di rischio cardiovascolare - stimare la proporzione di popolazione cui è stata misurata la pressione arteriosa, la colesterolemia e la glicemia e quando è avvenuto l’ultimo controllo - stimare la prevalenza di persone che riferiscono di essere affette da ipertensione o ipercolesterolemia e che stanno seguendo un trattamento (farmaci e altre misure, come perdita del peso e attività fisica) - stimare la prevalenza di popolazione che riferisce di aver calcolato con il suo medico il rischio cardiovascolare sul punteggio di rischio cardio-vascolare di recente introduzione. 10. Screening oncologici - stimare la prevalenza di donne 50-69 anni che hanno effettuato almeno una mammografia a scopo preventivo, la periodicità dell’effettuazione e se la mammografia è stata effettuata all’interno di un programma di screening stimare la prevalenza di donne 25-65 anni che hanno effettuato almeno un paptest a scopo preventivo, la periodicità dell’effettuazione e se è stata effettuato all’interno di un programma di screening stimare la prevalenza di persone ≥50 anni che hanno effettuato la ricerca del sangue occulto nelle feci e/o sigmoido-colonscopia, la periodicità dell’effettuazione e se è stata effettuata all’interno di un programma di screening. 9 Metodi Tipo di studio Studio trasversale di prevalenza puntuale tramite somministrazione telefonica di un questionario standardizzato. Popolazione in studio La popolazione in studio è costituita dalle persone di 18-69 anni iscritte nelle liste di anagrafe sanitaria dell’AULSS 13 (aggiornata al 04/04/2005) . Criteri di inclusione nello studio sono stati la residenza nel territorio di competenza dell’AULSS e la disponibilità di un recapito telefonico. I criteri di esclusione il ricovero o l’ istituzionalizzazione durante il periodo dell’indagine. Strategie di campionamento Il metodo scelto è stato il campionamento casuale semplice direttamente effettuato sulle liste di anagrafe sanitaria dell’AULSS. La dimensione del campione è stata di 200 individui, calcolata usando i metodi statistici standard in base alla prevalenza delle variabili principali e per ottenere una stima con un buon grado di approssimazione con un intervallo di confidenza al 95%. Interviste I cittadini selezionati sono stati preventivamente avvisati dall'Azienda tramite una lettera personale informativa, così come i loro Medici di Medicina Generale ed i Sindaci di tutti i comuni. I dati raccolti sono quelli autoriferiti dalle persone intervistate senza l’effettuazione di misurazioni dirette da parte di operatori sanitari. La somministrazione del questionario è stata preceduta dalla formazione degli intervistatori. La formazione, della durata di un giorno, ha avuto per oggetto le modalità del contatto e il rispetto della privacy delle persone, il metodo dell'intervista telefonica e la somministrazione del questionario telefonico con l'ausilio di linee guida appositamente elaborate. Le interviste alla popolazione in studio sono state realizzate nell’arco di due mesi (maggiogiugno 2005) da medici e personale sanitario afferenti, in particolare, al Dipartimento di Prevenzione e ai Distretti Sanitari. L'intervista telefonica è durata in media circa 20 minuti. Analisi delle informazioni La registrazione e l’analisi dei dati raccolti sono state effettuate utilizzando il software EPI Info, versione 3.3. L’analisi è stata condotta sia per l’Azienda, sia aggregando i dati delle 123 ASL partecipanti a livello nazionale e delle 5 AULSS a livello regionale senza il metodo della pesatura. Per agevolare la comprensione del presente rapporto i risultati sono stati espressi in massima parte sotto forma di percentuali e proporzioni, riportando le stime puntuali con gli intervalli di confidenza solo per la variabile principale. Etica e privacy In base alla normativa vigente il presente studio non rientra nei casi di legge in cui è prevista la notifica al Garante della Privacy. Sono state richieste la valutazione e l’approvazione del 10 Comitato Etico dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono state inoltre richieste la valutazione e l’approvazione del Comitato Etico dell’ AULSS 13. Le persone selezionate per l’intervista sono state informate per lettera sugli obiettivi e le modalità di realizzazione dell’indagine e sulle modalità adottate dallo studio per garantire privacy e confidenzialità. Gli intervistatori hanno contattato direttamente per telefono le persone selezionate per spiegare gli obiettivi e i metodi dello studio, garantendo la riservatezza delle informazioni raccolte. Prima dell’intervista, l’intervistatore ha spiegato nuovamente obiettivi dello studio, vantaggi e svantaggi per l’intervistato e le misure adottate per garantire la privacy. I dati nominativi erano contenuti nella prima pagina del questionario somministrato all’intervistato, che è stata separata dal questionario stesso e conservata per alcuni giorni in un luogo sicuro, sotto la responsabilità del coordinatore aziendale dell’indagine. Dopo la validazione del questionario da parte del coordinatore regionale, le prime pagine con i dati nominativi sono state distrutte. Nessun dato nominativo è rintracciabile nel supporto informatico della base di dati. 11 La sperimentazione Risultati della valutazione su un pool di 89 ASL Introduzione La possibilità di sperimentare una raccolta di dati sui comportamenti legati a stili di vita che mettono a rischio la salute della popolazione e sull’andamento di interventi di salute nazionali, regionali o aziendali è un progetto che affascina gli operatori in salute pubblica che, per missione, ricercano e utilizzano dati per migliorare l’azione in salute pubblica. Il Ministero della Salute e le regioni che promuovono il cambiamento del sistema di informazione sanitario del nostro Paese, hanno chiesto all’Istituto Superiore di Sanità (al gruppo PROFEA del CNESPS) di sperimentare un approccio che producesse i dati in maniera tempestiva e valida per poter orientare l’azione a livello locale (ASL) e regionale. Lo studio PASSI è stato quindi valutato durante tutto l’arco della sua realizzazione per produrre evidenza sulla validità, fattibilità, utilità della raccolta dei dati, per rispondere a gruppi di interesse e finanziatori, alla comunità e identificare materiali e metodi per preparare il passaggio da studio trasversale a sistema di sorveglianza. Metodi Prima di iniziare lo studio, è stata condotta una valutazione propedeutica con l’intento di testare procedure e metodi e di inventariare le domande di valutazione dei gruppi di interesse (Ministero della Salute, Regioni, responsabili politici e tecnici di Aziende Sanitarie, operatori nell’ambito della prevenzione, società scientifiche dei medici di medicina generale, ISTAT) utilizzando focus group e interviste strutturate e semi-strutturate. La valutazione di processo invece, è stata conclusa nel giugno 2005 utilizzando un questionario autocompilato dai coordinatori aziendali. Risultati La valutazione propedeutica ha evidenziato che lo studio PASSI ha suscitato interesse per la possibilità di colmare un vuoto informativo sugli stili di vita, sulla diffusione di alcuni interventi preventivi e la loro efficacia. Vengono però espressi alcuni dubbi e critiche: • sulla potenza statistica che in alcuni casi non permette la stratificazione per alcune variabili quali l’età e il livello socioeconomico, • la mancanza di alcuni argomenti quali aspetti legati alla professione/rischi lavorativi • una possibile duplicazione con altri sistemi informativi, per esempio gli screening. Inoltre, si sono espresse perplessità sull’utilizzo del personale delle ASL in quanto senza nessuna esperienza su come si fanno le interviste tramite telefono. Nella valutazione del processo, è emerso che la raccolta dati è durata in media due mesi e mezzo, mentre la fase interviste è durata 45 giorni; il 92% degli intervistatori erano assistenti sanitari o affini, riducendo ad un numero esiguo l’utilizzo inappropriato di medici. Secondo gli operatori aziendali le Regioni non sempre hanno giocato il ruolo favorente necessario, creando talvolta qualche difficoltà nel costruire efficaci collaborazioni con le istituzioni locali. Il campionamento è stato fatto a partire dalle liste delle anagrafi sanitarie; delle persone campionate solo per il 27% erano disponibili numeri di telefono ed indirizzi in quanto le liste sono incomplete e a volte non aggiornate. Tale percentuale è salita all’81%, dopo una ricerca tramite elenchi telefonici, l’aiuto dei medici di famiglia e le liste anagrafiche comunali. In totale quindi 12 sono stati sostituiti il 12% di persone campionate. Nella fase di somministrazione del questionario per telefono si sono avuti il 5% di rifiuti e l’11% di persone non rintracciate. Quando interpellati i medici di base hanno collaborato a risolvere l’82% dei casi problematici (rifiuti, poca disponibilità diffidenza ecc). La disponibilità di linee telefoniche, cellulari aziendali e carte telefoniche prepagate si è rivelato un elemento essenziale sia per non penalizzare il lavoro di routine dei dipartimenti di prevenzione, che per poter fare le telefonate fuori orario di lavoro. Resta il problema del riconoscimento delle ore di straordinario per gli intervistatori. Il questionario è stato ritenuto appropriato, accettabile (da parte degli operatori e degli intervistati) e un buon strumento nelle sue parti, anche se è stato rilevato che complessivamente aveva troppe domande; le sezione sul consumo di alcol e quella sull’attività fisica contengono alcune domande poco chiare. L’utilità della raccolta di dati sperimentata dal PASSI è stata stimata su alcuni qualità richieste a un buon sistema di sorveglianza: • Semplicità: l’azienda utilizzando le proprie risorse e conoscenze è riuscita a completare l’indagine • Flessibilità: è stato possibile inserire nel questionario e quindi nell’analisi di dati alcuni argomenti aggiuntivi (es. incidenti domestici) che in alcune aziende sanitarie era stato oggetto di uno specifico intervento • Qualità dei dati: i questionari prodotti incompleti o con errori sono al di sotto del 5% e i dati raccolti sono in linea con altre indagini campionarie o demoscopiche (per esempio ISTAT) • Sensibilità e valore predittivo positivo: in accordo con dati di altri Paesi, poiché si tratta di dati autoriferiti, ci si può attendere perlopiù una sottostima di molti fenomeni misurati • Rappresentatività: il campione selezionato e intervistato è risultato rappresentativo della popolazione in studio. Le sostituzioni per mancanza del numero telefonico (12%) e le sostituzioni per rifiuto (5%) rimangono a livelli ragionevolmente bassi per possibili rischi di bias di selezione; tuttavia si può migliorare la performance con un coinvolgimento dei medici di famiglia già nella fase di campionamento. • Tempestività: l’indagine si è conclusa nei tempi previsti, che permettono di produrre dei risultati annuali necessari per questo tipo di sorveglianza • Accettabilità: la partecipazione degli operatori all’indagine nella fase organizzativa (corsi di formazione e reperimento dati anagrafici è stata del 80%, nella fase di esecuzione le interviste incomplete o errate sono state sotto il 5%). La partecipazione delle istituzioni locali è stata importante in quanto hanno messo a disposizione le anagrafi comunali. Il costo, calcolato complessivamente e non solo sui costi aggiuntivi (es. telefono), per la sorveglianza è stato stimato in circa 12 mila euro per 200 interviste e di 21 mila euro per 600 interviste. Tabella 1: stima dei principali costi dell’indagine PASSI, (in Euro) Formazione Promozione Interviste Monitoraggio Inserimento totale 200 interviste 2.000 3.000 4.000 2.000 500 11.500 600 interviste 2.000 3.000 12.000 2.500 1.500 21.000 13 Discussione In generale, la sperimentazione suggerisce che il sistema di sorveglianza da costruire sui risultati dello studio PASSI, può costituire uno strumento adeguato agli obiettivi che si era prefissato; inoltre è stato ben accettato nella ASL e i costi relativi stimati, confrontati con altre indagini/programmi, sono contenuti. I potenziali punti critici dello studio evidenziati nella valutazione formativa quali le poche competenze degli operatori e la difficoltà dei dipartimenti a misurarsi con indagini nuove, si sono dimostrati più il frutto di timori di non essere all’altezza che di reali difficoltà e limiti. Timori che sono stati superati, ne è prova il basso numero di rifiuti, il basso numero di questionari incompleti e l’assenza di interviste non condotte a termine. I punti più critici dello studio sono il reperimento dei dati degli assistiti (indirizzo e telefono) ed il non completo coinvolgimento dei gruppi di interesse. Per quanto riguarda il reperimento dei dati degli assistiti si possono pensare altre strategie che coinvolgano da subito i medici di famiglia, evitando così potenziali bias di selezione di alcuni gruppi quali i giovani e immigrati in possesso di sola telefonia mobile. Sul coinvolgimento dei gruppi di interesse, soprattutto cittadini e decisori in campo sanitario e politico (per esempio i sindaci) si gioca la reale utilità del sistema di sorveglianza: la sua utilità si misura sull’effettivo cambiamento dello stato di salute della comunità “provocato” dall’utilizzo delle informazioni che il sistema produce. Ma questi cambiamenti sono possibili solo se c’è il coinvolgimento dei tre soggetti principali: comunità, decisori e operatori sanitari. Come in tutte le sperimentazioni le nuove idee e l’entusiasmo giocano un ruolo importante che a volte aiutano a superare difficoltà organizzative e risorse limitate. Il passaggio dalla sperimentazione alla routine ovvero all’istituzionalizzazione pone tuttavia come prerequisito un forte mandato da parte delle Regioni che devono costruire delle solide basi organizzative e gestionali per creare e consolidare il sistema di sorveglianza di popolazione nei mesi a venire. Risultati della valutazione di processo nell’AULSS 13 Nell’AULSS 13 la prima fase del processo (preparazione indagine e formazione intervistatori) è durata circa 45 giorni mentre le interviste hanno richiesto 53 giorni. Sono stati utilizzati 8 intervistatori (6 assistenti sanitarie e due infermiere professionali). La lista dell’anagrafe sanitaria, disponibile su supporto informatico, riportava nel 100% dei casi l’indirizzo delle persone campionate e il nome del medico di medicina generale, ma nessun numero telefonico. Attraverso il prezioso contributo degli uffici anagrafici comunali per il controllo dello stato di famiglia, unitamente alla consultazione degli elenchi telefonici si è ottenuta la lista completa di indirizzo e recapito telefonico del 91.5% dei cittadini campionati casualmente, iscritti alla nostra anagrafe sanitaria. Tale ricognizione ha evidenziato la parziale inadeguatezza dell’anagrafe degli assistiti per questo tipo di indagine in quanto non sono registrati e aggiornati i recapiti telefonici degli assistiti e in alcuni casi (3%) si verifica la discordanza delle generalità riportate nelle liste anagrafiche aziendale e comunali Tra i 200 residenti inclusi nello studio, selezionati con il criterio della casualità semplice, è risultato non rintracciabile il 7.5%, il 10.5% ha rifiutato l’intervista e il 2.5% non era intervistabile per altri motivi (patologie, servizio di leva, fuori sede per lavoro, studio, turismo); pertanto, i soggetti rimpiazzati, appaiati per classi di età e sesso, sono stati il 41%. La percentuale complessiva dei cittadini sostituiti, compresi quelli non in possesso di utenza telefonica fissa, pari al 6.5% è stata del del 20.5%. Le interviste telefoniche sono state effettuate in tutte le fasce orarie: mattino 32%, pranzo 26.5%, pomeriggio 27.5%, sera 14.%; il restante 10% è stato effettuato in giorni prefestivi (9.5%) e festivi (0.5%). Sono state utilizzate schede telefoniche prepagate fornite dall’azienda e si è ricorso all’utilizzo di alcune ore di lavoro straordinario per poter eseguire le telefonate nelle fascia oraria serale e nei giorni prefestivi e festivi. Il costo dell’indagine è stimato in circa 10.000 euro; la differenza rispetto al costo medio dello studio, calcolato in 12 mila euro per 200 interviste, è imputabile al fatto che l’inserimento dei questionari nel database è stato eseguito da personale dell’AULSS 22 14 e finanziato dal Dipartimento per la Prevenzione della Regione del Veneto, inoltre la fase di presentazione e promozione dell’indagine, dati i tempi ristretti, è stata ridotta all’essenziale con uno scarso impegno orario da parte del personale. 15 Descrizione del campione La popolazione in studio è costituita da 179.657 assistiti di età compresa tra 18 e 69 anni iscritti nella lista di anagrafe sanitaria dell’ Azienda ULSS N. 13 di Mirano al 04/04/2005. Le 200 interviste al campione di popolazione estratto da tale lista sono state effettuate da 8 assistenti sanitarie e infermiere professionali del Dipartimento di Prevenzione e di un Distretto Socio-Sanitario. 159 persone sono state rintracciate e intervistate telefonicamente, mentre 41 sono stati sostituiti (20,5%). Poco meno della metà delle sostituzioni (18) riguarda assistiti non rintracciabili telefonicamente o che non sono più domiciliati nel territorio aziendale; solo il 10,5% dei titolari ha rifiutato la partecipazione allo studio. Tra le 5 AULSS del Veneto partecipanti allo studio si è registrato il 25% di sostituzioni (7,9% rifiuto di partecipare allo studio, 13,8% soggetti non rintracciati, 0,9% cambi di domicilio e 2,4% esclusi per altri motivi). Quali sono le caratteristiche demografiche degli intervistati? L’età e il sesso • nell’ AULSS 13 il 52% del campione intervistato è costituito da donne. • il 31% degli intervistati è compreso nella fascia 18-34 anni, il 31,5% in quella 35-49 e il 37,5% in quella 50-69. Campione per età e sesso AULSS 13 Passi, 2005 18-34 53,2 46,8 35-49 49,2 50,8 42,7 50-69 • la distribuzione per sesso e per età del 0 campione selezionato è sovrapponibile a quella presente nell’ anagrafe aziendale. 20 57,3 40 60 % 80 Uomini Donne Il titolo di studio • Nell’ AULSS 13 l’ 1,5% del campione non ha alcun titolo di studio, il 24,5% ha la licenza elementare, il 32,5% la licenza media inferiore il 34% la licenza media superiore, il 6,5% è laureato. • questa distribuzione si differenzia da quella riscontrata nel campione relativo a tutte le altre ASL partecipanti all’indagine perché la proporzione di laureati e diplomati del campione intervistato dell’AULSS 13 è inferiore. Campione per titolo di studio AULSS 13 - Passi, 2005 6,5 Laurea 11,2 Media Superiore 34,0 Media inferiore 40,4 32,5 30,5 Elementare 16,0 24,5 1,5 1,3 Nessuno 0 10 20 30 % 40 50 AULSS 13 Altre ASL 16 Il livello di istruzione • il 41,5% del campione presenta un alto grado d’istruzione (licenza media superiore e laurea); nelle AULSS del Veneto partecipanti all’indagine questo valore è del 47% e considerando tutte le ASL italiane partecipanti all’indagine tale valore sale al 52%. • Il livello di istruzione è maggiore nelle fasce più giovani, in particolare tra i 18 ed i 34 anni, con un andamento per classi d’età sovrapponibile alle altre ASL partecipanti. Alto grado d'istruzione per classe d'età AULSS 13 - Passi, 2005 66,1 18-34 49,2 35-49 14,7 50-69 0 74,0 60,0 31,0 20 40 % 60 80 AULSS 13 Altre ASL Lo stato civile • nell’AULSS 13 coniugati/conviventi rappresentano il 67,5%, celibi/nubili il 25,5%, vedovi/e il 4,5%, separati/divorziati il 2,5%. • nelle ASL partecipanti La distribuzione per stato civile è in linea con quanto rilevato nelle ASL partecipanti. Le categorie dello stato civile AULSS 13 - Passi, 2005 Coniugato convivente 67,5 66,2 25,5 27,4 celibe nubile Vedovo/a 4,5 2,9 Separato divorziato 2,5 3,5 0 AULSS 13 Altre ASL 20 40 60 % 80 Il lavoro • • • nell’AULSS 13 il 66% del campione (tra i 18 e i 65 anni) riferisce di lavorare regolarmente. le donne risultano complessivamente meno occupate rispetto agli uomini (53% vs. 80%); tra i giovani si registra un basso tasso di occupazione. Nelle ASL partecipanti del Veneto il 68% degli intervistati lavora regolarmente, mentre considerando le ASL di tutte le regioni tale valore si abbassa al 62/%. Il lavoro regolare per sesso AULSS 13 - Passi, 2005 42,9 18-24 63,6 100 25-34 77,8 96,8 35-49 75 50 50-65 15,2 0 50 % 100 Uomini Donne 17 Conclusioni e raccomandazioni Il campione dell’ASL 13 è rappresentativo dell’anagrafe assistiti e pertanto anche i risultati dello studio possono essere estesi alla popolazione aziendale. Le differenze nel livello di istruzione per età suggeriscono che sarebbe necessaria una varietà di strategie di comunicazione per affrontare i problemi prioritari di salute. 18 Percezione dello stato di salute La relazione tra salute e qualità di vita percepita è stata oggetto sin dagli anni ‘80 di studi che hanno dimostrato come lo stato di salute percepito a livello individuale sia strettamente correlato con i tradizionali indicatori oggettivi di salute quali la mortalità e la morbosità. Inoltre, lo stato di salute percepito risulta correlato sia alla presenza delle più frequenti malattie croniche, sia ai loro fattori di rischio (per esempio sovrappeso, fumo, inattività fisica). La salute percepita è stata valutata con il metodo dei “giorni in salute” che misura la percezione che la persona ha del proprio stato di salute e del proprio benessere attraverso quattro domande: lo stato di salute autoriferito, il numero di giorni nell’ultimo mese in cui l’intervistato non si è sentito bene per motivi fisici, il numero di giorni in cui non si è sentito bene per motivi mentali e/o psicologici e il numero di giorni in cui ha avuto limitazioni per motivi fisici e/o mentali. Quanti cittadini hanno una buona percezione del proprio stato di salute? • • • Stato di buona salute percepito nell’AULSS 13 di Mirano il 66% degli intervistati giudica in modo positivo il proprio stato di salute (buono o molto buono). in particolare si dichiarano più soddisfatti della loro salute e la definiscono molto buona o buona: - i giovani nella fascia 18-34 anni - gli uomini - le persone con livello di istruzione alto * - le persone non portatrici di patologie severe**. Nelle ASL partecipanti allo studio il 64% (68% nelle AULSS partecipanti del Veneto) delle persone intervistate giudica buono o molto buono il proprio stato di salute; si dichiarano più soddisfatti della propria salute i giovani, gli uomini, le persone con un livello di istruzione più alto e quelle non affette da una o più patologie severe. AULSS 13 di Mirano – Passi, 2005 Caratteristiche Demografiche % 66,0 (IC95%:59,0-72,5) Totale Età ^ 18 - 34 35 - 49 50 - 69 82 71 48 M F 71 61 bassa alta 63 70 presente assente 48 71 Sesso Istruzione* Patologia Severa** ^^ * istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ** almeno una patologia severa (IMA, altre malattie del cuore, ictus, mal. respiratorie, diabete, tumore maligno). ^ le differenze risultano statisticamente significative (p=0,0001) ^^ le differenze risultano statisticamente significative (p<0,005) 19 Quanti sono i giorni di cattiva salute percepita in un mese? • • • • nell’AULSS 13 di Mirano le persone intervistate riferiscono una media di circa 4 giorni al mese in cattiva salute sia per motivi fisici sia per motivi psicologici; le attività abituali sono limitate per circa 1 giorni al mese. il numero di giorni in cattiva salute per motivi fisici è maggiore nella fascia 50-69 anni, come pure i giorni con limitazioni nelle abituali attività; il numero di giorni in cattiva salute per motivi psicologici è maggiore nella fascia 18-34 anni. le donne lamentano più giorni in cattiva salute, sia per motivi psicologici, sia per motivi fisici e sono più limitate nelle loro abituali attività. nelle ASL d’Italia partecipanti il numero di giorni in cattiva salute è pari a 3 sia per motivi fisici sia per motivi psicologici, mentre le abituali attività sono limitate per circa 2 gg al mese. Anche nelle altre ASL i meno giovani e le donne lamentano più giorni in cattiva salute per motivi fisici e con maggiore limitazione delle abituali attività. Giorni in cattiva salute percepita AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche Demografiche N° gg/mese per Motivi Fisici 3,6 Motivi Psicologici 3,6 Attività Limitata 1,2 18 - 34 35 - 49 50 - 69 2,7 2,9 4,9 4,7 3,8 2,4 1 0,8 1,6 M F 2,2 4,9 1,9 5 0,8 1,4 Totale Età Sesso Conclusioni e raccomandazioni L’analisi dei dati inerenti la percezione dello stato di salute rivela, a livello aziendale, valori in linea con l’indagine multiscopo 1999-2000, ribadendo le correlazioni con età, sesso, livello di istruzione. L’analisi della media dei giorni in cattiva salute o limitanti le abituali attività, stratificata per sesso ed età, conferma la più alta percezione negativa del proprio stato di salute fisica nella classe d’età più avanzata e nelle donne. Le misure della qualità della vita possono, pertanto, costituire una banca di dati utili nell’individuazione, attuazione e valutazione di interventi preventivi di sanità pubblica in particolare a livello di ASL, livello al quale questi dati sono in genere mancanti. 20 Attività fisica La sedentarietà è causa di 1,9 milioni di decessi all’anno nel mondo e, insieme ad una cattiva alimentazione, è alla base dell’attuale epidemia di obesità. L’attività fisica moderata e regolare gioca un ruolo importante nell’influenzare l’aspettativa di vita: si stima infatti che riduca di circa il 10% la mortalità per tutte le cause. Le persone attive presentano un rischio notevolmente ridotto di andare incontro a patologie di tipo cardiovascolare, ictus ischemico, diabete tipo 2, cancro del colon, osteoporosi, depressione e traumi da caduta. Esiste ormai un largo consenso circa il livello di attività fisica da raccomandare alla popolazione: 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni. I consigli dati dai medici ai loro pazienti (in combinazione con altri interventi) si sono dimostrati utili nella promozione dell’attività fisica nella popolazione generale e in gruppi particolari a rischio. Quanti sedentari e quanti attivi fisicamente? • • • Nell’AULSS 13 il 40,5% delle persone intervistate riferisce di effettuare un lavoro pesante o aderisce alle raccomandazioni sull’attività fisica, il 42,5% non effettua un lavoro pesante e pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto raccomandato ed il 17% è completamente sedentario. I completamente sedentari sono i meno giovani, le donne e le persone con basso livello di istruzione. Tra le ASL partecipanti all’indagine, il 42% aderisce alle raccomandazioni sull’attività fisica o svolge un lavoro pesante, il 35% pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto raccomandato ed il 23% è completamente sedentario. Tra le AULSS del Veneto partecipanti all’indagine, il 46% aderisce alle raccomandazioni sull’attività fisica o svolge un lavoro pesante, il 41% pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto raccomandato ed il 13% è completamente sedentario. Sedentarietà AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche demografiche Sedentari, %* 17,0 (IC95%: 12,122,9) Totale Età^ 18 - 34 35 - 49 50 - 69 3,2 23,8 22,7 uomini donne 18,8 15,4 bassa alta 19,7 13,3 Sesso Istruzione** * chi svolge meno di 10 minuti d’attività fisica alla settimana e non effettua un lavoro pesante ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ^ le differenze risultano statisticamente significative (p=0,002) 21 Gli operatori sanitari promuovono l’attività fisica dei loro pazienti? • • • • • Nell' AULSS 13 le persone intervistate riferiscono che il 40,5% dei medici o degli operatori sanitari si informa in merito al livello di attività fisica e nel 38,5% dei casi raccomanda di fare regolare attività fisica. solo il 12% ha ricevuto dal medico informazioni dettagliate su tipo, frequenza e durata dell’attività da svolgere e al 10,5% è stato chiesto, in occasione di visite successive, l’andamento dell’attività fisica precedentemente consigliata. complessivamente solo il 7,5% dei pazienti dichiara di aver ricevuto insieme consigli, informazioni più dettagliate e domande successive sull’andamento dell’attività consigliata. tra le persone delle altre ASL partecipanti all’indagine il 38% riferisce di aver ricevuto domande sul livello di attività fisica ed il 40% ha ricevuto il consiglio di farla, l’10% ha avuto informazioni su tipo, frequenza e durata ed il 10% la verifica in occasione di visite successive. La percentuale di persone che ha ricevuto i consigli completi era del 7%. Tra le persone delle altre ASL partecipanti all’indagine il 38% riferisce di aver ricevuto domande sul livello di attività fisica ed il 40% ha ricevuto il consiglio di farla, il 10% ha avuto informazioni su tipo, frequenza e durata ed l’ 10% la verifica in occasione di visite successive. La percentuale di persone che ha ricevuto i consigli completi era del 7%. Attività fisica e consigli dei medici, AULSS 13- Passi, 2005 38,5 Consiglio generale Tipo, frequenza, durata 12,0 10,5 Chiesto andamento 7,5 Consiglio completo 0 10 20 30 40 50 % Conclusioni e raccomandazioni Si stima che circa il 17% della popolazione dell’AULSS 13 conduca uno stile di vita sedentario e il 42,5% non pratichi sufficiente attività fisica. Pur essendo la popolazione completamente sedentaria minore rispetto a quella delle altre ASL partecipanti all’indagine, le persone che non svolgono sufficiente attività fisica sono il 59,5% della popolazione, rimane pertanto un ampio margine per migliorare il livello di attività fisica. In poco più di un terzo dei casi i medici si informano e consigliano genericamente di svolgere attività fisica ai loro pazienti, mentre la percentuale che danno consigli più dettagliati si abbassa al 7,5%. Tuttavia l’opera del medico da sola non è sufficiente ed occorrono interventi comunitari promossi e sostenuti da parte della Sanità Pubblica e di altri attori (esperti di nutrizione, corsi di attività fisica, urbani e amministratori per la creazione o il recupero di percorsi pedonali e ciclabili per favorire l’uso della bicicletta e il cammino). 22 L’abitudine al fumo Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio nell’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative (in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardio-vascolare) ed il maggiore fattore di rischio evitabile di morte precoce. L’abitudine al fumo negli ultimi 40 anni ha subito notevoli cambiamenti: la percentuale di fumatori negli uomini, storicamente maggiore, si è in questi anni progressivamente ridotta, mentre è cresciuta tra le donne, fino a raggiungere nei due sessi valori paragonabili; è inoltre in aumento la percentuale di giovani che fumano. Evidenze scientifiche mostrano come la sospensione del fumo dimezza il rischio di infarto al miocardio già dopo un anno di astensione; dopo 15 anni il rischio diventa pari a quello di un non fumatore. I fumatori che smettono di fumare prima dei 50 anni riducono a metà il proprio rischio di morire nei successivi 15 anni rispetto a coloro che continuano a fumare. I medici e gli altri operatori sanitari rivestono un ruolo importante nell’informare gli assistiti circa i rischi del fumo; un passo iniziale è quello di intraprendere un dialogo con i propri pazienti sull’opportunità di smettere di fumare. Oltre agli effetti del fumo sul fumatore stesso, è ormai ben documentata l’associazione tra l’esposizione al fumo passivo e alcune condizioni morbose. La recente entrata in vigore della norma sul divieto di fumo nei locali pubblici è un evidente segnale dell’attenzione al problema del fumo passivo. Come è distribuita l’abitudine al fumo? • • • • nell’AULSS 13 i fumatori sono pari al 26%, gli ex fumatori al 21,5%, e i non-fumatori al 52,5%. l’abitudine al fumo è più alta tra le donne che tra gli uomini (28,8% versus 22.9%). Tra le persone che non hanno mai fumato prevalgono le donne (56,7% versus 47,9%). tra le ASL partecipanti all’indagine i fumatori rappresentano il 26,5%, gli ex fumatori il 19,6% e i non fumatori il 54%. la distribuzione per sesso nel totale delle ASL partecipanti all’indagine mostra che a differenza dell’AULSS 13 l’abitudine al fumo è maggiore negli uomini (31,5%). Abitudine al fumo AULSS 13 – Passi, 2005 100 90 80 70 60 % 50 40 30 20 10 0 Donne Uomini Fumatori * Ex Fumatore ** Non Fumatore *** *Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno **Ex fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma da almeno 6 mesi ***Non fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma 23 Quali sono le caratteristiche dei fumatori? Fumatori AULSS 13 - Passi, 2005 • • • • si sono osservati tassi più alti tra le classi d’età centrali (25-49 anni) e tra le donne. Dal nostro campione risulta che il grado di istruzione non influenza l’abitudine al fumo. l’età media di inizio dell’abitudine al fumo è 17 anni. in media si fumano circa 11 sigarette al giorno. tra le ASL partecipanti la percentuale di fumatori è risultata più alta tra i più giovani e tra gli uomini; non vi sono differenze per livello di istruzione. Caratteristiche demografiche % Fumatori* 26.0 (IC95%:20.1-32.7) Totale Età, anni 18 - 24 25 - 34 35 - 49 50 - 69 33,3 38,6 30,2 13,3 M F 22,9 28,8 bassa alta 23,1 30,1 Sesso ^ Istruzione** ^ * Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ^ le differenze non risultano statisticamente significative A quante persone sono state fatte domande in merito alla loro abitudine al fumo da parte di un operatore sanitario? • • • nella AULSS 13 circa un operatore sanitario su due (43%) si informa sui comportamenti dei propri pazienti in relazione all’abitudine al fumo riferisce di essere stato interpellato da un operatore sanitario sulla propria abitudine al fumo ben il 65,4% dei fumatori, il 41,9% degli ex fumatori ed il 32,4% dei non fumatori. Tra le ASL partecipanti all’indagine il 38% degli intervistati riferisce di essere stato interpellato da un sanitario sulle proprie abitudini al fumo; tra i fumatori la percentuale è del 64%. % di persone interpellata da un sanitario sulle proprie abitudini al fumo AULSS 13 – Passi, 2005 Fumatori 65,4 Ex fumatori 41,9 Non fumatori 32,4 0 20 40 % 60 80 100 24 A quanti fumatori è stato consigliato da un operatore sanitario di smettere di fumare? E perché? Consiglio di smettere di fumare da parte di operatori sanitari e motivazione AULSS 13 – Passi, 2005 • • • il 65,4% dei fumatori ha ricevuto il consiglio di smettere di fumare da parte di un operatore sanitario. il consiglio è stato dato prevalentemente a scopo preventivo (28,8%) il 34,6% dei fumatori dichiara altresì di non aver ricevuto alcun consiglio da parte di operatori sanitari. A scopo preventivo 28,8 13,5 Motivi di salute Per entrambe le ragioni 23,1 Nessun consiglio 34,6 0 10 20 30 40 Come hanno smesso di fumare gli ex fumatori? • • L’ 86% degli ex fumatori della AULSS 13 ha smesso di fumare da solo; il 7% riferisce di aver avuto l’aiuto di un medico o di un operatore sanitario. anche i dati relativi alle ASL partecipanti confermano la tendenza dei fumatori a gestire il problema da soli: il 94% degli ex fumatori riferisce di aver smesso da solo. % delle diverse modalità per smettere di fumare negli ex fumatori AULSS 13 – Passi, 2005 86,0 Da solo Gruppi di aiuto 4,7 Aiuto di un medico 7,0 2,3 Altro 0 20 40 % 60 80 100 Qual è l’esposizione al fumo in ambito domestico? % delle diverse regole sul permesso di fumare a casa AULSS 13 – Passi, 2005 • Gli intervistati dell’ AULSS 13 dichiarano che nelle proprie abitazioni non si fuma nel 72% dei casi (42,5% non permesso; 29,5% nessuno fuma); nel restante 28% dei casi si fuma ovunque o in parte. Tra le ASL partecipanti la percentuale di persone che dichiarano che nelle proprie abitazioni non si fuma è del 62,4% (37% non permesso; 25,4% nessuno fuma) Permesso in alcuni luoghi 26 Non permesso 42,5 Permesso ovunque 2 Nessuno fuma 29,5 0 10 20 30 40 50 25 Qual è l’esposizione al fumo nel luogo di lavoro? Rispetto del divieto di fumo sul luogo di lavoro (sul totale dei lavoratori) espresso in % AULSS 13 – Passi, 2005 • le persone che lavorano riferiscono nel 66,1% dei casi che il divieto di fumare nel luogo di lavoro è rispettato sempre. Sempre 66,1 A volte 9,7 Mai 1,6 Non so 22,6 0 20 40 % 60 80 100 Conclusioni e raccomandazioni Nella AULSS 13 l’abitudine al fumo mostra una prevalenza di fumatori uguale a quella delle altre ASL. Un elemento che desta preoccupazione è l’elevata prevalenza di fumatori tra i giovani, specialmente nella classe d’età dei 25 - 49enni, dove più di 1 persona su 3 riferisce di essere fumatore. Più della metà dei fumatori ha ricevuto il consiglio di smettere, evidenziando un accettabile livello di attenzione al problema da parte degli operatori sanitari. Anche se rispetto alle altre AULSS italiane e del Veneto partecipanti all’indagine i fumatori che hanno smesso di fumare grazie all’ausilio di farmaci, gruppi di aiuto ed operatori sanitari sono di più (14% vs. 6%), la percentuale di soggetti che dichiara di aver smesso da di fumare da solo resta comunque alta. Risulta pertanto opportuno un ulteriore consolidamento del rapporto tra operatori sanitari e pazienti, per valorizzare l’offerta presente di opportunità di smettere di fumare. In particolare dovranno essere aumentati gli interventi di counselling breve perché di dimostrata efficacia, di relativa facilità e di basso costo. Il fumo nelle abitazioni e soprattutto nei luoghi di lavoro merita ancora attenzione, nonostante l’attenzione al fumo passivo posta dall’entrata in vigore della nuova legge sul divieto di fumo nei locali pubblici. 26 Abitudini alimentari Le malattie associate all’eccesso alimentare e ad una dieta sbilanciata sono ormai tra le cause di malattia e di morte più rilevanti nei paesi industrializzati. Le patologie per le quali la dieta gioca un ruolo importante comprendono cardiopatie ischemiche, alcuni tipi di neoplasia, ictus, ipertensione, obesità e diabete mellito non insulino-dipendente. È riconosciuta l’importanza di alcuni alimenti nel proteggere dall’insorgenza di alcune malattie: il dato di un’associazione protettiva fra l’elevato consumo di frutta e verdura e neoplasie è ormai consolidato. Per questo motivo viene consigliato il consumo di frutta e verdura tutti i giorni: l’adesione alle raccomandazioni internazionali prevede il consumo di almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno (“5 a day”). Quante persone mangiano 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno? Abitudini alimentari • • • • nella AULSS 13 il 93% degli intervistati dichiara di mangiare frutta e verdura almeno 1 volta al giorno. solo il 18,5% aderisce alle raccomandazioni internazionali consumando frutta e verdura 5 volte al giorno. questa abitudine è più diffusa tra le persone con più di 35 anni e soprattutto tra le donne (circa quattro volte in più) e non appare legata al livello d’ istruzione in quanto è più diffusa tra le persone con livello di istruzione basso. nelle ASL italiane partecipanti la percentuale di chi aderisce al “5 a day” risulta del 13,3%, più alta tra i 50-69enni e, anche in questo caso, significativamente più diffusa tra le donne. AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche demografiche Adesione al “5 a day”* (%) 18,5 (IC95%:13,4-24,6) Totale Età 18 - 34 35 - 49 50 - 69 12,9 20,6 21,3 M F 7,3 28,8 bassa alta 22,2 13,3 Sesso ^ Istruzione** * coloro che hanno dichiarato di mangiare 5 volte al giorno frutta e verdura ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ^ le differenze risultano statisticamente significative (p=0,000088) 27 Quanti conoscono il “5 a day”? E da chi ne hanno sentito parlare? % Provenienza dell’informazione su 5 a day. • • il 56% degli intervistati della AULSS 13 conosce il “5 a day “(rispetto al 53,9% delle ASL partecipanti e al 52,9% delle AULSS partecipanti nel Veneto). questa informazione deriva in gran parte da TV, radio e giornali; solo nel 19% dei casi l’informazione deriva da un medico o da un altro operatore sanitario (questo dato è sovrapponibile al valore delle altre ASL partecipanti). AULSS 13 – Passi, 2005 Mass Media 42,0 Medico 19,0 Amici 14,5 Campagne Info 9,5 Non Ricordo % 0,5 0 10 20 30 40 50 Conclusioni e raccomandazioni Nella AULSS 13 del Veneto la maggior parte delle persone consuma almeno una volta al giorno frutta e verdura, solo 1 persona su 6 mangia le 5 porzioni al giorno raccomandate. Questo limitato consumo può essere in parte attribuibile alla scarsa consapevolezza dell’importanza di questa abitudine alimentare: infatti poco più della metà delle persone intervistate ha sentito parlare della rilevanza di questa abitudine per la salute. La diffusione dell’informazione da parte degli operatori sanitari sulla necessità di consumare cinque porzioni al giorno di frutta e verdura risulta in generale bassa. Appare pertanto opportuno sensibilizzare gli operatori sanitari sull’importanza di questo aspetto, garantendo la stretta collaborazione tra servizi di prevenzione, medici di medicina generale, medici competenti, servizi di ristorazione collettiva. 28 Consumo di alcol L’alcol insieme a fumo, attività fisica e alimentazione ha assunto un’importanza sempre maggiore per le conseguenze che il suo uso eccessivo può avere soprattutto per i giovani. L’abuso di alcol porta più frequentemente a comportamenti ad alto rischio individuale e per gli altri (quali guida veloce di autoveicoli, comportamenti sessuali a rischio e lavoro in condizioni psico-fisiche inadeguate, violenza) nonché al fumo e/o all’abuso di droghe rispetto ai coetanei astemi. Il danno causato dall'alcol, oltre che al bevitore, si estende alle famiglie e alla collettività, gravando sull'intera società: si stima infatti che il consumo in eccesso di prodotti alcolici siano responsabili del 9% della spesa sanitaria. Le persone a rischio particolare di conseguenze sfavorevoli per l’alcol sono coloro che bevono fuori pasto, coloro che sono forti consumatori (più di 3 unità alcoliche - lattine di birra, bicchieri di vino o bicchierini di liquore - al giorno per gli uomini e più di 2 per le donne) e coloro che indulgono in grandi bevute o binge drink (consumo di almeno una volta al mese di 6 o più unità di bevanda alcolica in un’unica occasione). I medici e gli altri operatori possono svolgere un ruolo importante nella prevenzione dell’abuso di alcol: un passo iniziale è quello di intraprendere un dialogo con i propri pazienti riguardo al consumo di alcol. Quante persone consumano alcol? Consumo di alcol AULSS 13 – Passi, 2005 • • • Nell’AULSS 13 la percentuale di persone intervistate che, nell’ultimo mese, riferisce di aver bevuto almeno una unità di bevanda alcolica (almeno una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore) è risultata del 80%. Si sono osservati tassi più alti nei giovani (in particolare nella fascia 25-34 anni), negli uomini e nelle persone con alto livello di istruzione. Tra le ASL partecipanti la percentuale rilevata è risultata pari al 64%, con tassi più alti nei uomini (79% vs. 50%) e nelle persone con alto livello di istruzione (67% v 60%). I tassi non appaiono significativamente diversi per classi d’età. Tra le AULSS partecipanti del Veneto la percentuale rilevata è risultata pari al 72,7% Caratteristiche demografiche % che ha bevuto ≥1 unità di bevanda alcolica* nell’ultimo mese 80 (IC95%:73.8-85.3) Totale Età, anni 18 - 24 25 - 34 35 - 49 50 - 69 83,3 86,4 76,2 78,7 uomini donne 92,7 68,3 bassa alta 78,6 81,9 Sesso^ Istruzione** * una unità di bevanda alcolica equivale a una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore. ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore – differenze non statisticamente significative ^ le differenze risultano statisticamente significative (p<0,0001) 29 Quanti sono bevitori a rischio? • • • • • Complessivamente il 32,5% può essere ritenuto un consumatore a rischio (fuoripasto e/o forte consumo e/o “binge” **). in un mese il 16% degli intervistati riferisce di ave bevuto fuori pasto almeno 1 volta la settimana. il 9,5% è un bevitore “binge” (ha bevuto cioè nell’ultimo mese almeno una volta 6 o più unità di bevande alcoliche in una sola occasione). il 7% può essere considerato un forte bevitore (più di 3 unità/giorno per gli uomini e più di 2 unità/giorno per le donne). tra le ASL partecipanti il 12% beve fuoripasto, il 8% è un bevitore “binge” e il 6% è un forte bevitore. Queste proporzioni sono più elevate nelle AULSS partecipanti del Veneto in cui si è rilevato che il 20% dei consumatori di alcolici beve fuori pasto, il 12% è un bevitore “binge” e l'8% è un forte bevitore. Consumo di alcol AULSS 13 - Passi, 2005 bevitori 80,0 fuoripasto 16,0 9,5 "binge" forte consumatore 7,0 0 20 40 % 60 80 100 ** I bevitori a rischio possono essere contati più volte nelle tre categorie di rischio (fuoripasto/binge/forte bevitore) Quali sono le caratteristiche dei bevitori “binge”? Bevitori “binge” AULSS 13 – Passi, 2005 • • Questo modo di consumo di alcol ritenuto pericoloso risulta più diffuso tra i giovani, negli uomini e nelle persone con più alto livello di istruzione. tra le ASL partecipanti la percentuale di bevitori “binge” è risultata pari al 8%, con valori più alti nei 18-24enni (14%), negli uomini (14% vs 2%) e di poco più alti nelle persone con alto livello di istruzione (9% vs 7%). Caratteristiche demografiche dei bevitori “binge”* (n=19) Totale 14 (IC 95%: 9,5-19,6) Età, anni 18 - 24 25 - 34 35 - 49 50 - 69 11,1 15,9 6,3 8,0 Sesso^ Uomini Donne 13,5 5,8 Istruzione** Bassa Alta 7,7 12,0 * coloro che hanno dichiarato di aver bevuto nell’ultimo mese almeno una volta 6 o più unità di bevanda alcolica in un’unica occasione. Una unità di bevanda alcolica equivale ad una lattina di birra o ad un bicchiere di vino o ad un bicchierino di liquore. ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore; la differenza non risulta statisticamente significativa. ^ le differenze non risultano statisticamente significative 30 A quante persone sono state fatte domande in merito al loro consumo di alcol da parte di un operatore sanitario? • • • nell’ AULSS 13 solo il 20,5% degli intervistati riferisce che un operatore sanitario si sia informato sui loro comportamenti in relazione al consumo di alcol. tra coloro che negli ultimi 12 mesi sono stati dal medico, solo il 5,3% dei “binge”, il 3,1% di chi beve fuori pasto ed il 7,1% dei forti consumatori riferisce di aver ricevuto il consiglio di bere di meno. nelle ASL partecipanti il 14,3% riferisce che il proprio medico si è informato sul consumo dell’alcol. Nelle AULSS partecipanti del Veneto questa percentuale sale al 17,5%. Percentuale di bevitori che hanno ricevuto il consiglio di bere meno da un operatore sanitario (al netto di chi non è stato dal medico negli ultimi 12 mesi) AULSS 13 - Passi, 2005 bevitori "binge" 5,3 bevitori fuoripasto 3,1 7,1 forti bevitori 0 10 20 % 30 40 50 Conclusioni e raccomandazioni Nell’ AULSS 13 si stima che oltre i due terzi della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche e un terzo circa abbia abitudini di consumo considerabili a rischio. Questi valori sono superiori a quelli delle ASL partecipanti all’indagine. Come nelle altre ASL anche nell’AULSS 13 gli operatori sanitari si informano in poche occasioni sulle abitudini dei loro pazienti in relazione all’alcol e consigliano raramente di moderare il consumo di alcolici. I rischi associati all’alcol sembrano essere sottostimati probabilmente per il carattere diffuso dell’abitudine e per la sovrastima dei benefici che possono derivare dal suo consumo in quantità molto modeste. Occorre pertanto diffondere maggiormente la percezione del rischio collegato al consumo dell’alcol sia nella popolazione generale sia negli operatori sanitari. Un ruolo importante nella prevenzione dell’abuso di alcol può essere assunto, oltre che dai medici curanti, dai medici competenti e dai servizi di medicina del lavoro come previsto dalla scheda specifica del piano triennale degli SPSAL. 31 Sicurezza stradale Ogni anno in Italia gli incidenti stradali causano circa 8.000 morti, 170.000 ricoveri e 600.000 prestazioni di pronto soccorso, cui seguono circa 20.000 invalidi permanenti con costi sociali ed umani elevatissimi. Gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte negli uomini sotto i 40 anni ed una delle cause principali di invalidità. Il 60% degli incidenti stradali è conseguente a fattori umani: abuso di alcol, farmaci, sostanze psicotrope, uso di apparecchi mobili alla guida, mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza o malattie che possono alterare lo stato di attenzione del guidatore. Si stima che l’istituzione di controlli sistematici dell’alcolemia possa ridurre di circa un quarto gli incidenti mortali e che l’uso delle cinture di sicurezza possa prevenire il 45-60% dei casi mortali e il 50-65% dei traumi moderati-severi. L’uso dei dispositivi di sicurezza • • • Nella AULSS 13 la percentuale di persone intervistate che riferiscono di usare sempre la cintura anteriore di sicurezza è pari al 90,5%; tra le persone che viaggiano sul sedile posteriore, l’uso della cintura è invece ancora poco diffuso (27%). tra le persone che vanno in moto o in motorino oltre il 96,2% riferisce di usare sempre il casco. nelle ASL partecipanti le percentuali sono risultate le seguenti: cintura anteriore sempre 83%, cintura posteriore sempre 19,7% e casco sempre 88,1%; nelle AULSS partecipanti del Veneto le percentuali sono risultate le seguenti: cintura anteriore sempre 91,7%, cintura posteriore sempre 28,2% e casco sempre 96,4%. Uso dei dispositivi di sicurezza AULSS 13 – Passi, 2005 cintura anteriore sempre 90,5 cintura posteriore sempre 27 casco sempre 96,2 0 20 40 60 80 100 % 32 Quante persone guidano in stato di ebbrezza? Guida in stato di ebbrezza* (%) • • • Nell’ AULSS 13 il 19,4% di coloro che guidano dichiara di aver guidato in stato di ebbrezza nel mese precedente l’indagine; questa abitudine è più diffusa tra i giovani e negli uomini. AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche demografiche Totale il 18% riferisce di essere stato trasportato da Età** chi guidava in stato di ebbrezza. tra le ASL partecipanti la percentuale di chi guida in stato di ebbrezza è risultata pari all’10,6%, la percentuale di coloro che sono stati trasportati da guidatori in stato di ebbrezza è risultato del 12%. Tra le AULSS partecipanti del Veneto la percentuale di chi guida in stato di ebbrezza è risultata pari all’16,4%, la percentuale di coloro che sono stati trasportati da guidatori in stato di ebbrezza è risultato del 18,8%. 18 - 24 25 - 34 35 - 49 50 - 69 19.4 (IC95%:13.6-26.4) 38,9 9,1 12,7 16,0 Sesso*** M F 29,2 2,9 Istruzione**** Bassa Alta 17,1 13,3 *coloro che hanno dichiarato di aver guidato entro un ora dall’aver bevuto 2 o più unità di bevanda alcolica **le differenze risultano statisticamente significative (p = 0,02) *** le differenze risultano statisticamente significative (p<0,005) **** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore Conclusioni e raccomandazioni Nell’ AULSS 13 si registra un buon livello dell’uso dei dispositivi di sicurezza, fatta eccezione per l’uso della cintura di sicurezza sui sedili posteriori. Come nelle altre AULSS del Veneto, l’utilizzo dei dispositivi risulta più elevato rispetto a quello delle ASL partecipanti all’indagine di circa 8 punti percentuali, grazie ai programmi di prevenzione per la sicurezza stradale che sono stati svolti negli ultimi anni. Per contro il problema della guida in stato di ebbrezza risulta più diffuso nell’ AULSS 13 rispetto alle ASL partecipanti italiane e anche rispetto alle AULSS del Veneto (19,4 % vs 16,4%); appaiono a rischio in particolar modo i giovani tra 18 e 24 anni. Alla luce di queste considerazioni risulta importante continuare e rafforzare gli interventi di promozione della salute nei luoghi di aggregazione giovanile (pub, discoteche) in associazione con l’attività sanzionatoria da parte delle forze dell’ordine, con particolare attenzione al controllo dell’uso della cintura posteriore e dell’alcolemia. 33 Vaccinazione antinfluenzale L'influenza costituisce un rilevante problema di sanità pubblica a causa dell’elevata contagiosità e delle possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio (anziani e portatori di alcune patologie croniche). La frequenza con cui insorgono i casi di influenza, pur variando da epidemia ad epidemia, è di circa il 10–20%. Le epidemie influenzali si associano ad un aumento di ospedalizzazione e di mortalità per tutte le cause e per malattie cardiocircolatorie e respiratorie croniche, con ripercussioni sanitarie ed economiche sia per il singolo individuo sia per la collettività. La vaccinazione mira alla prevenzione delle complicanze della malattia ed è raccomandata a persone con età maggiore di 64 anni e a tutte le persone a rischio di complicazioni secondarie a causa di patologie. Quanti si vaccinano per l’influenza? • • • Nell’AULSS 13 risulta vaccinato il 13% degli intervistati; la percentuale sale al 52,9% tra i 65-69 anni. tra i soggetti di età inferiore ai 65 anni e portatori di almeno una patologia cronica solo il 16,7% risulta vaccinato, con differenze per sesso e per livello di istruzione non statisticamente significative. tra le ASL italiane partecipanti la percentuale dei vaccinati è stata complessivamente del 15,3%, nelle AULSS del Veneto del 13,4%. Nelle persone tra i 65 e i 69 anni delle ASL italiane partecipanti troviamo il 51,2% di vaccinati, nelle AULSS del Veneto il 43,8%. La percentuale di vaccinati tra i minori di 65 anni, portatori di almeno una patologia cronica, è del 27,9% tra le ASL italiane partecipanti e del 24,5% tra le AULSS del Veneto. Vaccinazione antinfluenzale (18-69 anni) AULSS 13 - Passi, 2005 Caratteristiche demografiche Totale Età Vaccinati 13 (IC95%:8,7- 18,5) ≥65 <65 <65 con almeno una patologia cronica 52,9 9,3 uomini donne 13,5 12,5 bassa alta 16,2 8,4 16,7 Sesso^ Istruzione*^^ * istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ^ le differenze non risultano statisticamente significative (p=0,82) ^^le differenze non risultano statisticamente significative (p=0,10) Conclusioni e raccomandazioni Per ridurre significativamente la morbosità per influenza e le sue complicanze è necessario raggiungere coperture vaccinali molto elevate. Le strategie adottate in molte Aziende sanitarie mediante l’ esecuzione della vaccinazione da parte dei medici di medicina generale hanno permesso di raggiungere la maggior parte degli ultrasessantacinquenni, ma tra le persone con meno di 65 anni affetti da patologie meno di una su cinque risulta vaccinata. Anche per il gruppo di età 65-69 anni è possibile un miglioramento per raggiungere l’obiettivo di copertura del 75%. Risulta pertanto importante migliorare l’attuale strategia utilizzata per la vaccinazione dei gruppi a rischio offrendo attivamente la vaccinazione e coinvolgendo maggiormente i medici di medicina generale e i medici specialisti. 34 Vaccinazione antirosolia La rosolia è una malattia benigna in età infantile, ma se viene contratta da una donna in gravidanza può essere causa di aborto spontaneo, natimortalità o gravi malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita). L’obiettivo principale dei programmi vaccinali contro la rosolia è pertanto la prevenzione dell’infezione nelle donne gravide e, di conseguenza, della rosolia congenita. La strategia che si è mostrata più efficace a livello internazionale per raggiungere questo obiettivo consiste nel vaccinare tutti i bambini nel secondo anno di età e nell’individuare le donne in età fertile ancora suscettibili attraverso un semplice esame del sangue (rubeotest) per poi vaccinarle. Si stima che per eliminare la rosolia congenita, la percentuale di donne in età fertile immune alla malattia deve essere superiore al 95%. In Italia la vaccinazione antirosolia è raccomandata da oltre 25 anni, ma la percentuale stimata di donne in età fertile suscettibili (7-10%) rimane ancora al di sopra dell’obiettivo da raggiungere. Quante donne sono vaccinate per la rosolia? • • • • Nell’AULSS 13 il 70,4% delle donne intervistate di 18-45 anni riferisce di essere stata vaccinata per la rosolia la percentuale di donne vaccinate decresce con l’età (passando dal 90,9% tra 18-24 anni al 60% tra i 35-45 anni) e con il livello di istruzione. il rubeotest è stato eseguito dal 37,5% delle non vaccinate ed è risultato positivo nel 50% dei casi. tra le ASL partecipanti la percentuale di donne di età compresa tra i 18 e i 45 anni vaccinate contro la rosolia risulta del 30,6%, nelle AULSS del Veneto questo valore è del 62,4% Vaccinazione antirosolia (donne 18-45 anni; n=54) AULSS13 Passi, 2005 Vaccinate, % Caratteristiche demografiche 70.4 Totale (IC95%: 56,4 – 82,0) Età 18-24 25-34 35-45 90,9 72,2 60,0 bassa alta 73,7 68,6 Istruzione* * istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare licenzia media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore 35 Quante donne sono immuni, suscettibili o non conoscono il loro stato vaccinale rispetto alla rosolia? • • • • • Tra le donne non vaccinate il 37,5% riferisce di aver eseguito il rubeotest. È possibile stimare come immuni alla rosolia circa il 75,9% delle donne di 1845 anni in quanto vaccinate (70,4%) o con un rubeotest positivo (5,6%). Il 1,9% è sicuramente suscettibile in quanto non vaccinate e con un rubeotest negativo. Nel rimanente 22,2% lo stato immunitario delle donne non è conosciuto Tra le ASL partecipanti la percentuale di donne immuni è del 52,6%, nelle AULSS partecipanti del veneto il 72,8%. Stato immunitario (donne 18-45 anni; n=54) AULSS 13 - Passi, 2005 % 75,9 Immuni -vaccinate 70,4 -non vaccinate con rubeotest positivo 5,6 Suscettibili -non vaccinate con rubeotest negativo 1,9 Stato immunitario sconosciuto -non vaccinate con rubeotest effettuato, ma con esito non noto -non vaccinate con rubeotest non effettuato/non so se effettuato 22,2 Conclusioni e raccomandazioni I risultati ottenuti rilevano che nell’AULSS 13, grazie all’adesione alla vaccinazione antirosolia, offerta attivamente dall’ unità sanitaria locale alle bambine di dieci anni fin dai primi anni 80, il 70,4% delle donne in età fertile riferisce di essere stata vaccinata; l’11% delle intervistate riferisce di aver eseguito il rubeotest (50% con esito positivo e 17% con esito negativo). Si può stimare pertanto che il 76% delle donne in età fertile sia immune contro la rosolia. Questo valore è di circa 20 punti percentuali al di sotto del valore raccomandato per l’eradicazione della malattia. Appare, quindi, necessario pianificare un programma d’intervento locale finalizzato al recupero delle donne suscettibili, prevedendo il coinvolgimento e la collaborazione di varie figure professionali (medici di famiglia, ginecologi e ostetriche), per abbassare sotto la soglia del 5%, indispensabile per l’eradicazione della rosolia congenita, la percentuale di donne in età fertile suscettibili alla malattia. In altre parole bisogna dare attuazione al programma di eliminazione della rosolia congenita previsto dai Piani operativi specifici per il miglioramento del sistema vaccinale veneto (Piano di eliminazione del morbillo e della Rosolia congenita e Piano per la ricerca attiva dei gruppi a rischio DGR 2460/2004). 36 Ipertensione arteriosa L’ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio cardiovascolare molto diffuso. Si stima che ogni anno in Italia circa 220.000 ictus, 90.000 infarti del miocardio e 180.000 casi di scompenso cardiaco siano il risultato di una ipertensione arteriosa non diagnosticata o scarsamente controllata, con un eccezionale costo sia in termini di salute sia dal punto di vista strettamente economico. Il costo delle complicanze si stima essere, infatti, 2-3 volte più grande di quello necessario per trattare tutti gli ipertesi nello stesso periodo di tempo. La maggior parte degli ipertesi diagnosticati richiede un trattamento farmacologico; anche l’attenzione al consumo di sale, la perdita di peso nelle persone con eccesso ponderale e l’attività fisica costituiscono misure efficaci per ridurre i valori pressori. A quando risale l’ultima misurazione della pressione arteriosa? • Nell’AULSS 13 l’85,5% degli intervistati riferisce di aver avuto la misurazione della pressione arteriosa nei due anni precedenti, il 6% più di due anni fa, mentre il 8,5% non ricorda o non l’ha mai misurata. % di persone a cui è stata misurata la pressione arteriosa negli ultimi due anni prima dell’intervista AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche demografiche %* 85.5 (IC95%:79,8-90,1) Totale • la percentuale di persone controllate si differenzia tra i sessi e tende a crescere con l’età, non si modifica in modo statisticamente significativo per grado di istruzione. Età ^ 18 - 34 35 - 49 50 - 69 75,8 85,7 93,3 M F 80,2 90,4 bassa alta 88,9 80,7 Sesso ^ • tra le ASL partecipanti la percentuale di persone controllate negli ultimi due anni è pari all’81,4%, mentre nelle AULSS del Veneto tale percentuale raggiunge il 83,9%. Istruzione ** * sono stati esclusi dal denominatore coloro che non hanno mai misurato la P.A. e coloro che non ricordano se o quando è stata loro misurata. ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ^ le differenze risultano statisticamente significative (p<0,05) 37 Ipertesi • Nell’AULSS 13 quasi una persona su cinque riferisce di aver avuto diagnosi di ipertensione (18,1%). • La percentuale di ipertesi cresce significativamente nel gruppo di età 50-69 anni, in questa fascia di età poco più di una persona su tre è ipertesa (38%). Non emergono differenze statisticamente significative per sesso, mentre il tasso di ipertesi è più alto tra le persone con un basso livello di istruzione. • tra le ASL partecipanti la percentuale di persone che dichiara di aver avuto diagnosi di ipertensione è risultata pari al 22,6% (23,5% nelle AULSS del Veneto). I tassi sono più alti tra gli ultracinquantenni, tra gli uomini e tra i meno istruiti. AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche demografiche %* 18.1 (IC 95%: 12,8-24,5) Totale Età, anni ^ 18 - 34 35 - 49 50 - 69 5,7 5,2 38,0 M F 13,3 22,2 bassa alta 25,9 6,8 Sesso Istruzione** ^ * sono stati esclusi dal denominatore coloro che non hanno mai misurato la P.A. e coloro che non lo ricordano ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore; ^ le differenze risultano statisticamente significative (p=0,00) Come viene trattata l’ipertensione arteriosa? • il 75,8% (IC 95% 57,7-88,9) degli ipertesi è in trattamento farmacologico. Indipendentemente dall’assunzione di farmaci, gli ipertesi trattano l’ipertensione ponendo attenzione al consumo di sale (69,7%), controllando il proprio peso corporeo (36,4%) e svolgendo regolare attività fisica (21,2%). • Tra le ASL partecipanti all’indagine la prevalenza di ipertesi in trattamento farmacologico è pari al 69,1%, tra le AULSS partecipanti del Veneto gli ipertesi in trattamento sono il 62,1%. Modalità di trattamento dell’ipertensione** AULSS 13 – Passi, 2005 attenzione al consumo di sale 69,7 trattamento farmacologico 75,8 perdita/controllo del peso 36,4 attività fisica regolare 21,2 0 20 40 % 60 80 100 ** ognuna considerata indipendentemente Conclusioni e raccomandazioni Nell’AULSS 13 si stima che sia iperteso circa un quinto della popolazione tra 18 e 69 anni, più di un terzo degli ultracinquantenni e quasi il 6% dei giovani minori di 35 anni. Pur risultando modesta la proporzione di persone alle quali non è stata misurata la pressione arteriosa negli ultimi 24 mesi, tale condizione è comunque considerabile un evento sentinella di non “best practice” (specie nel controllo dei pazienti sopra ai 35 anni) e come tale non deve essere trascurata dagli operatori sanitari. In molti casi, si può controllare l’ipertensione attraverso un’attività fisica regolare, una dieta iposodica ed il controllo del peso corporeo. In altri, è necessaria la terapia farmacologica per ottenere un controllo adeguato e per prevenire complicazioni, ma non può essere considerata sostitutiva di stili di vita corretti. 38 Colesterolemia L'ipercolesterolemia, come l’ipertensione, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per cardiopatia ischemica sui quali è possibile intervenire. Numerosi studi confermano l'esistenza di un rapporto causale tra lipemia (generalmente misurata come livello serico) e coronarosclerosi. L'eccesso di rischio dovuto all'ipercolesterolemia aumenta in presenza di altri fattori di rischio per cardiopatia ischemica quali fumo e ipertensione. Quante persone hanno effettuato almeno una volta la misurazione del colesterolo? Nell’AULSS 13 l’80% della popolazione campione (160 persone) riferisce di aver effettuato la misurazione della colesterolemia almeno una volta. Il 63,5% nei 12 mesi precedenti l’intervista e il 16,5% più di un anno fa; il 20% non l’ha mai misurato o non ricorda se o quando è stata loro misurato. • Le proporzioni di persone alle quali è stato misurato il colesterolo non si differenziano in modo statisticamente significativo per sesso. Nelle ASL partecipanti la percentuale delle persone che riferisce di aver effettuato la misurazione della colesterolemia almeno una volta nella vita è pari al 76,9%. • Percentuale di persone a cui è stata misurata almeno una volta il colesterolo AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche demografiche % 80 (IC95%:73,8-85,3) Totale Età, anni 18 - 34 35 - 49 50 - 69 59,7 85,7 92,0 M F 75,0 84,6 Sesso Quante persone hanno alti livelli di colesterolemia? Ipercolesterolemici • • tra coloro che hanno misurato il colesterolo, il 30% dichiara di aver avuto diagnosi di ipercolesterolemia. l’ipercolesterolemia appare una condizione più frequente nelle classi d’età più alte, mentre non si apprezzano differenze significative fra i due sessi e nelle persone con livello di istruzione diverso. AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche demografiche %* 30 (IC 95%: 23.0-37.7) Totale Età, anni^ 18 - 34 35 - 49 50 - 69 10,8 24,1 44,9 M F 33,3 27,3 bassa alta 33,3 25,0 Sesso Istruzione** ° • nelle ASL partecipanti il 24,7% dichiara di aver avuto diagnosi di ipercolesterolemia; questo dato sale al 27,3% nelle AULSS partecipanti del Veneto. * sono stati esclusi dal denominatore coloro che non hanno mai misurato la colesterolemia ^ le differenze risultano statisticamente significative (p<0,001) ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore; ° le differenze non risultano statisticamente significative (p=0,26) 39 Come viene trattata l’ipercolesterolemia Ipercolesterolemici: trattamento e stili di vita** • Il 20,8% degli ipercolesterolemici è in trattamento farmacologico. • Indipendentemente dall’assunzione di farmaci, gli ipercolesterolemici trattano l’elevato livello di colesterolo riducendo il consumo di carne e formaggi (75%), aumentando il consumo di frutta e verdura (58,3%), controllando il proprio peso corporeo (33,3%) e svolgendo regolare attività fisica (35,4%). • Tra le ASL partecipanti il 24,3% riferisce di essere sottoposto a trattamento farmacologico. AULSS 13 – Passi, 2005 minor consumo carne/formaggi 75,0 più consumo di frutta/verdura 58,3 perdita/controllo del peso 33,3 trattamento farmacologico 20,8 attività fisica regolare 35,4 0 20 40 % 60 80 100 ** ognuna considerata indipendentemente Quali sono i motivi per cui una parte degli ipercolesterolemici non assume farmaci ? • il 67,6% degli ipercolesterolemici che non assume farmaci dichiara che i farmaci non sono stati prescritti; il 18,9% è riuscito a riportare il livello di colesterolemia nei limiti senza farmaci. • il 2,7% degli ipercolesterolemici dichiara di non assumere farmaci ipocolesterolemizzanti a causa dei loro effetti collaterali. Motivi di non assunzione di farmaci fra gli ipercolesterolemici AULSS 13 - Passi 2005 67,6 non prescrizione di farmaci 18,9 si è ridotto senza farmaci 10,8 altro 2,7 effetti collaterali % 0 20 40 60 80 Conclusioni e raccomandazioni Nel 20% della popolazione dell’AULSS 13 non è stato mai misurato il livello di colesterolo. Tra coloro che si sono sottoposti ad almeno un esame per il colesterolo, circa un quarto della popolazione totale tra 18 e 69 anni e quasi 5 persone tra 50-69 anni su 10 dichiarano di avere l’ipercolesterolemia; tale percentuale è in linea con quella rilevata nelle altre Asl partecipanti. Una rigida attenzione alla dieta e all’attività fisica può abbassare il colesterolo per alcune persone, tanto da rendere non necessario il trattamento farmacologico. Sebbene molti dichiarano che hanno migliorato la loro dieta, pochi dichiarano di aver perso peso o di praticare attività fisica. Dato che molti possono trarre beneficio da un controllo non-farmacologico, le pratiche di prescrizione correnti andrebbero riesaminate, tenendo conto della presenza di altri fattori di rischio e del controllo raggiunto usando metodi non-farmacologici. 40 Situazione nutrizionale L’eccesso di peso aumenta la probabilità di sviluppare condizioni critiche di salute, contribuendo allo sviluppo di importanti e frequenti malattie (tra cui le cardiovascolari) fino alla morte prematura. Le caratteristiche ponderali degli individui sono definite in relazione al suo valore di Body Mass Index (BMI), calcolato dividendo il peso in kg per la statura in metri elevata al quadrato, e rappresentate in quattro categorie: sottopeso (BMI < 18,5); normopeso (BMI 18,5-24,9); sovrappeso (BMI 25-29,9); obeso (BMI > 30). . Qual è lo stato nutrizionale della popolazione? Caratteristiche ponderali della popolazione AULSS 13 – Passi, 2005 • 70 nell’AULSS 13, il 3% delle persone intervistate risulta sottopeso, il 55,5% normopeso, il 32% sovrappeso e il 9,5% obeso. 55,5 60 50 40 32,0 % 30 20 10 9,5 3,0 0 sottopeso normopeso sovrappeso obeso Quante persone sono in eccesso ponderale e cosa fanno per perdere peso? • • • • Nell’ AULSS 13 si stima che il 41,5% della popolazione sia in eccesso ponderale (sovrappeso od obeso). Questa condizione cresce con l’età, raggiungendo livelli del 65,3% negli ultracinquantenni, ed è maggiore negli uomini e nelle persone con basso livello d’istruzione. Tra le persone in eccesso ponderale, il 25,3% svolge una dieta e il 22,9% fa attività fisica per perdere peso. Tra le ASL partecipanti la percentuale di persone in eccesso ponderale è pari al 43,6%: di questi il 28% svolge una dieta e il 22,7% fa attività fisica per perdere peso. Nelle AULSS partecipanti del Veneto le persone in eccesso ponderale sono il 40,8%: di questi il 25,5% svolge una dieta e il 21,3% fa attività fisica per perdere peso. Popolazione con eccesso ponderale ^ AULSS 13 – Passi , 2005 Caratteristiche demografiche % 41,5 (IC 95%34,6-48,7) Totale Età, anni* 18 – 24 25 – 34 35 – 49 50 – 69 16,7 25,0 31,7 65,3 Uomini Donne 46,9 36,5 bassa alta 51,3 27,7 Sesso** Istruzione *** ° ^ popolazione in sovrappeso od obesa * le differenze risultano statisticamente significative (p<0,001) ** le differenze non risultano statisticamente significative *** le differenze risultano statisticamente significative (p<0,001) ° istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore 41 Conclusioni e raccomandazioni Nell’AULSS 13 il 41,5% della popolazione è in eccesso ponderale, questo risultato è in linea con il dato relativo delle altre ASL partecipanti all’indagine (43,6% tutte le ASL italiane e 40,8% AULSS del Veneto). Tra le persone in eccesso ponderale solo una su quattro riferisce di seguire una dieta o di praticare attività fisica per perdere peso. Occorre, dunque, promuovere e sostenere interventi, anche sotto l’aspetto strutturale, che favoriscano un’attività fisica regolare e la modificazione delle abitudini alimentari non corrette, coinvolgendo operatori di sanità pubblica, esperti di attività fisica, specialisti di nutrizione, esperti di comunicazione, media, medici di medicina generale, amministratori pubblici e imprenditori privati. La programmazione di questi interventi dovrà tenere conto dei determinanti socio-demografici correlati all’eccesso ponderale, in particolare età (>50 anni) e sesso (maschi). 42 Carta di rischio cardiovascolare In Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità (44% di tutte le morti). Considerando gli anni potenziali di vita persi (gli anni che ogni persona avrebbe potuto vivere in più secondo l’attuale speranza di vita media) le malattie cardiovascolari tolgono ogni anno circa 300.000 anni di vita alle persone di età inferiore a 65 anni. I fattori correlati al rischio di malattia cardiovascolare sono numerosi: abitudine al fumo di sigaretta, diabete, obesità, sedentarietà, valori elevati della colesterolemia, ipertensione arteriosa oltre alla familiarità alla malattia, età e sesso. L’entità del rischio individuale di sviluppare la malattia dipende dalla combinazione dei fattori di rischio o meglio dalla combinazione dei loro livelli. La carta di rischio cardiovascolare è uno strumento semplice e obiettivo che il medico può utilizzare per stimare la probabilità che il proprio paziente ha di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi, conoscendo il valore di sei fattori di rischio: sesso, diabete, abitudine al fumo, età, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia. A quante persone è stato calcolato il punteggio di rischio cardiovascolare? Percentuale di persone a cui è stato calcolato il punteggio di rischio cardiovascolare • • • Nell’AULSS 13 la percentuale di persone intervistate di 40-69 anni che riferiscono di aver avuto il calcolo del punteggio di rischio cardiovascolare è risultata del 5,7%. Non emergono differenze statisticamente significative per età, sesso o livello di istruzione. Tra le ASL partecipanti la percentuale di persone a cui è stato calcolato il punteggio di rischio cardiovascolare è del 9%. Tra le AULSS partecipanti del Veneto il valore è del 6,6%. AULSS 13 – Passi, 2005 Caratteristiche demografiche % 5.7 (IC 95%:2,3 –11,5) Totale Età, anni 40 - 49 50 - 59 60 - 69 6,4 5,7 5,0 uomini donne 7,1 4,5 bassa alta 5,8 5,6 Sesso Istruzione* ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore Conclusioni e raccomandazioni La carta di rischio cardiovascolare è ancora scarsamente utilizzata da parte dei medici sia nell’AULSS 13. nelle ASL partecipanti all’indagine. Questo semplice strumento dovrebbe essere valorizzato ed utilizzato molto più frequentemente in quanto aumenta l’empowerment degli assistiti e permette al medico di confrontare il rischio calcolato in tempi successivi, valutando così il rapporto costo/beneficio delle azioni di prevenzione intraprese. 43 Screening neoplasia del collo dell’utero Nei Paesi industrializzati la neoplasia del collo dell’utero rappresenta la seconda forma tumorale più diffusa tra le donne al di sotto dei 50 anni. In Italia si contano circa 3.000 nuovi casi e 1.000 morti ogni anno. Lo screening si è dimostrato efficace nel ridurre incidenza e mortalità di questa neoplasia e nel rendere meno invasivi gli interventi chirurgici correlati. Lo screening si basa sul pap test effettuato ogni tre anni nelle donne in età compresa tra i 25 ed i 64 anni. I programmi di screening, partiti nel 1995 in maniera disomogenea sul territorio nazionale, stanno raggiungendo una copertura territorialmente più uniforme. Nonostante l’avvio della maggior parte dei programmi sia ancora troppo recente per valutarne l’impatto di salute, nelle realtà in cui lo screening è ormai consolidato si osserva un trend significativo verso una riduzione dell’incidenza dei tumori della cervice uterina ascrivibile ai programmi attuati. Quante donne hanno eseguito un pap test? • Nell’AULSS 13 il 91,4% delle donne intervistate, di età compresa tra i 25 ed i 64 anni, riferisce di aver effettuato il pap test in assenza di segni e sintomi; le percentuali sono più elevate al crescere dell’età. Non si osservano differenze significative per stato civile e livello d’istruzione. Screening cancro collo dell’utero (25-64 anni) AULSS 13 - Passi, 2005 Caratteristiche demografiche Effettuato il pap test * 91.4 (IC95%:83,0-96,5) Totale Età 25 - 34 35 - 49 50 - 64 94,4 96,9 83,9 coniugata non coniugata 89,8 bassa alta 88,0 96,8 Stato civile^ • • L’età media del primo pap test a scopo preventivo è risultata essere 29 anni. Tra le ASL partecipanti all’indagine il 78,4% delle donne intervistate tra i 25 ed i 64 anni riferisce di aver eseguito il pap test a scopo preventivo. Nelle AULSS partecipanti del Veneto questo dato è pari alL’88,4%. 95,5 Istruzione** * chi ha eseguito il pap test in assenza di segni e sintomi ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ^ le differenze non risultano statisticamente significative (p=0,38) 44 Qual è l’adesione alle linee guida/raccomandazioni ? Pap test e periodicità L’ultimo pap test è stato eseguito dal 82,7% delle donne di età tra i 25 ed i 64 anni negli ultimi tre anni. • Il 45,7% l’ha eseguito nel corso dell’ultimo anno. • • L’8,6% non ha mai eseguito un pap test a scopo preventivo. • Tra le ASL partecipanti all’indagine il 69,7% delle donne ha eseguito un pap test entro i tre anni. Tra le AULSS partecipanti del Veneto l’79,8% delle donne ha eseguito il pap test entro i tre anni AULSS 13 - Passi, 2005 45,7 ultim o anno da 1 a m eno di 2 anni 30,9 da 2 a m eno di 3 anni 6,2 8,6 >3 anni 0 10 20 30 % 40 50 Viene consigliato il pap test alle donne? Il 72,8% delle donne intervistate riferisce di aver ricevuto da un medico il consiglio di effettuare con periodicità il pap test e il 65,9% di aver ricevuto una lettera invito dall’ASL. • Ultimo pap test: motivo dell’esecuzione AULSS 13 - Passi, 2005 23,0 lettera ASL L’ultimo pap test è stato effettuato per lettera personale ricevuta dall’ASL (23%), su consiglio medico (27%) e di propria iniziativa (50%). • • Tra le donne delle altre ASL partecipanti all’indagine il 70% dichiara di aver ricevuto il consiglio di eseguire con regolarità il pap test (AULSS del Veneto 75%) e il 56% di aver ricevuto una lettera di invito. L’ultimo pap test è stato effettuato su propria iniziativa nel 43,6% dei casi (AULSS del Veneto 50,4%), su consiglio medico nel 30,6% (AULSS del Veneto 23,1%) e per lettera invito dell’ASL nel 24,6% (AULSS del Veneto 26,3%). consiglio m edico 27,0 propria iniziativa 50,0 0 20 % 40 60 45 Conclusioni e raccomandazioni Nell’AULSS 13 la percentuale delle donne che riferisce di aver effettuato un pap test a scopo preventivo è molto alta anche grazie alla presenza del programma organizzato di screening attivo dal 1998. Risulta elevata anche la percentuale di donne che ha effettuato almeno un pap test nell’intervallo raccomandato (ultimi tre anni); da notare che circa la metà l’ha eseguito nel corso dell’ultimo anno. Considerando l’insieme dell’offerta, dentro e fuori dai programmi organizzati, si può stimare che siano numerose le donne (77%) che effettuano il pap test ad intervalli più ravvicinati rispetto a quelli raccomandati. 46 Screening neoplasia della mammella Il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequente tra le donne in Italia con circa 32.000 casi e 11.000 decessi all’anno. Lo screening mammografico, consigliato con cadenza biennale, è in grado sia di rendere gli interventi di chirurgia mammaria meno invasivi sia di ridurre di circa il 30% la mortalità per questa causa nelle donne tra i 50 e i 69 anni. Si stima pertanto che in Italia lo screening di massa potrebbe prevenire più di 3.000 decessi all’anno. Le Regioni hanno adottato provvedimenti normativi e linee guida per incrementare l’offerta dello screening, ma i programmi non sono ancora attuati in modo uniforme sul territorio nazionale. Quante donne hanno eseguito almeno una mammografia? • • • Nell’AULSS 13 il 74,4% delle donne intervistate di età tra i 50 e i 69 anni riferisce di aver eseguito una mammografia in assenza di segni e sintomi; tale percentuale è minore nelle coniugate. Non si apprezzano differenze in base all’età e al livello d’istruzione. L’età mediana della prima mammografia preventiva è risultata essere 50 anni, corrispondente pertanto all’età dalla quale è raccomandata la mammografia periodica (50 anni). Tra le ASL partecipanti all’indagine il 74,9% delle donne ha eseguito la mammografia a scopo preventivo. Tra le AULSS partecipanti del Veneto questo valore è dell’83,8%. Screening cancro della mammella ( ≥50 anni) AULSS 13 Passi, 2005 Caratteristiche demografiche Effettuata mammografia* 74.4 (IC95%:58,8-86,5) Totale Età 50 - 59 60 - 69 86,7 67,9 coniugata non coniugata 71,0 bassa alta 75,0 66,7 Stato civile^ 83,3 Istruzione** *le percentuali sono state calcolate su chi ha effettuato una mammografia a scopo preventivo ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare, licenza media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ^ le differenze non risultano statisticamente significative (p=0,33) 47 Qual è l’adesione alle linee guida/raccomandazioni ? Mammografia e periodicità • • Nell’ AULSS 13 il 65,1% delle donne tra i 50 ed i 69 anni intervistate riferisce di aver eseguito la mammografia entro i due anni precedenti ed il 9,2% più di 2 anni fa. Il 25,6% non ha mai eseguito una mammografia a scopo preventivo. Tra le ASL partecipanti all’indagine il 56,7% delle donne intervistate ha eseguito la mammografia entro i due anni. Nelle AULSS partecipanti del Veneto questo dato è pari al 71,4%delle intervistate. AULSS 13 - Passi, 2005 37,2 ultim o anno 27,9 da 1 a <2 anni da 2 a <3 anni 4,6 più di 3 anni 4,6 25,6 m ai eseguita 0 10 20 % 30 40 Viene consigliata la mammografia alle donne? • • • Il 67,4% delle donne intervistate ha ricevuto da un medico il consiglio di effettuare con periodicità la mammografia; l’88,4% dichiara di aver ricevuto una lettera di invito dall’ASL. L’ultima mammografia è stata eseguita nel 12,5% su consiglio medico, nel 15,6% di propria iniziativa e nel 71,9% in seguito ad una lettera di invito. Tra le altre ASL partecipanti all’indagine il 65,7% delle donne ha ricevuto il consiglio da un medico e il 56% una lettera di invito. L’ultima mammografia è stata eseguita nel 28,6% su consiglio del medico, nel 38,7% in seguito ad un’offerta attiva dall’ASL e nel 32% di propria iniziativa. Ultima mammografia: motivo dell’esecuzione AULSS 13 – Passi, 2005 71,9 lettera ASL consiglio m edico 12,5 propria iniziativa 15,6 0 20 40 % 60 80 Conclusioni e raccomandazioni Dal 2000 è attivo il programma di screening aziendale che prevede l’ offerta attiva della mammografia biennale. L’esame mammografico è stato eseguito almeno una volta dal 74,4% delle donne tra i 50 e 69 anni; tra coloro che eseguono la mammografia a scopo preventivo poco meno del 10% l’ha eseguito da più di due anni, con una cadenza superiore alle raccomandazioni. Il programma di screening evidentemente è molto conosciuto e apprezzato dalle donne perché il motivo più frequente che spinge ad eseguire la mammografia è la lettera di invito. Sebbene i risultati raggiunti dal programma di screening siano soddisfacenti, esistono spazi di miglioramento come l’aumento dell’adesione al programma e il rispetto della periodicità di esecuzione dell’esame. 48 Screening tumore del colon retto Il tumore del colon retto rappresenta la seconda causa di morte per neoplasia, dopo il cancro al polmone tra gli uomini e il cancro al seno tra le donne. In Italia ogni anno si ammalano di carcinoma colon rettale circa 34.000 persone con una elevata mortalità (circa 19.000 decessi). I principali test di screening per la diagnosi in pazienti asintomatici sono la ricerca di sangue occulto nelle feci e la sigmoidoscopia; questi esami sono in grado di diagnosticare più del 50% di cancro negli stadi più precoci, quando maggiori sono le probabilità di guarigione. Il Piano Nazionale di Prevenzione Attiva 2004-2006 propone come strategia di screening per il cancro del colon retto la ricerca del sangue occulto nelle feci nelle persone di età compresa tra i 50 e 69 anni con frequenza biennale. Quanti hanno effettuato un test per il tumore del colon retto? Screening cancro colon retto (≥50 anni) • • • Nell’ AULSS 13 il 70,7% delle persone intervistate maggiori di 49 anni riferisce di aver fatto la ricerca di sangue occulto o la sigmoidoscopia a scopo preventivo. Il 57,3% è stato testato negli ultimi due anni come consigliato dalle indicazioni del Piano Nazionale di Prevenzione Attiva. Tra le ASL partecipanti all’indagine la percentuale di persone che ha effettuato un test preventivo è risultata del 14%. Nelle AULSS partecipanti del Veneto la proporzione di persone che fanno il test preventivo è del 32,1%. AULSS 13– Passi, 2005 Caratteristiche demografiche Esecuzione di un test* per motivi preventivi 70.7 (IC95%:59,0-80,6) Totale Età 50 - 59 60 - 69 62,9 77,5 uomini donne 75,0 67,4 bassa alta 71,9 63,6 Sesso^ Istruzione** * sangue occulto o sigmoidoscopia ** istruzione bassa: nessun titolo, licenza elementare licenzia media inferiore; istruzione alta: da scuola media superiore ^ le differenze non risultano statisticamente significative Conclusioni e raccomandazioni Nell’AULSS 13 il 71% delle persone intervistate ha effettuato un test per la ricerca del sangue occulto fecale o la sigmoidoscopia a scopo preventivo, almeno una volta. Di queste persone il 57% ha eseguito il test da meno di due anni. Questi risultati dell’AULSS 13, che si discostano significativamente dai dati delle ASL partecipanti, sono stati raggiunti grazie al programma di screening del tumore colorettale attivato nel 2002 e alla campagna educativa rivolta alla popolazione target con l’intervento congiunto dei medici di medicina generale e degli operatori di Sanità Pubblica. 49 Tabella riassuntiva risultati studio PASSI (di 123 ASL, non pesati) Descrizione del campione aziendale età media donne, % titolo di studio, % - laurea - media superiore - media inferiore - elementare - nessuno livello di istruzione *, % - alto stato civile, % - coniugati/conviventi - celibi/nubili - vedovi/e - separati/divorziati lavoro regolare**, % Stima ASL 13 ASL (%) italiane (%) Aziende venete (%) 44,4 anni 52,0 43,9 anni 51,6 43,6 anni 51,9 6,5 34,0 32,5 24,5 2,5 11,2 40,4 30,5 16,0 1,3 8,3 38,4 33,3 18,9 0,9 41,5 51,6 46,9 67,5 25,5 4,5 2,5 66,3 66,2 27,4 2,9 3,5 62,5 66,1 27,3 2,6 4 67,9 * alto: laurea o licenza media superiore basso: licenza media inferiore o licenza elementare o nessun titolo **Campione compreso tra 18 e 65 anni Percezione dello stato di salute salute molto-buona/buona (%) giorni cattiva salute motivi fisici (gg/mese) giorni cattiva salute motivi psicologici (gg/mese) giorni cattiva salute limitanti attività abituali (gg/mese) Attività fisica adesione linee guida^ o lavoro pesante dal punto di vista fisico popolazione completamente sedentaria^^ consigli dei medici: - chiesto sull’attività fisica - consigliato di fare attività fisica - indicato anche tipo, frequenza e durata - verificato andamento in altre visite - ricevuto consigli completi^^^ Stima ASL 13 (%, gg) ASL italiane (%,gg) Aziende venete (%, gg) 66,0 3,6 3,5 1,1 63,5 3,2 3,3 1,6 67,6 3,5 3,8 1,3 Stima ASL 13 (%) ASL italiane (%) Aziende venete (%) 40,5 42,5 46,4 17,0 23,3 13,6 40,5 38,5 12,0 10,5 7,5 38,2 40,1 10,2 9,9 7,2 35,9 38,9 11,7 10,6 6,5 ^30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni ^^chi non svolge un lavoro fisico e non fa almeno 10 minuti di attività moderata o intensa per almeno 1 giorno a settimana ^^^consigliato + indicato + verificato, calcolata su tutta la popolazione 50 Abitudine al fumo fumatori* - maschi - femmine ex fumatori** non fumatori*** come hanno smesso gli ex fumatori: - da solo - aiuto del medico consigli dei medici: - chiesto se fuma - a fumatori - consigliato di smettere di fumare (a fumatori) permesso di fumare in ambiente domestico: - non permesso - nessuno fuma rispetto divieto di fumo al lavoro (su chi lavora): - sempre - a volte/mai Stima ASL 13 (%) ASL italiane (%) Aziende venete (%) 26,0 22,9 28,8 21,5 52,5 26,5 31,5 21,7 19,6 53,9 25,1 26,8 23,5 21,1 53,8 86,0 7,0 94,2 1,8 93,8 2,4 43,0 65,4 65,4 38,6 64,9 62,2 37,5 62,5 59 42,5 29,5 37,0 25,4 46,8 24,8 66,1 11,3 57,6 15,5 67,7 12,7 m* più di 100 sigarette nella propria vita e attualmente fumano tutti i giorni o qualche giorno. **più di 100 sigarette nella propria vita e attualmente non fumano da almeno 6 mesi ***meno di 100 sigarette nella propria vita e attualmente non fumano Abitudini alimentari frutta e verdura almeno 1 volta al giorno conosce il 5 a day(^) 5 porzioni di frutta e verdura al giorno da chi ne hanno sentito parlare: - mass media - medico - campagne informative Stima ASL 13 ASL (%) italiane (%) ASL venete (%) 93,0 56,0 18,5 90,8 53,9 13,3 92,3 52,9 14,3 58,0 19,0 9,5 45,4 18,5 12,1 43,1 14,9 13,2 (^) mangiano 5 volte al giorno frutta e verdura Consumo di alcol bevuto ≥1 unità di bevanda alcolica nell’ultimo mese◊ bevitori fuoripasto◊◊ bevitori binge◊◊◊ forti bevitori◊◊◊◊ chiesto dal medico il consumo di alcolici Stima ASL 13 ASL (%) italiane (%) 80,0 16,0 9,5 7,0 20,0 63,8 12,4 8,0 5,5 14,3 Aziende venete (%) 72,7 20,0 11,7 7,6 17,5 ◊una unità di bevanda alcolica equivale ad una lattina di birra o ad un bicchiere di vino o ad un bicchierino di liquore ◊◊in un mese consumo fuoripasto di almeno una unità di bevanda alcolica almeno una volta la settimana ◊◊◊nell’ultimo mese consumo di almeno una volta 6 o più unità di bevande alcoliche in una sola occasione ◊◊◊◊più di 3 unità/gg per gli uomini e più di 2 per le donne 51 Sicurezza stradale cintura anteriore sempre cintura posteriore sempre casco sempre# guida in stato di ebbrezza## trasportato da guidatore in stato di ebbrezza### Stima ASL 13 (%) ASL italiane (%) Aziende venete (%) 90,5 27,0 96,2 19,4 18,0 83,0 19,7 88,1 10,6 12,0 91,7 28,2 96,4 16,4 18,8 #calcolata su tutta la popolazione, escluso chi non viaggia in moto ##aver guidato entro un ora dall’aver bevuto ≥2 unità di bevanda alcolica nell’ultimo mese, calcolata su tutta la popolazione ###nell’ultimo mese, sono saliti in macchina o in moto con un guidatore che aveva bevuto 2 o più unità di bevande alcoliche nell’ora precedente, calcolata su tutta la popolazione Vaccinazione antinfluenzale vaccinati 18-69 anni vaccinati≥ 65 vaccinati <65 con almeno una patologia Vaccinazione antirosolia (donne 18 - 45 anni) vaccinate hanno eseguito rubeotest* Immune** * ** ASL italiane (%) Aziende venete (%) 13,0 52,9 16,7 15,3 51,2 27,9 13,4 43,8 24,5 Stima ASL 13 (%) Aziende italiane (%) Aziende venete (%) 70,4 37,5 76,0 30,6 40,6 52,6 62,4 38,9 72,8 % calcolata sulle donne che non sono state vaccinate/non ricordano % donne che sono state vaccinate o che hanno un rubeotest positivo, calcolata su tutte le donne 18-45 anni Ipertensione arteriosa misurazione P.A. negli ultimi 2 anni Ipertesi * come viene trattata l’ipertensione: - trattamento farmacologico - riduzione consumo di sale - riduzione/controllo del peso corporeo - svolgimento di attività fisica regolare • Stima ASL 13 (%) Stima ASL 13 (%) ASL italiane (%) Aziende venete (%) 85,5 18,1 81,4 22,6 83,9 23,5 75,8 69,7 36,4 21,2 69,1 71,0 37,4 34,6 62,1 65 37,9 37,9 sono stati esclusi dal denominatore coloro che non hanno mai eseguito la misura e coloro che non ricordano se o quando è stata loro misurata Colesterolemia misurazione colesterolo almeno una volta Ipercolesterolemici^ come viene trattata l’ipercolesterolemia: - trattamento farmacologico - riduzione consumo di carne e formaggi - aumento consumo di frutta e verdura - riduzione/controllo del peso corporeo - svolgimento di attività fisica regolare Stima ASL 13 (%) Aziende italiane (%) Aziende venete (%) 80,0 30,0 76,9 24,7 80,8 27,3 20,8 75,0 58,3 33,3 35,4 24,3 76,6 57,8 41,6 39,0 18,7 75,3 52,5 43,4 43,4 ^ sono stati esclusi dal denominatore coloro che non hanno mai eseguito la misura e coloro che non ricordano se o quando è stata loro misurata 52 Situazione nutrizionale popolazione con eccesso ponderale - sovrappeso - obeso come viene trattato l’eccesso ponderale: - dieta - svolgimento di attività fisica Carta di rischio cardiovascolare (≥ 40 anni) Popolazione cui è stato calcolato il punteggio# Stima ASL 13 ASL (%) italiane (%) Aziende venete (%) 41,5 32,0 9,5 43,6 32,5 10,8 40,8 30,9 9,9 25,3 22,9 28,0 22,7 25,5 21,3 Stima ASL 13 ASL (%) italiane (%) 5,7 9,0 Aziende venete (%) 6,6 # coloro che hanno risposto non so o non ricordo sono inclusi nel denominatore Screening neoplasia del collo dell’utero^ (donne 25 - Stima ASL 13 (%) 64 anni) Eseguito almeno un pap test 91,4 Ultimo pap test eseguito da non più di tre anni 82,7 Viene consigliato pap test periodico 72,8 Ha ricevuto una lettera di invito dall’Asl 65,9 Ultimo pap test è stato eseguito per invito attivo dell’ASL 23,0 consiglio medico 27,0 propria iniziativa 50,0 ASL italiane (%) Aziende venete (%) 78,4 69,7 70,1 56,0 88,4 79,8 75,1 74,4 24,6 30,6 43,6 26,3 23,1 50,4 ASL italiane (%) Aziende venete (%) 74,9 56,7 65,7 57,6 83,8 71,4 69,7 81,6 38,7 28,6 32,0 49,4 23,4 27,3 ^eseguito a scopo preventivo Screening neoplasia della mammella (donne 50 - 69 Stima ASL 13 (%) anni) ◊,◊◊ Eseguita almeno una mammografia 74,4 Ultima mammografia eseguita da non più di due anni 65,1 Viene consigliata mammografia periodica 67,4 Ha ricevuto una lettera di invito dall’Asl 88,4 Ultima mammografia è stata eseguita per invito attivo dell’ASL 71,9 consiglio medico 12,5 propria iniziativa 15,6 ◊ ◊◊ valori ASL partecipanti, senza il campione di supplemento eseguita a scopo preventivo Screening tumore del colon retto (50 - 69 anni)# Eseguito un test per la ricerca di sangue occulto o sigmoidoscopia a scopo preventivo, almeno una volta Eseguito negli ultimi due anni Stima ASL 13 ASL (%) italiane (%) Aziende venete (%) 70,7 14,0 32,1 57,3 8,3 22,9 #eseguita a scopo preventivo 53 Bibliografia CDC:The Behavioral Risk Factor Surveillance System User’s Guide www.cdc.gov/brfss Ministero della Salute: Piano Nazionale di prevenzione attiva 2004-2006 Ministero della Salute - Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 disponibile presso il sito internet del Ministero: http://www.ministerosalute.it/psn/psnHome.jsp Salute e qualità di vita percepita Stili di vita e condizioni di salute, Indagine annuale sulle famiglie, Aspetti della vita quotidiana, ISTAT, Roma 2001 CDC - Healthy days methods 1989 Attività fisica Paul A. 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