PUBALGIA? OCCHIO ALL`ECOGRAFIAnovità!
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PUBALGIA? OCCHIO ALL`ECOGRAFIAnovità!
PUBALGIA? OCCHIO ALL’ECOGRAFIA Con il termine PUBALGIA o sindrome retto-adduttoria in Traumatologia dello Sport si fa riferimento ad una sintomatologia dolorosa che interessa la regione addomino-pubo-crurale. Alcuni sport, il calcio e il rugby in particolare, hanno una incidenza rilevante, soprattutto per le costanti ed intense sollecitazioni statiche e dinamiche che durante l'esecuzione dei gesti tecnico-atletici, gravano sul bacino e specificamente sulla sinfisi pubica (Brunet et Al., 1985). L’identificazione della causa della pubalgia è molto importante ai fini dell’attuazione della terapia specifica: la pubalgia infatti può essere la conseguenza di una osteoartropatia pubica da ripetuti microtraumi sulla sinfisi pubica, ma anche l’esito di lesioni o patologie delle strutture annesse al canale inguinale o degli organi addominali e pelvici (le ernie inguinali possono dare una sintomatologia similare), o ancora può essere l’espressione periferica di coxalgie (dolori dell’anca) o della stessa colonna vertebrale. Spesso infatti, la pubalgia negli atleti è la conseguenza di fattori legati ad alterazioni statiche e dinamiche della colonna vertebrale, del bacino e degli arti inferiori; infatti, l’iperlordosi lombare, la dismetria degli arti inferiori sono tra le più comuni cause che possono determinare l’insorgenza della pubalgia; una delle cause predisponenti più comuni è comunque la dismetria del bacino, che può evidenziarsi con un attento esame clinico, oppure con una radiografia diretta della pelvi con proiezione antero-posteriore. A queste cause predisponenti si devono associare poi tutti gli squilibri muscolari conseguenti ad alterate posture o a errati protocolli di allenamento. Nel calcio in particolare i gesti tecnici come il calciare, il saltare per colpire di testa, il contrasto, il dribbling, le metodologie di allenamento, in particolare quelle che privilegiano lo sviluppo della forza esplosiva, possono favorire il verificarsi di una pubalgia (Monti et Al., 1983). Tra i fattori favorenti è importante ricordare anche i gesti tecnici non correttamente eseguiti, la scelta dei materiali (scarpe e tacchetti), lo stato dei terreni da gioco. La causa più frequente, è la “sindrome retto-adduttoria”: un’infiammazione dei muscoli e tendini che si inseriscono all’osso del pube, più frequentemente i muscoli adduttori che si trovano sul lato interno della coscia e il retto dell’addome. I sintomi: La Pubalgia clinicamente si manifesta con un dolore al pube che si può irradiare per tutto l’inguine; il dolore parte dall’osso del pube e arriva alla parte interna della coscia. Può essere improvviso e tanto doloroso da impedire l’attività sportiva, ma anche il semplice camminare, oppure meno intenso ma persistente. In ogni caso l’attività acuisce i sintomi mentre il riposo li attenua. La parte dolente è facilmente individuabile anche con l’auto palpazione, perché muscoli e tendini interessati sono molto superficiali e quindi sotto pelle. In genere il dolore si acutizza contraendo gli addominali o quando si contraggono i muscoli interni della coscia contro resistenza (test contro resistenza). In aggiunta alla valutazione clinico, la valutazione strumentale consente meglio di differenziare fra due forme anatomopatologiche ben distinte: - una tendinopatia solitamente inserzionale dei muscoli adduttori e meno frequentemente degli addominali, tipica dei soggetti giovani (Perugia et Al., 1981); - una artropatia pubica microtraumatica, tipica dei soggetti con anzianità sportiva (Santilli, 1985). In entrambi i casi il dolore inguinale e addominale basso, mono o bilaterale, costituiscono il sintomo principale. DIAGNOSTICA PER IMAGING (ECOGRAFIA): In generale lo studio della patologia dell’apparato muscolo scheletrico necessita sempre più di essere effettuato con metodiche diagnostiche di tipo funzionale: in questo senso l’esame ecografico presenta caratteristiche di indagine compatibili con l’apparato in questione: infatti l’esame ecografico delle strutture muscolari e tendinei consente uno studio e quindi una valutazione sia statica che soprattutto dinamica, nel rispetto della peculiarità della struttura che è quella di esprimere la sua funzionalità o esaltare la patologia proprio durante il movimento. A ciò va aggiunto il fatto che l’esame ecografico, poiché non invasivo né lesivo, consente il monitoraggio di un’eventuale lesione fino alla restituito ad integrum. Gli esami da fare per la corretta diagnosi, comprendono quindi, oltre che una radiografia del bacino, da cui si può rilevare una pubalgia cronica che può aver dato luogo allo sviluppo di calcificazioni nel punto di maggiore infiammazione, L’esame ecografico che è indicato particolarmente quando la pubalgia è recente e mostra i tendini infiammati ispessiti e alterati. Nei traumi acuti la lesione, con l’indagine ecografico va ricercata nei punti in cui è avvenuta la distrazione e l’esame per imaging dimostra la lacerazione parziale o totale dei tendini interessati. In questi casi risulta fondamentale l’esame ecografico dinamico e comparativo, in quanto in questa sede sono frequenti gli artefatti. Il quadro ecografico è eloquente in caso di lesione, infatti presenta retrazione del ventre tendineo e muscolare, con presenza di ematoma più o meno esteso. Il muscolo più frequentemente coinvolto è l’adduttore lungo. L’impiego della metodica con power doppler consente oggi un monitoraggio fondamentale per l’evoluzione clinica e terapeutica. Tale metodica permette di evidenziare quelle flogosi inserzionali croniche che erano appannaggio esclusivo dell’ RMN. Per quanto riguarda la terapia, il RIPOSO è la cura più efficace. Se la causa è una infiammazione recente dei tendini, la sindrome retto-adduttoria regredisce in modo spontaneo assumendo poche compresse di antinfiammatori e sospendendo le attività fisiche per un periodo relativamente breve. Più difficile il trattamento dei casi cronicizzati, cioè quando il dolore è stato ignorato e il soggetto ha continuato ad allenarsi: il riposo, gli antidolorifici e le terapie fisiche (elettroterapia e laserterapia in particolare) isolatamente o in associazione servono relativamente. Infatti il dolore sembra attenuarsi, ma si scatena alla ripresa dell’attività. Il ricorso a infiltrazioni locali di corticosteroidi o di altre sostanze va proscritto in giovani atleti, mentre in generale deve essere strettamente limitato a casi eccezionali e selezionati Occorrerà affiancare alla fisioterapia anche un protocollo di riadattamento muscolore molto analitico (stretching, riequilibrio muscolare) per far si che, in parallelo al regredire dei processi infiammatori cronici si associ un ricondizionamento muscolare tale da poter consentire alle strutture mio tendinee di poter sopportare nuovamente i normali stress sportivi. La conoscenza dei gesti sportivi, delle metodologie di allenamento, dei presidi preventivi che debbono essere utilizzati soprattutto nei giovani atleti, permettono meglio di orientarsi nel percorso diagnostico e negli indirizzi terapeutici di tale affezione. Infine è importante evidenziare, in base alla nostra esperienza (U.O.T. di Medicina dello Sport di Ragusa – servizio di ecografia muscolo tendinea) che, in questi anni (5) sono stati esaminati circa 90 atleti affetti da presunta pubalgia. La visita clinica (in particolare manovre contro resistenza) ha mostrato una buona relazione con la positività dell’esame ecografico (tendinopatia inserzionale t. adduttori – adduttore lungo, adduttore breve, gracile, pettineo – presenza di zone di edema a livello dell’inserzione tendinea); altresì l’esame ecografico ha consentito di mettere in evidenza in diverse situazione la presenza di calcificazioni e/o alterazioni della corticale ossea non evidenziate all’esame radiografico. Questo a consentito di mirare la terapia in maniera più specifica e consentire un’evoluzione favorevole della patologia. BIBLIOGRAFIA Brunet B., Brunet-Guedj E., Genety J., Umbert J.C., Moyen B., Lerat J.C. Démembrement de pubalgie. E.M.C. (Paris, France), App. Loc., 14, 323A, 10, 1985. Lanzetta A., Meani E. Acquisizioni e prospettive terapeutiche in patologia muscolare e tendinea. Atti XXII Congr. Naz. FMSI, Bergamo 1982. Monti G., Benazzi M., Galli U. La sindrome retto-adduttoria o "pubalgia" etiopatogenesi, clinica e trattamento. I. J. Sports Traum., 5, 2, 1983. Perugia L., Postacchini F., Ippolito R. I tendini, biologia, patologia, clinica. Ed.Masson, Milano, 1985. Santilli G. Patologia da sovraccarico funzionale dell'apparato locomotore. Med. Sport, 28, 1975. Volpi P., Melegati G. La pubalgia del calciatore aspetti etiopatogenetici e classificativi. J. Sports Traum., 8, 4, 1986. Volpi P. La pubalgie notre expérience. J. Traum. Sport, 9, 1992.