Newsletter n.58 del 5 Novembre 2010
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Newsletter n.58 del 5 Novembre 2010
n. 16 Anno 4° - 5 novembre 2010 E C O N O M I A , N O R M AT I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I TA L I A N E Molte opportunità, ma occorre essere presenti in loco Sommario ARABIA SAUDITA Missione di Sistema nei Paesi del Golfo pag 5 Riad investe nel cambiamento pag 6 Arabia Saudita: i numeri e le regole da conoscere pag 9 Il Piano di sviluppo quinquennale dell’Arabia Saudita pag 11 Diplomazia Economica Italiana ha intervistato l'Ambasciatore italiano a Riad, Valentino Simonetti a pagina 2 PORTOGALLO Sines: un nuovo hub per l'Europa Occidentale pag 14 INDIA India: l’interscambio con l'Italia in fase di ripresa pag 16 MOZAMBICO Mozambico: il boom delle esportazioni italiane pag 17 SETTORI E AZIENDE Edilizia e materiali Elettromedicali Energia Meccanica Veduta notturna di Hail, il centro principale dell’omonima provincia PORTOGALLO pag 18 PAESI E MERCATI Libano pag 20 Sines: un nuovo hub per l’Europa Occidentale Il Governo portoghese sta puntando sullo sviluppo del Porto di Sines, localizzato a 100 chilometri a sud di Lisbona, portandolo ad una capacità di movimentazione container pari a 5-6 milioni di unità annue. a pagina 14 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio sostegno imprese della Farnesina (DGCE) - [email protected] Molte opportunità, ma occorre essere presenti in loco Come si colloca, oggi, l'Arabia Saudita, nel contesto economico gobale? Il Paese si è lasciato alle spalle la crisi finanziaria mondiale che peraltro ha subito in misura molto ridotta ed è ora impegnato in un profondo programma di cambiamento, sostenuto da forti investimenti. Le risorse non mancano: il budget del Governo è stato redatto prevedendo un livello di prezzi del greggio nettamente inferiore a quello che prevale attualmente sui mercati. Il flusso degli introiti derivanti dal petrolio è quindi superiore a quanto prudentemente indicato in bilancio. Anche gli obiettivi sono chiari. Si tratta di investire questi surplus in quattro direzioni principali: diversificazione dell'economia, modernizzazione delle infrastrutture, assistenza sanitaria e valorizzazione del capitale umano. In questo contesto, dove risiedono le maggiori opportunità per le aziende del Sistema Italia? Nella fornitura di impianti per l'estrazione, trasporto, raffinazione e lavorazione del petrolio e derivati le imprese italiane sono presenti da tempo e sono anche ben posizionate per inserirsi con successo nelle importanti gare che si apriranno nei prossimi anni. Ma i programmi di modernizzazione del Paese promossi da Re Abdullah aprono la porta a interventi anche in altri settori. Sono ad esempio la produzione il trasporto e la distribuzione di energia elettrica. In questo Paese i consumi stanno crescendo dell'8% all'anno. C'è moltissimo da fare anche nelle infrastrutture e nei servizi di gestione del ciclo idrico e in quello di smaltimento dei rifiuti : basti pensare che le grandi città saudite sono A ARABIA FGHAN SAUDITA I S TA N ECONOMIA Veduta di Riad - Al centro la torre Al Faisalah Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 2 C'è spazio anche per operatori italiani nel campo dei servizi? Certamente. Un capitolo di fondamentale importanza è quello della formazione universitaria. Il miglioramento del sistema formativo rientra tra le ambizioni prioritarie del Paese. È aperto quindi lo spazio per rapporti di collaborazione a diversi livelli tra università italiane e università locali. E non va sottovalutato il crescente flusso di giovani sauditi intenzionati a studiare all'estero, Italia inclusa. Alcune iniziative in questo senso so- no già state avviate, ma il campo può essere esteso notevolmente. Così come c'è spazio per strutture e operatori italiani del campo sanitario che siano interessati a rapporti di collaborazione, fornitura di servizi, scambio di know how con strutture e operatori sauditi tenendo conto del fatto che il Governo di Riad ha deciso di aprire nei prossimi anni 92 nuovi ospedali. E nel campo dei prodotti di consumo? I marchi di maggior prestigio del made in Italy, generalmente, sono già presenti ma è evidente che esiste una fascia molto ampia di prodotti italiani di qualità che può trovare spazio su questo mercato, dove anche i livelli di reddito sono in forte crescita. Il mercato però, è molto competitivo in quanto qui sono presenti fornitori di tutto il mondo, Asia inclusa, e questo è un aspetto che occorre tenere in considerazione. Chi vuole avere successo quindi, deve essere presente, farsi conoscere e individuare i partner adatti. Decisiva, ai fini di un pieno coinvolgimento delle controparti locali, è anche la qualità delle relazioni in staurate. ARABIA A F G H A SAUDITA N I S TA N coperte solo in parte da impianti fognari. Occorre quindi estendere questi sistemi per fare fronte alla crescita urbana e demografica del Paese e sono richiesti anche interventi migliorativi e di potenziamento di quelli esistenti. L'Arabia Saudita è poi impegnata nella realizzazione di un ambizioso programma ferroviario: accanto all'alta velocità tra Medina e Mecca sono previsti un asse di collegamento tra il Nord e il Sud del Paese, e un seconda direttrice, il cosiddetto Landbridge, che unirà i porti del Mar Rosso a quelli del Golfo. E questi sono solo alcuni esempi significativi. Riad - La sede dell’Ambasciata d’Italia Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 3 I partner sauditi possono essere interessati anche a investimenti in Italia o comunque al di fuori del loro Paese? L'Italia è un Paese molto apprezzato ma, non rientra, almeno per ora, tra le destinazioni prioritarie degli investimenti sauditi. Siamo considerati come un Paese particolarmente complesso sotto il profilo degli adempimenti normativi e degli iter burocratici, con una legislazione del ARABIA SAUDITA Qual è il percorso più efficace per avvicinarsi al mercato? L'Arabia Saudita è un Paese particolare ed è indispensabile recarsi sul posto per capire il contesto, dedicando il tempo necessario alla ricerca di contatti e partner locali. L'Ambasciata d'Italia e l'Ufficio del Commercio Estero a Riad sono a disposizione delle imprese italiane per supportarle in questo percorso. Aggiungo che un interessante sostegno può venire anche dalla SAGIA (Saudi Arabia General Investment Agency) che è presente con un ufficio anche a Roma. Dopodichè le opportunità sono veramente numerose. Una volta avviata un'attività in loco però, occorre una presenza continuativa: l'Arabia Saudita non è un mercato che si può seguire a distanza, se si vogliono ottenere soddisfazioni e risultati. L’Ambasciatore italiano a Riad, Valentino Simonetti lavoro garantista rispetto agli standard locali. Il giudizio però può cambiare e un aiuto in questo senso può venire dal trattato contro la doppia imposizione tra Italia e Arabia Saudita entrato in vigore all'inizio del 2010. Per quanto riguarda la possibilità di operazioni o investimenti congiunti in Paesi terzi, da parte saudita esiste un largo interesse e la massima disponibilità. Riad - Le Anoud Towers (Foto wikipedia) Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 4 Riad, Dammam, Dubai, Abu Dhabi, 5-11 Novembre 2010 Centotrenta aziende, di cui dieci gruppi bancari e dodici associazioni industriali: questi i numeri della 28ma Missione di Sistema che Confindustria, ICE e ABI, sotto l'egida del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero degli Affari Esteri, organizzano in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti dal 5 all'11 novembre 2010 nelle città di Riad, Dammam, Dubai e Abu Dhabi. A guidare la missione il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, il Viceministro dello Sviluppo Economico, Adolfo Urso, il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, il Presidente dell'Istituto nazionale per il commercio Estero, Umberto Vattani e il Vicepresidente dell'ABI Guido Rosa. Presenti nella Delegazione di vertice anche il Vicepresidente per l'Internazionalizzazione di Confindustria, Paolo Zegna e il Vicepresidente per le Infrastrutture, la Logistica e la Mobilità di Confindustria, Cesare Trevisani. Più nel dettaglio, la Missione di Sistema, si aprirà sabato 6 novembre a Riad con il Forum istituzionale, alla presenza delle autorità italiane e saudite. Seguirà, alle ore 12, una conferenza stampa congiunta. Il programma continuerà, per le aziende del settore 'Beni industriali' con una visita alla Sau- di Arabian General Investment Authority (SAGIA), dove saranno presentate le opportunità offerte dalle imprese saudite, mentre la Delegazione Bancaria si trasferirà presso la Saudi Arabia Monetary Authority per una tavola rotonda. Per le aziende del settore 'Beni di consumo' è prevista una visita agli Shopping Mall e Show Room di Riad, dove incontreranno i responsabili delle principali catene di distribuzione arabe. La giornata di domenica 7, sempre a Riyad, è dedicata alle tavole rotonde settoriali con aziende locali. Gli incontri riguarderanno sia le aziende 'Beni di consumo' (moda, agroalimentare, arredamento e design) sia il settore 'Beni industriali' (energie alternative, impiantistica e progettazione, materiali e macchinari per l'edilizia, trattamento acque e rifiuti),mentre martedì 9 la delegazione 'Beni di consumo' si trasferirà a Dubai dove i lavori continueranno con un seminario sulla Grande Distribuzione Organizzata e una visita alla Fiera Index, una delle più importanti Fiere a livello mondiale per il settore arredamento. Mercoledì 10 novembre ad Abu Dhabi sono in programma, per il settore 'Beni industriali', visite alle locali realtà imprenditoriali e siti produttivi di particolare interesse economico (tra cui Maire Technimont e Parco Ferrari World). Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 ARABIA SAUDITA Missione di Sistema nei Paesi del Golfo 5 La crisi mondiale non ha intaccato la solidità finanziaria del Paese. Il Governo resta impegnato in un ambizioso programma pluriennale di investimenti. Gli obiettivi sono la diversificazione dell'economia e l'eccellenza delle infrastrutture e dei servizi. Si aggiunge l'impegno a innalzare la qualità della formazione e la produttività delle risorse umane L'Arabia Saudita, sotto il profilo economico, è un Paese molto particolare. Grazie al petrolio è decisamente ricco. E questo non da oggi. Ma l'aspetto nuovo, che in questo momento interessa maggiormente le imprese italiane, è un altro e cioè il modo con cui il Paese è intenzionato a spendere i propri soldi nei prossimi anni. Il motore del cambiamento è un massiccio programma di investimenti (400 miliardi di dollari) annunciati per la prima volta da re Abdullah nel 2008, e in parte già avviati, che dovrebbe contribuire ad una radicale trasformazione dell'assetto ARABIA SAUDITA Riad investe nel cambiamento sociale ed economico del Paese. Copre il settore delle infrastrutture (ferrovie veloci, autostrade, porti e aeroporti), l'edilizia civile, l'industria petrolchimica, l'energia, i servizi sanitari, la formazione e la ricerca. La crisi finanziaria internazionale ha prodotto, almeno in parte, un rallentamento nella tabella di marcia. Nel 2009 il PIL in termini reali dell'Arabia Saudita è rimasto pressoché stabile (+ 0,15%). In termini nominali è diminuito del 24% per la caduta dei prezzi del greggio. Ma l'impatto sul resto dell'economia non è stato generalizzato. Un rendering della KAEC (King Abdullah Economic City). Il complesso in costruzione avrà come struttura di punta un moderno porto capace di competere con i dieci maggiori scali del mondo e in grado di far attraccare anche le navi di maggiori dimensioni. La città si divide in sei grandi zone: industrial zone, sea port, residential areas, sea resort, educational zone, central business district. Il completamento dei lavori è previsto per il 2025 Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 6 Lo Stato continua a investire Lo Stato però ha cercato di manovrare in funzione anticiclica con una serie di forti misure a sostegno dei redditi e degli investimenti (pubblici). Già nell'esercizio fiscale in corso, il budget statale prevede una spesa di 144 miliardi di dollari. E soprattutto, Riad ha presentato in primavera un Piano Quinquennale (2010-2014) che prevede una spesa pari a 385 miliardi di dollari Usa. A medio termine, quindi, le prospettive sono oltremodo favorevoli. Non ci sono soltanto l'edilizia e le infrastrutture, infatti. Da tempo il Governo punta anche a diversificare l'economia. I settori inizialmente prescelti sono stati la petrolchimica e derivati (materie plastiche, fertilizzanti). In particolare SABIC (Saudi Basic Industries Corporation) è oggi uno dei maggiori produttori mondiali di polietilene, polipropilene, poliolefine, fibre sintetiche, fertilizzanti, con un fatturato annuo di 27 miliardi di dollari. Ora sta ampliando la gamma produttiva anche a carbonati, ammine e fenoli grazie ad una serie di acquisizioni effettuate negli scorsi anni in Europa (DSM, Huntsman) e in Usa (divisione materie plastiche di General Electric). Jeddah, l’Hotel Hilton (foto Ammar Shaker/Wikipedia) Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 7 ARABIA SAUDITA Ne hanno risentito le banche, che hanno dovuto rientrare dalle operazioni più speculative con conseguente rallentamento nell'erogazione di nuovi crediti all'economia. Erano cresciuti del 27% nel 2008 ma l'aumento, nel 2009, è stato limitato al 2%. Questa frenata ha colpito il settore privato 'non oil' che ha registrato una crescita pari al 2,5%, la peggiore performance degli ultimi 14 anni. Ci sono state crisi di insolvenza da parte di alcuni importanti gruppi finanziari. E' diminuita (-7%) la vendita di auto. Accanto alla filiera petrolifera e dell'energia e ai servizi, l'attività che ha maggior impatto sull'economia del Paese sono le costruzioni. La crisi ha comportato la cancellazione o il rinvio di alcuni grandi progetti di sviluppo immobiliare. La cifra che viene indicata è di 22 miliardi di dollari, ma include anche molte operazioni annunciate con numeri probabilmente sovradimensionati. In realtà, il livello di attività nel settore edilizio si è mantenuto abbastanza elevato, tenuto conto che in Arabia Saudita resta da soddisfare una consistente domanda reale in quanto circa la metà delle famiglie non possiede la casa in cui abita. giose. Prevista anche una massiccia crescita nel turismo (sia interno che dall'estero) e nel retail con una diffusione sempre più capillare della Grande Distribuzione Organizzata e di formule analoghe come le catene in franchising. Contestualmente viene potenziata la filiera dell'estrazione, trattamento e utilizzo del gas naturale. L'obiettivo è di valorizzare i giacimenti del Paese provvisti di riserve consistenti (benché non paragonabili con quelle di petrolio) e finora poco sfruttate. Si sono aggiunte successivamente altre industrie 'energivore' come la filiera dell'alluminio, l'industria del cemento, la siderurgia e via via altri settori tra cui componentistica auto, componenti e materiali per l'edilizia, industria farmaceutica, prodotti in plastica, meccanica leggera, industria agroalimentare ecc. Stanno decollando anche il settore informatica e telecomunicazioni ed è in atto una trasformazione dell'agricoltura con l'introduzione di colture intensive (soprattutto ortofrutta) praticate utilizzando sistemi tecnologicamente avanzati, in sostituzione dei cereali. In questo sforzo di diversificazione il Governo punta molto sull'afflusso di investimenti (e di knowhow) dall'estero. Uno degli organismi maggiormente impegnati in questa ricerca di partner stranieri è la Sagia (Saudi Arabian General Investment Authority) che ha un ufficio anche a Roma. Contestualmente alla ricerca di investitori vengono messe a disposizione anche aree industriali attrezzate a condizioni vantag- Obiettivo occupazione Una delle priorità del Governo di Riad in questo sforzo di diversificazione dell'economia, è di creare occupazione. Il Paese è ricco ma la disoccupazione è attorno al 10%. Dato tanto più sorprendente considerando che il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è già molto ridotto in quanto resta la tendenza ad escludere le donne. In occasione della crisi, lo Stato, che è anche il maggiore datore di lavoro del Paese, ha assunto 70mila nuovi dipendenti per cercare di arginare il fenomeno. Nel settore privato, per sostenere l'occupazione viene imposta la cosiddetta 'saudizzazione' cioè l'obbligo di assumere quote minime di personale locale. La produttività però, in questo meccanismo forzato resta bassa e il problema è fonte di periodiche recriminazioni con le Autorità locali da parte delle aziende, soprattutto straniere, che operano nel Paese. ARABIA SAUDITA Diversificazione produttiva Market maker nel petrolio L'Arabia Saudita oggi non è soltanto il maggior esportatore mondiale di petrolio ma ha assunto, di fatto, anche il ruolo di un vero e proprio 'regolatore' del mercato ('swing producer') grazie al consistente eccesso di capacità produttiva di cui dispone, che le consente di modulare la produzione in funzione dei prezzi e del comportamento degli altri produttori. Le cifre sono le seguenti: le riserve stimate di petrolio del Paese ammontano a 260 miliardi di barili, pari a circa il 20% del totale mondiale. La produzione attuale è di 8,2 milioni di barili al giorno con la possibilità però, di salire fino a 12,5. La modulazione dei quantitativi, in funzione della domanda e dell'offerta complessiva di mercato (OPEC e altri produttori) è mirata a mantenere un prezzo ritenuto 'sostenibile' dalle Autorità saudite, attorno agli 80 dollari a barile. Il petrolio saudita è in prevalenza ad alto contenuto di zolfo. Comporta costi di raffinazione più elevati rispetto ai greggi leggeri e richiede impianti specifici di desolforazione che non tutte le raffinerie possiedono. L'Arabia Saudita dispone anche di riserve di gas naturale valutate in 7 miliardi di m3, pari al 4% del totale mondiale. Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 8 Demografia La popolazione saudita è di 27,1 milione di abitanti di cui 8,4 sono espatriati. Il tasso di natalità è tra i più elevati al mondo (3,5% annuo) e il 75% delle famiglie ha almeno 4 figli. Il 97,5% della popolazione ha meno di 60 anni. I sauditi godono di istruzione e cure mediche gratuite e pagano un'unica tassa (religiosa), la zakat, pari al 5%. La quasi totalità del reddito è quindi disponibile per consumi e investimenti. A parità di potere d'acquisto (PPP) è stato calcolato che ammonta a circa 20 mila dollari a testa. Le principali città del Paese sono Riad (5 milioni), Jedda (3,6 milioni) che è anche il principale porto sul Mar Rosso, La Mecca (1,7 milioni), Medina (1,3 milioni) e Dammam (1,3 milioni) che invece è il principale porto sul Golfo. Distribuzione e acquisizione commesse L'acquisizione di commesse, appalti e la distribuzione di prodotti importati sul mercato saudita richiede necessariamente la presenza di un agente o di un partner locale. La regola dovrebbe gradualmente scomparire per le gare internazionali. E' possibile aprire punti vendita in partnership con soggetti locali ma con una quota comunque non superiore al 49%. È richiesto anche un capitale minimo di 8 milioni di dollari. I canali più praticati dagli esportatori italiani sono attualmente i grossisti e le catene della grande distribuzione. In crescita anche il franchising. ARABIA SAUDITA Arabia Saudita: i numeri e le regole da conoscere Accordi doganali L'Arabia Saudita partecipa al Consiglio di Cooperazione del Golfo che include anche gli Emirati Arabi, Oman, Kuwait, Qatar e Bahrein per un totale di circa 40 milioni di consumatori. Sulla base degli accordi sottoscritti (non ancora operativi) i Paesi aderenti dovranno operare con una tariffa doganale esterna comune che mediamente ammonta al 5%. Tariffe più elevate (dal 12 al 25 per cento) colpiscono diverse categorie di beni prodotti localmente. Si tratta in genere di prodotti alimentari, derivati della chimica e petrolchimica, materiali edili, elettrodomestici, minuterie metalliche, trasformatori, pompe e generatori. Un trattamento doganale privilegiato è riservato ai prodotti importati dai Paesi che partecipano agli accordi di libero scambio della Lega Araba. La Mecca - Centinaia di migliaia di pellegrini riuniti in preghiera Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 9 Legislazione Sia il diritto penale che quello civile in Arabia Saudita sono gestiti secondo i principi della Shariah, la legge islamica basata sui testi sacri (Corano e Sunnah). Esistono tre gradi di giurisdizione (Tribunali di primo grado, Corte di Appello e Alta Corte della Shariah costituita da religiosi di riconosciuto prestigio). I membri della famiglia reale non possono essere chiamati in giudizio. E' possibile ricorrere a giurisdizioni parallele (Corti Arbitrali Internazionali) ma solo nei rapporti con enti e soggetti privati (non con lo Stato) anche se è poi difficile ottenere l'esecuzione delle relative sentenze. ARABIA SAUDITA Mercato del lavoro L'assunzione di personale straniero è soggetto alla cosiddetta 'sponsorship' cioè all'intermediazione di un soggetto locale. Il sistema crea una rendita di posizione per i cittadini sauditi ma non agevola la flessibilità del mercato del lavoro che è fortemente regolamentato. Il costo della manodopera, generalmente importata dai Paesi asiatici (India, Pakistan, Filippine) è estremamente contenuto. Non ci sono contratti collettivi e non sono ammessi i sindacati. Le difficoltà (e i costi) maggiori si incontrano nella ricerca di personale qualificato in quanto la disponibilità di risorse umane locali è insufficiente. D'altra parte i manager espatriati da altri Paesi non gradiscono sempre le regole dei permessi di soggiorno (IQAMA) che li vincolano al datore di lavoro anche per i loro movimenti all'estero e per l'eventuale scioglimento del rapporto. Il laboratorio di visualizzazione della KAUST (King Abdullah University for Science and Technology) di Thuval. L’università, inaugurata nel 2009, è la prima in Arabia Saudita ad avere un campus aperto ad ambo i sessi e in cui ragazzi e ragazze sono autorizzati a interagire liberamente. Alle ragazze, inoltre, non viene richiesto di indossare il velo durante le lezioni in classi miste. Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 10 Gli investimenti previsti per il periodo 2010-2014 ammontano a 385 miliardi di dollari. Sanità, istruzione, alloggi e servizi a rete in cima alla scala delle priorità Il Piano quinquennale (2010-2014) di sviluppo economico dell'Arabia Saudita, prevede una spesa complessiva di circa 1.400 miliardi di SAR (pari a 385 miliardi di dollari), ossia il 67% in più delle allocazioni complessive del quinquennio precedente. Un'enfasi particolare viene posta sullo sviluppo del capitale umano, attraverso la formazione e l'istruzione, a cui sarà indirizzato oltre il 50% della spesa complessiva. Le risorse per il settore socio-sanitario costituiranno il 19% del totale, mentre il 15,7% sarà riservato allo sviluppo economico (in particolare infrastrutture). Infine, al settore dei trasporti e delle telecomunicazioni e a quello dell'edilizia verranno destinati rispettivamente il 7,7% e il 7% delle allocazioni finanziarie dei prossimi cinque anni. ARABIA SAUDITA Il Piano di sviluppo quinquennale dell'Arabia Saudita Cresce la spesa sociale Il Ministro dell'Economia e della Pianificazione Khaled Al Gosaibi nel presentare il Piano ha sottolineato come esso si ponga l'obiettivo di coniugare la crescita economica con politiche sociali inclusive che consentano il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Riad - La hall principale del King Fahd Medical City Hospital Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 11 Per quanto riguarda i servizi alla popolazione, il Ministro Al Gosaibi ha annunciato l'intenzione del Governo di raddoppiare nei prossimi cinque anni la capacità degli impianti di desalinizzazione, portandola a 2,07 miliardi di metri cubi nel 2014, potenziando la distribuzione capillare alla popolazione attraverso la realizzazione di 15mila chilometri di acquedotto in grado di rifornire 600mila unità abitative. Circa 700mila abitazioni ARABIA SAUDITA Acqua, energia e alloggi per tutti In questo contesto è prevista la costruzione di 117 ospedali (per oltre 22mila posti-letto aggiuntivi), 750 centri clinici e 400 unità di pronto soccorso in tutto il Regno. Sul fronte dell'edilizia scolastica, l'attuale capacità ricettiva degli istituti scolastici ed universitari verrà ampliata fino a consentire di accogliere 5,1 milioni di studenti delle scuole primarie, intermedie e secondarie e 1,7 milioni di studenti universitari. Analogo potenziamento riguarderà la formazione tecnica, scientifica e professionale, con la creazione di 50 centri per la formazione professionale nel settore industriale e di 28 istituti tecnici superiori. In agenda: quattro nuove città e grandi infrastrutture Il programma più ambizioso del Regno è la costruzione annunciata di 4 nuove città. Sono King Abdullah City sul Mar Rosso, a Nord di Jeddah, vicino a un nuovo grande polo petrolchimico (Rabigh) che dovrebbe diventare operativo entro breve. Jazan, sempre sul Mar Rosso, che dovrebbe diventare un importante polo metallurgico (alluminio) con l'apporto anche di capitali e tecnologie cinesi. Pabmec, al centro del Paese, con una vocazione logistica. E Knowledge Economic City, vicino all'attuale aeroporto di Medina, con una forte concentrazione di attività formative e di ricerca. Il meccanismo di sviluppo delle "Economic Cities", come vengono chiamate le 4 città, prevede la messa a punto di un Masterplan per ognuna di esse, con una suddivisione per aree dedicate alle diverse attività (residenziale, turismo, servizi, centri commerciali, parchi industriali) e un forte investimento da parte dello Stato che si impegna a creare le infrastrutture di base. Dopodichè dovrebbero intervenire i capitali privati con operazioni di sviluppo immobiliare, iniziative industriali e nel settore dei servizi. Ad oggi il progetto in fase più avanzata di realizzazione è King Abdullah City. Per incentivare l'apporto di capitali e investimenti stranieri sono previste forti agevolazioni fiscali e la semplificazione delle procedure societarie. Ma soprattutto nelle Economic Cities gli investitori stranieri potranno avere il pieno controllo delle società che apriranno (senza obbligo quindi di avere un partner locale) e accedere alla proprietà degli immobili. Significativi anche gli investimenti previsti per migliorare le infrastrutture di trasporto. Il programma prevede l'ampliamento di diversi aeroporti (Jeddah, Medina, Tabuk, Janbu) e la costruzione di nuovi scali. È in fase avanzata di progettazione anche la realizzazione di una rete ferroviaria nazionale basata su due assi, da nord a sud e da est a ovest, per circa 3mila chilometri. Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 12 Obiettivo redditi: 14.200 dollari pro capite Sul fronte del quadro macro-economico, il Piano prevede per il 2010 una crescita economica del 5,2%, con un progressivo incremento del reddito pro capite che dovrebbe passare dai 46.200 SAR (12.300 dollari) del 2009 ai 53.200 (14.200 dollari) del 2014. Gli obiettivi di crescita del settore privato e del settore non-petrolifero sono fissati, rispettivamente, al 6,6 e 6,3%. Il tasso di occupazione dovrebbe passare dall'attuale 47,9% al 53,6% nel 2014. L'elemento di novità è rappresentato dalla chiara priorità che ora viene rivolta allo sviluppo del capitale umano, nella consapevolezza che la crescita sostenibile passa necessariamente da un aumento della produttività del lavoro e dal pieno ed efficiente impiego della numerosa forza-lavoro del Regno. Un'adeguata formazione tecnica e scientifica dei giovani sauditi è inoltre la necessaria premessa per lo sviluppo dei settori produttivi più innovativi e il passaggio alla cosiddetta economia della conoscenza. Tale obiettivo si integra con la modernizzazione economica ed infrastrutturale, nonchè con la progressiva eliminazione delle sacche di sottosviluppo ancora presenti nelle aree più arretrate del Regno. Significativamente, lo stesso re Abdullah ha dato chiare istruzioni a tutti i settori dell'amministrazione pubblica affinchè vengano rispettati scrupolosamente gli obiettivi e le scadenze del Piano, dando priorità ai progetti direttamente correlati al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. ARABIA SAUDITA verranno collegate alla rete fognaria mentre a 1,3 milioni di nuovi utenti verrà dato accesso alla rete elettrica. Il Ministro ha poi riaffermato l'impegno del Governo a soddisfare la crescente domanda di alloggi, annunciando la costruzione di un milione di unità abitative, con finanziamento sia pubblico che privato, per coprire l'80% del fabbisogno previsto nelle varie aree del Paese. Re Abdullah e Silvio Berlusconi durante la visita in Arabia Saudita del Presidente del Consiglio lo scorso anno (Foto AFP) Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 13 Nuovi terminal container, polo petrolchimico, parco industriale e collegamenti intermodali (ferrovia) rilanciano il porto situato a 100 chilometri da Lisbona In previsione dell'incremento del traffico di merci sulle rotte atlantiche, il Governo portoghese progetta di sviluppare fortemente il porto di Sines, localizzato 100 chilometri a sud di Lisbona, portandolo a dimensioni analoghe a quello di Valencia e di Anversa con una capacità di movimentazione container pari a 5-6 milioni di unità annue. In questo settore l'attività sta crescendo rapidamente: nel secondo trimestre del 2009 la capacità di movimentazione è stata di 165mila teu, con un aumento del 70 per cento su base annua. Investimenti da Singapore PORTOGALLO Sines: un nuovo hub per l'Europa Occidentale PSA (Port of Singapore Authority), la società che gestisce il terminal XXI, sta investendo per portarne la capacità di movimentazione dalle attuali 400mila teu annue a 800mila, con un'estensione delle banchine dagli attuali 380 a 730 metri. I lavori dovrebbero essere completati già a fine anno. È inoltre prevista un'ulteriore fase di espansione per elevare ulteriormente, entro il 2012, la capacità complessiva a 1,32 milioni di teu. Capo Sines (Foto AFP) Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 14 I conti tornano Sotto il profilo geostrategico Sines dovrebbe beneficiare dell'incremento dei flussi commerciali atlantici connessi all'allargamento del Canale di Panama previsto per il 2013 nonché degli imponenti ritmi di crescita economica di alcuni Paesi di lingua portoghese come il Brasile e l'Angola. Si aggiunge la vocazione intermodale con il rafforzamento dei collegamenti ferroviari sull'asse Sines-Badajoz-Madrid. E' una prospettiva relativamente nuova. Fino a tempi recenti il porto, la cui costruzione risale agli anni '70, era considerato come un'opera in parte inutile e costosa e anche come un peso per lo Stato Portoghese. La situazione è però radicalmente mutata a partire dal 2004, con l'af- fidamento della concessione per il terminal container a PSA. Che ha consentito, tra l'altro, di ridurre l'indebitamento dell'Autorità Portuale da 78 a 2,6 milioni. Ulteriori introiti per 50 milioni di euro deriveranno dalla recente conclusione di un contratto da 50 milioni per l'affidamento in concessione del terminal dei combustibili liquidi. Polo integrato PORTOGALLO La lunghezza totale delle banchine sarà portata a 940 metri. Con le nuove strutture il porto di Sines, che ha una profondità superiore a 16 metri potrà ospitare anche "megacarrier super postpanamax" da 15.000 teu. Non solo. Nei prossimi mesi l'amministrazione portuaria di Sines (APS) inizierà a sondare la disponibilità di investitori internazionali per la costruzione di due nuovi terminal container che andrebbero ad aggiungersi al terminal XXI e all'attuale terminal "multi-purpose". Le stesse Autorità hanno dichiarato di avere già avviato trattative con un grande operatore internazionale del trasporto marittimo, che potrebbe affiancare la MSC nell'utilizzo di Sines come piattaforma per lo scacchiere dell'Europa sudoccidentale. Grazie al risanamento dei conti e ai nuovi investimenti, Sines sta rapidamente recuperando posizioni rispetto al suo concorrente più diretto, il porto di Lisbona. Dispone infatti di fondali più profondi e di maggiori margini di espansione fisica. Non solo, ma si inserisce in un contesto più ampio di polo logisticoindustriale, esteso su un'area di 1.300 ettari che include uno scalo merci su rotaia, un terminal petrolchimico, due raffinerie, un terminal di rigassificazione del gas naturale liquefatto importato via nave, due centrali termoelettriche (di cui una in costruzione) e un parco industriale. In pratica, già oggi, su Sines si concentra buona parte dell'approvvigionamento energetico portoghese (gas naturale, carbone, petrolio) per un totale pari a 21 milioni di tonnellate nel 2009. Entro il 2011 è prevista anche un'importante estensione del polo petrolchimico con l'avvio di un impianto da 700mila tonnellate annue di acido teref talico purificato. www.amblisbona.esteri.it Per iscriversi a questa newsletter compilate il modulo all’indirizzo www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Imprese/ DiplomaziaEconomica/Newsletter/ Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 15 Le esportazioni stanno aumentando del 22% su base annua. La quota preponderante è rappresentata dai macchinari, cresciuti del 30%. E c’è spazio per crescere ancora Secondo gli ultimi dati sull'interscambio resi noti dall'ISTAT, nei primi otto mesi del 2010 i volumi di scambio tra Italia ed India hanno segnato un incremento del 22% rispetto al corrispondente periodo del 2009. Le esportazioni sono aumentate del 22 % e le importazioni del 23%. Lievemente negativo per il nostro Paese il saldo (-360 milioni di euro). Tra i grandi Paesi emergenti l'India, in termini di crescita dell'interscambio con l'Italia, si colloca così dietro a Turchia (+47%), Brasile (+33%) e Cina (+30%). Il segnale è positivo in quanto, stando alle statistiche ufficiali indiane relative all'esercizio fiscale chiuso nel marzo 2010, tra l’aprile 2009 e quella data si era verificato un calo del 12%. Il dato complessivo risultava pari a 7.262 milioni di dollari. In sostanza, gli ultimi dati indicherebbero che il forte rallentamento registrato, probabilmente, a seguito della crisi finanziaria internazionale, è ormai superato. Va rilevato che l'interscambio Italia-India aveva registrato una vera e propria impennata nel 2006-2007 (+43%), seguita da un andamento ancora molto positivo (+ 24%) nel 2007-2008 e da una performance deludente (+5%) nel 2008-2009. Lo spazio per un'ulteriore crescita non manca. Oggi il mercato Indiano copre appena lo 0,9% delle esportazioni italiane e dall'India proviene l'1% delle nostre importazioni. L'Italia si colloca soltanto al 23esimo posto tra i partner commerciali dell'India e al sesto posto tra i Paesi europei dopo la Germania (oltre 15 miliardi di dollari il valore dell'interscambio), il Regno Unito (oltre 10 miliardi), il Belgio (9.5 miliardi), i Paesi Bassi (8.5 miliardi) e la Francia (poco più di 8 miliardi). Dai dati ICE emerge come la quota preponderante (43%) delle esportazioni italiane sia coperto dai macchinari che, nei primi otto mesi del 2010, hanno registrato un incremento superiore al 30%. Si è registrata anche una considerevole espansione delle vendite di prodotti alimentari (+62%), degli articoli di abbigliamento (+65%), dei mobili (+68%) e degli articoli in gomma e farmaceutici (+40% circa). Significativo l'incremento delle vendite di prodotti e sistemi per il trattamento e riciclaggio dei rifiuti (+60.5%). Tra le voci dell'export indiano verso l'Italia si registra invece un eccezionale incremento dei prodotti elettronici ed informatici (+336%). Estremamente significativa anche l'espansione dei prodotti della carta (+141%) e delle attività di trattamento dei rifiuti (+115%). Resta invece molto limitato il flusso degli investimenti diretti italiani verso l'India. Negli ultimi dieci anni sono stati di 991 milioni di dollari. La Francia ha investito nello stesso periodo 1 miliardo e 580 milioni, la Germania quasi tre miliardi, i Paesi Bassi oltre 4 miliardi e mezzo ed il Regno Unito quasi sei miliardi di dollari. INDIA India: l’interscambio con l'Italia in fase di ripresa www.ambnewdelhi.esteri.it Leggi gli aggiornamenti su www.notiziariofarnesina.ilsole24ore.com Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 16 I numeri, in valore assoluto, sono ancora contenuti ma la presenza del nostro Paese cresce. Sono in cantiere progetti nel settore dell’energia, nell’agroalimentare e nelle costruzioni Cresce la presenza dell'Italia in Mozambico. Secondo i dati forniti dall'ICE nel primo semestre del 2010 le esportazioni italiane sono aumentate del 53,8% rispetto allo stesso periodo del 2009. Si tratta di un dato significativo, se si considera che il primo semestre del 2009 aveva a sua volta segnato un record (+111% rispetto ai primi sei mesi del 2008). In apparenza i valori sono ancora relativamente contenuti: nella prima metà del 2010 ammontano a circa 35 milioni di euro. Ma il segnale è inequivocabile: il Mozambico, che fino a pochi anni fa era considerato un Paese particolarmente povero, si sta affermando come uno dei Paesi con le maggiori potenzialità in Africa Australe e l'Italia, con le sue imprese e le sue Istituzioni, è particolarmente ben posizionata per trarne vantaggio. Attualmente le voci principali dell'export risultano essere i macchinari, i mobili, gli articoli in gomma, i medicinali ed i preparati farmaceutici. Ma nel primo semestre 2010 sono cresciute anche le importazioni italiane dal Mozambico (+123,9%), che si sta affermando come un importante fornitore di materie prime: metalli (soprattutto allu- minio), pietra, sabbia, argille e legname. Complessivamente quindi, l'interscambio commerciale tra i due Paesi è più che raddoppiato, passando da 90,3 a 186,4 milioni di euro. La crescente visibilità delle imprese italiane in Mozambico si è manifestata anche in occasione dell'ultima edizione della FACIM, la più importante Fiera del Mozambico dove il padiglione organizzato dall'Ambasciata italiana in collaborazione con l'ICE ha raccolto la presenza di 31 espositori in rappresentanza di 41 aziende, superando gli stand di Paesi come quello del vicino Sudafrica o il Brasile, che hanno rapporti consolidati con il Paese. Quest'anno la Facim ha raccolto 488 espositori di 14 Paesi, entrambi i dati sono in forte crescita. MOZAMBICO Mozambico: il boom delle esportazioni italiane www.ambmaputo.esteri.it Il Sottosegretario italiano agli Esteri, Alfredo Mantica, e l'Ambasciatore italiano a Maputo, Carlo Lo Cascio, inaugurano il padiglione italiano alla FACIM di Maputo. Il padiglione è stato visitato dal Presidente mozambicano Guebuza e dal Ministro degli Esteri Baloi che hanno definito la presenza italiana come "al di là di ogni aspettativa". Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 17 Brasile: al via una gara per il rilancio edilizio dell'area Porto di Rio In Brasile stanno pervenendo le prime offerte tecniche ed economiche avanzate dalle imprese, o consorzi, per il rilancio urbanistico del Porto di Rio de Janeiro. La gara è indetta dall'amministrazione della metropoli attraverso una società creata ad hoc. L'azienda o il consorzio che si aggiudicheranno la gara potranno gestire, in regime di partenariato pubblico/privato, il piano di riabilitazione e sviluppo dell'area. Il valore complessivo dell'intera operazione è stimato in 8 miliardi di reais brasiliani, al cambio attuale equivalenti a circa 3,5 miliardi di euro. Le linee guida del progetto sono già indicate e possono essere viste sul sito internet www.portomaravilhario.com.br. Gli edifici di maggior spicco sono il Museo del Domani, progettato dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava, e la sede della Banca centrale. Si aggiungono un grande acquario e la ristrutturazione di alcuni edifici storici, con la partecipazione finanziaria della fondazione Roberto Marino. Uno di questi è destinato ad ospitare un museo di arte. La realizzazione del piano richiederà importanti interventi sulla viabilità. La Società per lo sviluppo urbano della regione del porto di Rio de Janeiro, controllata dal Municipio ma a capitale misto, avrà il compito di supervisionare la realizzazione del piano e di reperire i finanziamenti per gli interventi urbanistici, anche attraverso l'offerta di titoli obbligazionari e la prestazione di garanzie. Il "Porto Meraviglia" fa parte delle opere previste per l'appuntamento dei Giochi Olimpici del 2016 per i quali è prevista la realizzazione di numerose infrastrutture (soprattutto arterie urbane dirette verso le aree olimpiche). L'altro investimento importante riguarderà invece il risanamento della Baia di Rio de Janeiro (Guanabara) dall'attuale stato di inquinamento. www.ambriodejaneiro.esteri.it Egitto: gruppo Caltagirone raddoppia la produzione di cemento bianco Agli inizi di ottobre è stata avviata nella cittadina di Al Arish, ai confini con Israele, la seconda linea di produzione di Sinai White Cement, azienda egiziana controllata (attraverso la danese Aalborg Portland) dall'italiana Cementir del Gruppo Caltagirone. L'investimento per la realizzazione dell'impianto ammonta a circa 100 milioni di euro. Sinai White, con una capacità di 1,2 milioni di tonnellate, controlla il 60% del mercato del cemento egiziano ed esporta in oltre 28 Paesi circa l'80% della produzione. Il cementificio è posizionato strategicamente nei pressi del porto e dell'aeroporto internazionale di Al Arish e nelle vicinanze di una cava da cui viene estratto il materiale pietroso. ASETTORI F G H A NEI SAZIENDE TA N EDILIZIA E MATERIALI www.ambilcairo.esteri.it ELETTROMEDICALI Australia: Amplifon rileva al 100% il gruppo Nhc Amplifon ha sottoscritto un accordo definitivo per l'acquisto del 100% di NHC, gruppo australiano leader nella commercializzazione di soluzioni uditive. Il controvalore dell'operazione è pari a 460 milioni di dollari australiani su base "debt and cash free". NHC opera in Australia, Nuova Zelanda e India, con un network complessivo di circa 200 negozi e 240 audioprotesisti. In particolare, ha un forte posizionamento in Australia, dove opera con 102 negozi e controlla una quota di mercato del 16%, e in Nuova Zelanda dove, con i marchi NHC (15 negozi) e Bay Audiology (63 negozi), raggiunge una quota di mercato complessiva del 45%. Inoltre ha recentemente avviato l'espansione della propria attività in India dov'è attualmente presente con 11 negozi. Il completamento dell'operazione di acquisto è sottoposto ad approvazione da parte del Foreign Investment Review Board australiano. www.ambcanberra.esteri.it Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 18 MECCANICA Australia: TRUenergy costruirà un parco solare da 180MW Colombia: Leitner costruirà una teleferica urbana a Cali L'australiana TRUenergy si è aggiudicata un finanziamento di 100 milioni di dollari australiani per la costruzione di un parco solare vicino a Mildura (Mallee Solar Farm). Con una capacità di 180MW ed un costo complessivo stimato in 420 milioni, la Mallee Solar Farm è il maggiore progetto fotovoltaico australiano. Il finanziamento dello Stato di Victoria è condizionato all'erogazione di un finanziamento anche da parte del Governo federale nell'ambito della seconda fase del Solar Flagship Program, lanciato nel 2009 all'interno della Clean Energy Initiative e finanziato per 1,5 miliardi. Il premier dello stato di Victoria, John Brumby, ha inoltre annunciato l'intenzione di finanziare fra 5 e 10 grandi centrali solari nel corso dei prossimi 10 anni nell'ambito del Victorian Large Scale Solar Project Scheme. Nello stesso giorno, il ministro dell'Energia dello Stato di Western Australia, Peter Collier, ha annunciato il finanziamento di un terzo dei costi (circa 20 milioni) della centrale termica da 10MW che sarà realizzata da BP Solar e Verve Energy a Geraldton, a nord di Perth. L'impianto è considerato un progetto pilota per valutare la convenienza a realizzare impianti di maggiori dimensioni. La Leitner di Vipiteno (BZ) si è aggiudicata i lavori per la costruzione di un sistema di teleferica nella città di Cali che integrerà il servizio di trasporto terrestre Metro Cali. Il valore complessivo dei lavori è stimato in circa 29 milioni di dollari Usa. Leitner provvederà alla fornitura delle torri, delle stazioni, della parte elettromeccanica e delle cabine, per un valore di circa 19 milioni di euro. Secondo una prima stima le cabine potrebbero trasportare fino a 3.000 passeggeri l'ora. Nel 2008, Leitner si era già aggiudicata un contratto simile per la città di Manizales, con una fornitura di 42 cabine per un trasporto previsto di circa 1.500 passeggeri l'ora. Attualmente in Colombia sono provvisti di un sistema di trasporto integrato (percorso terrestre e teleferica) le città di Medellín e Manizales e il Parco Nazionale del Chicamocha. ASETTORI F G H A NEI AZIENDE S TA N ENERGIA www.ambbogota.esteri.it www.ambcanberra.esteri.it Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 19 L’Italia è terzo fornitore estero dopo Cina e Usa Nei primi sette mesi del 2010, l'Italia consolida la propria posizione di primo fornitore europeo del Libano, collocandosi in terza posizione, dopo la Cina - che ha esportato merci per 935 milioni di dollari (+15,3% rispetto al 2009), con una quota di mercato pari al 9,7% delle importazioni totali libanesi - e gli Stati Uniti (che esportano per un controvalore di 1 miliardo e 7 milioni - +13,5%-, pari al 9% del totale importato). Il valore dell'export italiano è di 796 milioni, con una quota di mercato del 7,6%. L'aumento su base annua è stato del 18%. Al quarto posto è piazzata la Germania con 740 milioni e seguita dalla Francia con 681 milioni. I dati delle Dogane Libanesi, indicano inoltre che nei primi sette mesi dell'anno l'import del Paese si è attestato a 10 miliardi e 340 milioni di dollari (+12,1% su base annua). Il deficit commerciale è ammontato a 8 miliardi e 14 milioni di dollari (+8,6%), nonostante l'incremento dell'export del 26% con 2 miliardi e 416 milioni di dollari. L'export italiano è composto principalmente da prodotti di raffineria (34,5%), meccanica (15,1%), prodotti chimici (8,5%), tessili (6,8%), metallurgia (6,4%), mezzi di trasporto (4,1%), materiali edili (3,5%), alimentari (3,3%), articoli in plastica (3,1) e calzature (2,3%). Le principali voci dell'import libanese, invece, sono i prodotti petroliferi raffinati con 2,1 miliardi (20,6% del totale), macchinari con 1,3 miliardi (12,4%), mezzi di trasporto con 1,2 miliardi (11,4%), prodotti dell'industria chimica con 927 milioni (8,9%), metalli e lavori di metallo con 775 milioni (7,4%), oreficeria e gioielleria con 703 milioni (6,7%) e alimentari con 640 milioni (6,1%). PAESI E MERCATI LIBANO www.ambbeirut.esteri.it Panorama di Beirut vista dal mare Newsletter quindicinale realizzata da Il Sole 24 Ore Radiocor in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Direzione Generale per la Cooperazione Economica della Farnesina: [email protected] www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Imprese Direttore Responsabile: Fabio Tamburini Proprietario ed Editore: Il Sole 24 ORE S.p.A. Radiocor Agenzia d’informazione Redazione: Via Monte Rosa, 91 20149 Milano Tel: 02.30221 - Fax: 02.3022.481 Pubblicazione quindicinale in formato elettronico Registrazione Tribunale di Milano n. 266 del 2 Maggio 2007 Sede Legale: Via Monte Rosa, 91 20149 Milano Progetto editoriale e grafico: Il Sole 24 ORE S.p.A. - Radiocor Agenzia d’informazione Copyright 2010 - Il Sole 24 ORE S.p.A Radiocor Agenzia d’informazione È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno con qualsiasi mezzo, non autorizzata. Diplomazia Economica Italiana - n. 16 - 5 novembre 2010 20